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from Milano 19(50)
Bianco E Nero Al Colore
Tina Samarani, una pittrice alla ricerca dei segreti perché della pittura che diventa arte
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Quello che attrae di più in questa ragazza senza età è il sorriso contagioso e sbarazzino. E anche i gesti, il modo di comunicare, la simpatica semplicità che ne rivelano immediatamente la fresca personalità.
Dipinge. Senza darsi arie, senza il sussiego di chi si sente portatore di messaggi, chiedendo consiglio a tutti e senza criticare nessuno. Dipinge, confessando di aver tribolato un po' all'inizio con l'accostamento dei colori, perchè si sentiva più portata al disegno in bianco e nero. Poi ha pensato che era giusto esercitarsi anche con le tinte, visto che l'universo è ricco di colori e che questi da soli sanno creare prospettive, forme e volumi, cioè tutto un discorso più completo: un discorso, appunto, pittorico.
Ha frequentato qualche atelier, ha osservato gli artisti al lavoro e si è cimentata subito con temi difficili: la figura umana, qualche nudino classico, i grandi paesaggi alla Lorren. Si è esercitata moltissimo, sovente insoddisfatta, desiderosa di scoprire i segreti perchè della pittura che diventa arte, della pittura che dice qualcosa a chi la guarda.
Lo
In occasione dell'inaugurazione, avvenuta il 20 dicembre scorso, della sala condominiale del Monte Amiata, via Cilea 106 e via Falck 553, Giordano Gianotti ha improvvisato il componimento poetico che qui pubblichiamo.
Vennero qui, si strinsero le mani cittadini di una grande città: BacCalini, edil Assessore, Martellosio, del popol la voce, Pasquini, che Consiglio di Zona presiede, Secchi e Monzeglio, architetti progettisti di case ai mortali, un prete, che benedisse presenti ed assenti. Martellosio, pioniere del vecchio quartiere, raccontò le vicende passate; Baccalini del futuro avvenire; Pasquini ci illuminò dei burocratici intoppi; il prete disse che i mali fanno parte degli umani sacrifici, benedisse, ed andò al suo destino; Baccalini a Quarto Cagnino.
Gli astanti bevvero vino per allietare il breve simposio: le lingue si sciolsero, le idee galleggiarono; di S. Leonardo, Trenno e Figino si ponza un lucente destino.
Coesisteran le cascine coi quartieri moderni, diventeran più bravi i futuri cittadini, non ci saran più drogati, non svelleran più panchine, non tireran più sassate alle targhe di vie cittadine, non imbratteran più le mura e anche di sera viaggeran più sicuri.
La corta serata tramonta, le bottiglie son vuote, le paste finite; rimangon il salone e le sedie scomposte, le cicche per terra coi nuovi difetti gli antichi.
Giordano Gianotti
Scaffale Di Milano 19
Ha cambiato molto soggetti, ispirandosi alle cose più impensate, un po' fiabesche, un po' sognanti. L'impasto morbido e corposo però è molto distante dalla tecnica naif, anzi si richiama di preferenza allo stile dei grandi Ottocentisti italiani e stranieri. Un nome più di tutti ci si accosta alla mente osservando i lavori della Samarani Giacinto Gigante l'abilissimo vedutista napoletano che ha fatto sua la lezione di Turner conducendo su certune tonalità il momento timbrico della sua pittura cosi lirica.
Nei dipindi di paesaggio che si rinnovano spesso alle pareti dello studio in Via Grigna 20 dove la Samarani vive e lavora, troviamo il giallo solare nei cieli e nelle luci che si appoggiano su persone, animali e cose. Il formato dei suoi lavori in questo periodo è piuttosto ridotto, e le sue garbate composizioni sono piacevolissime e fresche come il carattere dell'autrice. La sua pittura piace, distende, per questo nelle nostre visite di cordiale amicizia più che di critica d'arte troviamo rinnovata tutta la produzione. Non è una virtù da poco, con l'inflazione pittorica che caratterizza questi nostri anni.
Ma certo non è tutto, e con il suo sorriso candido e disarmante la Samarani ci confessa: "Ho ancora tanto da imparare..." e così pensiamo a Cézanne, che dopó cinquant'anni di pittura scriveva a un amico: "Ho fatto qualche progresso, spero di fare meglio!" ed intanto creava il punto di riferimento per tutta l'arte moderna.
A una pittrice cosi non si può augurare che tanta, tanta fortuna.