Villa Cambiaso n° 70

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RIVISTA ARTE E CULTURA DI SAVONA E FUORI PORTA www.villacambiaso.it vintera@villacambiaso.it

Spedizione in A. P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 Comma 2 - Direzione Commerciale Savona - Tassa Pagata - Taxe Perçue

Anno XIV - N° 70 - Ottobre 2013 - Direttore: Pio Vintera - Aut. Trib. di Savona N° 544/03 Redazione: Via Torino, 22R - 17100 Savona - Tel. 349 6863819 - Grafica e Fotografia: Mattia e Veronica Vintera Edicole: P.za Diaz di Mauro Sguerso - C.so Italia, 129/Bis di Matteo Zanardo - Via Torino 50R di Michela Sebastiani

Uno di una coppia di dipinti “Scene di battaglie”. Ilario Mercanti detto “Lo Spolverini” (1657 - 1734) [Lotto n° 70]


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MOSTRA DI ANTIQUARIATO - VI EDIZIONE Straordinaria vendita a Villa Cambiaso dal 12 Ottobre al 3 Novembre

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entili Signore e Signori, Sabato 12 ottobre, L’Istituto Vendite Giudiziarie di Savona inaugura l’importante vendita di Antiquariato dove disperderà, a trattativa privata, oltre 700 lotti composti da dipinti ed importanti arredi provenienti da divisioni ereditarie. Villa Cambiaso aprirà le porte ai collezionisti che come ogni anno si daranno battaglia per accaparrarsi i pezzi migliori, portandosi a casa gioielli che da sempre sono “status simbol” delle famiglie liguri più abbienti ed aristocratiche. Anni e anni di sacrifici, matrimoni, unioni, separazioni, commesse e divisioni ereditarie per costruire collezioni prestigiose ed ambite, passeranno di mano attraverso il semplice pagamento del prezzo che i periti dell’Istituto hanno stimato. Vedremo esposte opere importanti di artisti italiani e stranieri, nobili ritratti, mobili intarsiati dalle mille sfumature, gioielli, e preziosi oggetti ricollocati nelle mura dell’antica dimora storica di Villa Cambiaso dandoci l’illusione di ritrovaci invitati nelle sale dei marchesi proprietari. L’esposizione, curata dal perito del Tribunale di Torino Raffaello Lucchese, direttore artistico della mostra, è particolarmente interessante anche perché vede la riscoperta di due dipinti raffiguranti “Battaglie” (fig. 1 in copertina e fig. 4), opera del pittore di corte dei Duchi Farnese, Pier Ilario Spolverini, che furono regalati da Elisabetta Farnese nel suo viaggio per andare in sposa a Filippo V di Spagna, dove fece tappa a Savona, e regalò, come gesto di riconoscenza al Marchese Gavotti. Segnaliamo tra gli arredi un raro mobile a doppio corpo olandese (fig. 2) interamente intarsiato, sia all’esterno che all’interno, opera di maestri ebanisti del ‘700. Un bellissimo arazzo della manifattura di Bruxelles del XVII secolo raffigurante: “Dioniso giovinetto” (fig. 3), dove possono essere lette in allegoria tutte le qualità del Dio, figlio di Zeus, e dove sono ben visibili i gigli reali e i delfini, che fanno presupporre una importante committenza. Tra gli arredi ancora segnaliamo una bellissima scrivania Napoleone III (fig. 5), lastronata in legno di rosa e

palissandro ed arricchita con bronzi dorati e cesellati. Per tutti l’appuntamento con l’Arte a Villa Cambiaso avrà i seguenti orari:

tutti i giorni dal 12 ottobre al 3 novembre, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 20.00. Per informazioni: 347.8620735.

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Fig. 2) Raro Trumeau. Maestri Ebanisti Olandesi della metà del ‘700 [Lotto n° 7] Fig. 3) Arazzo raffigurante: “Il giovane Dioniso”. Manifattura di Bruxelles del XVII secolo [Lotto n° 6]


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LE BATTAGLIE IN CASA GAVOTTI La pinacoteca Gavotti, una delle più prestigiose tra Roma, Savona e Genova

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er uno studioso dell’Arte avere fra le mani un’opera e riuscire attraverso lo studio a risalire all’autore, il committente e il proprietario, è qualcosa non facilmente spiegabile a parole che riesce a farti sentire ingranaggio, piccolo ma importante, della Storia dell’Arte ed entusiasma gli animi e dà senso al nostro lavoro, riuscendo a gratificare periodi più o meno lunghi e notti insonni, passate in compagnia di vecchi libri. La prima volta che vidi i due dipinti raffiguranti “Battaglie” (Fig.1 e 4) fu a

Legino (SV) nell’avito palazzo proprietà dei nobili Gavotti, che per lascito ereditario stavano dividendosi una tra le collezioni d’arte più importanti esistenti nel ‘500-‘600‘700 tra Roma, Savona e Genova. Anche se molto ossidate e con cornici imbiancate, come la gran parte degli altri dipinti della dimora, le opere si trovavano in ottimo stato di conservazione. Entrambi erano catalogati nell’inventario dei beni, effettuati in quella occasione, come opere di Jacques Cortuois detto il Borgognone1. Catalogati

nell’“inventario dei mobili del palazzo di Legino, 16 ottobre 1737”2 , “1-4 quadri rappresentanti accampamenti e battaglie con cornice dorata e vernice” e successivamente riportati da Federico Alizeri nel 1846-‘47, nella “Guida artistica per la città di Genova”, con l’intento di illustrare le più belle residenze genovesi, come: “Battaglie, Borgognone”3, il curatore della divisione ereditaria deve essersi lasciato influenzare dalla descrizione dell’Autore del libro “Dipinti per i Gavotti”4, che a sua volta aveva accettato la descrizione dell’Alizeri5 .

