VicenzaPiù n.57, 5 maggio 2007

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DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO

Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Anno 2 nr. 57 - Sabat0 5 maggio 2007

Aim Finanza

Dal Molin, Aim, e gli scud vicentini di Giovanni Coviello

Il futuro di San Biagio potrebbe essere targato "Ferax", la Mediobanca del Veneto in mano a Ruozi-Amenduni-Marchi (aeroporti Venezia) Le mire su gas ed energia

Da tanto tempo in città regnava una pace (politica) quasi noiosa. Così noiosa che facevano grande rumore addirittura le polemicucce sul decrepito ma romantico palasport cittadino, parente stretto del Menti, palasport dell'adesso esiliato (per punizione?) club del volley. E tenevano banco nelle chiacchiere al bar addirittura gli interessi (anche immobiliari) sulle aree del Menti e del PalaGoldoni. Ma poi hanno cominciato ad avvicinarsi a grandi passi le 2 competizioni elettorali che in un anno ridisegneranno i vertici, prima della Provincia, poi del Comune. E da allora sono partiti i primi scud, missili potenti ma meno dannosi delle conseguenze politiche del loro lancio, come ci ha insegnato l'Iraq col Kuwait. Sembravano sempre fuori obiettivo, gli scud, ma c'è da chiedersi quale era il loro vero obiettivo; o, meglio l'obiettivo di chi li armava.

Solo il Kuwait o scatenare la resa dei conti a 360 gradi sui campi petroliferi dell'area?

a pagina 4

(continua a pagina 8)

Siccità, le soluzioni ci sono.

Ma tutti se ne fregano da pagina 5

Lia Sartori, la Richelieu di Forza Italia a pagina 9

Festival Biblico, fra fede marketing e ipocrisia a pagina 6

Minetti addio.

Ma il volley raddoppia a pagina 13

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lettere

Lo sfogo. Il titolare della zincheria di Rosà interviene a difesa della propria azienda. Denunciando pregiudizi e mancanza di rispetto

L'accusa della Valbrenta: "Noi imprenditori visti come criminali" Spettabile redazione, il vostro ultimo articolo che ci riguarda titola "Le verità nascoste dalla politica" e invita ad una riflessione sugli amministratori locali e sul loro ruolo nel problema che si trascina tra l'azienda e il comitato di San Pietro. Ma, a nostro avviso, la questione è ancora più grande e va inserita in un contesto allar-

www.vicenzapiu.com info@vicenzapiu.com Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO direttore@vicenzapiu.com Direttore Responsabile ROBERTO BERTOLDI Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza amministrazione@piu-media.com & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com Redattori LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com ILARIO TONIELLO i.toniello@vicenzapiu.com

gato e grave: la volontà di impedire ad una azienda di lavorare serenamente. Lo scenario che si sta delineando in questi anni ormai è chiaro, dai contorni sempre più nitidi. Non ha senso quindi che io sprechi lo spazio a mia disposizione per correggere le imprecisioni dell'articolo, che pure ci sono, perché non servirebbe a nulla. Come non è servito a nulla invitare il presidente del comitato e tutti i cittadini di Rosà a visitare l'azienda, per vedere direttamente come lavoriamo e ascoltare la nostra versione dei fatti. Nessuno si è fatto vivo. Nemmeno quei giornalisti che ci hanno accusato dei crimini peggiori, senza avere una documentazione completa. A tutti abbiamo sempre detto: chiedete il parere dell'Arpav, parlate con l'ULSS, quindi con dei tecnici.

Ma nessuno si è mai preoccupato di farlo, prima di sputare sentenze.

Per questo dico che il mio caso è emblematico di un sentire che si sta diffondendo sempre più nel nostro paese, complici una idea di sviluppo sostenibile che ha perso di vista l'originario valore per

diventare cavallo di battaglia per facili accessi al mondo politico. E non mi si dica che non è così anche a Rosà. Oggi non si vogliono più sentire ragioni, ma semplicemente affermare che una categoria, quella degli imprenditori, è un insieme di individui che sicuramente qualche illegalità l'ha commessa, a danno dell'ambiente, o dei lavoratori, più spesso di tutti e due.

Il valore dell'impegno duro, costante, sempre in prima persona, che ha contraddistinto la nascita delle imprese del nord est, non è più ritenuto positivo,

L'ingresso della zincheria Valbrenta

Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO t.quaggio@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com Collaborano: GIOVANNI MAGALOTTI GIULIANO CORÀ FRANCESCO CAVALLARO REDAZIONE DI VERONA Via Nizza, 8 telefono 045 8015855; Fax 0458041460 Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 vendite@vicenzapiu.com Stampa

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Autorizz.Tribunale C.P. di Verona nr. 736/03 del 29/09/2003 Supplemento della Cronaca di Trento del 3 febbraio 2007 Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000

elemento di orgoglio, ma quasi una vergogna, una colpa da espiare. E dietro ogni azione imprenditoriale si vede il malaffare, il danno per la comunità.

Sta dilagando una cultura che istiga all'odio, allo scontro sempre e comunque, all'impossibilità di trovare un punto di incontro. Questo sì è da ritenersi un fallimento della politica, ma io temo sia invece solo "un altro modo" di fare politica, per arrivare, comunque, sempre al solito punto: una comoda poltrona.

E tanti saluti a tutti.

Manca l'umiltà, il rispetto, la

CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE PER LA PROPAGANDA ELETTORALE In ottemperanza alle disposizioni di attuazione previste nella Delibera n. 29/06/CSP relativa alle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per le elezioni amministrative fissate per i giorni 27 e 28 maggio EDIZIONI LOCALI Srl per le proprie testate settimanali porta a conoscenza degli utenti il seguente Codice di Autoregolamentazione: 1) L'Editrice raccoglierà inserzioni elettorali da pubblicare sulle proprie testate settimanali secondo le regole tutte sottoindicate.

2) Tutte le iscrizioni dovranno recare la seguente dicitura "PROPAGANDA ELETTORALE" e l'indicazione del Soggetto Politico Committente.

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La richiesta di inserzione elettorale dovrà essere fatta presso i nostri uffici situati in Vi a Nizza 8 - VERONA (Tel. 0458015855 - Fax 0458041460 - E-mail simonato@edizionilocali.it) presso i quali è disponibile un documento analitico consultabile su richiesta riportante i criteri di autoregolamentazione qui indicati.

4) Le inserzioni elettorali ed i relativi materiali dovranno pervenire almeno due giorni non festivi prima delle data di stampa utili sui nostri settimanali di seguito riportate: · sabato 28 aprile 2007 · sabato 05 maggio 2007 · sabato 12 maggio 2007 · sabato 19 maggio 2007 · venerdì 25 maggio 2007 5) Le tariffe dei formati previsti saranno le seguenti:( oltre IVA 4 % )

disponibilità ad ascoltare veramente.

Io non intendo giustificarmi perché compio (bene) il mio lavoro. Ma sono sempre disponibile per spiegare quel che faccio a chi lo chiede.

Diego Bordignon Direttore e socio della Zincheria Valbrenta Gentile sig. Bordignon, che nel nostro articolo ci siano soltanto delle "imprecisioni" e non degli errori ci rallegra. A rattristarci è il fatto che Lei non ne sappia esemplificare neppure una. Come mai?

Quanto al Suo invito ai giornalisti a procurarsi la "documentazione completa", sentendo Arpav, Ulss, tecnici eccetera, Le rammentiamo che i vari articoli da noi pubblicati sul caso di San Pietro di Rosà sono, per l'appunto, semplici articoli.

Non libri, relazioni giudiziarie o tesi di laurea. E in tutti, Le ricordiamo, si sono sentite entrambe le campane: quella della Sua azienda e quella del comitato di cittadini.

Quanto alle Sue riflessioni su politica e criminalizzazione dell'imprenditoria, non capiamo perché Le rivolge a noi. Noi abbiamo esposto fatti, non opinioni.

A.M.

¨ 1 Pagina intera (260 X 380 mm) a COLORI Euro 900,00 ¨ 1 Pagina intera (260 X 380 mm) in B/N Euro 750,00 ¨ ½ pagina a COLORI (260 X 180 mm) Euro 600,00 ¨ ½ pagina in B/N (260 X 180 mm) Euro 400,00 ¨ ¼ di pagina in B/N (154 X 180 mm) Euro 250,00 Verrà praticato uno sconto del 20% per un numero di almeno 2 uscite.

Il pagamento dovrà essere effettuato in contanti e contestualmente alla prenotazione. Il mancato adempimento comporterà automaticamente la mancata accettazione di pubblicazione.

6) In osservanza delle regole di cui alla legge 10.12.1993 N° 515 e degli art. 2 e 3 del Regolamento 26.01.94, l'Edizioni Locali Srl al fine di garantire la possibilità d'accesso in condizioni di parità e l'equa distribuzione degli spazi fra tutti i soggetti interessati che ne abbiano fatto formale richiesta, qualora, per la data prenotata per la pubblicazione non vi fossero , per esigenze informative o precedente carico pubblicitario di altra natura, spazio sufficiente all'esaurimento delle inserzioni regolarmente pagate attuerà la seguente procedura: dando la priorità a quelle che saranno giunte cronologicamente prima. Pubblicherà le domande pervenute secondo un rigoroso ordine temporale, nel senso che esaudirà le stesse secondo la data in cui sono state effettuate. Qualora le richieste fossero giunte in pari data provvederà alla pubblicazione dando priorità a quelle che saranno giunte cronologicamente prime.

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La fattura andrà emessa a : 1) Segretari amministrativi o delegati responsabili della propaganda; 2) Candidati o loro mandatari; 3) Organizzazione/associazione di categoria ecc., per la fattispecie al precedente punto ripartendo spazi ed importo fattura fra tutti i candidati o partiti pubblicizzati; (come da art. 3, comma 3 e legge 10.12.1993 N° 515).

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5 MAGGIO 2007

fatti&notizie

Partite le grandi manovre per il business dei multiservizi. Banche in primo piano

Aim nel mirino di Ferax, la Mediobanca veneta DI ALESSIO MANNINO

Le Grandi Manovre per l'egemonia sulle multiutility del Nordest sono cominciate. In palio ricavi per 3 miliardi di euro. E l'Aim, decapitata dei suoi vertici finiti sotto indagine per truffa e falso in bilancio, è nel mirino di cordate finanziario-bancarie che stanno lottando per il primato. A far trapelare pubblicamente i giochi in corso (Il Gazzettino 27 aprile 2007) è stato il direttore generale di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, che ha individuato nella Ferax la leva per strappare un ruolo da protagonista a uno dei fronti in guerra. Ferax (in latino: "fecondo") è una società vicentina che investe in titoli di borsa, posseduta al 10% dall'istituto trevigiano e per il 30% ciascuno dalla Valbruna Holding degli Amenduni, dalla Finint del presidente di Save-Aeroporti Venezia Enrico Marchi (attraverso la control-

e il presidente di Veneto Banca, Flavio Trinca.

La 'fecondità' di Ferax, nei piani dell'alleanza AmenduniVeneto BancaMarchi, è da ricercare nella conquista dei lucrosi business del gas e dell'energia. Il fallito progetto di creare una newco del gas sotto l'ombrello Aim, tra i cui soci di maggioranza figurasAcqua, luce, gas, trasporti: Aim ha un profondo sero la Valbruna (con impatto nella vita dei vicentini Stabila e Beltrame), lata Sviluppo 56 Srl) e dalla Palladio, andava in questa direzione. A far un'altra finanziaria berica. Ferax abortire il piano durante l'ultimo (patrimonio netto: 170 milioni) ha periodo di Beppe Rossi erano stati i debuttato nel grande risiko delle tre consiglieri di amministrazione di assicurazioni italiane accaparrando- Forza Italia, fedeli al doge Giancarlo si lo 0,51% di Generali. A presieder- Galan e a Sua Eminenza Azzurra, la è un Amenduni, Maurizio, men- l'europarlamentare Lia Sartori. tre nel consiglio di amministrazione A questi ultimi due si ricollega l'altro siedono un altro Amenduni, polo della contesa, quello più 'politiMichele, i già citati Consoli e Marchi, co', che fa capo alla Regione e alla sua finanziaria, Veneto Sviluppo Spa. Guidata dall'industriale di impianti elettrici di Arcugnano molto vicina a Galan, Irene Gemmo, l'agenzia regionale è partecipata da tutte le più grandi banche che operano nel Nordest, Veneto Banca comvedere com'era avvenuta la presa. L'obbiettivo a medio termine nomina di Rossi. 31 agosto 2006: "Ieri pomeriggio Hüllweck, in qualidi Veneto Sviluppo è diventare una tà di azionista di maggioranza, ha merchant bank e battere direttrici di sciolto le riserve e ufficializzato la grande profitto, in primis il settore sua decisione: il timone torna nelle dei servizi di pubblica utilità. mani di Rossi (…).

Partendo da un gruzzolo di 110 L'incompatibilità di Rossi è stata milioni di euro (90 dei quali ricavati legalmente superata con una delibedalla vendita della propria quota ra assembleare che prende atto del nella Save di Enrico Marchi) il trio doppio incarico del neopresidente, Galan-Sartori-Gemmo punta a fare che avrà il compito di lanciare il di Veneto Sviluppo la centrale di nuovo piano industriale…" (Il comando di una gigantesca aggreGiornale di Vicenza). 25 novembre 2006: " [Il conflitto d'interessi] gazione fra le 61 ex municipalizzate E' stato riconosciuto tale nel nordestine. momento in cui il sindaco ne ha Fin qui sembrerebbe tutto lineare: preso atto ma ha derogato a questo due contendenti in due campi oppodoppio ruolo, in modo molto sti. Invece non è proprio così. Se responsabile secondo me. difatti si va a guardare i posti nei cda L'importante è che un cone le partecipazioni incrociate fra gli flitto d'interesse sia alla luce attori in campo, ci si rende conto del sole, perché di per sé non come tale competizione sia scontro è un problema, quello che fa puro fra vicini di poltrona e soci la differenza è la correttezza negli stessi azionariati. La Palladio della persona. Insomma in generale bisogna affidarFinanziaria, proprietaria di un terzo si speranzosamente all'odi Ferax, ha fra suoi azionisti l'onninestà del singolo. Ma presente Veneto Banca (10%), infatti Rossi è stato derogaEfibanca (10%) e come socio magto, perché evidentemente il gioritario la scatola lussemburghese sindaco lo ritiene una persoSolux (52%). La Solux è al 100% na corretta". (intervista della Sparta Finanziaria, controllata all'assessore con delega al 48% circa da Roberto Meneguzzo Aim Pietro Magaddino, (vicentino doc, consigliere di ammiVicenza Più n° 36). nistrazione di Ferax, un passato in Cariverona) e per il resto da Veneto

Hüllweck e Magaddino: Rossi? Persona corretta Al sindaco azzurro Enrico Hüllweck è balenata l'idea di sporgere querela per denunciare il conflitto d'interessi dell'ex presidente di Aim, l'indagato Beppe Rossi (Alleanza Nazionale). "Un dovere istituzionale", l'ha definito l'avvocato Enrico Ambrosetti, chiamato dal Comune per verificare lo stato d'accusa contro il doppio ruolo di Rossi, manager in una società di proprietà pubblica e consigliere d'amministrazione del colosso privato dei laterizi Stabila, legate da incroci azionari ora al vaglio della magistratura. Hüllweck non se n'era mai accorto? Siamo andati a

Il sindaco Hüllweck

Banca (10%), dal presidente di Efibanca Giorgio Drago (5%, ex manager Gemina) e da altri. Ma sapete chi è il presidente di Palladio?

L'ex rettore della Bocconi Roberto Ruozi, oggi a capo della berlusconiana Mediolanum e da sempre nell'orbita del finanziere bresciano Emilio Gnutti. Non per niente è stato di recente siglato il matrimonio con la holding di Gnutti, la Fingruppo, che controlla Hopa, coinvolta nello scandalo Fazio-Fiorani (di cui il tycoon di Brescia era uno stretto sodale). Un salto dimensionale notevole per l'investment bank vicentina, che assumerà il controllo della nuova società nata dalla fusione e disporrà di un attivo complessivo equivalente a 2,5 miliardi di euro. Non solo: attraverso Hopa avrà voce in capitolo in Telecom, grazie a una quota del 3,7 %.

Ruozi, già consulente di Fiorani, è l'esperto chiamato in prima battuta dal sindaco di Vicenza Enrico Hullweck a fare da traghettatore in vista del risanamento di Aim. Un uomo del clan Berlusconi-Fiorani-

Gnutti per ridare trasparenza e conti in ordine all'azienda cittadina: non proprio quel che si dice un buon biglietto da visita. Ma non è per questo motivo che il suo nome è stato accantonato dopo nemmeno una settimana. E neppure per il suo oggettivo conflitto d'interessi per il fatto di sedere nel board di Efibanca, titolare del 15% di Stabila (Beppe Rossi è stato quasi un anno nel cda di Stabila, e oggi il sindaco si straccia le vesti 'scoprendo' un'incompatibilità arcinota e da lui stesso 'sanata': vedi box). Il vero motivo è solo che la sua presenza era avvertita come un'ipoteca di Forza Italia - cioè della Sartori - sulla gestione di Aim. E Alleanza Nazionale, che mira a fare da lobbista privilegiata per la cordata di industriali targata Amenduni e i suoi piani sull'energia, questo non poteva accettarlo. Come l''italianità' per l'ex presidente di Bankitalia Fazio, qui la tutela della 'vicentinità' (Mauro Zanguio fresco amministratore unico Aim) va tradotta in una banale, durissima questione di potere.

Il Tronchetti del Nordest Tutti sanno chi è il tronchetto dell'infelicità, come lo chiama il comico d'assalto Beppe Grillo. E' il brizzolato uomo d'affari sposato con una telegenica tunisina che con appena lo 0,8% di una scatola chiamata Olimpia controllava il primo gruppo di telecomunicazioni italiano, la Telecom.

Tronchetti Provera, un finanziere senza finanze. O, come dice sempre l'azionista Telecom Grillo, un capitalista con le pezze al culo. Noi abbiamo trovato una certa somiglianza con un affermato affarista nostrano, Enrico Marchi da Conegliano, amico di lunga data del governatore Giancarlo Galan e patron della Save, la società dell'aeroporto di Venezia. Marchi nasce finanziere, titolare di quella Finint (Finanziaria Internazionale Holding Spa) che ritroviamo nella piccola Mediobanca del Nordest, la Ferax. Il meccanismo con cui Marchi, pappa e ciccia col clan forzista galanian-sartoriano, interviene nell'orbita degli Amenduni e della Palladio, è quello delle scatole cinesi. In Ferax, infatti, il 30% è di Sviluppo 56 Srl, che ha un capitale sociale di 10 mila euro a fronte dei 130 milioni della Ferax. Il 99% di questa società è della Sipi Investimenti Spa. La quota di maggioranza (55% circa) della Sipi è posseduta da un'altra Sipi, denominata "Corporate Finance Srl" (65 mila euro di capitale). A detenere il 100% di quest'ultima è la sopra citata Finint, che ha un 1 milione e 800

mila euro di capitale e che come socio di controllo (47%) ha la Abbacofin. E finalmente arriviamo a leggere "Marchi" nella proprietà, dato che Abbacofin vede proprietari la Marchi Giovanni & C. (33%) e la Finvest (25%). Di queste due, la prima è di Enrico Marchi, con una quota pari a 9.960 euro. La seconda è della Sipi Corporate e della Finint (la scatola più piccola con un pezzo di proprietà di quella più grande: assurdo ma vero).

Alla fine di questa piramide a cascata, Marchi controlla 43 milioni (quasi un terzo della Ferax) con quasi 10 mila euro. E poi dicono che il libero mercato non è alla portata di tutti. Di tutti no: solo di chi riesce a ingraziarsi le banche. Senza i soldi del credito, cioè senza i soldi dei risparmiatori, non esisterebbe nessun tronchetto. E forse nessuna infelicità.

Enrico Marchi, presidente della Save

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5 MAGGIO 2007

fatti&notizie

Cave dismesse e pozzi artesiani: ecco i possibili rimedi per la mancanza d'acqua

Siccità cronica: le soluzioni che nessuno usa DI LUCA MATTEAZZI

Che piova a dirotto o che non si veda una nuvola da mesi, il ritornello è ormai sempre lo stesso. Dal 2003 ad oggi, l'allarme siccità ha accompagnato ogni estate, puntuale come le code in autostrada e i servizi sui nuovi gusti dei gelati. Niente da dire: la siccità è un problema serio, di cui però ci si ricorda solo nel momento dell'emergenza, quando i telegiornali mandano in onda i filmati dei barconi in secca in riva al Po e dei campi di mais bruciati dal sole. Per gli altri nove o dieci mesi dell'anno, invece, niente, nessuno sembra preoccuparsene. Eppure alcune soluzioni ci sarebbero: facili, (relativamente) economiche, e soprattutto attuabili in tempi brevi.

Chiare, fresche, dolci acque.

Nelle cave L'idea è talmente semplice che potrebbe anche funzionare. Il vicentino è una delle province venete più ricche di cave, cave che di solito, una volta terminata la concessione per l'attività estrattiva, si riconvertono in discariche. Perché invece non provare a sfruttarle per ricaricare le falde? Un esperimento in questa direzione è stato condotto l'anno scorso dal centro idrico di Novoledo in collaborazione con l'università di Padova, e ha dato risultati incoraggianti.

Il teatro scelto per l'occasione è stato una cava di Montecchio Precalcino, collegata ad una vicina roggia: dopo aver sistemato le sponde dei due bacini della cava, rimesso in ordine il fondo, piantato dei piezometri per controllare il livello delle falde sotterranee

e installato allo sbocco della roggia un misuratore di portata per monitorare il flusso di acqua in entrata, l'acqua è stata dirottata nelle vasche da cui fino a qualche anno prima veniva estratta la ghiaia.

La cava è stata riempita con circa un metro d'acqua, che poi è stato lasciato filtrare nel sottosuolo. E le sonde infilate nel terreno hanno registrato un immediato aumento del livello di falda.

Proprio come ci si aspettava.

"L'esperimento era importante per avere una verifica scientifica, oltre che per rilevare tutta una serie di dati - sottolinea il direttore del centro idrico Lorenzo Altissimo -. Ci è servito per capire, ad esempio, quanta acqua bisogna accumulare per far filtrare nelle falde un metro cubo di acqua al secondo, o quanto tempo ci vuole per svuotare gli invasi.

Funziona. Ma nessuno si muove Certo, l'iniziativa non è replicabile ovunque. Perché tutto funzioni è necessario utilizzare una cava situata nell'alto vicentino (già quelle della zona di Sandrigo, ad esempio, non vanno bene, perché lì la falda affiora in superficie), possibilmente vicina ad un corso d'acqua, preferibilmente di dimensioni adeguate. Ma le possibilità ci sarebbero: "C'è una cava molto bella a Sarcedo - continua Altissimo -, che può contenere quasi tre milioni di metri cubi d'acqua, ed è proprio in riva all'Astico. E ce ne sono altre due o tre di sfruttabili tra Marano, Thiene e Zané".

I problemi, caso mai, sono altri.

Come il rifornimento d'acqua: l'acqua nelle cave dovrebbe arrivare da quelle stesse rogge che servono per irrigare i campi, e che già adesso sono in sofferen-

Il Vicentino è ancora pieno d'acqua. Ma stiamo esaurendo le riserve

Ci sono ancora troppi pozzi artesiani che sprecano ettolitri d'acqua

za. "Ovviamente la ricarica delle cave andrebbe fatta nei periodi di piena, ottenendo così anche l'effetto di ridurre la portata dei fiumi", precisa però il direttore del centro di Novoledo. Oppure, e questo è forse lo scoglio principale, la volontà politica: la competenza sulla risorsa acqua è frammentata in un'infinità di enti e istituzioni, ma a monte tutto può essere ricondotto all'autorità di bacino e alla Regione. E la Regione, finora, non è andata al di là delle dichiarazioni d'intenti.

