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La storia
La scoperta della cioccolata
La “scoperta” della cioccolata avvenne nel 1519 ad opera del conquistatore spagnolo Fernando Cortez, il quale, alla corte di Montezuma, re degli Aztechi, degustò una bevanda composta di pepe, pimento, vaniglia ed altre spezie, oltre che naturalmente di cacao. Si narra che prima dello spagnolo, già Cristoforo Colombo, nel 1502, durante il suo ultimo viaggio verso l’isola di Guanaja in Honduras, ebbe sicuramente a scoprire quella bevanda e i suoi ingredienti, pur senza che questo primo “contatto” con il cacao (utilizzato in quell’epoca anche come moneta di scambio, tanto era il valore ad esso attribuito) avesse avuto alcun seguito.
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Golose varianti della ricetta Dalla Spagna arriva in Italia e in Francia
La cioccolata si diffuse a Torino grazie ai Savoia: Emanuele Filiberto (1528-1580), capitano generale dell’esercito spagnolo, si appassionò alla cioccolata dopo aver ricevuto dall’Imperatore Carlo V del cacao in premio per la vittoria nella battaglia di San Quintino nel 1557. Fu, poi, Francesco Carletti, mercante e scrittore toscano, di ritorno da un viaggio in Messico, a far conoscere agli inizi del ‘600 alla famiglia dei Medici di Firenze quella straordinaria novità. In Francia si iniziò a preparare la cioccolata nel 1615, dopo il matrimonio tra la principessa Anna d’Austria, figlia di Filippo III di Spagna, e Luigi XIII. Per la presenza degli spagnoli in Sicilia nel XVI secolo, la cioccolata si diffuse a Modica, dove si produce ancora oggi secondo l’antica ricetta spagnola, poi perfezionata nel corso dei secoli.
1519 1528 1600

Lo sbarco in Europa insieme al cacao
Nel 1528, Cortez di rientro in Spagna portò alla corte di Carlo V un carico di cacao e gli utensili per la preparazione della cioccolata: fu il primo cacao ad essere consumato in Europa. L’accoglienza, però, non fu positiva, a causa del sapore alquanto amaro di quella particolare bevanda. Ma ben presto, il clero agiato e i regnanti di Spagna (visti i costi per l’importazione del cacao, a quel tempo la cioccolata era diffusa solo tra gli aristocratici) realizzarono golose varianti della ricetta originaria: furono eliminate le spezie più fastidiose e si aggiunsero zucchero, vaniglia e cannella, così iniziandosi a preparare una bevanda non troppo diversa da quella attuale.


David Chaillou
L’alimento divino e la produzione industriale
Nel 1737, il botanico svedese Linneo assegnò alla pianta del cacao il nome scientifico Theobroma Cacao, per le numerose proprietà attribuite a questa pianta dai popoli dell’America Centrale, riconoscendo quindi al cacao la qualifica di alimento divino (Theobroma)! Sembra che i primi produttori industriali di cioccolata furono James Baker e John Hannon, che costruirono un’industria di cioccolata nel 1765 sulle rive del fiume Neponset nel Massachusetts; mentre nel 1770 nasce in Francia la prima fabbrica per la lavorazione del cacao: la Compagnia francese dei cioccolati e di tè fondata da Pelletier & C.

Re Carlo Felice di Savoia
1671 1737
L’apertura delle prime rivendite e il consumo in chiesa
Nel 1671, David Chaillou, officier de la reine e primo maitre chocolatier, al quale Luigi XIV aveva accordato nel 1659 la possibilità di produrre e vendere la cioccolata in regime di monopolio, aprì a Parigi, nei pressi del Louvre, il primo negozio di cioccolata da bere. Nello stesso periodo nacquero anche oltremanica le prime rivendite di cioccolata da bere e nel 1657 fu aperta a Londra la prima “Chocolate House”. A Torino la cioccolata era divenuta di gran moda e nel 1678 Antonio Arri ottenne il permesso reale di vendere la cioccolata da bere, aprendo il primo negozio. Nei secoli XVI e XVII, i Gesuiti utilizzavano la cioccolata anche in chiesa e nacque, così, la disputa se bere la cioccolata rompesse il digiuno.

1800
Come è nato il detto “far la figura del cioccolataio”
I cioccolatai divennero ricchissimi per la grande diffusione della cioccolata, allora ancora riservata esclusivamente agli aristocratici, e si narra che il Re Carlo Felice di Savoia (1765-1831), durante una passeggiata con la sua carrozza tirata da quattro cavalli nel centro di Torino, rimase sorpreso vedendo uno dei cioccolatai della città passargli a fianco con una carrozza ancor più bella tirata anch’essa da quattro cavalli (mentre il tiro utilizzato dalla borghesia era a due cavalli). Il Re si infuriò a tal punto che decise di far trainare la sua carrozza da sei cavalli, in segno di maggiore distinzione, e fece chiamare a Corte il cioccolataio per indicargli di cambiare le proprie abitudini, giacché il Re di Sardegna e Duca di Savoia non poteva certo “fé la figura del ciculaté”; così divenendo l’espressione “far la figura del cioccolataio” sinonimo di “fare una figuraccia”.
In Europa le prime industrie e sotto la Mole la pasta gianduia
Nei primi anni del secolo XIX, nascono in Europa le prime fabbriche “industriali” per la produzione di cioccolata, come: Majani, Suchard, Caffarel, Talmone, Lindt, Tobler, Van Houten, Cailler. Mentre a Torino, viste le difficoltà di approvvigionamento del cacao a causa del blocco napoleonico che vietava i contatti commerciali con le isole britanniche, viene inventata la pasta gianduia, ottenuta mediante l’aggiunta della pasta di nocciole al cioccolato.

