016_StrutturaLegno_2017

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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media

STRUTTURALEGNO ISSN 2283-8651

016 2017 MARZO

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Dai laboratori Milesi by IVM Chemicals un innovativo ciclo di verniciatura all’acqua che coniuga l’estetica delle tradizionali lavorazioni ad olio che esaltano l’aspetto naturale del legno, valorizzandone la bellezza e calore naturale, con i vantaggi di resistenza e produttività tipiche delle lavorazioni industriali. La bellezza di una lavorazione artigianale con i vantaggi della produzione industriale. IVM Chemicals srl - Italy Wood Coating Division Via della Stazione, 3 - 27020 Parona (PV), Italy www.milesi.com - milesi@milesi.it - tel. +39 0384 2544.1 - fax +39 0384 252054


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SOMMARIO www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com

007

editoriale

TEMPUS LIGNUM

strutturalegno

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pagina 004 005

di Sonia Maritan

anticipatio MADE expo

UN APPUNTAMENTO NEL SEGNO DELL'INNOVAZIONE E DEL PROGETTO

chronicae Bau

di Pietro Ferrari

di Beatrice Guidi

Risultati straordinari e giudizi estremamente positivi per BAU 2017 che nel 2019 raggiungerà una superficie espositiva di 200.000 metri quadrati: sono attualmente in costruzione due nuovi padiglioni.

colloqium KLH Marco Huter

LA APPLE DEL SETTORE LEGNO

di Sonia Maritan

KLH in occasione del BAU riserva la sua novità: Marco Huter entra in azienda come Managing Director, la scelta è strategica per un’azienda che come recita il pay off afferma “Vogliamo essere il numero uno tra i produttori di legno lamellare a strati incrociati, e dimostrare nel mondo il nostro know-how e la nostra lunga esperienza”. Stratega del mercato lui paragona la KLH alla Apple e in quella direzione si muove.

022

peritum

LEGNO E DURABILITÀ

focus Holzbau-Forum (IHF 2016)

UN HOLZBAU FORUM DI RIFLESSIO NE E PROPOSTA

di Pietro Ferrari

L'appuntamento di Garmisch-Partenkirchen nel quale anticipiamo anche il ricco calendario di forum che si svolgeranno nel 2017, propedeutici ad approfondire l'utilizzo di soluzioni modulari di pregio in risposta all'urgenza degli spazi abitativi.

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di Thomas Allocca

Ribe, città madre della langhus vikinga danese è stata fondata intorno all’anno 710 e i suoi costruttori furono i padri sperimentatori di questa tipologia costruttiva interamente in legno che si può considerare tra i più emblematici archetipi di langhus della storia dell’architettura in legno europea. Dopo tredici secoli dalla sua fondazione, Ribe vanta ancora oggi una natura vikinga tutta sua, con uno dei centri storici medievali meglio conservati in Europa.

044 scientia

di Felice Ragazzo

Dalla geometria “poliedrica” rigida e razionale, dura e spigolosa, una gabbia che preclude ogni possibile espressione “a-poliedrica”, a una presa di coscienza “rivoluzionaria” resa oggi possibile dalle tecniche di stereotomia computerizzata tramite CNC che renderebbe il mondo delle lavorazioni del legno libero, grazie allo scorrere delle frese su bancali di nuove dotazioni tecniche frutto dell’interazione tra meccanica, elettronica e informatica! Da Giano bifronte a Orfeo, verso un nuovo cammino più in sintonia con la natura organica del materiale-legno …tanto più in considerazione degli spigoli: portatori di fragilità.

050

proiectum ergodomus

LO SVILUPPO DEL BENE COMUNE

di Franco Piva

L’Asilo Sacro Cuore di Finale Emilia rinasce, totalmente ricostruito in legno grazie all’ingegnerizzazione dello Studio Ergodomus, che ha fatto il lavoro di calcolo, prima, e di preparazione dei disegni costruttivi poi, quindi il progetto è stato completato e inviato “spezzettato” alle 9 aziende fornitrici. Una dimostrazione ulteriore, di come il legno offra possibilità virtualmente infinite, permettendo persino di far interagire tra loro stabilimenti distanti che utilizzano tecnologie diverse tra loro, quali l’X-lam con colla, l’X-lam senza colla e la tipologia a telaio.

di Silvia Tedesco

Quando si parla di durabilità del legno, si fa riferimento alla sua resistenza al degradamento indotto da organismi lignivori: la vita di una costruzione in legno può essere molto lunga a patto che le possibilità di degrado delle sue componenti lignee vengano prese in considerazione già in fase di progettazione.

026

lezioni dal Medioevo

LEGNO PER COSTRUIRE: OLTRE LE PRASSI CONSOLIDATE

UN RECORD DI AFFLUENZE INTERNAZIONALI

018

lignum fabrica

EVOCAZIONI VIKINGHE

L'evento milanese di MADE expo ripropone la centralità della città come capitale del design e dell'architettura anche nel contesto delle costruzioni e dell'urbanistica.

014

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constructio Cenci Legno

di Sabrina Cenci

SISTEMI CNP-XEPOX PER IL CONSOLIDAMENTO DEGLI APPOGGI AMMALORATI DELLE CAPRIATE DELLA TORRE DEI “CUNT DE CARÙC” E IPOTESI DI FUTURO RINFORZO MURARIO

Dal 1972 Cenci anticipa l’evoluzione delle strutture in legno. La saga dell’ingegnosa eredità del Cenci per gli uomini di buona volontà, narrata per piccoli episodi propositivi.

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quaestio Potito Pedone P-LAM

di Sonia Maritan

IL BATTESIMO DEL “P-LAM” A LEGNO & EDILIZIA

Abbiamo trattato nel numero scorso del P- LAM di Potito Pedone, attraverso il racconto della sua personale ricerca, avviata nel 2009, per la realizzazione di edifici antisismici ed ecosostenibili in legno X-Lam da mettere a disposizione a scopo sociale per tutte le persone coinvolte nei recenti eventi sismici e per il progetto “Casa Italia”. Si tratta di un sistema costruttivo innovativo, che presenteremo a Legno & Edilizia il 10 febbraio, e di cui ci arriva prima del convegno dal titolo «Il battesimo del “P-LAM”» il prezioso contributo del Professor Ario Ceccotti; resoconto scaturito dopo la sua visita in anteprima il 12 gennaio presso la Wood System International S.r.l., azienda nella quale si trova un prototipo in scala 1:1 – che sarà visibile a Verona durante Legno & Edilizia – e dove opera Potito Pedone. Culla ideale per promuovere un nuovo modo di costruire è Legno & Edilizia che ospiterà, alla presenza del suo inventore, il Tavolo Tecnico sul P-LAM organizzato da webandmagazine.media, con la partecipazione di un panel di esperti come il Prof. Franco Laner e ad altri membri del “Manifesto Qualità Legno”, quali, Franco Piva, Felice Ragazzo e Andrea Zenari, ma anche la Tecnologa del legno Silvia Tedesco.


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technica Adler

di Monica Zani

BELLEZZA SENZA COMPROMESSI

Quando si tratta di protezione del legno, Lignovit Deco FS è la soluzione che sposa estetica e funzionalità, con biocidi a seconda del campo di applicazione. Questa l’innovativa proposta che ADLER, un'impresa tirolese a conduzione familiare che vanta una lunga tradizione, lancia sul mercato.

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technica Hundegger

di Pietro Ferrari

LE QUATTRO STAGIONI

Hundegger domina il mercato in Italia con un'offerta tecnologica sempre all'avanguardia e lo fa lungo tutto lo stivale come dimostrano i risultati dell'ultimo anno, che ripercorriamo...

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technica Sayerlack Sherwin-Wil iams

di Paolo Rolandi

LA PROTEZIONE CHE DURA NEL TEMPO

Oggi con il marchio Sayerlack, Sherwin-Williams presenta anche la nuova finitura all’acqua trasparente per esterni AZL 3500/XX, un’evoluzione rispetto ad AZ 3430/XX e AZ 3230/XX, che sostituisce: adatta per infissi, serramenti e manufatti in legno esposti all'esterno. Forte di un’esperienza lunga un secolo e mezzo, l’azienda fornisce ai verniciatori le vernici di cui necessitano per conferire ai loro manufatti il migliore aspetto e una lunga durata.

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technica Scm Group

UNA PRESENZA DI GRANDE RIIEVO

di Pietro Ferrari

Scm Group partecipa a Legno&Edilizia con tecnologie innovative, in particolare con i due centri di lavoro Routech Oikos e Scm Accord 50 fx.

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indirizzi

! WEB AND MAGAZINE SARÀ PRESENTE CON LE SUE RIVISTE A LEGNO&EDILIZIA DAL 9 AL 12 FEBBRAIO PADIGLIONE STAND B8

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Tempus lignum Diventa sempre più difficile presentarvi il numero perché tutti i professori, i produttori, gli inventori e i ricercatori che si connettono con me, attraverso tutte le vie di cui questa società liquida dispone, mi regalano progressivamente perle di sapere di valore inusitato, che creano un firmamento composito di saperi difficile da contenere. Ingegno plurale che sottende a un nuovo modo di costruire, a portata di mano e nel quale poniamo tutti una grande speranza, così il titolo di questo editoriale è ispirato, per volare alto, a una delle tante relazioni dell’Holzbau-Forum di Garmisch che ha chiuso il 2016, appuntamento questo, che si moltiplica in un ricco calendario nel 2017, propedeutico ad approfondire l'utilizzo di soluzioni modulari di pregio in risposta all'urgenza degli spazi abitativi, a partire da quello che si terrà al MADE expo e nel quale anche noi saremo presenti con questo numero. Come lo saremo a Legno&Edilizia, dove presenteremo anche un convegno dal titolo: “Il battesimo del Sistema P-LAM”, alla presenza del suo inventore, Potito Pedone, “persona che ha una lunga esperienza nel campo dei collegamenti acciaio-resina per le costruzioni di legno”, come afferma Ario Ceccotti, a tutti gli effetti padrino di questo progetto, che parte proprio dall'esperienza della prova di resistenza al sisma risalente all'anno 2007 denominata “Progetto Sofie”, effettuata in Giappone dal CNR IVALSA con la sua supervisione. Il sistema P-LAM compie un’ulteriore evoluzione rispetto il “Progetto Sofie”che prevedeva di sfruttare la duttilità delle connessioni legno-acciaio, perché sfrutta l'elasticità dell'intero edificio: un sistema di connessioni metalliche con scatole e barre di acciaio che ci permettono effettivamente di parlare di legno “armato”, come afferma Potito Pedone. «In realtà, – come ci ricorda il Professor Ceccotti, che segue da anni l’evoluzione del P-LAM, lo ha visto in anteprima nella sua versione finale il 12 gennaio e lo ha già commentato per noi su questo numero di Struttura Legno – “si coglie in lui il desiderio di essere utile alla comunità con le sue opere. A chi di noi non è venuta in mente la domanda dopo i recenti terremoti: ma io che cosa ho fatto perché ciò non accadesse?» E proprio ieri in Romagna, dopo aver visitato una delle tante realtà esemplari che producono solai, tetti e pareti per costruire case in legno, durante il pranzo, ho trovato indimenticabile – insieme alle tagliatelle al ragù – l’affermazione di un commensale che asseriva come persino le donazioni ai terremotati siano bloccate dalla burocrazia e quindi inutilizzate (tema trattato il Primo febbraio su Radio 24 da Alessandro Milan durante la "lettura dei giornali")! Il dibattito allora lo dobbiamo portare a un livello più alto, usando insieme a un nuovo sistema di connessioni delle costruzioni in legno un nuovo modo di comunicare quanto apprendiamo, che lega tutti questi episodi – convegni, realtà produttive, mondo accademico e incontri alle fiere – per concretizzare un progetto costituito da costruzioni pronte all’uso in risposta all’urgenza degli spazi abitativi, persino magazzini – che peraltro rientrano in un trend che li vede sempre più immobili a valore aggiunto nella logica dell’e-commerce – che contengano kit di costruzioni modulari in legno. Sono numerose le personalità che si stanno dedicando al tema delle connessioni in legno da decenni e allora sarà necessario iniziare a dar loro la massima visibilità. In questo senso va il progetto di collaborazione inaugurato a partire da questo numero con Woodlab per onorare il lavoro eccezionale del Prof. Felice Ragazzo, docente di design alla “Sapienza Università di Roma”. Felice Ragazzo, di nome e di fatto per chi lo conosce, perché non invecchia mai ed è l’uomo più felice di fare quello che fa, fra tutti quelli che conosco. Lui, che rifiuta la geometria “poliedrica” rigida e razionale, dura e spigolosa, una gabbia che preclude ogni possibile espressione “a-poliedrica”, per indicarci la strada della stereotomia computerizzata tramite CNC che renderebbe il mondo delle lavorazioni del legno libero, lui che ha intrapreso un nuovo cammino più in sintonia con la natura organica del materiale-legno e che ci ammonisce riguardo gli spigoli: portatori di fragilità! Il Professor Ragazzo cita anche il celebre libro di Wachsmann, "Una svolta nelle costruzioni", dove nella prefazione Giulio Carlo Argan asserisce: «…il giunto non è soltanto un sito spaziale privilegiato, ma è un fatto plastico, la cui possibilità di funzione è affidata a una struttura, all’incastro e allo slittamento dei piani, al gioco delle superfici: meglio, il giunto è un oggetto a funzionamento plastico, nel quale la forza si riduce di fatto a situazione, o a forma». E poi mi anticipa, rispetto al tavolo tecnico sul P-LAM al quale lui parteciperà nel parter degli esperti che il giunto gli sembra ben disegnato, ben curato anche nella forma, al di là delle sue mere funzioni meccaniche, al punto da avergli fatto venire in mente le suppellettili espositive progettate da Franco Albini, con Franca Helg, presso la Galleria di Palazzo Rosso a Genova. Mi parla anche di una strategica possibilità che auspicherebbe per il P-LAM, riguardo la reversibilità di montaggio dei pannelli in caso di loro deterioramento, soprattutto per quelli a contatto con il basamento. «A prescindere dalla reversibilità, va comunque detto che il criterio cartesiano di aggregazione delle parti, sia lignee, sia metalliche, costituisce un fattore di grande semplificazione costruttiva». Aggiunge infine. Banalmente, presso l’azienda visitata ieri, ci parlavano proprio di un cliente che a suon di martellate faceva combaciare le code di rondine, perché le voleva così collimanti da non dover richiedere all’incastro fra le parti alcun altro apporto aggiuntivo normalmente finalizzato a una maggior connessione del giunto. Termino, invitandovi a Verona, il 10 febbraio alle 15,30 al covegno che abbiamo organizzato a Legno&Edilizia, per proseguire…

EDITORIALE

di Sonia Maritan www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com

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ANTICIPATIO MADE expo www.madeexpo.it di Pietro Ferrari

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Un appuntamento nel segno dell'innovazione e del progetto L'evento milanese di MADE expo ripropone la centralità della città come capitale del design e dell'architettura anche nel contesto delle costruzioni e dell'urbanistica. La presentazione di MADE expo, svoltasi a Milano, nell'elegante e funzionale spazio della Fondazione Feltrinelli il 27 gennaio scorso ha espresso segnali univoci e, per una volta incoraggianti. MADE expo torna a Fiera Milano Rho dall’8 all’11 marzo 2017 con un palinsesto che conferma la sua unicità nel panorama internazionale. L'appuntamento rappresenta la fiera internazionale del progetto e delle costruzioni più visitata in Italia e nel bacino del Mediterraneo. Si tratta di un grande evento multi-specializzato e di respiro internazionale, ideato e concepito come cantiere di idee e business integrato. Decine di migliaia di visitatori professionali molto diversi tra loro sono attratti dall’esperienza di una fiera vivace e da un’offerta merceologica completa. Giunta alla sua ottava edizione, MADE expo conferma il suo ruolo di osservatorio privilegiato sul panorama dell’architettura e dell’edilizia, alimentando il connubio tra domanda e offerta, tra progettazione e produzione, grazie a una struttura tra le più dinamiche nel panorama fieristico internazionale in grado di cogliere le spinte propulsive di un mercato che, come confermano le previsioni ANCE inerenti al 2017, tornerà a crescere. MADE expo è, soprattutto, un “luogo di business” - grazie al gran numero di relazioni e contatti che è in grado di creare tra professionisti e aziende - e un network capace di facilitare e creare occasioni di scambio, formazione e aggiornamento continui, anche con crediti formativi, su temi chiave per il settore: costruire, recuperare e ristrutturare in modo sostenibile, efficiente e sicuro; resistenza antisismica; riqualificazione e rigenerazione delle periferie (cohousing, sharing e nuovi stili di abitare, sustainable urbanscapes...); ma anche evoluzione tecnologia e nuovi modi di progettare e costruire (BIM, digitalizzazione del settore…).

“L’edizione 2017 di MADE expo - dichiara il presidente di MADE expo, Roberto Snaidero - rappresenterà un fondamentale momento di confronto tra imprese e istituzioni per dare un contributo alla crescita economica e alla trasformazione del nostro Paese e delle nostre città. Grazie a un mix unico di innovazione e competenza la manifestazione presenta e mette a disposizione del mercato gli strumenti indispensabili per portare avanti questo ambizioso progetto. Anche quest’anno, dunque, MADE expo sarà un grande evento esperienziale, un luogo fisico dove scoprire, vedere, conoscere, toccare, decidere. In sintesi un grande


ANTICIPATIO_MADE expo

Roberto Snaidero, presidente di MADEexpo.

Giovanni De Ponti, amministratore delegato di MADE Eventi.

evento in grado di fungere da spinta verso i mercati internazionali e far ripartire quelli nazionali”. Un impegno di sostegno è stato espresso anche dall’Associazione nazionale delle imprese edili ANCE che, come spiega il presidente, Gabriele Buia: “Riconosce pienamente la qualità e l’importanza di MADE expo come manifestazione fieristica capace di generare opportunità di business per tutti i propri associati. Motivo per rinnovare la collaborazione con MADE expo e lavorare insieme per generare valore in favore di tutta l’industria delle costruzioni”. Dall’8 all’11 marzo MADE expo sarà dunque centro di attrazione per gli operatori di tutto il mondo e – contemporaneamente – darà vita a un format innovativo mirato all’accompagnamento delle aziende nei Paesi emergenti e sui mercati esteri prioritari. Data la forza della fiera, ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) ha scelto MADE expo come una delle manifestazioni internazionali fondamentali per far crescere il giro di affari delle aziende italiane confermandone inoltre il ruolo di manifestazione guida nella trasformazione del mondo delle costruzioni.

Emanuele Orsini, membro cda MADEexpo.

“Il successo crescente di Made expo è anche frutto della pianificazione mirata e delle sinergie messe in campo con FederlegnoArredo in direzione di una sempre maggiore internazionalizzazione del sistema. Quest’anno, oltre a curare l’incoming di delegazioni estere provenienti da oltre 40 Paesi, l’ICE supporterà un roadshow di presentazione della fiera che toccherà le città di Dubai, Algeri, Casablanca, Mosca, Zurigo e Londra, oltre a un piano di comunicazione che vede coinvolte le maggiori testate internazionali di settore”, spiega Michele Scannavini presidente ICE. Una delle mission di MADE expo è quella di offrire reali opportunità di business agli espositori, come nel caso dell’accordo con Arexpo (la società che ha il compito di sviluppare l’intero sito di Expo 2015 trasformandolo in un parco scientifico e tecnologico di eccellenza globale) che punta a valorizzare gli investimenti già fatti sull’area da qui alla realizzazione del masterplan. “Desideriamo che quest’area diventi un laboratorio di “rigenerazione urbana”. Offriremo quindi il know how delle imprese del sistema dell’abitare a sostegno di questo progetto cruciale di “nuova città”, entrando in collaborazione con Arexpo su più livelli”, sottolinea Giovanni De Ponti amministratore delegato MADE Eventi. “Il primo passo è provare a sfidare la creatività delle imprese, dei progettisti, magari di tanti giovani imprenditori, su un progetto temporaneo di rigenerazione di uno dei cluster di Expo, ancora presenti nel sito. Svilupperemo un bando di concorso per identificare possibili nuovi usi del Cluster, offrendo al vincitore l’opportunità di gestirne lo spazio per un periodo a breve-medio termine quantificabile in circa tre anni, così da svilupparvi la propria idea di business”. Soddisfazione condivisa anche da Giovanni Azzone, presidente di Arexpo secondo il quale la collaborazione con MADE expo: “Consentirà già nel breve periodo di avere un importante apporto di innovazione e creatività utile anche a riempire di contenuti la gestione transitoria del Parco Experience che permette, tra l’altro, di evitare ogni forma di degrado dell’area dove si è svolta l’Esposizione Universale del 2015. Si potrà dar vita, all’interno del sito, a una vetrina di innovazione per le imprese coinvolte in questo accordo, anche in prospettiva delle opportunità che il masterplan individuerà per il progetto complessivo di trasformazio-

Cristina Tajani, Assessore alle Attività Produttive del Comune di Milano.


