retail&food 04 2021

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retailfood TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

aprile 2021 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Investimenti, tengono GDO e high street

Parola di Valeria Di Nisio Eurocommercial accelera sui servizi omnichannel Spark Food District Milano Santa Giulia California Bakery nelle mani di Volpi e Fiorani


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Editoriale

Retail e ristorazione, senza voce di fronte alla crisi

C

on il turismo e gli eventi, cui spesso ben si sposano, retail e ristorazione sono tra i settori più colpiti dalla crisi Covid. Non il grande segmento della GDO che, per ovvie ragioni, ha tenuto bene nel 2020 ed è partito benino nel 2021. Ma il resto del retail sì. Le tre ondate e i conseguenti lockdown hanno imposto stop&go devastanti per gli esercenti, retailer e ristoratori. Che mentre crollavano gli incassi, si sono dovuti accollare anche investimenti rilevanti per dispositivi di sicurezza e adeguamenti previsti dalle normative. Spesso senza sconti sulle locazioni. Non la faccio più lunga di così, voi che leggete sapete meglio di chi scrive quanto duro sia stato l’ultimo anno per chi ha vetrine su strada, nei centri commerciali e negli outlet, negli aeroporti o nelle le stazioni. Pur avendo preso il colpo più forte, retail e ristorazione, sembrano però i settori meno considerati da chi governa. Tolta la santissima cassa integrazione fino ad oggi non ci sono stati aiuti consistenti, utili, lungimiranti, per il commercio e i pubblici esercizi. Una spruzzata di miseri ristori, da pochissime migliaia di euro, nemmeno per tutti. Qualche altro migliaio di euro in arrivo dal D.L. Sostegni, forse. Non è un caso quindi se il numero di serrande abbassate cresce a vista d’occhio nelle nostre strade e se dopo alcune catene con pochi punti vendita cominciano a saltarne anche di più consistenti. E probabilmente non siamo alla fine di questo film triste. Il tutto con la concorrenza sempre più aggressiva e irraggiungibile di Amazon & co. “Negozi” aperti 24/7, con costo del lavoro basso – contratti di logistica, spesso precari – e un sistema di tassazione ridicola. Senza dimenticare il tema del delivery, finta salvezza della ristorazione. Visto che non genera margini per nessuno. Nemmeno quanto è dovuto a tutti, le vaccinazioni, ha compreso nelle prime fasi – quelle ancora in corso, ahinoi – addette e addetti alle casse e alle vendite della GDO, del retail e della ristorazione. Soprattutto i primi, esposti in prima linea dall’inizio della pandemia, innalzati retoricamente ad eroi per pochi giorni, e poi completamente dimenticati. Non allungo oltre la lista delle lamentazioni. Ma desidero soffermarmi su una domanda che ritengo nodale: perché un comparto tanto importante per fatturato e PIL, per numero di addetti, per ruolo e funzione sociale, viene così clamorosamente ignorato o addirittura maltrattato? Ci sono ragioni oggettive? Rapporti deteriorati con la politica? Torti o colpe storiche, o contingenti? Perché Confindustria riesce a spingere con forza le proprie istanze e spesso a ottenere risultati, anche se inutili o addirittura dannosi per la collettività, e il mondo del commercio e della ristorazione no? Perché?

Le risposte che trovo risiedono probabilmente nei legami degli industriali con la politica ma anche nella dimensione delle aziende retail e food, spesso micro/piccole imprese e quindi nella polverizzazione del settore: il commercio, la bottega o il bar, ha numerosità ben diverse dall’industria e dal capannone. In sintesi, pochi&grandi (industria) è meglio di tanti&piccoli (commercio e pubblici esercizi). Purtroppo, ciò pone temi e problemi anche per la rappresentanza e quindi per la forza nelle trattative: con lo Stato e i suoi ministeri, con gli enti locali. Confindustria, pur con tutti i suoi limiti e con la perdita di smalto, leadership e l’emorragia di associati degli ultimi anni è… una. E rappresenta… tutti (o quasi). Nel mondo del retail e della ristorazione, quante sono le associazioni? E quanto realmente pesano e rappresentano? Chi è in grado di elencarle tutte? E di sapere quante imprese e addetti rappresentano? Lascio le domande aperte, dopo aver cominciato a stilare un elenco su un foglio bianco. E aver rinunciato causa malumore. Ma ciò è un problema, forse IL problema, in mesi come questi. Il nostro settore potrebbe e dovrebbe avere una voce sola, di fronte a un’emergenza come quella che stiamo vivendo, quantomeno per i temi più rilevanti: lavoro, ristori, aperture, locazioni, disposizioni normative. Una voce in grado di disegnare un futuro di lavoro e prosperità, in sicurezza. Troppe voci equivalgono a nessuna voce: possono essere addirittura percepite come un fastidioso rumore di sottofondo, da ignorare o azzittire. Qualcosa è stato fatto, sono stati presentati al Governo documenti siglati congiuntamente da alcune delle associazioni più rappresentative. Ma evidentemente è troppo poco, non basta. Se il nostro settore vuole ottenere più attenzione, la giusta considerazione, più sostegno e incentivi, occorre una guida forte, unitaria, dinamica e sinceramente rappresentativa. Che vada al di là di sigle, tradizioni, strutture, storie, organigrammi, ambizioni, simpatie o antipatie, colorazioni politiche. Una sorta di federazione del retail e della ristorazione, unitaria e largamente rappresentativa, con il coinvolgimento dei sindacati e una visione di medio periodo sui temi più complessi: contratti di lavoro, fisco, finanziamenti, concorrenza online, semplificazione normativa ecc. Per tentare di sopravvivere al Covid e alla propria miopia, mentre si abbassano definitivamente tante serrande, al retail non basta più chiedere “fateci aprire”. Andrea Aiello aprile 2021 | retail food

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INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.

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Anno 16 · numero 4 - aprile 2021 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Adriano Lovera - adriano.lovera@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Giulia Comparini, Luca Esposito, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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N. 4 aprile 2021

SOMMARIO 4

News

15 CAMBIO DI POLTRONE 16

Eco- news

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News opening

20 PAROLA DI

VALERIA DI NISIO Eurocommercial Properties vicina alla piena occupancy. Ora accelerata sui servizi omnichannel

24 IMMOBILIARE

COMMERCIALE: L’INTERVISTA Società “ibrida” e consumatore “digitale”: JLL alla sfida del nuovo retail real estate

26 DOSSIER FOOD

32 36 TREND ACQUISTI ON LINE Sorpresa USA: sprofonda la soddisfazione nell’e-commerce

37 L’ACQUISIZIONE

48 SCENARIO TURISMO

Il “cruise retail” scalda i motori

50 INTERVISTA MICHELE

Gabriele Volpi rileva California Bakery: maxi piano da 60 aperture

BRAGANTINI (ROBOX HOLDING) Allarme del gioco legale: “Protagonisti nel retail, bistrattati dalla politica”

LAVORI IN CORSO IPERMERCATI Ecco il nuovo Iper-Fiordaliso. 2.000 Mq in più e spazio agli “in-store”

38 INTERVISTA

52 L’INFOGRAFICA

32 FOCUS IMMOBILIARE

CASE HISTORY TRASPORTI Svat, servizio capillare in Italia e all’estero

& BUSINESS DISTRICT Spark Food District il cuore della nuova centralità milanese

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Real Estate: tengono “high street” e Gdo Retail fuori dai radar

ALL’ASSOCIAZIONE L’unione fa la forza

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42 SCENARIO TRAVEL

Turismo incoming la ripartenza grazie ai “corridoi”

44 IL BILANCIO

Autogrill sotto scacco del Covid

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DIGITAL FORUM ATRI Travel retail, gli Highlanders resistono con ottimismo

47 SCENARIO TRASPORTI

Maxi perdita e nodo cessione incerto il futuro di Autostrade

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News Servizi e Fornitori World Travel Retail News International Vetrina La Foto

RUBRICHE

4 STOCK OPTION 10 LA RUBRICA LEGALE 12 DAL TABACCAIO 59 DUTY FREE WORLD 60 NEW MARKETS OUTLOOK aprile 2021 | retail food

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News

CONFIMPRESE-EY, IN RIPRESA IL NON-FOOD, RISTORAZIONE ANCORA SOTTO TONO

Abbigliamento / Accessori -36,5% -46,0%

I

dodici mesi del periodo febbraio 2020/2021 si chiudono con un arretramento del mercato del 46,3%. è quanto emerge dall’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi elaborato da Confimprese-Ey. Nel dettaglio, la ristorazione perde il 56,5%, l'abbigliamento il 46% e il non food il -29,1%. Significativo il confronto tra il mese di febbraio 2020 con il 2021. La perdita media è del 35%, ma il crollo più importante arriva dalla ristorazione (-50,3%) insieme al profondo rosso del travel (-59,9%), mentre l’abbigliamento chiude a -36,5% e il non food riduce le perdite col -6,2%. I centri commerciali mostrano un calo pari a -43,2%, gli outlet a -36,5%, le high street a -27,6%. Nei trend per regioni, la peggiore è l’Umbria (-74,3%), seguita dal Trentino-Alto Adige (-56,4%). La Lombardia è terzultima e scende per la prima volta dall’inizio della pandemia a -29,7%. “In febbraio è continuata l’onda negativa in tutti i settori, tranne nel non food che, sulla scia delle minori restrizioni di alcune merceologie e della ritrovata voglia degli italiani per la lettura, per l’arredamento della casa e per gli oggetti di elettronica, chiude con una contrazione ridotta” suggerisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese.

OK DA MISE E REGIONE, RIAPRONO I NEGOZI STEFANEL

D

opo l’ok del Mise e della Regione Veneto, è pienamente operativa l’acquisizione di Stefanel da parte di Ovs. Compatibilmente con le disposizioni sanitarie, il brand trevigiano ha già iniziato a riaprire 23 punti vendita nelle principali città italiane. Questo passaggio, ha comunicato l’azienda guidata da Stefano Beraldo, ha l’obiettivo a lungo termine di creare un polo dell’abbigliamento con posizionamenti diversi, ma il più possibile trasversali e rivolti ad ampie ed eterogenee fasce di clientela. “Il rilancio del marchio beneficerà non solo di sinergie industriali ma anche commerciali, passando attraverso una strategia multicanale. Da un lato negozi fisici, a partire da quelli già esistenti ai nuovi che si aggiungeranno, anche attraverso una diversa destinazione di locations che già fanno parte del nostro portafoglio. Dall’altro una strategia di presidio dei canali digitali, in Italia e all’estero, in particolare laddove la reputazione del marchio è ancora molto forte” dice una nota di Ovs. Quanto al personale, l’organico di Ovs ha assorbito i 94 dipendenti occupati nei negozi Stefanel.

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retail food | aprile 2021

Altro NON Food -6,2% -29,1% Food&Beverege -50,3% -56,5% Totale Italia (canale fisico) -35,8% -46,3%

Stock option |

BUY

JD.COM Il più grande retailer cinese ha archiviato l’ultimo trimestre fiscale (chiuso al 31 dicembre 2020) con un boom di vendite e profitti: 224,3 miliardi di yuan (circa 29 miliardi di euro), in salita del 31,4%, con un risultato positivo per 24,3 miliardi di yuan, otto volte i 3,6 dello stesso periodo 2019. SIMON PROPERTY Nonostante un 2020 difficile, il colosso americano degli shopping center distribuisce dividendi. Per il primo trimestre 2021, il cda ha disposto un utile da 1,30 dollari per azione, il cui pagamento sarà perfezionato il 23 aprile. Al 31 dicembre scorso, il tasso di occupancy medio del portafoglio figurava al 91,3%. MONCLER I risultati del Q1 arriveranno il 21 aprile, ma sia gli analisti di Equita sia quelli di Deutsche Bank hanno ottime prospettive sull’anno del brand italiano. In particolar modo, Db segnala un corposo piano di crescita in Asia e il rafforzamento che deriverà dall’acquisto di Stone Island. La previsione è di una crescita organica 2021-2023 (Ebit Cagr) del 21%.

NEUTRAL

SELL

NIKE Sono cresciuti i ricavi del colosso americano nel trimestre chiuso il 28 febbraio, ma leggermente sotto le attese. Più 20% per le vendite dirette a 4 miliardi di dollari e un utile trimestrale a 1,4 miliardi (+71%). Al centro delle perplessità degli analisti, la differente velocità dei vari mercati, in primis tra Cina e Stati Uniti.

DESIGUAL Il brand spagnolo archivia un 2020 difficile, con vendite in discesa del 38,8% a quota 360 milioni di euro, contro i 589 milioni del 2019. Cresce la quota delle vendite online, +48,6%, che toccano i 100 milioni e sono oggi il 28% del fatturato totale, contro il 14,2% del 2019. Le perdite si attestano a quota 83 milioni, contro l’utile di 7,5 milioni del 2019.

FOOT LOCKER Il gruppo americano ha pubblicato i conti dell’ultimo trimestre fiscale, sotto le attese degli analisti: ricavi a 2,19 miliardi di dollari (-1,4%), contro un’attesa di 2,29. Ma il risultato netto del periodo è positivo, per 123 milioni di dollari. E il titolo, da inizio anno, è salito di oltre il 100%.

TOD’S La pandemia manda in rosso i conti del colosso Tod’s, che ha chiuso l’esercizio 2020 con ricavi a 637,1 milioni di euro, -30,4%, e una perdita netta di 73,2 milioni che si confronta a un utile di 46,3 milioni dell’anno precedente. Simile il calo per brand: Tod’s -35,6% (a 297,5 milioni), Roger Vivier – 20,2% (160 milioni), Hogan -28% (141,5 milioni), Fay -37,6% (37,6 milioni).

H&M Nel trimestre dicembre febbraio il colosso del retail ha registrato uno scivolone delle vendite del 21% (senza effetto cambi) a 40,1 miliardi di corone svedesi, circa 3,9 miliardi di euro. Un risultato dovuto alle chiusure obbligate, che hanno coinvolto più di 1.800 negozi contemporaneamente. Ma già nel periodo 1-13 marzo il giro d’affari si è ripreso: +10%.

MONNALISA L’effetto Covid colpisce i conti 2020 di Monnalisa, specializzata nell’abbigliamento per bambini. Il 2020 si è chiuso con ricavi a 33,6 milioni, in contrazione del 30% rispetto ai 47,9 milioni del 2019. In base ai dati preliminari, a perdere terreno sono stati soprattutto il canale retail (-38%) e il wholesale (-28%).


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News

FERRERO CHIUDE TUTTI I RETAIL STORE DI THORNTONS IN UK

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Wikimedia Commons

econdo la roadmap del Governo di Londra, dal 12 aprile possono riaprire i negozi dei beni non essenziali. Ma le serrande resteranno abbassate in tutti i 61 negozi del brand di cioccolato Thorntons, acquisito nel 2015 dal gruppo Ferrero per circa 150 milioni di euro. Lo ha annunciato la società in una nota. “Ci siamo impegnati con investimenti significativi per aprire con nuovi format, nelle giuste locations. Ma le recenti dinamiche delle high streets, lo spostamento dei consumatori verso l’on line e l’impatto delle restrizioni dovute al Covid, ci obbligano a confrontarci con uno scenario troppo severo” spiega in sintesi la nota. Dunque, il mix tra calo di vendite nelle strade di passaggio e canoni di affitto elevati sembra il motivo alla base della decisione. La prova, che anche in presenza di un prodotto di qualità, la rete retail non è facile da gestire. Neppure per un colosso come Ferrero. Secondo fonti di stampa inglesi, la chiusura comporterà ora la gestione di 600 collaboratori.

STOP DEL TAR. MA C’È IL NUOVO MASTERPLAN PER FIUMICINO

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nche il Tar, con una sentenza dello scorso 12 marzo, ha bocciato il progetto Adr-Enac relativo alla quarta pista dell’aeroporto di Fiumicino. È troppo pericoloso per la riserva naturale del litorale, su cui

sorgerebbe parte delle nuove infrastrutture. Il procedimento del tribunale amministrativo ha considerato “inammissibili” una serie di ricorsi proposti da Adr ed Enac, tra cui quello contro il ministero dell’Ambiente, che si era espresso negativamente a fine 2019, tramite la Commissione Via-Vas sulla valutazione di impatto ambientale. In realtà, non è detta l’ultima parola sul piano di espansione. Lo scorso 11 febbraio, infatti, Adr ha presentato al Consiglio regionale del Lazio (sesta Commissione) un piano completamente nuovo, che prevede una quarta pista di volo parallela alla numero tre, la riduzione del traffico sulla pista uno e l’espansione ad Est dell’attuale scalo, con un netto taglio di nuovi ettari rispetto al progetto del 2012. Il nuovo masterplan, presentato all’Enac, prevede 8,2 miliardi di investimenti fino alla fine della concessione nel 2046 e, secondo Adr, riduce al minimo il consumo di suolo. Se prima era prevista un’espansione a Nord, con un consumo di suolo di circa 1.300 ettari, il nuovo disegno ne conteggia appena 260, di cui solo 151 ettari ricadenti nella riserva naturale. In Commissione, le audizioni proseguiranno con la convocazione di Rfi, Anas, Astral e Roma Capitale, per approfondire gli aspetti legati alla mobilità e alle reti di accesso all’aeroporto.

VECCHIA MALGA CRESCE ANCORA A BOLOGNA, CON IL BAR DELLA “BAITA”

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ecchia Malga Negozi, marchio noto nella gastronomia e ristorazione bolognese, ha acquisito un bar in pieno centro, a due passi da piazza Maggiore. L’acquisto non è casuale, perché proprio di fronte si trova la sua storica bottega “La Baita”. “L’opportunità era di quelle da prendere al volo” dice Stefano Chiari, proprietario di Vecchia Malga Negozi. Ora i due locali, con annessi tavolini esterni che aumentano di numero, potranno interagire. L’intento è di offrire alla clientela un’esperienza completa che parte dalla caffetteria e dalle colazioni, per arrivare sino all’aperitivo e alla cena. Vecchia Malga Negozi al momento dispone di 10 punti vendita fisici, più il canale e-commerce. Il business è legato a doppio filo al travel, dal momento che sei locali si trovano all’aeroporto di Bologna (un ristorante, una pizzeria, due bar e due negozi gastronomici), benché ora solo due aperti. Seguono un negozio alla Stazione centrale del capoluogo, due gastronomie e appunto La Baita appena integrato con il bar. Vecchia Malga, da poco, ha anche aderito a un servizio di delivery. Ma, fedele alla sua natura, ha scelto una piattaforma specializzata soltanto in botteghe storiche del territorio, Driiin.

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retail food | aprile 2021



News

VÉGÉ HA SCELTO GLOVO PER IL DELIVERY DELLA SPESA

Ègruppo Vegè, in tutta Italia. L’accordo, appena siglato, riguarda Glovo il servizio di delivery incaricato di consegnare la spesa del

il Quick-Commerce di Glovo (consegna rapida della spesa e di altri prodotti di uso quotidiano) e coinvolgerà l’intero network di vendita VéGé, che a oggi comprende 33 imprese su scala nazionale, con oltre 3.400 punti di vendita. Il servizio è in fase di avvio. Nel concreto, partirà inizialmente dalle piazze principali, come Milano, Torino, Napoli, con l’obiettivo di estenderlo progressivamente a tutta Italia. L’intesa garantirà 7 giorni su 7 la consegna rapida a domicilio, in 40 minuti dall’ordine, negli orari di apertura dei punti di vendita. “L’accordo è un tassello importante nella strategia multitouch point, che stiamo portando avanti da tempo” dichiara Giorgio Santambrogio, amministratore delega-

BENNET TRASFORMA I DIVIETI IN OPERAZIONE MARKETING

Non puoi comprarlo? Ordinalo on line e ritiralo quando vuoi”. Con questo cartello, posto su una serie di oggetti “off limits” nei punti vendita, Bennet ha deciso di rispondere alle restrizioni imposte dai vari Dpcm, che ancora in molte regioni hanno da poco imposto la “zona rossa”. Così i divieti si sono trasformati in un’arma per spingere il canale on line. Per tutta quelle merce considerata non prioritaria, la cui vendita in alcuni momenti dell’anno è vietata, un cartello mostra il Qr Code che permette in tempo reale di acquistare l’oggetto sul sito e poi ritiralo in negozio, a un orario convenuto, sfruttando il sistema Bennet Drive. A inizio anno, il Bennetdrive di Monza era stato il secondo punto di ritiro aperto, tra i 9 ipermercati ex Auchan acquisiti lo scorso anno da Bennet, e il primo inaugurato nel nuovo anno. Il mese scorso, il servizio è stato esteso in altri due punti vendita nel milanese, Cesano Boscone e Nerviano.

to di Gruppo VéGé. “La visione VéGé è ben chiara e consiste nel divenire leader anche nell’omnicanalità” ha aggiunto l’a.d. “Glovo nasce come piattaforma di consegna multi-categoria, con l’obiettivo di permettere ai consumatori di ricevere a casa qualsiasi prodotto” secondo Elisa Pagliarani, general manager Glovo Italia. “Questa nostra caratteristica ci ha permesso nel 2020 di diventare un punto di riferimento per servizi come la spesa, che ha registrato una crescita del 400%”.

ANCHE IN ITALIA LE RATE E-COMMERCE DI CLEARPAY

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learpay arriva in Italia, con la sua soluzione di pagamento dilazionato online “Aquista ora, paga più tardi”. Il lancio di Clearpay è supportato da oltre 200 venditori online nei settori moda, beauty, outdoor e complemento d’arredo, tra cui GM24, Mclabels, Store Naldi e Bassini Boutique. A livello globale, sono circa 75.000 i retailer che offrono Clearpay – o Afterpay, nome con cui il servizio è disponibile fuori dall’Europa – come soluzione di pagamento a oltre 13 milioni di clienti attivi. “Nel corso dell’ultimo anno, l’ecommerce ha avuto una crescita superiore a quella degli ultimi dieci anni messi assieme” ha dichiarato Nick Molnar, co-fondatore e co-ceo di Clearpay. “Con il lancio di Clearpay in Europa, stiamo offrendo ai clienti di questi Paesi una soluzione migliore per poter acquistare i beni che desiderano, rispetto a dover ricorrere a costosi prestiti o all’utilizzo di carte di credito, che per loro natura comportano il pagamento di interessi, commissioni e debiti revolving”.

ADDIO BENETTON E NUOVE ASTE, NOVITÀ IN CENTRO A MILANO

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enetton ha deciso di chiudere lo storico negozio milanese di Piazza Duomo, inaugurato nel 2013. La scelta si deve alla nuova strategia del gruppo, di concentrarsi su superfici di piccole o medie dimensioni, tra 160 e 250 mq. Lo store sotto la Madonnina era strutturato su tre piani, su un’area di 1.750 metri quadrati. La concessione dello spazio in affitto verrà messa a gara dal Comune di Milano. Resta invece quello, vicinissimo, in corso Vittorio Emanuele. Ma questo non è l’unico cambiamento che riguarda gli spazi retail nella zona più centrale del capoluogo. Altri tre negozi in Galleria Vittorio Emanuele stanno per cambiare insegna. Come annunciato dall’amministrazione, si tratta di Piazza Duomo 21 (ex vetrina a insegna Ruggieri), e di due altre vetrine nel corso centrale del “Salotto”, rispettivamente ex Mejana ed ex Zadi. La gara prevede la presentazione, entro il 13 maggio 2021, delle offerte economiche e di quelle tecnico-commerciali. Per il negozio di Piazza Duomo 21 di 47 mq la base d’asta è di 136.291 euro di canone annuo. Per la vetrina (ex Zadi) si parte da 292.880 euro per 101 mq mentre per l’altra vetrina (ex Mejana) di 50 mq la base d’asta è di 144.990 mila euro.

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La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Contratti commerciali dopo Brexit: cosa cambia?