Il cacao in polvere Vienna battezza la torta Sacher
Sempre nel 1832, a Vienna, nasce la torta Sacher a opera di Franz Sacher, pasticciere goloso di cioccolato, che inventa la sua famosa torta per l’allora ministro degli Esteri austriaco Klemens Von Metternich.
1800 1828 1832

L’invenzione del cacao in polvere e del cioccolato in forma solida
L’olandese Coenraad Van Houten, nel 1828, ottiene la produzione del cacao in polvere, solubile, così come lo conosciamo oggi, attraverso l’invenzione di un macchinario per la spremitura del cacao e la separazione del burro di cacao mediante un processo anche detto “Dutching”. All’inizio dell’800 a Torino, per opera del genovese Bozelli, viene studiata una macchina idraulica per portare la pasta di cacao allo stato solido, e, nel 1832, a Bologna, Majani inventa una forma solida di cioccolata, la “Scorza”, così denominata per la somiglianza con la corteccia dell’albero, ancora oggi prodotta dalla rinomata cioccolateria bolognese.


Prima tavoletta di cioccolato, inventata da Joseph Fry Torino la culla del Gianduiotto
A Torino, nel 1865, Isidore Caffarel e Michele Prochet creano il gianduiotto (la ricetta originaria del gianduiotto prevedeva un terzo di pasta di nocciole, un terzo di pasta di cacao e un terzo di zucchero).

Marchio Peter-Cailler
1847 1865 1875
La tavoletta attraversa la Manica
A Joseph Storrs Fry, appartenente a una famiglia inglese di medici e chimici industriali, si deve, invece, l’invenzione della tavoletta nel 1847. E la Svizzera creò il cioccolato al latte

Nel 1875 lo svizzero Daniel Peter aggiunge il latte condensato al cioccolato e crea, così, il cioccolato al latte in forma solida, lanciando il marchio Peter-Cailler per la parentela con il cioccolatiere svizzero François Louis Cailler.
Lo sviluppo della tecnica del concaggio
Si deve, poi, allo svizzero Rudolph Lindt l’invenzione nel 1879 della tecnica del concaggio, un particolare sistema di raffinazione, rimasto essenzialmente immutato fino ai giorni nostri, attraverso il quale gli ingredienti vengono amalgamati a caldo per diverse ore, così da ottenere quella setosità tipica dei cioccolati più raffinati, oltre a un migliore sviluppo di tutti gli aromi.

Il Toblerone Dalle Alpi scende il cioccolato bianco
Sempre in Svizzera, intorno al 1930, la Nestlé realizza le prime tavolette di cioccolato bianco (composto da burro di cacao, zucchero e latte).
1879 1908 1930

Miele e mandorle fanno grande il Toblerone
Nel 1908 in Svizzera, a Berna, Theodor Tobler inventa il Toblerone, la famosa barretta di cioccolato al latte, con miele e mandorle (il marchio Toblerone venne registrato nel 1909 e la ricetta fu anche brevettata all’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale di Berna).

Azienda Hershey Chocolate

1932
Che vita sarebbe senza Nutella
Nel 1946, viene fondata ad Alba la Ferrero, oggi anch’essa multinazionale del cioccolato, nota per la produzione della crema alla nocciola denominata Nutella, inventata nel 1964, quale variazione della Supercrema, già inventata dalla stessa Ferrero nel 1951.

Il cioccolato Ruby
1964 2017
La Hershey e la Mars si convertono negli U.S.A.
Nei primi decenni del ‘900 nascono oltreoceano Hershey e Mars, oggi tra le più grandi produttrici di cioccolato a livello internazionale. Milton Hershey, originariamente produttore di caramello, iniziò a lavorare il cioccolato nel 1893 e nel 1907 inventò il Kiss, cioccolatino a fondo piatto, confezionato in una particolare carta di alluminio. Clarence Mars, anch’egli dedito originariamente al caramello, converte la produzione in cioccolato con l’invenzione della barretta Milky Way nel 1923; mentre la barretta Mars viene inventata successivamente, nel 1932, dalla divisione inglese della società. Ruby ha il sapore dei frutti rossi

Nel 2017, l’azienda belga-elvetica Barry Callebaut crea il cioccolato “ruby” (o rosa). Le fave di cacao, utilizzate nella fabbricazione di questo tipo di cioccolato, sono coltivate esclusivamente in Ecuador, Brasile e Costa d’Avorio e risultanti da particolari ibridazioni, sono di colore rossastro e hanno naturalmente un sapore di frutti rossi.