Dreams n.21

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Direttore responsabile Fabio Setta

Direttore editoriale Dario Guadagno

Contributi

• Valentina Todesca

• Morena Pierro

• Davide Tundis

• Gennaro Sepe

• Ely

• Fabio Setta

• Gelsomino F. Calzaretta

• Maria Minotti

• Michele D’Eboli

Design e Layout

Maria Minotti

Pubblicato da Wonderlab SRL via Staibano, 3 Cap 84124, Salerno Tel. 0890978476

info@wonderlab.it

Tavola dei Contenuti

DIGITAL

& AI

La transizione verso un turismo più sostenibile è ormai una priorità globale. Con l’AI ora si può viaggiare green 6

REALTÀ AUMENTATA E VIRTUALE

Il mondo non si divide più tra reale e virtuale, ma si costruisce in quello spazio sottile in cui convivono 8

EVENTI E OPPORTUNITA’

Nuove opportunità per le piccole e medie imprese: tutte le informazioni utili e i link per presentare domanda 11

APP E VIDEOGIOCHI

Una ventata d’aria fresca nel mondo dei giochi di calcio: Rematch è il gameplay che esalta l’abilità del giocatore 18

MARKETING E COMUNICAZIONE

Estate Italiana Fiat: sulle strade che scorrono sotto il sole, Stellantis accompagna gli italiani in vacanza 20

SALERNO

Nel borgo di Teggiano un viaggio tra gusto, storia e cultura in compagnia della principessa Costanza 22

Fabio Setta

Direttore responsabile

La privacy rischia di diventare un lusso? Siamo di fronte ad uno snodo cruciale riguardo l’uso delle nuove tecnologie e la protezione dei dati personali? Chi può permettersi di pagare ottiene una maggiore protezione della privacy mentre chi non può, cede i propri dati in cambio dell’accesso? È davvero questa la situazione? E quanta gente che usa web e social ne è consapevole? Domande sempre più attuali e a cui è sempre più importante dare una risposta. La situazione, decisamente in divenire, non è di facile risoluzione, come traspare dalla Relazione sull’attività svolta nel 2024 presentata in questo mese di luglio dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali Un tempo la privacy era un diritto. Oggi, rischia di trasformarsi in un privilegio per pochi. In un’epoca in cui ogni clic, ogni conversazione, ogni spostamento può essere tracciato, proteggere la propria riservatezza richiede denaro, competenze e consapevolezza che non tutti hanno

Le nuove tecnologie emergenti, l’intelligenza artificiale generativa, i modelli “pay or ok” e l’addestramento dei sistemi di AI tramite web scraping, hanno fatto risuonare inevitabilmente un campanello d’allarme. La relazione affronta le grandi questioni legate alla tutela dei diritti fondamentali delle persone nel mondo digitale: in particolare, le implicazioni della tecnologia; l’Intelligenza Artificiale generativa; l’economia

fondata sui dati; le grandi piattaforme e la tutela dei minori; i sistemi di age verification; i big data e la monetizzazione dei dati personali.

L’obiettivo deve essere quello di armonizzare le tecnologie emergenti con i diritti e le libertà della persona, ma anche promuovere una più efficace azione di controllo sull’applicazione della normativa Sono diversi gli aspetti da normare e non è un caso che l’Autorità ha concluso l’istruttoria nei confronti di ChatGPT ordinando a OpenAI, la società che gestisce il chatbot, la realizzazione di una campagna informativa e il pagamento di una sanzione di 15 milioni di euro

In tema di privacy è finito nel mirino, un nuovo approccio che si sta diffondendo tra le grandi piattaforme nel panorama digitale europeo, ovvero il cosiddetto “Pay or OK”. Agli utenti viene offerta una scelta solo apparente: o si accetta il tracciamento per fini pubblicitari (OK), oppure si paga un abbonamento per preservare la propria privacy che rischia di diventare praticamente un lusso, più che un diritto In pratica, l’utente è messo di fronte a un bivio: o consente la raccolta dei propri dati per fini pubblicitari, o paga per accedere a una versione del servizio “senza pubblicità” (e senza tracciamento). Un altro fronte è quello relativo alle aziende che sviluppano AI utilizzando questi dati per addestrare i loro modelli, anche se spesso non esiste un consenso esplicito da parte dei titolari dei contenuti. Post sui social, articoli, recensioni, immagini: tutto può essere raccolto (web scraping) e utilizzato per "allenare" i modelli generativi.