Finché a Venezia non si muoveranno, progetti come quello sperimentato a Montecchio Precalcino rimarranno solo dei casi interessanti da far studiare nei corsi universitari o da presentare ai convegni tra esperti.

Quei pozzi senza fondo Un altro dei ritornelli che vanno di moda in questi tempi di piogge magre è quello sulla riduzione degli sprechi. Troppa acqua buttata via, troppi rubinetti aperti

inutilmente, bisogna cambiare rotta, affermano politici ed esperti vari. Più facile a dirsi che a farsi, a dire il vero. Ma anche in questo caso un intervento possibile fin da subito c'è: la chiusura dei pozzi artesiani. Nella zona a nord di Vicenza ce ne sono circa 2500: tutti pescano acqua nelle falde e, sfruttando la pressione naturale, la pompano in superficie 24 ore su 24, senza interruzioni, quando serve come quando non serve. È stato calcolato che in tutto i 2500 pozzi pescano qualcosa come 600 litri d'acqua al secondo, 30 milioni di metri cubi in un anno. "È tantissimo - commenta ancora Altissimo -. Sono gli stessi consumi di un acquedotto che serve una città di circa 130 - 150 mila abitanti. In pratica, considerando che di solito un pozzo è utilizzato da una sola famiglia, e calcolando che ogni famiglia abbia in media quattro persone, è come dire che diecimila persone hanno a disposizione

l'acqua che basterebbe per una città più grande di Vicenza". Una situazione assurda, tanto più se si pensa che le zone in cui ci sono i pozzi sono anche servite dall'acquedotto: "In pratica chi è allacciato all'acquedotto ha a disposizione 300 litri di acqua al giorno, il vicino di casa che ha il pozzo tra i 7 e gli 8 mila", chiosa il direttore del centro idrico di Novoledo.

Il futuro a portata di clic Fermare queste fontane che sputano acqua notte e giorno sarebbe già un bel passo avanti. I risultati migliori, però, si otterrebbero combinando le due iniziative: ricarica delle falde e chiusura dei pozzi. Per dimostrarlo il Centro idrico di Novoledo ha messo a punto un sofisticato programma elettronico che, monitorando centinaia di migliaia di punti e centinaia di variabili, fornisce indicazioni su cosa potrebbe accadere nella nostra provincia tra qualche anno. Con un'annata molto secca e un calo delle piogge del 25 per cento rispetto alla media, come successe nel 2003, ad esempio, il modello ha calcolato un probabile abbassamento della falda di 2 o 3 metri, a seconda delle zone. Con la chiusura dei pozzi, al contrario, la falda dovrebbe alzarsi di mezzo metro, in alcune zone anche di un metro. E con la ricarica delle falde sfruttando le vecchie cave il rialzo potrebbe arrivare anche a 2 -3 metri. In altra parole, con le cave piene e i pozzi chiusi, il vicentino potrebbe superare senza traumi anche un nuovo annus horribilis. Sempre che qualcuno si decida a prendere le misure necessarie.

Un equilibrio fragile. E già incrinato Tra tanti dibattiti sulle siccità sempre più frequenti, sull'abbassamento delle falde e sui cambiamenti del clima, una cosa va chiarita una volta per tutte: il vicentino è seduto su un immenso serbatoio d'acqua, in grado di rifornire città e paesi ancora per molti anni, anche in situazioni critiche. Gli acquedotti, insomma, non resteranno a secco. Il punto, però, è un altro: da qualche anno a questa parte stiamo consumando più acqua di quanta ce ne offra l'ambiente circostante. Il punto di equilibrio si è rotto: peschiamo dal

sottosuolo più di quanto piogge e nevicate riescano a ricaricare. Per questo le falde si abbassano.

Nel breve periodo potrebbero anche non esserci disagi particolari, se non per l'agricoltura (che si abbevera a corsi d'acqua sempre più striminziti e riarsi): alla fine basta andare a pescare l'acqua a profondità maggiori per aggirare l'ostacolo. Ma se si considerano le cose con una prospettiva di lungo termine lo scenario cambia radicalmente. Le falde dell'alto vicentino sono sì ricche, ma non infinite. E non occorre essere Einstein

per rendersi conto che consumare più di quanto si accumula non è una buona politica. "È come avere un conto in banca di 100mila euro e uno stipendio di 15 mila euro all'anno - commenta Lorenzo Altissimo -. Se ogni anno di euro ne spendiamo 20 mila, per un po' non ci accorgiamo di niente: ma primo o poi si va in rosso". Con l'acqua è lo stesso: bisogna muoversi subito se non si vuole presentare un conto tragicamente rosso ai vicentini di domani.

L. M.

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approfondimenti

5 MAGGIO 2007

Dietro il Festival Biblico, bilanci accorti e aziende attente alla comunicazione sociale

Marketing etico: decalogo per un festival di successo nazionale con una spesa che è la metà (e spesso Le vie del Signore sono infinite. molto meno della metà) di Quelle del marketing anche, almeno quelle sostenute da tanti a guardare i risultati raggiunti nel cugini in giro per l'Italia, e giro di pochi anni dal Festival con una fortissima parteciBiblico. Che, attorno ad un proposta pazione dei privati, nonculturale originale e di alta qualità, ostante un argomento che ha saputo raccogliere un numero a prima vista potrebbe sempre maggiore di aziende interessembrare ostico. "Il Festival Angelo Branduardi, ospite speciale del sate a nuove forme di comunicazioha ormai un budget consiFestival Biblico ne e a presentarsi in modo diverso al stente - continua Zovico -, proprio pubblico di clienti e fornito- cavalcare l'onda del successo: "Al ma bisogna considerare che i 230 ri. primo posto deve restare la qualità mila euro di cui si parlava prima Qualche cifra. Quando è partito, nel delle proposte offerte - commenta comprendono anche la comunica2005, il Festival era poco più che una Guido Zovico, responsabile della zione sui media nazionali, che costa scommessa, con un budget di 70 raccolta fondi del Festival -, non molto, e lo spettacolo conclusivo, mila euro sostenuto da tre enti pub- vogliamo farci travolgere dall'aspet- che quest'anno sarà di Branduardi, e blici e da una manciata di sponsor to business". È per questo che il festi- che offriamo gratuitamente alla privati, oltre che dai due enti promo- val è basato ancora molto sul volon- città. Da una ricerca che abbiamo tori (cioè la diocesi di Vicenza e il tariato, e sulla fitta rete di relazioni fatto risulta che i festival di qualità e Centro Culturale San Paolo). Oggi la che gli enti promotori hanno saputo destinati a durare, di solito, partono terza edizione si presenta al via con tessere e che si rivela fondamentale con un budget di almeno 400 mila un budget di 230 mila euro (che arri- per contattare artisti, relatori, confe- euro: budget che almeno per i primi verebbe a 400 mila se si conteggias- renzieri. anni è finanziato per due terzi dagli sero tutte gli eventi ottenuti gratuita- Risultato? Un festival di livello enti pubblici.

Il Festival mente), forte dell'appoggio di 4 dell'Economia di Trento, tanto per enti promotori, 8 enti pubblici e fare un esempio, è stato lanciato una ventina di sponsor privati, quest'anno con un budget di oltre tra cui spiccano nomi imporun milione di euro. Da noi il finantanti dell'imprenditoria vicentiziamento pubblico oscilla tra il 20 e il na. E le cifre potrebbero essere 25 per cento del totale: il resto è prianche più elevate, perché la rasvato. Ed è questa la sorpresa". segna di eventi dedicati alla Già. Forse la sorpresa maggiore sta Bibbia ha scelto, per esplicita proprio nel fatto di trovare imprese volontà degli organizzatori, di Si attende un grande pubblico per l'edisposte a investire in conferenze fare le cose in economia, senza vento vicentino sulle icone, dibattiti sull'Ecclesiaste e concerti di laudi francescane. Tanto più in un periodo come quello attuale, in cui i bilanci non consentono grandi voli pindarici e ogni investimento viene valutato con estrema attenzione. "Bisogna offrire all'azienda degli strumenti di marketing che Dieci giorni di eventi, in sei Pedrollo. Mercoledì 30 maggio permettano di considerare la partediversi centri, con il clou con- l'attrice Claudia Koll e il biblicipazione al festival biblico un invecentrato nel lungo fine settima- sta Gianfranco Ravasi leggestimento produttivo - aggiunge na del 2 giugno. Un cartellone ranno e commenteranno alcuZovico -. È questo il nostro lavoro, che affianca mostre e concerti, ni passi della Bibbia accompascovare una chiave di lettura che dibattiti e momenti di preghie- gnati dalle musiche di possa far scattare un interesse recira, visite guidate e spettacoli Buxtehude e Bach; giovedì 31, proco. Perché oggi le aziende inveteatrali, e che sarà sicuramente tra le altre cose, i chiostri di stono se vedono un ritorno". capace di attirare l'attenzione Santa Corona ospiteranno Un ritorno spesso non immediato, di un pubblico vasto ed etero- prima il monologo teatrale di sia chiaro, ma che va visto come un geneo. Come sempre è difficile Paolo Puppa "Le parole di investimento di lungo periodo sulriassumere in poche righe la Giuda", poi il concerto della l'immagine aziendale. E sono in crericchezza del programma del cantante vicentina Patrizia scita le ditte disposte a scommettere Festival Biblico, giunto que- Laquidara. Venerdì 1 e sabato su questa nuova strategia di markest'anno alla terza edizione (si 2, poi, sarà tutto un brulicare di ting, piuttosto che spendere gli stescomincia con l'anteprima saba- piccoli concerti, discussioni si soldi per comprare qualche pagito 19 maggio e si chiude il 2 sulle icone, aperitivi biblici, na di pubblicità sui quotidiani giugno). Nel calendario 2007 giochi a squadre, tavole rotonnazionali. Si va dall'azienda fortespiccano comunque alcuni de, danze ebraiche, fino al gran mente radicata al territorio che promomenti di sicuro richiamo, a finale con il concerto di Angelo duce latte e yogurt, alla grande cominciare dal concerto di Branduardi, che al piazzale industria metalmeccanica che musica sacra di tradizione della Vittoria di Monte Berico esporta bulloni in giro per il mondo: ebraica ed ortodossa che aprirà presenterà la "Lauda di tutte convinte che dare una connotala rassegna al conservatorio Francesco". zione "sociale" alla propria immagine, presentarsi come "quelli che DI LUCA MATTEAZZI

Ravasi, Claudia Koll e Branduardi Dieci giorni di grandi eventi

sostengono il Festival Biblico", alla lunga si rivelerà una scelta vincente.

"Molte imprese cominciano a capire che investire in economia sociale è vantaggioso - chiosa Zovico -. E va sottolineato che chi ha lavorato con noi si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti, tanto che più di qualcuno

inizia a proporci forme di collaborazione più articolate, un po' come se fossero dei veri e proprio soci del festival. Sono imprese che investono sui valori, e questo non è poco in un contesto come quello vicentino, dove l'impresa è vista spesso solo come un modo per fare schei".

Il club dei sostenitori Il budget del Festival Biblico quest'anno arrivato a 230 mila euro, è coperto per poco meno di un quarto dai contributi di enti pubblici (Regione, Provincia, Comune e Camera di commercio), per un altro quarto dai finanziamenti degli enti promotori (che comunque forniscono soprattutto un sostegno logistico e organizzativo), mentre il resto, cioè metà abbondante, arriva da sponsor privati. I maggiori tra questi sono riuniti in un gruppo chiamato "Imprese di valori", nato appositamente per sostenere il festival e in cui si ritrovano molti nomi di punta dell'imprenditoria vicentina, sia nel settore profit che in quello noprofit. Tra le nove aziende che ogni anno mettono sul piatto almeno 10 mila euro per il Festival biblico si ritrovano infatti la Calearo Antenne del presidente dell'Associazione Industriali Massimo Calearo, la Galvanin di Monica Galvanin,

presidente di Apindustria provinciale e della Confapi regionale, la Confartigianato presieduta da Giuseppe Sbalchiero, la fondazione Arciso Mastrotto, che fa capo al gruppo capitanato da Bruno Mastrotto, uno dei leader del settore della concia, e il Giornale di Vicenza, anche questo collegato all'Associazione Industriali.

Completano il quadro il gruppo della banche di credito cooperativo della provincia, le Latterie Vicentine, il Caf delle Acli e la Itersan di Arcugnano.

Altri sponsor importanti, anche se non partecipano a "Imprese di valori", sono la Caoduro Lucernari, il Jolly Hotel Tiepolo, Sorelle Ramonda, la gioielleria Soprana, la banca Popolare di Verona, la MCservice e il colosso delle calzature Frau. Infine, per completare il quadro, tra i partner del Festival ci sono il gruppo Intesa San Paolo e il museo della ceramica di Nove.

L. M.

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approfondimenti

5 MAGGIO 2007

Pensieri contro. La rassegna sulle Scritture è una grande occasione di cultura. Priva di legami con una terra poco cristiana

Una fiera del sacro tra i farisei DI GIULIANO CORÀ

Più di trent'anni fa, un mio amico iniziò la sua carriera di insegnante elementare in un paese della campagna vicentina.

Giunto alla fine del ciclo delle cinque classi, i genitori delle futura Prima si recarono in delegazione dal parroco locale - dal parroco, si badi bene: non dalla legittima autorità scolastica, cioè il Direttore Didattico - dicendo che loro non avrebbero mai mandato i loro bambini a scuola da un insegnante "ateo, divorziato e comunista". "Ben - commentò con filosofia il mio amico - me manca soltanto negro, ebreo e culatòn". Dopo di che, memore dell'insegnamento del Saggio ("Non metterti mai a discutere con uno stupido: la gente potrebbe non accorgersi della differenza"), scosse con discrezione dai suoi calzari la polvere del paesello e chiese trasferimento altrove. Mi chiedo oggi se qualcuno di quei 'cristiani' sarà presente alla seconda edizione del Festival Biblico che si terrà a Vicenza alla fine di maggio, e, se ci sarà, mi chiedo con che visione del mondo, e con quali intenti.

Schematizzando, potremmo dire che, nell'Italia repubblicana, due sono state le regioni che hanno provato ad improntare strutture civili, sociali, culturali ed anche economiche su particolari visioni del mondo. Una è stata l'EmiliaRomagna, 'modellata' per decenni dal Partito Comunista sugli ideali

del socialismo cooperativo e municipale. Per anni, chi andava a viverci riferiva di una certa qual particolare 'qualità della vita', che la rendeva più umana e civile, si diceva.

Ma simili testimonianze stanno diminuendo in quantità e qualità, pare; anche lì, sembra che sia passato - anzi: che sia in piena azione - il rullo compressore ed omologante della cultura globalizzata, e in questi ultimi dieci/vent'anni la cifra identificativa di quella regione pare essere divenuta a quella di un consumismo divorante e livellatore. E da noi, invece, cos'è avvenuto?

Questo è il Veneto, 'sacrestia d'Italia', e questa è Vicenza, 'sacrestia del Veneto'. In bellicosa contrapposizione con la confinante Emilia, qui i 'valori di riferimento' sono sempre stati altri: Santi, Madonne, perbenismo (spesso confinante con l'ipocrisia), 'pace sociale'; presenza massiccia, quando non ossessionante, della cultura cattolica anche nelle istituzioni civili; controllo ed interferenza di quella cultura su quelle istituzioni; una 'identificazione' tra potere civile e potere religioso che spesso è divenuta ambigua ed indistinguibile confusione.

E' nato qui, da tutto ciò, un homo novus autenticamente cristiano, evangelico? A guardarsi intorno, non pare proprio. Parlando di 'vizi privati', per esempio, Vicenza è diventata, negli ultimi anni, una delle capitali italiane dei locali di lap dance. Naturalmente cercherete invano, tra i vostri conoscenti 'per bene', qualcuno che ammetta di fre-

Danze yemenite al Festival Biblico di Vicenza

quentarli, ma non verranno certo tutti da oltre confine i maschi allupati che le riempiono ogni sera. Anche a prostituzione ci difendiamo bene, sia per quella su strada che per quella - molto più dispendiosa, ma anche molto più 'discreta' (così nissuni vede) in appartamento. Il bollettino lo potete trovare sui quotidiani locali, secondo l'undicesimo comandamento della nostra gente: 'il denaro non puzza'. Né quello dei cessi né quelle delle puttane.

'Pubbliche virtù'? Beh, decisamente pochine, forse anche meno di quelle private.

La politica vicentina - e i suoi referenti economici - non ha mai brillato per eccessiva moralità, neanche quando era targata quasi esclusivamente Monsignor Gianfranco Ravasi, una delle presenze illustri del festival Democrazia Cristiana ('cristiana', notate bene: avrebbe dall'Eden: le giovani menti si sono religioni, Le icone dei mesi nella dovuto essere una garanzia…). traviate lo stesso. Non sono serviti tradizione russa, L'antico testaProprio in questi giorni la stampa a nulla decenni di cattolicizzazione mento di Raffaello, C'è un tempo cittadina trabocca dell'ennesima e forzata: nessuno pare aver imparato per ogni cosa sotto il cielo - sono miserevole storia di un gran niente dai Dieci Comandamenti eventi culturali di argomento relimagnamagna organizzato da chi (soprattutto dal Settimo). gioso che potrebbero trovar posto in sta su a spese di chi sta giù, in E' dunque in questo contesto che la qualsiasi contesto. I momenti 'teobarba a qualsiasi sistema etico e di presenza del Festival Biblico a rici', quelli davvero importanti, in valori. Dunque non è servito cac- Vicenza può apparire, perciò, cui si riflette e si teorizza sul senso ciar via i maestri 'atei-divorziati- alquanto bizzarra, se non addirittu- intimo della Bibbia, sono affidati comunisti-negri-ebrei-culattoni', ra aliena alla città. Non c'è, nelle quasi esclusivamente a grossi nomi potrebbe commentare il mio amico, sue proposte, l'indicazione di un della cultura cattolica (Dell'inizio e memore della sua cacciata qualche 'modello' etico e sociale che della fine, con Gianfranco Ravasi, si ponga come alternativo per esempio); la presenza di religioad un sistema di vita che, lo si e religiose, anche di spicco - come abbiamo visto, dagli inse- il Vescovo o il Provinciale della gnamenti cattolici fa stra- Società San Paolo - è massiccia e me. Come pure non chiara costante, e molti eventi sono costiappare la sua destinazione tuiti da vere e proprie celebrazioni (anche se, nei testi intro- religiose (Liturgia dei Vespri). Al duttivi, si dice che esso "si confronto ed alla presenza delle rivolge a tutti, cristiani e grandi famiglie che fanno riferinon cristiani, credenti e mento alla Bibbia - non solo il catnon credenti"). E' innega- tolicesimo, perciò, ma prima di bile, infatti, che già il sem- tutto il Giudaismo, e poi il plice definire 'Sacre' le Protestantesimo e la Chiesa Scritture stabilisce un'a- Ortodossa - sono riservati pochi e prioristica scrematura, tra marginali spazi. Francamente, in chi, appunto, considera i conclusione, non appaiono dunque Libri come rivelati e chi chiare motivazioni e fini di questa invece - laico, ateo o agno- manifestazione, che da un lato semstico che sia - li esamina bra voler rinverdire i fasti di una semplicemente da un punto cultura che, l'abbiamo detto, poco di vista storico ed antropo- ha influito, tutto sommato, sul teslogico. suto intimo della città; dall'altro Anche la sua conclamata pare voler riaffermare ancora una interconfessionalità appare volta un'orgogliosa esclusività nelpiuttosto formate e di fac- l'interpretazione e nel 'possesso' di ciata. La gran parte delle testi e di una cultura che, comunmanifestazioni, infatti - Il que, sono patrimonio dell'umanità canto liturgico nelle varie intera.

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fatti&notizie

5 MAGGIO 2007

Provinciali. Una lista di protesta contro dal Molin e lobby. Per la democrazia diretta

La lista dei duri e puri.

In campo contro i partiti Franca Equizi (Riscossa Democratica): "Qualità della vita sopra tutto" Dica età, professione, hobby e curriculum politico.

48 anni, bancaria, i miei hobby sono lettura giardinaggio e cucina.

Sono consigliere comunale a Vicenza dal 1998.

Perchè si è candidata?

Per dare voce a tutti i cittadini, che non si sentono più rappresentati, anzi si sentono traditi, da tutti i partiti.

Quali sono i tre punti qualificanti del suo programma?

No al Dal Molin, legalità e trasparenza contro le lobby (no ai conflitti d'interesse, difensore civico provinciale), lotta per la democrazia diretta (utilizzo dei referendum

Il riscatto degli scontenti Avete raccolto le istanze di molti comitati locali: come tenere insieme realtà così eterogenee?

Il problema non sussiste: tutti i comitati locali chiedono la salvaguardia del territorio, la tutela della salute, la condivisione delle decisioni, il rispetto della legalità, la trasparenza.

La vostra è una lista che può raccogliere il classico voto di protesta di chi è deluso dalle formazioni politiche tradizionali: Cosa risponde a chi vi accusa di cavalcare lo scontento popolare di fronte a molti temi importanti, ma di non avere proposte concrete?

E' vero, chi ci vota è scontento, si sente trattato da suddito (dai governi locali di centrodestra come da quello nazionale di cen-

trosinistra), è chi non vorrebbe andare a votare. Le proposte concrete ci sono. Una su tutte: il recupero degli standard, di spazi verdi e sociali sarebbe una piccola rivoluzione.

Voi dite che la politica nel vicentino è una mafia e che viviamo in un regime: che prospettive di governo ci sono con presupposti come questi?

Come vi comporterete in caso di ballottaggio?

E' molto semplice: non accettare pressioni o peggio ricatti dai poteri forti, rendere determinante la volontà popolare attraverso i referendum. Anche autogestiti, se necessario.

In caso di ballottaggio non ci alleeremo con nessuno: tutti i partiti hanno tradito i vicentini.

popolari), salvaguardia del territorio dalla cementificazione.

Una decisione che salverebbe fra quelle prese dall'amministrazione Dal Lago?

Nessuna. Al di là di un Ptcp ambientalista solo a parole e delle società come Viabilità e Vienergia (da abolire), il bilancio di dieci anni della Dal Lago (troppi!) è fallimentare. Vedi il caso bretella per la statale Pasubio.

E quella che invece ritiene la peggiore in assoluto?

Il sì al Dal Molin senza una votazione in consiglio provinciale.

Perché le elezioni provinciali non sono molto sentite dai cittadini?

A causa della lontananza della politica dei partiti dai cittadini, che sono stati ridotti a sudditi.

Quanto conterà la questione Dal Molin?

Molto. La cittadinanza doveva essere consultata con un referendum e invece è stata tradita da tutti i partiti sia di destra sia di sinistra.

Come mai in provincia tutta la minoranza compresi PNE, PDCI e Verdi hanno accettato le decisioni della Dal Lago senza discutere?

E la vicenda Aim? Spero molto, dato il livello di sprechi e possibili illegalità. In caso contrario significa che i cittadini hanno perso totalmente la fiducia nelle istituzioni.

Autostrada Valdastico, Pedemontana, bretella Ponte Alto Isola: qual è l'opera più urgente e come si possono conciliare le resistenze dei comitati dei cittadini con le esigenze delle imprese?

Devono essere i cittadini, le comunità locali a decidere. I politici finora hanno sempre calato le decisioni dall'alto, bisogna condividere con i cittadini i tracciati.

Le provinciali sono tradizionalmente bottino del centrodestra, mentre le opposizioni corrono più divise che mai. Il suo non si riduce a essere un ruolo di pura testimonianza?

Probabilmente sì. La lista è stata messa in piedi in soli 15 giorni su pressione di molti cittadini. Ma è importante cominciare un cammino al di fuori della partitocrazia. E' un primo, importante segnale.

La Provincia come istituzione ha ancora un senso o è un semplice spreco di denaro pubblico?

Sicuramente sì, ma lo sono maggiormente le società volute dalla Dal Lago come Viabilità, Vienergia, ecc.

