VicenzaPiù n.47, 24 febbraio 2007

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DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO

Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Anno 2 nr. 47 - Sabat0 24 febbraio 2007

Mortadella alla vicentina

Nessuna etichetta di Stefano Ferrio Perché dovrei perdere tempo, mio e del lettore, dimostrando come questi ragazzi di VicenzaPiù in un anno "si sono fatti", imparando il mestiere e dimostrando che hanno quasi-appreso la difficile arte del giornalismo? Quale pulpito avrei da inventarmi per somministrare un sermone del genere, basato su rimasticamenti di massimi sistemi tipo i fatti separati dalle opinioni, o l'uso del condizionale al posto dell'indicativo? Mi toccherebbe atteggiarmi a tromboncino di fila, che della professione tutto sa e molto ha da insegnare, inorridendo alla sola idea di somigliare così a quei "Giornalisti" con tanto di maiuscola e virgolette, assisi sulle loro poltrone soprattutto per pontificare e, solo quando capita o serve, per fare informazione.

(Continua a pagina 4)

Prodi inciampa sul corteo No Dal Molin, ma a farne le spese sono proprio i manifestanti.

Perché alle porte c'è un governo con Casini

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Vicenza: Palla al centro

di Giovanni Coviello L'autorevole rivista scientifica inglese Current Biology ha diffuso un annuncio tra l'inquietante e l'eccitante: il professor John Dylan Haynes, neurologo inglese dell'Istituto Max Plank per le Scienze Cognitive, ha sviluppato una sofisticata tecnica di scanning (scansione) del cervello umano per decifrare le intenzioni di una persona. Queste risiederebbero nella parte anteriore del cervello prima di trasferirsi in quella posteriore quando da intenzioni si trasformano in azioni. Le sequenze di stimoli cerebrali (ognuna equivalente a un pensiero) vengono esaminate da un software sofisticato, che le riconosce e avverte che nella testa dell'individuo così 'sprivatizzato' si è formata l'intenzione di fare qualcosa che a breve si trasformerà nell'azione relativa.

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Irpef su e investimenti giù, Zocca e il bilancio 2007

Domeniche a piedi, perché ce ne vorrebbero di più

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Disobbedienti, il pericolo Gramigna non abita qui

Frighetto, da 17 anni tutto fare del Vicenza Calcio

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in VicenzaPiù Sport

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speciale

24 FEBBRAIO 2007

Con questo numero festeggiamo un anno esatto dall'arrivo in edicola del primo VicenzaPiù. Per l'occasione riceviamo e volentieri pubblichiamo i messaggi di auguri arrivati in redazione da parte di alcuni protagonisti della vita sociale e politica vicentina Caro direttore, nel fare gli auguri a VicenzaPiù per il suo primo anno di vita, mi viene spontaneo riflettere sul fatto che questa felice iniziativa editoriale non avrebbe potuto trovare un momento migliore per affacciarsi sul mercato. Negli ultimi mesi la Vicenza delle molte P (Palladio, Pigafetta, Piovene, Parise), ma anche la Vicenza delle capacità produttive che fanno invidia a mezzo mondo, ha conosciuto momenti di straordinaria rilevanza politica. Penso all'uscita dell'allora premier Silvio Berlusconi davanti alla platea degli imprenditori veneti alla vigilia delle elezioni. Penso alla protesta contro la Finanziaria del governo Prodi organizzata dal centrodestra. E naturalmente penso alla grande manifestazione contro l'ampliamento della base americana e all'eco che questa manifestazione ha avuto. Segno che questa città sta ritagliandosi un ruolo sempre più rilevante nello scenario politico nazionale.

Auguri, dunque, al giornale. E in bocca al lupo per le numerose attività sportive del gruppo.

Ugo Savoia Direttore del Corriere del Veneto Giovanni Coviello, per gli amici Gianni. Pare abbia iniziato a parlare quando era ancora nella culla, lamentandosi con la nursery perché accanto al suo nome mancava la foto ed il titolo era troppo piccolo. Da quel giorno non ha più smesso, utilizzando, mano a mano, gli strumenti di comunicazione più evoluti: telefoni fissi, fax, cellulari, mail e prossimamente lettura e scrittura del pensiero.

Apprezzato, osteggiato, in continuo movimento, è uno di quei dirigenti che hanno saputo meritarsi l'ideale statuina degli Oscar nel mondo della pallavolo. Si presume sia invidiato da molti, anche perché, grazie al suo giocattolino vicentino, ha potuto unire due delle passioni della sua vita: la pallavolo e la comunicazione, col suo settimanale VicenzaPiù.

Coviello è uno dei pochi dirigenti ad aver capito come si fa a trovare spazio sui giornali ed in tv. Ed ha il merito di nutrire un amore d'altri tempi per la carta stampata, per il giornale da palpeggiare tra le dita, per appagare gli occhi, per il piacere di sfogliare e leggere. Ecco perchè appena ne ha avuta l'occasione, voilà, fa nascere il suo settimanale, VicenzaPiù, che nel suo primo anno di vita ha già fatto breccia nella sua città. Buon compleanno allora, caro editore-direttore-presidente, con l'augurio di poter spegnere un mare di candeline in futuro.

Leandro De Sanctis Capo pagine di pallavolo de Il Corriere dello Sport VicenzaPiù un anno dopo. Tanto è passato dal primo numero di questa nuova avventura editoriale. Era il 25 febbraio del 2006 quando il nuovo settimanale edito da Più Media fece capolino nella città del Palladio. Ricordo bene quel periodo. A qualche chilometro di distanza stava infatti vedendo la luce un altro giornale locale.

Due settimane dopo sarebbe toc-

cato al nostro quotidiano, Il Vicenza del gruppo E Polis. Un settimanale e un quotidiano. E nel giro di un mese Vicenza si risvegliò più ricca. Perché l'informazione è di tutti, e la pluralità d'informazione un bene prezioso che va salvaguardato. In ogni sua sfumatura, dalla cronaca alla cultura, dalla politica allo sport. Ecco quindi che il settimanale VicenzaPiù, nato da una "folle" idea di Giovanni Coviello, non può che far bene a questa città. I più ottimisti non credevano sarebbe riuscito ad arrivare alla quinta pubblicazione. Invece, 365 giorni dopo, VicenzaPiù tocca quota 47 uscite.

Chapeau.

Non solo, a partire dal 23 dicembre ha raddoppiato, "partorendo" quello che a tutti gli effetti altro non è che il suo figlio naturale: VicenzaPiù Sport. Merito soprattutto della testardaggine del suo Direttore Editoriale. Curioso, ma soprattutto schietto e per questo a volte "scomodo". È anche per questo che "Cabeza blanca" di battaglie ne ha vinte tante e quella di VicenzaPiù non sarà certo l'ultima. Buon compleanno dunque e un saluto a tutti i redattori da... un collega.

Nicola Gobbo Responsabile Sport Il Vicenza Il primo compleanno, per una testata, è sempre un traguardo importante. Un giro di boa che conta, perché mostra continuità, perché premia l'impegno dei redattori, perché conferma una scelta editoriale non facile e quindi ancora più apprezzabile. Un giornale è sempre una risorsa essenziale per una comunità: è indice del suo dinamismo, della sua volontà di confrontarsi, approfondire, capire, di voler leggere meglio il presente per costruire un futuro più forte.

Buon compleanno, dunque, a "Vicenza Più": con l'augurio di continuare sulla strada che ha scelto, di mantenere uno sguardo equilibrato sugli eventi della nostra città, e di crescere ancora, sempre… più.

Massimo Calearo Presidente Associazione Industriali Vicenza Un anno di vita di VicenzaPiù è ricorrenza di cui un'organizzazione come la Cgil di Vicenza non può che compiacersi, e per svariati motivi. Il principale si chiama pluralismo dell'informazione.

Valore su cui si fonda la democrazia, e di cui ogni comunità ha profondamente bisogno, affinché tutte le sue voci abbiano espressione e opportunità di confronto.

Più sono queste voci, e più l'insieme dei loro messaggi, anche difformi, acquista autorevolezza, come ha appena dimostrato la grande manifestazione del 17 febbraio contro Camp Usa 2, caratterizzata da una meravigliosa e articolata pluralità di realtà sociali e forze politiche. Del dibattito generato da questa varietà di soggetti, VicenzaPiù ha contribuito in modo costruttivo e originale a dare testimonianza, confermando una propria presenza positiva nel panorama finalmente in mutamento dell'informazione locale

vicentina.

Se poi ci si addentra nel merito di cosa VicenzaPiù propone ai propri lettori in termini di contenuti, i motivi del compiacimento non possono che rafforzarsi.

Nonostante gli essenziali mezzi a disposizione, questo periodico si distingue per la propria impostazione chiara, semplice, alimentata dal democratico confronto di idee diverse se non addirittura di segno opposto. Il giornale ha così avuto la possibilità di rivelarsi "medium" efficace e prezioso al servizio dei lettori, che in queste pagine hanno la possibilità di scoprire come la propria comunità sia soggetta a importanti fenomeni di cambiamento. Infine una sottolineatura importante va rivolta all'"impresa VicenzaPiù". Che, oltre a essere nuova, punta in modo trainante sull'apporto di quei giovani da cui è costituita la sua piccola ma combattiva redazione. Un modo intelligente e incoraggiante di entrare nel mercato editoriale locale, arricchendolo di risorse umane e potenzialità di sviluppo.

Oscar Mancini Segretario generale della Cgil di Vicenza Quarantasette numeri! Nel suo primo compleanno "VicenzaPiù" dimostra di essere ben vivo e vegeto e di aver saputo rappresentare un motivo in più di dibattito e di confronto all'interno della comunità vicentina. Si è detto spesso che Vicenza non è in grado di sopportare tanti giornali.

VicenzaPiù dimostra invece che il territorio ha fame di notizie e soprattutto di conoscere fino in fondo situazioni, cambiamenti e prospettive affidandosi ad una pluralità di punti di vista. Una nascita, di qualsiasi tipo, resta sempre un evento importante e lieto, ma il consolidamento di una testata editoriale fa bene alla crescita complessiva e democratica del nostro piccolo grande mondo antico e moderno. Un giornale può fiorire soltanto una stagione se dietro di esso non vi è amore reale per la comunicazione e l'informazione, ma solo un malinteso senso di contrapposizione. O, peggio, di lobby. Il pubblico se ne accorge e lo condanna togliendogli fiducia e credibilità. Non è questo il caso, e ne sono lieto. Mi associo, dunque, con piacere agli auguri per questa bella ricorrenza, augurando a VicenzaPiù altri genetliaci e tante soddisfazioni.

Per il suo bene ma anche per quello della comunità vicentina.

Dino Secco Assessore provinciale al Turismo e alle Attività produttive Ho sempre sostenuto che in qualunque ambiente le persone che agiscono secondo impulsi precisi e con sostanziale coerenza di azione e d'intenti, riescano a riconoscersi, a valutarsi, a capirsi al volo.

Con Giovanni Coviello ci conosciamo da molto tempo: lui non finisce mai di rimproverarmi il bidone ( la gestione del Palasport) che asserisce io gli abbia rifilato; io replico mandandolo a quel santo paese, e sostenendo le mie ragioni.

Testoni come siamo non ammet-

tiamo che anche l'altro possa avere le sue ragioni. Ma ci riconosciamo: sappiamo che entrambi siamo animati soprattutto dalla passione. Chi glielo ha fatto fare mi chiedo spesso - a Giovanni di buttarsi in un mondo difficile come l'editoria? Chi me l'ha fatto fare di dedicarmi corpo ed anima allo sport, quello dilettantistico a fare il presidente di una società sportiva che si occupa del mondo dell'handicap? Entrambi siamo animati dagli stessi valori, dalla stessa energia, dalla stessa passione. Per questo auguro a Gianni di insistere nel suo egregio ed encomiabile impegno sul piano della comunicazione Con un fraterno arrivederci alla prossima....

Federico Formisano Associazione per il Partito Democratico Gentile Direttore, auguri sinceri, anche perché decidere di intraprendere iniziative editoriali ai giorni nostri, più che una scommessa da vincere è spesso una battaglia per non morire subito. La collettività avrebbe bisogno di ascoltare nuove voci, l'informazione paga la mancanza di pluralità e vive spesso in un regime sostanzialmente oligopolistico che poco bene si sposa con il concetto di "corretta ed equa informazione". A Vicenza serve Più informazione , a Vicenza serve Più spazio per tutti nei quotidiani e nelle televisioni locali, a Vicenza serve Più libertà e meno censura, a Vicenza quindi serve sempre più Vicenza Più!

Un giornale che dà più di quel che riceve e questo deve essere motivo di orgoglio per chi ci lavora e per chi lo dirige e non certo occasione di sconforto; chi offre qualità presto o tardi sarà ricompensato.

Alberto Filippi deputato della Lega Nord Esprimo i miei auguri più sinceri a VicenzaPiù per questo suo primo compleanno. Quando nasce una nuova testata, di solito c'è sempre un po' di scetticismo. Frutto, credo, più che di una certa abitudine mentale, che talora diventa persino pigrizia, che di un rifiuto ideologico. Il merito del direttore è stato proprio questo, far sì che la sua creatura superasse la fase benevola della curiosità iniziale per prendere poi sicura il largo nel piccolo mare dell'informazione vicentina. Un merito che vorrei ascrivere anche alla Sua redazione, perché non si vince una battaglia se non hai buoni soldati. E se VicenzaPiù è un'altra voce ascoltata significa che i suoi giornalisti e collaboratori le hanno saputo dare credibilità, oltre che attualità.

Rocco Battistella Assessore Provinciale allo sport Quando nasce e si mantiene in vita un foglio d'informazione si ampia la sfera di libertà di un paese e di una comunità. In questo paese si scambia spesso l'informazione con gli interessi, di solito espressi da chi finanzia: mi pare che con VicenzaPiù

questo sfumi, e ci sia più la voglia di raccontare che di far pressione, e questo è importante in una società complessa come la nostra.

La comunità si costruisce dal basso, e anche l'informazione "piccola" assume quindi un valore strategico: insegna la democrazia e garantisce spazi di libertà. Dire buon compleanno vuol dire che c'è un sentire che è stato soddisfatto, e sperare che questa fiammella si dilati ancora e diventi sempre più punto di riferimento di quanti vogliono far crescere una logica di cultura e pluralità.

Per questo vi auguro che il vostro compleanno sia plurale, celebrato per molti anni e condiviso con quanti trovano casa dentro la vostra fiamella.

Luigi D'Agrò deputato dell'Udc

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speciale

Un giornale “No Logo”

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Un teatro senza cartellone

Dietro le sbarre, il caos

Numero 4 - 18 marzo 2006. Dopo due anni travagliati, il cantiere del nuovo teatro civico marcia finalmente a pieno regime.

Ma restano molte incognite: chi gestirà il nuovo teatro?

Quanto costerà? Cosa andrà in scena? Interrogativi che ancora oggi non hanno trovato una risposta completa.

Numero 15 - 3 giugno 2006. Celle strapiene, turni di guardia massacranti, stanziamenti ridotti all'osso. Prima dell'indulto il carcere di San Pio X era al collasso. Una foto impietosa, ricostruita con le testimonianze di chi tra quei corridoi ci passa, o ci ha passato, una parte importante della propria vita: gli agenti e gli ex detenuti.

continua da pagina 1

Io, che invece sono e resterò fino in fondo giornalista con la minuscola e senza virgolette, posso solo sentirmi collega di questi lavoratori della scrivania. Raziocinanti sgobboni, ribaldi quanto basta per consegnare agli annali un numero 1, datato 25 febbraio 2006, in cui, pur senza didascalia (non si sa mai, magari sono due commesse), fanno omaggio al lettore di una rara immagine d'epoca delle giovanissime sorelle Maria e Ginetta Ramonda. Ovvero delle donne che, dopo la Vergine di Monte Berico, più hanno "fatto la storia" di questa strana comunità vicentina, fondata sul culto religioso della Madonna integrato con quello non meno misticheggiante dell'impresa. Artefici di un miracolo economico partito da uno spaccio di scampoli aperto vicino alla stazione delle Alte, in mezzo secolo le famose Ramonda sono riuscite a fondare un impero di punti vendita sparsi in tutta Italia, con il privilegio rispetto a Berlusconi e Prodi di non dover fare uso smodato della propria immagine come veicolo di messaggi e propaganda.

