MESSENGER SERVICE N.05-2020 CHRISTMAS EDITIONI - THA CPIA 1 FOGGIA MAGAZINE

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Starry, starry night

Paint your palette blue and gray

Look out on a summer's day

With eyes that know the darkness in my soul

Shadows on the hills

Sketch the trees and the daffodils

Catch the breeze and the winter chills

In colors on the snowy, linen land

Notte, notte stellata

Dipingi la tua tavolozza di blu e di grigio

Guardi fuori in un giorno d'estate

Con occhi che conoscono l'oscurità nella mia anima

Ombre sulle colline

Disegni gli alberi e i narcisi

Catturi la brezza e il freddo degli inverni

Rendendo la tela bianca come la neve

Extract from Vincent by Don Mc Lean

https://youtu.be/4wrNFDxCRzU

CPIA1 FOGGIA MAGAZINE

EDITORIAL DIRECTOR

Antonia Cavallone

EDITOR IN CHIEF

Marcello Casalino

LAYOUT & GRAPHICS

Michele Pio Decembrino

EDITORIAL STRUCTURE

BOVINO MONTI DAUNI

Rocco Branca

Damiano Mastrangelo

Alfonso Rainone

Daniela Reddavide

CERIGNOLA

Stefania Bellino

Maria Rita Calabrese

Fatima Gramegna

Savio Grilli

Giovanni Furii

Alessandra Paciello

FOGGIA

Stefania Marino

Filippa Finaldi

Katia Iorio

Stefania Schettino

MANFREDONIA

Vittoria Troiano

Marcello Casalino

SAN GIOVANNI ROTONDO

Teresa Ciccone

Michele Pio Decembrino

Anna Maria Di Bari

Ippolita Falcone

Libera Ricucci

Sofia Roca

SAN SEVERO

Lidya Colangelo

Antonio Bernaudo

Alessandra Monte

Stella Placentino

STORNARELLA

NicolaDell’Olio

Sabina Chiello

Graziella Di Palma

Dominga Lisco

Alessandra Mastromatteo

AMONG THIS ISSUE’S CONTRIBUTORS:

Daniela Cicchetti

Maria Soccorsa De Letteriis

Kwadwo Justice Asamoha

Cindy Vanessa Blanco de Landaverde

Elena Batueva

Svitlana Burlachenko

Gabriel Viniz Da Silva

Marie Rose Joelle

Nadia Joelle

Nwafor Johnson

Tomomi Jump

Vira Kliain

Rafael Antonio Landaverde Recinos

Zaira Poga

Patrizia Russo

Donald Michael Vede

Keti Vepkhishvili

EDITORIAL

“Notte stellata” recitano i versi della bellissima canzone di Don Mc Lean nella seconda di copertina, tali da farci immaginare Van Gogh intento a dipingere sulla tela il freddo dell’inverno (a tal proposito, cliccando sul link che abbiamo aggiunto o inquadrando il QR-code con Google Lens, potete ascoltare il brano in una versione live del lontano ’72). Per questo numero speciale abbiamo inoltre inserito il testo di un’altra canzone nella pagina conclusiva. Il Natale esercita sempre un fascino unico ed ineguagliabile a tutte le latitudini e pertanto, su suggerimento della nostra Dirigente, abbiamo chiesto ai nostri corsisti di raccontarci le tradizioni che da anni si susseguono nei diversi Paesi del mondo rendendo magici i giorni della seconda metà di dicembre.

La tematica ha visto gli studenti stranieri impegnati nella stesura degli articoli senza alcuna remora per eventuali errori ortografico-grammaticali, certi che l’aiuto da parte degli insegnanti avrebbe reso comunque accurata la stesura finale. Quel che ne è scaturito è un viaggio attorno al mondo. Se fosse un film americano, lo chiameremmo “Around the World in a Day”.

A chiusura degli articoli sul Natale non potevamo non dare il giusto spazio ai ristretti delle Case Circondariali della nostra scuola che, giorno dopo giorno, imparano a misurarsi con i sentimenti che scoprono dentro se stessi.

La seconda parte del giornale è invece dedicata alle attività del Dm 48, viste con la prospettiva dei diversi Punti di erogazione. Una grande accelerazione si è impadronita dei cuori degli insegnanti, un desiderio di camminare fianco a fianco con i corsisti “imbarcati su una stessa nave, legati da quella solidarietà di riflessi d’un equipaggio nel momento in cui sta per prendere il mare”, per usare le parole di Julien Gracq. Il prodotto finale ha reso sicuramente la nostra scuola orgogliosa del risultato.

Ancora una volta ci auguriamo di festeggiare il Natale pieni di speranza per una pronta fuoriuscita dal “maelstrom” di un’epidemia (per ora) senza fine!

Buone festività a tutti e… buona lettura!

ILNATALENELMONDO

MERRY CHRISTMAS MR. LAWRENCE 6 KOLJADA, DED MOROZ E SNEGUROCHKA NELLE TERRE FREDDE 8 DIARIO NAVIDENHO 10 WE THREE KINGS OF ORIENT ARE 12 FESTEGGIANDO IL NATALE IN UCRAINA 13 NATALE IN ALBANIA 14 PAESE CHE VAI, NATALE CHE TROVI 16 IL VALORE DELLA TRADIZIONE 18 IL NATALE IN BRASILE 19 SOTTO IL SOLE DELLA COSTA D’AVORIO 20 UN GIORNO DI FESTA PER TUTTI 22 UN NATALE PARTICOLARE 23
SPECIALEPROGETTI PIANO SCUOLA ESTATE 24 IMPASTARE, CREARE, GUSTARE...IMPARARE! 26 CONTRASTO ALLA POVERTÀ E ALL’EMERGENZA EDUCATIVA 28 PIANO ESTIVO PROGETTO DI INCLUSIONE ADULTI 30 ACCOGLIENZA, RESTYLING E NATURA AMICA 31 RIPARTIRE INSIEME: CONOSCERSI, CONOSCERE, SPERIMENTARE 34 MANI IN PASTA 36 A SCUOLA DI RESTAURO 37 SE POSSO SOGNARLO, POSSO FARLO… 38

MERRY CHRISTMAS MR. LAWRENCE

La vigilia di Natale nella terra del “sol levante” è come il giorno di S. Valentino, molto attesa dalle coppiette o da chi ha intenzione di dichiararsi alla persona amata

di TOMOMI JUMP

-ALFA MANFREDONIA-

(con note del prof. MARCELLO CASALINO)

Il Natale in Giappone è visto più come un’occasione per un appuntamento romantico con la propria dolce metà. Le coppie trascorrono il giorno della Vigilia insieme, facendo shopping o ammirando le bellissime luminarie, per poi finire la serata con una cena al ristorante.

In Giappone sono gli innamorati che si scambiano regali, mentre è raro che si faccia lo stesso con amici o familiari.

C’è anche chi preferisce fare una normale uscita con gli amici o restare a casa con la famiglia, scelta che si sta diffondendo sempre più negli ultimi anni.

In ogni caso, è innegabile che l’atmosfera natalizia giapponese abbia una forte connotazione romantica e la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze sperano di trovare il giusto partner con cui passare il giorno di Natale.

Per quanto il significato del Natale in Giappone sia meno forte che nei Paesi occidentali, anche in Giappone le strade vengono abbellite da magnifiche luminarie natalizie. I giapponesi sono infatti esperti nelle decorazioni e negli spettacoli e sanno come creare fantastici show di luci e suoni, le cosiddette “Christmas illuminations”.

Anche grandi magazzini, negozi, locali e caffetterie hanno adottato la tradizione di addobbare per Natale ogni singolo centimetro dei loro spazi. Perfino i commessi e il personale spesso indossano cappelli da Babbo Natale o altri vestiti natalizi.

La cosa forse più sorprendente del Natale giapponese è il menù tipico: pollo fritto di “Kentucky Fried Chicken”, la famosa catena nordamericana, e torta alla panna e fragole.

La tradizione del pollo sembra sia legata alla scarsità di tacchini in Giappone. Gli statunitensi residenti in Giappone, infatti, volevano

mangiare il loro piatto tipico alla Vigilia e il pollo fritto era la cosa più simile che potessero trovare sul mercato. La “Kentucky Fried Chicken” decise di lanciare uno speciale

“Christmas Bucket” contenente pollo, insalata, gelato e una fetta di torta.

E fu così che questo diventò il menù per eccellenza del Natale giapponese. Il Natale non

è una festività tradizionale giapponese, eppure ha trovato il suo posto nel Paese. Chiunque ami le luci, lo shopping e i dolci saprà sicuramente apprezzare la bellezza e l’unicità del Natale in Giappone. E ricordate: per augurare Buon Natale in Giapponese, basta dire メリークリスマ ス merii kurisumasu, letteralmente “Merry Christmas”: indimenticabile resta l’augurio che Takeshi Kitano (sergente Hara) rivolse a Tom Conti (colonnello Lawrence), nell’epilogo del bellissimo film del regista giapponese Nagisa Oshima,“MerryChristmasMr.Lawrence”!

日本のクリスマス.

日本では、キリスト教ではなく仏教が主な宗教であるため、他の国のように大きなクリスマスのお祝 いはありません。

日本人のクリスマスは家族とお祝いするというよりも、カップルのイベントという感じが強いです。 だから、彼氏や彼女がいなければクリスマスは少し悲しい日になるでしょう。 しかし、私たちが子供 の時は家族との特別な夕食でクリスマスの日を過ごします。今では(フライド)チキンとクリスマスケー キが主流になっています。勿論クリスマスツリーも飾り、クリスマスプレゼントもあります。

通常、プレゼントは1つだけ受け取ります。他の国の様にクリスマスツリーの下にたくさんのプレゼン トが置かれるのではなく、眠っている枕元に配達されます。

私たちはクリスマスよりも新年の方を祝います。 元旦には家族が集まり新年を祝います。

メリークリスマス

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KOLJADA, DED MOROZ E SNEGUROCHKA NELLE TERRE FREDDE

Un Natale interrotto da vicissitudini politiche e poi ripreso

di ELENA

BATUEVA -1PD MANFREDONIA-

Ci sono Paesi in cui la tradizione natalizia non si è susseguita regolarmente nel tempo. Dalla morte di Gesù Cristo l’usanza di celebrarne la nascita è stata consuetudine perenne oltre che festa graditissima (la Festa per eccellenza) per tutti, grandi e piccini. Tuttavia ci sono stati Paesi

che, a causa di eventi storici tragici e particolari, hanno di fatto interrotto bruscamente la tradizione. Ma procediamo con ordine.