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lla mezzanotte CET del 31 gennaio 2020 è entrato in vigore l’Accordo di Recesso, che regolamenta, su alcuni temi di fondamentale importanza, le modalità di uscita del Regno Unito dall’UE. L’entrata in vigore dell’Accordo di Recesso ha segnato l’inizio di un periodo transitorio durato fino al 31 dicembre 2020 durante il quale il diritto dell’UE ha continuato ad applicarsi integralmente al Regno Unito, che però non era più rappresentato nelle istituzioni ed organi dell’UE, né poteva partecipare al processo decisionale europeo pur mantenendo i benefici dell’unione doganale e del mercato unico. Dal 1° gennaio 2021 il Regno Unito è a tutti gli effetti un paese terzo non più vincolato dai Trattati che legano i paesi dell’UE e dalle altre norme del diritto dell’UE (Regolamenti, Direttive ecc…) Per limitare le conseguenze negative di un “no deal”, l’UE ed il Regno Unito, in data 24 dicembre 2020, hanno sottoscritto un accordo (EU– UK Trade and Cooperation Agreement - TCA) finalizzato a preservare la cooperazione in diversi ambiti, tra cui quelli del commercio, del trasporto aereo e su strada, della proprietà intellettuale e la prosecuzione della partecipazione del Regno Unito a determinati programmi europei. Tuttavia, il TCA non riguarda la cooperazione in ambito civile e commerciale e giudiziario civile, il cd. “spazio giuridico europeo” (“SGE”), risultato della progressiva integrazione degli ordinamenti giuridici degli Stati membri grazie all’emanazione di atti normativi europei. Ma quali sono i benefici dello SGE con riferimento ai contratti commerciali? Innanzitutto, l’introduzione di criteri uniformi per la determinazione della disciplina applicabile ai contratti commerciali e del giudice competente a decidere eventuali controversie nascenti dagli stessi. Ed infatti la legge applicabile ad un contratto fra soggetti appartenenti a due Stati membri differenti è stabilita in base al Regolamento 593/2008 cd. “Roma I”. In forza del Regolamento Roma I le parti sono libere di scegliere la legge applicabile al contratto e, in mancanza di scelta espressa nel contratto, la legge applicabile viene individuata in base al contenuto del contratto medesimo: ad esempio, ai contratti di compravendita di beni è applicabile, in linea di principio, la legge dello stato in cui ha sede il venditore, ai contratti di distribuzione e franchising quella dello stato del distributore o del franchisee, mentre ai contratti di fornitura di servizi non altrimenti definiti (quali ad esem-

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pio appalto o consulenza) la legge dello stato in cui ha sede il prestatore dei servizi. Lo stesso vale in tema di giurisdizione: in ambito UE vige infatti tra gli Stati membri un principio di fiducia reciproca nell’amministrazione della giustizia, attualmente contenuto nel Regolamento 1215/2012, cosiddetto “Bruxelles I bis. In forza di tale Regolamento, le parti possono scegliere il giudice competente sulla base dei criteri previsti nel Regolamento e le decisioni emesse dal giudice di uno Stato membro sono riconosciute ed eseguite anche negli altri Stati membri, in via automatica, senza la necessità cioè alcun procedimento di riconoscimento interno allo Stato ove la sentenza deve essere eseguita. Questi sono solo alcuni dei più importanti risultati cui si è giunti attraverso l’integrazione progressiva degli ordinamenti giuridici dei vari Stati membri con lo scopo di dare maggiore certezza ai rapporti giuridici transfrontalieri all’interno dell’UE e maggiore speditezza all’esecuzione dei provvedimenti giudiziari. Ora che il Regno Unito è divenuto a tutti gli effetti un paese terzo l’applicazione delle suddette disposizioni non è più scontata. Quale impatto ha Brexit sulla legge applicabile ai contratti internazionali stipulati con fornitori o clienti inglesi? Per rispondere a questa domanda occorre fare una distinzione fra i contratti in corso e quelli successivi al 1° gennaio 2021. Con riguardo ai contratti in corso al 1° gennaio 2021, l’Accordo di Recesso prevede che le norme del Regolamento Roma 1 continuano ad applicarsi nel Regno Unito. Pertanto, per tutti i contratti conclusi prima del 31 dicembre 2020, le clausole di scelta di legge resteranno valide ed efficaci. Inoltre, anche in mancanza di una clausola di scelta della legge, continueranno ad applicarsi i medesimi criteri previsti dal Regolamento Roma I per individuare la legge applicabile ai contratti conclusi prima della fine del periodo transitorio. Per i contratti conclusi dal 1° gennaio 2021, continueranno ad applicarsi, anche in tal caso, i criteri del Regolamento Roma I in forza di una la normativa di diritto interno adottata dal Regno Unito (Law Applicable to Contractual Obligations and Non-Contractual Obligations (Amendment etc.) (EU Exit) Regulations 2019). È bene tenere presente, tuttavia, che trattandosi di una legge nazionale, il Regno Unito potrebbe in futuro modificarla. Non è quindi certo fino a quando continuerà ad applicarsi la medesima disciplina.

Avv. Giulia Comparini

Quale impatto ha Brexit sulle controversie fra un operatore italiano e il suo cliente/fornitore inglese? Vale ancora la regola dell’automatico riconoscimento delle sentenze? Anche in tal caso occorre distinguere fra i procedimenti avviati prima del 31 dicembre 2020, per i quali l’Accordo di Recesso prevede che continuino ad applicarsi nel Regno Unito le disposizioni del Regolamento “Bruxelles I bis”. Pertanto, le sentenze emesse dai Tribunali italiani all’esito di procedimenti iniziati prima del 31 dicembre 2020, potranno essere eseguite nel Regno Unito senza necessità di un preventivo riconoscimento. Per i procedimenti instaurati a partire dal 1° gennaio 2021, la regola dell’automatico riconoscimento – almeno per il momento – non vale più, poiché il Regno Unito non ha scelto di continuare ad applicare il Regolamento Bruxelles I bis, né il TCA prevede alcunché al riguardo. Solo nel caso in cui nel contratto de quo le parti abbiano previsto espressamente il foro esclusivo per le controversie, si applicherà la Convenzione dell’Aja del 30 giugno 2005, di cui l’Unione Europea è già parte dal 2015 ed alla quale il Regno Unito ha aderito in via indipendente dal 1° gennaio 2021. In forza di tale Convenzione le parti di un contratto possono determinare il giudice competente in via esclusiva, e le sentenze emesse da tale giudice sono riconosciute ed eseguite nei paesi aderenti. Qualora invece il contratto non preveda una clausola di scelta del foro esclusivo, il giudice competente andrà individuato o sulla base di trattati bilaterali, o in base alle norme di diritto internazionale privato interno dello Stato i cui giudici si troveranno a decidere la controversia (in Italia, la Legge n. 218/1995): gli effetti pratici di simili scenari andranno valutati attentamente caso per caso. La situazione potrà cambiare se e quando il Regno Unito aderirà alla Convenzione di Lugano del 2007, di cui fa parte l’UE insieme a Svizzera Norvegia e Islanda, che prevede norme analoghe (ma non identiche) al Regolamento Bruxelles I bis. **** È dunque consigliabile prestare molta attenzione ai contratti con fornitori o clienti residenti nel Regno Unito, non solo a quelli futuri, ma anche e soprattutto ai rapporti contrattuali esistenti, per verificare se non vi siano situazioni che potrebbero dare luogo a controversie dall’incerto destino, ed intervenire prima che sia troppo tardi.


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News

ANNO DEL COVID IN UTILE PER PORTOBELLO

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ortobello group ha approvato il bilancio 2020, con ricavi per 64 milioni di euro (+39%) e un utile netto di 6 milioni (+25,4%). Positivo anche l’Ebitda, a circa 10,9 milioni (+31,8%). “Per il quarto anno consecutivo Portobello registra una crescita significativa su tutti i principali indicatori, attestandosi tra le migliori società, in controtendenza rispetto all’andamento generale. Modello di business peculiare e innovativo, rafforzamento della struttura organizzativa e ampliamento della rete retail sono i principali fattori di successo” ha commentato Roberto Panfili, co-founder e Coo di Portobello. Per il gruppo sono cresciute tutte le aree di business. La parte più consistente, quella Media (outdoor, radio, affissioni, magazine, rotor edicole) è passata da 30,3 a 43 milioni di euro di fatturato. Quella B2b da 11 a 14 milioni di euro, mentre il canale Retail è salito da 3,9 a 5,6 milioni di euro. La crescita della parte retail è dovuta anche all’apertura di nuovi negozi del 2019, che l’anno successivo sono entrati a regime. Ma la nota della società spiega che anche in riferimento allo stesso perimetro, i ricavi like for like sono rimasti in liea, al netto della chiusura forzata (12 marzo-17 maggio 2020).

DOUGLAS CHIUDE 128 NEGOZI IN TUTTA ITALIA

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sindacati confederali hanno lanciato l’allarme sul piano di riorganizzazione di Douglas, retailer di matrice tedesca tra i big mondiali, specializzato nel segmento beauty-profumeria. Nei prossimi mesi l’azienda procederà alla chiusura di 128 punti vendita sparsi in tutta Italia, mettendo in pericolo 457 lavoratori. Secondo l’elenco diffuso dai sindacati sono coinvolte tutte le principali regioni in cui è attivo il marchio, tra cui: venti chiusure in Lombardia, di cui nove tra Milano e provincia, sei in Piemonte di cui quattro nel torinese, e ancora sei in Emilia-Romagna, sei in Veneto, cinque in Liguria, ben dodici in Sardegna e alcuni anche a Roma. A fine gennaio, era stato lo stesso gruppo tedesco in un comunicato ad annunciare la chiusura di circa 500 negozi su 2.400 in Europa, specialmente nei Paesi del Sud del continente, entro il settembre 2022. Un modo per migliorare il margino operativo lordo, inevitabilmente eroso dal 2020 di pandemia.

DAL TABACCAIO F676+WF Milano

CIRFOOD RETAIL COMPRA LA TORINESE POORMANGER

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e “jacked potatoes” della torinese Poormanger entrano nell’orbita di Cirfood. Proseguono le mosse di Leopoldo Resta, da fine 2019 amministratore delegato di Cirfood Retail, una divisione del gruppo nata “per far crescere format originali, con una fortissima identità, una storia importante e un legame vero con il proprio territorio” ha spiegato lo stesso manager in un comunicato. Poormanger è un brand nato a Torino nel 2011, che attualmente conta su due punti vendita sotto la Mole, in pieno centro, e un altro in procinto di apertura a Milano. Cirfood Retail ha già investito in altri marchi di questo genere, con una forte connotazione territoriale. Ha accompagnato Kalamaro Piadinaro dalla nativa Riccione allo sbarco a Milano, operazione cui poi sono seguite altre aperture in tutta Italia. Poi ha rilevato da Feltrinelli le quote di Antica Focacceria S. Francesco, riportando a bordo la famiglia Conticello, storico titolare del locale.

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retail food | aprile 2021

Buongiorno Signora mi ha portato una torta? No io no. Mi scusi mi sembrava venisse da lei il profumo di vaniglia. Eccola la fata. 70 anni e lo zainetto sulle spalle: non si è accorta del tempo che è passato, ben tenuta, always ready, un po’ fané. Si comporta come 50 anni fa, sorridendo civettuola allo stupido di turno che la chiama “contessa”. Un pacchetto di cartine, delle cicche e un “Miliardario”… di quarant’anni, aggiungo io eccessivamente irriverente. A Roma le direbbero “arenditi”. Si fa benvolere adesso. Pagherei per vederla quando poteva permettersi l’esser velina e non velona. Si congeda regalando baci non richiesti da lontano, uscendo dal negozio e rientrando, nella mia fantasia, in un film di Fellini dove la aspetta il suo Marcello a cui per ovvia par condicio riserveremo la prossima puntata di questa rubrica. di Francesco Fasulo (Tabaccheria Fiamma, Milano)


SERRAVALLE RETAIL PARK VICINO AL 100% DI OCCUPANCY

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on le aperture di Gotelli Tuscany Mood, azienda specializzata nella moda in pelle e pellicceria per donna e uomo, e di Risparmio Casa, con uno store da oltre 2.500 mq, prosegue il percorso del Serravalle Retail Park verso la piena occupancy e una maggiore redditività. Tra i diversi contratti di affitto di ramo d’azienda firmati tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, figurano le insegne Ragno e Zerbo Sport, che apriranno in primavera. Entro l’estate è previsto inoltre l’avvio di una birreria che andrà a incrementare l’offerta food della digital smart square, quest’ultima inaugurata nel 2018 contestualmente alla terza fase del parco commerciale. Così diventano 33 le insegne già presenti al Serravalle Retail Park, per una superficie occupata di circa 35mila mq, superando, come annunciato nel 2020, il 90% della superficie commerciale disponibile. Dopo l’insourcing delle attività di leasing nel 2018 e

OVS ACCOGLIE L’ABBIGLIAMENTO GAP SU E-COMMERCE E NEGOZIO

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arte la collaborazione tra Ovs e lo storico marchio americano di sportswear Gap, che coinvolge sia il canale digitale sia quello fisico. Dal 18 marzo, sul sito ovs.it si possono acquistare le collezioni Gap donna, uomo, bambino e baby che, grazie al servizio Click & Collect, potranno essere ritirati in tutti i negozi Ovs in Italia. Inoltre, una selezione di prodotti Gap Kids sarà ospitata in alcuni negozi, in corner dedicati, che saranno progressivamente estesi nella rete vendita a partire dal prossimo autunno. “Con l’introduzione di Gap desideriamo offrire, agli oltre 12 milioni di utenti che accedono al nostro eshop, un marchio straordinario, riconosciuto nel mondo, che ha fatto la storia di alcuni capi come la felpa con il famoso logo o il denim” spiega una nota della società. “Ovs evolve diventando sempre più una piattaforma che, oltre ad offrire una gamma di prodotti ideati e realizzati internamente, si apre alla collaborazione con altri brand, ciascuno portatore di un particolare contenuto di lifestyle”.

property e facility management nel 2019, prosegue con la direzione del Serravalle Retail Park la strategia di Aedes di una gestione diretta ed efficace di tutte le proprietà del Gruppo, affidate ai team interni coordinati dal COO&CIO, Gabriele Cerminara.

IN AUTO O DAL PC, PINKO REGALA AI CLIENTI IL “CONCIERGE” un mix fra servizio fisico e digitale il nuovo Pinko Concierge, programma “premium” sviluppato dal brand italiano insieme ad Adyen, piattaforma di paÈ gamento nota a livello globale. In alcuni store selezionati, il servizio mette inoltre

a disposizione un’autista che accompagna il cliente in boutique, oltre a un personal shopper e un regalo per chi si reca in negozio. A chi invece preferisce fare shopping da casa, il marchio offre un personal shopper che, in diretta live dalla boutique di Milano, seleziona i capi desiderati, mostrandoli indossati. Grazie alla soluzione Pay by Link di Adyen, una volta selezionati gli abiti, l'assistente in negozio potrà creare il link di pagamento in autonomia e inoltrarlo via mail alla cliente, che con pochi click porterà a termine il suo acquisto.

PAGAMENTI: SATISPAY ENTRA NEL CIRCUITO PPRO

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atispay si rafforza nei circuiti e-commerce e sigla un accordo con PPRO, uno dei principali provider di infrastrutture per i pagamenti locali. Per PPRO, impegnata nel consolidamento sul mercato italiano, significa trovare un partner strategico, grazie alla community di 1,5 milioni di utenti e gli oltre 10.000 siti e-commerce affiliati a Satispay. Per l’azienda italiana, l’integrazione in PPRO rappresenta un passo ulteriore nella strategia di accompagnare qualsiasi tipo di merchant sulla strada dell’omnicanalità. “Ora possiamo

garantire a un numero sempre maggiore di nuovi merchant globali un’esperienza di pagamento semplice e immediata, con il vantaggio di un pricing estremamente conveniente” ha commentato Andrea Allara, Chief Business Development Officer di Satispay. Secondo il comunicato di PPRO, oltre la metà di tutto il commercio elettronico italiano è transfrontaliero. Le prime tre destinazioni di shopping per i consumatori di casa nostra sono Cina (35%), Regno Unito (19%) e Germania (19%). aprile 2021 | retail food

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News

CON IL MERCATO DI TESTACCIO SVICOM SUPERA I 100 ASSET

Recensione

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on il mandato di mediazione per locazione immobiliare relativo al compendio di cui fa parte, fra gli altri, il Mercato di Testaccio (Roma), Svicom varca la soglia dei 100 asset, per una Gla superiore a 1,3 milioni di metri quadrati. Un portfolio diversificato, maturato in 25 anni di attività, che include centri e parchi commerciali, stand alone e high street, food hall, immobili logistici e direzionali. Con il nuovo mandato, si riconferma il rapporto di fiducia fra Svicom e Blue Sgr – Fondo Florence, che recentemente aveva affidato alla società la gestione di Alessandria Retail Park. “Il nostro percorso di crescita deriva dalla capacità di saper guardare sempre oltre gli schemi, svolgendo il ruolo di consulenti con passione, attenzione e pragmatismo” afferma Alberto Albertazzi, ceo di Svicom. “La nostra solida esperienza nella gestione immobiliare è stata, nel tempo, la base per ampliare e diversificare l’offerta di servizi, puntando su innovazione ed efficienza come principali chiavi di lettura di ogni progetto. Cento asset è un traguardo che rappresenta appieno la fiducia dei nostri clienti e attesta la qualità del nostro approccio strategico, del nostro lavoro”.

SEA, IL COVID PESA SUI CONTI, MA BOND E PRESTITI SONO OK

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l cda di Sea, società di gestione degli scali milanesi, ha approvato il bilancio per il 2020, prevedibilmente in rosso. Il numero dei passeggeri è calato del 73,1% rispetto al 2019, a quota 9,5 milioni. Ne conseguono ricavi a 257 milioni (-63,6%) e un risultato netto di gruppo negativo per 128,6 milioni (a fronte di un utile precedente per 124,4 milioni), nonostante un taglio del 36% dei costi di gestione, che si sono fermati a 285,9 milioni. L’Indebitamento finanziario netto, pari a 626,7 milioni, è salito di 175,8 milioni rispetto al 31 dicembre 2019 (450,9 milioni di euro) per effetto dell’assorbimento di liquidità della gestione corrente e degli esborsi per investimenti, tra cui il rifacimento della pista di Linate. Lo scorso ottobre è andato a buon fine il processo di rifinanziamento del bond in scadenza ad aprile 2021, mediante una nuova emissione obbligazionaria da 300 milioni di euro riservata ad investitori istituzionali. E sono state sottoscritte ulteriori nuove linee di finanziamento per 400 milioni di euro, che si aggiungono alle linee di credito irrevocabili ancora disponibili per 390 milioni. Nonostante questo sono andati avanti alcuni progetti innovativi, come la Indoor Navigation al Terminal 1 di Malpensa e lo sviluppo di un Digital Marketplace dell’aeroporto.

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retail food | aprile 2021

Commercio e Distretti: un patto per lo sviluppo

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ono passati ormai più di dieci anni da quando sono stati avviati i primi Distretti come strumento di valorizzazione del commercio. I tempi, la dimensione quantitativa e qualitativa del fenomeno sono ormai tutti fattori che fanno pensare che il Distretto del commercio, da pratica socio-economico-culturale su base territoriale, sia diventato un elemento di politica attiva per il commercio di vicinato che vede coinvolte Regioni, pubbliche amministrazioni, imprese, associazioni e altri soggetti locali. Il volume illustra il fenomeno dei Distretti del commercio - con particolare riferimento all’esperienza regionale veneta – non solo evidenziando gli aspetti positivi e negativi che lo hanno qualificato, ma sottolineando anche la loro potenzialità per una strategia di uscita dalla crisi dovuta al Covid-19. Di fronte alla necessità futura di ripartire da una prossimità di relazioni - attiva e non inerte - il Distretto rappresenta uno strumento per organizzare e accompagnare interventi di sistema per la ripresa, per promuovere le risorse del territorio, per riportare la fiducia esercitando la responsabilità del fare comune, per dare una risposta alla domanda di sviluppo che sale dal basso e un riconoscimento del ruolo svolto dagli attori locali. Ciò significa, però, affrontare un “cambio di passo” che faccia evolvere il Distretto del commercio in un Distretto per l’innovazione e lo sviluppo locale. Non a caso, il volume affronta il tema a 360 gradi, esplorando aspetti come il rapporto con le piattaforme digitali, delineando figure come il “manager” di Distretto, analizzando la necessità cruciale della sostenibilità ambientale, senza mancare di fornire un confronto con le esperienze estere.

A cura di: Elena Franco (architetto), Luca Tamini (professore di Urbanistica al Politecnico di Milano), Luca Zanderighi (professore di marketing territoriale all’Università degli Studi di Milano).

Maggioli Editore


CAMBIO DI POLTRONE MCDONALD’S ITALIA NOMINA IL NUOVO CHIEF MARKETING OFFICER

Raffaele Daloiso è il nuovo Chief Marketing Officer di McDonald’s Italia. In tale veste si occuperà di rafforzare il posizionamento del brand nel garantire un’e- Raffaele Daloiso sperienza di consumo che coniuga l’offerta con servizi capaci di incontrare le nuove modalità e i nuovi bisogni dei consumatori. Daloiso riporterà direttamente a Dario Baroni, recentemente nominato Vice President Brand & Customer Experience. Laurea in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi, trascorsi in Unilever, McKinsey e Barilla, Daloiso vanta una consolidata esperienza nel mondo del marketing, acquisita e sviluppata in contesti multinazionali in Italia e all’estero.

ALBERTO FRAUSIN, PRESIDENTE DI FEDERDISTRIBUZIONE

Alberto Frausin

Cambio al vertice di Federdistribuzione, che lo scorso 19 marzo, nel corso dell’assemblea annuale delle aziende associate, ha nominato

Alberto Frausin nuovo presidente. Frausin succede a Claudio Gradara, al quale l’associazione ha espresso i ringraziamenti per il lavoro svolto nel corso del suo mandato. Alberto Frausin, milanese, classe ’57 è laureato in Economia e Commercio all’Università Luigi Bocconi di Milano e ha alle spalle una lunga e solida esperienza nelle aziende del largo consumo, sia in Italia che a livello internazionale, oltre ad aver ricoperto vari ruoli in ambito associativo.

MARIO ZANETTI PROMOSSO DG DI COSTA CROCIERE

Al ponte di comando di Costa Crociere arriva Mario Zanetti, promosso Direttore Generale. Il manager, che ha ini- Mario Zanetti ziato la sua esperienza in Costa nel 1999, assume il ruolo che era stato temporaneamente ricoperto da Michael Thamm, Group CEO, Costa Group & Carnival Asia. Nella sua nuova posizione, Mario Zanetti supervisionerà Costa come un unico marchio in tutto il mondo, compresa l’Asia, con l’obiettivo rafforzarne la leadership in Europa, Sud America e Asia, e garantire una crescita redditizia e sostenibile a lungo termine. Allo stesso tempo, Roberto Alberti è stato nominato Chief Com-

mercial Officer di Costa Crociere, posizione precedentemente ricoperta da Mario Zanetti.

ANDREA GRASSI, NEO DIRETTORE GENERALE DI CA’ ZAMPA

Nuovo ingresso in cabina di regia del network italiano di centri veterinari Ca’ Zampa. Milanese, 45 anni, Andrea Grassi ha Andrea Grassi assunto il ruolo di Direttore Generale e si occupa di tutta l’organizzazione, le vendite e il people management del network che nel corso del 2021 vedrà l’apertura di 6 nuove strutture e un ampliamento del team fino a circa 200 professionisti del pet care. Inoltre, con il supporto del dipartimento medico veterinario delineerà i protocolli clinici di best practice. Andrea Grassi entra nel settore del pet care dopo una lunga esperienza nella gestione di catene retail in ambito sanitario. Dapprima come direttore commerciale, poi come direttore generale e amministratore delegato ha gestito più di 90 cliniche del gruppo Vitaldent. Negli ultimi due anni Grassi ha ricoperto il ruolo di direttore generale del primo network in Italia di Cliniche di Medicina e Chirurgia Estetica e si è affermato come consulente strategico per start up della Digital Economy.

aprile 2021 | retail food

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f Eco-news KERING INVESTE NEL RIUSO DI VESTIARIE COLLECTIVE

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l colosso Kering, insieme al fondo americano Tiger Global Management, è entrato con il 5% in Vestiarie Collective, una delle piattaforme leader nell’usato di alta gamma. L’operazione si inserisce in un nuovo round di finanziamento a favore del brand, su cui investono anche Condé Nast, Eurazeo, Fidelity International. “Il lusso second hand è una realtà con radici consolidate, specialmente tra i consumatori più giovani. Vogliamo cogliere questa opportunità per indirizzare il futuro del settore verso pratiche più innovative e sostenibili”, ha commentato François-Henri Pinault, presidente e ceo di Kering. Vestiarie punta ad essere certificata B Corp e ha sviluppato un piano di sostenibilità per arrivare entro il 2026 alla carbon neutrality.

GLI OBIETTIVI AMBIZIOSI DI CAMST AL 2025

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amst group, attivo nella ristorazione e nei facility services, ha lanciato un ambizioso piano strategico quinquennale 2021-2025. Dal punto di vista economico, punta a superare i livelli di fatturato pre-Covid entro il 2023, raggiungendo 863 milioni di ricavi e un Ebitda al 6,15%. Nella ristorazione commerciale è previsto lo sviluppo di nuovi format, in particolare rivolti a target giovani e famiglie, con obiettivo di un +31% dei ricavi nel 2022 e +23,5% nel 2023. Ma il gruppo ha messo nero su bianco importanti propositi dal punto di vista della sostenibilità. Un perno del progetto riguarda iniziative che puntano al miglioramento della qualità di vita dei lavoratori, con il potenziamento di aspetti di welfare, diversity e inclusion. Camst vuole anche essere presente sul territorio, grazie alla collaborazione con enti e università e un supporto concreto alle realtà culturali, solidali e sportive delle Regioni in cui opera.

BENETTON APRE A FIRENZE IN CHIAVE GREEN

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l gruppo veneto ha aperto nel capoluogo toscano un concept store che si candida come apripista per un approccio eco sostenibile del retail. Il nuovo negozio, 160 metri quadrati, è caratterizzato dall’impiego di materiali sostenibili e prevede consumi energetici ridotti del 20% rispetto a quelli di un negozio standard. Attraverso minuscoli sensori, intelligenza artificiale e analisi dei dati, il sistema gestisce automaticamente il caldo e il freddo nel locale in base all’afflusso di persone. “Questo store è un concept unico a livello mondiale, studiato per dare l’avvio a una nuova fase della nostra azienda” ha commentato Massimo Renon, amministratore delegato di Benetton Group. Tra le varie soluzioni, il pavimento è realizzato con ghiaia del fiume Piave e legno di scarto dei faggi abbattuti, le pareti sono trattate con pittura minerale con proprietà antibatteriche, antimuffa e capacità di riduzione degli inquinanti. Le vetrine sono dotate di schermi trasparenti a LED, a basso impatto ambientale, su cui saranno proiettati contenuti in base alle esigenze del momento in ambito visual, commerciale e di comunicazione.

ANCHE OVS ADERISCE ALLA CAMPAGNA “PRO UIGURI”

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l gruppo Ovs ha aderito alla campagna internazionale “End Uyhgur Forced Labour”, promossa da 300 organizzazioni mondiali, tra cui l’italiana Abiti Puliti. Il progetto punta a dismettere gli approvvigionamenti di cotone dalla ragione dello Xinjiang, dove si produce oltre l’80% della materia prima cinese, ma dove molti lavoratori della minoranza uigura sono oggetto di sfruttamento. Ovs, già oggi, non ha fornitori nella zona. Ma la sua adesione è importante. A livello internazionale, sono già moltissimi i brand famosi che hanno sottoscritto l’impegno, come Marks & Spencer, Asos plc, Eileen Fisher, WE Fashion, Reformation, Tgf Ltd, Abercrombie & Fitch, Adidas, Burberry, Chanel, Gap, Guess, Hermes, Kering e altri, fino a Zalando. Nelle settimane scorse H&M è stato oggetto di una sorta di boicottaggio su alcuni siti di ecommerce cinesi, per avere espresso preoccupazione per la situazione dello Xinjiang in un comunicato ufficiale. 16

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SOLTANTO PET 100% RICICLATO NELLA NUOVA BOTTIGLIA ECOGREEN EASY 1L DI SAN BENEDETTO

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el biennio 2019-2020 Gruppo San Benedetto ha ridotto le emissioni di 37.900 tonnellate di CO2 eq. Ed è proprio nel percorso di sostenibilità ambientale intrapreso dall’azienda che si inserisce il lancio della nuova bottiglia Ecogreen Easy 1L, realizzata con il 100% di RPET e carbon neutral. Questa soluzione si stima che permetterà un ulteriore risparmio delle emissioni di gas effetto serra lungo tutto il ciclo di vita del prodotto del 9%, con un utilizzo di circa 300 tonnellate di PET vergine in meno nel 2021. Acqua Minerale San Benedetto si conferma ancora una volta un’azienda leader in innovazione, come evidenzia anche la recente introduzione del tappo Twist&Drink, pratico e utile per il consumatore e con un importante risvolto green poiché è legato alla bottiglia così da non disperderlo nell’ambiente, agevolando il riciclo. In questo modo San Benedetto ha anticipato la direttiva europea 2019/904 che richiede l’obbligo del tappo attaccato alla bottiglia a partire dal 2024.


News Opening

PRENATAL PORTA A MILANO I GIOCHI DI FAO SCHWARZ

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prevista entro fine anno l’apertura del primo negozio italiano, e dell’Europa continentale, del brand Fao Schwarz. L’iniziativa è merito di Prenatal Retail Group, che ha firmato un accordo di esclusiva con il partner californiano, ThreeSixty Group, parte di un piano strategico più ampio che porterà nei prossimi anni il marchio americano anche in Spagna, Francia, Portogallo e Benelux. Lo store sarà nella centralissima piazza Cordusio. “L’alleanza con ThreeSixty Group fa parte di un percorso di continua crescita che vede Prénatal Retail Group, già leader nella distribuzione di giocattoli con Toys Center e King Jouet” ha commentato Amedeo Giustini, amministratore delegato di Prénatal Retail Group. Il negozio, sviluppato su 600 mq e tre piani, è progettato per riprodurre la magia del famoso negozio newyorkese.

OLD WILD WEST FESTEGGIA I “18” IN FRANCIA

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ld Wild West diventa “maggiorenne” in Francia. Con l’apertura del nuovo ristorante a Strasburgo sono infatti 18 i punti vendita transalpini. Il gruppo Cigierre non ha mai smesso le nuove aperture neppure durante la pandemia, oltre ad aver portato a Milano, in autunno, il nuovo brand Papris. Attualmente la società guidata da Marco Di Giusto conta oltre 370 ristoranti nel mondo, di cui circa 225 a marchio Old Wild West (tra Italia, Francia, Belgio, Svizzera e Australia), 30 Wiener Haus, 12 Shi’s, 32 Pizzikotto, 54 America Graffiti e 19 Temakinho in Italia, Spagna, Gran Bretagna e Montecarlo.

PEPCO SI ALLARGA TRA MILANO E IL NORD EST

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onostante la pandemia, avanza come promesso la strategia di crescita in Italia di Pepco, catena low cost specializzata in abbigliamento, nata in Polonia, che era sbarcata nel nostro Paese lo scorso settembre con il primo store al centro Emisfero di Treviso. Nel mese di marzo, il brand ha aperto altre quattro nuove insegne, nei centri commerciali Tiare Shopping (Tv), Città Fiera (Ud), Valecenter (Ve) e presso il Metropoli di Novate, che fa parte a tutti gli effetti della zona Nord di Milano. Le nuove aperture sono condotte in collaborazione con gli advisor di Cbre Italy.

BREWDOG FA POKER IN ITALIA ARRIVA IL PUB MILANESE

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’indirizzo è ancora top secret. Ma sta per sbarcare anche a Milano BrewDog, nota catena di birrerie nata in Scozia, ora presente in moltissimi Paesi. All’inizio dell’anno, la società aveva confermato il progetto di apertura di una quarantina di nuove location nel mondo, grazie a un post del suo ceo James Watt, tra cui Belfast, Londra, Parigi, Las Vegas, Bath, Exeter, Mumbai, Sydney, Amsterdam, Berlino, Francoforte, Lione e appunto Milano. Attualmente la catena, famosa per le sue iniziative di guerrilla marketing, è presente in Italia a Roma, vicinissima al Colosseo, Firenze, la prima del nostro Paese, e Bologna.

TRIS IN STAZIONE PER IGINIO MASSARI

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a grande ristorazione negli spazi del travel retail non fa più notizia. E così, Iginio Massari, maestro indiscusso dell’alta pasticceria made in Italy, consolida la sua presenza nelle stazioni italiane con nuovi punti vendita. Dopo il negozio pop-up di Roma Termini, aperto lo scorso novembre, sono state inaugurate le postazioni a Torino Porta Nuova, Bologna Centrale e Venezia-Mestre, accolte subito con successo grazie al periodo pasquale. L’apertura è stata seguita da Retail Group, parte del gruppo Grandi Stazioni Retail, ex braccio di Ferrovie dello Stato, poi privatizzato e attualmente controllato dalla cordata italo francese Borletti group, Antin, Icamap. aprile 2021 | retail food

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COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia Enzo Andreis • Presidente AIGRIM Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia Cristian Biasoni • A.D. Chef Express Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy Sergio Castelli • A.D. Areas Italia Mario Federico • A.D. McDonald’s Italia Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop Produzione & Servizi Franco Manna • Presidente Sebeto Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini

Alessandro Pirinoli • Managing Director Compass Group Italia Tommaso Putin • Resp. Pianificazione e controllo Serenissima Ristorazione Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs and Europe Business Dvlp. Autogrill Antonio Savoia • Presidente Edifis Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon Renato Spotti • A.D. Dussmann Service Lino Stoppani • Presidente Fipe Andrea Valota • General Manager Italy Burger King Danilo Villa • Direttore Generale CAMST Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia

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Ristorando Eventi Per informazioni sul Convegno e sponsorizzazioni: convegni@edifis.it - pubblicita@edifis.it


i Convegni di

Ristorando

in collaborazione con:

Media partners:

Ristorando 11a EDIZIONE MOSTRA CONVEGNO Centro Convegni “Le Stelline“ Milano - Corso Magenta, 61

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AIGRIM Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate


Parola di Valeria Di Nisio

Valeria Di Nisio, subito dopo essersi laureata in Italia in Economia e Commercio, è volata a Londra dove ha iniziato la sua carriera nel property, nel 1995, come Investment Analyst presso CBRE (la allora Richard Ellis). Nel 1998 è entrata a far parte dello Shroders International Property Fund, poi Eurocommercial Properties, prima come Property Director in Italia, e successivamente come Group Leasing Director, carica che ricopre tuttora.

Eurocommercial Properties vicina alla piena occupancy. Ora accelerata sui servizi omnichannel 20

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di Andrea Penazzi

La società olandese proprietaria di centri come I Gigli, Carosello, Collestrada e comproprietaria del centro Fiordaliso, mantiene il tasso di vacancy a un livello molto basso (1,6%). Intensificata l’attività di leasing. A fine anno, rent collection excluding discounts al 95%

I

numeri del 2020 di Eurocommercial Properties dimostrano una sostanziale tenuta dei fondamentali. Le diverse misure adottate dalla holding che possiede e gestisce 26 proprietà commerciali in Francia (10), Italia (8), Svezia (7) e Belgio (1), hanno permesso di mantenere elevato il livello di occupancy a lungo termine, con la vacancy rate al 31 dicembre pari all’1,6%. Questo risultato è stato possibile in virtù di un aumento dei contratti rinnovati o firmati ex novo (277 nel 2020 vs 245 nel 2019) e di misure di sostegno studiate ad hoc nei singoli Paesi, che hanno permesso di raggiungere accordi con il 97% dei tenant prima della fine del 2020. Parallelamente, 30 contratti aggiuntivi sono stati siglati a seguito di nuovi progetti di sviluppo. Altrettanto importante, la percentuale di rent collection excluding discounts che ha raggiunto quota 95%, con l’Italia perfettamente in media, la Svezia al top con il 98% e la Francia in coda con il 92%. Dell’impatto del Covid, di commercializzazione e ricommercializzazione, e ancora di nuovi servizi in chiave omnichannel, abbiamo parlato con Valeria Di Nisio, Group Leasing Director di Eurocommercial Properties. Partendo dall’attualità, in che misura il Covid ha impattato sulle performance dei vostri centri? Vendite e affluenze hanno risentito delle chiusure forzate durante entrambi i due periodi di lockdown, quando i nostri centri commerciali sono rimasti aperti solo per gli acquisti essenziali, principalmente ipermercati e farmacie. Nel periodo tra i due lockdown abbiamo visto una rapida ripresa sia del footfall che delle vendite, sostenuta dalle staycations estive. Durante questo periodo le vendite hanno raggiunto livelli pre-pandemici e, mentre abbigliamento, scarpe e ristoranti in generale

i Gigli

hanno sofferto, altri settori hanno recuperato bene, inclusi gli ipermercati, i settori health & beauty, home goods, elettronica e sport. Il portafoglio svedese invece ha avuto un andamento più coerente durante tutto il 2020, essendo tutti i centri completamente aperti. In particolare gli ipermercati e i Systembolaget (il monopolio di stato dei liquori) hanno contribuito a mantenere le affluenze costantemente alte, scendendo solo del 10% su base annua. Anche le performance delle vendite sono state elevate, raggiungendo livelli comparabili al 2019 tra luglio e ottobre. Nel corso del 2020, su che valori si è mantenuto il tasso di occupancy dei vostri centri? L’intensa attività di leasing svolta durante questo difficile periodo, senza precedenti, ci ha permesso di mantenere il nostro tasso di vacancy a un livello molto basso: l’1,6%. Come avete affrontato a livello di gruppo il tema degli affitti con i vostri tenant? Aiuti in termini di canone sono stati concessi caso per caso e all’interno di accordi stabiliti dai diversi governi o concordati tra le organizzazioni nazionali che rappresentano i proprietari di centri commerciali e i retailer. Il principio generale adottato è stato quello di un equo e ragionevole supporto per le difficoltà economiche dovute alle circostanze. Abbiamo quindi raggiunto rapidamente accordi con la maggior parte degli operatori, supportandoli in un momento di crisi di liquidità e garantendo tassi di riscossione dei canoni costanti e a regime durante tutto l’anno. Il governo svedese ha introdotto un’ini-

ziativa di sostegno al pagamento del canone per il secondo trimestre che prevedeva che se un proprietario avesse offerto a un inquilino qualificato uno sconto sull’affitto fino al 50%, entro determinati parametri il governo avrebbe rimborsato al proprietario metà dello sconto. Il governo italiano ha messo in atto un sistema di credito d’imposta per assistere i tenant durante i lockdown, mentre il governo francese ha fornito diversi livelli di supporto per l’affitto a seconda del numero di dipendenti del retailer. Gli accordi raggiunti con i nostri tenant si sono limitati a sconti sul canone e ai pagamenti mensili. Non è stata effettuata alcuna revisione dei termini dei contratti in essere, che sono rimasti intatti in particolare per i canoni minimi garantiti (MGR), fornendo così una sicurezza di reddito per il futuro. Nelle nostre trattative per il secondo lockdown siamo invece riusciti a negoziare alcuni miglioramenti ai contratti, tra cui l’estensione della durata, la rimozione delle break options o l’aumento della percentuale di turnover rent. Prima della fine del 2020 abbiamo raggiunto accordi con il 97% dei tenant. In base al vostro osservatorio quali sono le categorie merceologiche e le tipologie di operatori che si stanno dimostrando maggiormente resilienti alla crisi? In Italia, nel 2020, i settori abbigliamento, intrattenimento e ristorazione hanno subito la maggiore perdita di fatturato, mentre gli ipermercati, l’health & beauty, l’elettronica e i prodotti per la casa hanno registrato buoni risultati. Nel complesso, durante il periodo estivo, il fatturato è tornato al 90%

Prima della fine del 2020 abbiamo raggiunto accordi con il 97% dei tenant aprile 2021 | retail food

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Parola di Valeria Di Nisio dei livelli del 2019. Dopo un periodo iniziale in cui i tenant erano comprensibilmente esitanti a stipulare nuovi contratti, l’attività di leasing è migliorata nel corso del 2020 e sono stati rinnovati e firmati nuovi contratti con un aumento totale del canone su questi 131 contratti del 16,6%. Diversi nuovi marchi internazionali sono stati aperti nei nostri centri o sono in procinto di farlo come The North Face, Nike, Adidas e Starbucks, mentre i retailer internazionali esistenti tra cui Primark, Inditex, H&M, Abercrombie e JD Sports hanno aumentato la loro presenza. E per quanto riguarda l’estero? In Francia, la ripresa è stata più marcata nei settori dei casalinghi, dell’elettronica, dello sport e del fai da te, mentre l’abbigliamento ha registrato performance inferiori ai livelli abituali. Negli ultimi 12 mesi il team di leasing ha effettuato 32 rinnovi e re-letting che hanno generato un aumento del canone di locazione del 6%. Come già accennato, il portafoglio svedese ha avuto un andamento più coerente durante tutto il 2020. Il team di leasing ha completato 103 rinnovi e re-letting nel corso dell’anno, producendo un aumento medio del canone di locazione del 4,2%. Ci sono state diverse importanti nuove aperture di negozi durante l’autunno: a Valbo, la recente ristrutturazione e il miglioramento del layout ha permesso il restyling di negozi come H&M, New Yorker ed Hemtex. A Elins Esplanad, dopo il riposizionamento di Cassels lo scorso anno, ci sono state nuove aperture di negozi come H&M e Nordic Wellness, un importante operatore di palestre che ha aperto di recente anche a Bergvik. Clas Ohlson è stata una significativa aggiunta a Ingelsta Shopping e ha aperto il nuovo negozio nel febbraio 2021. Abbiamo ora costruito e avviato con successo cinque negozi H&M full format, incluso H&M Home. In tre di queste località, H&M ha chiuHallarna

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Fiordaliso so i negozi più piccoli e più vecchi del centro città, rafforzando ulteriormente la loro presenza nei nostri centri commerciali fornendo un unico negozio H&M nello specifico bacino d’utenza. Infine, in Belgio la performance del settore retail è stata varia durante il 2020, con abbigliamento e calzature tra i settori più colpiti. D’altra parte, i comparti della gioielleria, dell’health & beauty e dei prodotti per la casa sono stati molto resilienti, mostrando la più forte ripresa e crescita in termini di vendite tra i due periodi di lockdown. Negli ultimi dodici mesi sono stati firmati otto nuovi contratti di locazione e rinnovate tre unità con un aumento medio del canone di locazione del 2,1%. Abbiamo attratto diversi nuovi marchi premium tra cui Maje, K-Way e Jott. Il settore health & beauty è stato rafforzato anche dal trasferimento di Rituals in un’unità più grande che ha permesso la realizzazione del nuovo flagship store format a Woluwe (Bruxelles). Quali soluzioni state adottando per incrementare i servizi in ottica omnichannel? In qualità di proprietari di centri commerciali, stiamo monitorando l’evoluzione dei servizi in ottica omnichannel, mantenendo un dialogo con i principali player del mondo tech e digital innovation, per capire che tipo di servizi siano più utili e funzionali alla clientela e ai tenant e per offrire esperienze di acquisto seamless, ovvero senza soluzione di continuità tra online e offline. Negli ultimi anni abbiamo installato nei nostri centri Amazon locker e In post in Italia e punti di consegna Instabox in Svezia. Utilizziamo i locker, in alcuni centri, anche per il ritiro di prodotti alimentari di nicchia non presenti negli ipermercati, così da aumentare la gamma di offerta nel centro. Abbiamo una partnership attiva con Alipay per favorire i servizi di mobile payment. I siti web dei centri commerciali, che stiamo pensando, saranno sempre più orientati al click and collect puro, per supportare i punti vendita nell’offrire un

servizio che sia il migliore possibile. Lo scorso ottobre, Eurocommercial ha lanciato a I Gigli il primo progetto drive to store di offerte flash legate ad eCommerce in un centro commerciale in Italia. Il progetto, denominato Shop&Shock, consente una customer journey fluida e intuitiva. Sempre a I Gigli stiamo testando un “customer care service” in galleria, mediante l’utilizzo dell’assistente vocale Amazon Alexa. In generale facciamo molti test in Eurocommercial, consapevoli che la digital transformation journey farà evolvere tutto il settore retail entro pochi anni. Come cambia la comunicazione in questo contesto? Sul fronte dei nuovi canali di comunicazione, nei nostri mall sono attivi i social media Facebook e Instagram e in due di essi anche Tik Tok, che abbiamo lanciato per primi in Italia al centro commerciale Fiordaliso. Anche la digitalizzazione delle gallerie che stiamo implementando è vista in ottica omnicanale laddove si attivano modalità on to off molto interessanti tra ledwall, totem e touch table digital signage; in tal senso è allo studio un progetto di digitalizzazione della food court di Curno mediante mobile app multifunzione tra ordini e pagamenti multipli. Il comune denominatore di queste attività è la raccolta dati su tutti i touchpoint fisici e digitali che gestiamo. Tramite l’analisi di essi in ottica CRM, sarà possibile non solo studiare l’andamento circa l’efficacia dei servizi, ma prevedere quali potranno essere di effettivo utilizzo e utilità. Quali sono le vostre prospettive per il 2021? Nonostante le attuali restrizioni impattino una parte del nostro portafoglio, vediamo il rilancio dell’economia in maniera positiva, in virtù del continuo progredire delle vaccinazioni. I nostri fundamental sono solidi e siamo fiduciosi che la nostra attività sia ben preparata per riemergere e continuare a creare valore a lungo termine per i nostri stakeholder. ¢


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Immobiliare commerciale: l’intervista

SOCIETÀ “IBRIDA” E CONSUMATORE “DIGITALE”:

JLL alla sfida del nuovo retail real estate Di Andrea Penazzi

Barbara Cominelli, neo amministratore delegato di Jll Italia, di fronte a un doppio compito: decifrare il mercato postpandemia e traghettare l’azienda verso un futuro tecnologico e data-driven. “E non sottovalutiamo la sostenibilità: comporterà una vera rivoluzione” Barbara Cominelli, neo amministratore delegato di Jll Italia 24

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rese ufficialmente le redini di Jll Italia lo scorso 4 dicembre, Barbara Cominelli, ex Microsoft Italia, ha portato un nuovo approccio nella governance dell’azienda. La mission: traghettare JLL Italia verso una fase di mercato in forte evoluzione. Evoluzione fondata sui concetti di innovazione digitale e sostenibilità ambientale. Al nuovo Ceo abbiamo chiesto, dunque, di delineare il percorso di cambiamento che intende imprimere in azienda e raccontarci le sfide che attendono il segmento retail real estate. Partendo dal suo nuovo incarico in JLL Italia, quali elementi di novità vuole apportare e quali sono i suoi obiettivi in ambito aziendale? Ho accettato la sfida in JLL perché sono convinta che il post pandemia non rappresenterà un sempli-

ce ritorno alla situazione pre-crisi, ma che si sia creata l’opportunità unica di reinventare il Real Estate e trasformarlo, attraverso un approccio orientato a innovazione e sostenibilità. L’opportunità e l’urgenza di cambiare sono legate a tre fattori: cambiamenti strutturali nella domanda, tecnologia e sostenibilità. Per quanto riguarda la sua domanda, si stanno affermando nuovi modi di lavorare, vivere la città e fare shopping, che spingono verso un modello ibrido, integrando esperienze fisiche e digitali in un nuovo equilibrio. Crediamo non si tratterà di una dicotomia, ma di una vera e propria integrazione e che il Real Estate svolgerà il ruolo fondamentale di abilitatore di


questi nuovi modelli, attraverso l’ideazione di spazi più human-centric e activity-based, ma anche più flessibili e fluidi, con grande focus su digitale, sicurezza, benessere e sostenibilità. Il secondo fattore è il digitale, rispetto a cui il settore del Real Estate è piuttosto immaturo, manca ancora una visione olistica e strategica trasformativa di come utilizzare digitale e dati per creare valore e potenziare gli immobili e i servizi associati. Il terzo aspetto è la sostenibilità, l’avvento delle politiche ESG sarà paragonabile per il Real Estate alla rivoluzione tecnologica che altri settori hanno vissuto negli ultimi 20 anni. Il 36% del totale delle emissioni globali di gas a effetto serra sono generate dall’ecosistema del costruito e dovute principalmente alla costruzione, all’utilizzo, alla ristrutturazione e alla demolizione. Servirà una vera e propria rivoluzione per fare il salto verso gli standard green necessari a raggiungere gli obiettivi del piano climatico Europeo. Parlando invece di mercato, in Italia gli investimenti nel 2020 in ambito immobiliare commerciale sono tornati ai livelli del 2018. Come vede l’inizio del 2021 e in generale quali sono le previsioni per l’intero anno? Nel 2020 i volumi di investimento sono tornati ai valori del 2018, attestandosi a 8,3 miliardi di euro. La chiusura del primo semestre del 2021 è alle porte e a causa dell’attuale situazione - nuovi lockdown, varianti del virus, ritardi nei programmi di vaccinazione - si registreranno volumi esigui. Allo stesso modo, il secondo semestre sarà ancora caratterizzato da una condizione di incertezza, sebbene un progressivo allentamento dalle misure dovrebbe portare segnali di ripresa e maggiore fiducia da parte delle imprese e dei consumatori. Per il 2021 ci aspettiamo quindi volumi sostanzialmente in linea con quelli registrati nel 2020, mentre una reale ripresa è attesa solo a partire dal 2022-2023, come confermano anche le previsioni di settore a livello europeo. Quali saranno le asset class più avvantaggiate e quelle più penalizzate dalla crisi e dai nuovi stili di vita? Il 2020 ha portato a cambiamenti strutturali nella domanda – quali nuovi modi di lavorare, studiare e in generale di vivere - che sono destinati a perdurare nel tempo e che inevitabilmente influenzeranno il mercato nei prossimi mesi. La crescente attenzione verso temi come la tecnologia e la sostenibilità ha determinato un forte interesse verso asset di qualità. La competizione per questa tipologia di asset ha comportato per esempio un ulteriore compressione degli yield degli uffici prime di Milano, mercato che si conferma il più liquido d’Italia. I cambiamenti strutturali della domanda hanno favorito la logistica, grazie all’espansione dell’eCommerce (market share e-commerce in Italia: 8% 2020 vs 7,3% nel

2019, fonte Osservatorio B2c Politecnico di Milano) e nel tempo porteranno a una crescita dei settori alternativi, quali data center, healthcare e nuove forme di living. Le asset class più penalizzate sono state il settore hotel&leisure e quello retail, che hanno risentito maggiormente del blocco degli spostamenti e delle chiusure. Quali tipologie di prodotto saranno di maggiore interesse nel real estate retail? Per quanto riguarda il commercial real estate, gli investitori si sono concentrati prevalentemente su Milano e, soltanto in misura minore, su Roma, preferendo mixed-use asset – vale a dire immobili ad utilizzo misto uffici&retail (ad esempio Via Dante 16, Via

Prevediamo una crescente differenziazione tra i centri città e le piazze primarie, dove la vacancy è superiore ai livelli storici e in lieve aumento ma l’interesse dei brand rimane costante, e le piazze secondarie Orefici 8 and Piazza Cordusio 3) - e utilizzando un approccio molto cauto. Nonostante le chiusure, i centri commerciali di vicinato hanno performato meglio (2020 vs 2019 -29.9% vendite/mq, footfall -34.2%, fonte CNCC); anche in termini di investimenti l’out of town ha raccolto più interesse (75% del volume totale) grazie al segmento dei supermercati, che non hanno risentito del lockdown, e a deal strategicy relativi a centri commerciali per un totale di 310 milioni di euro. In totale il settore ha registrato volumi pari a 1,4 miliardi (-18% rispetto al 2019), attestando un trend in decrescita per due anni consecutivi. Già prima del Covid il settore retail stava vivendo profondi cambiamenti, la pandemia ha semplicemente accelerato trasformazioni già in atto, ponendo le condizioni per un salto tecnologico legato all’innovazione di formati e servizi. Ci aspettiamo che nei prossimi mesi gli investi-

tori mantengano un atteggiamento cauto verso il settore e si prospetta la chiusura di un numero limitato di deal, a causa delle differenti aspettative di prezzo tra venditori e acquirenti e di un’evidente difficoltà nel fare underwriting - legata all’incertezza dei trend futuri di vendite/fatturati, crescita dei canoni assente, incentivi che aumentano e cambio di strategie dei tenant (riduzione espansioni, maggiori razionalizzazione degli spazi). Su canoni di locazione e affitti di ramo d’azienda, vedremo ulteriori variazioni al ribasso? Nel 2020 abbiamo registrato una flessione del 10% per quanto riguarda i canoni degli shopping centre, dell’8% per i retail park e del 12% per il settore delle high street. Analogamente, anche per il 2021 ci aspettiamo una lieve correzione al ribasso (1,5-2%), ma prevediamo una ripresa già per il prossimo anno. Come si stanno evolvendo le relazioni tra landlord e retailer? È in vista un aumento delle vacancy sia nei centri storici sia nei centri commerciali? Nei prossimi mesi prevediamo una crescente differenziazione tra i centri città e le piazze primarie, dove la vacancy è superiore ai livelli storici e in lieve aumento ma l’interesse dei brand rimane costante, e le piazze secondarie. Mentre i confini tra online e in-store diventano sempre più labili, aumenta la flessibilità dei contratti di locazione, che possono offrire più break option, e dei formati, con la nascita di spazi flessibili completamente attrezzati che possono essere utilizzati dai retailer per testare la domanda relativa ad alcuni prodotti, promuovere il marchio e controllare i costi. Ristorazione e fashion sono tra le categorie in maggiore sofferenza. Nel prossimo futuro andremo incontro a una razionalizzazione della rete di vendita e quindi a un cambiamento del “brand mix” nei centri commerciali e nelle vie dello shopping? Una volta superata la crisi, quali categorie si riprenderanno più velocemente? Ristorazione, moda ed entertainment sono le categorie più colpite. Alcuni retailer stanno ristrutturando i loro portafogli, scegliendo di ridurre la loro esposizione in location secondarie o poco performanti. Diminuire la cannibalizzazione tra negozi consentirà ad alcuni retailer di investire più efficacemente negli store rimanenti e di migliorare la shopping experience dei consumatori. La ristorazione sarà probabilmente il primo settore a manifestare una ripresa post vaccino, mentre il fashion dovrà gestire il cambio strutturale subito anche a causa dell’affermarsi dell’online. ¢ aprile 2021 | retail food

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Dossier food & business district

SPARK FOOD DISTRICT, il cuore della nuova centralità milanese di Andrea Penazzi

Nel 2022 saranno consegnati tutti i locali alle società locatarie di Spark One e Spark Two nonché alle insegne dello Spark Food District, che sarà ubicato ai piedi delle due torri. A regime, il bacino d’utenza e l’offerta commerciale cresceranno con Spark 3, 4 e 5, la parte residenziale e il lifestyle retail

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ffici, residenze, cultura, ristorazione e negozi. Il tutto all’insegna della sostenibilità in termini di efficienza energetica degli immobili e di viabilità, che sarà dolce e a vocazione elettrica. Sullo sfondo, sport e turismo in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, di cui sarà protagonista con la nuova Arena. Peculiarità, mixate in un solo progetto, che rendono unica nel suo genere l’operazione immobiliare condotta in partnership da LendLease con Risanamento. Lendlease è la società impegnata

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IL PROGETTO IN PILLOLE SVILUPPATORE

LendLease

VALORE PROGETTO

250 milioni di euro

TIPOLOGIA

Mixed-use

LOCALIZZAZIONE

urbana

COMMERCIALIZZAZIONE FOOD RETAIL

Cushman & Wakefield

OFFERTA FOOD RETAIL

2mila mq

INAUGURAZIONE SPARK FOOD DISTRICT 2022 anche in un altro quadrante della città meneghina, nell’ex area Expo, con Mind. In particolare, nel quartiere sud, non lontano dall’hub di Rogoredo, la multinazionale specializzata in rigenerazione urbana sta portando avanti uno sviluppo immobiliare del valore complessivo di circa 2,5 miliardi di euro, per una totale di 200mila mq di spazi a vocazione terziaria. La commercializzazione dello Spark Food District, entrata ormai nel vivo, è stata affidata in esclusiva a Cushman & Wakefield.

Il business district

Spark One e Spark Two sono le prime due torri del nuovo business district in corso di realizzazione a Santa Giulia. Progetto che, con una superficie affittabile complessiva di circa 200mila mq di uffici e circa 6mila di servizi, attività food & beverage, darà vita a uno dei maggiori complessi a vocazione terziaria di Milano e in Italia. In consegna all’inizio del 2022, i due immobili disporranno di una superficie affittabile rispettivamente di 30mila e 20mila metri quadrati. In un secondo momento, il business district di Santa Giulia sarà composto da altri tre edifici, Spark 3, 4, 5, da circa 55mila mq di superficie in locazione. Al loro interno farà il suo ingresso, tra gli altri, l’headquarter di Saipem. «La quasi totalità degli spazi di Spark One e Spark Two è stata locata. I due immobili ospiteranno la nuova sede di Saipem, con i suoi circa 3mila dipendenti, e al momento stiamo accelerando con la commercializzazione dei restanti 6mila mq dei piani 6, 7 e 8 di Spark Two, che porteranno ulteriori aziende con circa 600 dipendenti. Il nostro obiettivo è arrivare all’inaugurazione con tutti gli spazi locati», ha dichiarato a r&f Fabrizio Zichichi, head of retail e project lead di Milano Santa Giulia per LendLease. Intervista in cui il manager ha illustrato come il progetto risponda alle nuove sfide impo-

ste dal Covid, in ambito sia uffici sia retail e ristorazione. «La vision e la strategia identificata per Spark One e Spark Two nasco- Fabrizio Zichichi, no ancor prima dell’arri- head of retail e vo del Covid, che di fatto project lead di ha confermato le nostre Milano Santa Giulia scelte progettuali e di public realm di quartiere, accelerando tendenze globali per le quali LendLease è pioniere, soprattutto se parliamo di sostenibilità e climate change. Le principali necessità richieste dai futuri conduttori prendono quindi forma nei nostri progetti. Tra queste, lo smart working, il distanziamento sociale con maggiori aree comuni, le aree relax, un numero maggiore di sale riunioni, gli spazi esterni, il controllo e la gestione della qualità dell’aria, la sanificazione degli ambienti e le tecnologie touchless».

Enrico Palestini, retail leasing manager presso Cushman & Wakefield Come intendente segmentare l’offerta food, tra fast e slow e per fascia di prezzo? L’obiettivo di Spark Food District è dare a un’utenza potenziale molto ampia, formata da residenti, impiegati e studenti, un’offerta ristorativa altrettanto varia e completa, anche in termini di fasce di prezzo. L’offerta, infatti, prevede l’inserimento di ristorazioni specializzate in cluster di tendenza, come healthy brands, fine dining restaurant, enoteche, ristoranti etnici di alto profilo e parallelamente formule più tradizionali, legate anche all’acquisto d’impulso e dal prezzo più contenuto come l’immancabile pizzeria, l’hamburger restaurant, la paninoteca o la pokerie. Prevediamo, inoltre, che la differenziazione dell’offerta sarà tale da coprire le necessità dei clienti per l’intero arco della giornata: dalla prima colazione, al brunch, quindi il pranzo di lavoro, lo spuntino pomeridiano, l’aperitivo, la cena e, perché no, anche il dopo cena magari con gli amici davanti a una buona birra. Quale importanza avranno invece le insegne del territorio, di Milano nello specifico, quelle nazionali e internazionali? Saranno presenti sia le aziende del territorio, che su Milano hanno già un elevato grado di brand awareness, sia le insegne nazionali e internazionali che hanno già pienamente dimostrato la propria capacità di rispondere alle esigenze e al gradimento della clientela. La ricerca puntuale di eccellenze locali ha una duplice valenza: da un lato si tratta di condividere un percorso con brand che sono già ampiamenti fidelizzati sul territorio urbano e che, riteniamo, saranno ulteriormente valorizzati dall’essere presenti in Spark Food Discrict; dall’altro ci rivolgiamo all’utenza attuale e futura dell’area che, in questa innovativa e completa food hall, troverà un nuovo punto di ritrovo e di socializzazione dall’aspetto familiare anche per la presenza di insegne già altamente riconosciute.

Quali sono le vostre richieste agli operatori affinché portino concept e servizi in linea con le nuove esigenze di consumo? Uno degli obiettivi condivisi fin dall’inizio con LendLease nella selezione degli operatori è stato quello di ricercare, per ogni cluster merceologico, i soli tenant in grado di proporre un’offerta in linea con le aspettative qualitative della location e al contempo capaci di personalizzare la proprie attività per offrire ai clienti un’esperienza unica in un’ambiente predisposto ad hoc. Un altro dei punti forti del Food District è legato proprio al rispetto dell’ambiente sulla base delle guideline più recenti che i tenant saranno tenuti a seguire, con soluzioni progettuali che prevedano la massima cura e attenzione anche nella gestione dell’attività. Sistemi di controllo e pulizia dell’aria interna, tecnologie touchless, adozione di modalità e principi nel rispetto della sostenibilità ambientale. Infine, quali sono i tempi della commercializzazione? Ipotizzando l’apertura di Spark Food District a fine anno o, al più tardi, ad inizio 2022, il prossimo step sarà quello di chiedere eventuali approfondimenti ad ogni tenant candidato per poi passare a una fase successiva di selezione; seguirà la consegna delle unità immobiliari entro l’estate per permettere agli operatori di avere il tempo per le debite personalizzazioni. Oggi più che mai appare indispensabile lavorare su un arco temporale che sia tale da permettere anche agli operatori di poter pianificare per tempo i propri investimenti, organizzarsi per la progettazione e la realizzazione dell’attività, procedere al recruitment del personale e promuovere l’apertura del nuovo locale.

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Dossier food & business district

Spark Food District Il nuovo food district pensato da LendLease occuperà il piano terra di Spark One e Spark Two. L’area, pari a oltre 2mila mq, si comporrà di 10 locali commerciali adibiti a trendy coffee ber e ristoranti con metrature flessibili dagli 80 ai 300 mq. L’apertura è prevista entro la primavera del 2022. Collocato in una posizione strategica al centro del business district di Santa Giulia, lo Spark Food District si rivolge a un potenziale attrattivo di oltre 10mila abitanti in un raggio di 15 minuti a piedi, per le comunità di residenti, lavoratori e pendolari di Rogoredo, Santa Giulia e del nuovo quartiere di Merezzate. Quattro sono driver su cui è stato imbastito l’intero progetto: sostenibilità, efficienza, connessione e comunità. Una concezione che intende favorire l’integrazione e lo scambio tra persone e aree pubbliche circostanti, per rendere gli spazi più attraenti, efficienti e piacevoli da vivere. «Lo Spark Food District rappresenterà non solo l’anima più viva del progetto Spark One e Spark Two, ma anche un elemento centrale e una grande opportunità per creare un quartiere con uno spazio pubblico vivace, dinamico e green - ha proseguito Fabrizio Zichichi - Fin da subito prevediamo che i nuovi spazi retail possano godere di una posizione ideale e strategica, con un catchment pedonale di circa 10mila abitanti in un raggio di 15 minuti, data dalla presenza, come detto, degli headquarter di Sky (circa 3.500 dipendenti), di Saipem (cir-

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ca 3.000 dipendenti) e degli attuali residenti (circa 1.400 appartamenti con 4.000 abitanti). In vista delle Olimpiadi del 2026, stimiamo un catchment quasi raddoppiato, considerando l’arrivo di ulteriori uffici negli edifici Spark 3, 4 e 5 alle spalle di Sky (per ulteriori 6mila dipendenti), il nuovo Conservatorio della Musica (circa 750 tra studenti e dipendenti) e il nuovo quartiere di Milano Santa Giulia con l’Arena Olimpica (120 eventi stimati), un lifestyle retail (il cui cantiere partirà nel 2022 e terminerà nel 2025) da 70.000 mq e le prime residenze sul fronte parco (circa mille unità)». Per quanto concerne il lifestyle retail, di cui 15mila mq sono in capo a Esselunga, l’iter del progetto vede la variante urbanistica in fase di prossima approvazione. «Tutto questo, senza considerare anche gli 8 milioni di passeggeri che transitano ogni anno sull’hub di Rogoredo, oltre al flusso dei visitatori che arriverà durante le Olimpiadi e per i quali lo Spark Food District sarà una tappa centrale tra il nuovo Villaggio olimpico di Porta Romana e il Palaitalia a Milano Santa Giulia», ha sottolineato il manager. Come accennato, il new normal determinato dalla crisi sanitaria ha impattato fortemente, oltre che sul mondo del lavoro, anche sul settore del Fuori casa, stravolgendo o talvolta accelerando dinamiche precedenti. «Dal punto di vista progettuale, lo Spark Food District – certificato Grade A, Leed Platinum, Well Gold - si sviluppa in linea con gli ultimi trend del settore ristorativo delineatisi a seguito della pandemia da Covid-19, che hanno visto una rimodulazione degli spazi a favore dello sviluppo esterno, per aumentare la socialità e l’integrazione con l’area e le funzioni pubbliche circostanti. Le soluzioni progettuali adottate prevedono flessibilità nelle funzioni degli spazi comuni per adattarsi alle crescenti esigenze di smart working, grande attenzione alla salubrità degli ambienti grazie a sistemi di controllo e pulizia dell’aria interna e tecnologie touchless. Inoltre, ogni locale è dotato di dehor esterno, vetrine apribili e sedute che affacciano su aree verdi di collegamento tra gli

edifici e sullo spazio pubblico circostante», ha proseguito Zichichi.

Santa Giulia business district - Mind: progetti a confronto Pur sviluppati dalla medesima azienda, LendLease, e rappresentando entrambi nuove polarità urbane di grande importanza vocate all’innovazione e alla sostenibilità ambientale, i progetti di Santa Giulia e dell’ex area Expo hanno caratteristiche (oltre a tempistiche di realizzazione) molto differenti. Tuttavia, soprattutto sul fronte dei servizi come la ristorazione, si possono riscontrare alcune affinità. «Saranno due nuove città nella città che avranno entrambe una fortissima attenzione agli spazi comuni, alla sostenibilità sociale e ambientale, nonché allo sviluppo di nuove comunità resilienti che prospereranno integrandosi al meglio con il tessuto urbano esistente. Mind sarà una destinazione legata all’innovazione, al life science e al digital technology, mentre Santa Giulia all’intrattenimento, al leisure, al retail, allo sport e all’educazione in virtù di numerose scuole, del Museo del Bambino e di un nuovo campus della musica - ha proseguito Fabrizio Zichichi - Per quanto riguarda l’offerta F&B, le analogie saranno maggiori: entrambi i progetti avranno un hub travel importante (Rho Fiera, Mind Merlata, Rogoredo) nonché un catchment locale molto elevato, vista la presenza della popolazione residente e lavorativa che permetterà lo sviluppo di un’offerta “urban street retail”. Anche a Mind il F&B giocherà un ruolo fondamentale, sia in termini di presenza sia di fruizione, sfruttando appieno gli spazi all’aperto e andando ad attivare gli spazi comuni. L’offerta sarà equilibrata, diffusa e volta a soddisfare le esigenze dei cittadini». Mind svilupperà il suo primo intervento entro la fine di quest’anno, per poi consolidarsi con la prima fase di West Gate e la relativa presenza di lavoratori all’interno degli uffici. Successivamente, vedrà un consolidamento con una popolazione presunta di circa 15/16mila persone al giorno entro la fine del 2023. ¢


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È

stato inaugurato a inizio marzo il nuovo Iper La grande di Rozzano (Mi), adiacente al centro commerciale Fiordaliso. Con l’aggiunta di duemila metri quadrati, raggiunge una superficie di 10.500 mq. Rispetto a prima, ora è dotato di due ingressi indipendenti dalla galleria dei negozi, quello principali per tutti gli utenti, quello sul retro dedicato a segmenti particolari come il ritiro Iper Drive e Iper Espress. “Gli spazi in più sono stati utilizzati per valorizzare le aree dei freschi e delle nostre produzioni, per creare nuovi ambienti di ristorazione e ampliare l’assortimento del no

food” ha spiegato Michela Bettoni, direttore del punto vendita. All’interno dell’iper, a conferma della bontà del trend crescente degli in-store, trovano posto un punto vendita Unieuro e un Blukids (Coin). Oltre alla gastronomia e pasticceria Iper, nella “piazza” di raccordo tra ipermercato e centro commerciale, si trova un corner della catena di ravioleria cinese Dim Sum. È stato realizzato un soppalco di 500 mq., dove aprirà, nei prossimi mesi, un ristorante a marchio “Le Terre”. L’offerta commerciale comprende anche IperFarma, IperOttica, reparto Casa, Pet Food Store ed è disponibile un totem “Ti consiglio un Vino”, realizzato in collaborazione con Vinhood. Per quanto riguarda la struttura, nell’ottica dell’efficienza energetica, il tetto è sfruttato al 50% come impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e al restante 50% come giardino pensile di tipo estensivo. Dotato di essenze autorigeneranti, che necessitano di poca irrigazione e sfruttano l’acqua piovana, riduce a zero il consumo di acqua potabile. A regime, l’attesa di Iper è di 20.000 clienti a settimana. A.L aprile 2021 | retail food

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Focus Immobiliare

Con i negozi a corto di redditività, shopping center e outlet escono dai portafogli dei grandi fondi. Prezzi e canoni calano in tutta Europa. Il Covid è parte del problema, ma in realtà il trend prosegue dal 2019

REAL ESTATE: TENGONO “HIGH STREET” E GDO Retail fuori dai radar

C

ome era prevedibile, il 2020 si è rilevato un anno magro come investimenti sugli immobili commerciali, compresi shopping center, outlet e retail park. E la prospettiva resta grigia per tutto il 2021, poiché in fondo sono i negozi delle high street cittadine a catturare l’interesse maggiore degli investitori, insieme alla Gdo.

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retail food | aprile 2021

È il dato che emerge dal Rapporto 2021 sul real estate commerciale in Europa e Italia, redatto da Scenari Immobiliari.

Il nodo “riconversioni”

Il centro studi, nel mese di gennaio, ha effettuato un sondaggio tra 170 operatori di

mercato (38% gestori, 22% progettisti, 21% investitori, 20% sviluppatori) da cui emerge il sentiment rispetto all’andamento di mercato dei prossimi mesi. Come mostrano i grafici, le tipologie di asset attualmente ritenute più interessanti sono quelli nelle high street delle principali città (indicate nel 54,3% delle risposte) e la Gdo alimentare


mancanza di turisti, la presenza dei grandi brand, la scarsità di spazi disponibili e la fiducia in un ritorno alla normalità, una volta rientrata la crisi sanitaria, hanno mantenuto vivo l’interesse da parte degli investitori. Ma la grande distribuzione, sempre rimasta aperta anche in pandemia, è l’asset class che ha attirato più investitori e che ha permesso, già sul finire del 2020, di risollevare il livello dei volumi. E anzi, alcune operazioni sono state motivate dal fatto che le attività commerciali, per trovare le risorse da dedicare al rafforzamento dell’on line, hanno smobilizzato alcuni asset immobiliari. Un altro

li completamente diversi, come palazzetti dello sport. Con risultati, comunque, non sempre positivi.

In Italia solo il 6% dei volumi Il mercato italiano degli immobili a uso commerciale ha registrato nel 2020 un fatturato di 6,8 miliardi di euro, derivanti da vendita o locazione, con un calo di oltre il 26% su base annua. La perdita maggiore (-40%) si è avuta nel mercato dei negozi, mentre la Gdo

IL SENTIMENT DEGLI INVESTITORI

Centri commerciali di prossimità

17,1%

17,1%

14,3%

54,3%

8,6%

Immobile situato nelle high street delle principali città

(42,9%). In parte, attirano attenzione anche gli immobili collocati nelle vie più importanti delle città secondarie (28,6%), mentre appare molto debole il comparto dei centri commerciali, retail park e outlet. Perché? Esistono molte differenze all’interno del mercato. Nelle high street, nonostante la forte penalizzazione derivante dalla

28,6%

42,9%

5,7% Nessuna

Retail Park

Mario Breglia, presidente e Clara Garibello, direttore di ricerca a Scenari Immobiliari

Gdo alimentare

Immobile situato nelle vie secondarie delle principali città

Outlet

Fonte: Scenari Immobiliari

Nonostante lo scenario attuale, quali di queste categorie ritiene più attrattive per l’investimento nel comparto retail?

elemento che caratterizza, attualmente, la scarsa propensione verso le grandi superfici retail è la mancanza di prodotto “nuovo”, quello solitamente più interessante. “La crisi da Coronavirus ha influito in maniera negativa sulla disponibilità di finanziamento per le nuove realizzazioni immobiliari, in particolar modo per gli asset retail” ha spiegato Clara Garibello, direttore di ricerca a Scenari Immobiliari. Secondo l’analista, il real estate commerciale continua comunque ad essere appetibile. Ma andrà incontro a forti trasformazioni. “Sarà un mercato caratterizzato da contrasti, con andamenti completamente differenti. Una parte del mercato riuscirà, infatti, a superare la crisi grazie all’evoluzione delle modalità di vendita e dei contenitori, mentre un’altra parte di mercato scomparirà e, nella migliore delle ipotesi, verrà riconvertita ad altro”. Negli Stati Uniti, per esempio, già da qualche anno è in corso un processo di riqualificazione funzionale di numerosi “mall”, riconvertiti in uffici ma anche in immobi-

Immobile situato nelle vie più importanti delle città secondarie

ha retto meglio (-20%). Una quota rilevante delle transazioni è stata conclusa nel primo semestre dell’anno, grazie ad attività avviate nel 2019. Per il 2021 si prospetta un primo semestre ancora di sostanziale debolezza, mentre a fine anno il fatturato dovrebbe registrare un leggero incremento, pari a un più 1,5%. Occorrerà attendere il 2022 per tornare a livelli vicini a quelli pre-Covid, con un fatturato che potrà raggiungere i 7,7 miliardi di euro. Interessante rilevare, comunque, come la diminuzione dell’asset commerciale nei grandi portafogli sia una costante che dura da qualche anno. “In effetti, il calo degli investimenti nel comparto degli immobili commerciali è stato determinato non solo dalla pandemia, ma anche dall’incremento costante delle vendite online” commenta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. “Gli effetti del lockdown, che hanno compromesso la redditività di molti tenant, si sono sommati al crescente atteggiamento di cautela da parte degli investitori, che ha caratterizzato il mercato negli ultimi anni e portato a una aprile 2021 | retail food

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Focus Immobiliare progressiva riduzione della quota degli immobili commerciali presenti nei grandi portafogli, scesa a circa il 16%”.

LIEVE RIPRESA NELL'ANNO IN CORSO

10.000 9.000 8.000

Sul valore riduzione media del 4%

7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0

2015

2016

2017

2018

COMMERCIALE

2019

di cui GDO

2020 di cui RETAIL

2021

(Stima)

PREZZI IN DISCESCA GIÀ DA PRIMA DELLA PANDEMIA 104,0 102,0

Ò

100,0

Ò

Ò

Ò

99,0

98,0

Ò

96,0

96,0

Ò94,0

94,0 92,0

2015

2016

2017

2018

GDO piccola distribuzione

GDO

2019 2020 Piccola distribuzione Ò

2021

(Stima)

Fonte: Scenari Immobiliari

PREZZI A CONFRONTO (BASE 100; 2015 = 100)

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Prezzi medi % Prezzi medi % Capoluoghi 2020/2019 2021/2020 BARI -3,2 -2 BERGAMO -4,9 -1,7 BOLOGNA -3,6 -1,3 BRESCIA -1,6 -2,1 CAGLIARI -6,6 -2,6 CATANIA -3,3 -5 COMO -3,8 -1,7 FIRENZE -3,8 -1,2 GENOVA -4,1 -1,6 MILANO -7,1 -0,9 NAPOLI -4,8 -1,6 PALERMO -2,3 -2,7 RIMINI -1,6 -1,9 ROMA -2,7 -0,7 SALERNO -3 -1,7 SIENA -7,5 -1,4 TORINO -1,5 -3,7 TRENTO -5,3 -1,7 VENEZIA -3,8 -1,3 VERONA -4,2 -2,2 Media Italia -4 -3,1

retail food | aprile 2021

Canoni medi% 2020/2019 -6,1 -4,7 -3,5 -6,1 -7,1 -15,4 -4,5 -3,3 -2,2 -3,9 -4,2 -6,7 -5 -2,1 -2,4 -3,7 -4,9 -4,7 -3,8 -5,7 -15,1

Canoni medi % 2021/2020 -3,2 -2,4 -1,8 -3,2 -3,8 -9,1 -2,4 -1,7 -2,3 -1,4 -2,2 -3,6 -2,6 -1,1 -2,4 -1,9 -2,6 -2,4 -2 -3 -3,7

Per quanto riguarda i prezzi degli immobili commerciali, l’anno passato ha determinato una riduzione generale, con una media italiana che si attesta al -4%, ma con punte che in alcune piazze hanno toccato il 7,5% di Siena, il 7,1% di Milano, il 6,6% di Cagliari o il 5,3% di Trento. E anche per l’intero 2021, in confronto al 2020, le valutazioni subiranno ancora una limatura al ribasso, di circa il 3% come media nazionale, ma con un mercato che si stabilizzerà nei centri come Milano, Roma, Firenze. Lo stesso trend seguono i canoni di locazione. Se nei 20 principali capoluoghi di provincia il ribasso è stato in media del 5%, la stima di Scenari Immobiliari per tutto il territorio nazionale registra un pesante -15%. Anche sul fronte affitti, il 2021 continuerà in territorio negativo e comporterà una riduzione media di un ulteriore 3,7%. I grafici mostrano un interessante confronto con gli ultimi 5 anni. Fatto 100 il dato 2015, infatti, si nota come la diminuzione sia dei prezzi che dei canoni sia già iniziata nel 2019 e l’anno del Covid abbia soltanto confermato l’andamento. In modo particolare per quanto riguarda gli affitti, si nota come i livelli della piccola distribuzione, nel corso di quest’anno, si assesteranno a livelli del 18% inferiori al 2015, mentre quelli della Gdo sono sotto del 10%.

In Europa gelata su Spagna e Gran Bretagna Il mercato italiano ha seguito fedelmente l’andamento del resto d’Europa. A livello continentale, già nel 2019 gli investimenti nel settore erano calati del 27,5%, con un minimo storico di 42,1 miliardi di euro. Le chiusure di negozi e gdo, uniti alle poche aperture, hanno determinato un ulteriore calo del 31,1%, per un ammontare complessivo pari a circa 29 miliardi di euro. Per il 2021 si stima un rialzo del 20,7%, a 35 miliardi di euro. A livello di prezzi dei negozi, Spagna e Regno Unito sono i Paesi andati incontro al raffreddamento peggiore, con cali superiori al 7%, mentre il dato italiano è quello più tiepido. È interessante osservare (vedi tabella), che nel confronto con il 2015, solo Francia e Spagna si manterranno sopra quel livello, mentre gli altri mercati subiranno un calo simile a quello italiano. A.L.


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Trend Acquisti on line

SORPRESA USA:

sprofonda la soddisfazione nell’e-commerce

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a pandemia ha messo ancora più benzina nel motore dell’e-commerce. E ormai non c’è operatore che non stia investendo sul canale digitale. Ma ora che si tirano le fila del 2020, vera e propria stagione di boom planetario delle vendite su Internet, emergono anche le prime crepe. Persino i big del settore, infatti, si sono fatti trovare impreparati all’appuntamento. E il rapporto con la clienteale ne risente.

Indice ai minimi dal 2015

Ci sono infatti alcuni dati sorprendenti, nell’ultimo report Acsi sull’Indice di soddisfazione dei consumatori americani, focalizzato su “Retail and consumer shipping report 2020-2021”. Secondo l’American Customer Satisfaction Index, in generale il settore Retail è scivolato del 2,3%, toccando il livello di 75,5 (su una base di 100), ossia il punto più basso dal 2015. Ma questo poteva anche essere atteso. “Le catene del settore hanno vissuto uno degli anni più tribolati della storia, tra chiusure forzate, che hanno influenzato gli acquisti di persona, e fenomeni di scorte insufficienti, dovuti a spese eccessive guidate dal panico” ha spiegato David VanAmburg, direttore generale di Acsi. Quel che stupisce, però, è che anche i grandi brand dell’e-commerce siano andati incontro a un drastico calo. Il colosso Amazon è sceso da 83 a 79, il suo minimo storico da quando la rilevazione viene effettuata. “Nonostante le dimensioni e risorse di cui dispone, la catena di fornitura di Amazon negli Usa ha vacillato, causando ritardi nella consegna e frequenti avvisi di esaurimento scorte” segnala ancora il report. L’unico grande portale a mantenere la posizione (78) è Target.com, mentre perdono 4 punti Macy’s e Wayfair, scesi intorno a 77, e cede 3 punti eBay, insieme a Gap, Home Depot e Lowe’s. Nel campo del retail abbigliamento e beauty, in realtà, ci sono anche note più 36

retail food | aprile 2021

PREVISIONE ITALIA: +37% A FINE ANNO

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el 2020 l’e-commerce in Italia ha generato 58,6 miliardi di euro di valore, +6,3% sul 2019. gli acquisti on line dei consumatori italiano hanno toccato il record di 22,7 miliardi, +4,7 miliardi rispetto al 2019. Lo dice il report “SnapshotE-commerce e logistica” redatto da World Capital. L’anno scorso il food & grocery è balzato del 56%, l’home living del 30%, mentre ha subito una forte contrazione il segmento “travel”, solitamente uno dei più importanti. Tra i settori che compongono il comparto delle vendite online, i Marketplace rappresentano la tipologia a crescita maggiore, sia per fatturato (+26,2% medio annuo) che per occupati (+20,9% medio annuo), seguiti da Retailer online e Brand owner e dalle attività di customer care. La previsione di World Capital per il 2021 è di una crescita del 37%. “La crescita dell’e-commerce ha portato a nuove esigenze anche negli spazi logistici” ha commentato Andrea Faini, ceo di World Capital, “con una maggior richiesta per il last mile; mercato che tenderà a crescere anche nei prossimi mesi”. positive, come quelle di Nike e Sephora che perdono solo un punticino e restano intorno a un grado di soddisfazione 80. Nel complesso, in cima alla classifica generale, c’è la catena Nordstrom (81), mentre al punto più basso si segnalano Walmart (73) e Seals (72).

Bene app e check-out, male l’assistenza Ma nel dettaglio, quali sono i punti di forza e debolezza? Forse perché l’attesa è alta, o anche perché la platea di utenti si è allargata molto, anche a target non sempre al passo con la tecnologia, tutte le voci considerate dallo studio si sono mostrate in ribasso. La qualità delle “mobile app” è sempre considerata alta, scesa solo da 85 a 84. Un altro punto di forza degli “internet retailer” è la facilità di “pagamento e check out”, che in realtà perde 3 punti fino a 83, ma batte comunque la rapidità di paga-

mento avvertita negli store fisici, che oscilla sul mercato tra 72 e 79. In fondo alla classifica per lo spaccato “Internet retailer” ci sono due voci. La prima ha a che fare con l’assistenza. Perde due punti in media, da 78 a 76, il livello dei call center e di altri strumenti di aiuto come le live chat. La seconda, invece, riguarda i suggerimenti “auto generati” di prodotti da acquistare, profilati secondo abitudini, interessi o passati acquisti dell’utente. Anche questo, un tassello che si posiziona a 76. Non è un aspetto secondario, dal momento che questi consigli guidati dai software sono un pezzo della tanto sbandierata “big data analytics” di cui sono pieni gli annunci aziendali. La morale? Buttarsi a capofitto sull’e-commerce è un obbligo. Ma la qualità conta almeno quanto i volumi. Meglio investire in tutte le direzioni. E se persino gli utenti americani snobbano le “site-generated recommendations” vuol dire che c’è ancora molto da fare, sull’analisi dei dati. In America. Figuriamoci qui da noi. A.L.


L’acquisizione

GABRIELE VOLPI RILEVA CALIFORNIA BAKERY: maxi piano da 60 aperture Tra store diretti e in franchising, il gruppo Ten Food & Beverage punta a un piano accelerato di crescita per il brand milanese di caffetterie “american taste”

A

rrivare a 30 negozi di proprietà, più altri 30 punti vendita in franchising, possibilmente nel giro di un anno. È questo il piano di rilancio ambizioso, forse persino troppo, del marchio California Bakery, ora entrato a far parte della galassia di Gabriele Volpi. A Milano California Bakery, attiva da più di 20 anni, era diventata un’istituzione nel segmento delle caffetterie/ristoranti a tema “stelle e strisce”. Ma dal 2019 sono iniziati i problemi di cassa, culminati nel 2020 con la richiesta di concordato preventivo, presentata al Tribunale di Milano, da parte del fondatore Marco D’Arrigo. Proprio il gruppo Volpi si era votato al salvataggio, prima con un affitto di ramo d’azienda, sfociato ora con il definitivo acquisto. Il nuovo management non ha perso tempo e nel frattempo, prima ancora del closing dell’operazione, aveva già aperto due nuovi ristoranti in Sardegna, a Olbia e Porto Cervo. Ora il piano si fa ancora più ambizioso. “Abbiamo sempre avuto la percezione di un marchio storico, ma troppo concentrato su Milano” ha spiegato Stefano Chisoli, presidente di Ten Food & Beverage srl, compagine societaria di controllo. “Nel piano di nuove aperture c’è ancora il capoluogo lombardo, ma abbiamo già messo nel mirino altre città come Roma, Torino e poniamo un primo tassello in chiave internazionale, con il progetto di una prossima apertura a Lugano”. E come verranno selezionate le location? “Non abbiamo preclusioni” precisa il nuovo responsabile operativo di California Bakery, Alessandro Fois. “Puntiamo alle high street di grande richiamo, ma è previsto lo sbarco anche in alcuni shopping center. Anzi, con due di

questi siamo già in trattative e sono stati loro a proporci di entrare, segno della fiducia verso il progetto” aggiunge. Quanto al franchising, la proprietà lancia il consueto invito a “giovani aspiranti imprenditori” cui non sarà dato soltanto un brand di licenza, ma che saranno seguiti passo passo, dal programma di formazione alla pianificazione del format e del business plan. Intanto, California Bakery ha già annunciato un allargamento del menù, con il presidio di tasselli su cui prima era debole, come la fascia “cocktail-aperitivo”, e l’inserimento di particolarità pregiate come il “lobster roll”. “Allargare la base della potenziale clientela era il primo, indispensabile passo” ha aggiunto Fois. “Certo è una sfida. Già subentrare al ramo d’azienda non è stato facile, abbiamo dovuto trovare accordi con decine di locatori e fornitori, e siamo riusciti a mantenere la forza lavoro. E anche adesso, sappiamo che il controllo dei costi dovrà essere maniacale. Ma siamo molto fiduciosi” ha concluso il presidente Chisoli. Al momento la società non ha fornito dettagli sull’ammontare dell’investimento previsto. A.L.

La galassia Volpi (e Fiorani) entrata di prepotenza nella ristorazione

C

alifornia Bakery è stata acquistata dalla Ten Food & Beverage srl, denominazione appena assunta da Hi Food srl, nata a sua volta nel 2018 dalla fusione di Kofler (brand di ristorazione forte nel Nord Est) e Event Beach (attivo nella gestione di stabilimenti balneari). È il cuore che racchiude oggi una quarantina di ristoranti in Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Veneto, Sardegna e Canton Ticino, con i marchi Ten Restaurant, Al Mare by TEN e Pasticceria Svizzera 1910. La Hi Food srl aveva chiuso il bilancio 2019 con ricavi a circa 15,7 milioni e un rosso di 4,9 milioni (con oltre 20 milioni di costi di produzione, di cui 8 per il personale). La catena di controllo vede come socio unico White Fair Holding Sa (società di diritto lussemburghese, che coordina le attività tramite la succursale di Lugano), a sua volta parte del gruppo Orlean Invest holding Ltd. É la holding principale di Gabriele Volpi, nato a Recco nel 1943, imprenditore a capo di un impero sterminato, che ha fatto fortuna in Nigeria con la logistica petrolifera e che negli anni ha investito nello sport (Pro Recco, Spezia Calcio, Arzachena), nella finanza (Carige, Moncler), nella logistica (Interporto di Venezia e terminal intermodale di Marghera) e ha vari interessi immobiliari in Liguria. Volpi, presidente della holding, ha scelto come amministratore delegato Gianpiero Fiorani, incaricato di organizzare le attività in Italia, conosciuto a Lodi in gioventù. Proprio il Fiorani ex enfant prodige della Banca Popolare di Lodi, poi ridimensionata dopo le inchieste sui crack Parmalat e sulla scalata ad Antonveneta. aprile 2021 | retail food

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Intervista all’associazione

L’UNIONE

fa la forza di Massimo Luigi Andreis

La nascita di AssoHoreca si pone un obiettivo preciso: tutelare la supply chain e i fornitori di un settore fondamentale nella filiera della ristorazione che fino a oggi è stato trascurato

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are voce a un settore chiave del canale Horeca che comprende oltre 1.000 aziende con un fatturato totale che supera i 4 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 15.000 addetti. È da questi numeri che parte l’analisi di Luigi Fasoli, eletto presidente della neonata AssoHoreca, che a poche settimane dalla sua costituzione a Lecco comprende già decine di aziende che producono, importano e rivendono attrezzature e accessori per la ristorazione. Si tratta di realtà il cui core business non è direttamente riconducibile ad attività ristorative vere e proprie ma le cui sorti sono ad esse strettamente legate. Si tratta della supply chain delle forniture alberghiere che realizzano le attrezzature con cui produrre, stoccare e servire i cibi.

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retail food | aprile 2021

Un comparto nel limbo Un settore che, lamenta Fasoli, ceo di Horecatech, una delle sette imprese fondatrici dell’associazione, è stato “completamente dimenticato a livello istituzionaLuigi Fasoli, presidente le”. Di più: spesso è persino sconodella neonata AssoHoreca sciuto e sicuramente sottostimato nel contributo, anzi, nel ruolo imprescindibile che svolge nella fiEppure, a fronte di questo ruolo, l’assenliera: “Senza tavoli, piatti e pentole non si za di un codice ATECO lo ha escluso dai rifa ristorazione”, scandisce il neo presidenstori, nonostante le aziende al suo interno te. Un comparto che non solo è necessario, abbiano registrato nei primi due mesi del ma muove molti soldi e ha parecchi addet2021 un crollo del fatturato del 50% rispetti, contribuendo in misura non indifferente to allo stesso bimestre del 2020. La consealla tassazione nazionale. guenza di questa scarsa attenzione è presto detta: “Se non verremo adeguatamente sostenuti dal nuovo Governo, quando scadrà il termine del blocco dei licenziamenti le ripercussioni sul fronte occupazionale saranno inevitabili. Peraltro, la filiera in cui operiamo non ha avuto alcun tipo di sostegno anche perché, ad oggi, non esiste un codice ATECO specifico che individui le nostre aziende: la stragrande maggioranza di quelle di distribuzione ricade sotto il codice 46.69.99 ‘commercio all’ingrosso di altre macchine ed attrezzature per l’industria, il commercio e la navigazione’, men-


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tre la maggior parte dei produttori ha come codice 25.99.19 ‘fabbricazione di stoviglie, pentolame, vasellame, attrezzi da cucina e altri accessori casalinghi non elettrici, articoli metallici per l’arredamento di stanze da bagno’. Ebbene, questa mancanza di una identità specifica riconducibile al settore Horeca ci lascia nel limbo, senza sostegni contro i danni della pandemia”. Sono circa un centinaio le aziende che hanno aderito ad AssoHoreca in poco tempo, a riprova dell’urgenza e della necessità della sua nascita. Sono realtà che operano in modo trasversale, alle quali l’associazione fornisce tutta una serie di importanti servizi in cambio della quota di partecipazione: consulenza legale, fiscale e in occasione di bandi per accedere a fondi europei; aggiornamento sulle norme italiane e sui regolamenti comunitari in tema di MOCA (Materiali Oggetti Contatto Alimentare); assistenza di uno specialista di marchi e brevetti o per richiedere certificazioni; comunicazione continua tramite newsletter di aggiornamenti tecnico-normativi e di agevolazioni fiscali. Inoltre, si punta alla redazione di un codice etico di base per regolamentare l’accesso all’associazione e consentire di identificare ogni associata come azienda di qualità.

Nel breve periodo, Fasoli prevede di intavolare una serie di confronti con tutti gli enti e le istituzioni che gravitano a vario titolo attorno al settore: “Il dialogo con tutti gli interlocutori esistenti ai vari livelli è di primaria importanza per salvaguardare la filiera Horeca, senza trascurare i rapporti con le fiere di settore nazionali e internazionali, al fine di ottenere condizioni agevolate per i membri dell’associazione. Ma più di tutto, occorre che, in questo momento emergenziale, il nuovo Governo contribuisca alla ripresa del nostro sistema produttivo con delle risorse, sotto forma di credito di imposta, agli utilizzatori finali del settore Horeca, così da iniettare liquidità nel sistema”.

Voglia di rinascita Sono dunque sette le aziende che hanno dato vita come soci fondatori ad AssoHoreca: accanto ad Horecatech, Ambrogio Sanelli, Baldassare Agnelli, Beckers Italy, Cifa Centro Italiano Forniture Alberghiere, Ilsa e Leone. La loro iniziativa ha uno scopo immediato e ben preciso: difendere i posti di lavoro, sostenere la capacità di resilienza e, presto, lo sviluppo di un settore che è fiore all’occhiello del sistema Italia, stretta-

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mente legato a quello dell’agroalimentare, componente a sua volta del turismo, che in Italia genera normalmente il 14% del PIL. Ebbene, partendo dal presupposto che il comparto ristorazione/turismo è, a livello mondiale, tra quelli più duramente colpiti dalla pandemia, va osservato come, a fronte del sostegno dato dalle istituzioni nazionali agli esercizi commerciali di somministrazione e hospitality mediante la cassa integrazione in deroga e i ristori, alla filiera dell’Horeca no food non è stato concesso alcun sostegno sino ad oggi: è ora dunque di provvedere per consentirgli di superare questo momento di inedita difficoltà e favorirne, il prima possibile, la rinascita. Sì perché Fasoli ne è convinto, e, perfettamente calato nel suo ruolo di imprenditore che vede il bicchiere mezzo pieno per necessità e/o virtù, sostiene che “quando usciremo da questa pandemia, sono certo che tutto il comparto, così come il resto dell’economia, farà un grande balzo in avanti: in giro, e lo vedo nei colloqui che ho con i nostri associati, c’è voglia di fare, di tornare alla vita di prima e di recuperare il tempo perso a causa di questa emergenza sanitaria. Ma per sostenere questa voglia di rinascita occorre liquidità… e i vaccini…”. Già i vaccini… ¢

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aprile 2021 | retail food

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Case history trasporti

SVAT, servizio capillare in Italia e all’estero

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a bassa temperatura implica necessariamente l’alta qualità. Ecco perché un’azienda come Svat, nata nel Veneto nel 1945 e tutt’oggi leader nel mercato di settore sia in Italia che all’estero, si occupa di trasporti internazionali a temperatura controllata con estrema competenza e conoscenza dei delicati meccanismi che caratterizzano questo segmento imprenditoriale. Svat opera in tutti i comparti del mercato agroalimentare per conto di rilevanti clienti in diverse parti d’Europa. Chi entra in partnership con Svat, infatti, può usufruire di tutte le capienze possibili a disposizione dell’azienda grazie alle sue molteplici piattaforme distribuite sul territorio nazionale, con uno spazio totale a oggi pari a 50mila posti pallet multi-temperatura, ma che tuttavia aumenta secondo un principio di crescita continua e costante nel tempo. Inoltre Svat gestisce una flotta di 300 automezzi che distribuiscono sia in Italia che all’estero attraverso una rete ramificata e capillare, in grado di raggiungere ogni zona possibile richiesta dal cliente. Il posizionamento strategico, per far fronte alla necessità di garantire una copertura a livello nazionale e consegne sempre puntuali, va di pari passo con un modello di business e organizzativo a ragnatela che consente il presidio totale del territorio, non solo in Italia. Per permettere la distribuzione frequente di piccoli quantitativi all’interno dei centri cittadini, per esempio, la rete è stata potenziata con l’apporto di partner regionali che, nel rispetto delle regole e delle

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diverse normative vigenti, consentono di incrementare la capillarità mantenendo alto lo standard qualitativo del servizio. Quest’ultimo, che si estende a 360 gradi coprendo varie aree di intervento e assistenza, comprende al suo interno stoccaggio, multi-temperatura e servizi inbound, distribuzione per industria, retailer, food service, servizi crocieristici e aeroportuali, groupage, soluzioni logistiche per la supply chain, trasporti aerei e navali, servizi doganali, trasporti specializzati per le carni, sempre garantendo la tracciabilità alimentare, nonché analisi e sviluppo di progetti specifici e personalizzabili di caso in caso a seconda delle peculiari esigenze della clientela di riferimento. Svat inoltre, essendo da sempre un’azienda internazionale che punta a incrementare i volumi di traffico grazie al potenziamento del reparto di trasporto a carico completo, i processi di digitalizzazione e le strette partnership intessute finora con le consorelle Svat Deutschland e Svat Hungary, garantisce servizio stradale in tutta Europa nonché oltremare, via aerea e via navale, anche fuori dai confini Schengen. In questo particolare momento storico Svat offre flessi-

bilità e attenzione al servizio, con riguardo sia alle esigenze della ristorazione che alle esigenze distributive della GDO e dell’industria, giovandosi di una rete di piattaforme e di un circuito strutturato negli anni a vantaggio di tutti i player. Il trasporto di prodotti alimentari surgelati rappresenta il vero e proprio core business di Svat, che ha costituito una rete di infrastrutture affiancate all’organizzazione distributiva per una gestione in outsourcing a favore di industrie e operatori del settore. Tale rete è composta da 300 automezzi che servono oltre 1.600 clienti da ogni provenienza geografica. Come spiega Stefano Tomasi, vice presidente di Svat Spa, importanti misure di sicurezza sono state messe in piedi sin dalle prime fasi dell’attuale emergenza legata al Coronavirus con particolare attenzione nei confronti delle procedure di gestione e tutela della salute pubblica. Le norme igieniche richieste sono sempre state applicate con scrupolo e cura del dettaglio in modo da predisporre un rigido sistema di controllo tale da garantire la massima sicurezza per lavoratori, clienti e fornitori. In questo periodo estremamente complicato, continua a sottolineare Tomasi, Svat, inoltre, ha avuto conferma della rilevanza dei rapporti umani, quelli che da sempre l’azienda valorizza e che risultano essere il vero punto focale di ogni impresa di successo. Dai dipendenti, ai fornitori, ai clienti, tutti hanno saputo tirare fuori il meglio e lavorare con serietà e la certezza che, quando l’emergenza stessa sarà finita, si potrà riprendere con la massima energia e una nuova consapevolezza a scalare le vette del business di settore e di tutto il mercato più in generale. Perché se è sempre stato il modello della rete quello che ha permesso di raggiungere risultati importanti finora, bisognerà incentivarlo ancora di più. Valorizzare i rapporti umani sconfigge le crisi più dure. Red


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Scenario Travel

TURISMO INCOMING

la ripartenza grazie ai “corridoi” Il traffico internazionale, anche se lentamente, torna a muoversi. Roma e Milano sono in prima fila per i voli “Covid free” dagli Stati Uniti. Si guarda anche a Cina, Russia e Medio Oriente

L’

estate si avvicina. Le previsioni annunciano una stagione simile al 2020, ossia basata su un turismo di prossimità, nazionale o per lo più europeo. Eppure il settore aereo e tutto il retail che gli gira attorno, ha fame di turisti intercontinentali. La speranza è che una parziale ripresa possa provenire dai “corridoi”, quegli accordi che permettono di aprire determinate tratte, in modalità “covid-free”, capaci in qualche misura di superare le restrizioni imposte a livello centrale nei confronti di determinati Paesi. Gli esperimenti non mancano. Finora, va detto, sono rimasti a livello di sperimentazione o confinati in un target limitato di clienti. Ma qualcosa si muove. E bisogna farsi trovare pronti quando il turismo vero e proprio ripartirà.

Nelle foto, i protocolli sanitari in partenza dagli Usa

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Da New York e Atlanta voli “safe” sull’Italia Quali sono i bacini di incoming che ci interessano? Sicuramente in prima fila ci sono gli Stati Uniti, fra i top spender quando visitano l’Italia insieme a cinesi, russi, mediorientali. Secondo il piano 2021 dell’Enit (Ente nazionale del turismo italiano) i turisti a stelle e strisce cominceranno a tornare soprattutto dal terzo trimestre. Alitalia e Adr (Aeroporti di Roma) si sono mossi per tempo. La ex compagnia di bandiera permette già di volare in maniera “safe” da Roma Fiumicino da e per New York e la collaborazione è stata estesa a Delta, per i voli tra la capitale e Atlanta. Da poco l’intesa è stata allargata a Sea e da questo mese partono le rotte sul Jfk anche da Malpensa. Sulla tratta Roma-New York, Adr e Alitalia hanno anche avviato la digitalizzazione dei certificati di negatività. Ripartirà invece con due rotte l’altra big che opera sul mercato italiano, American Airlines. I collegamenti sono ripresi il 28 marzo da Roma verso Dallas, con un volo giornaliero. E dal 4 aprile è tornato il Milano Malpensa - New York. Però l’intenzione di Milano è di non fermarsi. “Nelle prossime settimane vogliamo partire con quattro voli intercontinentali detti “corridoi sanitari”, in quanto


Spagna e Grecia a caccia di inglesi. E si muovono i tour operator

S

Le tratte extra Ue più redditizie pre-Covid (numero di pax/anno, dati 2019) COLLEGAMENTI

PASSEGGERI

Milano Malpensa - Jfk New York Roma Fiumicino - Tel Aviv Roma Fiumicino – Jfk New York Milano Malpensa - Dubai Roma Fiumicino - Dubai Fiumicino - Mosca Sheremetyevo

857.000 812.000 789.000 673.000 579.000 558.000

per fruirne sarà necessario essere stati vaccinati o aver fatto un tampone negativo nelle ore prima del volo” aveva auspicato a febbraio Armando Brunini, amministratore delegato di Sea Milano, nel corso di un evento di Assolombarda. Le autorizzazioni dipendono dalla politica e, in questo caso, la risposta è stata celere, almeno per quanto riguarda il corridoio con New York, presto approvato dal Ministero della Salute. Qual è il protocollo? I passeggeri, all’atto dell’imbarco, devono presentare un certificato di test negativo (molecolare o antigenico), effettuato nelle 48 ore precedenti il volo. Ma soprattutto, all’arrivo, gli americani avranno la possibilità di evitare la quarantena o l’isolamento fiduciario, ad oggi previsto per coloro che arrivano dagli Stati Uniti, effettuando un test antigenico direttamente in aeroporto. “L’auspicio è che si possano estendere anche su altre tratte importanti. Auspichiamo che questi voli siano un boost alla ripartenza” hanno commentato da Sea.

I test di Neos e S7 su Cina e Russia In cima alla lista dei desideri ci sono anche i cinesi. Una statistica del governo di Pechino, redatta a metà 2020, conferma che l’Italia è la seconda destinazione europea preferita, dietro la Russia e prima della Francia. Nello specifico, su circa 8 milioni e mezzo di

viaggi di gruppo organizzati dalle agenzie cinesi nel 2019, circa un milione riguardavano il nostro Paese. Ma oggi come sono i collegamenti? Da Milano è operativo un volo Neos (compagnia del gruppo Alpitour), anche questo “covid free” che una volta alla settimana collega il capoluogo lombardo con Nanchino. Ma è chiaro che non basta. Poi ci sono i russi. Nel 2019, il flusso di viaggiatori dalla Russia verso l’Italia ha superato un milione di persone, il 16,7% in più rispetto al 2018. L’Italia è diventata il terzo Paese più popolare dopo la Turchia e la Thailandia. Dallo scorso dicembre, la compagnia russa S7 Airlines ha annunciato la ripresa dei voli, uno settimanale da Roma e Milano per Mosca. Mancano ancora i turisti del Medio Oriente. Dubai, per esempio, ha riaperto al turismo internazionale e ci sono voli della Emirates verso l’Europa. Ma quanto di questo movimento riesce a tradursi in incoming?

Per ora coinvolte solo famiglie di ritorno e business Il problema reale è che, almeno per ora, questi tentativi di ripresa servono poco per il turismo leisure. La Cina ancora non concede Visti ai suoi cittadini per recarsi all’estero. Per lo stesso motivo risultano bloccati gli Stati Uniti. Anzi, di recente il Cdc americano (Centers for Disease Control) ha elevato

ul tema dei corridoi naturalmente anche gli altri Paesi non stanno alla finestra. E sono soprattutto le principali destinazioni “di mare” a mettersi subito al lavoro per riattivare il turismo. Il boccone prelibato del momento si chiama “turista inglese”. Londra infatti è avanti con la campagna vaccinale e i sudditi della Regina non vedono l’ora di migrare verso il Sud per meritarsi un po’ di caldo estivo. Secondo il Governo di Atene, tutto è pronto per un accordo che istituisca un corridoio sanitario tra Grecia e Regno Unito. E per rispondere a una domanda che si annuncia corposa, British Airways ha messo a disposizione 728mila posti verso Atene nella sua programmazione estiva. È il doppio di dieci anni fa. E altri 300.000 posti arrivano dalla compagnia greca, in forte espansione, Aegean. Naturalmente anche la Spagna non sta a guardare e lavora per aprire corridoi di sicurezza con Londra. Verso le Canarie si segnala anche un’iniziativa italiana. Alpitour, con la sua compagnia Neos, sta sperimentando soggiorni Covid-tested nelle sue strutture delle isole spagnole, con voli verso Tenerife e Fuerteventura da Milano e Verona. L’intenzione del gruppo, nei prossimi mesi, è di replicare le iniziative verso destinazioni ormai irraggiungibili da più di un anno, come Madagascar, Zanzibar, Repubblica Dominicana, Mar Rosso e Messico. Proprio il Mar Rosso è oggetto di un’iniziativa del tour operator Domina Travel. È stato appena presentato un corridoio turistico che permetterà di viaggiare verso i villaggi di Sharm El Sheik, con voli effettuati dalla compagnia Albastar, in partenza da Bergamo Orio al Serio e tappa intermedia a Napoli Capodichino.

l’Italia al “livello 4” di allerta, a causa del riacutizzarsi dei contagi Covid, sconsigliando quindi ogni viaggio non necessario. Il risultato, insomma, è che questi corridoi già attivati per ora sono serviti sostanzialmente per rimpatri o spostamenti di nuclei famigliari verso il Paese di residenza, per un numero limitato di viaggi d’affari o per il trasporto di personale sanitario. Ma sarebbe inutile cercare statistiche numeriche sull’impatto di questi collegamenti a livello turistico. A.L. aprile 2021 | retail food

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Il Bilancio

AUTOGRILL

sotto scacco del Covid Nell’esercizio 2020, ricavi pari a 2 miliardi di euro, in calo del 60,3% a cambi correnti; performance like for like a -59,3% ed Ebitda underlying pari a 155,3 milioni contro gli 849,5 nel 2019. L’inizio del 2021 ancora in forte perdita. In futuro, per crescere spazio ai canali più redditizi

L’

anno nero del travel retail mondiale coincide con il tracollo delle performance di un colosso dell’on the go come Autogrill, che concentra la maggior parte del proprio business tra autostrade, aeroporti e stazioni ferroviarie. Tra le “vittime” economiche del Covid, ricordiamo proprio le attività in terra spagnola che la holding di Milanofiori ha ceduto ad Areas. L’operazione, aveva sottolineato l’azienda, rientra nel

processo di ottimizzazione dell’allocazione di capitale e rifocalizzazione del portafoglio contratti nelle aree e nei canali attualmente con più alto potenziale di crescita e redditività prospettica. Al termine della relazione sull’esercizio 2020, la società ipotizza per i prossimi anni un forte ritorno alla crescita, caratterizzato tuttavia da un’ulteriore razionalizzazione nel canale autostradale e in quelli considerati non strategici.

Conto Economico consolidato sintetico - Esercizio 2020 (prendere Esercizio 2020

Fonte aziendale

(m€)

Ricavi Altri proventi operativi Totale ricavi e proventi Costo delle materie prime, sussidiarie e merci Costo del personale Costo per affitti, concessioni e royalty su utilizzo di marchi Altri costi operativi Plusvalenze da cessione attività operative 1 EBITDA Ammortamenti e svalutazioni Risultato operativo (EBIT) Proventi (Oneri) finanziari Proventi (Oneri) su partecipazioni, rivalutazione (svalutazione) di attività finanziarie Risultato ante imposte Imposte sul reddito Risultato netto attribuibile a: • soci della controllante • interessenze di pertinenza di terzi

1.983,7 126,1 2.109,8 (716,0) (773,2) (64,3) (416,0) 19,2 159,5 (671,1) (511,6) (112,9)

Incidenza sui Ricavi

Esercizio 2019

100,0% 6,4% 106,4% -36,1% -39,0s% -3,2% -21,0% 1,0% 8,0% -33,8% -25,8% -5,7%

4.996,8 230,9 5.227,7 (1.534,8) (1.673,8) (578,4) (607,8) 127,6 960,6 (624,0) 336,6 (99,0)

(13,4)

-0,7%

36,4

0,7%

(638,0) 134,1 (503,9) (479,9) (24,0)

-32,2% 6,8% -25,4% -24,2% -1,2%

273,9 (47,7) 226,3 205,2 21,1

5,5% -1,0% 4,5% 4,1% 0,4%

1 La voce “Plusvalenze da cessione attività operative” è esposta al netto degli oneri accessori che sono pari a €0,4m nell’esercizio 2020 e a di €1,2m nell’esercizio 2019.

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retail food | aprile 2021

Incidenza sui Ricavi

100,0% 4,6% 104,6% -30,7% -33,5% -11,6% -12,2% 2,6% 19,2% -12,5% 6,7% -2,0%

Il travel si ferma, ma arrivano nuovi contratti

Nell’esercizio 2020, i ricavi registrati dal Gruppo di ristorazione sono stati pari a 2 miliardi di euro, in calo del 60,3% a cambi correnti (-59,8% a cambi costanti), principalmente a causa degli effetti della pandemia da Covid-19; le performance like for like sono diminuite del 59,3%; l’Ebitda underlying è stata pari a 155,3 milioni (contro gli 849,5 milioni nel 2019) e l’Ebit underlying a -515,8 da file PDF) milioni, contro i 228,2 miVariazione lioni nell’anno precedente. a cambi a cambi Il drop through del correnti costanti 23% a livello di Ebitda un-60,3% -59,8% derlying e del 25% a livel-45,4% -44,7% lo di Ebit underlying - sot-59,6% -59,1% tolinea l’azienda - con-53,3% -52,8% -53,8% -53,2% fermano l’efficacia delle -88,9% -88,7% iniziative di mitigazione -31,6% -30,7% implementate. Il tutto ha -84,9% -84,7% determinato un risultato -83,4% -83,1% netto pari a -479,9 milio7,5% 8,9% ni, contro i 205,2 milioni n.s. n.s. nel 2019. Tra le principali 14,1% 15,8% voci evidenziate nella non.s. n.s. ta economica, i nuovi conn.s. n.s. tratti vinti e i rinnovi, pari n.s. n.s. a circa 5,3 miliardi di eun.s. n.s. ro, con gli aeroporti di Las n.s. n.s. Vegas e Amsterdam che con.s. n.s. stituiscono la quota più rilevante.


Inizio 2021 lento, ma negli Usa si vede la ripresa

Guardando al nuovo anno, il permanere delle restrizioni sugli spostamenti interni e sul turismo internazionale hanno determinato ricavi in calo del 65% circa a cambi costanti a fine febbraio 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020, dato sceso al -56% nella prima settimana di marzo. Con il passare delle settimane, è prevedibile che la forbice rispetto allo scorso anno vada ad assottigliarsi. Focalizzando l’attenzione sui canali e sulle singole aree geografiche, nella relazione si segnala come nel Nord America il comparto aeroportuale, relativamente al mercato domestico, stia registrando una moderata ripresa negli Stati Uniti, a fronte di una costante debolezza del traffico a lungo raggio che continua a colpire i grandi hub aeroportuali. Si evidenzia, inoltre, che il traffico passeggeri attraverso i punti di controllo della Transportation Security Administration (TSA) negli aeroporti continua a segnare numeri in ripresa. In particolare, il 25 febbraio 2021 il traffico passeggeri ha superato la soglia del milione, livello che dall’inizio della pandemia si era visto solamente nei fine settimana o durante i periodi di vacanza. Le previsioni delle compagnie aeree relativamente alla capienza dei voli e alla domanda sono, pur con cauto ottimismo, in miglioramento. Viceversa, dai dati preliminari si evince che gli aeroporti europei sono stati i più colpiti dalla crisi. Il canale autostradale in Nord America continua a registrare livelli inferiori rispetto al periodo precedente alla prima metà di marzo 2020, mentre in Europa mostra alcuni segnali di ripresa a seguito del graduale allentarsi delle misure di lockdown. Nell’area international, il canale ferroviario risulta fortemente impattato dal consistente incremento delle politiche di remote working, mentre in quello aeroportuale la performance rimane debole a causa dell’esposizione agli hub internazionali.

Scenario 2021: ricavi su almeno del 20% e aumento di capitale da 600 milioni In linea generale, grazie all’avvio delle vaccinazioni, Autogrill prevede una costante crescita del traffico entro l’estate, con una ripresa più rapida nei mercati domestici; parallelamente, sebbene da un lato il traffico nel 2021 registrerà una performance superiore a quella del 2020, dall’altro continuerà a permanere una forte incertezza principalmente nel breve termine. In ambito aeroportuale, nonostante tutte le geografie continueranno a essere impattate dalla crisi, si prevede che quelle con i mercati domestici di maggiori di-

mensioni avranno una performance migliore e che il traffico in Nord America beneficerà di una più rapida ripresa dei flussi negli Stati Uniti. Nel merito invece delle autostrade, è prevista una maggiore propensione a viaggiare utilizzando questo canale rispetto ad altri e ancora che il segmento leisure, sebbene più colpito dalle restrizioni rispetto a quello business/commuters, dimostra una più rapida ripresa rispetto a quest’ultimo che è impattato dal diffuso ricorso al remote working. Due gli scenari ipotizzati da Autogrill: quello più conservativo, con una crescita dei ricavi pari a +20%-+25% rispetto al 2020, e uno base, con una crescita dei ricavi doppia, pari a +40%+45%. Conseguentemente, la guidance della holding per l’esercizio 2021 è di ottenere ricavi in un range compreso tra i 2,4 e i 2,8 miliardi di euro e di portare il Free Cash Flow in un range tra circa -120 e circa -70 milioni. Parallelamente, avanza l’ipotesi dell’aumento di capitale: il board di Autogrill prevede che, qualora le condizioni di mercato lo permettano, e subordinatamente al rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti, tale opzione possa essere completata, per un importo massimo di 600 milioni di euro, entro il primo semestre.

Guidance 2021 u u

Obiettivi al 2024 u

u

u u

Strategia al 2024: razionalizzare business e location La strategia di Autogrill per il futuro è focalizzata su tre pilastri. Il primo è sfruttare la ripresa, ottimizzando il portafoglio di concessioni del Gruppo e implementando nuove iniziative, come quelle legate all’innovazione digitale, all’analisi dati e a una maggiore centralità del cliente. Il secondo è rafforzare il modello di business, focalizzandosi sulle location che generano cassa, spostandosi verso prodotti e offerte a maggior marginalità e sfruttando appieno i benefici dell’efficientamento strutturale dei costi ottenuto nel corso del 2020. Infine, rendere più flessibile la struttura finanziaria del gruppo, per accelerare la crescita e sostenere la creazione di valore di lungo termine. Tradotto in numeri, l’obiettivo al 2024, basato su un cambio euro/dollaro pari a 1,22, è quello di raggiungere una crescita dei ricavi consolidati con Cagr (Compound annual growth rate) del 20%-25% a cambi costanti per il periodo 2020-2024, per un totale di circa 4,7 miliardi nel 2024. Tale livello di ricavi si ottiene - specifica l’azienda - partendo da una base di ricavi di 4,4 miliardi nel 2019, prevedendo una crescita like for like a doppia cifra e una continua espansione nel canale aeroportuale. Nel frattempo, sarà attuata un’ulterio-

re razionalizzazione del canale autostradale e dei canali non strategici. Secondo obiettivo al 2024, è quello di portare l’Ebit margin underlying a circa il 6%, superiore di circa 140 punti base rispetto al 2019. E in tal senso il Gruppo sta implementando specifiche azioni, sulla base di quanto appreso dallo stress test del Covid, con un focus specifico sulla gestione dei costi semifissi, ovvero i canoni di concessione, il costo del lavoro e le spese generali e amministrative. Ulteriori target sono: un rapporto capex/ricavi tra il 5% e il 5,6% e il Free Cash Flow tra 120 e 150 milioni di euro (da 2 a 3 volte superiore al FCF relativo al 2019). Inoltre, il Gruppo ha individuato opportunità per incrementare la base di ricavi. Facendo leva sul lavoro realizzato negli ultimi anni e focalizzandosi sulla crescita sostenibile e sull’allocazione attiva del capitale, Autogrill stima di poter accrescere ulteriormente la propria presenza nel segmento convenience negli Stati Uniti e nelle aree a forte crescita, in particolare l’area APAC e il Medio Oriente. Tale strategia potrebbe portare a un potenziale incremento addizionale dei ricavi fino a 200-250 milioni. A.P. aprile 2021 | retail food

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Digital Forum Atri

TRAVEL RETAIL,

gli Highlanders resistono con ottimismo

I

n fondo al tunnel della pandemia inizia a intravedersi la luce. Ma è ancora un lumicino. Chi emergerà per primo? Quelle imprese che hanno saputo coniugare due aspetti essenziali: reagire subito allo scossone del 2020, senza smettere di investire. Così da intercettare subito il nuovo scenario che abbiamo di fronte. Ruota attorno a questi temi il primo Forum in versione digital dell’Associazione Travel Retail Italia (ATRI), voluto dal presidente dell’Associazione, Stefano Gardini e dal suo consiglio direttivo e dedicato con un termine evocativo agli “Highlander”. Un appuntamento premiato con un notevole seguito di pubblico “virtuale”, che comprendeva un mix tra professionisti del settore e semplici interessati a comprendere l’attuale contesto di mercato. Protagonisti dei lavori: alcuni attori del travel retail che hanno saputo non solo stare in piedi, ma innovare.

Covid come occasione per aggiornare il modello

Della botta subita dai ricavi lo scorso anno si è già scritto a lungo. La buona notizia è che l’inizio del 2021 mostra come la voglia di viaggiare sia tornata. “I vaccini sono un motore per la ripresa, non c’è dubbio. Peccato che in Italia siamo in ritardo” ha esordito David Jarach, presidente di diciottofebbraio. “È così, nel nostro business si vede subito. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove la campagna vaccinale è più avanti, la gente torna a muoversi” testimonia Paolo Berentzen, managing

partner di Multi Duty Free. “Lo stesso in Asia. I nostri negozi di Shanghai sono quasi tornati ai livelli del 2019” secondo Daniele Ferrero, amministratore delegato di Venchi. Un’impresa del food, molto radicata nel segmento travel, che spiega bene il famoso concetto di resilienza: durante la pandemia ha persino assunto, non ha rallentato le aperture e ne ha in pista 31 da qui a fine anno. Anche Piquadro non ha perso tempo. “Dopo 20 anni di corsa, nel 2020 ci siamo fermati per ripensare tutta la catena e immaginare che cosa volessimo diventare” ha spiegato il chief commercial officer, Pierpaolo Palmieri. Risultato, novità su più fronti. Meno prodotti, ma più riconoscibili; revisione di supply chain e logistica; focus sul digitale, con alcune azioni mirate, “come aprire il nostro canale ecommerce in Russia, che prima non gestivamo direttamente” aggiunge Palmieri. E sono arrivate anche le vendite a distanza, grazie ai Google Glasses utilizzati in alcuni store. C’è chi ha sfruttato il digitale al 100% a proprio favore. È il caso di CooperVision, tra i leader mondiali delle lenti a contatto. “L’on line è apparso presto come un nemico. Ricopriva il 20% delle vendite del settore, è balzato in breve al 40%. Allora abbiamo agito in velocità, stretto un accordo con Glovo per il recapito a casa del prodotto, e accelerato un progetto che doveva durare un anno, ma abbiamo terminato in sei mesi, cioè la consegna diretta dai nostri magazzini” racconta il managing director Italia, Roberto Pantaleoni.

In arrivo un consumatore “viziato” dal digitale

La questione, ora, è decifrare lo scenario. I volumi di traffico ripartiranno di pari passo con la situazione sanitaria, ma quale sarà il nuovo consumatore? Ecco il punto. “Primo, i potenziali clienti, grazie alla tecnologia, sono viziati. Nel senso buono. Vogliono tutto e subito, perché sono abituati così, da tutto quel che possono fare con uno smartphone. E non parlo di millennials, ma di persone in generale” secondo Ferrero di 46

retail food | aprile 2021

Venchi. Gli store fisici si devono adattare. “Il traffico business tornerà, ma più lentamente. Quest’anno avremo tanto leisure, quindi passeggeri più giovani. Questo comporta uno sforzo, per esempio diversificare l’offerta food il più possibile, investire sui convenient store e su un tema sentito come la sostenibilità” secondo Luigi Battuello, direttore commerciale non Aviation di SEA Aeroporti di Milano. “Sono le stesse considerazioni che stiamo facendo con un partner come Lagardére Travel Retail: il turista internazionale di solito è il top spender, ma adesso si ragiona in termini di viaggi di prossimità. Bisogna adeguarsi” ha commentato Natale Chieppa, direttore generale di Gesap, società di gestione dell’aeroporto di Palermo.

Basi solide da cui riprendere a correre

E i vettori? “Vediamo elementi di ottimismo. La fascia premium passenger ricomincia a muoversi, per Pasqua c’è qualche prenotazione. La fine dell’emergenza, però arriverà verso fine anno. È lo stesso segnale che riceviamo dai tour operator” secondo Flavio Ghiringhelli, country manager Italia di Emirates e presidente di IBAR. “Certo, come volumi complessivi, i valori del 2019 non torneranno prima di fine 2022 e 2023. E sarebbe senz’altro utile se le compagnie e la politica trovassero presto uno standard comune circa i requisiti sanitari che permettono alle persone di volare”. “Resilienza e focalizzazione sono concetti di fondo da cui ripartire” ha argomentato Stefano Gardini, presidente di ATRI. “Il terzo, non meno importante, è collaborazione tra imprese. Un punto che mi sta a cuore e che da sempre è nel dna della nostra associazione, che riesce a tenere attorno allo stesso tavolo tanti attori della filiera”. Insomma, gli operatori italiani del travel retail sono pronti a tornare ad operare, con la gradualità richiesta dalla situazione ma anche con convinzione e un sentimento positivo per quanto avverrà nei prossimi anni. A.L.


Scenario Trasporti

MAXI PERDITA E NODO CESSIONE

incerto il futuro di Autostrade GAVIO PORTA ASTM FUORI DALLA BORSA

Manca ancora l’accordo tra il board e i fondi sul passaggio di proprietà: ballano 2-3 miliardi di valutazione. Intanto la capogruppo Atlantia incassa un rosso da 1 miliardo nel 2020

C

he fine farà la ristorazione autostradale? Fiaccate dalla pandemia e con un’estate 2021 avvolta ancora nell’incertezza, le società che operano nelle aree di sosta restano un po’ alla finestra. E aspettano quanto meno che chiarisca un passaggio fondamentale, l’assetto proprietario di Autostrade per l’Italia. Per capire con chi andare a ridiscutere, possibilmente, condizioni economiche e royalty calcolate tempo fa, prima del Covid. Un periodo che sembra ormai lontano anni luce.

L’offerta Cdp e lo scontro Benetton-cda Oggi sul piatto la proposta più concreta è quella congiunta presentata da Cdp con i fondi Blackstone e Macquarie. La loro valutazione del 100% di Aspi è 9,1 miliardi, mentre il pool di banche assoldate dal consiglio di amministrazione ha alzato l’asticella a una forchetta compresa tra 10,5 e 12 miliardi. La distanza non è certo siderale e la sensazione è che un accordo si troverà. Ma restano almeno due grandi nodi. La famiglia Benetton, titolare della quota di maggioranza relativa (circa il 30% tramite Edizione Holding) ormai sembra intenzionata a uscire il prima possibile. E le dimissioni dal Cda di Stefania Benetton, avvenuto lo scor-

Carlo Bertazzo, a.d. di Autostrade per L'Italia so 14 marzo, dimostrano ormai la situazione di disagio dei rappresentanti della famiglia veneta nel board. L’amministratore delegato Carlo Bertazzo, invece, sembra non avere fretta e vorrebbe raggiungere il prezzo migliore possibile, così da tutelare tutti gli azionisti.

Meno 27% di traffico e canoni rivisti Fra i pochi dati certi, ci sono i numeri impietosi del 2020. Il gruppo Atlantia, che controlla Autostrade per l’Italia ma che nel complesso controlla il 55% delle rete, ha perso 1,1 miliardi di euro, contro un utile di 136 milioni del 2019. La nota di bilancio segnala un calo del traffico autostradale del 27,1% in Italia, l’anno scorso. E il gruppo A.s.p.i ha perso 1 miliardo di ricavi operativi, passati dai circa 4 del 2019 ai 3 attuali, per lo più derivanti dai mancati pedaggi. Per quanto riguarda il rapporto con gli operatori delle aree di sosta, la nota di bilancio di Atlantia, in realtà, segnala come il gruppo abbia già provveduto ad andare incontro ai gestori delle aree di sosta sul tema dei canoni di affitto. La voce “altri ricavi operativi” è infatti scesa a 239 milioni (-154 milioni) “prevalentemente per i minori

N

on c’è solo la situazione di Aspi ad agitare il mondo delle concessioni autostradali. È in corso anche il riassetto di Astm, che grazie a 12 concessionarie è il secondo operatore italiano, con in mano circa il 21% della rete. La famiglia Gavio, insieme al fondo francese Ardian, hanno lanciato un’offerta pubblica d’acquisto volontaria di tutte le azioni Astm sul mercato. L’obiettivo, si legge in una nota, è il delisting di Borsa, così da operare una “riorganizzazione finalizzata all’ulteriore rafforzamento della società, operazione più facilmente perseguibile nello status di non quotata”. L’offerta è lanciata attraverso il veicolo Naf2, società posseduta al 100% da Nuova Argo Finanziaria che a sua volta è partecipata al 60% da Aurelia (Famiglia Gavio) e al 40% da Mercure (fondo Ardian). proventi da aree di servizio di Autostrade per l’Italia, conseguenti sia alla riduzione dei volumi venduti, che alla riduzione dei canoni per effetto delle iniziative avviate dalla società con il fine di sostenere le attività economiche dei gestori in seguito all’emergenza da Covid-19”. Un’iniziativa di certo positiva. Ma che non basta a raddrizzare la situazione dei tanti ristoranti e bar delle zone di sosta, i cui ricavi sono sprofondati vicino allo zero. Lo ha detto a più riprese la Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate), secondo cui la contrazione, rispetto ai livelli pre-pandemia, è stata almeno dell’85%, ma con punte anche superiori. E sul banco degli imputati è finito l’obbligo di legge di restare sempre aperti, in quanto servizio essenziale, benché le condizioni fossero precarie. In questo contesto, è necessario che si chiarisca quanto prima la compagine di controllo di Autostrade per l’Italia. A.L. aprile 2021 | retail food

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Scenario Turismo

IL “CRUISE RETAIL” scalda i motori Le crociere sono pronte a partire. E il varo di nuove ammiraglie non si è mai fermato. Parole d’ordine su food e ristorazione: diversificazione, fascia alta, offerta personalizzata

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S

hopping e ristorazione sulle navi da crociera rappresentano una fetta piccola del travel retail. Se prendiamo il duty free, per un colosso mondiale come Dufry, le vendite su navi e porti coprono intorno al 3% del totale. Parlando di numero di turisti, se nell’ultimo anno pre-pandemia (il 2019), negli aeroporti italiani erano transitati 193 milioni di persone, i crocieristi erano stati circa 12 milioni. Ma se queste proporzioni possono dare l’immagine di un segmento marginale, la realtà è diversa. Intanto, le crociere coinvolgono un target di clientela di solito maturo, con buona capacità di spesa. Poi, prendono sempre più piede in Cina, mercato miliardario dove ormai ogni brand cerca di ritagliarsi uno spazio. Le crociere, inoltre, potrebbero presentare un vantaggio. Proprio perché attirano viaggiatori di età avanzata, ossia la fascia che per prima concluderà la vaccinazione Covid a livello mondiale, le navi si candidano a essere le prime a ricevere una fetta di clientela finalmente “Covid safe”. Per questo gli armatori lavorano per farsi trovare pronti. Benché, anche in questo campo, qualche scossone sia arrivato.

Harding retail chiede l’accesso al concordato La crisi ha fatto la prima vittima. Non proprio defunta, ma bisognosa di cure. Harding Retail, il secondo gestore mondiale di spazi commerciali sulle navi (dietro a Starboard, parte del gruppo LVMH) a inizio anno ha richiesto negli Usa il concordato preventivo, assistita da Kpmg. Troppi 10 mesi con ricavi a zero per far fronte ai debiti, per un operatore attivo soprattutto sulle navi impegnate nelle crociere del Nord America, un mercato potenziale da 150 miliardi di dollari l’anno. Harding ha all’attivo circa 250 negozi sparsi su 80 navi delle compagnie più famose, come Carnival, Norwegian, Silversea, P&O. Stan-


In alto, la classica “steakhouse” di Msc Crociere. A destra, i protocolli di sicurezza prima di salire a bordo. do a una ricostruzione del Financial Times, ai creditori sta proponendo uno sconto del 20% sulle fatture arretrate, con il pagamento dell’80% del debito residuo, vincolato comunque alla ripresa del business nei prossimi mesi. E siccome nei negozi gestiti da Harding si tratta soprattutto di orologi, gioielli, profumi e moda di fascia alta, nel novero dei creditori ci sono tantissime multinazionali retail.

Le novità in casa Msc e Costa La crocieristica, comunque, è tra i settori che hanno cercato di non fermarsi e di programmare presto il calendario 2021. Allo stesso tempo, non si sono mai fermati i cantieri. Dov’eravamo rimasti? Nel 2019 Costa Crociere aveva messo in mare la sua prima nave appositamente dedicata al mercato cinese, Costa Venezia. Assistita da Starboard Cruise Service, aveva portato il meglio del lusso, da Ferragamo a Bulgari fino a Tiffany. Ma soprattutto, nella programmazione interna era già evidente uno dei trend di questi anni, riassumibile nel concetto di shopping esperienziale, dal momento che andava in scena un vero e proprio spettaco-

lo chiamato “Bvlgary fashion Show”, a metà tra teatro, sfilata e presentazione di prodotti. Oggi, in casa Costa, è appena arrivata Costa Firenze, consegnata a settembre da Fincantieri. “Perfetta ambasciatrice dello stile italiano, che porterà nei mari del mondo, dall’Europa sino all’Asia, il gusto per il bello tipicamente italiano” secondo Mario Zanetti, Chief Commercial Officer di Costa Crociere. La nave abbonda nell’offerta di ristorazione, con 13 bar e 7 ristoranti. Tra questi, Pizzeria, il Burger Bar, il Lanai BBQ, un barbecue a cielo aperto. E ancora, La Fiorentina Steak House, i ristoranti Palazzo Vecchio e Dei Medici, con menù dedicati alla cucina mediterranea e il ristorante Frutti di Mare e il Seafood Shack, con speciali snack di mare da gustare all’aperto. E ci sono anche, per chi ama i gusti esotici, il Teppanyaki, il Dim Sum o l’Hot Pot. Per quanto riguarda invece la gestione dei negozi, sono in arrivo novità, perché Costa non ha ancora annunciato il partner cui si affiderà, che potrebbe essere diverso da Starboard cui solitamente si rivolge il gruppo Carnival (che possiede Costa). A dicembre arriverà poi Costa Toscana, alimentata a gas naturale liquefatto, nave attualmente in fase di allestimento. Ci saranno 16 ristoranti più altre aree dedicate alla food experience. In Msc, invece, il 2019 era stato l’anno di Bellissima, in cui trovavano posto 13 negozi, alcuni dei quali dedicati al lusso, con brand come Bulgari, Damiani, Chopard, Furla e Coccinelle, Armani Exchange, Lacoste and Calvin Klein. A febbraio, è entrata in flotta Msc Virtuosa, nuova ammiraglia del gruppo della fa-

miglia Aponte, compagnia che a differenza di molte altre non si appoggia a un partner esterno, ma gestisce internamente l’affidamento degli spazi retail. Virtuosa ospita 21 bar, 4 ristoranti principali e 5 di specialità, 1.168 mq di spazio commerciale con 11 diverse boutique. Le specialità gastronomiche sono state appena presentate dal Ceo Gianni Onorato, che ha annunciato gli accordi con due nuovi brand della ristorazione, HOLA! Tacos & Cantina e Indochine, il primo di ispirazione messicana, il secondo franco-vietnamita. Accanto a questi, le bistecche tradizionali americane di Butcher’s Cut, il raffinato giapponese Kaito Teppanyaki, insieme al Kaito Sushi Bar. E si segnala anche la collaborazione con lo chef Jean-Philippe Maury, che propone due concept ti alta pasticceria: Jean-Philippe Maury Café & Chocolat and Crêpes & Gelato.

Shopping esperienziale e delivery in cabina Ma come sarà la strategia commerciale perseguita dai brand sulle navi, una volta ripartito il mercato? “Cerchiamo di portare lo shopping in mare a un livello superiore, con un approccio esperienziale e combinando lo shopping con l’intrattenimento. Lavoriamo fianco a fianco con i nostri marchi partner per trovare modi per adattare i loro prodotti all’ambientazione della crociera” aveva detto in occasione della presentazione di Bellissima Adrian Pittaway, Msc Cruise Head of retail. Ed è questo in effetti il trend che continua. I contest esperienziali prenderanno sempre più piede. Così come troverà sempre più spazio la comunicazione digitale, possibile con i negozi dotati di connessione, e il tentativo di fidelizzare la clientela, anche nello spazio limitato della crociera. Ma si andrà anche oltre. Assisteremo all’organizzazione di sessioni di “private shopping” per una clientela selezionata e tanti marchi attiveranno il delivery della merce direttamente in cabina. Il target privilegiato, naturalmente, sarà quello alto spendente, quindi internazionale. A.L. aprile 2021 | retail food

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Intervista Michele Bragantini (Robox Holding)

Allarme del gioco legale: “Protagonisti nel retail, bistrattati dalla politica”

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on chiediamo un trattamento di favore. Ma almeno, di non essere penalizzati per motivi ideologici. E soprattutto, vogliamo lavorare. Aprire le serrande non appena sarà possibile”. C’è un pezzo importante, ma un po’ nascosto del retail, che ha iniziato ad alzare la voce. E lancia un grido d’allarme. È il cosiddetto “gioco legale”: sale slot, bingo, scommesse. Un comparto dal valore enorme, che raccoglie quasi 75 miliardi di euro l’anno di giocate, versando all’Erario la bellezza di 11 miliardi. Un settore che, a inizio anno, si è trovato vittima di un trattamento discutibile: anche nelle zone “gialle”, quando tutto riapriva, era costretto a restare chiuso. Considerato inutile, o forse anche dannoso. Pur avendo le stesse caratteristiche di tanti altri negozi, dal beauty all’abbigliamento. Tutte attività che, ormai dall’anno scorso, avevano aderito con scrupolo ai vari protocolli sanitari imposti per garantire un accesso sicuro ai clienti e al personale. Perché questo atteggiamento della politica? “Perché c’è una totale ignoranza rispetto al settore” prova a spiegare Michele Bragantini, consigliere delegato di Robox holding (che controlla 67 sale in Italia a marchio Las Vegas by Play Park), presidente di Optima Gaming Service (vendita e noleggio di macchine da gioco) e coordinatore della commissione food & leisure del Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali). Quali sono le caratteristiche del vostro settore, che la politica sembra ignorare? In primo luogo, la dimensione d’impresa. Per il 95% dei casi, sono medie o grandi aziende. Occupiamo direttamente 180mila persone, ma arriviamo a 400mile con l’indotto. A monte della nostra società, come partner per la parte gambling, c’è un colosso come Lottomatica. Ma penso anche a concorrenti come Admiral, parte del gruppo austriaco Novomatic, che impiega oltre 20mila persone nel mondo. Invece, ancora oggi, spesso siamo assimilati a qualcosa di losco e pericoloso.

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IL SETTORE AI RAGGI X COMPOSIZIONE

Sale Vlt, sale slot, Bingo, sale scommesse.

NUMERO ATTIVITÀ RACCOLTA 2019 GETTITO ERARIALE 2019 CALO RACCOLTA 2020 OCCUPAZIONE

4.500 74 miliardi di euro 11 miliardi di euro -47,5% 180.000 diretti (70% donne)

Michele Bragantini, consigliere delegato di Robox holding Ammetterà che il gioco comporta dei rischi. Certo. Come tanti altri prodotti o abitudini. Nelle nostre sale il controllo è rigoroso sui minorenni, il personale di sala è formato per scoraggiare le persone quando si notano eccessi compulsivi e collaboriamo con le Asl e altre autorità per la lotta alla ludopatia. E aggiungo un elemento. Prego. Nelle sale, vedendo i clienti di persona, il controllo è senz’altro più efficace rispetto a quanto avviene con il gioco on line, dove davvero, dietro lo schermo, nessuno si accorge di quando il gioco si trasforma in un problema. Qual è, oggi, la situazione del settore? Dall’inizio della pandemia, fino a metà marzo, abbiamo contato 247 giorni di chiusura. Nel 2020 la raccolta si è contratta del 47,5%. Quanti ai ristori, come per altre categorie, li abbiamo visti ma sono stati una goccia del mare. Forse riusciamo a coprire il 10% delle perdite. Perché siete importanti nel contesto retail? Le nostre sale sono veri luoghi di aggregazione. Ci saranno anche i giocatori solitari e accaniti, ma per lo più ci frequentano comitive di amici, in qualche caso coppie, clienti abituali che giocano un paio d’ore mentre

bevono una birra. Le sale più grandi hanno il bar, organizzano happy hour o degustazioni di vini. E molte propongono i maxi schermi per vedere le partite della pay tv. In quelle serate, tanti avventori non sono neppure giocatori. Aggiungiamo, inoltre, che all’interno del gioco lecito possiamo inserire le sale-giochi, molto utilizzate per le feste di compleanno dei bambini. Che succede se restate chiusi? Il personale sta in cassa integrazione. Ma sul fronte dei giocatori è inevitabile: si alimenta il gioco clandestino. Quali erano le prospettive prima della pandemia? L’on line vi stava soffocando? Al contrario, la previsione era di crescere. Come i cinema, facciamo parte dell’area divertimento all’interno dei centri commerciali e la domanda era buona. Merito anche degli investimenti delle imprese, che hanno reso le sale sempre migliori, più illuminate e raggiunte talvolta anche dalla luce naturale, seguendo l’evoluzione di progetto che caratterizza i centri commerciali più moderni. Sareste pronti a ripartire subito? Senza dubbi. E anzi, non ho timore di affermare che nella maggior parte delle nostre sale i protocolli di sicurezza e distanziamento sono sempre stati seguiti in maniera anche più puntigliosa rispetto a quanto imponeva la norma. A.L.



Shopping Centres, Retail Parks

TOP PLAYERS

OVERVIEW

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Legend: Annual Visits year 2019 * Annual Visits estimated source: UrbiStat


And Factory Outlet Centres

Number of structures per sqm of GLA

all structures ≥ 2,500 sqm GLA included San Marino Republic included M = Million | B = Billion (1)Total Turnover = Mall turnover (excluding hypermarket) Population Data 01.01.2020

L’Infografica

KEY DATA

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r&

f Servizi e Fornitori News DISHCOVERY AMPLIA I SERVIZI DAL MENÙ A TUTTO IL MONDO DIGITALE

D

ishcovery, start-up modenese specializzata in menu multilingua digitali per la ristorazione, presenta i suoi nuovi servizi b2b. Ora la società, fondata da Marco Simonini e Giuliano Vita, si presenta come partner a 360 gradi per tutto quel che riguarda il percorso di digitalizzazione, specialmente per rispondere alle esigenze di oggi ancora legate alla pandemia. Ad esempio, il gestionale offerto da Dishcovery integra la possibilità di gestire il registro digitale all’interno del menu, raccogliendo i dati dei clienti per 14 giorni, in modo da permetterne il tracciamento in caso di necessità. Sempre in ottica di integrazione, i ristoratori possono collegare il menu alle più note piattaforme online, così da renderli consultabili ovunque dai consumatori. E gli utenti possono ordinare comodamente da casa, con il locale che riceve l’ordinazione su WhatsApp. Inoltre Dishcovery si occupa di organizzare campagne di social media marketing geo localizzate. Quanto ai numeri, i ristoranti clienti sul versante del menù digitale sono passati da 300 nel 2019 a 2.700 nel 2020, un boom dell’800%.

WAGAMAMA E PERCASSI SCELGONO ANCORA IMOON PER LE LUCI

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a catena internazionale di Asian-food Wagamama ha scelto l’illuminazione firmata da Imoon (con il brand Makris) per allestire il suo nuovo ristorante, aperto a Milano all’interno del CityLife Shopping District. Il concept, ispirato ai tipici Ramen bar giapponesi, è gestito in Italia da C&P (Chef Express & Percassi). I modelli Dart e Ciclopica firmati Makris, già inclusi nel format del primo ristorante di via San Pietro all’Orto e la nuova sospensione Frost, sviluppata ad hoc per CityLife, valorizzano sia le ampie tavolate che gli angoli più riservati, fondendosi in perfetta armonia con l’architettura e l’arredo del locale. “Dopo il successo della prima installazione, siamo orgogliosi di rinnovare la collaborazione con C&P per l’apertura del secondo ristorante Wagamama in Italia” commenta Massimiliano Giussani, direttore commerciale Italia di Imoon e direttore generale di Makris. “L’obiettivo era ambizioso: rispondere alle esigenze funzionali dettate dall’altezza della struttura e dall’altro, valorizzare, mediante l’illuminazione, l’attrattività e la personalità del locale, rendendola distintiva all’interno della food hall”.

I SENSORI 3D DI PANASONIC PER L’EFFICIENZA LOGISTICA

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anasonic presenta la sua gamma d’avanguardia delle soluzioni di misurazione per la logistica. In questo scenario si inseriscono le soluzioni di misurazione 3D proposte da Panasonic TOUGHBOOK. Utilizzando algoritmi 3D avanzati, la fotocamera di un dispositivo mobile rugged - come ad esempio i tablet TOUGHBOOK M1 con tecnologia RealSense - può identificare la dimensione di qualsiasi oggetto, calcolando volume, larghezza, lunghezza e profondità e misurare accuratamente carichi, magazzini o merci da spedire. Il software è in grado di fornire misure istantanee, permettendo così una pianificazione efficace per confezionare, processare, applicare tariffe e controllare le merci. Il TOUGHBOOK M1 RealSense offre inoltre una serie di funzioni personalizzabili, tra cui misurazione manuale o con visualizzazione a volo d’uccello. Un tipo di applicazione di cui il settore dei trasporti ha un immediato ed enorme bisogno.

DA HIKVISION LE NUOVE TELECAMERE HD CON AUDIO COASSIALE

È

disponibile la nuova serie di telecamere Hd per la sicurezza di Hikvision. In combinata con la gamma di videoregistratori DVR/S, Hikvision ha messo in campo una famiglia di telecamere Hd con audio su coassiale, che garantisce una copertura audiovisiva completa degli scenari, sia interni sia outdoor. Questi strumenti soddisfano anche le esigenze più sofisticate, grazie a sensori 2Mp e 5MP CMOS di ultima generazione e all’impiego di diversi standard di trasmissione (TVI, CVI, AHD, CVBS PAL/NTSC), uniti all’audio integrato. Il design è compatto, con custodia metallica, si presentano in doppia veste da 2MP e 5MP, “Bullet” e “Turret” (2.8mm e 3.6mm). Le telecamere garantiscono un alto standard di sicurezza anche con il buio, grazie agli illuminatori incorporati Smart IR, che assicurano ottime riprese anche in assenza di luce fino a 30 metri di distanza.

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ORA IL POS È SANIFICATO NEL GIRO DI 30 SECONDI

rriva sul mercato il dispositivo che sanifica il Pos nel giro di 30 secondi. La novità porta la firma di SaniSolutions, progetto italiano nato dall’unione dell’esperienza nell’IT di Open Service e dalle competenze dei laboratori di AC&E. Si chiama SaniPOS, un dispositivo in alluminio ed acciaio inox, poco più grande dello stesso terminale di pagamento, che utilizza la tecnologia avanzata dei raggi UV-C per sanificare e contrastare la diffusione del Covid-19. Basta chiuderre lo sportello e, nel giro di mezzo minuto, il sistema di irradiazione sterilizza il tutto eliminando il 99,9 % di virus, batteri e muffe presenti sulla superficie e fra i tasti. E questo è solo l’inizio. Nelle prossime settimane SaniSolutions lancerà sul mercato due ulteriori prodotti: SaniHub, piattaforma software per il controllo della qualità del microclima ambientale, che rileva i valori delle KPI (Key Performance Indicator) e SaniSmart, un sensore fisico collegato al software per il rilevamento in tempo reale dei parametri.

BEGHELLI, LUCE D’EMERGENZA E SANIFICAZIONE INSIEME

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eghelli ha per prima ideato apparecchi anti black-out che integrano la funzione di sanificazione dell’aria. Il sistema si inserisce nel progetto dedicato alla sanificazione dell’aria uvOxy®. La linea di apparecchi di illuminazione di emergenza e segnaletica SanificaAria Beghelli è destinata all’impiego professionale. Al loro interno è stato inserito, grazie ad un processo di miniaturizzazione, il sistema di sanificazione uvOxy®, che basa la sua tecnologia su una cella di flusso illuminata internamente da una sorgente UV-C, attraverso cui viene forzata la circolazione dell’aria, che ne fuoriesce sanificata. La cella di flusso è dotata di un sistema di ventilazione capace di sanificare grandi quantitativi d’aria nonostante le ridotte dimensioni dell’apparecchio. Questo sistema di sanificazione a raggi UV-C ad emissione controllata abbatte fino al 99,9% di virus e batteri.

ARYEL: MARKETING INNOVATIVO SUL PACKAGING

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PAVIMENTI UNILIN PER LE GELATERIE CREMA&CIOCCOLATO

È

una partnership tutta friulana quella nata tra Unilin Italia e Crema&Cioccolato, marchio che ha raggiunto i 20 anni di età e 700 punti vendita in franchising. “Apriremo moltissimi nuovi punti vendita in ogni angolo d’Italia, investendo diverse centinaia di migliaia di euro. E Unilin sarà nostro partner affidabile per tutte le pavimentazioni dei nostri locali” ha detto Lorenzo Mazzilli, fondatore e a.d. di Crema&Cioccolato. Per le gelaterie è stato scelto il pavimento in vinile Quick-Step Balance, impiegando lo stesso materiale su pareti e pavimenti per offrire, con la continuità totale dello stesso decoro, un tocco di raffinatezza contemporanea dal punto di vista estetico. Oggi, Quick-Step è un marchio globale di pavimenti in legno, laminato e vinile di lusso attivo in oltre 100 Paesi. È inoltre nato per durare nel tempo grazie alla tecnologia Stain Guard: è al tempo stesso robusto e antimacchia, perché rivestito da uno strato superficiale sigillato che lo rende impermeabile e resistente all’usura.

ryel porta il marketing basato sulla realtà aumentata anche nel segmento delle piccole imprese di ristorazione. Uno dei punti deboli del settore, infatti, è la difficoltà per i produttori di inserire un gran numero di informazioni nel poco spazio a disposizione su packaging ed etichette, dove ingredienti, informazioni nutrizionali e contenuti pubblicitari si rubano il posto a vicenda su tetrapack, confezioni e scatole. Le campagne marketing realizzate con Aryel danno la possibilità di ottimizzare questo spazio, regalando al consumatore finale un’esperienza del tutto nuova e coinvolgente. Non solo immagini e informazioni statiche: con la realtà aumentata basterà inquadrare un marker posizionato sulla confezione o la confezione stessa per attivare musica, video e esperienze interattive. “Grazie alla realtà aumentata ristoranti e attività del settore possono far vivere ai propri clienti situazioni ingaggianti in totale sicurezza” commenta Mattia Salvi, Ceo di Aryel. “Tramite il proprio smartphone sarà possibile consultare il menù, scoprire gli ingredienti o indagare sulla provenienza di un alimento”.

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World Travel Retail CHANGI DUTY FREE (SINGAPORE) BOOM DELLE VENDITE ON LINE DOMESTICHE

SINGAPORE - Mancano i passeggeri? E allora il duty free dell’aeroporto di Singapore si rivolge al pubblico domestico. E così, in questo inizio 2021, raggiunge un risultato record: il 97% delle vendite del canale on line iShopChangi è andata direttamente a residenti nell’isola. “In mancanza del turismo, abbiamo dovuto cambiare mentalità. E sforzarci di puntare sui cosiddetti non-travelling shoppers” ha spiegato Lim Peck Hoon, Evp commercial dello scalo. Le strategie di marketing e commerciali sono state numerose: ampliare il catalogo prodotti, promuovere spesso gli acquisti con incluse le spese di spedizione a casa, inserire sul sito anche servizi fisici, come shopping tour in aeroporto per un numero selezionato di utenti. Un altro tassello della strategia sarà l’introduzione di ChangiPay, sorta di borsellino digitale che permetterà di pagare in maniera rapida e sicura, sia on line sia all’interno dello scalo.

il risultato 2019). Alla base dello scivolone c’è la pandemia che ha ridotto le vendite a 2,56 miliardi rispetto a oltre 8 miliardi del bilancio precedente. Al mese di marzo, risultavano aperti non più del 60% dei negozi a livello mondiale. Tra questi, gli store strategici di Hainan, in Cina, che stanno avendo successo. Il rosso di bilancio sarebbe stato ancora più pesante senza una grande operazione di riduzione dei costi, pari a 1,3 miliardi di franchi. Per il 2021, la società prevede una parziale ripresa, con volumi di vendite che si attesteranno in una forchetta compresa tra -40% e -55% rispetto al 2019. A livello regionale, le vendite sono suddivise per il 46% nell’area Emea, il 25% Nord America, il 20% America Centro-Sud, 6% Asia Pacifico.

BONN - L’operatore svedese di travel retail R&F ha deciso, per la prima volta, di aprire direttamente uno store in aeroporto con il proprio marchio. L’apertura è prevista per il 15 aprile presso lo scalo Konrad Adenauer di Colonia-Bonn. “Il nostro obiettivo è offrire i principali brand globali, al miglior prezzo. Risultato possibile grazie alla forza della nostra supply chain e logistica” secondo il direttore generale di R&F, PO Jönnerheim.

DUBAI DIVENTA IL PRIMO SCALO AL MONDO “FREE NEWS”

DUBAI - L’aeroporto Dubai Internationl ha lanciato il claim, secondo cui è diventato il primo “smart reading airport” al mondo. Il risultato si deve a un accordo con Magzter, piattaforma attiva nel digital newsstand, grazie a cui i passeggeri in transito a Du56

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LONDRA - Collinson, specializzato nei servizi loyalty e premium pass ai viaggiatori aerei, è il primo operatore privato autorizzato in Gran Bretagna a effettuare test-Covid ai passeggeri in arrivo, con personale proprio. Finora solo il sistema sanitario nazionale era autorizzato. I test verranno praticati non solo negli scali, come Heathrow, ma anche in postazioni drive-through come la O2 Arena di Londra. I viaggiatori internazionali possono prenotare in anticipo i due test necessari, ossia quello all’arrivo e quello alla partenza.

LA SVEDESE R&F RETAIL APRE UNO STORE DIRETTO IN GERMANIA

DUFRY: MAXI “ROSSO” E TANTI NEGOZI CHIUSI

BASILEA - Dufry, colosso mondiale del travel retail, ha chiuso il bilancio 2020 con una maxi perdita netta da 2,51 miliardi di franchi svizzeri (-26,5 milioni

ANCHE I BIG AEROPORTAULI PER I TEST COVID

LAGARDÈRE E INFLYTER: LO SHOPPING SI FA DIGITALE PER I PASSEGGERI A GINEVRA

GINEVRA - I passeggeri in partenza e in arrivo all’aeroporto di Ginevra, potranno acquistare in anticipo prodotti al duty free, dal canale on line, e passare semplicemente a ritirali in negozio. Questa nuova funzionalità si deve a un accordo tra Lagardere Travel Retail Svizzera e l’operatore francese Inflyter, che adesso integra nella propria piattaforma su smartphone l’opzione in-app payment. Si tratta dell’evoluzione dell’accordo sancito tra le due compagnie nel 2019, che nella prima versione prevedeva la modalità Click and Collect, ma con il pagamento da perfezionare in negozio. bai avranno libero accesso a tutta la collezione Magzter, composta da più di 7.000 titoli tra magazine, quotidiani e fumetti. Sarà direttamente l’accesso al wi fi dello

scalo a indirizzare gli utenti verso quest’opzione, naturalmente fruibile in modo digitale tramite smartphone o tablet, sia per iOs sia Google Play.


duty free world | SCALI MONDIALI, SOLO IL 6% È FULL DIGITAL

TEXAS - Alla ripresa del traffico mondiale, i viaggiatori avranno bisogno di un’esperienza digitale a tutto tondo. Ma pochi aeroporti sono pronti, solo il 6% tra i maggiori, tra cui Londra Heathrow, Dubai, Singapore e Auckland. È quanto emerge da uno studio di Airport Dimensions. Secondo la società, gli aeroporti al passo con le nuove istanze propongono un’esperienza integrata a livello di engagement del client, che mescola eCommmerce, comunicazione e marketing, programmi di loyalty. La maggior parte degli scali, il 40%, propone solo alcuni aspetti, ma frammentari o magari fruibili solo per alcune parti o alcuni brand dello scalo. “Molte società di gestione hanno tanto da lavorare su questo fronte” ha detto il direttore “global strategy” di Airport Dimensions, Stephen Hay, “perché ormai le relazioni digitali fanno parte della vita delle persone e bisogna rispondere all’aspettativa del consumatore”.

DOPO HAINAN LA CINA PREPARA L’HUB DUTY FREE DI SHENZEN-LUOHU

SHENZEN - Pechino non perde tempo e dopo il boom dell’area duty free di Hainan è pronta a estendere l’esperimento ad altre zone. Lo ha annunciato l’amministrazione del distretto di Luohu, provincia del Guandong, amministrato dalla città di Shenzhen. Il progetto è ancora agli albori e manca l’ufficialità, ma i numeri del segmento fanno gola: Hainan, a gennaio di quest’anno, registrava una media di 27 milioni di dollari al giorno di vendite, oltre tre volte i livelli dell’anno precedente. Shenzen è una capitale finanziaria, della tecnologia, ha una propria “fashion week” ed è il luogo in cui Burberry ha lanciato l’anno scorso il proprio social retail store.

by Kevin Rozario

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London kevin.rozario.uk@gmail.com

The post-Covid airport business model could favour travel retailers Il business degli aeroporti post Covid potrebbe favorire il Travel retail

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radical revamp of the airports business could be on its way if the results of a new white paper are anything to go by. Called ‘Travel Retail Wayfinding for the Post-Covid Era’, the findings were premiered in March at a webinar hosted by the Asia Pacific Travel Retail Association in partnership with The Moodie Davitt Report. Airports took a revenue hit last year of $112 billion according to the industry’s global association ACI, with six billion fewer passengers in the air. These are unimaginable numbers but they will need to be clawed back somehow. The says this White paper co-authors Mauro Anastasi, a partner at Bain & Company, and Jack MacGowan, director of Castlepole Consulting and former CEO of Aer Rianta International, say that part of the answer will involve “a permanent change” in the shape of the airport business. That change offers hope to travel retailers. Anastasi says that pre-Covid, the non-aviation/real estate business (which includes travel retail) accounted for 42% of airport revenue, but that postCovid this component would reach 50% as airport operators seek to build back income through passenger spending. However with traffic not expected to return to 2019 levels until 2025/6, the onus will be on travel retailers and airports to be much more focused on targeting travellers carefully to increase spend/head. That would help to push up conversion rates. Anastasi outlined three ways that this could be done. First: redesign the retail footprint to increase store penetration by improving the category and brand mix, and add more convenience-related F&B. Second: bring omnichannel, CRM, and digital into play, thereby reaching passengers before they get to the airport and put them on a path to spending earlier on. Third: place a greater emphasis on parking by adding more services and optimising sales through better revenue management. There has been a lack of customer focus from travel retailers in the past because they had the luxury of ever-increasing numbers of passengers. Now that those travellers are missing – and expected to return slowly – only a better understanding of who the customer is and what they want will be good enough to rebuild the industry in an organised and coherent way – rather than resorting to discounting, which should only ever be a shortterm measure.

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tando a quanto emerso da un recente white paper, potremmo essere in vista di un radicale rinnovamento del business degli aeroporti. Il documento si chiama “Travel Retail Wayfinding for the Post-Covid Era”, presentato per la prima volta il mese scorso in un webinar ospitato dall’Asia Pacific Travel Retail Association, in collaborazione con The Moodie Davitt Report. Gli aeroporti, lo scorso anno, hanno registrato una contrazione dei ricavi fino a 112 miliardi di dollari, secondo l’associazione mondiale del settore ACI, con sei miliardi di passeggeri in meno in volo. Sono numeri enormi. Ma in qualche modo bisognerà fare per cercare di recuperarli. Come? Parte della risposta arriverà da un “cambiamento permanente” nella forma stessa dell’attività aeroportuale. Lo dicono i coautori del White paper, Mauro Anastasi, partner di Bain & Company, e Jack MacGowan, direttore di Castlepole Consulting ed ex Ceo di Aer Rianta International. Ed è un cambiamento che dà speranza a tutto il settore del travel retail. Secondo Mauro Anastasi, prima della pandemia il business che va sotto la voce “non aviation/immobiliare” (che include il travel retail) rappresentava in media il 42% delle entrate aeroportuali. Ma dopo il Covid questa componente può raggiungere il 50%, proprio perché i gestori degli scali stanno cercando di ricostruire i ricavi puntando sulla spesa dei passeggeri. Il problema è che, a livello di volumi, il traffico non dovrebbe tornare ai livelli del 2019 fino al 2025/6. Quindi occorre che sia le società di gestione sia i travel retailers concentrino gli sforzi, con azioni mirate, per aumentare lo scontrino medio speso in aeroporto da ciascun passeggero. Strategie in questo sono indispensabili per aumentare il tasso di conversione (rapporto tra quanti entrano in negozio e quanti spendono). Anastasi ha delineato tre strade. Primo: ridisegnare la struttura dei negozi al dettaglio così da aumentarne la penetrazione, partendo da un miglioramento generale della categoria e del mix dei marchi proposti, con attenzione particolare al segmento food&beverage più conveniente. Secondo: implementare con decisione omnicanalità, CRM e digitale, tutti mezzi che permettono di raggiungere e il passeggere prima che arrivi in aeroporto e “instradarlo” verso l’acquisto in anticipo. Terzo: porre maggiore attenzione all’aspetto del parcheggio, offrendo più servizi e ottimizzando le vendite attraverso una migliore gestione dei ricavi. In passato c’è stata una mancanza di attenzione al cliente da parte dei retailer, crogiolati sul “lusso” di un numero di passeggeri in crescita costante. Ora che quei viaggiatori si sono ridotti, e torneranno solo gradualmente, per ricostruire il settore in modo organizzato è coerente è necessaria una migliore comprensione di chi sia e che cosa desideri il cliente. Mentre la leva dello sconto sul prezzo dovrebbe restare solo un’arma accessoria, da utilizzare per brevi periodi.

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f International News

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it

Ecommerce in Russia, mercato miliardario da non mancare

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a Russia è un Paese enorme, con 11 fusi orari che coprono quasi la metà del mondo e, con una popolazione di oltre 140 milioni di abitanti, ha sempre rappresentato, con alti e bassi nel tempo, un importante mercato di sbocco per le esportazioni dei Paesi mondiali. Recentemente, anche lì, sono balzati i consumi domestici grazie allo sviluppo dell’e-commerce. Un termometro di questo segnale può essere misurato analizzando le esportazioni di Hong Kong verso l’Europa centrale e orientale, dove la Russia pesa per il 30%: quest’ultime sono aumentate nel corso del 2020 dell’8% (va considerato che il porto orientale di Vladivostok è a sole quattro ore e mezza da Hong Kong). Perché è centrale l’e-commerce? Tra le motivazioni contingenti, oltre alle conseguenze del Covid-19, troviamo innanzitutto la sviluppo della banda larga, in progressiva implementazione nelle regioni scarsamente popolate. Inoltre, la Russia ha una quota importante di popolazione giovane incline all’utilizzo delle tecnologie e ben disposta agli acquisti su questo canale (il 28% della popolazione è di età inferiore

Fig.1: RUSSIA: Population Pyramid

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ai 25 anni. Nel prossimo futuro, si prevede che questo fenomeno possa ancor più accentuarsi. Nel 2019, solo il 9% delle vendite al dettaglio in Russia era rappresentato da transazioni di e-commerce contro il 27% in Cina, nonostante una comparabilità del reddito pro-capite (rispettivamente 11.600 in Russia e 10.260 US$ in Cina). Il governo di Mosca ha poi ha offerto generosi sussidi per l’educazione dei bambini dall’inizio del 2020: 7.600 dollari per il primo figlio e 10.000 dollari per il secondo. Ciò amplierà ulteriormente la base della piramide demografica, aumentando la domanda di prodotti per bambini e neonati oggi e, più in generale, i consumi domani. Vogliamo però concentrarci sulle peculiarità e diversità di questo Paese nell’utilizzo del web, dove Il contesto normativo è relativamente complesso e le informazioni sono spesso solo in russo. Innanzitutto, Il gigante statunitense Amazon rappresenta solo l’1,5% di un mercato molto frammentato. L’operatore principale è Wildberries (nome inglese, ma proprietà russa, controllata da Tatyana Bakalchuk) con il 15% di quota di mercato, seguito da AliExpress Russia (una

JV tra Alibaba Group, Mail.Ru, MegaFon e il Fondo Sovrano Russo), Citilink.ru (specializzato nell’elettronica), Lamoda (fashion), Ozon.ru (generalista e cross-border) e quote minori detenute da commercianti indipendenti. Il Cross-border rappresenta una quota crescente di circa il 31% delle vendite. Wildberries, rappresenta quindi il più grande rivenditore online dell’unione economica euroasiatica (EAEU), un gruppo di stati dell’Europa orientale e dell’Asia centrale, e opera anche in Germania, Slovacchia, Ucraina e Israele. Nato nel 2004, ha ora più di 40 milioni di clienti, 8 milioni di visitatori al giorno, 91.000 fornitori e raccoglie oltre 1,5 milioni di ordini al giorno. Il fatturato nel 2020 è stato di 5,9 miliardi di US$ quasi il doppio del livello del 2019. In questo portale spopolano i marchi della moda (45% delle vendite), tra i più popolari troviamo Michael Kors, Aigner, Patrizia Pepe, Sonia Rykiel e Hugo Boss. Il principale social network russo è invece VKontakte, sebbene negli ultimi anni stia crescendo esponenzialmente anche Instagram. Ma le piattaforme presenti sul territorio sono molteplici e si differenziano per target e posizionamento, come Odnoklassniki, Facebook e Telegram. Con riferimento ai motori di ricerca, la maggior parte degli acquirenti russi preferisce utilizzare quello domestico Yandex che detiene il 60% del mercato, seguito da Google con il 38,5%, mentre gli altri non superano l’1%. Gli operatori nazionali dominano anche nelle modalità di pagamento: l’83% dei russi paga tramite Sberbank e il 53% Yandex. Money, mentre il servizio internazionale più utilizzato è PayPal con il 46%. Un’altra caratteristica fondamentale del mercato russo è la preferenza per il ritiro in negozio, una modalità che permette di controllare i prodotti prima di accettarli, particolarmente importante per gli articoli di moda. Gli operatori si appoggiano anche a Russian Post, che è disponibile in tutto questo vasto Paese con regioni scarsamente popolate. Nel caso di Wildberries, i punti di raccolta sono fondamentali per l’infrastruttura. I pickup point sono distribuiti radicalmente sul territorio, risolvendo il problema delle vaste aree geografiche. I punti di prelievo includono sale riunioni e prova, eliminando le preoccupazioni per gli acquisti di abbigliamento e calzature.


DA YUM A CHIPOTLE, I BIG USA FANNO SHOPPING DI TECNOLOGIA

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a catena Chipotle Mexican Grill ha investito in Nuro, compagnia che offre un servizio di delivery di prodotti tramite auto a guida autonoma. L’investimento è avvenuto con la sottoscrizione di quote nell’ambito di una raccolta di crowdfunding di tipo “Series C”. Nuro, fondata nel 2016, non è più solo una start up in fase di test, perché lo scorso dicembre ha ottenuto il via libera da 2 contee della California per iniziare il servizio di delivery. La mossa di Chipotle è solo l’ultima di una serie, che vede i grandi franchising della ristorazione americana puntare tutto sulla tecnologia. L’apripista era stata McDonald’s, nel 2019, con l’acquisto di Dynamic Yield (intelligenza artificiale).

Ultimamente, invece, il più attivo è stato il colosso Yum Brands (che controlla marchi come Taco Bell e Kfc). Nel solo mese di marzo, il gruppo ha acquisito il controllo di Tictuk, un social media che consente agli utenti di ordinare del cibo mentre stanno chattando, e Kvantum, società specializzata nell’analisi dei big data, rivolti soprattutto alla misurazione della marketing performance analytics.

DISCO VERDE UE AL PASSAGGIO DI GRANDVISION IN ESSILOR-LUXOTTICA

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ivoluzioni in vista nei più noti brand retail dell’ottica e occhialeria. L’Antitrust europeo ha dato luce verde al colosso EssilorLuxottica all’acquisto di Grandvision, un deal da 7,2 miliardi di dollari. Ma la società italofrancese, per non incorrere in sanzioni dovute a posizioni dominanti, dovrà alleggerire la propria rete di circa 300 negozi. Nel dettaglio, EssilorLuxottica dovrà cedere in Italia 174 store, tra cui l’intera catena VistaSi e 72 punti vendita di GrandVision by. Il marchio VistaSi sarà trasferito e i negozi GrandVision verranno rinominati VistaSi o assumeranno il marchio dell’acquirente. In Belgio, invece, dovrà cedere 35 vetrine GrandOptical (senza il relativo marchio) mentre in Olanda usciranno dal perimetri ben 142 negozi EyeWish, oltre al marchio. Una nota specifica che, per la finalizzazione dell’operazione, manca ancora l’approvazione delle autorità antitrust in Cile e Turchia.

PER DECATLHON MEZZO MILIARDO DI UTILI E ACCORDO CON L’NBA

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l colosso francese dell’abbigliamento e attrezzatura sportiva para bene il colpo della pandemia. L’anno scorso il calo del fatturato a livello mondiale è stato solo del 6%, attestandosi a 11,4 miliardi di euro. Di questi, 3,5 provengono dal mercato francese. Il risultato netto globale è stato positivo per 550 milioni, “pressoché in linea con l’anno procedente” segnala una nota del gruppo. Anche nel caso di Decatlhon l’epidemia ha fatto impennare le vendite on line, passate dall’8% del 2019 al 19% nel 2020. “Questa progressione si osserva in quasi tutti i Paesi in cui Decathlon opera, con la rilevante eccezione della Cina, dove la crescita delle vendite digitali è stata più modesta” spiega ancora l’azienda. In Francia, le vendite online hanno pesato per il 15,6% sul fatturato complessivo. Di rilievo l’accordo di licenza pluriennale siglato con la lega americana di basket NBA. Da questo mese, 1.200 negozi Decathlon nel mondo distribuiscono un’offerta di intimo, calzature e accessori a marchio NBA tramite il marchio di proprietà Tarmak, che l’insegna francese ha dedicato alla pallacanestro.

ONE NATION PARIS E THE VILLAGE: INDIPENDENTI SUL PODIO IN FRANCIA

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l Consiglio nazionale dei centri commerciali francese ha commissionato un report sull’andamento del settore nel 2020, redatto dalla società di analisi Narval. A fronte di un mercato degli outlet calato in media del 3,8%, sono emersi alcuni operatori in forte controtendenza. Il migliore in assoluto è stato il One Nation Paris, situato a Clayes-sous-Bois, cresciuto addirittura del 19% come giro d’affari e del 16,7% come presenze. Il risultato si deve alla particolare concezione a cielo aperto del centro, che ha potuto restare operativo anche nei momenti in cui il Governo im-

poneva la serrata agli spazi chiusi non alimentari. Al secondo posto si trova The Village (Villefontaine), che ha aumentato i ricavi del 17%. “Non posso fare a meno di notare che nelle prime due posizioni ci sono due operatori indipendenti” ha commentato Philippe Catteau, presidente di Catinvest, proprietario di One Nation Paris. “Mi piace pensare che non sia frutto del caso. Ma che, come avvenuto nella grande distribuzione alimentare, l’impegno e la reattività ai cambiamenti tipici degli indipendenti abbiano fatto la differenza”. aprile 2021 | retail food

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f International News RAFFICA DI CHIUSURE IN VISTA PER I DISNEY STORE

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l gruppo Disney ha in programma di chiudere 60 negozi tra Canada e Stati Uniti, circa il 35% di tutti quelli presenti in Nord America, mentre sono 300 gli store sparsi nel mondo. Non è stato comunicato un elenco dettagliato delle location interessate. “La preferenza dei consumatori si sposta sempre di più verso lo shopping on line e la pandemia ha stravolto le aspettative della clientela verso i retailer” ha argomentato in un comunicato stampa Stephanie Young, a capo della divisione “Consumer products, games and publishing”. La contrazione, in realtà, arriva da lontano. Sul finire degli anni ‘90, al massimo della sua espansione, la rete di negozi fisici di Disney era arrivata a contarne 800 in tutto il mondo. (credit: @Disney).

LA PANDEMIA SPINGE IN ALTO IL FAI DA TE DI CASTORAMA

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on i vari lockdown che hanno tenuto a casa milioni di famiglie, molte di queste ne hanno approfittato per il fai da te casalingo. Cosi il colosso Kingfisher (che controlla marchi come Castorama, Brico Dépot e B&Q) ha chiuso l’anno fiscale il 31 gennaio 2021 con vendite in crescita del 7%, a 12,3 miliardi di sterline (circa 14,3 miliardi di euro). L’utile ante imposte balza del 44% a 756 milioni di sterline (878 milioni di euro). In Francia, in particolare, il gruppo ha registrato numeri in crescita per la prima volta da cinque anni, con i ricavi combinati di Castorama e Brico Dépot a 5 miliardi di euro, +5% a perimetro costante rispetto all’anno precedente. L’attesa di Kingfisher è di un’ulteriore crescita a doppia cifra nel primo semestre 2021, seguito da un graduale rallentamento.

LO STREETSWEAR INGLESE DI END NELLE MANI DI CARLYLE GROUP

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a società americana di investimenti The Carlyle Group ha acquisito la quota di maggioranza di End., catena retail inglese specializzata nell’abbigliamento sportivo di fascia alta. I fondatori, Christiaan Ashworth e John Parker, manterranno quote significative nel capitale e le relative cariche, entrambi co-amministratore delegato. Uscirà dalla compagine sociale, invece, il socio Investor Index Ventures. Carlyle aveva già investito nel retail europeo, con l’acquisto del brand di intimo olandese Hunkemöller. End., fondata a Newcastle nel 2005, ha raggiunto un giro d’affari di 170 milioni di sterline (circa 200 milioni di euro) e impiega circa 650 persone. Ma il 65% dei ricavi è prodotto dalla vendite fuori dal Regno Unito.

IL DEPARTMENT STORE DIVENTA MAGAZZINO LOGISTICO: L’ESEMPIO DI EL CORTE INGLÈS

L’ SCOTCH & SODA SI ALLARGA IN EUROPA, ITALIA COMPRESA

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ovità in casa di Scotch & Soda, che ha rinnovato il logo aziendale e annunciato un piano di nuove aperture. “Siamo pienamente ottimisti sul futuro del brand” ha detto in una nota il ceo, Frederick Lukoff. Le nuove aperture saranno 27, di cui 12 shop in shops, in Europa, Nord America e Asia. Tra queste, tre in Olanda, due in Germania, una in Francia e Ucraina, due in Polonia, tre shop in shop insieme a Globus in Svizzera. Una parte dell’espansione riguarda anche Milano, dove il brand aprirà una sede e nuovi showroom. Attualmente, il gruppo ha 225 negozi sparsi per il mondo e 161 shop in shops. La catena è anche fortemente impegnata sul fronte della sostenibilità. Per la stagione estiva in arrivo, già il 41% delle collezioni rispetterà gli standard internazionali per quanto riguarda la sostenibilità dei materiali,, tra cui fibre riciclate, rigenerate o rinnovate mediante processi biologici. Entro il 2024, la quota dovrebbe salire al 70%.

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operazione in sé è circoscritta. Ma potrebbe segnare l’inizio di un trend. Il colosso spagnolo El Corte Inglés ha deciso di chiudere un centro commerciale a Eibar, nei Paesi baschi, nel nord della Spagna, per riconvertirlo immediatamente in un centro logistico a supporto delle vendite on line, specializzato in food e beni di largo consumo. La trasformazione sarà ultimata nel giro di qualche mese e a regime il nuovo spazio arriverà a contenere fino a 25.000 prodotti. È il primo passo di una strategia annunciata dal gruppo, che vuole ora concentrare gli sforzi sull’e-commerce, dopo essere stata costretta a una serie di chiusure di negozi fisici. Solo dieci anni fa, nel maxi store di Eibar erano stati investiti 80 milioni di euro.


IKEA APRE IL SUO PRIMO DOWNTOWN STORE A TORONTO

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ra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, Ikea Canada aprirà il suo primo negozio con il formato ridotto, tipico degli store sviluppati nel centro delle città. Lo ha annunciato Ingka Centres insieme a IKEA Canada, entrambi parte di Ingka Group. La location acquisita da Ingka Centres per lo sviluppo è l’Aura Retail Podium (in foto), ceduta da un fondo di Kingsett Capital, cioè uno spazio posto alla base dell’Aura building, grattacielo commerciale molto noto in downtown Toronto. Si tratta di oltre 12.000 metri quadrati lordi dislocati su tre piani. Il nuovo IKEA Toronto Downtown Store dovrebbe prendere posto in 6.148 metri quadrati, sui primi due piani. Saranno a disposizione circa 2000 prodotti, ma niente mobili self-service, e uno spazio food innovativo.

CARREFOUR CRESCE IN BRASILE, ACQUISIZIONE DA UN MILIARDO DI EURO

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l colosso francese della grande distribuzione ha raggiunto un accordo con Advent International e Walmart per l’acquisizione di Grupo BIG, il terzo food retailer del mercato brasiliano. La transazione, pagata al 70% cash e per la parte restante in azioni, valuta BIG circa 1,1 miliardi di euro. Secondo Carrefour, l’operazione permetterà grandi sinergie con i punti vendita già presenti. Infatti il gruppo opera in Brasile sin dal 1975, con 489 store attivi, mentre Grupo BIG apporta 387 negozi, la maggior parte dei quali a marchio Big (supermercati e discount) e Sam’s Club (cash & carry). Il comunicato specifica che alcuni di questi verranno riconvertiti a marchio Carrefour, mentre la formula “Sam’s Club” continuerà a operare in maniera indipendente, grazie a un accordo di licenza con Walmart.

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f Vetrina A casa o fuori le bibite San Benedetto “zero zuccheri” La linea di bibite San Benedetto “Zero zuccheri aggiunti” è dedicata a chi vuole prendersi cura della forma fisica senza rinunciare al piacere di una bibita gassata. Il “look” è glamour ed elegante, frutto di ispirazione dal mondo della moda, dei profumi e del design, adatto ad un target giovane e sempre in movimento. Questa linea è disponibile in una grande varietà di gusti, tra cui “allegra” con succo di agrumi, limone, ginger, pompelmo, gassosa, chinotto e nei nuovi originalissimi pesca e frutti rossi, pensati per un target femminile. Disponibili nella bottiglia da 0,75L per il consumo a casa e nel pratico formato “on the go” da 0,25L. Entrambe in PET.

Piatti Freschi (Beretta) confeziona il suo tramezzino alta qualità Un tramezzino firmato, in confezione da 140 grammi, è la nuova proposta di Piatti Freschi Italia, l’azienda del gruppo Beretta che con il marchio Viva la Mamma è leader in questo segmento di mercato. Un morbido pane bianco senza crosta e preparato anche con lievito madre, avvolge una ricca farcitura fatta di salumi di alta qualità, garantiti dal brand, specialista dei salumi in Italia dal 1812. Tre le varietà: Prosciutto Cotto alta qualità, Prosciutto di Praga e Mortadella Bologna IGP. Le confezioni, per una porzione di due tramezzini, saranno distribuite nei canali tradizionali, nella grande distribuzione e nel canale delle vending machines.

Rivoluzione Segafredo, arriva il caffè buono e tracciabile Si chiama “Storia” il nuovo caffè di Segafredo (Massimo Zanetti Beverage Group) che segna una rivoluzione nell’ambito della sostenibilità e della trasparenza. Il nuovo aroma è un caffè mono-origine 100% arabica, totalmente tracciabile grazie alla tecnologia blockchain. Inquadrando il QR Code presente sulla confezione il consumatore potrà conoscere l’intera storia del prodotto, mappando il percorso del caffè dal luogo della coltivazione fino alla tazzina, grazie alla piattaforma Farmer Connect, che utilizza la tecnologia IBM Blockchain. Segafredo Storia ha visto il coinvolgimento di 51 agricoltori delle zone di Lempira e Intibuca, in Honduras. Caffè premium certificato Organic e Rainforest Alliance, Segafredo Storia sarà disponibile nelle versioni espresso e filtro, in grani e macinato, sia per il mondo della ristorazione sia per la distribuzione al dettaglio.

Tonitto apre la primavera con nuovi stecchi e sorbetti “limited edition” Tonitto rinnova la sua gamma di sorbetto lanciando sul mercato tre nuovi sorbetti “limited edition” che coniugano il gusto dell’aperitivo e del dopo cena: allo Spritz (con prosecco DOC, Aperol e arancia rossa di Sicilia), al Chinotto e Limone e Menta, che ricorda la tipicità del mojito. Tutti sorbetti che conservano i sapori, ma restano nella fascia “analcolico”. L’azienda ligure arricchisce anche la gamma dei gelati. Arrivano lo Stecco YO-YO, realizzato con il processo esclusivo greek style e ricoperto con cioccolato e frutta disidratata, e lo Stecco Origini prodotto con cioccolato fondente, mango e Passion Fruit, con cacao e zucchero di Altromercato. La gamma della “coppa famiglia” si completa con il nuovo formato da 250 grammi, rinnovata con tre nuovi gusti: Cassata, Tiramisù, Vaniglia Gialla.

San Carlo strizza l’occhio al “Veg” con i nuovi snack San Carlo inaugura il nuovo brand “Veggy Good” con la linea di snack a forma di triangolini, non fritti, disponibili in tre varianti: riso e tre legumi (piselli verdi e gialli, fagioli neri), ceci croccanti e riso rosso integrale e lenticchie. Senza glutine, coloranti e conservanti, sono ideali per vegani e vegetariani, perché contengono proteine solo vegetali. La produzione è realizzata in un nuovissimo impianto altamente tecnologico, che utilizza energia da fonti rinnovabili. Il pack è prodotto con carta certificata FSC proveniente da foreste gestite in maniera etica e responsabile ed è riciclabile nella carta. 62

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Speck e pancetta, i nuovi pacchetti di Citterio Casa Citterio rinnova le confezioni dei suoi cubetti e amplia la gamma con nuove referenze 100% italiane, le Tagliette e i Fiammiferi. Il tradizionale pack dei cubetti è ora caratterizzato da colori più accesi, con un visual che richiama i classici della cucina italiana (disponibili nelle varianti pancetta affumicata e dolce, speck e prosciutto cotto). Inoltre arrivano le nuove referenze gourmet: le Tagliette di guanciale e i Fiammiferi, dalla particolare forma allungata, ideati per rendere le preparazioni in cucina ancora più raffinate. I fiammiferi sono disponibili come pancetta affumicata e dolce. Tutti i salumi sono al 100% italiani, senza glutine e senza derivati del latte.


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f La Foto

Milano - Le restrizioni dovute alla zona rossa hanno spazzato via anche le tradizionali code davanti a Luini, simbolo del panzarotto pugliese, fritto o al forno, amato dai milanesi, dai turisti e dagli studenti.

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