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Anno XI - N° 59 - Novembre 2010 - Direttore: Pio Vintera - Dir. Resp: Fabio Sabatelli - Copie riservate ai soci
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VIAGGIO BREVE ATTRAVERSO I QUARTIERI DELLA CITTÀ di Claudio Tagliavini VILLAPIANA: “I Nordici di Savona”
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asce all’incirca con la rivoluzione industriale a metà del XIX°secolo. L’impulso demografico fa sì che dal centro/mare, la città, si espanda lentamente verso le colline a nord del savonese. Quel fazzoletto di terra risulterà essenziale per il collegamento con il basso Piemonte. Nell’area che va dalla Valletta S. Lorenzo (Punte du sboru) al convento di S. Teresa, dove scorreva l’antico Letimbro, subisce numerose trasformazioni. Agli inizi del ‘900, l’insediamento prevalentemente proletario, ha fatto di questo quartiere una delle zone più popolari della città. La Scarpa & Magnano, sorta nel 1926, ne rappresenta l’evoluzione economica; da periferia campagnola diventa centro di produzione e di sviluppo. Una minore, ma ingegnosa imprenditoria, fa da supporto alla crescita economica di tutto il
SANTA RITA Il caso mensa Caritas: occorre ripensare il concetto di solidarietà
territorio. Basti citare la fabbrica dei canditi SEAL di via Torino, con particolare attenzione per la lavorazione dei chinotti che occupavano gran parte dei giardini e degli orti savonesi. La fabbrica delle calze, le fialette (Brondi e Saroldi), la Italrefrattari in via Repusseno, la Ideor (biciclette) in via Oxilia, la fonderia Borniquez, la Fornicoke, la fabbrica delle pipe, la vetreria Viglienzoni, solo per citarne alcune. Generazioni che, con il loro impegno, ci hanno portato ai nostri giorni. Hanno speso le loro energie in tempi nei quali si usava ancora il tram a cavalli, la radio a valvole, la penna ad inchiostro, ecc. Siamo giunti così ad oggi, i tempi della Televisione, del Computer, dei D.V.D, dei navigatori satellitari, ecc.. Il giovane d’oggi ha assimilato, un progresso inimmaginabile ancora cinquant’anni fa. Per i meno giovani,
e proteste dei cittadini di S. Rita verso le persone, perché di questo si tratta non dimentichiamolo mai, che usufruiscono della mensa della Caritas hanno comunque un inizio ed una ragione. Il primo, prettamente ideologico, è il concetto ormai stabilmente radicato che un emarginato è un delinquente a prescindere. Basta qualche episodio, riprovevole e da condannare sempre, per criminalizzare una massa di indigenti. Ma è un concetto transitato dalla politica di oggi, quindi difficilmente risolvibile a breve termine. Il secondo che la mensa porta veramente problemi autentici, che non sono però legati tanto alla localizzazione ma al consolidamento dell’emarginazione che questo sistema di sostegno radicalizza. Chi viene spinto fuori dalla società per
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