Il Natale nell’Ortodossia è considerata una festa popolare. L’Avvento prelude a questo giorno importante. Il 6 gennaio è un giorno speciale che gradualmente

precede la Vigilia.

La messa solenne dura tutta la notte e la mattina. Si crede che un desiderio espresso in questa notte si avvererà con certezza. Il 7 gennaio i cristiani ortodossi festeggiano il grande giorno. Dopo la messa in Russia incomincia la festa. Alla gente piace divertirsi: ci si veste con

costumi tradizionali, si canta, si balla, si fanno presepi, si mette in scena la nascita di Gesù, si fanno gite in slitta, ci si diverte dappertutto.

L’amministrazione comunale addobba l’albero di Natale nella piazza centrale, fa costruire gli scivoli di neve e i labirinti di ghiaccio. I giovani si incontrano in piazza e i locali culturali pubblici organizzano diverse attività per le persone di tutte le età.

I bambini offrono ai propri padrini e madrine la cena natalizia e questi, successivamente, portano i doni. In casa si arrostisce l’oca, si prepara il riso con l’uva sultanina, il grano con il miele e le noci e tutta la famiglia si mette a tavola. Ci sono dei personaggi caratteristici del Natale: Koljada, il cui nome deriva dal greco e significa “dono natalizio”, risale alle tradizioni cristiano-bizantine. Nel folklore russo è una creatura femminile

che simboleggia la personificazione del ciclo del nuovo anno, esisteva nella Russia pre-rivoluzionaria e portava i doni ai bambini che si comportavano bene. Un altro personaggio è Ded Moroz, che sarebbe l’inverno personificato in un uomo; il suo nome si può tradurre in italiano con “Nonno Gelo”. Nel periodo comunista ha preso il posto di Koljada ed è a tutt’oggi il tradizionale portatore dei doni natalizi. E’ raffigurato come un uomo anziano con una lunga barba bianca, uno scettro ed un abito di color azzurro, bianco o rosso ed è accompagnato da una bellissima ragazza che si chiama Snegurochka (fanciulla di neve); ci sono fonti che dicono che questa è sua figlia e sua madre è Vesna (Primavera), mentre un’altra versione dice che è la sua nipotina. Distribuiscono i doni a Capodanno e vivono a Veliki Ustyug, in un castello di ghiaccio e ri-

spondono a tutte le lettere dei bambini Ma non sempre in Russia abbiamo avuto il Natale. Negli anni ’20 del secolo scorso iniziò, infatti, la propaganda antireligiosa da parte del governo bolscevico e furono fatte cessare ufficialmente le celebrazioni.

Nonostante ciò, la gente ricordò questa tradizione e festeggiò il Natale in famiglia di nascosto.

In Russia la celebrazione di Natale fu ripresa nel 1991. Alla vigilia di Capodanno del 1990 il governo proclamò il 7 gennaio quale giorno non lavorativo.

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dal web: Koljada

DIARIO NAVIDENHO

Il Natale a El Salvador tra doni, addobbi, gastronomia esotica e bagni in mare

«Sdi CINDY VANESSA BLANCO DE LANDAVERDE & RAFAEL ANTONIO LANDAVERDE RECINOS -1PD & 2PD SAN SEVERO-

Diario Navideño de Cindy

omos una familia proveniente de El Salvador que se situa en America Central, vivimos en Italia desde hace dos años y medio, estamos aquí por una situación de seguridad ya que nuestro país no nos puede proporcionar seguridad y tranquilidad; nuestro estatus migratorio es de refugiados con protección internacional, vivimos en Poggio Imperiale un pequeño pueblo muy tranquilo, perteneciente a la provincia de Foggia en la Región de Puglia. En esta época, cuando se avecinan las fiestas navideñas y fin de año, nos inunda la nostalgia por que extrañamos nuestro país ya que somos un pueblo de muchas tradiciones en especial en esas fechas. A principio de Noviembre se decora el árbol navideño y el nacimiento del niño Jesus, ya que la mayoría de la población somos católicos. Es un periodo de vacaciones ya que el año escolar ha finalizado y se retornan las actividades hasta la segunda quincena de enero, entrando Diciembre inicia el movimiento comercial, ya sean en adornos navideños, electrodomesticos, comprar los juguetes para los niños, comprar ropa nueva, cambiarse de look, practicamente es una temporada para concentirse. El 24 de Diciembre es donde se preparan los platillos típicos para la cena -: pollo, gallina, pavo en una salsa de tomate criolla con muchas especies de nuestra región, acompañado con arroz, ensaladas de vegetales, también se preparan panes rellenos con pollo que son muy tradicionales, hay otro plato muy típico como los tamales que están elaborados con masa de mais, recaudo, gallina o pollo, papas, aceitunas y sal al gusto, envuelto en hojas de la planta del plátano. Aunque se preparan muchas botanas, ya que nuestra

«SIl diario di Natale di Cindy

iamo una famiglia di El Salvador, un Paese del Centro America, e viviamo in Italia da due anni e mezzo. Siamo qui in Italia poiché il nostro Paese non poteva più assicurarci sicurezza e tranquillità; il nostro status, infatti, è quello dei rifugiati con protezione internazionale; abitiamo a Poggio Imperiale, un paesino molto tranquillo della provincia di Foggia, in Puglia. Io frequento il Primo Periodo Didattico al CPIA di San Severo e mio marito, Rafael, il Secondo. Nel nostro Paese io ero un’impiegata di banca e mio marito insegnava informatica. Qui ci siamo dovuti rimettere in gioco e tornare anche a scuola soprattutto per imparare la lingua italiana. In questo periodo dell’anno, più si avvicinano le vacanze di Natale e la fine dell'anno, più la nostalgia ci inonda perché ci manca il nostro paese poiché siamo un popolo con tante tradizioni, soprattutto natalizie.

All'inizio di Novembre, infatti, si addobba l'albero di Natale e si prepara la nascita di Gesù bambino, poiché la maggior parte della popolazione è cattolica.

È un periodo di vacanza poiché l'anno scolastico è terminato e le attività riprenderanno nella seconda metà di gennaio. A Dicembre si parte con gli acquisti: addobbi natalizi, elettrodomestici, giocattoli per I bambini, vestiti nuovi per un totale cambio di look proprio e della casa. Il 24 Dicembre si preparano i piatti tipici per la cena della vigilia: pollo, gallina o tacchino in salsa di pomodoro alla creola con tante specie della nostra regione, accompagnati da riso, insalate di verdure, pane ripieno di pollo; si usa anche un altro piatto molto tipico come i tamales che si fanno con pasta di mais, pollo, patate, olive e sale, avvolti nelle foglie del banano. Vengono preparati molti piatti, poiché la nostra gastronomia è una fusione di 3 culture: il Pipil che è la

gastronomia es una fusion de 3 culturas, la Pipil que es nuestra desendencia, la Italiana y Española.

Después de la cena se convive en familia y amigos ya que es una tradición visitarse entre seres queridos y intercambiar platillos que se han elaborado en ese día, esa noche es una fiesta donde se baila merengue, cumbias, salsas etc. El reloj marca la 12 y ya es 25 de Diciembre entre abrazos y felicidad se escuchan fuegos artificiales y el miembro mas pequeño de la familia coloca al niño Jesùs en el pesebre. Ya pasada las 12:00 se intercambian los regalos. Las personas mayores y niños por lo general son los primeros en ir a la cama, pero los jóvenes se quedan disfrutando de la fiesta hasta que el cuerpo aguante.

Para las fiestas de fin de año es un poco similar la dinamica, se cambian el platillo principal de la cena que puede ser un lomo de res relleno de cerdo con verduras, o pierna de cerdo al horno, acompañado de verduras al vapor, o ensalada de papas, o tamales que son tan deliciosos, por lo general se convive con familiares y amigos que no logramos ver en navidad. Cuando el reloj marca las 12 de la noche todos los presentes tomamos un pequeño rasimo con 12 uvas y tenemos que comernos una por cada campanada que suena, esto es para atraer buenas vibras para el año nuevo, luego nos abrazamos entre lagrimas y risas, ya que nos estamos despedidiendo del un año más, teniendo fe en Dios que el año que estamos por iniciar sea mejor en tantos aspectos. Los fuegos artificiales no pueden faltar y en mayor intesidad que navidad. Otra tradición es lavar la entrada de la casa con agua de adentro hacia afuera para limpiar todo lo malo de el año.

Ya en la mañana es tradicion ir al mar en familia, tenemos la fortuna de tener un clima tropical todo el año que rondan los 26-28 grados, y en el mar es mas caluroso».

nostra discendenza, l'italiano e lo spagnolo. Dopo cena si vive con la famiglia e gli amici poiché è tradizione andare a trovare i propri cari e scambiarsi i piatti che sono stati preparati quel giorno e quella notte è una festa dove si balla merengue, cumbias, salsa ecc. Quando l’orologio batte la mezzanotte, il 25 Dicembre inizia tra abbracci e felicità: si odono i fuochi d'artificio e il più piccolo della famiglia depone il bambino Gesù nella mangiatoia. Dopo la mezzanotte vengono scambiati i regali. Le persone anziane e i bambini di solito sono i primi ad andare a letto, ma i giovani restano a godersi la festa finché ce la fanno. Per le feste di fine anno la dinamica è un po' simile: si cambia il piatto forte della cena, che può essere un filetto di manzo ripieno, di maiale con verdure, o una coscia di maiale al forno, accompagnata da verdure al vapore, o un'insalata di patate, o tamales che sono molto gustosi. Quando l'orologio segna la mezzanotte, tutti noi presenti abbiamo un piccolo rametto d’uva con 12 acini e dobbiamo mangiarne uno per ogni campana che suona, questo per attirare buone vibrazioni per il nuovo anno, poi ci abbracciamo tra lacrime e risate, salutando un altro anno e avendo fede in Dio e sperando che l'anno che stiamo per iniziare sarà migliore sotto tanti aspetti. I fuochi d'artificio non possono mancare e con maggiore intensità del Natale. Un'altra tradizione è quella di lavare l'ingresso di casa con acqua dall'interno verso l'esterno per pulire tutte le cose cattive dell'anno che è appena trascorso.