1. Inventario redatto in data 21 novembre 2008 dal Perito Giuseppina Gianna Roccatagliata, catalogati n.8 e n.15. 2. “Dipinti per i Gavotti, da Reni a Lanfranco a Pietro da Cortona. Una collezione tra Roma, Savona e Genova”. Andrea Leonardi, Biblioteca Franzoniana, Genova 2006, pgg. 317-320. 3. Ibidem, pgg. 267-268 4. Nell’inventario redatto in data 21 novembre 2008 dal Perito Giuseppina Gianna Roccatagliata scrive: “Gli stessi CC.TT.PP. hanno poi fatto pervenire alla C.T.U le loro

rispettive valutazioni dei beni già collegialmente visionati nel corso dei vari accessi ed in particolare, il Rev. Don Paolocci ha messo a disposizione dei Consulenti il volume di Andrea Leonardi “Dipinti per i Gavotti”, pubblicato nella collana “Quaderni Franzoniani” nel novembre 2006, in cui tra l’altro sono trascritti molti inventarie\o repertori di beni appartenuti a membri della famiglia Gavotti e in questi documenti appunto, sono stati identificati dall’Autore ben 42 dei dipinti che si trovavano ancora nella villa di Legino (SV) e di cui lo stesso ha redatto

le schede tecnico-scientifiche, con tutti i dati inerenti.” Cfr. “Dipinti per i Gavotti, da Reni a Lanfranco a Pietro da Cortona. Una collezione tra Roma, Savona e Genova”. Andrea Leonardi, Biblioteca Franzoniana, Genova 2006, pgg. 135-137 e pg.173 illustrati. 5. Il fatto che l’Alizeri abbia catalogato le opere come Borgognone non deve stupire, in quanto nell’ottocento il genere della battaglia cade nell’oblio e l’unico nome tra tutti che dava lustro al genere era unicamente quello del Borgognone.

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Fig. 4) Uno di una coppia di dipinti “Scene di battaglie”. Ilario Mercanti detto “Lo Spolverini” (1657 - 1734) [Lotto n° 70]


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È a Giancarlo Sestieri che si deve l’indicazione formale delle opere al pittore Pier Ilario Mercanti detto Lo Spolverini, in occasione della vendita dei 2 dipinti sul mercato dell’Arte. Successivamente la pulizia dello strato pittorico ha riportato in luce i due capolavori mostrando una qualità molto alta, un pigmento denso dato da una pennellata precisa e smaltata. Il cielo notturno, illuminato in lontananza dai bagliori delle bombarde fanno da sfondo ad una rappresentazione in primo piano dei generali ai quali, in entrambi, un messo, notifica il positivo andamento della battaglia, con la presa delle città fortificate. Nello sfondo tantissime figure tirate in modo esemplare nella tonalità grigio-azzurrino. Le opere sono da considerare un’anticipazione ed un tentativo di raffigurazione del campo di battaglia che sfocerà nei suoi successivi capolavori del 1721-27: “Il popolo ebreo condotto da Mosè ed Aronne”(Palazzo Farnese, Piacenza) e le “Battaglie di Fornovo” (Galleria Nazionale di Parma). Il protagonista dei due dipinti a cui vengono riferite le importanti notizie è probabilmente Alessandro Farnese. I dipinti sono dunque un tentativo di esaltazione delle gesta e delle glorie farnesiane e riguardano la presa di alcune città fortificate delle Fiandre il cui culmine sarà la conquista di Anversa. Accanto al supremo comandante un gruppo di due in un quadro, e di tre nell’altro, di nobili condottieri, probabilmente genovesi avendo, ad esempio, gli Spinola combattuto nelle Fiandre accanto ad 6. Ma la sorte giocò un tiro mancino di non poco conto alla Famiglia Farnese: infatti Elisabetta Farnese è l’epigono della dinastia stessa.