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La sala affollata di giornalisti e operatori del settore.

ne territoriale dell'area. In queste settimane infatti è in corso la gara che porterà all’individuazione del soggetto che, insieme ad Arexpo, disegnerà e svilupperà il futuro dell’ex sito Expo”. Infine, particolare attenzione alle generazioni future come nel caso di Carousel for Life, il progetto che FederlegnoArredo ha deciso di lanciare a MADE expo generato da una ricerca condotta sull’architettura per l’infanzia, finalizzato a orientare una nuova visione che definisca criteri qualitativi di progettualità e produzione, affermando i bambini al centro del mondo. “È un progetto ambizioso che FederlegnoArredo ha deciso di promuovere con entusiasmo con lo scopo di legare progettazione, produzione e mondo dell’infanzia innescando una nuova reattività che potrà creare prospettive inedite in svariati settori, lungo tutta la nostra filiera, facendo leva su nuovi auspicati criteri qualitativi dell’architettura destinata ai giovanissimi che non può più prescindere da sistemi in grado di garantire luoghi sicuri e salubri”, spiega Emanuele Orsini, membro cda MADE expo. Grande attesa e grandi aspettative dunque per MADE expo 2017 che, sottolinea Cristina Tajani, Assessore alle Attività Produttive del Comune di Milano: “Conferma Milano capitale del fare e del bello. Per quattro giorni la città si trasformerà nel centro mondiale del progettare e del costruire con una particolare attenzione alle finiture d’interni e al design confermando ancora una volta il ruolo di fiera leader in Italia e tra le più importanti al mondo. MADE expo rappresenterà dunque un’anticipazione della design Week milanese”.

UN HUB DEL PROGETTARE E DEL COSTRUIRE

MADE expo, in programma a Milano Rho Fiera dall’8 all’11 marzo 2017, si conferma la fiera internazionale del progetto e delle costruzioni più visitata in Italia e nel bacino Mediterraneo, con decine di migliaia di visitatori dall’Italia e dall’estero. Un vero e proprio hub per il mondo dell’architettura e dell’edilizia che si propone come motore propulsivo verso i mercati internazionali anche grazie al supporto di ICE, e come spinta per accelerare la ripresa di quello nazionale. Non una semplice fiera ma un “luogo di esperienza” dove scoprire, vedere, conoscere, toccare con mano tutte le novità in termini di ricerca e innovazione dei circa 1.400 espositori che rappresentano il meglio della produzione presente sul mercato. Un “luogo di business”, grazie al terreno fertile di relazioni e contatti che crea tra i professionisti e le aziende stesse. Costruire, recuperare e ristrutturare in modo soste-

nibile, efficiente e sicuro, partendo dai temi legati alla sismica oltre l’emergenza, alla riqualificazione e rigenerazione dei centri urbani e degli edifici (cohousing, sharing e nuovi stili di abitare, sustainable urbanscape...); l’evoluzione della tecnologia a supporto della progettazione e della costruzione (BIM, stampanti 3D..): questi sono alcuni dei temi chiave che troveranno in MADE expo, il palcoscenico naturale per una cultura della progettazione e dell’abitare al passo con le istanze internazionali del mercato e della società. A essi si aggiungono il tema del comfort abitativo dato dalle soluzioni sempre più avanzate nel mondo dell’involucro, e il saper fare tutto italiano del mondo degli interni e delle finiture, sempre più apprezzato peraltro nel comparto nazionale e internazionale del contract. MADE expo è l’unica manifestazione in grado di offrire una visione multi-specializzata sui materiali, sistemi costruttivi, serramenti, involucro, finiture e superfici, grazie a 4 Saloni specializzati, rappresentativi e integrati: MADE costruzioni materiali (padiglioni 6-10) Soluzioni costruttive e tecnologie innovative, materiali performanti, attrezzature più all’avanguardia per un’edilizia sostenibile e sicura saranno motivo di sicuro interesse per le imprese, gli ingegneri, geometri e tutte le altre categorie tecnico profes-


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- Le ultime novità in ambito software, dalla progettazione e calcolo strutturale alla progettazione architettonica e ingegneristica, e del BIM. E poi stampanti 3D, realtà aumentata e altre tecnologie e servizi innovativi funzionali a progettare, costruire e gestire edifici e ambienti.

UN PALINSESTO RICCO DI NOVITÀ

sionali, insieme al fitto programma di eventi e convegni di taglio tecnico normativo. Di scena sistemi costruttivi e strutture in legno, laterizio, calcestruzzo e acciaio, materiali, manufatti, prodotti performanti nei settori dell’impermeabilizzazione, dell’isolamento, della protezione, del risanamento e del rinforzo strutturale, del colore e delle pitture, sistemi di misura, prova e controllo, soluzioni per il cantiere e per la sicurezza MADE involucro e serramenti (padiglioni 1-2-3-4) Rappresenta tutta la filiera in tema di serramenti, tende, sistemi di oscuramento, protezione, involucro edilizio e coperture. Serramentisti, installatori, distributori, rivenditori, architetti, progettisti, costruttori possono confrontarsi con l’intera filiera produttiva, che parte dalle macchine per la lavorazione dei serramenti in tutti i materiali (legno, alluminio, pvc) per arrivare ai prodotti finiti più innovativi. MADE interni e finiture (padiglioni 5-7) - Soluzioni ad alta qualità e prodotti innovativi in tema di pavimenti, rivestimenti, porte, maniglie e accessori, controsoffittature, partizioni interne, pareti attrezzate, scale e finiture. Un incontro sinergico tra design, tecnologia e ricerca per tutti gli addetti ai lavori: progettisti, interior designer, contractor e distributori rivenditori nazionali e internazionali. MADE software tecnologie e servizi (padiglione 10)

Nelle due macro-aree tematiche (sostenibilità e innovazione) il mondo della produzione si confronta con quello della ricerca, della progettazione e della gestione degli edifici. Nei quattro giorni di fiera i massimi esperti della scena nazionale saranno coinvolti in eventi, workshop, laboratori, iniziative di edutainment e dibattiti. Complessivamente nelle due aree verranno realizzati 12 eventi portanti, distribuiti tra mattina e pomeriggio nelle quattro giornate. A corredo di questi, saranno attivati una serie di focus, workshop tematici tutti di taglio tecnico, promossi da associazioni di settore, ordini professionali e università che garantiranno il rilascio di crediti formativi. Archmarathon Selections (padiglione 2) - Un concorso di architettura internazionale organizzato con un format innovativo e coinvolgente. Trenta studi di progettazione provenienti da tutto il mondo presenteranno al pubblico professionale di MADE expo i progetti in gara per Archmarathon, evento internazionale di Architettura giunto alla sua terza edizione. I 14 migliori progetti (uno per categoria) di Archmarathon Selections@MADE passeranno direttamente alle finali di Archmarathon 2018. Made4Contract (padiglione 7) - Un focus sul Contract nazionale e internazionale con architetti, developer, general contractor, con un nuovo format (in collaborazione con Quotidiano Immobiliare). Quattro giorni di incontri tematici dedicati al contract , dove professionisti di rilievo del progetto, delle costruzioni e dell’architettura nazionale e internazionale discuteranno di progetti realizzati e in via di realizzazione in Italia e nel mondo e di come approcciare i diversi mercati, quali la CINA, gli USA, gli UK, con focus specifici sulle varie tipologie di progetto, dal retail, all’hospitality, al residenziale . Moodboards exploring materials#solutions#surface (padiglione 7) - MOODBOARDS, progettata dallo Studio Marco Piva, utilizzando come fil rouge l’interpretazione dello «spirito» delle grandi metropoli, trasmette ai visitatori l’approccio dell’Architetto alla selezione e alla combinazione delle finiture e dei materiali necessari allo sviluppo in ogni parte del mondo dei progetti di Architettura e di Interior


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Immagini della scorsa edizione di MADEexpo.

Design, suggerendo nuove interpretazioni della “materia progettuale”. Attraverso un’attenta selezione operata della produzione delle aziende del settore, Marco Piva realizza una galleria di Scenografie Materiche – MOODBOARDS - ispirate ai luoghi del progetto. I prodotti delle aziende partner saranno protagonisti anche dei grandi Tavoli Materici: campioni da guardare e da toccare per scoprire le finiture per l’architettura, valutarne texture e performance e immaginarne l'impiego in nuovi progetti. Nell’area anche spazi di relazione per approfondire con le aziende le caratteristiche tecniche dei prodotti in mostra. Real Architecture (padiglione 7) - I protagonisti dell’Architettura diventano videomaker per un giorno per raccontare le loro sensazioni e documentare le immagini più belle di MADE expo 2017 raccolte liberamente tra le aree espositive della fiera. Il tutto attraverso una GoPro camera. Una selezione dei video realizzati saranno proiettati al pubblico all’interno dello spazio-party dedicato. Uno spazio non convenzionale, nuovo e contemporaneo dove poter prenotare la action-camera, lanciare i propri video su tutti i canali social, vedere i video dei 40 studi di Architettura protagonisti, conoscersi e relazionarsi con loro e tutti i professionisti invitati. In chiusura di giornata, il Real-Party con DJ aperto agli studi partecipanti, alla stampa, alle aziende e a tutti i visitatori di MADE expo 2017. Forum Involucro e Serramenti (padiglione 4) Un’area curata da DBInformation dove i professionisti del serramento si incontrano per approfondire temi legati all’evoluzione normativa, produttiva, prestazionale e distributiva dei serramenti attraverso dibattiti, convegni, speech coinvolgenti, test e dimostrazioni. Retail, sicurezza e certificazioni saranno tre temi chiave di questa edizione. Sul tema principale dell’evento, il Retail, produttori e rivenditori si confronteranno sui principali temi legati alla vendita e alla gestione dello show-room di porte e finestre. Tutti i giorni verranno discussi temi chiave per il mondo delle distribuzione: dal marketing al co-marketing, dalla comunicazione tradizionale a quella digitale, dall’allestimento di uno showroom vincente alle attività di formazione congiunte, al monitoraggio delle vendite e della forza vendita, fino alla stessa gestione del punto di rivendita. Arricchiranno il Forum inoltre un’area dedicata all’innovazione di prodotto e una dedicata a un photocontest. Forum-Holzbau (venerdì 10 marzo ore 10.30 Centro Servizi Fiera Milano Rho Sala Gemini)L’Italia costituisce un mercato di primaria impor-

tanza per la costruzione in legno: attualmente in forte espansione, sta raggiungendo una posizione di vertice in ambito europeo. Sempre più centrali sono i concetti strettamente collegati all’utilizzo di questo materiale in edilizia: leggerezza, efficienza energetica, resistenza sismica, comfort, sostenibilità e rispetto dell’ambiente. Nell’ambito di MADE expo Forum-Holzbau organizzerà un convegno internazionale per offrire a costruttori, progettisti, ingegneri, architetti, supervisori e professionisti del settore la possibilità di condividere le loro esperienze del costruire in legno. Forum-Holzbau è una piattaforma internazionale che riunisce le Università di Helsinki (Finlandia), di Monaco Rosenheim (Germania), di Bile/Berna (Svizzera), di Vienna (Austria) e di Vancouver (Canada), con lo scopo di diffondere e promuovere la cultura del costruire in legno; in Italia Forum-Holzbau collabora con l’Università di Trento. Questa edizione speciale prevede in particolare un focus su fisica e tecnica del materiale, sicurezza sismica, architetture urbane dedicato a professionisti, ingegneri, architetti e geometri specializzati. Vi saranno due sessioni con la partecipazione di relatori internazionali: una dedicata all’Architettura urbana in legno, l’altra dedicata a Fisica e Tecnica applicata alle costruzioni in legno Carousel for Life. Progetti per crescere (padiglione 5-7) - MADE expo è anche incubatore di nuovi progetti culturali e di ricerca. Qui FederlegnoArredo ha deciso di lanciare Carousel for Life, un progetto culturale generato da una ricerca condotta sull’architettura per l’infanzia, finalizzato a orientare una nuova visione che definisca criteri qualitativi di progettualità e produzione, affermando i bambini al centro del mondo. L’architettura è una scienza pedagogica, è potente strumento educativo: disciplina formativa che ha il nobile compito culturale di educare alla bellezza, di dare forma allo spazio in cui viviamo; ed è lo spazio - con tutte le sue connotazioni - a essere la prima forma del conosciuto, senza il quale nessuno può avere esperienza del mondo esterno. Lo spazio circonda, cura e fa crescere; e i bambini si impossessano con gioia dello spazio, lo esplorano e lo vivono senza freni e senza remore, in un moto perpetuo che è la loro modalità di conoscere. Se è vero che i bambini sono i protagonisti dello spazio, allora abbiamo il dovere di ripensare dalle fondamenta l’approccio progettuale di tutto ciò che li riguarda, intervenendo su edifici, spazi, oggetti, a tutti i livelli. In questo ambito l’Italia è in netto ritardo rispetto all’evoluzione di


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altri Paesi; non esiste un sistema normativo organico, né tanto meno una legislazione che possano indirizzare una corretta progettualità e un consapevole utilizzo dei materiali. Nessuna disposizione sulla qualità degli spazi per i bambini. Nessuno standard o criterio sulla formazione dello spazio necessario a crescere. O a guarire, nel triste caso degli ospedali per i più piccoli. Anche la casa richiede particolare attenzione, così come le strutture per l’ospitalità. Non ultimo, il vasto comparto dell’edilizia scolastica che richiede misure urgenti per superare la profonda inadeguatezza di cui gli edifici soffrono da decenni. Ed è da qui che FederlegnoArredo vuole partire con la concreta volontà di innescare una nuova reattività che potrà creare e aprire nuove prospettive coinvolgendo tutti gli attori della filiera. Il progetto, curato dall’architetto Valentina Fisichella al prossimo MADE expo che costituisce la “puntata zero”, prevede un’installazione attorno a un elemento peculiare che raffigura lo spirito dell’iniziativa, e che nel tempo permarrà come leitmotiv garantendo la riconoscibilità e la continuità del progetto, sintetizzata anche graficamente da un logo. Livelli differenziati di lettura e fruizione permetteranno di comunicare ai visitatori la complessità del tema, presentando una panoramica del percorso e dei suoi contenuti, ed esplicitando settori produttivi potenzialmente interessati e ambiti di applicazione: edilizia scolastica, ambienti domestici, ospedali, spazi pubblici, ospitalità. Accanto convegni e momenti di approfondimento per sensibilizzare gli operatori del settore coinvolgendo insegnanti, provveditorati e istituzioni.

UN MONDO DI SERVIZI

I servizi completano l'offerta fieristica e ne potenziano l'impatto per espositori e visitatori: Internazionalizzazione - Per molte aziende l’export costituisce già un’importante voce del proprio fatturato, e altre intendono affiancare al consolidamento in Italia l’espansione in nuovi mercati esteri. Sull’internazionalizzazione MADE expo ha sviluppato un programma strutturato e definito per la promozione della manifestazione in diversi Paesi in collaborazione con ICE, che ha scelto MADE expo come una delle manifestazioni internazionali fondamentali per fare crescere il business delle aziende italiane. La manifestazione è stata promossa in Europa, Est Europa e nel bacino del Mediterraneo con una importante campagna off line e on line e con un road show di 8 tappe. Durante i quattro giorni di fiera, arriveranno circa 200 delegati da più di 25 Paesi (tra i quali Stati Uniti, Russia, Africa Subsahariana, Maghreb, Russia e repubbliche ex

Sovietiche, Medioriente, Iran, Cina) che genereranno più di 1.000 incontri B2B profilati con gli espositori, avendo come base la International Business Lounge di MADE expo. Nuovo catalogo digitale - La visibilità che viene riservata agli espositori si consolida nell’edizione 2017 con un’evoluzione nell’area digitale. Un nuovo servizio a disposizione delle aziende: il catalogo prodotti che, grazie all’accordo siglato tra MADE expo ed Edilportale, consente agli espositori di rendere visibili i propri prodotti partendo dal catalogo online della manifestazione, ricevendo il traffico web qualificato di operatori del settore e utenti in target. Una evoluzione che innova il concetto di fiera, portandolo oltre la manifestazione e i confini territoriali e temporali tra un’edizione e la successiva. Osservatorio MADE expo - Il nuovo Osservatorio MADE expo rientra nelle nuove strategie che stanno arricchendo la progettualità della fiera milanese dedicata ad architettura ed edilizia. Prevede una serie di approfondimenti di respiro internazionale su macro-temi verticali, intercettando chiavi di lettura utili per il mondo che sarà. Osservatorio MADE expo ha un occhio sull’estero, alla scoperta dei progetti più significativi e di tendenza, e uno sul mercato Italia, per raccontare come le aziende espositrici esplorino soluzioni innovative in grado di affrontare i nuovi bisogni abitativi. È costantemente arricchito dalle voci di influencer ed esperti di settore.

TUTTI I NUMERI DI MADEEXPO 8° edizione; Biennale; Circa 1.400 espositori distribuiti su 8 padiglioni; 4 saloni specializzati; 8 eventi speciali con più di 100 appuntamenti e convegni; Più di 200 delegati internazionali da più di 25 paesi; Il 95% dei visitatori professionali si è dichiarato soddisfatto della propria visita; Il 50% dei visitatori totali; Il 71% dei visitatori stranieri; Il 60% degli installatori serramentisti considerano MADEexpo la fiera di riferimento del settore.


CHRONICAE BAU bau-muenchen.com

di Beatrice Guidi

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Risultati straordinari e giudizi estremamente positivi per BAU 2017 che nel 2019 raggiungerà una superficie espositiva di 200.000 metri quadrati: sono attualmente in costruzione due nuovi padiglioni.

Un record di affluenze internazionali Per la prima volta, su 250.000 visitatori presenti a BAU 2017, 80.000 sono giunti dall’estero. BAU, Salone Internazionale di Architettura, Materiali e Sistemi, ha così registrato un’ulteriore crescita sul piano internazionale (2015: 72.000 visitatori esteri). Anche il ruolo di “fiera per architetti” è stato consolidato con 65.000 operatori di studi di architettura e progettazione. Infine, con 2.120 aziende da 45 Paesi, il salone ha registrato un nuovo record anche sul fronte degli espositori. Il direttore generale Reinhard Pfeiffer è soddisfatto dei risultati: “BAU continua a realizzare nuovi record, riaffermando il suo ruolo di motore dell’innovazione e del settore delle costruzioni.” Anche Dieter Schäfer, Presidente del Comitato Espositori di BAU, si mostra entusiasta: “Dal punto di vista degli espositori BAU è stato un successo pieno, confermando di meritare il titolo di principale salone internazionale di architettura, materiali e sistemi”. Per Martin J. Hörmann, Vicepresidente del Comitato Espositori di BAU, il salone è “l’appuntamento di riferimento del settore ogni due anni”. Fra i primi 10 Paesi per numero di visitatori spiccano nuovamente tre nazioni extra-UE: Turchia (3.055 visitatori / 2015: 3.716), Russia (2.868 / 2015: 2.500) e Cina. La quota già elevata di operatori cinesi è nuovamente aumentata (2.235 visitatori/2015: 2.096), riportando la Cina nella top-10. In occasione di BAU Messe München ha comunicato di aver acquisito la quota di maggioranza di “FENESTRATION CHINA”, la più importante rasse-

gna cinese di finestre, porte e facciate. “In qualità di futuri organizzatori di FENESTRATION BAU China, il riscontro estremamente positivo dei nostri espositori principali è molto importante,” ha sottolineato il Dott. Reinhard Pfeiffer. Cathy Peng, fondatrice di FENESTRATION CHINA e futura socia di FENESTRATION BAU China, vede nella stretta correlazione fra FENESTRATION CHINA e alcuni settori di BAU e l’appuntamento con BAU Congress China una forte situazione di “win-win”. La nuova vetrina “FENESTRATION BAU China” verrà allestita per la prima volta dal 7 al 10 novembre 2017 a Shanghai. Con questo evento anche BAU consoliderà la propria posizione in Cina, il mercato per l’edilizia più importante al mondo. In cima alla classifica dei visitatori di BAU si sono piazzate anche in queste edizione i “vicini di casa” Austria (11.520 visitatori), Svizzera (5.243) e Italia (5.013). La crescente rilevanza di BAU anche al di fuori dell’Europa è dimostrata dall’elenco dei Paesi che hanno registrato i maggiori tassi di crescita, come Corea del Sud (1.301 visitatori/+42%), Stati Uniti (792 visitatori/+40%) e India (803/+59%). “Nato nel 1964, BAU è diventato nell’arco di 60 anni un mega-evento di risonanza mondiale. È questa l’impressione che hanno avuto tutti coloro che si sono fatti largo nei 17 padiglioni,” ha dichiarato il direttore del salone Mirko Arend. Fin dal primo giorno i padiglioni e gli stand sono stati affollati, in un contesto caratterizzato come sempre da strutture di grande impatto, spesso a due piani.


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photos by Sonia Maritan.

Agli stand si potevano vedere e ascoltare operatori di tutto il mondo. Le 2.120 aziende espositrici di 45 Paesi si sono fatte trovare pronte. Molte hanno portato al BAU personale qualificato per poter accogliere al meglio i numerosi ospiti internazionali. Anche se BAU 2017 ha richiesto il massimo impegno agli espositori, l’umore negli stand era eccellente in virtù dei molti nuovi contatti, del livello qualitativo dei visitatori e delle buone prospettive congiunturali.