Al mattino è tradizione andare al mare in famiglia, abbiamo la fortuna di avere un clima tropicale tutto l'anno che si aggira intorno ai 26-28 gradi e in mare è molto caldo».

(Traduzione dallo spagnolo a cura della prof.ssa Alessandra Monte)

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WE THREE KINGS OF ORIENT ARE

Come viene festeggiato il Natale in Ucraina

In Ucraina il Natale ortodosso si festeggia il 7 di Gennaio e rappresenta, per tutti i cristiani ortodossi, un giorno molto importante. Per prepararsi al giorno di Natale si osserva un periodo di 40 giorni di digiuno, nel quale è consentito mangiare solo cibi magri; sono vietati, invece: carne, latte e derivati.

La sera della Vigilia termina il digiuno e si comincia con i preparativi della tavola ricoperta di paglia e un po’ di grano. Le portate devono essere 12 come i dodici

apostoli. Il dolce tipico è il “Kut’ja” a base di grano al quale si aggiunge il miele, semi di sesamo e noci. Le altre pietanze natalizie sono lo “Zalivnoe”, preparata con una gelatina fredda a base di brodo di carne, il porcellino da latte cotto al forno e l’oca ripiena di mele e il tutto accompagnato con una tradizionale bevanda natalizia lo “ uzvar” a base di frutta secca, bollita e dolcificata con il miele.

Tra le altre tradizioni natalizie è consuetudine andare a messa e i fedeli prega-

no e cantano i canti natalizi chiamati ”Koljadki”; infine tutti portano una candela simbolo della stella cometa che guida i pastori alla capanna dove è nato Gesù bambino. Altra tradizione è quella di andare porta a porta per dare gli auguri a tutti.

FESTEGGIANDO IL NATALE IN UCRAINA

Ricco di particolarità gastronomiche e di fascinosa tradizione è il Natale ucraino, come ci racconta la corsista Svitlana

di SVITLANA BURLACHENKO -ALFA STORNARELLA-

Salve a tutti i lettori del Messenger Service del Cpia1 Foggia, mi chiamo Svitlana e sono originaria dell’Ucraina, anche se vivo qui in Italia da ben 21 anni e oggi vi voglio raccontare come si festeggia il Natale nel mio paese d’origine. Questa importante festa ricorre tutti gli anni e dura due giorni: dal sei al sette di Gennaio.

La mattina del sei di Gennaio la padrona di casa comincia a preparare il cenone tradizionale ed è tradizione mettere sotto la tovaglia un ciuffo di paglia, che è il simbolo della mangiatoia dove dormiva Gesù Bambino.

La cena di Natale comprende ben 12 portate, una per ogni apostolo di Cristo, tutte diverse tra loro. Tutte le pietanze devono essere a base di pesce o di verdure.

C’è un piatto speciale che non deve mai mancare ed è chiamato Kutia. È un tipico piatto dolce che si prepara con il grano, semi di papavero, miele e noci.

C’è la zuppa di Borsch, piatto a base di barbabietole, gli gnocchi bolliti ripieni di funghi e cipolle tritate, ravioli e involtini

di verza ripieni di riso e macinato e portate di pesce cucinato in tanti modi. Sulla tavola di Natale non può mancare anche il pane fatto in casa.

Durante tutta la giornata il nucleo familiare resta a digiuno e la sera si comincia a preparare il tavolo natalizio. Al centro della tavola viene posto un bicchiere con del grano, delle spighe di grano e una candela. Successivamente vengono poste sulla tavola tutte le dodici portate preparate e si aspetta tutti insieme che sorga la prima stella. A quel punto il padrone di casa accenderà la candela e la solleverà in alto recitando una preghiera alla quale parteciperà tutta la famiglia e provvederà a versare ad ogni commensale un cucchiaio di Kutia. Solo dopo si inizierà a cenare. Quando sono state mangiate tutte le portate possono cominciare i festeggiamenti che vengono chiamati “Koliadki”: per tutta la notte le famiglie si riuniscono e si va a casa di tutti i conoscenti per cantare insieme le canzoni natalizie. I

ragazzi durante questa festa vanno in giro per le casa, cantano e fanno scherzi e sono mascherati da animali, da capra o da cavallo. Un ragazzo invece porta una stella.

Questo “singolare” gruppo di cantanti scherzosi, dopo aver finito di cantare, chiede il permesso per entrare e se il proprietario accetta, una volta in casa, vengono offerti dei dolci. Se il proprietario rifiuta loro l’ingresso, il gruppo prosegue il suo cammino verso un’altra casa che li accetti.

Il sette di Gennaio, la sera, è tradizione che i bambini portino un dono alla persona che li ha battezzati. Si porta in dono il dolce fatto in casa e delle caramelle. Ricevuto il dono dei bambini, il Padrino e la Madrina ricambiano con un regalo.

Il Natale in Ucraina è ricco di antiche tradizioni conservate e tramandate da tempi lontani. È una miscela magica di usanze religiose e riti antichi.

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NATALE IN ALBANIA

Come viene festeggiato il Natale in Albania

«Lte tutta l’attività sia estiva sia autunnale. L’aria sta diventando fredda e umida e mi viene il desiderio di abbracciare di più la sciarpa di lana intorno al viso. La gente si sbriga sempre per tornare a casa e per trovare un “riparo caldo”. I giorni dove i bambini, i giovani e gli anziani facevano le lunghe passeggiate e riempivano le strade della città sono quasi finite. Quando cammino nella strada vicino casa mia, sento il rumore sotto i miei piedi delle ultime foglie secche cadute dagli alberi. Sono i primi giorni di dicembre e la mia città, Tirana, sembra che si sia vestita con un mantello grigio e simile ad una signora affogata nella sua

ne e motociclette, che sembrano andare di fretta pure loro per andare da qualche parte dove possono trovare un posto caldo. I giorni sono corti e il sole sembra che abbia paura di splendere per coccolarci, mentre la notte è lunga e fredda e con il suo silenzio ti fa capire che è meglio stare a casa al caldo. Ma quest’atmosfera grigia e fredda a Tirana per fortuna non dura tanto perché vi sono eventi più belli e più “caldi” a dicembre: il Natale e il Capodanno. Mi basta sentire queste due parole per iniziare a pensare ad un periodo pieno di luce e colori. Da quando si aprono i regali e s’incomincia ad adornare l'albero di Natale tutta l'atmosfera cambia.

gia per togliere tutto il colore grigio della città: pensiamo ad organizzarci su cosa dobbiamo fare o regalare per il Natale e il Capodanno. Sono veramente due eventi importanti perché c’è il desiderio di fare qualcosa di straordinario strappando quel mantello grigio che l’inverno ha messo intorno a noi.

A Natale in Albania tutti i cristiani (cattolici, ortodossi) vanno in chiesa e dopo si prepara la cena o il pranzo per festeggiare il Natale. A casa mia in questi giorni il pranzo era abbondante. Mia madre faceva l’arrosto di vitello con patate al forno, mentre io preparavo gli antipasti e l’insalata russa; mio padre, invece, si occupava del vino o aiutava

in cucina. Nei miei ricordi la piccola casa, dove vivevo con i miei genitori, era la più bella del mondo. Il giorno prima di Natale, insieme a mia madre, preparavamo un dolce con crema di cacao e mandorle. Dopo pranzo, nel pomeriggio tardi, andavamo da i miei zii per fare le visite, oppure venivano loro a dare gli auguri. Il Natale infonde veramente un'atmosfera stupenda e piena di energia positiva mentre cammini nelle strade piene di luci e oggetti decorativi e vedi la gente felice. Dopo il Natale si pensa al Capodanno. Sono veramente giorni impegnativi in quanto ogni famiglia albanese è intenta a preparare il Cenone di Capodanno. Secondo la tradizione albanese si prepara il tacchino, il “përshesh” (arrosto di tacchino con diverse spezie). Poi si preparano diversi tipi di antipasti e di insalate, ed infine, il dolce tipico ovvero il cossidetto “baklava”. È un dolce che prima si faceva in casa ma che adesso si può comprare nella pasticceria.

Il Capodanno nella mia città, Tirana, si festeggia in genere in casa con i parenti o amici, ma si può festeggiare anche in ristorante. Dopo la mezzanotte, tutti escono fuori per vedere lo spettacolo dei fuochi d’artificio oppure per sentire il concerto di musica organizzato nella piazza Scanderbeg. La gente sembra felice e spera di avere un nuovo anno prosperoso.

Così si ferma un anno già stanco e pieno di ricordi ed inizia un nuovo anno con nuove sorprese».

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PAESE CHE VAI, NATALE CHE TROVI

Due studenti del corso di alfabetizzazione “Alfa A”, intervistati dalla docente, raccontano usi e costumi dei loro paesi di origine, legati alle festività natalizie

Asamoah e Johnson, manca poco più di un mese a Natale e sorge spontanea la curiosità verso i festeggiamenti tenuti in paesi molti diversi dall’Italia.

Asamoah: «In Ghana, il mio Paese, circa il 70% della popolazione è cristiana, l’altra parte è Musulmana. Le famiglie cristiane festeggiano il Natale come fate voi qui in Italia: le famiglie si riuniscono, preparano pranzi e cene più ricche da condividere con amici e parenti, ci si scambia regali. Le donne di casa preparano molti piatti a base di carne o pesce, ad esclusione dell’agnello e si consumano anche noci, frutta, cioccolato».