Le regole e il controllo ci sarebbero ma, seppur la legge non ammetta ignoranza, sono davvero pochi gli utenti che sono a conoscenza di quanto accade ai loro dati, o che siano in grado o che abbiano la voglia di leggere le policy. Serve un approccio che metta al centro i diritti delle persone, la trasparenza e il controllo sui dati. Sarebbe il momento di democratizzare la protezione dei dati, rendendola accessibile, comprensibile e realmente esercitabile da tutti La privacy non può essere un’opzione a pagamento, ma deve restare un diritto inalienabile.

La transizione verso un turismo più sostenibile è ormai una priorità globale. L’attenzione crescente all’impatto ambientale, sociale e culturale dei viaggi sta trasformando l’intero settore.

Organizzare una vacanza sostenibile può sembrare un’impresa: trovare trasporti a basso impatto, hotel davvero ecologici, evitare il turismo di massa e magari compensare anche le emissioni. Ma oggi l’intelligenza artificiale è pronta a fare il lavoro sporco per noi. Come? Incrociando dati, analizzando alternative e proponendo soluzioni su misura in pochi secondi. Il risultato è viaggiare più “leggeri” in termini sia di impatto sull’ambiente che di peso

organizzativo

Se si cerca, ad esempio come andare da Milano a Parigi, un assistente AI ben addestrato non ti proporrà solo voli. Segnalerà, ad esempio, che il treno ad alta velocità impiega meno di 7 ore, ha un’impronta di CO₂ molto più bassa dell’aereo ed è collegato a servizi di bike sharing e trasporti elettrici all’arrivo. Non solo: si potrebbero ricevere notifiche sui giorni con minore affluenza o alternative notturne per risparmiare tempo e una notte in hotel.

Scovare strutture davvero green, al di là del marketing, è una delle missioni chiave dell’AI. Algoritmi intelligenti possono filtrare hotel con certificazioni serie (come Green Key o Bio Hotels), incrociare recensioni e schede tecniche, e suggerire

Valentina Todesca

alloggi che usano energie rinnovabili, fanno compostaggio e riducono l’uso della plastica.

Grazie ai dati in tempo reale, alcuni sistemi

AI segnalano, poi, quando una destinazione è troppo affollata – e propongono alternative più tranquille e autentiche Se si sta per prenotare una visita agli Uffizi in alta stagione, si potrebbe ricevere una notifica che invita in alternativa a scoprire il Museo del Novecento o un laboratorio artigiano fiorentino, magari incluso in una passeggiata guidata da una guida locale. Meno code, più storie vere.

Alcune app AI-first, come Klimate.co o strumenti sperimentali di Google Travel, calcolano quanto inquina davvero il proprio viaggio, dando informazioni, ad esempio, su quanti kg di CO₂ emette il volo.

Naturalmente, restano alcune criticità: l’interoperabilità dei sistemi, la qualità e trasparenza dei dati, il rischio di greenwashing da parte di operatori che si definiscono “eco” senza una reale verifica indipendente Per questo, è fondamentale che le tecnologie siano accompagnate da policy chiare e standard etici condivisi.

L’AI, quindi, non si limita a semplificare l’organizzazione di una vacanza. È uno strumento che permette di ricalibrare l’intero sistema turistico verso modelli più equi e sostenibili. Con il supporto dell’Intelligenza Artificiale, il viaggiatore del futuro sarà sempre più informato, consapevole e protagonista attivo del cambiamento. Viaggiare in modo green non sarà più una scelta di nicchia, ma una pratica accessibile, integrata e potenziata dalla tecnologia.

