Zona Cambio #14

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#14 IRONMAN SOUTH AFRICA DANIEL HOFER PREPARARE L’ IRONMAN DOPO I 50 VARANO LAKE TRI Zona Cambio #14 - 1


A cura di: Stefano La Cara Strong + Master Runners Hanno collaborato a questo numero: Stefano La Cara Strong, Master Runners, Lorenzo Pisani, Stefano “Barney” Barnaba, Luca “LucaOne” Bertaccini, Igor Nastic, Christian “Mac” Ferretti, Luigi Orlando “Magic”, Francesca Mei, Marco Selicato, Luca De Paolis, Marco “Titan” Bucci, Localove, Alina Losurdo, Giuseppe “Geppo” Paladino, Daniel Hofer, Carlo Lazzari, Marco Novelli, Jack Ciclista, Sara “Saetta” Colombi, Gianmarco “The Runningpitt” Pitteri.

CONTATTI: info@zonacambio.com stefanolacarastrong@zonacambio.com - gianluca@zonacambio.com

Zona Cambio nasce e si struttura come raccolta di aneddoti, consigli ed esperienze personali. Ogni articolo deve dunque considerarsi privo di fondamenti tecnici o scientifici.

Grafica ed impaginazione: Stefano La Cara Strong Zona Cambio #14 - 2


4 Editoriale 6 Gente che si incontra in Zona Cambio 8 I Triatleti. Su Instagram 11 IM South Africa 16 Preparare l’Ironman dopo i 50 22 Lucaone al Varano Lake Tri 24 La scia nelle gare no-draft 28 lezioni di vita e cheeseburger 30 Triatleta del Mese 33 Swim Bike Run 37 Le perle di Marco 38 Intervista a Daniel Hofer 41 Trofeo Master 37

44 Officina Zen 47 Dai che è venerdì! 49 50 motivi per fare sport 51 Il polemico 53 Una tipica giornata da age group 54 Finalmente triathleta 60 Correre in Nigeria 62 Lido di Volano 63 Power Song 64 Nutrizione e falsi miti II

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Hofer, De Paolis e Varano di Stefano La Cara Strong www.stefanolacara.com

C

on la stagione agonistica, arrivano anche sul no-

stro magazine preferito i primi resoconti delle gare, tra cui spicca la vibrante disavventura di Luca De Paolis in Sud Africa (lo aspettiamo per un prossimo fortunato racconto!). Anche questo mese un campione del triathlon, in questo caso IL CAMPIONE nazionale di triathlon, Daniel Hofer si è messo in gioco, dimostrando tutta la sua simpatia verso Zona Cambio, rispondendo alle nostre interviste impossibili. E poi il lancio ufficiale del Trofeo Master 37, che que

st’anno si disputerà durante IM 70.3 Italy il 1 giugno, e ancora il ritorno della rubrica Officina Zen, sempre ricca di consigli per i ciclisti e la new entry “il polemico” del personaggio del triathlon più odiato d’Italia: Marco Novelli. Infine, un grazie al Varano Lake Tri, che da questo numero ci accompagnerà per un anno come partner ufficiale di Zona Cambio. Per noi, oltre ad essere un piacere collaborare con Fabrizio, è un grosso piacere contribuire a dare visibilità e risalto ad una delle gare del panorama italiano che da quando è nata (e personalmente mi onore di aver partecipato all’edizione “zero”) ha puntato tutto sulla qualità! Insomma, cominciate a sfogliare il numero perché ci sarà parecchio da leggere!

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I Migliori

di Gianluca “Master Runners” Simei podisti.blogspot.it

A

nche le ultime piogge fanno fatica

chiatti ...gli uomini ovviamente, le donne sono

ad andare via, questo brutto me-

il nostro fiore all'occhiello, guai a chi ce le toc-

teo sembra non volersene andare

ca!

più, ma non è questo a fermare le ragazze e i ragazzi di ZonaCam-

bio! I più forti continuano a collezionare podi, assoluti e di categoria, quelli meno forti tante soddisfazioni, poi ci sono quelli che ancora

Per una volta volevo fare i complimenti a tutta la squadra di ZonaCambio, siete i migliori! Grazie ragazzi e ragazze, sono orgoglioso di noi. #dajesempre! Vi aspetto tutti quanti a Pescara il 1°Giugno!

stanno aspettando il proprio esordio, primo o stagionale, insomma in squadra ne abbiamo di tutti i tipi, belli biondi alti bassi larghi e Zona Cambio #14 - 5


Gente che si incontra in Zona Cambio di stefanoSTRONG

v n i L’

as

e r o

N

uotatore di medio livello.

Discreta velocità ma pessima tecnica, che lo porta a nuotare con una bracciata talmente larga che ci potrebbe atterrare un Boeing 747. Quando pensate di essere al sicuro, perchè il tizio si sta immergendo nella corsia a fianco alla vostra, è il momento in cui siete fottuti. Continuate a nuotare seranamente pensando che nessuno importunerà il vostro stile...ma l'invasore affondoerà le proprie braccia oltrepassando bellicosamente le boe di delimitazione di vasca, come se fosse il Piave. Di solito sono due i punti dove può conficcarsi la mano dell'invasore: 1) dritto nella vostra bocca, causandovi un principio di vomito e/o soffocamento 2) in mezzo ai gioielli di famiglia... ...e state pure certi che l'invasore è sempre di sesso maschile... Zona Cambio #14 - 6


Zona Cambio Triathlon ASD

Ti piace nuotare, pedalare e correre? Fallo con noi!!! www.zonacambio.com

info ed iscrizioni: iscrizioni@zonacambio.com

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I Triatleti. Su Instagram di Francesca Mei Un anno fa inizio col running perché essendo una rosicona ero fortemente disturbata dall'idea di non essere in grado di correre per mezz'ora filata... Da lì il mio profilo instagram è decollato! È bastato digitare gli hashtag giusti e mi sono ritrovata molto indegnamente a far parte di una social community di runner troppo giusti! E molti li ho anche conosciuti personalmente! Vabbè adesso non c'è bisogno di pensare male... Vabbè insomma pensate pure male, ma solo un pochetto! ... Ho una bici da corsa... Nuoticchio... E recentemente mettendo piede in piscina si è rifatta viva l'idea di partecipare a una gara seria entro i 40... Tutto da vedersi ancora... Ma

intanto perché non millantarsi triathleta su instagram?? Tanto. Quelli che lo fanno davvero non ce crederanno mai! E qui si è aperto un mondo di hashtag e profili... Le donne: quelle veramente fighe non usano nick ma si chiamano per nome e cognome... E sono talmente fighe che ogni volta che vedi una foto ti domandi perché cazzo fossi andata in bagno mentre il Dio del TRI distribuiva la TRIfigherragine...DEFINITIVE! Poi ci sono quelle carine... In genere si chiamano @carrietrigirl @irongirl78... Robe simili... Sembrano pure forti... "Sono mamma, moglie, amo la vita, amo cucinare, ricamare..." SERIAL KILLER! Altro settore... Quelle che "aspetta

aspetta che qua le foto non se zoommano ma questa è maschio o femmina?!" #NONBENISSIMO. Come non menzionare le affette da sindrome di lady oscar?! Papà voleva un maschietto... Le riconosci perché garantito trovi la foto con le tre opzioni SINGLE, TAKEN, TRAINING... E loro spuntano training. Ovvio. Volevo dirvi una cosa: state serene e continuate con l'allenamento forsennato... I vostri colleghi maschi, quelli che ancora oltre che una bici sanno maneggiare una donna, ce li pappiamo noi finte atlete. Grazie. TORDE! ... I maschi: ci sono i nordici... No Vabbè ma mettila una foto di un integratore no?! NOIOSI! I francesi?! MOSCI! Zona Cambio #14 - 8


Poi, categoria internazionale, gli autistici del TRI: tutte foto di gps in serie... Non ti emozionerebbero manco se li vedessi tagliare il traguardo a Kona su una gamba sola! ASETTICI! I vegani: molto yoga, molto salutismo ed equilibrio... Salvo poi che somatizzano l'ansia se toppano di un secondo le ripetute e c'hanno la psoriasi... STRESSATI! E ma ora arriva il bello. I brasiliani: sempre sorriso... Soy feliz... Toda joya toda beleza...SELFCONFIDENT! Gli spagnoli: è so fighi... Si chiamano rodriguez, lopez, castillo... Hanno i denti belli e bianchi, nuotano in acque libere a San Sebastian, si arrampicano con la bici a Girona, fanno trail sui Pirenei. Ti scrivono commenti tipo "fuerza!" Eeeeeeehh...LOVESEXMAGIC!

soldi su un istruttore de nuoto no eh?! Loro sono quelli del dajeeeeeee!!!! Vabbè dai mi basta pure un daje! Normale... Un daje a tutta! Basta che non finisca con una carrettata di vocali e punti esclamativi! Però che tajo... Trovi quelli del "sei una pippa!" "Movi quelle braccia cazzo!" E "tira st'acqua!" E ti senti un pò a casa... Almeno per l'indole giocosa e gli sfottò! BELLIDECASA!

niare "hei. Procedo nella vita come nel Triathlon". Ma il più bello in assoluto è #roadto... #roadtoklagenfurt #roadtocozumel #roadtorio #roadtokona... Mi sa di percorso, di strade...e mi fa pensare a una frase di Eddie Vedder: "quale che sia il cammino che hai scelto per la tua esistenza non importa, ma penso che dovrebbe essere autentico." Nella vita come nel social. No?!? :D

... Menzione particolare per gli hashtag utilizzati in maniera trasversale. #bestrong #beyourownhero #becalm. Ce manca solo #bebeef e stamo apposto!

E poi gli italiani: italians do it better!

E gli #inspire #motivation #motivational... Fanno molto personal-coach. Solo che poi arriva Bastianich che gli fa "questi hashtag è una merda!" E loro piangono come agnellini a Pasqua!

Siamo così. Cazzoni e sbruffoni. Tutte le peggio frociate da sport le compriamo noi però nuotiamo come balene spiaggiate magari! Due

Tra i miei preferiti :#furtherfasterforever utilizzabile sia per mandare qualcuno dove è giusto che vada e sia per testimoZona Cambio #14 - 9


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PORT ELIZABETH

IRONMAN SOUTH AFRICA

Di Luca De Paolis Gli auspici non erano stati favorevoli: il

liani -

viaggio di andata non è stato dei migliori

zazione; come sempre,

con ritardi aerei e un volo perso. Comunque,

stato e numerato per il successivo ritiro.

dopo 28h arrivo finalmente a Port Elizabeth.

Ciò fatto ce ne andiamo a tranquillamente

Piove senza interruzione durante i primi due

nuotare, sicuri che al nostro ritorno, esi-

giorni, ma finalmente, quando si avvicina il

bendo il numero rilasciatoci, avremmo potuto

giorno pre-gara

ritirare gli zaini.

torna il sereno e di buona

lo

zaino in custodia all'organizlo zaino viene imbu-

Ed infatti ciò regolar-

mattina mi reco in zona cambio per nuotare

mente accade per tutti,

un po’, comprare regali e mangiare carbo,

Del mio zaino, solo del mio, si erano perse

prima del mio classico riposino pomeridiano.

le tracce!

