Liquid Tension Experiment 3 - Non facciamo prigionieri!

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Nel panorama progressive rock odierno si assiste alla nascita di un supergruppo quasi ogni settimana. Ma molto prima che si affermasse questo trend e prima che l’essere coinvolti in più band o progetti fosse la normalità per i musicisti, c'erano i Liquid Tension Experiment. Nel 1997, Mike Portnoy, John Petrucci, Jordan Rudess e Tony Levin, unirono le loro forze e l'anno successivo i quattro pubblicarono il loro iconico, omonimo album di debutto creando un personalissimo suono dinamico, frenetico e innovativo. Tale disco sarebbe poi stato seguito dallo splendido successore, LTE2 pubblicato nel 1999. L'incredibile creatività di questo collettivo spinse poi Petrucci e Portnoy ad invitare Rudess ad unirsi ai Dream Theater, segnando di fatto la fine di questo progetto, che tornò brevemente attivo nel 2008, per realizzare un brevissimo tour in occasione del decennale, ma nulla di più. Ora, con il mondo sottosopra a causa del lockdown ed i calendari inaspettatamente allineati, l'inconcepibile è finalmente avvenuto… LIQUID TENSION EXPERIMENT 3. Alla fine di luglio 2020, Portnoy, Petrucci, Rudess e Levin si sono incontrati segretamente e, dopo aver fatto i necessari tamponi, si sono isolati per poco più di due settimane in uno studio di New York per lavorare al nuovo album. Non avendo registrato nulla assieme negli ultimi 20 anni, l’alchimia dei 4 musicisti sarà rimasta quella di un tempo? Secondo Mike Portnoy, le cose sono andate al loro posto quasi immediatamente. La prima cosa che abbiamo fatto il primo giorno è stata letteralmente jammare e improvvisare. Devo essere onesto però, è stato un po’ surreale. Ho lavorato con John solo pochi mesi prima ed ho suonato con Jordan e Tony nel corso degli anni, ma c'è stato un momento particolare; sono arrivato in studio e mi sono trovato nella stanza con Jordan e John ed è stato come… “aspetta un secondo, questa è la prima volta che noi tre ci troviamo insieme nella stessa stanza dopo più di 10 anni”. È stato surreale e poi 10 minuti dopo stavamo già jammando ed è stato come se non fosse passato un solo giorno. Sembrava che tutto fosse esattamente dove lo avevamo lasciato. Petrucci si è riavvicinato a Portnoy all'inizio del 2020, quando lo ha invitato a suonare nel suo ultimo album solista (Terminal Velocity, ndr), ma questo è stato ancora più speciale. È stato fantastico avere Mike per suonare la batteria nel mio album solista, ma avere la possibilità di lavorare su questo nuovo LTE è stato emozionante perché ci ha permesso di scrivere di nuovo insieme e di stare nella stessa stanza per la prima volta dopo anni, insieme a Jordan e Tony, sembrava come se non ci fossimo persi di vista nemmeno per un secondo. Jordan Rudess concorda: è stata una sorta di continuazione, come se avessimo finito di registrare LTE2 e fossimo tornati in studio solo una settimana dopo facendo LTE3. So che è incredibile da dire, ma il tempo è passato in un attimo, in un batter d'occhio, l’intesa è intesa e non è cambiata. È stato fantastico allora e lo è ancora. Pur essendo passati più di 20 anni dall'ultima volta che sono stati in studio, il modo in cui il gruppo lavora non è cambiato. Tony Levin dice che la scrittura è veloce e furiosa ed è necessario che ognuno sia lucido e dia il meglio di sé. Con questi musicisti talentuosi ed esperti escono buoni risultati; la velocità di apprendimento è molto rapida e questo è fantastico, puoi davvero creare un pezzo da 10-12-15 minuti molto complesso