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MADRE TERRA IN DIGITAL ART

Il talento di Emily, disegnatrice ed illustratrice digitale per passione
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di EMILY MÈNDEZ DURÀN 1PD


Qualche giorno fa scuola é arrivata una comunicazione che ci invitava a fare un lavoro sul tema “Madre Terra”. Io ho pensato subito a come farlo, se con un disegno tradizionale, con foglio, matita e colori, oppure con il computer. Siccome a me piace molto fare disegni digitali, ho scelto questa possibilità. Ho usato un’applicazione specifica che serve proprio a disegnare. Innanzi tutto ho pensato a qualcosa che potesse rappresentare il tema della circulare. Mi è venuta in mente una donna con la terra in mano, con i capelli pieni di foglie e rami, e circondata da alcune farfalle, un uccello e un bruco su un dito. Prima ho fatto tre bozze e alla fine ho fotografato il disegno con il cellulare, e da qui ho lavorato per i particolari. Il mio lavoro rappresenta sia Madre Terra, sia la gioventù. Ho disegnato nelle sue mani. Questo significa che la terra deve essere protetta da tutti, soprattutto dai giovani, che possono far ragionare le persone a prendersi cura del pianeta.


PARLERÒ DI QUALCOSA CHE INTERESSA TUTTI


Uno studente del corso di alfabetizzazione del punto di erogazione Bovino-Monti Dauni scrive una lettera aperta
di ABDOLLAH HASABALLAH - ALFA B INTRODUZIONE A CURA DEL DOCENTE GIOVANNI GUARINO
Abdollah, studente di 17 anni del Corso di Alfabetizzazione del punto di erogazione dei Monti Dauni-Bovino, dopo alcune lezioni di sensibilizzazione sul tema, scrive una lettera aperta a tutti. In modo molto diretto ed efficace, ricorda l’importanza della sensibilizzazione e dell’educazione ambientale. Abdollah pone l’accento anche sull’importanza di tramandare bellezze naturali, ma anche artistiche alle future generazioni, cogliendo in questo modo anche un importante punto di contatto tra due paesi come l’Egitto e l’Italia, che hanno in comune enormi patrimoni naturali, storici e monumentali da preservare per il futuro.

Parlerò di qualcosa che interessa tutti, perché riguarda la storia del vostro paese, e di tutti i paesi del mondo. Questa cosa è proteggere l’ambiente. Ci sono molti che non conoscono il significato di cose come alberi, giardini e monumenti. Spesso anche i bambini e le nuove generazioni non mostrano adeguata educazione e sensibilità a riguardo. Stiamo scherzando con il fuoco nel non renderci conto di questa realtà. In Italia e in Egitto tanti turisti vengono ogni anno per ammirare monumenti e bellezze naturali. Non ti sei mai chiesto perché i nostri antenati ci hanno lasciato queste cose? Lo hanno fatto perché potessimo vivere nella bellezza inestimabile e nella storia, ma anche per conservarla per il futuro. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo iniziare dalle piccole cose come ad esempio pulire i luoghi ed averne cura. Se vediamo qualcuno che fa qualcosa di male dobbiamo intervenire, fargli comprendere l’importanza di avere comportamenti corretti, parlargli tutti insieme per creare un paese migliore. Io sono orgoglioso dei miei antenati che mi hanno lasciato questi tesori. Dobbiamo difenderli e tramandarli alle future generazioni.