UN ELEVATO TASSO DI INTERNAZIONALITÀ

Ancora una volta gli espositori sono stati colpiti dall’internazionalità, dalla qualità e dalla varietà degli operatori qualificati. Il giudizio è unanime: BAU è unico nel suo genere, è il salone più importante del settore, a livello nazionale e internazionale. “BAU ha dato ancora una volta prova del suo ruolo di principale salone internazionale del settore,” ha sottolineato Bernard Gualdi, responsabile comunicazione di Braas. “BAU si è dimostrato più che mai il principale salone internazionale,” ha ribadito Thomas Lauritzen di Schüco. Breve quanto efficace il giudizio espresso da Ayten Yilmaz di Wicona: “BAU è l’evento clou”. Marc Everling, responsabile marketing e comunicazione di Interpane, ha apprezzato la varietà dei visitatori di BAU: “A BAU riceviamo una selezione di tutti i gruppi ai quali ci rivolgiamo”. Anche Werner Hansmann, capo di Saint-Gobain Rigips, dice: “Il numero di contatti internazionali è aumentato sensibilmente anche quest’anno”. Hannes Spiss ha portato per la prima volta a Bau

l’azienda cinese Northglass e il vicepresidente si è detto “completamente soddisfatto. Per noi è fondamentale essere presenti nel 2019”. In vista della prossima edizione fra due anni, praticamente tutti gli espositori hanno espresso lo stesso giudizio chiaro: Noi ci saremo ancora! La posizione di BAU come numero uno assoluto del settore dell’edilizia è confermata anche dal sondaggio fra i visitatori condotto dall’istituto di ricerche di mercato Gelszus, con valori massimi difficilmente superabili. Sul fronte degli espositori, quasi tutti (98) giudicano BAU ottimo o buono. Il ruolo di fiera leader viene inoltre riconosciuto su un ampio fronte (95 percento) Il 95 percento degli espositori ha assegnato i voti più alti per la qualità, il 91 percento per l’internazionalità dei visitatori. Meno sorprendente che la situazione economica attuale venga giudicata dagli espositori migliore del 2015. Il 91 percento, rispetto all’81 percento di due anni fa, l’ha definita “ottima o buona”. Gli espositori confermano che la propensione a chiudere affari concreti è nuovamente migliorato rispetto al 2015. Quasi tutti gli espositori (98 percento) intendono tornare a BAU.

SODDISFAZIONE TRA I VISITATORI

Il sondaggio fra i visitatori ha prodotto risultati stabili su livelli elevati. Anche in questo caso è difficile fare meglio. Come nel 2015, il 98 percento dei visitatori ha assegnato a BAU un giudizio da ottimo a


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buono e il 96 è intenzionato a tornare alla prossima edizione. I giudizi migliori sono stati espressi dai visitatori per la varietà e la completezza dell’offerta (98 percento “ottimo o buono”) e per la presenza dei leader di settore (95 percento). In tutte le categorie la soddisfazione dei visitatori oscilla fra il 90 e il 100 percento, ma anche questo è normale per BAU. L’obiettivo più importante, cioè informarsi sulle novità, è stato raggiunto dal 95 percento dei visitatori, registrando nuovamente un leggero incremento rispetto al 2015. Quasi tutti i visitatori, esattamente il 95 percento, sono operatori qualificati, mentre il 62 percento riveste una posizione chiave, almeno secondo i dati in nostro possesso. Anche se BAU ha convinto non solo per la varietà dei visitatori ma anche per l’ampia gamma di temi discussi. L’impatto della digitalizzazione sul futuro dell’edilizia è stato mostrato principalmente dagli espositori di BAU IT nel padiglione C3. il BIM (Building Information Modeling) era un tema ubiquo. Un altro tema ha dominato la scena: componenti e sistemi “intelligenti” con proprietà specifiche e in grado di reagire agli influssi esterni, dalla maniglia con lettore di impronte digitali alla facciata che produce energia, fino alla soluzione per la smart home completamente connessa in rete. Oltre che per la qualità degli espositori e l’imponenza degli stand, BAU è un punto di riferimento anche per il programma collaterale. I tre forum in fiera sono stati anche quest’anno vere e proprie calamite di pubblico. Posizionati nel cuore dei padiglioni (C2, C4 e B0), i

forum consentivano a tutti, gratuitamente, - di conoscere i grandi temi del settore, dalla viva voce di figure indipendenti dell’architettura, della ricerca e dell’industria. Le presentazioni hanno affrontato i temi della digitalizzazione della progettazione e della costruzione, l’edilizia modulare di serie e le tecnologie “smart”. Il Forum B0 ha puntato gli obiettivi sulle soluzioni pratiche per il risanamento e l’ammodernamento di edifici, oltre a ospitare la Giornata del Settore Immobiliare e la Giornata delle Scuole Superiori. Accanto alle presentazioni degli espositori, i temi principali di BAU 2017 (Facciate intelligenti – Progettazione, costruzione e gestione digitali – Edifici connessi in rete – Costruire e abitare nel 2020) sono stati trattati e illustrati in mostre speciali e forum, da punti di vista e angolazioni differenti. BAU ha collaborato con partner prestigiosi come Fraunhofer-Allianz BAU, la società tedesca per l’edilizia sostenibile DGNB (Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen), l’istituto ift Rosenheim e la società tedesca di gerontotecnica GGT (Deutsche Gesellschaft für Gerontotechnik). BAU 2017 è stato aperto ufficialmente dalla Dott.ssa Barbara Hendricks, Ministro Federale dell’Ambiente, Conservazione della Natura, Lavori Pubblici e Sicurezza Nucleare del governo tedesco. Nel suo discorso il ministro ha definito il settore delle costruzioni come “settore chiave” dal punto di vista sociale. Con l’iniziativa per la costruzione di case è stata intrapresa la giusta strada: “La Germania brulica di cantieri. Dopo anni di stagnazione siamo riusciti a imprimere una svolta”. Dopo


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un ampio giro dei padiglioni il ministro ha aperto la Conferenza del BMUB con il titolo “Serve una politica dell’edilizia!”. Un evento di grande fascino e richiamo è stato anche quest’anno la “Notte Bianca dell’Architettura”. Nella serata di venerdì, oltre 35.000 visitatori hanno voluto scoprire i 70 edifici più significativi di Monaco di Baviera alle luci della notte. Durante il salone BAU anche quest’anno sono stati assegnati diversi premi, fra i quali il premio 1:1 “Das erste Haus” (la prima casa) in collaborazione con “Bauwelt”, il premio AIT per l’innovazione, il premio BAKA per i prodotti innovativi, il premio “Auf IT gebaut – Professioni del futuro nell’edilizia”, l’Oscar del mercato dei materiali per edilizia, e il Premio per gli Ingegneri della Baviera. Uno dei momenti salienti è stato l’annuncio dei vincitori di Archi-World-Academy, un concorso organizzato da BAU insieme al portale di architettura Archi-World e giunto alla terza edizione. I dodici vincitori, selezionati fra oltre 1.500 partecipanti provenienti da tutto il mondo, potranno fare un praticantato di sei mesi nello studio di un grande architetto internazionale: grande il loro entusiasmo in fiera nel vedersi fianco a fianco con i loro prossimi datori di lavoro. La prossima edizione di BAU avrà luogo dal 14 al 19 gennaio 2019 presso il Centro Fieristico di Monaco di Baviera. L’area espositiva si estenderà a 200.000 metri quadrati. Sono attualmente in costruzione due nuovi padiglioni.

COS’È BAU

BAU, Salone Internazionale di Architettura, Materiali e Sistemi, è la manifestazione più grande e importante del settore. La prossima edizione di BAU avrà luogo dal 14 al 19 gennaio 2019 presso il Centro Fieristico di Monaco di Baviera. Al Salone sono attesi circa 2.000 espositori da oltre 40 Paesi e circa 250.000 visitatori da tutto il mondo. Su una superficie di 185.000 m (il quartiere espositivo segna da anni il tutto esaurito), BAU presenta architettura, materiali e sistemi per l’edilizia industriale, commerciale e residenziale, e per l’arredo di interni, sia per le nuove costruzioni sia per l’edilizia di ristrutturazione. La fiera è l’unico evento al mondo che, ogni due anni, riunisce i leader del settore in una rassegna completa e trasversale a diversi comparti. Con la presenza di oltre 60.000 progettisti, BAU è anche il più grande salone specializzato al mondo per architetti e ingegneri. L’offerta merceologica è suddivisa per materiali edili, settori produttivi e tematici. L’offerta del salone è completata da un ricco programma di eventi collaterali, fra cui forum di alto livello con esperti da tutto il mondo.

COS’È MESSE MÜNCHEN

Messe München, con i suoi circa 40 saloni dedicati a beni di investimento, beni di consumo e nuove tecnologie nella sola piazza di Monaco di Baviera, è uno dei principali organizzatori fieristici al mondo. Oltre 30.000 espositori e circa due milioni di visitatori partecipano ogni anno alle manifestazioni presso il Centro Fieristico, il Centro Congressi Internazionale (ICM) e il Centro Espositivo MOC. Inoltre, Messe München organizza saloni specializzati in Cina, India, Turchia, Sudafrica e Russia. Con diverse consociate estere in Europa, Asia e Africa e oltre 60 rappresentanze straniere, che offrono i loro servizi in più di 100 Paesi, Messe München dispone di un’organizzazione su scala mondiale.


COLLOQUIUM KLH MARCO HUTER www.klh.at

di Sonia Maritan

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La Apple del settore legno KLH in occasione del BAU riserva la sua novità: Marco Huter entra in azienda come Managing Director, la scelta è strategica per un’azienda che come recita il pay off afferma “Vogliamo essere il numero uno tra i produttori di legno lamellare a strati incrociati, e dimostrare nel mondo il nostro know-how e la nostra lunga esperienza”. Stratega del mercato lui paragona la KLH alla Apple e in quella direzione si muove. ne, alla vendita e al marketing. Inoltre mi occupo dello sviluppo dei nuovi prodotti e del servizio tecnico per i clienti. Questa suddivisione nasce dallo sviluppo estremamente positivo dell'azienda e quindi dalla conseguente necessità di offrire un maggiore “focus” sul mercato. Una sola persona non era più sufficiente per le nostre esigenze, sopratutto se vogliamo continuare con questo trend positivo considerando di aprirci a nuovi mercati e nuove attività».

Sopra: Marco Huter, amministratore delegato della KLH. A destra: Sonia Maritan con Marco Huter allo stand di KLH al BAU di Monaco.

Siamo con il secondo amministratore delegato della KLH Marco Huter, che incontriamo al BAU di Monaco: uno stratega della legge di mercato. Lui non si occupa della parte produttiva che continua ad essere gestita da Mario Wagner. Ricordiamo che l’azienda ha sviluppato il prodotto KLH nel 1996 in collaborazione con l’università tecnica di Graz. Pioniera nella produzione di compensato multistrato – legno lamellare a strati incrociati: KLH, CLT, X-LAM – nel 1999 ha inaugurato lo stabilimento di Teufenbach - Katsch, il quale negli anni successivi è sempre stato ammodernato e ampliato. I pannelli di legno massiccio KLH vengono oggi utilizzati in tutto il mondo come elementi strutturali di pareti, solai e tetti nelle costruzioni in legno. La KLH Massivholz GmbH è posseduta al 100% dal gruppo Johann Offner, un’azienda a conduzione familiare tradizionale, con una storia lunga più di 250 anni. Un’azienda dunque in costante crescita, che viene ulteriormente arricchita con l’ingresso di Marco Huter, scopriamo insieme quale sarà precisamente il suo ruolo. “Come ci ha anticipato lei non è un esperto del reparto produttivo!” «Infatti, la mia parte di responsabilità riguarda il mercato, ossia tutto ciò che attiene alla distribuzio-

“Questo significa che la KLH si è sviluppata molto di più delle vostre aspettative?” «Sì, e questo per noi è ovviamente un bene, ma è anche ciò che induce il nostro titolare a continuare su questa strada individuando la strategia migliore per gestire questa crescita e un chiaro


COLLOQUIUM_KLH MARCO HUTER

segnale che noi come management raccogliamo per proseguire sulla strada dello sviluppo puntando a nuovi vertici». “Siete un'azienda già molto affermata, qual è la sua idea per sviluppare ulteriormente il mercato e su quali cardini principali verterà la sua strategia?” «Dal mio punto di vista, in questo momento, noi abbiamo un prodotto che si è sviluppato molto bene in passato e in questo momento è ben conosciuto. Ma noi dobbiamo pensare, non solo al passato e al presente ma anche al futuro. Quindi ci siamo posti alcune domande: dove vogliamo andare con questo prodotto, come possiamo svilupparlo ulteriormente, che cosa possiamo fare per ampliare i suoi utilizzi ad altre applicazioni. In poche parole come possiamo sviluppare il prodotto esistente e successivamente come possiamo distribuirlo in nuovi mercati. In Europa ci sono ampi spazi di mercato in Paesi nei quali la nostra presenza non raggiunge ancora le percentuali che ha in Austria e in Germania. Così come dobbiamo pensare ai tanti Paesi fuori dall'Europa come gli Stati Uniti, l'Asia, il Sud America, il Giappone e la Cina. In questi Paesi siamo già presenti ma c'è un ampio margine di sviluppo. Noi dobbiamo migliorare i nostri prodotti e tutti noi del settore dobbiamo pensare al futuro.


COLLOQUIUM KLH MARCO HUTER www.klh.at

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Il nostro nuovo prodotto non deve rimpiazzare ma rappresentare un ulteriore sviluppo. Per fare un parallelo con le case automobilistiche, possiamo paragonare il nostro prodotto a un motore Diesel, sul quale stiamo lavorando affinché consumi sempre meno, ma dobbiamo guardare il futuro e il futuro è nei motori elettrici. Questa è una grande sfida per tutte le aziende, migliorarsi sempre guardando avanti. KLH è da sempre un'azienda votata all'innovazione, siamo stati pionieri del nostro prodotto sul mer-

cato. Un mercato che ha visto l'ingresso di nuove aziende concorrenti e ci ha fornito nuovi stimoli a migliorarci. Proprio grazie a questa nostra propensione all'innovazione mi piace paragonare la nostra azienda, pur con i dovuti distinguo, alla Apple». “Lei non proviene dal mondo del legno, eppure, questo non pensa che potrebbe portare un arricchimento all’azienda?” «In effetti ho lavorato in altri ambiti, dopo l'università ho iniziato con le aziende internazionali, successivamente ho lavorato nei media. Successivamente ho lavorato in altri settori, l'ultimo dei quali quello della moda, più precisamente nell'abbigliamento». “Io amo molto il legno, è un materiale che quando lo scopri ti conquista subito, perché è un materiale vivo, caldo e profumato. Nessun altro materiale profuma come il legno. Credo però che si possa fare ancora molto con la tecnologia di cui disponiamo…” «Il mio lavoro è sempre stato legato al branding, al marketing e alla vendita. Forse le industrie, anche la nostra, hanno bisogno anche di questo. Molti produttori credono che ci sia una regola del mercato che non si può cambiare, io invece credo che si può fare l'una e l'altra cosa, in un modo diverso e questa è una bella sfida che mi è stata assegnata».



PERITUM peritolegno@gmail.com

di Silvia Tedesco

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Legno e durabilità

Quando si parla di durabilità del legno, si fa riferimento alla sua resistenza al degradamento indotto da organismi lignivori: la vita di una costruzione in legno può essere molto lunga a patto che le possibilità di degrado delle sue componenti lignee vengano prese in considerazione già in fase di progettazione. Per una corretta progettazione e manutenzione di qualsiasi manufatto in legno è pertanto necessario conoscere la durabilità dei singoli elementi lignei che la costituiscono e quali possono essere gli organismi che possono rappresentare una minaccia, anche in considerazione del fatto che la durabilità viene contemplata dal recente Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR 305/2011).

PROGETTARE LA DURABILITÀ

Il legno è un materiale di origine biologica e come tale è soggetto a degrado, anche se in forma e tempo diverso, perde le sue caratteristiche e deperisce fino a diventare inutilizzabile dal punto di vista strutturale. In realtà tutti i materiali da costruzione sono soggetti a degrado anche se in tempi e forme diversi. La vita di una costruzione in legno può essere molto lunga, anche maggiore di quella considerata, a patto che le possibilità di degrado delle sue componenti lignee vengano prese in considerazione già in fase di progettazione, in modo da poter definire e garantire la durata di vita richiesta. I grandi nemici del legno comunemente impiegato in ambito strutturale sono soprattutto l’acqua e 1.

Un’immagine rappresentativa del degrado del legno.

2. Il Ponte Vecchio di Bassano Del Grappa (VI), opera realizzata interamente in legno, progettato da Andrea Palladio e costruito tra il 15671569.

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il sole che alterano il legno se permangono a lungo. Solitamente le strutture in legno sono protette e coperte e in questo caso la manutenzione richiesta è quasi nulla. In alcuni casi però le strutture possono essere esposte interamente o in parte, in questi casi occorrono precauzioni e manutenzione. In questo caso il Piano di Manutenzione può essere definito il documento complementare al progetto dell’opera, che pianifica e programma, l’attività di manutenzione dell’intervento al fine di mantenere la funzionalità, la qualità, l’efficienza e non ultimo il valore economico.

MONITORAGGIO DELLE STRUTTURE ESISTENTI

Per preservare nel tempo qualunque tipo di manufatto in legno è necessario effettuare periodicamente una corretta manutenzione. La protezione preventiva o curativa di una struttura in legno deve sempre essere preliminarmente studiata e valutata, per consentire di individuare gli agenti del degrado e il loro fattore di sviluppo, in modo di orientare la scelta del prodotto preservante più idoneo allo scopo. Non è comunque possibile individuare un prodotto universale.

LE CINQUE CLASSI DI UTILIZZO DEL LEGNO

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Il rischio di attacco biologico è conseguente alle condizioni ambientali in cui un prodotto ligneo è esposto durante la sua vita d’uso. In ambito normativo sono state quindi definite delle Classi di utilizzo, queste classi rappresentano diverse situazioni di impiego che presentano una criticità crescente rispetto al potenziale attacco di agenti biodegradanti (UNI EN 335). Classe 1: legno impiegato all’interno, protetto dalle intemperie (pavimenti, mobili, ecc.); Classe 2: legno impiegato all’interno, ma potenzialmente soggetto a rischio di umidità localizzata (carpenteria, elementi di copertura, bagni, cucine, ecc.);


PERITUM

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Classe 3: legno impiegato all’esterno, sottoposto a repentine alternanze di condizioni umide e secche (finestre, porte esterne, rivestimenti esterni). La classe presenta a sua volta due sottoclassi con crescenti situazioni di esposizione all’umidità; Classe 4: legno impiegato all’esterno e sottoposto a umidità permanente (recinzioni, pali, ponti e passerelle esterne); Classe 5: tutte le opere in legno in contatto con acqua di mare (nodi, banchine, opere marittime, ecc.).

I PRINCIPALI AGENTI DEGRADANTI RESPONSABILI SONO FUNGHI, ORGANISMI MARINI E INSETTI. IN PARTICOLARE SI SEGNALANO:

soltanto sono capaci di svilupparsi in legno con un contenuto di umidità permanentemente al di sotto della saturazione delle fibre, si tratta di alcuni cerambicidi, anobidi, curculionidi, lictidi, bostrichidi. Questi insetti durante il loro intero ciclo vitale subiscono una metamorfosi completa, dall’uovo all’insetto adulto. In generale il buono stato di conservazione della superficie lignea, la presenza di finiture, la chiusura dei fori di sfarfallamento di attacchi pregressi con idonei stucchi limitano la deposizione di uova da parte di altri adulti femmina di nuova generazione. • Gli isotteri Le termiti, come le formiche sono insetti sociali che vivono in colonie formate da un numero variabile di individui divisi in caste con funzioni diverse: riproduttori primari o reali, operai, soldati, falsi operai. La formazione di nuove colonie si svolge attraverso sciamatura, propaggine o sociotomia. Le Kalotermes flavicollis (Fabricius), note anche come termiti del legno secco, vivono in colonie di piccole dimensioni e possono fare il nido anche all’interno del legno, attaccano il legno nella zona primaverile, le gallerie sono prive di rosure, infatti, spesso l’indizio dell’attacco è dovuto alla presenza di materiale espulso sulle superfici sottostanti al legno attaccato.

• Gli insetti xilofagi Gli insetti sono la causa del danno più importante che si riscontra nel legno. Sotto questa denominazione sono raggruppati gli insetti le cui larve si sviluppano nel legno. La loro presenza viene quasi sempre rilevata dai fori di uscita delle larve, detti anche fori di “sfarfallamento”, ma il numero di buchi non è correlato all’intensità dell’attacco, spesso l’attacco non è visibile esternamente. Le larve scavano gallerie più o meno frequenti (di varia sezione, lunghezza e ramificazione). La misura del danno si esprime in base alla profondità di penetrazione nel legno e dal diametro dei fori. La valutazione del danno viene data dal rapporto tra la superficie interessata e quella totale. L’attacco però interessa quasi sempre la porzione di alburno, raramente la resistenza meccanica dell’elemento diminuisce fino a compromettere la sicurezza della struttura. • I coleotteri Tra i coleotteri diffusi nei nostri climi, poche famiglie 4

3.

Nelle tre immagini alcuni fra i principali agenti degradanti responsabili dei danni indotti al legno.

4. Nella fotografia macro: un “tarlo del legno”, insetto lignivoro che causa il degradamento del legno.


PERITUM peritolegno@gmail.com

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• I funghi Le condizioni essenziali per lo sviluppo dei funghi lignivori sono: presenza di substrato nutritivo, adeguata umidità del legno (>20 %, meglio se tra 35 e 50 %), temperatura idonea (tra 19 e 30° C), ambiente aerobico (ossigeno). Alcuni funghi trasportano umidità dall’esterno o producono acqua dall’idrolisi delle pareti cellulari del legno, riuscendo così a raggiungere il valore igrometrico adeguato. • Azzurramento e muffe Alterazione cromatica causata da funghi cosiddetti cromogeni, che modificano l’estetica ma non la struttura del legno. • Le carie Alterazione fungina di tipo strutturale a carico dei costituenti chimici delle pareti cellulari che compongono il tessuto legnoso. Le carie determinano perdita progressiva di massa, di resistenza meccanica, di durezza e generalmente anche variazioni di colore e di aspetto superficiale.

