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from Milano 19(50)
Egregio Direttore, Mi riferisco all'articolo di Ennio Tacchi "Sono In pericolo le nostre pensioni? apparso sul numero di gennaio.
L'articolista evidenzia con vigore i termini del dibattito tenutosi al Circolo De Amicis, cui anche lo scrivente ha partecipato: il pauroso deficit dell'I.N.P.S. (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) è dovuto essenzialmente al fatto che al pre citato ente vengono accollate d'ufficio pensioni non contributive, concesse cioè ai pensionandi, senza la contropartita di adeguati contributi.
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Viene opportunamente citato l'esempio delle centinaia di migliaia di finti invalidi: è però necessario, a proposito di percettori di pensioni non "pagate" ricordare le categorie dei commercianti, che di solito partoriscono denunce fiscali da "terzo mondo", e quelle dei coltivatori diretti, facile camuffamento per troppi parassiti dell'agricoltura, spremitori di contributi ed agevolazioni d'ogni genere, a scapito, "in primis" degli onesti lavoratori della terra.
Si tratta di veri "scippi" alla cassa dei lavoratori, resi possibili dall'indegno atteggiamento di certe forze politiche e dei loro boss mafiosi, che su questa immonda pratica fondano fortune elettorali, non altrimenti spiegabili.
Nel dibattito è stata toccata anche la questione delle pensioni di certi settori del pubblico impiego, concesse a persone ancora giovani dopo una quindicina d'anni di reale servizio e di contribuzioni: l'argomento così esposto va ben precisato, come ho fatto nel dibattito, onde non sembrino i pubblici dipendenti, agli occhi dell'opinione pubblica, beneficiari di un disordine, di cui sono le prime vittime.
Credo sia a tutti noto come lo stipendio dei dipendenti statalit sia nettamente inferiore a quello dei dipendenti privati: un preside di liceo (36 ore settimanali, ferie solo in agosto, selezione a livello di concorso nazionale, lavora anche per 52 sabati all'anno) rimedia a stento quanto guadagna un impiegato di banca alle primissime armi (38 ore settimanali, libero il sabato, cinque settimane di ferie da collocare quando crede).
lI "pieno" della pensione prevede 40 anni di servizio ed al momento del collocamento obbligatorio a riposo (65 anni) non tutti riescono a realizzare una pensione completa. L'assurdità del pensionamento anticipato è oggi grave, perché crea sperequazioni ingiustificabili nei confronti di chi, pensionato a 65 anni, si vede "gratificato" di poche lire rispetto al collega, spesso neanche quarantenne, "uscito" col minimo di 20 anni di servizio, raggiunti grazie al riscatto a 4 o 5 anni di laurea, più cinque in regalo alle donne sposate.
Altre lettere a pagina 4
Va subito detto che la riduzione della pensione,) per il pubblico dipenden-I te che va in pensione anta-I cipata, è tale da scorag-1 giare qualsiasi aspirante, o, meglio, lo sarebbe se là, riduzione riguardasse anche la contingenza, che, nello stipendio del medio pubblico lavoratore, col galoppo dell'inflazione, sta già superando il 50 per cento del suo mensile: ebbene si rivedano queste situazioni almeno dal punto di vista strettamente contabile. Si aboliscano i pensionamenti anticipati non collegati a fatti eccezionali, o comunque la riduzione matematica della pensione anticipata, ottenuta su semplice richiesta dell'interessato, coinvolga anche la contingenza!
Comunque, se dovesse continuare la figura del giovane pensionato, si rimedi ad una ulteriore assurdità: costui, ora, se si dedica ad attività indipendente, si gode la pensione senza decurtazioni, se invece viene assunto da una ditta si vede decurtata la pensione (e questo è giusto) della contingenza.
Il rimedio, come si vede, sarebbe rapido, serio, inattaccabile: non occorre "volontà politica", basta buon senso contabile.
Qualche osservazione anche sulle liquidazioni.
Sino al 1977 i dipendenti privati e delle aziende municipalizzate si vedevano valutare, in sede di liquidazione, anche la contingenza: ciò non è mai avvenuto per i pubblici dipendenti. Si parla ora di referendum per riacquistare detto beneficio: dubito molto che questo giovi al potere reale d'acquisto dei lavoratori, ma sia ben chiaro che allora il provvedimento dovrebbe riguardare tutti i lavoratori, statali e non, e prevedere un'equa soluzione per coloro che sono già in pensione. lo credo in una soluzione pratica in questo senso: lasciare facoltà al pensionando di scegliere tra una pensione più consistente, senza liquidazione (incamerata dalla cassa pensioni), in alternativa ad un trattamento simile all'attuale.
