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Partiti e sindacati dei lavoratori

Tanta fatica e pochi diritti sul lavoro

All’inizio del Novecento le condizioni dei lavoratori sono ancora pesanti, ma essi comprendono che solo organizzandosi possono ottenere dei miglioramenti.

All’inizio del XX secolo, le condizioni di vita e di lavoro degli operai e dei contadini restavano pesanti. In tutti gli Stati europei, con l’eccezione dell’Inghilterra, l’orario di lavoro superava le 10 ore al giorno, per 6 giorni la settimana. Le ferie non erano previste o si limitavano a pochi giorni l’anno. Non esistevano la mutua e l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Molti bambini erano ancora costretti a lavorare, soprattutto nelle campagne. Tuttavia qualcosa di nuovo stava succedendo: la volontà dei lavoratori di modificare lo stato delle cose e la consapevolezza che, per riuscirci, bisognava organizzarsi

Nascono i sindacati

Le trasformazioni prodotte dalla società industriale accrescono la partecipazione dei cittadini alla politica; in particolare i lavoratori si associano e danno vita ai sindacati per difendere i loro interessi.

Nella prima parte dell’Ottocento, solo pochi individui benestanti si occupavano di politica. Rappresentavano gli interessi di piccoli gruppi sociali, come i proprietari terrieri, i nobili, gli amministratori dello stato, i giudici, i militari. Con le trasformazioni prodotte dallo sviluppo industriale, anche la politica cambiò. Milioni di persone cominciarono a unirsi per fare sentire le loro richieste e per essere rappresentate nei luoghi dove si prendevano le decisioni di interesse nazionale, come i comuni e il Parlamento. Operai, contadini, dipendenti pubblici, insegnanti parteciparono alle discussioni sui problemi generali. Per portare le loro idee nei Parlamenti, si organizzarono in partiti politici e, per difendere i loro interessi economici, crearono i sindacati Al fine di sostenere le loro richieste, i sindacati fecero spesso ricorso allo sciopero. Nella seconda metà dell’Ottocento il socialismo si diffuse sempre più, soprattutto fra i lavoratori della grande industria.

Un lavoratore durante lo sciopero, accanto alla famiglia. Nel Novecento, le tensioni sociali si acuirono e spesso si ricorse allo strumento dello sciopero.

L’affermazione del socialismo

Il socialismo si diffonde tra i lavoratori, che non sopportano le ingiustizie della società capitalistica.

Il pensiero socialista, nato nella prima metà dell’Ottocento, si diffuse sempre più nella seconda metà del secolo, grazie soprattutto all’azione di Carlo Marx , autore del programma della Prima Internazionale, un’associazione nata per la difesa dei lavoratori. Secondo tale programma, i lavoratori dovevano liberarsi dal predominio dei capitalisti, impadronirsi dei mezzi di produzione e dar vita a una collaborazione internazionale contro la guerra. Il socialismo, nelle sue varie forme, aveva come elemento comune la critica della società capitalistica e delle sue ingiustizie. L’obiettivo dei suoi seguaci era l’uguaglianza sociale, cioè la creazione di una società in cui tutti avessero uguale ricchezza e vivessero nelle stesse condizioni culturali ed economiche. Con la crescita dell’industrializzazione, milioni di lavoratori europei entrarono a far parte dei partiti socialisti e dei sindacati. L’aumento di iscritti fu maggiore nei Paesi più industrializzati, dove la classe operaia era divenuta il gruppo sociale più numeroso.

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Il Quarto Stato

Fissa i concetti sul testo

1. Sottolinea sulle pagine le risposte alle domande.

a. Qual era l’orario di lavoro degli operai all’inizio del Novecento?

b. Quale strumento di lotta fu usato dai sindacati?

c. Qual era l’obiettivo dei socialisti?

Verifica la comprensione

2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.

a. All’inizio del Novecento il lavoro dei bambini era stato completamente abolito.

b. I lavoratori non godevano dell ferie né della mutua. V F c. I lavoratori fondarono dei partiti per migliorare le loro condizioni all’interno delle fabbriche. d. I lavoratori fondarono i sindacati per portare le loro idee nei Parlamenti.

Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato (1895-1900). L’espressione “quarto stato” indica il proletariato: quarto dopo il clero, la nobiltà e la borghesia.

1 La folla che avanza compatta rappresenta l’unione dei lavoratori, pronti a far valere i loro diritti.

2 Una delle tre persone che guidano il gruppo è una donna che tiene in braccio un bimbo. Questa figura rappresenta da una parte la famiglia che lotta per sopravvivere, dall’altra il ruolo della presenza femminile nella nuova società.

3 La mano aperta della donna, sembra voler dire: «Così non ce la facciamo più».

4 Lo sfondo scuro richiama la memoria della vecchia società, con le sue ingiustizie; la luce in cui si muovono i lavoratori, soprattutto i tre che guidano il gruppo, simboleggia il mondo futuro verso cui si muove il proletariato.

1° maggio 1886

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