in un giorno e poi andare a perfezionarlo. Il gruppo riconosce che negli ultimi 20 anni, la domanda su quando avrebbero fatto un altro album è stata la più gettonata dai fan. In condizioni normali i membri del gruppo sarebbero stati impegnati in tour, ma il lockdown del 2020 ha finalmente dato loro un'opportunità, che Portnoy ha riconosciuto: ne abbiamo parlato per anni, ovviamente, sai che ci siamo frequentati l'un l'altro, alcuni di noi hanno anche suonato insieme e c'è sempre stata la stessa domanda: “quando farete un nuovo LTE?”. Abbiamo sempre detto di volerlo, era solo una questione di tempi e logistica, quindi la quarantena ci ha fornito una finestra temporale in cui nessuno di noi era in tour. Ci ha davvero permesso di programmare ed essere finalmente in grado di trovarci insieme. È l’unica cosa buona che ci ha portato la quarantena. Le 8 canzoni del nuovo LTE3 sono un mix di 4 brani composti ad hoc, 2 duetti, 1 jam catturata “al volo” e 1 cover accuratamente arrangiata. Abbiamo composto quattro canzoni. Abbiamo capito che era lo stesso approccio avuto con i primi due album e quindi, abbiamo fatto lo stesso anche stavolta, spiega Portnoy. L'identità di questo gruppo risiede nella sua spontaneità, che è qualcosa che loro sposano in pieno. Un brano, Shades of Hope è stato registrato in un unico take da Petrucci e Rudess. Penso che la natura unica di questo progetto, è che è guidato dalla spontaneità dice Petrucci. Credo sia questo che lo rende speciale. Le jam che abbiamo fatto hanno creato l'atmosfera. Infatti, abbiamo scelto tra quelle jam alcune parti, combinate con idee portate da Jordan o che avevo in mente io, o qualcosa fatto da Tony o da Mike o qualcos'altro che poteva influenzarci. Il risultato finale è una musica che rappresenta tutte le nostre


personalità, ben mescolate in questo grosso piatto. È avvenuto tutto molto velocemente, stiamo parlando di pochi giorni, non di qualche settimana ed è questo che lo rende davvero speciale, molto spontaneo. Ulteriore testimonianza della loro personalità musicale è possibile ascoltarla in Liquid Evolution, un brano di ispirazione jazzistica o nel duetto “avant-garde” Chris & Kevin’s Amazing Odyssey tra Portnoy e Levin. I membri della band sono arrivati con già alcune idee in testa, ma come successo con i dischi passati, gran parte della scrittura avviene quando si riuniscono in studio. Rudess spiega: Avevamo una cartella piena di tutte le nostre diverse idee, ma in realtà quando ci troviamo insieme nella stessa stanza, siamo così ispirati che la maggior parte delle cose sono state scritte durante la sessione. The Passage of Time è il primo singolo estratto dall’album ed è stato il primo brano scritto insieme in 22 anni, partendo da un aggressivo e sinistro riff di chitarra nato da una delle jam del gruppo. Questo “mini-epic” si apre verso vari temi che permettono a Petrucci di sciorinare i suoi tipici assoli sopra intricate progressioni di accordi di Rudess. Questa è stata la prima canzone su cui abbiamo lavorato e quando l’abbiamo fatto, abbiamo capito ancora una volta quanto fosse fantastico lavorare insieme. Sapevamo di aver scoperto qualcosa e che sarebbe stato un album davvero fantastico. Niente dei passati vent'anni avrebbe potuto cambiare le cose. Per me questa canzone riflette veramente gli sforzi collaborativi di tutti e quattro." - John Petrucci È stato così emozionante essere di nuovo insieme in una stanza a creare, dopo tanto tempo (22 anni per tutti e 4 e oltre 10 anni per i 3 di noi che sono stati insieme nei DT). Questo è un primo