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DA BANGKOK A PIAZZA PIEMONTE

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il salotto

il salotto

residenza senatoriale in prestigioso show,,room, Galileo Chini, specie nel salone centrale, quello aperto al pubblico, ha ornato soffitti, pareti, pavimenti, nicchie e androni con motivi di sicuro effetto.

Nato nel 1873 a Firenze, dove mori quasi cieco a ottantatrè anni, Galileo Chini entrò ad appena otto anni nella bottega di uno zio decoratore e restauratore di affreschi. Artista attivissimo e versatile, fu pittore, decoratore, scenografo e costumista teatrale, disegnatore di manifesti, produttore di vetrate e di ceramiche artistiche, docente accademico e organizzatore culturale, Galileo Chini conobbe presto il successo di critica e di pubblico. Già nel 1909, come s'è detto, è presente alla Biennale di Venezia; dove il sovrano siamese era rimasto incantato dai suoi affreschi sulle otto grandi vele del padiglione centrale della Mostra. Nel 1925 aggiunse ai molti riconoscimenti internazionali due Gran Prix assegnatigli all'Esposizione Mondiale di Parigi per le arti applicate. La scorsa estate gli è stata dedicata al Palazzo Mediceo di Serravezza una vasta mostra retrospettiva, prima di una serie di manifestazioni celebrative della personalissima e complessa opera di quelli eccezionale artista che è stato Galileo Chini. A.R.

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AVVENIMENTI D'ARTE

Nell'accogliente show room di via Motta la sua direttrice, architetto Noemi Durastanti, ha presentato tra divani e poltrone de II Salotto le opere recenti di alcuni artisti della zona 6, tra le quali gli acquarelli di soggetto floreale del "poeta di Porta Magenta", Attilio Boggiali che i nostri lettori hanno caro per i suoi versi alla meneghina, e la produzione artistica della giovane pittrice Paola Corti che, nel suo studio di via Motta 10, dipinge anche su tessuto ed esegue stampe con torchio a mano in proprio e per conto terzi. Sono stati anche esposti gli acquarelli di Maria Galirm berti Falchi, che abita in vía Rasori.A febbraio, ci preannuncia l'architetto Noemi, sulle pareti de II Salotto sfil&.anno altri artisti della zona, tra i quali non mancheranno alcuni dei nomi apparsi nella nostra "pagina dell'arte".

Ancora una volta Dario Bozzolo, giovane artista della via Canonica, ha scelto la sala espositiva del piccolo ma autorevole Centro Lavoro Arte di via Cesariano 11, per presentare i risultati della sua nuova ricerca artistica: : "autlain", una serie di delicati pastelli in cui le immagini sono costruite con l'uso ordinato e armonioso di linee colorate. I paesaggi e i temi che sembravano disperdersi in una fuga immotivat di linee sottili si ricompongono, invece, in un'identità nuova, reale eppure evanescente e vibrante di emozioni sfuggenti.

Musica

Un sottile filo di magica luce d'Asia unisce Milano a una delle Riù celebrate terre di sogno del turismo mondiale: Bangkok, la "citta degli angeli" che, nel 1872, venne trasformata da villaggio di pescatori in capitale del Siam, attuale Tailandia. E' il filo dell'arte di Galileo Chini che idealmente collega gli immensi ambienti del Phra Thi Nang (il palazzo del trono dei sovrani siamesi, progettato nel 1907 dall'architetto torinese Annibale Rigotti) con e sale di rappresentanza di un palazzo milanese, quello che in piazza Piemonte si fece costruire, nel 1923, il Senatore Scalini su progetto dell'architetto Mario Borgato ritornato in Italia dopo un'intensa attività svolta a Bangkok.