Almeno queste erano le intenzioni! Purtroppo

Naturalmente

non è andata proprio così.

esito, tanto che dopo un po’ decido di re-

Come sempre, prima di iniziare a nuotare, lascio -

insieme ad altri partecipanti ita-

inizio

a

meno che per me.

far

baccano,

senza

carmi presso gli uffici gara precisando che lo zaino non conteneva solo panini e bevande, ma piccole quisquilie, come il passapor-

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to, la patente,

1000 euro, iPhone, Nokia e ve-

stiti. Tutto si era volatilizzato a causa loro! Inizia un lungo calvario, tra chiamate al consolato per il rimpatrio, la denuncia alla polizia

locale,

l'impossibilità

di

muovermi

non

avendo più soldi, privato anche del semplice conforto di voci amiche, non potendo più comunicare con nessuno, mentre le ore trascorrevano nell’ ufficio gare dove si cercava di sistemare le cose in fretta. In verità, l'organizzazione si fa carico di tutto, dispiaciuta dell'accaduto: mi accompagna a prendere la bici da consegnare in zona cambio, con tanto di l'autista a disposizione,

che

mi

aspetta

sotto

l'hotel

mentre attacco i numeri e mentre consegno la bici;

poi mi accompagna al supermercato per

comprare qualcosa per la colazione. Ciononostante,

tra una cosa e l'altra,

hotel alle 22,

rientro in

stressato e leggermente contra-

riato. Naturalmente non potevo farmi mancare la febbre che, infatti, di notte sale: mi sveglio alle 3,

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sudato e faccio colazione. Alle 5 esco e vado in zona cambio....ho freddo e salto il riscaldamento per il nuoto. Per fortuna non ho tutti gli dei contro e, alle 6,30

parto bene ma.....non sono nel gruppo

“elite” dove dovrei, perché l’ho

detto

-

tanto

per

questo ancora non ve

aggiungere

altro

sapore

all’avventura, mi avevano iscritto tra i professionisti!

E’ inutile sottolineare che professionista

non sono, dal momento che mi guadagno il pane in cantiere e, nei fine settimana invernali,

faccio il

maestro di sci. La gara va avanti e dopo una buona sessione di nuoto, parto a razzo anche con la bici e mi produco in un gran primo giro,

a 305 watt di media!!!

Qui torna ad affacciarsi la sfortuna: prima nella forma di

una penalità di 5’ per aver invaso (per

ben 30 cm!) – durante una sbandata causata dallo sfilamento di un’appendice – la corsia contraria, dopo sotto forma di fastidi alle anche, perché mi ero dimenticato di mettere il byte in bocca, come ero solito fare nei 4 mesi di allenamento....e infine –

e vorrei vedere, con la nottata trascorsa! -

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in un generale calo forma che, naturalmente,

fa

crollare

le

mie

condizioni

mentali. Non crolla però la volontà di non mollare e di portare a termine la gara, sia per onorare la (forzata) prestazione tra i pro e, ancor più, perché la gara si svolgeva

il

6

aprile

anniversario

del

terremoto che ha distrutto la mia città, per rispetto ed amore della quale, avevo promesso tagliare – in qualsiasi condizioni -il traguardo! Conclusa la gara, passano ancora 2 giorni e finalmente l'organizzazione mi comunica di aver organizzato il viaggio di ritorno a spese loro. Così, faticosamente, ma soddisfatto per l’impegno mantenuto,

dopo un’altra notte trascorsa al

Consolato

italiano

di

Cape

Town

e

un

cambio di tre voli, ho ritoccato il suolo d’Italia.

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PREPARARE L’IRONMAN DOPO I 50 Preparare l’Iron Man dopo i 50 anni

di Giancarlo “Runnerblade” Pelliccia

Lo spirito di Zona Cambio è quello di avvicinare all’arte del triathlon tutti quelli che sono pronti ad abbandonare i richiami del divano. Nulla è precluso a chi ha voglia di mettersi in gioco. Ricordate che non siamo mai troppo lenti, troppo vecchi o fisicamente troppo mal messi per provarci. Certo tra fare un triathlon sprint e fare un Iron Man il passo non è così breve. Quindi, tornando a bomba, se un giorno alzate le chiappe dalla poltrona, privi di qualsiasi confidenza con le endorfine da serial killer della fatica a 360 gradi è meglio se non vi illudiate che basti comprare una bella bici da corsa e indossare un body attillato per nuotare pedalare e correre per tante (pardon tantissime) ore di fila. Se però siete arrivati su questi schermi è probabile siate già avvezzi a logorare la vostra vita tenendo i battiti cardiaci oltre i range della normalità per molto tempo… perciò … è a voi che parlo. L’iron Man è sicuramente alla vostra portata e lo è anche se la vostra iscrizione all’anagrafe è avvenuta in discreto anticipo rispetto allo sbarco sulla luna.

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La mia storia, potrebbe essere la vostra storia o semplicemente uno spunto per la vostra storia… che poi a far meglio di come ho fatto io non credo ci voglia poi molto.

zione alla 100km eppure questi fatti sono da tempo agli atti tra i trofei della mia vita sportiva.

Chi vi parla fino a 3 anni fa era solo un runner, forse un buon runner, non di quelli che vedono la gara dalle posizioni di testa, ma di sicuro neanche dalle retrovie, poi… anno dopo anno i tempi cominciavano a peggiorare, le gare a cui partecipavo eran quasi sempre le stesse e allora… e allora serviva qualcosa, una scarica di adrenalina… una botta di vita.

Detto fatto…

Un giorno ad una cena… chiosai… e se provassi a fare triathlon …puntando la distanza regina ! Amici : “Ma se stai a galla a malapena e non hai mai usato una bici da corsa indossando le scarpette non la starai sparando grossa ?” Beh… c’è da meditarci, ma parecchi anni prima “quegli amici” dissero pure che la sparavo grossa quando seppero che volevo correre una maratona o quando dichiarai di volerla chiudere sotto le 3h e ci fu scetticismo anche sulla partecipa-

Iron Man ! O ora o mai più …che di tempo dalla mia non ne resta più molto.

Compro un libro tecnico sul triathlon, lo leggo, lo archivio( leggi cestino) nella mente… non mi serve. Compro un libro specifico sul nuoto, lo leggo, lo archivio (leggi… parzialmente lo cestino) nella mente… mi serve a poco. Compro un libro sulla bici… OK, …penso abbiate capito. Non ci siamo, non decolla.

per la salsedine… d’improvviso, quasi inopinatamente, entro in acqua puntando la boa. E’ una boa rossa, di quelle classiche poste a circa 150 metri da riva, per delimitare l’accesso ai motori… I primi 40-50 metri dal bagnasciuga verso il largo si tocca pure, ma anche se camminando un pò mi sono avvicinato quel pacco galleggiante sembra lontano anni luce… Cazzo faccio ?? Sto nuotando ?? Tentativo di suicidio ?? …incredibile ma vero, bracciata dopo bracciata, con soli 2 o 3 leggeri cambi di direzione lo raggiungo che ancora non ho neanche il fiatone.

Tutto sembra parcheggiato in uno dei tanti corridoi del cervello e… si sa, ci son desideri che seppur dotati di anima restano silenti nello stesso punto fino al giorno in cui ci staccano la spina.

Medito. Il dado è tratto. Torno a riva.

Eppure…

Non passa un’ora dal primo tuffo che per 5 volte arrivo e torno dalla boa.

…è la fine di settembre del 2011 e io, che sono fra quelli che non fanno volentieri il bagno al mare perché l’acqua o e fredda o è mossa e anche perché provo fastidio

Cinque minuti di riflessione e…, come insoddisfatto da questo rapporto troppo fugace, mi lancio di nuovo in acqua in preda ad una pseudo eccitazione.

Dopo il quinto round… mi sento appagato … vabbè, ho capito tutto, servono due ruote.

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Sdraiato sul lettino pianifico. Mi do un mese per scegliere una bicicletta che sia sufficiente performante, ma economica in funzione del mio budget limitato( diciamo circa 1000 euro); prima dell’arrivo del freddo ci devo prendere la mano, poi durante l’inverno toglierò uno o due allenamenti settimanali al running sostituendoli con il nuoto, di sicuro perderò 5/10 secondi al km, ma non mi farà male… anzi, non potrà che giovarmi.

Se è vero che si fa sport per restare in salute… è anche vero che quando si riesce a correre per oltre un’ora al passo di 4 minuti al km dopo i 50 anni d’età è sinonimo del fatto che, nel tempo, ci siamo trasformati in una macchina da running e non sinonimo dell’essere particolarmente sani. Se sei un runner ogni chilo di troppo ti danneggia. E quando parlo di chili di troppo non mi riferisco alla ciccia sul giro vita, ma anche a quel paio di chiletti che se ben posizionati nella parte superiore del busto ti fanno sentire più integro e meno emaciato. Necessario quindi rimettersi in discussione anche fisicamente, spostando le priorità. Consapevolezza di dover svolgere un lavoro principalmente mentale. Cambiare con dolcezza. La stagione 2012 sarà dedicata al triathlon, ma inizierà non discostandosi più di tanto dalla norma così da non creare traumi emotivi. Si corre…, si corre, (un po’ si nuota) …si corre, dapprima ci sono i 22km della tre Comuni, poi i 34 km di Bracciano (che ahimè saranno annullati per neve n.d.r.), quindi a marzo… al solito, Roma-Ostia e Maratona, ma senza velleità cronometriche, solo per carburare, puntando la mente oltre l’ostacolo. Lavorio psicologico. Bramare dalla voglia di gareggiare. Questa (in)sana mancanza di emotività da competizione, va sfruttata da subito già con il nascere della primavera, per tornare a cavalcare la bicicletta e cominciare ad immaginarsi pronti per il debutto. I passi giusti suggeriscono… prima un duathlon, poi timidamente

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uno sprint, quindi un olimpico e infine un mezzo Iron Man… e tra un anno, su questo stesso lettino, si rifà il punto della situazione e se ha funzionato nel 2013 : Iron Man. L’idea di stravolgere la vita(sportiva) senza stravolgerla, è possibile solo se scelgo di non fare uso di tabelle(che nel running ho bandito da molto tempo), niente personal trainer, solo spazio alla fantasia e al buon senso accumulato in questi 20 anni di gare di podismo. Come sempre, farò lunghi periodi di carico e brevi periodi di scarico; a ridosso delle gare meno carico e più velocità; meno carico e spazio agli allenamenti combinati. L’importante è non avere la presunzione di poter fare allenamenti ravvicinati di qualità in ogni disciplina che alla mia età il tempo di recupero diventa biblico. Il karma sarà abituarsi a resistere alla distanza piuttosto che velocizzare le performances. Quando mi cimenterò su distanze brevi lo farò solo per prendere confidenza con le transizioni, ma il mio progetto finale è definito. Lentamente comincio a pensare a tre discipline viste nella loro interezza e non come fossero a se stanti.