NON LASCIARE NESSUNO INDIETRO

Gli studenti di fronte ad una indagine sulla giornata mondiale dell’alimentazione
di CORSISTI 1PD
Il 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, una data originariamente scelta per commemorare l’Istituzione della FAO, nata nel 1945 a Québec, in Canada. Dal 1979 è una delle ricorrenze più importanti nel calendario degli eventi organizzati dalle Nazioni Unite. Venne istituita allo scopo di sensibilizzare la popolazione mondiale sui temi dell’alimentazione, della sostenibilità e della corretta distribuzione delle risorse alimentari, diffondendo la consapevolezza di quanto sia fondamentale creare politiche agricole e alimentari efficaci per garantire quantità adeguate di acqua e cibo a tutti gli abitanti della Terra. Nei 150 Paesi che hanno aderito alle Nazioni Unite vengono organizzati centinaia di eventi, dibattiti e attività su temi della sostenibilità alimentare, a cui prendono parte istituzioni governative e locali, imprese, organizzazioni coinvolte nella cooperazione internazionale e mezzi di comunicazione. Ogni anno la FAO organizza numerosi eventi in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, allo scopo di coinvolgere, educare e informare l’opinione pubblica sul tema della sostenibilità alimentare. Una grande opportunità per riflettere sulla situazione attuale e trovare soluzioni per costruire un futuro più equo, solidale e responsabile. Attraverso maratone, marce contro la fame, mostre, eventi culturali, concerti e concorsi (come il “Concorso Poster” a cui il nostro Istituto ha aderito), la FAO vuole coinvolgere cittadini di ogni età, ma soprattutto i giovani, in azioni concrete e scelte responsabili, anche attraverso iniziative dedicate alle scuole al fine di diffondere gli obiettivi di sviluppo e i principi di sostenibilità, benessere e salute nei più giovani attraverso installazioni multimediali e interattive, confronti e dibattiti, ma soprattutto la raccolta di idee, suggerimenti e possibili azioni immediate. Quest’anno il Ministero dell’Istruzione, d’intesa con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha proposto di dedicare nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado l’attività didattica della giornata del 16 ottobre al tema scelto per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022:
“Non lasciare nessuno indietro. Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una
vita migliore”, ovvero trovare soluzioni urgenti per permettere a tutti di avere accesso ad alimenti di qualità in modo regolare e nelle corrette quantità. Anche il CPIA di Foggia, nella giornata di lunedì 17 ottobre, si è impegnato a celebrare questa nobile manifestazione presso tutti i punti di erogazione, coordinato dalla funzione strumentale di Educazione alla Salute e Benessere. Nello specifico, nel nostro punto di Cerignola sono state svolte una serie di attività laboratoriali, lezioni partecipate, la produzione di cartelloni e di una piramide alimentare da parte di tutti gli alunni frequentanti il corso di alfabetizzazione, del primo e del secondo periodo didattico. Un gruppo di studenti del corso PPD A ha commentato l’iniziativa con le seguenti parole: “Dopo aver discusso in classe con i nostri docenti abbiamo compreso l’importanza di una corretta alimentazione che deve apportare all’organismo tutti i principi nutritivi necessari e, soprattutto, che essa deve essere garantita per tutti e non solo per alcuni. Abbiamo affrontato anche il problema degli effetti negativi dello spreco alimentare, arrivando alla consapevolezza che non è più possibile sprecare il cibo (secondo i dati FAO un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo viene sprecato) e che bisogna ridargli il giusto valore”.




COSA SANNO GLI ITALIANI


DELL’AGENDA 2030?

Gli studenti del punto di erogazione di Cerignola ci illustrano un lavoro di ricerca
di CORSISTI 2PD
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030. Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura. I 17 Goals fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine all a pove rtà, a lotta re cont ro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani. Ma quanto è conosciuta l’Agenda 2030 dagli italiani? L’indagine di Green media lab e Norstat definisce i “4 tipi di italiani” in rapporto alla sostenibilità. Solo il 30% delle persone conosce l’Agenda 2030, lotta al cambiamento climatico è l’SDG più “sentito”, le donne sono più sensibili alle tematiche sociali. Sondare l’opinione degli italiani sul tema dello sviluppo sostenibile al fine di cogliere le sensibilità e gli orientamenti valoriali emergenti, con un focus sulle nuove generazioni ed in particolare sulla “generazione Z” è l’obiettivo dell’indagine "Gli italiani e lo sviluppo sostenibile" condotta da Green media lab e Norstat, che pone l’accento sulle tante interconnessioni ambientali, sociali ed economiche che attraversano lo sviluppo sostenibile a livello planetario. Durante il lavoro di ricerca sono stati esplorati i vissuti degli italiani sia in termini di orientamenti valoriali relativamente al tema dello sviluppo sostenibile, sia di effettivi comportamenti sostenibili adottati. Durante l’indagine gran parte degli intervistati (80,4%) ha affermato di aver chiaro il concetto di sostenibilità. Una quota ancora maggiore della popolazione (89,2%) si dichiara invece sensibile al riguardo e ritiene che le tematiche che maggiormente debbano contribuire ad uno sviluppo sostenibile siano: tematiche ambientali (95,0%), sociali (93,2%) ed economiche (89,4%). Un terzo della popolazione (31,9%) dichiara una conoscenza nominale dell’Agenda 2030; di questi quasi il 70%, pari