Scoperto alla Biennale di Venezia del 1909 da Re Chulalongkorn Rama V, il fiorentino Galileo Chini venne chiamato ad affrescare la sala del trono siamese -da sola più grande del duomo di Siena-come l'artista scrisse in una lettera a casa subito dopo il primo sopralluogo. Impiegò più di tre anni -dal 1911 al 1914-a decorare quelle immense pareti sulle quali Galileo Chini raccontò gli episodi più significativi della storia dinastica dei Rama: il ritorno trionfale dalla guerra in Cambogia di Rama I, fondatore del reame; le virtù di Rama IV, studioso di astronomia e promotore della libertà di culto; la celebrazione di Rama V che affrancò il popolo siamese dalla schiavitù; l'incoronazione di Rama VI e altri avvenimenti della storia di quel regno asiatico. Con la sua pittura Galileo Chini trasformò le pareti del Phra Thi Nang in straordinarie pagine miniate immettendo sull'impianto degli affreschi italiani del Cinquecento le strutture semplificate e naif dell'arte siamese.

Sulle pareti di Villa Scalini, invece, la presenza di Galileo Chini ha una funzione essenzialmente ornamentale. Eretta nel 1923, la Villa Scalini contrappone all'austerità dell'imponente struttura architettonica una decorazione in cui l'artista ha saputo filtrare le influenze orientali attraverso un personale liberty sfrondato di superflue evanescenze.

La Villa Scalini è visitabile dal pubblico per gentile concessione della società Palazzo che dal 1986 vi espone marmi, opaline e piastrelle in cotto per pavimentazione e rivestimenti di pregio.

Quasi che l'artista presentisse la futura trasformazione della

Incantesimi e fantasie di Lubecca in Santa Maria Segreta

Tra le diverse chiese cattoliche esistenti sul territorio della zona 6 o che, pur essendo collocate oltre i confini fissati per il decentramento, tuttavia esercitano funzione parrocchiale in zona, quella di Santa Maria Segreta, in via Mascheroni angolo via Ariosto richiama un interesse particolare per le attività culturali e artistiche che nelle sue navate ricche di tante pregevoli opere d'arte trovano una sede prestigiosa e accogliente. Nè è un esempio la 16f-' stagione artistico-culturale organizzata dall' associazione Amici della Musica dell'Università Cattolica di Milano che ha scelto come suo auditorium ufficiale proprio S.Maria Segreta dove, nel 1985, è stato installato un grande organo meccanico costruito dalla rinomata fabbrica or ganaria Tamburini di Crema. La prima parte della "stagione" si è conclusa a dicembre ed era dedicata alla presentazione dell'opera integrale di musiche per organo di Dietrich Buxtehude nel 350° anniversario della nascita. Attraverso sei concerti eseguiti con apprezzato virtuosismo da Alessio Corti, il giovane organista di S.Maria Segreta, il pubblico di appassionati musicofili milanesi e di parrocchiani ha .asempre affollato i concerti, ha potuto conoscere integralmente l'opera del compositore danese Dietrich Buxtehuae che nel 1668 divenne organista della parrocchia Mairenkirche di Lubecca riuscendo a instaurare una tradizione di ascolto e di esecuziuoni musicali di grande rinomanza. "La figura di questo musicista" -riferisce Stefania Brizzolara nell'interessante programma-"godette anche, almeno fino agli inizi del 1800, di un alone di mistero e suggestione, non disgiunto e probabilmente causato da una sconfinata ammirazione per le sue doti compositive. Oltre al ben noto pellegrinaggio che Bach compì dà Arnstadt a Lubecca per ascoltare il grande maestro del Nord, un altro tedesco, assai distante da Bach nel tempo e nella sensibilità, Hermann Flesse, riuscì a descrivere, stavolta con parole, l'irresistibile attrazione della musica di Buxtehude".

Il giovane maestro Alessio Corti nel preparare la sua vibrante interpretazione delle musiche di Buxtehude avrà certamente vissuto l'irresistibile attrazione che Hermann Flesse descrive nel racconto intitolato Demian in cui il protagonista narra come la sua personalissima esperienza con la musica organistica e con la passacaglia di Buxtehude in particolare, "suscitasse in lui un turbinio di visioni fantastiche e misteriose, gotiche e irrazionali, la cui contemplazione lo aiutava a comprendere il meccanismo della creazione intellettualee artistica umana, il rapporto di essa con la divinità".

