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I lavoratori Fiat verso il XIV Congresso del PCI Operai e impiegati della FIAT

Spa - Stura dibattono i temi del congresso

L'avvicinarsi della scadenza Congressuale, deve vedere impegnate tutte le organizzazioni del Partito in un più largo approfondimento e nella chiarificazione di tutti i punti della tematica Congressuale, inizialmente esposta ,dal ,Rapporto Berlinguer al C.C. del dicembre scorso. In primo luogo le cellule e le sezioni di fabbrica, per quanto ci riguarda più da vicino della FIAT. Questo dibattito che deve scavalcare le nostre organizzazioni e i nostri compagni, deve andare al coinvolgimento del più grande numero possibile di lavoratori e necessita quindi, al nostro interno della massima precisione nell'entrare nel merito delle questioni, cosa che finora non siamo ancora riusciti pienamente a realizzare. Coscienti che il nostro impegno deve andare in questa direzione dobbiamo compiere questo tipo di sforzo soprattutto nella preparazione dei nostri Congressi di Sezione. Sul Giornale abbiamo dato spazio ad una vera e ,propria Tribuna Congressuale che coinvolgendo nel concreto con: tavole rotonde, interviste, articoli, lettere; tutte le realtà del Gruppo FIAT a livello del paese vada a dare un contributo sostanziale in questo senso.

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Hanno partecipato: Luigi Ferrero, operaio, segretario della sezione Fiat Nord; Attilio Garziera, impiegato Fiat Ricambi; Nicolangelo Damiani, impiegato Fiat Spa Stura; Stefano Rollero, operaio Fiat Spa Stura; per « i Duecentomila » Primo Greganti, responsabile dell'organizzazione di Fabbrica del P.C.I. della zona Torino Nord.

DUECENTOMILA

Il Comitato Centrale del 10-12-1974 con la relazione del compagno Berlinguer ha dato avvio al dibattito congressuale che si concluderà con il 14° Congresso Nazionale del PCI a Roma dal 18 al 23 marzo 1975.

Molti giornali si sono interessati a questo dibattito, fino al punto in cui si può dire senza tema di smentita che tutti ne hanno sentito parlare, anche se con giudizi evidentemente diversi, come se ne discute tra gli operai e impiegati Fiat?

GARZIERA

Non se ne parla direttamente, specie tra gli impiegati, è però oggetto di discussioni anche vivaci la gravità dei problemi del paese, e quindi si sente sempre con maggior forza la necessità di individuare nuovi punti di riferimento sia politici che economici, anche se il dibattito risente di elementi di sfiducia nella lotta. Bisogna tenere conto che nel nostro servizio vi è una condizione particolare, basta dire che su mille impiegati ve ne sono solo una decina iscritti al nostro partito.

DAMIANI

Concordo con Garziera, sottolineo però che sui problemi generali del paese sulla situazione economica e politica, non si può dire che tra gli impiegati la relazione di Berlinguer non abbia avuto qualche riscontro, In quanto la vecchia logica impiegatizia che tendeva a rifiutare la realtà del mondo operaio, oggi tende velocemente ad essere superata, questo è successo certo perchè il movimento operaio ha condotto rivendicazioni e lotte sempre con spirito unitario, ma anche perchè la drammaticità della crisi ed il dibattito sulle possibili soluzioni è diventato talmente forte da superare la vecchia impermeabilità impiegatizia.

ROLLERO

Gli operai si rivolgono la domanda « dove andremo a finire? », le proposte del PCI vengono accettate, ma raramente sono oggetto di valutazione critica anche se vengono generalmente difese con forza davanti agli attacchi che conduce • La Stampa » e gli altri organi di Informazione. Si nota • però una eccessiva timidezza nel discutere dei • grandi problemi » nazionali ed internazionali, e quindi, alle volte ci si ferma davanti alle pure enunciazioni, ad esempio si parla della casa, iI cui dibattito è venuto fortemente alla ribalta a Torino per le re- centi occupazioni, si parla della cassa integrazione, e della necessità di riconversione industriale, ma si stenta a legare questi temi alla esigenza di una nuova politica nazionale ed internazionale.

FERRERO

Il livello di coscienza non è quello che vorremmo che fosse anche se negli ultimi anni vi è stata una grande maturazione. La grande maggioranza degli operai legge poco, o è influenzata da organi di stampa padronale. Va detto comunque che anche i più restii alla lotta capiscono che le difficoltà derivano da scelte sbagliate del padronato e del governo. Da questa situazione si può uscire soltanto con una nuova pr41itica degli investimenti, del credito, dell agricoltura, dell'edilizia, del trasporto pubblico, della scuola, ecc... Se si va su questa strada l'operaio anche il più freddo ci capisce.