A parità di mansione, parità di trattamento economico per chi, giuridicamente o meno attinge il suo stipendio dalle pubbliche finanze (attualmente due cassieri delle Poste non rimediano il mensile di un cassiere della Banca d'Italia); per i pensionati stretto collegamento (lo prevede del resto l'inapplicata legge 312) tra la loro pensione e la retribuzione del collega pari grado in servizio ed in relazione agli anni di contribuzione.
Disboscare insomma la giungla retributiva e mettere allo scoperto gli sciacalli, politici e sindacali, che vi si aggirano.
A.F.
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Per la difesa dei consumatori Essere oggi conservatori
Egregio direttore, come casalinga le scrivo per esprimerle il mio pieno sostegno alla campagna per la prosecuzione della rubrica televisiva "Di tasca nostra", che ho sempre ritenuto una trasmissione veramente utile, soprattutto per la massaia in quanto la orientava ad attentamente valutare il rapportoprezzo - qualità dei prodotti di più largo consumo. Temo di dover ipotizzare che la trasmissione sia stata sospesa per ben determinate pressioni di chi ha interesse a manipolare il consu matore.
Le vorrei proporre di aprire sul suo giornale una rubrica sostitutiva, sia pur più modesta della precitata, per aiutare a spendere meglio i sudatissimi soldi della spesa, con preciso riferimento ai supermercati ed ai negozi della zona 19.
La redazione dovrebbe sollecitare segnalazioni di massaie per individuare il negozio dove lo stesso prodotto è venduto a prezzo più conveniente e, contem poraneamente, dovrebbe dare qualche consiglio merceologico spicciolo, come quello che mi permetto qui di seguito avanzare per meglio chiarire il suo pensiero. Ricordo, da "Di tasca nostra", che non vi sarebbe alcuna sostanziale differenza fra le varie "acque minerali naturali" in commercio. Ebbene al supermercato di vie Vigilano acquisto un'acqua minerale che costa 65 (sessantacinque) lire in confronto con altre marche che costano da due a cinque volte tanto. Consumatori e commercianti, in caso di opportune osservazioni del genere, potrebbero trovare un conveniente punto di incontro all'insegna di una sana concorrenza e nell'interesse del consumatore. Grata per l'eventuale pubblicazione della presente e per ogni vostra iniziativa in merito saluto distintamente.
Marisa Farina
Ringraziamo la signora Farina per la sua cortese lettera e vogliamo dire, a lei ed a tutti i nostri lettori, che già stavamo pensando ad una rubrica del genere di quella suggeritaci dalla nostra gentile lettrice. Naturalmente le nostre possibilità sono molto più limitate di quelle di cui poteva disporre là rubrica televisiva, sia per una infinitamente minore disponibilità finanziaria, sia perché tutta la redazione del nostro giornale, come i nostri lettori ben sanno, presta la sua attività in modo assolutamente gratuito, dedicandole le ore (forzatamente limitate) del tempo libero dopo il normale lavoro.
Pensiamo comunque che qualche cosa potremo
COMMERCIO CARNI — SERVIZIO RISTORANTI via Chiarelli 10 (MERCATO COMUNALEIT3087614 p.za Prealpi (MERCATO COMUNALE1w390633 321655 via-Gran Sasso 5 e 221667 riuscire a fare, specie se avremo un aiuto dai nostri lettori che invitiamo sin d'ora ad inviarci segnalazioni così come ha fatto la signora Farina. A questo punto ci sembra doveroso segnalare che le aziende commerciali che pubblicano la loro pubblicità già praticano prezzi equi nei prodotti da loro venduti. Invitiamo comunque anche loro a segnalarci prodotti particolarmente convenienti, così come invitiamo a farlo anche tutti gli altri commercianti della nostra zona.
Esamino prima di tutto la semantica delle due parole. "Destra" si riferisce alla posizione a destra della Presidenza che presero i deputati non rivoluzionari all'Assemblea francese del 1791. Al contrario "conservatore" ha contenuto politico e vuoi dire "uno che vuole conservare qualcosa". Ma per conservare bisogna possedere non strettamente cose materiali, anche morali (tradizioni, usi, costumi).