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Alessandro Farnese. Evento testimoniato ed esaltato dagli affreschi a Palazzo Spinola di Genova. Ma come sono arrivati questi due dipinti nella collezione Gavotti a Palazzo di Legino? Pier Ilario Mercanti detto Lo Spolverino (Parma 1657-1734) fu un importante pittore di battaglie chiamato dal 1692, anno della prima patente ducale di familiarità, al 1734, anno della sua morte, al servizio dei Farnese. Il 1714 è un anno estremamente importante per le sorti di questa augusta famiglia ducale. Infatti in quell’anno Lo Spolverini viene incaricato dal duca Francesco Farnese e dalla moglie la principessa palatina Dorotea Sofia di Nauburg a immortalare le cerimonie e gli eventi di un fatto eccezionale: il matrimonio per procura di Elisabetta Farnese con Filippo V, re di Spagna. L’evento è importantissimo per la famiglia Farnese: eleva il rango della famiglia da duchi a reali6. A questo punto è chiesto a Pier Ilario Spolverini, pittore di corte, di dipingere oltre gli eventi del matrimonio, l’esaltazione delle gesta dei Farnese. La famiglia Farnese, la quale contava papi, duchi e principesse, aveva già fatto questa operazione di “marketing” in precedenza affidando a Sebastiano Ricci l’esaltazione di Papa Paolo III, e a G.E. Draghi quella di Alessandro Farnese, figura preminente ed eroica negli avi di Famiglia in quanto mai battuto in battaglia. Sia i Medici, di cui la principeesa Dorotea Sofia di Nauburg era discendente, che i Farnese avevano capito l’importanza dell’esaltazione della propria Gens. I fasti infatti

avrebbero garantito fama e onore, dando legittimità agli eventi, trasformando gli uomini della casata in Mito. Papa Paolo III era raffigurato nella loggia di Castel Sant’Angelo a Roma, nelle vesti ora di Alessandro Magno ora di Perseo (1543-1545). Sempre a Roma, a Palazzo Farnese, in quelle di Bacco (1545). Nel 1552-53 il cardinal Alessandro Farnese ordina nientemeno che a Giorgio Vasari di dipingere la decorazione della Sala dei Cento giorni al Palazzo della Cancelleria apostolica per tenere alto il nome del nonno papa Paolo III e subito dopo commissiona agli Zuccari i cicli storico-encomiastici della famiglia a Palazzo Caprarola. Pier Ilario Spolverini è chiamato quindi a continuare su questa falsa riga. Le figure che uscirono dal pennello del corteo di Parma di Elisabetta Farnese furono così fresche, sorprendenti e ben riuscite che la sua pittura fu presa d’esempio in seguito da giganti della pittura quali Giovanni Paolo Panini ed Antonio Canal detto il Canaletto (vedi Arisi Giovanni Paolo Panini). To r n i a m o a l l a o r m a i R e g i n a Elisabetta Farnese che prende ora il nome di Isabel Rejna de Espagna. Il viaggio per raggiungere il suo sposo inizia il 22 settembre 1714. Il corteo è qualcosa di memorabile: la regina è infatti accompagnata dalla madre e dal duca Francesco con le rispettive corti, scortate e servite dai rappresentanti delle principali famiglie nobili dei ducati di Parma e Piacenza, dalle guardie del corpo, e dalle truppe. Il convoglio è preceduto da 60 muli del bagaglio, dalle persone di servizio con cavalli, lettighe, sedie e tutto l’occorrente alla corte nelle tappe del

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Fig. 5) Scrivania Luigi XV. Manifattura di Parigi, XIX secolo [Lotto n° 1] Fig. 6) Cassettone piemontese del ‘700 [Lotto n° 176]


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viaggio. L’itinerario è semplice e il viaggio è ritenuto veloce: tappa a Carona, Sestri Levante, e da lì via mare prima a Genova e poi in Spagna. Ma la regina dopo il breve viaggio da Sestri Levante a Genova Sanpierdarena, con una flotta composta da 6 galere spagnole, quattro genovesi, e due del duca di Toscana, soffrì probabilmente un terribile mal di mare, modificando completamente il viaggio, e decidendo di continuare così il viaggio via terra. Inizia così un viaggio alquanto lungo dove le fonti ci raccontano di grandi feste e festeggiamenti in tutti i luoghi toccati dalla regina, e gare da parte delle famiglie nobili più facoltose e benestanti ad accogliere la nuova

regina di Spagna nei propri lussuosi palazzi. Fu così che il 10 di ottobre 1714 il corteo è ad Albissola dove viene ricevuta in pompa magna dal governatore di Savona. Per l’occasione viene ospitata nel palazzo di Giulio Gavotti a Legino. È in questa occasione che, ammirata la pinacoteca dei Gavotti, Elisabetta Farnese penso abbia regalato i due dipinti. Da non dimenticare il fatto che il Palazzo qualche anno prima aveva già ospitato (1702)7 anche il consorte Filippo V. È quindi alquanto plausibile la riconoscenza che Elisabetta volesse esprimere omaggiando la coppia di dipinti raffigurante Battaglie. La pinacoteca Gavotti è una delle più prestigiose che tra il ‘500, ‘600, e ‘700

si ebbe tra Roma, Savona e Genova. Le stanze dei loro palazzi videro opere di artisti del calibro di Caravaggio, Guido Reni, Giovanni Lanfranco, Orazio Gentileschi, Bernini, Pietro da Cortona, Bernardo Strozzi, solo per citare i nomi più altisonanti. Artisti che conobbero personalmente in virtù dei rapporti finanziario commerciali con i Barberini, i Falconieri e i Borghese. Opere che nel tempo furono vendute o disperse per divisioni ereditarie. Anche Roberto Longhi agli inizi del ‘900 acquistò una partita di dipinti provenienti da questa vetusta collezione d’arte.