al 23% sul totale campione ne dimostra una effettiva conoscenza e all’incirca la metà, pari al 16,6% sul totale campione, ne indica correttamente le Nazioni Unite quale ente promotore. Sia per l’Agenda 2030 che per i suoi obiettivi, SDGs, i livelli più elevati di conoscenza nominale si rilevano nella generazione Z e nei segmenti più istruiti della popolazione. In termini di rilevanza dei diversi obiettivi previsti dall’Agenda 2030, il contrasto ai cambiamenti climatici è l’SDGs più vicino alla sensibilità degli Italiani (43,6%). A partire quindi da una sensibilità diffusa e una crescente attenzione del pubblico al tema della sostenibilità, la sfida per gli interlocutori istituzionali, le aziende, le agenzie e i mezzi di comunicazione, è fare sempre più cultura sul tema della sostenibilità e sull’impegnativo piano programmatico, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, previsto dall’Agenda 2030. Oltre la metà degli italiani (55,2%) dichiara di essere a conoscenza del fatto che ogni obiettivo dell’Agenda 2030, SDGs, preveda una serie di azioni concrete per attuarlo. La conoscenza delle diverse azioni prioritarie in ambito ambientale, sociale ed economico appare tuttavia abbastanza superficiale e frammentata. La ricerca ha quindi indagato il grado di adesione ai valori che più possono contribuire al miglioramento della nostra società in un’ottica di sostenibilità. In ambito sociale i valori più condivisi sono il rispetto dei diritti e delle libertà individuali, l’onestà e il rispetto della legalità, agli ultimi posti l’altruismo, l’empatia, la generosità e il senso di appartenenza. Tra i valori economici ai primi posti il consumo responsabile, il riuso e la tutela delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori, all’ultimo posto il consumo condiviso. I valori ambientali vedono al primo posto il rispetto per il pianeta, cui segue il senso di responsabilità individuale e verso le generazioni future. Le problematiche più sentite in ambito ambientale sono i cambiamenti climatici, la povertà e le diseguaglianze in ambito sociale e la disparità nella distribuzione delle ricchezze in ambito economico. In termini di comportamenti, tre quarti degli italiani dichiarano di aver concretamente modificato comportamenti e abitudini quotidiane e una percentuale equivalente ritiene che i comportamenti individuali abbiano un impatto sulla dimensione collettiva. Nelle abitudini domestiche vi è sicuramente una crescente attenzione a ridurre gli sprechi in più ambiti e a limitare i consumi energetici; sembra diffondersi una maggiore sensibilità anche nei consumi dell’acqua domestica. I comportamenti d’acquisto più sostenibili non sono ancora diffusi probabilmente perché appaiono ancora molto radicati modelli consumistici.