Johnson: «Nel mio Paese, invece, la Nigeria, metà della popolazione è cristiana, per Natale le famiglie si riuniscono e anche chi è lontano per lavoro torna nella sua città per festeggiare. La famiglia si ritrova e viene organizzato un ricco pranzo a base di zuppe, riso, carne, verdure. In particolare vengono preparate ricette a base di Yam, delle grosse patate che vengono bollite o arrostite e condite con salse ricche di spezie, anche piccanti, oppure usate per produrre una farina con la quale si fanno delle creme».

«Interessante! Quindi non mangiate il panettone…».

Asamoah: «Certo che sì! In Ghana mangiamo il panettone a Natale, è uguale a quello italiano.

Quali altre tradizioni “occidentali” osservate?

Johnson: «Anche noi facciamo l’albero di Natale, lo decoriamo con luci e palline colorate, solitamente i bambini si divertono tanto a decorare l’albero. Spesso le decorazioni vengono messe anche all’esterno delle case».

Asamoah: «Inoltre anche noi facciamo il Presepe, ogni famiglia realizza a mano le sue statue col legno e le dipinge. Solitamente in ogni casa c’è la Sacra Famiglia e in alcuni villaggi dei grandi presepi vengono messi nei parchi o nelle piazze.

La Messa di Natale raccoglie molti fedeli ed è un momento che unisce tante persone».

Proseguendo la conversazione sono emerse altre interessanti notizie: nel continente africano esistono da sempre moltissime Missioni Cattoliche e questo ha fatto sì che si sviluppasse una vera e propria tradizione natalizia molto simile alla nostra in un continente apparentemente così lontano da noi. Il periodo prenatalizio in Ghana, coincide con la fine del periodo della raccolta del cacao ed è, quindi, un momento di ricchezza. Questo consente a tutti i lavoratori di ritornare nelle loro famiglie per festeggiare. Le carni vengono arrostite, i regali vengono scambiati e le persone viaggiano in lungo e in largo per visitare la famiglia. In Ghana, il pranzo di Natale non è completo senza “fufu” e zuppa di okra.

Gli Africani sono un popolo allegro ed amano fare festa e la sera della vigilia di Natale in molti paesi, dopo la Messa, ha luogo una grande fiaccolata e la notte viene trascorsa in compagnia di parenti ed amici, dopodiché possono iniziare i preparativi per il pranzo di Natale. È anche consuetudine lasciare la porta di casa aperta in modo che chiunque si senta il benvenuto. È usanza lo scambio di regali consistenti in cibi, sia crudi che cotti. Ognuno riceve molto più cibo di quanto ne venga consumato nella realtà ma quest’abbondanza è considerata di buon augurio per l’anno che sta per arrivare.

In Nigeria, nei giorni che precedono il Natale, le ragazze visitano le case della zona ballando e cantando accompagnandosi con i tamburi. I bambini hanno l’abitudine di andare di casa in casa mascherati con maschere di legno, improvvisando danze e concerti natalizi accom-

pagnati anch’essi dai tamburi, un modo per racimolare dolci e piccoli regali, un po’ come avviene negli Usa la notte di Halloween. Le case vengono decorate con rami di palma, nastri colorati e fiori selvatici. Chi se lo può permettere, addobba un abete artificiale. La sera della Vigilia le principali famiglie del villaggio si riuniscono insieme ad anziani e conoscenti e non pensano alle differenze di età e di culto, perché l’unica cosa che conta è rimanere insieme.

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IL VALORE DELLA TRADIZIONE

In una intervista agli studenti di religione islamica veniamo a conoscenza del “Mawlid”

Con l’arrivo delle feste natalizie in Italia, noi docenti abbiamo colto l’occasione di intavolare un dibattito con i nostri studenti, sia del Primo Periodo che dell’Alfabetizzazione, in merito alle loro tradizioni religiose. Facendo una vera e propria intervista ai ragazzi, è emerso che la maggior parte di loro è di religione islamica, ma che tra i vari paesi poi ci sono delle usanze diverse. Questa intervista è stata un incredibile viaggio culturale, che ci fa apprezzare le diversità del mondo, ma che ci fa comprendere come nelle diversità di usanze e religioni, l’essere umano sia profondamente unico e abbia lo stesso valore ovunque, il valore della tradizione

A tale proposito ha preso la parola uno studente egiziano e ci ha spiegato la tradizione e le usanze dell’Egitto: « Noi in Egitto festeggiamo il Mawlid, che è una specie di Natale, perchè si celebra la nascita del nostro profeta Muhammad (Maometto). Ricorre al giorno 12 Rabi al-awal del calendario islamico, che corrisponde al 20 Novembre del calendario solare.

I primi a festeggiare questa ricorrenza furono un popolo sciita ismailita, i Fatimidi che erano discendenti di Fatima, la figlia del Profeta, esattamente nel 488 (secondo il calendario islamico). Il giorno di Mawlid è un vero è proprio giorno di festa, negozi e scuole restano chiusi, non si lavora, gli unici a lavorare sono i venditori di dolciumi, che con le loro bancarelle, addobbano le nostre strade. In Egitto, per questa ricorrenza, si vendono dolci particolari come Halawit almawlid che in italiano vuol dire dolci

della nascita.

Per le ragazze e per le bambine viene venduta ‘rusa al-mawlid, la bambola dell’anniversario, che viene regalata dai fidanzati (nel caso delle ragazze) o genitori e familiari (per le bambine). Nell’Islam è fondamentale seguire gli Hadith (detti e fatti del profeta) che ci parlano del Profeta Muhammad, dove si dice di lui che era un uomo buono e che rispettava tutti i tipi di religioni e aiutava sempre il prossimo. Gli Hadith sono fondamentali per la vita di un musulmano, ci indicano tutti i giusti insegnamenti da applicare alla vita di tutti i giorni ed è proprio per questo che celebriamo questa ricorrenza, per ricordare questi insegnamenti, vivere con amore, col rispetto verso le persone.

Concludo citando una frase del nostro Profeta pace e benedizione su di lui: “O’ Signore, come hai fatto bene il mio

corpo, fai lo stesso con il mio carattere”, con questo chiedeva a Dio di rendere l’essere umano oltre che perfetto fisicamente, anche buono d’animo, generoso e tollerante verso gli altri».

IL NATALE IN BRASILE

Non solo spiagge, Carnevale e samba! Il Brasile conserva consolidate tradizioni culturali

Questo sarà il mio primo Natale lontano dalla mia terra d’origine e visto che ne ho nostalgia vi racconterò di me e del Natale nella mia terra.

Mi chiamo Gabriel, sono nato in Brasile e vivo in Italia da qualche anno. Tutti noi, in alcuni momenti della vita, abbiamo la necessità di cambiare, conoscere, provare ….

Sono uscito dal Brasile con l’obbiettivo di studiare e lavorare in Italia, però non ho mai pensato che sarebbe stato così difficile e stancante adattarsi a questi cambiamenti. Ma ho dovuto prendere una decisione molto difficile: cambiare paese.

All’inizio tutto era bello, interessante, ed ovviamente nuovo; cambiare così radicalmente le abitudini, culture ed ambiente non era semplicemente una avventura ma significava entrare in una nuova vita dove le difficoltà sarebbero state il punto di partenza. Per questo mi sono iscritto al Cpia di Foggia, per superare l’ostacolo principale: la lingua italiana, ed inoltre imparare nuove cose. Durante lo scorso anno scolastico, in geografia abbiamo dedicato la nostra attenzione alle diverse culture presenti nella nostra classe, ci siamo soffermati sull’America del Sud è in particolare sul Brasile, da dove arrivo io.

Spiagge, caldo, carnevale, samba, calcio, la statua del Cristo Redentore, a Rio de Janeiro… Sono queste le prime parole che vengono in mente se si parla del Brasile! Ma il Brasile non è soltanto questo!

È anche tradizione culturale e anche Natale. Una giornata diversa perché qui

da noi innanzitutto fa caldo, non abbiamo nemmeno una data per fare l’albero, però ai primi di dicembre si iniziano a vedere case e interi quartieri illuminati. In special modo nel città di Gramado le strade sono molto decorate e si può incontrare Babbo Natale e in persona. Non da meno la città di Rio De Janeiro dove c’è l’albero di Natale galleggiante più grande del mondo, alto 5 m e decorato con milioni di lampadine con 12 colori diversi. Ma la cena di Natale brasiliana per me ha qualcosa di diverso da tutti gli altri paesi, perché di solito viene servita alle ore 00:00. In molte case le persone amano decorare la tavola con una tovaglia allegra, aggiungere frutta per accompagnare questo caldo periodo dell’anno; spesso in tutte le famiglie ognuno porta qualcosa da mangiare: c’è il tacchino, prosciutto, merluzzo, dolci di

origine italiana: e insieme ai nostri piatti tradizionali la birra, però, non manca mai! Ovviamente a fine cena ci ritroviamo nella sala dove si balla, si fa conversazione, si gioca e ci si scambiano i regali, è un modo fantastico per creare atmosfera e trascorrere la serata di Natale in armonia e in serenità.

Buon Natale a tutti ….. “dal Brasile”.

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Due studentesse, Marie Rose e Nadia, ci raccontano del Natale all'equatore

SOTTO IL SOLE DELLA COSTA D AVORIO

Il Natale è una festa dalle mille tradizioni, che cambiano di Paese in Paese, alcune delle quali sono davvero molto originali. In tutto il mondo, infatti, le celebrazioni natalizie, pur essendo una festività globale, riflettono culture e tradizioni locali. Il tema del Natale e delle festività del mese di Dicembre è stato affrontato

di KATIA IORIO -P.E.

FOGGIA-

nella classe di alfabetizzazione, sez.G, quale occasione di confronto fra culture diverse e di celebrazione di valori importanti in ogni nazione, a prescindere dalla religione professata. Attraverso una semplice attività di brainstorming, gli studenti sono stati invitati a dare la loro definizione di festa. Tutti hanno definito il tempo di festa a Dicembre

come - il periodo più meraviglioso dell’anno-il tempo per gli amici e per la famiglia- il tempo in cui l’aria profuma di buono- il tempo di abbracci e sorrisi- il tempo di tradizioni speciali.