7. Ibidem “Dipinti per i Gavotti”, pg.60. E non solo: infatti tra le persone degne di nota che Palazzo Gavotti a Legino ha ospitato

ricordiamo anche Matthias De Medici, fratello del Granduca di Toscana, nel 1666, in occasione del passaggio della figlia di Filippo

IV di Spagna, sposa dell’Imperatore Leopoldo. Cfr. G.V. Verzellino 1885 (ristampa anastatica 1974), II, pp402.

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Raffaello Lucchese Perito ed Esperto d’Arte del Tribunale di Torino

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Fig. 7) Dipinto “Giovane aristocratico”. Peter Nason (Amsterdam 1612 – 1688) [Lotto n° 279] Fig. 8) Dipinto “Natura morta con chitarra”. Antonio Tibaldi. (1635 – 1675) [Lotto n° 79] Fig. 9) Dipinto “L’Amore incorona la Pace”. Maestro francese del ‘700 [Lotto n° 275] Fig. 10) Dipinto “Scena di caccia”. Giovanni Crivelli detto Il Crivellino (Milano ? – Parma 1736) [Lotto n° 67]


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Fig. 11) Dipinto “Apollo e Dafne”. Maestro del XIX secolo [Lotto n° 276] Fig. 12) Dipinto “Arianna”. XIX secolo. Attr. Pelagio Palagi (Bologna 1775 - Torino 1860) [Lotto n° 65] Fig. 13) Avorio raffigurante: “Pescatore”. Cina, XIX secolo [Lotto n° 218] Fig. 14) Dipinto “Ritratto di Nobildonna”. Gio Enrico Vaymer (Genova 1665 – 1738) [Lotto n° 73] Fig. 15) Rara scultura in avorio raffigurante: “Zeus”. XIX secolo [Lotto n° 217] Fig. 16) Zanna d’avorio “La Dea Saraswati”. Manifattura del XIX secolo [Lotto n° 219] Fig. 17) Zanna d’avorio scolpita e lavorata. Manifattura cinese, XIX-XX secolo [Lotto n° 220] Fig. 18) Scultura in avorio raffigurante: “Vecchio”. Cina, XIX secolo [Lotto n° 216]


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Fig. 19) Dipinto “Ninfa”. Jacques Antoine Vallin (Parigi 1760 - 1831) [Lotto n° 172] Fig. 20) Dipinto “Allegoria della Musica”. Giuseppe Vermiglio (1585 – 1635) [Lotto n° 75] Fig. 21) Dipinto “Venere e Cupido”. Francesco Zugno (Venezia 1709 – 1787) [Lotto n° 277] Fig. 22) Acquarello “Napoli dal mare”. Franz Ricard Unterberger (1837 – 1902) [Lotto n° 61]

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Fig. 23) Kettle inargento. Londra, 1760 [Lotto n° 124] Fig. 24) Centrotavola Impero. Parigi, prima metà dell’800 [Lotto n° 17] Fig. 25) Orologio “Allegoria del Tempo”. Firmato: Humbert a Paris. 1840-50 circa [Lotto n° 34] Fig. 26) Orologio raffigurante: Re Carlo Alberto di Savoia a cavallo. Torino, 1830/40 [Lotto n° 174] Fig. 27) Orologio raffigurante: “Orfeo”, firmato: “Picnot Père a Paris” [Lotto n° 27]


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CARDUCCI - PASCOLI - D’ANNUNZIO Tre anniversari quasi dimenticati

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n questi ultimi tempi sono passati nell’indifferenza generale –anche da parte di molti studiosi, e questo è tanto più grave– tre ricorrenze importantissime: nel 2007 il centenario della morte di Giosuè Carducci (1835-1907); nel 2012 il centenario della morte di Giovanni Pascoli (1855-1912); e quest’anno il 150° anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio (1863-1938). Analoghe ricorrenze diedero origine in altri tempi ad eccezionali contributi, come ad esempio nel 1955 il

centenario pascoliano e nel 1963 quello dannunziano: per quest’ultimo ricordiamo che uscì per i tipi della savonese “Officina d’Arte” dei Sabatelli Editori un magnifico volume coordinato da Aldo Capasso, che polemizzava ferocemente contro il tentativo ignobile di affossare la grandezza del “Vate”, portato avanti da critici politicamente “inquadrati”. La letteratura italiana moderna e contemporanea deve tutto a questi tre Grandi, definiti “Le Tre Corone”, come recita il titolo di una fortunata antologia di Augusto Vicinelli, con un richiamo alle “Tre Corone” delle origini, Dante-Petrarca-Boccaccio, e a quelle della Rinascenza, BoiardoAriosto-Tasso. Infatti, più si studiano a fondo, nei minimi dettagli, nelle pieghe un tempo trascurate, le opere di questi Sommi, più ci si rende conto della loro inesauribile ricchezza e

