Voci - Numero 1 Anno 6 - Amnesty International in Sicilia

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Filosofia del Diritto

L’IRRAZIONALITÀ DELLA PENA DI MORTE di Vincenzo Ceruso

Massachusetts State House, Boston, USA 1993. 250 delegati di Amnesty International da tutto il mondo manifestano contro la pena di morte © Amnesty International

La storia dei diritti umani è anche la storia della progressiva conquista di territori ignoti. Ciò che un tempo sembrava naturale, è divenuto col tempo orribile. Ciò che appariva immutabile, è divenuto intollerabile. Scriveva nel 1930 Bertolt Brecht:

“Avete ascoltato e avete veduto / Ciò che è abituale, ciò che succede ogni giorno. / Ma noi vi preghiamo: / Se pur sia consueto, trovatelo strano! / Inspiegabile, pur se normale! / Quello che è usuale, vi possa sorprendere! / Nella regola, riconoscete l’abuso / E dove l’avete riconosciuto / Procurate rimedio!” 1 È la stessa tensione ideale che ha portato all’abolizione dei manicomi e, si spera, porterà un giorno al superamento dell’istituzione carceraria come la conosciamo 2, o quantomeno verso una sua ulteriore “evoluzione da luogo dell’esclusione a città della riabilitazione” 3. Pensiamo allo schiavismo. O alla pena di morte. Il grande filosofo Emmanuel Lévinas ci ha ricordato  1 - H Mayer, Brecht e la tradizione, Einaudi, Torino, 1973, p.123.  2  -  Si veda AA. VV., Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini, Chiare lettere, Milano, 2016.  3  -  L. Zevi, Lo spazio e il carcere, in Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Relazione al Parlamento 2019, p.54.

Voci - FEBBRAIO 2020 N.1 / A.6

come “gli imperativi biblici: «tu non ucciderai» e «amerai lo straniero», attendessero da millenni l’ingresso dei diritti, legati all’umanità dell’uomo, nel diritto giuridico primordiale della nostra civiltà” 4. È una tensione che si nutre dell’idea per cui l’individuo non perde, in nessun caso, la propria dignità, ed è responsabilità di ciascuno, prima ancora che dello Stato, tutelarla.

Ragioni dell’umanità … La pena di morte si manifesta nel mondo come suprema espressione della sovranità statale. Ma gli Stati del mondo globale non sono gli unici soggetti che detengono il monopolio della violenza. Al contrario, le mafie e le diverse forme di terrorismo ricorrono alla pena capitale, nel momento in cui contendono ai governi il controllo del territorio. È vero in Stati fragili come il Messico o molti paesi africani, ma lo è anche in democrazie consolidate, dove la criminalità organizzata trova ampio spazio. La violenza si sviluppa in territori sempre più vasti, per cui si diffonde il ricorso alla pena di morte extragiudiziale. Giulio Regeni conduceva una ricerca in Egitto sul sindacato degli ambulanti, per l’Università di  4  -  E. Lévinas, Tra noi, Saggi sul pensare all’altro, Jaca Book, Milano, 1998 op. cit., p.248.

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