Ne consegue che una loro istantanea di contrabbando non solo vale, ma valorizza il medium da cui viene diffusa senza paragoni possibili con le foto di politici, sportivi, veline o figuranti del jet set.

"Ramondizzato" da quel piccolo grande scoop fotografico, e quindi benedetto al punto giusto, il VicenzaPiù lanciato da The President Giovanni Coviello non poteva che inoltrarsi vento in poppa nel mare magnum dell'informazione locale. Ovvio che da allora le penne si siano acuite, i titoli siano diventati più civettuoli, e le locandine tendano meno al pacchiano. Non può essere diversamente in dodici mesi di quella routine giornalistica dove la caccia alle notizie convive con telefonate semiminatorie, indigestioni di caffeina, formative frustrazioni indotte da limiti a volte invalicabili.

Fondamentale la gavetta, ma a patto che non guasti gli slanci della prima ora. Un anno dopo le immortali Sisters di Alte Ceccato, sulla questione Camp Usa 2 e servitù militari il numero precedente a questo regala un intervento illuminante come pochi altri, firmato dal professor Natalino Ronzitti, ordinario di diritto internazionale alla Luiss di Roma.

Ancora una volta l'informazione davanti a tutto, non importa se espressa da un bianco e nero d'altri tempi o dalla mail di un docente universitario. Solo così, cari amici, si resiste un anno facendo ammattire tutti quelli che di vorrebbero liquidarvi con un "Tanto, si sa, sono di destra", oppure un "Tanto, si sa, sono di sinistra".

Invece, l'unica cosa che di voi si sa resta un nome: VicenzaPiù.

Tenetevelo stretto.

Stefano Ferrio

L’ultima tentazione della Dc

Lega in crisi, Leghe in azione

Numero 22 - 22 luglio 2006.. Da un lato i centristi dell'Unione, dall'altro i loro cugini della Casa delle Libertà e i forzisti delusi: il dialogo tra gli ex democristiani è sempre più fitto. E proprio Vicenza, la culla della Balena Bianca, è il laboratorio per la creazione di un nuovo Grande Centro che potrebbe rimescolare le carte già alle prossime elezioni.

Numero 28 - 30 settembre 2006. Lo sfilacciamento interno al Carroccio vicentino e più in generale veneto, sommato al fermento di nuovi autonomisti e al malcontento di dissidenti o fuoriusciti in camicia verde. Il tutto denunciato con largo anticipo sui fallimentari congressi di Vicenza e Rovigo: un'inchiesta che ha fatto scalpore.

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L'anno che ha cambiato Vicenza continua da pagina 1 Tralasciando per un attimo tutte le implicazioni etiche della scoperta, ci piacerebbe applicare la scoperta a vari cervelli. A chi, ad esempio, ha fatto cadere (per quanto?) il governo Prodi sfruttando il caso Dal Molin: l'intenzione di provocare il presidente Romano c'era, chiaro, ma l'azione da "Muoia Sansone con tutti i Filistei" potrebbe sembrare, forse anche al prof.

Haynes, nata da un impulso incontrollato. Oppure all'Udc, di Buttiglione o dell'ex Follini, fate voi: il primo che durante "Porta a porta" dice a Maroni che di appoggiare un Prodi 2 non se ne parla, ma che vanno studiate ed attuate le condizioni per un'alleanza diversa dall'Ulivo e dalla Cdl; il secondo che afferma che il no a un Prodi 2 può diventare un sì a un nuovo Centrosinistra.

Per par condicio il test delle intenzioni andrebbe fatto anche alla Lega, che nei suoi attacchi alle divisioni dell'Ulivo causate dalla sua ala più "sinistra" dimentica di aver spesso interpretato in prima persona il ruolo di battitore libero all'interno della Casa delle Libertà.

Siamo sicuri che un eventuale ritorno al governo della Cdl, favorito dalla crisi scatenata al Senato dalla sinistra radicale, non porti poi ad una necessità costante di usare lo scanner delle intenzioni nel cervello di Maroni & Co? Di diritto, poi, una scansione andrebbe fatta anche alla testa di Prodi. Le sue intenzioni, dimettendosi, sono reali oppure, constatata l'ingestibilità della sua ala radicale, vuole solo riproporsi come traghettatore verso una coalizione puntellata da una parte dalla sinistra realista dei Ds e dall'altra dai democristiani, vecchi e nuovi? A proposito di democristiani, condannarli è stato naturale alla fine della Prima Repubblica, rimpiangerli sta diventando quasi obbligatorio nel caos attuale dell'ingovernabilità, a destra come a sinistra.

E Vicenza? Si gode la sua fama conquistata nell'ultimo anno di polo centrale di movimenti e sommovimenti. E se la macchina "interpreta intenzioni" si potesse farla lavorare sulla cronaca recente, ne verrebbe fuori che i fatti degli ultimi mesi sono legati da uno slogan che dalle nostre parti è smpre di moda: palla al (Grande) Centro! VicenzaPiù ha avuto la fortuna di vivere quest'anno spartiacque per Vicenza sin dal suo primo numero del 25 febbraio 2006. Pure quelli che ci consigliano di smettere dicono che anche il nostro giornale è stata una novità.

Grande o piccola? Decidete voi, approvandoci o criticandoci. Noi cercheremo di essere Più vivi che mai. Grazie.

Giovanni Coviello

speciale

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Una città tutta incenso e schei La stazione dalle uova d’oro Numero 32 - 28 ottobre 2006.. Il luogo comune sulla città delle cento chiese, del doroteismo come categoria dello spirito, della curialità come cifra della vicentinità: uno stereotipo che sopravvive in superficie ma ne nasconde un altro, ben più attuale. Quello di un popolo dedito alla religione del denaro e dei consumi. Da sacrestia a partita Iva d'Italia. Coi laici assenti.

Numero 37 - 2 dicembre 2006. Anche Vicenza nel grande business che si sta aprendo intorno alle ferrovie italiane: la stazione si rifà il look, e tra le biglietterie e i depositi bagagli apriranno librerie, agenzie di servizi e negozi di abbigliamento. Una trasformazione che stava passando sotto silenzio, e che andrà ad avvantaggiare soprattutto i privati.

Vicentini tutti in piazza

Vicenza, Val Susa 2

Numero 40 - 23 dicembre 2006. L'ultimo numero del 2006 lo abbiamo dedicato al lettore, al cittadino di Vicenza che sul caso Dal Molin ha scoperto per la prima volta nella sua storia la passione esaltante di impegnarsi con tutto se stesso per un problema di vivibilità e coerenza ideale, pro o contro non importa. Inchiesta esclusiva sul villaggio americano a Quinto Vicentino.

Numero 43 - 27 gennaio 2007. Quello che oggi giurano i capi del fronte contrario alla nuova base americana - impedire i lavori con la resistenza fisica - è già stato sperimentato nella valle fra Torino e Lione.

Ecco allora spiegato il "modello Val di Susa" dalle voci dei suoi protagonisti. Scoop: per la prima volta si dà la notizia della lista No Dal Molin, che potrebbe correre alle elezioni provinciali.

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approfondimenti

24 FEBBRAIO 2007

L'ipotesi Udc in una nuova maggioranza a Roma spiana la strada a un centrosinistra llocale senza comunisti e verdi

Prodi giù, Ulivo berico col Grande Centro DI ALESSIO MANNINO

Mentre scriviamo, nessuno sa ancora quale formula sarà escogitata dalle lambiccate alchimie della politica italiana.

Quello che sappiamo è che non è certo un caso se la crisi di governo apertasi mercoledì 21 sulla politica estera sia scoppiata a soli 4 giorni dalla marcia di Vicenza del 17 febbraio. Questa è stata fatta passare come il trionfo della sinistra radicale, oggi sul banco degli imputati per aver costretto alle dimissioni Romano Prodi a causa dell'astensione di due senatori (espulsi) di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani. Non è stata la piazza a far cadere il governo di centrosinistra. E' stato il dissenso

interno al centrosinistra che quella piazza si esprimeva. Ma incolpare l'ala sinistra della maggioranza e chiudere qui il discorso sarebbe fermarsi alla superficie. Perché il corteo vicentino doveva essere l'ultimo tango di un ballo pericoloso che proprio Rifondazione e Comunisti Italiani (e i Verdi) intendevano usare per far sbollire la protesta e al contempo tenere sotto pressione la parte riformista dell'Unione. Se c'era qualcuno che non aveva alcun interesse a scagliare quella piazza delusa e ribelle contro il governo, insomma, erano proprio loro. Ora invece sono i riformisti, è quella parte maggioritaria dei Ds e quella Margherita che vogliono fondersi nel Partito Democratico, sono loro ad avere le mani libere dal logorante e precario equilibrio con la sinistra estre-

Se a Roma c’é crisi, a Vicenza si preparano nuove alleanze. Pianificate da tempo

ma. Per fare cosa? Per sostituirli con un'Udc transfuga dalla CdL, che Casini dopo appena qualche minuto dal voto in Senato aveva già dato per disponibile e ben felice di tornare a Palazzo Chigi.

Un'operazione che qui a Vicenza è nell'aria da mesi. A posteriori, l'intervento a tre teste di Fabris (Udeur), Carollo (Veneto per il Ppe, ex azzurri) e Giuliari senior (Italia di Mezzo, folliniano) calato proprio nel gior-

no della marcia, acquista un senso ben preciso: cari Ds e Margherita, ancora non avete né un programma né un candidato e con la sinistra dell'Unione siete a ferri corti in provincia, noi siamo sul mercato. Magari anche con l'Udc. Affare rischioso, per l'Ulivo berico: già eroso dal malcontento per la tiepidezza sul fronte Ederle 2, regalerebbe voti a verdi e comunisti. Facendone un altro pieno al serbatoio (per ora virtuale) di una lista No Dal Molin. Ma è esattamente lo sbocco su cui la diessina Sbrollini e il margheritino Doppio puntavano le loro deboli carte per evitare il tracollo alle elezioni provinciali di primavera e per sperare nella vittoria alle comunali dell'anno prossimo. A Roma Prodi non ride. I suoi proconsoli a Vicenza forse sì.

Bilancio del corteo anti-base: le polemiche, i falsi allarmi, il valore politico

La Marcia dei Centomila, un salutare shock di democrazia sero manifestanti da tutta Italia.

Naturale, quindi, che soverchiassero gli abitanti locali (che non era "quattro magnagatti", come qualcuno ha scritto). Ma se, come giustamente ha sempre fatto notare il sindaco Hullweck, la Ederle 2 è un caso di politica estera, dov'è lo scandalo se a Vicenza vengono italiani da ogni parte?

Paura e spauracchi. La settimana precedente al corteo era stata uno stillicidio di dichiarazioni e segnali di tensione. I più inquietanti quello del ministro degli Interni Giuliano Amato, che collegava gli arresti delle Br con eventuali "atti di ostilità di spezzoni del corteo contro le forze dell'ordine", e quello del Sap, il sindacato di destra della polizia, che invitava i parlamentari a disertare l'evento. Ora, non avendo il benché minimo elemento concreto per sospettare possibili disordini, salvo il malumore provocato da loro stessi su coloro che erano intenzionati a venire a Vicenza, gli allarmisti hanno fatto una vera figuraccia. Tutte i giornali di ogni orientamento hanno rilevato il carattere assolutamente pacifico, addirittura allegro, della manifestazione. E questo grazie prima di tutto ai partecipanti. Ma anche al questore Dario

va più correttamente interpretata come "strategia dello spauracchio", nel tentativo (fallito) di far venire meno persone possibile a Vicenza.

Ghost-town.

Camminare per le vie del centro fra la mattina e il pomeriggio del 17 era come aggirarsi nel silenzio spettrale di una cittàfantasma del Far West. Si sentivano appena le serrande che sbattevano e il sibilo del vento. Ma solo per qualche ora, più esattamente per quelle quattro ore, dalle 14 alle 18, in cui i 100 mila partecipanti Dopo il successo della manifestazione anche hanno marciato. Perché poi una parte di loro si sono il Sì prepara la sua marcia riversati sulle vetrine all'inRotondi, che ha ottenuto di non terno delle mura, facendo dire a un "blindare" ai lati il corteo con minac- noto negoziante, il fioraio Federico ciosi cordoni di agenti (che numero- Feriani, che per lui è stata "una si e in borghese si sono invece mime- grande carnevalata, eccessivamentizzati fra la folla). Perché allora quel te caricata dai giornali". Per non clima di paura fino al giorno prima? parlare di quei bar che hanno tenuLa risposta va cercata nelle parole to aperto lungo il tragitto, come lo dell'(ex?) premier Romano Prodi: Speedy di viale Milano: 300 caffè "Non si sfila contro il proprio gover- all'ora, bibite e panini a go go, soldi no". E' evidente, quindi, che la strate- a palate. Va bene che la prudenza gia della paura scelta dal Viminale non è mai troppa. Ma il terrorismo Foto Luigi De Frenza

E' passata una settimana dalla storica data del 17 febbraio. Una giornata memorabile per Vicenza, che per la prima volta nella sua storia ha vissuto il brivido e l'emozione di una marcia da 100 mila persone.

Che poi al manifestare segua un cambio di rotta del governo (quale governo?, è da chiedersi oggi) questo è un altro discorso. Non per niente nello scorso numero avevamo previsto che il corteo sarebbe stato l'"ultimo tango" del movimento No Dal Molin. Salvo il successo di una resistenza a oltranza stile Val Susa, il 17 febbraio non basterà a ribaltare l'editto rumeno. Tanto più oggi che all'orizzonte si intravede nascere un governo coi voti dei centristi dell'Udc (vedi articolo sopra). Ma è presto per un bilancio definitivo. A mente fredda, quello che si può tracciare ora è un resoconto dei personaggi, fatti e idee da cui trarre il significato della Marcia dei Centomila.

Vicentini e non. Il primo aspetto da chiarire è la diatriba su quanti vicentini doc siano stati presenti alla sfilata. Si può dire? Importa zero.

Da tutti sostenuto che oltre che urbanistica la questione Dal Molin è un problema politico (che riguarda cioè le scelte internazionali e la sovranità del Paese), è logico che in città calas-

psicologico di certa stampa nazionale e locale, nonché l'invito a guardarsi dal partecipare del sindaco Hullweck ("Il governo ha ragione a essere preoccupato") e di alcuni politici locali (Giorgio Conte, An: "Vicentini, chiudetevi in casa"), sono stati smentiti in modo talmente plateale da far sembrare certa prudenza un tantino pelosa.

Lazzaro, alzati e cammina!

Anche il comitato del Sì sta organizzando una manifestazione pubblica, contando di riunire 50 mila persone a Campo Marzo. E' la prova che il senso profondo della storica adunata No Dal Molin del 17 febbraio 2007 è trasversale quanto rivoluzionario per l'anima della città: Vicenza ha scoperto il valore e il gusto della mobilitazione, dell'impegno attivo e appassionato. Mettendo in crisi quell'autorappresentazione che finora ha condannato il vicentino medio all'immagine di iperlavoratore tutto preso dal suo "particulare" e dal macinare schei su schei, una specie di morto vivente senza ideali.

Un luogo comune che scricchiola sempre di più. Come la si pensi sulla base non fa differenza: in questo va tributato un sincero grazie agli Americani.

A.M.

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approfondimenti

Il Comune puntava alla pista e ai soldi per la viabilità. Ma ora fa marcia indietro. Sicurezza vero ostacolo per i voli civili

Hüllweck fa dietrofront, aeroporto addio Se non finirà come in Val di Susa, coi cittadini del movimento No Dal Molin a mettersi di traverso alle ruspe assediando i cantieri, la Ederle 2 non è più questione di "se", ma di "come". Sul tappeto ci sono due ipotesi: alleggerire l'impatto diminuendo le altezze degli edifici e la dislocazione delle strutture; oppure spostare l'insediamento dal lato est della pista (che dà su viale Sant'Antonino, dove si trova l'attuale ingresso dell'aeroporto civile) a quello ovest, ovvero il versante occupato da edifici dell'Aeronautica in disuso, su viale Ferrarin. Modifiche al vaglio di una commissione militare mista italo-americana e del Genio della Difesa che nelle prossime settimane le studieranno per arrivare, il 23 marzo, alla presentazione da parte dell'esercito Usa del progetto definitivo (o almeno così è nelle intenzioni). Ma in che misura questi cambiamenti parziali saranno risolutivi del caso Dal Molin, è una domanda che lascia più dubbi che certezze.

