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Vivere in una metropoli

Le città si trasformano

Tra la fine dell’Ottocento e i primi quindici anni del Novecento la superficie e la popolazione delle città più importanti crebbero in maniera considerevole. Il fenomeno era dovuto alla nascita della grande industria e della grande finanza, che concentravano nei centri urbani un numero sempre maggiore di professionisti, commercianti, artigiani e operai.

Il cambiamento, però, non fu semplicemente quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo. Città come Londra, Parigi e New York, per citare le maggiori, cambiarono il loro aspetto – almeno nei quartieri del centro – assumendo un carattere più vivace e attraente. La città, ben più che in passato, offrì agli abitanti numerose occasioni per trascorrere piacevolmente il tempo libero. Incontri, svaghi, passeggiate, acquisti occuparono una parte crescente della giornata, e anche la popolazione femminile, costretta in passato a starsene rinchiusa in casa, partecipò numerosa alla vita mondana. Naturalmente questa atmosfera gioiosa riguardò solo chi aveva denaro e tempo libero, perciò le famiglie operaie ne furono escluse.

Parigi, capitale della modernità

La città che, prima e più di ogni altra, conobbe questa trasformazione fu certamente Parigi. A fine Ottocento essa divenne la capitale europea più visitata dai turisti, spinti dalle molte attrattive che la città offriva: i palazzi antichi, i musei famosi, le ardite architetture moderne, come la Tour Eiffel, e le Esposizioni internazionali. I massicci interventi urbanistici voluti dal barone Haussmann verso la metà del secolo avevano abbattuto le vie strette e oscure del centro per lasciare spazio ad ampi boulevards, viali alberati percorsi da una folla elegante e da rapide carrozze. Ai lati di queste spaziose arterie una serie di palazzi di recente costruzione ospitavano negozi, banche, uffici, caffè, teatri, sale da ballo e tutto quanto poteva occorrere al pubblico per il lavoro e per il divertimento. Famosi in tutto il mondo divennero locali come il Moulin rouge (Mulino rosso), così chiamato per il mulino che campeggiava sul suo tetto. Qui nacque il can­can, un ballo molto veloce in cui si esibivano ballerine professioniste schierate in fila l’una a fianco dell’altra. Al Moulin rouge facevano concorrenza le Folies Bergère, che offrivano spettacoli di varietà, musiche e balletti.

I grandi magazzini

Nella seconda metà dell’Ottocento Parigi divenne anche la capitale dei consumi, grazie soprattutto all’apertura dei primi grandi magazzini. Rispetto ai negozi tradizionali, i grandi magazzini costituivano un’innovazione totale. Vendevano merci di ogni tipo ed esponevano in vetrine ben illuminate i prodotti, con accanto i loro prezzi: un’autentica novità, questa, in quanto nei vecchi negozi la poca merce disposta nelle piccole e buie vetrine serviva a segnalare il tipo di esercizio commerciale e non a invogliare il cliente all’acquisto. Così, ad esempio, nei negozi di abbigliamento qualche pezzo di stoffa poteva rimanere in vetrina anche per anni, perché serviva solo per ricordare ai passanti che lì si vendevano tessuti e non altro. Il grande magazzino diede invece risalto ai suoi prodotti, sia curando ornamentali vetrine sia arredando gli interni con sfavillanti luci e colori. Tutto ciò serviva per richiamare un grande pubblico, attratto anche dai prezzi in media più bassi rispetto a quelli dei piccoli negozi.

Una rivoluzione nel modo di vestire

I grandi magazzini modificarono il lavoro e i comportamenti della gente. La principale novità in fatto di consumi fu il trionfo degli abiti preconfezionati. Un tempo tutti i capi di abbigliamento, dal cappotto alle scarpe, erano fatti su misura: si acquistava la stoffa e poi si andava dal sarto che tagliava e cuciva l’abito. I grandi magazzini di Parigi modificarono per primi questa antica abitudine: presentarono abiti già confezionati, di taglie diverse, lavorati secondo lo stile di moda. Il cliente sceglieva il capo preferito e poteva uscire indossandolo.

Una donna sola non fa più scandalo

Nelle sale luminose ed eleganti dei grandi magazzini di Parigi si vide uno spettacolo insolito per quei tempi e che fece gridare molti allo scandalo: tante donne, da sole o in compagnia di altre donne, si presentavano come acquirenti in un luogo pubblico. Prima di allora, era giudicato sconveniente per una donna mostrarsi in pubblico non accompagnata da un uomo, marito o fidanzato o padre. Chi lo faceva si attirava pesanti giudizi di disapprovazione.

6 Aprile 1896

Inizio della prima Olimpiade moderna.

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