IT&INNOVATIONMAGAZINE
APP E VIDEOGIOCHI
Avatar Frontiers of Pandora, il nuovo gioco ambientato sul pianeta dei Na’Vi
REALTA’ AUMENTATA
Un visore per esplorare il mondo
MARKETING
La Molisana e il suo videogioco: Spighy, lo spirito tenace
Direttore responsabile
Fabio Setta
Direttore editoriale
Dario Guadagno
Contributi
• Valentina Todesca
• Fabio Setta
• Armando Guerra
• Ely
• Vincenzo Giannatiempo
• Maria Minotti
• Michele D’Eboli
Design e Layout
Maria Minotti
Pubblicato da
Tavola dei Contenuti
DIGITAL & AI
Un escursione nelle città del futuro: le Smart City tra opportunità, punti di forza e criticità 6
REALTÀ AUMENTATA E VIRTUALE
I visori, una tecnologia immersiva che proietta l’utente in un nuovo mondo e in un nuovo spazio 14
EVENTI E OPPORTUNITA’
Nuove opportunità per le imprese: tutte le informazioni utili e i link per presentare le domande
APP E VIDEOGIOCHI
16
Alla scoperta di Avatar – Frontiers of Pandora, il nuovo gioco open world ambientato sul pianeta dei Na’vi 18
MARKETING E COMUNICAZIONE
Spighy, il videogioco lanciato da La Molisana per trasformare l’apprendimento in un’avventura 20
SALERNO
Una delle più notevoli opere d’arte medievale nell’Italia meridionale: il tesoro eburneo di Salerno 22
Dario Guadagno Direttore editorialeDomicilio digitale, questo sconosciuto
In pochi sanno che dal 6 giugno 2023 è stato attivato il Domicilio Digitale, un servizio, regolato nel CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale) nel dicembre 2017, quasi 7 anni fa!
L’evoluzione normativa ha introdotto l’INAD, cioè l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese, in pratica un elenco di indirizzi PEC associati ai cittadini, che ne identificano un recapito equivalente alla residenza fisica tradizionale.
Grazie a questa innovazione una PEC può essere inviata a chiunque sia censito, in luogo di una raccomandata, assicurando il medesimo valore legale. I vantaggi sono molteplici: dalla dematerializzazione (l’invio in digitale evita la produzione e stampa di documenti cartacei) alla rapidità (la PEC arriva istantaneamente mentre la posta raccomandata richiede giorni), dall’immediata tracciabilità (le ricevute arrivano direttamente alla casella PEC mittente) alla possibilità di ricevere la comunicazione ovunque, essendo legata al web e non ad un posto fisico. Soprattutto, anche in caso di cambio di residenza, il domicilio digitale resterebbe immutato (essendo collegato alla persona e non alla sua localizzazione fisica) e quindi sarebbe sempre possibile trasmettere informazioni senza problemi di reperibilità del destinatario.
«Grazie all’introduzione dell’INAD, Indice Nazionale dei Domicili Digitali delle perone fisiche e degli altri enti di diritto privato, una PEC può essere inviata al posto di una raccomandata assicurando il medesimo valore legale!»
Tutto molto bello ed efficiente, se non fosse che, ad oggi, le Pubbliche Amministrazioni continuano ad ignorare l’INAD: tutte le comunicazioni viaggiano ancora sui canali tradizionali. Oltre allo spreco (e ai costi di notifica che ricadono sui cittadini quando l’invio a mezzo PEC sarebbe gratuito) siamo dinanzi ad una vera e propria violazione, poiché dal 6 luglio 2023 le P.A. sono obbligate a consultare l’INAD, eppure molte di esse non ne conoscono nemmeno l’esistenza!
Ad oggi, già 2,5 milioni di persone hanno attivato il proprio domicilio PEC: una cifra importante (anche considerando che è un tema quasi per nulla pubblicizzato), cui purtroppo, ancora una volta, corrisponde un’infrastruttura pubblica arretrata.