I TRATTAMENTI PRESERVANTI

I trattamenti preservanti in base alla loro azione si dividono in: • Preventivi: hanno lo scopo di ridurre la possibilità di un attacco da organismi xilofagi (per legni non durabili o poco durabili suscettibili all’attacco nelle condizioni di servizio previste). • Curativi: hanno lo scopo di bloccare un attacco in atto e impedirne la propagazione. Entrambi i trattamenti possono essere eseguiti con mezzi fisici (di durata limitata) o chimici (la durata dipende dalla sostanza utilizzata e dalla sua applicazione). Concludendo si consiglia in fase progettuale di evitare tutte quelle situazioni dove ci siano ristagni d’acqua, assorbimento di umidità, isolare e proteggere dall’acqua e dal contatto diretto con altri materiali anche considerando “elementi di sacrificio”. Promuover una corretta ventilazione per evitare la condensa e prevedere eventuali pacchetti preservanti.

Silvia Tedesco

Silvia Tedesco opera nel settore legno da oltre 25 anni, nello studio e nello sviluppo di nuovi prodotti, problematiche e soluzioni anche di cantiere, è formatore e relatore in corsi tecnici e di aggiornamento per operatori del settore legno. Consulente tecnico e CTU, marcature CE, DoP e prove di laboratorio, oltre ad avere il patentino di direttore operativo e ispettore di cantiere per opere di ingegneria in legno (UNI TR 11499/2013). Autrice del libro " la casa ecologica " GB edizioni. peritolegno@gmail.com • mobile +39/373 5475007


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FOCUS HOLZBAU-FORUM (IHF 2016) GARMISCH-PERENKIRCHEN www.forum-holzbau.com di Pietro Ferrari

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Un Holzbau-Forum di riflessione e proposta L'appuntamento di Garmisch-Partenkirchen nel quale anticipiamo anche il ricco calendario di forum che si svolgeranno nel 2017, propedeutici ad approfondire l'utilizzo di soluzioni modulari di pregio in risposta all'urgenza degli spazi abitativi. A Garmisch-Perenkirchen, il 7, l'8 e il 9 dicembre 2016, ha avuto luogo la 22esima edizione dell'Internationales Holzbau-Forum (IHF 2016), un appuntamento che viaggia verso la storicità e che rappresenta il punto di riferimento della cultura del costruire in Europa, accompagnato da una serie di appuntamenti via via sempre più seguiti dalla nostra testata Struttura Legno.

A destra, Sonia Maritan, direttrice di Struttura Legno davanti a un modello che preannuncia le ambizioni del legno come materiale da costruzione. Nella pagina a destra, Pietro Ferrari, direttore de Il Legno all’ingresso del Forum.

Il programma di eventi portato avanti dal Forum Holzbau e che fa da corona allo storico appuntamento di Garmisch-Partenkirchen è impressionante: il 28 febbraio e il primo marzo avrà luogo a Varsavia la prima edizione dell'Holzbau-Forum Polska, il 9 marzo a Dübendorf (Svizzera) la quindicesima Techniker Tag VGQ, particolarmente significativa in un Paese in cui la cultura del costruire in


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legno è vasta e profonda. In Italia, nel contesto dell’importante esposizione fieristica MADE expo, avrà luogo il 10 marzo il Forum LegnoEdilizia Italia, primo esempio della collocazione di uno dei Forum all'interno di un evento espositivo in Italia, ma già il 22 e il 23 marzo a Bad Wörishofen si svolge un convegno speciale sulla fisica delle costruzioni (edilizia, costruzione a secco, arredo d'interni), il 6 e il 7 aprile a Epinal-Nancy (in alternanza con Lione) si svolge il Forum International Construction Bois con un forte accento francese, ancora in Italia, a Villa Quaranta presso Verona il 12 maggio, il sesto Forum internazionale dell'edilizia in legno, il 29 e il 30 giugno a Merano la quattordicesima edizione dell'Internationales Branchenforum für Frauen. Nel mese di settembre a Trondheim, in Norvegia, il Forum Wood Nordic di Trondheim, il 18 e il 19 ottobre il Forum HolzBau Urban di Colonia, giunto alla decima edizione precede la chiusura dell'anno con la ventitreesima edizione dell'Internationales Holzbau Forum di Garmisch-Partenkirchen dal 6 all'8 dicembre. La presenza a Vienna nel mese di agosto del World Timber Construction Engineering (WCTE), seguito dalla direttrice di Struttura Legno, Sonia Maritan, non ha per nulla depotenziato l'appuntamento di Garmisch-Partenkirchen che si è presentato in gran forma con una sequenza di relazioni e un'ampiezza di temi trattati che solo qui si possono riscontrare.

INTEGRAZIONE TRA VERDE E CITTÀ

Il tema di apertura dell'Holzbau Forum del sette dicembre è stato quello del rapporto tra città e campagna di cui è stata sottolineata l'evoluzione. Bastian Wahler-ak del Bundesinstitut fürBau-Stadt- und Raumforschung (BBSR) di Bonn ha esaminato il concetto della connessione tra città e verde come una nuova immagine guida per lo sviluppo delle città in spazi abitativi sempre più affollati. Lo sviluppo delle costruzioni in Europa è stato "misurato" da Martin Langen di B+L Markdaten di Bonn. Dalla Finlandia Kimmo Kuisma, City Executive Office per l'Urban Development di Helsinki ha descritto la capitale finlandese come una piattaforma ideale per lo sviluppo delle costruzioni in legno. Nel Prologo numero I dell'IHF si è preso in esame il mondo dell'architettura in rapporto con le abitazioni. Simon Speinger di sps÷architekten, basata nell'austriaca Thalgau bei Salzburg, ha svolto il tema delle costruzioni di grosso volume


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Sempre affollate le sale espositivema anche anche le sale convegno, nella pagina di destra.

abitativo in legno, una tipologia che porta sempre più il legno al centro dello sviluppo urbano. Differenti individualità e spazi abitativi partecipativi hanno trovato un punto di conciliazione nell'intervento di Peter Schürch della svizzera Architekt

SIA SWB, BFH AHB, Halle 58 Architekten di Berna per rispondere alla domanda provocatoria: "Qualcuno ha detto sostenibile"? Case per tutti in Dantebad è un progetto, illustrato dall'architetto bavarese Florian Nagler, che risponde all'esigenza, sempre più stringente, di fornire spazi abitativi a buon mercato per tutti. Andreas Postner di postnerandpartners ha illustrato i progetti di spazi abitativi a prezzi concorrenziali nella regione austriaca del Voralberg, sempre in risposta alle esigenze di una popolazione alla ricerca di soluzioni abitative economiche, in una logica di cooperazione. Il tema dell'interculturalità è stato aggiunto a quelli della socialità e dell'economicità nell'intervento di Johannes Kaufmann dell'omonimo studio di architettura con sede Dornbirn e a Vienna. La risposta all'urgenza degli spazi abitativi è stata trovata da Kay Marlow di Mosaik Architekten BDA di Hannover, nell'utilizzo di soluzioni modulari di pregio. In un'Europa percorsa da correnti migratorie che devono essere gestite e controllate nell'interesse di tutti, le soluzioni abitative in legno proposte da questi progettisti sembrano semplificare e disinnescare con il bello e il razionale le tensioni più pericolose. Nel Prologo numero II dell'IHF è stato preso in considerazione il delicato tema del rapporto tra qualità e costi. Reinhard Zingler della Joseph-Stiftungdi Bamberg ha parlato di costruzioni di alta qualità a un prezzo economico in un contesto di responsabilità sociale ed ecologica. La costruzione di blocchi immobiliari d'affitto nelle aree urbane è stata esaminata da Christoph Gröner del CG Gruppe di Berlino dal punto di vista dei costi dell'investimento. La sostenibilità come strumento di sicurezza


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qualitativa è stato il tema dell'intervento di Natalie Essig della Hochschule di Monaco, Qualità di gestione e standards relativi sono stati descritti nel loro intervento da Antje Wagner e Florian Bauer della Bundes-Gütegemeinschaft Montegebau u.Fertighäuser e.V. di Bad Honnef, in Germania. Nel terzo prologo dell'IHF il tema è stato quello dello sviluppo integrale dell'edificio come fattore di successo. Wolfgang Huss della Technische Universität München, Hochschule Augsburg di Augburg ha parlato di leanWOOD come progetto culturale per costruire in legno. Sonja Geier della Hochschule Luzern T&A, CCTP di Horw, ha parlato dell'imprenditore totale come modello alternativo nelle costruzioni in legno, Stefan Zöllig di Timbatec Holzbau ingenieure


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Anche in questo prologo il tema delle precarietà abitative, del provvisorio, dell'assemblaggio strutturale scomponibile hanno sottolineato la drammaticità di dinamiche sociali ed eventi calamitosi che hanno trovato in questi mesi un immediato riscontro anche in Italia.

VISIONI E TRANSIZIONI NEL COSTRUIRE IN LEGNO

In queste pagine ancora alcuni momenti nelle sale espositive e in quella successiva le sale convegno.

svizzera di Thun ha parlato del processo di ottimizzazione del taglio, processi di taglio nella pianificazione di una struttura sono stati oggetti della relazione di Frank Kattke di lattkearchitekten di Augsburg, il concetto del Nidwalder Holzbox come moltiplicatore di potenzialità nelle strutture in legno è stato descritto da Jost Niederberger di Bauplanung della svizzera Büren, Andreas Aicher di Aicher Holzhaus, di Aicher Holzhaus di Halfing/München, ha illustrato i recenti sviluppi di spazi abitativi temporanei e flessibili, Refugium, uno sviluppo costruttivo e una pianificazione di processo in tempo reale sono stati illustrati da Walter Meiberger e Melanie Karbasch di Meierger Holzbau/amk-architekten di Lofer/Salzburg.

L’otto dicembre ha visto una riflessione sul tema delle costruzioni in legno nei diversi settori di funzionalità. Johannes Wiesler della Holzbau Amann di Weilheim-Bammholz ha parlato del legno negli edifici religiosi, Tim Butler di Lendlease design di Sidney ha descritto l’innovativa International House di Sidney che unisce un alto livello di industrializzazione a una sobria creatività, Gerold Tönjes della tedesca Grossman Bau di Rosenheim e Hubert Berer della Wiehag di Altheim hanno portato esempi di costruzioni di alto livello progettuale, mentre dal mezzogiorno della Francia lo stadio di atletica di Miramas rappresenta un impegno di strutture leggere e performanti presentate da Valéry Calvi dello studio Calvi di Avignon. Edifici a più piani e seminterrati sono stati presentati da Mathias Oberholzer di Nordic Structures di Montreal, da Alan Hoffmann di Woodplan di Graz e da Paul Fast di Fast+Epp di Vancouver. La ricerca e lo sviluppo nei diversi settori del costruire in legno sono stati esemplificati efficacemente dalle proposte delle aziende presenti: nel campo dell’incollaggio dei componenti del costruire in legno, Till Vallée del Fraunhofer-Institu für Fertigungstechnik und Angewandte Materialforschung IFAM di Brema, Iztok Sustercic di CBD d.o.o. più Università di Lubiana e Jens Jamnitzky di Rubner Holzbau Deutschland di Augsburg hanno presentato le più recenti soluzioni per l’incollaggio. Il tema, purtroppo di grande attualità nel nostro Paese, del costruire antisismico è stato svolto con grande competenza e profondità da una serie di autorevoli relatori: Daniel Morder di PTL Structural Timber Consultants di Christchurch in Nuova Zelanda ha illustrato come sistemi di connessione opportuni possono garantire resilienza e robustezza; dissipazione di energia e solidità meccanica possono essere garantite anche da giunti meccanici in caso di eventi sismici, come ha ben descritto Franco Moar della Rotho Blaas di Bolzano, le prestazioni antisismiche di edifici in legno a più piani sono state oggetto della relazione di Thomas Tannert dell’Università della North British Columbia di Prince George e di Johannes Schneider e Xiaoyue Zhang della Università della British


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Columbia di Vancouver, le connessioni degli edifici in travi nelle aree a forte rischio sismico sono state oggetto della relazione di Jonas Leimcke. Questo tema è stato svolto con particolare attenzione ai punti critici e più soggetti allo stress sismico nella costruzione, connessioni e giunzioni.

COSTRUIRE CON LE LATIFOGLIE

Un tema che sta trovando sempre più spazio nella convegnista e nella pubblicistica di settore è quello del costruire in legno di latifoglia, pareri controversi, perplessità e dubbi sono stati affrontati brillantemente da Jannick Jahnke e Felix Flüshö di Simonin di Montlebon, che hanno presentato sotto una luce positiva la quercia, da Markus Golinski della Hess Timber di Kleinhuebach, che ha presentato esem-


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pi di realizzazioni portate a termine con la quercia bianca americana; alla domanda se la betulla fosse la migliore varietà legnosa da utilizzare nelle costruzioni hanno provato a rispondere Georg Jetler di Hasslacher Norica Timber di Sachsenburg e Manfred Augustin di holz.bau forschungs gmbh di Graz, anche Konrad Merz della merz key partner di Dornbirn (Austria) ha sottolineato le prestazioni positive di questa varietà legnosa, mentre Andrew Lawrence, Ishan Abeysekera ed Ed Clark della Arup di Londra hanno sottolineato le formidabili prestazioni ottenute con il legno di latifoglie nello Smile, il più grande esempio di uso in larga scala nelle costruzioni; più ampio e articolato l’intervento di Claus Mattheck del Karlsruhe Institut für Technologie che ha preso in esame le derivazioni delle forme dalla natura.

IL PAESE OSPITE

Il nove dicembre è stato il giorno del Paese ospite, la Polonia: una ricerca di mercato sul tema degli sviluppi del mercato delle costruzioni in legno nel Paese è stata presentata da Andrzej Noskowiak del Wood Technologiy Institut di Posen, un profilo del gruppo Durban di Londra è stato presentato da Magda Szabert nella prospettiva di uno sviluppo del mercato polacco, mentre lo sviluppo delle costruzioni in Polonia è stato analizzato da Marcin Zawada di Zawada Passivhaus+Energiebaratung. Il secondo blocco di interventi della giornata ha riguardato gli esempi di architettura estrema nel settore legno: la ormai ben nota Silbingler Randenturm presentata da Michael Hübscher della svizzera Hübscher Holzbau di Beringen, a seguire le realizzazioni presentate da Johann


Haker dell’ufficio di ingegneria Andreas Wirth di Friburgo, Václav Röder di Taros Nova, Ronov Pod Radhotm ha presentato Heaven Striker; un impianto di trattamento di rifiuti di Leeds è stato illustrato nelle sue audaci espressioni da Rensteph Thompson della Hess Timber di Kleinheubach; un ponte pedonale totalmente incollato ha permesso di risolvere un problema tecnico con un oggetto assieme estetico e funzionale ed è stato presentato al Forum da Jannick Jahnke della francese Simonin di Montlebon, mentre il nuovo ponte sopra la B317 presso Lörrach è stato presentato da Volker Schiermeyer della Fachhochschule di Bielefeld, Campus Minden dell’ingenierbüro di Bad Oyenhausen. L’ultimo blocco della giornata e del Forum è stato dedicato, come sembra opportuno, al tema del futuro ovvero al costruire in legno in un contesto di efficienza energetica: la protezione dalla calura estiva in un contesto di cambiamento climatico è stata trattata da Daniel Rüdisser del Labor für Bauphysik della Tecniche Universität di Graz, un progetto pilota di recupero energetico per lo Schmuttertal-Gymnasium di Diedorf è stato illustrato da Hermann Kaufmann dell’Architekten Hermann Kaufmann ZT di Schwarzach in Austria; Timo Leukerfeld dell’Energie verbindet di Freiberg ha parlato di gestione intelligente dell’energia mentre il concetto NZEB /ì(Fastnullenergiehaus) è stato presentato da Wolfgang Feist dell’Arbeitsbereich Energieeffizientes Bauen der Universität Innsbruck; la ricostruzione dell’edificio della DBU (Deutsch Bundesstiftung Umwelt für die Naturerbe GmbH come edificio Plusenergie è stato il tema della relazione di Marcus Lembach della METARAUM Architekten BDA di Stoccarda, infine la natura e la gestione forestale in Diekirch (Lussemburgo) è stata descritta da Carsten Larusch, morph4architecture di Canach. L’epilogo del Forum è stato affidato ad Andrew Todd dello Studio Andrew Todd di Londra con il titolo solenne ed emblematico di Tempus Lignum: la relazione ha sottolineato come sia necessario muoversi verso un paradigma legnocentrico per l’architettura nell’Antropocene. Un messaggio bene augurante non solo per il legno ma per l’uomo sulla terra nel suo complesso.

Un saluto dai Geselle, uno sguardo ottimistico sul futuro.


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di Sabrina Cenci, geometra – Cenci Legno sas

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Dal 1972 Cenci anticipa l’evoluzione delle strutture in legno. La saga dell’ingegnosa eredità del Cenci per gli uomini di buona volontà, narrata per piccoli episodi propositivi.

Sistemi CNP-XEPOX per il consolidamento degli appoggi ammalorati delle capriate della Torre dei “Cunt de Carùc” e ipotesi di futuro rinforzo murario

A destra: il murales di Salvatore Caramagno in Via Addolorata a Carugo raffigura l’antico borgo denominato dalla Torre. Sotto: La Torre di Carugo prima della riparazione della copertura.

La Torre a pianta rettangolare é la costruzione caratterizzante il paese di Carugo, piccolo centro industrioso situato nella Brianza Occidentale tra i fiumi Lambro e Torrè, noto per la produzione di arredamenti su misura. L’edificio venne eretto nel XII secolo sulla collina, accanto a un forte-castello risalente, pare, ad ancor prima dell'anno Mille e costituì per secoli uno strategico punto di osservazione della Pianura Padana compresa tra le Alpi Occidentali, tra quelle Centrali e l'Appennino Ligure. Intorno al 1222 il castello, che all'epoca ospitava dei nobili Ghibellini cacciati da Milano, venne distrutto per volere dell'allora podestà di Milano Ardigotto Marcellino, ma la torre venne risparmiata. La connotazione ghibellina dei Cunt de Carùc (Conti di Carugo) rimase ben visibile nella merlatura a coda di rondine della Torre superstite sino al 1910, anno in cui una tromba d’aria danneggiò

gravemente la sommità della torre tanto da rendere necessaria l’abbattimento della merlatura, la protezione esterna dei muri in mattoni rossi con l’intonaco e la costruzione di un tetto di legno alla lombarda che preservasse la memoria storica dell'antica costruzione difensiva simbolo del paese. L'orditura principale della copertura a quattro falde è costituita da due classiche capriate all'italiana che suddividono le falde più lunghe in tre parti e supportano il colmareccio, una fila di terzere e i quattro displuvi e sui quali poggiano i travetti di supporto ai listelli sottomanto e ai coppi. Negli ultimi decenni l’imbibizione della parete della Torre meno esposta all'irraggiamento solare e le infiltrazioni dall’alto avevano innescato preoccupanti fenomeni di marcescenza in uno dei due nodi puntone-catena inglobati nella muratura di entrambe le capriate, tanto da costringere il proprietario a innestare nella muratura delle sottostanti mensole di legno, incravattate in più punti alle capriate, per estenderne la superficie di appoggio.


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Lo scorso febbraio, la necessità di sostituire alcuni coppi rotti e di isolare termicamente il tetto per renderlo confacente alle moderne esigenze abitative della torre spinse il proprietario a ricercare una soluzione che gli consentisse il ripristino degli appoggi ammalorati delle capriate, la conservazione dell'affascinante orditura secondaria (colmo, terzere e puntoni), apparentemente ancora sana, e la minimizzazione di eventuali opere di riparazione della sommità della muratura derivanti dalla sostituzione dei soli vecchi travetti di esigua e irregolare sezione, inadeguati alla posa del nuovo pacchetto coibente e a sostenere le azioni imposte dalla normativa vigente.

Il suo fiduciario, geometra Assunto Cognetta, quindi ci interpellò per investigare sullo stato di conservazione della struttura lignea da mantenere e per esprimerci sulla “fattibilità di ricostruire gli appoggi di due capriate in legno di castagno, mediante innesto con parti nuove di legno fissate con resine/colle e ferro”. L'indagine con resistometro evidenziò che le fibre degli elementi da salvaguardare possedevano caratteristiche di resistenza ancora apprezzabili, fatta eccezione per una delle due estremità delle catene e dei puntoni, di cui però fu possibile definire con esattezza la vastità delle masse interne degradate.


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Confermammo la fattibilità del ripristino degli appoggi senza lo smontaggio del tetto, ma togliendo solo una piccola porzione di manto in coppi giusto per permettere un intervento di rinforzo localizzato eseguibile dall’estradosso. Stante la differente geometria dell’ammaloramento dei due appoggi, vennero progettate due specifiche e distinte modalità di ripristino, come si evince dalle figure di queste pagine. Le verifiche statiche furono eseguite con la preziosa collaborazione dell’ing. Marco Fagotti di Bastia Umbra (Perugia). Prudenzialmente alle membrature lignee dei nodi “puntone-catena” delle capriate venne attribuita la classe di resistenza del legno C18 e i rinforzi, costituiti da barre di acciaio B450C diametro 16 mm, vennero assimilati per praticità a delle piastre piene di acciaio classe S235 di sezione equivalente.