I problemi attuali necessitano comunque di un più alto livello di maturità, capace di porsi anche obiettivi relativi alla direzione politica del paese. Le indicazioni del PCI da sole non possono risolvere tutto, quindi vi è l'esigenza che i problemi vengano affrontati in uno stretto rapporto unitario con altre componenti ideali, rapporto che già sul terreno sindacale è stato realizzato, anche se con limiti.

Duecentomila

Alla Fiat si vivono come già avete detto problemi drammatici: cassa integrazione, qualche licenziamento, trasferimento, incertezza per il posto di lavoro, ecc., quale nesso si individua fra questi problemi specifici e le proposte del PCI?

ROLLERO

E' vero, gli operai pongono domande al PCI anche su temi specifici, e si ha la sensazione che ormai tutti credano nelle nostre indicazioni, ad esempio vi è coscienza generalizzata che se non si va ad una nuova politica dell'edilizia e dell'agricoltura non solo l'auto ma anche il veicolo industriale ed altri rami produttivi non avranno prospettive.

Così come gli operai sono coscienti che le ristrutturazioni non possono essere lasciate in mano all'azienda, infatti le riorganizzazioni fatte dall'azienda dal '70 in poi, investimenti all'estero, accordi con altre multinazionali, ecc. non hanno affatto tenuto conto dei gravi problemi del paese.

GARZIERA

Cassa integrazione, trasferimenti, licenziamenti, di questi problemi tra gli impiegati se ne discute in modo diverso, perchè finora ne sono stati meno colpiti, anche se di riflesso nell'orientamento e nel dibattito sono presenti. In occasione di un recente licenziamento si è scioperato compatti e spontaneamente, questo fatto dimostra una nuova sensibilità, solo un anno fa non si sarebbe verificato.

Si parla del problema del petrolio e della crisi dell'auto ma si dice anche che questo non può essere risolto soltanto facendo autobus, anche perché questa scelta vorrebbe comunque dire riduzione di manodopera alla Fiat. Quindi la domanda di riconversione viene a mio avviso vista nel giusto rapporto con le complessive proposte di riforma avanzate dal PCI, anche se è ancora presente tra gli impiegati un certo qualunquismo e timore che impedisce di riconoscere pubblicamente questo merito al nostro partito.

FERRERO

Certamente fra gli operai è presente un certo disorientamento e timore per l'occupazione, la garanzia del posto di lavoro, ecc. Le prospettive del veicolo industriale che a giugno era ancora indicato come un settore forte, oggi costringono anche la Fiat a riconoscerne la crisi e ne subordina l'avvenire alle scelte governative rivendicando commesse pubbliche e sostegno all'esportazione. Pur avendo presente gli aspetti internazionali della crisi non si può pensare di risolverla senza una nuova politica economica del nostro paese, di questo oggi ne sono tutti coscienti e tutti respingono le tesi, in particolare della DC, ma non solo, secondo le quali • possiamo fare ben poco, e non ci resta che attendere », giustificando così la propria inerzia. Credo inoltre che alcune considerazioni critiche dobbiamo farle, alla Spa Stura quando è scoppiato il problema degli organici, come lo abbiamo affrontato? Quale è stata la nostra capacità di proposta? Il problema degli organici, dello straordinario, dell'utilizzazione degli impianti, ecc. ha investito non solo la Spa, e non solo la Fiat, ma tutta l'area torinese. Si prevedeva già la crisi, e il problema del petrolio era già presente. nonostante ciò, il movimento ha segnato il passo sia nelle rivendicazioni relative all'orario, al terzo turno, al lavoro festivo, all'utilizzo degli impianti, ecc., sia nella gestione di accordi firmati precedentemente.

DAMIANI

Oltre alla riconosciuta esigenza di una nuova direzione politica, sono presenti specie tra gli impiegati anche se in forma nettamente minoritaria coloro che pensano che le attuali difficoltà possono essere superate dalla nuova strategia multinazionale della Fiat e da nuovi sviluppi internazionali che possano riequilibrare il costo del petrolio.