Per due ragioni.

Sant'Antonino o Ferrarin Una è squisitamente politica ed è molto semplice: che si faccia più piccola o qualche centinaio di metri più in là, ciò non sposta di un millimetro l'opposizione del variegato fronte che ha sfilato sabato 17 febbraio. Che dice no alla base straniera calata dall'alto e per giunta accusata di fare da testa di ponte per le guerre Usa. Punto. Ma è un secondo insieme di aspetti, prettamente tecnici, a togliere

molta prosopopea alle alternative in campo. Soprattutto a quella che vedrebbe la base passare sul versante militare affacciato su viale Ferrarin. Il primo fattore contrario è il tempo: gli Usa hanno tempi stretti (al massimo entro fine settembre, quando scade l'approvazione del bilancio al Congresso) e fare piazza pulita delle palazzine dell'Aereonautica rallenterebbe la partenza dei lavori. Tempi più lenti significa anche aumento dei costi, ovviamente. Ma questi, tutto sommato, non sono ostacoli dirimenti. Gli Americani non hanno certo problemi di budget, tanto è vero che solo per lo studio di fattibilità hanno speso 10 milioni di dollari. Quanto ai tempi, si tratta pur sempre di poche costruzioni non certo con altezze esorbitanti. C'è poi da considerare che su questo versante lo spazio diminuirebbe di circa un terzo. Anche questa, tuttavia, non è un'obiezione di peso: rimodulando altezze e cubature si può facilmente ovviare al problema.

Logica di scambio Piuttosto è un secondo fattore che mette i bastoni fra le ruote all'ipotesi "Ferrarin". E cioè lo scambio politico dietro l'opzione "Sant'Antonino". L'assessore alla mobilità Claudio Cicero (An) ha sempre trattato con gli Americani con un chiodo fisso: ottenere un aereoporto civile funzionante. Ma è sul versante militare che ha a disposizione le strutture per riuscire nell'impresa: la torre di controllo, l'hangar, il piazzale, il tax-way.

E' questa e solo questa la condizione veramente vincolante per il Comune di Vicenza. E infatti si legge fra le cinque "garanzie" con cui il consiglio comunale ha dato il suo sì (risicato) al raddoppio americano.

Ma ora il sindaco Enrico Hüllweck si dice disponibile all'idea dello spostamento sull'altro lato.

Sconfessando L'aeroporto Dal Molin. In alto a destra l'area Cicero, che boccia di viale Sant'Antonino, sede del primo come "irrealistiprogetto degli americani.

In basso a sinistra l'ingresso dell'area ca" la soluzione militare, possibile sede per un "Ferrarin". Anzi, compromesso col Governo come una

"rogna". Aggiungendo che per la "caserma" (e non "base", specifica stizzito) il lato civile "non è stato scelto a caso". Certo che no, e Cicero lo sa bene.

Scegliendo viale Sant'Antonino, il Comune è "costretto" a porre il problema della viabilità, che su quell'arteria è già intasata.

Avendo un buon motivo per chiedere a Roma i soldi necessari a una nuova circonvallazione a nord. E infatti anche questa è una condizione allegata al sì votato in Sala Bernarda. Se ora saltano, a rigor di logica il sì condizionato dovrebbe diventare un no.

Comune arbitro E' ovvio, allora, che se il governo e gli Americani si sono sempre poggiati sulle opzioni del Comune, vuol dire che lo stesso faranno anche nella scelta dell'ubicazione. A confermarlo suo

malgrado è il capogruppo Udeur alla Camera Mauro Fabris, primo sostenitore dell'opzione viale Ferrarin. "E' dal 2002 che il Comune, mediante Cicero che venne convocato dal comitato regionale già quell'anno, dice no al versante militare" accusa il deputato di Camisano.

Fonti della Difesa confermano che i tecnici americani avevano dato il loro ok a questa possibilità, pur sempre dopo l'abbattimento degli edifici esistenti.

"Ma è stato il sindaco a dire di no", dicono al ministero di Arturo Parisi (La Stampa, 12 febbraio 2007). Cicero nega, affermando di aver partecipato per la prima volta al Comipa l'anno scorso. Ed ora che il sindaco ha fatto retromarcia, l'aereoporto si allontana.

Decollo difficile Il dubbio sulla possibilità stessa

che lo scalo veda la luce è confermato da Fabris. Ma per un altro motivo. "Sarebbe troppo vincolato sul piano della sicurezza, ormai è perso in ogni caso". Cicero si trincera dietro la distinzione fra "base" e "caserma", ma è un fatto che le norme di sicurezza in funzione anti-terrorismo adottate dagli Usa sono severissime. Inoltre, non esiste altro caso di installazione militare statunitense che condivida lo spazio aereo con linee civili: sarebbero obbiettivi troppo facili per attacchi terroristici. Una "no-fly zone" sopra il Dal Molin americanizzato, così, darebbe il pretesto per inglobare la pista nella base. Ma Cicero ormai è fuori dalla partita: al suo posto il sindaco ha messo il più malleabile responsabile all'urbanistica Zocca.

A.M.

L'intervento."Viale Ferrarin da scartare, si punti a una nuova circonvallazione"

Bonafede: "Ederle 2, esempio da imitare" Il tema della presenza di truppe statunitensi al "Dal Molin" rappresenta una vera lacerazione per la comunità vicentina che, così tirata per la giacca su tematiche profondamente ideologiche rischia di perdere di vista la concretezza di una decisione già presa da altri e a ben altri livelli. Non credo che le recenti dichiarazioni che vedrebbero la disponibilità a spostare il progetto sul lato di viale Ferrarin possano migliorare la situazione o mitigare le proteste. Chi è fermamente contrario ad ogni insediamento militare sposterà solo di poche centinaia di metri la sua battaglia e chi è preoccupato per gli impatti ambientali di edifici ed attività non potrà certamente dirsi soddisfatto. Infine, chi concretamente si preoccupa del carico viabilistico -unica seria esternalità negativa che la nuova base potrebbe produrre- non vede certamente nello spostamento su viale Ferrarin la soluzione ai problemi; viale Ferrarin infatti ha un'unica uscita verso sud, mediante rotatoria, sul già trafficatissimo viale Dal Verme. La soluzione è nella realizzazione della tangenziale nord, mediante un asse viario che colleghi strada Pasubio alla Marosticana e fino al prolungamento di viale Aldo Moro, secondo le ipotesi già note della grande "O" attorno a Vicenza. Quest'opera vedrebbe assorbite tutte le

Il progetto della base Bonafede. "Un'opera che salverebbe San Bortolo dal traffico"

necessità di mobilità della nuova base e permetterebbe di risolvere la contraddizione di una circonvallazione (viale Diaz, Dal Verme, Cricoli, Ragazzi del '99) che in realtà è una strada di quartiere, liberando San Bortolo di un traffico che non gli appartiene e che lo taglia letteralmente in due. La nuova infrastruttura militare, dal progetto unitario, dovrebbe poi essere di esempio verso una sostenibilità nuova: edifici a basso impatto, attenti al consumo energetico, alla produzione di energia da fonti rinnovabili, al risparmio idrico attraverso il ricircolo e la riconversione.

Sono prescrizioni importanti che il Governo potrebbe e dovrebbe porre, in sede di accordi presso il Genio Difesa, all'alleato statunitense. La base potrebbe diventare esempio attivo per il settore dell'urbanistica e delle costruzioni, mitigando consumi che, anche se da parte mia accettati e compresi, è innegabile che ci saranno. La presenza della nuova base statunitense, infine, deve diventare l'occasione per rinsaldare collaborazioni e non per scavare fossati di odio ideologico: ben vengano in questo senso le pressioni che la comunità vicentina, Associazione Industriali in testa, riusciranno ad ottenere per sinergie nel campo universitario, tecnologico, sanitario e commerciale. In questo senso il Consiglio di Circoscrizione 5 vigilerà, anche attivamente attraverso mozioni e atti di indirizzo: se, come oramai il Governo ha deciso, la nuova base sarà realizzata utilizzando un'aliquota dell'Aeroporto Militare "Dal Molin", il cantiere deve portare con sé la soluzione viabilistica più idonea, una sede alternativa per il Rugby Vicenza e ogni altra occasione non infrastrutturale che la comunità vicentina, quando vorrà veramente sedersi attorno ad un tavolo, saprà costruire. Se l'iniziativa manca, il mio ufficio è disponile, aggiungendo ogni sedia che sarà necessaria.

Marco Bonafede Presidente Circoscrizione 5

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fatti&notizie

Per far quadrare i conti 2007 minori investimenti, vendite di immobili e aumento dell'addizionale comunale

Il bilancio secondo Zocca: vade retro Ici DI ALESSIO MANNINO

Un pensierino sulla poltrona di sindaco nel 2008?

"E chi direbbe di no!", sbotta.

Chissà, forse il forzista Marco Zocca, 40 anni tondi, responsabile dell'urbanistica e delle uscite della giunta Hullweck, potrebbe fare i conti con questa possibilità molto più presto del previsto (vedi box). Intanto è con un altro tipo di conti che deve vedersela: quelli del bilancio 2007, approvato in giunta e nelle prossime settimane all'esame della commissione e del consiglio comunale.

Nell'ottobre scorso, mentre infuriava la polemica sulla finanziaria del governo Prodi, ci aveva detto: "La nostra filosofia non è quella di tassare di più, piuttosto di ridurre i costi".

Perché invece avete aumentato l'Irpef comunale (dallo 0,15 allo 0,40) invece di tagliare?

Ci sono due aspetti negativi da considerare, che valgono per tutti gli enti locali. La manovra del governo ha stabilito un nuovo calcolo della base imponibile, basata sulle deduzioni invece che sulle detrazioni.

Questo porta maggior gettito, che però va allo Stato. E dall'altra parte lo Stato eroga meno trasferimenti. Il secondo aspetto è che mentre nel 2006 dal Comune andavano 10 milioni di euro di addizionale allo Stato, nel 2007 devono andare 2 milioni in più. Il nuovo patto di stabilità, infatti, prevede 2,5 milioni di euro in più. Che io non posso spendere, però.

Perché invece non tassare di più l'Ici, come avete fatto nel 2004?

Per noi del centrodestra l'Ici è una tassa iniqua, una tassa sulla tassa. Quella sulla seconda casa è al massimo di legge, il 7 per mille.

Il maggior gettito per le casse comunali sarà di 7 milioni 350 mila euro, suddiviso per i vari assessorati con in testa quello al personale con un milione di euro in più. Come mai questo aumento?

Nel consuntivo 2006 il personale è costato 36 milioni e 300 mila su una spesa totale di 83 milioni, nel revisionale di quest'anno costa 37 milioni 340 mila su 88 milioni 134 mila. Al 99% dei casi si tratta di aumenti salariali.

Per far quadrare i conti ci

ni nelle opere pubbliche. Se avessi dovuto prendere risorse dalla spesa corrente, avrei dovuto aumentare l'addizionale…

Poi c'è il capitolo alienazioni: immobili di proprietà comunale saranno ceduti per un importo pari a 6 milioni e mezzo.

Quali sono questi immobili?

Il grosso sono uffici in via Torino (il Marco Zocca: non toccheremo le case sfitte palazzo dell'Inps, valore 4 milioni, saranno anche meno investi- ndr) un terreno edificabile in menti, cioè opere pubbliche, zona stadio (valore: 1 milione e per 2,5 milioni di euro. Non mezzo, ndr), ufficetti e pezzi di sono pochi i restanti 7,5 milioni strada in centro storico, che non a disposizione per un Comune fruttano niente e che perciò è come Vicenza? meglio vendere.

Il Comune può indebitarsi fino a Evasione: per far cassa dalla 10 milioni di euro. Ho assorbito revisione degli estimi catastali quei 2 milioni e mezzo che mi avete assunto 4 persone in più servivano negli investimenti, all'ufficio evasione. Ma non si ma ciò non comporta contrazio- può cominciare con l'aumenta-

re l'Ici ai 3200 appartamenti sfitti in giro per la città?

No. Sono stato proprio io a togliere l'aliquota per quelle case, non vedo perché penalizzare lo sfitto che magari uno usa per il figlio, rispetto magari a chi ha una seconda casa e l'affitta.

Secondo: è difficile verificare il guadagno che se ne avrebbe, costa più lavoro che altro.

E gli oneri di urbanizzazione?

Perché non puntare al recupero anche di quelli che, secondo il comitato anti-abusi, mancano all'appello?

Mancano? Evasione lì non ce n'è. Per avere una licenza di costruire occorre pagarli, anzi si emette pure una fideiussione.

Aumentarli non si può, ci sono tabelle regionali apposite per questo. L'unica sarebbe far costruire, ma ci accusano sempre di fra costruire troppo…

Trasferimenti dalla casse Aim a quelle del Comune: se non ci fossero quelli…

Ma no, noi prendiamo soldi da Aim a fronte di regolari contratti di servizio, come ad esempio i

parcheggi blu.

Che ormai sono ovunque, con grande scorno degli automobilisti.

Servono per la rotazione dei posti auto, in modo da agevolare l'afflusso di persone.

Consulenze: quanto costeranno nel 2007?

Nel bilancio 2006 questa voce era stata azzerata, poi in corso d'anno ne sono state fatte alcune, specialmente nell'avvocatura e nel settore ambiente, per le bonifiche. Per quest'anno ne è prevista una solo in ambito ambientale. Dati precisi però non ne ho sottomano.

E i Boc (buoni ordinari del Comune)? Perché non usarli, ad esempio per il nuovo teatro?

I Boc sono strumenti finanziari che funzionano solo per opere a lungo termine, come appunto il teatro. Io, quand'ero assessore alle entrate, ho sempre detto che sarebbero stati un buon mezzo a cui ricorrere, poi però non se n'è fatto nulla. Se non lo realizzassero i privati, potrebbero andar bene per il nuovo stadio.

Sul voto in consiglio l'ombra della Dal Lago Qualche appunto sulle risposte dell'assessore Zocca. Oneri di urbanizzazione: fermi al 1990, è vero che a fissarli sono tabelle regionali, ma è altrettanto vero che esse sono integrabili dal Comune. Così come non è così automatico che vengano erogati dal privati. In città ci sono casi eclatanti di oneri evasi: all'Hotel De la Ville a fine anni '90 ne mancavano per 200 milioni, poi recuperati solo grazie alla magistratura; al Centro

Sporto Palladio, dove dovevano essere costruiti campi da tennis e da bocce, c'è ancora l'erba, con tanti saluti agli oneri. In entrambi questi casi le fideiussioni non sono state rinnovate. E poi, tutta la zona industriale, dove nel passaggio da destinazione industriale a commerciale-direzionale gli oneri sono un capitolo tutto da aprire. Infine, un'indagine sui mancati oneri era stata proposta in passato, ma non se n'è fatto nulla. Quanto alle

Bolccata la Fiera Spa firmata dalla Provincia (nella foto, la presidente Manuela Dal Lago). Ed è crisi per l'approvazione del bilancio

case sfitte, per verificare quante siano e a quanto ammonti la differenza d'Ici che il Comune potrebbe riassorbire incentivandone l'effettivo uso in una città affamata di alloggi, basterebbe rivolgersi all'Aim: guardando ai consumi delle utenze ci si farebbe un quadro preciso, con tanto di via e numero civico. E a proposito di Aim, è fuor di dubbio che il Comune percepisca introiti dai contratti di servizio (7 milioni e mezzo nel 2006, secondo una stima diffusa) in modo del tutto regolare. Ciò non toglie che se non ci fossero queste entrate - a cui vanno aggiunte le sponsorizzazioni di eventi pubblici che la spa di San Biagio sborsa su richiesta del Comune - Palazzo Trissino non saprebbe che pesci pigliare. Ma è il punto politico che qui interessa di più. L'agitarsi sull'aumento Irpef della collega di giunta Linda Favretto (responsabile delle finanze, Lega Nord) è un segnale dell'ennesima crisi che l'amministrazione potrebbe incontrare sulla propria strada a marzo.