Una amministrazione che non è in grado di valorizzare la spinta innovatrice di tanti “ottimisti digitali”, costretti, come sempre, a scontrarsi con una burocrazia che arranca sul terreno dell’innovazione e, solito paradosso italiano, si contraddice, andando persino contro le prescrizioni normative che essa stessa si impone!
Di città intelligenti si sente parlare in maniera esponenziale da anni, e oggi ancora di più sotto la pressione della crisi climatica e la necessità di trovare risposte e soluzioni all’esaurimento delle risorse del pianeta. Rendere, dunque, le nostre città smart, sembra l’unica possibile strada verso cui far convergere le policy di finanziamento e ogni progettualità. Quali sono, quindi, gli elementi che rendono una città “intelligente”?
Le città diventano smart quando sono in grado di integrare e ottimizzare le proprie risorse mediante l’uso di tecnologie innovative, quali l’AI, migliorando la qualità dei servizi e la loro messa in rete; quando la propria economia avanza da un modello lineare (produzione, consumo, scarto) ad un modello virtuoso e circolare, basato sul riutilizzo, e l’estensione della vita dei prodotti.
Ma quando si è iniziato a parlare di smart city?
Nel 2009 è Rio de Janeiro la città pioniera, la prima a presentare un progetto di efficientamento della pubblica
illuminazione attraverso l’uso di tecnologie innovative, puntando al risparmio energetico e all’ abbattimento dei costi pubblici.
Nei quindici anni successivi si sono susseguiti migliaia di progetti nei vari ambiti di applicazione delle smart city perseguendone principali vantaggi:
• Potenziamento del Trasporto urbano pubblico attraverso sistemi di gestione e riduzione del traffico con conseguente diminuzione dei tempi di viaggio
predittiva per la gestione efficace delle emergenze
• Efficientamento dell’illuminazione pubblica e del riscaldamento degli edifici pubblici e privati attraverso sistemi intelligenti di erogazione dei servizi per ridurre al minimo consumi energetici
• Miglioramento del sistema dello smaltimento dei rifiuti attraverso il monitoraggio dei livelli di riempimento dei cassonetti e l’ottimizzazione dei percorsi dei veicoli di raccolta
• Ottimizzazione della Sanità Pubblica con l’implementazione di sistemi di analisi
• Aumento dei sistemi di sicurezza urbana e di controllo per la prevenzione
della criminalità mediante tecnologie AI come il riconoscimento facciale e l'analisi video
C’è da dire che, nonostante gli evidenti vantaggi delle smart city, si può incorrere in qualche effetto collaterale che l’utilizzo e l’integrazione della mole di dati di cui necessita ogni progetto smart può comportare:
• La corretta gestione e la protezione della privacy sono essenziali per prevenire abusi e violazioni dei dati personali.
potrebbero generare fenomeni di iniquità sociale
• Le disparità delle competenze digitali
• La complessità tecnologica che caratterizza alcuni dei progetti intelligenti potrebbe comportare un maggior rischio di guasti tecnici o attacchi informatici Puntare ad aumentare la flessibilità e la competenza delle pubbliche amministrazioni in tema di innovazione da un lato, e la consapevolezza e la partecipazione degli smart citizen dall’altro rappresenta l’inevitabile sfida dei prossimi anni.
Uomo e AI tra presente e futuro
DUE CHIACCHIERE CON
Paolo CipollettaAI: rischi e vantaggi
Una delle caratteristiche di qualsiasi forma d’arte prodotta è la componente umana, in grado di dare all’opera una caratteristica irripetibile e unica. Ma cosa accade se a generare un’opera è l’intelligenza artificiale? È possibile immaginare un futuro in cui ogni processo creativo è delegato all’AI? È solo un futuro distopico oppure la strada imboccata è proprio quella di un sempre maggior peso dell’AI rispetto alla componente umana? Sicuramente il processo in corso pone legittimi dubbi e variegate interpretazioni. Le capacità così l’utilizzo dell’AI sono in continua crescita e possono aprire a scenari che fino a pochi anni fa avremmo potuto immaginare o vedere solo nei film di fantascienza. L’AI sostituirà l’uomo nei processi creativi. Lo sta già facendo? Temi interessanti di cui abbiamo parlato con Paolo Cipolletta, esperto di comunicazione, scrittore e regista, tutti ambiti che possono essere decisamente stravolti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale è il futuro o è già il presente?