Morena Pierro

Tutto inizia così: sei nel salotto di casa, ma con un gesto liberi un’aurora boreale sopra di te. Schiocchi le dita e i tuoi appunti fluttuano nell’aria. Giri lo sguardo e la tua videoconferenza è lì, appoggiata sul tavolo. Non è un sogno. È il futuro che si sta scrivendo proprio davanti agli occhi. Nel 2024, Apple Vision Pro ha fatto il primo passo: un visore futuristico, potente, capace di trasportarti dentro mondi virtuali o sovrapporre dati al mondo reale

È stato l’inizio di qualcosa Non solo un

dispositivo, ma una visione Con i suoi due display micro OLED da 23 milioni di pixel e il tracciamento oculare avanzato, Vision Pro non si limita a mostrarti un'interfaccia: la posiziona nello spazio, la rende viva, manipolabile, quasi reale.

Un anno dopo, ecco la risposta di Google. Alla Google I/O 2025 ha presentato Android XR, la sua nuova piattaforma che unisce AR, VR e AI in un unico abbraccio, e non l’ha fatto con un prodotto futuristico o inaccessibile. L’ha fatto con occhiali.

Leggeri, trasparenti, simili a quelli che potremmo già avere addosso.

ll primo a salire sul palco è stato Project Moohan, creato da Samsung: un visore

elegante, capace di fondere immagini digitali con il mondo reale in modo fluido. Subito dopo, è arrivato Project Aura, firmato Xreal: un paio di smart glasses dal design minimal, pensati per accompagnarci nella vita di tutti i giorni.

E con loro, una promessa: un’interfaccia che si muove con noi, che risponde a gesti, parole, sguardi A farli muovere è Gemini AI, l’intelligenza artificiale di Google che interpreta il mondo, capisce cosa stai guardando e ti offre esattamente quello che ti serve.

Hai bisogno di tradurre un cartello? Fatto. Vuoi vedere il meteo, la ricetta, il promemoria della riunione? Appaiono lì,

davanti a te, nel flusso della tua vita Se Apple ha costruito il suo futuro con la potenza e il design, Google ha scelto la leggerezza e la diffusione. Due strade, una meta: integrare il digitale nel reale senza interromperlo, senza isolarci. E gli sviluppatori di oggi sono in mezzo a questo nuovo spazio. Con Android XR, si possono creare app che si muovono con lo sguardo, si adattano ai movimenti del corpo, accompagnano chi le indossa senza distrarlo. Non serve reinventare tutto: basta immaginare nuovi modi di esserci. Il mondo non si divide più tra reale e virtuale, si costruisce in quello spazio sottile in cui convivono. E oggi quello spazio forse serve, semplicemente, a scegliere cosa vedere.

RegioneLazio,avviso asostegnodellacrescita ecompetitivitàdellePMI

Rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI e la creazione di posti di lavoro nelle PMI, anche grazie agli investimenti produttivi. Questo l’obiettivo dell’Avviso pubblicato dalla Regione Lazio a sostegno della realizzazione di investimenti da parte delle PMI riguardanti l’ampliamento, la diversificazione e la modernizzazione delle attività produttive esistenti, anche mediante l’adozione di tecnologie innovative e sostenibili. Sono inoltre ammissibili le due tipologie di intervento ancillari: attività di formazione e di addestramento dei dipendenti da assumere o da riqualificare per effetto degli investimenti agevolati; consulenze e servizi attinenti alla fase di industrializzazione e di prima commercializzazione dei prodotti o servizi oggetto dell’investimento agevolato Maggiori info qui

STEP Lazio – Sostegno allo sviluppo e alla fabbricazione delle tecnologie critiche

Nuovo avviso della Regione Lazio a sostegno di progetti che riguardano lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche, o la salvaguardia e il rafforzamento delle rispettive catene del valore, nei settori: tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie deep tech; tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, incluse le tecnologie a zero emissioni nette; biotecnologie, compreso lo sviluppo e la fabbricazione dei medicinali critici. Tali tecnologie sono considerate critiche se soddisfano almeno una delle condizioni seguenti: apportano un elemento innovativo, emergente e all’avanguardia con un notevole potenziale economico oppure contribuiscono a ridurre o a prevenire le dipendenze strategiche della UE. Bando e informazioni qui