METTI ALLA PROVA LE TUE CONOSCENZE SULL’AGENDA 2030! RISPONDI AL QUESTIONARIO
Che cos’è l’Agenda 2030?
Un diario o un agenda per l’anno 2030-2031 Un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU Una canzone degli Articolo 31 Un programma d’azione industriale per sviluppare tecnologie e strumenti all’avanguardia
Quanti obiettivi comprende l’Agenda 2030?
17 196 20 169
Cosa significa Sviluppo Sostenibile?
Sviluppare fotografie in pellicola con l’aiuto di mezzi naturali Una fortissima crescita economica all’insegna delle disuguaglianze e dello sfruttamento delle risorse della terra Una forma di sviluppo economico compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e della società, così da non lasciare indietro nessun Paese e nessuna persona e tutto ciò nel pieno rispetto del nostro Pianeta Nessuna delle tre precedenti
La sigla in inglese dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile è?
OSS SDGs SSO GDSs
A cosa servono i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile/l’Agenda 2030?
A trasformare il nostro mondo A frenare la pandemia A modificare i meccanismi di crescita sociale A rallentare la sostenibilità ambientale
Qual è il primo obiettivo dell’agenda 2030?
Iniziare la dieta Eliminare la lotta al cambiamento climatico Sconfiggere la povertà Aumentare il divario tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo
Che cosa significa povertà estrema?
Non disporre delle risorse primarie come acqua, cibo, vestiti e un’abitazione Non disporre delle risorse per mantenere uno standard di vita medio Non disporre delle risorse di prima necessità come carta igienica, spazzolino e dentifricio Abitare in Africa
Quali sono le regioni in cui vivono il maggior numero di poveri assoluti?
Asia meridionale e Nord Africa America latina e Africa subsahariana Nord Africa e America latina Asia meridionale e Africa sub sahariana
Un bambino al di sotto dei 5 anni su sette non possiede:
Un’istruzione adeguata Un’altezza adeguata alla sua età Un proprio letto Un cellulare

AIUTIAMO IL NOSTRO PIANETA

Cosa significa “sostenibilità ambientale?” È quello che ci spiega una corsista del punto di erogazione di Foggia
di KRISTINA KOTARIA 1PD

Sempre di più il nostro paese sta andando incontro ad una rovina irreversibile a causa dell’inquinamento globale. Per questa ragione è necessario che tutti ci impegniamo a praticare uno sviluppo sostenibile. Affinché questo avvenga, bisogna saper usare in modo consapevole le risorse dei sistemi naturali rispettando il nostro pianeta. A questo punto, bisogna chiedersi cosa significa “sostenibilità ambientale” e cosa è possibile fare per portarla avanti in tutto il mondo. Sostenibilità ambientale significa poter sfruttare le risorse del nostro pianeta in modo coscienzioso e calcolato affinché le risorse possano essere utilizzate a tempo indeterminato. Significa, perciò, interagire con l’ambiente in modo responsabile. La verità, però, è che siamo all’inizio di una gravissima crisi ambientale e sociale: dovrebbero essere presi subito provvedimenti a livello globale ma nessuno lo fa. La risposta si trova nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, un programma per aiutare il nostro mondo nella sua globalità, sottoscritto nel 2015 da ben 193 paesi. Al suo interno sono stati individuati 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile da raggiungere nel giro di 15 anni. Questi obiettivi partono da cinque elementi fondamentali, detti le 5P: persone, ossia eliminare la fame nel mondo e garantire a tutti dignità e uguaglianza; prosperità, garantire vite prospere e in accordo con la natura; pace, cioè promuovere la pace nel mondo per società più giuste ed inclusive; partnership, ossia promuovere solide alleanze per realizzare questi obiettivi; pianeta, cioè proteggere il nostro pianeta affinché possa essere consegnato alle generazioni future. Se riuscissimo ad applicare questi criteri in tutti i paesi del mondo, allora finalmente potremo non solo avere un mondo meno inquinato ma anche una società più giusta ed equa per tutti.


ECCEZZZZIUNALE…. VERAMENTE


Le lezioni di scienze hanno permesso agli studenti di acquisire maggiori conoscenze sul sistema solare