L’intelligenza artificiale è già il nostro presente e ancor di più sarà il nostro futuro. Dopo la scoperta della tecnologia rivoluzionaria del deep learning, ci troviamodinanziaquellecheMoGawdat(per anni Chief Business Officer in Google X) chiama le tre ineluttabilità. La prima, l’IA è realtà ed indietro non si torna; la seconda, le capacitàdell’AIsupererannoquelle dell’uomo; la terza, insorgerannocomplicazioni.
L’intelligenza artificiale è un rischio, un’opportunità o entrambi?
Oggi chi riesce a dare una risposta inequivocabile a questo quesito è un ciarlatano. Una volta raggiunta la singolarità, le AI non saranno più strumenti al nostro servizio bensì entità intelligenti come noi, votate all’apprendimento ed all’autoperfezionamento. Il potenziale distruttivo dell’AI non sarà inferiore alla bomba atomica, ma questo non fermerà l’avidità umana nel tentativo di piegare questa nuova tecnologia ai proprio interessi ai danni di qualcun altro. Elon Musk ha dichiarato in passato che l’avvento della super intelligenza artificiale rappresenterà la più grande crisi esistenziale e che le probabilità che le cose “si mettano male” si aggirano intorno al 20%. Non mi sembra una percentuale rassicurante.
Quale l’impatto nel mondo del lavoro e della formazione?
L’AI ridefinirà in maniera impattante nei prossimi anni il mondo del lavoro. Molti processi produttivi e di lavorazione ripetitivi possono già ora essere automatizzati. E si farà sempre più urgente affrontare il rischio delle disuguaglianze sociali per le fasce della popolazione a bassa scolarizzazione, per i laureati non STEM e anche per le donne, che sono ancora sottorappresentate nelle discipline informatiche e nelle carriere legate all’AI. Proprio in questo periodo sto affrontando anche la disparità di genere insita negli algoritmi che vengono usati nei processi di selezione e recruitment e quindi di accesso al mondo del lavoro. Essendo perlopiù programmato da uomini, finanche il codice è inficiato da un gap di genere. Allo stesso tempo però non sposo la visione catastrofista di Harari che predice un impatto devastante dell’AI prefigurando miliardi di persone espulsi dal mondo del lavoro Io credo che proprio la formazione possa giocare un ruolo decisivo per scongiurare il worst scenary, permettendo a molti di rispondere alla domanda di competenze trasversali, come la comprensione dei dati e la capacità di interpretare i risultati degli algoritmi.
Quali sono i limiti dell’intelligenza artificiale?
Tutto dipenderà dai dati che daremo in pasto agli algoritmi. Non saranno più i codici a determinare le scelte adottate dalle macchine, ma tutto dipenderà dalle informazioni che riceveranno.
Quando raggiungeremo la singolarità, cioè il momento in cui lo sviluppo di questa tecnologia supererà la comprensione umana e non potremmo più prevedere le cose, ci troveremo dinanzi al più grande strappo nel tessuto della storia umana. Per la prima volta ci confronteremo con un’intelligenza superiore alla nostra. Quindi come si può comprendere, i limiti dell’AI, saranno determinati dai limiti dell’uomo.
Bisogna avere paura dell’intelligenza artificiale o migliorerà le nostre vite?
Sicuramente migliorerà le nostre vite e lo sta già facendo. Ad esempio, nel campo medico, l’intelligenza artificiale può analizzare grandi quantità di dati e rivelare modelli nascosti, accelerando la ricerca scientifica e migliorando le diagnosi precoci e la cura dei pazienti. Ma questo non deve distogliere la nostra attenzione dal cambio di paradigma dinanzi a cui ci troviamo. Ogni computer progettato prima dell’AI era solo un estensione del nostro intelletto e quindi delle nostre capacità Oggi gli stessi sviluppatori brancolano nel buio su come l’AI prenda le decisioni. In realtà
nessuno conosce la reale logica sottesa alle loro scelte. E questo realmente desta preoccupazione, perché possiamo decidere come istruirle, quali dati mettere in pancia, quanta forza di calcolo darle, ma come imparino ad apprendere, quale logica seguano, questo sfugge alla nostra comprensione.
