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MERCOLEDÌ 8 giugno 2011

D A L

P O L L I N O

“Caso Fallara”: una prestazione pagata 10 volte

Emergono nuovi particolari dall’inchiesta destinata presto ad avere risvolti clamorosi REGGIO C. Oltre 10 pagamenti per la stessa prestazione. Emergono nuovi e interessanti particolari sul “caso Fallara”. All’interno dell’incartamento che è stato consegnato alla Procura della Repubblica di Reggio da Demetrio Naccari Carlizzi e Sebi Romeo, figurerebbe anche una memoria di costituzione della dirigente, il cui numero di protocollo compare “in pagamento” per oltre dieci volte. In sostanza, dunque, l’ex dirigente del settore finanze e tributi del Comune si sarebbe autoliquidata la stessa cifra svariate volte e per la medesima prestazione lavorativa. La peculiarità del fatto è che la dottoressa Fallara avrebbe fatto tutto ciò non nella qualità di esperta esterna, ma di dirigente del Comune e questo sarebbe in palese violazione della normativa che non permette ai dirigenti dell’ente autoliquidazioni di tale genere. Ma vi è di più: la stessa Fallara si sarebbe paga-

SUICIDA Orsola Fallara, la ex dirigente dell’Ufficio finanze del Comune di Reggio, morta suicida per non aver retto al peso dell’inchiesta che la vedeva coinvolta per presunte autoliquidazioni irregolari ta per diverse volte, altri incarichi riguardanti procedimenti del Comune contro l’Aterp. Si arricchisce sempre più di spunti, dunque, l’indagine che sta ormai prendendo una precisa piega nelle stanze della Procura. Il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e i sostituti Sara Ombra e Francesco Tripodi stanno lavorando alacremente per giungere nel

più breve tempo possibile alla chiusura dell’inchiesta. Come si ricorderà, il “caso Fallara” nasce da una denuncia presentata dall’ex assessore regionale al bilancio Demetrio Naccari Carlizzi e dall’ex consigliere comunale di Reggio Calabria, Sebi Romeo, relativamente a diverse autoliquidazioni effettuate in maniera illecita da parte della dirigen-

calabria

A L L O

S T R E T T O

te del settore finanze e tributi del Comune. Una storia che passò dall’aspetto prettamente contabile e giudiziario a quello personale, con il dramma di Orsola Fallara che a metà dicembre dello scorso anno, dopo un’accorata conferenza stampa in cui puntava l’indice contro i suoi accusatori, tentò il suicidio ingerendo dell’acido muriatico. La donna morì qualche giorno dopo in ospedale. Dal suo decesso vennero fuori tre inchieste: una riguardante l’esposto di Carlizzi e Romeo, una per il suicidio e l’altra per il danneggiamento dell’auto e il furto di alcuni documenti custoditi all’interno, proprio il giorno in cui l’ex dirigente tentò di togliersi la vita. Le novità giudiziarie non sono mancate e così, dopo alcuni mesi, si è appreso dell’iscrizione nel registro degli indagati anche del governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, con l’accusa di abuso d’ufficio dato che lo stesso Scopelliti era sindaco nel periodo in cui la Fallara si autoliquidava le somme finite nel mirino della magistratura. Ma, a quanto pare, le novità in tal senso non sono per nulla finite. Gli elementi in possesso dei magistrati inducono a ritenere che presto potrebbero esserci delle altre importanti emergenze con risvolti giudiziari. La chiusura stessa dell’inchiesta non appare lontanissima e solo allora si potrà avere un quadro più chiaro della situazione e delle presunte responsabilità, in una vicenda che pare dover ancora riservare delle sorprese di non poco conto. CONSOLATO MINNITI c.minniti@calabriaora.it

ora

l’inchiesta

Corruzione elettorale Indagato Rappoccio REGGIO CALABRIA Indagato per corruzione elettorale. Il consigliere regionale del Partito repubblicano, Antonio Rappoccio (foto), è stato iscritto nel registro degli indagati alla Procura di Reggio Calabria proprio in merito a quelle 3.814 preferenze conquistate alle regionali 2010 quando si candidò nella lista “Insieme per la Calabria” a sostegno del futuro governatore Peppe Scopelliti. Rappoccio fu l’unico eletto nel cartello a scapito di Aurelio Chizzoniti che all’indomani delle consultazioni presentò un esposto querela accompagnato da una copiosa documentazione. A denunciare uno strano intreccio tra lo stesso Rappoccio e una cooperativa “Alicante”, che aveva sede presso lo stesso indirizzo della segreteria politica dell’esponente dell’edera, era stata proprio CO. Tra le tante promesse, secondo gli inquirenti, anche un bando di selezione per 850 persone, reclutate nei posti più disparati. La prima prova scritta avrebbe avuto luogo a fine 2009 mentre quella orale a maggio 2010, dopo le regionali. Nel frattempo ai partecipanti allo “pseudoconcorso”, venivano richiesti 20 euro di versamento, e un preciso impegno elettorale in cui, secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, si consegnavano nella segreteria del candidato delle schede in cui gli aspiranti lavoratori si impegnavano, per se stessi e per altri conoscenti, a votare Rappoccio, indicando persino le sezioni in cui sarebbero effettivamente arrivati i consensi. Il tutto sarebbe stato sospeso nel settembre 2010 quando le indagini erano comunque già in corso. Poi, all’ultimo consiglio provinciale della gestione Morabito, l’ex consigliere di maggioranza Omar Minniti (Prc) aveva denunciato un nuovo mercato del consenso elettorale. Il capogruppo comunista nell’aula delle adunanze aveva portato una nuova lettera di assunzione, non più della famigerata cooperativa Alicante, bensì di “Sud energia” che comunicava ai malcapitati la volontà di assumerli dopo aver discusso la cosa con la stessa Alicante. Rappoccio ha sempre smentito e continua a dichiararsi estraneo, l’indagine però è aperta.


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