Dica in una frase perché un elettore dovrebbe votare la sua lista.

I politici attuali sono gli esecutori degli ordini impartiti dai partiti e dai poteri forti (locali e non), noi

vogliamo invece prendere ordini solo dai nostri veri datori di lavoro: I CITTADINI. Come? Dando loro il potere di votare direttamente.

Franca Equizi: dal Comune alla Provincia

Dal Molin e Aim: due esplosioni non casuali segue dalla prima E se il vero obiettivo della Presidente Dal Lago, quando armava l'alleanza politica trasversale per minacciare la sua entrata in campo nella competizione per il sindaco di Vicenza, era quello di salire in cima a un ente come l'Autostrada Brescia-Padova, bisognerebbe ora chiedersi quali sono i veri obiettivi dei casi Dal Molin e Aim e dei loro artificieri. Le due esplosioni più rumorose degli ultimi tempi, con gli interessi politici ed economici sottostanti, non sono casuali. Come non sono casuali le nomine del nuovo vertice della Serenissima e della Fiera, altri due centri di enorme potere. Ma forse non è casuale neanche il ritardo nella definizione del vertice com-

plessivo del ramo vicentino del gruppo editoriale a cui fanno capo il quotidiano e la Tv leader incontrastati dell'informazione locale, tutt'ora in mano separatamente (così almeno è dato sapere) a chi gestiva i due media prima dell'unificazione della loro proprietà. Non è casuale perché la battaglia degenerata ormai in guerra aperta tra Berlato e Sartori per la leadership cittadina si combatte anche, se non soprattutto, sul fronte dell'informazione. Politica ed economia da sempre si toccano e si intrecciano. Ma è l'informazione a decretare quello che è buono e quello che è cattivo, in politica e in economia. E chi legge vota.

Giovanni Coviello

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5 MAGGIO 2007

donne Ritratto non autorizzato di Amalia Sartori, la 'mente' di Hüllweck e Galan

Da Bettino a Silvio B. l'incontentabile Amalia ALESSIO MANNINO Quiz: chi è l'uomo politico vicentino che fra cene riservate e riunioni al calor bianco regge le fila di candidature, poltrone e trame del centrodestra berico, nel perenne tentativo di espandere il proprio dominio politico e clientelare? Se state pensando a Manuela "Serenissima" Dal Lago, neo-presidente dell'autostrada BresciaPadova, siete in errore. O meglio: anche lei corrisponde al ritrattino, se non fosse che a gareggiare per la palma di "Mrs Potere" dei palazzi berici c'è l'eterna rivale in gonna e artigli, la signora e padrona di Forza Italia, Sua Eminenza Azzurra Amalia Sartori.

Da Lombardi a Craxi Un vero uomo politico, la Lia. Non ce ne voglia se la apostrofiamo così, al maschile, lei che ha fatto della presenza delle donne in politica un fatto personale. A Bruxelles, sin dal suo primo mandato da europarlamentare (1999), si occupa dell'uguaglianza fra i

Dopo il passato craxiano, le "nozze" con Berlusconi

Lia Sartori

sessi in una commissione che attualmente presiede con la dedizione e l'accanimento che accompagnano da sempre il suo modo di far politica. 60 anni in agosto, nata in quel di Valdastico, qualche anno dopo la laurea in lettere all'ateneo di Padova si tuffa con foga nelle acque della politica locale, mostrando subito di sapervi nuotare come uno squalo.

Consigliere comunale a Thiene nel 1975 per il Partito Socialista, il suo cuore batte a sinistra. Per la corrente di Riccardo Lombardi, per l'esattezza.

A farle abbandonare i rossi lidi del socialismo vecchio stampo per il craxismo rampante fu la sua grande virtù - e sua grande rovina: l'ambizione. Negli anni dell'irresistibile ascesa di Bettino, a cavallo fra gli anni '70 e '80, Lia saluta il paesello natìo e parte per

Roma al seguito dell'onorevo- Club di Asiago (su insistenza dei toriano Hullweck ha dovuto le Angelo Cresco, segretario Gemmo, potente famiglia di cedere al ricatto di An, azzerando della Camera del Lavoro di industriali arcugnanesi molto il cda e rigettando la proposta Vicenza e poi sottosegretario vicini a Galan, che ha issato la Ruozi (il chiacchierato manager ai Trasporti e all'Industria. rampolla Irene alla presidenza Mediolanum, cioè Forza Italia.

Nella capitale si fa conoscere e della finanziaria regionale Veneto Cioè Sartori). "Ha esagerato, e con apprezzare, e come premio Sviluppo). Così oggi è presidente lei Rossi e Conte, e ora ne pagano ottiene nel 1985 uno scranno del Cisa, il centro studi dedicato le conseguenze", si dice nei corriin consiglio regionale, diven- ad Andrea Palladio, incarico che doi della politica vicentina. Pure tando anche la prima donna nel 2008, per il cinquecentenario nella sfida per la Fiera Spa ha 'assessora' del Veneto: è dell'architetto dell'Olimpico, le dovuto ingoiare il rospo di un responsabile della viabilità e frutterà un enorme ritorno d'im- presidente, Menarin della dei trasporti (come il suo magine a buon mercato. Così, Camera di Commercio, ultimamentore Cresco, guarda soprattutto, ha assunto la regia mente più filo-Dal Lago, e il caso). Siamo all'apogeo del esclusiva del partito azzurro a potentissimo Michele Amenduni potere socialista: a Venezia il Vicenza e, tramite Galan, in (Acciaierie Valbruna) come vice'doge' De Michelis fa il bello e Veneto. Oggi più che mai: dopo presidente. Il perché la Sartori il cattivo tempo, Dc e Psi spa- l'uscita da Forza Italia dell'acerri- viaggi testardamente in rotta di droneggiano in tutta Italia. La mo nemico Giorgio Carollo, il collisione con i vertici di nostra Lia, nel frattempo, prepara democristiano di lungo corso che Assindustria su tutti i casi del l'assalto al cielo. ha dovuto lasciare il posto di coor- momento è un mistero solo per Con Silvio B. e Galan dinatore regionale soccombendo chi non sa inquadrare il personagE' il 1990: rieletta a Palazzo Ferro al duo Lia-Galan, la rossa (di gio. Lei è cresciuta con la vecchia Fini, è vice presidente di giunta capelli) eurodeputata ha campo mentalità dei Rumor e dei con relativo codazzo di deleghe, libero. Si fa per dire: il suo inesi- Bisaglia, che non tolleravano per poi assumere la presidenza stente senso della misura, la sua superiorità e arroganze da parte durante il marasma giudiziario di ùbris sconfinata, la mancanza di degli industrialotti locali. Poi ne Mani Pulite, che costò le dimissio- pazienza nella tessitura di legami cercavano i favori (e i finanziani a vari esponenti del governo e disegni politici (un vecchio colle- menti), e se ne facevano portavoregionale. Maledette "toghe ga di giunta a Venezia una volta ce. Ma sempre restando su uno rosse", deve aver pensato la ha detto di lei: "Sa solo distrugge- scalino più alto. Ecco, la Sartori è Sartori. Che infatti si accodò all'e- re"), tutti i suoi limiti di acuta ma ferma agli anni '70-'80, al 'primato sodo biblico di gran parte dei debordante donna di potere, della politica'. Ma lei non è socialisti italiani nella nuova casa, attualmente la vedono perdente Rumor. tutta lustrini, pailettes e conven- sui fronti che contano. Almeno Vedova Altieri tions, di Silvio Berlusconi e della qui a Vicenza.

E' una parlamentare europea delsua Forza Italia. Lia si alleò col Guerra agli industriali l'ala ultraberlusconiana di Forza proconsole padovano del Capo, Ha clamorosamente perso la Italia, spedita a Bruxelles e non a colui che per i meriti conquistati guerra per la successione a Roma perché non gode della in Publitalia era destinato a diven- Calearo per la poltrona di capo stima di Berlusconi più di quanto tare il monarca ultradecennale del degli industriali vicentini: Elio essa non venga elargita da Galan, Veneto forzaleghista: Giancarlo Marioni era il 'suo' candidato per- con il quale c'è uno strano rapporGalan. Dapprima come presiden- ché dietro di lui c'è Pino Bisazza, e to: lei è la mente e lui il braccio, ma te della Save, la società dell'aero- il trait d'union con lei è rappresen- se lui cade lei è finita. A taccuino porto di Venezia (nel cui cda siede tato dall'ex presidente di chiuso, tutti i politici veneti riferituttora), poi anche come presi- Assindustria Ziche, filo-sartoria- scono che è a capo della 'corrente dente del consiglio regionale, le no e cognato di Bisazza. Marioni sanitaria' degli azzurri, perché è sue doti di stratega dal pugno di avrebbe di fatto dato il controllo da lei che passerebbero le nomine ferro vennero sapientemente uti- dell'informazione locale (Giornale di tutti i direttori d'ospedale. E la lizzare da Galan. Ma è ingom- di Vicenza e TvA) alla Sartori, sanità, ricordiamolo, vale i due brante e poco gestibile, l'ambizio- portandola sulla linea vincente terzi del bilancio regionale. E sa Lia. "Stilate una lista di trenta per la candidatura a sindaco l'an- sempre nella sua orbita personale grandi elettori - quelli in grado di no prossimo. Così non è stato. E fanno tappa molti degli appalti di orientare il voto di altre persone - Lia è stata sonoramente battuta costruzioni made in Veneto: lo con il preciso proposito di contat- anche sul fronte Aim, in cui il sar- studio Altieri dello scomparso tarli di persona, per ottenere compagno della Sartori, il loro appoggio e, se possiVittorio, ha lavorato alla probile, un aiuto finanziario per gettazione dell'ospedale di le spese della campagna Mestre, della Pedemontana elettorale": così consiglia la Veneta, e ora del nuovo polo Sartori nel suo imperdibile sanitario dell'Alto Vicentino "In politica da protagoniste. a Santorso. Generalessa di Manuale ad uso delle donne", ferro con la delicatezza di un Marsilio (casa editrice diretbulldozer: ecco chi è la ta dal fratello di De mente politica di Enrico Michelis), 2004.

Hüllweck. Che essendo Volontà di potere stato suo dietologo, però, Così in passato la Sartori è A suo agio con i grandi: l'eurodeputata a non pare averle reso un buon stata presidente del Golf tu per tu con l’ex pontefice servizio.

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fatti&notizie

5 MAGGIO 2007

Fontana, ordinario di storia economica a Padova: "L'adorazione per gli 'schei', il segno dell'aspirazione a una vita migliore"

Il buon lavoro? Diritti flessibili e stipendi migliori Al di là della gazzarra provaticana seguita ad alcune opinioni espresse sul palco del concerto di San Giovanni a Roma, il 1° Maggio ha pur sempre (o almeno dovrebbe avere) un significato centrato sul lavoro. Ne discutiamo con l'ordinario di storia economica all'università di Padova Giovanni Luigi Fontana.

Un comico, Maurizio Crozza, in uno sketch televisivo ha detto: "Mi ricordo cosa si festeggia il 1° Maggio: il concerto in piazza San Giovanni a Roma!". Cosa si festeggia veramente ogni 1° del mese di maggio, oggi?

La festa del 1° Maggio resta la festa del lavoro dipendente, ma che non è più solo il lavoro operaio, di fabbrica, con le sue "storie", i suoi riti, le sue bandiere. E, tuttavia, resta ancora la festa di gran parte della gente. E di una fondamentale dimensione della vita dove, spesso, ad una prestazione molto esigente, corrispondono ancora pochi diritti e ancor meno certezze.

Per i liberali come per i marxisti, il lavoro è un valore (sebbene declinato e giudicato in modo opposto). Oggi si avverte sempre più come pre-

minente il valore del tempo libero: libero dal lavoro. Un nuovo valore funzionale al consumismo o spia di una ricerca, se non di un capovolgimento, di orizzonti culturali e sociali?

Nel corso del tempo, accanto alla diminuzione del tasso di attività delle popolazioni, si è passati dalle 70 e più ore settimanali di fine Ottocento alla circa 40 attuali, ma, a fronte della riduzione dell'orario contrattuale, non tutti i lavoratori hanno accresciuto le attività del tempo libero. In realtà, anche alla luce del crescente peso del lavoro autonomo, le statistiche sembrano indicare che si lavora di più, non di meno. E spesso "fuori orario" (notti, domeniche, periodi feriali). Il valore del tempo libero segnala piuttosto la fatica di averlo. E di goderlo davvero.

"Lavorare meno, lavorare tutti" è una formula che può riacquistare un senso? Perché in Italia è stato sepolto il dibattito sulle 35 ore?

Per quanto sopraddetto. E anche perché è prevalso un "fai da te" degli orari. Da parte delle imprese. Ma anche da parte dei lavoratori. Più inte-

Giovanni Luigi Fontana: "L'unica strada è produrre meglio"

ressati ad un orario su misura, che ad un orario standard. La crescita del part-time è solo una parte di questa differenziazione degli orari.

Nel sistema economico attuale, in cui i consumi devono rincorrere la produzione per poterla sostenere (un meccanismo illogico, a ben vedere), la via è quella di dover lavorare sempre di più e con salari e stipendi sempre più bassi?

In due battute, guardando alla Cina o all'India, non mi pare si possa dire che quelle popolazioni oggi vivano in condizioni di maggiore povertà che nel passato.

Quanto a noi, è del tutto evidente l'illusorietà della rincorsa al basso costo del lavoro.

L'unica strada è p r o d u r r e meglio, con più contenuto di conoscenza, creatività e innovazione.

Con un "buon lavoro" e pagato meglio.

Il mercato del lavoro è sempre più deregolarizzato, privando diritti come quello allo sciopero o alla malattia pagata (come in molti contratti a tempo determinato).

La spoliazione dei diritti è la strada maestra di un capitalismo che ha ormai conquistato il mondo intero?

Gli scioperi si continuano a fare.

Ed il governo sta

provvedendo a inserire alcune tutele anche nei "nuovi lavori".

Ci sarebbe piuttosto da chiedersi se i vecchi diritti sono ancora tali in presenza dei nuovi lavori. Erano diritti legati, in gran parte, alla grande fabbrica e al lavoro pubblico. E chi lavora altrove? Le asprezze del mercato del lavoro - precarietà, saltuarietà, frequenti conversioni professionali andrebbero attenuate da un sistema di garanzie valido per tutti e da opportunità di formazione articolate e flessibili.

La precarietà del lavoro sottrae quel rispetto e quella venerazione che sia la borghesia che le classi subalterne - per usare due termini superati - nutrivano per esso. I precari - il nuovo proletariato, com'è stato chiamato - sono avviati a disprezzarlo come una nuova schiavitù?

Il vecchio lavoro era tanto rispettato quanto sempre uguale a se stesso e senza alternative. Si lavorava "da Rossi", alla Marzotto o alla Fiat, di padre in figlio. Anche per questo il '68 è stato, in Italia, particolarmente duro. E anche per questo il lavoro autonomo ha "tentato", e con successo, tanti lavoratori dipendenti. Quanto ad oggi, precari si sentono un po' tutti.

Ma forse dipende meno dal tipo di rapporto di lavoro (la quota di lavoratori a termine, interinali, a progetto, è nella media più bassa d'Europa, in linea con la Germania e metà della Spagna). Dipende più dalle incertezze che tanti vivono circa le prospettive dell'Italia e le loro aspettative per il futuro.

Il Veneto è considerato la patria di iperlavoratori sull'orlo della maniacalità. Quali sono le cause economiche che hanno portato a questa "lavorolatria"?

Per molto tempo, nel Veneto contadino, lavorare molto (oltre che emigrare) ha significato riequilibrare il rapporto tra popolazione e risorse.

Molte aree del Veneto sono da sempre caratterizzate da una marcata propensione alle pluriattività (dal contadino-operaio al metal-mezzadro), divenuta poi, a seconda dei periodi o dei casi, propensione al lavoro straordinario o al doppio lavoro, sia autonomo che dipendente in nero. In ogni caso con l'ambizione di "far bene le cose". Va considerato infatti che, a differenza di altre parti dove dominava la grande fabbrica fordista, qui il lavoro, anche dipendente, aveva un contenuto "personale". Nelle piccole fabbriche c'è il padrone, c'è la macchina, ma c'è anche il lavoratore, con le sue competenze, con le sue abilità.

In più vi è una quota elevatissima di artigianato o di piccola impresa culturalmente della stessa matrice, sulla quale, come sulla piccola impresa contadina, hanno storicamente inciso molto fortemente il retroterra cattolico e della sua ideologia "lavorista".

Si aggiunga, infine, la tradizione autonomistica, la sostanziale sfiducia verso lo Stato e la diffusissima spinta a "fare in proprio", dal "pezzo di terra" alla casa alla bottega e alla piccola impresa artigianale e industriale.

Qui, in una terra a vocazione di piccola e media impresa, lavorare molto ha significato per molti anni "far più schei".

E' ancora così, secondo lei?

"Schei" ha significato innanzitutto autosufficienza, affermazione e indipendenza economica. Il segno di un obiettivo agognato e raggiunto, ma anche di un'identità professionale e di un ruolo sociale conquistato con le proprie forze e capacità. Oggi in molti luoghi dove un tempo c'era la fame e l'emigrazione, con i soldi è arrivata la dieta e l'immigrazione. E i soldi sono diventati uno strumento per raggiungere altri traguardi, rivolti di più alla qualità del vivere e del lavorare.

La lotta contro il tempo dei lavoratori nel film Metropolis di Fritz Lang

A.M.

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5 MAGGIO 2007

altopiano

Ad Asiago è l'ora del referendum: scontata la vittoria del sì. Unica incognita, il quorum

L'Altopiano prepara i bagagli: si vota per il Trentino Sì, ma si registrano anche dissensi eccellenti, come quello di Mario Rigoni Stern, che richiamandosi a Lamon, ha commentato: "Non ci venderemo per un piatto di fagioli..." (e pensare che il primo filo-austriaco fu proprio un suo antenato, Domenico, nel 1807!), di Ermanno Olmi, dell'Avvocato Cacciavillani, che teme di fare la fine di "vasi di

coccio in mezzo a vasi di ferro", e di Achille Variati, che non ritieDopo aver percorso l'iter burone il passaggio a Trento l'unica cratico richiesto dalla legge, strada percorribile. Ha ragione, eccoci alla data fatidica: il 6 e 7 ma forse non sa che tutte le altre maggio la popolazione sono state già state battute, e che dell'Altopiano di Asiago, è chiail problema di fondo è quello mata ad esprimere la propria della sopravvivenza della popovolontà: "restiamo o emigrialazione dove i poveri sono semmo?". La volontà di passare il pre più poveri e i ricchi sempre confine è forte, ma a Enego più ricchi!

L'odor di (dove il 38% degli aventi Referendum ha portato i suoi diritto al voto sono emigrati) frutti: la promessa del nuovo Conco e Lusiana, le aree a ospedale, ed una maggiore maggior emigrazione (dati attenzione da parte di Aire: abitanti italiani residenProvincia e Regione. Ma se il ti all'estero), non è garantito il Referendum non passa, raggiungimento del quorum, l'Altopiano le buscherà di mentre per Asiago, con solo il santa ragione e gli autoctoni, 10% di emigrati, il problema torneranno "omeni de pelo non sussiste. Se nei tre comurosso e mesi selvadeghi", così ni in bilico si ottenesse anche descritti da un abate trentino solo 1/3 dei voti degli aventi nel 1300? diritto, auspicando un'afMa quali vantaggi si avranno fluenza alle urne dei 2/3 a fare il salto? Intanto, che negli altri, si arriverebbe a l'Altopiano venga consideraquel 50% di elettori più 1, che to"zona di montagna" e usula legge prevede (10.441 fruisca dei benefici che tale votanti su 20.880 elettori, di definizione comporta (oggi, cui 3.563 residenti all'estero accorpato a Vicenza, è consinotizia Ansa del 30 /04, riladerato pianura!). Quindi, sciata dal Viminale). meno tasse e più investimenTra scuole e fagioli, i pro e i ti per una politica di consercontro vazione, tutela e promozioLa risposta del 90% degli Sotto regione autonoma la città spera di ne del territorio. Oppure che intervistati è orientata per il ottenere i diritti di "zona montana" si possa, ad esempio, mante-

BEPPA RIGONI

Reggenza, un'autonomia millenaria I primi insediamenti risalgono al della tutela dei passi. Nel 1387, la francesi, il Doge Manin decretò la Paleolitico e i primi abitatori Reggenza passò sotto i Visconti e fine della Serenissima e in appartengono all'epoca prenel 1405, fece atto spontaneo di Altopiano vi furono scontri fra la romana, ma è intorno al 1000, che dedizione alla Repubblica di locale milizia e i francesi, che gruppi dell'area linguistica bavaVenezia: in cambio della fedeltà e negavano l'autonomia del territoro-tirolese, (da cui il cimbro), ragdella sorveglianza dei confini, gli rio. Con la pace di Campoformio, giunsero l'Altopiano in cerca di altopianesi furono lasciati liberi di la Reggenza giurò fedeltà terra da coltivare. Subito allacciamantenere la piena autonomia. all'Imperatore Francesco II rono rapporti con gli Ezzelini, forNel 1797 dopo gli scontri con i d'Austria, che sconfitta da nendo le migliori truppe.

Napoleone, cedette il Veneto Con la loro caduta nel 1310 alla Francia. Nel 1807, la gli abitanti si unirono in Reggenza fu abolita e per il federazione, la: "Spettabile fiscalismo francese e la miseReggenza dei 7 Comuni" per ria (qui come in S?dtirol con difendere le Freiheiten (priAndreas Hofer) ci furono vilegi ed esenzioni fiscali), rivolte che costarono la vita a con il motto: "Dar Wohl de 70 persone. Una storia tutta Wolkes ist dar Wohl de altopianese dunque, lontana Regierung un dar Wohl de dalla realtà vicentina, perfino Regierung ist dar Wohl de come Diocesi (Padova), che Wolkes" (Il bene del popolo evidenzia come la Reggenza è il bene della Reggenza e il si sia alleata con tutte le casate bene della Reggenza è il che mantenessero l'autogobene del popolo). Perduta la verno territoriale. "Cosa c'è protezione degli Ezzelini, perciò di nuovo, se per garanVicenza tentò di conglobare tire l'autonomia e la sopravvil'Altopiano che per tutelarsi, venza della propria gente, ci passò sotto gli Scaligeri, si rivolge oggi al Trentino?" garanti dell'autonomia Francesco II d'Austria. Nell'Altopiano amministrativa in cambio sono abituati ai cambi di regime B.R.

Le spinte autonomiste sono forti ma molti asiaghesi illustri hanno detto: "Rimaniamo a Vicenza"

nere scuole anche con meno di 25 alunni e ottenere più facilmente il riconoscimento delle antiche regole che governavano il territorio. Tutte cose ovvie, parrebbe, ma che in Altopiano si sono ottenute solo lottando (vedi sanità), o che sono state perdute grazie alla cementificazione del territorio.

Dodici anni di battaglie Già nel 1995, ad Asiago si tenne un convegno in cui si parlò di passare sotto Trento, con la motivazione dell'identità etnico/linguistica (unici motivi validi per un Referendum) cui parteciparono anche esponenti della Südtirolerwolkspartei. La legge 352/70 presentava però un cavillo giuridico che rendeva possibile il passaggio solo ad Asiago, Enego e Rotzo - gli unici paesi confinanti con Trento - e non per tutta l'area; con la riforma del 2004 del titolo V, cap. I della Costituzione, (che prevedeva tra l'altro, l'espressione della volontà anche dei trentini),

questo cavillo divenne però incostituzionale. Il promotore del Comitato, Francesco Rodeghiero, fece pubblicare l'evento sul giornale locale e chiese adesioni: inizia così l'iter referendario, ma solo due comuni avevano attuato nel loro statuto il regolamento pro-Referendum, per cui il Comitato stesso, preparò le delibere, le fece adottare e iniziò la raccolta di firme. Si è dovuta però attendere la fine del commissariamento del Comune di Rotzo, a luglio 2006, per avere in mano l'ultima delibera e presentare la domanda di Referendum alla Corte Costituzionale, in data 24/11/2006. Il 29 il Referendum fu dichiarato legittimo dal Ministero dell'Interno e dal Capo dello Stato e a marzo 2007 sono state proposte le due date per il voto: il 6 o il 13 maggio. La scelta è caduta sul 6, poiché il 13 c'è l'Adunata degli Alpini ad Aosta. "Alea jacta est". Non resta che attendere.

