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Educazione civica: origini e propositi

Alessio Carati, 4FF

Abbiamo tutti notato un cambiamento quest’anno: l’educazione civica è entrata in maniera decisiva nel nostro programma.

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Breve storia:

Lo studio dell’educazione civica risale al 1958, quando Aldo Moro ne introdusse l’insegnamento nelle scuole medie e superiori con la seguente formula: due ore di lezione al mese tenute dal docente di storia. Così fu insegnata fino all’anno scolastico 1990/1991, quando venne eliminata a causa dei tagli finanziari all’istruzione. Negli anni successivi subì diverse trasformazioni, diventando, con il decreto legge n. 137/2008, Cittadinanza e Costituzione: una nuova materia affidata agli insegnanti di storia e geografia per parlare principalmente di educazione stradale, ambientale, sanitaria, alimentare e anche della Costituzione.

Con la legge n. 92 del 20 agosto 2019 è stata prevista l’introduzione dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione civica, di cui anche una cospicua parte dedicata allo sviluppo eco-sostenibile, assumendo da quest’anno un proprio voto, con almeno 33 ore annue dedicate.

Come mai si parla per la prima volta di educazione allo sviluppo eco-sostenibile?

Nel 2019 l’allora ministro dell’istruzione Fioramonti aveva dichiarato che da settembre 2020 l’Italia sarebbe stata il primo Paese in cui lo studio dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile sarebbe divenuto obbligatorio, un filo rosso interdisciplinare e materia di dibattito e comprensione. Effettivamente questa è una delle linee guida presenti nella legge 92/2019, che potete visionare online. Ma l’attuale ruolo di questa “nuova materia” non sembra essere lo stesso auspicato dall’ex ministro. Nella legge i possibili percorsi da seguire per l’educazione ambientale non vengono approfonditi, come avviene per l’educazione alla cittadinanza digitale, dunque il più viene affidato alle scelte e conoscenze dei professori che possono anche impiegare le 33 ore annue con gli altri punti proposti: costituzione, istituzioni dello Stato italiano e dell’UE, protezione civile, valorizzazione del patrimonio, educazione alla legalità e al contrasto alle mafie, ecc.

Da quando ci è stata comunicata l’attività di educazione civica, almeno per quanto mi riguarda, nessuno ha citato l’educazione climatica e l’educazione allo sviluppo eco-sostenibile. A volte ho anzi l’impressione che queste 33 ore vengano viste come un peso per alcuni docenti e non un’opportunità. Nella legge, entrata ufficialmente in vigore solo da questo settembre, ci sono molti propositi e dobbiamo sì sperare nella buona volontà dei professori ma non dimentichiamo che anche noi possiamo informarci e proporre percorsi utili a tutta la classe.

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