di ANTONIO S. 2PD

Imeno giovani tra noi forse ricordano il titolo di questo film del 1982 interpretato da Diego Abatantuono. A noi è tornato in mente durante le lezioni di scienze. Nel programma di studio di quest’anno al 2PD del CPIA è prevista l’acquisizione delle conoscenze, tra l’altro, sul sistema solare e la Terra. Ma come potrebbero interessarci i pianeti e le loro caratteristiche? In fondo non sono solo dei grossi sassi vaganti nello spazio? Eppure con uno sguardo meno superficiale scopriamo che molti fenomeni e fatti relativi a questo argomento ci riguardano in maniera estremamente rilevante. Mercurio è il pianeta più vicino al Sole e non ha atmosfera: sul lato diurno le temperature raggiungono +430 gradi mentre su quello notturno – 180° C (si, stiamo studiando anche i numeri relativi). Venere al contrario è coperto da un’atmosfera spessissima ed ha comunque una temperatura di superficie di + 460° C, e 92 bar di pressione atmosferica: come stare quasi a 1000 metri sott’acqua. Marte è molto più piccolo della Terra: ha una temperatura media di – 60°; ci sono i poli di Marte con ghiaccio ma non c'è traccia di acqua liquida. Una ricostruzione indiretta della superficie di Titano, una luna di Saturno, indica temperature in superficie dell'ordine dei 180 gradi sotto zero. Europa, la bellissima luna di Giove, è coperta completamente da diverse decine di chilometri di ghiaccio. Questo significa che una considerevole serie di coincidenze devono essere rispettate per dare a noi la possibilità di essere qui ora, con la nostra costante temperatura corporea di circa 36°C. Nello spazio le temperature sono bassissime, mentre più vicino al sole diventano di migliaia di gradi, quindi per conservare un intervallo termico compatibile con la presenza della vita, sono necessarie numerose e particolarissime condizioni fisiche. Di seguito ne citiamo solo alcune. La dimensione del Sole: se fosse più grande avrebbe vita troppo breve per accompagnare l’evoluzione, se fosse più piccolo le conseguenze distruggerebbero il clima temperato. Soltanto il 2% delle stelle ha queste ideali proporzioni. Il movimento di rivoluzione della Terra intorno al Sole, che determina l’alternarsi delle stagioni, su un’orbita ellittica ad una distanza ottimale: una variazione del 5% sarebbe letale. Il movimento di rotazione intorno all’asse terrestre della durata di circa 24 ore che determina l’alternarsi del dì e della notte, e quindi la durata dell’esposizione alla luce della superficie terrestre. La presenza di Giove, il pianeta gigante che con il suo intenso campo gravitazionale ci fa da guardiano contro i pericolosi asteroidi che, in sua assenza, devasterebbero la Terra provocando estinzioni di massa. Lo stesso Sistema solare si trova a distanza di sicurezza dal centro della Galassia, dove vengono prodotte grandi dosi di radiazioni (raggi X e Gamma)

MINE VAGANTI

La convivenza forzata durante il periodo di lockdown, a causa della pandemia, ha accentuato un fenomeno già dilagante
di STEFANIA SPALDRO - 2PD A CURA DELLE DOCENTI STEFANIA SCHETTINO e VIRGINIA CASO
Sempre più spesso i fatti di cronaca nera sono legati ad un argomento molto spinoso: il femminicidio. È una forma estrema della violenza contro le donne, che si manifesta come violazione dei loro diritti umani, perpetrata attraverso maltrattamenti, stalking, violenza verbale, fisica, piscologica, sessuale, economica. Durante la pandemia il numero di richieste d’aiuto ai centri antiviolenza è addirittura raddoppiato, perché la convivenza forzata durante il lockdown ha peggiorato molte situazioni. Un approccio non sentimentale al problema prevede di indagarne le cause. Tanti casi di femminicidio hanno in comune una richiesta di separazione, un tradimento o semplicemente una lite che portano alcuni uomini ad eliminare fisicamente la fidanzata, la convivente, la moglie o la ex. Una lettura del fenomeno mette sotto accusa lo stereotipo che si crede ancora presente, non solo tra i più anziani ma anche tra i giovani, riguardante un modo di concepire la relazione in cui la donna non ha pari dignità rispetto all’uomo, sebbene molto si sia fatto attraverso l’istruzione per ribadire in ogni circostanza che tutti, nella società, hanno gli stessi diritti e possono svolgere ruoli complementari senza necessità di prevaricazione. In realtà dalle perizie nei processi emerge che la maggioranza di questi assassini, anche se all’apparenza sembrano persone fin troppo tranquille, ha problemi psicologici. In particolare diversi studi hanno appurato una correlazione tra questi particolari reati e il DNP (disturbo narcisistico di personalità), di solito non riconosciuto, tanto meno da chi ne soffre, perché allo stato latente, caratterizzato, tra l’altro, dalla necessità di mantenere il controllo sul partner. Quello che spesso sembra un inspiegabile raptus improvviso di un uomo che all’esterno si mostra come padre e marito impeccabile, nella maggior parte dei casi è l’esito di una escalation che si può manifestare a partire dalla violenza verbale, ma che può anche essere silente ed “esplodere” in rabbia incontenibile se qualche avvenimento turba il fragile equilibrio di questi soggetti o attenta la loro bassissima autostima. Negli ultimi anni sono nate iniziative che mirano a sensibilizzare le persone e l’opinione pubblica su questo problema, e si possono reperire sempre più facilmente in internet informazioni su questo tipo di patologia. Per aiutare le donne a proteggersi occorre renderle consapevoli di tutti i segnali di prevaricazione (red flags): vanno educate fin da adolescenti a riconoscere partner dominanti e aggressivi, che solo in un secondo momento si mostrano per quello che sono, poiché all’inizio della relazione recitano la parte ingannevole di uomini galanti ed innamorati.