grande assaggio per gli ascoltatori, in quanto combina tanti degli elementi musicali che rende i LTE unici - Mike Portnoy C'è una chimica innegabile che accade quando noi quattro siamo insieme. Entrare in studio e iniziare a lavorare su “The Passage of Time” dopo 22 anni mi ha dato una prospettiva completamente nuova su queste importanti relazioni musicali (e personali) e sul modo per cui il tempo è così relativo. Appena ci siamo saltati dentro è stato come se il tempo non fosse passato affatto, e abbiamo creato una canzone che ha così tanti degli elementi che rendono LTE unico. Non è passato un giorno dalla nostra ultima uscita che non mi è stato chiesto "quando torneranno insieme i LTE?" Ora, finalmente possiamo dirlo e non vedo l'ora che tutti ascoltino la nostra creazione." - Jordan Rudess Dalle torbide profondità del lockdown, LTE è riemerso, galvanizzato, grondante di idee e non fa prigionieri. “The Passage of Time” è solo l'inizio. - Tony Levin Key To The Imagination, è una epica traccia di 13 minuti che chiude l'album e mette in mostra tutti gli elementi per cui la band è conosciuta, partendo con calma, per dipanarsi in dozzine di cambi di tempo e accordi e culminando in un finale da brividi lungo la schiena. Per Portnoy il brano si rifà ad alcuni dei brani più epici dei Dream Theater come Six Degrees of Inner Turbulence o Octavarium. La seconda traccia dell'album e secondo singolo estratto è Beating the Odds. Nasce da un riff che ho portato nelle sessioni e che ho pensato fosse interessante perché è in un tempo dispari e fraseggiato in un modo che in un primo momento risulta difficile da comprendere, finché non capisci dove è il groove. Quando l'ho presentato ai ragazzi, la loro reazione iniziale è stata "come la intendi, esattamente?". Quando entra la band dopo il riff iniziale probabilmente suona un po' strano [“odd” in inglese ndr] perché la metrica risulta un po' poco chiara, finché la canzone non prosegue. Se i LTE dovessero avere un successo prog pop sarebbe questo! - John Petrucci Ricordo lo sguardo di confusione su tutti i nostri volti quando JP ha iniziato a suonare quel riff di apertura! Era apparentemente così lineare, ma con un tocco ritmico bizzarro! Ci è voluto un po' per interiorizzarlo, ma poi l'abbiamo adorato tutti! Una delle grandi cose di LTE è il fatto che dobbiamo solo lasciarci andare e divertirci! - Jordan Rudess Beating The Odds è la seconda canzone che abbiamo scritto. Scherzosamente, in studio, l’ho definita come "la canzone del benessere da pandemia" [lett. “feel-good song”] in quanto ha un'atmosfera molto allegra e felice... ma ci sono anche alcuni bei colpi di scena musicali che vanno dal glorioso ritornello melodico fino alle sezioni soliste. - Mike Portnoy Inizia con un riff discendente, che inizialmente suona un po’ come stessimo salendo le scale camminando all’indietro, ma che diventa subito chiaro. Poi la melodia si apre in


una sorta di “inno nazionale”. Successivamente ci sono linee di basso all’unisono, dove sia Jordan che John utilizzano suoni carichi di flanger che funzionano bene insieme al basso. L’energia inarrestabile di Mike è evidente qui, e abbiamo degli assoli di J & J fantastici. Dopo soli cinque minuti e mezzo il brano comincia a sfumare… una canzone breve per i nostri standard. Ma ci stiamo solo riscaldando. – Tony Levin L'ultima canzone scritta in studio è stata Hypersonic, la frenetica traccia di apertura, eseguita a una velocità pazzesca. Portnoy la descrive come: Una cosa implacabile. È decisamente come una dichiarazione, sai che siamo