La seconda parte della "stagione" degli Amici della Musica dell'Università Cattolica di Milano inizia il 24 febbraio con un programma di cinque , concerti che si svolgeranno con cadenza settimanale a! mercoledì alle ore 21 sempre presso la parrocchia di S. Maria Segreta e, secondo il direttore artistico, Angelo Rosso, intendono "accostare all'opera di Buxtehude, pagine del Wohltemperierte Clavier di J.S. Bach, la passacaglia di Max Reger, il grande Preludio fuga in do maggiore di Bach, le Fantasie per organo meccanico di Mozart e l'opera integrale per organo di Joahannes Brahms, seguendo il filo ispiratore sotteso alla riflessione estetica e filosofica di Thomas Mann e Hermann Flesse. "Sarà cioè presentato un programma vario e articolato che permetterà di apprezzare le eccezionali qualità del grande organo meccanico di S.Maria Segreta che, afferma Angelo Rosso, "è il migliore organo moderno attualmente disponibile a Milano, per la sua completa disposizione fonica e la bella qualità timbrica, frutti della solida tradizione organaria italiana". Alle tastiere di questo eccezionale strumento si alterneranno: il 24/2 il 9/3 Arturo Sacchetti, docente d'organo presso il Conservatorio S.Ceciclia di Roma, il 2/3 Wilhelm Krumbach, organista di Landau (Pflaz), il 16/3 Andrè Luy, organista della cattedrale di Losanna e il 23/3 Alessio Corti.

A proposito di concertisti, Angelo Rosso scrive: "L'abilità, la dedizione, la freschezza e le innate doti di un giovane interprete come Alessio Corti, insieme alla consumata esperienza e all'affermato talento di maestri di valore assoluto quali Wilhelm Krumbach, Arturo Sacchetti e André Luy, faranno di Milano una città di vera tradizione culturale europea, in campo organistico".

Natale 1987

Dismessi i paramenti e spenti gli addobbi natalizi, le strade cittadine hanno ritrovato l'aspetto consueto. Non più distratto da giochi di luci e da decorazioni sgargianti lo sguardo può, così, tornare a volgersi verso l'addobbo più bello che sia mai stato inventato, quello naturale di piante e fiori. Quello che nasce dalla passione di tanti, tantissimi cittadini che trasfondono in vasi e zolle un impegno personale e disinteressato, meritevole di generale apprezzamento. Tra i tanti "ambrogini d'oro" che l'amministrazione distribuisce annualmente in occasione della ricorrenza di Sant'Ambrogio dovrebbero figurare, a giusta ragione, anche molti floroamatori per il prezioso contributo che essi danno all'abbellimento della città con i fiori e le piante coltivate nei propri spazi privati, dai giardini e dai davanzali, ai balconi, alle terrazze.

In quest'opera meritoria sono in prima fila gli esercenti che non solo rallegrano la città nel periodo natalizio con fantasiose illuminazioni. Diventano, infatti, sempre più numerosi i negozi che durante l'intero anno espongono davanti alle vetrine vasi di piante e fiori anche di pregio, di bell'effetto e di sicura utilità contro l'invadenza delle auto sui marciapiedi. Il Comune dovrebbe, perciò, favorire quanto più possibilequeste iniziative. E poco importa se davanti a qualche vetrina il fiore nascerà per esigenze pubblicitarie più che per un vero atto di sensibilità naturalista. Paziena perfino se in qualche caso si dovesse trattare di fiori artificiali come quelli usati da "Casa Arredo" di largo Settimio Severo alla maniera di pampini festosi e multicolori per ingentilire i soffocanti ponteggi dell'impalcatura edilizia sotto i quali altrimenti rischiava di venire esclusa dalle trionfali vendite natalizie. A pochi passi, comunque, ci pensava "Babymotta" con la sua sfilata di alberelli e con le composizioni di bacche a ristabilire il prestigio della natura vera fronteggiando, tra l'altro, il vistoso artificio della moquette rossa -però con gentili scritte augurali- stesa appena oltre le proprie vetrine, da "Actual Spotti". Restando ancora in quella che per gli abitanti del quartiere, ai tempi di Pietro Malacrida, il famoso "fabbro ferraio con Belin" era chiamata, tout court, "la piazzetta", cioè largo Settimio Severo, va citato "Luca" che al di là delle sue grandi vetrine di calzature allinea una raffinata decorazione da giardino d'inverno con autentiche fontanelle.