INTIMATE. PARTNER. VIOLENCE. I. P. V.

Violenza di genere: grave minaccia alla libertà e ai diritti delle donne
di STEFANIA SCHETTINO e MARRY JEAN OSAYEGE 2PD
Fin dagli anni novanta, il Consiglio d'Europa è stato particolarmente attivo nel campo della prevenzione della violenza di genere perpetrata contro donne e bambine, ma la violenza domestica nei confronti delle donne è un fenomeno in crescita che non conosce frontiere geografiche, limiti di età, o razza, e che riguarda ogni tipo di relazione familiare e classe sociale. La violenza intima del partner è un abuso o un’aggressione che si verifica in una relazione romantica. Il termine partner intimo si riferisce sia ai coniugi attuali, che a quelli precedenti, che ai partner di appuntamenti. La violenza domestica, D V, può verificarsi tra un genitore e un figlio, tra fratelli e persino coinquilini. Nel caso dell’”Intimate partner violence”, può verificarsi solo tra partner romantici che possono o meno vivere nella stessa famiglia. La violenza intima del partner può essere anche definita violenza domestica del partner intimo (IPDV). I “Centres for Disease Control And Prevention”. (C. D. C.) identificano quattro tipi di violenza del partner intimo: Violenza fisica. Violenza sessuale. Violenza verbale. Aggressione psicologica. La violenza psicologica è stimata essere la forma più comune di violenza da partner intimi. Nonostante ciò, la ricerca sull’effetto indipendente della violenza psicologica sulla salute mentale è scarsa. Il 9 agosto del 2019 in uno studio che esamina i motivi delle donne arrestate per aver perpetrato -Ipv fisico- su stuart e colleghi, si è scoperto che i motivi più frequenti erano: L’autodifesa. La scarsa regolazione delle emozioni. Provocazione da parte di un partner. Ritorsioni contro un partner. Bassa autostima. Vivere abusi o negligenze. Assistere alla violenza in casa, nella comunità o nei media. Accesso alle armi.