Sfatiamo due miti che la cultura sessantottesca aveva catalogato come fossero delle cattive parole; parole da non ripetere e da non insegnare ai bambini buoni.
Cito una frase di Gobetti: "Un partito conservatore poteva compiere in Italia una funzione moderna, indirettamente liberale, in quanto facesse sentire la dignità del rispetto della legge, l'esigenza di difendere scrupolosamente la sicurezza pubblica e l'efficacia del culto della tradizione per fondere nel paese una coesione morale.
II 22 dicembre 1981 nelle quattro ore pomeridiane, tutti i lavoratori dipendenti da farmacie private si sono astenuti dal lavoro.
E stato il primo sciopero attuato da lavoratori laureati e non laureati a livello nazionale, cosa vuoi dire ciò, che la sopportazione e le continue umiliazioni, cui sono sottoposti i lavoratori da parte padronale, ha creato quella coscienza di classe che prima non esisteva.
Se si pensa che da un anno a questa parte si chiede invano un rinnovo di contratto scaduto il dicembre 1980.
Più volte siamo stati invitati a Roma, anche in sede padronale (la Federfarma), ma ci hanno sempre offeso e deriso, senza mai farci delle controproposte serie ed articolate, su cui confrontarci, eppure a noi sembra che un laureato debba guadagnare di più delle 600.000 o 650.000 mensili, in quanto altri lavoratori percepiscono molto di più senza avere un lavoro così impegnativo.
Noi crediamo e pensiamo sia giusto un congruo aumento salariale che ci permetta di sopravvivere all'attuale costo della vita.
Anche perchè all'interno delle farmacie i prezzi aumentano in continuazione, vedi prezzi dei prodotti da banco, esempio caramelle tosse e gola e prodotti consigliati dai titolari di farmacia dove vi sono margini di guadagno del 50% ed oltre, o dove un etto di olio di mandorle siamo obbligati a pagarlo
L. 6000, senza essere in grado di poterlo sostituire con altro, perchè i titolari si guardano bene da fare da educatori sanitari, ma sono dei bottegai senza scrupoli sulla pelle degli altri, che siamo poi tutti noi.
Vedi tagli ministeriali alla spesa sanitaria, con consecutivo aumento dei ticket che va a penalizzare le classi meno abbienti.
Però nello stesso tempo aumenti decretati dal governo dei farmaci, vedi il 9% con scadenza gennaio 82 ed un ulteriore 6% con aprile. Cosa vuol dire tutto ciò? Che noi paghiamo ed altri, pochi guadagnano i frutti di tutto questo, anche se agli Italiani chiedono sempre più sacrifici.
Noi come lavoratori ci siamo posti il problema di una giusta e adeguata informazione per l'assunzione del farmaco e quindi per una informazione che porti in parte ad una gestione propria del consumo pro capite del farmaco, molte volte, forse troppe, assunto con leggerezza.
E pensiamo anche a una nostra crescita professionale, che permetta una più corretta informazione, ma per tutto ciò abbiamo bisogno di avere lo stipendio che ci spetta e ci permetta di svolgere quel ruolo tanto importante nella vita, sia a livello nazionale ed Europeo come quello di lavorare dietro un banco di farmacia.
Giancarlo Gnutti (Direttivo Regionale F.I.L.-C.A.M.S.-C.G.I.L.)
LABORATORIO di ANALISI MEDICHE LACOMINA... via delle
Ande 5
Ma malauguratamente in Italia questo partito ipotizzato da Gobetti non è mai esistito e difficilmente avrà mai vita. Da noi si fa un bailamme tra conservatori, destra, fascismo senza avere un minimo riguardo per le parole diverse tra loro per significato e per movimenti del tutto differenti a cui hanno dato origine.
In Italia una "Destra" che non sia fascista non esiste. I pochi giornalisti, tra cui Longanesi e Montanelli, che hanno cercato di dar vita a un movimento del genere sono stati schiacciati dalle beghe interne dei singoli partiti, da arrivismi, da personalismi inutili e gretti. È destino, ma forse mai in Italia qualcuno potrà dire di essere di destra e conservatore senza essere tacciato di "fascismo".
Pasquale Grilli Consigliere - liberale al C.d.Z. 19
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