Strada facendo imparo che per rendermi la vita più facile nel nuoto, qualche lezione la devo prendere altrimenti se non affino un minimo la tecnica finisco per uscire dall’acqua troppo stanco per poter poi competere al livello che la mia organicità consente. In realtà non riesco mai a velocizzare davvero il gesto, ma… probabilmente, grazie alla resistenza acquisita in decine di migliaia di km di running, passare dal nuotare 10 vasche di fila a nuotarne 160 no stop non è cosa difficile. In bicicletta, allo stesso pari, capisco da subito che con il mio motore non posso viaggiare con facilità oltre i 30km orari in pianura, specie dopo aver nuotato… e questo significa che le ruote profilate e la posizione sdraiata usando le prolunghe o la bici TT non fanno per me, e difficilmente vanno bene a chi è già abbastanza avanti con gli anni, a meno che nel suo passato non ci sia già una bella infarinatura di ciclismo. Credetemi, se non siete abbastanza veloci, meglio guidare un mezzo tradizionale, che è meno stressante e con pochi soldi sa essere altrettanto leggero e funzionale. Scelgo di non usare mai ne i rulli e praticamente mai anche la bici da spinning, ma non ho la presunzione di asserire che chi lo fa commette un errore, anzi lo ritengo un mio

limite. Vorrei aggiungere che se non siete abituati a pedalare sia l’apparato genitale che la zona posteriore subiscono un lungo stress per arrivare a quell’adattamento necessario per resistere in sella 6/7 ore e (pur non avendo accumulato esperienza diretta)temo che, …se pedalate sdraiati, le difficoltà aumentano ulteriormente. Fortunatamente della corsa so tutto, anche della corsa fatta in sofferenza, come quella degli ultimi km della maratona… perché quando si scende dalla bicicletta è a quella ci si deve ispirare. Chi si vuole affacciare al’idea di fare un’Iron Man e non è già quantomeno un discreto maratoneta è meglio se spende qui tutta la sua abnegazione altrimenti temo che non ce la fa. Correre dopo aver pedalato 180km è cosa tosta. Sappiate che io quando sono sceso dalla bici fin dal primo km della Maratona correvo più lentamente di come corro generalmente gli ultimi km di una maratona secca… e questo non per eccesso di prudenza, ma semplicemente perché non ero in grado di farlo. Bene, facciamo i conti, la mia prima stagione da debuttante triatleta è filata così così.

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Un disastro il primo sprint, dove rimango bloccato dall’acqua troppo gelida pagando l’inesperienza di non essermi scaldato prima del tuffo iniziale. Poi strada facendo va meglio fino al buon risultato nel mezzo Iron Man a Varano, dove riesco a distribuire bene le energie e a finire in discrete condizioni fisiche malgrado un caldo notevole. Nel frattempo la decisione di iscrivermi all’Iron Man di Klagenfurt per il giugno 2013 l’avevo già presa. Purtroppo ad ottobre 2012 un’incidente in bicicletta con una brutta rottura del polso e della clavicola mi rallenta la preparazione di almeno 12 settimane. Paradossalmente la voglia di riscatto mi motiva ancora di più e dal primo gennaio 2013, per sei mesi, faccio partire un’escalation di allenamenti che si conclude sulla linea di partenza dell’Iron Man il 30/06/2013 con all’attivo 125km di nuoto, 1150 km di corsa e 3850 km di bici.

mo, ma consapevole che in bici potevo farcela. La mia storia finisce qui, se volete sapere come è finita non vi resta che cliccare sul link con il mio nome all’interno della sezione Zona Cambio a Klagenfurth… e non aspettatevi tempi straordinari. Quello che mi auguro è che queste poche righe possano essere di pungolo a qualcuno di voi per tentare il colpaccio… in fondo, se mi avete letto con attenzione, non vi sarà sfuggito che davvero io Iron Man …non lo ero nato. corseggiando.blogspot.it

Memorizzate questi numeri, perché qualcosa potete anche limare ma di sicuro non potete illudervi di diminuirli troppo. Se li dividete per 26 settimane ottenete una media ogni 7 giorni di circa 5km di nuoto, 45 di corsa e 150 di bici. Questo sempre riservando i primi tre mesi dell’anno ad una prevalenza di running e i secondi tre mesi ad una prevalenza di bike… con la quasi costante di 2 allenamenti settimanali di swimming in entrambi i trimestri. Per abituarmi all’idea di stare in bicicletta molte ore ho partecipato a 3 Gran Fondo scegliendo sempre i percorsi lunghi… compresi i 205 km della 9 Colli dai quali sono uscito stanchissi-

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...dal diario segreto di Luca Bertaccini

Varano Lake Tri

Lo scorso autunno sull' onda motivazionale di una stagione sopra ogni aspettativa convinco Max e ci iscriviamo ad un medio per settembre 2014. Tutto facile, lui ogni giorno mi maledice e mi ricorda che ce l' avrò sulla coscienza e che tanto erediterò solo debiti. Io rispondo( anche a me stesso) che manca un anno di allenamenti e che andremo lì in vacanza. Siamo ad aprile e settembre è ancora lontano. In piu mi hanno posticipato i concorsi per la specializzazione ad ottobre e quindi tutti i buoni propositi di allungare le distanze vanno a monte. Qualche giorno fa, la svolta. Mentre pedalavo con Strong sulla salaria, quello che pensavo fosse un mio amico mi dà una frustata come il perggiore dei fantini senza scrupoli al suo destriero. Strong: Lu ma se ti iscriviamo a Varano? Io: figo lo sprint il sabato! Strong: se vuoi puoi fare ANCHE quello. Fontana l' anno scorso.... Io: ????? Zona Cambio #14 - 22


Ringrazio e cambio discorso. Saluto Strong e torno verso casa pensando a tutte le storie che ho sentito sulla gara di Varano... ...debutti, sfide, suonate, il trofeo master37 e mille emozioni vissute di riflesso dai racconti dei partecipanti. Arrivo a casa, stoppo il Garmin ma non lo spengo (95 km), porto la bici su e senza volerlo mi metto le scarpe da corsa e esco per un combinato... 8 km tirati + 2 def. Ok, sono iscritto al mio primo triathlon medio. Sono emozionato e mentre visualizzo l' immagine di me che aggancio la bici alla rastrelliera e comincio a correre una mezza il cuore sembra smettere di battere per qualche istante... Pensavo di avere un amico e mi ritrovo con un managermotivatore che mi vuole morto. Zona Cambio mi ha scelto per rappresentarla al VARANO LAKE TRI 113k, io mi faro trovare pronto per fine giugno.

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di Luigi Orlando “Magic”

(nelle gare no-draft)

Quanti trattati, poemi, denunce, proclami, raccomandazioni, regolamenti, sfumature, promesse e bugie ci sono stati/sono/saranno sulla scia nel triathlon!

Foto: Dante Mori

Nulla di nuovo quindi in queste righe, piuttosto un mero punto di vista da chi finora è fermamente convinto di essere con la coscienza apposto e si impegnerà affinché sia sempre così nelle future gare no-draft. Ho iniziato a fare triathlon con sprint e olimpici, con il mio bel nuoto mi ritrovavo a stare in bici con gente abbastanza forte, un po’ troppo forte per la mia frazione bici. Per due anni quindi mi ritrovavo a perdere i gruppi… non riuscivo a tenere la scia! Non era esaltante, visto che poi la mia frazione corsa era ancora più scarsa della bici. Ci ho lavorato su e sono migliorato, in bici non perdevo più i gruppi, piuttosto si andava a recuperare qualcuno davanti (impegno, allenamento ed Zona Cambio #14 - 24


esperienza) e dovevo solo cercare di non perdere troppo nella corsa. Non nascondo che qualche piccola soddisfazione me la sono tolta. Poi che fai, non la provi la distanza da supereroi? (il mezzo ironman!) …e giacché la cazzata completa, vediamo se sopravvivo anche dopo l’ironman. A me sembrava già titanico il triathlon, non avrei mai pensato di vendermi l’anima per la distanza più lunga. E invece catturato completamente da questa gara, mi ritrovo ogni anno il cervello centrifugato da allenamenti, pensieri, aspettative, ricerca spasmodica di materiali, metodologie, carico/scarico, nutrizione, calorie e Kg… tutto finalizzato all’ironman scelto e qualche mezzo di avvicinamento. Ovviamente tutte gare no-draft. E’ cambiato tutto talmente tanto nel mio vivere il triathlon quotidianamente che ora la mia frazione migliore pare sia diventata la bici (la corsa è sempre la peggiore però!). Ricordo anco-

ra in un settembre dopo una brutta stagione di triathlon che stavo pensando di fare solo sprint e olimpici nella stagione dopo e quindi solo un mezzo ironman, che avrebbe avuto giovamento dalla tanta brillantezza e velocità allenate per le gare corte. Poi ho guardato la bici da crono e tutti gli amenicoli no-draft… Fondamentalmente mi reputo un nodraft addict. Difatti, per via dell’ansia, vado in solitaria già nel nuoto (un vero peccato, vero?) per accodarmi a qualcuno solo nell’ultimo terzo della frazione (se lo trovi qualcuno?). Nella bici, ovviamente, se ne vedono di tutti i colori. Premetto che non ho mai preso nessun penalty per drafting, ovviamente questa non è la prova inconfutabile che io non mi sia mai accodato a nessuno, come aver avuto un penalty non per forza significa essere un drafter abituale. Semplicemente mi piace essere in pace con me stesso, mi piace dare un sen-

so a tutte le ore di allenamento in solitaria su piattoni, salite e discese, falsopiani e tratti contro vento (leggasi bora, vivo a Trieste!), provo un sano e masochistico piacere a sentire la gamba bruciare perennemente, senza tregua…senza respiro… ed il cervello sconsolato da tanto dolore muscolare ti dice di non pensare che dopo devi correre, pedala intanto…tanto ti sei allenato per questo, pedala nel tuo dolore…e da solo! Questa più o meno è l’essenza (la mia) del no draft. Ma quante cose storte vedi mentri cerchi di essere corretto. Potrei iniziare con l’asfalto che delle volte è un disastro e non consente di tenere correttamente la destra, così capita che magari ti trovi uno da superare che è a 2cm dalla linea di mezzeria. Superi a destra? Superi oltre la mezzeria? Suoni il clacson? Sicuro lo mandi a cagare. Oppure ti trovi quello che ti si accoda e poi ti supera con Zona Cambio #14 - 25


scatto felino quando sente arrivare la moto-giuria, bastardo! Ma non tutti i giudici sono dei polli: recentemente mi sono gustato per almeno 5km un gran giudice che viaggiava alla mia andatura e puntava i drafter molto più avanti a noi, dopo un abbondante (ed evidente) drafting, costui piombava come una ghigliottina giustiziatrice ripristinando una situazione sgradevole su un lungo-Danubio controvento. Con questa tattica avrà fatto 7 /8 agguati, fantastico! Ovviamente c’è e ci sarà sempre chi riuscirà a farla franca, chi si organizza con cambi regolari e porta a termine una vera e propria crono a squadre, chi “incappa” in grupponi tipo Giro o Tour. Infine vorrei spendere due parole per il classico luogo comune: italiani ladri, fanno sempre la scia. Mi ricordo un Viverone (se non erro) in cui non furono assegnati i titoli italiani age group, altre clamorosissime situazioni analoghe. In alcuni paesi (Austria) invece, la gare sono tutte no-draft. Eccolo il luogo comune! Come fare a confutarlo? Semplice, andare a gareggiare tipo in Austria! …per rendersi conto che tantissimi lander fanno scia! Ma quale “italiani ladri”? Ne ho viste così tante da far impallidire ogni moralizzatore zeppo di pregiudizi. Il no-draft è dentro ognuno di noi, è buon senso, è deontologicamente etico, è corretto. Trasgredirlo è un po’ fottere sé stessi.