Marie Rose e Nadia Joelle, due sorelle della Costa d’Avorio, hanno condiviso con tutta la classe le abitudini e le tradizioni natalizie nella loro città, Abidjan,

una delle più grandi città francofone al mondo, che però non ha perso il folklore locale ricco di musica, danze e tradizioni.

Le due sorelle hanno sottolineato che in Costa d'Avorio molto spesso ci sono 35°, quindi il loro non è mai un bianco Natale! Il Natale è comunque una gran festa per tutta la comunità cristiana.

Se in Italia è una festa molto legata al buio dell’inverno e si decorano le case con le lucine di Natale, Marie Rose racconta che lì non si sente questa necessità. Non fa freddo, non c’è bisogno di quella luce e di quel calore di cui sentiamo la necessità noi in Italia. Essendo all’equatore, la giornata ha sempre quasi dodici ore di luce e dodici ore di buio.

Se in Italia è particolarmente sentita la tradizione del presepio, Nadia Joelle ci racconta che in Costa d’Avorio non è così. Anche in Africa esiste la tradizione dell’albero di Natale che, però, è molto

lontano dall’essere il classico abete tipico dell’Occidente. L’ornamento più comune è realizzato da un intreccio di foglie di palma disposte a formare un arco a cui vengono appesi fiori bianchi che sbocciano proprio a Natale. È facile anche vedere alberi di Natale decorati con banane.

Le celebrazioni ed i festeggiamenti avvengono all’aperto, in spiaggia, ed i fiori sono le decorazioni più comuni. Durante il culto si fanno canti, balli di gruppo, recitazione poetica, testimonianze, preghiere e sermoni.

Gli africani sono un popolo molto allegro e festaiolo, perciò la sera della Vigilia in molti paesi, dopo la Messa, ha luogo una maestosa fiaccolata. La notte viene trascorsa in compagnia di parenti ed amici fino a quando, il giorno dopo, iniziano i preparativi per il pranzo di Natale. È anche consuetudine lasciare la porta di casa aperta in modo che chiunque si

senta il benvenuto. L’usanza vuole che ci si scambino regali consistenti in cibi, sia crudi che cotti. Ognuno riceve molto più cibo di quanto ne venga consumato nella realtà ma quest’abbondanza è considerata di buon auspicio. Molti sono gli alimenti consumati durante il pranzo natalizio quali riso, zuppa d’okra, il Doro Wat (stufato piccante di pollo) ma nulla da considerarsi veramente tipico. Nel pomeriggio, le famiglie vanno in campagna e di solito ci sono giochi per tutti o si fa il bagno sotto il sole caldo e poi a casa con il fresco della sera.

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UN GIORNO DI FESTA PER TUTTI

Intervista ai ragazzi del Punto di erogazione di Bovino su come vivono le festività natalizie

Il Natale non è solo quello che conosciamo. Il mondo è bello perché è vario e in esso ci sono tante culture. Nella dottrina islamica, Gesù è solo un profeta e non il Figlio di Dio e la sua nascita rappresenta l’evento straordinario di un uomo che nasce dalla vergine Maria, esempio di pietà e devozione spirituale anche per i musulmani. Il Natale musulmano è invece il Maoled, uno dei giorni più sacri dell’Islam, festa del Profeta, compleanno di Maometto. È il dodicesimo giorno del mese lunare di rabi’ al-awwal, “il primo autunno”, data variabile di anno in anno.

Intervista a Joy:

«Due sono i motivi per cui questo sarà un Natale speciale: il primo è che lo vivrò lontano da casa cioè la Nigeria, dalla mia famiglia, dai miei amici e dalle tradizioni ed abitudini che contraddistinguono questo periodo, lei è cattolica e vorrebbe per sua figlia dei giocattoli, dei vestiti, e delle belle scarpe. In verità gli addobbi alle finestre dei negozi ci sono, vedo anche qualche albero addobbato in alcune strade di Monteleone di Puglia.

Per questo il 25 dicembre lo passerò al centro di accoglienza di Monteleone insieme a mia figlia, seguendo le solite lezioni di italiano. Non si riesce però a percepire lo spirito natalizio del quale qui non se ne conosce né il valore né il messaggio».

Intervista a Rahman:

Lui invece viene dal Bangladesh, dove ha lasciato papà, mamma e sorelle più piccole, sarà una festa particolare lontano da casa sua e vorrebbe del panettone, cioccolata, pizza e una bellissima torta e ovviamente le luci scintillanti;

Intervista a Imran:

Viene dal Bangladesh, come Rahman, dove ha lasciato papà, mamma e due sorelline più piccole e due fratellini più piccoli sarà una festa particolare lontano da casa sua e vorrebbe del panettone, cioccolata;

Intervista a Emon:

Lui vive al centro di accoglienza di Monteleone e racconta che è un po' dura perché gli manca la mamma, il papà e

un fratello più piccolo. «La vita qui è un po' noiosa, sveglia, viaggio alla scuola di Bovino, scuola, rientro a Monteleone, ci si cucina, mangiare, riposare, scuola italiano e matematica, preparare la cena, mangiare, Tv, dormire, e poi il giorno successivo sempre cosi».

Intervista a MD:

Anche lui viene dal Bangladesh, dove ha lasciato, mamma e due sorelle più piccole e due fratelli sarà una festa particolare lontano da casa sua e vorrebbe i suoi affetti

Intervista a Sujon:

Viene dal Bangladesh, e dalla feste del natale vorrebbe ballare, magiare bene e viaggiare.

Intervista a Jennifer:

Lei è della Nigeria e vorrebbe per sua figlia una bambola, un orsacchiotto e dei vestiti.

Il Natale lo passerà al centro di accoglienza di Monteleone insieme a sua figlia, seguendo le solite lezioni di italiano.

UN NATALE PARTICOLARE

Nonostante la distanza dai propri cari, lo spirito natalizio aleggia sempre nei cuori. Ce ne parla uno degli studenti della Casa Circondariale di Foggia.

di CORSISTI

«Il Natale attraverso i nostri occhi: il mio, o meglio, il nostro Natale… è una giornata particolare e più che altro speciale, ma non per gli sfarzi e le tante altre cose belle che oggi rappresentano per noi questa festa. Il Natale per me è diventato speciale perché racchiude una sola parola: famiglia, lo stare insieme, che sia in ricchezza e in povertà. Dopo tutti gli anni trascorsi tra le mura di questo carcere e soprattutto, dopo tutte queste feste natalizie passate qui, posso dirvi di aver capito realmente il significato dell'affetto in quei giorni di festa e di quanto sia importante la mancanza del calore familiare.

Ricordo che in tutti i natali non mancava nessuno di noi: erano bellissimi, quando andavamo tutti insieme a fare spese e quando, tutti insieme, aprivamo i regali sotto l’albero, mangiavamo e brindavamo, a volte, anche se con poco. Nonostante tutto il mio cuore era pieno di stelle, di sogni per i miei figli che oggi più che mai amo, vorrei sussurragli che sono la mia forza e ringraziarli per il conforto che mi danno in questo lungo viaggio.

Sicuramente dove mi trovo ora non ci sarà un albero decorato, non ci sarà l’attesa pura e innocente dei regali perché ognuno di noi torna bambino in quei momenti, nè gli sguardi sorpresi e felici

dei miei figli, e nemmeno genitori, fratelli e sorelle, ma sono sicuro che avrò degli amici con cui trascorrere un sereno Natale. La mia famiglia, pur se manco io, festeggerà in modo tradizionale, con l’albero, i regali, l’affetto e tanto amore ed è per questo che dico loro di farsi forza, di essere felici, di godersi il Natale nel migliore dei modi, perché arriverà anche il momento di festeggiare insieme e di godere assieme ogni attimo di gioia e amore. Buon Natale a tutti!»

Nell’anno scolastico 2021/2022 la Dirigente del C.P.I.A. 1 Foggia, Antonia Cavallone, in riferimento al Piano

Scuola Estate DM 48 Decreto dipartimentale n. 39 del 14 maggio 2021

“Contrasto alla povertà e all’emergenza educativa”, ha promosso, prima dell’avvio delle lezioni e durante la settimana successiva, fino al 27 novembre, il progetto Accoglienza:

“RIPARTIAMO INSIEME” rivolto ai corsisti iscritti al Cpia.

PIANO SCUOLA ESTATE

Il progetto, attraverso attività laboratoriali, visite guidate sul territorio e incontri singoli e di gruppo, ha cercato di sviluppare negli studenti competenze personali e sociali, oltre alla capacità di imparare ad imparare. L’obiettivo è stato prevenire il fenomeno della dispersione scolastica, favorendo atteggiamenti positivi nei confronti della scuola e la creazione di scenari di solidarietà e fiducia negli altri, per accogliere, integrare e valorizzare le differenze.

IMPASTARE, CREARE, GUSTARE ...IMPARARE!

Il progetto dm 48 fa salire in cattedra cuochi dalle provenienze e dalle qualifiche più disparate. Ciascuno racconta le proprie origini attraverso la cucina di casa nostra

Qogni angolo della terra dopo mesi e mesi di lavoro a distanza. Un momento incredibile, emozionante, ancora più simbolico perché realizzato dopo il distanziamento forzato della pandemia. Il tema del progetto è la cucina di casa: è quella che anima il laboratorio. E perché si tratta di un vero e proprio laboratorio, non di una scuola di cucina, erano tutti presenti intorno a quel tavolo, a raccontare le loro cucine e le loro vite.

ne di Manfredonia del CPIA1 Foggia, un posto dove i migranti vengono accolti, dove possono imparare la lingua italiana e la nostra cucina. Un progetto fortemente sociale, in larga misura. Un’idea davvero coinvolgente: i docenti mettono in comune la loro conoscenza gastronomica e la loro esperienza personale. I corsi hanno avuto inizio dal 20 settembre, con un progetto di accoglienza volto ad inserire ogni singolo corsista nell’ambiente scolastico e successiva-

culture e tradizioni si sono spesso intrecciate. Tutte lezioni singole, tutte diverse e tutte accomunate da un particolare: la voglia di creare condivisione, di fare gruppo, ovviamente di raccontare le storie che sono dietro al cibo. Abbiamo avuto casalinghe, badanti, agricoltori, lavoratori impiegati in ristoranti. Non si tratta solo di imparare tecniche e modi di approcciare le ricette, ma di conoscere storie e culture. Un ambiente conviviale, dunque, una formula radical-

mente diversa da quella di un corso di cucina.