L’intelligenza artificiale può sostituire la scrittura umana?
Soprattutto, i lettori possono accontentarsi di ciò che scrive una macchina?
Già oggi l’intelligenza artificiale sostituisce la scrittura umana. In molte redazioni giornalistiche si fa ampio uso di tools per redigere pezzi e fare editing. Nell’ambito del marketing si fa uso di programmi per il copywriting e la customer satisfaction, ed anche nell’editoria e nel self-publishing legati alla manualistica ed alla saggistica si fa ampio uso degli algoritmi di intelligenza artificiale. Se poi la resa sia quella auspicabile e di gradimento dell’utente è un’altra questione Oggi si legge poco e ci si accontenta molto. Un discorso a parte merita la scrittura di finzione: mi riferisco a romanzi, sceneggiature e alla scrittura creativa in genere dove occorre trasmettere empatia e profondità di pensiero. Lì non ci siamo ancora arrivati. Ma credo manchi poco.
L’intelligenza artificiale può competere davvero con la creatività umana?
La creatività umana coinvolge intuizione, emozione e comprensione profonda, aspetti difficili da replicare nell’AI Si può puntare sulla sinergia tra la sensibilità umana e la potenza di calcolo della macchina per ritrovarci dinanzi ad idee nuove. Ritengo che l’ispirazione umana resti insostituibile perché indissolubilmente legata alla sua coscienza. Ma il punto è un altro: ne avremo ancora bisogno?
Paolo
Cipolletta è un formatore esperto di comunicazione, giornalista pubblicista, sceneggiatore e regista. Si occupa di prompt engineering, una disciplina relativamente nuova che consente di sviluppare e ottimizzare i prompt, al fine di utilizzare in modo efficiente i modelli linguistici (LM) per un'ampia varietà di applicazioni e argomenti di ricerca.
LA RIVOLUZIONE VIRTUALE
Un visore per esplorare il mondo
Una tecnologia immersiva che proietta l’utente in un nuovo mondo, in un nuovo spazio, in un nuovo tempo, consentendogli di vivere avventure ed esperienze in prima persona, abbattendo le barriere geografiche e simulando qualsiasi ambientazione. Nel mondo digitale, la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) si stanno affermando sempre più come nuove tecnologie in grado di trasformare
l’interazione di ciascuno di noi con il mondo integrando al mondo reale quello digitale. Il cuore pulsante delle esperienze VR sono i visori, che grazie agli avanzamenti tecnologici diventano sempre più leggeri, confortevoli e accessibili. I visori sono dispositivi multisensoriali, basati sia sulla visione binoculare (stereoscopica) che sull’audio binaurale, in grado di permettere a ciascun utilizzatore di immergersi in una realtà alternativa, dando la sensazione di ritrovarsi a tutti gli effetti all’interno di uno spazio
tridimensionale, all’interno del quale si riescono a percepire profondità e distanze in dimensione reale, mentre i suoni vengono ascoltati in maniera corretta sia per quanto riguarda la distanza di emissione, l’intensità e la direzione di provenienza. Inoltre, consentono di interagire grazie all’uso dei controller o delle stesse mani. Le applicazioni di queste tecnologie vanno oltre l'intrattenimento, dal classico gaming alle realtà innovative come il Metaverso, permettendo a scuole e aziende di far acquisire a studenti e dipendenti competenze in un ambiente sicuro e controllato, senza un dispendio di risorse troppo elevato. La formazione è sicuramente uno dei campi in cui i visori e la realtà virtuale possono diventare uno strumento importante così come per la medicina. La realtà virtuale immersiva può essere utilizzata per formare i medici ai fini di valutare le procedure da effettuare sul paziente oppure per ridurre alcuni sintomi dello stress post-traumatico oltre che in campo riabilitativo. Anche il settore museale può trarre molto vantaggio dalla realtà virtuale, consentendo, infatti, di creare esperienze walk-in,
riproduzioni di siti ed esperienze immersive. Nonostante i numerosi vantaggi, l'uso dei visori può portare anche dei problemi come nausea o vertigini durante l'uso prolungato e il sentirsi disorientati quando il mondo reale e quello virtuale si sovrappongono.