tornati. La canzone che da il via all'album si apre letteralmente con una raffica di 30 secondi e non riesci nemmeno a riprendere fiato. Chi l'avrebbe mai detto che un gruppo di ragazzi della nostra età avrebbe suonato così? È stata l'ultima canzone che abbiamo composto delle quattro nuove. Sapevamo di avere bisogno di un opener che stuzzicasse la testa delle persone fin dal momento in cui premi play. È una specie di incrocio tra Acid Rain e Paradigm Shift mescolato con un po’ di follia a la The Dance of Eternity. Ci abbiamo gettato dentro di tutto appositamente... compreso il lavello della cucina! [battuta che si rifà al modo di dire anglofono “everything but the kitchen sink” / “tutto tranne il lavandino” ndr] Petrucci continua: Segue la tradizione Liquid Tension Experiment, quando si preme play, ti travolge. Non si aprirà con qualcosa di “tenero”, l'idea era di scrivere qualcosa con un sacco di folle velocità, caos e tutto il resto. Mentre stavamo mettendo insieme l'album, sentivamo tutti che doveva esserci una traccia che avesse un po' di forza e velocità e quell'energia nervosa, frenetica che aveva una canzone come Paradigm Shift o Acid Rain; qualcosa di pesante e pieno di energia. Questa canzone spunta decisamente quella casella. Ricordo come iniziò questo - Petrucci a testa bassa alla chitarra che dava vita a questo riff pazzo, e le cose procedettero con grande ispirazione dopo quel momento. A volte l'ispirazione ti porta in giro e l'intera sezione in movimento cromatico con variazioni tonali è uscita fuori da tutti noi. Questo pezzo presenta anche una parte di contrappunto a 4:10 totalmente scritta. Aggiungi alcuni unisoni pazzi e un po' di follia ispirata a Levin, simile a Zappa e avrai una melodia chiamata Hypersonic! -Jordan Rudess Penso di aver sentito i ragazzi dire: "Diventiamo più pazzi con i riff di apertura rispetto agli album precedenti". Per me è ora di tirare fuori lo stick - l'unico modo in cui ho la possibilità di stare al passo. Il nostro solito piano è messo in atto qui: sezioni velocissime portano ad aperture melodiche in cui vorresti cantarci su ma non puoi perché ci sono così tanti colpi di scena. -Tony Levin Un altro punto forte dell'album è la versione in studio della classica composizione di Gershwin, Rhapsody in Blue arrangiata dalla band. Portnoy argomenta così: Abbiamo fatto degli spettacoli nel 2008 e abbiamo messo insieme questo arrangiamento progressivo davvero fantastico di Rhapsody in Blue e così le persone che hanno visto quegli spettacoli, hanno avuto modo di vivere questa esperienza. Poi abbiamo fatto uscire una serie limitata di CD e DVD live da quel tour, ma ho sempre pensato che fosse uno dei più grandi riarrangiamenti e orchestrazioni e che sarebbe stata una grande idea registrarla e dargli il giusto risalto, perché penso che fosse davvero speciale. Per quanto riguarda la pressione che la band avrebbe potuto sentire nel fare questo disco su cui erano riposte aspettative così alte, Rudess ci dice che è stata di breve durata. Pensandoci, ho sentito forse un po' più di pressione prima di iniziare le sessioni, perché c'era così tanta attesa, ma una volta che siamo entrati in studio insieme, è stato più come “bene, ci siamo!” come un treno in partenza che inizia a muoversi, le idee scorrono, stiamo solo facendo quel che facciamo. Ti rendi conto che il motivo per cui è stato un successo e tutti ancora lo vogliono così tanto è perché la chimica funziona, è solo qualcosa che scorre davvero. Secondo Tony Levin: l’unica pressione che sentivo era quella di ordinare la cena!