Le lezioni sono state specifiche, affrontando un taglio e un tema particolare. Storie che parlano di integrazione, che raccontano vite.

Crediamo nel valore dell’esperienza pratica, nel piacere del fare e nell’importanza di condividere, con i nostri corsisti, gesti quotidiani.

Come? Attraverso un progetto che sia motivante e coinvolgente e che porti alla valorizzazione dei singoli e, contemporaneamente, alla scoperta dell’altro attraverso il cibo.

Un progetto, il nostro, che prova a mettere insieme alimentazione, salute, ambiente e agricoltura. Una proposta che tiene conto della necessità di inserire le esperienze di cucina all’interno del percorso formativo, nel rispetto delle età, dei sensi e della capacità motorie e manuali dei partecipanti.

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CONTRASTO ALLA POVERTÀ E ALL EMERGENZA EDUCATIVA

Il resoconto del progetto Dm 48 a San Severo

Dopo il periodo della pandemia che ha visto tante persone costrette all’isolamento sociale, alla rinuncia a tanti progetti, la ripresa dell’anno scolastico ha rappresentato un momento di ripartenza e di speranza. Al “Welcome Day”, organizzato dal Punto di erogazione di San Severo come risultato del progetto Dm 48 “Contrasto alla povertà e all’emergenza educativa”, hanno partecipato, in qualità di ospiti, la Dirigente scolastica con i suoi stretti collaboratori e le Istituzioni civili e religiose cittadine. È stata data, in questo modo, ampia visibilità al progetto così da favorire l’interazione con le istituzioni locali e le associazioni del terzo settore che operano nel mondo dell’accoglienza degli stranieri e nella lotta alla dispersione scolastica.

L’uscita ha cercato di creare, attraverso momenti informali e di convivialità, un legame tra i corsisti e l’Istituzione Scolastica.

L’inclusione è stata una finalità precipua del progetto che ha mirato a coinvolgere gli studenti nel percorso educativo e formativo, rendendoli protagonisti, parte attiva del processo. Attraverso la conoscenza degli ambienti, dei docenti e del gruppo di pari si è favorita la formazione di un clima sereno utile a stimolare l’agevole acquisizione delle conoscenze e la socializzazione.

A seguito del Progetto Accoglienza: “Ripartiamo Insieme”, che ha permesso una partenza armoniosa ed entusiasmante del percorso scolastico, affievo-

lendo il senso di solitudine che si era creato negli studenti, a causa delle chiusure, negli anni precedenti e grazie al supporto della nostra Dirigente, sono stati promossi altri due laboratori di “Panificazione” e di “Trasformazione degli alimenti”. Gli studenti coinvolti nei suddetti erano di nazionalità straniera, perciò, accanto ad un’impellente necessità di socialità, hanno mostrato un bisogno deciso di integrazione e di conoscenza della cultura italiana. Nel progetto “Panificazione” l’attività ha unito le conoscenze teoriche degli elementi di base della panificazione a quelle tecnico-laboratoriali che hanno visto gli iscrit-

ti diventare protagonisti del percorso formativo. Il progetto è stato diviso in diverse fasi: si è partiti dalla presentazione delle varie tipologie di cereali fino ad arrivare alla farina, evidenziando, attraverso video, come avviene la trasformazione del chicco di grano; inoltre, gli studenti sono stati avvicinati anche al mondo del lavoro, grazie alla presentazione dei mulini del territorio. Particolare attenzione si è data alla conoscenza dei vari ingredienti necessari alla realizzazione del pane, attraverso immagini e tutorial, alle varie tipologie di pane e alle parti che lo compongono. L’impasto e la lievitazione sono stati oggetto della par-

te centrale del laboratorio, strutturata in sezioni teoriche, arricchite di nuovi termini e spiegazioni utili alla comprensione dei processi di lavorazione; nella parte pratica, infine, gli studenti, insieme alle docenti Maria Soccorsa de Letteriis, Daniela Cicchetti e Lidya Colangelo, hanno preparato pane e panini utilizzando il fornetto messo a disposizione dal bar della scuola. E’ stata un’esperienza davvero unica e coinvolgente, poiché i corsisti sono stati guidati all’uso degli strumenti del mestiere: crivello, spianatoia, bilancia, teglie e contenitori di varie misure per mescolare i diversi ingredienti usando le mani, fino ad ottenere un impasto dalla giusta consistenza.

Nel progetto “Trasformazione degli alimenti” l’attività ha unito le conoscenze teoriche delle varie tecniche di conservazione degli alimenti, dell’opportunità di usarne una piuttosto che un’altra, del rispetto delle norme igieniche, a quelle tecnico-laboratoriali che hanno visto gli iscritti diventare fautori del progetto formativo applicandole nei processi di trasformazione e lavorazione di alcuni prodotti locali. Il progetto è stato, quindi, diviso in diverse fasi: si è partiti dalla presentazione dei vari prodotti naturali che possono essere usati come conservanti e come agiscono; si è passati poi alle varie tecniche di conservazione degli alimenti e all’importanza che assume, durante la manipolazione dei prodotti, il rischio della contaminazione con batteri e funghi. Sono stati illustrati anche i metodi fisici di conservazione, sterilizzazione e congelamento. Particolare attenzione si è dedicata allo studio della lettura delle etichette sulle confezioni degli alimenti, approfondendo, così, oltre alle tematiche specifiche del laboratorio, anche quelle disciplinari legate alla conoscenza della lingua italiana e del lessico, in modo particolare. Attraverso la visione di tutorial e delle dimostrazioni pratiche operate dalle docenti, si è proceduto alla realizzazione di prodotti sott’olio e sott’aceto, dopo un’attenta lavorazione delle materie prime.

I progetti hanno permesso una particolare attenzione all’ambiente, ai prodotti della nostra terra, allo sviluppo delle competenze sociali e civiche e alla conoscenza del nostro territorio e delle sue risorse dando la possibilità agli studenti di passare da una conoscenza

teorica degli argomenti a una pratica, utile a favorire il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro e fondamentale per sviluppare le competenze personali.

Attraverso le attività laboratoriali, è stata favorita la socialità e un clima sereno indispensabile per il positivo svolgimento degli incontri, inoltre, si è potuta potenziare la conoscenza del lessico della lingua italiana in una forma pratica.

Gli studenti sono stati i veri protagonisti dell’attività formativa; inoltre, è stato bello vedere sui loro volti la felicità di essersi cimentati nei vari impasti e/o nella realizzazione di prodotti, ma soprattutto la soddisfazione di aver realizzato alimenti deliziosi al gusto, scoprendo di avere abilità latenti o che non pensavano nemmeno di avere.

Il superamento dell’emergenza “Covid 19” potrà avvenire efficacemente solo se si riaffermerà il valore della scuola aperta, coesa ed inclusiva, una scuola che restituisca spazi e tempi di relazione, luoghi per incontrarsi di nuovo e riallacciare quelle relazioni purtroppo bruscamente interrotte. La formazione costante e continua anche per i più adulti è, quindi, fondamentale proprio perché capace di riannodare gli spazi sociali andati persi durante la pandemia.

Il Cpia, grazie alla prof.ssa Antonia Cavallone, Dirigente Scolastica sempre attenta e protesa verso tutti, ancora una volta si pone come una scuola che ha a cuore i propri studenti.

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PIANO ESTIVO

PROGETTO DI INCLUSIONE ADULTI

Lavorando tutti insieme si possono realizzare grandi cose

di KIPRE ZALALLAUD ULRICH & ALTRI STUDENTI -ALFA-

Siamo un gruppo di ragazzi con tanti sogni e speranze, siamo venuti in Italia per trovare un po' di fortuna, abbiamo lasciato le

Questo percorso è stato progettato per accogliere nella scuola i “portatori di altre culture”, valorizzandone il più possibile” l’integrazione e promuovere “lo

per presentarci tra di noi. Il tutto è stato ripreso dalla docente che subito dopo ci ha fatto riascoltare la registrazione che ci è sembrata molto divertente: abbiamo

adulti, l’obiettivo principale era quello di imparare l’Italiano per poterci integrare nel territorio. La scuola ci ha accolti subito già da giugno e, grazie ad un progetto della scuola d’Estate abbiamo cominciato da subito a seguire un percorso di inclusione, subito abbiamo socializzato, ci siamo presentati e abbiamo iniziato piano piano a conoscere la Lingua Italiana.

so il Cpia 1 Foggia (punto di erogazione di San Giovanni Rotondo) durante il periodo estivo (giugno, luglio e agosto) per insegnarci gli elementi base dell’Italiano attraverso le abilità di ascolto, parlato, lettura e scrittura. Tutto questo ci servirà per poter svolger l’esame A2 della lingua Italiana. Durante gli incontri ci siamo divertiti tanto grazie ad alcuni dialoghi effettuati in coppie

ciato ad assumere confini e a delinearsi come realizzabili perché da subito abbiamo lavorato e studiato. Per questo possiamo ritenerci fortunati ad aver trovato la nostra luce, il nostro porto sicuro dal nome CPIA 1 Foggia

ACCOGLIENZA, RESTYLING E NATURA AMICA

Al CPIA di San Giovanni Rotondo sono appena terminati i progetti del Dm 48, Piano scuola estate, con il Progetto “Accoglienza”, Progetto “Restyling” e Progetto “Natura Amica”.

Tutti questi progetti hanno riscosso grande successo tra noi iscritti, ospiti stranieri dell’Associazione “San Matteo” di San Giovanni Rotondo.

La scuola CPIA, nel suo fondamentale ruolo di scuola per stranieri, ha accolto noi alunni tra i suoi banchi e i suoi spazi, per dare maggiore concretezza al suo compito, non solo nel rilasciare, (dopo aver frequentato i corsi di lingua italiana), la certificazione di L2, ma anche per inserirci nella realtà scolastica con diverse attività: dalla conoscenza del territorio ai lavori manuali di restyling, fino alla creazione di prodotti culinari.

In primis, il Progetto “Accoglienza” ha rappresentato, con la sua offerta, un momento molto importante per noi, poiché abbiamo conosciuto alcuni luoghi del territorio e ci siamo sentiti già veramente “accolti” in questa comunità che rappresenta oggi la nostra nuova realtà. L’esplorazione e la visita ai luoghi del comune di San Giovanni Rotondo, come lo stesso Palazzo del Comune, l’incontro con il Sindaco e alcuni consiglieri comunali, la Biblioteca civile “Michele Lecce”, il Centro per l’impiego, hanno riscontrato grande interesse tra noi corsisti.

Il nostro iniziale atteggiamento di estraneità a tutto il contesto sociale ha la-

Lavorando tutti insieme si possono realizzare grandi cose

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sciato a poco a poco la strada ad una apertura e fiducia nei confronti dei docenti e dello stesso territorio.

Il primo progetto di “Accoglienza” è terminato con un bellissimo incontro con tutta la scuola nel suo cortile, dove abbiamo ricevuto dai professori, un biglietto per il volo (immaginario) con la “Compagnia aerea Scuola CPIA” insieme a degli splendidi e colorati portachiavi e segnalibri, realizzati a mano dagli stessi docenti per noi.

Il simbolo più bello che abbiamo realizzato per questo progetto è stata una sedia arcobaleno sulla quale risalta il pensiero dello scrittore J. K. Rowling: “Differenze di abitudini e linguaggi non contano se i nostri intenti sono identici e i nostri cuori aperti”. L’interesse è proseguito poi partecipando al “Progetto Restyling”. Questo è stato davvero utile e divertente. Perché divertente? Ora ve lo spieghiamo, perché tutti noi ragazzi nel vedere dei vecchi oggetti, ormai da porre nel cassonetto dei rifiuti, poiché tristi e disfatti, come ad esempio delle vecchie e malmesse sedie, cornici (un po' troppo vintage) ed altro materiale strano, quando i professori ci hanno detto che avremmo dovuto renderli belli ed utili, dando loro una nuova vita, eravamo proprio molto increduli e a noi quegli oggetti ci facevano tanto ridere da non poter credere nel “potere magico del “restyling”! Così, un po' incerti, abbiamo cominciato a dare e ridare del nuovo colore a questi oggetti, che ne avevano proprio tanto bisogno! Ogni volta a fine giornata l’oggetto iniziava a farsi più bello della volta precedente. Quanto più il nostro lavoro procedeva, tanto più la nostra sorpresa aumentava e soprattutto aumentava la nostra cura e dedizione all’oggetto rinnovato!

Ormai eravamo entrati in questa sana competizione con esso, più lavoravamo e più l’oggetto diventava interessante! Fino alla fine le nostre “piccole creature”, con tanta fantasia e tanta cura, sono diventate proprio degli oggetti con una nuova vita, un nuovo valore, proprio come ci ha insegnato lo scrittore Antoine de Saint-Exupery :“…il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto della tua rosa il fiore così impor-

Terminato questo progetto ci siamo immersi nel progetto “Natura Amica”. Davvero una splendida immersione nella natura che ci circonda. Abbiamo studiato e sviluppato la curiosità per tutto ciò che la natura produce e per quanto essa sia fondamentale nel sostenere la nostra vita. La potenza

racchiusa in un piccolo, minuscolo ed indifeso seme, che, nascosto sotto un po' di terriccio, faccia sorgere una grande vita, è davvero unica! E’ stato riconosciuto e condiviso da noi tutti proprio il pensiero di Albert Einstein: ”Ogni cosa che immagini, la natura l’ha già creata! ”. Intanto abbiamo posto, in piccoli vasi, semi di piante benefiche per la salute, che inoltre, crescendo, avrebbero dilettato e gratificato anche il nostro palato: basilico, alloro, liquirizia… Un grande entusiasmo quando abbiamo studiato le varie fasi della preparazione di liquori e frutti del luogo, come mandorle ed olive, e ancor di più nella fase di realizzazione delle confezioni, con il logo della scuola e con le varie e particolari etichettature. Le numerose e variopinte bottiglie tutte in fila e in bella mostra nei loro cesti hanno rallegrato e vivacizzato la conclusione del nostro progetto. E’ stato molto interessante, inoltre ed infine conoscere le varie procedure per la realizzazione di un balsamo per le labbra che partendo da semplici elementi naturali (cera d’api, olio di cocco, burro di Karitè ed essenza di lavanda) hanno dato vita, tutti insieme, a qualcosa di molto utile, proprio come noi che da soli possiamo fare cose semplici, ma tutti insieme possiamo realizzare grandi cose.

Tutto si è ormai concluso ma la festa non è finita…qui!

Alla fine dei progetti, nella sede centrale, si è fatta davvero una grande festa, con la calorosa accoglienza della nostra Dirigente scolastica e ciò ci è stato riferito da un nostro rappresentante, poiché non potevamo essere tutti lì presenti, ma al nostro posto facevano bella mostra tutti gli oggetti da noi realizzati!

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RIPARTIRE INSIEME: CONOSCERSI, CONOSCERE, SPERIMENTARE

Dal laboratorio di pasta fresca alla bottega dei bijoux, ossia come avvicinare al mondo della scuola una utenza particolare

di DOMINGA LISCO

L’

avvio dell’anno scolastico 2021/2022 ha portato con sé il desiderio dell’intera comunità scolastica di tornare alla normalità. Docenti e studenti sono stati animati dall’ esigenza di tornare ai ritmi e alle attività di tutti i giorni e di riscoprire e potenziare le relazioni sociali a lungo sopite a causa dell’emergenza sanitaria. Il Punto di erogazione di Stornarella ha preso parte al “Piano scuola estate” con una serie di iniziative volte a rendere la scuola non solo luogo di apprendimento, ma anche spazio di partecipazione, di socializzazione e di crescita personale. La fase di accoglienza, tenutasi nel mese di settembre, ha visto i docenti impegnati nell’organizzazione di attività dedicate agli studenti iscrittisi ai corsi di Alfabetizzazione e di Primo e Secondo periodo didattico. I locali del Punto di Erogazione di Stornarella sono stati abbelliti per accogliere i nostri alunni: festoni, cartelloni di benvenuto, piccoli gadget realizzati dalle docenti, hanno arricchito le prime ore in aula dei corsisti e hanno reso speciali i “Welcome days” organizzati dal nostro istituto. Durante la fase di accoglienza i corsisti sono stati dapprima accompagnati a piccoli gruppi in un breve tour nell’edificio per esplorare i locali della scuola e in un secondo momento hanno avuto l’opportunità di conoscere nel dettaglio l’offerta formativa. I corsisti di alfabetizzazione e gli studenti del Primo Periodo didattico hanno avuto occasione di farsi conoscere dai compagni at-

traverso una serie di attività ludicolinguistiche, finalizzate a rafforzare le competenze sociali e a creare un clima disteso e collaborativo in classe. In due giornate distinte, i corsisti, divisi in gruppi, sono stati accompagni dalle docenti in una uscita sul territorio al fine di far conoscere i servizi di prima necessità presenti nel comune di Stornarella: l’ufficio postale, il Palazzo di città, la Caritas, ecc. Un modo, questo, per avvicinare immediatamente gli iscritti alla dimensione pragmatica degli del CPIA: la scuola diventa ponte tra le esigenze dei corsisti e il territorio.

Perseguendo gli obiettivi del D.M. 48/2021, ovvero il contrasto alla povertà e all’emergenza educativa, il Punto di erogazione di Stornarella ha dato vita a due laboratori: “Ripartiamo insieme… con le mani in pasta!” e “La bottega dei bijoux”. Il primo, un laboratorio incentrato sulla produzione di pasta fresca, ha avuto come obiettivo principale quello di favorire l’integrazione, la conoscenza del territorio attraverso la tradizione gastronomica e l’espressione della creatività mediante il lavoro manuale. I corsisti, provenienti da Albania, Ghana, Niger, Nigeria, Marocco e Senegal, si sono cimentati, con grande entusiasmo e divertimento, nella realizzazione di formati di pasta tipici della nostra terra e hanno potuto conoscere (e sperimentare a casa) le ricette tipiche della Capitanata. Il secondo laboratorio, “La bottega dei bijoux”, attraverso il lavoro artigianale e la realizzazione di collane ed orec-

chini ricavati da materiale riciclato, ha dato la possibilità ai corsisti di esprimere appieno il proprio talento creativo. Sperimentare, progettare, immaginare, azzardare combinazioni e abbinamenti hanno permesso, a uomini e donne che vi hanno preso parte, di manifestare la propria personalità, comunicare ed esplicitare gusti e preferenze, attingere al proprio bagaglio di vita vissuta. Inoltre, la scoperta di un potenziale creativo ha spianato la strada ad una riflessione sulle capacità personali e sulla possibilità di investirle in progetti di autoimprenditorialità.

Le attività di laboratorio hanno mostrato, ancora una volta, tutto il loro potenziale nell’avvicinare o riavvicinare al mondo della scuola un’utenza particolare come quella dei CPIA, composta da adulti e giovani adulti spesso provenienti da situazioni di svantaggio. Il lavoro manuale e la socializzazione, durante i laboratori, hanno permesso di superare le difficoltà linguistiche, le distanze culturali e la naturale ritrosia che molti adulti si trovano a sperimentare tra i banchi di scuola; obiettivi, questi, che da sempre caratterizzano la missione del CPIA 1 Foggia.

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MANI IN PASTA

Dalla

teoria alla pratica per una esperienza indimenticabile

(CON LA PARTECIPAZIONE DELLA STUDENTESSA PATRIZIA RUSSO 1PD)

seguito della pandemia da Covid-19, che ha colpito il nostro Paese e tutto il resto del mondo, la nostra scuola ha contribuito alla creazione del progetto “Ripartiamo insieme”, nell’ambito del Piano Scuola Estate DM 48, che ha perseguito gli obiettivi di prevenire e contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, promuovere la partecipazione attiva e l’inclusione degli studenti alla vita scolastica e laboratoriale.