Cioè appunto l'approvazione del bilancio.

Quanto peseranno in occasione del voto sul bilancio il mancato via libera comunale alla privatizzazione della Fiera e l'esultanza di An per l'affondamento regionale della newco Aim-Ftv, piani entrambi firmati dalla presidente della Provincia (in uscita) Manuela Dal Lago? Lo sgambetto leghista potrebbe essere dietro l'angolo. Sempre nella logica di alzare il prezzo della Lega sull'alleanza CdL in vista delle elezioni provinciali di maggio.

A.M.

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fatti&notizie

24 FEBBRAIO 2007

Olol Jackson, fondatore del centro sociale vicentino, spiega le differenze con Padova: “Lotta armata? Una follia”

Ya Basta: erba buona, non Gramigna

come "nemico" si ripete oggi con la base Usa, ti è stato per alcuquello che oggi è un con un diktat calato dall'alto ni di loro, iscritti o alleato nella lotta contro la volontà dei cittadiA Padova il sin- addirittura deleanti-base, l'ex sin- ni". Quelle ruspe che hanno daco Zanonato gati della Cgil. daco Achille Variati distrutto il centro sociale que(Ds) sta pensan- Come si fa a rico(ai tempi nella Dc). sta volta non passeranno, do di chiudere il noscere un "corpo "Poi, con lui e sembra annunciare Jackson. centro sociale estraneo"?, chieQuaresimin, ci Alla manifestazione contro la "Gramigna" fre- diamo a Jackson. accordammo sul base del 17 febbraio uno striquentato da una "Io conoscevo e pagamento di un scione di solidarietà agli arrecellula di presunti neo-briga- conosco tutti, è affitto simbolico in stati ha fatto un gran clamore. tisti rossi finiti in manette lo impensabile che cambio del ricono- Quello non era un "corpo scorso 12 febbraio in seguito uno riesca a fare scimento del valore estraneo" da allontanare? "Io a un'operazione partita dalla proseliti in un sociale di quello penso che chi l'ha srotolato com'era procura di Milano. A Vicenza centro che facevamo". Che doveva capire se era adatto a di l'unico centro sociale, lo "Ya quello tuttavia era reso quella manifestazione. Io non Basta!" è stato raso al suolo Vicenza". In una possibile da un atto l'ho nemmeno visto, ma sono nel 2001 su decisione dell'am- città piccola come illegale.

"Questa convinto che un singolo epiministrazione di centrode- Vicenza ci si conodella legalità sodio come quello non sia stra, tuttora in sella, guidata sce, questo è vero. sostanziale e forma- sufficiente a rendere il quadall'azzurro Hüllweck. Ma Ma quello che fa le è una discussione dro di un corteo in cui c'erano chi è stato fra i fondatori di (o dovrebbe fare) che non mi ha mai mamme, bambini, movimenti quello spazio occupato dura- la differenza, è la a p p a s s i o n a t o . e tanta gente comune". to neppure un decennio, linea non-violenta Olol Jackson.

A Vicenza il modello Gramigna l'equivalenza Quando occupam- Insomma, respinge l'idea che il pericolo dei Disobbedienti non può attecchire mo la palazzina "manifestanti-fiancheggiatodi infiltrazioni terroristiche vicentini: "La lotta sia stato eliminato grazie a armata è un'idea da psichia- un mistero per nessuno) affianco dello Ya Basta per ri" non sta in piedi. quella demolizione. Uno di tria. La nostra analisi della fumarsi qualche canna. Lo Ya dare un tetto a decine di D'altronde, trattandosi di 100 questi è oggi uno dei capi società è diversissima", taglia Basta era l'ultima di una serie immigrati, eravamo più ille- mila persone, sarebbe difficidella protesta contro la corto Jackson. "Però attenzio- di occupazioni di edifici gali noi o chi si dimenticava le dimostrare un sillogismo Ederle 2, un consigliere di cir- ne: non commettiamo l'errore comunali che avevano visto di loro? E la stessa situazione simile. coscrizione dei Verdi in rotta di criminalizzare un centro col centrosinistra, l'autoso- come il Gramigna, che pure è speso Olol Jackson: "Ya Basta molto distante dalla mia e ha sempre fatto parte della nostra esperienza. Perché rete dei centri sociali del altrimenti li spingiamo esatNordest, assieme al Pedro di tamente nella direzione sbaPadova e al Rivolta di gliata". Cioè verso la violenMarghera. Dove, lo posso za. dire con assoluta sicurezza, Violenza che con i noglobal I sindacalisti sono istituzionali, qualche volta condannato per bancarotta in Italia non non esiste che un virus come di Vicenza non ha mai fatto conservatori, spesso riformatori. Osservatori rischia niente. questo possa attecchire". È rima. Mai nessun episodio, del mondo del lavoro. Amano lo Stato, diven- Che in Parlamento stanno comodamente sedustato detto e ridetto che nel mai alcun allarme è partito tano presidenti della Camera, del Senato. ti venticinque condannati in via definitiva. E caso padovano, mentre il dallo stabile in via Framarin.

Perfino ministri e sindaci. Dopo l'Arma dei che se ad essere condannato fosse un operaio Pedro rappresenta l'anima Da quel 10 settembre 1995 in Carabinieri ci sono loro. E allora perché nessu- nessuno gli darebbe più un lavoro. Hanno più integrata (con i media, cui fu inaugurato con un conno si è chiesto come mai dei sindacalisti sono arrestato quattro persone perché distribuivano con le istituzioni), il certo degli Assalti Frontali diventati brigatisti rossi? Forse perché 1200 volantini a sostegno delle Brigate Rosse. Dopo Gramigna era invece quella fino all'epilogo a suon di persone muoiono sul lavoro ogni anno? Morti due giorni le hanno rilasciate. Nulla da obietpiù radicale, più chiusa ed ruspe, mai venne fuori alcuncon stile. Meglio che tare. Ma se ci fosse la estrema. Eppure, se un aspi- ché di pericoloso se non per i nei racconti di stessa severità nei rante terrorista volesse polmoni e le orecchie dei gioHannibal Lecter. confronti del vertice mimetizzarsi meglio, andreb- vani e meno giovani che lì si Negli ultimi giorni Telecom, dei manager be proprio dove ci si aspetta recava per i concerti, le un operaio è morto di Stato che hanno meno di trovarlo. Come infat- assemblee, i dibattiti e (non è in una vasca di trietrasformato le aziende lina e un altro è in scolapasta e delle stato incenerito da amministrazioni coruna fiammata. Forse rotte quanti ne perché molti sono dovrebbero arrestare? assunti solo dopo Farsi qualche domanmorti per regolarizda può aiutare a capizarli? Forse in quere perché nella Cgil si sti sindacalisti-briannidassero dei perigatisti si è insinuato colosi brigatisti. O il dubbio che in più semplicemente Italia esista lo schiadelle persone che, sbavismo? E che i diritgliando, non vedevati conquistati nel no altre vie. Capirne dopoguerra siano 20 per evitarne stati annullati dalla 100.000. legge Biagi? Chissà. da I sindacalisti sanno www.beppegrillo.it, che un banchiere 17 febbraio 2007 L'ex centro sociale di Vicenza demolito dalla giunta Hüllweck DI ALESSIO MANNINO

Beppe Grillo: "Ecco come un sindacalista diventa brigatista"

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fatti&notizie

24 FEBBRAIO 2007

Domenica a piedi in tutta la provincia, ma in tanti davanti allo smog alzano bandiera bianca. Ma il 17 febbraio dimostra che qualcosa si può fare

Polmoni in polvere. E la pianura si blocca DI LUCA MATTEAZZI

Il bonus è stato bruciato in poco più di un mese.

Ancora una volta, come già accaduto negli anni scorsi, Vicenza ha raggiunto il totale di 35 giornate con le famigerate polveri sottili oltre i limiti di guardia (è il numero massimo di sforamenti consentiti dalla normativa europea) in una quarantina di giorni, per la precisione l'8 febbraio. Nel 2006 il limite dei 35 giorni era stato raggiunto il 9 febbraio, nel 2005 già il 5.

Come dire che in inverno, in città, non si respira. E poco consola che le altre città venete si trovino più o meno nella stessa situazione: dal primo gennaio 2007 gli sforamenti a Verona sono già stati 47, quelli a Padova 45, a Mestre 42, a Treviso 36. Si salvano solo Rovigo, con 30 superamenti, e Belluno, spazzata dai venti alpini, con un unico sforamento.

Dati impietosi, che confermano come la situazione della pianura veneta sia tra le peggiori a livello italiano ed europeo. E infatti è tutto il vicentino ad essere soffocato da una cappa di smog: lo dimostrano alcuni studi condotti l'anno scorso dall'Arpav, l'Agenzia Regionale per l'ambiente: a Cartigliano, nel bassanese, le Pm10 si sono rivelate su livelli simili a quelli di Vicenza, sia come concentrazione media sia come numero di sforamenti.

Stessa situazione a Ponte di Barbarano, nella campagna a ridosso dei colli Berici, e a Villaverla, nel cuore della zona produttiva dell'Alto Vicentino.

Insomma, le differenze tra il centro della città, tradizionalmente considerata la zona più

Paolo Hutter: "La soluzione per ridurre lo smog è a portata di mano"

colpita dallo smog, e la periferia o la campagna, sono minime: lo smog dilaga ovunque.

Che fare, dunque?

Di fronte a questa situazione, domenica 25 il traffico si bloccherà per la prima volta in quasi tutta la pianura padana: da Torino a Venezia, centri abitati chiusi alla circolazione e tutti in giro a piedi o in bicicletta. Ma la sensazione è che, al di là di iniziative eclatanti come la maxi domenica ecologica, l'atteggiamento più diffuso di fronte ad un problema come quello dello smog, che per l'Organizzazione Mondiale della Sanità causa ogni anno qualcosa come 8000 morti, sia ormai di progressiva rassegnazione.

In un contesto come quello del Nord Italia in cui altissimi livelli di traffico e industrializzazione si abbinano ad un ricambio d'aria pressoché nullo, osservano in molti, le amministrazioni locali possono fare ben poco: i blocchi totali del traffico procurano più problemi che benefici, le targhe alterne lo stesso, e la lotta alle polveri sottili assomiglia sempre di più ad un battaglia contro i mulini a vento.

Così un po' dappertutto Vicenza inclusa si è scelta la strategia della minimizzaSiamo in ritardo su riscaldamento solare, auto a metano e gpl, z i o n e del disatrasporto pubblico. E lo paghiamo sulla nostra pelle

gio per i cittadini. Limitazioni alla circolazione sì, ma senza danneggiare troppo il normale tran tran della vita cittadina.

Qualcuno che non è disposto a rassegnarsi, però c'è. Paolo Hutter, ad esempio, direttore di Ecodallecittà.it, uno dei più noti e consultati siti web dedicati alle tematiche ambientali.

"Credo che siano in pochi ad aver capito che le direttive dell'Unione Europea sono rivoluzionarie - osserva - , ne senso che mettono in evidenza come nella maggior parte delle nostre città si viva in condizioni inaccettabili per un paese civile avanzato. Prendere atto di questo vuol dire cambiare la mobilità in modo talmente notevole che non si può non parlare di rivoluzione: vuol dire che dovremmo dimezzare i chilometri percorsi, e percorrerli con motori puliti".

Una prospettiva che potrebbe essere meno irrealistica di quanto appare di primo acchito. "Ce la potremmo fare aggiunge -. Il problema vero è la volontà: se ci fosse un pericolo terrorista, per fronteggiarlo le persone accetterebbero anche cambiamenti più radicali. Per l'inquinamento dovremmo fare lo stesso, con un po' più di buon umore. È vero che la pianura padana è in una situazione sfavorevole, però in Emilia la situazione è leggermente migliore che altrove, e io mi chiedo se questo non dipenda dal fatto che le rete del metano è più diffusa e le riduzioni del traffico più sistematiche".

Qualcosa dunque, si può fare già subito. "Intanto i veicoli euro zero e i diesel euro 1 andrebbero fatti fuori - conclude Hutter -. I diesel dall'euro 2

in su dovrebbero avere l'obbli- ne interna è stata chiusa al trafgo del filtro antiparticolato, e fico e la città si è fermata, è in generale il traffico andrebbe stato finora l'unico giorno di limitato in misura maggiore; febbraio a rientrare nel limite bisognerebbe puntare di più di 50 microgrammi di Pm10 sul metano, e le domeniche a per metro cubo. Solo un caso? piedi dovrebbero essere la norma, o quasi. Credo che tutte queste cose potrebbero portare dei benefici anche nel breve termine, ma ci vuole la volontà. E va detto che ogni riduzione del traffico, per quanto piccola, è utile". Neanche a farlo apposta, a conferma delle sue parole arrivano in questi giorni i dati sulle concentrazioni di polveri sottili il 17 febbraio: il giorno della grande manifestazione contro il Dal Molin, in Pianura Padana sempre più inquinata. cui la circonvallazio- La politica latita, i cittadini protestano

Energie rinnovabili, qualcosa si muove Domenica 25 febbraio è in programma la superdomenica ecologica. La settimana scorsa la campagna "M'illumino di meno" lanciata dalla trasmissione cult di RadioDue Caterpillar ha scatenato la corsa al risparmio energetico, con comuni, aziende e privati che anche nel vicentino hanno fatto a gara tra chi spegneva le luci del municipio, chi i lampioni della piazza e chi cenava al lume di candela.

L'ultima arrivata nel campo del risparmio e della lotta all'inquinamento, è la giornata della lentezza del 19 febbraio, lanciata per promuovere uno stile di vita più sano e naturale.

Per un giorno siamo tutti bravi a mobilitarci, ad impegnarci contro sprechi e cattive abitudini, a rivedere uno stile di vita arrivato ormai ai limiti del sopportabile. Ma dopo? Che cosa rimane di tutti i buoni propositi?

Quanti continuano ad usare la bicicletta anche il lunedì mattina, una volta archiviata la domenica a piedi? E soprattutto, quanto si sta investendo in iniziative strutturali

che possano migliorare lo stato di salute dell'ambiente che ci circonda? Sarebbe facile rispondere negativamente; invece qualche segnale positivo c'è.

Lo studio "Un posto al sole", condotto da Legambiente per verificare quanto è diffuso l'utilizzo di fonti rinnovabili (sole, vento, biomasse, acqua) sul territorio mostra che anche nel vicentino le cose stanno lentamente cominciando a cambiare. Per quanto riguarda l'uso di pannelli fotovoltaici, ad esempio, il comune di Castelgomberto si piazza al 9° posto, grazie ad un produzione pulita di 7,8 chilowatt per abitante di energia pulita. In classifica, poi, ci sono anche Trissino, Marostica, Torrebelvicino, Vicenza, Rossano Veneto, Valdagno, Cassola, Malo e Schio. Poco, forse, soprattutto se si fa il confronto con la Germania (la Germania, non i Caraibi!), dove il ricorso al solare è molto più sviluppato.

Intanto, però, qualcosa si muove. In attesa della prossima giornata di mobilitazione di massa.

SUPPLEMENTO

DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona

Anno 2 nr. 8 - Sabat0 24 febbraio 2007 Supplemento al numero 47 del settimanale VicenzaPiù

Vbg. Il "metodo Fedrigo" conquista la formazione vicentina.

Ora si deve continuare con le vittorie per centrare l'obiettivo salvezza

Valentina Bedin: spirito libero a pagina III

Concentrazione massima, risultato sicuro DI TOMMASO QUAGGIO

As Rugby Vicenza: 70 anni inseguendo la palla ovale a pagina IV

Circolo della Spada, vecchie glorie e giovani talenti a pagina V

Valerio Frighetto l'angelo custode del Menti a pagina VII

Il Vicenza B a s k e t Giovane c'è e finalmente si vede. Con la vittoria nel derby contro Schio ha infilato il terzo risultato utile consecutivo, raggiungendo in classifica i "cugini" a 14 punti al termine di un incontro praticamente mai in forse.