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altovicentino

5 MAGGIO 2007

Schio. Chi si ricorda del progetto "Un chip in centro"? Dopo 18 mesi di oblio, il Comune rilancia la città virtuale

Parcheggi e negozi, tutto in un chip. Desaparecido stazioni. Queste le buone intenzioni all'avvio del progetto: purtroppo il meccanismo dev'essersi inceppato da qualche parte all'inizio, perché le tessere finora le hanno viste solo alcuni dipendenti del Comune. E le centrali operative, nessuno le ha mai viste.

Maggio 2007. Qualcuno forse si è accorto del mancato sviluppo del progetto (due soli parchimetri abilitati), caduto in sostanza nel dimenticatoio. Si vuole rivitalizzarlo, e questa volta le promesse sono più sobrie: meglio. Questa l'idea: nei prossimi giorni il bar

DI ANDREA ALBA

Schio, città virtuale: la promessa risale al gennaio 2006. Chi si ricorda del "chip in centro"? La promessa del progetto era di essere un primo passo nella creazione di una rete tecnologica e virtuale che avrebbe migliorato e reso più funzionali i servizi cittadini. Il tutto grazie a tessere prepagate e ricaricabili, da utilizzare per il parcheggio in città. A un anno e mezzo di distanza, però, si vede come i risultati effettivi seguiti in questo arco di tempo siano stati pochini: un paio di parchimetri abilitati alle tessere, in piazza Statuto e piazza "del Bao", tessere peraltro finora riservate solo ad alcuni dipendenti comunali. Per sperimentare il sistema. Uno spiraglio di luce viene dall'annuncio, fatto proprio questa settimana, di una rivitalizzazione del progetto attraverso la vendita delle tessere nei bar. Ma è forse il caso di ricordare l'accaduto, ad oggi.

Gennaio 2006. Sono molteplici le finalità che si propone il progetto "Un chip in centro", sviluppato in collaborazione tra Ascom e Comune di Schio: dalla rivitalizzazione del centro cittadino alla sperimentazione di nuove tecno-

La famosa carta che doveva permettere di fare qualsiasi pagamento a Schio si farà davvero. Forse

logie, dalla semplificazione dei servizi alla realizzazione di un vero e proprio centro commerciale all'aperto. Il piano di sviluppo dell'iniziativa dovrebbe passare, innanzitutto, dalla modifica dei parcometri attualmente in funzione. L'intenzione è quindi di predisporre le tessere multiservizi e le centrali operative. Una volta consegnati i lettori ai pubblici esercizi e le schede ai cittadini e ai commercianti, dovrebbe invece partire la fase di sperimentazione di sei mesi che, da una parte, sviluppe-

rà la fidelizzazione dei clienti attraverso l'offerta di ricarica della tessera da parte dei commercianti e, dall'altra, permetterà la valutazione dell'efficacia del sistema da parte del Comune. Al termine di questo periodo si potranno così individuare le eventuali problematiche e migliorie da applicare per l'implementazione definitiva.

Successivamente sarà possibile sperimentare e sviluppare il sistema anche su altri servizi, come le mense, le piscine, il trasporto pubblico urbano, la biblioteca e le eco-

Haiti di piazza Statuto e il bar Dante di piazza Almerico Da Schio consegneranno a una clientela selezionata alcune tessere ricaricabili che potranno essere utilizzate per il pagamento della sosta, e consentiranno di accumulare credito per il parcheggio in base alle consumazioni effettuate.

I due esercizi pubblici che partecipano a questa nuova fase di sperimentazione sono stati individuati dall'Ascom. I POS dei due bar saranno "caricati" dal Comune in modo da avere un sufficiente volume di operazioni di caricamento delle card dei clienti: a seconda delle consumazioni effettuate, gli esercenti dei due locali introdurranno inoltre nelle tessere dei "bonus" con i quali sarà possibile pagare il parcheggio.

L'intenzione è di far durare questa fase due mesi per poi far partire la sperimentazione di sei mesi (che a onor del vero avrebbe dovuto già partire da un pezzo).

Sperando che questa volta, con l'idea, prenda il Al momento con la "Schio-card" si può volo anche la promessa solo pagare qualche parcheggio Schio virtuale.

SUPPLEMENTO

DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Vbg, occasione mancata: decisiva gara 3 a pagina 14

Takahashi superstar, in Giappone è Miyuki-mania a pagina 15

Dall'aeroporto ai Ferrovieri il rugby trova casa a pagina 17

"Calcio ucciso dal business": la nostalgia di Sergio Campana a pagina 19

Anno 2 nr. 15 - Sabat0 5 maggio 2007 Supplemento al numero 57 del settimanale VicenzaPiù

Il Vicenza Volley esiliato non lascia ma ... raddoppia. La città perde la sua squadra di massimo livello, ma il club non si arrende

Ciao Vicenza

DI P AOLO M UTTERLE T OMMASO Q UAGGIO Questo saluto non può che lasciare l'amaro in bocca a tutti gli appassionati di pallavolo e ai tifosi della Minetti Infoplus, che già da questa settimana si trova esiliata dal suo palasport fuori dall'amata città, per approdare ad Imola. Per sempre. A meno che l'Amministrazione e l'Ufficio Sport, spesso in contrasto con i club vicentini, calcio incluso, non si smuovano per miracolo dalla loro posizione burocratica e pilatesca: le date dei lavori erano fissate, anche se prima che fossero note le date dei campionati interessati, quindi nessuna volontà di esaminare alternative ragionevoli (accelerazione dei lavori magari utilizzando più maestranze e anche in agosto, il mese in cui, a detta dell'Assessore Morsoletto, "in Italia non si lavora!") che consentano al club di A1 di rientrare nel PalaCia in tempo per ridurre le mortali perdite commerciali legate alle ridotte vendite pubblicitarie in un impianto chiuso per metà anno per la seconda volta in 2 anni. A Imola, quindi, il club biancorosso ha dovuto pianificare la post season, dato che almeno una partita di play off e una della Coppa di Lega si giocheranno al PalaRuggi, mentre dal 22 al 24 giugno arriveranno da tutta Italia le dodici squadre under 18 dei club di serie A partecipanti alla Girl League, la manifestazione che assegna lo scudetto giovanile di Lega, organizzata anche quest'anno dalla società berica, e di conseguenza spostata a Imola.

Sempre qui sbarcherà la prima tappa del circuito di beach volley nel fine settimana del 30 giugno -

1 luglio.

Se i percorsi per rimanere a Vicenza e dintorni sono stati fatti tutti, nemmeno restare in provincia è stato possibile, visto che per diversi motivi (concomitanze con gli impegni delle squadre locali in primis) Bassano, Schio e Zanè non si sono rivelate delle opzioni realizzabili. Idem per Verona, Pordenone e Montichiari, nonostante le aperture da parte di altri club ed amministrazioni. La scelta di Imola è stata, quindi, secondo la società, la più logica in virtù soprattutto degli ottimi rapporti con la Uisp Imola Volley, un Vicenza VolleyCenter affiliato a un'associazione, la Uisp, con i suoi 17.500 tesserati fortemente radicata su un territorio, quello di Imola e Faenza, che ha dimostrato una grande "fame" di pallavolo e una cultura sportiva (purtroppo) ben diversa da quella vicentina.

La terza formazione per anzianità della serie A1 continuerà (o ricomincerà?) il suo cammino in terra romagnola, dopo nove campionati consecutivi e 198 partite nella massima serie, oltre a 30 gare di

Una favola lunga 15 anni La favola è iniziata nel 1992, con la prima partita giocata in A2 ereditando la storia del Noventa nata nei primi anni '70. Il 1998 è l'anno della promozione in serie A1; sempre in quell'anno arrivano anche la Coppa Italia di serie A2 e il primo dei tre scudetti di Beach Volley.

Nel 2001 il primo succes-

so europeo con la conquista della Coppa Cev; pochi mesi dopo c'è la storica vittoria della Supercoppa italiana. 415 gli incontri disputati in totale tra A1, A2 e play off, coppe escluse. Per non parlare della serie innumerevole di titoli giovanili vinti, 2 scudetti inclusi.

play off, e 187 incontri di A2 compresi gli spareggi promozione, oltre a centinaia di match in Coppa Italia e in Europa. Ma la domanda che i tifosi e gran parte dei vicentini si fanno è: tutta la pallavolo di livello sparirà da Vicenza dopo l'esilio della sua A1? In ogni caso il volley nazionale non lascerà il PalaCia, assicurano al Vicenza Volley che rilancia così la sua sfida anche a chi a Vicenza gli ha remato contro, magari sperando di liberarsi di un agguerrito competitor, che ha da sempre lottato apertamente e lealmente per conquistarsi spazi e attenzioni contro la pigrizia locale.

Resterà in piedi infatti il grande progetto che riguarda le due serie B e le formazioni giovanili. La società biancorossa ha infatti già acquistato i diritti per la serie B1 femminile e sarà quindi approntata una squadra degna del terzo campionato italiano, magari facendo tornare alcune delle promesse attualmente in prestito anche in A2 e promuovendo chi

già quest'anno ha fatto bene in B2 con la Novello Vicenza, che in pochi anni potrebbe puntare all'A2. I programmi riguardano però anche il settore maschile. Al momento la scelta più lineare sarebbe quella di mantenere in B2, la Palladiogroup.it, confermando i giovani talenti lanciati quest'anno in B1, in serie D e nella Junior League. Ma in pentola bolle anche il disegno molto ambizioso di coinvolgere la federazione nazionale per far nascere nella città del Palladio una sorta di Scuola di Pallavolo al maschile sulla falsariga di quella di fatto già esistente al femminile. Insomma, di carne al fuoco per il prossimo anno ce n'è tanta, anche se la speranza di molti è quella di rivedere le minettine nella loro casa naturale: Vicenza. "Di sicuro non siamo contenti di andarcene - ha spiegato il presidente Giovanni Coviello - perché nel breve termine il danno emozionale ed economico è per noi enorme; ma al momento è l'unica strada per continuare a vivere. Ripartiremo a Imola, con tutte le difficoltà che questo comporta. Anche volendo, non è consentito iniziare il prossimo campionato in un'altra sede e poi tornare a Vicenza una volta terminati i lavori di ristrutturazione.

Senza il palazzetto a settembre rimanere qui è quindi proprio impossibile. Chiederemo comunque formalmente al Comune la disponibilità dell'impianto, indispensabile per l'ammissione al campionato, per dimostrare per l'ennesima volta che non siamo noi ad andar via ma che di fatto ci hanno cacciato".

5 MAGGIO 2007

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Basket C1 maschile. Il Vbg non sfrutta il vantaggio di gara 1 e si gioca tutto in gara 3 per il passaggio del turno. Le Under 13 campionesse provinciali

Vbg sui carboni ardenti: si va alla "bella" DI TOMMASO QUAGGIO

A decidere il cammino del Vbg sarà gara 3.

Dopo la prima vittoria casalinga al PalaLaghetto i biancorossi non sfruttano il vantaggio conquistato in gara 1 e perdono di due punti in casa del Pavia, permettendo ai lombardi di pareggiare il conto e portare i biancorossi alla "bella", sempre sul campo di Garlasco.

Vicenza parte bene, spinta da Milani e Cosentino e si porta sul 21-12 quando mancano 2' al termine del primo quarto.

Garlasco però reagisce grazie a Beretta e Da Ros che riportano i padroni di casa a -1 sul 20-21 di fine prima frazione.

La partita scorre e la tripla finale di Selle serve solo a riavvicinare Vicenza e a rendere la sconfitta meno amara, ma non consente ai ragazzi di Fedrigo di agguantare almeno i supplementari. Da segnalare, tra le file del Vbg, la fantastica prestazione del giovane Milani, autore di 35 punti, quasi la metà di quelli di squadra, e vero mattatore dell'incontro. Sabato5 maggio alle 21.15 il Vbg tornerà a Garlasco per la gara tre di spareggio, che deciderà quale delle due squadre passerà il turno e chi invece dovrà andare a giocarsi la salvezza con il Grissin Bon

L'U13 femminile sono campionesse provinciali Schio. Nel frattempo le biancorossine dell'Under 13 Vbg si diplomano campionesse provinciali con un en plein di partite vinte durante la stagione, battendo nell'ultima giornata le "cugine" del Famila Schio. Il successo corona un campionato al di là di ogni più rosea aspettativa che ha evidenziato le potenzialità delle giovani atlete allenate da Massimo Bernardini con l'assistenza di Marta Cattani: Elisa Barbieri,

Roberta Behar, Valentina Billo, Chiara Campagnolo, Alessandra Centofante, Erika Chemello, Giulia Dal Lago, Angela Dal Santo, Caterina Drago, Silvia Fanton, Roberta Fiore, Sofia Girardello, Sofia Marin, Beatrice Motterle, Lorenza Prospero, Angela Toniolo, Elisa Vicentini, Eleonora Zanetti hanno dato il massimo durante tutto l'anno, meritando un risultato certo entusiasmante per le ragazze e per la società.

L'ultimo incontro della fase provinciale, del resto, è quasi una formalità per le giovani cestiste che nel penultimo match avevano battuto il Valdagno 16-88. Contro il Famila la squadra targata "Cps di Conte Ivano", dopo un inizio di partita un po' contratto, prende infatti il largo già nel secondo parziale, e da qui è evidente la supremazia delle vicentine, che concludono quasi doppiando le avversarie.

Ora le giovani giocatrici del VBG attendono di sapere in quale girone saranno collocate per la fase regionale che inizierà ai primi di maggio e vedrà ai nastri di partenza Thermal Basket Abano, Reyer Venezia, San Bonifacio, Basket Treviso e Basket Sarcedo.

Sconfitta esterna per le ragazze VBG nel campionato U14 Femminile Eccellenza. La squadra targata "CPS di Conte Ivano" e allenata da Massimo Bernardini è riuscita a rimanere in partita solo per i primi minuti di gara contro le campionesse regionali in carica della Reyer Venezia. La superiorità fisica e l'aggressività delle più "vecchie" ed esperte giocatrici veneziane ha poi avuto la meglio sulle più giovani vicentine.

Il prossimo importante appuntamento sarà invece per le meritate Final Four regionali in programma a Bassano del Grappa sabato 28 e domenica 29 aprile. Il primo incontro sarà contro le imbattute "lupe" del San Martino di Lupari sabato 28 aprile ore 16 Palestra di Vicolo Parolini.

Ennesima vittoria per la squadra U13 Femminile del Vicenza Basket Giovane, targata "CPS di Conte Ivano".

Partita mai in discussione per le atlete vicentine allenate da Massimo Bernardini che affronteranno nell'ultima partita del campionato provinciale il Famila Schio.

Campionati provinciali, le partite della settimana Prima divisione maschile, girone A -Basket S.Nazario Pol. Fulgor Thiene, 09/05/2007 21:00, Palestra Via Papa Giovanni - Solagna (VI) -Trissinooro - Gobbo Impresa Edile, 08/05/2007 21:15, Palestra Scuole Medie Via N. Sauro - Trissino (VI) -Basket Arzignano - Pall.

Asiago, 07/05/2007 21:00, PalestraScuola Media Motterle Via 4 Martiri - ARZIGNANO (VI) -A.D.7 Mulini Basket - New Basket Povolaro, 09/05/2007 21:00, Palestra Scuole Medie Foscolo - Torri Di Arcugnano (VI) -Pol. Jonathan Pol. Carmignano, 09/05/2007 21:00, Palestra Centro

Giovanile Piazzale Cadorna Bassano Del Grappa (VI) -Albergo Giulieta- Romeo Pol. Sovizzo, 09/05/2007 21:15, Palestra Comunale Montorso (VI) Under 18 Maschile - Seconda Fase -A.D.CA - Ldogno Basket - G. Pall. Breganze, 15/05/2007 20:15, Palestra S.M.D Alighieri Via Pagello4 Caldogno (VI) -Zurlo Srl - Basket Malo, 11/05/2007 19:15, Palestra Via Mons. Filippi - Rosà (VI) -Garci a Moreno Arzignano Isello Vernici Lonigo, 12/05/2007 18:00, PalestraScuola Media Motterle Via 4 Martiri Arzignano (VI)

Federico Selle. La sua tripla finale non ha salvato il Vbg dalla sconfitta

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Takahashi vista dal Giappone. Con gli occhi del regista della Fuji Tv Takamori

Tsunami Shin: sempre sulla cresta dell'onda in particolare vogliono sapere tutto: cosa le manca del suo Per Shin lo stress Paese, come si è ambientata e mediatico è finito. interagisce con la squadra, gli Almeno per ora. aspetti tecnici del campionato itaMa in Giappone la liano e la sua vita fuori dal Takahashi-mania campo. Così tra una seduta al è più forte che palazzetto, un'intervista in un bar mai, come testi- e qualche ripresa dei monumenti moniato dalla visita della Fuji Tv di Vicenza, la povera Takahashi è della scorsa settimana. Non fosse stata praticamente assediata per per l'onnipresente videocamera, una settimana, mostrando sotto il Hirokazu Takamori poteva esse- consueto sorriso la pazienza e la re scambiato per il team manager virtù di un vero samurai. E noi, della Minetti: il regista della tv quasi per vendetta, abbiamo nazionale giapponese ha seguito voluto chiedere al suo simpatico la squadra come un'ombra per connazionale tutto quello che ci sei giorni, nelle partite, durante veniva in mente. Scoprendo gli allenamenti, persino sul pull- molte cose nuove sulla "nostra" man, sempre accompagnato dal- piccola grande schiacciatrice. l'interprete e negli ultimi giorni Takamori, dopo quasi due anni anche da una troupe di camera- fuori dal Giappone è calata la man. Il motivo non era un'im- popolarità di Shin? provvisa passione per i colori Direi di no, Shin ha sempre lo della sua bandiera nazionale, stesso successo, semmai è bensì l'interesse dei suoi compa- aumentato un po' l'interesse dei trioti per Miyuki Takahashi. Già, media per i campionati stranieri, perché la curiosità non manca nel cioè quello italiano, che generaldna del fan nipponico, e su Shin mente non è molto alto. La gente infatti si chiede che fine ha fatto Takahashi, e cerca informazioni, anche tramite internet.

Quindi gli appassionati nipponici generalmente non seguono molto gli altri campionati?

A dire il vero non seguono neppure la lega giapponese; Miyuki è entrata nel cuore dei giapponesi intervistando le compagne non c'è paragone di nazionale davanti a migliaia di spettatori. con il seguito che DI PAOLO MUTTERLE

Sol Levante… ha la nazionale.

Ogni anno in Giappone vi Comunque da quansono eventi di livello interdo da voi c'è Shin l'innazionale e questo contriteresse per il campiobuisce a tenere alto l'intenato italiano è resse. Il volley femminile è aumentato di molto. più seguito, dato che la A che livello è l'atnazionale è più forte di tenzione mediatica quella maschile, che non per la pallavolo? partecipa neppure alle C'è stato un momenOlimpiadi, ma anche perto in cui si era perso ché la squadra di l'interesse, dopo la Takahashi è formata da mancata qualificaziogiocatrici di grande persone alle Olimpiadi di nalità. Le squadre di club Sidney. Poi già ad appartengono tipicamente Atene il pubblico si è a grandi aziende, e le partiaccorto che avevamo te hanno una media di una squadra con una circa 2000-3000 spettatori a grande personalità, match. Raramente vengocon figure carismati- Nonostante i due anni trascorsi nel campioche come Takeshita, nato italiano, Shin continua a essere popola- no trasmesse in televisione.

Quest'anno il campionato la palleggiatrice alta rissima nel suo paese femminile è stato vinto 159 cm molto forte in battuta, e, ovviamente, caricare le altre compagne, lei è dall'Hisamitsu, mentre l'ex squaTakahashi. Da lì è tornata una un elemento positivo e anche dra di Shin, la Nec, non è andata grande attenzione verso la palla- una trascinatrice. L'idea che mi oltre il quinto posto, rimanendo volo femminile e i suoi personag- sono fatto è che a volte il suo sor- esclusa dalle semifinali. Anche riso sia una maschera che si è l'anno scorso era successo così, gi più noti.

Ma è vero che nel suo paese costruita, ma che anche nel suo del resto non avere Shin è una Shin non può uscire di casa per- carattere vi siano dei lati d'ombra grossa perdita per loro. tipicamente giapponesi.

Molti suoi connazionali vengoché viene assalita dai fan?

Può succedere che la gente la Comunque la gente in Giappone no in Italia a vedere le star giapriconosca e la fermi per strada, ha capito il carattere di Shin ponesi impegnate negli sport ma non penso che venga assalita. durante il World Grand Prix del professionistici, ne abbiamo Sicuramente tra le giocatrici della 2003. La nazionale di casa vinse visti molti anche qui a Vicenza nazionale è la più conosciuta, al tie break a Sapporo una partita negli ultimi due anni. Secondo anche se l'altezza non l'aiuta a molto combattuta con la Polonia, lei vengono principalmente per distinguersi, e con un paio di davanti a 10.000 spettatori. Al ter- turismo o apposta per seguire i occhiali da sole probabilmente mine della gara il presentatore propri beniamini? che doveva fare le interviste a Premesso che non conosco tutti i passerebbe inosservata.

Cosa pensate in Giappone del bordo campo era talmente emo- meccanismi che muovono i miei zionato che non riusciva neppure conterranei, la mia opinione è che carattere di Shin?

Che è molto solare, questa è la a parlare. Allora Shin gli strappò nel caso di Nakata, quando giosua caratteristica più evidente. In di mano il microfono e iniziò con cava a Roma, i turisti che erano lì nazionale la sua presenza aiuta a disinvoltura a intervistare le sue ne approfittavano e andavano a compagne di squadra, il tutto in vedere la partita sapendo che diretta televisiva. All'inizio il c'era lui, invece per città piccole gesto fece scalpore, perché era come Vicenza avviene il contravisto come un'intrusione in un rio, cioè vengono qui per Shin e ruolo non suo, ma poi la gente ha già che ci sono visitano anche la capito che così facendo Shin città. aveva risolto una situazione di In questi giorni avete fatto imbarazzo che si era creata, e da molte riprese e interviste a Shin, allora Miyuki è molto amata dal alle compagne e all'allenatrice. pubblico.

Come le utilizzerete?

Ci racconti un po' del volley nel La Fuji ha acquistato i diritti per la Coppa del Mondo di novembre e ha in cantiere tutta una programmazione per far aumentare l'interesse verso la pallavolo.

Da maggio a ottobre trasmetteremo degli speciali sulle giocatrici, puntando molto sulle loro personalità. La prima puntata, che andrà in onda a fine magNon solo Takahashi. I fan nipponici gio, sarà incentrata sulla vogliono sapere tutto sulla loro vita di Shin a Vicenza. beniamina, compreso il parere dell'al(si ringrazia Francesca lenatrice. Al centro il regista Massa per la traduzione) della Fuji Tv Hirokazu Takamori.

5 MAGGIO 2007

16 La società. Da 30 anni sotto rete per coniugare educazione e sport

Pallavolo Santa Croce Una stagione da ricordare DI ANNA MOLON (UFFICIO STAMPA FIPAV) Non poteva chiedere di più la Pallavolo Santa Croce per questo epilogo di campionato. Il bottino di successi che la società di Bassano del Grappa è riuscita a portare a casa è andato oltre ogni più rosea previsione. Dei risultati singolari, quasi inattesi, per un'associazione sportiva che da quasi 30 anni si rifà a precisi obiettivi educativi e formativi, che non guardano esclusivamente al mero risultato agonistico.