Dall'intrattenimento all'addestramento aziendale, alla terapia medica, le esperienze e possibilità offerte da queste tecnologie sono infinite e ci regalano un modo di vivere, lavorare e divertirci completamente nuovo.
Innovation Village 2024
A Napoli la nona edizione della fiera evento
È in programma l’otto e il nove maggio a Villa Doria d’Angri, a Napoli, l’edizione 2024 di Innovation Village, la fiera evento sull’innovazione. Per consultare il programma completo e iscriversi gratuitamente all’evento, questa la pagina ufficiale della manifestazione.
OPPORTUNITA’
Donne, innovazione e impresa
Un intervento è destinato alle imprese che rientrano nei parametri dimensionali di PMI e sono imprese femminili. L’avviso promosso dalla Regione Lazio sostiene l’introduzione di innovazioni di prodotto o dei processi aziendali. L’agevolazione è un contributo a fondo perduto, domande a partire dal 12 giugno. Info.
Bonus colonnine per le imprese
È possibile compilare e presentare la domanda per Il Bonus Colonnine riservato ad imprese e professionisti, operanti in tutti i settori e su tutto il territorio italiano per l’acquisto e l'installazione di infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici. Il contributo in conto capitale è concesso ed erogato dal Ministero dell'Ambiente. La dotazione è di 87,5 milioni di euro. Info
Ely’s in Wonderlab
“The Sims 4”: un mondo virtuale
Ciao a tutti e bentornati! Oggi vorrei parlarvi di un gioco che personalmente adoro: “The Sims 4” . Probabilmente lo conoscerete anche per i suoi capitoli precedenti. Per chi non lo sapesse, The Sims è un gioco prodotto dalla EA in cui puoi simulare una vita di un tuo personaggio (chiamato anche sim) facendolo lavorare, costruire una famiglia, farsi degli amici e dei nemici. Queto gioco è disponibile sia su pc che su console (PlayStation, X BOX). Prima il gioco era a pagamento ma ora è gratuito, tuttavia le espansioni sono ancora a pagamento. Su questo gioco è possibile creare/aggiungere alla famiglia un massimo di 8 sim però le
unità familiari attivabili sono illimitate. Le varie espansioni (a pagamento) aggiungono solitamente molte più esperienze di gioco quali, ad esempio, gli animali (cani e gatti), i vampiri, ecc. Un’altra funzionalità interessante è l’uso dei trucchi che possono semplificare la tua esperienza di gioco in modo legale. I trucchi su PC si attivano cliccando contemporaneamente i tasti: ctrl + maiusc + cSu play station bisogna cliccare contemporaneamente i 4 tasti sul retro del controller (L1 + L2 + R1 + R2 )Su X BOX invece: LB + LT + RB + RT (bisogna sempre premerli simultaneamente).Su internet ci sono vari siti dove ti fanno vedere come scrivere i trucchi e come usarli per divertirsi ancora di più.
ElyLA RIVOLUZIONE DE LA MOLISANA:
NASCE IL VIDEOGIOCO CHE TRASFORMA
LA FILIERA DELLA PASTA IN UN'AVVENTURA
La comunicazione de La Molisana è recentemente stata interessata da una ventata di innovazione: "Spighy, lo spirito tenace” è il nuovo videogioco lanciato dall’azienda che, non solo intrattiene, ma educa, trasformando l'esperienza di apprendimento in un'avventura divertente e coinvolgente. Assieme a “Spighy”, i giocatori sono protagonisti di un viaggio che attraversa quelli che sono i quattro livelli della filiera produttiva del grano, il campo, il mulino, il pastificio e la tavola, in un gameplay che cattura l'attenzione, grazie alla sua creatività artistica, alle immagini
vivaci, alla musica coinvolgente e colori accattivanti. Il lancio del videogioco non è un evento isolato, ma fa parte del più ampio programma di loyalty
“loverstenaci.com”, piano che mira a rafforzare il legame emotivo con i consumatori e a favorire la fidelizzazione al brand attraverso un approccio creativo e all'avanguardia, che strizza l’occhio al mondo dei giovani. "Spighy, lo spirito tenace" rappresenta una mossa nuova per La Molisana, che
nonostante la sua lunga storia nel settore ha da sempre fatto ruotare la sua comunicazione attorno a prodotti tradizionali come la pasta. Negli ultimi anni, l'azienda ha infatti puntato sulla realizzazione di nuovi formati, introducendo sul mercato variazioni come lo Spaghetto quadrato, la Farfalla rigata, il Trighetto, il Quadrotto, il Cubetto e il Rigacuore, dimostrando un costante impegno nel soddisfare le esigenze e i gusti dei consumatori moderni.