DUECENTOMILA

La relazione di Berlinguer, pur sottolineando la peculiarità della crisi italiana, analizza con forza le novità che si sono verificate a livello mondiale negli ultimi anni (Vietnam, Terzo mondo, consolidata presenza socialista, sviluppo di movimenti di liberazione e progressisti, la Grecia, il Portogallo, crisi del mondo occidentale), tutte novità che rendono impossibile pensare di risolvere i problemi con vecchie strategie, manovre monetarie, ricatti militari ed economici propri dell'imperialismo, ecc.. Il PCI propone nuovi rapporti di cooperazione, distensione, integrazione economica, superamento dei blocchi militari, queste proposte assumono un valore tanto più grande, quanto più sono presenti elementi e tentativi conservatori e reazionari che se non vengono battuti rendono sempre viva la possibilità di una catastrofe atomica mondiale. Di questo pericolo di catastrofe, delle possibilità di superamento della crisi con la politica di coesistenza pacifica, così come viene proposto dal nostro partito, se ne parla tra i lavoratori?

FERRERO

Questo è il nodo, purtroppo di queste cose se ne parla molto poco, emergono con facilità giudizi che dimostrano molta confusione. Devo però dire che questi argomenti hanno cominciato a far breccia ed esser dibattuti in modo anche molto impegnativo tra i nostri compagni, nelle nostre sezioni, nei consigli di fabbrica.

Si nota anche quando si entra nel merito di queste proposte, posizioni, e interpretazioni della relazione di Berlinguer che non sempre coincidono. Quando si parla ad esempio del superamento dei blocchi militari si riconosce il valore di questa proposta, ma si tende nello stesso tempo a riprendere la vecchia posizione della - Nato fuori dall'Italia » e Italia fuori dalla Nato ». A mio avviso una posizione del genere oggi non sarebbe rispondente alla nuova realtà che è venuta a crearsi, specie nell'ultimo anno (accordi di distensione, limitazione concordata del potenziale bellico, lacerazioni tra i paesi appartenenti alla Nato, Grecia e Turchia che si guerreggiano tra loro, processo di distensione economica politica fra occidente e paesi socialisti, peso della crisi che rende sempre più difficile destinare come nel passato grandi risorse agli organismi militari). Tutte queste questioni oggi rendono possibili mutamenti del ruolo e dei compiti della Nato, che sarebbe assurdo non cogliere con proposte capaci di aggregare forze non solo interne al nostro paese ma di tutta l'Europa, che noi vogliamo svolga un ruolo di pace, e diventi contemporaneamente amica dell'URSS e degli USA.

GARZIERA

Concordo con Ferrero aggiungendo che questa nuova funzione dell'Europa, è ancora tutta da conquistare, per questo è importante che nel nostro paese si sviluppi un movimento capace di far assumere le proposte del PCI al nostro governo per sviluppare un'azione che crei i presupposti per quel tipo di Europa che noi desideriamo, ed oggi vi sono le condizioni che consentono di realizzare questo movimento. Quando si è parlato del Cile infatti siamo riusciti grazie alle grandi manifestazioni svoltesi nel paese a far sì che il nostro governo condannasse e non riconoscesse la giunta fascista cilena.

ROLLERO

Nei nostri congressi dovremmo a mio avviso sottolineare di più le novità, mi sembra che noi dimentichiamo troppo sovente fatti che hanno un'enorme importanza, ad esempio il Vietnam. Se oggi i paesi del terzo mondo e i movimenti di liberazione svolgono un ruolo nuovo, molto del merito è certamente da far risalire all'eroica e vittoriosa lotta di liberazione del popolo vietnamita. Un piccolo popolo ha dimostrato al mondo che può essere sconfitto l'imperialismo, che può essere battuto un grande esercito che oltre ad essere dotato di ingenti mezzi, non ha esitato ad usare anche le atomiche tattiche, vi ricordate. Questa vittoria ha incoraggiato tutti i movimenti di liberazione, e nello stesso tempo ha aperto lacerazioni nel campo occidentale, dimostrando che i problemi aperti nel mondo non possono più essere risolti facilmente con i mezzi usati dall'imperialismo finora.

DAMIANI

In occasione dei fatti elleni molte responsabilità ricadono sugli Stati Uniti ma un ruolo non sottovalutabile di aiuto ai golpisti è anche stato delle compagnie multinazionali che avevano visto nazionalizzare le proprie attività produttive, va poi aggiunto che il colpo di stato è riuscito anche perchè la politica di Unidad Popular non era riuscita a conquistare a fianco del movimento operaio la maggioranza del ceto medio. Di qui ne scaturisce un insegnamento di cui dobbiamo fare tesoro. A me sembra che nelle nostre proposte di lotta per la soluzione dei problemi interni- ed esterni al nostro paese dobbiamo approfondire l'analisi del ruolo negativo delle multinazionali e della costante necessità di uno stretto rapporto tra lotte di fabbrica lotte nella società, tra la classe operaia ed altri ceti sociali per impedirne appunto l'isolamento.

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