Eppure, quest'anno, le vittorie sul campo parlano da sole: i ragazzi della 1^ divisione, promossi in serie D nella scorsa stagione, hanno concluso un campionato in crescendo, mentre la 2^ divisione femminile è riuscita a conquistare un successo storico, con la promozione in 1^ divisione. Stessa felice sorte per i ragazzi della 2^ divisione, arrivati secondi in finale, staccando il biglietto per la serie superiore. Domenica scorsa è stata la volta dell'Under 13, che, arrivata

La seconda divisione maschile arrivata seconda in finale

seconda nella finale contro il Vicenza Volley, si è guadagnata il passaggio alle regionali. E per chiudere in bellezza l'Under 12 ha aggiunto un blasone alla già ricca bacheca societaria, portandosi a casa il primo posto in campionato. "È stato un anno straordinario commenta entusiasta il presidente Gianni Meneghetti -: siamo riusciti a trovare il giusto equilibrio fra atleti e allenatori e i risultati sono arrivati da soli". Entrato in società sei anni fa, l'attuale presidente al tempo era un neofita della palla-

volo, e per lui si trattava della prima esperienza in questo campo.

"Ero un po' titubante all'inizio ricorda - ma ho avuto la fortuna di trovare uno staff di collaboratori ed allenatori molto attivo, che ha condiviso fin da subito gli obiettivi societari". Obiettivi che si rifanno al progetto educativo del "Comune dei Giovani" di Bassano del Grappa, un'associazione culturale nata nel 1962 che si propone come scopo l'educazione cristiana dei giovani, attraverso degli incontri settimanali e delle attività orga-

nizzate da un Consiglio di giovani, anche l'appuntamento con il beach eletto ogni anno. "Il Consiglio è volley, nel piccolo campetto di composto da 15 persone, dai 15 ai sabbia costruito accanto al campo 30 anni - spiega Meneghetti - e cia- da calcio. scun ministro è responsabile di Dopo un brillante campionato, gli un'attività, come il calcio, la musi- obiettivi in vista della prossima ca, il teatro, la pallavolo, etc...". stagione sono di mantenere il Oltre ad aver sposato questo pro- posto in 1^ divisione per la formagetto educativo, la Pallavolo Santa zione femminile e in serie D per il Croce persegue nell'intento di maschile, e di concentrarsi con creare spazi per la socializzazione particolare cura sul minivolley e dei giovani, organizzando per il l'Under 12, che restano preziosi secondo anno di fila un campus serbatoi ai quali attingere in futuestivo. "In collaborazione con la ro. società di calcio della zona - spiega Meneghetti organizzeremo dall'11 al 22 giugno, una serie di giochi e attività sportive, tra cui il basket, l'hockey, il pattinaggio, il calcio, il volley, il karate e il rafting lungo il Brenta".

Nel periodo estivo, oltre al campus, si rinnova La promettente under 18 rosa della Santa Croce

Calendari Fipav, le partite della settimana Prima divisione Femminile girone 1 -05/05/07 20.30, Pallavolo Longare - Fado', Palasport Longare -05/05/07 20.00, U.S. Angarano Azzurra Volley Cartigliano, "S. Maria Immacolata" Bassano Del Grappa -05/05/07 20.30, Laserjet Orgiano - Banca C.C. Campiglia, S.M. "Piovene" Orgiano -05/05/07 20.00, Marzotto Sporting - Asd Pol. Brendola, Dams "Marzotto" Valdagno -05/05/07 18.30, Carmet Schio Volley Riviera Volley, Liceo Tron Schio -05/05/07 20.00, As Pallavolo Caldogno Flanet, S.M. "D. Alighieri" Caldogno Classifica: Riviera Volley 55; Marzotto Sporting 51; Fado' 49; Banca C.C. Campiglia 38; As Pallavolo Caldogno 37; Laserjet Orgiano 33; Asd Pol. Brendola 30; Angarano azzurra 28; u.s. Carmet Schio Volley 19; Volley Cartigliano 13; Flanet 12; Pallavolo Longare 7.

Prima divisione Femminile girone 2 -05/05/07 20.30, Fulgor Thiene - Asd Grumolo, Patronato "S. Gaetano" Thiene -05/05/07 18.30, U.S. Summano - Mobilfer Noventa, S.M. "Fogazzaro" Piovene Rocchette -05/05/07 18.30, Pall. Arzignano - Pgs Novale, I.T.C." M.Polo" Arzignano -05/05/07 21.00, Camec - Pall. Bassano Asd, Comunale Rossano Veneto -05/05/07 20.00, Sporting Alto Vicentino U.S. Costabissara, S.M. S. Negro Chiampo Classifica: U.S. Costabissara 52; Pgs Novale 44; Pall. Arzignano 43; Fulgor Thiene 41; Mobilfer Noventa 37; U.S. Sommano 34; Pall.

Bassano asd 31; Rollmac Pall. Trissino 26; Camec 25; Sporting Alto Vicentino 17; Asd Grumolo 13; Ecoaria 9.

Prima Divisione Maschile girone Unico -06/05/07 10.30, Finplast - R & C Scientifica

Castellana, Comunale Campiglia Dei Berici -05/05/07 20.30, Bioton P.G.S. Schio Pallavolo Longare, Palasport "Don Bosco" Schio -05/05/07 20.30, Volley Cartigliano Torrebelvolley, S.M. "Antonibon" Cartigliano -05/05/07 21.00, Zaitex Povolaro - Fulgor Thiene, Palasport Povolaro Povolaro Dueville -05/05/07 21.00, Volleyoung Volley Solagna, Liceo "Gb. Quadri" Vicenza Classifica: R & C Scientifica Castel 57; Pallavolo Longare 45; Torrebelvolley 44; Fulgor Thiene 42; Zaitex Povolaro 35; Volley Cartigliano 35; Bioton P.G.S. Schio 30; Arreda in legno 27; Volleyoung 26; PSF Volley 17; Finplast 9; Volley Solagna 5.

Seconda Divisione Femminile Girone 1 -05/05/07 17.00, Marzotto Sporting - Pall.

Arzignano, Dams "Marzotto" Valdagno -05/05/07 18.00, Pgs Novale - Fulgor Thiene, S.M. "G.Lora" Novale - Valdagno -05/05/07 18.00, Pallavolo Malo Castelgomberto, S.E. "Rigotti" Malo -05/05/07 20.00, Villaverla -Santo - San Vito Volley, S.M. "Goldoni" Villaverla -05/05/07 20.00, Yellow Wolley - Pol. Cogollo, Comunale Brogliano Classifica: Yellow Wolley 49; Castelgomberto 45; Pol. Cogollo 45; Volley Sottoriva 40; Villaverla-Santo 32; San Vito Volley 24; Pallavolo Malo 23; Marzotto Sporting 21; Pgs Novale 18; Fulgor Thiene 14; Pall. Arzignano 1.

Seconda Divisione Femminile Girone 2 -05/05/07 21.00, Il Grifone Volley Pallavolo Longare, S.M. "Bortolan" Vicenza Vi -05/05/07 20.30, Romec San Vitale - Fides Pallavolo, S.M. "G.Galilei" Isola Vicentina Vi -05/05/07 18.30, Asd Grumolo - Riva

Pallavolo, S.M. Giovanni XXII Grumolo Delle Abbadesse Vi -05/05/07 21.00, Chimica Ecologica Vicenza - Uv Montecchio Maggiore, S.M. Rodolfi Vicenza Vi -05/05/07 21.00, Volley Sandrigo - Us Astico, S.M. "Zanella" Sandrigo Vi Classifica: Riva Pallavolo 53; Il Grifone Volley 44; Marchioro Sovizzo 43; Chimica Ecologica Vicenza 42; U.S. Astico 33 ;Romec San Vitale 28; Asd Grumolo 26; Pallavolo Longare 17; Volley Sandrigo 16; Fides Pallavolo 6; Uv Montecchio Maggiore 4.

Seconda Divisione Femminile Girone 3 -05/05/07 20.30, A.S.D. Santa Croce - Off. Mecc. Zoppelletto, Palestra "Einaudi" campo 1 Bassano Del Grappa Vi -05/05/07 20.30, Acs Monticello - Volley Cassola, Palasport Monticello Conte Otto -05/05/07 18.00, Menotti Specchia - Usd Altair, Palarosa' Rosa' -05/05/07 18.00, Volley Cartigliano - Pall.

Belvedere, S.M. "Antonibon" Cartigliano -05/05/07 16.30, Prix Volley Cesuna - Gs Pall. S. Nazario, Comunale Mezzaselva Mezzaselva -Roana Classifica: Off. Mecc. Zoppelletto 55; A.s.d.

Santa croce 47; Volley Towers 41; Menotti Specchia 38; Volley Cassola 36; Prix Volley Cesuna 28; Usd Altair 22; Pall. Belvedere 18; Nazario 12; Gs pall. S. Acs Monticello 11; Volley Cartigliano 7.

Seconda divisione Maschile -05/05/07 20.30, A.S.D. Santa Croce - Off. Mecc. Zoppelletto, Palestra "Einaudi" campo 1 Bassano Del Grappa -05/05/07 20.30, Acs Monticello - Volley Cassola, Palasport Monticello Conte Otto -05/05/07 18.00, Menotti Specchia - Usd Altair, Palarosa' Rosa' -05/05/07 18.00, Volley Cartigliano - Pall.

Belvedere, S.M. "Antonibon" Cartigliano

-05/05/07 16.30, Prix Volley Cesuna - Gs Pall. S. Nazario, Comunale MezzaselvaRoana Classifica: A.S.D. Santa Croce 49; Nanto Volley 44; Volley Bassano 44; Volley Ardens 35; Volley Sottoriva 34; Usd Altair 27; Samia Schio Sport 25; Torrebelvolley 21; Volley San Marco 15; Fulgor Thiene 13; U.S. Castello 2.

Terza Divisione Femminile Girone Unico -05/05/07 20.30, Gnr San Vitale - Castellana S. Pietro, Patr. "S.Antonio" San Vitale Montecchio Maggiore -03/05/07 21.00, Sportland Creazzo - Volley San Marco, S.E. "A. Sandri" Gambellara -05/05/07 20.30, Robur Thiene - Alimentas Lonigo, Com. "M.Ausiliatrice conca - Thiene -05/05/07 17.30, Villaverla - Santo - Riviera Volley, S.M. "Goldoni" Villaverla -05/05/07 19.00, Volley Nove - A.S.D. Santa Croce, Comunale Nove via Brenta Nove Nove Classifica: Castellana S. Pietro 62; Volley Ardens 46; Sartorello 45; Sportland Creazzo 37; Volley Nove 36; Robur Thiene 33; Gnr San Vitale 31; A.S.D. Santa Croce 30; Alimentas Lonigo 21; Riviera Volley 20; Villaverla - Santo 21; G.S.D. Pozzo 20; Volley San Marco 0.

Terza Divisione Maschile Unico -05/05/07 16.00, Artifer Zane' - Ardens Autoservizi Barbiero, Palasport - Campo 2 Zane' -05/05/07 20.30, Pgs Cesuna C. Pennar A.D. POL. Cornedo, Comunale Mezzaselva Classifica: Pgs Novale 43; A.D.Pol. Cornedo 40; Arreda In Legno srl 33; Crespadoro Volley 32; Pgs Cesuna C. Pennar 27; Dueville Volley 18; Volley Rosa' 16; Volley Ardens 15; Usd Altair 15; Artifer Zane' 1.

5 MAGGIO 2007

17 Rugby. Risolto il rebus Dal Molin, rugbisti verso il trasloco. Con qualche incognita

Rangers verso i Ferrovieri, la nuova casa della palla ovale DI FRANCESCO BIANCHI

L'intricata questione dei campi di rugby sembra aver trovato la parola fine. O quasi. Una cosa è certa e va detta: presto il terreno di via Sant'Antonino non sarà più a disposizione della palla ovale. I dirigenti ed il main sponsor del Rangers Rugby Vicenza, però, non sono rimasti con le mani in mano ed hanno lavorato con solerzia per venire a capo della faccenda, in silenzio e senza clamore, ma con estrema efficacia. Nonostante la delicatezza della situazione, il Consiglio Direttivo del club berico ha lavorato nella giusta direzione chiedendo al Comune di Vicenza una sistemazione definitiva, onde uscire dalla precarietà con la quale convive da anni. Da qui la scelta dell'Amministrazione comunale - rappresentata dall'assessore Zocca - di assegnare una nuova area al rugby in zona Ferrovieri, con il consenso della Circoscrizione 7. Si tratta di un'area comunale a destinazione sportiva, spaziosa a sufficienza per un impianto nuovo e di adeguata potenzialità se confrontato a quello attuale (tre campi da gioco più tutte le infrastrutture necessarie).

Il progetto preliminare è stato predisposto dalla società sportiva e successivamente presentato tramite l'ufficio tecnico comunale.

L'Assessore allo Sport Morsoletto, infine, lo ha fatto approvare dalla Giunta comunale. Il Presidente e il Consiglio Direttivo del Rangers Rugby Vicenza hanno ottenuto, sulla base di una realizzazione a stralci, un impegno economico per costruire le prime infrastrutture del nuovo impianto, parte del quale a carico della regione, attraverso un finanziamento per l'edificazione di nuove strutture sportive di 500mila euro, e parte (altri 500mila euro) grazie a finanziamenti privati.

Bisogna ricordare che non vi erano altre valide alternative, a prescindere dalla costruzio-

Le attuali strutture in via Sant'Antonino sono state chieste per la nuova base Usa

ne della base americana al "Dal Molin". La collocazione dei campi di rugby in via S. Antonino è sempre dipesa da un contratto d'affitto debole e incerto. Inoltre, la sdemanializzazione dell'area è stata revocata dal Ministero della Difesa, ma anche la cifra da stanziare per l'eventuale acquisto del terreno sarebbe stata forse proibitiva. Infatti, in caso di vendita od alienazione dell'area, qualsiasi altro ente o privato avrebbe potuto concorrere all'acquisto, destinato al migliore offerente.

I risultati finora ottenuti, pertanto, costituiscono già un

mezzo miracolo, soprattutto se si pensa alla delicatezza della situazione venutasi a creare sul caso "Dal Molin", con tutte le strumentalizzazioni politiche del caso.

Tuttavia, i Rangers hanno deciso di non entrare nella mischia politica a testa bassa e si sono rimboccati le maniche per trovare una soluzione ragionevole e concreta, questa volta con le sottili armi della diplomazia. Nulla è ancora concluso e definitivo,

Rugby a caccia di nuovi spazi: si vede la fine del tunnel

però, c'è ancora una dura battaglia per mantenere la disponibilità dell'attuale impianto finché non sarà pronto il primo stralcio di quello nuovo. Anche la completa realizzazione della futura struttura lascia intravedere possibili difficoltà, quantunque i rugbisti biancorossi non abbiano alcuna intenzione di mollare la presa e sono ben determinati a portare in meta la loro nuova casa, la nuova casa del rugby a Vicenza.

18

5 MAGGIO 2007

Pallanuoto. Il settebello continua la sua corsa verso il podio, la Geoplast vuole tornare a vincere

Caoduro fallisce l'allungo. Vietati i passi falsi DI TOMMASO QUAGGIO I ragazzi di Matteo Greco non vanno oltre il pari contro il Geas Mi e sciupano così un'altra occasione per allungare sulle inseguitrici.

Una vittoria infatti avrebbe fatto compiere ai vicentini un passo decisivo verso il consolidamento del secondo posto in classifica, importantissimo obiettivo della stagione.

All'andata la Cauduro rimediò proprio nel capoluogo lombardo la terza sconfitta consecutiva di un inizio di stagione difficile, al quale poi fece però seguito la striscia positiva di sette vittorie consecutive, interrotta solamente contro la prima in classifica, il Torino.

Nell'analisi del pareggio pesa forse la troppa sicurezza di portare a casa un punteggio pieno, e con questo tipo di atteggiamento la squadra si è

fatta recuperare tre volte, e clamorosamente a 1e52 del terzo tempo, sul 7 a 4, Melison fallisce il rigore del possibile 8 a 4: da li inizia la rimonta del Geas. "È stata una partita strana commenta il tecnico genovese della formazione maschile ogni volta che la Caoduro accelerava andava in rete, poi non era in grado di amministrare il vantaggio. Per noi

vincere con il Geas sarebbe stato molto importante, ci avrebbe dato la possibilità di affrontare nella migliore situazione possibile, di classifica e psicologica, la restante parte del girone di ritorno. In ogni caso non dobbiamo pensare che a conquistare questo secondo posto con le nostre forze. Comunque rimane un risultato positivo, che però non ci potrà permettere di

avere altri passi falsi, e già da sabato 5 maggio ci aspetta una gara difficilissima in trasferta a Milano contro il Cus, attualmente al settimo posto, capace nell'ultima partita di battere il Geas in casa sua e di perdere di misura a Brescia. Ci aspettiamo quindi una netta prova di carattere in attesa degli scontri diretti delle pretendenti al secondo posto".

Per il setterosa vicentino invece l'ultima gara non è certo di poco conto. Nella vasca di viale Ferrarin le ragazze di Sergio Peri hanno sfoderato un'altra ottima prestazione mettendo alle corde fino alla fine la terza in classifica, la Pn Trieste. Con un inizio un po' a singhiozzo, quasi come intimorite più dalla posizione in classifica che non dai valori espressi in acqua, le vicentine vanno sotto di tre reti a zero. Tutto lasciava prevedere una goleada triestina, ed invece minuto dopo minu-

to la Geoplast cresce e grazie alle triplette di Frizzarin e Barboni si rifà sotto, e fino alla fine ha dato parecchio filo da torcere all'avversario.

Insomma alla fine si può parlare di un calo di tensione da parte delle ragazze, una condizione anche comprensibile visto che con largo anticipo il gruppo ha raggiunto l'obiettivo più importante, vale a dire la salvezza. La Geoplast ora però adesso ha un altro compito da onorare: quello di giocare un campionato più che positivo. "Come spesso accaduto - spiega il tecnico vicentino Sergio Peri - non riusciamo a realizzare in superiorità, ma sono sicuro che siamo una delle squadre con il maggior numero di realizzazioni in parità numerica. Questo è sicuramente un dato positivo da non sottovalutare a dimostrazione del discreto gioco che riusciamo ad esprimere".

Domenica 6 maggio il setterosa sarà impegnato contro il IC M Bentegodi.

5 MAGGIO 2007

19 Calcio. La nostalgia dell'avvocato Campana per un gioco che ormai si è venduto. In nome del business

C'era una volta il gioco del calcio DI FRANCESCO CAVALLARO

Agli inizi c'erano gli stadi pieni di famiglie e i giocatori pagati il giusto. Poi è successo qualcosa che lo ha rovinato. Le televisioni hanno fiutato l'affare e un po' tutti gli addetti ai lavori si sono (s)venduti.

Ora la partita è solo business, introiti che in caso di vittoria vanno a rimpinguare le già ricche casse delle società. Che nostalgia ascoltare chi il calcio lo ha vissuto come una poesia; Sergio Campana - vicentino doc, ex bomber biancorosso negli anni Cinquanta e Sessanta - è un eroe d'altri tempi. Almeno per noi che abbiamo conosciuto per la prima volta il calcio nella stagione 1987/88, quella del primo scudetto di Sacchi al Milan. Rimaniamo come incantati solo ad immaginare un mondo del pallone che, purtroppo, sappiamo già non ritornerà mai più.

"C'era una volta un calcio completamente diverso da quello di adesso - racconta Campana ; allora era solo ed esclusivamente uno sport, un'occasione

Sergio Campana

di evasione. Ci divertivamo un sacco all'interno dello spogliatoio. In particolare, durante il mio primo periodo al Vicenza, dal 1955 al 1959, eravamo come una famiglia. Adesso si usa dire che il gruppo è unito, che si rema tutti nella stessa direzione. Ma bisognava vedere allora cosa significava que-

sto: ci trovavamo anche al di fuori degli allenamenti, a turno cenavamo a casa dei compagni.

Non come adesso che finito l'allenamento ognuno va per la sua strada e arrivederci al giorno dopo. Eravamo prima di tutto degli amici; ricordo con affetto i vari Pavinato, Menti, Cappellaro, Vicini e tutti gli altri: noi sì eravamo una famiglia. Durante la settimana trascorrevamo una vita normale; praticavamo una professione piacevole, gratificante. Ora mi sembra che i calciatori si divertano sempre meno; credo sia dovuto alle tensioni che ogni partita di calcio si porta dietro. Di questi tempi se passi

il turno di Champions League hai 30 milioni di introiti, altrimenti diventa una tragedia economica. Tutto ciò è inammissibile".

Campana, 40 reti in 200 presenze con la maglia del glorioso Lanerossi, punta il dito contro le televisioni. "Hanno rovinato il sistema, sottolinea l'avvocato; il calcio si è venduto ad imprenditori senza scrupoli che sono arrivati al punto di condizionare i calendari dei campionati. Che bello quando tutte le partite iniziavano alla stessa ora; la domenica pomeriggio diventava un rito per milioni di appassionati.

Adesso no, ci sono incontri a qualsiasi ora e giorno. Chiaro che la gente non gradisce; basta guardare le statistiche

Il "grande Vicenza" ai tempi in cui giocava Campana

delle presenze negli stadi.

Negli ultimi anni sono crollate.

E poi, chi te lo fa fare a rischiare la vita andando a vedere una partita?". Campana ha legato il suo destino alla città di Vicenza: ha giocato nel mitico Lanerossi dal 1955 al 1959 e dal 1961 al 1967, ultimo anno della carriera. Vicenza è casa sua. "A Vicenza mi sono sempre trovato benissimo: da giocatore prima, da presidente dell'Associazione italiana calciatori dopo". Perché Campana proprio non ce l'ha fatta ad abbandonare il mondo del calcio: nel 1968 ha fondato l'Aic, di cui è tuttora presidente. "La sede è a Vicenza solo per una questione di comodità - ci confida -; all'inizio dell'attività le nostre istanze riguardavano il contratto collettivo dei giocatori di calcio e le varie forme di previdenza. Ora che abbiamo ottenuto queste forme di tutela ci occupiamo dei bilanci delle società e verifichiamo che gli arbitri siano indipendenti".

Un'ultima curiosità: Euro 2012? "Calciopoli non centra. Si tratta di una scelta dell'Uefa di favorire paesi emergenti, in particolare quelli dell'est".

Vorrà dire che vinceremo sul campo.

Hockey in line. La seconda squadra della Caoduro ha chiuso il campionato con un ottimo terzo posto

Diavoli "di serie B", la fucina dei giovani talenti DI SABRINA NICOLI Nella stagione 2006/2007 la formazione dei D i a v o l i Biancorossi Vicenza, che milita nel campionato di serie B, ha mantenuto lo zoccolo duro di giocatori e amici che hanno partecipato agli ultimi campionati, e che insieme sono cresciuti creando un buon gruppo e raccogliendo soddisfazioni, come è accaduto anche nel campionato terminato domenica 29 aprile. La squadra, capitanata da Giacomo Gianello e guidata anche questa stagione dal coach Bogdan Iordachioiu (ex nazionale romeno di hockey su ghiaccio che continua a contribuire alla crescita sportiva del gruppo),

si sta consolidando stata purtroppo fresempre di più e si nata da alcune sta allargando grasconfitte ed un zie all'esordio nella pareggio nel girone serie B dei Diavoli di andata del camBiancorossi di alcupionato.