Segue uno stralcio delle considerazioni per il nodo della capriata “1”, quella verso la chiesa di Carugo. Verifica del puntone sez. 240x210 mm con “piastra” equivalente (**)= 9x105 mm, (**) sezione della “piastra” il cui spessore è stato ricavato dividendo l’area delle 5 barre diametro 16 mm per la sua altezza. Sollecitazioni di progetto: M = 124 daNxm. N = -3.019 daN. T = 389 daN (***) (***) Le sollecitazioni agenti sono state dimezzate in virtù della presenza di due “piastre” metalliche interne composte ciascuna da barre in acciaio B450C barre diametro 16 mm.


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Classe di durata dei carichi = breve Coefficiente di correzione Kmod = 0.9 Coefficienti di sicurezza parziale: gammaM unioni = 1.50 gammaM legno = 1.50 gammaM acciaio = 1.05 Verifiche giunto: Lunghezza “piastra” richiesta: 180 mm Verifica tensioni longitudinali trave: 0.14 Verifica tensioni tangenziali trave: 0.068 Verifica resistenza “piastra”: 0.48 Le “piastre” avranno lunghezza media pari a 370 mm che è maggiore alla lunghezza richiesta di 180 mm per cui la verifica è soddisfatta. Verifica del tirante sez. 270x230 mm con “piastra” equivalente (**) 10x196mm, (**) sezione della “piastra” equivalente il cui spessore è stato ricavato dividendo l’area delle 10 barre diametro 16 mm per la sua altezza. Sollecitazioni di progetto: M = 124 daNxm N = -5.384 daN T = 1.230 daN (***) (***) M = MTirante/2 N = (NTirante + NPuntone x cos)/2 T = (TTirante + NPuntone x sen)/2 con NPuntone = 6.038 daN e =23,6° Le sollecitazioni agenti sono state dimezzate in virtù della presenza di due “piastre” metalliche interne composte ciascuna da barre in acciaio B450C diametro 16 mm.

Classe di durata dei carichi = breve Coefficiente di correzione Kmod = 0.9 Coefficienti di sicurezza parziale: gammaM unioni = 1.50; gammaM legno = 1.50; gammaM acciaio = 1.05 Verifiche giunto: Lunghezza “piastra” richiesta: 120 mm Verifica tensioni longitudinali trave: 0.12 Verifica tensioni tangenziali trave: 0.14 Verifica resistenza “piastra”: 0.22 Le “piastre” avranno lunghezza minima pari a 710 mm che è maggiore della lunghezza richiesta di 120 mm per cui la verifica è soddisfatta.

Sopra, a destra, una fase della microperforazione del tirante della capriata “1” in posizione 7; a sinistra il pertinente grafico restituito dal penetrometro per legno su un sistema di riferimento cartesiano ove sull’asse delle ascisse è riportata la profondità di penetrazione in centimetri (Drilling depth) e sull’asse delle ordinate la resistenza riscontrata espressa in termini percentuali (Amplitude), ovvero il profilo è rappresentativo della resistenza opposta dalle fibre del legno alla perforazione rispetto alla profondità di penetrazione. Immediatamente qui sopra l’immagine del degrado del nodo “puntone-catena” della capriata “1”.


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I lavori di consolidamento, realizzati lo scorso giugno dai signori Pietro Palini e Angelo Cavalleri della PMC srl di Sarnico (Bergamo), sono sommariamente sintetizzabili in: - asportazione della massa lignea incoerente all’interno delle aste puntone e catena mediante escavazione dagli estradossi e successiva immediata pulizia mediante soffiatura con aria compressa; - applicazione di rinforzi costituiti da barre di armatura in acciaio diametro 16 mm tipo B450C, estese sino all’interno delle nicchie murarie. - ricostruzione della massa materica in corrispondenza dell’appoggio della catena della capriata verso la chiesa di Carugo all’interno della sede muraria;

In questa pagina da sinistra a destra, dall’alto in basso, rimozione del manto in corrispondenza degli appoggi e fasi dell’intervento sulla capriata “1” riassumibili in puntellamento provvisorio in prossimità dell’appoggio, allargamento della nicchia nel muro, rimozione delle porzioni incoerenti di legno, assemblaggio e inserimento di rinforzi in tondino d’armatura tipo B450C e di spezzoni di riempimanto di legno sano, sigillatura delle fessure con gesso scagliola a presa rapida, poi facilmente rimovibile e tinteggiabile, percolazione dell’adesivo Xepox 26 nel tirante, applicazione di telo distaccante in polietilene e di sovrastante tavola lignea di tappatura della fresata nel puntone, completamento del giunto con percolazione di resina nel puntone.

- integrazione della massa lignea all’interno delle aste mediante inserimento di spezzoni di legno sano e/o di sagome in multistrato di pino spessore circa 20 mm, utili anche alla formazione di casseri a perdere nelle nicchie murarie e di tasselli laterali da applicare sottofilo agli elementi da riparare; - completamento del consolidamento della estremità verso nord-est delle due capriate mediante percolazione di adesivo strutturale epossidico bicomponente Xepox 26, certificato CE secondo UNI EN 1504-04, per la saturazione degli interstizi all’interno delle aste da riparare ed essenziale per la solidarizzazione degli elementi di rinforzo a scomparsa. Per il momento i lavori di sistemazione della Torre di Carugo sono stati limitati alla riparazione del tetto. Nel prossimo futuro il proprietario provvederà


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anche al consolidamento e alla riduzione del rischio sismico della struttura muraria, facendo applicare direttamente sulla faccia esterna dei muri in mattoni un sistema di tiranti verticali e diagonali intersecantesi con le cerchiature orizzontali ai piani e all’imposta della copertura. I rinforzi saranno in materiale composito di fibra di carbonio e matrice polimerica di resina epossidica

(CFRP – Carbon Fiber Reinforced Polymers).Giusto per rendere l’idea, anticipiamo qualche immagine di un intervento eseguito dalla Falegnameria Ferruzzi Mario & Carlo snc di Panzano in Chianti (Firenze) per la cinturazione della struttura in muratura di un casolare in Toscana. L’argomento merita un approfondimento su un prossimo numero di Struttura Legno.

In questa pagina, sopra in alto le fasi del consolidamento dell’appoggio della capriata “2”, a metà pagina la vista interna del tetto con i nuovi travetti e particolari degli appoggi risanati delle due capriate. Sotto di lato, da destra a sinistra, un esempio di cinturazione, ancorata alla muratura con connettori a fiocco, per contenere gli spostamenti fuori dal piano e rinforzare a flessione le pareti murarie. Qui sotto la Torre di Carugo con la copertura sistemata e la rappresentazione in facciata di un plausibile schema di incatenamento in FRF.


LIGNUM FABRICA: lezioni dal Medioevo www.wooden-architecture.org di Thomas Allocca

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Evocazioni Vikinghe Ribe, città madre della langhus vikinga danese è stata fondata intorno all’anno 710 e i suoi costruttori furono i padri sperimentatori di questa tipologia costruttiva interamente in legno che si può considerare tra i più emblematici archetipi di langhus della storia dell’architettura in legno europea. Dopo tredici secoli dalla sua fondazione, Ribe vanta ancora oggi una natura vikinga tutta sua, con uno dei centri storici medievali meglio conservati in Europa.

Fondata intorno all’anno 710 da popolazioni vikinghe stanziali delle coste sud-occidentali della penisola dello Jutland, Ribe è la più antica città vikinga di Danimarca. Città mercantile tra le più importanti dell’Europa medievale, collegamento tra il Mare del Nord e il Baltico e tra la Scandinavia e i mercati del Mediterraneo, ebbe modo di svilupparsi velocemente e i suoi costruttori furono i padri sperimentatori della tipologia vikinga langhus in Danimarca. Fino alla metà dell’XI secolo, quando l’Era Vikinga pura può dirsi ormai conclusa, Ribe rappresenta la città più ricca e politicamente influente di Danimarca, tra le più emblematiche e ambite del Nord, da cui l’inevitabile interesse di conquista da parte della Chiesa Cristiana avida di terre quanto di anime. Avere una missione cristiana a Ribe, più che altrove in Danimarca, vuol dire accedere ai principali flussi di commercio terrestri e marittimi che da essa partono e arrivano, centinaia di rotte commerciali rafforzate o create di sana pianta dai danesi che determinano non solo la possibilità di mercati incredibilmente ricchi ma anche la scoperta di nuove terre da colonizzare giocando la carta della conversione religiosa. In altre parole, il grande accanimento storico della


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Chiesa medievale nel convertire i vikinghi e la sua demonizzazione fino a costruire il falso storico dei sacrifici umani e le corna, nasce tutto dall’interesse per le loro terre ricche di minerali, legno e pesce, e le loro rotte commerciali per giungere in terre che i cartografi cristiani neppure conoscevano. Ma i cristiani non avevano assolutamente nulla in comune con i vikinghi, da cui la assoluta impossibilità di convivenza dal momento che l’offerta cristiana fu “o vi convertite o morite”. La reazione vikinga fu legittima e da grandi esploratori e guerrieri ebbero la meglio per tre secoli, e se seminarono terrore in tutta Europa, fu solo perché l’Europa era per lo più cristiana. I vikinghi erano di origine norrena, popolo dei ghiacci e dei boschi, politeista, democratico, femminista, mentre i cristiani di origine orientale da culture desertiche, monoteisti, fortemente gerarchizzati e misogeni. Come per le successive Crociate contro i mussulmani, così la cristianizzazione del Grande Nord fu una delle più grandi truffe mediatiche della storia dell’umanità, un’arrogante follia, abominio del concetto cristiano di convivenza fraterna tra i popoli, ma poiché la maggior parte delle cronache dell’epoca e per molti secoli a venire furono scritte da ecclesiasti, la storia tramandata è stata falsata a favore dei cristiani giustificandone ogni atrocità in nome del dio del bene assoluto, il Dio di Israele. Descriverli come terribili sanguinari, abominio dell’umanità, massacratori di preti, razziatori senza alcuna pietà, mezzi umani e metà bestie con teste cornute (ma i loro elmi di guerra erano senza corna) per spingere l’immaginario collettivo ad assimilarli alla bestia infernale biblica dei cristiani, fu in realtà una strategia diabolica, la loro demonizzazione era utile a giustificarne la conquista, con le buone o con le cattive. L’Europa dell’epoca è per lo più cristiana e il ruolo di Carlo Magno sarà determinante. Le sue ambizioni espansionistiche hanno una sola possibilità, essere finanziate dalla più grande riserva economica dell’epoca, i tesorieri del Papato di Roma, e in cambio offrire la cristianizzazione assoluta delle terre conosciute. Osannato ancora oggi sui libri di scuola come uno dei padri fondatori dell’Europa Cristiana, in realtà Carlo Magno costruì il Sacro Romano Impero sul sangue, i tradimenti, le torture, impalò più pagani del principe Vladimir III Drakul di Walachia che sei scoli dopo per difendere

la Transilvania dall’invasione ottomana ne uccise quarantamila: impalandoli e passando alla storia come il sangunario senza Dio, Vlad l’impalatore, ispirando il personaggio letterario di Dracula, ma Vlad difendeva il suo territorio come i vikinghi, mentre Carlo Magno era un invasore. Ma anche i popoli scandinavi hanno le loro guerre interne e contro le popolazioni barbariche senza identità, necessitando finanziamenti per sostenere il controllo dei confini. La ricca cristianità, le sue banche, la sua immensa disponibilità al dialogo senza razzismo se la difficoltà economica dell’altro è possibilità di conquista, disposta ad aiutare chiunque di qualunque religione pur di riceverne in cambio la conversione, trova terreno fertile anche in Danimarca quando in cambio di aiuto contro i goti, Re Horik II di Danimarca concede la costruzione a Ribe della prima cattedrale cristiana in terra danese. È l’anno 860 e la delegazione cristiana di


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Ribe è sostenuta da Ansgar, Arcivescovo di Amburgo e Brema (Germania), che avrà almeno il buonsenso e il buongusto di non tradire la tradizione costruttiva locale realizzando l’intero edificio in legno. Alla sua morte nell’865, successore di Ansgar è l’arcivescovo Rimbert che in tre decenni farà di tutto per essere odiato tanto che alla sua morte nell’888 la cattedrale è data alle fiamme. Bisognerà aspettare oltre un secolo per ricostruirla, ma questa volta il dominio cristiano è più imponente, nel frattempo si è fortificato, e assurge a simbolo di questa fortificazione la decisione di ricostruire la cattedrale in pietra. Anno 1134, la nuova immensa costruzione è inaugurata dal convertito Re danese Niels Svendsen, la Danimarca può ritenersi cristianizzata. Eppure, il suo spirito vikingo non è mai sparito del tutto, dormiente più che altro, ma mai sconfitto, ed è questo il motivo per cui dopo tredici secoli dalla sua fondazione, Ribe vanta ancora

oggi una natura vikinga tutta propria, con uno dei centri storici medievali meglio conservati in Europa. Passeggiando tra le strade più antiche e caratteristiche della Ribe odierna, anche all’occhio del meno attento ed esperto non tarda a sopraggiungere la percezione di un contesto alquanto insolito, fin troppo suggestivo per essere vero, da cui la domanda “è un luogo abitato o si tratta di un museo a cielo aperto con figuranti?”, poi dal retro di una finestra si scorge il volto sereno e sorridente di chi davvero abita quelle strade, e come per magia si ritorna alla realtà, ma più entusiasti di prima. Senza ombra di dubbio, il Ribe Viking Museum (Museet Ribes Vikinger) e il Ribe Viking Centre (Ribe Vikingecenter) sono tra i contesti museali più suggestivi dell’intera Scandinavia vikinga, testimoni di eccellenza di come in Danimarca si viveva e si costruiva al tempo in cui nel Grande Nord dominava la cultura del Valhall, ispirando la tipologia abitativa della langhus vikinga in forme e proporzioni, materiali e tecniche costruttive tutte proprie, rappresentando poi essa stessa un archetipo per le saghe che hanno fatto dei vikinghi il popolo più evoluto dell’Europa medievale, se misurato in relazione al contesto storico, alla disponibilità di conoscenza e tecnologia, di organizzazione sociale e trasmissione del sapere. In altre parole, Ribe può considerarsi la città madre della tradizione architettonica vikinga danese, e i suoi archetipi di langhus tra i più emblematici della storia dell’architettura in legno europea. È mia opinione che il clima mite temperato dello Jutland danese rispetto a quelli polari di Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda e Groenlandia, abbia generato una tipologia di langhus più solare, con maggiori aperture e pareti perimetrali meno spesse, utilizzo di strutture portanti intelaiate e tetti più leggeri. In altre parole credo che la longhouse vikinga danese nata dal modello di Ribe sia stata diversa da tutte le altre generando un archetipo proprio, un modello Jutland, come la tipologia bassa per contrastare i venti polari e ricoperta di zolle di torba erbosa ha caratterizzato un genere isolato e unico riscontrabile solo in Islanda.

Immagini gentilmente concesse a Thomas Allocca per le sue ricerche sull’architettura vikinga e la promozione della cultura danese, dal Governo di Danimarca, archivio Ribe Vikingecenter


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Legno per costruire: oltre le prassi consolidate Dalla geometria “poliedrica” rigida e razionale, dura e spigolosa, una gabbia che preclude ogni possibile espressione “a-poliedrica”, a una presa di coscienza “rivoluzionaria” resa oggi possibile dalle tecniche di stereotomia computerizzata tramite CNC che renderebbe il mondo delle lavorazioni del legno libero, grazie allo scorrere delle frese su bancali di nuove dotazioni tecniche frutto dell’interazione tra meccanica, elettronica e informatica! Da Giano bifronte a Orfeo, verso un nuovo cammino più in sintonia con la natura organica del materiale-legno …tanto più in considerazione degli spigoli: portatori di fragilità.

Fig. 1. Seconda di copertina de i “Castelli e ponti” Niccola Zabaglia 1743. È interessante notare l’allusione allegorica alle giunzioni per legamento per mezzo dell’intreccio tra angioletto e putto. Le giunzioni per legamento costituiscono un tratto distintivo del genio di Zabaglia. Le strutture di carpenteria elaborate per rendere possibile ogni azione di manutenzione edilizia presso la Fabbrica di San Pietro sono state utilizzate fino alla metà del ‘900. La letteratura specialistica delle lavorazioni del legno è assai ricca e parla sia le lingue occidentali che quelle orientali. Fig. 2. Scena della riduzione di un tronco in tavole. Da, l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert.

Stando a quanto indicato fino agli ultimi Trattati storici (Fig. 1.), ma pure per via di manuali recenti, lavorare il legno ha significato essenzialmente, e significa, tagliare per superfici piane con lame dentate e cunei affilati. L’azione di seghe, asce, incorsatoi e scalpelli non poteva e non può avere altro esito che una geometria “poliedrica” rigida e razionale (Fig. 2.). Ciò vale soprattutto nelle parti più complesse e delicate delle strutture lignee, ovverosia nelle giunzioni (Fig. 3). Lo vediamo nelle tantissime e sempre affascinanti raffigurazioni che ci giungono da un passato dilatato nel tempo e da civiltà agli antipodi. Lo vediamo negli esempi specialistici istruiti dal Giordano, e poi acquerellati per la rivista “Progetto Legno” (Fig. 4)1. Ma soprattutto lo vediamo nella straordinaria epopea della “Carpinteria de lo blanco”, in Spagna a partire dal XVI secolo, il cui livello di scientifizzazione dei processi di stereotomia, a dire di Enrique Nuere, il grande studioso di questa materia, ha raggiunto livelli insuperati rispetto a ogni altro contesto (Fig. 5.)2. Tuttavia, in ordine a quanto mi accingo a trattare, mi preme di osservare che, per quanto a volte si possano osservare magnifiche sofisticazioni, si tratta pur sempre di risultati penalizzati tecnicamente per una radicale limitazione, frutto di uno schematismo geometrico duro e spigoloso. Una sorta di ferrea gabbia che imprigiona e paralizza, precludendo ogni possibile uscita “a-poliedrica”, resa oggi possibile dalle tecniche di stereotomia computerizzata tramite CNC. Questo rigido concetto di persistente geometria poliedrica si è così connaturato nella mente che finisce per porsi come dato “culturale” tacito, scontato, pressoché ancestrale. Il radicamento di tale concetto per-

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Fig. 3. Tavola di giunzioni lignee secondo “L’architettura del legno” di Bartolomeo Saldini. Milano, 1886-88. Fig. 4. Una delle tavole dipinte a tempera per “Progetto Legno” a cura di Guglielmo Giordano. Fig. 5. Copertine di tre libri scritti da Enrique Nuere sulla Carpinteria de lo blanco.

mea così in profondità il mondo delle lavorazioni del legno, che fa sentire ovvio e naturale il perseverare secondo i vecchi e gloriosi Trattati, pure con lo scorrere delle frese su bancali di nuove dotazioni tecniche frutto dell’interazione tra meccanica, elettronica e informatica. Laddove il moto rettilineo e la logica planare delle superfici di contatto implicate sono soppiantati dal moto rotatorio.