trifunlife.blogspot.com Zona Cambio #14 - 26


Zona Cambio #14 - 27


Lezioni di vita e cheesburger sempre di fretta

fermarsi ad ammirare

che ingozzano la non vita

darmi la forza per superare

lavoro, allenamento,

la lezione della vita

con banali aforismi

l’effimera gioia del successo

sonno e nutrimento

allegoria della morte

patetiche selfie

il dolore dell’ennesima sconfitta

diventa un peccato

il senso dello sforzo

giganti rimasti bambini

e la tentazione di un cheeseburger

nell’ottica del successo

il dubbio per tanta fatica

ego affetto da elefantiasi

campione di condominio

cadere nella trappola

possa una breve sosta

o super mega ironman

dei social-media-guru

nei pressi di una timida cappella

www.distanza.ch

triatleta + pensiero Zona Cambio #14 -universale 28


Zona Cambio #14 - 29


TRIATLETA DEL MESE di Christian “Mac” Ferretti

MAURO CIARROCCHI

Zona Cambio #14 - 30


Che dire dell'atleta del mese ? C'è voluta una piccola pausa di riflessione, per cercare almeno di evitare il rischio di agiografia in vita. Non è facile infatti scrivere oggettivamente di un amico e di uno dei tuoi (miei) miti sportivi, in compagnia di un Ame Bonfanti, tanto per circoscrivere il genere. Ma il punto è che anche ad essere oggettivi, il Maurone Ciarrocchi nazionale, di lui stiamo parlando, è uno dei grandissimi del triathlon italiano, indiscutibilmente. Uno da Hall of Fame, da impronta della scarpetta da corsa impressa nell'asfalto, se non fosse che sull'asfalto vola e non sembra neanche poggiare i piedi... Ecco, lo vedete? Affatto facile, vado subito in ipossia e parte il proclama! Mauro Ciarrocchi, 50 e rotti anni dalla provincia della Leonessa, avrebbe potuto essere l'atleta del mese praticamente sempre, da quando esiste questa mia piccola rubrica. O magari, a mesi alterni, per adeguarmi alla sua filosofia di tentare la qualifica per Kona un anno sì e uno no. "Tentare" poi è riduttivo, perché a memoria non ricordo abbia mai fallito l'intento. Ultimo approccio in ordine di tempo, quello appunto che gli vale questo

sempre più prestigioso titolo di atleta del mese, vale a dire il secondo posto di categoria all'Ironman di Los Cabos, (dove ha colto la sua prima vittoria Daniel Fontana, inutile ricordarlo, e troppo facile da segnalare come atleta del mese), che significa fra l'altro 62mo assoluto, davanti ad atleti che potrebbero essere sui nipot... Ehm, cuginetti). Ma l'impresa relativamente recente per cui ancora oggi fa emozionare, è la vittoria assoluta all'Ultraman Uk, in Galles, una tre giorni massacrante su percorsi che di piatto avevano giusto l'acqua del lago Bala. Che si è vendicato della piattezza, presentandosi freschetto, con una temperatura sui 15 gradi. Al seguito, inossidabile "life manager", la mitica Ornella, compagna di vita e sostegno nelle fatiche, che non sono solo quelle delle gare, ma del quotidiano allenamento, secondo il noto schema delle tabelle "autistiche": migliaia di metri a nuoto, centinaia di km in bici, decine a piedi, dormire, ripetere. Semplice, no? Fautore delle lunghe distanze, per Mauro il triathlon è solo lungo e senza scia. Quella che può sembrare un'affermazione apodittica e alquanto tranchant, la dice lunga sul ca-

rattere, in senso lato, del Nostro, mentre sul carattere in senso stretto, nulla quaestio, è sempre amichevole e cordiale, e non è cosa scontata, nel nostro ambiente dove pascolano anche personaggi che con la metà dei suoi successi e anche meno, sembrano aggirarsi per le zone cambio come Obama in visita ufficiale. Tecnico e anima dell'Europa Sporting Club, sta da almeno un paio di anni, crescendo una nuova generazione di matti da legare, gente che ha trovato il proprio personale sistema di farsi male (in senso scherzoso, ovviamente), sopportando quegli allenamenti di cui dicevo, e che sta già producendo una buona serie di risultati, nelle varie categorie, ivi comprese qualfiche ai mondiali XTerra. Che altro dire? Beh, Mauro, me la sono guadagnata una coppetta di gelato, magari all'Elba (visto che non sarebbe la prima volta che in un paio di settimane mette in fila uno dei triathlon long distance più duri al mondo, e poi la finale mondiale delle Hawaii), in quella gara dove, tu mi hai insegnato, la farica è mentale, perché "dove c'è salita, poi c'è discesa"?

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SWIM

Cambio Tabella di Giuseppe “Geppo” Paladino

Ci sono quelle giornate che nascono male, la caldaia è da cambiare (che botta di $), in officina il macchinario ha deciso di pisciare un quantitativo allucinante di olio (centinaia di litri….maledetto lui), i colleghi non ti seguono per nulla e dulcis in fundo oggi che sono al lavoro ci sono 20° e un sole da paura. Giornata storta.

vone, il famoso “pavone d’acqua dolce” ;-) e fu così che lo scarico di 2000mt si trasformò in un 3100 a step di 20x25 e 20x50 (chissà come mai le sorelle facevano 25mt al max 50). Per inciso ho iniziato a nuotare da solo per poi avere questa piacevole compagnia e finire con altri 4 omaccioni che si son dileguati appena le due venere di giornata hanno deciso di aver completato il loro allenamento

…E poi vai in piscina, senza nemmeno troppe motivazioni, pensando solo a far passare questa oretta di puro scarico in previsione del 2° duathlon della stagione (... e per continuare la giornata Lucaone mi dichiara che per domenica vuol partire a tuono…ed io che volevo provare a tenere il suo ritmo almeno un po') ….MA…(c’è sempre un ma in queste storie)….dicevamo…ma poi ti trovi in vasca con LORO, due sorelle di 20, forse 25 anni, che fanno nuoto esclusivamente per mantenere le gambe ben tornite…i fianchi ben magri…le spalle belle toniche il tutto condito da quel seno che sfida la forza di gravità….E… ….quel sedere che parla da solo….ma aspetta.. aspetta un attimo…oggi nuotano in TANGA e il BIKINI è servito. Fu così che tutte le tabelle tutti i ritmi e tuti gli obbiettivi se ne andarono a cxxxxxe, ed inizi a mulinare le braccia come se fossi Ian Thorpe, le gambe cominciano ad alzare muri d’acqua peggio di Alexander Popov, insomma cominci a fare la ruota come il peggior pa-

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BIKE

La disoccupazione ci ha dato... di Localove @ bikeobsession.blogspot.it.it Una volta allo stadio o in manifestazione si sentivano queste frasi Ora invece si direbbe La disoccupazione ... ci ha dato più tempo per pedalare !!! Se uscite con il gruppo del mezzogiorno ve ne rendete conto da soli Ormai non è più un gruppo Ma un insieme di gruppi Una moltitudine : I Tira No I Naticonlacamicia Gli Sciacqualattauga Gli Elite I Sciusciabrina La serie A E purtroppo i sempre più numerosi i Disoccupati i Legge Fornero i Cassaintegrati i Mobilità i Legge 104 i C'e'pocolavoro etc... Insomma per molti sono sempre più momenti difficili ... o piacevoli a seconda di come la vedi Tra qualche settimana vedremo alla sera se qualcosa è cambiato ...

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RUN

QUESTA MARATONA NON VALE PER TE di Alina Losurdo Mi chiedo, siamo Amatori Maratoneti o Maratoneti di professione? Conoscendo l'ottima organizzazione e sfruttando la vicinanza a Massa Lombarda ho preferito correre la maratona di Russi e non Milano, correndo con la piccola Siria.. La mia maculata. Ma quella che per me ieri era un ritorno a correre la distanza ufficiale e fare un allenamento si è trasformato in un piccolo dispiacere.. Vi parlo della mia corsa di ieri, quella che per Molti non amatori è stata solo una maratona TRAINATA dal cane. Premessa che ieri per me era la mia 50^ volta che ho superato la distanza dei 42km, non certo la prima ... e non ho bisogno di USARE (COME QUALCUNO MI HA ACCUSATO) la mia piccola vita maculata per raggiungere il traguardo della maratona. Non farei mai nulla che mettesse in repentaglio la sua vita e il suo stato fisico. La mia piccola percorre con me tutte le settimane anche piÚ di 100km. Sono molto delusa e forse anche arrabbiata per la nuova scoperta che nel nostro

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RUN

mondo delle retrovie, quello che in realtà dovrebbe essere

fanno durante gli allenamenti.

gioia e passione, dove la posizione in classifica non ci dovreb-

L'unica cosa che dico è a chi ha richiesto le nostre squalifiche:

be interessare, dove è importante mettere un piede davanti

Provate a correre con un quadrupede.... solo così si potrà ca-

l'altro cercando di arrivare al traguardo meglio possibile, inve-

pire cosa significa ... e l'unico motivo che ci lega ancora a cor-

ce ho scoperto che CI Sono PERSONE CHE HANNO RICHIESTO

rere insieme non è legato al tempo (in quanto con lei ci impie-

LA SQUALIFICA DI CHI COME ME HA CORSO CON IL CANE.

go sempre di più) ma solo un amore sviscerato tra di noi.

al mio arrivo mi è stato detto almeno che avrei potuto lasciare

Correre con il proprio animale è paragonabile a quando mi

il cane a qualcuno e arrivare senza di lei, NO NON LO FAREI

lego i palloncini da pacer, sposto tutte le attenzioni su di lei

MAI. QUESTO SAREBBE UN VERO PRENDERE IN GIRO PARA-

dimenticandomi di me. è lei quella da abbeverare, da bagnare,

GONABILE A CHI NELLE ULTRA e non solo SALE IN MACCHINA!

da guardare ogni cm e mm della mia corsa...

A chi sorpassandolo mi ha detto : ORA LE PRENDO IL NUMERO

è lei da coccolare... è lei che sta giocando con me a correre ...

E DICO AL GIUDICE DI SQUALIFICARLA.. con educazione ho risposto: ti dico io il numero, non affaticarti per sorpassarmi. comunica pure il 575. A chi mi ha detto: QUESTA MARATONA NON VALE PER TE .. sempre con gentilezza ho risposto: Pazienza a fine anno non indicherò questa al Club, Perché allora non squalifichiamo tutti quelli che si fanno accompagnare in bici lungo la 42?

Chi mi chiede perché allora non l'ho fatta NON COMPETITIVA rispondo: perché io pago i servizi che la maratona mi mette a disposizione e NON GLI USEREI MAI per farmi un allenamento. Ma alla fine mi chiedo se siamo Amatori o la domenica corriamo per guadagnare. Io preferisco essere una semplice Amatrice e pena la squalifica quando si potrà sarò sempre quella che SI FA TRAINARE dal cane...