Per ni giovani ex junioMassimo Maran, res e di alcuni nuovi giocatore/dirigente acquisti (vi è stato il della squadra, è ritorno in squadra stata comunque del feltrino una stagione positiA l e s s a n d r o va: "Anche queGiacomini e con lui, st'anno abbiamo sempre da Feltre, portato a termine l'arrivo del buon ex un ottimo campiodifensore del nato scontando Cittadella Nicola De Fine campionato, tempo di bilanci. Per fortuna positivi però, come negli Simoi). Purtroppo anni passati, un iniquest'anno insieme ai nuovi Yuma Hockey. zio caratterizzato dall'entrata a "acquisti" vi è stata al contem- Di anno in anno i biancorossi regime dei giocatori tardiva po la perdita di un valido com- stanno mantenendo la loro ha dichiarato -. La mia speranpagno di squadra, Mattia presenza fra i primi posti del za è che l'anno prossimo posToniolo, che dopo moltissimi girone, chiudendo quest'anno siamo cominciare ad imporci anni di militanza con i Diavoli con un valido terzo posto. La fin dalla prima partita con ha accettato l'offerta di trasfe- speranza di poter far meglio maggiore grinta e determinarirsi a giocare a Padova con lo della stagione precedente è zione dando così subito filo da

torcere alle squadre avversarie".

Anche quest'anno si è potuta vedere l'unione e l'affiatamento della squadra che, risollevatasi da un'andata di campionato un po' debole, ha risposto con un ritorno più deciso mettendo a segno ben 7 vittorie su 8 partite, battendo anche il Padova e il Bassando Skating B che si stanno contendendo in questi giorni il primo posto del girone. È importante ricordare che anche quest'anno la serie B dei Diavoli è stata più volte supportata sul campo da alcuni under 23 (i più presenti Maran Fabrizio capocannoniere, Fabio Dalle Ave e Antonio Bellinaso che sono passati in questa stagione in prima squadra) che, nonostante la giovane età, hanno dato un grande apporto nelle partite giocate.

APPUNTAMENTI Rugby.

Fine dei giochi.

Chiusa la regular season i biancorossi chiudono la stagione 2006/07 al terzultimo posto.

L'Under 15 domenica 6 maggio ospiterà il Mirano sul terreno di via S. Antonino. Scontro casalingo anche per l'Under 17, che affronterà il Badia Polesine, mentre l'Under 19 sarà di scena a Feltre. Ottime notizie dalla Scuola di Minirugby, che ha conquistato il primo posto assoluto al Torneo "Città di Padova".

Domenica 6 maggio i minirugbisti biancorossi saranno impegnati in un quadrangolare a Piazzola sul Brenta. Infine, sabato 5 maggio scatterà la fase provinciale dei Giochi Sportivi Studenteschi di rugby, con la partecipazione di dodici formazioni e circa 150 atleti.

Ciclismo.

"Granfondo Wilier Triestina Città di Vicenza".

Domenica 6 maggio si disputerà con partenza da Campo Marzo alle ore 9 la Granfondo Wilier Triestina Città di Vicenza I percorsi saranno due: uno medio di 107 chilometri e uno più lungo di 165 chilometri. Entrambi si snoderanno attraverso le colline dei Monti Berici. Al termine i partecipanti saranno gratificati da premiazioni (più di 100 i premi in palio) e da un pacco ricordo. L'organizzazione della Granfondo Wilier ha organizzato un Pasta-party al quale prenderanno parte 2000 persone tra ciclisti, autorità, organizzatori e familiari.

Baseball - C1.

B.S. Steelers.

Domenica 6 maggio alle ore 15 il B.S. Steelers incontrerà, nell'impianto di via Bellini, la squadra dell'Udine.

Basket C2 maschile.

Domenica 6 maggio alle ore 18.30 la Pallacanestro Trasteverina, sul campo del Centro Sport Palladio, incontrerà la squadra Off. Tosoni Villafranca. L'ingresso è libero.

Per ulteriori informazioni visitare il sito www.pallacanestrotrasteverina.it.

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5 MAGGIO 2007

viaggi

OltreIlGiardino - 10. Perù culla di moltissime culture e civiltà, di cui l'Inca è solo la più nota

Non si vive di solo Machu Picchu DI DANIELE BINAGHI Onestamente, non mi sarei mai aspettato di scoprire Atlantide in Sud America; invece, è proprio lì, sommersa dalle acque del Titicaca, il più alto lago navigabile del mondo. Ci arrivo attraversando un pezzettino di Perù, dalla boliviana Copacabana, e trovo che la prima capitale dell'impero Tiahuanaco era proprio lì, a due passi dalla Isla del Sol, prima che il livello della acque non costringesse i suoi abitanti a trasferirsi con armi e bagalgi. Ora si spiegava il mito della nascita di Manco Capac e Mama Oclo, fondatori della civiltà incaica, da questo lago: tutto chiaro! Felice della mia "scoperta", proseguo per Puno, dimenticabilissima cittadina sulla sponda peruviana del lago, utile solo per visitare alcuni siti archeologici come Sillustani e le isole sul lago, in particolare quelle galleggianti degli Uros che hanno bisogno di continui rinnovamenti del basamento di canne e paglia per non rischiare di affondare.

In bus raggiungo Arequipa, dove la famiglia Mercado, la cui agenzia viaggi mi sarà assai utile per consigli e dritte, mi ospita per alcuni giorni. La città è molto bella, bianca e contornata da alti vulcani, e contiene almeno due gemme da non perdere: il monastero di Santa Catalina, una vera e propria cittadella, labirintica con le sue mille celle, chiostri grandi e piccoli, e scale che finiscono nel nulla; e la "principessa dei ghiacci", ovvero la mummia di una giovane, sacrificata dall'Inca nel corso di una cerimonia che l'avrebbe elevata al rango di divinità, perfettamente conservata dal freddo intenso. Ma il divertimento maggiore è il trekking che faccio nel canyon Colca, dove vengo persino invitato dai suonatori della banda in un paesino che festeggia in semplicità Sant'Antonio; io, come ambasciatore della città patavina nonché del vecchio mondo, decido di aggregarmi, e vengo trattato con tutti gli onori (anzi, devo lottare per rifiutare l'ennesimo bicchiere di chicha, la bevanda inebriante di mais fermentato), godendo della bellissima ospitalità che mi riservano, mentre i condor volano alti.

Tornato ad Arequipa, acquisto della morbidissima lana d'alpaca da spedire a casa con il paccone periodico, poi mi rimetto in viaggio verso Nazca, attirato dal magnetismo delle famosissime linee tracciate nel deserto. Mille sono le teorie su queste linee, alcune più fantasiose delle altre; l'impressione che mi faccio io è che, similmente ai disegni rupestri degli aborigeni australiani, il deserto qui sia una grande lavagna dove culture differenti hanno tracciato per secoli simboli dai significati e dai destinatari diversi. Volarci sopra, in piccolissi-

I giorni dell'Inti Raymi sono giorni di festa, per le strade e le piazze di Cusco

mi aerei che fanno mille evoluzioni per fartele vedere bene, è un'esperienza indimenticabile, specialmente per lo stomaco dei passeggeri; a me, con la solita fortuna, capita di ottenere un volo a metà del prezzo, semplicemente per aver atteso un po' in un momento in cui la nebbia non permetteva i decolli e per aver fatto conversazione nella lingua locale con gli impiegati della compagnia aerea....

Da Nazca mi riaddentro tra le montagne, e raggiungo Cusco, l'ombelico del mondo. Capitale del Tahuantinsuyo, ovvero "delle quattro regioni riunite", la famosissima città mantiene ancora molti elementi e caratteristiche incaiche, nonostante i tentativi dei conquistadores spagnoli di cancellarle. Quando arrivo io, a ridosso del solstizio, vi si celebra l'Inti Raymi, la festa del dio Sole; il 24 giugno, in particolare, centinaia di figuranti in costume accompagnano l'Inca durante la sua sfilata per le vie della città, fino alla roccaforte di Saqsaywaman, dove l'imperatore sotto gli sguardi delle folle compie le cerimonie di saluto all'astro fiammeggiante, comprensive dell'impressionante sacrificio di un lama su di un altare di pietra

(solo in seguito, mi son reso conto che il lama era stato anestetizzato e che il cuore mostrato era di plastica). Nei dintorni, tutta una serie di altri resti, altre cittadelle, acquedotti ancora funzionanti, pietre misteriose che in occasioni particolari formano giochi di ombre e luci con simboli speciali.

Per raggiungere Machu Picchu, dimora "di vacanza" degli ultimi due inca, ignoro il costosissimo trekking lungo il Cammino Inca e anche il treno che, per 80 dollari, ti porta fino alla base della montagna, e con il bressanonese Thomas prendo una strada di cui avevo sentito parlare da altri viaggiatori: tra villaggi tranquilli, gente amichevole e limpidissime sorgenti termali arriviamo ad Aguas Calientes, e da lì ci inerpichiamo alle 5 del mattino fino all'ingresso della cittadella. Entrare per primi, senza le centinaia di turisti che arrivano in treno, e godersi questo luogo dall'atmosfera magica è favoloso, così come il vederla immergersi nel sole del mattino dall'altura dell'IntiPunku o dalla cima del Huayna Picchu; non ci stanchiamo proprio mai di star lì in seno alle nuvole, e devono quasi cacciarci fuori quando stanno per chiudere i cancelli, nel tardo pomeriggio. Tornando, camminiamo lungo la ferrovia fino ad Ollantaytambo, dove assistiamo ad un'altra festa.

Ayacucho, la meta successiva, non è troppo lontana, ma i bus da queste parti si rompono e si fermano spesso e quindi ci impiego più di 36 ore; ho però modo di stringere amicizia con Faustino, abilissimo creatore di Le linee e le figure tracciate nel deserto di Nazca si tappeti, che mi apprezzano meglio dal cielo racconta di come

la sua passione l'abbia salvato dal cadere nelle grinfie reclutatorie del movimento terrorista "Sendero Luminoso"; ora, in una regione in cui manca tutta una fascia di età, sterminata dalla guerra civile, lui offre a chi vuole imparare un mestiere la possibilità di farlo nel suo laboratorio, gratuitamente, "perché qualcuno deve pur fare qualcosa, no?".

Pisco mi presenta, tra le foschie mattutine, le fantastiche isole Ballestas, colme all'inverosimile di uccelli marini, e la penisola di Paracas, culla di un'altra civiltà preincaica; ed una superba presentazione di tali civiltà la trovo a Lima, nel museo nazionale. Lima è interessante, ma non incredibile: il museo dell'Inquisizione, la possibilità di visitare il Palazzo Presidenziale (dopo aver passato i severissimi controlli della sicurezza israeliana) ed il giro guidato offertomi dall'amico esperantista Julio ne sono i punti salienti; un'altro esperantista, di origine giapponese come tanti in questo Paese, mi ospita per alcuni giorni nella sua casa, tanto simile a quelle di Kyoto e dintorni.

Passo alcuni giorni tra le due Cordilleras, la bianca e la nera, catene montuose altissime di cui una innevata e l'altra no (anche se il riscaldamento globale pareggerà presto i conti), facendo vari trekking per vedere lagune dai colori incredibili e resti di antiche civiltà come quella Chavin; la mia base è Huaraz, dove scopro un ristorantino superbo che mi vedrà tra i suoi clienti favoriti, e da lì organizzo tutto, comprese la giornata di rafting e quella di arrampicata sul ghiacciaio Pastoruri; e mi faccio pure curare, per la modica cifra di 8 euri, un'infiammazione gengivale che mi aveva reso le ultime giornate un vero inferno.

Torno verso la costa, e completo la visita culturale fermandomi a Trujillo, di cui visito le "huacas", templi costruiti di fango consolidato tante centinaia di anni fa, e poi Chan Chan, capitale di un vasto impero anch'essa interamente fatta di fango. Altro che il fango che ora da noi si tende a gettare sulle civiltà altrui! Sipan e le sue tombe reali mi offrono la vista del cosiddetto "Tut-AnkAmon" del Sud America, un gran signore sepolto con superbi gingilli d'oro e d'argento e con parte del suo seguito e della sua famiglia, in quello che è forse uno dei più bei musei del mondo; poi, sazio di storia e cultura, passo un paio di giorni in spiaggia a Mancora, assaporando il croccante pane sfornato al mattino presto dal panettiere locale e imprecando contro una rumorosissima discoteca, prima di entrare in Ecuador...

La scheda

Perù: antichi dei e patate viola Viaggiando in bus, è d'uopo portare con sé una coperta e del cibo, date le frequenti soste impreviste per problemi tecnici, di notte e ad almeno 3000 metri di quota... In compenso, però, si potrà assistere durante il viaggio a film ancora non usciti nelle sale cinematografiche: qui la pirateria ha fatto davvero passi da gigante!

Nelle cittadine del sud si trovano spesso i mercati "contrabando", dove viene venduta merce importata in modo illegale; la cosa buffa è che tutti li conoscono, e pare vengano conservati per calmierare i prezzi nei negozi. Il metodo più sicuro è di visitarli una prima volta, senza soldi, per farsi un'idea di quel che c'è, e solo in seguito tornare a comprare portando con se nulla di più che la cifra necessaria.

A Nazca è indispensabile sorvolare le linee, per poterle apprezzare veramente; meglio i voli al mattino presto, quando la luce non appiattisce ancora i dettagli, e meglio non fare colazione prima, o vi ritroverete a dover pulire i finestrini dell'aereo.

Anche Machu Picchu andrebbe visitata al mattino presto, per evitare le folle ed avere la luce ottimale; conviene quindi passare la notte ad Aguas Calientes, invece di arrivare con il treno (peraltro inutilmente costoso).

L'Inti Raymi, durante il solstizio di giugno, è spettacolare, ma la folla a Cusco è immensa; vale la pena considerare altre località, come ad esempio le isole sul Titicaca o Ollantaytambo.

La cucina peruviana è abbastanza varia, anche se la tendenza di molti è di nutrirsi di pollo fritto; tra i piatti più curiosi ci sono forse quelli di carne di lama ed il "cuy" (porcellino d'india) arrosto, mentre sulla costa si trova spesso il "cebiche", una specie di insalata di mare; l'influenza dell'immigrazione cinese ha creato la "chifa", un tipo di mix tra i due continenti, ed i ristoranti che lo propongono sono diffusissimi; infine, ma non trascurabilmente, in Perù si possono trovare più di 200 tipi di patate differenti, comprese quelle viola!

Portogruaro- Marmande Vent'anni di Gemellaggio in Terre dei Dogi in festa L'11, il 12 e il 13 maggio prossimo Portogruaro è protagonista di due importanti eventi: i festeggiamenti di vent'anni di gemellaggio con la città francese di Marmande e la terza edizione della rassegna enogastronomica della Venezia Orientale "Terre dei Dogi in Festa".

"Terre dei Dogi in festa" ha quest'anno le caratteristiche di un viaggio nei sapori e nelle tradizioni enogastronomiche della Venezia Orientale, con degustazioni dei Vini Doc Lison Pramaggiore e dei piatti tipici della cucina veneta.

Per festeggiare l'Europa e vent'anni di gemellaggio, e quindi l'inizio di un percorso che ha portato la nostra città ad instaurare rapporti con altre realtà, prima fra tutte Ejea de Los Caballeros, con la quale dal 2001 siamo pure gemellati, ma anche con Verteneglio, in Croazia, Cinguetti, in Mauritania, e altre ancora, sono previsti incontri ed eventi, musica, danze e spettacoli. Nell'ambito di Terre dei dogi in festa, vi saranno anche alcuni stands dei prodotti agro- alimentari dei paesi ospiti.

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giovani

¡Hola Eva! (1) - Pedoni, ovvero pedine sacrificabili per gli automobilisti vicentini

Sulla strada la legge della giungla Che cosa sorprende, in positivo e in negativo, gli stranieri che visitano la città? Da questa settimana Eva, una ragazza spagnola che si trova a Vicenza per studiare l'italiano, racconta le sue esperienze all'ombra dei Berici e le "follie" dei vicentini.

DI EVA MARIA GUERRA PALLAS

Sono arrivata a Vicenza circa un mese fa. In questi pochi giorni ho imparato due cose: che a Vicenza guidano da pazzi e che per attraversare la strada bisogna avere un gran coraggio. La prima cosa la sapevo già, perché all'estero (mi dispiace darvi questa brutta notizia) gli italiani hanno fama di cattivi guidatori, ma la seconda l'ho imparata qui. Quando si esce bisognerebbe portare elmo, scudo e armatura, le macchine non si fermano mai nelle strisce pedonali.

Se qualche pedone volesse aspettare pazientemente uno spiraglio tra una macchina e un'altra dovrebbe portarsi dietro, oltre all'armatura, anche una sedia, perché il traffico è così denso nelle ore di punta che tanto vale aspetterare da seduto. Se invece si ha in po' di fretta bisogna proprio buttarsi, incrociare le dita e sperare

La famosa Abbey road dei Beatles. Se quella strada fosse stata a Vicenza, la carriera dei Baronetti di Liverpool sarebbe stata stroncata sul nascere. Da un'auto pirata

che quella macchina che si avvicina così veloce si fermi.

Dove sono i semafori? Sono così cari? Magari li vendessero all'Ikea... Nella mia città quasi tutti i passaggi pedonali hanno un semaforo: al massimo dopo 3 minuti un piccolo uomo diventerà verde e si potrà passare. Tutti i passaggi pedonali, inoltre, sono dotati di speciali riflettori che non illuminano la via ma proprio le strisce per facilitare la visibilità dei passanti. Qui ne ho visti pochi e quasi sempre in provincia. Nella mia città parte del centro è com-

pletamente pedonale e si può tranquillamente passeggiare e fare un po' di shopping. Mi sembra incredibile che a Vicenza solo corso Palladio e poche altre zone abbiano questo privilegio. Eppure tutto il centro storico se ne avvantaggerebbe.

Le biciclette non se la cavano meglio. Mi hanno detto che Vicenza è una delle città più inquinate d'Italia. Lasciare a casa la macchina per andare al lavoro o fare la spesa con la bici diventa utile e bello, ma se per farlo devi rischiare la vita, non mi sembra

così vantaggioso. Le piste ciclabili sono poche ma soprattutto hanno tratti corti e poco uniti tra loro.

Così dopo aver fato qualche metro al riparo nella corsia preferenziale, si è costretti ad andare sulla strada insieme a moto, macchine e autobus che sorpassano senza rispettare i ciclisti. E non parliamo delle rotonde! A questo punto vorrei fare un appello ai guidatori; un po' di solidarietà per favore!

Se si vuole promuovere l'uso delle due ruote, il Comune dovrebbe collocare più parcheggi per le bici nei luoghi pubblici e non solo sperare nella magnanimità di negozi e supermercati. Qui si trovano biciclette ovunque, legate a lam-

pione e panchine, senza nessun ordine. Un danno estetico ma anche un pericolo per i pedoni.

Nella mia città devono esserci, per legge, un certo numero di parcheggi per moto e bici nei punti più trafficati.

In Spagna le piste ciclabili si estendono per tutta la città. Per distinguersi bene dalla strada sono di colore rosso e si chiamano bidegorris ("strade rosse" in lingua basca), sono divise per i due sensi e collegano pure le città con i paesi vicini. La rete è così capillare che da casa mia posso andare fino in Francia (abito a 24 chilometri dal confine) percorrendo sempre le piste ciclabili. Qui non oserei nemmeno ad andare a Creazzo.

Caccia ai particolari nascosti: riuscite a vedere la vecchia signora che attraversa le strisce pedonali?

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Contro la dominante ideologia liberale un libro propone una sinistra "reazionaria"

Sinistra moderna? Conservatrice Il nuovo nemico è il "Progresso" DI ALESSIO MANNINO

Sinistra, siamo all'encefalogramma piatto?

Etichette e contenitori sono in continua mutazione (Pds e Rifondazione, Ds e Comunisti Italiani, socialisti del Garofano, della Rosa e di Arcore, ora il Partito Democratico e i dissidenti Mussi, Salvi & Co ), i pantheon si evolvono di giorno in giorno (Gramsci e Craxi, De Gasperi e Togliatti, Don Milani, Kennedy e Che Guevara - mancano solo Cicciolina e il Quartetto Cetra), tutto si muove alla

Lo scrittore Bruno Arpaia

velocità opportunistica degli appuntamenti elettorali. Una turbosinistra, così al primo, miope sguardo. Eppure c'è un vuoto, un'assenza, un difetto che resta fisso e immobile negli anni e nei decenni, almeno a partire dalla Caduta del Muro (e delle 'ideologie'). E' il pensiero. La sinistra italiana non ha un più un pensiero.

Non si sforza neppure di averlo. Non elabora più teorie, non produce più idee forti né opere a cui ispirarsi per la politica quotidiana. E' una targa antica su una casa riverniciata di continuo ma priva di fondamenta. E' uno zombie che vive e agisce telecomandato da input meccanici, senza più la benché minima ambizione di dare un senso ideale all'esistente. Si accontenta di governarlo.

E' questa l'impietosa e lucida diagnosi del giornalista e romanziere Bruno Arpaia nel suo recente "Per una sinistra reazionaria" (Guanda). Un uomo di sinistra a tutti gli effetti, si autodefinisce l'autore. Ma di una sinistra che per resta-

Dato: "Progredire resta la speranza" Pino Dato è stato il direttore del trentennale periodico vicentino "Il Sospiro del Tifoso", che oltre allo sport volgeva il suo sguardo mai banale, anzi spesso scomodo, alla politica e al costume dell'ex sacrestia d'Italia. Cattolico, di sinistra sempre e comunque, anche lui si rifà al guru del Sessantotto Herbert Marcuse per commentare il reazionarismo di sinistra di Arpaia.

Sull'idolatria dello Sviluppo, della crescita del Pil a tutti i costi, Dato invita a rileggerselo, "lì c'è tutto lo scibile". Ma salva l'ideale progressista: "Il Progresso dell'Ottocento è ancora un Mito positivo, secondo me. L'uomo per sua natura deve progredire.

Il pensiero è progresso, per definizione. Anche lo spirito progredisce. Fede e speranza, che sembrano categorie religiose più che laiche, sono in realtà categorie

umanistiche". Eppure sembra non vedere una discendenza diretta fra Progresso e la regola spietatamente ingiusta che governa il mondo attuale: "sviluppo mio = povertà tua", come esemplifica magistralmente. Né è convinto che nuovo risposte possano venire dall'incontro fra istanze di sinistra e motivi di destra: "Non mi sembra ci siano soluzioni in vista. L'unica reazione al pensiero unico dominante liberistico è stato l'integralismo islamico e tutto quanto gli ha fatto da pendant. Ma questo è un fatto reazionario-reazionario, di rivoluzionario non c'è nulla".

Insomma respinge ipotesi reazionarie: "L'unico sistema possibile è un sistema che non c'è: comunistico senza ideologie statuali e senza oppressioni. Ma è una bella utopia. Sinceramente non vedo soluzioni praticabili".

Casara: "Marcuse lo aveva già detto" Piergiorgio Casara, docente di storia e filosofia al liceo Pigafetta, è uno che sulla disfatta di speranze e d'ideali può dire molte cose. Fondatore nel lontano 1970 della sezione del Pci di Isola Vicentina, era il figlio che criticava il padre 'sfruttatore' di operai. Nel 1994 si dimette da consigliere comunale e abbandona la politica istituzionale, nauseato dal progressivo spostamento verso il centro cattolico-moderato combattuto per una vita. Dall'anno scorso non rinnova più la tessera dei Ds, anche se continua a votare a sinistra più per difendersi "da Berlusconi e dal fascismo" che non per convinzione. Casara

derubrica l'analisi di Arpaia con un 'già detto, già visto': "Basta leggersi il vecchio Marcuse e i francofortesi Adorno e Horkheimer" (il primo autore di "Eros e Civiltà" e "L'Uomo a una dimensione", teorico di una liberazione che passa tanto da Freud quanto da Marx, i secondi massimi esponenti della scuola tedesca neo-marxista, ndr). Il 'francofortese' Casara non crede più al Progresso da quel dì: "Marcuse spiega bene in che società viviamo: una poltiglia sociale, masse indifferenziate, comportamenti e mentalità che rendono omogenei i modi di pensare e di comportarsi da parte dei singoli indi-

vidui. Quale progresso? Quali diritti individuali?".