Il "metodo Fedrigo" inizia a produrre i risultati sperati dal tecnico vicentino, un segreto messo in atto con i suoi secondi che ora dà la speranza ai giocatori e alla tifoseria di arrivare sopra la zona playout. "È stata una vittoria meno netta di quanto possa sembrare - spiega l'allenatore biancorosso - perché Schio aveva diverse defezioni e anche i giocatori che sono scesi in campo non erano al top della forma. Ora per noi è importante mantenere la concentrazione".

Il VBG bissa il successo e mostra, oltre al bel gioco, la continuità di risultati finora mancata. Mattatore assoluto della serata è capitan Umberto Campiello, con un personale di 27 punti e diverse triple all'attivo che hanno mandato in visibilio il numerosissimo pubblico del PalaLaghetto.

Avete aperto il girone di ritorno vincendo con Calolziocorte, messo in difficoltà le prime due in classifica, battuto la terza e sfatato il tabù trasferta a Piadena. Cos'ha ingranato?

"Forse la classifica precaria è stata di stimolo mentalmente, ma soprattutto riusciamo ogni giorno di

più ad affinare qualcosa, a stare meglio in campo ad intenderci meglio tra di noi. È la naturale evoluzione del gioco dovuta a tanto lavoro. Stiamo costruendo le nostre vittorie sulla difesa e con qualche canestro in più.

Quando sai che c'è la difesa dietro attacchi anche più tranquillo".

Domenica avete fatto bene e soprattutto nelle ultime partite siete riusciti a superare il "mal di terzo quarto", quando andavate in crisi e non riuscivate più a riprendervi.

"Sì, forse abbiamo giocato i primi due minuti non perfetti, ma quando vediamo che non siamo molto concentrati scatta la voglia di non commettere gli stessi errori. Siamo più attenti e abbiamo quasi paura che possa succedere di nuovo". È cresciuta la squadra ma anche il capitano. È sempre stato il più continuo

nel rendimento, ma domenica ha segnato 27 punti, faceva quello che voleva…

"Ormai ho abbastanza stagioni in prima squadra sulle spalle ed è giusto che da me si pretenda costanza. Io cerco di metterla in campo".

Dalle ultime partite pare

proprio che voi giochiate al meglio quando incontrate le squadre più forti. "È vero. È un fattore mentale. Sappiamo di dover dare il cento per cento per batterli e con un avversario di livello tecnico superiore ci adattiamo. Per noi è meglio perché non giochiamo con le "furbate".

24 FEBBRAIO 2007

II Basket A2 donne. Le biancorosse non mollano, l'obiettivo salvezza non è impossibile

Corà suona la carica: "Ce la giochiamo anche con le grandi" poter far nulla…"

Non hai timore che una volta in campo ci sia di nuovo uno "scherzetto" del tuo ginocchio?

"Non posso negare che tornare indietro mi fa un po' di paura, ma è un pensiero che scaccio subito quando penso alla squadra. Non mi sembra giusto, questo rimane il mio sport.

Insomma: barcollerò in campo ma non mollo".

Cosa manca a questa squadra?

"Vista l'età direi l'esperienza, anche se la crescita dall'inizio della stagione ad ora si vendono. Tra le mura di casa con il nostro pubblico siamo sempre più caricate, in trasferta dobbiamo cercare la stessa concentrazione".

Oltre alla capitana Corà deve fare conto anche con una situazione dell'organico che non è

DI TOMMASO QUAGGIO

La sesta giornata di ritorno ha proposto lo scontro fra Vicenza e la vicecapolista Sernavimar Marghera.

Le biancorosse hanno lottato fino alla fine, ma le veneziane hanno fatto valere i diritti della più forte aggiudicandosi l'incontro. Le vicentine però hanno giocato con il coltello tra i denti, convinte fino alla fine di portare a casa la vittoria. Claudio Corà, ancora in veste di presidente, ha schierato in campo la figlia Valentina, Dalla Pozza, Caracciolo, Visconti e Gamman. La classifica non è certo favorevole per le beriche: a conti fatti a Vicenza sono arrivati solo 6 punti, mentre le dirette avversarie Synthesis3 Ivrea, B. C. Valtarese 2000 e Basket Treviso si trovano sopra di 4 punti.

Ciò detto la speranza salvezza non deve essere archiviata, quello che serve adesso è la continuità di risultati positivi anche se la sorte non è stata favorevole alle ragazze del basket vicentino. L'ultimo successo è stato quello contro il Roby Profumi Borgo Val di Taro, un risultato che aveva alimentato le speranze.

Per il momento la capitana Ilaria Chemello non ha ancora ripreso la forma giusta al ginocchio martoriato dagli infortuni, quindi nel prossimo impegno la sua presenza sarà solo in panchina da dove darà

di certo delle più rosee: alla lista degli acciaccati si è aggiunta anche Bellin afflitta da un problema al quadricipite femorale. "Mancano nove partite alla fine del campionatospiega il tecnico -: ci sono ancora tanti punti in palio e nelle prossime quattro gare mi aspetto che la nostra classifica si muova. Dobbiamo provarci anche con le squadre più forti, come nella prossima partita con PentaMedia Carugate ( a 28 punti ndr) che si trova nella zona alta della classifica.

Sapevamo che sarebbe stata una stagione dura, abbiamo costruito una squadra con ragazze giovanissime, non ci aspettavamo di certo dei miracoli. Le ragazze stanno crescendo, e noi dobbiamo sfruttare le possibilità e le potenzialità di cui disponiamo".

Basket. Partite dei campionati provinciali della prossima settimana Tante le atlete "acciaccate". Ma Corà non si dà per vinta man forte alle compagne. In queste settimane l'ala biancorossa si è sottoposta ad accertamenti per verificare se può, stringendo i denti, proseguire la sua stagione o se sarà costretta a fermarsi per le cure.

Facciamo il punto su questo ginocchio…

"Ho iniziato con la fisioterapia e con gli esercizi. Non sono ancora in forma anche se a poco a poco sto migliorando.

Ma per ora non me la sento di

rientrare in campo, di sicuro gran parte di questa condizione è psicologica, ma non posso rischiare".

Allora come le senti il morale della tua squadra?

"Le mie compagne non sono per nulla abbattute, anzi stanno dimostrando carattere.

Nell'ultima partita eravamo quasi arrivate alla vittoria, poi l'inesperienza ci ha traditi. Io però sono doppiamente arrabbiata, stare li a guardare senza

Promozione maschile - Montebello Basket - Quinto Basket: 02/03/2007 ore 21:00; palestra Piazza del Donatore Montebello Vicentino - Zurlo s.r.l. - Grissin Bon Concordia: 02/03/2007 ore 21:00; palestra via mons.

Filippi - Rosà - Primultini Basket - Summano Basket: 02/03/2007 ore 21:00; palestra via Marconi - Marano Vicentino - U.s. Angarano - Pall.

Altavilla: 02/03/2007 ore 21:15; palazzetto viale Asiago quartiere XXV aprile - Bassano del Grappa - Pall. Araceli Vicenza - Pall.

Breganze: 02/03/2007 ore 21:00; palestra scuole medie Lora via Mainardi, 14 - Vicenza - Basket Malo - Basket Thiene: 02/03/2007 ore 21:00; palestra comunale via Deledda - Malo - Asd Basket San Giuseppe Pall.

Bolzano Vicentino: 02/03/2007 ore 21:00; palestra s.e.

C. Colombo, via Colombo,42 Vill.sole - Vicenza - Pol. Aurora 76 - Nuovo L'Argine 2001: 02/03/2007 ore 21:00; palazzetto dello sport via stadio - Camisano Vicentino Prima divisione girone A - Pall. Asiago - Pol. Fulgor Thiene: 28/02/2007 ore 21:00;

palestra comunale via cinque Asiago - Basket S. Nazario - 7 Mulini Basket: 28/02/2007 ore 21:00; palestra via Papa Giovanni Solagna - Trissinooro - Pol. Jonathan: 27/02/2007 ore 21:15; palestra scuole medie via N. Sauro Trissino - Basket Arzignano - Albergo Giulietta Romeo: 26/02/2007 ore 21:00; palestra scuola media Motterle via 4 Martiri Arzignano - New Basket Povolaro - Pol. Carmignano: 27/02/2007 ore 21:15; palazzetto di Povolaro via del Redentore - Povolaro di Dueville - G.s. Isola 91 Basket - Pol. Sovizzo: 01/03/2007 ore 21:30; palestra scuole medie via A. Moro - Isola Vicentina Seconda divisione girone A - A.d. Scuolabasket Noventa A.s.d. Rooster: 01/03/2007 ore 21:30; palestra via Cero Noventa Vicentina - Pol. Jonathan - Pgs Concordia Schio: 28/02/2007 ore 21:00; Palestra centro giovanile piazzale Cadorna - Bassano del Grappa - Quinto basket - G.S. Isola 91 Basket: 28/02/2007 ore 21:00; palazzetto via degli Eroi Quinto Vicentino

24 FEBBRAIO 2007

III Un libero per due squadre: novellina alla Minetti o minettina alla Novello?

Valentina Bedin, un Tuffolo nel futuro DI PAOLO MUTTERLE

Una vita da libero con dei compiti precisi a coprire certe zone a giocare generosi…

più tempo, vengono curati più aspetti, la tecnica e soprattutto la tattica… Si fa molto più video, quando si va in campo bisogna sapere tutto sulle avversarie".

Come stai vivendo questa esperienza vicentina?

"Per me è quasi come essere a casa, quando posso torno dai miei, ho le mie amicizie qui vicino. Al di fuori degli allenamenti ho una vita abbastanza normale, la sera se voglio posso andare a Padova, oppure chiamare qui i miei amici.

Comunque il tempo che passiamo in palestra è tantissimo, il poco che rimane resto a casa a riposarmi con Matea (Ikic, n.d.r.) e con Bliss, un pinscher nano di tre mesi che mi sono auto-regalata per Natale".

Vediamo di metterti in difficoltà con qualche domanda scomoda… Chi è la giocatrice della Minetti preferita dalle tifose?

"Oddio, non saprei proprio…

Forse Shin, se fossi una ragazzina mi farei molte domande su di lei: la sua storia, la sua provenienza da un paese lontano, la sua altezza non certo ordinaria per una schiacciatrice del campionato italiano".

E se ti dico che il mito delle ragazzine è Piske Arrighetti?

"Beh, non mi sorprende. Ho detto Shin perché è una che incuriosisce, ma la carica che trasmette Piske in campo è pazzesca, sicuramente la si percepisce anche da fuori".

Altra domanda: chi è la preferita dai maschietti, soprattutto in casa Vicenza Volley?

"Anche qui è difficile rispondere, ci sono tante belle ragazze

in squadra… Se proprio mi costringi a fare un nome dico Andrea (Conti, n.d.r.), secondo me ha un grande fascino".

E se ti dico che la maggior parte dei tifosi predilige miss Gennaio? (la stessa Valentina, n.d.r.)

"Aiuto…. Perché mi metti in imbarazzo…. Cosa devo dire, sicuramente fa piacere… Vuol dire che è venuta bene la foto, complimenti al fotografo!".

Parliamo di argomenti più tranquilli, Tuffolo e la scuola…

"Ho il diploma di ragioneria, indirizzo programmatori.

Dopo le superiori sono andata a lavorare per qualche mese in una ditta di software, per una sostituzione di maternità. È stata una bella esperienza, tanto che sono ancora in contatto con alcuni miei ex colleghi".

Toccando ferro, se non dovessi sfondare nel volley hai sempre una porta aperta...

"Ovviamente la speranza è quella di continuare ad alti livelli, ma se proprio dovesse andar male un posto da ragioniera lo troverei. A dire il vero ho un po' di nostalgia della scuola; finite le superiori non avevo nessuna intenzione di continuare, ma ora non mi dispiacerebbe iscrivermi a scienze motorie. Attualmente non mi sarebbe proprio possibile frequentare, ma se dovessi scendere di categoria probabilmente andrei all'università. In ogni caso non smetterei con la pallavolo. Farei come tante altre, studio o lavoro di giorno e la sera in palestra: mi piace troppo!".

Se Ligabue conoscesse la pallavolo non avrebbe dubbi su a quale ruolo dedicare una canzone. Fateci caso: raramente il libero viene ricordato a fine gara, a meno che non faccia cose impossibili. Di tanto in tanto può essere nominato MVP, ma accade di rado. E, anche quando sfiora la perfezione in quel fondamentale delicatissimo che è la ricezione, si tende all'understatement: ha fatto il suo dovere. Povero libero, mai una schiacciata, mai un ace, mai un muro.

Soddisfazioni, poche.

Valentina Tuffolo Bedin incarna più di ogni altro pari ruolo questa figura oscura ma pre- Bedin con la Novello Vicenza. "La A1 mi fa crescere ma qui ziosissima. Anche perché, mi metto in gioco". (foto di Lorenzo Redi) dopo che per tutta la settimana si è preparata a ritmi e intensi- sono qui per crescere e miglio- resto per me il salto dell'anno tà da serie A1, esponendosi in rarmi". scorso è stato enorme, pari alla allenamento al fuoco amico di Comunque ti vediamo sempre mia prima esperienza di B1".

Mia, Valdone, Shin e compa- alle partite della Minetti Racconta… gnia schiacciante, spesso nei Infoplus, anche quando non "Ho iniziato a giocare a fine settimana non si lancia sui sei a referto…

Minivolley a sette anni nel mio taraflex di Bergamo e Novara, "È la mia squadra: mi piace paese, Sarmeola. Quando ero ma sui più duri parquet di seguirla, dare il mio appoggio e nell'under 16 la prima squadra Meolo e Castello di Godego. il mio supporto, seppur mini- di B1 ha ceduto tutte le giocaFrustrante? Tutt'altro! Sentite mo, alle compagne". trici, ma all'ultimo si è trovata qua: Si potrebbe immaginare che costretta a mantenere la catego"Sono contenta di questa situa- fra te e Moky, il libero titolare, ria. Mi hanno chiamato il zione, allenandomi con la ci sia rivalità… venerdì sera e il giorno dopo prima squadra ho grandi possi- "Vero, ma invece non è così. ho debuttato in Coppa. È stato bilità di crescita, mentre la Non c'è rivalità, perché lei è un anno catastrofico a livello di Novello di B2 mi permette di oggettivamente più brava. E risultati, non abbiamo mai mantenere il campo e le situa- poi è umilissima, si potrebbe vinto un set. Non era facile zioni di gioco; piuttosto di fare anche pensare che essendo lei continuare, sapendo che ogni dieci minuti di giro dietro in così giovane e già arrivata ad settimana arrivava una batosta, A1, meglio giocare con conti- altissimi livelli possa essersi ma il nostro allenatore Balsano nuità in una serie inferiore; montata, cosa che non è assolu- è stato molto bravo a d'altra parte quando ho scelto tamente vera. Anzi, fin dall'ini- tenere unito il grupVicenza sapevo che non avrei zio è sempre stata pronta a po. Ci ha aiutato giocato molto in campionato, darmi una mano e consigli. Del anche il fatto di essere tutte ragazze del paese, giovani e affiatate. Le trasferte poi le vivevamo un po' come gite, quando potevamo andaValentina Bedin è nata a B2; l'anno successivo è invece vamo anche a visitaPordenone il 4 agosto del 1985, con il Pan D'Este Arcella, semre le città… ma è cresciuta a Sarmeola di pre di Padova, ma in serie C. Comunque è stato Rubano (Padova).

Nella Nel 2004/05 partecipa al camun anno di crescita di B2 con Minetti Infoplus è il "secondo pionato per tutte, anche se libero", un ruolo non ancora l'Albignasego, conquistando la essere chiamate a 16 ufficializzato dai regolamenti promozione in B1. Dalla passaanni in un campionama importante per gli equilibri ta stagione è il libero della to nazionale era un di una squadra. Come giocatri- Novello Vicenza, ma con la salto enorme".

Simile al passaggio ce è cresciuta nel PandaColor prima squadra ha esordito già in A1?