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Qualche accenno cilindrico oggi lo si ha soltanto parzialmente nei tenoni, nelle mortase e nelle spine. Un vero e proprio inspiegabile paradosso. Parrebbe che si sia come impediti a oltrepassare un varco liberatorio capace di schiudere a tutta una serie di opportunità e vantaggi insiti nei nuovi modi di fare, peraltro, ad agevole portata di mano. Sembra il paradigma di Buñuel ne “L’angelo sterminatore”. D’altro canto, come non tenere conto del bimillenario retaggio cognitivo di Euclide per la geometria elementare, oltre al retaggio plurisecolare della scientifizzazione dei processi di stereotomia? In definitiva, con l’innovazione in atto e con particolare riferimento alle giunzioni, è resa possibile una competizione tra due visioni: una del fare “poliedrico”, un’altra del fare “a-poliedrico”. La prima, conosciuta, praticata, condivisa; la seconda, igno-


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Fig. 6. Esempio di malaccorta stereotomia poliedrica, peraltro prodotta tramite CNC. Fig. 7. Modellazione 3D con geometrie lisce di un gruppo catena-puntone. In questo caso i raccordi sono tutti a raggio costante. Pertanto, si possono realizzare con una sola fresa e, nelle parti concave, con una sola e semplice linea di percorso-utensile.

rata, scansata, discordata, eppure candidamente sottintesa in ogni dove, tra cui siti, cataloghi e brochure. Considerando che facendo alla consueta maniera “poliedrica”, ovvero tutto a superfici piane, diedri e spigoli, è come guardare indietro – retrorsum – con occhi di Giano bifronte. Al contrario, facendo in modo “a-poliedrico”, ovvero liscio, tutto a superfici arrotondate, è come guardare sempre davanti a sé – ante – con occhi di Orfeo. Nel primo caso, tutta la fenomenologia si può riassumere con la parola “asperità”, ben correlata con quella di “pesantezza”. In parallelo, può valere la parola “rigidità”, a sua volta correlata con “fragilità”. Volendo, “rigidità” si potrebbe correlare anche a “durezza”, ma in questo caso sarebbe affine a “friabilità” e dunque a “debolezza”, o “inconsistenza”. Nel secondo caso, invece, la parola chiave diventa “liscezza”, correlata a “plasticità”. E qui validi paralleli sono quelli che legano “elasticità” a “tenacità” e “agilità” a “leggerezza”. È basilare considerare che, nel secondo caso, si limiterebbero i danni di taglio dovuti all’asportazione di materiale in una struttura fibrosa – “anisotropa” – come quella del legno (Fig. 6). Conta poi il fatto che il fare “a-poliedrico” è oggi implicito nelle lavorazioni a controllo numerico, per mezzo delle quali si può senza sforzo sviluppare quella che si può definire come “stereotomia del positivo e del negativo”. In tal modo, cessa di essere un problema l’agire in separate fasi operative tra concavo e convesso, sulla base di un’unica NURBS3. Il concetto in linea di principio è semplice: se faccio una superficie con gobbe e cavità, non è difficile con i nuovi mezzi farne un’altra che vi aderisca perfettamente, dove le gobbe della

prima diventano le cavità della seconda. È ovvio che poi in pratica possono insorgere limitazioni, in alcuni casi insuperabili, in altri al prezzo di una più sofisticata tecnologia e in definitiva di una più onerosa economia. Come in ogni concreta situazione, il problema è dunque sempre quello di trovare il giusto compromesso tra forma e progetto tecnico. (Fig. 7) Oggi si continua a fare in modo sostanzialmente “poliedrico” pure con le più comuni frese, le quali sono oggetti che funzionano ruotando intorno al loro asse, ovvero sono solidi di rotazione. In effetti, con tali tipi di utensili, sarebbe più giusto dire “pressoché poliedrico”, poiché le frese essendo tonde, sono portate a lasciare impresse le loro forme rotative negli scavi. Il discorso vale anche per le lame a disco che sono esse stesse “frese”, seppure molto sottili. È nella combinazione tra rotazione e spostamento che si determina l’asportazione di materiale e se il profilo del tagliente ha delle parti a raggio di curvatura zero, come in una fresa cilindrica o in una lama a disco, lo scavo sarà spigoloso. Ed è proprio questo che non va sempre bene per il legno, poiché lo spigolo produce effetti più o meno significativi a seconda di come è orientato nella fibratura (Fig. 8.). Più in generale, si può dire che gli spigoli siano portatori di fragilità. In particolare, si verifica spesso il caso che lo spigolo accentui una fragilità già intrinseca nella forma da realizzare, senza parlare della omogeneità qualitativa del materiale. Si pensi, a tale proposito, alla complessa morfologia di una capriata o di un tetto a più falde. Tutto si spiega con la relazione tra taglio spigoloso e fibratura legnosa. Se si producono “lacerazioni”, ovvero si applicano stereotomie “artificiali”, in una struttura materica “naturale”, 7


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ne: individuare dei modi di fare meno eterogenei e, dunque, più in sintonia con la natura organica del materiale-legno. In linea di principio la questione è semplice: occorre fare in modo che le superfici interessate a formare una giunzione siano in tutta la loro estensione sempre continue, ovvero non presentino asperità o, più precisamente spigoli. In concreto, al riguardo emergono due aspetti. Un primo di essi (che si discosta appena un po’ dal fare poliedrico) consiste nel raccordare facce adiacenti con una superficie cilindrica e nel raccordare facce che si intersecano in un vertice con una superficie sferica (Fig. 9.). Se la spazialità è convessa, vincoli e problemi sono agevolmente superabili, ma se la spazialità è concava, bisogna fare attenzione al raggio di curvatura del raccordo, poiché è privo di senso applicare una fresa di raggio maggiore a quello progettato. Sia per raccordi lineari, sia per raccordi apicali, vale per lo più un unico tipo di utensile: la fresa cilindrica con estremità semisferica. Si tratta di un caso in cui si può sfruttare contemporaneamente sia il vantaggio delle proprietà raccordanti intrinseche nelle geometrie cilindrica e sferica, sia della capacità di lavoro detta “a lato utensile” (una specie di piallatura) della parte cilindrica o, quando ricorre il caso, di una superficie toroidale in ordine alla parte sferica della fresa stessa. Nel caso in cui il raggio di curvatura della superficie sferica del pezzo sia maggiore di quello della fresa, si impone una sorta di sacrificio tecnico consistente in una impegnativa (e normalmente meno veloce) azione ricorsiva scandita punto per punto e sviluppata per tragitti lineari detta “rigatura” o “spazzolatura” (Fig. 10.).

nata per funzionare magnificamente nella sua capillare integrità di cellule, è evidente il rischio di menomazioni. Volendo cogliere un nesso nella “Teoria Generale dei Sistemi”4, il contrasto “tecnicaartificio” rispetto a “materia-natura” trova una perfetta analogia nella dicotomia tra i concetti di “sistema chiuso” e di “sistema aperto”. Laddove nel primo caso tutto è inorganico, inanimato e insensibile, mentre nel secondo tutto è organico, vivente e corporeo; ben sapendo che soltanto nel secondo caso, si ha il prodigio dell’esistenza e della continua autoriproduzione, frutto di una ultra-millenaria “sperimentazione sul campo”. Non può pertanto che essere questa la chiave interpretativa per gettare nuova luce nel fare col legno sulla base dei nuovi sistemi, alleviando non poco le penalizzazioni del fare stereotipato.

QUALCHE SPUNTO DI RIFLESSIONE

Intanto, è evidente che con gli strumenti della tecnologia, per quanto sofisticati, non si sconfinerà mai nel campo dell’organico. Ma, in ogni caso, non è preclusa la possibilità a un suo continuo avvicinamento. Ed è tutto qui il punto focale della questio9

Fig. 8. Ipotesi di tenone sghembo rispetto all’asse del pezzo, in ordine ai tre assi coordinati. Qui la stratagliatura è nelle peggiori delle condizioni. Fig. 9. Tre cilindri tangenti alle superfici di contatto e tangenti alla sfera (di uguale raggio), a sua volta tangente a tutte e tre le superfici di vertice. I due quadrelli giuntanti sono totalmente sghembi tra di loro. Fig. 10. In questo caso l’assetto dei cilindri tangenti è notevolmente disordinato, pertanto la superfice di raccordo tra i rispettivi gusci raccordanti non può che essere una NURBS opportunamente determinata, la quale, sul piano lavorativo, presuppone un processo ricorsivo detto anche “rigatura” o “spazzolatura”.

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Fig. 11. Superfici più libere si adattano meglio a casi di giunzioni complesse in cui convergono molteplici pezzi. In questo nodo, oltre che convergere due pezzi orizzontali e uno verticale, concorrono anche due pezzi diagonali in qualità di saette. È da notare che le geometrie esterne dei pezzi mantengono una rigorosa e nitida fisionomia poliedrica e tutto l’a-poliedrico delle giunzioni è confinato al loro interno. Inoltre, l’immagine mette in evidenza la gradualità, in termini di massa legnosa, tra le sezioni costanti nell’esterno dei pezzi e quelle via via rimpicciolenti nell’interno, in ordine a basilari ragioni di statica. Fig. 12. Il palo del nodo di Fig. 11., visto separatamente. Fig. 13. Riduzione a modello sferico esemplificativo di un organismo tecnologico, di progetto ogivale, per conto di Holzbau Sud, in ordine a un preventivo per una fornitura presso l’aeroporto di Baku. Fig. 14. Centina ritorta di circa dodici metri di corda, composta di più pezzi giuntati. Fig. 15. Uno dei due componenti del prototipo di giunto appena elettro-fresato sperimentalmente presso i laboratori di Legnomeccanica a Roma.

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Questa metodica è il preludio del secondo aspetto – più radicale – consistente nella più ampia libertà di forma di pezzi separati, concorrenti a formare un’unione (Fig.11.). Quella libertà di forma volta a simulare esempi di magnifica organicità naturale – oppure del tutto inventati con sommo artificio – tuttavia pur sempre frustrata dai limiti tecnici delle così sofisticate nuove tecnologie di stereotomia computerizzata. In definitiva, e più pragmaticamente, l’idea è quella di sviluppare una sorta di biomimesi incentrata sulle possibilità operative di un CNC e di tutto ciò che ne precede in termini di intelligenza artificiale. In solido, si tratta di delineare, con la più ampia libertà di scelta, la forma geometrica da scavare – “positiva e negativa” – negli opposti e coordinati versanti destinati ad essere congiunti (Fig. 12).

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Se le strategie geometriche di forma sono quelle più giuste e appropriate in ogni senso, è evidente che così sia davvero concreto il raggiungimento dell’obiettivo di produrre il minor danno possibile sulla sofisticata struttura materica del legno. Gli esiti che ne scaturirebbero, già a prima vista paiono evidenti. Se con tagli e abrasioni si danneggia meno la massa legnosa, risulta ovvia una maggiore robustezza a parità di massa impiegata, con vantaggi in termini di potenza costruttiva. Viceversa, a parità di robustezza, si può ottenere


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un risparmio di risorsa legnosa, con vantaggi, questa volta, in termini di leggerezza. Se sono più fluidi e meno invasivi i criteri di unione tra pezzi separati, ne guadagnano l’eleganza e la bellezza. Insomma, il procedere in modo “a-poliedrico” apre a un nuovo e inusitato circuito euristico di relazioni che esaltano parimenti sia la tecnologia, sia l’estetica (Figg. 13/16). A conclusione di questo stretto giro di considerazioni viene alla mente il famoso assunto di Vittorino da Feltre che così si può ripetere: “Sapienza senza eloquenza è come spada in mano a un paralitico; eloquenza senza sapienza è come spada in mano a

uno stolto”. Con le lavorazioni del legno, alla luce delle nuove tecnologie, bisogna che comincino a maturare esperienze significative affinché nessuna delle due opzioni si avveri. Con il presente contributo sono indicate alcune tracce possibili.

Fig. 16. I due pezzi disaggregati del giunto. La scanalatura centrale e la serie di cavità divergenti hanno lo scopo di ospitare un’opportuna resina con potere vincolante.

Note:

1. Giordano, G., Qualche osservazione sopra i collegamenti strutturali di antiche opere di legno, in Progetto Legno, n.3, Ribera Editore, Lainate (Mi), 1987. 2. Il Trattato a opera di Diego Lopez de Arena, illustrativo del modo “Mudejar” di concepire le costruzioni, reca testualmente il titolo di: “BREVE COMPENDIO DE LA CARPINTERIA DE LO BLANCO, Y TRATADO DE ALARIFES, CON LA CONCLVSION DE LA REGLA DE NICOLAS TARTAGLIA, Y OTRAS COSAS TOCANTES A LA IEOMETRIA, Y PVNTAS DEL COMPAS”. Fu redatto definitivamente nel 1633 e in tempi recenti è stato studiato e “ridisegnato” da Enrique Nuere, nell’ambito di una campagna di documentazione a scala nazionale di tutta l’architettura di matrice islamica, ma destinata a edifici di culto di religione cattolica. Curiosamente la regola di Tartaglia consiste in un semicerchio con inscritto un quadrato. Si tratta della figura relativa al teorema sulla sezione aurea trattato negli Elementi di Euclide. 3. NURBS è l’acronimo di Non Uniform Rational Basis-Splines (Splines razionali non uniformi definite da una base). Sostanzialmente si tratta di un modo per controllare minuziosamente una curva o una superficie per mezzo di una spezzata o di un poliedro. In dettaglio, ogni curva consiste in una successione di archi di parabola. Il primigenio teorema di riferimento appartiene ad Archimede. Un secondo teorema implicato è quello di Menelao, la cui iterazione sviluppata da Paul de Casteljau permise a Pierre Bézier di concretizzare le NURBS. 4. Bertalanffy., L. v., Teoria generale dei sistemi: fondamenti, sviluppo, applicazioni, Mondadori, Milano, 2004. La prima edizione in inglese risale al 1968. Si tratta dell’opera di un eminente biologo che apre a una discussione generale, e pertanto non soltanto in chiave biologica, dell’importante concetto di “sistema”.

Rielaborazione di un testo pubblicato su "LEGNO L’universo di un materiale nuovo", di Almerico Ribera, Ribera Formazione Arese (Mi), 2015, con appropriato aggiornamento iconografico.


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L’esterno dell’edificio finito e le fasi di montaggio. Nella pagina di destra, il cartellone delle aziende sponsor. Sub-divisione del progetto tra le nove aziende fornitrici.

Lo sviluppo del bene comune L’Asilo Sacro Cuore di Finale Emilia rinasce, totalmente ricostruito in legno grazie all’ingegnerizzazione dello Studio Ergodomus, che ha fatto il lavoro di calcolo, prima, e di preparazione dei disegni costruttivi poi, quindi il progetto è stato completato e inviato “spezzettato” alle 9 aziende fornitrici. Una dimostrazione ulteriore, di come il legno offra possibilità virtualmente infinite, permettendo persino di far interagire tra loro stabilimenti distanti che utilizzano tecnologie diverse tra loro, quali l’X-lam con colla, l’X-lam senza colla e la tipologia a telaio. In occasione del disastroso evento sismico del 2012 il comune di Finale Emilia è diventato suo malgrado famoso per il crollo dell’antica torre dell’orologio, simbolo e punto di riferimento per la comunità locale. Il sisma, come in generale in tutto il territorio del cosiddetto “cratere sismico”, ha colpito duramente anche altri edifici di basilare importanza per la vita sociale e tra questi non possiamo non ricordare moltissime chiese e scuole. Finale Emilia aveva perso uno dei suo asili, quello del “Sacro cuore”: l’edificio storico aveva riportato gravi danni strutturali e non era quindi più agibile. Alcuni mesi dopo i tristi eventi è scattata una gara di solidarietà promossa da Federlegno per la costruzione di un nuovo asilo completamente in legno. A questa gara hanno partecipato attivamente e con entusiasmo alcune aziende associate del settore per la fornitura della struttura portante. È stato in poco tempo approntato un progetto architetto-


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Sopra, le viste assonometriche del progetto costruttivo completo. A destra, le fasi di ingegnerizzazione a partire dal progetto architettonico. Nella pagina a destra, la modellazione a elementi finiti per il calcolo statico e le fasi di posa.


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nico da uno studio locale che prevedeva una distribuzione dei locali su di un unico piano con un’ampia zona comune oltre a una cucina ben attrezzata per una superficie coperta totale di quasi 1700 mq. Fino a qui il progetto potrebbe sembrare uno come tanti altri, e anche noi di Ergodomus lo pensavamo a dire il vero… Le complicazioni sono arrivate al termine della prima riunione quando le aziende aderenti hanno presentato la propria proposta. Il quadro era questo: 4 aziende avrebbero fornito la copertura e 5 le pareti. Il tetto presentava una geometria piuttosto regolare e una classica distribuzione a travetti con orditura principale e secondaria in legno lamellare. La parte più complicata però era rappresentata senza alcun dubbio dalle pareti, dove si avevano fondamentalmente 3 proposte: X-lam con colla, X-lam senza colla (fissaggio con chiodi) e telaio. Quest’ultimo naturalmente personalizzato sulle specifiche esigenze di ogni azienda in base alle sue capacità di lavorazione e produzione. In conclusione si trattava “molto semplicemente” di: • Modellare e calcolare un edificio in legno dove la resistenza nei confronti delle azioni sismiche veniva offerta da sistemi costruttivi dotati di rigidezza molto diversa tra loro; • Disegnare, o meglio ingegnerizzare, l’edificio tenendo presente i “confini” tra un’azienda e l’altra. Indubbiamente questo ultimo punto è stato il più complesso da portare avanti perché comportava la preparazione di piani di ordine, di taglio, di programmazione macchine CNC, di pre-assemblaggio, di trasporto e di posa per ben 9 aziende diverse con stabilimenti molto distanti tra loro. Inoltre tutto quello che ogni fornitore andava a produrre doveva necessariamente combaciare alla perfezione con le parti prodotte da altri “confinanti”. Per capire meglio la situazione: le pareti in X-lam dovevano combaciare al millimetro con quelle a telaio e i travetti dovevano appoggiare su di esse senza creare irregolarità nel piano di falda. È subito risultato chiaro a tutti che l’ingegnerizzazione era la chiave per far sì che ciò accadesse e questa operazione doveva essere portata avanti da uno studio terzo a tutte le aziende. Su queste basi lo studio Ergodomus ha iniziato il proprio lavoro di calcolo, prima, e di preparazione dei disegni costruttivi poi. Va inoltre aggiunto che la normativa vigente per edifici di quel genere con quel numero di occupanti prescriveva una resistenza al fuoco minima di


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Le varie fasi di posa.

60 minuti. Naturalmente, come sempre accade in questi casi, i tempi erano molto stretti per permettere ai bambini di entrare nella nuova struttura nel minor tempo possibile. Dopo non poche difficoltà il progetto è stato completato e inviato “spezzettato” alle 9 aziende che erano in attesa sui blocchi di partenza per far partire le proprie macchine a controllo numerico. Verso metà ottobre una telefonata comunicava che anche l’ultima parete era stata posata senza incontrare difficoltà dovute a incongruenze di taglio e/o progettazione. Per quanto riguardava la nostra parte, era arrivato il momento di festeggiare! Il progetto ci ha permesso di esplorare in profondità le potenzialità offerte dal processo di ingegnerizzazione e dimostrare così in maniera inequivocabile che il legno offre possibilità virtualmente infinite, permettendo persino di far interagire tra loro stabilimenti distanti che utilizzano tecnologie diverse tra loro. Come previsto, la chiave di tutto è stata l’ingegnerizzazione o, in altri termini, l’utilizzo di legno ingegnerizzato. La squadra di montatori a fine lavori ha affermato che non è mai stato necessario utilizzare la motosega, o altri strumenti da taglio, per apportare modifiche agli elementi consegnati in cantiere. Un risultato non da poco! La tematica dell’ingegnerizzazione al momento è davvero poco conosciuta alla maggior parte dei progettisti e proprio per questo motivo verrà trattata in maniera specifica in uno dei prossimi articoli della rivista. Un ringraziamento particolare va naturalmente ai collaboratori dello studio Ergodomus e a tutte le persone che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Un'opera che sottende anche al valore etico che sempre più spesso costruire con il legno porta con sé come ulteriore valore aggiunto.


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QUAESTIO P-LAM www.woodsystem.it di Sonia Maritan

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Il battesimo del “P-LAM” a Legno & Edilizia Abbiamo trattato nel numero scorso del P- LAM di Potito Pedone, attraverso il racconto della sua personale ricerca, avviata nel 2009, per la realizzazione di edifici antisismici ed ecosostenibili in legno X-Lam da mettere a disposizione a scopo sociale per tutte le persone coinvolte nei recenti eventi sismici e per il progetto “Casa Italia”. Si tratta di un sistema costruttivo innovativo, che presenteremo a Legno & Edilizia il 10 febbraio, e di cui ci arriva prima del convegno dal titolo «Il battesimo del “P-LAM”» il prezioso contributo del Professor Ario Ceccotti; resoconto scaturito dopo la sua visita in anteprima il 12 gennaio presso la Wood System International S.r.l., azienda nella quale si trova un prototipo in scala 1:1 – che sarà visibile a Verona durante Legno & Edilizia – e dove opera Potito Pedone. Culla ideale per promuovere un nuovo modo di costruire è Legno & Edilizia che ospiterà, alla presenza del suo inventore, il Tavolo Tecnico sul P-LAM organizzato da webandmagazine.media, con la partecipazione di un panel di esperti come il Prof. Franco Laner e ad altri membri del “Manifesto Qualità Legno”, quali, Franco Piva, Felice Ragazzo e Andrea Zenari, ma anche la Tecnologa del legno Silvia Tedesco. «Alla fine del XIX secolo Joseph Monier inventava il cemento armato… e all’inizio del XXI secolo io ho inventato il legno armato per la costruzione di edifici antisismici ed ecosostenibili in legno X-LAM  afferma Potito Pedone  un rimedio salvavita naturale senza effetti collaterali per una maggiore diffusione di costruzioni in legno nel mondo». Come emerge dall’intervista pubblicata sullo scorso numero di Struttura Legno lui ci tiene davvero a questo progetto, soprattutto per il contributo che può dare alle costruzioni antisismiche di cui abbiamo urgente necessità nel nostro Paese. Vogliamo quindi approfondire il tema, dando ampio spazio al P-Lam che abbiamo già presentato attraverso le parole del suo inventore, con il quale continuiamo a dialogare in questo numero per proseguire sul prossimo, aprendo qui con le parole del Prof. Ario Ceccotti, che il 12 gennaio ha visto in anteprima il P-LAM e che afferma come il sistema di connessione abbia fatto un passo avanti in quanto propone un sistema di connessioni metalliche con scatole e barre di acciaio che ci permettono effettivamente di parlare di legno “armato”, come afferma Potito Pedone. Prima di “ascoltarlo”, ringraziamo immensamente Ario Ceccotti di essersi reso disponibile a “tradurre”, per tutti i lettori di

Il sistema di connessione P-LAM.

Struttura Legno, il progetto di P-LAM con il suo sguardo esperto. Segue un breve identikit del sistema di connessione P-LAM e un’interessante riflessione di Potito Pedone riguardante lo scorso numero di Struttura Legno e in particolare il WCTE 2016 dal quale scaturisce lo stato dell’arte del mondo della ricerca che secondo l’inventore del P-LAM in questa innovazione può trovare risposte convincenti.