Non voglio aprire nessuna polemica in merito agli accompagnatori, in quanto non ci trovo nulla di male.. la corsa per me è solo pura gioia e soddisfazione personale per i sacrifici che si

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Le perle di Marco @MarcoSelicato

E R I L L A F I D A R U A P NON AVERE E

R A V O R P N O N I D A R U A P I ABB

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L’i

a t s i v r e t n

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Daniel Hofer, Carabiniere altoatesino del1983, è l’attuale Campione Italiano di Triathlon Sprint. Triatleta di classe cristallina, a livello internazionale, si è dimostrato simpaticissimo e disponibile a rispondere alle nostre domande, come al solito goliardiche, e fuori di testa!

1.Perché stai perdendo tempo con noi? Perche sono genitlissimo!

thlon e quindi ti faccio una domanda importantissima per chi magari come me vuole avvicinarsi alla multidisciplina: ma ‘stò sport come sta messo a patata ? Direi bene, sono allenate e poi fanno Triathlon, quindi un po matte come noi! A chi piacciono le donne noiose? 5.Chi è il triathleta più antipatico del circuito? Cerco sempre di andare d accordo con tutti, ma qualche anno fa un tedesco non fortissimo, credo si chiamasse Hettich ha rilasciato un’intervista un po’ infelice nei miei confronti di me! Da allora credo sia prorpio lui!

2.Hai un soprannome? Hobster o HD

6.La scusa preferita per non allenarti?

3. Ok, questo è quello che piace a te… quello invece di cui ti vergogni?  Vecchietto

Ho sonno!

4. (da BigZ) caro Daniel , è da pochissimo che pratico il tria-

7.(da Loredana) Le donne te se màgnano… dove trovi il tempo restante per allenarti? Tutta una questione di organizzazione! A parte gli scherzi non è

cosi come sembra! 8 Meglio forte e brutto o scarso e figo? Dipende sempre dagli obbiettivi. 9. (da Eagleyes) Al duathlon Sprint del Mugello del 1° Marzo sei rimasto fermo in partenza ed hai dovuto recuperare superando un'orda di tapascioni...Ci puoi chiarire i motivi di tale inconveniente? Ho cercato di imitare Cenerentola, ho perso la scarpa sperando che qualche donna me la riportasse, ma niente! Dopo che 550 persone ci sono passate sopra, ho ritrovato la scarpa e dopo 1500 metri ero in testa alla gara! Che fatica… 10 (da Lorenzo) Come ci si sente a vincere una gara? E' come un orgasmo o meglio? Se è come un orgasmo, vincere contro se stessi è come una sega? Secondo me è meglio vincere, l’adrenalina nel corpo rimane molto di più! Vincere contro se stessi è poco soddisfacente, magari lo è di più masturbarsi! Zona Cambio #14 - 39


11.(da Gianluca) quante volte hai pensato di sgonfiare la ruota di Fabian di nascosto in zona cambio, e quante volte ti ha beccato mentre lo facevi? Chi è Fabian? 12.E quante volte Fabian ti ha sgonfiato di nascosto la ruota in zona cambio? Sento spesso questo nome, chi mi spiega chi è? 13.(da Master) Sai cos’è il Master37?  Purtroppo non so cosa sia, dove posso informarmi? 14.(da Lucaone) Visto che abbiamo lo stesso sponsor tecnico, alla prima garetta non ufficiale gareggeresti con il nostro body? Tutto ha un prezzo...;)....ma credo che possiamo concordarci per un paio di bottiglie di Franciacorta. 15.Chiamarsi “Daniel” è già un buon punto di partenza per es-

sere forti nel triathlon? Vista la vittoria del mio amico Daniel Fontana all’Ironman Messico, credo che porti bene! 16. Qual è il premio più brutto che hai vinto? Ce ne sono stati tanti… Un appello agli organizzatori, mettete delle magliette più carine nel pacco gara...

anche tu? A soli 21 anni (VENTUNO) mi sento ancora veloce. Per esperienza personale forse a fine anno proverò a fare un 70.3 20. Qual è il magazine di triathlon che comincia per ZON… e finisce per …AMBIO preferito? Ah ma si parlava di Triathlon?

17 La più grossa rinuncia che fai per ottenere i tuoi risultati? Le vacanze d estate, di solito a ferragosto sono in altura ad allenarmi. 18. Cosa hanno in più i triatleti carabinieri rispetto agli altri gruppi sportivi? La divisa è più bella e attira di più 19. (da Giulia IRONica) Visto che cominca ad avere una "certa età", quando inizierai a buttarti sulle distanza lunghe Zona Cambio #14 - 40


Trofeo Master 37 di Stefano “Barney” Barnaba

Nel 1978, alle Hawaii, da una scommessa tra 3 marines Americani che, forse (probabilmente) un po' alticci, si prendevano in giro parlando di quale fosse la gara più dura tra la "Waikiki Roughwater" (2,4 miglia di nuoto), la "Around Oahu Bike Race" (112 miglia in bici) e la "Honololu marathon" (26,6 miglia di corsa), nasceva il Triathlon - o, meglio, nasceva l'idea del primo Ironman della storia - folle sintesi delle tre gare oggetto della contesa alcoolica. Questa storia, per quanto suggestiva, impallidisce al cospetto delle nobili e ben più leggendarie origini del prestigioso "Trofeo MASTER37", nato dalle prese per il culo in giro di due rincoglioniti laziali, al secolo Master Runners e Stefanolacarastrong. La prima edizione del Trofeo, tenutasi lo scorso 22 settembre sull'Istmo di Foce Va-

rano (FG) in occasione del Varano Lake Tri 2013, ha visto la vittoria proprio di Gianluca "Master Runners", che ha percorso i 10.700 metri del rettilineo finale ad una media di 35,5 km/h (potete vedere una sua foto qui a fianco, con indosso uno dei prestigiosissimi premi messi in palio dall'organizzazione).

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Y L A IT

petizione, una manciata di sano cazzeggio e tanta, tanta allegria, alla quale, in queste occasioni, si unisce anche la solidarietà.

Ed ora, ecco l'annuncio che tutto il mondo della triplice attendeva con ansia: la seconda edizione del "Trofeo Master37" si svolgerà il prossimo 1° giugno, in occasione dell'Ironman 70.3 di Pescara, sulla fettuccia che riporterà i ciclisti verso la T2 (qui troverete il segmento Strava) Come avrete compreso, anche questa - sia pur importantissima - kermesse non può sfuggire al più puro Zona Cambio style, fatto di sano agonismo, un pizzico di com-

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Infatti, come già avvenuto lo scorso anno, l'intero ricavato verrà devoluto in beneficenza ad una Onlus (reale...) che, per questa seconda edizione, sarà l'associazione A.F.O.M.A "Sasso nello stagno" di Crotone

che si occupa di fornire assistenza a giovani ed adulti diversamente abili. Tra le altre iniziative, dal gennaio del 2013 l'associazione porta avanti un progetto denominato "DALILA"(Disabili a Lavoro per L’Integrazione e L’Aggregazione). Il progetto si svolge presso la Casa Dalila (che peraltro necessita di arredi e suppellettili), coinvolgendo 20 ragazzi diversamente abili, impegnati in laboratori destinati alla trasformazione di prodotti agro-alimentari e nella produzione di oggetti di artigianato. Proprio dai laboratori di DALILA arriveranno i premi destinati ai vincitori (maschile e femminile) del "Trofeo MASTER37": un fantastico cesto di prodotti agro-alimentari ed artigianali, realizzati appositamente per l'occasione!!! Allora, cosa aspettate ad iscrivervi? Non lasciatevi sfuggire l'occasione di fare del bene divertendosi e, non da ultimo, di

prendere per il culo per un anno intero gli amici e/o i compagni di squadra che avrete battuto, bevendo un ottimo Limoncello ghiacciato alla faccia loro (o, meglio ancora, in loro compagnia)?

Le modalità sono semplicissime: basterà essere iscritti all'Ironman 70.3 di Pescara, segnalare la vostra adesione sull'apposito Topic pubblicato nel Forum di Zona Cambio e versare un piccolo contributo di almeno 5 euro direttamente sul Conto Corrente

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dell'Associazione (Iban IT27T0525622210000000884154 intestato a Associazione Famiglie Ospiti Marianna Agostino) oppure personalmente ai ragazzi di ZonA Cambio a Pescara. A fine gara, caricare su Strava il file della propria performance (termine ultimo per caricare i dati ai fini del Trofeo, ore 24:00 di domenica 8 giugno 2014). Tutta l’iniziativa non ha nulla a che fare né con l’organizzazione dell’IM 70.3 Italy, né con il portale Strava! Nessun giudice, nessuna giuria, solo sport, divertimento e solidarietà Zona Cambio style!!! Dajeeee!

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Officina Zen

. . . a t n e s e r

p

GranFondo for Dummies La prima uscita del GranFondista Durante quest’anno avete studiato attentamente la lezione numero 1 di “Granfondo for Dummies” e l’avete assimilata. Avete scelto attentamente il vostro obbiettivo: il percorso medio della Granfondo che passa proprio sotto casa di vostro zio, esattamente tra 5 mesi. Ora vi trovate in mano: -una bicicletta da corsa perfettamente a vostra misura. -il certificato di idoneità agonistica rilasciato

da un centro di medicina dello sport con scadenza tra un anno. -la tessera di una squadra amatoriale serissima e blasonata: “I re della pedivella A.S.D.” (FCI, UISP, ACSI...) -la divisa sociale pantone Solid Black, della vostra taglia con un sacco di sponsor (salumificio Trinchetta, Autocarrozzeria da Roby, Bar Stadio, Avis Comunale di Vergate sul Membro) che si aspettano da voi grandi prestazioni per la stagione.

-Un casco slim-fit, occhiali da sole specchiati, impermeabile trasparente leggerissimo, guanti da crono, scarpe bianche col cricchetto di regolazione e le tacchette Look Keo super light. Siete pronti per la vostra prima vera uscita da gran fondista, con la squadra... E non sapete cosa vi attende. ll primo problema si presenta prima di uscire di casa: cosa mi devo portare dietro? Soluzione: la check list.

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so: la.... borraccia piena di acqua. A volte la lascerete piena sul lavandino o sulle scale, altre la porterete con voi vuota e ve ne accorgerete sulla salita in cui non ci sono fontane. Per chi abita al terzo piano si sconsiglia di scendere le scale con le scarpe da bicicletta per evitare di scivolare e terminare la discesa sul pianerottolo del secondo piano, con in mano la vostra preziosa bici che custodite in casa, appesa nel ripostiglio, illesa, ma due vertebre lombari fratturate. Meglio scendere con vecchie e sicure scarpe di gomma poi cambiarsi comodamente sullo zerbino del pianterreno. I "signori" usciranno comodamente dal garage, chiudendo con il telecomando.