Sarmeola, dove a quindici anni l'anno scorso sia in Coppa "Sicuramente c'è ha debuttato in serie B1. Dopo Italia che nella Coppa di Lega. molta differenza tra un campionato di Prima la massima serie e la P.M. Divisione, nel 2002/03 torna in B, ci sono più allenamenti, ci si dedica Valentina sul calendario, uno degli scatti preferiti dai tifosi

La carriera di Valentina

24 FEBBRAIO 2007

IV

La storia. Nata nel 1935, la società ha raggiunto i risultati migliori all'inizio degli anni '90 in serie A2

Rugby vicentino, 70 anni col cuore nella mischia DI FRANCESCO BIANCHI

A Vicenza il rugby fece la sua comparsa intorno al 1935, quando un gruppo di universitari decise di fondare una squadra, che all'epoca era in grado di competere con società come Padova e Rovigo. La Seconda Guerra Mondiale pose fine a quella esperienza e di quei pionieri si sarebbe persa la memoria, se non fosse per qualche ingiallito ritaglio di giornale, conservato nel piccolo museo del club-house biancorosso.

Alla fine degli anni '50 si decise che bisognava ripete l'avventura.

Nuovi giocatori si gettarono nella mischia e un'altra formazione prese vita con il nome di Recoaro Rugby XIII. Quella squadra partecipò al Campionato Nazionale di Serie A di rugby a 13, che ancora oggi rivaleggia con il rugby a 15

Pallavolo. Partite delle prossima settimana del campionato provinciale

Il rugby a Vicenza ha avuto un boom tra gli anni '70 e'80

in Australia e in Inghilterra.

Purtroppo in Italia quella particolare variante del gioco tradizionale non riuscì ad affermarsi e il Recoaro ne seguì le sorti nel giro di un paio di campionati.

I rugbisti sono però gente testar-

Lo Zugi si attestò fin da subito ad un livello medio-alto della Serie C1

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da e alcuni ex giocatori del Recoaro Rugby XIII pensarono bene di fondare un nuovo club. In questo modo, nel 1974 una ventina di rugbisti si riunì nel bar di Piazza Duomo e sottoscrisse l'atto di fondazione dell'A. S. Rugby Vicenza - l'attuale società di rugby - con sede in via S. Antonino dal 1977 (prima si giocava ai Ferrovieri). Questa ulteriore iniziativa ha segnato la terza fase dell'insediamento del rugby a Vicenza. Sebbene la costituzione del nuovo club fosse un'impresa collettiva, il suo successo si deve soprattutto alla tenacia di Angelo Gobbato, che più di altri si è battuto per garantirne la crescita. Angelo è mancato nel gennaio 2004 e a lui è dedicato l'impianto di rugby. La popolarità e la diffusione della palla ovale in città fu particolarmente sostenuta a cavallo tra gli anni '70 e '80. In breve scesero in campo diverse squadre, vennero organizzati tornei studenteschi e nacque una formazione femminile, che a lungo contese il primato a Treviso e fornì numerose giocatrici alla Nazionale.

Sulla scia del Vicenza, poi, sorsero in Provincia ben sei società, tanto che a un certo punto erano contemporaneamente attivi i club di Vicenza, Aeronautica Militare, Bassano, Recoaro, Thiene e Alte Ceccato. Lo Zugi (questo il nome del primo sponsor del Vicenza) si attestò fin da subito ad un livello medio-alto della Serie C1, mantenendo un indiscusso primato in provincia e dando vita ad epiche sfide. Un anno sfiorò la promozione in B, negata da una sconfitta ai play off contro il Civitavecchia. Il periodo più esaltante fu all'inizio degli anni '90, quando la società berica, confluita nel Titanus Rugby Vicentino, partecipò ad alcuni campionati di Serie A2 sul campo di Thiene e accolse molti campioni, tra cui l'ex allenatore della Nazionale italiana John Kirwan. In seguito ad alcune traversie societarie, il rugby a Vicenza è tornato alla denominazione iniziale del 1974, ricominciando la propria attività agonistica dalla Serie C e impegnandosi per la ricostituzione del settore giovanile, che nel frattempo si era disperso, ma che ora è uno dei più importanti d'Italia.

Prima divisione femminile girone 1 14^ giornata Banca c.c. Campiglia - Asd pol.

Brendola sab 24/02/2007 17.00 comunale Volley Cartigliano - Carmet Schio volley sab 24/02/2007 19.30 s.m.

"Antonibon" Fado' - Marzotto Sporting sab 24/02/2007 20.00 s.e. "Ghirotti" Flanet - Kaserjet Ogiano sab 24/02/2007 20.30 s.m. "Virgilio" Riviera volley - Pallavolo Longare sab 24/02/2007 20.30 palasport As pallavolo Caldogno - u.s.

Angarano azzurra sab 24/02/2007 20.00 s.m. "D. Alighieri" Prima divisione maschile girone unico 14^ giornata Torrebelvolley - Psf volley sab 24/02/2007 20.30 s.m.. "Carducci" Pallavolo Longare - Zaitex Povolaro sab 24/02/2007 20.30 palasport Airsystem Castellana - Arreda in legno sab 24/02/2007 17.30 s.e. "don Milani" Volley Solagna - volley Cartigliano ven 23/02/2007 21.00 comunale Finplast - Fulgor Thiene dom 25/02/2007 10.30 comunale Volleyoung - Dioton p.g.s. Schio sab 24/02/2007 21.00 liceo "gb.

Quadri" Seconda divisione femminile girone 1 14^ giornata San vito volley - Castelgomberto sab 24/02/2007 17.00 palasport Fulgor thiene - Yellow Wolley mer 28/02/2007 20.30 patronato "S. Gaetano" Pall. Arzignano - Villaverla -Santo gio 22/02/2007 20.30 i.t.c." M.Polo" Volley sottoriva - Pallavolo Malo gio 01/03/2007 21.00 com. "De Marchi" - campo 1 Marzotto sporting - pol. Cogollo gio 01/03/2007 20.30 Dams "Marzotto" Seconda divisione femminile girone 2 14^ giornata Riva pallavolo - Uv Montecchio Maggiore mer 28/02/2007 21.00 palasport Fides pallavolo - Volley Sandrigo gio 01/03/2007 20.00 scuole medie Pallavolo longare - Nicolato Vicenza mer 28/02/2007 20.00 palasport Marchioro sovizzo - Asd Grumolo mar 27/02/2007 20.00 palasport il grifone volley - Us Astico mer 28/02/2007 21.00 s.m. "Bortolan"

Seconda divisione femminile girone 3 14^ giornata Usd altair - pall. Belvedere sab 24/02/2007 20.30 s.m. "Barolini" Volley Cassola - Prix Volley Cesuna gio 01/03/2007 20.00 comunale Off. Mecc. Zoppelletto - Volley Cartigliano mer 28/02/2007 20.00 comunale Valmarana Volley Towers - Menotti Specchia mer 28/02/2007 20.30 s.m. "ten.

Laverda" A.s.d. Santa croce - Gs Pall. S. Nazario gio 01/03/2007 20.30 palestra "Einaudi" campo 1 Seconda divisione maschile 14^ giornata Samia Schio Sport - Nanto Volley gio 01/03/2007 21.00 palasport campo 2 Volley Sottoriva - Torrebelvolley ven 02/03/2007 21.00 com. "De Marchi" - campo 1 Volley Ardens - Volley Bassano gio 01/03/2007 21.00 s.m. "Zanella" Usd altair - U.S. Castello mar 27/02/2007 20.30 s.m. "barolini" Volley san marco - a.s.d Santa croce mar 06/03/2007 21.00 s.e. "A. Sandri" Terza divisione femminile girone unico 15^ giornata Gnr San Vitale - Robur Thiene sab 24/02/2007 18.00 patr. "S.Antonio" G.s.d. Pozzo - A.S.D. SANTA CROCE sab 24/02/2007 19.00 comunale - Poianella Volley Ardens - Sportland Creazzo sab 24/02/2007 20.30 s.m.

"Zanella" Alimentas Lonigo - Villaverla Santo sab 24/02/2007 18.00 s.m.

Ridolfi Volley San Marco - Volley Argine gio 22/02/2007 21.00 s.e. "A. Sandri" Castellana S.Pietro - Volley Nove sab 24/02/2007 20.30 s.m. "A. Frank" Terza divisione maschile unico 12^ giornata Pgs Cesuna c. Pennar - Arreda In Legno srl sab 24/02/2007 20.30 comunale Volley Rosa' - Pgs Novale sab 24/02/2007 18.00 Palarosa' Crespadoro volley - a.d.pol.

Cornedo ven 23/02/2007 20.30 s.m. "Ungaretti" Dueville Volley - Volley Ardens Bolzano Vicentino sab 24/02/2007 16.00 s.m. "Roncalli"

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V

Scherma. Tra le società più antiche, il "Circolo della spada" continua ad allevare promesse

Stoccata e fuga a lame incrociate DI FRANCESCO CAVALLARO

Funziona così. Ogni quatto anni, in occasione delle Olimpiadi, diventiamo tutti formidabili schermidori.

Tira di qua, anticipa di là. Ci dilettiamo a commentare le azioni degli atleti azzurri stando comodamente seduti su un divano. E le varie Giovanna Trillini e Valentina Vezzali diventano le nostre beniamine; magari non abbiamo mai visto una gara dal vivo. Intanto però, per un mesetto, siamo tutti allenatori. A Vicenza c'è chi pratica questo sport più volte alla settimana, con una passione grande così. Non ci sono interessi economici in gioco, poco - anzi nulla - da guadagnare in termini di moneta sonante. C'è solo il desiderio di confrontarsi, spada o fioretto alla mano, con l'avversario di turno.

Il punto di ritrovo per i circa cento atleti del "Circolo della spada" di Vicenza è il palascherma di via Riello. Lì si tiene un continuo allenamento: esordienti, prime lame, cadetti, giovani, open, adulti: ci sono corsi per ogni età. Con il bimbo che ha solo voglia di emulare le gesta di Zorro o D'Artagnan e l'adulto che intende mantenersi in forma tirando di scherma.

La storia del "Circolo della spada" vicentino si perde nella notte dei tempi; la

società, la più antica delle venete, è affiliata alla Federazione Italiana Scherma dal lontano 1920. E da 87 anni a questa parte ha conquistato successi a destra e a manca. Memorabili gli anni Ottanta con il maestro Gastone Gal; se possibile, ancora più straordinari gli anni Novanta; di quel periodo è la direzione tecnica da parte del polacco Czeslaw Wojciechowski, ex campione del mondo e maestro delle squadre nazionali del suo paese d'origine. Buon sangue non mente: già al suo primo anno di insegnamento il maestro ha conquistato un titolo italiano.

Ora la storia continua, con la passione e la dedizione di sempre.

E i risultati, anche quelli, sorridono al Circolo vicentino. Ad inizio gennaio la v i c e n t i n a Claudia Ferrara ha vinto la seconda edizione del circuito interregionale di scherma riservato alle categorie giovanili del fioretto; ora la giovanissima fiorettista si gio-

cherà il titolo nazionale a Bologna a metà marzo. In occasione del circuito interregionale, buone anche le prove di Marco Lain e Gianluca Martini, rispettivamente secondo e terzo.

Infine, da incorniciare il Trofeo Montepaschi Vita, circuito nazionale riservato agli under 14, conquistato per il secondo anno consecutivo dal "Circolo della spada".

Il presidente Claudio Festa è giustamente soddisfatto per i risultati raggiunti. E guarda al futuro con fiducia: "Sono felice, i nostri ragazzi stanno interpretando la scherma al meglio delle loro possibilità.

Per quanto riguarda i numeri, quest'anno abbiamo registrato un aumento di iscrizioni nelle categorie esordienti e prime lame; i più piccoli si appassionano alle gesta dei vari Zorro e D'Artagnan e vengono qui per imitarli. All'inizio gli allenatori puntano tutto sull'aspetto ludico, la scherma è solo un pretesto per giocare.

Poi, verso gli 11 anni, i ragazzi cominciano a partecipare alle prime gare. A quel punto si capisce subito se un ragazzo è portato o meno: basta vedere come si muove sulla pedana".

Tirare di scherma è solo apparentemente facile. Ci spiega tutto il presidente Festa: "Ci vuole una grande

resistenza fisica e psicologica. Occorre entrare nella mente dell'avversario e anti-

cipare le sue mosse. Lo sforzo mentale è notevole, alla fine di una gara l'atleta che ha combattuto bene è esausto. La prima cosa da fare è studiare per bene chi ti sta di fronte e attaccare di conseguenza; andare allo sbaraglio, tanto per tirare, non porta da nessuna parte. La scherma, checché se ne dica, non è uno sport pericoloso.

Al massimo c'è qualche lieve contatto fisico; ma niente a che vedere con le botte che si possono procurare i giocatori di calcio. Il bello di questo sport è che non c'è esasperazione: se i risultati arrivano bene, altrimenti pazienza.

Chiaro che l'obiettivo è sempre e comunque quello di fare e dare il massimo". Chi volesse ulteriori informazioni su corsi e orari, può telefonare al Palascherma, 0444.507474.

VI

24 FEBBRAIO 2007

Pallanuoto. Le due formazioni vicentine in cerca di risultati nel prossimo turno di campionato

Setterosa e settebello, ora in vasca si fa sul serio DI TOMMASO QUAGGIO

Le due formazioni vicentine di pallanuoto, la m a s c h i l e Cauduro e la femminile Geoplast, impegnate nel campionato nazionale di serie B hanno iniziato la loro stagione.

Le biancorosse della Geoplast, neo promosse nella categoria cadetta, hanno già fatto capire alle avversarie la tempra di una formazione che quest'anno di certo non vuol restare solo a guardare. E così le vicentine, alla prima uscita, si sono imposte contro la formazione fiorentina dell'Etruria, un incontro importantissimo che significava già mezza salvezza. E pensare che le ragazze di Sergio Peri alla vigilia del primo match avevano deciso di non allenarsi la sera della festa di San Valentino. Il prossimo impegno per le beriche sarà domenica 25 contro il Livorno. "Sarà comunque un campionato difficilissimo dove ci sono almeno quat-

Greco a bordo vasca con i giocatori tro pretendenti alla promozione, Trieste, Livorno, Prato e Mestrina nell'ordine con il Bentegodi che dall'alto del suo recente campionato in A2 potrà dire la sua - commenta Peri -.

L'Etruria si è dimostrata subito un osso duro. Piano piano siamo riemersi, nonostante la loro leggera superiorità.

Abbiamo stentato per raggiungere il pari che è arrivato poi con con bella rete di Federica Cegalin. In sostanza è stata una bella prova di tutte anche del

portiere Traverso incolpevole delle reti prese".

La Caoduro invece è uscita sconfitta dal suo ultimo impegno in una partita fotocopia delle tre precedenti: i primi due tempi a condurre il gioco per poi farsi rimontare e superare.

"Non riesco a capire cosa stia bloccando questa squadra spiega Peri, come direttore sportivo -: in settimana, vedendo lavorare i ragazzi, non si può che essere contenti del clima e della professionalità del

aggiunge Greco -. Condivido le tecnico Matteo Greco. Forse parole di Peri, ora anche la sembrerà azzardato ma sono squadra deve mostrare il suo convinto che verremo fuori da carattere. Purtroppo il calendaquesto momento e che il camrio ci ha proposto proprio all'ipionato ci riserverà delle belle nizio le partite più difficili. sorprese. La squadra è molto Abbiamo incontrato due delle più forte dello scorso anno e tre squadre che sono ancora a con molta più qualità. Forse punteggio pieno. Cercare di l'ultima gara è stata giocata conquistare i primi punti è di peggio delle due precedenti ma fondamentale importanza". sicuramente ogni episodio, quando si perde di misura, diventa determinante".

I biancorossi sabato 24 febbraio ospiteranno nella vasca delle piscine di viale Ferrarin alle 19.30 il Cus Milano, uno scontro importante visto che i milanesi si trovano solo tre punti sopra i v i c e n t i n i .

"Adesso è arrivato il momento Il capitano Angela Genovese ha segnato la di vincere - prima rete in serie B della Geoplast

24 FEBBRAIO 2007

VII Calcio. Valerio Frighetto, 17 anni al servizio dei biancorossi: "Mi sento un giocatore della squadra"

Un uomo per tutte le stagioni DI FRANCESCO CAVALLARO

Ne ha viste di tutte i colori.