PRIMA PARTE

L’INTERVISTA AL PROF. ARIO CECCOTTI

Professor Ario Ceccotti, quale impressione le ha dato incontrare Potito Pedone? «Il signor Pedone è persona piacevolissima, che ha una lunga esperienza nel campo dei collegamenti acciaio-resina per le costruzioni di legno. Lo conosco da anni, quando ancora era agli inizi della sua attività, e mi fa piacere che conservi tutta la sua ingegnosità e quella voglia di fare nonostante l’età. In realtà si coglie in lui il desiderio di essere utile alla comunità con le sue opere – a chi di noi non è venuta in mente la domanda dopo i recenti terremoti: ma io che cosa ho fatto perché ciò non accadesse? Ebbene il signor Pedone ci crede e non demorde.


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Quello che sta cercando di "metter su" è una specie di crowd-funding per la sua idea, a pensarci bene». La sua idea è stata coltivata con altrettanta dedizione all’interno della Wood System? «Non è ingegnere il signor Pedone, ma in tutti questi anni è stato affiancato da una figura sempre molto riservata e non invadente, ma con i piedi per terra, riflessiva e molto preparata: l’Ing. Marco Tobaldini. Ne tenga conto Dottoressa, l’Ing. Tobaldini è stato il collaboratore ideale per il signor Pedone in tutti questi anni, e lo è ancora. Quando il signor Pedone comincia a volare troppo alto è l’Ing. Tobaldini che lo riporta a terra!». Un’accoppiata vincente a giudicare dal risultato? «L’idea caratterizzante del sistema P-LAM è quella di proporre un dimensionamento della struttura tale che essa possa restare “in campo elastico” anche sotto l’azione del peggiore terremoto previsto di progetto. Progettare un edificio perché “resti in campo elastico” significa progettarlo in modo tale che, anche durante il peggior terremoto previsto, l’edificio non si danneggi, se non in modo molto contenuto, e resti perfettamente agibile dopo il sisma e tutte le scosse successive». Costituisce una novità prevedere in fase di progetto che l’edificio resista anche al peggior sisma? «Questo in teoria è possibile farlo fin d’ora anche con gli altri materiali e sistemi costruttivi  quali muratura e cemento armato  e lo si fa per i cosiddetti edifici “strategici” (ospedali, caserme dei VVF, etc.), ma affrontando un aggravio di costi molto elevato che non sempre è sostenibile dalla comunità. In effetti, in tutto il mondo, il dimensionamento in zona sismica degli edifici “normali”  ovvero non strategici quali le abitazioni, ad esempio  lo si è condotto fino a oggi nello spirito della salvaguardia delle vite umane ma non dell’edificio  cioè accet-

tando un importante e a volte anche irrimediabile danneggiamento della struttura». Una “prassi” che non prevede eccezioni? «In controtendenza sta andando la Nuova Zelanda, dove, essendo tutti gli edifici assicurati contro le catastrofi naturali, le compagnie di assicurazione spingono il governo ad andare verso un codice di calcolo che salvaguardi non più solo le vite umane ma anche il patrimonio immobiliare. E la ragione è facilmente comprensibile: in caso di un big-one le compagnie andrebbero in bancarotta se dovessero far fronte al risarcimento di una sterminata serie di edifici danneggiati, non solo pubblici ma anche privati». Cosa può darci in più il legno rispetto agli altri materiali adottati sin d’ora per gli “edifici strategici”? «La differenza fra il progetto sismico di un edificio di legno e il progetto di un analogo edificio in muratura o in cemento armato è che l’aggravio di costo per passare dal progetto “normale” a quello “strategico” è molto contenuta. Il sistema P-LAM fa un passo avanti in quanto propone un sistema di connessioni metalliche con scatole e barre di acciaio  in questa ottica ha senso parlare di legno “armato” come dice Potito Pedone  brevettate e inghisate con resine nel legno dei pannelli X-Lam e che possono essere dimensionate in modo da restare agevolmente in campo elastico sotto il terremoto di progetto. In più il sistema P-LAM prevede l’utilizzo di pannelli X-L am modificati con l’aggiunta di uno strato centrale nei pannelli parete di LVL di faggio (o betulla o frassino)  e anche qui ha senso parlare di legno “armato”, ma in questo caso si tratta di “legno armato con altro legno” , laddove ciò sia richiesto da una concentrazione di sforzi particolarmente importante». Si tratterà di un sistema costruttivo più costoso? «Non sono in grado di esprimermi sui costi di tali collega-

Le immagini si riferiscono al sistema di connessione “P-LAM” brevettato dalla Wood System International S.r.l.


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SECONDA PARTE

Due dettagli del sistema di connessione P-LAM.

IDENTIKIT DEL SISTEMA DI CONNESSIONE P-LAM

menti e sul costo della loro messa in opera, rispetto a un collegamento classico con “hold-down”, squadrette metalliche, chiodi e viti, ma mi fido dell’inventore, persona che ha una esperienza più che ventennale nell’uso della stessa tipologia di collegamenti resinati per strutture in legno di grande luce. In più i collegamenti proposti dal P-LAM sono tutti centrici e non eccentrici come nei metodi di collegamento classici usati nelle costruzioni con pannelli X-Lam». Ha individuato un punto di debolezza nel progetto P-LAM? «Il punto più delicato in una simile operazione sta nel fatto che un edificio che si comporti elasticamente sotto il terremoto, non avendo possibilità di smorzare l’energia di “input” del terremoto stesso attraverso il danneggiamento delle connessioni metalliche e la conseguente dissipazione di energia con relativo smorzamento, sarà sottoposto ad accelerazioni importanti ai piani superiori dell’edificio, anche considerevolmente superiori a 1g. Sarà pertanto fondamentale, specie per gli edifici più alti, lo studio di sistemi di smorzamento sismico quali i “tuned-mass dampers” o un qualche tipo di isolamento alla base. Fortunatamente in Italia abbiamo i massimi esperti mondiali nei due sistemi e quindi non sarà difficile mettere a punto qualche sistema che permetta di controllare l’inconveniente descritto, mi riferisco ad esempio al Prof. Massimo Fragiacomo, dell’Università dell’Aquila e al Prof. Gian Michele Calvi dell’EUCENTRE di Pavia».

Riassumiamo adesso di seguito i temi trattati nel numero scorso, così da tracciare l’identikit del sistema di connessione P-LAM ma anche le premesse del Convegno «Il battesimo del sistema “P-LAM”» che si terrà la prossima settimana a Legno&Edilizia. Dal 2009, in seguito al disastroso evento sismico che ha coinvolto la città dell’Aquila, dopo l’esperienza maturata nei 20 anni precedenti, inerente il sistema costruttivo per le opere di impiantistica sportiva: strutture in legno lamellare di tipo reticolare spaziale, Potito Pedone si pone l’obiettivo di migliorare i sistemi costruttivi attualmente in uso per gli edifici in legno. Parte proprio dall'esperienza della prova di resistenza al sisma risalente all'anno 2007 e denominata “Progetto Sofie”, effettuata in Giappone dal CNR IVALSA con la supervisione del Professor Ario Ceccotti e finanziato dalla Provincia di Trento; progetto che ottiene un risultato eclatante dimostrando la validità delle costruzioni in legno in termini di salvaguardia delle vite umane. La soluzione tecnica del sistema di connessione “P-LAM” è in grado di dare garanzie sul piano della resistenza statica a fronte di forti eventi sismici, consentendo inoltre di ottenere l'agibilità immediata degli edifici post terremoto, nell’ottica di una ricostruzione sicura e rapida delle cittadine e delle frazioni devastate dal sisma. Si tratta di un’ulteriore evoluzione rispetto il “Progetto Sofie”che prevedeva di sfruttare la duttilità delle connessioni legno-acciaio, mentre il sistema di connessione “P-LAM” sfrutta l'elasticità dell'intero edificio rispettando i requisiti sismici in conformità alle prescrizioni di legge vigenti in materia. Va sottolineato inoltre che i materiali strutturali impiegati per le costruzioni sono di tipo ecosostenibile (al 90% legno) e il sistema costruttivo è prefabbricato al 100% negli stabilimenti di produzione esistenti in Italia e in tutto il mondo. Ne consegue una velocità di montaggio strutturale degli edifici corrispondente a circa 1\4 del tempo necessario per la realizzazione di edifici con i sistemi tradizionali in cemento armato, mattoni e murature. Inoltre, con una eccellente coibentazione interna ed esterna e l’installazione di pannelli fotovoltaici, pompe di calore e sistemi eolici etc., si può addirittura raggiungere il requisito di “casa passiva”, riducendo al minimo i costi di consumo energetico e ottenendo il massimo confort abitativo all’interno. Ancora, occorre aggiungere che gli edifici in legno abbat-


Il sistema di connessione P-LAM - nodo “4 vie”.

tono la quasi totalità dei campi elettromagnetici. Il tutto a fronte di tempi rapidi, costi certi e concorrenziali rispetto agli attuali sistemi di costruzione tradizionali. Il progetto può essere commisurato al contesto in cui viene realizzato, prendendo in considerazione se adottare i parametri di calcolo e di verifica dell'area a rischio sismico 1, tenendo conto che l'incidenza economica sui costi di costruzione aumenta di circa il +5% e il +7% al massimo, su valori di circa 1.500,00 /mq (costi riferiti alla costruzione "chiavi in mano" comprensiva di tutto: rivestimenti interni ed esterni, impiantistica generale, tetto e quant'altro necessario al contenimento dei consumi energetici gestionali con esclusione delle opere di fondazione in cemento armato, opere di urbanizzazione, costi dei terreni edificabili, pratiche burocratiche per i permessi etc.). Infine, è in programma di effettuare una prova sismica su piattaforma vibrante di un edificio di 4 piani, avente dimensioni di metri 7x5,60 presso il Centro Europeo di formazione e ricerca in Ingegneria sismica “Eurocentre di Pavia”, partner del Consorzio “S.E.R.I.E.S.” (Seismic Engineering Research Infrastructures for European Synergies) che coinvolge 23 laboratori sismici europei e costerà circa 150.000,00 Euro. Riguardo il convegno «Il battesimo del sistema “P-LAM”» che si terrà nel pomeriggio del 10 febbraio a Legno & Edilizia, alcuni membri del “Manifesto Qualità Legno”, quali il Prof. Franco Laner, l’Ing. Franco Piva, il Prof. Felice Ragazzo e il Dr. For. Andrea Zenari, ma anche la Tecnologa del legno Silvia Tedesco, hanno già messo sul tavolo i primi argomenti del dibattito: • L’invenzione riguarda il sistema costruttivo o una diversa proposizione della tecnologia di assemblaggio dell’X-Lam? • La tecnologia come per l’X-Lam consta di ferramenta a secco, mista a connessioni che incollate, con connessioni verticali (esempio angoli), risolve il problema dei ponti termici? • La proposta di attacco a terra garantisce la durabilità del legno? • La definiamo invenzione oppure il P-LAM potrebbe rappresentare una diversa tecnologia di assemblaggio dei pannelli X-Lam? • Il punto più delicato, come osserva il Prof. Ario Ceccotti, sta nel fatto che un edificio che si comporti elasticamente sotto l’effetto del terremoto, sarà sottoposto ad accelerazioni importanti ai piani superiori: è previsto lo studio di sistemi di smorzamento sismico quali i “tuned-mass dampers” o un qualche tipo di isolamento alla base? L’approfondimento delle tematiche che si apriranno al convegno e la restituzione della documentazione tecnica del sistema P-LAM saranno evidentemente oggetto del prossimo numero.


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Il sistema di connessione P-LAM-P “3 vie”. Il sistema di connessione P-LAM-P “2 vie”.

TERZA PARTE

LE NUOVE RIFLESSIONI DI POTITO PEDONE

A seguire riportiamo la lettera di Potito Pedone contenente le sue riflessioni sull’editoriale di “Struttura Legno” (Pag.007), il Focus WCTE 2016 e il mondo della ricerca con relative interviste (incontri VIP), realizzati da Sonia Maritan sul numero 15/2016. Lasciamo dunque la parola a Potito Pedone che avremo il piacere di incontrare a Verona, assicurando sin d'ora agli esperti del settore coinvolti la massima disponibilità per proseguire il Tavolo Tecnico anche in questo “sito” in qualunque momento volessero dar riscontro a questa missiva. Gent.le Architetto, prima di Natale ho ricevuto due copie della rivista “Struttura Legno” e per questo la ringrazio moltissimo. Ho letto attentamente tutti gli articoli in essa contenuti, in particolar modo l’editoriale e tutte le interviste alle personalità del mondo della ricerca; ritengo che il sistema costruttivo P-LAM, di mia invenzione, possa rappresentare l’anello di congiunzione di tutti i temi trattati e delle considerazioni espresse da tutti i “Vip” da Lei intervistati. Condivido con lei alcuni temi, dedotti dal numero scorso della rivista, citando in ordine alfabetico alcuni pensieri dei professori presenti all’ultimo WCTE di Vienna:

• ANDREA BERNASCONI, ritiene indispensabile l’uso del legno come elemento strutturale predominante. Il sistema P-LAM utilizza il legno al 90% circa, oltre a un 10% circa di acciaio, mentre il cemento armato lo prevede solamente per le fondazioni interrate. • ARIO CECCOTTI e MASSIMO FRAGIACOMO, auspicano la necessità di un aumento delle cattedre nei vari atenei italiani per l’indottrinamento all’uso del legno strutturale. Con il sistema P-LAM sono previsti i calcoli strutturali e le relative verifiche in campo elastico, pertanto non si devono fare lunghe e complesse verifiche in campo plastico ed elastoplastico. La realtà è che le strutture rigide a pannelli in X-LAM e le giunzioni incollate con colle bicomponenti epossidiche non possono essere molto duttili e pertanto vanno calcolate in campo elastico. L’insegnamento ai futuri ingegneri strutturisti (che utilizzerebbero programmi agli elementi finiti reperibili facilmente sull’intero mercato mondiale), pertanto, risulterebbe facilitato. Porto un esempio di calcoli e relative verifiche in campo elastico e calcoli e relative verifiche in campo plastico, ipotizzando uno sforzo di trazione di 10.000 Kg: Campo Elastico: T=10.000 Kg+ Coefficiente di sicurezza pari a 2,5 volte x 10.000 Kg = 25.000 Kg Campo Plastico: T=10.000 Kg (calcoli con fattore di struttura Q=2,0)/2 = 5.000 Kg, ben 5 volte in meno rispetto ai calcoli in campo elastico per ottenere


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Sistemi attualmente in uso sul mercato riguardanti alcune sperimentazioni fatte presso l’Università di Trento.

una buona duttilitĂ delle connessioni. Dopo un evento sismico, inoltre, nel caso di calcoli e relative verifiche in campo plastico, le parti danneggiate in legno e acciaio vanno necessariamente sostituite. Dalla mia personale esperienza decennale nel settore delle costruzioni di edifici pluripiano in legno, emerge il fatto che gli ingegneri strutturisti del settore non ritengono ammissibile, in caso di eventi sismici o di forte spinta del vento, che si debbano sostituire gli elementi strutturali in legno e le relative staffe, chiodi e viti in acciaio danneggiate, tenendo

conto che gli attuali sistemi costruttivi per edifici in legno sfruttano la duttilitĂ degli stessi. In funzione di quanto sopra espresso, ritengo che gli ingegneri strutturisti, continuando a utilizzare i sistemi costruttivi attualmente in uso, possano creare il presupposto di una recessione progressiva delle costruzioni di edifici in legno, mentre con il sistema P-LAM si potrebbe ottenere esattamente il contrario, aumentando a livello esponenziale la scelta del legno come elemento strutturale primario. Il tutto diventa di fondamentale importanza in vista del-


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Il nuovo sistema P-LAM di Wood System, sistema costruttivo per edifici pluripiano in X-LAM.

l’imminente piano di ricostruzione delle zone colpite dal terremoto in centro Italia, il progetto “Casa Italia”, a seguito del sisma del 24 Agosto e del 2630 Ottobre 2016; l’obiettivo è quello di lanciare un forte segnale ai costruttori e a tutti gli addetti del settore a livello mondiale, per la realizzazione di edifici ecosostenibili più sicuri. • ROBERTO CROCETTI, pone l’accento su una questione importante: il fattore economico in Svezia nel settore delle costruzioni in legno. Il sistema costruttivo P-LAM per edifici in legno e il sistema costruttivo Spacewood per strutture reticolari spaziali in legno lamellare di grosse dimensioni, che sfruttano lo stesso principio (le connessioni sono realizzate con barre e innesti ad aderenza migliorata in acciaio resinati con colle bicomponenti epossidiche all’interno delle travi in legno lamellare e nelle pareti in X-Lam), risultano essere molto economici e di facile realizzazione produttiva, di rapido montaggio ed economicità di trasporto. Con questi due sistemi costruttivi fortemente innovativi ed economici, la Wood System International Srl è sicuramente in grado di soddisfare il requisito di economicità richiesto e di incrementare le costruzioni in legno in Svezia. • MAURIZIO PIAZZA, auspica un’implementazione dell’istruzione nelle università italiane per i futuri architetti e ingegneri. Sono pienamente d’accordo con il Prof. Maurizio Piazza, che in sintonia agli interventi del Prof. Ario Ceccotti e Massimo Fragiacomo rilevano l’importanza della formazione degli attuali progettisti e dei costruttori di edifici in legno. In merito ai parametri riferiti ai costi di produzione, rapidità di costruzione e alla ibridazione, il sistema P-LAM ha il vantaggio di essere costituito da pochi elementi: giunti in profili scatolari in acciaio zincato e barre e innesti ad aderenza migliorata in acciaio, resinati al centro delle pareti in X-Lam con colle bicomponenti epossidiche; nel caso di elevati sforzi di trazione e di taglio viene sostituito lo strato centrale della parete in X-Lam con uno strato di micro lamellare in legno duro (micro lamellare in faggio, in betulla, etc… già esistenti in commercio). In questo modo si ottiene l’ibridazione dei “LEGNI” con pannelli in XLam, dove l’incidenza in percentuale delle componenti è: 75% c.ca di strati in abete, 15% c.ca di strato centrale in micro lamellare in faggio/betulla, il 10% c.ca di acciaio (giunti, barre e innesti).


Inoltre mi risulta che il Professor Maurizio Piazza, insieme al Geometra Giovanni Cenci, abbia avuto esperienza nell’uso di connessioni composte da piastre e barre filettate in acciaio, inserite e incollate con resine bicomponenti epossidiche all’interno di travi in legno lamellare. Per edifici di altezza superiore ai 20 piani si possono produrre i pannelli in X-Lam per pareti e solai usando tutti gli strati in micro lamellare in faggio, betulla, etc… in quanto le caratteristiche meccaniche a compressione di tali materiali sono molto elevate. Per altezze superiori ai 25 piani, secondo il mio parere, è opportuno realizzare i vani scala e ascensore in c.a. Un altro elemento di rilevante importanza sul piano della sicurezza strutturale è rappresentato dal fatto che, essendo le barre filettate e gli innesti resinati al centro delle pareti in legno, a fronte di un eventuale incendio risultano protetti dal legno stesso (che, come risaputo, carbonizza lentamente trattandosi di un materiale che si caratterizza come cattivo conduttore di calore); altrettanto vale per i giunti scatolari in acciaio costituenti l’assemblaggio dell’edificio. • ROBERTO TOMASI, ritiene fondamentale l'ingegnerizzazione del prodotto, la prefabbricazione che facilita la produzione e la conseguente velocità di cantiere. Il sistema P-LAM parte dalla modellazione in ambiente BIM che, in fase di realizzazione dei disegni esecutivi di pro-


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064 duzione invia direttamente tutti i dati ai macchinari a C.N.C. per una precisa realizzazione dei pannelli in XLAM. Ne consegue pertanto che il sistema costruttivo P-LAM non necessita di macchinari specifici, per la produzione dei suoi componenti sono sufficienti macchine a controllo numerico, comunemente in uso presso tutti i produttori di pannelli in X-LAM, per le lavorazioni di foratura, dove andranno inseriti degli innesti ad aderenza migliorata resinati con colle bicomponenti epossidiche nello strato centrale delle pareti in X-Lam, il tutto eseguito negli stabilimenti di produzione dei pannelli stessi. In caso di elevati sforzi di trazione e di taglio, lo strato centrale può essere in microlamellare in faggio, betulla, ecc... L'attrezzatura necessaria per il montaggio prevede solo delle chiavi per il serraggio dei bulloni per il fissaggio dei giunti scatolari in acciaio zincato e di una serie di cartucce di colla bicomponente epossidica per resinare le barre in acciaio ad aderenza migliorata in senso verticale tra parete inferiore, solaio e parete superiore. In merito al montaggio delle pareti e dei solai, essendo i pannelli tagliati con precisione millimetrica, una volta montati i giunti di collegamento delle pareti, il controllo delle diagonali dei locali consente la verifica della corretta geometria dell'edificio. Inoltre in fase di montaggio viene applicata una guaina bituminosa sulle fondazioni in c.a. per evitare la risalita dell’umidità e il conseguente danneggiamento delle pareti in X-LAM. Di fondamentale importanza, inoltre, è l’applicazione tra PARETE SUPERIORE / SOLAIO/ PARETE INFERIORE di una striscia di gomma espansa ad alta densità e a cellule chiuse che assolve alla funzione di antivibrante, insonorizzazione e barriera all’umidità. In ultimo viene interposta della lana di roccia ad alta densità in senso verticale tra parete e parete e internamente ai giunti in acciaio allo scopo di eliminare i ponti termici. Ringraziamo Potito Pedone che continua a dialogare a distanza di 6 mesi con i grandi protagonisti del WCTE, realizzando una “magica connessione” fra tutti i maggiori esperti del settore e auspichiamo così  attraverso questo dialogo aperto e partecipato  un’accelerazione di risultati per tutti i nostri compaesani coinvolti nei recenti eventi sismici.