In breve -busta impermeabile con almeno i soldi per il taxi ed il cellulare. -qualcosa di commestibile: miele in pack, gel di carboidrati o barbetta energetica (meno indicata perchĂŠ di difficile digestione)

-gomma di scorta della misura giusta, cavafascioni, pompetta o bombolette di Co2 con apposito erogatore (che avrete imparato ad usare con un apposito tutorial) -chiavi di casa (fondamentali) -attenzione, questa la dimenticherete spes-

Chiuso il portone: dove mettere le chiavi? Cercando di portarsi dietro solo quelle strettamente necessarie, si possono infilare nel borsello sotto la sella. Le tasche posteriori sono da evitare perchÊ cadendo le chiavi di metallo possono ferirvi la schiena. Salite sulla bici mettendovi a cavallo della canna, portate un pedale nel punto morto inferiore, cioè il punto piÚ basso e appoggiate la scarpetta, schiacciando verso il basso

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con un colpo secco fino al clac che vi imprigiona il piede. A questo punto caricate mezza pedalata e mettetevi in marcia, ricordando che il mondo intorno a voi è indifferente a ciò che fate, quindi a meno che non siate nel parcheggio condominiale, state attenti ad auto, furgoncini, bambini. Catturate quindi con il piede libero l'altro pedale, portatelo fino al punto morto inferiore e lì premete fino al clac. Complimenti, siete prigionieri della vostra bicicletta. Ricordatevene al prossimo STOP! Con le mani sui freni, pronte, vi dirigete al punto di incontro prefissato con in compagni di squadra che di solito è: sotto casa del Presidente, davanti al bar del Vice presidente, davanti alla Chiesa dei frati, sulla piazza centrale del Lungomare, sotto la statua di Garibaldi, sotto la statua di Giorgio Gaber o... gettonatissimo, davanti al biciclettajo di fiducia, perché di solito la metà delle persone, nella fretta, si è scordata di gonfiare le gomme a 8 (atmosfere) quella di dietro e 7,5 quella davanti (9 e 8 per chi monta i tubolari… ma anche qualcosa di più.). Il gruppo parte, davanti i veterani, esperti per le migliaia di chilometri macinati negli anni.

Sono loro che decidono dove andare, a voi non resta che adeguarvi e resistere. Dopo cinque minuti a 40 km/h sulla statale il gruppo rallenta e si ferma al famoso bar, ritrovo dei ciclisti per il "rito del caffè". Voi siete già sudatissimi e pensate che fermarsi ora sia poco intelligente ma il rito non può essere evitato. Di solito al bar ci sono altri 5-6 ciclisti al banco, i caschi appoggiati sui tavolini che non sono occupati dai quattro pensionati che stanno giocando a briscola con il corretto alla sambuca raffreddato. Se siete abituati al caffè nessun problema, altrimenti evitate, sterzando su un orzo o un ginseng, senza cadere in tentazione con la brioscia alla crema che un magrissimo ciclista di un' altra squadra sta trangugiando avidamente. Non lo sapete ma lui ha già finito di allenarsi e ora fa la seconda colazione(la prima meglio 2 ore e mezzo o 3 prima di iniziare), voi dovete ancora affrontare le "asperità di giornata". Dopo aver litigato per offrire... (e ci sono sempre i furbi che fanno il gesto e poi:" oh, allora grazie, a buon rendere...") uscite e vi rimettete in marcia. Il gruppo ora è costituito non solo dai vostri compagni di squadra ma anche da quelli che erano già al bar. Per non sbagliare, mettetevi

in ultima posizione e state attenti a non incrociare la vostra ruota con chi vi precede. Mantenete, inizialmente la distanza di almeno un metro (...c'è tempo per succhiare le ruote) e pedalate fino a quando riuscite a rimanere a ruota dell'ultimo. Quando vi staccherete, capite dove siete e con il vostro passo, cercate la via di casa. Cosa avete imparato nella lezione numero due. -La preparazione è un'operazione importante che va fatta con calma. -Meno cose inutili avete con voi, meglio è. -Non fidatevi dell'aderenza sul travertino delle scarpette. -La borraccia è meglio piena e al suo posto sul tubo obliquo. -I veterani decidono anche per voi. -Non mangiate prima di iniziare ad allenarvi. -Rimanete in ultima posizione ad un metro da chi vi precede. Let's ride! di Carlo Lazzari www.personaltrainerversilia.com

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DAI CHE E’ VENERDI’ di Marco “Titan “Bucci @ thewaytomyfirstiroman.blogspot.it

Dove lavoro io, il venerdi quando ci si incrocia ci si da coraggio a vicenda con un "dai che é venerdi!". Ma perché? Per cosa vi incoraggiate?? Neanche state pedalando sul passo dello Stelvio! Ma che fate poi sabato e domenica?? andate a fare la spesa?? io credo che vi piazzate tutto il giorno davanti al televisore con una mega confezione di patatine annaffiata da birra mentre aspettate la cena o il pranzo?? Be che vi serve un incoraggiamento per fare questo?? A me serve un incoraggiamento! Ma voi sapete cosa mi ha messo nel training plan il mio allenatore??? Come minimo mi faro due

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lunghissimi se non tre il sabato e la domenica, bici, corsa, corsa-bici, qualità resistenza e per recuperare? Almeno una sessione di nuoto di qualche km schivando nuotatori liberi che ranano lungo la corsia. E poi.... e poi si avvicina una gara importante e devo caricare, e la domenica sera sarà una cena con le gambe alzate per recuperare prima sperando anche di riuscire a digerire il carico di proteine... E mentre il lunedi voi sarete depressi, il mio cervello sarà ancora pervaso da litrate di endorfine guadagnate dal Runner's High (sballo del corridore) che solo chi fa sport endurance sa cos'è, non di certo te collega che stai attaccando depressamente la tua giacca dentro il tuo armadietto e che per quanto sei depresso neanche riesci a salutarmi! Oggi é il mio giorno di riposo, il giorno del massaggio, il giorno del recupero prima di iniziare una nuova settimana che mi porterà ad un altro duro fine settimana!

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’ di Lorenzo Pisani

50 ragioni per fare sport

#1 PERCHE’ LA CORSA RINGIOVANISCE IL CERVELLO Notizia recente: la corsa ringiovanisce il cervello Ero vecchio. Lavoravo in quel laboratorio da diversi anni e ormai pensavo solo alla pensione. Mi avevano ingaggiato per un esperimento che, anche se non me l'avevano detto esplicitamente, sapevo che sarebbe stato l'ultimo. E' la prassi qui all'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del CNR: a fine carriera, quando ormai il cervello è poco lucido e non ha più molto da dare, ci

fanno fare un ultimo esperimento come cavie; poi, per chi sopravvive, c'è la pensione. Mi hanno collegato due elettrodi al cervello e ho seguito il paradigma sperimentale … niente di complicato, dovevo solo correre. Dopo i primi giri, le cellule staminali stimolate dalla corsa come intestini da un buon lassativo hanno cominciato a produrre: plop, nasce un nuovo neurone, sento un brivido di corrente che percorre l'elettrodo e il familiare “beep” pro-

venire dal voltametro. E' il primo di una lunga serie: continuo a correre e i beep si sentono sempre più frequenti, fino a ricordare i claxon al centro di Roma durante l'ora di punta. Anche qui il traffico è intenso: i nuovi neuroni si aggirano spaesati “che stiamo facendo?” “si corre” “ma io voglio giocare alla playstation”. Non li ascolto e continuo a correre, il paradigma è chiaro. Dopo molti altri giri sommerso dal frastuono dei beep, i vecchi neuroni saggi Zona Cambio #14 - 49


sono ormai circondati da moltitudini di giovani caciaroni … forse è meglio che mi fermo se non voglio regredire a uno stadio pre-infantile e poi sono stanco … la ruota si ferma e io mi accascio al suolo stremato. Le ascelle mi puzzano tutte e quattro … non riesco neanche più ad alzare la coda … sento una voce … “questo topo è andato che facciamo?” “mettilo nello stabulario dei topolini neonati così muore sentendosi giovane” “Correre aiuta a "ringiovanire" il cervello. E' questo il risultato dei test condotti dai ricercatori italiani sui topi nell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr)”

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I requisiti per le gare di rank

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Questi sconosciuti Nella circolare gare sono ben chiari i requisiti per poter organizzare le varie gare , dai titoli nazionali , ai circuiti nazionali , gare rank, regionali, promozionali , giovanili ecc..

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La mancanza di alcuni requisiti fondamentali è spesso motivo di non candidatura per alcuni organizzatori, che giustamente evitano di inoltrare una domanda gara già sapendo che non hanno tutte le “carte in regola” per quel tipo di manifestazione. Quest’anno però si è assistito ad alcune situazioni in cui i requisiti MINIMI OBBLIGATORI non sono stati rispettati nelle gare. Come non ricordare Galliate dove gli atleti si sono trovati a dover pedalare su percorsi con numerose auto? Sui pacchi gara poi si potrebbero scrivere fiumi di parole, quasi nessuno rispetta la regola secondo la quale dovrebbero fornire agli atleti “prodotti tipici locali” a fronte della quota di iscrizione, forse qualcuno però considera la borraccia con il nome della propria squadra come un prodotto tipico locale…. In quest’ultimo week end altra gara rank che dovrebbe avere percorsi chiusi totalmente al traffico con atleti a fare lo slalom fra famigliole a passeggio, ciclisti e podisti domenicali , mammine con carrozzine ecc, ( vedi foto ) inoltre tempi gara palesemente errati e quindi pochi atleti con parziali corretti e classifiche uscite in ritardo.

di Marco Novelli www.triathlonmania.it

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Queste sarebbero le gare di “1° livello”? Fa sorridere poi che il delegato tecnico questioni sull’arco gonfiabile e poi ci si trovi con gare con auto sui percorsi , pasta party praticamente da miseria (con bevande a pagamento), pacchi gara da presa per i fondelli e premiazioni “virtuali”. Vogliamo poi aggiungere dei famosi “cambi in corsa” delle date senza motivazioni ufficiali, vedi i C.I. di duathlon giovanili anche qui sembrerebbe richiesti senza i permessi obbligatori e poi assegnati senza alcuna riapertura di bando o “consultazione” , tra l’altro spostando di quasi 1000 km la sede gara per la gioia delle società che si stavano già attrezzando con pullman e voli per la trasferta. Il tutto naturalmente, in totale coerenza con la trasparenza che questo gruppo ha usato come cavallo di battaglia in sede elettorale.

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di Gianluca “Master” Simei Combinato in programma, 160km Bike + 40 min Run. Tempo uggioso e piove, si esce lo stesso, non si può rimandare. Uscire alle 6 del mattino per rientrare prima a casa e stare più tempo con la propria famiglia. Rompere la chiave del cancello nella serratura. Prendere l'ultima sgrullata di pioggia giusto in tempo per bagnarmi da capo a piedi. Smette di piovere, ormai sono zuppo, ma va bene così. Bucare dopo 140km. Sostituire la camera d'aria. Adattatore CO2 (di Decathlon) che si rompe e il gas fuoriesce in 3 secondi netti. Inserire seconda fiala di CO2, l'adattatore (di Decathlon) è difettoso, il gas fuoriesce in 3 secondi netti.

Sprecare il gonfia ripara (di Decathlon) per tentare di mettere in pressione la gomma. Rompere la valvola della camera d'aria (di Decathlon) con l'attacco del gonfia ripara (di Decathlon) Fermare ciclista per tentare una gonfiata (magari la valvola tiene) La valvola non tiene. Avere un amico che passando in macchina si ferma, ti carica e ti riporta a casa (un raggio di sole appare finalmente!) Tornare a casa per il combinato e trovare sul cancello suocero e genero dediti al giardinaggio. Salire a casa e indossare gli abiti da giardiniere.

...ecco perché quando taglio quel traguardo mi viene sempre da piangere! Zona Cambio #14 - 53


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Succede che per capire cosa si prova a nuotare pedalare e correre per scherzo ti iscrivi ad un riathlon promozionale: le distanze sono brevissime, lunghe quel tanto che basta per farti assaporare la bellezza di questo sport…ed in men che non si dica ti ritrovi ad affrontare l’inverno più lungo che abbia mai vissuto, fatto di uscite in bici sotto la pioggia, di corse alle 6 del mattino e di nuotate piene... zuppe di fatica dopo giornate interminabili di lavoro…

Fai tutto con in testa un solo obiettivo, una data per la precisione, una data che non vedi l’ora che arrivi ma per la quale non ti senti pronta mai abbastanza!!!

E’ iniziato tutto così, con la curiosità di provare questo sport visto sempre a bordo pista ed eccomi a scrivere la cronaca di una giornata che vorrei rivivere ancora mille e mille volte!!!

Da metà gennaio di quest’anno ho iniziato a sognare…inviando una mail a Stefano con un programma di allenamento generico per triathlon…

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“Che dici Ste’? se seguo questa tabella per la gara di Cerveteri a maggio sarò pronta?!” Il coach…Si può fare ma meglio qualcosa di personalizzato!!!…e la macchina si è messa in moto…puntuali allenamenti settimanali su distanze medie, corte, in velocità, in salita, recuperi ma soprattutto nuotate nuotate e ancora nuotate….ad ogni mail con oggetto: NUOTO…il cuore si fermava tre secondi per poi bloccarsi del tutto con la lettura del programma serale, che, ahimè non prevedeva nessuna visione cinematografica post allenamenti!!! Mi trovavo a contare pure i cm di nuoto che mi venivano assegnati…fino ad arrivare a leggere 2300 m ed esclamare…ma che e’ pazzo?! si è sicuramente sbagliato!!! La voglia di provare e la consapevolezza dei miei limiti natatori non mi hanno fatto cedere…ingoiando i mal di pancia da nuoto mi sono immersa in quell’acqua gelida superando pure chi, con fare saccente analizzava il mio stile con scetticismo!!! Le gare fatte ogni tanto con i miei compagni di squadra arrivavano poi nei momenti giusti, quelli in cui la volontà vacillava e l’incertezza prendeva il sopravvento…loro ci sono sempre stati pronti a ricordarmi il senso della nostra pazzia, a darmi gli stimoli e l’energia indispensabili per affrontare il tutto. I mesi, i giorni, le ore sono volate ed eccoci qui il primo maggio è arrivato; e anche se in tutti i ricordi passati legati a questa giornata comunque lo sport era sempre stato il tema centrale, stavolta mi preparavo a vivere qualcosa che finora non avevo mai vissuto. Uno stato d’animo difficile da descrivere quello della vigilia, un mix tra ansia, paura, eccitazione, delirio, follia…tutte emozioni che singolarmente possono essere gestite con gran facilità ma che tutte insie-

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me creano qualcosa di indomabile; il dover affrontare qualcosa nella quale non mi ero mai misurata non solo dal punto di vista prettamente atletico ma dal punto vista psicologico, le domande erano tante: ce la farò a nuotare in acque libere? e se mi prende il panico? e se non so gestire eventuali crampi?…insomma quesiti subdoli per i quali la mente riusciva solo ad elaborare risposte negative!! Stranamente la notte riesco a dormire complice anche la stanchezza dovuta allo stress della settimana lavorativa unita al viaggio del mercoledì sera. Ore 6 am mi sveglio, colazione abbondante di zuccheri e grassi necessari a ciò che stavo per affrontare…mi preparo con tutta la calma del mondo, concentrata cercando di non pensare a quello che avrei fatto da lì a qualche ora. Sveglio Giorgio esortandolo a prepararsi alla svelta per paura di arrivare tardi sul campo di gara…il viaggio fila liscio inaspettatamente e mi ritrovo con bici in mano pettorale e chip senza sapere nemmeno come. Incontro gli altri ragazzi di ZONA CAMBIO tutti allegri apparentemente tranquilli, ogni tanto vedo qualcuno col body uguale al mio con un viso che non conosco, è questo quello che amo di più del mio team, conoscere le persone con le quali abitualmente mi ritrovo a parlare in chat il giorno della gara!! UNICI!!! Tutti pronti a dare consigli a fare battute per sciogliere la tensione ma ognuno con i propri timori…io mi concentro sulla descrizione che Stefano ci da della gara, un cecchino dei particolari!!!…ha preannunciato talmente bene tutti i passaggi che durante le frazioni mi sembrava di averle già vissute!!!

Ore 10:30…mi trovo sulla spiaggia con tanto di muta cuffia ed occhialini e con un terrore addosso degno dei più prestigiosi film dell’orrore…le onde in entrata sembravano dicessero: “Prova ad entrare in acqua, sfidaci e vediamo chi è il più forte!!!”….indecisa fino all’ultimo se buttarmi prima della partenza o meno alla fine lo faccio…provo a prendere un primo contatto con l’acqua…decisa a stipulare un trattato di pace con Poseidone ma niente oggi ce ne ha per tutti!!!! Esco mi metto in griglia e lascio che gli eventi mi trascinino fino allo start!!! Via si va!!!…con Silvia in griglia ci siamo scambiate qualche parola ma sono talmente paralizzata dalla paura che non riesco nemmeno a comporre una frase di senso compiuto….mi trovo a correre verso i cavalloni…il fondale pieno di buche rendono la cosa alquanto difficoltosa unita al fatto che ad ogni onda perdo il controllo dei movimenti non riuscendo a decidere io dove andare…mando giù acqua con il cuore a mille…ogni tanto quando le onde si abbassano vedo le cuffie delle mie compagne di sventura…il panico sta per prendere il sopravvento…ma poi mi dico…facile, troppo facile tornare indietro e dire non ce l’ho fatta…e tutte le volte che sono andata in piscina invece di stare al calduccio? i sacrifici le energie investite nei lunghissimi mesi trascorsi?….si va avanti…senza ma…senza paure…ora e adesso…. Supero la linea dei frangenti riesco a fare qualche bracciata senza impedimenti e mi ritrovo alla prima boa…le giro intorno e via...ricordandomi dei consigli del coach in questo tratto devo stare attenta alla traiettoria…imposto il ritmo ed ogni 6 bracciate circa sbircio la mia rotta…la seconda boa e lì davanti me che si avvicina sempre di più, l’adrenalina in circolo non mi fa sentire nulla: fatica…dolori…

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curvo per la seconda volta e penso ok ultimo sforzo …qui do tutto quello che ho…. Sono fuori, l’ho superato!!! non ci credo sono fuori dall’acqua…il momento che più ho desiderato sognato immaginato è arrivato!!! ora inizia la mia gara…ora entro nella mia zona di confort e qui so quello che posso fare…. Pedalo con tutte le energie con i battiti che mi fanno da colonna sonora...non mi interessa ho superato il nuoto sono uscita dall’acqua gioisco dentro di me…ma una vocina dice calma Sara la gara non è finita concentrata fino alla fine…non abbassare la guardia perché il traguardo lo devi tagliare….in ginocchio, camminando, strisciando ma lo devi tagliare! Dopo un paio di km in bici avvio il garmin per la paura di saltare qualche giro o peggio di farne qualcuno in più!….pedalo più forte che posso con i ciclisti davanti a me che diventano obiettivi da raggiungere, ad ogni curva via sui pedali per rilanciarmi nei rettilinei….lungo il tratto caratterizzato dal vento contrario sempre dietro a qualcuno (prezioso consiglio del coach!). Al quinto ed ultimo giro entro in zona cambio correndo e penso…”Cavolo sono arrivata alla corsa sto ancora bene le gambe girano, esulto…ma no la vocina è sempre lì…Sara concentrata la gara finisce al traguardo!!”… …in tutta fretta sistemo la bici, mi cambio le scarpe, tolgo il casco, giro il pettorale e di corsa nell’ultima frazione quella che si conclude con la finish line!!! Parto piano voglio capire cosa hanno da dirmi i muscoli…provo ad interrogarli con qualche allungo e mi sorprendo nel recepire ottime risposte…come se mi dicessero “siamo pronti!!!…dicci cosa dobbiamo fare e noi lo facciamo!!!”…bene era questo che vo-

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levo sentirmi dire ed allora imposto il mio ritmo andando a sensazioni non avendo un riferimento elettronico…il primo giro trascorre e si conclude con l’incontro sul percorso di Gianca BigZ… fantastico sono strafelice ci voleva proprio… percorriamo parte del tragitto chiedendoci quanti giri di corsa fossero…entriamo nel secondo e BigZ mi dice di andare… allungo col mio passo.. mi bagno la testa al ristoro e via a caccia del mio ultimo giro di boa….a pochi metri dal traguardo tutti…ci sono tutti i miei compagni che gridano il mio nome a gran voce...un’emozione unica perché sto per tagliare il traguardo, sto per confutare tutte le mie paure, i miei dubbi, la mia poca autostima…mi sto per dire hai visto Sara

ce l’hai fatta!!!! E tu che per prima non ci avresti scommesso una lira….ultima curva vedo il gonfiabile….quante volte ho visto Giorgio passarci sotto con la voglia di essere al suo posto…ora tocca a me…è il mio momento taglio il traguardo con le braccia in alto e tanta voglia di piangere!!!….. ….mi faccio spazio tra gli atleti fermi lì davanti... voglio andarmi a prendere la mia medaglia…il bacio del mio campione, l’abbraccio della sola persona che in tutto questo tempo è stata la mia “volontà che non si limita”….lui si che ci avrebbe scommesso!!!

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l a , a i r e g i N a l l a o z Poz

Gert, dal . . . a r a c s e P a , n o l h t a tri Correre in Nigeria: Se le Bike era l’attività che più mi preoccupava dal punto di vista delle possibilità di allenamento in Nigeria (quando poi in seguito si è rivelata non essere poi così male), la parte Run non pensavo mi avrebbe creato alcun problema in virtù del fatto che teoricamente sarebbe dovuta essere la mia frazione “strong”. Mi sono trasferito in Nigeria il 1 agosto del 2013 ovvero nell’anno in cui ho corso una 10km in 36’02’’ ed una mezza maratona in 1.19’ tuttavia, mi trovo immediatamente a fare i conti con il torrido clima dell’Africa sub-sahariana con temperature costantemente sopra i 30° con picchi di 38/40°. Un’altra cosa che noto immediatamente è che Abuja, la capitale nella quale vivo non offre 100mt consecutivi di pianura essendo un

di Gert dal Pozzo

continuo saliscendi e, inoltre, la zona dove abito mi costringe a prendere l’auto per recarmi in quartieri più “adatti” alla corsa. In pratica un disastro! Francamente anche queste difficoltà nel correre hanno contribuito alla mia decisione di dedicarmi alla triplice disciplina e quindi in un certo senso W le difficoltà!!! Fortunatamente gli anglosassoni, come ho avuto modo di imparare nel mio frequente peregrinar in giro per il mondo, amano l’aggregazione sportiva e scopro ben presto che anche ad Abuja esiste un gruppo (I Dashers) che si riunisce ogni mercoledì e venerdì per una corsetta su varie distanze che si conclude immancabilmente con 2 birre medie a testa per reintegrare. Il gruppo organizza anche una gara (21, 10, 5km) 2 volte all’anno con lo scopo di raccogliere fondi per un’associazione benefica.