Dalla Regione Friuli avviso per contributi a fondo perduto per Ricerca e sviluppo

Pubblicato Avviso della Regione Friuli-Venezia Giulia riguardante le modalità di concessione ed erogazione di contributi a fondo perduto a favore di beneficiari (imprese, università, Organismi di Ricerca aventi la propria sede o unità operativa localizzate nel territorio regionale) per la realizzazione di progetti di ricerca industriale o sviluppo sperimentale attinenti all’Area di specializzazione “Salute, Qualità della Vita, Agroalimentare e Bioeconomia” e rientranti nelle traiettorie di sviluppo dalla 1 alla 4 finalizzati alla validazione di idee e tecnologie innovative che, partendo da un TRL almeno pari a 4, prevedano alternativamente il passaggio al TRL 6, 7 o 8. La dotazione finanziaria dell’avviso è pari a euro 3 000 000,00 Info qui

Un tempo, il nome GoPro risuonava come un'eco in ogni video d'azione, sinonimo di avventura e riprese mozzafiato Anzi, per molti la parola “GoPro” è diventata un sinonimo “action cam”, come quando distrattamente diciamo “scotch” parlando di nastro adesivo o di “scottex” per la carta assorbente. L'azienda di Nicholas Woodman non si limitava a produrre action camera; aveva, infatti, creato un vero e proprio fenomeno culturale, dominando incontrastata un mercato che lei stessa aveva plasmato. Ma i venti del cambiamento soffiano costanti nel mondo della tecnologia ed il rischio di dare per giusta una rotta sbagliata sono dietro l’angolo. Il declino di GoPro non è stato un fulmine a ciel sereno, bensì il lento, inesorabile risultato di una serie di errori strategici e di una sorprendente inerzia di fronte all'innovazione Mentre i suoi prodotti subivano solo miglioramenti incrementali, l'azienda si avventurava in disastrose digressioni, come il flop del drone Karma nel 2016. Quella mossa, oltre a bruciare risorse preziose, ha incrinato la fiducia degli investitori, rivelando una pericolosa dispersione di energie. Anziché consolidare il suo core business, GoPro ha, poi, persino tentato di reinventarsi come "media company", un'ambizione però mai pienamente

realizzata che ha ulteriormente distolto l'attenzione dal prodotto principale Prodotto che in parte cominciava ad essere messo in dubbio non solo dai competitor diretti, ma persino dall'ascesa degli smartphone e delle loro fotocamere, sempre più performanti e versatili. In questo scenario di stallo e incertezza, è emersa silenziosamente, ma con determinazione, Insta360. L'azienda cinese ha compreso una lezione fondamentale: l'innovazione non aspetta. Ha puntato con decisione sul segmento delle videocamere a 360 gradi, una nicchia che GoPro aveva sottovalutato o gestito con poca convinzione, come dimostrato dal tiepido successo della sua GoPro Fusion. Insta360 non si è limitata a inseguire ma ha dettato il passo I suoi vantaggi competitivi sono stati lampanti. Insta360 ha offerto qualità d'immagine superiore, spesso con risoluzioni maggiori e sensori più grandi che garantivano prestazioni eccellenti anche in condizioni di luce avverse. La sua tecnologia di stabilizzazione, denominata FlowState, ha rapidamente raggiunto e, per molti, superato la HyperSmooth di GoPro, garantendo riprese di una fluidità sorprendente. Ma la vera arma segreta di Insta360 è stata la sua visione olistica: non solo hardware potente, ma anche funzionalità innovative e un software di editing intuitivo basato sull'intelligenza artificiale. Quest'ultimo ha democratizzato la creazione di contenuti a 360 gradi, rendendo semplice anche per i meno esperti trasformare riprese complesse in video accattivanti I numeri parlano chiaro. Nel 2023, Insta360 ha conquistato oltre il 67% del mercato globale delle fotocamere panoramiche, e non solo: ha rapidamente scalato posizioni nel settore più ampio delle action cam, sorpassando GoPro in diverse metriche chiave di innovazione e crescita. Il duello tra GoPro e Insta360 è una potente lezione di mercato: anche i giganti cadono se non si reinventano. L'agilità, l'investimento costante nell'innovazione e una profonda comprensione delle esigenze degli utenti, come magistralmente dimostrato da Insta360, sono i veri motori del successo nell'implacabile mondo della tecnologia. La battaglia per la leadership nel settore delle action cam è ancora aperta, ma una cosa è certa: il nuovo Re ha già iniziato a dettare le regole.