A tale proposito, il nostro punto di erogazione a Cerignola ha realizzato un progetto dal titolo “ Mani in pasta”, che ha visto come obiettivi :creatività, saper lavorare in gruppo per favorire le competenze utili a tutti i futuri cittadini.

La nostra Patrizia Russo, studentessa e rappresentante della classe I livello

PPD sez. A, ha partecipato con tanta emozione a questo progetto e con entusiasmo ci racconterà l’esperienza di quei giorni:

«Il progetto è durato diversi giorni, con incontri e lezioni mirate su argomenti che riguardano la farina e la pasta. Il primo giorno Giovanni Furii, docente del nostro Punto di erogazione, ci ha spiegato i vari tipi di farina.

I giorni seguenti con tutti i professori abbiamo proprio messo le nostre mani in pasta, e abbiamo imparato ad impastare e lavorarla, abbiamo fatto le orecchietteeletagliatelle.

Nella seconda parte del progetto abbiamo partecipato ad un’altra dimostrazione, e a tale proposito è stato invitato un pizzaiolo, il “signor” Patrizio Biancofiore (che è anche mio marito).

In aula eravamo tutti con i grembiuli,

ognuno nella propria postazione, sui banchi c’erano dei recipienti, e con il signor Patrizio abbiamo imparato a fare il pane, con i vari step: dalla lievitazione all'impasto.La terza fase del progetto ci ha visti impegnati con la pasta di sale e con la stessa abbiamo creato vere e proprie opere, per esempio vasi, fiori e poi le abbiamo dipinte e in seguito esposte nella sede centrale del Cpia di Foggia.

È stata un’esperienza indimenticabile, abbiamo imparato tanto, soprattutto il valore della cooperazione e del lavoro. Giornate così le porterò sempre nel cuore, un grazie particolare va ai miei professori».

A SCUOLA DI RESTAURO

Resoconto delle attività di apprendimento dell’italiano in contesto lavorativo… e non

di ALFONSO RAINONE

R“ipartire insieme” è il titolo del progetto che abbiamo realizzato tra settembre e ottobre. Ma per ripartire veramente insieme, innanzitutto c’è stato bisogno di abbellire e rendere accogliente il luogo di lavoro. Ci è voluto qualcosa che facesse sentire tutti ospiti graditi. Ma cosa si sono inventati gli insegnanti? Diverse sono le nostre provenienze geografiche e culturali: Bangladesh, Nigeria, Senegal, Gambia e differenti sono i nostri interessi: femmine e maschi, mamme e ragazzi. È stato difficile trovare elementi comuni che potessero farci sentire a casa. Si è partito, allora, dagli spazi. L’androne si è prestato bene a sistemare qua e là striscioni con scritte d’effetto …… parole semplici, incoraggianti e accoglienti!

“Benvenuti al Cpia 1 Foggia” e “Non sempre nella vita si ha una seconda chance, il Cpia te la dà”

Abbiamo organizzato anche uno angolo permanente per lo sportello informativo e la compilazione dei documenti, necessari per avviare il percorso.

Ed eccoci tutti pronti a ricominciare insieme.

Abbiamo affidato all’albero dei diritti le nostre aspettative e le nostre riflessioni sul nuovo percorso …. e le abbiamo scritto su post-it a forma di foglia.

Di solito in autunno gli alberi perdono le foglie, ma l’albero del Cpia invece si è arricchito di foglie speciali, che portano buoni propositi.

Per noi accoglienza è anche condivisione, collaborazione, apprendimento attraverso il fare.

E quale modo più efficace di imparare la lingua se non quello del lavoro sul campo, che metta tutti nella condizione di praticare la lingua in un contesto reale di manualità mediante attività laboratoriali?

E allora siamo tutti “andati” a “scuola di restauro”, dove abbiamo fatto esperienza con una serie di tecniche, che forse possono tornare utili nella vita: sverniciatura, pulitura, stuccatura, incollaggio, finitura.

Ed eccoci finalmente alle prese con la parte pratica e creativa del nuovo percorso: il restauro di un pannello decorativo degli inizi del '900. Abbiamo sverniciato, incollato, stuccato, levigato, patinato. Ogni sezione dell'oggetto da restaurare ha rappresentato un passaggio del lavoro. Il primo pezzo mostra come si presentava in origine l'oggetto: scuro, sporco con molti buchi e alcune rotture.

Come ogni lavoro artigianale ci sono stati dei passaggi pericolosi. Per questo motivo ci siamo esercitati con materiali e strumenti sicuri, che ci hanno consentito di evitare la procedura pericolosa, ma nello stesso tempo di apprenderla in tutta sicurezza, esprimendo tutta la creatività possibile.

Il prodotto finale? Un oggetto con una sua utilità: un porta-cellulare ricavato dall’assemblaggio di alcune mollette in legno per il bucato.

È proprio attraverso la realizzazione di quest'oggetto che abbiamo esercitato le varie procedure del restauro: sverniciatura, pulitura, stuccatura, levigatura, incollaggio, coloritura.

Dire che ci siamo divertiti è poco! Speriamo di farne altri di questi laboratori di manualità.

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SE POSSO SOGNARLO, POSSO FARLO

La corsista Keti ci parla della sua partecipazione al progetto del Dm 48

di KETI VEPKHISHVILI -2PD-

«Ciao sono Keti, Sono una persona molto attiva per questo, quando ci sono nuove opportunità nella mia vita voglio partecipare, voglio fare, voglio scoprirle, voglio andare oltre... Mi piace crescere, fare esperienza, perché sono molto curiosa ... cerco sempre di mettermi in gioco, questo è il motivo per cui ho accettato di frequentare il progetto del “DM 48” laboratorio di “Autoimprenditorialità”.

Durante questo progetto ho avuto la possibilità di conoscere gli studenti che frequentano il Primo Periodo Didattico della mattina. Lavorare in sinergia con loro è stata una bellissima esperienza perché insieme ci siamo impegnati per creare uno statuto e costituire un’associazione “No Profit” con lo scopo di poter realizzare e vendere prodotti tipici che rappresentano i nostri paesi e la nostra cultura . Il laboratorio di “Autoimprenditorialità” è stato molto interessante, la docente Giallella ci ha insegnato il significato di associazione e la differenza tra ente non profit ed ente commerciale. Con le sue lezioni abbiamo compreso cos’è uno statuto ed il suo oggetto sociale. Con la Prof.ssa Marino ci siamo divertiti a scegliere il nome e dopo aver lavorato in piccoli gruppi ed aver fatto un brainstorming finale abbiamo deciso tutti insieme di chiamarla:

in quanto il nostro “Sogno” sarebbe quello di coinvolgere tutti i corsisti della nostra scuola a partecipare attraverso l’Arte alla realizzazione di questa associazione.

A me piaceva anche il nome di “Stella Cadente” perché io credo che i sogni spesso possano diventare realtà soprattutto quando sono una parte di noi. La fase successiva è stata quella della creazione del logo, anche questo è stato un momento di confronto sia di idee che di lavoro pratico. Ognuno di noi ha cercato con la sua specificità di essere partecipe e alla fine dopo tante prove abbiamo deciso di realizzare il disegno di una mano utilizzando i colori dei cinque continenti.

La mano, perché è da sempre simbolo associato alla lealtà, all’amicizia e alla fiducia, mentre i colori dei continenti sono stati scelti in quanto realmente ogni continente è rappresentato da un corsista o una corsista della nostra istituzione scolastica.

Partecipazione, Unione e Impegno sono queste le tre parole che ci hanno accompagnato in questo breve percorso formativo e ci hanno fatto vivere ed assaporare, fianco a fianco, la bellezza dello stare insieme. Una partecipazione ed unione che ho personalmente ritrovato in ogni volto, in ogni parola d’amicizia che ci siamo donati!»

I WISH EVERYDAY COULD BE LIKE CHRISTMAS

What time is it baby, is it that time again When snow will be falling, friends will be calling You know it's time when there'll be carolers singing Silent Night I love when they sing, the feeling it brings It's warm as a fire is bright

Soon there'll be toys for good girls and boys And reindeer are heading our way Yes, and Santa will come down the chimney above There's one thing I wanted to say

I wish every day could be like Christmas

And if I could have one wish come true I wish every day could be full of peace and harmony I wish every day could be like Christmas, I do. I saw a child sit with old Mr. Claus, Looked him in the eye and he asked old Santa what peace on earth was Now the old man grew cautious on how he would say That it's the greatest gift what you could give, every day

And if I could have one wish come true I wish everyday could be full of peace and harmony I wish everyday could be like Christmas, I do

VORREICHEOGNIGIORNOPOTESSEESSERECOMEILNATALE

Cheoresono,baby,èdinuovoquell'ora? Quandolanevecadrà,gliamicitichiameranno Saicheèilmomentoincuicisarannocantinatalizi checanterannolanottesilenziosa.Amoquandocantano,lasensazionecheportano Ècaldacomeunfuocoluminoso

Prestocisarannogiocattoliperbraveragazzeeragazzi elerennesistarannodirigendoversodinoi. Sì,eBabboNatalescenderàdalcamino C'èunacosachevolevodire

VorreicheognigiornopotesseesserecomeilNatale Esepotessirealizzareundesiderio Vorreicheognigiornopotesseesserepienodipaceearmonia VorreicheognigiornopotesseesserecomeilNatale,lovoglio.

HovistounbambinosedersiconilvecchioMr.Claus,loha guardatonegliocchiehachiestoalvecchioBabboNatalequalepacecifossesullaterra. Orailvecchioèdiventatocautosucomeavrebbedetto Cheilregalopiùgrandeèquellochetupotrestidareognigiorno

AuguroatutticheognigiornopotesseesserecomeilNatale Esepotessirealizzareundesiderio Vorreicheognigiornopotesseesserepienodipaceearmonia VorreicheognigiornopotesseesserecomeilNatale,lovoglio

Extractfrom “IWishEverydayCouldBeLikeChristmas”byJonBonJovi https://youtu.be/2qLql7S9oro

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