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La necessità di nuove scelte produttive

Lo stabilimento della FIAT OSA situato nei quartiere NIZZA-LINGOTTO, fu inaugurato nel 1921. Costruito allora con criteri modernissimi, rappresenta oggi una delle fabbriche più vecchie ed inadatte alle esigenze di moderni criteri di lavoro.

Lo stabilimento è costruito su due ali di sei piani, uniti tra di loro con traverse, e non è adatto a trasformazioni radicali per mancanza di spazio. La FIAT nei confronti dello stabilimento, ha sempre portato avanti una linea di massima utilizzazione degli impianti, con le minor modifiche possibili. Dire che non si sia mai investito per ristrutturazioni, sarebbe errato: sta di fatto che le modifiche apportate sono sempre state volte al minor costo possibile di produzione, e mai verso una seria politica di mi-. glioramento dell'ambiente di lavoro. Prova ne siano i grossi investimenti fatti in verniciatura, che è rimasta però essenzialmente una lavorazione con criteri quasi artigianali e superati. La struttura edilizia, lo spazio per l'immagazzinaggio sono assolutamente insufficienti per grandi lavorazioni a linea meccanizzata, tant'è che tutte le produzioni automobilistiche che superano un certo livello di produzione vengono regolarmente trasferite ad altre Sezioni, mentre molte produzioni in via di estinzione vengono trasferite all'OSA. Ciò nono- stante la FIAT ha continuato a puntare su cicli completi di produzione su autovetture, che hanno sì un numero limitato di produzione, ma che comunque comportano esigenze di spazio di strutture che rendono il lavoro impossibile o molto disadagiato. Molte lavorazioni di accessoristica negli ultimi anni, sono state ridotte o addirittura eliminate. Le uniche produzioni nate, e rimaste all'OSA sono attualmente il 128 coupè ed il Furgone 238, che sono arrivati a livelli abbastanza elevati di produzione, ma che per questo comportano cicli di lavoro inverosimili e massima parcellizzazione.

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La carenza ambientale più grave che si riscontra oggi all'OSA è la mancanza di spazio. Centinaia di pinze-saldatrici, o lavorazioni ad acidi agglomerate in spazi ridotti, rendono l'aria irrespirabile, a causa anche della quasi nullità degli impianti di climatizzazione; vasche contenenti acidi, scoperte, o fornetti di fusione non protetti, non sono che alcuni dei gravi disagi ambientali a cui sono sottoposti i lavoratori.

Tutto questo nonostante che, specialmente negli ultimi anni, in Direzione si siano accumulate centinaia di lettere di- richieste e di proposte di modifiche ambientali; a niente sono serviti scioperi di protesta, e persino denuncie pubbliche ai giornali.

A nostro avviso comunque, il problema non è risolvibile solo a livello di modificare o migliorie su lavorazioni od impianti già esistenti; che comunque devono essere fatte, per eliminare almeno gli aspetti più disagevoli ed inumani che presenta lo stabilimento; è necessario un cambiamento radicale delle scelte produttive: sostituire i cicli completi su autovetture, con cicli ridotti (accessoristica in genere, motori, pompe di iniezione, ecc.). Non lavorazioni a catena meccanizzata, ma a isole di montaggio e a banco singolo. Questo perchè impensabile continuare su scelte che comportano estremi disagi per i lavoratori, e non sono ragionevolmente adatte alla struttura lo stabilimento„ come d'altronde non è pensabile di trasformare lo stabilimento in magazzino, o comunque in una sezione improduttiva. La Sezione OSA deve continuare ad esistere, sia per ciò che rappresenta nella storia del quartiere, sia nelle tradizioni torinesi. Deve comunque ristrutturarsi profondamente, ma nel senso di renderla il più possibile a misura dell'uomo; ma questo è possibile solo attraverso una giusta contrattazione con i lavoratori ed il sindacato.

LEO ROTA operaio FIAT OSA-LINGOTTO

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