Ely’s in Wonderlab

App e software per i teenager visti e commentati da una teenager

Life is strange, il gioco che riavvolge il tempo

Ely

Ciao a tutti e benvenuti a questo nuovo appuntamento con la mia rubrica. In questo numero vi parlerò di un gioco bellissimo disponibile sia per console e PC, sia per mobile che s’intitola "Life is strange", un gioco uscito ormai 10anni fa ma che rimane sempre moderno. La storia parla di Max Caulfield, una ragazza che scopre di poter riavvolgere il tempo ogni volta che vuole e che dovrà scoprire il mistero dietro la sua città Il gioco ruota tutto intorno al fatto che ogni scelta che farai avrà delle conseguenze nel futuro e questo ti porterà ad avere un'esperienza di gioco sempre differente. Il gioco ha cinque "episodi" in totale ognuno con la durata media di 2/3 ore “Life is strange” parla di temi davvero attuali come l'adolescenza,

l'amicizia, il tempo, il bullismo, la depressione, l'amore, la scoperta di sé stessi, ecc... Questo gioco, come detto, anche prima, gira molto intorno alle scelte che il giocatore può fare e spesso si fa riferimento all'effetto farfalla con la presenza di quest'ultima sia all'inizio di tutto, all'inizio della storia, sia alla fine. E se pensavate che questo gioco avesse solo un capitolo beh, vi sbagliavate perché ne ha più di quanti ne possiate immaginare. Purtroppo, non ho ancora provato gli altri capitoli della serie, ma spero di farlo al più presto. Per concludere ci tengo a dire che Life is strange non è un gioco per tutti, è un gioco molto importante ma bisogna concentrarsi molto per godersi a pieno l'esperienza, non è un gioco di combattimento o simili; è un gioco di crescita personale ed è un gioco che merita Detto questo io vi saluto e ci vediamo la prossima volta.

Era il 1984 quando, due anni dopo un breve racconto, William Gibson nel suo nuovo libro utilizza un neologismo destinato a diventare iconico. Un termine che unisce la «cibernetica» (parola coniata nel 1948 da Norbert Wiener per indicare i fenomeni biologici, artificiali o misti di autoregolazione) e «spazio». Sebbene l’iniziale accezione di Gibson fosse volta a identificare il cyberspazio, un luogo immaginario di fantasticherie e allucinazioni tecnologiche, contrapposto allo spazio reale – che l’autore definiva meatspace, ovvero «mondo della carne» –, il significato si è successivamente arricchito e il termine è divenuto di uso comune nel terzo millennio Il libro in cui appare per la prima volta è Il Neuromante (titolo originale Neuromancer), il primo romanzo di Gibson, è unanimemente considerato il manifesto del genere cyberpunk, un genere narrativo che trae spunto dalla critica alla possibilità di un pericoloso sviluppo senza limite della tecnologia e di un controllo capillare dell'individuo da parte di una società oppressiva. Il protagonista del libro è Case, un ex hacker che è stato privato del suo talento a

