6 minute read

I lavoratori Fiat verso il XIV Congresso del PCI

Il ruolo delle tre componenti nel movimento di massa

Radio, stampa padronale, televisione, anche durante questo ultimo periodo di forzato riposo, fine anno, non hanno cessato di riversare in mezzo all'opinione pubblica una serie di notizie, di Informazioni, di previsioni, sempre difficili, minacciose; dense nubi all'orizzonte, il futuro incerto.

Advertisement

Non è in discussione certamente la presenza di una crisi, non ciclica, crisi diversa che investe ed è insita nella struttura stessa del capitalismo, che è sfruttamento, oppressione del lavoratori, delle masse popolari, negazione di libertà e democrazia per i popoli e le Nazioni. Indubbiamente un bombardamento psicologico di tale natura e ampiezza crea tra i lavoratori incertezza, disorientamento, confusione, crea preoccupazioni, timori, interrogativi. Quale, il domani, come si presenta II futuro per il posto di lavoro, per il pieno orario, per la garanzia del salario? Intanto alcune riflessioni si pongono: l'automobile è in crisi in tutto il mondo, ma questa crisi dell'auto come viene affrontata negli altri Paesi?

In Germania, in Inghilterra, nella stessa America la crisi dell'auto è affrontata con una drastica riduzione di personale, con licenziamenti.

In Italia le lotte condotte dal '68 in poi certamente hanno determinato un mutamento, e lo avvertiamo. I•n altri paesi in momenti di difficoltà fl padrone riduce, licenzia, determina e decide senza concordare o discutere col Sindacato; in Italia, in altro periodo della nostra storia il padrone, sicuramente di fronte a prospettive difficili per un settore produttivo, sarebbe intervenuto decisamente sui livelli di occupazione, sull'orario, avrebbe licenziato.

La crisi del settore tessile, le scelte padronali, le conseguenze negative sono già chiari esempi. Oggi invece il padrone, e non certo per bontà sua, si incontra con i Sindacati dei lavoratori, discute sul numero di auto invendute, decide con le organizzazioni sindacali come ridurre la produzione senza riduzione degli occupati nell'industria del settore.

Non è trascurabile certo II merito delle strutture sindacali per questo mutamento dei rapporti tra padronato e rap-

FIAT-TRATTORI MODENA

Innanzi tutto penso sia giusto dare un giudizio largamente positivo di tutta la relazione del compagno Berlinguer, positiva la sua analisi così profonda in tutto e per gli elementi nuovi che vi sono a confronto di altre relazioni congressuali. In particolare voglio soffermarmi su due passaggi inseriti nel Il punto (per uscire positivamente dalla crisi italiana), al paragrafo 5 e 6. Qui Berlinguer dice (testuale) « li paese ha l'impressione di essere lasciato alla deriva da una classe dominante che non sa proporre obiettivi e prospettive che siano capaci di suscitare le energie migliori e di dare fiducia ».

Anche nell'attività di certi settori dell'amministrazione pubblica cosi come nella scuota, si constata un affievolimento di impegno che non giustifica la svogliatezza dei singoli ma la cui causa principale sta nel fatto che la direzione politica del paese niente fa per rendere consapevoli i cittadini delle ragioni sociali e personali di un severo impegno nel lavoro e nello studio non sa infondere presentanti dei lavoratori, ma indubbiamente II merito maggiore di questa situazione che evolve, è legato al movimento operaio, alle lotte a vdlte lunghe e dure, estenuanti, condotte in questi anni: sono la conseguenza di un livello di maturità di coscienza politica che volge sempre più al positivo. Questa coscienza che ogni giorno evolve pone però problemi anche difficili: gestione delle lotte, gestione degli accordi acquisiti, direzione politica del movimento in un sempre più ampio e democratico rapporto di presenza, di partecipazione, di dibattito. In un paese, come l'Italia, dove si costruisce solo «d'auto » e dove per questa • divinità » si sono sacrificati settori produttivi in attivo e con prospettive positive, dove per decenni a questa divinità si sono offerte tutte le risorse economiche del paese, in questa Italia la crisi è più evidente e anche più grande, più profonda.

Ma questi elementi di valutazione che denunciano le cause e le responsabilità di governi e di partiti devono essere oggetto di seria riflessione: • l'auto • è responsabile della drammaticità dei problemi Nord-Sud, dell'abbandono delle campagne, della distruzione dell'agricoltura e zootecnia, dell'abbandono del mezzogiorno e della emigrazione forzata di massa, del congestionamento delle città, delle difficoltà e carenze dei servizi.

Uscire dalla crisi generale significa uscire anche da situazioni di difficoltà a livello locale.

Come uscire da questa crisi?

La bilancia dei pagamenti è in deficit, causa l'elevata quantità di prodotti alimentari importati; la situazione della nostra agricoltura qual'è?

Si impongono certo opere di trasformazione quali irrigazioni, sistemazioni fondiarie, bonifiche; al lavoratore che intende tornare alla terra occorre trovare aperta e facile la strada per il credito agevolato, per attrezzarsi, per ricostruire il patrimonio zootecnico, occorre capitale liquido per garantire alla famiglia il necessario per un periodo di tempo ragionevole.