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In effetti il gruppo mi aiuta ma data la natura prettamente goliardica non trovo alcun compagno di allenamento degno di questo nome e anche quelli un po’ più veloci hanno un concetto di Run particolare, in pratica partono sempre a tutta e scoppiano dopo pochi km. La solitudine del triatleta……..infatti….mi trovo ad allenarmi sempre da solo con temperature proibitive e su percorsi che di certo non aiutano l’effettuazione di ripetute, medi ecc. Confesso che dopo un paio di allenamenti di ripetute lunghe andati molto male stavo quasi per mollare, mi ero rassegnato a fare solo uscite a sensazione senza alcuna velleità qualitativa però…….però io non riesco proprio ad interpretare lo spirito DeCoubertiano (che secondo me era scarso in tutti gli sport e quindi si è inventato il motto l’importante è partecipare…) quindi decido di applicare una della usanze più radicate nel Paese (la corruzione) a fin di bene (ovviamente quello dei miei allenamenti). Eh sì, perché Abuja è stata finalista per l’assegnazione dei prossimi giochi del Commonwealth (contro Glasgow che poi ha vinto) e quindi in città esiste uno Sport Complex A che comprende lo Stadio nazionale con pista

di atletica, un’altra pista di atletica più piccola, un velodromo (!!??) e uno Sport Complex B con varie altre strutture sportive praticamente inutilizzate tipo una piscina olimpionica da 50mt con acqua paludosa….

Tirando le somme: 1 cesto alimentare + qualche bibita fresca 1 o 2 volte alla settimana = accesso illimitato ai campi sportivi nigeriani. Alla fine dei conti costa meno del Paolo Rosi e la pista è sicuramente migliore.

Dopo numerosi quanto inutili tentativi di ottenere una regolare autorizzazione all’accesso agli impianti decido di fare come si fa da queste parti…….chiedo un appuntamento con il Direttore al quale mi presento carico di doni che i Re Magi mi avrebbero fatto un baffo: champagne, vino italiano, pasta, panettoni ecc.!!!

Il caldo impossibile e le difficoltà rimangono ma almeno ogni tanto posso fare qualche ripetuta in pianura e su una pista decente invece di correre sempre su strade collinari con tombini aperti dove rischi di cadere e romperti una gamba.

Immediatamente, come per miracolo, si aprono per me le porte dello Sport Complex!!! Ottengo l’autorizzazione vitalizia (nel senso finché dura la vita lavorativa del Direttore) all’accesso e felicemente mi preparo per il mio primo allenamento in pista del pomeriggio. Alle 18.00 arrivo al cancello dell’impianto dove la guardia privata mi chiede in nigeriano stretto: chi sei, dove vai, perché……..insomma 1 fiorino!!!! In questo caso la mazzetta da pagare è la promessa che ogni volta che mi recherò ad allenarmi io porti loro delle bibite fresche poiché lavorano (!!??) tutto il giorno sotto il sole cocente.

La morale di tutto questo è una sola, qualsiasi cosa tu voglia in Nigeria puoi averla, basta pagare qualcuno e qualcuno e qualcuno ancora……. Una cosa che mi è ben chiara adesso che sto scrivendo queste poche righe dopo aver passato 2 settimane in Italia con temperature tra i 10 ed i 20° è che la prestazione Run in Nigeria con le temperature che oscillano trai i 30 e i 38° peggiora dal 30 al 40% e, come se non bastasse, risulta molto più difficile recuperare un allenamento duro a causa dello sforzo massimale e della forte disidratazione a cui si è soggetti. P.S.: ragazzi se non affogo a Pescara pedalate e correte preoccupati…….Eddajè!!!!

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Lido di Volano

lista c i C k i Jac

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Io non c’entro nulla con questi qui, rifletto scaricando la bici dalla macchina, mentre osservo intorno a me fisici scolpiti e bici stratosferiche; certo la distanza ad inizio stagione presuppone che partecipi gente preparata, ma speravo in qualche impavido disposto a trascinarsi sul percorso per rendere meno traumatica un’eventuale crisi di autostima. Il tuffo in mare è uno shock, l’acqua è freddissima e il mare un poco mosso, e soprattutto nuotando controcorrente si fatica parecchio, mentre ritornando verso la spiaggia si sente decisa la spinta delle onde, il tutto da ripetere due volte. Nuoto rilassato cercando di risparmiare energie, uscendo dall’acqua 121° su 148, non male per me, visto anche il livello dei partecipanti. La frazione ciclistica è complicata dal vento, che sembra aumentare quando ti soffia in faccia per poi calare quando potrebbe darti una mano; nella fase centrale resto per quasi un’ora solo e privo di punti di riferimento (gara no draft, con scia vietata, ma vedere qualcuno davanti porta sempre nuove energie per cercare di raggiungerlo). In totale recupero 50 posizioni chiudendo a 34,5 di media : speravo qualcosa meglio ma il meteo non ha aiutato. Quindi si corre nel bosco e riesco a difendermi discretamente per chiudere la gara in 62 posizione (su 148, 16° di categoria) in 4 ore e 32 minuti; è vero che per un errore si sono persi 4 km a piedi, ma sarei

rimasto abbondantemente sotto le 5 ore, obbiettivo che mi ero posto ma non ero assolutamente certo di raggiungere. Io non c’entro nulla con questi qui, mi ripeto mentre mangio taralli affogati nella nutella insieme ad una razione doppia di pasta al pomodoro. Jackciclista.blogspot.it

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POWER SONG di stefanolacarastrong

“All is Fair in Love adn Brostep” Skrillex

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NUTRIZIONE SPORTIVA tteri i P o c r ianma

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com . tt i p g in n n u r e th SPORT DI ENDURANCE E APPROCCIO LOW CARB Riprendo il discorso lasciato in sospeso nel numero precedente (Zona Cambio 13 – “Nutrizione sportiva e falsi miti”), dove scrivevo... … Per gli sport di endurance bisogna mangiare tanti carboidrati complessi (pane, pasta, riso ecc.). Da qualche anno per fortuna le cose sono cambiate. C'è anche chi azzarda approcci very low carb per abituare l'organismo all'utilizzo dei grassi come carburante primario, fermo restando che ad alta intensità, non c'è alternativa ai carboidrati. Argomento vastissimo e molto interessante, ne parlerò in uno dei prossimi numeri... ... Data la vastità dell’argomento, cerco di elencare (semplificando molto!) alcuni concetti senza andare troppo sul tecnico, inserendo anche dei riferimenti per chi fosse interessato ad approfondire. Sappiamo già come funziona il nostro corpo sotto sforzo.

A seconda della velocità alla quale si sta procedendo (quindi all’intensità) e a come ci si è allenati (utilizzo dei grassi a fini energetici, potenza lipidica più o meno sviluppata), l’organismo utilizzerà carboidrati e grassi in percentuali diverse. Poiché il serbatoio dei carboidrati (glicogeno) è limitato (circa 2.000 kcal a scorte piene), mentre quello dei grassi è praticamente infinito anche in individui magrissimi, ecco che riuscire a utilizzare efficacemente questi ultimi a ritmi non lentissimi diventa una strategia vincente, soprattutto nelle gare lunghe. Bisogna sempre ricordarsi infatti che non è possibile rifornirsi esageratamente di carboidrati durante la gara (problemi di assorbimento, problemi intestinali ecc.), anche perché tale assorbimento risulta efficace ma con dei limiti abbastanza bassi quando si è sotto sforzo (già 30 grammi all’ora possono provocare parecchi fastidi). Si tratta quindi di migliorare soprattutto l’utilizzo dei grassi... ecco i concetti chiave: 1) Il corpo umano è in grado di funzionare benissimo anche a zero (sì, zero!) carboidrati al giorno (parliamo di vita “normale”, non di attività ad alta intensità!) per tut-

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ta la vita, mentre a zero proteine e/o a zero grassi sopravvive molto meno tempo, forse un paio di mesi. 2) Il cervello consuma circa 120/150 grammi di glucosio al giorno. Una volta che le scorte di glicogeno sono finite, il corpo lo fabbrica a partire dai corpi chetonici (prodotti dai grassi). 3) Con pochissimi carboidrati c’è un alto rischio di catabolismo muscolare, per evitarlo sembrerebbero sufficienti 50 grammi di carboidrati al giorno e la giusta quota proteica calcolata in base alle caratteristiche individuali e all’attività praticata. Per approfondire: http://www.bodyrecomposition.com/nutrition/howmany-carbohydrates-do-you-need.html Questo ovviamente senza fare alcuna attività impegnativa, se però parliamo di allenamenti/gare, le cose da tenere a mente sono queste: 1) Nel breve periodo, un approccio low carb può distruggere la performance (normale, per chi è abituato ad allenarsi sempre e solo a scorte piene o quasi...). 2) Con le giuste tempistiche (parliamo di settimane...), ci “potrebbero” essere dei miglioramenti (parliamo sempre di bassa intensità). Ovviamente contano anche le caratteristiche individuali.

Come si riassume il tutto? In maniera molto semplice: un approccio low carb può migliorare le prestazioni e soprattutto il modo di “funzionare” del corpo (da un utilizzo esclusivo o quasi di carboidrati a un buon mix carboidrati/grassi), principalmente per chi punta a gare lunghe, dove l’intensità per forza di cose non è estrema. Fermo restando che per le gare e per gli allenamenti abbastanza intensi, è sempre consigliato partire a scorte piene o quasi. Volete quindi testare un approccio low carb? Fatelo lontano dalle gare e lontano dalla preparazione specifica dell’ultimo periodo. Date al corpo il tempo di adattarsi (le famose tre o più settimane) dove NON vi preoccuperete delle vostre prestazioni! A quel punto, se noterete dei miglioramenti, vorrà dire che il corpo si sarà parzialmente adattato (servono comunque lunghi periodi). Si può anche ciclizzare il modo di alimentarsi: low carb in periodi di riposo e in occasione di allenamenti tranquilli, hi carb (sempre senza esagerare!) prima di allenamenti intensi e gare. Testi per approfondire: Lyle McDonald – The Rapid Fat Loss Handbook http://www.bodyrecomposition.com/the-rapid-fat-loss-handbook Lyle McDonald – The Ketogenic Diet http://www.bodyrecomposition.com/the-ketogenic-diet

3) Per attività ad alta intensità, non c’è alcun beneficio a un approccio low carb, per la prestazione serve sempre glicogeno/carboidrati! Per approfondire: http://www.bodyrecomposition.com/training/cyclicalketogenic-diets-and-endurance-performance-qa.html

tteri i P o c r ianma

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