Trovarsi tra le mani un nuovo album dei Liquid Tension Experiment è un'esperienza che, fino a poco tempo fa, avremmo ritenuto impensabile, eppure è successo! Sono passati 22 anni dal loro ultimo lavoro in studio e, se da un lato l'annuncio di questo ritorno ha generato una grande euforia, dall'altro serpeggiava - anche tra i fan più sfegatati - il timore che questa reunion potesse andare a “scomodare” uno dei più amati side project del mondo progressive per concretizzarsi in un lavoro non all'altezza dei precedenti. Ebbene, possiamo stare tranquilli! LTE 3 è un album che non ha nulla da invidiare, qualitativamente parlando, ai suoi predecessori. Ma soprattutto, appare perfettamente coerente con i lavori passati, tanto che potrebbe sembrare un album scritto e registrato nel 2001, sepolto in una capsula del tempo e recuperato dopo vent'anni. Casomai qualcuno fraintendesse quest'ultima frase, meglio specificare: non è assolutamente una critica, ma attesta il fatto che il progetto LTE non ha perso il suo sound originario, nonostante le varie evoluzioni - più o meno gradite - che hanno modificato il mondo del progressive metal del ventunesimo secolo. Questa premessa serve a fugare fin da subito i dubbi di chi temeva che i LTE potessero aver inglobato le varie influenze musicali con cui i quattro musicisti sono entrati in contatto nel corso di questi due decenni (thrash metal, elettronica, djent ecc...), andando quindi a snaturare lo stile del progetto. Anzi, proprio per ribadire la continuità con i precedenti lavori, non mancano nell'album evidenti parallelismi con alcune tracce del passato... soluzione che, del resto, era già stata utilizzata nel secondo disco. Insomma, in questo album ritroviamo tutto quello che si poteva chiedere ai LTE: tecnica, groove, melodia e la sensazione di trovarsi davanti ad un disco scritto con tanta voglia di divertirsi, nonché far divertire chi lo ascolta.

Per noi di YtseItalia il disco “Liquid Tension Experiment 3” è promosso a pieni voti!

Ciancio alle bande, se volete ascoltare il disco senza ulteriori spoiler, potete fermarvi qui e andare a mettere il disco nel vostro lettore. Altrimenti, ecco una descrizione, assolutamente non esauriente (del resto come si può tradurre in parole un tale gioiello?) di quello che troverete all'interno dell'album. Hypersonic: Come nella miglior tradizione dei LTE, il disco si apre con un brano che fin fai primi secondi sommerge l'ascoltatore con una mitragliata di note e una serie di riff incalzanti, sostenuti da una ritmica dove il buon Mike Portnoy non intende lasciare nemmeno uno spazio libero sulla sua partitura. Come è stato dichiarato anche dalla band, Hypersonic vuole chiaramente riprendere la funzione di Paradigm Shift e Acid Rain, ovvero una traccia d'apertura travolgente che, ora più che mai, vuole ricordarci che il gruppo è ancora in formissima, sia dal lato esecutivo che compositivo. Ad un primo impatto il brano sembra non poter reggere il confronto con le succitate tracce, ma, bisogna ricordarsi che Hypersonic, al momento, non può contare sullo stesso valore affettivo di brani che molti di noi hanno ascoltato più di 20 anni fa, magari quando ci eravamo appena avvicinati al mondo del progressive metal; tuttavia bastano un paio di ascolti per rendersi conto della vera forza del brano e rendersi conto che i LTE sono tornati! Ah, una cosa...sebbene sia inutile ribadire il fatto che ci troviamo di fronte a quattro fenomeni dei rispettivi strumenti musicali, ci permettiamo di sottolineare il fatto che il signor Tony Levin ha 74 anni! Ora riascoltate il riff iniziale di questo brano e chiediamoci ancora una volta se abbia senso cercare tracce di vita su Marte, quando abbiamo la prova che gli alieni vivono già tra di noi (e suonano il Chapman Stick...). Con Beating The Odds si riduce drasticamente la quantità di note al secondo, puntando invece ad un approccio più incentrato sulla melodia e sul groove. Il risultato è un brano molto divertente, il cui tema principale vi entrerà subito in testa. Liquid Evolution vuole invece raccogliere l'eredità di Osmosis: trattasi infatti di un brano dove i protagonisti quasi assoluti sono Tony Levin e Jordan Rudess, che propongono un delicato tappeto musicale