Uscire dalla crisi significa rilancio della politica del Credito selezionato. li ri- lancio dell'edilizia: l'edilizia è un settore fortemente trainante in Italia, nelle grandi città mancano scuole, ospedali, case a prezzo d'affitto equo, ma manca anche la volontà politica di agire nella direzione di superare questi limiti.

Il d'anelo del settore edile non solo allevierebbe i problemi urgenti e gravi di chi aspetta e cerca una casa a prezzo giusto, ma sarebbe occasione di rilancio di iniziative in una serie di settori collegati.

Il nodo di fondo per uscire dalla situazione difficile è il rilancio e lo sviluppo dell'agricoltura, blocco della stretta creditizia, rilancio settore edilizia, diversificazione produttiva, ma è anche rapporto stretto, sempre più stretto tra lotte di fabbrica e lotte sociali.

E' Indubbio che per portare avanti questi problemi occorrono anche strutture adeguate, con capacità politica di elaborazione di sintesi, capaci di rilanciare il movimento, e queste strutture sono I consigli intercategoriali di zona come strumenti strettamente legati ed emanazione dei Consigli di Fabbrica.

Non è certamente facile costruire i Consigli di Zona, occorre anche qui volontà politica, grande ferma coscienza politica della validità di questi strumenti, occorre superare quella visione, che an-

Decisivo l'orientamento dei comunisti

In tutta la collettività il senso dello Stato perchè essa stessa non lo ha, non sa insomma indicare una nuova prospettiva di sviluppo a tutta la nazione.

E più avanti riferendosi alle lotte in corso per la occupazione, il salario, le pensioni, dica ancora:

La lotta per questi obiettivi potrà farsi anche molto dura. Vi è però un orientamento che va tenuto fermo: evitare che i contenuti e le forme di lotta creino divisioni fra i lavoratori e suscitino incomprensioni od ostilità nella popolazione ».

Questi due passaggi legati insieme ci danno la possibilità di valutare ciò che sta avvenendo all'interno del movimento operaio oggi e nelle singole realtà in cui noi comunisti operiamo. Infatti questa mancanza di senso dello Stato e di sfiducia, si fa sempre più diffuso fra i lavoratori che oggi dopo tre mesi di lotta non hanno ancora visto uno sbocco positivo agli obiettivi posti e non hanno ancora toccato con mano risultati concreti.

A questa situazione si fa sem- pre più, frequente la tendenza di accusare il sindacato di immobilismo e scarsa incisività, si tende a non distinguere il ruolo del sindacato da quello dei partiti e pertanto non capire che il sindacato giusto ad un certo livello si scontra con chi detiene il potere e che le riforme non le fanno le O.O.S.S. ma i partiti politici che dirigono il paese. Confusione, ed esasperazione portano a delle reazioni negative. Una di queste reazioni è ii ricercare la soluzione nei problemi individualmente, con le ore straordinarie, oppure il doppio lavoro, un'altra è quella delle forme di lotta corporative e settarie che invece di coinvolgere la partecipazione più ampia ed unitaria, alterano i contenuti delle proposte che oggi stanno alla base della vertenza in atto.

Lotte come l'autoriduzione, scioperi come sono avvenuti in alcuni ospedali a Roma ove si abbandonano i malati a se stessi oppure gli scioperi di ripicco alla RAI ove non si fa trasmettere la partita e altre trasmissioni e poi non si informa e sensibilizza l'opi- cora esiste, limitata e troppo stretta dai problemi, quella stessa concessione di superiorità delle proprie forze, occorre puntare sull'unità delle forze date masse lavoratrici e popolari, sull'avvicinamento, sull'incontro, sull'unità delle forze politiche e democratiche e antifasciste che più si ritrovano e organizzano le masse popolari.

Nel '68-'69, problemi come • organizzazione del lavoro • si sarebbero affrontati senza uno schieramento unitario?

E' assurdo e utopistico pensare o credere di • sfondare » puntando solo sulle proprie forze. Il domani per il movimento, l'avvenire per le masse popolari è fondato e passa inevitabilmente attraverso l'incontro delle tre grandi componenti storiche, Comunista, Socialista e Cattolica. L'incontro di queste forze è l'elemento basilare che solo permette di partire per attaccare e sconfiggere la logica capitalistica, che solo permette di affrontare i problemi che sono crisi della società in cui viviamo — e la crisi dell'auto, è un solo elemento concorrente —, che permette di affrontare con serietà e grande volontà politica problemi sociali che da decenni pesano e travagliano il paese.

Luigi Ferrero Operaio Fiat Spa Stura

nione pubblica dei contenuti e della loro vertenza in atto, non possono certo essere giudicate positive, non lo sono perchè in questo modo ci creiamo degli avversari nella cittadinanza, e questo non ce Io possiamo permettere in una situazione come la attuale, noi in questo momento abbiamo bisogno del consenso della gente, un consenso che sia il più largo possibile. Possiamo dire che non sempre il Sindacato è presente a superare ed evitare queste situazioni, questo però a mio avviso deve essere un motivo in più ad aumentare l'impegno di noi comunisti per operare e fare capire con chiarezza le cose, noi dobbiamo evitare che certe starture si manifestino nel movimento e riuscire a recuperare ove ve ne sia bisogno se vogliamo realizzare gli obiettivi che ci prefiggiamo e che la tematica congressuale indica con sufficiente chiarezza.

This article is from: