MESSENGER SERVICE N.7 2022 "CHRISTMAS EDITION" - THE CPIA 1 FOGGIA MAGAZINE

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I'm dreaming of a white Christmas

Just like the ones I used to know Where the tree tops glisten And children listen To hear sleigh bells in the snow, oh, the snow

I said, I'm dreaming of a white Christmas

With every Christmas card I write May your days be merry and bright And may all your Christmas' be white (…)

Sto sognando un bianco Natale Proprio come quelli che conoscevo Dove brillano le cime degli alberi E i bambini ascoltano

Per sentire i campanelli della slitta nella neve, oh, la neve Ho detto, sto sognando un bianco Natale In cui ogni cartolina di Natale che scrivo Ti possa rendere le giornate felici e radiose E possa far sì che tutti i tuoi Natale siano bianchi (…)

Extract from “White Christmas” performed by Michael Bublé ft. Shania Twain

Guardò le case davanti alle quali era passato per tutte quelle settimane… guardandole ora, però, attraverso il grigio dell’aria e il bianco della neve rimase impressionato dal cambiamento che sembravano aver subito: ogni casa e cespuglio e albero e arbusto e cassetta da lettere erano decorati di neve e fusi in quell’aria come se fossero un quadro, la rappresentazione di quell’immobile grigio perla, nient’altro che un’impressione creata dalla stessa silenziosa neve…”.

Apriamo l’editoriale del giornalino con una citazione di Hubert Selby Jr. tratta dal suo racconto “Canto della neve silenziosa”. Scene come questa sembrano lontane anni luce. In base all’attuale tendenza e ai dati del nuovo rapporto intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), la situazione non è rosea. E ogni anno le previsioni peggiorano.

È questa una delle tematiche affrontate dalla nostra scuola negli articoli dell’edizione natalizia del giornalino dedicato alla nostra “madre terra”: il nostro pianeta sta infatti perdendo sempre più l’opportunità di vivere in una situazione ottimale e con i presupposti di una vita serena e salutare per le generazioni future.

I nostri otto punti di erogazione, assieme alle tre case circondariali, hanno fornito le proprie riflessioni circa la sostenibilità ambientale e la gestione delle risorse dei territori, attraverso articoli sull’azione di contrasto alla mafia, la lotta agli sprechi ambientali ed il cibo quale fattore di inclusione sociale. Non è mancato un accenno alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne ed uno al “Remembrance day”.

Ai sette punti di erogazione quest’anno se n’è aggiunto un altro: quello di Rodi Garganico, a cui diamo il benvenuto, con l’augurio che il CPIA1 Foggia continui ad essere un punto di riferimento per il territorio della Capitanata. Buon Natale a tutti da parte della Dirigente scolastica Antonia Cavallone e di tutto lo staff di redazione del giornalino.

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SAN GIOVANNI ROTONDO

Dirigente Scolastico del CPIA1 Foggia dal 2014, attualmente presidente della Rete dei CPIA della Regione Puglia. Dirige il Messenger Service dal 2019, cake designer per passione, adora la lettura e la musica

Casalino EDITOR IN CHIEF

Docente di lingua francese, dal 2019 caporedattore del Messenger Service, globetrotter, scrittore, venerato maestro nel campo della musica rock

Docente di lingua francese, divoratrice di romanzi, definita la prof. “arcobaleno” per il suo look colorato. Il suo motto è “un sorriso può salvarti”

SAN SEVERO

CERIGNOLA

Michele

LAYOUT & GRAPHICS

Docente di tecnologia, dal 2017 altre braccia rubate al settore agricolo, grafico sopravvalutato, coinvolto spesso suo malgrado in malintesi istituzionali

De Girolamo Docente di tecnologia, appassionato di informatica e fotografia, sognatore con i piedi per terra, la testa

AMONG THIS ISSUE’S CONTRIBUTORS

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Marcello FOGGIA Daniela De Stasio MANFREDONIA Massimo sulle spalle e, a volte, la mente fra le nuvole… Teresa Ciccone Docente di lingua francese, amante della natura e dell’arte BOVINO Giovanni Guarino Docente di tecnologia, architetto, in attesa di diventare giocatore professionista di basket nell'NBA. STORNARELLA Alessandro Ranieri Docente di tecnologia, tiene d’occhio la natura e ruba i suoi strumenti RODI GARGANICO Maria Grazia Schiavone Docente di lingua inglese, dolce romantica protonica e solare… scrittrice nel tempo libero Hmimnat Asmaa, Elena Batuyeva, Maria Pia Borrillo, Svitlana Burlachenko, Maria Rita Calabrese, Virginia Caso, Irina Craciun, Amani Ben Dhaou, Ippolita Falcone, Filippa Finaldi, Abdollah Hasaballah, Naomi Ilor, Kristina Kotaria, Luana La Fratta, Nadir La Fratta, Rosa La Fratta, Maria Libera La Penna, Veronica Maiorano, Elmedhi Majri, Mimoun Mechhour, Emily Mèndez Duràn, Marry Jean Osayege, Giustina Piacenza, Zaira Poga, Daniela Reddavide, Sandro Reibaldi, Libera Ricucci, Antonio S., Stefania Schettino, Stefania Spaldro, Vittoria Troiano, Corsisti delle case circondariali. Lydia Colangelo Docente di lettere, dottore di ricerca in filologia, letteratura, tradizione e in teologia cattolica Roberta Cucchiarale Docente di lettere, appassionata di letteratura, cinema e teatro
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ART 8
9 NON
10 COSA
GLI
12 AIUTIAMO IL NOSTRO PIANETA 14 ECCEZZZZIUNALE …. VERAMENTE 15 MINE VAGANTI 16 INTIMATE. PARTNER. VIOLENCE. I. P. V. 17 MADRE TERRA 18 A CHANGE IS GONNA COME 19 BEAUTIFUL GARBAGE 20 UNA SFIDA GLOBALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE 22 CHE LA GENTILEZZA SIA CON NOI 24 DON’T LET THEM EXPIRE! 26 4 NOVEMBRE 2022 28 INSIEME SI PUÒ 30 DAL CHICCO DI GRANO AL PANE 31 DAL SISTEMA LINEARE AL SISTEMA CIRCOLARE 32 TRATTIAMO BENE LA NOSTRA “MADRE TERRA” 34 UN
“DENTRO”IL NATALE: TANTE VOCI, UN UNICO DESIDERIO... 35 RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI SUL TEMA “MADRE TERRA” 36 LE
CHI CI
IL
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IN QUESTO NUMERO COLAZIONI A CONFRONTO
MADRE TERRA IN DIGITAL
PARLERÒ DI QUALCOSA CHE INTERESSA TUTTI
LASCIARE NESSUNO INDIETRO
SANNO
ITALIANI DELL’AGENDA 2030?
PENSIERO
ECOMAFIE:
INQUINA
FUTURO
SPIRITUAL GUIDANCE: Hunter S.Thompson This issue is dedicated to Manuel Göttsching (1952-2022)

COLAZIONI A CONFRONTO

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nasce come piano d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sociale ed economica. Essa si propone un importante impegno, e cioè quello di garantire un presente e un futuro migliore al nostro pianeta e alle persone che lo abitano, superando l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e affermando una visione più ampia che riguarda diverse dimensioni di sviluppo. Tra i concetti chiave dell’Agenda ne citiamo due:

1. eliminare la fame e la povertà in tutte le forme, garantendo dignità e uguaglianza a tutte le persone; 2. promuovere società pacifiche, giuste e inclusive.

In questo articolo ci soffermeremo sul tema dell’alimentazione e quindi sul cibo inteso anche come terreno di incontro, di dialogo, di scambio e di sviluppo deter-

minante per l’importanza culturale ed economica che esso riveste in ogni paese del mondo. Il cibo è riconosciuto come identità culturale, ponte verso la propria terra ma soprattutto verso se stessi. Questo è ancora più importante in un mondo globalizzato come il nostro. La nostra alimentazione influenza molto quella degli stranieri residenti in Italia, così come noi ci stiamo abituando sempre di più a cibi diversi. Un esempio di piatto molto diffuso soprattutto tra i giovani è il kebab, di origine araba, oppure il sushi, giapponese. La cultura abbinata all’alimentazione apre prospettive al dialogo fra persone e nutrirsi racchiude quindi significati simbolici, relazionali e culturali.

Il cibo non è solo una necessità umana, ma un’occasione fondamentale di scambio e incontro tra individui, culture e tradizioni. In tutta Europa il numero di prati-

che di integrazione dei migranti attraverso il cibo sta crescendo, con l’obiettivo di costruire processi sostenibili di dialogo e conoscenza reciproca, accrescendo sempre di più le opportunità di inclusione sociale. Il CPIA di Bovino, prendendo spunto dai temi dell’Agenda 2030, ha organizzato una giornata dedicata alla condivisione del cibo, pianificando un’ attività didattica che ha coinvolto tutti i ragazzi del nostro punto di erogazione ,la maggior parte dei quali provenienti dall’Egitto. Abbiamo pensato di condividere uno dei momenti fondamentali della giornata, la colazione, e messo a confronto la colazione egiziana con la tipica colazione italiana.

La valorizzazione del cibo come elemento culturale sul quale edificare la convivenza pacifica fra i popoli è stato il tema centrale che ha animato la nostra giornata. I nostri studenti hanno accolto con

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entusiasmo la nostra idea e si sono messi subito al lavoro. Ci hanno mostrato come si prepara il pane azzimo e spiegato le peculiarità della tipica colazione egiziana. A colazione di solito gli egiziani preferiscono cibi salati, di conseguenza non poteva mancare il Ful Medames, la tipica purea di fave, spesso affiancata dalla Ta’miyya, e il Felafel egiziano che si distingue da quello tipico degli altri paesi del Mashreq per l’impasto preparato con le fave piuttosto che con i ceci.

Spesso consumato all'interno dei panini, come merenda o pranzo veloce, il Ful Medames (chiamato anche semplicemente Ful) è uno dei piatti simbolo della cucina egiziana. Si tratta di una crema di fave scure, cotte lentamente in una pentola di rame e servite sotto forma di purè, insaporito con olio d'oliva, prezzemolo, cipolla, aglio e succo di limone, accompagnato da uova sode e pane azzimo. Una ricetta antica dalle origini incerte, che affonda le proprie radici al tempo dei faraoni. Quel che è sicuro è che il Ful iniziò ad acquisire maggiore popolarità nel Medioevo, quando era consumato soprattutto nelle terme dalle dame di corte della principessa. I nostri ragazzi non potevano non essere incuriositi dalla tipica colazione italiana, un rito di dolcezza a base di latte o caffè, fette biscottate, biscotti, cornetti da farcire con marmellata o nutella. Queste differenze si sono tradotte in un momento conviviale, di condivisione e di arricchimento sia per gli studenti che per noi docenti. Riporto quanto detto da uno dei nostri studenti , Mahmoud El Badri: “È stata davvero una bella giornata, abbiamo mangiato cibo egiziano e italiano. Questo è stato bello perché mi sembrava di essere in Egitto”. Mohamed Shaaban dice: “Abbiamo collaborato gli uni con altri… spero questo accada di nuovo”. “Vedere cucinare insieme egiziani e italiani mi ha reso felice...” ha commentato Moawad Moemen.

Abbiamo tutti imparato qualcosa da questa meravigliosa esperienza e cioè che il cibo non è solo cibo, ma anche ricordi, sentimenti, emozioni, simbolo identitario non solo di un territorio, ma di una nazione, di un’etnia, e che il suo valore è in grado di influire positivamente sulle relazioni sociali. Sono certa che avremo ancora molto da condividere con i nostri ragazzi.

MADRE TERRA IN DIGITAL ART

Qualche giorno fa scuola é arrivata una comunicazione che ci invitava a fare un lavoro sul tema “Madre Terra”.

Io ho pensato subito a come farlo, se con un disegno tradizionale, con foglio, matita e colori, oppure con il computer.

Siccome a me piace molto fare disegni digitali, ho scelto questa possibilità. Ho usato un’applicazione specifica che serve

proprio a disegnare. Innanzi tutto ho pensato a qualcosa che potesse rappresentare il tema della circulare.

Mi è venuta in mente una donna con la terra in mano, con i capelli pieni di foglie e rami, e circondata da alcune farfalle, un uccello e un bruco su un dito.

Prima ho fatto tre bozze e alla fine ho

fotografato il disegno con il cellulare, e da qui ho lavorato per i particolari. Il mio lavoro rappresenta sia Madre Terra, sia la gioventù.

Ho disegnato nelle sue mani. Questo significa che la terra deve essere protetta da tutti, soprattutto dai giovani, che possono far ragionare le persone a prendersi cura del pianeta.

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Il talento di Emily, disegnatrice ed illustratrice digitale per passione di EMILY

PARLERÒ DI QUALCOSA CHE INTERESSA TUTTI

Uno studente del corso di alfabetizzazione del punto di erogazione Bovino-Monti Dauni scrive una lettera aperta

Abdollah, studente di 17 anni del Corso di Alfabetizzazione del punto di erogazione dei Monti Dauni-Bovino, dopo alcune lezioni di sensibilizzazione sul tema, scrive una lettera aperta a tutti.

In modo molto diretto ed efficace, ricorda l’importanza della sensibilizzazione e dell’educazione ambientale. Abdollah pone l’accento anche sull’importanza di tramandare bellezze naturali, ma anche artistiche alle future generazioni, cogliendo in questo modo anche un importante punto di contatto tra due paesi come l’Egitto e l’Italia, che hanno in comune enormi patrimoni naturali, storici e monumentali da preservare per il futuro.

Parlerò di qualcosa che interessa tutti, perché riguarda la storia del vostro paese, e di tutti i paesi del mondo.

Questa cosa è proteggere l’ambiente. Ci sono molti che non conoscono il significato di cose come alberi, giardini e monumenti. Spesso anche i bambini e le nuove generazioni non mostrano adeguata educazione e sensibilità a riguardo. Stiamo scherzando con il fuoco nel non renderci conto di questa realtà. In

Italia e in Egitto tanti turisti vengono ogni anno per ammirare monumenti e bellezze naturali. Non ti sei mai chiesto perché i nostri antenati ci hanno lasciato queste cose?

Lo hanno fatto perché potessimo vivere nella bellezza inestimabile e nella storia, ma anche per conservarla per il futuro. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo iniziare dalle piccole cose come ad esempio pulire i luoghi ed averne cura. Se vediamo qualcuno che fa qualcosa di

male dobbiamo intervenire, fargli comprendere l’importanza di avere comportamenti corretti, parlargli tutti insieme

Io sono orgoglioso dei miei antenati che mi hanno lasciato questi tesori. Dobbiamo difenderli e tramandarli alle future generazioni.

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NON LASCIARE NESSUNO INDIETRO

Gli studenti di fronte ad una indagine sulla giornata mondiale dell’alimentazione

Il 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, una data originariamente scelta per commemorare l’Istituzione della FAO, nata nel 1945 a Québec, in Canada.

Dal 1979 è una delle ricorrenze più importanti nel calendario degli eventi organizzati dalle Nazioni Unite. Venne istituita allo scopo di sensibilizzare la popolazione mondiale sui temi dell’alimentazione, della sostenibilità e della corretta distribuzione delle risorse alimentari, diffondendo la consapevolezza di quanto sia fondamentale creare politiche agricole e alimentari efficaci per garantire quantità adeguate di acqua e cibo a tutti gli abitanti della Terra.

Nei 150 Paesi che hanno aderito alle Nazioni Unite vengono organizzati centinaia di eventi, dibattiti e attività su temi della sostenibilità alimentare, a cui prendono parte istituzioni governative e locali, imprese, organizzazioni coinvolte nella cooperazione internazionale e mezzi di comunicazione. Ogni anno la FAO organizza numerosi eventi in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, allo scopo di coinvolgere, educare e informare l’opinione pubblica sul tema della sostenibilità alimentare. Una grande opportunità

per riflettere sulla situazione attuale e trovare soluzioni per costruire un futuro più equo, solidale e responsabile. Attraverso maratone, marce contro la fame, mostre, eventi culturali, concerti e concorsi (come il “Concorso Poster” a cui il nostro Istituto ha aderito), la FAO vuole coinvolgere cittadini di ogni età, ma soprattutto i giovani, in azioni concrete e scelte responsabili, anche attraverso iniziative dedicate alle scuole al fine di diffondere gli obiettivi di sviluppo e i principi di sostenibilità, benessere e salute nei più giovani attraverso installazioni multimediali e interattive, confronti e dibattiti, ma soprattutto la raccolta di idee, suggerimenti e possibili azioni immediate.

Quest’anno il Ministero dell’Istruzione, d’intesa con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha proposto di dedicare nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado l’attività didattica della giornata del 16 ottobre al tema scelto per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022: “Non lasciare nessuno indietro. Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore”, ovvero trovare soluzioni urgenti per permettere a tutti di avere accesso ad alimenti di qualità in modo

regolare e nelle corrette quantità. Anche il CPIA di Foggia, nella giornata di lunedì 17 ottobre, si è impegnato a celebrare questa nobile manifestazione presso tutti i punti di erogazione, coordinato dalla funzione strumentale di Educazione alla Salute e Benessere. Nello specifico, nel nostro punto di Cerignola sono state svolte una serie di attività laboratoriali, lezioni partecipate, la produzione di cartelloni e di una piramide alimentare da parte di tutti gli alunni frequentanti il corso di alfabetizzazione, del primo e del secondo periodo didattico.

Un gruppo di studenti del corso PPD A ha commentato l’iniziativa con le seguenti parole: “Dopo aver discusso in classe con i nostri docenti abbiamo compreso l’importanza di una corretta alimentazione che deve apportare all’organismo tutti i principi nutritivi necessari e, soprattutto, che essa deve essere garantita per tutti e non solo per alcuni. Abbiamo affrontato anche il problema degli effetti negativi dello spreco alimentare, arrivando alla consapevolezza che non è più possibile sprecare il cibo (secondo i dati FAO un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo viene sprecato) e che bisogna ridargli il giusto valore”.

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COSA SANNO GLI ITALIANI DELL AGENDA 2030?

Gli studenti del punto di erogazione di Cerignola ci illustrano un lavoro di ricerca di CORSISTI 2PD

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030. Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.

I 17 Goals fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani. Ma quanto è conosciuta l’Agenda 2030 dagli italiani?

L’indagine di Green media lab e Norstat definisce i “4 tipi di italiani” in rapporto

alla sostenibilità. Solo il 30% delle persone conosce l’Agenda 2030, lotta al cambiamento climatico è l’SDG più “sentito”, le donne sono più sensibili alle tematiche sociali.

Sondare l’opinione degli italiani sul tema dello sviluppo sostenibile al fine di cogliere le sensibilità e gli orientamenti valoriali emergenti, con un focus sulle nuove generazioni ed in particolare sulla “generazione Z” è l’obiettivo dell’indagine "Gli italiani e lo sviluppo sostenibile" condotta da Green media lab e Norstat, che pone l’accento sulle tante interconnessioni ambientali, sociali ed economiche che attraversano lo sviluppo sostenibile a livello planetario.

Durante il lavoro di ricerca sono stati

esplorati i vissuti degli italiani sia in termini di orientamenti valoriali relativamente al tema dello sviluppo sostenibile, sia di effettivi comportamenti sostenibili adottati.

Durante l’indagine gran parte degli intervistati (80,4%) ha affermato di aver chiaro il concetto di sostenibilità. Una quota ancora maggiore della popolazione (89,2%) si dichiara invece sensibile al riguardo e ritiene che le tematiche che maggiormente debbano contribuire ad uno sviluppo sostenibile siano: tematiche ambientali (95,0%), sociali (93,2%) ed economiche (89,4%).

Un terzo della popolazione (31,9%) dichiara una conoscenza nominale dell’Agenda 2030; di questi quasi il 70%, pari

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al 23% sul totale campione ne dimostra una effettiva conoscenza e all’incirca la metà, pari al 16,6% sul totale campione, ne indica correttamente le Nazioni Unite quale ente promotore. Sia per l’Agenda 2030 che per i suoi obiettivi, SDGs, i livelli più elevati di conoscenza nominale si rilevano nella generazione Z e nei segmenti più istruiti della popolazione. In termini di rilevanza dei diversi obiettivi previsti dall’Agenda 2030, il contrasto ai cambiamenti climatici è l’SDGs più vicino alla sensibilità degli Italiani (43,6%). A partire quindi da una sensibilità diffusa e una crescente attenzione del pubblico al tema della sostenibilità, la sfida per gli interlocutori istituzionali, le aziende, le agenzie e i mezzi di comunicazione, è fare sempre più cultura sul tema della sostenibilità e sull’impegnativo piano programmatico, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, previsto dall’Agenda 2030. Oltre la metà degli italiani (55,2%) di-

chiara di essere a conoscenza del fatto che ogni obiettivo dell’Agenda 2030, SDGs, preveda una serie di azioni concrete per attuarlo. La conoscenza delle diverse azioni prioritarie in ambito ambientale, sociale ed economico appare tuttavia abbastanza superficiale e frammentata.

La ricerca ha quindi indagato il grado di adesione ai valori che più possono contribuire al miglioramento della nostra società in un’ottica di sostenibilità.

In ambito sociale i valori più condivisi sono il rispetto dei diritti e delle libertà individuali, l’onestà e il rispetto della legalità, agli ultimi posti l’altruismo, l’empatia, la generosità e il senso di appartenenza. Tra i valori economici ai primi posti il consumo responsabile, il riuso e la tutela delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori, all’ultimo posto il consumo condiviso.

I valori ambientali vedono al primo posto il rispetto per il pianeta, cui segue il sen-

so di responsabilità individuale e verso le generazioni future. Le problematiche più sentite in ambito ambientale sono i cambiamenti climatici, la povertà e le diseguaglianze in ambito sociale e la disparità nella distribuzione delle ricchezze in ambito economico.

In termini di comportamenti, tre quarti degli italiani dichiarano di aver concretamente modificato comportamenti e abitudini quotidiane e una percentuale equivalente ritiene che i comportamenti individuali abbiano un impatto sulla dimensione collettiva. Nelle abitudini domestiche vi è sicuramente una crescente attenzione a ridurre gli sprechi in più ambiti e a limitare i consumi energetici; sembra diffondersi una maggiore sensibilità anche nei consumi dell’acqua domestica. I comportamenti d’acquisto più sostenibili non sono ancora diffusi probabilmente perché appaiono ancora molto radicati modelli consumistici.

Che cos’è l’Agenda 2030?  Un diario o un agenda per l’anno 2030-2031 

Un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU  Una canzone degli Articolo 31  Un programma d’azione industriale per sviluppare tecnologie e strumenti all’avanguardia

Quanti obiettivi comprende l’Agenda

La sigla in inglese dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile è?  OSS  SDGs  SSO  GDSs

Che cosa significa povertà estrema?  Non disporre delle risorse primarie come acqua, cibo, vestiti e un’abitazione  Non disporre delle risorse per mantenere uno standard di vita medio  Non disporre delle risorse di prima necessità come carta igienica, spazzolino e dentifricio  Abitare in Africa

A cosa servono i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile/l’Agenda 2030?  A trasformare il nostro mondo  A frenare la pandemia  A modificare i meccanismi di crescita sociale

Cosa significa Sviluppo Sostenibile?  Sviluppare fotografie in pellicola con l’aiuto di mezzi naturali  Una fortissima crescita economica all’insegna delle disuguaglianze e dello sfruttamento delle risorse della terra  Una forma di sviluppo economico compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e della società, così da non lasciare indietro nessun Paese e nessuna persona e tutto ciò nel pieno rispetto del nostro Pianeta

Nessuna delle tre precedenti

 A rallentare la sostenibilità ambientale

Qual è il primo obiettivo dell’agenda 2030?

 Iniziare la dieta

 Eliminare la lotta al cambiamento climatico

 Sconfiggere la povertà

 Aumentare il divario tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo

Quali sono le regioni in cui vivono il maggior numero di poveri assoluti?  Asia meridionale e Nord Africa  America latina e Africa subsahariana  Nord Africa e America latina  Asia meridionale e Africa sub sahariana

Un bambino al di sotto dei 5 anni su sette non possiede:  Un’istruzione adeguata  Un’altezza adeguata alla sua età  Un proprio letto  Un cellulare

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2030?  17  196  20  169
METTI ALLA PROVA LE TUE CONOSCENZE SULL’AGENDA 2030! RISPONDI AL QUESTIONARIO

AIUTIAMO IL NOSTRO PIANETA

Cosa significa “sostenibilità ambientale?” È quello che ci spiega una corsista del punto di erogazione di Foggia

Sempre di più il nostro paese sta andando incontro ad una rovina irreversibile a causa dell’inquinamento globale. Per questa ragione è necessario che tutti ci impegniamo a praticare uno sviluppo sostenibile. Affinché questo avvenga, bisogna saper usare in modo consapevole le risorse dei sistemi naturali rispettando il nostro pianeta. A questo punto, bisogna chiedersi cosa significa “sostenibilità ambientale” e cosa è possibile fare per portarla avanti in tutto il mondo. Sostenibilità ambientale significa poter sfruttare le risorse del nostro pianeta in modo coscienzioso e calcolato affinché le risorse possano essere utilizzate a

tempo indeterminato. Significa, perciò, interagire con l’ambiente in modo responsabile. La verità, però, è che siamo all’inizio di una gravissima crisi ambientale e sociale: dovrebbero essere presi subito provvedimenti a livello globale ma nessuno lo fa. La risposta si trova nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, un programma per aiutare il nostro mondo nella sua globalità, sottoscritto nel 2015 da ben 193 paesi. Al suo interno sono stati individuati 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile da raggiungere nel giro di 15 anni. Questi obiettivi partono da cinque elementi fondamentali, detti le 5P: persone, ossia eliminare la fame nel mondo e garantire

a tutti dignità e uguaglianza; prosperità, garantire vite prospere e in accordo con la natura; pace, cioè promuovere la pace nel mondo per società più giuste ed inclusive; partnership, ossia promuovere solide alleanze per realizzare questi obiettivi; pianeta, cioè proteggere il nostro pianeta affinché possa essere consegnato alle generazioni future. Se riuscissimo ad applicare questi criteri in tutti i paesi del mondo, allora finalmente potremo non solo avere un mondo meno inquinato ma anche una società più giusta ed equa per tutti.

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ECCEZZZZIUNALE…. VERAMENTE

Ipretato da Diego Abatantuono. A noi è tornato in mente durante le lezioni di scienze. Nel programma di studio di quest’anno al 2PD del CPIA è prevista l’acquisizione delle conoscenze, tra l’altro, sul sistema solare e la Terra. Ma come potrebbero interessarci i pianeti e le loro caratteristiche? In fondo non sono solo dei grossi sassi vaganti nello spazio? Eppure con uno sguardo meno superficiale scopriamo che molti fenomeni e fatti relativi a questo argomento ci riguardano in maniera estremamente rilevante. Mercurio è il pianeta più vicino al Sole e non ha atmosfera: sul lato diurno le temperature raggiungono +430 gradi mentre su quello notturno – 180° C (si, stiamo studiando anche i numeri relativi). Venere al contrario è coperto da un’atmosfera spessissima ed ha comunque una temperatura di superficie di + 460° C, e 92 bar di pressione atmosferica: come stare quasi a 1000 metri sott’acqua. Marte è molto

con ghiaccio ma non c'è traccia di acqua liquida. Una ricostruzione indiretta della superficie di Titano, una luna di Saturno, indica temperature in superficie dell'ordine dei 180 gradi sotto zero. Europa, la bellissima luna di Giove, è coperta completamente da diverse decine di chilometri di ghiaccio.

Questo significa che una considerevole serie di coincidenze devono essere rispettate per dare a noi la possibilità di essere qui ora, con la nostra costante temperatura corporea di circa 36°C.

Nello spazio le temperature sono bassissime, mentre più vicino al sole diventano di migliaia di gradi, quindi per conservare un intervallo termico compatibile con la presenza della vita, sono necessarie numerose e particolarissime condizioni fisiche. Di seguito ne citiamo solo alcune.

La dimensione del Sole: se fosse più grande avrebbe vita troppo breve per accompagnare l’evoluzione, se fosse più

stelle ha queste ideali proporzioni.

Il movimento di rivoluzione della Terra intorno al Sole, che determina l’alternarsi delle stagioni, su un’orbita ellittica ad una distanza ottimale: una variazione del 5% sarebbe letale.

Il movimento di rotazione intorno all’asse terrestre della durata di circa 24 ore che determina l’alternarsi del dì e della notte, e quindi la durata dell’esposizione alla luce della superficie terrestre.

La presenza di Giove, il pianeta gigante che con il suo intenso campo gravitazionale ci fa da guardiano contro i pericolosi asteroidi che, in sua assenza, devasterebbero la Terra provocando estinzioni di massa.

Lo stesso Sistema solare si trova a distanza di sicurezza dal centro della Galassia, dove vengono prodotte grandi dosi di radiazioni (raggi X e Gamma)

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Le lezioni di scienze hanno permesso agli studenti di acquisire maggiori conoscenze sul sistema solare
2PD

MINE VAGANTI

La convivenza forzata durante il periodo di lockdown, a causa della pandemia, ha accentuato un fenomeno già dilagante

Sempre più spesso i fatti di cronaca nera sono legati ad un argomento molto spinoso: il femminicidio. È una forma estrema della violenza contro le donne, che si manifesta come violazione dei loro diritti umani, perpetrata attraverso maltrattamenti, stalking, violenza verbale, fisica, piscologica, sessuale, economica. Durante la pandemia il numero di richieste d’aiuto ai centri antiviolenza è addirittura raddoppiato, perché la convivenza forzata durante il lockdown ha peggiorato molte situazioni. Un approccio non sentimentale al problema prevede di indagarne le cause.

Tanti casi di femminicidio hanno in comune una richiesta di separazione, un tradimento o semplicemente una lite che portano alcuni uomini ad eliminare fisicamente la fidanzata, la convivente, la moglie o la ex. Una lettura del fenomeno mette sotto accusa lo stereotipo che si crede ancora presente, non solo tra i più anziani ma anche tra i giovani, riguardante un modo di concepire la relazione in cui la donna non ha pari dignità rispetto all’uomo, sebbene molto si sia fatto attraverso l’istruzione per ribadire in ogni circostanza che tutti, nella società, hanno gli stessi diritti e possono svolgere ruoli complementari senza necessità di prevaricazione.

In realtà dalle perizie nei processi emerge che la maggioranza di questi assassi-

ni, anche se all’apparenza sembrano persone fin troppo tranquille, ha problemi psicologici. In particolare diversi studi hanno appurato una correlazione tra questi particolari reati e il DNP (disturbo narcisistico di personalità), di solito non riconosciuto, tanto meno da chi ne soffre, perché allo stato latente, caratterizzato, tra l’altro, dalla necessità di mantenere il controllo sul partner. Quello che spesso sembra un inspiegabile raptus improvviso di un uomo che all’esterno si mostra come padre e marito impeccabile, nella maggior parte dei casi è l’esito di una escalation che si può manifestare a partire dalla violenza verbale, ma che può anche essere silente ed “esplodere” in rabbia incontenibile se

qualche avvenimento turba il fragile equilibrio di questi soggetti o attenta la loro bassissima autostima.

Negli ultimi anni sono nate iniziative che mirano a sensibilizzare le persone e l’opinione pubblica su questo problema, e si possono reperire sempre più facilmente in internet informazioni su questo tipo di patologia.

Per aiutare le donne a proteggersi occorre renderle consapevoli di tutti i segnali di prevaricazione (red flags): vanno educate fin da adolescenti a riconoscere partner dominanti e aggressivi, che solo in un secondo momento si mostrano per quello che sono, poiché all’inizio della relazione recitano la parte ingannevole di uomini galanti ed innamorati.

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INTIMATE. PARTNER. VIOLENCE. I. P. V.

Violenza di genere: grave minaccia alla libertà e ai diritti delle donne

Fin dagli anni novanta, il Consiglio d'Europa è stato particolarmente attivo nel campo della prevenzione della violenza di genere perpetrata contro donne e bambine, ma la violenza domestica nei confronti delle donne è un fenomeno in crescita che non conosce frontiere geografiche, limiti di età, o razza, e che riguarda ogni tipo di relazione familiare e classe sociale. La violenza intima del partner è un abuso o un’aggressione che si verifica in una relazione romantica. Il termine partner intimo si riferisce sia ai coniugi attuali, che a quelli precedenti, che ai partner di appuntamenti. La violenza domestica, D V, può verificarsi tra un genitore e un figlio, tra fratelli e persino coinquilini. Nel caso dell’”Intimate partner violence”, può verificarsi solo tra partner romantici che possono o meno vivere nella stessa famiglia. La violenza intima del partner può essere anche definita violenza domestica del partner intimo (IPDV). I “Centres for Disease Control And Prevention”. (C. D. C.) identificano quattro tipi di violenza del partner intimo:  Violenza fisica.

 Violenza sessuale.

 Violenza verbale.

 Aggressione psicologica.

La violenza psicologica è stimata essere la forma più comune di violenza da partner intimi. Nonostante ciò, la ricerca sull’effetto indipendente della violenza psicologica sulla salute mentale è scarsa. Il 9 agosto del 2019 in uno studio che esamina i motivi delle donne arrestate per aver perpetrato -Ipv fisico- su stuart e colleghi, si è scoperto che i motivi più frequenti erano:

L’autodifesa.

La scarsa regolazione delle emozioni.

Provocazione da parte di un partner.

 Ritorsioni contro un partner.

 Bassa autostima.

 Vivere abusi o negligenze.

 Assistere alla violenza in casa, nella comunità o nei media.

 Accesso alle armi.

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MADRE TERRA

“Una preghiera laica” recita l’ultimo libro di Pasquale Licursi

Madre Terra”, o potremmo dire “madre di cose perdute”, citando una vecchia suite musicale. L’ultimo lavoro di Pasquale Licursi è un viaggio sulla linea dei ricordi ma anche un invito ad allargare l’area delle nostre coscienze.

Nato a Santa Croce di Magliano, cittadina del Molise, Licursi fa il suo esordio nel 1996 con la raccolta di poesie “Sposerò una farfalla” a cui farà seguito “Polvere di clown”. Pubblica poi numerosi romanzi, tra i quali spiccano “Dal marciapiede al cuore”, “Fossi stato un po’ più giovane”, “Ginestra e cemento” e “Cesare Pavese amava i gatti”. “Madre Terra” è un personale amarcord condotto attraverso evocative immagini, uno scrigno di emozioni dove ogni riflessione è un palpitante colpo impresso attraverso la memoria.

Si stagliano subito all’orizzonte i ricordi d’infanzia, rievocati anche attraverso i suoni e gli odori, parte dell’immaginario a suo tempo indicato dall’eroe-narratore proustiano nell’atto di intingere la “madeleine” nella tazza del thè, in quella monumentale opera apripista che fu la “Recherche”. “Quell’odore di casa è l’odore più bello del mondo. Lenzuola profumate e sugo della domenica. Primavera dei sensi, come se non potesse più tornare quel tempo che non è più tempo ma memoria”.

È la narrazione diretta dei pensieri e dei sentimenti, attraverso i quali il protagoni-

sta tenta di ritrovare il senso di una vita.

Il viaggio interiore è qui visto come terapia e senso di scoperta: l’io narrante trova un mondo in un certo senso perduto ma che ha ancora tanto da dire. “Quando si trovavano per una festa, una serata, era come andare a teatro…In quel gruppo c’era la vita in tutta la sua incredibile bellezza”.

Un senso di palpabile malinconia pervade il viaggio a ritroso che il narratore-protagonista compie. I personaggi da lui conosciuti e amati sfilano come in una soffice parata, ma non sono eroi, fanno parte degli “ordinary people”, di coloro che non chiedono gloria o gratitudine. “Ci perdiamo sempre dietro eroi di giornali, televisioni... mentre sono state e sono davvero le persone a noi vicine che ci hanno insegnato a respirare e a sopravvivere”.

Lo stile narrativo di Licursi, come in tutti i suoi romanzi, è improntato alla selettività più che alla saturazione: lo scrittore molisano può essere considerato un “leaverout” più che un “putterin”, per usare una distinzione cara a Thomas

Wolfe. Tuttavia, sebbene brevi e frammentari, in “Madre Terra” gli enunciati sprigionano un’alta magia poetica e l’emozione si fa strada riscaldando il cuore dei lettori.

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Il

A CHANGE IS GONNA COME

Il cambiamento climatico: una svolta impressa dalla stoltezza umana

Troviamo molto facile parlare di Madre Terra, dandole quella tipica accezione materna di colei che dà la vita, che ci nutre e siamo riusciti anche a raffigurarla con immagini sempre più eteree e incantevoli. Ciò che risulta più difficile è rispettarla. Fin dai tempi più remoti vi sono stati balli e feste per onorare e venerare Madre Natura, ma qualcosa di colpo è mutato e l’uomo ha deciso di non osannarla più, anzi di modificarla a proprio piacimento intervenendo su di lei senza alcun rispetto e rimpianto. Tutto deve essere a misura d’uomo e con forza dirompente senza pensare ai danni che invece le stiamo causando.

Incendi, disboscamenti, inquinamenti sono solo alcuni dei danni irreversibili che l’uomo sta commettendo a discapito della Terra e prima o poi il conto dovrà essere pagato. I primi cambiamenti avvengono a causa della permanenza di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre che sta dando vita al riscaldamento globale, a stagioni calde sempre più lunghe e ad oceani sempre più caldi. Stiamo continuando a prendere senza dare mai nulla in cambio; potremmo intervenire e dovremmo farlo al più presto. Basterebbe muoversi nel contrastare i cambiamenti climatici e su tutti i suoi fattori di rischio cercare di sviluppare misure per contrastare il riscaldamento globale da cui derivano gli eventi più disastrosi, dovremmo cercare di armo-

nizzarci con la nostra Madre Terra.

La nostra inerzia ci si ritorcerà contro, bisogna adottare politiche tempestive di sensibilizzazione, bisogna fare qualcosa, bisogna agire adesso.

Luca Mercalli nel suo libro “Lettera dal pianeta Terra” afferma: “Duecentomila anni fa siete comparsi voi, autonominati Homo sapiens, ora siete diventati tantissimi, formicolate in sette miliardi e mezzo sulla mia pelle, mi pungete con trivelle per succhiarmi olio che io avevo sigillato in innocue vesciche, scavate gallerie per estrarmi preziosi elementi che poi buttate come rifiuti disperdendoli per sempre e avvelenandovi da soli, abbattete le foreste che mi coprono di una verde peluria, esaurite i pesci degli oceani e sterminate le creature della mia biosfera che ci ha messo tre miliardi di anni per evolversi; asfaltate, cementate, bruciate, fumate, inquinate qualsiasi cosa passi per le vostre mani, e da un secolo a questa parte sembra non abbiate più alcun rispetto per me, mi succhiate ogni forza e mi intossicate con i vostri gas, cambiate il clima, mi fate venir la febbre che

fonde i ghiacci e aumenta il livello dei mari, mi riempite di plastica, una roba che avete inventato voi, senza curarvi di riciclarla come ogni cosa che faccio io… Mai nessuna specie aveva osato tanto e danneggiato così gravemente i miei processi vitali. Le vostre televisioni ridono e scherzano mentre io soffoco e vomito: attenti, che un mio scrollone vi spazza via come fuscelli!

Ricordatevi che io non ho bisogno di voi, ma voi avete bisogno di me”.

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di VITTORIA TROIANO E CORSISTI ALFA ANTROPOCENE: UNA NUOVA ERA GEOLOGICA Foto dal web

BEAUTIFUL GARBAGE

Il problema dello smaltimento dei rifiuti è piuttosto acuto nell’agenda del nostro pianeta di ELENA BATUYEVA

Uno dei paesi in cui questo problema è importante è il Kazakistan. Nella classifica del riciclaggio dei rifiuti occupa la posizione 175 (https://nonews.co/directory/lists/ countries/recycling). Oggi il Kazakistan ha accumulato più di 31,72 miliardi di tonnellate di rifiuti compreso circa 120 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani

e circa 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti pericolosi. La quota di rifiuti riciclati varia dal 13% al 15% per i rifiuti domestici, fino al 30% per i rifiuti industriali e circa il 15% per quelli pericolosi. Una grande quantità di rifiuti non sistemati influisce negativamente sull’ambiente e colpisce le persone attraverso l’aria e l’acqua. Pericolosi composti chimici si accumula-

no nel terreno e portano a un cambiamento nella composizione chimica e fisica che influisce sulla sicurezza (purezza dei prodotti vegetali). Recentemente in Kazakistan questo problema si è risolto a livello legislativo. Dal 1 gennaio 2019 è entrato in vigore il divieto dello smaltimento di plastica, cartastraccia, cartone, vetro sottosuolo. È stato

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introdotto il divieto di smaltimento cioè discarica dei rifiuti edili (di costruzione) e di cibo.

Il Kazakistan dall’inizio degli anni 2010 ha preso la direzione di “un’economia verde”. Combatte efficacemente lo smaltimento dei rifiuti con l’ausilio di strumenti economici. Per esempio, gli incentivi e le tariffe fiscali vengono utilizzati per attirare investitori privati e internazionali nell’industria del riciclaggio. Il paese ha già sviluppato un modello per la risoluzione dei problemi di smaltimento dei rifiuti, basato sul principio di 3R (reuse, reduce, recycle). Cioè riduzione dell’uso dei prodotti che richiedono lo smaltimento complesso/ complicato, riutilizzo dei rifiuti e il riciclo.

Il primo compito è il consumo sostenibile e consapevole; la raccolta differenziata diventa responsabilità della persona stessa. Il secondo compito è la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti. Ciò richiede una formazione completa della popolazione, degli imprenditori e dei rappresentanti delle aziende industriale nella gestione dei rifiuti. Inoltre, è necessario supporto assistenza nell’organizzazione di un’attività per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

Tengizchevroil è attivamente coinvolto in questo progetto. Il riutilizzo dei rifiuti nell’industria petrolifera e del gas è il legno triturato come pacciame per le piantature verdi, che permette di mantenere

l’umidità e ridurre le perdite per evaporazione, proteggendo così alberi e arbusti dalla sovraesposizione/influenza del clima del deserto di Tengiz. Il brecciame ottenuto durante la lavorazione del calcestruzzo viene riutilizzato come materiale da costruzione. Vengono adottate varie misure per aumentare la consapevolezza ambientale dell’intero settore e della popolazione in generale.

Con il tempo vedremo se il Kazakistan riuscirà a risolvere il problema dei rifiuti! Ma anche oggi esiste già l’esperienza del riciclo dei rifiuti nel settore petrolifero e del gas che può essere scalata in tutto il paese.

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UNA SFIDA GLOBALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Il programma di azione per le persone, il pianeta e la prosperità

Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile–inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. I 17 Goals fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.

L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede, infatti, un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese

private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.

Un aspetto innovativo dell’Agenda 2030 è l’attenzione rivolta al fenomeno delle disuguaglianze. In assenza di un’adeguata strategia di intervento, diversi fattori possono contribuire ad alimentare una polarizzazione tra diverse situazioni.Per questo motivo è necessario individuare e condividere le politiche che possono rilanciare la crescita e renderla sostenibile nel lungo periodo.

La Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile si basa, infatti, su un approccio multidimensionale per superare le disuguaglianze economiche, ambientali e sociali e perseguire così uno sviluppo sostenibile, equilibrato ed inclusivo. Tale approccio implica l’utilizzo di un’ampia gamma di strumenti, comprese le politiche di bilancio e le riforme strutturali. É strutturata in cinque aree di intervento, corrispondenti alle “5P” dello sviluppo sostenibile proposte dall’Agenda 2030, ciascuna delle quali contiene Scelte Strategiche e Obiettivi Strategici per

l’Italia, correlati agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e richiamano alla profonda interrelazione tra dinamiche economiche, crescita sociale e qualità ambientale, aspetti conosciuti anche come i tre pilastri dello sviluppo sostenibile: 

Persone: contrastare povertà ed esclusione sociale e promuovere salute e benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano;

Pianeta: garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali, contrastando la perdita di biodiversità e tutelando i beni ambientali e colturali;

Prosperità: affermare modelli sostenibili di produzione e consumo, garantendo occupazione e formazione di qualità; 

Pace: promuovere una società non violenta ed inclusiva, senza forme di discriminazione. Contrastare l’illegalità; 

Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata.

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Anche Papa Francesco il 18 Giugno 2015 si è pronunciato sullo sviluppo sostenibile con la pubblicazione dell’enciclica LAUDATO SII analizzando i legami fra clima e sviluppo. Il Papa afferma che le soluzioni possibili richiedono un approccio integrale per lottare contro la povertà, per restituire la dignità agli uomini e al contempo per preservare la natura Sono sette gli obiettivi che accompagnano il cammino di questo programma operativo: la risposta al grido della Terra, l’ascolto del grido dei poveri, l’economia ecologica, l’adozione di uno stile di vita semplice, l’educazione ecologica, la spiritualità ecologica e l’impegno comunitario.

Il Pontefice rinnova l’esortazione, rivolta a tutte le persone di buona volontà e contenuta nella lettera enciclica promulgata nel 2015: “prendersi cura della Terra, che è la nostra casa comune”. Da tempo, ormai, questa casa che ci ospita soffre per ferite che noi provochiamo a causa di un atteggiamento predatorio, che ci fa sentire padroni del pianeta e delle sue risorse e ci autorizza a un uso irresponsabile dei beni che Dio ci ha dato. Oggi, queste ferite si manifestano drammaticamente in una crisi ecologica senza precedenti, che interessa il suolo, l’aria, l’acqua e, in genere, l’ecosistema in cui gli esseri umani vivono. L’attuale pandemia, poi, ha porta-

to alla luce in modo ancora più forte il grido della natura e quello dei poveri che ne subiscono maggiormente le conseguenze, evidenziando che tutto è interconnesso e interdipendente e che la nostra salute non è separata dalla salute dell’ambiente in cui viviamo.

Anche il nostro p.e. CPIA 1 Rodi G.co si unisce al desiderio di ecosostenibilità con attività laboratoriali da svolgere durante l’anno e che vedranno come protagonisti i nostri alunni e il territorio per la sua salvaguardia e attività legate al tema della PACE come diritto di ogni essere vivente.

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CHE LA GENTILEZZA SIA CON NOI

La capacità di trattare gli altri con dolcezza è da sempre una peculiarità del punto di erogazione di San Giovanni Rotondo, e una serie di iniziative la avvalorano

In ogni nuovo viaggio o percorso ci si pone degli obiettivi e noi del CPIA di S. Giovanni Rotondo siamo partiti quest’anno con la voglia di valorizzare un atteggiamento considerato a volte demodè e cioè la gentilezza. Probabilmente è qualcosa che, in forme diverse, ha caratterizzato tante nostre azioni educative anche degli anni scorsi; ma ora sentiamo, come punto di erogazione, una maggiore consapevolezza e soprattutto una voglia crescente di “saper comprendere e rispettare le esigenze altrui”. Questo tutti i giorni, non solo il 13 novembre, giornata dedicata a livello mondiale a questo comportamento che non è altro che la capacità di trattare noi stessi e gli altri con dolcezza. Questa, in tutti i suoi aspetti, è una nostra peculiarità, perché da sempre abbiamo un debole per il “convivio” e la condivisione di momenti piacevoli. L’attenzione per le parole è stata una delle priorità che in tante occasioni si è proposto e su cui si è lavorato e riflettuto, come qualche anno fa con i dieci principi del “Manifesto della Comunica-

zione non ostile” di PAROLE O_Stili, che è un impegno di responsabilità per comprendere, farsi capire e avvicinarsi agli altri.

Ma anche i gesti, le azioni, gli atteggiamenti fatti di sorrisi, incoraggiamenti, condivisioni, hanno il loro peso e sono state da sempre tra le priorità di cui si è rivestita l’azione educativa di noi docenti e di tanti corsisti di questi anni. All’insegna di queste premesse abbiamo iniziato il nostro nuovo anno scolastico con una serie di iniziative ed attività che hanno riempito le prime settimane dedicate all’accoglienza. La ricerca di frasi, la realizzazione di un laboratorio con oggetti, simboli e riflessioni sul tema, la visione di cortometraggi e la condivisione di motti e parole in tutte le lingue particolari dei nostri corsisti. Si sono realizzate bandiere e si è utilizzata una canzone italiana, “Che tu sia benedetta” di Fiorella Mannoia, il cui testo è rappresentativo di quanto si intende comunicare sulle dinamiche relazionali, e cantando tutti insieme si è voluto sottolineare un pensiero comune nell’affrontare le

difficoltà di ognuno e del gran valore della vita, che ci dà sempre una seconda opportunità, proprio come la nostra scuola, il Cpia, che ci ricorda che “per quanto assurda e complessa ci sembri la vita, è perfetta, per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta. Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta…”.

E’ stato emozionante il primo evento dell’accoglienza tenutosi nei corridoi della nostra scuola e le tre classi (alfabetizzazione, primo e secondo periodo didattico) sono state coinvolte in un’attività fatta di reciprocità ed empatia. Tutti sono stati coinvolti attraverso laboratori e attività di creatività.

Un altro momento di grande partecipazione e di piena condivisione è stato il giorno dell’Open Day, quando abbiamo chiesto a tutti i rappresentanti del territorio di partecipare alla presentazione della nostra realtà scolastica, con la ricchezza delle preziose storie dei nostri studenti, con la prova della grande generosità affettiva di tanti corsisti, con un legame tra docenti e corsisti che va oltre

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il tempo. I nostri ex alunni erano lì a testimoniare “gentilmente” che la nostra scuola non ha limiti temporali e gli anni scolastici sono sempre oltre il calendario. Le storie di tanti, gli oggetti realizzati con originalità e passione, le letture che hanno sostenuto il gioco del filo d’Arianna, le cortesi parole del cuore -puzzle hanno costituito la chiusura di un momento in cui finalmente c’eravamo e potevamo parlare della nostra voglia di diffondere sentimenti di rispetto per tutti. C’era il sindaco Michele Crisetti, l’assessore Mariapia Patrizio, la nostra dirigente Antonia Cavallone ed i presidi Luigi Talienti e Rosa Porciello, le associazioni del S. Matteo e del Cotonou che ci hanno sostenuto nella realizzazione dell’evento, in particolare Adelaide Capuano, l’assistente sociale Rosa Merla ed i colleghi delle scuole superiori; e dulcis in fundo c’erano loro, i nostri corsisti, quelli di ieri e di oggi: non tutti ma una buona rappresentanza di quelle persone che sentiamo e riconosciamo dai piccoli gesti che tornano e dalle parole dette talvolta con gran pudore e riconoscenza. E’ questo che ci rende orgogliosi del nostro lavoro e che resta una risorsa del territorio di S. Giovanni Rotondo. La presenza di una scuola come il Cpia che ha come “mission” un’inclusività che non risparmia mai parole accoglienti, sorrisi disinteressati, forti e sentite condivisioni.

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DON T LET THEM EXPIRE!

Nei giorni dedicati al “World Food Day” (16 e 17 ottobre) siamo stati invitati dalla docente di francese del P.E. di San Giovanni Rotondo a realizzare un cartellone sullo spreco alimentare che avviene in modo ricorrente anche nelle nostre case. Spesso i prodotti alimentari vengono buttati in quanto non c’è nessun interesse nel guardare le date di scadenza, per mancanza di tempo o perché presi da altre problematiche giornaliere. Il tema è stato il seguente: “Non lasciare nessuno indietro. Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore”. In particolare, la Scuola ci ha voluti sensibilizzare sui danni del consumismo. Si è pensato al frigo che spesso vive in uno stato di oblio totale tra prodotti scaduti o malandati favorendo la proliferazione di batteri. L’idea era quella di invitare noi alunni attraverso un fumetto, “il frigo appunto”, a voler controllare la data di scadenza utilizzando un’applicazione che porta il titolo dello stesso cartellone “Don’t let them expire” ovvero “Non farli scadere” in quanto “The food you waste could be on somebody’s plate” ovvero “il cibo sprecato potrebbe stare sul piatto di qualcuno”, e quindi, di qualche povero

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Gli studenti del punto di erogazione di San Giovanni Rotondo hanno pensato di realizzare dei cartelloni sullo spreco alimentare di NADIR LA FRATTA e MARIA PIA BORRILLO - 2PD A CURA DELLA DOCENTE

che subisce un’ingiustizia sociale perché privato del proprio cibo per soddisfare i capricci di persone facoltose. Con questa applicazione è possibile scannerizzare il prodotto adducendo la data di scadenza. In tal modo tutte le derrate vengono monitorate, e quando sono in fase di scadenza, l’app avvisa, tramite notifica sul cellulare, che è arrivato il momento di consumare. Un gioco divertente che ha coinvolto tutti noi e le nostre famiglie. A casa ci siamo divertiti a mettere tutto il cibo al sicuro contrastando lo

spreco. È un cartellone che ci ha resi coscienti del fatto che spesso il cibo viene buttato senza mai pensare agli altri o alla possibilità di recuperare quanto più possibile, evitando acquisti inutili che portano via l’essenziale alle persone che non possono mettere un piatto a tavola. Siamo presi dal consumismo, dal nostro egoismo, senza pensare ai bisogni del prossimo. Il cartellone è stato, in un secondo momento, digitalizzato per partecipare anche al Concorso Poster indetto dalla FAO e a cui ha aderito il

CPIA1 Foggia. Abbiamo prodotto varie versioni di manifesti utilizzando applicazioni diverse, ma la scelta è poi ricaduta sul poster che ci è sembrato più completo con una cornice che ha come sfondo vari oggetti scolastici, per stare in tema con l’ambiente educativo, e affinché venga permesso a tutti di nutrirsi delle prelibatezze della madre terra che è un bene comune e non un privilegio per pochi.

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4 NOVEMBRE 2022

Il 4 novembre si celebra la festa delle forze armate e il ricordo dei morti caduti in guerra per non dimenticarli e anche per mantenere vivo il loro ricordo perché hanno dato la vita per il proprio paese e per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni del mondo. È importante imparare e conoscere la storia perché “un popolo senza memoria è destinato a morire”. Le nuove generazioni devono capire meglio i sacrifici che hanno fatto i loro nonni o bisnonni, anche per rispettare la presenza delle forze armate per garantire l’ordine pubblico. Questa giornata fu

istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, evento bellico considerato completamento del processo di unificazione risorgimentale, visto che permise all’Italia l’annessione di Trento e Trieste. È innanzitutto un tributo a un milione e 240 mila caduti militari e civili, in 4 anni di conflitto.

Come ogni anno in questo giorno anche a S.G.R. il sindaco Michele Crisetti, con il comandante della compagnia dei carabinieri, il maggiore Alessandro Carpentieri, il comandante della stazione carabinieri S.G.R., maresciallo Saverio Ciava-

rella, il comandante della polizia municipale Anna Di Cosmo e tanti cittadini hanno voluto ricordare questo giorno indimenticabile. Oggi noi del CPIA1 Foggia con sede a S.G.R. abbiamo partecipato alla commemorazione della giornata dell’unità Nazionale e delle Forze Armate, per celebrare l’onore dei caduti in difesa della pace, dell’uguaglianza e l’integrazione del popolo.

Oggi ricordiamo il sacrificio di tanti soldati morti al fronte nella prima guerra mondiale, lasciando famiglie e la propria casa per combattere e salvare la patria, con coraggio, eroismo e amore. Ricor-

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diamo tra loro i tanti caduti Sangiovannesi, i cui nomi sono incisi nel Monumento Dei Caduti situato in piazza Europa. Celebriamo anche la giornata delle Forze Armate, di tutte le donne e gli uomini in divisa che ogni giorno garantiscono la sicurezza nel nostro paese. Non si può dimenticare il sacrificio e l’amore che hanno dato ai cittadini durante l’emergenza sanitaria. Celebriamo anche chi è lontano nelle missioni di pace e in

mai di ringraziarli. Nel quotidiano, con le piccole azioni si costruisce sempre più una società libera, in pace, solidale e accogliente. La pace è un diritto umano fondamentale delle persone e dei popoli. La pace ci segue sempre in ogni posto del mondo, anche nei posti più paurosi e tenebrosi in cui c’è la guerra e tanta paura. La pace riesce a perdonare e a sorridere alle persone che non lo meritano. La pace non la

evento, quello del sindaco del comune di San Giovanni Rotondo è stato per ognuno di noi una buona riflessione. Il Sindaco, prima di tutto, ha espresso un invito per impegnarsi a vivere e costruire sempre di più, in una società libera, solidare ed accogliente. Per noi alunni del CPIA 1 Foggia partecipare a questo evento è stato veramente importante perché nella nostra scuola ci sono anche alunni stranieri che imparano e sono testimoni degli

INSIEME SI PUÒ

Ridurre gli sprechi a Natale non può lasciarci indifferenti: ce lo spiegano dal punto di erogazione di San Severo

Il Natale è la festa per eccellenza in Italia: le famiglie fanno grandi sacrifici per riunirsi e passare del tempo insieme. Si sa che in questa occasione si cucinano grandi quantità di cibo e si comprano molti regali. Purtroppo, però, gli sprechi e i danni all'ambiente non possono lasciarci indifferenti. Durante le cene del periodo natalizio si prepara molto più cibo di quanto si dovrebbe e tanto viene anche gettato via. In media, secondo le statistiche, si gettano circa 500.000 tonnellate di cibo in questo periodo. Bisognerebbe evitare assolutamente tanto spreco, e seguendo poche e semplici regole si può. È necessario, per esempio, fare una lista precisa

della spesa e comprare le giuste quantità di cibo per gli ospiti. Ciò serve a sprecare il meno possibile, ma, se proprio non si riesce, si potrebbe riutilizzare il cibo in eccesso inventando nuove ricette, congelandolo o donandolo a chi è in difficoltà. Si deve fare attenzione anche alle confezioni dei cibi, che vanno differenziate secondo le indicazioni, e alle stoviglie che si usano. Molto spesso, infatti, durante le cene natalizie si usano piatti e bicchieri di plastica rossa. È meglio, per inquinare di meno, usare quelli di carta o, se proprio non si trovano, quelli classici di porcellana e vetro. La stessa attenzione a usare materiali riciclabili va fatta per gli incarti dei regali: è preferibile usare nastri, stoffe, decorazioni e fiocchi che si possano riutilizzare in occasioni successive. A tutto questo si deve aggiungere l’attenzione per gli sprechi di energia. Succede spesso, per esempio, che quando tante persone si riuniscono nella stessa casa, comincia a fare caldo. Così, anche se il riscaldamento è acceso, si aprono le finestre, con conseguente dispersione di calore e spreco di energia.

Sarebbe bene quindi, a un certo punto della cena, spegnere il riscaldamento. Inoltre bisogna stare attenti a quanto e quando si accendono le luci e le decora-

zioni: può essere molto utile acquistare luci a led per il risparmio energetico e accenderle solo di sera. In alternativa si possono usare anche le candele, che creano una bella atmosfera natalizia. E se questa atmosfera piace così tanto, un segreto è anche uscire a piedi. Coprirsi e lasciare l’auto in garage regalerà una boccata d’ossigeno a noi e al pianeta. Per concludere, bastano poche regole e l’impegno di tutti per un Natale ecosostenibile: Madre Terra ringrazierà!

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DAL CHICCO DI GRANO AL PANE

L’attenzione sul ruolo universale della Terra vista come genitrice che sfama i propri figli

Prima di avere una forma specifica di pane (pagnotte, panini ecc.) il chicco di grano affronta uno specifico “percorso”.In un chicco di grano è custodita storia, tradizione e cultura; la sua importanza, per l’evoluzione della specie umana, è testimoniata dalle credenze popolari che risalgono alla Mezzaluna fertile e all’antico Egitto.

Il grano -o frumento- appartiene alla famiglia delle graminacee. Da sempre tra i cereali più coltivati al mondo, oggi rappresenta una primaria risorsa alimentare, soprattutto in area mediterranea, in quanto ricco di amido, proteine, fibre, minerali e vitamine del gruppo B. Il processo di macinazione prevede che le varietà di frumento coltivate possano essere raggruppate in due categorie: frumento di grano duro dal quale si ottengono le semole e, frumento di grano tenero dal quale si ottengono le farine. Nel corso dei secoli, la macinazione del grano tenero ha subito delle evoluzioni: nell’antichità il grano si schiacciava con i mortai, i greci nel 1000 a. C. iniziarono ad utilizzare una prima forma di macina a pietra azionata dalla forza dell’uomo. Successivamente si è passati ai mulini a vento, alla forza idraulica e infine al vapore; solo nel XIX secolo si iniziarono ad

utilizzare i primi laminatoi a cilindri.

Il processo di macinazione del chicco di grano avviene in tre fasi:

• la pulitura: questa prima fase è necessaria per selezionare i chicchi del grano tenero e allontanare eventuali sostanze estranee di natura minerale o vegetale (come paglia e chicchi di altri cereali);

• il condizionamento: è importante ammorbidire il chicco con acqua prima che venga frantumato. (questa fase è fondamentale per facilitare il distacco delle parti esterne del chicco e, di conseguenza per favorire la macinazione);

• la macinazione: i chicchi di grano passano attraverso le macine. Avviene così la rottura del chicco che viene setacciato e ri-macinato fino a diventare farina.

Ci sono diverse tipologie di farine di grano tenero, sia in base grado di macinazione, sia in base al grado di allontanamento delle parti esterne del chicco. La prima tipologia che si ottiene dalla macinazione del grano tenero è la farina integrale, seguita dalla farina n°2, farina n° 1, farina 0 e infine farina 00.

Abbiamo avuto modo di vedere dal vivo queste farine (che differiscono tra loro per valori nutrizionali, contenuto in amido, proteine, minerali, fibra e natural-

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di SVITLANA BURLACHENKO, MARIA LIBERA LA PENNA, GIUSTINA PIACENZA, SANDRO REIBALDI 2PD

mente anche per colore e profumo) e per quale prodotto da forno vengono utilizzate nel panificio “F.lli Manfredi” di Stornarella di proprietà di un’autrice di questo articolo.

Il panificio di Vito Manfredi è stato creato nel 1955, che insieme ai fratelli, ha dato vita a quest’attività tramandata di padre

in figlio. La produzione è molto variegata: pane, pizza, taralli, biscotti e torte artigianali. Ad oggi il forno è stato molto modernizzato, attraverso l’introduzione di macchinari nuovi e all’avanguardia. Non solo si produce per la rivendita, ma anche per le forniture esterne. Purtroppo l’aumento generale dei costi ha avuto un

impatto negativo sulle piccole imprese e dunque anche sul panificio. Nonostante ciò il costo del pane non è cambiato: questo accade quando la soddisfazione e la passione per il proprio lavoro prendono il sopravvento!

DAL SISTEMA LINEARE AL SISTEMA CIRCOLARE

Gli studenti del punto di erogazione di Stornarella ci spiegano le buone pratiche di raccolta differenziata nel continente africano

CYCLED: UN’APP PER LO SMALTIMENTO RIFIUTI IN NIGERIA

La Nigeria è una nazione in cui, soprattutto nelle periferie, aumentano le discariche di rifiuti che si mischiano con le abitazioni. Per risolvere questo problema, Matteo Chiesa, un professore di fisica all’Università dì Tromsø, in Norvegia, ha creato un’applicazione “Cycled”, insieme ad alcuni colleghi, la quale permette di dare lavoro a diverse persone, risolvendo l’emergenza rifiuti, mettendo in contatto chi produce scarti con chi ha voglia di raccoglierli.

Come funziona?

1. l’utente deve dividere i rifiuti in sacchetti diversi in base a determinate regole;

2. accede all’app e cerca il “raccoglitore” più vicino che, una volta verificata la corretta distribuzione degli scarti, porta in determinati punti di raccolta i rifiuti;

3. conclusa l’operazione entrambi, attraverso un sistema di “moneta virtuale”, ricevono dei punti che possono essere spesi nei negozi associati oppure per i servizi ospita-

ti sulla app.

WECYCLERS: UN PO’ CICLISTI E UN PO’ “RICLICLATORI”

In Nigeria una coraggiosa microimprenditrice ha progettato un sistema di raccolta di riciclabili per le metropoli dei paesi poveri. I lavoratori in triciclo della startup Wecyclers (Ciclisti+Riciclatori) affrontano ogni giorno la spazzatura della più grande megalopoli d'Africa, Lagos, dove la situazione è particolarmente grave: È emerso che i due terzi della popolazione viva in barac-

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copoli, molti senza accesso a una qualsiasi raccolta dei rifiuti.

Obiettivo di Wecyclers: rendere il riciclo una pratica popolare aiutando le persone a vedere i rifiuti come una risorsa preziosa.

Come funziona?

1. un gruppo di ciclisti passa porta a porta ogni settimana con dei tricicli da carico, nelle strade strette e non asfaltate dove i camion del comune non passano, pesano e raccolgono i rifiuti riciclabili da famiglie abbonate al servizio;

2. gli abbonati ricevono dei punti per ogni chilogrammo di rifiuti riciclato, che possono scambiare con prodotti (“un televisore, una macchina da cucire o contanti per finanziare un matrimonio", sostiene l'amministratrice delegata e fondatrice di Wecyclers, Bilikiss Adebiyi-Abiola);

3. una volta raccolta la spazzatura riciclabile, i materiali sono ordinati, insaccati e venduti agli impianti di riciclo in Nigeria che utilizzano il materiale per realizzare prodotti nuovi. Dal 2012, Wecyclers ha raccolto 1.000 tonnellate di rifiuti domestici, raccogliendo più di 11.000 famiglie aderenti e creando 103 posti di lavoro.

Nata e cresciuta a Lagos, Bilikiss Adebiyi-Abiola si trasferì, per la sua formazione, negli Stati Uniti a 17 anni. Si avvicinò al concetto di Wecyclers frequentando un Master in direzione aziendale presso il Massachusetts Institute of Technology, in un corso creato per trovare soluzioni pratiche per le persone più povere. All'avvio, Wecyclers ha ricevuto il sostegno del MIT. Oggi l'azienda

gode di finanziamento e sostegno da parte del governo di Lagos, di aziende private come DHL, Unilever e Oracle, e di fondazioni come Small World Foundation. Di recente, ha ricevuto il riconoscimento internazionale e ha vinto vari premi in giro per il mondo. Al momento Adebiyi-Abiola è in corsa per un All Africa Business Leader Award.

BAHRI (IL MIO MARE) E ZERO ZBEL (ZERO IMMONDIZIA): LE PALADINE DELL’AMBIENTE IN MAROCCO

Bahri è una associazione che opera per la tutela dell’ambiente e organizza campagne di sensibilizzazione: collabora con le persone che raccolgono e rivendono rifiuti a Casablanca. Tanti giovani hanno partecipato alle attività di Bahri nel riciclo di rifiuti: raccolgono bottiglie di plastica e scatoloni da imprese e privati per portarli alla fabbrica del riciclo. Un’altra associazione, Zero Zbel, creata da Mamoun Gallab con alcuni amici, punta a sensibilizzare i giovani sulla necessità di impegnarsi per l’ambiente. I loro strumenti: YouTube e Facebook. Con un linguaggio accattivante, spiegano in che modo i singoli individui possano avere un impatto positivo attraverso la riduzione dei rifiuti.

Le proposte di queste associazioni, i loro progetti, le loro attività, consentono di negoziare e interagire con i governi, (...cosa mai accaduta prima) cercando d’influenzare le decisioni delle conferen-

per cento della popolazione ha meno di 25 anni, è fondamentale coinvolgere i giovani. “Se non s’impegnano loro, questa terra rischia di diventare difficilmente abitabile” (Mamoun Gallab)

LA TUNISIA E IL NOBILE LAVORO DEI “BARBECHAS”

I“barbechas” rappresentano un movimento di persone tunisine che si guadagna da vivere raccogliendo rifiuti di plastica, cartoni e qualunque cosa si possa riciclare, per strada e dai cassonetti, che poi vengono venduti alle industrie del riciclo. Questo lavoro viene generalmente sottovalutato. Camminano in giro per la città con i propri figli, portando con sé carriole per raccogliere bottiglie, e passano da un bidone della spazzatura all’altro per cercare rifiuti plastici (il lavorare comincia la mattina molto presto fino a notte). Ovviamente si tratta di un lavoro molto pericoloso perché non si conosce il contenuto dei rifiuti (pezzi di vetro rotto, aghi e siringhe usate, oggetti appuntiti e quant’altro), in assenza di una minima assicurazione sanitaria. Purtroppo devono lavorare in qualunque circostanza per poter garantire il minimo sostentamento alle proprie famiglie. Nonostante tutti questi aspetti, va riconosciuta l’importanza del loro lavoro e i vantaggi per l’ambiente. In Tunisia l’inquinamento da plastica è uno dei più rilevanti. Svariati prodotti vengono venduti in imballi di plastica, che poi si buttano via. Questo, rende il lavoro dei barbechas essenziale, necessario, e soprattutto nobile in assenza totale di raccolta differenziata.

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TRATTIAMO BENE LA NOSTRA MADRE TERRA

L’inquinamento e i rifiuti hanno alterato l’equilibrio del pianeta

Van Gogh, Monet, Boccioni, Vermeer, Goya: si ritrovano ad essere le vittime designate degli “attacchi” di questi giorni contro opere di incomparabile valore colpite dagli attivisti per il clima e per la difesa dell’ambiente.

Nel corso dei secoli l’inquinamento e i rifiuti hanno alterato l’equilibrio del pianeta. La stabilità dei biomi terrestri è in pericolo. Già nel passato la presenza dell’attività dell’uomo, prima con l’agricoltura e poi con l’allevamento e in seguito con le attività industriali, ha trasformato in particolar modo le zone temperate dell’emisfero boreale: qui con dei danni maggiori è la deforestazione praticata soprattutto nelle aree delle foreste tropicali dell’Amazzonia in America meridionale e del Borneo in Asia. I rifiuti pro-

dotti dall’uomo invadono la terra a tal punto che negli oceani sono comparse immense isole galleggianti formate da oggetti di plastica e non ultima la desertificazione causata dall’aumento della temperatura e che invade ampie zone del pianeta. L’uso del carbone, di gas e petrolio per produrre energia ha fatto crescere la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, un gas che trattiene il calore del sole e provoca così il riscaldamento globale. Per questo motivo ci sono proteste in quasi tutto il mondo, dagli abitanti di Kiribati, un arcipelago dell’Oceano Pacifico che rischia di scomparire come molti altri, che hanno protestato alle Nazioni Unite perché si ritengono rifugiati ambientali, a Greta Thunberg, fino ad arrivare ai giovani ambientalisti del “Fridays For Future”,

e agli attivisti di “ultima generazione” che oggi protestano con il blocco del traffico e contro le opere d’arte, per giungere infine al quasi fallimento dell’odierna Coop 27 a Sharm El Sheikh che rischia di vanificare e ritornare indietro rispetto agli obiettivi di Glasgow. L’ inquietudine dei cittadini angosciati che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del pianeta è vivo più che mai, eppure finora è servito a poco. Le soluzioni di sostenibilità ambientale adottate dalle comunità sono diverse ma purtroppo spesso inadeguate, abbiamo un solo pianeta che dobbiamo condividere e di cui dobbiamo avere cura. Tutelare il verde della terra, la fauna e la flora. Questo è il nostro compito.

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UN PENSIERO DENTRO IL NATALE: TANTE VOCI, UN UNICO DESIDERIO...

Il pensiero dei reclusi vola fuori dalle sbarre per arrivare a tutti noi di

D.C.

S.T.

A.A.

lmio pensiero sul Natale è sempre stato positivo, perché sin da da bambino è stata una festa che ho atteso spesso con entusiasmo. Ancora oggi per me è la festa più bella dell’anno, purtroppo, per molti di noi sarà un Natale diverso, un Natale velato da un po’ di tristezza e nostalgia ma auguro a voi tutti tanta gioia.”

M:C.

Epensare, pur se è solo un sogno, vorrei viverlo con la mia famiglia, mia moglie., e i miei figli che mi mancano da morire; mi sono perso tanto di loro, troppo, anche se so che tutto questo è per colpa mia. Una brutta storia che sto scontando qui chiuso in queste mura fredde come il ghiaccio e scure come la notte in solitudine. Ma il mio sogno non mi abbandona mai; Quello di trascorrere il Natale con la mia famiglia, abbracciare i miei figli là, accanto all’albero. Nel salone di casa nostra. E di certo questo non rimarrà solo un sogno perché prima o poi ritornerà realtà. Per ora lo trascorrerò in questo luogo, mi mancherà un dono sotto l’albero e il caldo abbraccio dei miei cari, ma col cuore e l’anima sarò vicino a loro.”

Arriva dicembre che con sè reca il Natale, ogni anno in questo mese le città vengono avvolte da una atmosfera natalizia, il calore entra in ogni casa e qui è questo che manca, soprattutto si vive un Natale a metà ed incompleto. In questi momenti posso dire di apprezzare la mia famiglia come il regalo più grande e vorrei tornare bambino per un attimo, per rivedere i miei genitori persi da poco. Vi saluto con queste poche righe augurandovi un Natale meraviglioso, voi che potete vivetelo in festosità anche per me.”

Questo Natale probabilmente è uno dei più duri che io abbia passato. Ci tenevo a passare il Natale con i miei bambini e la mia famiglia, e ci tenevano anche loro. Un Natale privo di sentimento, un Natale senza casa, cosi’ mi ritornano alla mente i Natali passati a casa quando ero piccolo, mi ricordo l'amore, mi ricordo le passeggiate per il paese, le luci, il sole, le nostre bellissime spiagge d’inverno. Ora intorno ho sbarre e cemento, ma anche i compagni di cella con cui festeggerò e cosi colgo l’occasione per augurare buone feste a tutti voi lì fuori.”

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RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI SUL TEMA MADRE TERRA

Lezioni quotidiane nella Casa Circondariale di Lucera hanno portato ad affrontare anche il tema del pianeta capolavoro dell’universo

Durante le lezioni che seguiamo quotidianamente, la nostra maestra ci ha parlato del pianeta Terra, evidenziando gli effetti negativi dei cambiamenti climatici provocati dai devastanti interventi dell’uomo che ha reso la Terra un pianeta malato. La docente ha citato la Genesi - Cap.1 che recita: "Nel principio Dio creò i Cieli e la Terra. Poi Dio disse "le acque che sono sotto il Cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto".

E Dio chiamò l'asciutto Terra e la raccolta delle acque Mari... e vide che questo era buono. Inoltre, ha sottolineato che la Terra è il nostro pianeta!

È il terzo pianeta partendo dal Sole, dopo Mercurio e Venere. È l’unico pianeta di tutto il sistema solare ricco di acqua, di foreste lussureggianti,di esseri viventi.

Un vero capolavoro nell'Universo! Purtroppo un capolavoro che rischia di essere distrutto dall'egoismo, dalla incoscienza, dalla superficialità degli esseri umani.

La Terra è malata, molto malata. Quando si parla di salute, pensiamo alla nostra salute, la salute dell'essere umano, come se la buona salute fosse un lusso che solo noi umani possiamo permetterci.

Ma anche la Terra è un organismo vivente. È se la Terra sta male, allora stia-

mo male tutti.

Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti in ogni continente, e sono in grado di trasformare la vita di tutti noi perché colpiscono le nostre fonti di cibo, di acqua e la nostra salute.

Ormai tutti gli scienziati sono concordi nell'affermare che la Terra si sta riscaldando più rapidamente che mai per via delle enormi quantità di gas ad effetto serra che l'uomo immette nell'atmosfera tramite l'uso di combustibili fossili, cui si associano la devastante deforestazione del pianeta e l'inquinamento.

Tutto ciò produce eventi atmosferici estremi, quali inondazioni, uragani, terremoti, siccità, ormai sempre più frequenti. Rispetto ai livelli pre-industriali, la temperatura media della Terra è aumentata di circa un grado centigrado, e si prevede che si potrebbe arrivare a 1,5 gradi centigradI nei prossimi venti anni. Dal 1901 al 2010 il livello dei mari è cresciuto di circa 19 centimetri. Ciò è dovuto sia all'aumento della temperatura che

comporta una espansione dell'acqua sia allo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari artiche ed antartiche.

L'innalzamento del livello dei mari e degli oceani provoca inondazioni delle zone costiere, con il reale pericolo che tra pochi anni possono scomparire intere città costiere ed intere isole.

Caldo torrido e carenza di acqua: una combinazione devastante per i raccolti e le risorse alimentari a livello mondiale.

Ecco, quindi, carestie e guerre per la sopravvivenza. Quindi ci siamo chiesti: cosa possiamo fare nella nostra quotidianità?

In attesa che i governi della Terra trovino un accordo comune per salvare il Pianeta, ognuno di noi può fare giorno dopo giorno qualcosa per mantenere verde e pulito il nostro futuro.

ECCO UN PICCOLO DECALOGO:

1) Ridurre il consumo di acqua

2) Usare meno l'automobile

3) Ridurre gli sprechi di energia elettrica

4) Ridurre il consumo di carne e pesce

5) Fare una corretta raccolta differenziata

6) Fare una spesa intelligente, riducendo l'acquisto di cibi e bevande in plastica

7) Utilizzare carta riciclata

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di CORSISTI ALFA a cura di MARIA FILIPPA FINALDI CC

8) Acquistare mobili di legno certificato, ovvero legno proveniente da foreste gestite nel rispetto dell'ambiente

9) Ottimizzare il riscaldamento

10) Scegliere prodotti ecologici.

“Insegnate ai vostri figli tutto ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri: che la Terra è la madre di tutti.

Tutto ciò che capita alla Terra capita

anche ai suoi figli. Sputare a Terra è sputare su sé stessi.

La Terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra.

Tutto è collegato, come il sangue che unisce una famiglia.

Ciò che capita alla Terra, capita anche ai figli della Terra.” (Seattle – Capo indiano)

Il destino del genere umano è inscindibilmente collegato al resto della vita sulla Terra.

La Terra non è soltanto la nostra casa, ma è realmente, come tutte le antiche civiltà riconoscevano, la nostra “Madre”. Un pianeta vivente, un luogo sacro.

LE ECOMAFIE: CHI CI INQUINA IL FUTURO

Riflessioni in classe sui reati ambientali

Parlando della madre terra, abbiamo riflettuto in classe sul rapporto tra la criminalità e lo sfruttamento del terreno. In carcere, nel corso delle nostre esperienze, è capitato di incontrare detenuti che stavano scontando pene per reati ambientali. Noi crediamo che, oltre ai crimini ai danni di donne e bambini, quelli ambientali siano i peggiori perché si provocano danni al futuro di tutti. Si distrugge la libertà di ogni persona alla salute e al benessere. Quando, infatti, mangiamo prodotti della terra a Km 0 e invece poi veniamo a sapere che quei terreni erano inquinati, il danno è fatto ed è irreparabile. Chi inquina, chi sotterra rifiuti tossici compie un reato gravissimo non solo in base alla legge dello Stato ma soprattutto in base a principi morali. Come puoi inquinare il terreno che darà da mangiare a te e ai tuoi figli? Se non vuoi tenere in considerazione le altre persone, preoccupati almeno della salute di te stesso e dei tuoi familiari!

È assurdo pensare che anche oggi che si conoscono i danni che provoca il riversamento dei rifiuti nel terreno, esista gente che ne trae un beneficio economico. Il sotterramento dei rifiuti è diventato il nuovo business, più del traffico di droga: le ecomafie sono la nuova frontiera della criminalità. Chi le gestisce, arruola “soldati” a basso costo: ragazzi che fanno letteralmente il “lavoro sporco”. Spesso i proprietari terrieri sono ignari dello sversamento dei rifiuti, perché i fondi sono abbandonati o impraticabili. Altre volte i proprietari sono collusi e fingono di non sapere dicendo che il riversamento è avvenuto nottetempo.

I prodotti della terra vengono irrimediabilmente compromessi a causa dell’inquinamento e la medicina ha dimostrato che moltissimi sono i tumori che colpiscono l’apparato digerente proprio a causa dell’ingerimento di cibi inquinati. Si può passare, infatti, dal semplice riversamento di rifiuti urbani, come quando il cittadino getta la busta della spazzatura dal finestrino in una zona rurale, al sotterramento di rifiuti tossici quali scorie e scarti industriali. Pensiamo anche al fatto che su quei terreni molte volte pascola il bestiame: pecore, capre e mucche dalle quali poi si produrrà latte, mozzarelle e formaggi vari che saranno mangiati da inconsapevoli persone: uomini, donne e soprattutto bambini, a cui provocheranno danni enor-

mi…e addirittura la morte.

Molte sono le storie di forze dell’ordine, giornalisti, medici morti proprio per l’esposizione in quelle zone tanto inquinate. Noi crediamo che la cosa peggiore sia il silenzio: dovremmo indignarci tutti e protestare. È questa spesso la cosiddetta mafia dei colletti bianchi: di politici e imprenditori che, perché incensurati, non faranno quasi mai nemmeno un giorno di carcere e che invece dovrebbero essere processati per omicidio: perché uno che ti inquina il terreno e che provoca tumori, in realtà è come se ti avesse ucciso, lentamente, senza armi, ma ti ha ucciso. E ha ucciso il futuro!

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