causa di un atto di tradimento L’ambientazione è una realtà futura distopica, dove le corporazioni detengono il potere e il cyberspazio è una dimensione digitale in cui gli hacker combattono con le loro abilità, offrendo una visione affascinante e spesso inquietante del futuro. Questo libro, la cui prima edizione è stata pubblicata nel 1984, primo capitolo della Trilogia dello Sprawl, non è solo una pietra miliare della letteratura di genere, ma anche una profetica riflessione sulla tecnologia, l’identità e il potere delle corporazioni. Quest’opera ha avuto, inevitabilmente un grande impatto culturale, portando all'estremo tendenze allora emergenti e oggi consolidate come la globalizzazione, l'informatizzazione, l'ossessione per la tecnologia, il potere socioeconomico delle multinazionali e la diffusione delle droghe sintetiche. Il libro è universalmente riconosciuto come il testo fondante del cyberpunk. Con questo suo capolavoro, Gibson è riuscito a influenzare profondamente non solo la letteratura, ma anche il cinema, i videogiochi e persino la cultura hacker In conclusione, il Neuromante può essere definito un classico visionario che ancora oggi ci aiuta a comprendere il mondo digitale in cui viviamo.

Fabio Setta

Sepe

Se vi avessi detto che lo stesso studio dietro “The Emoji Movie” avrebbe prodotto un film su una band K-pop che sconfigge demoni con la musica, probabilmente sareste scoppiati in una sonora risata. E non vi biasimo. Eppure “Kpop Demon Hunters”, uscito su Netflix a giugno 2025, è riuscito a imporsi come uno dei titoli più visti della piattaforma, creando attorno a sé una community sorprendentemente attiva e appassionata E sì, lo ammetto: mi ha colpito. Non è perfetto, ma funziona. Il film segue le vicende delle Huntrix, un gruppo musicale che discende da una dinastia di cacciatori di demoni. La loro arma? La musica. Un’idea che suona assurda sulla carta, ma che nel contesto del film riesce a trovare una sua coerenza interna. La storia non è particolarmente innovativa, dopotutto si parla di accettazione di sé, amicizia e un pizzico di romanticismo, ma viene raccontata con un ritmo e uno stile che fanno del coinvolgimento il loro punto di forza Quello che sorprende è la capacità del film di farci entrare in sintonia con le protagoniste fin da subito. Una sensazione amplificata da un inizio frenetico, praticamente invaso da musiche continue (una scelta voluta, forse, per creare una sottile satira sul mondo della musica sempre in cerca della prossima hit?). Fortunatamente, la narrazione rallenta e ci permette di esplorare le emozioni del gruppo delle nostre cacciatrici. In particolare, l’amicizia tra le ragazze viene raffigurata attraverso una serie di scene che mettono in luce la loro trasparenza e le rassicurazioni che riescono a darsi a vicenda per affrontare le loro fragilità. Non sono super eroine perfette, ma persone normali che si sostengono a vicenda, diventando una famiglia in cui ciascuna

Gennaro

può mostrare il proprio lato più vulnerabile. Il personaggio di Rumi è forse il più interessante, dopotutto è pur sempre la protagonista del film Il suo segreto, nascosto alle amiche che dipendono da lei, diventa il fulcro della storia. La perdita della voce sembra legata al suo rapporto con la vergogna e all’accettazione di sé e proprio quest’ultima caratteristica sarà la chiave di svolta della pellicola. Un bel messaggio sull’autostima, reso efficace da una scrittura estremamente semplice ma che risulta sincera. Rumi non è un’eroina costruita a tavolino, ma una persona in cui ci si può rivedere Passando al lato puramente tecnico, ancora una volta lo studio “Sony Pictures Animation” riesce ad andare a segno. Scherzando, anche se non troppo, si potrebbe tranquillamente dire che Sony sta portando l’animazione verso nuovi territori inesplorati con i suoi stili sempre freschi e caratteristici, mentre mamma “Disney” sembra ormai arrancare Lo stile visivo si allontana dal realismo (seppure presente nei dettagli di costumi e coreografie) e abbraccia un’identità forte, con espressioni facciali che richiamano i fumetti giapponesi e un’alternanza di palette cromatiche che cattura l’occhio. Ovviamente non tutto funziona alla perfezione La band antagonista è proprio il punto debole del film: i suoi membri, tranne in parte il capo Jinu, sono poco sviluppati e sembrano comparse usate solo per le esibizioni. È un peccato, perché degli antagonisti ancora più approfonditi avrebbero reso il racconto ancora più ricco, ma forse non era quello l’obiettivo Dopotutto, il film sembra volerci dire che la vera barriera da abbattere è quella che ci impedisce di essere noi stessi: ci invita ad arrivare al punto di distruggerla per fare spazio a qualcosa di nuovo. Riassumendo, “Kpop Demon Hunters” è una bella esperienza. Non fatevi ingannare dall’incipit un po' assurdo, perché dietro le luci, i glitter e le battute esagerate c’è una storia che parla di amicizia, accettazione e crescita. E anche se la trama non rivoluziona il genere, riesce a farti provare qualcosa: un sorriso, una canzone in testa, o semplicemente la voglia di ballare con le Huntrix.

