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Un intervento di D.P. sui fatti di luglio
Leggo sul numero di agostosettembre di "La sedicesima" un articolo sull'insediamento del nuovo Consiglio di zona, a titolo "Marchetti rieletto presidente. Inutile gazzarra di estremisti di sinistra", che mi offre lo spunto per alcune considerazioni.
Credo sia importante chiarire, prima di ogni altra nota, che ruolo debba avere una realtà come il Consiglio di zona. Noi pensiamo che il Consiglio di zona debba essere un organismo all'interno del quale i lavoratori e i cittadini abbiano modo di far sentire la propria voce. Crediamo sia indispensabile che diventi uno strumento di lavoro, anche se non unico, attraverso cui gli abitanti della zona riescono a riappropriarsi di tutta una serie di loro diritti, ora in gran parte disattesi, come servizi sociali efficienti, una casa abitabile e alla portata di tutti, una cultura che sia realmente tale.
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E evidente che un"organismo che risponda a tale necessità deve essere per forza di cose un organismo in cui viga la democrazia. Democrazia non formale, ma reale, non forzosamente delegata, ma espressione di partecipazione diretta, di ricchezza di dibattito. Ed è appunto la democrazia, la battaglia che si sviluppa per la stia difesa, che noi crediamo assuma oggi un ruolo centrale nei quartieri, nelle fabbriche, nelle scuole e nelle istituzioni. Ruolo che verrebbe sminuito e snaturato se non vi associassimo la battaglia antifascista, unico strumento per rintuzzare e isolare i fascisti, con la loro ideologia di reazione e di morte, ovunque si presentino, anche in un Consiglio di zona. Noi crediamo che per tutta la sinistra questo sia un terreno di lotta qualificante, un punto che separa le forze del progresso dalle forze della reazione. Stupisce e rammarica, allora, che la giusta e decisa protesta di coloro che manifestavano il loro sdegno per la presenza di un fascista in Consiglio di zona, e tra essi militanti di tutte le forze di sinistra, venga bollata come "inutile gazzarra di estremisti di sinistra"; che nell'articolo da voi pubblicato non si faccia menzione al fatto che il "clima di tensione" era dovuto all'esser venuti a conoscenza che in altri Consigli di zona i fascisti si erano presentati armati di pistola; che venga salutato come fortunato e tempestivo, e non già come una sconfitta della democrazia, il fatto che per la prima volta la polizia irrompa nel nostro Consiglio di zona.
Noi, come Democrazia Proletaria, ci impegniamo a continuare la battaglia per la democrazia e contro il fascismo, ci impegniamo a far sì che questa battaglia venga ulteriormente estesa e veda protagonisti i cittadini e i lavoratori della nostra zona.
Su questo problema, sulla democrazia, sul ruolo delle istituzioni, invitiamo al dibattito tutte le forze di sinistra, i lavoratori e cittadini della zona, e ci auguriamo che anche questo giornale possa divenire strumento di tale dibattito.
Cristiano Scevola (consigliere dl D.P. zona 16)
Pubblicando la lettera del Consigliere di Democrazia Proletaria, Cristiano Scevola, crediamo opportuno spiegare alcuni nostri giudizi sugli avvenimenti del 14 luglio in CdZ (vedi "La Sedicesima" di settembre).
D'accordo, nessuno vuole negare che il discorso sulla democrazia nei Consigli di Zona finirebbe per essere una tragica farsa se non si saldasse alla "battaglia antifascista" per isolare qualsiasi rigurgito dl marca fascista. Con questo non si deve però credere che qualunque forma di lotta, attuata in qualunque momento, possa sprigionare automaticamente un significato antifascista ed unitario. Sia pur con le migliori intenzioni, si può finire con il provocare una "inutile gazzarra" quando in nessun conto si è tenuta la volontà ampiamente manifestata da tutti i partiti democratici di isolare il Movimento Sociale nel Consiglio di Zona 16: e anzi, si
Dall'incontro si viene a conoscenza che l'Azienda oltre le centinaia di milioni ai fornitori, non ha versato neppure i contributi assicurativi agli enti predisposti (INAM - INPS ...). A detta dell'Azienda in queste condizioni vi è anche la minaccia o la possibilità che qualsiasi creditore possa chiedere il fallimento.
Ciò che i lavoratori si chiedono è il perchè dell'atteggiamento ultimo della direzione che ha rinunciato a richiedere l'intervento della commissione proposta all'istituto della Cassa integrazione guadagni e ha mandato 18 lettere di licenziamento.
Fin qui, la storia di una delle piccole e medie aziende, le quali fanno sempre pagare il mancato
Ccolorificio barona guadagno ai lavoratori usando la crisi come pretesto, senza far niente per riconvertire adeguatamente la produzione.
Questo fatto deve essere ancora una volta motivo di riflessione per una mobilitazione sia dei lavoratori occupati che dei lavoratori colpiti dal dramma del licenziamento, e di tutti i cittadini della zona.
Tutto ciò limiterebbe notevolmente lo strapotere di questi imprenditori senza scrupoli.
Noi della "Sedicesima Zona" dichiariamo fin d'ora di essere al fianco di questi lavoratori e di impegnarci a lottare con i nostri mezzi in difesa dei loro diritti.
L. Ficini
Tappezzeria Duco Veneziani Junghanns
20142 MILANO - VIALE FAMAGOSTA 20 - 819 b5
I. negozio raccomandato dall' Istituto Italiano del Colore cerca di imporre agli altri la propria forma di lotta in base a chissà quale patente di maestri dell'antifascismo.
E non ci si scandalizzi poi se l'intervento della polizia ci è parso un fatto necessario, anche se doloroso, visto che in quel modo si è riusciti a scongiurare il rischio che l'azione dei militanti di DP trasformasse questo momento di democrazia "reale" in una rissa tra antifascisti: questa sarebbe stata una ben più grave sconfitta per la democrazia!
Quanto al fatto che nel nostro articolo non si sia evidenziato come "il clima di tensione" fosse principalmente dovuto agli episodi squadristici verificatisi in altri CdZ., è doveroso riconoscere che in quel caso la nostra informazione è stata carente e, involontariamente, poco obiettiva: pochi giorni prima, se non andiamo errati, in CdZ. 4 il Missino Staiti aveva fatto pubblico sfoggio di una rivoltella carica. Ma anche qui, non ritenete anche voi che l'espulsione "fisica" della missina Maccari, che ci pare fosse l'obiettivo di DP, avrebbe finito per innescare reazioni del genere anche nel nostro quartiere?
Se queste precisazioni ci sono parse necessarie, non meno necessario ci sembra associarci all'invito di Scevola e di DP: che si discuta, che ci si confronti su questi episodi, che le forze democratiche della zona intervengano sui temi della democrazia reale e partecipata e sul come essa possa realizzarsi attraverso gli organi del decentramento, sul come attuare una permanente vigilanza antifascista nella nostra zona.
Ma ricordiamoci: un dibattito serio su questi problemi, a cui "La Sedicesima" sarebbe ben lieta di dedicare tutto lo spazio necessario, è anche un'occasione per guadagnare altri cittadini alla vita democratica del quartiere. Non lasciamocela sfuggirei
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