di stampo quasi new-age, molto rilassante e avvolgente. Verso metà del brano, entra in gioco anche John Petrucci, che lascia momentaneamente da parte i virtuosismi per concentrarsi sul suo lato melodico ed emozionale. The Passage Of Time: si torna a sonorità più heavy e più “oscure”, che sembrano prendere spunto dal sound dei Dream Theater di Systematic Chaos. Trattandosi del primo singolo del disco, pubblicato all'inizio dell'anno, aveva fatto sorgere negli ascoltatori più critici alcuni dubbi sulla natura dell'album LTE (alcuni avevano ipotizzato che potesse trattarsi di un disco più hard'n heavy che progressive). Ma arrivati a questo punto, avendo finalmente la possibilità di ascoltare l'album


in tutte le sue sfaccettature, tale dubbio non ha più ragione di esistere, se non nella mente di chi vuole criticare a prescindere. Chris & Kevin's Amazing Odyssey Il titolo lascia subito intuire ciò che si troverà al suo interno, visto il chiaro riferimento ad una traccia del primo album, ovvero un brano eseguito solamente da Mike Portnoy e Tony Levin. Stavolta, nessun groove, nessun fischietto, nessuno che esclama “excellent” in sottofondo, ma 5 minuti di pura sperimentazione sonora, specialmente da parte del buon Tony -qui al contrabbasso elettrico- alle prese con con distorsioni, chorus, ed effetti vari. Trattandosi di una vera e propria jam, senza un tema principale, risulta una traccia non di facile ascolto, ma è comunque interessante, visto che fa emergere il lato più “kingcrimsoniano” dei LTE. Rhapsody In Blue Anche questo titolo non lascia spazio ad alcun dubbio: trattasi infatti della cover della celeberrima composizione di George Gershwin, già proposta nel tour del 2008 e presente in entrambi i DVD della band. Difficilmente si potrà trovare un fan dei LTE che non abbia mai visto i video in cui la band esegue -in maniera magistrale- questa cover. Averne registrato una versione in studio permetterà finalmente a tutti di poter possedere una versione “fisica” di questo brano (vista la difficile reperibilità dei due DVD), ma soprattutto permetterà di poter apprezzare al meglio, senza la 'distrazione' del video, tutti i dettagli e le finezze di questa rivisitazione. Shades Of Hope Non manca, neppure, in questo album il duetto tra John Petrucci e Jordan Rudess. Dopo State of Grace e The Hourglass, i due componenti dei Dream Theater ci regalano un altro gioiello dove a farla da padrone è la melodia. Se poi pensiamo che questo brano è stato composto registrato in un singolo take, ci rendiamo conto che ci troviamo davanti alla maestria più pura. Key To The Imagination L'ultima traccia del disco è una magniloquente composizione da 13 minuti, che si apre con una bellissima intro, in cui Petrucci e Levin duettano sopra un tappeto di pianoforte. Dopodiché diventa difficile descrivere il resto del brano, viste le numerose sezioni che lo compongono: c'è spazio per l'heavy metal, orchestrazioni, melodie aperte, scambi di assoli, ecc... tutte cose che rendono questo brano probabilmente il più “completo” dell'album. Qua e là sembra di sentire espliciti riferimenti a Another Dimension, ovvero uno dei brani più amati della band, tanto da aver avuto il privilegio di essere stato riproposto in versione integrale anche durante alcuni live dei Dream Theater. E spero che il buon Tony Levin ci perdonerà se anche noi ci accodiamo a Mike Portnoy nel dire che questo brano è quello che più di tutti si avvicina al sound dei Dream Theater, in particolare quello dei primi anni 2000, amato anche dai fan più inguaribilmente nostalgici. Bentornati, Liquid Tension Experiment. Johnny Bros.

Le dichiarazioni della band sono tratte dalla videointervista contenuta nel Blu Ray incluso nell’edizione Artbook dell’album. © 2020 InsideOut Music - Band interview trailer: https://youtu.be/5Mn5PX0Batg Foto © Tony Levin Videoclip: The Passage Of Time https://youtu.be/jWP4JLUxiqY Beating The Odds https://youtu.be/RJWTT35GhQc Hypersonic https://youtu.be/OSNVo6bZGUs DREAM THEATER WORLD ONLINE: dreamtheater.club/ www.facebook.com/TheDreamTheaterWorld www.instagram.com/dreamtheaterworld twitter.com/TheDTWorld www.youtube.com/channel/UCpixvPjs3kIdfUJPwBNcsA

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