della loro perenne attualità. Il Carducci, superando i tentativi precedenti di svariati poeti, tra cui il savonese Chiabrera, rese italiani i metri della lirica grecoromana, attuando con le “Odi Barbare” il più compiuto e straordinario esempio di una poesia libera da cadenze ripetitive e monotone e tutta protesa verso la ricerca di nuovi ritmi, già foriera delle successive conquiste della versificazione libera. Gli studiosi hanno infatti recentemente riconosciuto l’influsso che il Carducci “barbaro” ha esercitato sulla lirica del Novecento: e poi nelle scuole passa ancora per poetaprofessore, chiuso, provinciale e retrogrado! Del Pascoli è stato detto fino alla nausea che è il poeta delle “piccole cose”: in realtà egli penetra con la sua straordinaria sensibilità nell’intimo della materia e nell’infinità del cosmo; indaga nei più profondi recessi della mente e dell’inconscio; anima le fibre stesse del tessuto poetico con un potentissimo raggio laser, gettando una luce su altre insondabili dimensioni. I suoi “Carmina” latini sono capolavori di assoluta libertà interpretativa del mondo classico, con incredibili effetti fonici, visivi, simbolici. E che dire del “Vate” per antonomàsia, del D’Annunzio, di Colui che con i versi dei “Alcyone” ci ha restituito tutto l’incanto di una mitica estate mediterranea, ci ha fatto sentire le sensazioni che stanno dentro una goccia di pioggia, ci ha fatto assistere a inusitate metamorfosi e ci ha fatto provare ancestrali, pàniche emozioni? Io devo tutto a questi tre Grandi: soprattutto il mio interesse per le lettere classiche si è alimentato della loro visione dell’antico; e il mio amore per la poesia è nato leggendo la dannunziana “Pioggia nel pineto”; inoltre la mia tesi di laurea è stata dedicata al Pascoli latino e nella mia

attività di critico più e più volte mi è capitato di scrivere sulle “Tre Corone”. Per questo mi rattrista il vedere come l’interesse verso questi Poeti sia andato scemando nel tempo, e che gli anniversari di cui sopra non abbiano dato origine –salvo poche eccezioni– a doverose ed intense celebrazioni. Marco Pennone


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FOREVER LIFE Lettera a Milena Milani

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ara Milena, non molto tempo fa, si era attorno ai primi di luglio di questo 2013, per puro caso –ma spesso il caso agisce come un arcano propulsore della realtà– mi capitò tra le mani, senza che nessun motivo mi avesse spinta a cercarlo, un vecchio numero (novembre 2006) della rivista di arte e cultura “Villa Cambiaso”. Fin qui nulla da obiettare, ma mi lasciò piuttosto sconcertata il fatto allorché, poco dopo, mi giunse notizia della tua scomparsa. Tuttavia, come ho sostenuto poc’anzi riguardo al caso, credo che nessuno di noi possa proclamarsi estraneo a questo insondabile genere di connessioni. Dalla prima pagina della suddetta rivista, balzarono subito al mio sguardo alcune tue fotografie, ma in particolare venni attratta da una di queste, in cui tu, ripresa nella grande sala dell’ala nuova di Villa Cambiaso, accanto all’allora Sindaco di Savona Carlo Ruggeri, mostri il premio che Pio Vintera riserva a chi si dedica all’arte con passione e successo: una targa in ceramica con gli stemmi dei Colonna Cambiaso, la famiglia nobiliare cui, nell’Ottocento,

appartenne questa storica dimora savonese. Un premio meritatissimo da un’Artista della tua tempra, che tutta la vita ha dedicato all’arte sia in letteratura con la produzione di un gran numero di romanzi che riscossero un notevole successo –uno per tutti, il più famoso, La ragazza di nome Giulio– sia con la poesia, attraverso una quantità di versi pubblicati in piccoli, preziosi libri, e sia ancora con la pittura s u c e r a m i c a – r iprodotta su carta, tela e seta– eseguita in uno stile del tutto personale e significativo. Proprio in questo momento, mi basta sollevare gli occhi dal foglio perché il mio sguardo incontri un tuo quadro, che acquistai nel 2010, e che spesso amo riguardare per tuffarmi nell’azzurro cielo della campitura su cui, nello stile che connota le tue opere pittoriche, tra alcuni segni vagamente floreali in germoglio o in boccio, nonché il disegno di un cuore rosso fuoco, appare, vergata in nero con nitidezza di contorni, una delle tue tante scritte: forever life.

Nessun altro accostamento di parole –e tu tanti ne inventasti da diventare nota per il tuo ‘grafismo pittorico’– potrebbe rappresentarti meglio ora, che non sei più con noi. La tua grande passione per la vita, che per te è stata passione per l’arte, te le ha dettate. Si avverte subito che sono parole vere, sgorgate con spontaneità da quel tuo cuore emblematicamente dipinto, parole che ti appartengono e continueranno ad appartenerti sempre, perché leggendole par di sentire la tua voce che le scandisce con grinta e con gioia. La voce di una donna che, anche in età avanzata, mai si è arresa, anzi, ha retto al tempo e ai suoi inevitabili danni con quell’energia vitale con cui, solo chi ha dentro il fuoco dell’arte, può continuare a esprimersi e a comunicare agli altri le proprie idee attraverso le forme artistiche più congeniali alla propria personalità. Questo quadro ti rappresenta: sei tu, potrei dire, poiché è la pienezza della vita quella che offri allo sguardo, affinché anche lo spettatore la colga e la faccia sua. Tutta l’arte, d’altronde, è un gesto vitale, un’espressione d’amore offerta dal mittente a quel singolare destinatario che nell’arte ha pienezza di fede. Fede nella scintilla divina che l’artista sa accendere dentro la materia amorfa e che l’appassionato spettatore sa intendere e cogliere. Tu, Milena, sia nella creta sia nella parola, quella scintilla l’hai accesa, e anche l’hai serbata nei ricordi sempre rimasti vivi in te, e ripetuti con la tua voce o trasmessi con la tua scrittura a quanti