MADRE TERRA

“Una preghiera laica” recita l’ultimo libro di Pasquale Licursi
di MARCELLO CASALINO
“M adre Terra”, o potremmo dire “madre di cose perdute”, citando una vecchia suite musicale. L’ultimo lavoro di Pasquale Licursi è un viaggio sulla linea dei ricordi ma anche un invito ad allargare l’area delle nostre coscienze. Nato a Santa Croce di Magliano, cittadina del Molise, Licursi fa il suo esordio nel 1996 con la raccolta di poesie “Sposerò una farfalla” a cui farà seguito “Polvere di clown”. Pubblica poi numerosi romanzi, tra i quali spiccano “Dal marciapiede al cuore”, “Fossi stato un po’ più giovane”, “Ginestra e cemento” e “Cesare Pavese amava i gatti”. “Madre Terra” è un personale amarcord condotto attraverso evocative immagini, uno scrigno di emozioni dove ogni riflessione è un palpitante colpo impresso attraverso la memoria. Si stagliano subito all’orizzonte i ricordi d’infanzia, rievocati anche attraverso i suoni e gli odori, parte dell’immaginario a suo tempo indicato dall’eroe-narratore proustiano nell’atto di intingere la “madeleine” nella tazza del thè, in quella monumentale opera apripista che fu la “Recherche”. “Quell’odore di casa è l’odore più bello del mondo. Lenzuola profumate e sugo della domenica. Primavera dei sensi, come se non potesse più tornare quel tempo che non è più tempo ma memoria”. È la narrazione diretta dei pensieri e dei sentimenti, attraverso i quali il protagonista tenta di ritrovare il senso di una vita. Il viaggio interiore è qui visto come terapia e senso di scoperta: l’io narrante trova un mondo in un certo senso perduto ma che ha ancora tanto da dire. “Quando si trovavano per una festa, una serata, era come andare a teatro…In quel gruppo c’era la vita in tutta la sua incredibile bellezza”. Un senso di palpabile malinconia pervade il viaggio a ritroso che il narratore-protagonista compie. I personaggi da lui conosciuti e amati sfilano come in una soffice parata, ma non sono eroi, fanno parte degli “ordinary people”, di coloro che non chiedono gloria o gratitudine. “Ci perdiamo sempre dietro eroi di giornali, televisioni... mentre sono state e sono davvero le persone a noi vicine che ci hanno insegnato a respirare e a sopravvivere”. Lo stile narrativo di Licursi, come in tutti i suoi romanzi, è improntato alla selettività più che alla saturazione: lo scrittore molisano può essere considerato un “leaverout” più che un “putterin”, per usare una distinzione cara a Thomas Il Wolfe. Tuttavia, sebbene brevi e frammentari, in “Madre Terra” gli enunciati sprigionano un’alta magia poetica e l’emozione si fa strada riscaldando il cuore dei lettori.



A CHANGE IS GONNA COME

Il cambiamento climatico: una svolta impressa dalla stoltezza umana
di VITTORIA TROIANO E CORSISTI ALFA
A N T R O P O C E N E : U N A N U O V A E R A G E O L O G I C A
Troviamo molto facile parlare di Madre Terra, dandole quella tipica accezione materna di colei che dà la vita, che ci nutre e sianizzarci con la nostra Madre Terra. La nostra inerzia ci si ritorcerà contro, bisogna adotmo riusciti anche a raffigurarla con immagini sempre più eteree e incantevoli. Ciò che risulta più difficile è rispettarla. Fin dai tempi più remoti vi sono stati balli e feste per onorare e venerare Madre Natura, ma qualcosa di colpo è mutato e l’uomo ha deciso di non osannarla più, anzi di modificarla a proprio piacimento intervenendo su di lei senza alcun rispetto e rimpianto. Tutto deve essere a misura d’uomo e con forza dirompente senza pensare ai danni che invece le stiamo causando. Incendi, disboscamenti, inquinamenti sono solo alcuni dei danni irreversibili che l’uomo sta commettendo a discapito della Terra e prima o poi il conto dovrà essere pagato. I primi cambiamenti avvengono a causa della permanenza di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre che sta dando vita al riscaldamento globale, a stagioni calde sempre più lunghe e ad oceani sempre più caldi. Stiamo continuando a prendere senza dare mai nulla in cambio; potremmo intervenire e dovremmo farlo al più presto. Basterebbe muoversi nel contrastare i cambiamenti climatici e su tutti i suoi fattori di rischio cercare di sviluppare misure per contrastare il riscaldamento globale da cui derivano gli eventi più disastrosi, dovremmo cercare di armotare politiche tempestive di sensibilizzazione, bisogna fare qualcosa, bisogna agire adesso. Luca Mercalli nel suo libro “Lettera dal pianeta Terra” afferma: “Duecentomila anni fa siete comparsi voi, autonominati Homo sapiens, ora siete diventati tantissimi, formicolate in sette miliardi e mezzo sulla mia pelle, mi pungete con trivelle per succhiarmi olio che io avevo sigillato in innocue vesciche, scavate gallerie per estrarmi preziosi elementi che poi buttate come rifiuti disperdendoli per sempre e avvelenandovi da soli, abbattete le foreste che mi coprono di una verde peluria, esaurite i pesci degli oceani e sterminate le creature della mia biosfera che ci ha messo tre miliardi di anni per evolversi; asfaltate, cementate, bruciate, fumate, inquinate qualsiasi cosa passi per le vostre mani, e da un secolo a questa parte sembra non abbiate più alcun rispetto per me, mi succhiate ogni forza e mi intossicate con i vostri gas, cambiate il clima, mi fate venir la febbre che