Valerio Frighetto - 54 anni, vicentino doc, magazziniere del Vicenza - è entrato a far parte della società biancorossa 17 stagioni orsono. Con i "suoi" ragazzi ha girato l'Italia in lungo e in largo: ha vissuto i tempi bui della C, la serie B e la gioia della promozione in A. E poi ancora il grandissimo trionfo nel 1997 in Coppa Italia ("la più bella soddisfazione sportiva che potesse capitarmi", commenta Frighetto) e l'altalena fra la massima serie e i cadetti. 17 anni vissuti sempre con la stessa passione. Dice di essere lui il primo tifoso del Vicenza. "E quando le cose non vano bene mi arrabbio come fossi uno dei ragazzi - ci racconta -; mi sento un giocatore in mezzo agli altri".

Mestiere duro il suo, altro che storie: Frighetto parte da casa alle 7.15, è sul posto alle 8 spaccate, e ci torna dodici ore dopo. Durante il giorno è al centro tecnico di Isola Vicentina; in particolare, lo storico magazziniere si prende cura della parte "pratica" degli allenamenti: predispone il corredo (tuta, calzoncini, calzettoni, scarpini, se serve anche il k-way) per ogni giocatore e procura tutto il materiale necessario per il cor-

retto svolgimento dell'allenamento. In occasione delle partite, in casa come in trasferta, prepara le maglie dei giocatori; non gli deve sfuggire nulla: e infatti nel suo lavoro è particolarmente preciso e meticoloso. "Alla sera, prima di tornare a casa, controllo che tutto sia in ordine per il giorno seguente - spiega -; sarebbe spiacevole interrompere l'allenamento perché manca qualcosa. Ecco, io ho la responsabilità che fili tutto liscio per quanto riguarda il materiale da utilizzare. Insieme ad altri collaboratori, in particolare due puliture di Vicenza, faccio in modo che i giocatori trovino sempre

pulito l'occorrente per gli allenamenti. Loro da casa non si portano niente, trovano tutto qua. È dura, di giorno c'è sempre qualcosa da fare. A volte non mi fermo nemmeno a pranzo; mangio al volo un panino e un'arancia e via, di nuovo al lavoro. Faccio a tutti gli effetti la vita dei giocatori.

Se la squadra va bene il clima è sereno, altrimenti ognuno deve pensare a lavorare sodo e basta.

Io compreso. Per esempio, se la squadra dovesse andare in ritiro dovrei aggregarmi anch'io. Non esistono sabati, domeniche, comunioni, cresime, qualsiasi tipo di impegno personale. La priorità va al Vicenza, senza se e senza ma.

Durante le partite sto a bordo campo e soffro come tutti i tifosi; per il resto faccio un lavoro come tanti altri. La particolarità è che sono assunto da una società di calcio, tutto qua.

Non mi sento per questo un privilegiato; cerco solo di fare il mio dovere al meglio".

Il Vicenza ce l'ha nel cuore.

Quando ci racconta degli anni passati, la serie A, senti tutta la sua passione.

"Gli anni Novanta, con la Valerio Frighetto, magazziniere del conquista della Coppa Vicenza: anni di lavoro delle Italia, sono ricordi indelealle quinte

Errata Corrige

Noi e gli ultrà, confessioni di uno steward La settimana scorsa, per un disguido in fase di stampa, l'articolo sull'esperienza degli steward che prestano servizio al Menti durante le partite casalinghe del Vicenza è uscito con un titolo sbagliato ("Noi degli ultrà, confessioni di uno steward") che stravolge il senso del testo. Il titolo corretto, invece, è "Noi e gli

ultrà, confessioni di uno steward": come si vede il significato è completamente diverso, e in effetti l'articolo parlava del lavoro degli addetti alla sicurezza e del loro rapporto con i tifosi più accesi e con la violenza. Non certo di ultrà in giacchetta arancione.

Ci scusiamo per l'errore con i lettori e con gli intervistati.

bili. Ora stiamo vivendo un periodo un po' così, ma sono sicuro che ci risolleveremo. Scommetto ad occhi chiusi sulla salvezza; se vogliono, i ragazzi possono mettere i bastoni fra le ruote a tutte le avversarie. Pensiamo alla Juve: dal 2-0 sono riusciti a recuperare e a pareggiare. Questo significa avere un gran carattere. E poi, anche con il Cesena abbiamo sfoderato un'autentica prova d'autore. In quei momenti, quando la squadra si esprime al 100%, anch'io vengo ripagato dai tanti sacrifici fatti durante la settimana.

Quando segna uno dei nostri tutta la fatica passa in un secondo,

rimane solo la gioia per la vittoria conquistata. Al contrario, quando non portiamo a casa il risultato, e magari durante la settimana tutti quanti ci siamo dati da fare, ci sto male. Ma il calcio è così". Il futuro? Frighetto non ci dice se e quando andrà in pensione.

"Intanto speriamo che la società mi tenga - scherza il magazziniere -. Poi chissà…è giusto dare spazio anche alle nuove leve, in tutti gli ambiti". Frighetto ci saluta di fretta. È mattina, stanno per arrivare i giocatori e negli spogliatoi tutto dev'essere pronto. Un ciao e il magazziniere corre in campo.

Quasi come fosse uno di loro.

Hockey. Corso: "Dobbiamo crescere e raggiungere una maggiore maturità per non perdere punti importanti"

Caoduro Diavoli Vicenza: vietato sbagliare

Per i Diavoli è difficile concentrarsi fuori casa

La formazione berica è impegnata domenica 25 febbraio (inizio ore 18, entrata libera) in casa contro il Cittadella, formazione che quest'anno sta trovando non poche difficoltà in campionato, ma che prima della sosta natalizia ha inflitto una dura sconfitta ai vicentini. I Diavoli arrivano dall'ennesima sconfitta in trasferta, questa volta a Trieste contro il Polet per 3-2, al termine di una gara senza emozioni e con i vicentini ancora una volta in difficoltà lontano dal pattinodromo di Viale Ferrarin. Sabato scorso a Trieste i biancorossi non hanno saputo affrontare con determinazione e concentrazione una gara che sembrava sicuramente alla loro portata.

"Siamo entrati con l'idea di aver già vinto - dichiara

Alessandro Corso, coach dei Diavoli - Abbiamo segnato la prima rete e a quel punto dovevamo concludere con più precisione per assicurarci la partita, invece abbiamo incassato il gol e poi nel secondo tempo, quando i triestini sono passati in vantaggio, ci siamo trovati a rincorrere e abbiamo perso lucidità.

La partita l'abbiamo sicuramente persa noi, perché gli avversari non mi sono sembrati affatto una squadra forte".

"Forse fuori casa ci manca la concentrazione giusta prima della partita - spiega Corso Anche questo aspetto è da verificare insieme con i ragazzi, anche se forse è lo scotto da pagare con una squadra giovane come la nostra. Però non va bene perdere punti

con formazioni di gran lunga superabili, dobbiamo crescere e raggiungere una maggiore maturità e responsabilità". Il risultato ha inciso negativamente anche in chiave classifica, perché ha permesso ai triestini di tornare ad un punto dai biancorossi, con una gara in meno e quindi la possibilità di scavalcarli e di agguantare il secondo posto, obiettivo dei Diavoli nella fase di regular season.

Domenica contro il Cittadella l'obbligo è non sbagliare, ma importante sarà scendere in pista con concentrazione e determinazione per non commettere altri passi falsi. "D'ora in poi sono vietati i passi falsi, soprattutto non dovremo più sbagliare con squadre superabili", afferma Corso.

S.N.

APPUNTAMENTI Volley. La Minetti a Novara Le biancorosse di Manù Benelli saranno impegnate contro l'Asystel Novara domenica 25 alle 17.30. Sulla carta un'impresa impossibile, anche se le piemontesi hanno perso l'ultimo incontro mentre le vicentine sono reduci da una serie positiva di risultati.

Orienteering. Terza tappa del circuito promozionale Inverno Berico Domenica 25 febbraio a Caldogno è possibile provare la disciplina con mappa e bussola che viene dalla Scandinavia. Il ritrovo è fissato per le ore 9 al Campo Sportivo di Capovilla. Partenza libera dalle 9.30 alle 11. Per informazioni sul blocco del traffico e iscrizioni: www.erebusvicenza.it, info@erebusvicenza.it

Rugby. I Rangers contro il Riviera Il campionato di Serie C riprende la marcia con la quinta giornata di ritorno, che vedrà i Rangers Vicenza sfidare sul terreno di via S. Antonino il Rugby Riviera (inizio ore 14.30). Si tratta di una sfida proibitiva per i biancorossi, chiamati a domare l'invincibile capolista di Mira, già vittoriosa all'andata con il risultato di 45 a 12 e forte di ben dodici successi su tredici gare giocate.

Pallanuoto maschile.

Caoduro cerca la vittoria Il settebello vicentino cerca ancora la prima vittoria in campionato. Sabato 24 alle 19.30 nelle piscine di viale Ferrarin arriva il Cus Milano sopra di tre punti alla formazione berica. Il tecnico vicentino Matteo Greco in settimana ha già caricato i suoi per la partita: "È tempo di vincere, non si possono più commettere errori".

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24 FEBBRAIO 2007

imprese

Attenzione al rapporto qualità - prezzo e tante bollicine alla base dei successi della cantina di Breganze

Beato Bartolomeo, in cantina un futuro frizzante DI LUCA MATTEAZZI

Sorpresa: le cantine sociali capaci di produrre vini di qualità a prezzi ragionevoli non esistono solo nei "paradisi" del Trentino e dell'Alto Adige. Per smentire tutti quelli che sostengono che con meno di quindici euro è praticamente impossibile portarsi a casa una bottiglia degna di questo nome non occorre allontanarsi troppo: basta andare dalle parti di Breganze, dove la cantina sociale Beato Bartolomeo sta raccogliendo risultati importanti proprio puntando sulla produzione di vini di buon livello ad un prezzo ragionevole: i best buys, i migliori acquisti, come dicono gli addetti ai lavori.

Fondata nel giorno di San Valentino del 1950 da 121 viticoltori della zona, la cantina è da oltre cinquant'anni il motore dell'enologia ai piedi dell'Altopiano.

Fino a qualche anno fa, circa il 90 per cento della produzione della doc Breganze (doc che proprio la cantina ha contribuito a creare nel

Piergiorgio Laverda, presidente: "La difficoltà è gestire oltre un migliaio di produttori"

1968, una delle prime in Italia e nel Veneto) usciva dalle botti custodite nel grande magazzino scavato a 14 metri di profondità nel cuore del paese. Oggi quella percentuale si è abbassata al 70 per cento, ma la Beato Bartolomeo, grazie all'uva conferita da circa un migliaio di soci, mette sul mercato qualcosa come 3 milioni di bottiglie all'anno, per un fatturato di 8 milioni di euro.

Con numeri in crescita, finalmente, dopo un periodo di incertezza. "La vendemmia 2003 era stata un'annata sforI primi fossili che testimoniano tunata, e c'era una forte crisi la presenza di piante della di mercato che interessava i famiglia delle vitacee nell'Alto vini rossi - commenta il presiVicentino risalgono a 54 milioni dente Piergiorgio Laverda -. di anni fa. Senza andare così Adesso il mercato si sta indietro nel tempo, per trovare riprendendo, e per la prima volta dopo tre o quattro anni le prime conferme della coltivaabbiamo potuto aumentare zione della vite basta risalire leggermente i prezzi di listiall'anno Mille, periodo in cui no". sono documentate compravenObiettivi raggiunti grazie ad dite di terreni vitati. Già diffusa un lavoro imponente e comnel Trecento, la viticoltura breplicato. Perché seguire e ganzese trova nuovi impulsi coordinare un migliaio di agricoltori richiede sforzi con l'entrata nella Repubblica notevoli, perché intuire gli di Venezia, ritagliandosi un orientamenti del mercato non posto al sole soprattutto grazie è sempre facile ("Qualche ai suoi vini dolci. L'Ottocento e anno fa il vespaiolo era quasi gli inizi del Novecento sono un troppo, adesso siamo quasi in momento di difficoltà: anche carenza", sottolinea Laverda), e perché gestire una linea per questo, nel 1950, viene creaproduttiva che racchiude una ta la cantina sociale. Da allora la cinquantina di vini diversi è crescita è stata continua: gli molto complesso. Si va dai impianti vengono continuavini sfusi o dai semilavorati mente rinnovati, e nel 1970 ceduti ad altre aziende (la viene costruito un nuovo stabiBeato Bartolomeo fornisce limento, poi ulteriormente rinbasi a giganti del settore come Cavit e Gancia, solo per novato negli anni 90. citare un paio di nomi) alle Recentemente, la cantina ha traproduzioni base vendute sformato la bottaia in una barrinella grande distribuzione, caia aperta alle visite guidate, e per arrivare alle linee più ha inaugurato due punti vendiricercate e particolari: gli sputa gestiti in proprio. manti e i vini frizzanti, che negli ultimi tempi stanno andando particolarmente

Una storia millenaria

La sede della cantina sociale

bene, la selezione San Giorgio, pensata per un pubblico giovane, la linea Savardo, che raccoglie le migliori tipologie della zona (dal cabernet al pinot grigio, tutti di categoria superiore), o le bottiglie di alta gamma etichettate Bosco Grande, tra cui spicca il cabernet riserva Kilò. "Negli ultimi 7-8 anni c'è stata una crescita qualitativa notevole e costante - aggiunge il presidente -. Abbiamo differenziato in modo netto i prodotti che vengono venduti nella grande distribuzione da quelli destinati ai nostri punti vendita o alla ristorazione. Sono diverse in tutto, dal packaging all'etichetta, in modo da evitare qualsiasi confusione".

Qualcosa in comune, in realtà, i vini targati Beato Bartolomeo ce l'hanno: l'attenzione ad un buon rapporto qualità prezzo. Cioè quello che chiede oggi un mercato che si sta lentamente riprendendo

re i mercati locali (il vicentino e il veneto assorbono il 60 per cento della produzione).

Per consolidare il trend la cantina ha già abbozzato le linee di sviluppo per il futuro. Valorizzare ancora di più gli spumanti e i vini frizzanti, che in sei anni hanno triplicato le vendite (dalle 200mila bottiglie del 2000 alle 600mila del 2006), presentare nuovi vini ancora più legati al territorio ("Dobbiamo valorizzare il più possibile il nome Breganze, altrimenti rimaniamo uno tra i centomila vini presenti sul mercato", chiosa il presidente), e migliorare la propria presenza commerciale nei punti vendita di alta gamma, come enoteche e ristoranti. Il tutto con l'obiettivo di migliorare anche le rendite dei propri associati.

"Non dobbiamo dimenticare che il nostro obiettivo deve essere quello di acquistare le uve dai soci ad un prezzo che permetta loro di sopravvivere - conclude Laverda . La situazione nell'agricoltura della zona è già molto grigia, noi cerchiamo di dare il nostro contributo almeno per quanto riguarda la viticoltura".

dalle sbornie e dalla bolla speculativa degli anni '90, quando i prezzi erano schizzati a livelli difficilmente controllabili. E i risultati si vedono. Negli ultimi mesi i vini della cantina breganzese hanno raccolto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale (vedi box), e anche le vendite hanno ripreso a correre. I primi mesi del 2007 indicano una crescita del 15 per cento rispetto al 2006, crescita che arriva al 50 per cento nei mercati esteri, anche se lo sbocco principale delle bottiglie con l'effigie del santo Il dolci colli di Breganze sono un terreno continuano ad esse- invidiabile per la cultura dei vitigni

Grappoli, bicchieri, e stelle d'Oltremanica

Che ci fa il pinot grigio della linea Savardo tra uno chardonnay australiano, un rosso spagnolo e classico pinot nero delle colline della Borgogna? La risposta la si trova sulle pagine di The Times, l'autorevole quotidiano britannico che nei mesi scorsi ha inserito il vino della cantina Beato Bartolomeo tra i migliori 25 vini al mondo con un prezzo al di sotto delle cinque sterline. Il pinot grigio Savardo è stato l'unico vino italiano a superare la selezione severa della wine tester Jane MacQuitty, che l'ha giudicato un vino "delizioso, vigoroso, profumato, dai sentori floreali, agrumati e di miele".