Personaggi

Anno XIV n°70 - Ottobre 2013 volessero saperne di più circa ciò che negli anni cinquanta, sessanta e oltre del Novecento aveva rappresentato culturalmente Albisola: un centro cui

facevano capo i migliori artisti dell’epoca, di cui tu fosti musa e dea. A te desidero rivolgere una volta di più il mio grazie per quando ti portai alcune mie poesie e tu, dopo averle lette, esclamasti: Ma queste sono storie di bambini! E dipingesti per la copertina la grande scritta Story, ponendovi attorno tutti quei segni e simboli coloratissimi: un geometrico girotondo di bambini di tutte le razze del mondo. E ancora un grazie per quando ti portai alcune mie poesie sugli animali e tu dicesti che si doveva farne un libro, e chiamasti Michela Savaia perché le leggesse e le Piastrella di Milena Milani su un illustrasse, e onorasti muretto degli Artisti di Villa Cambiaso

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quei versi della tua prefazione. E non solo da parte mia, ma anche da parte di tutti coloro che ti hanno conosciuto e apprezzato per ciò che sei stata e che continuerai a essere sempre –perché gli artisti non muoiono mai– grazie di cuore! Porteremo con noi quel tuo sorriso leggermente ironico, pronto a mutarsi in un burbero cipiglio per qualcosa di non condiviso, che costituiva un tratto tipico della tua personalità, talvolta sconcertante anche se accetto e giustificato, perché spesso così sono gli artisti a tutto tondo. Sanno mutare di volto e d’espressione nello stesso modo con cui sanno mutare le loro opere in sonanti parole o in colorati segni simbolici per comporre, con meraviglia di pagine scritte o con armonia di tele e di creta dipinte, la sottile filigrana della vita che, per chi nell’arte ha fede, neppure la morte spezza. Franca Maria Ferraris

IL RITORNO DEI DELIRIUM DELIRIUM PROJECT - LICENZIATO DA DIO (F. Mosello, G.M. Ferilli, R. Dimopoli, L. Mosello)

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DELIRIUM Project hanno girato a Villa Cambiaso il videoclip del loro nuovissimo singolo “LICENZIATO DA DIO” che sarà pubblicato su tutti i canali web e trasmesso anche dalle migliori TV italiane ed estere.

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n angelo sdraiato sulla luna sorveglia l’umanità ma si accorge che tante cose non vanno . Decide di avere speranza e di dare fiducia al mondo: per questo decide di non fare rapporto al suo S u p e r i o re a n c h e a c o s t o di......essere licenziato .

acebook.com/deliriumproject acebook.com/editmusicitaly

ingraziamo vivamente Pio Vintera, il nostro angelo Andrea Dascalesc, lo staff del videomaker Claudio Pagnacco (operatori, tecnici, fotografi), lo staff di Martina Leardi (make up & hair stylist), il manager Pasquale Sorabella, la produzione di Edit Music Italy nelle persone di Patrizia Sala e Luigi Mosello, gli autori del brano (in particolare Guido Maria Ferilli) e le Edizioni Musicali WARNER CHAPPELL MUSIC. DELIRIUM Project


ASSOCIAZIONE NAUTICO LEON PANCALDO

LA VOCE DELL’

ESTRATTO AUTONOMO DELLA RIVISTA VILLACAMBIASO

www.alpleonpancaldo.org info@alpleonpancaldo.org

A.LP.

N° 21 - Ottobre 2013 - Redazione: A.LP. - Via Torino, 22 R - 17100 Savona - Tel: 349/6863819 - E-mail: vintera@villacambiaso.it

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ingraziamo il Cap. Riccardo Roemer de Rabenstein che generosamente intrattiene i nostri associati con informazioni, notizie interessanti ed intriganti e fa sentire la sua voce nell’A.LP.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “IL NAUTICO DAL 1823 AD OGGI” PRESSO IL PALAZZO DELLA PROVINCIA DI SAVONA - LUGLIO 2013

PENSIONE PER I MACCHINISTI

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arissimi, tanto per informarvi, ho trovato sulla stampa specializzata “L’Avvisatore Marittimo” del 11/09/2013 questa notizia che non rallegrerà i nostri associati non ancora pensionati.