Foto dal web
fonde i ghiacci e aumenta il livello dei mari, mi riempite di plastica, una roba che avete inventato voi, senza curarvi di riciclarla come ogni cosa che faccio io… Mai nessuna specie aveva osato tanto e danneggiato così gravemente i miei processi vitali. Le vostre televisioni ridono e scherzano mentre io soffoco e vomito: attenti, che un mio scrollone vi spazza via come fuscelli! Ricordatevi che io non ho bisogno di voi, ma voi avete bisogno di me”.


BEAUTIFUL GARBAGE

Il problema dello smaltimento dei rifiuti è piuttosto acuto nell’agenda del nostro pianeta
di ELENA BATUYEVA 2PD

Uno dei paesi in cui questo problema è importante è il Kazakistan. Nella classifica del riciclaggio dei rifiuti occupa la posizione 175 (https://nonews.co/directory/lists/ countries/recycling). Oggi il Kazakistan ha accumulato più di 31,72 miliardi di tonnellate di rifiuti compreso circa 120 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani e circa 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti pericolosi. La quota di rifiuti riciclati varia dal 13% al 15% per i rifiuti domestici, fino al 30% per i rifiuti industriali e circa il 15% per quelli pericolosi. Una grande quantità di rifiuti non sistemati influisce negativamente sull’ambiente e colpisce le persone attraverso l’aria e l’acqua. Pericolosi composti chimici si accumulano nel terreno e portano a un cambiamento nella composizione chimica e fisica che influisce sulla sicurezza (purezza dei prodotti vegetali). Recentemente in Kazakistan questo problema si è risolto a livello legislativo. Dal 1 gennaio 2019 è entrato in vigore il divieto dello smaltimento di plastica, cartastraccia, cartone, vetro sottosuolo. È stato

introdotto il divieto di smaltimento cioè discarica dei rifiuti edili (di costruzione) e di cibo. Il Kazakistan dall’inizio degli anni 2010 ha preso la direzione di “un’economia verde”. Combatte efficacemente lo smaltimento dei rifiuti con l’ausilio di strumenti economici. Per esempio, gli incentivi e le tariffe fiscali vengono utilizzati per attirare investitori privati e internazionali nell’industria del riciclaggio. Il paese ha già sviluppato un modello per la risoluzione dei problemi di smaltimento dei rifiuti, basato sul principio di 3R (reuse, reduce, recycle). Cioè riduzione dell’uso dei prodotti che richiedono lo smaltimento complesso/ complicato, riutilizzo dei rifiuti e il riciclo. Il primo compito è il consumo sostenibile e consapevole; la raccolta differenziata diventa responsabilità della persona stessa. Il secondo compito è la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti. Ciò richiede una formazione completa della popolazione, degli imprenditori e dei rappresentanti delle aziende industriale nella gestione dei rifiuti. Inoltre, è necessario supporto assistenza nell’organizzazione di un’attività per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Tengizchevroil è attivamente coinvolto in questo progetto. Il riutilizzo dei rifiuti nell’industria petrolifera e del gas è il legno triturato come pacciame per le piantature verdi, che permette di mantenere l’umidità e ridurre le perdite per evaporazione, proteggendo così alberi e arbusti dalla sovraesposizione/influenza del clima del deserto di Tengiz. Il brecciame ottenuto durante la lavorazione del calcestruzzo viene riutilizzato come materiale da costruzione. Vengono adottate varie misure per aumentare la consapevolezza ambientale dell’intero settore e della popolazione in generale. Con il tempo vedremo se il Kazakistan riuscirà a risolvere il problema dei rifiuti! Ma anche oggi esiste già l’esperienza del riciclo dei rifiuti nel settore petrolifero e del gas che può essere scalata in tutto il paese.