Saltando in via Canonica la citazione va a Francesco Albano che ha decorato le insegne del proprio negozio di abbigliamento maschile con fronde intrecciate in classici trofei. Subito accanto la Galleria Canfora ha artisticamente annodato grandi nastri rossi sui lauri cerasi messi di sentinella all'esposizione di quadri e serigrafie di pittori contemporanei.

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Nastri, lampade, palloncini cono stati utilizzati ampiamente non solo dagli esercenti, ma hanno vestito a festa ali alhererli di tanti balconi e terrazze e le piante d'alto fusto di molti giardini condominiali proiettando all'esterno le gioiose atmosfere casalinghe.

PHOENIX - Albero-emblema del presepio, la palma ha una presenza prestigiosa nelle. tradizioni della borghesia milanese che ne ha fatto un ornamento qualificato di ville e palazzi, ma anche di case civili. Ecco, così, perfino la presenza di palme isolate in cortili periferici come al n.° 38 di via Pier della Francesca. In quello di corso Vercelli 1 svetta, invece, la palma più esile fin qui vista, sottile come un fil di fumo, ma resistente e di suggestivo effetto. Rigogliose e perfettamente corrispondenti alle migliori tradizioni della borghesia milanese sono le palme che ornano il giardino interno del prestigioso edificio di largo Quinto Alpini 12. Un palazzo dalle pregevoli linee architettoniche e che ha il suo congeniale complemento decorativo proprio nello scenario naturale di palme, felci, agrifogli e cespugli sempreverdi su cui vigila con partecipe sensibilità il signor Antonio Fersini. Mentre le strutture delta facciata non consentono l'esposizione di vasi alle finestre, sul retro, che si affaccia sui binari delle Ferrovie Nord, spicca in particolar modo la folta e armoniosa macchia verde del terrazzo al terzo piano.

CASCATA VERDE - Chi da piazza Lega Lombarda si inoltra in via Bramante non manchi di spostarsi sul marciapiede di sinistra, dove, tra l'altro, potrà guardare alcune vetrine interessanti, tra cui quelle di granaglie e un'altra di piccoli oggetti d'antiquariato. Alzando, poi, lo sguardo verso il lato opposto della strada potrà scoprire una vera e propria cascata di verde formata da tralci, rami e cespugli sempreverdi che riempiono i terrazzi e i balconi dei piani alti dell'edificio di via Montello 18/2 il cui retro si affaccia, appunto, su via Bramante.

LUIQUIDAMBAR - Tra le piante d'alto fusto che impreziosiscono il vasto giardino del condominio Amendola di via Domenichino (dal 10 al 16: quattro eleganti alte costruzioni che si affacciano anche su via Mosè Bianchi e su Pelizza da Volpedo) c'è una rigogliosa Liquidambar che fa spettacolo a sè con le sue foglie palmate cangianti dall'arancio al rosso e con la corteccia argentea. Attraversato da vialetti lastricati e graziosamente illuminati di sera, il giardino Amendola si distende seguendo il percorso a cascata di una serie di grandi vasche nelle cui acque si specchiano, isolati o a macchia, alberi di betulla, magnolia, tiglio, quercia, frassino, kalikantus, liquindambar e tanti cespugli di forsythia, rododendro, prunus, acero discetum, edera...Da due anni la cura di questo fresco ed esemplare giardino è affidato a Mario Alpini, toscano di Grosseto dove ha conseguito, dopo le medie e a conclusione di un corso quinquennale, il diploma di tecnico florovivaista. Per diversi anni il signor Alpini ha fatto esperienza presso la Fumagalli, poi si è messo a coltivare in proprio. Qui in zona si occupa anche del giardino di viale Elvezia 28, piu piccolo ma ben piantumato. Nella cura di quello di via Domenichino gli è di conforto il signor Flavio Bellintani, portiere del n°.14.

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