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umenta l’età per la pensione di vecchiaia per i marittimi addetti ai servizi di macchina e per gli ormai rari radiotelegrafisti. L’ultimo consiglio dei ministri ha approvato una misura che armonizza i requisiti minimi per alcune categorie che non erano incluse nella riforma pensionistica del 2011, la cosiddetta “Fornero”. Fra questi ci sono: personale viaggiante del settore trasporti, sportivi professionisti, lavoratori dello spettacolo e, appunto, quelle categorie del settore marittimo che beneficiano di un trattamento pensionistico particolare: «Pur restando il beneficio –spiega il responsabile marittimi di Fit-Cisl, Remo Di Fiore– esso è stato parzialmente ridimensionato». In una nota stampa, il governo spiega che «per i lavoratori marittimi addetti al servizio di macchina, ai fini del pensionamento di vecchiaia, si passa dagli attuali 20 anni di effettiva

La sede operativa A.LP. a Villa Cambiaso (Via Torino 22r - Savona) è aperta il 1° e il 3° Martedì di ogni mese dalle 17.00 alle 18.00. Agosto escluso. Tel: 349 6863819

Nelle foto da sinistra verso destra: Elisa Di Padova (Assessore Comune di Savona), Alessandro Gozzi (Dirigente scolastico I.T.IS. Ferraris-Pancaldo di Savona), Irma Dematteis (Autrice del libro), Pietro Santi (Assessore Provincia di Savona), Enrico Moretti (Com.te Capitaneria di Porto di Savona), Pio Vintera (Presidente dell’A.LP.) Martedì 8 Ottobre ore 10.00 Apertura del biennio nautico di scuola secondaria superiore presso l’Istituto per periti di Acqui Terme Venerdì 11 Ottobre ore 18.00 Cerimonia commemorativa per la posa del busto del comandante Giuseppe Aonzo M.O.V.M. Eroe della battaglia di Premuda presso la sede museale delle scienze naturali di Piazza Cavallotti 2 (Savona)

Fine Ottobre Convegno a su Giuseppe Aonzo e Luigi Rizzo. Premuda: un savonese ed un siciliano nella leggenda, organizzato dal Circolo Siculo Luigi Pirandello di Savona con A.Storia e l’A.LP. Fine Novembre Presentazione del libro “Il Nautico dal 1923 ad oggi” per gli alunni del Nautico invitati dal Preside dell’ITIS, Prof. Alessandro Gozzi.


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opposti e sono riusciti ad impedirlo. Il ministro però ha previsto che dal 2014 l’età pensionabile salisse da 55 a 56 anni per arrivare a 58 anni nel 2018». Il periodo lavorativo che dà diritto ad accedere alla pensione a tutti i marittimi è calcolato differentemente se si tratta di personale con rapporto di lavoro continuativo, che è coperto 365 giorni all’anno, o se si tratta di quello in turno generale e particolare. In quest’ultimo caso il periodo di lavoro a bordo viene maggiorato fino al 40%. Ad esempio, se si lavora 10 mesi e poi si viene sbarcati, il periodo valido ai fini pensionistici è di 14 mesi, entro un periodo di tempo più breve. In seguito in tal caso la maggiorazione si limita al periodo non lavorato. BRIGANTINO A PALO ISTITUTO NAUTICO navigazione e 55 di età a 20 anni di effettiva navigazione e 56 anni di età, che verranno gradualmente incrementati fino a 58 anni a decorrere dal 2018». In particolare l’incremento graduale prevede il passaggio a 56 dal primo gennaio 2014 e a 57 anni dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre 2017, prima attestarsi a 58 anni dal 2018. Tutti gli altri marittimi, quelli né in servizio di macchine né addetti alle stazioni radiotelegrafiche, erano invece già compresi nella riforma Fornero ed equiparati quindi al personale a terra, e non rientrano quindi nella misura presa dal governo. «Il pensionamento anticipato –racconta Di Fiore– nasce storicamente come riconoscimento del fatto che macchina e stazione radiotelegrafica erano servizi molto pesanti. Ma questo è l’unico beneficio che hanno alcune categorie di marittimi. Lo scandalo è che non siano stati riconosciuti ai marittimi né l’esposizione all’amianto né il carattere di lavoro usurante, per i quali i sindacati si sono molto battuti. Per quanto riguarda l’amianto, soltanto alcuni

casi sono stati riconosciuti dai tribunali, perché l’Inps si è dimenticato di presentare ricorso». Il beneficio pensionistico per i marittimi è previsto dall’articolo 31 della legge 413 del 1984. «L’allora ministro Elsa Fornero –ricorda Di Fiore– voleva eliminare l’articolo 31. I sindacati si sono

C

arissimi, non so se voi sapete che questo bel modello di brigantino a palo, che senza dubbio ricorderete tutti, non essendoci più il nostro Nautico, era stato spostato dal Liceo Classico. Il cap. Ottonello, responsabile dell’attuale sede museale delle scienze nautiche, per evitare che venisse gettato o distrutto, lo ha restaurato e d’accordo con ITIS di Savona (di cui fa parte anche ciò che resta del Nautico, in quella forma strana che trasforma gli Aspiranti al comando di navi mercantili in addetti ai servizi logistici o come si chiamano ora), è stato ospitato nella loro aula magna. Anche in questo caso è venuta fuori la necessità di sfrattarlo per problemi di spazio. A seguito di lunghe negoziazioni, si è trovato un accordo con la Capitaneria di Porto di Savona il cui responsabile è il Com.te Enrico Moretti a cui è stato dato in comodato d’uso. Il Brigantino è stato messo in mostra permanente nell’entrata della Capitaneria dove è sufficiente andare per poterlo vedere. Merita davvero.