Gelsomino F. Calzaretta

UN’ESPERIENZA CALCISTICA INNOVATIVA E FUTURISTICA

Un gameplay che esalta il talento

Nel panorama ormai saturo dei giochi sportivi, Rematch si distingue e può davvero essere definito come la classica ventata d’aria fresca. Sviluppato da Sloclap (gli stessi creatori di Sifu e Absolver), Rematch è un’esperienza calcistica completamente diversa da quella offerta dai soliti simulativi come FIFA o eFootball. Uscito il 19 giugno 2025 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, questo titolo propone un gameplay competitivo in terza persona che mette al centro l’abilità del singolo giocatore.

In Rematch, infatti, ogni utente controlla solamente il proprio calciatore in partite 3v3, 4v4 o 5v5 all’interno di arene futuristiche ispirate a un mondo ottimista ambientato nel 2065 Non esistono fuorigioco, falli, né soste: la palla non esce mai dal campo e il ritmo è serrato, favorendo l’adrenalina e la reattività Il risultato? Un’esperienza che mescola le dinamiche di Rocket League e la fisicità del calcetto reale, dove riflessi, visione di gioco e affiatamento di squadra sono le uniche cose che contano. A differenza dei classici giochi calcistici, non ci sono statistiche o power-up: Rematch punta tutto sulle abilità dei giocatori Il sistema di controllo fluido, ereditato dai precedenti titoli action di Sloclap, permette movimenti precisi, dribbling spettacolari e tiri calibrati Le animazioni sono dettagliate e realistiche mentre ogni azione, dal pressing al passaggio filtrante, è frutto soltanto del talento dell’utente. Nonostante il grande entusiasmo, il gioco non è esente da critiche: server instabili, assenza di cross-play e poche opzioni di personalizzazione sono i punti più discussi dalla community di appassionati ed utenti. Tuttavia, il team di sviluppo ha già promesso aggiornamenti regolari, l’arrivo di un supporto di Intelligenza Artificiale per le partite offline e nuove modalità stagionali, oltre a contenuti speciali come calciatori celebri (Ronaldinho, Ter Stegen, ecc.) da sbloccare.

Con un’identità forte, un gameplay solido e una visione a lungo termine, Rematch ha il potenziale per diventare una pietra miliare dell’eSport calcistico. È un gioco pensato per chi vuole sentire il calcio sulla pelle, con il cuore che batte al ritmo di ogni scatto e contrasto. Una sfida continua, dove l’unica vera statistica che conta… sei tu.

L’estate è la stagione della leggerezza, dei viaggi improvvisati, delle strade che scorrono sotto il sole. Ed è proprio in questo spirito che Fiat lancia “Estate Italiana Fiat”, una nuova campagna commerciale e pubblicitaria pensata per accompagnare le vacanze degli italiani… con un’auto nuova, ma senza pensieri

Al centro dell’iniziativa ci sono due modelli simbolo della gamma: la Pandina Hybrid e la 600 Hybrid, entrambe disponibili in pronta consegna e con formule di finanziamento vantaggiose a cura di Stellantis Financial Services Italia Ma la vera

Maria Minotti

novità? Si inizia a pagare solo da ottobre. Un’idea semplice e concreta, pensata per lasciare spazio alla spensieratezza estiva, senza rinunciare al comfort e allo stile di un’auto nuova.