Il tal modo, La Molisana dimostra di essere all'avanguardia nel settore, non solo nella produzione di pasta di alta qualità, ma anche nella creazione di esperienze coinvolgenti e memorabili per il suo pubblico, in un'epoca in cui l'interazione digitale è sempre più centrale nelle vite di tutti.
Con «Spighy», lo spirito tenace", l'azienda conferma il suo impegno a coniugare tradizione e innovazione, offrendo un modo fresco e divertente per esplorare il mondo affascinante della pasta italiana.
LE OPERE D’ARTE DEL MUSEO DIOCESANO
IL TESORO EBURNEO DI SALERNO
Michele D’EboliUna delle più notevoli opere d’arte medievale nell’Italia meridionale. Posseduto dalla Chiesa di Salerno custodito nel Museo Diocesano di Salerno gli Avori databili alla prima metà del secolo rappresentano un cimelio di inestimabile valore e sicuramente il più vasto ciclo eburneo che dal Medioevo sia giunto ai nostri giorni. Questa preziosa raccolta di tavolette d’avorio – 69 pezzi –comprende la raffigurazione di un ciclo di episodi che dalla Separazione della Luce dalle Tenebre - il primo giorno della Creazione – termina con la missione
degli Apostoli. A dare sostanza all’intero racconto teologico contribuiscono ben 37 formelle rettangoli nelle quali sono raffigurati sempre 2 episodi a cui si aggiungono medaglioni di apostoli e svariati frammenti di cornici. Il risultato è la presenza di 74scene che si riferiscono
ad episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Dagli inizi del XVIII secolo fino all’ultimo conflitto mondiale le tavolette erano ubicate nella cappella del Tesoro del duomo di Salerno, poi, dopo la guerra, sono state esposte nel Museo diocesano.
Restano aperti ed incerti tutti i problemi riguardanti questa straordinaria opera a cominciare dalla sua effettiva cultura artistica e dall’individuazione dei maestri che hanno contribuito alla realizzazione dell’intero ciclo. Sembrerebbe, infatti, che per le singole specificità, per la definizione degli spazi e per l’articolazione delle scene abbia concorso alla realizzazione una bottega di più maestri con alcuni collaboratori. Infine, resta incerto anche il luogo, Salerno o Amalfi, in cui fu concepito e prodotto. Numerose sono le ipotesi sulla destinazione fisica degli avori.
Una ricostruzione sulla base della forma delle tavolette li collocherebbe ad un paliotto, cioè il rivestimento che copre la parte anteriore dell’altare di fattura medievale. La datazione proposta, ovvero il terzo o quarto decennio del XII secolo, coincide, poi, con la realtà storica.
Anche un’analisi concettuale, infine, può avvalorare il periodo storico di produzione. È possibile constatare, come la narrazione degli episodi risponda ad un’esigenza di illustrare il progetto di Dio nei confronti dell’umanità: dal peccato originale ad una costante promessa di salvezza fino all’espressione più alta di redenzione con il sacrificio di Cristo. Un progetto che trova ampia diffusione nella produzione figurativa del periodo della Riforma Gregoriana fra l’XI e il XII secolo, soprattutto con la raffigurazione del peccato originale e della Crocifissione come sua espiazione.