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GOZZO DEL CADRAI

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i nostri giorni, il “catering”, è ormai consolidato, attività più che necessaria in occasione, di banchetti, feste, matrimoni ecc.. ma pochi o nessuno sanno che in questa attività, che può parere di nessuna importanza, è stata creata nel porto di Genova, dove si è affermata tra il ‘500 e ‘600. L’imbarcazione che si prestava di più, svolgendo l’attività all’interno del porto di Genova era il “Gozzo” barca che notoriamente non ha coperta e forme particolari di prua e poppa che esaltavano “i remi”. I ristoratori, osti, locandieri più intraprendenti per allargare la propria cerchia di clientela,

iniziarono con i camalli che operavano sulle calate, non c’era ovviamente la mensa, e non ci si fermava per andare a pranzo a mezzogiorno, così trasportavano alle calate minestrone e zuppe calde. Oltre al successo che ci fu sui moli, si

aggiunsero anche gli equipaggi delle navi appena attraccate che si incuriosivano di questa attività: Era nato così il sistema di portare “il desinare” a domicilio. Il Gozzo, fu determinante ,date le dimensioni e la manovrabilità, nel vecchio idioma “Genovese” chi forniva opera a domicilio si chiamava “Cadrai”, basandosi sul fatto che la barca era senza coperta, si prestava ad essere attrezzata al centro con un fornello che era prima in ghisa e poi in terracotta, per cuocere ed avere sempre calde le minestre: Nasceva così il “Gozzo del Cadrai” che divenne una mensa che si recava a domicilio, come spaccio di alimentari e bibite, galleggiante.

BIENNIO NAUTICO AD ACQUI TERME Biennio ad Acqui Terme collegato al triennio Nautico Leon Pancaldo di Savona

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i informa che dal prossimo anno scolastico 2013-14 esisterà il biennio nautico di scuola sec. superiore presso l’Istituto per periti di Acqui Terme “F. Torre” già collegato con convenzione al triennio finale del Nautico “Leon Pancaldo” di Savona (scuola pubblica fondata nel lontano 1856!). Il biennio non sarà assolutamente di serie “b” ma addirittura concorrenziale con i normali istituti nautici, in quanto le materie di “curvatura nautica” saranno svolte con la compresenza di ufficiali e comandanti in congedo, ufficiali e sottufficiali della Guardia Costiera, tecnici del

Registro Navale Italiano, Collegio Capitani, Confitarma ecc, verrà altresì introdotto e discusso con gli allievi il comportamento etico sociale e l’uso della divisa da parte degli aspiranti ufficiali. Al sabato mattina, condimeteo permettendo, sono poi previste uscite in mare sia sulla nave scuola “Leon Pancaldo” del Nautico Savonese che su altre imbarcazioni. A compendio sono previsti stàges in crescendo come campi di vela con la Marina Militare, in Guardia Costiera, imbarchi su Vespucci, Palinuro e altri velieri esteri, visite a unità navali, cantieri, manifestazioni a carattere

marinaresco ecc.. Saranno inoltre organizzati e gestiti all’interno del piano dell’offerta formativa, i quattro corsi basilari necessari per la trascrizione a libretto di navigazione per poter imbarcare (antincendio base e avanzato - primo soccorso - salvataggio e sopravvivenza - responsabilità sociali e personali). Grazie anche alla ns. azione di promozione e consulting, è stata inoltre attivata una convenzione permanente tra Compamare di Savona e Istituto Nautico per un progetto di alternanza scuola-lavoro presso le unità operative della Guardia Costiera a favore degli allunni delle III° - IV° -


Anno XIV n°70 - Ottobre 2013 V° classi. Si evidenzia che le divise operative e i DPI per gli alunni saranno finanziate dalla Camera di Commercio. I ragazzi verranno seguiti dal primo giorno del Nautico fino al diploma da esperti marinai (ufficiali e sottufficiali in carriera e in congedo) al fine di raggiungere il massimo profitto e soprattutto il necessario piede marino ed etico. Per gli alunni provenienti da fuori provincia è previsto un convitto convenzionato ad Acqui nell’exseminario appena trasformato in

ostello, mentre a Savona saranno ospitati in un convitto di Suore vicino al Nautico, il tutto al solo fine di avere un sicuro controllo dei ragazzi. Soci volontari dei Marinai d’Italia provvederanno infine a turno a esercitare un minimo ulteriore controllo. Si possono visitare entrambi gli istituti scolastici e i due convitti unitamente alla ns. storica sede sociale ove i ragazzi potranno avere un valido punto di appoggio contatto e aiuto anche per l’inserimento nel mondo del lavoro marittimo ove la richiesta

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professionale di giovani ufficiali ben preparati non manca anche in questo momento di crisi. Sono grato anche a nome del Gruppo Marinai di Acqui Terme per l’attenzione prestata e rimango a disposizione per ulteriori spiegazioni in merito alla presente iniziativa scolastica. GRUPPO A.N.M.I. ACQUI TERME-PONZONE Un Consigliere Antonio Castellotti Cell. 335.5611108.

CINQUANTENARIO DEL DIPLOMA NAUTICO Pranzo organizzato dall’A.LP. alla locanda di Madonna del Monte. Luglio 2013


GRUPPO BANCA CARIGE


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