Fiat non si limita a proporre un’offerta commerciale, ma costruisce attorno a “Estate Italiana Fiat” un vero e proprio racconto emozionale, che prende vita grazie a una campagna pubblicitaria multicanale. Al centro della comunicazione c’è lo spot televisivo e radiofonico, realizzato con un linguaggio fresco, solare e spensierato, capace di evocare tutte le sensazioni positive dell’estate italiana: la voglia di partire, di ritrovare se stessi sulla strada, di godersi i panorami più belli del nostro Paese

La pianificazione media è a cura di Starcom, mentre Publicis Collective firma la creatività, confermando il sodalizio tra il brand e due delle principali agenzie italiane del settore.

La Pandina Hybrid e la 600 Hybrid, il modello più recente della famiglia Fiat,

sono due soluzioni pensate per chi cerca affidabilità, design italiano ma anche attenzione all’ambiente, con motorizzazioni ibride che uniscono risparmio ed efficienza

Ma non è tutto. Fiat pensa anche a chi è già cliente con una nuova iniziativa di fidelizzazione dedicata a chi decide di permutare il proprio veicolo – senza limiti di marca o anzianità – che potrà accedere a vantaggi esclusivi. Un’ulteriore dimostrazione della volontà del marchio torinese di restare vicino ai suoi clienti, anche nel momento del cambiamento. Con “Estate Italiana Fiat”, il viaggio comincia davvero prima. La libertà di mettersi in strada arriva oggi, mentre il primo pagamento può attendere fino all’autunno Un invito a riscoprire l’Italia, il piacere del movimento, e un’estate tutta da guidare. Perché con Fiat, anche cambiare auto può essere un gesto leggero.

Nel suggestivo borgo di Teggiano ogni anno –l’11, 12 e 13 agosto – si svolge una delle manifestazioni più attese e amate del territorio del Vallo di Diano: “Alla tavola della Principessa Costanza” Si tratta di un’iniziativa che lega tradizione, cultura e gastronomia offrendo ai visitatori la possibilità di immergersi nelle atmosfere medievali e rinascimentali.

Tale manifestazione, infatti, prende il nome dalla principessa Costanza da Montefeltro –figlia di Federico, duca d’Urbino, e Battista Sforza – che nel 1480 sposò il principe di Salerno, Antonello Sanseverino, che apparteneva ad una delle casate più importanti del regno di Napoli.

Il loro matrimonio fu appunto celebrato con fastosi festeggiamenti nel castello di Diano –l’attuale Teggiano – vera roccaforte dei Sanseverino e mirabile esempio di architettura militare.

La rievocazione storica dell’evento ha luogo nel cuore del centro storico, tra le antiche mura, le piazze e le vie del borgo; le strade si animano di figuranti, vestiti con costumi dettagliatamente curati e fedeli al periodo storico che ripropongono scene di vita quotidiana. Tra le vie è possibile, inoltre, imbattersi nelle ricostruzioni di vecchi mestieri come l’arte del fabbro, del vetraio, dell’orafo, della filatura che creano un’atmosfera magica e coinvolgente allietata da musiche antiche di menestrelli e resa allegra e divertente da saltimbanchi e giocolieri

Il vero fulcro della manifestazione sono, poi, gli stands gastronomici con piatti tipici della tradizione locale, preparati secondo ricette antiche tramandate di generazione in generazione: un percorso di gusto che permette

ai visitatori di assaporare specialità come la pasta fatta in casa, formaggi locali, salumi e dolci tradizionali, il tutto accompagnato da vini pregiati della zona.

L’evento rappresenta anche un momento di valorizzazione e promozione culturale del territorio, attirando turisti e appassionati da diverse parti d’Italia e contribuendo allo sviluppo del turismo sostenibile: Teggiano, infatti, è un vero e proprio gioiello medievale tanto da essere dichiarato patrimonio dell’UNESCO e il suo centro storico riconosciuto come “città-museo”.

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