Progetto definitivo di edificio pluripiano con sistema brevettato P-LAM, 20 piani. Progetto esecutivo di edificio pluripiano con sistema brevettato P-LAM, 7 piani.



TECHNICA ADLER www.adler-italia.it

di Monica Zani

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Bellezza senza compromessi Quando si tratta di protezione del legno, Lignovit Deco FS è la soluzione che sposa estetica e funzionalità, con biocidi a seconda del campo di applicazione. Questa l’innovativa proposta che ADLER, un'impresa tirolese a conduzione familiare che vanta una lunga tradizione, lancia sul mercato.

ADLER è un'impresa tirolese a conduzione familiare che vanta una lunga tradizione, in quanto a competenza, nel settore della conservazione e della verniciatura del legno: perché chi prende a cuore le cose, non le lascia mai a metà. A partire dalla ricerca per arrivare alla consulenza e l’assistenza. Qualità e sostenibilità sono per l’azienda una priorità da sempre e su questi valori Adler si è fatto strada divenendo un marchio di prim’ordine conosciuto a livello internazionale, che apre l’anno presentando Lignovit Deco FS. Molto spesso accade che, qualsiasi sia l’ambito a cui ci si riferisce, l’aspetto estetico e quello funzionale mal si combinino tra loro.

L’estetica sacrifica, quasi sempre, alcuni aspetti della funzionalità così come allo stesso modo, la funzionalità non è mai troppo gradevole da vedere. Si pensi per esempio a un prodotto verniciante per la protezione del legno all’esterno: l’estetica detterebbe come parametro quello del basso spessore a effetto naturale non verniciato. La funzionalità invece richiederebbe un medio/alto spessore, con effetto “plastico” più pronunciato quindi meno gradevole alla vista ma di sicuro più protettivo nel tempo. Quando si tratta di protezione del legno all’esterno, Lignovit Deco FS è il prodotto messo a punto da


TECHNICA_ADLER

Nella pagina di apertura, l’applicazione in un sottotetto. A sinistra, l’applicazioni nelle parti a vista di un edificio. Sotto, la vista inferiore di un tetto.

Adler in grado di far convivere senza conflitti l’aspetto estetico con quello funzionale. Come? Lignovit Deco FS è un prodotto estremamente versatile perché disponibile in formulazione con biocidi o senza. Applicabile a rullo, a pennello, a flow coating/immersione e con impregnatrici automatiche. Lignovit Deco FS può essere usato tanto all’esterno, ossia in un ambito in cui è caldamente richiesto avere la sicurezza di una garanzia che certifichi la reale efficacia protettiva contro gli attacchi batterici, quanto in ambiente interno (formulazione Lignovit Deco) cioè in un ambito per il quale invece non sussistono i presupposti per un attacco biologico e quindi risulterebbe inutile avere biocidi in formulazione. L’aspetto estetico di Lignovit Deco FS punta su una gamma di 11 tonalità standard tra le più calde e gradevoli, oggi disponibili sul mercato. L’aspetto ottico asciutto è quello di superfici opache. Al riscontro tattile il prodotto si presenta come privo di spessore e assolutamente lontano dalle superfici “plastificate” che tutto promettono di conferire al supporto tranne che donare loro l’aspetto naturale NON verniciato, oggi molto ricercato e richiesto. Non per questo il prodotto è meno resistente, anzi, nella formulazione FS sono presenti biocidi certifica-

ti e pigmenti ossidi di ultima generazione, assolutamente resistenti alle più estreme sollecitazioni luminose. Il prodotto, tenuto volutamente a basso spessore anche per accrescerne le caratteristiche di traspirabilità, con il passare del tempo e con l’avanzare del degrado non subirà mai sfogliamenti o scrostamenti ma si impoverirà gradualmente e uniformemente fino alla successiva manutenzione ordinaria che verrà operata sempre con il medesimo prodotto.


TECHNICA HUNDEGGER www.hundegger.de

di Pietro Ferrari

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Le quattro stagioni Hundegger domina il mercato in Italia con un'offerta tecnologica sempre all'avanguardia e lo fa lungo tutto lo stivale come dimostrano i risultati dell'ultimo anno, che ripercorriamo... Abbiamo avuto il piacere nell'ultimo anno di seguire il percorso del produttore tedesco di centri di lavoro per le costruzioni in legno Hundegger a cui abbiamo dedicato nel corso dei mesi alcune case history che hanno dimostrato la versatilità di queste tecnologie, prestazionalmente indiscutibili, in contesti produttivi diversi e variegati. Iniziamo, segnalando la consegna della prima Robot Drive 1250 in Italia alla ditta Angoli Legno in Calabria, di Silvio Mascaro che vi opera insieme al figlio Giuseppe, avvenuta alla fine dell’anno 2015: un'azienda del sud che produce pannelli X-Lam, ma la cui unicità è data anche dalla scelta di lavorare in un ambito ben preciso che la porta a lavorare e costruire secondo i dettami della bioedilizia. Nell'autunno del 2015 abbiamo trovato nella Legnami Bragato di Vazzola, nel Trevigiano, un vero e proprio scrigno di legni delle più diverse e pregiate varietà, ma la tradizione del commercio e della lavorazione del legno si accompagna presso l'azienda veneta con una grande competenza tecnica: per le proprie lavorazioni, l'azienda ha scelto Hundegger. Anche qui l'accento è sulla versatilità e sull'affidabilità ma anche sulle condizioni commerciali particolarmente interessanti offerte dal produttore di Hawangen. Nell'autunno del 2016 abbiamo visitato, a Rivarolo Canavese, Mautino Legnami: qui abbiamo trovato una grande tradizione familiare dove il legno si respira nell'aria e la tecnologia ripercorre un cammino storico che parte dal prelievo forestale e arriva alle più sofisticate tecnologie produttive. Mautino è un fedelissimo di Hundegger e, considerata la cautela e l'avvedutezza dei fratelli

La Hundegger K2l in funzione da Mautino Legnami.

Alessando e Mauro Mautino, questa è una referenza preziosa: quattro generazioni di Hundegger si sono succedute nei capannoni dell'azienda e hanno prestato la loro versatilità e la loro affidabilità alla capacità creativa dei titolari. È in funzione una linea K2l che esprime tutta la sua versatilità nella lavorazione dei componenti più svariati che stanno alla base dell'offerta "a 360 gradi" dell'azienda. Abbiamo visitato, ancora nell'autunno del 2016, la Galloppini Legnami di Borgosesia. Alberto e Francesco De Pace hanno fatto una scelta decisa per ciò che attiene alla tecnologia produttiva: alla Galloppini Legnami abbiamo infatti


TECHNICA_HUNDEGGER

potuto vedere in funzione tre linee moto flessibili e intercambiabii targate Hundegger. Una K2i 1250 è impiegata per costruire componenti per grandi strutture in cui sia richiesta ripetitività nel lavoro e importanti volumi di produzione, una K2i 625, l'investimento effettuato più a monte nel tempo, lavora componenti per i tetti e per case a telaio, mentre l'ultima arrivata, una seconda K2i 1250, produce pannelli per case in X-Lam e tetti e si esprime al massimo in termini di flessibilità. La Galloppini è abituata a raccogliere sfide di grande riievo (basti pensare al virtuosistico padigione del Giappone all'Expo milanese del 2015) e ha trovato in Hundegger un partner ideale. Nel prossimo numero di Struttura Legno i nostri lettori troveranno un altro capitolo della narrazione Hundegger, qui si tratta di portare all'estremo la capacità di servizio della ditta La Legnami di Savignano sul Rubicone. Un concetto di terzismo avanzato, dove la clientela

è esigente e le richieste le più disparate e, ancora una volta, l'asso nella manica è Hundegger. Ma di questo parleremo nel numero di Struttura Legno destinato all'appuntamento del Ligna.

In alto, la nuova linea Hundegger, la top per soddisfare le esigenze dell'azienda La Legnami. Da sinistra a destra, Pietro Ferrari, Ugo Campeotto, Angelo Brigliadori, Luca Dal Bianco, Sonia Maritan, Luca Marconi e Fausto Sabba. Sopra: l'ultimo acquisto entrato in Galloppini Legnami, una K2i 1250 che produce pannelli per case X-Lam, esprimendo la massimo flessibilità. A sinistra: due immagini della Hundegger K2 in funzione presso Bragato Legnami.


TECHNICA SAYERLACK www.sayerlack.it

di Paolo Rolandi

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La protezione che dura nel tempo Oggi con il marchio Sayerlack, Sherwin-Williams presenta anche la nuova finitura all’acqua trasparente per esterni AZL 3500/XX, un’evoluzione rispetto ad AZ 3430/XX e AZ 3230/XX, che sostituisce: adatta per infissi, serramenti e manufatti in legno esposti all'esterno. Forte di un’esperienza lunga un secolo e mezzo, l’azienda fornisce ai verniciatori le vernici di cui necessitano per conferire ai loro manufatti il migliore aspetto e una lunga durata. all’acqua trasparente per esterni AZL 3500/XX. Si tratta di una finitura monocomponente all’acqua tixotropica con doti di elasticità e durata che la rendono ideale nel campo della protezione del legno all’esterno. Adatta per infissi, serramenti e manufatti in legno esposti all'esterno, integra la gamma esistente, privilegiando le caratteristiche richieste in impieghi industriali specifici come distensione, trasparenza e resistenza all’acqua, senza la necessità di introdurre un reticolante. Grazie ai particolari filtri UV garantisce un’efficace protezione contro le radiazioni ultraviolette. Assicura elevata permeabilità all’acqua, assenza di fenomeni di ‘’blocking’’, rapidità di essiccazione, assenza di fenomeni di

Dal 1866, Sherwin-Williams fornisce ai produttori e ai verniciatori le vernici di cui necessitano per conferire ai loro manufatti il migliore aspetto e la vita più lunga, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi produttivi e di sostenibilità. L'impegno per l'innovazione, la forza tecnologica, la ricerca e lo sviluppo, combinati con la capacità di ascoltare le esigenze dei clienti, rendono Sherwin-Williams un punto di riferimento per le vernici industriali per legno, vetro, metallo e plastica. Nel 2010 la Sherwin-Williams ha acquisito i riconosciuti marchi internazionali Sayerlack e Becker Acroma, creando un leader globale nel settore delle vernici per legno, e con il marchio Sayerlack presenta oggi la nuova finitura


TECHNICA_SAYERLACK

rimozione anche sovraverniciando in tempi strettissimi. AZL 3500/XX, formulata con polimeri di nuova generazione, rappresenta una straordinaria evoluzione rispetto ad AZ 3430/XX e AZ 3230/XX, che sostituisce. Si distingue infatti dalle altre finiture per esterni monocomponenti presenti in gamma per l’elevata adesione a umido che, combinata a una alta resistenza all’acqua, permette a questa finitura di ottenere elevate prestazioni di durata anche in ambienti ad alto tasso di umidità. Inoltre, non risultando sensibile all’acqua non presenterà problematiche di sbiancamento del film di verniciatura. Disponibile a 30 gloss nelle versioni trasparente /00, larice /85, teak /89 e noce /92. Applicabile a spruzzo  tazza, airmix, airless ed elettrostatica  purché con attrezzature idonee ai prodotti all’acqua, su supporti legnosi idonei per esterni. Grazie alla versatilità applicativa può essere impiegata sia in impianti automatici industriali che in quelli artigianali a forte prevalenza manuale. AZL 3500/00 risulta trasparente durante la fase di applicazione, così che l’utilizzatore può vedere il colore finale del manufatto, ancora prima dell’essiccazione completa. Il potere coprente del prodotto risulta analogo alle finiture classiche presenti in gamma Sayerlack. AZL 3500/00 è pigmentabile con le paste all’acqua delle serie XA 4034/XX e XA2006/XX. AZL 3500/89 ha evidenziato il massimo risultato  ottimo  su tutti i test eseguiti: ruota di

Gardner, invecchiamento artificiale (QUV-A) EN 927-6, esposizione naturale EN 927-3, resistenza ai liquidi freddi UNI EN 12720, adesione a umido EN 927-8. La protezione è assicurata: grazie allo scudo di AZ 3500/XX l’umidità dell’ambiente non fermerà più la durata degli infissi.


TECHNICA SCM GROUP www.scmgroup.com

di Pietro Ferrari

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Una presenza di grande rilievo Scm Group partecipa a Legno&Edilizia con tecnologie innovative, in particolare con i due centri di lavoro Routech Oikos e Scm Accord 50 fx.

SCM Group sarà presente a Legno&Edilizia, Verona, dal 9 al 12 Febbraio 2017 Padiglione 12 - Stand C12

L’utilizzo del legno nel settore edile è in forte crescita, grazie alle qualità di un prodotto naturale, antisismico, ignifugo, salubre, ecologicamente sostenibile e capace di trasmettere una sensazione di comfort superiore rispetto ad altri materiali. Scm Group è entrata dieci anni fa in questo settore con un importante impegno di ricerca e sviluppo. A Legno&Edilizia, l'appuntamento specifico per il settore in Italia, Scm Group sarà presente con due centri di lavoro di assoluta eccellenza, Routech Oikos e Scm Accord 50 fx. Una scelta dettata dalla volontà di ribadire il ruolo di partner ad altissimo livello per le imprese impegnate in questo settore.

NEL MONDO DI OIKOS

In queste pagine, Routech Oikos e Scm Accord 50 fx.

Routech Oikos è un centro di lavoro a sei assi per travi strutturali e moduli parete, già utilizzato con grande soddisfazione da primarie aziende del settore come Binderholz Bausysteme Unternberg (in Austria), best wood Schneider (in Germania), Vibrobloc (in Italia) e Les Charpentiers des Alpes et Provence (in Francia).

Nel caso di Vibrobloc la scelta di puntare su Routech Oikos è arrivata dopo averlo visto in utilizzo con estrema soddisfazione presso ditte concorrenti. Routech Oikos garantisce la massima flessibilità grazie all’innovativa struttura con architettura a sei assi, che permette la lavorazione su tutte le facce senza ribaltare i pezzi. Elevata la precisione per la realizzazione di travi e pareti che non hanno biso-


TECHNICA_SCM GROUP

gno di ulteriori aggiustamenti in cantiere. La semplicità di utilizzo è garantita dall’adozione del software QuickLink che si integra con i più diffusi CAD di progettazione. Grazie all’assenza di settaggi e al cambio utensili veloce, Routech Oikos permette una produttività senza compromessi.

QUALITÀ SENZA COMPROMESSI

Scm Accord 50 fx è un centro di lavoro a controllo numerico a cinque assi, con piano fisso e portale mobile che permette di lavorare pezzi fino a 500 mm di altezza, con una qualità di finitura ineguagliabile. Lanciato sul mercato meno di un anno fa, Scm Accord 50 fx è stato concepito per la lavorazione di oggetti di forma complessa e di ampie dimensioni. Scm Group ha scelto di presentarlo a Legno&Edilizia perché grazie alla sua innovativa architettura può soddisfare molteplici esigenze di lavorazione. Accord 50 fx è equipaggiato con un piano di lavoro multifunzione di 6170x2120 mm. Il caratteristico piano multifunzione Scm è sinonimo di tecnologia affidabile: il sistema di vuoto integrato diretto e le particolari scanalature a T consentono un bloccaggio ottimale di qualunque pezzo. A queste straordinarie caratteristiche vanno sommate la massima accessibilità all’area di lavoro in totale sicurezza.


RITORNO AL FUTURO

Siamo specializzati in lamellare di alta qualitĂ , con un ampio magazzino e consegne rapidissime, con un impianto automatizzato per il taglio delle barre con un software di gestione che ottimizza gli ordini. Vogliamo aiutarvi ad essere rapidi ed efficienti. Vogliamo continuare a crescere con voi.

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STRUTTURALEGNO marzo 2017

▼ COLLE E ADESIVI▼

▼ AGENTI▼

COLLANTI CONCORDE S.R.L. COLLE SPECIALI PER APPLICAZIONI INDUSTRIALI Via Schiaparelli, 12 – Zona Industriale 31029 Vittorio Veneto (Treviso) , Italy Tel +39 0438 912121 – Fax +39 0438 501822 info@collanticoncorde.it www.collanticoncorde.it Collanti Concorde produce l’adesivo poliuretanico “XILOBOND T” certificato secondo la norma EN 15425 e con “Attestato di Conformità” dell’MPA di Stoccarda del 13.02.2015. Lo XILOBOND T è idoneo per produzione di legno lamellare per prodotti quali KVH, bilama, trilama e per pannellature portanti strutturali tipo XLAM; per strutture lignee in bioedilizia, costruzione edifici prefabbricati, case clima; per l’incollaggio di specie legnose termotrattate (tipo THERMOWOOD). Collanti Concorde produce altresì una vasta gamma di colle poliuretaniche, viniliche, ureiche, polimeri innovativi, hot-melt e hot-melt PUR.

▼ COMMERCIANTI▼ TRA.WOOD s.r.l. Sede Legale Corso Re Umberto, 8 10121 Torino tel +39/011 8194519 Amministrazione Strada Santa Margherita, 159 10131 Torino Customer Care/Assistenti clienti tel +39/011 8393008 !"#$%&'()$$*+!& trawood-certificata@pec.trawood.it )))+&'()$$*+!& NORD AMERICA: Conifere - Latifoglie - Pavimenti Lamellari Hemlock, Douglas Fir, Rovere Bianco, Frassino - Tronchi da trancia e sega di BlackWalnut/ W. Oak/R. Oak/Maple e altre specie - Tranciati vari. SUD AMERICA: Decking. EUROPA: Lamellari per finestre in Pino, Abete, Larice Europeo e Siberiano. Latifoglie KD: Faggio, Frassino, Rovere e Tiglio. Certificati ambientali disponibili a richiesta cliente.

Via 4 Novembre 71 38030 Roverè della Luna (Trento) tel +39/0461 658553 - fax +39/0461 658548 info@segnalegnami.it - segna@pec.segnalegnami.it www.segnalegnami.it Segheria, travi Uso Trieste, travi Uso Fiume, travi Spigolati e Torniti in Abete, Larice e Rovere, Lamellari Piallatura e spazzolatura travi e tavolato Progettazione e taglio strutture in legno - ESSICCAZIONE TECNICA DELLE TRAVI.


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STRUTTURALEGNO marzo 2017

▼ SOFTWARE▼

▼ EDILIZIA▼ srl

Valle d’Anterselva 1 39030 Rasun-Anterselva (Bolzano) tel +39/0474 496128 r.a. - fax +39/0474 496192 info@holzhof-prugger.com www.holzhof-prugger.com Legname per edilizia e imballaggio. Travi lamellari. Produzione listelli e morali abete.

▼ LEGNAMI▼ C.so Svizzera 185 - Int. 003 - P. 2 - Sc. D 10149 TORINO tel +39/011 7509020 r.a. - fax +39/011 7509005 !"#$%*!","-!$./0"$+!& - )))+*!","-!$./0"$+!& Rappresentanze: segati resinosi e di latifoglie • travi lamellari • KVH - BILAMA • pannelli per casseforme • perline • tronchi • Travi U.T • compensati • X-LAM • elementi per pallets • pellet.

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Imola Legno s.p.a. Sede legale e stabilimento: Via Don Luigi Sturzo 10 - 40026 IMOLA (BO) tel +39/0542 630411 - fax +39/0542 640418 Deposito di Molfetta: Via dell’Arte Bianca 4 - 70056 MOLFETTA (BA) tel +39/080 3385825 - fax +39/080 3385826 info@imolalegno.com - www.imolalegno.com

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COLOPHON

strutturalegno

016 marzo 2017

DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF SONIA MARITAN REDAZIONE@WEBANDMAGAZINE.COM GIORNALISTI JOURNALISTS ROBERTA BOCCA, BEATRICE GUIDI, PIETRO FERRARI, PAOLO FERRARI, PAOLO ROLANDI, MONICA ZANI REDAZIONE@WEBANDMAGAZINE.COM COORDINAMENTO GENERALE GENERAL COORDINATION FRANCO RICCARDI LOGISTICA@WEBANDMAGAZINE.COM

EDITRICE WEBANDMAGAZINE S.R.L.

UFFICIO GRAFICO GRAPHIC LAYOUT UFFICIOGRAFICO@WEBANDMAGAZINE.COM

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STAMPA CPZ SPA VIA LANDRI, 37/39 I-24060 COSTA DI MEZZATE (BERGAMO)



OIKOS LA TECNOLOGIA A SEI ASSI PER PRODURRE CON LA MASSIMA FLESSIBILITÀ. LA DIFFERENZA È NEL 789:;<=>89?6 Il centro di lavoro Oikos di Routech, dedicato alla lavorazione di elementi strutturali e pannelli parete X-lam/CLT di !"#$%&''"( )*+( a 1250 mm!"#$$%&'(#")(*+*,,%"-.%,%")/(0/,,%"&1/".*."./&/$$%,#.*"+%" aggiustamenti in opera. Grazie alla gestione innovativa del gruppo operatore con 6 assi interpolanti ,-( !".+#"*+( /0//&( !&( 1"22&( 3&$!-( &!&4&*/-(-*(,5"'-(#-3+//-(,&*'"(!-4-/-6(

SCM GROUP a 9/12 febbraio 2017 - Stand C12

routech@scmgroup.com - tel. +39 0541 674371 - www.scmgroup.com


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