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LA NASCITA DELLA SOCIETÀ MODERNA




De Coubertin

Pierre de Frédy, barone di Coubertin, (1863 1937), appartiene a una ricca e colta famiglia parigina, i cui antenati risalgono addirittura alla Roma rinascimentale. Nella sua carriera scolastica mostra interesse soprattutto per la pedagogia, una disciplina che analizza i fini e i metodi dell’educazione dei giovani. Agli studi affianca una forte passione per la vita all’aria aperta e per l’attività sportiva. Lo sport, a suo avviso, è in grado di offrire un valido supporto alla formazione della personalità umana. Ed è proprio dalla congiunzione di questi due interessi che nasce l’idea alla cui realizzazione dedica il resto della sua vita: far rinascere la manifestazione che segnò uno dei momenti più alti della civiltà greca, le Olimpiadi.
Nel giugno del 1894 ha finalmente la possibilità di enunciare il suo programma durante un congresso tenutosi alla Sorbona, la prestigiosa università di Parigi. La proposta da lui avanzata ottiene un vasto consenso e De Coubertin viene nominato presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Dopo due anni di lavoro frenetico, il suo sogno diventa realtà: ad Atene, il 6 aprile 1896, il re Giorgio I di Grecia, davanti a una cornice suggestiva, apre ufficialmente i primi giochi olimpici dell’era moderna. A quella edizione altre ne seguono, con cadenza quadriennale. De Coubertin lascia nel 1925 la presidenza del CIO, ma le Olimpiadi, ormai, sono diventate parte della storia contemporanea e il loro cammino non sarà più fermato.
Nel giugno del 1894 ha finalmente la possibilità di enunciare il suo program

La Fonte
La dottrina sociale della Chiesa
Il papa Leone XIII chiarì la dottrina sociale della Chiesa in un documento intitolato Rerum novarum (Delle cose nuove), pubblicato nel 1891. Il testo qui riportato, tratto da questo documento, esprime il giudizio negativo del pontefice sia sulle classi più ricche, che sfruttano i proletari, sia sui socialisti, le cui idee sono considerate portatrici di disordine e di scontri sociali.



In questo secolo un piccolissimo numero di persone molto ricche ha imposto alla infinita moltitudine dei proletari un dominio quasi schiavistico. A rimedio di questi mali, i socialisti, attizzando nei poveri l’odio ai ricchi, pretendono si debba abolire la proprietà, e far di tutti i patrimoni un patrimonio comune. Con questa trasformazione della proprietà da personale in collettiva, e con l’eguale distribuzione degli utili e degli agi tra i cittadini, credono che il male sia radicalmente riparato. Ma questa via, invece di risolvere le contese, non fa che danneggiare gli stessi operai.

La speranza di vita nel mondo dall’inizio alla fine del secolo XX
Lezione
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Censimento: operazione di ricerca con cui uno stato acquisisce dati sul numero di abitanti e su diverse caratteristiche della popolazione (lavoro, reddito, istruzione…). In Italia i censimenti iniziarono nel 1861 e da allora si ripetono ogni dieci anni.