Non avendo letto il libro in questione, Casara non va molto in là. Tuttavia esclude che contro il progressismo schiavo del mercato e della tecnica di questa sinistra ci si debba rivolgere alla comunità, alle tradizioni e all'antiglobalismo cari alla destra di un tempo. "La sinistra ha già dei padri spirituali cui attingere, senza inventare nulla; purtroppo, come dice Marcuse, è stata costruita una trappola politica così articolata che nessuno riesce a districare questa matassa. Ma forse ci penserà la Natura a mettere in riga tutti", è la sua amara conclusione.

re fedele agli ideali storici riassumibili, secondo Bobbio, nell'aspirazione all'uguaglianza - denuncia l'obbedienza cieca ai dogmi del liberalismo, divenuto Pensiero Unico Dominante. Ma non per riproporre pari pari il marxismo d'antan, il comunismo dei sacri testi otto-novecenteschi.

Arpaia traccia invece la via sperimentale di un recupero di temi e idee della destra antiliberale, 'reazionaria' appunto.

La Comunità, la Tradizione (attualizzata), la demistificazione dello Sviluppo (anche nella sua fallace variante "sostenibile") e della democrazia fintamente "rappresentati-

va", distruttrice di una qualsivoglia idea di "bene comune" e appiattita sui desiderata del Dio Mercato. Criticando cioè i fondamenti stessi della modernità. Suggerendo a dispetto del titolo - questo è il nostro parere - un superamento delle stesse categorie di destra e sinistra, ormai consunte e inservibili. Come dire: ragazzi, la sinistra liberale di oggi è in realtà conservatrice, perché difende il modello di vita globale; per non tradire le sue ragioni storiche dobbiamo ricorrere agli strumenti della destra antimoderna, più adatti alle nuove esigenze. Gli strumenti teorici della sinistra

classica si sono infatti rivelati inadeguati per i guai del Ventunesimo Secolo.

Di più: secondo Arpaia al fondo della contrapposizione destra-sinistra c'è un'identica fede irrazionale, oggi antistorica: la religione del Progresso.

E' dallo stato d'accusa di questo Mito che bisogna partire per capire quanto corto sia il respiro intellettuale di partiti e formazioni 'a sinistra'. Ne abbiamo discusso, nella piccola Vicenza in cui il Partito Democratico si candida a ereditare l'egemonia della defunta Dc, con due uomini di cultura liberi e disillusi. E di sinistra.

Democrazia, un'oligarchia di partiti Nel libretto di Arpaia lo spunto critico più bollente e controcorrente è senz'altro quello sul sistema democratico. Riguardo al regime rappresentativo (la democrazia adottata in tutto l'Occidente) il 'sinistro reazionario' riprende le corrosive critiche di pensatori liberalconservatori come Panfilo Gentile ("Democrazie mafiose", 1968) e inetichettabili come Massimo Fini ("Sudditi. Manifesto contro la democrazia", 2004). In sintesi, Arpaia sostiene che la democrazia rappresentativa è un'oligarchia di partiti e lobby che non

garantisce uguaglianza e libertà più delle democrazie antiche o selvagge, anzi è peggio perché oggi votare diventa come il moto browniano di particelle, come se tutti votassero a caso, dato che la politica si misura su differenze minime, ci si gioca il diritto a governare sul 50/50. Come ha ammesso il segretario romano dei Ds, Bettini, una ventina di persone delle segreterie decide per intero la composizione delle Camere. La democrazia inoltre viene assunta come valore assunto ma in realtà è soltanto una tecnica, un metodo, di per sé

priva di "contenuti", di valori etico-politici. Un sacco vuoto.

Riempito però dall'individualismo che mette il privato sopra il pubblico, e dal consumismo che riempie le nostre vite di merci condannandoci all'insoddisfazione perenne. Pino Dato è d'accordo: "Il voto nasce da opinioni che non sono opinioni ma semplice espressione di simpatie generiche o di lettura delle statistiche di Mannheimer". Per Casara si tratta vuote chiacchiere, se non si propone un'alternativa. Già, è proprio quella che manca.

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Interventi. Un esponente locale del futuro partito spiega quali ne saranno i valori-guida. Contro ogni "massimalismo"

Pd, identikit dell'homo democraticus Edmondo Berselli, in un articolo su Repubblica del 23 aprile scorso, traccia l'identikit dell'homo democraticus, quello che secondo lui sarà "il futuro elettore del partito nuovo", il Partito Democratico. Non solo: il giornalista cerca anche di intuire quali saranno i punti di riferimento, gli esempi da seguire per l'aderente tipo del futuro Pd. E così, in questo viaggio giornalistico nell'ideale collettivo dei delegati Ds o della Margherita ai congressi di Firenze e Roma, l'arguto editorialista del quotidiano di Ezio Mauro ci fa scoprire che nei gusti e nelle preferenze sono rientrate le figure carismatiche di John Kennedy, di Martin Luther King, di Nelson Mandela e del Mahatma Gandhi. E che il suo bel ruolo se lo è ritagliato anche un mito difficile da scalfire come quello di Enrico Berlinguer. Nella fantasia popolare, peraltro, anche il leader del futuro è già acclarato: Prodi fra quattro anni lascerà l'ideale testimone del comando al suo delfino più probabile, quel Walter Veltroni che ha saputo raccogliere la fiducia dei Romani come votatissimo sindaco dell'Urbe.

Ds e Margherita hanno sicuramente esaurito la spinta propulsiva che era venuta loro dall'elemento di novità che riuscivano a rappresentare. E il popolo delle primarie non ha alcuna intenzione di affidare nuovamente a dirigenti politici consunti da anni di attività politica la leadership di un partito nuovo, diverso, originale.

Personalmente vedo, quindi, l'homo democraticus come

Federico Formisano

una persona non disposta a sottoscrivere cambiali in bianco nei confronti di chicchessia. E a non farsi irretire da uno schema a due (DsMargherita) che riproponga la mera sommatoria degli organi dirigenti dei due partiti.

Secondariamente ritengo che sarà animato, in modo molto marcato, da una cultura di governo: per anni abbiamo sentito e visto che esponenti di una certa sinistra massimalista, non riuscivano a superare quella cultura imperante secondo la quale non si deve mai e poi mai andare contro il proprio personale bagaglio culturale ed ideologico, a costo di rinunciare anche alla responsabilità dell'amministrazione dei problemi. Fece così, a Vicenza, la componente rebesaniana dei Ds nel 1998, mandando a casa il buon Marino Quaresimin; fece così, a livello nazionale,

Dai leader del centrosinistra la promessa: il Pd sarà una somma maggiore delle parti

Bertinotti, affondando il governo Prodi appena un anno dopo il suo insediamento. Hanno rischiato di ripetersi qualche mese addietro gli esponenti pacifisti sulla questione del rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan.

Il buon Democratico, quindi, avrà a cuore la risoluzione dei

problemi del paese e del territorio: vorrà preservare l'ambiente, evitare le esasperazioni nel consumo del territorio, tipiche di una sfrenata cultura speculativa, dare la giusta importanza ai problemi del sociale, incentivare l'iniziativa privata senza scadere ad esasperazioni del liberismo, dare centralità al lavoro e alla cultura. E crederà di poter governare questi fenomeni in virtù di una politica buona, centrata sul confronto e sulla partecipazione.

Generalmente il Democratico sosterrà con fermezza il cambiamento dell'attuale legge elettorale, per impedire che le scelte avvengano solo e sempre nelle segrete stanze della politica; quindi sarà un sostenitore del sistema maggioritario, dei candidati di collegio indicati con il meccanismo delle primarie, del superamento delle pluricandidature e dei plurincarichi.

L'homo democraticus, per tornare alla definizione di Berselli, vorrà cambiare la politica, veramente. Sarà assolutamente anti populista:

non tollererà che ci sia qualcuno che in virtù del controllo dei mezzi informativi, possa aggirare la rappresentanza politica per parlare direttamente al portafoglio o alla stomaco delle persone. Sarà una persona che farà ancora e sempre riferimento ai valori della nostra Costituzione.

Non sarà fascista, né razzista, né qualunquista.

Se questo sarà l'identikit ideale del buon Democratico, se l'inquinamento dei partiti non sarà tale da rimandarci indietro nel tempo, il partito che nascerà potrà essere decisivo per la storia del nostro Paese, così come il Partito Democratico dei Kennedy e di Clinton ha rappresentato un faro per l'America, così come il Labour Party ha scritto pagine di storia della Gran Bretagna, così come il socialismo di Mitterand ha permesso di costruire la Francia democratica del dopoguerra.

Sperare, in fondo, non costa nulla….

Federico Formisano Associazione per il Partito Democratico - Vicenza

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edicola

Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

L'ultima tentazione di Galan: "Forza Veneto" Quel gigante di Giancarlo Galan dice che si è stufato di fare il nano. E visto che a Roma non lo ascoltano, ha minacciato di assumere le sembianze di Franz Josef Strauss, il leggendario capo della Csu bavarese. Anche a costo di dare un dispiacere al suo partito e a Berlusconi, che prima lo assunse come venditore a Publitalia e poi gli affidò il Veneto.

Giuseppe Chiaravalloti, già presidente forzista della Calabria, ci riderebbe su. Il voluminoso governatore serenissimo, secondo lui, è solo un "simpaticissimo e valente pescatore d'altura che talora si dedica con pari successo alla politica" e "rappresenta la parte goliardica delle posizioni oltranziste".

Gli stessi avversari politici però, sia a sinistra e sia a destra (ne ha, ne ha...) devono ammettere che questa volta il "Galan Grande" ha dalla sua delle buone ragioni. Basta leggere quanto ha detto al Gazzettino Niccolò Ghedini. E cioè che "tutti i partiti del centrodestra hanno voluto andare a trattare direttamente a Roma e Forza Italia ha dovuto adeguarsi a questa metodica" basata sulla logica "questa città è mia, quella è tua".

Risultato: nonostante Bondi e Cicchitto abbiano "fatto miracoli, poveracci", la scelta del candidato polarolo a Verona era finita sul casiniano Alfredo Meocci, la cui nomina a direttore generale della Rai nonostante una incompatibilità aveva già creato al Cda destrorso un mucchio di guai. "Con lui perdiamo", aveva detto subito la Lega, candidando in alternativa (con l'appoggio di An) Flavio Tosi, l'assessore alla sanità popolarissimo nella destra più destra per battaglie come quella contro la richiesta delle donne islamiche di essere assistite nel parto solo da personale femminile. E visto che non c'è due senza tre, all'ambo di aspiranti sindaci della Cdl se n'era aggiunto un terzo, il presidente della Fiera Luigi Castelletti.

Ma come, è saltato su Galan, "siamo dei coglioni?"

Verona, per le destre venete,

Giancarlo Galan, presidente della regione Veneto

non è una città qualsiasi.

Cinque anni fa, dodici mesi dopo il trionfo berlusconiano alle politiche, la clamorosa conquista della città scaligera da parte del sorridente Paolo Zanotto fu un trauma in qualche modo simile alla perdita di Bologna da parte delle sinistre. La sua riconquista avrebbe il sapore della rivincita. Una nuova sconfitta sarebbe una catastrofe. La sfuriata galaniana un risultato l'ha ottenuto: un vertice con Berlusconi, Bossi, Calderoli, Tremonti (più al telefono Fini e Cesa) nella villa sul Garda di Aldo Brancher. Vertice finito così: Tosi candidato sindaco, Meocci vice. Quanto bastava perché Galan gonfiasse il petto: "Sono molto soddisfatto. Adesso possiamo vincere".

Liquidare la sua intemerata contro i vertici del partito come uno sfogo destinato a evaporare all'istante, però, sarebbe un errore. Dietro la minaccia di fondare un "partito veneto" che somigli alla Csu bavarese c'è infatti una insofferenza dalle radici profonde. Non solo dentro Forza Italia, che già aveva patito, con motivazioni simili, la scissione del gruppo neo-dc di Giorgio Carollo. Ma anche nella Lega e perfino nel centrosinistra. Sono decenni, a mano a mano che si lasciavano alle spalle i secoli di emigrazio-

ne e miseria, che i veneti vogliono pesare di più a Roma. Per un paradosso storico cos'è successo? Che gli anni buoni, in cui al governo c'erano il vicentino Mariano Rumor e il padovano Luigi Gui e il trevisano Bruno Visentini e altri ancora, furono quelli in cui metà delle case venete era ancora senza acqua corrente e Treviso era 56?in Italia per reddito pro capite. Quelli via via più cattivi, i recenti.

Col Veneto e il Nordest additati, a torto o a ragione, come "la locomotiva

d'Italia".

Basti citare gli esecutivi di questo scorcio di secolo. Il Nordest ha avuto un ministro su 27 (Willer Bordon, romanizzato da anni) nel governo Amato, neppure uno su 26 nel "secondo Berlusconi", neppure uno su 25 nel "terzo Berlusconi", neppure uno su 26 (a meno che non si consideri veneto Tommaso Padoa Schioppa, nato casualmente a Belluno e cresciuto pochi anni a Trieste) nel "secondo Prodi".

Somma: con un nono della popolazione, un ottavo delle

Palazzo Balbi, sede del Consiglio regionale e dell'ufficio di Galan

imprese di capitale, un settimo della ricchezza prodotta, un sesto delle industrie manifatturiere, un quinto dell' export, il Triveneto ha avuto negli ultimi anni due ministeri (si fa per dire) su 104.

Va da sé che appena le cose cominciarono a prendere questa piega, già visibile oltre venti anni fa, ci fu chi lanciò l'idea di un partito veneto. Il primo, in un'intervista al giovane Ilvo Diamanti nel 1982, fu Toni Bisaglia: "Il Veneto sarebbe pronto a partecipare a uno stato "federale". Ma l'Italia no, non sarebbe pronta.

L'ostacolo principale è nello squilibrio eccessivo tra la coesione culturale del Veneto e quella generale". Il secondo fu il potentissimo Carlo Bernini, che per fare il ministro a Roma lasciò la presidenza della Regione. E da allora l'idea si è immersa ed è riemersa come un fiume carsico. Tema: come sopportare lo squilibrio tra il "gigantismo" economico e il "nanismo" politico? Perfino i "lighisti" hanno cominciato a chiedersi: possibile che un partito nato nel Veneto sia in mano totalmente a bergamaschi e varesini? Ed è lì che si è infilato Galan: in quel malessere comune acuito in questi ultimi mesi dalla voglia di tanti comuni veneti di traslocare in altre regioni. Dura, per uno come il governatore veneto, accettare una situazione così. Ma come, lui che si vanta gagliardo d'avere "stravinto tre elezioni regionali di fila" e di aver fatto del Veneto la "prima regione d'Italia per il centrodestra" e di essere andato "molto meglio di Formigoni" e di aver "riempito la sinistra di botte"? Non bastasse, del colosso ha anche la statura fisica, l'appetito e la cotica. E l'ambizione, dicono.

Sempre crescente. Per arrivare dove?

Si vedrà. Questa mano, però, l'ha vinta lui.

Gian Antonio Stella da Il Corriere della Sera 27 aprile 2007

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regione

5 MAGGIO 2007

A Venezia per soggiornare nelle suites del "Giulietta e Romeo", con l'approvazione del Club di Giulietta di Verona

"Giulietta e Romeo". Viaggio d'amore da Verona a Venezia Venezia, si sa, è un luogo incantato. E' un museo a cielo aperto. E' un microcosmo d'amore.

Passeggiando tra le calli tortuose della città, tra chiese, vetrine illuminate da cui sorridono bizzarre, colorate, eleganti, prestigiose le maschere, sorpresi dalla maestria dei vetri soffiati lavorati artigianalmente, vi troverete nello spettacolo di Piazza San Marco che improvvisamente squarcia gli edifici per aprire lo sguardo alla laguna.

Camminerete tra la folla sul Ponte di Rialto e da lì, a pochi minuti di passeggio, fino all'antica zona di San Cassiano, dove potrete riposare nel nido d'amore di Giulietta e Romeo.

Sei suites lussuose, confortevoli e, ovviamente, romantiche.

Class, Soft, Pink, Leather, Fireplace, Mirror, ogni stanza ha il proprio carattere dove l'originalità dello stile orientale si fonde con l'architettura tradizionale veneziana, come il pavimento tipico in battuto veneziano. Poi una profu-

sione di ori, trasparenze, colori che si sposano con i lacerti di affreschi settecenteschi, con le colonne marmoree che reggono il soffitto, con la peculiare travatura in legno, della reception.

Il percorso per arrivarvi è affascinante sia che si decida di raggiungerlo via terra, sia che si scelga il più romantico e caratteristico viaggio in gondola.

Il nome del resort non sorprenda.

Quale miglior legame tra Venezia e Verona se non il filo del sentimento?

Legame scelto e fortemente cercato dai proprietari, come ci ha rivelato Alberto Bertoli che ha voluto portare un po' della sua Verona nella vicina Venezia.

Il richiamo non può che essere il magnifico pozzo settecentesco situato nell'ex androne del Palazzo (ex Sede della Lega Nord) che ora è adibito a reception.

Il pozzo si lega nell'immaginario collettivo al più famoso Pozzo dell'Amore di Verona, recentemente donato dal Comune, nelle persone dell'assessore Frigo

e dell'assessore Tamellini, al Club di Giulietta.

Il Pozzo dell'Amore, al secolo Pozzo di San Marco (caso vuole), è un'antica costruzione quattrocentesca e sorge in punto in cui, anticamente, l'acquedotto convogliava l'acqua da Avesa per raggiungere Piazza delle Erbe, dando linfa allo zampillare della fontana di Madonna Verona.

Il nome gli viene dà una leggenda medievale che racconta dell'amore di Corrado di San Bonofazio, giovane guardia d e l l ' i m p e r a t o r e Massimiliano, e di Isabella del Casato dei Donati.

La giovane, che resisteva alla sua corte, fu accusata di essere ''come di ghiaccio''.

Ella allora, per ripicca, lo invito' a saltare nel pozzo per trovarvi ''piu' freddo che ghiaccio''.

Corrado prontamente si getto' e scomparve.

Isabella, in segreto innamorata di Corrado, distrutta dal dolore, si gettò a sua volta, sparendo anch'essa.

Il Club di Giulietta è un'associazione di volontariato che promuove "spettacoli, eventi letterari e attivita' morali nel nome e nel mito dell'eroina di S h a k e s p e a r e . " Conosciuti a livello internazionale i premi "Cara Giulietta", concorso che premia ogni anno la lettera d'amore più bella, e "Scrivere per amore" dove a disputarsi il riconoscimento sono invece romanzi inediti.

Il legame tra le suites veneziane e gli innamorati veronesi si rinsalda su questo tema, con la proposta di Alberto Bertoli al Presidente del Club, Giulio Tamassia, di ospitare i vincitori del concorso per una notte al "Giulietta e Romeo" di Venezia.

Non ci resta che domandare il beneplacito essenziale: "Cara Giulietta…approvi?".

Per info: Suites Giulietta e Romeo San Polo 1858 30125 Venezia tel. 041.0994053 info@bertoliresort.com www.bertoliresort.com Club di Giulietta Info@julietclub.com www.julietclub.com Valentina Infante

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regione

5 MAGGIO 2007

SICCITÀ - Un incontro indetto dal Ministero per la settimana prossima a Roma con i rappresentanti delle Regioni

Appello di Zaia per consumo responsabile di acqua

"Nell'attesa dell'incontro indetto dal Ministero per la settimana prossima a Roma con i rappresentanti delle Regioni del bacino del Po, nel quale si affronterà il problema della siccità e si valuterà l'attivazione immediata di un programma di gestione delle risorse idriche, invito tutti i cittadini ad un utilizzo oculato dell'acqua potabile: non innaffiate giardini e orti, non utilizzate l'acqua per lavare la vettura, verificate che negli impianti non ci siano perdite. Impiegate l'acqua potabile solo per usi alimentari e igienici".

E' preoccupato il Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, per l'emergenza idrica che si prospetta e che minaccia l'agricoltura veneta.

(mais, soia) e le colture orticole e foraggiere e che a seguire interesseranno anche altre colture, quella della vite, per esempio".

"Tutto questo è ancora più preoccupante - ha aggiunto il Vicepresidente - perché avviene mentre si stanno compiendo sforzi straordinari per tutelare le nostre produzioni agroalimentari di qualità.

Non bisogna dimenticare, infatti, che il Veneto è tra le principali regioni ortofrutticole d'Italia con una produzione lorda vendibile di 870 milioni di euro e con una produzione orticola che va dai radicchi, ai pomodori, agli asparagi, alle patate.

"Sono ore tragiche per la nostra agricoltura - ha detto Zaia - perciò dobbiamo tutti agire in modo pragmatico cercando di adottare un comportamento volto al risparmio del nostro patrimonio idrico. Il deficit di precipitazioni dello scorso autunno, periodo in cui si forma la maggior parte delle riserve idriche, e temperature stagionali al di sopra della media da ben 8 mesi, basti pensare che abbiamo ad aprile temperature estive, hanno portato l'agricoltura ad un reale stato di emergenza con danni che incombono sulle colture estensive: i seminativi

Sono ben 365 i prodotti tradizionali che ci collocano ai primi posti in Italia per numero complessivo di prodotti censiti di cui 100 sono ortaggi".

"E' stata proprio la disponibilità d'acqua - ha concluso Zaia la prerogativa per lo sviluppo della nostra agricoltura per la quale non si può certo parlare di aridocoltura.

In attesa delle precipitazioni che tutti ci auguriamo cadano abbondanti e risparmiando le nostre risorse idriche otterremo due importanti risultati: aiuteremo, indirettamente, l'agricoltura e investiremo nella nostra salute perché, se riusciremo a mantenere produttivo il nostro territorio, che ci garantisce sicurezza e qualità, non saremo costretti ad acquistare prodotti di altra provenienza".

INNOVAZIONE - Nato in Veneto primo parco scientifico multipolare d'italia

Un servizio delle imprese.

Con la prima legge quadro

I 3 Parchi Scientifici e Tecnologici del Veneto, "Galileo" di Padova, "Star" di Verona e "Vega" di Venezia uniscono le forze e creano, di fatto, il primo Parco Scientifico Multipolare del Veneto.

E' questo il risultato di un Accordo siglato oggi in Giunta regionale a Venezia dai 3 Presidenti Luigi Rossi Luciani (Galileo), Alberto Aldegheri (Star) e Massimo Colomban (Vega), alla presenza dell'Assessore alle

Politiche Economiche del Veneto Fabio Gava e del Presidente di Veneto Innovazione Giorgio Simonetto.

L'Accordo, raggiunto con la regìa della Regione Veneto e di Veneto Innovazione (che coordinerà anche le attività future), porterà ad una progressiva integrazione dell'attività dei Parchi; all'attuazione di politiche unitarie di programmazione di progetti per attivare canali specifici di finanziamento regionali, nazionali e comunitari; al consolidamento del ruolo dei Parchi come cerniera tra Università e mondo produttivo; all'ampliamento del loro bacino d'utenza; all'eliminazione di duplicazioni di iniziative e del conseguente spreco di risorse. Il tutto nell'ottica di fornire attività e servizi innovativi alle imprese e

di creare una vera e propria rete di interoperabilità che coinvolga anche i circa 40 centri di ricerca, innovazione e incubazione esistenti, o di futura costituzione, in Veneto.

"Il Veneto - ha sottolineato Gava - è la prima Regione in Italia dove si crea una collaborazione così integrata tra Parchi Scientifici (nel nostro Paese ne agiscono una trentina, ma nessuno era arrivato a tanto), ed è significativo che ciò avvenga a pochi giorni dall'approvazione della prima legge quadro regionale su ricerca scientifica e innovazione tecnologica, che ha tra i propri punti cardine proprio la messa in rete ed il coordinamento del sistema-veneto, e che mi auguro possa essere approvata dal Consiglio regionale nella sessione di lavori del 3 e 4 maggio prossi-

mi".

