NOTIZIE DAI RIFUGI L'Adige | 2 Luglio 2020 p. 31 Rifugi senza ferrate: è polemica PRIMIERO Plexiglas in quota, prenotazioni obbligatorie, distanze e mascherine: che il Covid 19 abbia complicato la vita (anche) nei rifugi, è ormai risaputo. Quello che sta emergendo ora, tuttavia, è anche una serie di problemi indirettamente legati al coronavirus. È il caso del Primiero, con i rifugi dell'area meridionale delle Pale che si ritrovano monchi: privi di praticamente tutte le ferrate per cui in molti salgono appositamente in quota, pernottando al Pradidali o al Velo della Madonna. Il lockdown ha bloccato ogni attività anche nelle settimane in cui tradizionalmente la Sat cura la manutenzione dei sentieri e dunque la tabella di marcia è ora in netto ritardo. È capitato così il peggio: ovvero che proprio la Sat, vista la situazione di non piena di sicurezza delle vie attrezzate, abbia chiesto la chiusura delle ferrate a ridosso dell'apertura dei rifugi. Che nelle Pale hanno aperto i battenti sabato 27. Due giorni dopo la comunicazione della Sat all'amministrazione comunale di Primiero San Martino, a seguito della quale, il giorno dopo, ovvero alla vigilia delle aperture dei rifugi, il sindaco Daniele Depaoli non ha potuto che emettere le ordinanze con cui è stata disposta la non percorribilità delle ferrate Nico Gusella, Velo, Dela Vecia, del Passo di Ball, del Porton. Amaro lo sfogo di Duilio Boninsegna , anima del Pradidali: «È inutile che venga elogiato il lavoro in quota di noi rifugisti in questo periodo non facile, se poi apriamo e la burocrazia ci chiude sentieri e ferrate! C'è una coppia di finlandesi che sta arrivando, proprio per affrontare itinerari in quota. Con che coraggio dirò loro che sono arrivati per niente? Capisco che la sicurezza sia prioritaria ed è giusto, ma sono le tempistiche a lasciare perplessi. Il via libera per le ispezioni in quota e la manutenzione è arrivato dalla Provincia il 27 maggio. Perché muoversi solo ora? Dopo quasi 30 anni a gestire rifugi alpini, mi sento davvero preso in giro». Boninsegna, che ha già dovuto affrontare in queste settimane problemi a causa della parziale impossibilità di usare la teleferica dopo la frana caduta dal Cimerlo, precisa di non volersela prendere con il Comune, «che non può che emettere ordinanze in base alle indicazioni che fornisce la Sat, in questo particolare ambito. Pare che già venerdì possa partire qualche primo intervento. Speriamo. Ero fiducioso sulla stagione nonostante tutto, ma alle ferrate non possiamo rinunciare, così di punto in bianco». Trentino | 2 Luglio 2020 p. 33 Rifugi aperti, ma i sentieri per arrivarci sono chiusi raffaele bonaccorso PRIMIERO SAN MARTINO Rifugi aperti e sentieri chiusi. Sembra una battuta, ma è la verità. E sui social si scatenano i commenti. I fattiIl Comune di Primiero San Martino di Castrozza ha emesso una ordinanza di chiusura di una serie di sentieri proprio nel gruppo Dolomitico delle Pale di San Martino. Il 25 giugno, l'Ufficio sentieri della Società alpinisti tridentini (Sat di Trento) con una comunicazione ha segnalato una situazione di pericolo causa danni alle attrezzature fisse e quindi ha chiesto la chiusura di alcuni sentieri per effettuare la manutenzione. A questo punto il Comune non ha avuto altra scelta che emettere l'ordinanza di chiusura dei seguenti sentieri. Si tratta di nomi di località e numeri che sembrano strani e non dicono nulla ai profani, ma che agli alpinisti appassionati delle montagne Dolomitiche ogni citazione è "un colpo al cuore": Sat n. E715 sentiero attrezzato del Passo di Ball, nel tratto Passo di Ball (quota 2451) e Col delle Fede (q. 2277, bivio E702); Sat n. E739A, via ferrata del Porton, tutta, da Rifugio Pradidali (Q. 2280 bivio E715) alla Forcella del Porton (q. 2420 E714 - E739); Sat n. E714 via Ferrata "Nico Gusella", tutta, da Passo di Ball (q. 2443, b E715 alla Forcella del Porton (q. 2420, bivio E739 - E739A); Sat E739, via ferrata del Velo, tutta, dal Rifugio Velo della Madonna (q. 2331, bivio E713 - E742) alla Forcella del Porton (q. 2420, bivio E714 - E739A); Sat n. E739B, via Ferrata della Vecia, tutta, dalla località Cadin Sora Ronz (q. 2000, b. E721) alla quota 2400 (b. E739). Diciamo subito che la competenza sui sentieri chiusi sopracitati è della Sat di Trento che ad oggi mercoledì primo luglio non ha dato l'incarico per provvedere per i lavori necessari per il ripristino; siamo in luglio, mese importante per i rifugi che hanno fatto di tutto per riaprire in sicurezza... Ed ecco l'ordinanza di chiusura di una serie di sentieri che sono estremamente vitali per l'attività dei rifugisti.I commenti socialSu Facebook Duilio Boninsegna, che gestisce il Rifugio il Rifugio Pradidali, sbotta con un commento che provoca tutta una serie di altre critiche arrabbiate. «Tutti a dire "i nostri rifugisti eroici, tenaci" - scrive Boninsegna - tanto lavoro e fatica e spese a 2500 metri per adattare i rifugi alle norme Covid-19: plexiglass, separé, igienizzanti, nastri adesivi colorati, cartelli dappertutto ... poi si apre e la burocrazia ci chiude sentieri e ferrate!! Bella immagine turistica per le montagne trentine!!! Come se un falegname entrasse in laboratorio la mattina, accende le macchine, ma non ha legno da lavorare. Dopo quasi 30 anni a gestire rifugi alpini mi sento davvero preso in giro!! Preciso che non è colpa degli
33