I Parchi procederanno ora sulla base di un piano d'azione che prevede il censimento dei rispettivi progetti in atto; la definizione di un piano programmatico comune, cui seguirà lo sviluppo di progetti integrati e sinergici sul territorio con il coinvolgimento di tutti i soggetti attori di sviluppo, come Università, Camere di Commercio, Fondazioni, Organizzazioni territoriali di categoria e di imprese.

Nel contempo è già partita anche una piattaforma digitale interattiva (RETEVENETO.NET) che mette in rete e quindi rende interoperabili i migliori sistemi di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico esistenti nel territorio veneto: una vera e propria "Borsa on Line" delle conoscenze, scienze e tecnologie.

29 Carciofini sott'odio

Il signor Rossi di Alessio Mannino A-morale della favola. Un giorno il signor Rossi divenne il Big Boiardo della città: controllava la cassa depositi e soprattutto prestiti della baracca comunale. Senza luce&gas&rifiuti, infatti, il palazzo dei signorotti locali sarebbe crollato da un momento all'altro. L'omino, senz'altre credenziali che il diploma di scuola dell'obbligo e il blasone di temporaneo capofazione ufficiale della Destra Protagonista, s'imbarcò in una spericolata avventura fatta di conquiste effimere, acquisti ancora più effimeri, ed eserciti che esistevano solo sulla carta. Fu l'ideatore di una grande Mappa del Tesoro, in cui nomi e legami fra poteri e operazioni conducevano a un vicolo cieco, chiamato Buco di San Biagio. Il signor Rossi aveva le spalle coperte dal suo capo, chiamato il Conte, e da Sua Eminenza Azzurra, lady Lia Garofano. Ma i tre commisero l'errore di pestare i piedi alla Corporazione degli Impresari, i ricchi della città, e loro inviarono il loro uomo di fiducia, il temibile Sergio Doppietta. La punizione fu terribile: il signor Rossi venne messo alla pubblica gogna, e il suo Tesoro si sbriciolò sotto i colpi di fucile dell'abile cacciatore di taglie. Dopotutto, era un signor Rossi qualsiasi.

La sai l'ultima? "Può sembrare incredibile, ma alcuni operatori privati ci hanno chiesto di aprire in Afghanistan.

Ci piace l'idea che in un Paese del genere, che noi conosciamo solo attraverso notizie legate alla guerra, ci sia qualcuno che pensi a una vita normale. Che pensi cioé a lavorare, a vestirsi, a divertirsi". Cazzo, perché nessuno ci aveva pensato prima? Ci voleva quel genio coi capelli al vapore di Luciano Benetton per concepire la molto umanitaria trovata di vendere maglioni firmati ai ragazzi squartati dalle mine e orfani per le bombe a grappolo! Vorrete mica che i fieri afgani non trovino un'oretta libera per farsi un po' di shopping nella boutique made in Italy, magari graziosamente luccicante accanto alla propria casa ridotta a un cumulo di macerie…

Questo popolo piacevolmente occupato dalle truppe civilizzatrici dell'Occidente griffato, non può certo essere condannato alla drammatica assenza di punti vendita della multinazionale veneta. La gente muore, combatte, fa la fame, ma non esiste che gli manchi il golfino di cachemire. E che scherziamo? E non si sognino di farli saltare in aria, quei negozi. Ecco, noi invece ne gioiremmo.

5 MAGGIO 2007

tempo libero

L'angolo dell'oste. Dalle campagne dell'Alto Vicentino, una farina dal gusto inimitabile

Rosso, inconfondibile, Maranello: il fuoriserie della polenta La polenta non è tutta uguale. Se improntate ad uno sfruttamennon ne siete convinti, provate ad to intensivo dei campi hanno assaggiare per una volta quella, poi praticamente fatto sparire il dorata e con le inconfondibili "maranello" dalle nostre campapagliuzze marroni, ottenuta gne e dalle nostre tavole. A saldalla farina di mais Marano: vi varlo ci hanno pensato alcuni renderete conto che c'è polenta e ristoratori gelosi della tradiziopolenta, e che quella di "marane e, negli ultimi anni, il consornello" - così è chiamato comunezio di tutela che raccoglie promente il "sorgo" di Marano - ha duttori e distributori di questo davvero una marcia in più. cereale e che si sta impegnando La polenta "doc" si abbina bene con piatti tradiMerito forse di una composizio- zionali e nouvelle cousine per ottenere la denominazione ne chimica particolarmente ricca geografica protetta (Igp). di glutine (mentre nelle altre varianti Pignoletto d'oro, il mais Marano, con- Così, la polenta di mais Marano si del granoturco prevalgono gli amidi), traddistinto dalle pannocchie piccole trova oggi con relativa facilità: nei o forse della storia che sta alle spalle e rosse e dalla crescita veloce, aveva classicissimi abbinamenti con il bacdi questo prodotto, che fino alla infatti trovato subito un terreno ferti- calà e la sopressa, rivisitata a formare seconda guerra mondiale era diffusis- le in tutte quelle regioni in cui la caramelle o tortini ripieni, oppure simo in tutta la pianura padana e oggi polenta era la base di un'alimentazio- nella gustosissima versione della si trova invece confinato al mercato di ne semplice (per non dire povera) e polenta onta (cioè fritta nel sugo di nicchia dei buongustai vicentini. contadina. Lo sviluppo industriale, il cottura di involtini di carne). E non Creato a fine '800 da Antonio Fioretti cambiamento delle abitudini alimen- prendetevela se vi considereranno dei incrociando il Nostrano locale con il tari e l'arrivo di tecniche agricole polentoni: a volte ne vale la pena.

Appuntamenti. Palio delle contrade a Romano d'Ezzellino. Il cuco protagonista a Canove

Maggio, tempo di bici, camminate e fischietti DI LUCA CRACCO

Escursioni. Il mese di maggio, è proprio il caso di dirlo, comincia all'insegna del movimento.

Numerose e di vario genere sono infatti le iniziative escursionistiche promosse nel territorio vicentino per questo fine settimana. Si comincia Sabato 5 con un appuntamento a carattere culturale, ovvero la visita a villa Traverso Pedrina di Monticello di Barbarano e a villa Erizzo Schiavinato di Lovolo di Albettone in occasione de "I sabati in villa", proposta del Consorzio Pro Loco dei Colli Berici. In modo simile, la Circoscrizione 1 e il Ctg presentano a Vicenza l'ultimo incontro de "I Sabati d'Arte 2007", con la visita alle opere di Giacomo Fontana (ritrovo davanti a Palazzo Trissino, corso Palladio 98 alle 15.00). Alla stessa ora è previsto il ritrovo all'Antica Pieve per l'escursione fino al Monte di Castello, in Val Leogra.

Domenica 6, invece, è contrassegnata dalle gite in bici, con escursioni programmate in città - è il caso di "Vicenzapedala" -, ma anche a Valdagno con "Bimbi in bici" e lungo la Valsugana, per chiudere con la pedalata, promossa dall'organizzazione Zeppelin, da Vicenza a Montagnana. Non mancano poi le passeggiate; da quella organizzata all'Eremo di San Cassiano, tra i colli Berici di Lumignano, alla "Passeggiata con Bacco sulle strade

Da Valdagno a Vicenza, tante le proposte per le due ruote

del Recioto" a Zermeghedo mentre, per i più volenterosi, in occasione della "Festa dell'asparago", a Cassola è prevista una marcia non competitiva tra le zone di origine del prelibato ortaggio.

Feste. Romano d'Ezzellino festeggia la propria storia con il tradizionale "Palio delle Contrade". La sera di sabato 5 si terrà la "Cena delle contrade", con la premiazione degli angoli rustici. Il giorno successivo sarà ancora caratterizzato dagli stand gastronomici e dai prodotti esposti da ogni contrada, mentre alle 17 inizierà lo spettacolo con gli Sbandieratori degli Ezzellini e il complesso bandistico di Romano e le majorettes. A seguire la sfilata delle contrade e il 37° "Palio delle Contrade" con la tradizionale "corsa dei mussi" e la successiva premiazione.

Mostre. Si chiude sabato 5 l'esposi-

zione "Le pietre incise", a Vicenza in contrà Santi Aposoli. Scopo dell'evento, la valorizzazione della pietra naturale come arte per arredare, mediante una lavorazione innovativa che ottiene particolari effetti sulla superficie e che porta alla creazione di interessanti elementi di design e figure geometriche. A Canove di Roana, in concomitanza con la Sagra dei Cuchi, è in corso l' 8° "Biennale Internazionale del Fischietto in Terracotta".

L'evento si propone di mettere in risalto uno strumento tradizionale come il "cuco", ossia il fischietto in terracotta, mediante un'esposizione di opere e la partecipazione di un concorso diretto ai maestri "cucari" di livello internazionale. Infine, domenica 6 a Monte di Malo, in località Priabona, è prevista l'apertura di un museo dedicato ai numerosi fossili rinvenuti nella zona.

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5 MAGGIO 2007

Popcorn. Nel Labirinto del fauno il messicano Del Toro tenta una favola magica sulla Guerra Spagnola. Senza successo

Il Fauno che sbatte le corna contro la realtà DI GIULIANO CORÀ In questo film da poco uscito a noleggio, il regista Guillermo Del Toro tenta un salto di qualità, coniugando la sua passione per l'horror ed il fantastico con un soggetto 'potente': la Guerra di Spagna. La guerra è finita, ma bande di anarchici combattono ancora. Una assedia un mulino tra i boschi, nel quale, oltre ad una guarnigione militare, risiedono anche il suo feroce comandante, il capitano Vidal, sua moglie e Ofelia, di undici anni, frutto del primo matrimonio della donna. Per sfuggire agli orrori dei tempi, ed anche a quella reclusione, ove si

Ivana Baquero, la giovane protagonista del Labirinto

respirano morte e violenza, Ofelia cerca rifugio nei racconti di fate. Ed è proprio una fata a mettersi in contatto con lei. La

conduce sottoterra, in un antico labirinto, ove un vecchissimo fauno le svela la verità: lei è l'incarnazione della principessa

figlia del re del Mondo Sotterraneo, fuggita da secoli e sempre attesa.

Per tornare nel suo regno, però, dovrà superare tre prove.

Ofelia si dedica tutta a questo compito, mentre anche la vita reale segue il suo corso. Gli scontri con gli anarchici continuano, e il capitano Vidal li reprime con sanguinaria violenza.

Ma lo scontro si avvia ad un tragico epilogo, e nella stessa notte, anche Ofelia dovrà affrontare la prova fatale.

Nonostante la dichiarata intenzione del regista di stabilire un rapporto 'filosofico' tra le due vicende, esse invece per tutto il

film scorrono totalmente parallele, ma nel senso geometrico del termine, vale a dire senza mai incontrarsi, e senza mai avere alcun rapporto tra loro.

Estranee ed indifferenti l'una all'altra, si snodano indipendenti - si ha l'impressione di assistere alla proiezione di due film diversi, arbitrariamente mescolati insieme - senza che mai, come appunto ci si aspetterebbe, l'una simbolizzi e spieghi l'altra. Insomma, la metafora magica sul Franchismo è miseramente fallita, ed è anche un peccato, perché non si può negare un grande fascino alla costruzione del mondo magico in cui Ofelia si inoltra.

Decisamente, per Del Toro, si è trattato del classico passo più lungo della gamba.

Sul comodino. Il conflitto contro Saddam visto da un giovane americano. Soldato per necessità, disertore per convinzione

Fuga dall'Iraq, il lato oscuro della guerra DI GIOVANNI MAGALOTTI Joshua Key ha 24 anni, una moglie e tre figli, quando decide di arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti. Viene da Guthrie, Oklahoma: è uno dei figli dell'America più povera, quella che sopravvive a stento fra roulotte sfasciate e famiglie non meno sfasciate, lavori precari e ideali non meno precari. Si arruola perché ha bisogno di

Joshua Key. Ora vive in Canada

uno stipendio fisso e vuole poter assicurare l'assistenza sanitaria alla sua famiglia. Ce la fa, e almeno per i primi mesi tutto va bene (il suo reggimento costruisce ponti). Poi arriva la destinazione al fronte: il presidente Bush ha dichiarato guerra all'Iraq. C'è bisogno di coraggio e fermezza laggiù, perchè l'offensiva è appena iniziata.

Ma non esiste gloria in Iraq, fra

massacri di civili, campi di detenzione in cui l'unica regola vigente è la ferocia, e soldati americani mandati a morire inutilmente.

Dopo sette mesi Joshua Key torna a casa per due settimane. Non ripartirà mai più: sconvolto da tanti orrori, ha infatti deciso di disertare. Costretto a vivere clandestinamente, riesce infine a rifugiarsi con la sua famiglia in Canada.

Più che per il suo valore letterario, "Il racconto del disertore" vale come testimonianza di un percorso individuale che è, di riflesso, quello di un'intera nazione: ingannata, delusa e sconfitta in una guerra che, finita ormai ai margini dei riflettori dei mass media, continua a mietere vittime. A finire sotto accusa in questo volume, agghiacciante resoconto di una perdita di innocenza dolorosa e irreversibile, sono le bugie di chi manda a morire migliaia di persone per logiche di interesse.

Emerge inoltre la follia che è propria di ogni conflitto. E, naturalmente, il coraggio - questo sì autentico - di chi, seppure a un prezzo altissimo, ha voluto e saputo dire "basta".

Joshua Key, Il racconto del disertore, Neri Pozza Editore, 240 pp., € 15

Vicenza Più Viva: finalmente la buona notizia È la rubrica che mancava in città: una pagina dove ogni settimana i vicentini potranno annunciare la gioia di un figlio, la celebrazione di un matrimonio, il conseguimento della laurea. Perciò forza genitori, sposini e neo-laureati: chiamando al numero 0444 923362 o inviando un'e-mail all'indirizzo redazione@vicenzapiu.com potrete dare a Vicenza una buona notizia… in Più.

Tanti auguri!

I compleanni della settimana 4 maggio

Buon compleanno Giulio!

Per i tuoi 23 anni un augurio speciale.

Buon compleanno Amore!

Eleonora

5 maggio

Tanti auguri Laura!

Un augurio speciale per il tuo 14° compleanno.

Finalmente potrai sfrecciare col tuo cinquantino! da Giulio e Eleonora

6 maggio

Tanti auguri Stefano!

Caro Stefano, benvenuto nel mondo dei trentenni. Ti assicuriamo che non è così terribile come si dice! Un abbraccio da Francesco, Elena e Luca

Fondi per oltre 76 milioni di euro a favore dei comuni di Vigonza, Venezia, Verona, Rovigo, Padova, Vittorio Veneto, Montagnana e Chiampo

Arriva un grande piano per le infrastrutture.

In Regione l'incontro tra Chisso e Di Pietro Contratti di Quartiere e infrastrutture. Sono stati questi i temi affrontati nel corso della visita del ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro a Palazzo Balbi, dove è stato accolto dagli assessori regionali Renato Chisso (infrastrutture e mobilità) e Massimo Giorgetti (edilizia e lavori pubblici) e ha ricevuto il benvenuto del presidente Giancarlo Galan, impossibilitato ad essere presente, tramite il suo portavoce. Nello specifico sono stati firmati insieme agli amministratori locali interessati gli accordi che sbloccano fondi per oltre 76 milioni di euro a favore dei comuni di Vigonza, Venezia, Verona, Rovigo, Padova, Vittorio Veneto, Montagnana e Chiampo.

"L'atto che abbiamo sottoscritto ha spiegato l'assessore Giorgetti segna la conclusione di un percorso che abbiamo iniziato qualche anno fa e che di fatto consente di passare alla fase operativa per l'avvio di otto Contratti di Quartiere che riguardano altrettanti comuni della nostra regione". Contestualmente a questi, c'è stata la sottoscrizione di un altro accordo più specifico che riguarda il disagio abitativo di Venezia e del suo hinterland.

L'assessore Giorgetti ha fatto presente che l'incontro con il ministro è stata anche l'occasione per sottolineare il contributo che il Veneto intende dare al prossimo piano nazionale della casa. "In questi giorni stiamo raccogliendo le indicazioni da parte dei comuni per poi trasmetterle". Giorgetti ha segnalato anche altri due temi particolarmente strategici: da un lato la possibilità di utilizzo di aree demaniali (civili e militari) per poter intervenire e risolvere situazioni di degrado che oggi il demanio non sembra nelle condizioni di poter affrontare (ad esempio a Venezia il complesso delle Vaschette). Dall'altro il Veneto chiede la disponibilità di aree ex militari che possono rappresentare un'opportunità in ter-

mini di qualificazione urbanistica, territoriale e di investimento a costo zero per il sistema dei comuni, delle province e per la Regione.

Sottolineando che questi ultimi sono temi di lavoro, l'assessore ha ringraziato il ministro per la disponibilità data ad affrontarli assieme. Giorgetti ha inoltre fatto presente che, per quanto riguarda i Contratti di Quartiere, la Regione del Veneto e gli enti interessati hanno già depositato tutti i progetti esecutivi.

Quindi con la firma di questo accordo ci sono le condizioni di dare avvio da domani alle procedure amministrative per i lavori, grazie ai fondi del ministero.

Dopo questa prima parte con il ministro è stata affrontata anche la questione delle infrastrutture.

"L'incontro - ha detto in proposito l'assessore Chisso - ha continuato la straordinaria collaborazione tra la Regione del Veneto e il Ministro Di Pietro sul versante del fare, del fare presto, del fare bene. Abbiamo fatto il quadro sulla situazione delle grandi opere e abbiamo fissato l'attenzione su alcuni punti". Il primo è la società di gestione del Passante di Mestre dell'autostrada Padova-Venezia, in attuazione della delibera del CIPE del 26/01/2007.

Chisso ha annunciato che è stato sottoscritto oggi un accordo con cui viene costituito un gruppo di lavoro misto Ministero-RegioneANAS che ha 60 giorni di tempo per verificare la compatibilità con la normativa nazionale e comunitaria e individuare le modalità di affidamento ad una società per azioni, controllata in modo paritetico da Regione ed ANAS, delle attività di soggetto gestore del Passante e delle tratte in concessione alla Società Venezia-Padova. L'altro punto al centro dell'attenzione è stata l'intesa quadro Governo-Regione

che permette di partire con altre opere mediante il perfezionamento dell'inserimento nella legge Obiettivo. Tra queste opere la terza corsia dell'autostrada Venezia-Trieste, il sistema delle tangenziali tra Verona e Padova e altre opere da realizzare in progress come il collegamento del sistema spiagge del litorale del Veneto e la possibilità di utilizzare un corridoio alternativo di accesso al Lago di Garda. Il relativo accordo dovrà essere oggetto di sottoscrizione da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Altro punto su cui c'è stato un momento di approfondimento è quello dei tempi di progettazione dell'alta capacità ferroviaria Venezia-Trieste. "Abbiamo ottenuto dal ministro - ha detto Chisso - un impegno formale a sollecitare la RFI ad arrivare in tempi brevi alla conclusione della progettazione preliminare su questo che dovrebbe essere il completamento sul nostro territorio del Corridoio 5 ferroviario".

Per quanto riguarda infine la Romea Commerciale, Chisso ha reso noto che il Veneto ha ripreso l'iter della procedura VIA e tra breve è prevista la presentazione ufficiale a Cavarzere del tratto

veneto di questa arteria nell'ambito della stessa procedura. "Diamo un giudizio estremamente positivo di quest'incontro - ha concluso l'assessore - che prosegue sulla linea di forte collaborazione tra Regione e ministero, sulle cose da fare passo dopo passo".

Da parte sua il ministro Di Pietro, commentando gli esiti della visita, ha detto che le questioni affrontate hanno riguardato soprattutto il tema delle politiche abitative e quello delle infrastrutture che interessano il Veneto. In riferimento alle politiche abitative, il ministro ha illustrato le iniziative sul fronte del disagio abitativo, della solidarietà sociale verso le fasce più deboli, della riqualificazione delle aree urbane. I Contratti di Quartiere rientrano fra le azioni già previste dalla normativa in vigore che risultavano bloccate.

"In questo sforzo dei primi mesi di governo - ha detto Di Pietro c'è stato lo sblocco di questi interventi. Oggi questi provvedimenti definitivi permettono ad alcuni comuni di poter usufruire di risorse finanziarie che mettono insieme lo Stato, le Regioni, gli enti locali, i privati per poter riqualificare il proprio ambiente urbano". Il ministro ha ricordato anche la legge, la n. 9, del mese scorso con cui è stata prevista una nuova politica per la casa in modo concertato e con una cronotempistica molto stringente, e altri interventi di carattere normativo che si stanno approntando. "Interventi - ha aggiunto - che vanno sempre in direzione di quel "federalismo responsabile" che in parte collima con il federalismo territoriale ma può andare anche oltre".

In nome di questo "federalismo responsabile" - ha detto il ministro - è stato impostato il discorso anche in tema di infrastrutture.

Infatti, secondo il ministro, è necessario far in modo che i benefici derivanti da un'infrastruttura ricadano nella stessa regione in cui viene realizzata e che i disagi di tipo ambientale possano essere almeno in parte compensati. "E' quello che abbiamo fatto per il Passante di Mestre, i cui lavori stanno andando avanti secondo il programma.

Ora abbiamo costituito questo gruppo tecnico per verificare la soluzione societaria, ma ce l'abbiamo già. E' precisata nella stessa delibera CIPE. Una volta fatto il Passante di Mestre, tutti i proventi devono servire a pagare il Passante stesso e avere utili che servano alla comunità veneta.

Per quanto mi riguarda stiamo già lavorando per arrivare in tempo utile a destinazione anche per quanto riguarda l'assetto societario che si andrà a costituire". Il ministro ha detto che anche le opere di mitigazione ambientale dovranno essere uno dei punti della convenzione da sottoscrivere per la società che si andrà a costituire. "Il contenitore ce l'abbiamo - ha aggiunto il ministro - la possibilità di farlo ce l'abbiamo, le risorse proverranno dagli utili, bisogna solo definire i progetti. Stiamo lavorando in modo molto propositivo anche in questo senso".

Il ministro ha poi brevemente completato il quadro facendo presente che per il Mose i lavori stanno andando avanti come da programma, secondo le decisioni già prese; per la Romea Commerciale, si attende il piano finanziario. Per l'alta capacità ferroviaria, per il tratto di Trieste il progetto preliminare è pronto, mentre per Venezia RFI lo consegnerà al più presto. Con il rifinanziamento da parte della finanziaria della legge Obiettivo, 170 milioni di euro devono andare al Veneto e un gruppo misto Regione-Ministero individuerà, discutendone con gli enti locali, le priorità strategiche.

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HANNO DETTO "Siete due polli, vi siete fatti infilare dall'opposizione come due pesci boccaloni che abboccano alla prima esca" Sergio Berlato (An), riferendosi all'on. Conte e al capogruppo Rucco Il Giornale di Vicenza 30 aprile 2007

Adesso che non piove più, il governo è accusato per la sua "incapacità di programmazione". Si richiedono a gran voce "interventi infrastrutturali": in sostanza sono commesse per l'industria. (…) è la parola "programmazione" quella che non si sentiva più pronunciare da tempo. Sono i più accaniti tra i liberisti che rinnegando le proprie certezze, chiedono l'intervento pubblico che dia, soprattutto a loro, soltanto a loro, l'acqua di tutti.

Guglielmo Ragozzino Il Manifesto 27 aprile 2007

Sono pochi, sempre gli stessi.

Collezionano posti nei consigli di amministrazione di banche, aziende e fondazioni. Se li scambiano come figurine. Un tempo li chiamavano boiardi.

Ora vengono definiti top manager. (…) Pura espressione di un capitalismo neo-feudale. Nulla li ferma, né una condanna penale nè un disastro di bilancio. Arrivano a guadagnare duecento volte lo stipendio base del dipendenti dell'azienda che amministrano. Se ne vanno con liquidazioni da sceicchi. Ma poi restano nel giro.

Piero Ricca www.pieroricca.org 27 aprile 2007