Me quello giunto d'Oltremanica non è l'unico riconoscimento ottenuto dalla cantina breganzese. Il prosecco della Beato Bartolomeo si è infatti aggiudicato il primo premio all'ultima

edizione del concorso enologico di Valdobbiadene, nella patria del più famoso tra i prosecchi. "Nelle nostre colline è sempre stata coltivata una certa quantità di prosecco, tanto che adesso stiamo chiedendo la doc - osserva Piergiorgio Laverda -. E sta andando bene anche l'uvaggio prosecco e vespaiolo, dove il nome prosecco, il più noto, fa da traino al vespaiolo, che è un vitigno solo nostro".

Il tutto va ad aggiungersi ai riconoscimenti che cominciano ad arrivare anche dalle guide di settore. "Ottenere i bicchieri o i grappoli è importante non solo perché ci fa vendere di più - continua il presidente -. Quello che conta è che il confronto continuo con gli esperti del settore può portarci giudizi nuovi e aiutarci a crescere come qualità".

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persone

24 FEBBRAIO 2007

In contrà Porta Santa Lucia, una bottega che sembra uscita dal tempo. Frequentata da Neri Pozza e Guttuso

Giuliano Busato, stampe a regola d'arte DI LUCA MATTEAZZI

Nessuna insegna, nessun cartello. All'esterno del palazzo situato a metà di contrà Porta Santa Lucia non c'è nulla che lasci indovinare quello che si nasconde all'interno. Al di fuori di un campanello dall'aria retro, niente che riveli all'osservatore distratto che proprio lì, oltre quelle colonne eleganti e quella cancellata in ferro battuto, si trova l'unica stamperia d'Italia e una delle poche in Europa a lavorare ancora oggi seguendo tecniche di cui si è ormai persa la memoria.

Una bottega di quelle che sembrano esistere solo nei libri di Dickens, dove il lavoro è fatto ancora sporcandosi le mani di inchiostro e carboncino, con pazienza artigianale e con macchinari che non sfigurerebbero in un museo della stampa. Dove Neri Pozza era di casa e dove sono passati, solo per citarne alcuni, personaggi del calibro di De Chirico, Guttuso e Sciascia. E in cui Giuliano Busato potrebbe muoversi ad occhi chiusi.

"Qua dentro i muri hanno il mio odore, e ogni oggetto mi ricorda una storia", racconta.

Non è difficile credergli, visto che in quel laboratorio Busato ci è cresciuto fin da quando era un ragazzino: "Mio padre ha messo su bottega nel '46, e quando ho finito le elementari sono venuto a lavorare qua.

All'epoca era una cosa normale, erano pochissimi quelli che continuavano a studiare. Da

si è più visto. misura, adesso è solo la tessePeccato, perché per ra di un mosaico: se non va noi sarebbe stato bene si cambia con un'altra". come pescare un Già, perché mentre tra i torchi e le lastre di pietra della stampescecane".

Amico di pittori e let- peria il tempo sembra essersi terati (Zanzotto, fermato, fuori è cambiato Rigoni Stern, tutto. E di Neri Pozza, o di Bandini), collabora- Tono Zancanaro, all'orizzonte tore delle accademie non è che se ne vedano molti. di belle arti di "A Vicenza, come cultura, c'è Venezia, Varsavia e poco - commenta Busato -.

Lodz, di casa nelle Qualcuno di bravo c'è, ma non principali gallerie esce dalla città neanche a d'arte del paese, prenderlo a calci nel sedere, e Giuliano Busato così rimane ad una dimensiorivendica con orgo- ne provinciale. Del resto qui si glio il proprio sono fatti i soldi, e quando mestiere di artigiano. lavori dieci ore al giorno poi "Mi sono sempre hai solo voglia di buttarti in rifiutato di essere divano a guardare Pippo Giuliano Busato al lavoro. La stamperia usa tecniche antiche artigianali considerato un intel- Baudo. Oggi abbiamo tutto, e un certo punto di vista ho radici. Poi, certo, ci vuole for- lettuale - sottolinea -. Sono l'unica cosa che ci preoccupa è avuto la fortuna di non aver tuna. Ma la fortuna passa due solo un artigiano che cerca di che non piova nel fine settimal'angoscia di dover scegliermi o tre volte nella vita, bisogna fare il proprio lavoro meglio na. Come diceva Zanzotto, il il mestiere: oggi mi fanno essere pronti a coglierla". che può. Come il barbiere, che pane è la rovina del popolo, tenerezze quei putei che a 14 o Per la bottega Busato la fortu- deve accontentare sia il sinda- nel senso che quando hai la 15 anni devono scegliere il na è passata una prima volta co che lo spazzino. E devo dire pancia piena non hai voglia di loro futuro. Come fanno?". nel 1948, quando Neri Pozza che da qui sono sempre andati lottare. Anche i giovani non Lui avrà anche trovato la stra- ha cominciato a rivolgersi a via tutti contenti". Forse per- hanno più pazienza. Una volta da spianata, ma poi ci ha loro. Poi nei primi anni '60, ché sono in pochi ad assicura- andavi a fare il bocia di bottemesso del suo nel trasformare quando, sempre su consiglio re la qualità e la cura garantite ga, e imparavi un po' alla una piccola bottega di provin- di Neri Pozza, in contrà Santa dai metodi della stamperia volta. Adesso tutti hanno fretcia in un punto di riferimento Lucia è arrivato Tono Busato. "Questa macchina è ta, e se non ottengono risultati per artisti di fama internazio- Zancanaro, grafico che all'epo- del 1830, al museo della stam- in 6 o 7 anni sono bruciati. Ma nale. "In realtà viviamo di luce ca era al culmine della carrie- pa di Monaco nel hanno una è mai possibile?". riflessa - si schernisce -. ra. E sulla sua scia sono arriva- uguale - spiega mostrando un E proprio per i giovani è l'ultiSiccome vengono qua quelli ti artisti da tutta Italia. "Prima grande torchio adagiato in mo pensiero di questo mastro bravi, sembriamo bravi anche eravamo una litografia qual- angolo della stanza -. Oggi artigiano che oggi si dedica noi. Ma non esistono persone siasi, o quasi. Poi è arrivato non la usiamo, ma è affasci- soprattutto al mestiere di brave e persone meno brave: lui, ha spalancato la finestra, e nante, un po' come avere una nonno. "Quando penso ai giodipende tutti da dove nasci e sono entrate le rondini" com- vecchia Balilla. Che lavorano vani di oggi mi viene un po' di dalle circostanze che ti trovi menta Busato. Tra le rondini come noi non ce ne sono più: preoccupazione - conclude -. attorno. Come con le piante: entrate ad ali spiegate ci sono nelle stamperie di adesso ci Ma poi guardo le mie nipotic'è quella che spunta sul terre- personaggi del calibro di sono macchine che sfornano ne, e mi rendo conto che la no fertile, e viene grande e Renato Guttuso, Ernesto 15 mila fogli all'ora, grandi natura vede e provvede: i rigogliosa, e quella che trova i Treccani, Mino Maccari, come un lenzuolo e tutti per- bambini di oggi sono così svesassi e viene su un po' stitica. Giovanni Comisso, Remo fetti. L'uomo che ci lavora, gli che faccio fatica a seguirli.

Lo stesso con le persone: è Brindisi, Rafael Alberti, e però, è solo un bottone: una Si vede che sono fatti per i importante dove uno mette le molti altri che hanno scritto la volta un uomo aveva una sua ritmi di adesso". storia dell'arte della seconda metà del Novecento. Pierre Fernandez Armand, ad esempio, lo "scultore-pittore francese" celebre per i suoi strumenti infranti: "È arrivato a bordo di una Rolls Royce, vestito con un completo con i bottoni rigorosamente artigianali. Si va dorati come fosse un ammiradalla litografia, cioè la stampa su glio - ricorda Busato -. Invece legno (detta anche stampa alta, perpoi è entrato, si è messo una ché l'inchiostro resta sulle parti a tuta blu e ha lavorato come un rilievo) alla calcografia, o stampa operaio: mi sembra di vederlo bassa (perchè l'inchiostro rimane mentre prende un violino e lo negli incavi), per arrivare alla litorompe sopra una lastra di piegrafia, la stampa su pietra. Nelle tra, proprio qua dentro". stanze espositive della bottega è in Oppure, anche se solo di sfugmostra una rassegna della grande gita, Giorgio De Chirico: "È grafica del secondo Novecento itavenuto, e sembrava interessaliano. to, ma poi la moglie aveva fretta di tornare a Roma e non La bottega ha visto passare molti nomi illustri dell'arte del XX secolo

60 anni di grande grafica La Stamperia d'are Busato ha appena festeggiato i 60 anni di attività.

Creata da Ottorino Busato nel 1946, forte di una ventennale esperienza acquisita girando le più importanti stamperie del Veneto, fatta crescere dal figlio Giuliano, è oggi condotta dalla terza generazione, quella di Giancarlo Busato. Il prodotto però è sempre quello: stampe artistiche di alta qualità, numerate e firmate dall'autore, e prodotte con tecniche

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terza pagina

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Strafalcioni e gaffe involontarie: negli stupidari dell'Anonimo Berico un buon antidoto contro le tensioni degli ultimi giorni

La politica? Non è una cosa seria fatti con gli strafalcioni e i conRidiamoci su. In torcimenti verbaquesti tempi di li dei nostri cari passioni estre- politici, da quelli me e lotte con- di prestigio sumate in piaz- nazionale ai greza (finalmente!, gari del sottoboa g g i u n g i a m o sco locale noi), la vicentinità sembra (Vicenza comaver perso quel soave tocco presa, va da sé). di composta ironia, che è l'al- Dall'ultimo nato, tra faccia della sua insoppor- "Così parlò tabile anima baciapile. K a m a s u t r a " Intendiamoci: se la battuta di (2005, Cierre spirito la si baratta con un E d i z i o n i - G a l l a sano civismo ribelle, tutto di L i b r e r i a guadagnato. Però, giusto per Editrice), possiaequilibrare i furori pro o anti mo trarre le perle Ederle 2, vogliamo offrire al di saggezza per lettore un ripassino al suo sopravvivere in sense of humour. E lo faccia- questa giungla di Palazzo Trissino. Nei i suoi corridoisono state mo grazie a quei perfidi cul- accesi contrasti e raccolte molte frasi citate dall’Anonimo Berico tori della risata cinica celati verità contrapposotto la firma di "Anonimo ste che è la Vicenza dalmoli- avversari con queste parole: Berico". Un "anonimo" autore niana. Un po' più di cultura "Perché questo è proprio il di una goduriosa collana di sulla geopolitica mondiale e vostro modo di amministrare stupidari (il bestseller fu nel sui rapporti fra Europa e la rebus pubblica". Magari 1990 "Il Dono dell'Obliquità") Usa, ai nostri rappresentanti erano socialisti, che come tali in Sala Bernarda, non non accettano "convention ad g u a s t e r e b b e : escludendum". Qualcuno, "Confesso di aver per carità, è pure bravo: "pecletto molto per cato sia così plateatico". Altri ampliare il mio baga- invece si dilungano in intergliaio culturale euro- venti-fiume, facendo levare peo", suggerisce un calorosi complimenti come amante dell'automo- questo: "Mi compiaccio per il bilismo bibliofilo. pregio della sua circoncisioStando in zona consi- ne in questa circostanza". A liare, come non dare volte, però, scatta la rissa: ragione a quegli "C'è stata un po' di maremma astanti che escono politica". L'importante è che i dall'aula dicendo fondamentali della politica "Ho lasciato la non si tocchino, come si riunione con molto augura questo sincero partiastico", magari dopo tocrate: "Non vorrei che il aver constatato che nostro collega si moralizzas"queste delibere sono se". E precisa quest'altro, soltanto sogni pinda- freudianamente: "C'è una rici"? concussione tra le due deliPurtroppo, a volte bere". Rimanendo in tema di cadono le braccia. lapsus rivelatori, ecco un'alCosì parlò Kamasutra, l'ultimo successo sugli strafalcioni dei vip vicentini Come a chi accusò gli tra verità: "Su questo tema mi DI ALESSIO MANNINO

impegno e mi onoro di lavo- sua erezione" ; oppure, semrare con la massima inerzia" pre fermandosi su certi (quale tema? forse uno qual- movimenti corporei, "il siasi, cioè tutti). Molto hull- nostro partito vuole tre weckiana, per chi si ricorda repubbliche di carattere lo sketch del sindaco che fa il amministrativo, non divarigesto di mostrare gli attribu- cazione né prevaricazione, né ti, questa acuta osservazione erezione di fossati". andrologica: "Dalla discus- Il sistema dei partiti ha talsione di questa sera emerge mente vampirizzato la sociela figura di un sindaco sì tà, che ha finito col manovracome organo democratico, re e castrare le intelligenze ma sostanzialmente come che vi si impegnano: "Sono organo: è una novità". stato delegato a pensare".

Scoperte sensazionali, d'al- Già, proprio così. tronde, sono all'ordine del giorno nella vorticosa vita politica italo-vicentina.

Come la seguente, davvero illumiIl cinema di Sergio Leone ha edulcolorato l'inante: "E' accertadea del far west to che tutti i neri che vivono in città Così toccheremo il tasto più basso del barile lavorano di lavoro nero". Oppure Chi si candida a essere classe dirigente, non come quest'altra, può solo inventare soluzioni impossibili, ma puramente statideve realizzarle stica: "Siamo tutti d ' a c c o r d o Questa, signori, è la chiave di svolta all'89%". O quest'altra ancora, dal La prego di non testicolare sapore urbanistico-egualitario: Non accetto lezioni di europeismo sui profi"Un cittadino lattici periferico ha eguali diritti di Quando mi arrabbio sono un vulcano in erequello storico". zione Venendo alle proposte e alle realizE' inutile che l'assessore pianga sul latte zazioni concrete, macchiato sotto con geniali trovate come "La Sempre più c'è il problema dell'eterosessuanostra politica lità fiscale deve difendere i cittadini Arrivare lupus in macchina meno abbietti"; o "il monumento va Visto che ho io la patata in mano, allora parlo realizzato: anche a casse comunali Nascondersi dentro un dito esangui o svuotate, si deve avere la

Dal Far West ai vulcani, le perle dei nostri statisti

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edicola

24 FEBBRAIO 2007

Ogni settimana, tratto dalla stampa localeo nazionale un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire

guali. L'odio contro la polizia degli ultras degli stadi con la separatezza "disobbediente" dei centri sociali. L'evidenza di una coabitazione all'interno dei movimenti e del sindacalismo di base di una scheggia marginale e ultraminoritaria di Brigate rosse e il segno ideologico di "aree antagoniste" che non rifiutano la violenza politica, anzi ne vaneggiano - soprattutto a parole - come di un opzione politica concreta.

Ne sono nati riflessi allucinatori che hanno oscurato la "cosa", le "cose". La crisi di una Vicenza che, dopo quarant'anni di crescita vorticosa, fa i conti con le difficoltà economiche legate alla competizione internazionale e con uno smarrimento identitario, di cui i problemi posti dal raddoppio della Ederle sono soltanto un capitolo. Le divisioni di un governo che, incapace di correggere le risoluzioni dell'esecutivo precedente, "burocratizza" la decisione come fosse soltanto un passacarte mostrandosi sordo all'ascolto delle ragioni della comunità che, con quella risoluzione, deve fare i conti per sempre. Un'azione della politica sempre più autoreferenziale, privata di ogni legame con la società e il territorio, riflessa in uno specchio esclusivamente mediatico e quasi rinsecchita su se stessa.

Quando le "cose" sono difficili da affrontare, la paura è

Foto Luigi De Frenza

VICENZA - "Io non ho paura" c'era scritto sul cartello che una donna si portava in giro sistemato sulla carrozzella, alle spalle del figlio paraplegico. Ora che a Vicenza tutto è filato liscio tra molta buona musica, volti allegri di bambini, donne indaffarate a picchiare sulle pentole, famigliole in corteo serene come lungo corso Palladio, la domenica mattina - è forse necessario chiedersi di quella paura, della sua ragione, del suo valore politico al tempo del governo di centro-sinistra. Perché, nella nuvola di chiacchiere che ha preceduto e certo seguirà la manifestazione "No Dal Molin", va registrata la strepitosa sconfitta della paura. La paura avrebbe dovuto essere, per diffusa convinzione, la protagonista assoluta del giorno.

Si attendevano le incursioni distruttive dei black-bloc, degli uomini in nero; le violenze organizzate dei centri sociali più radicali, i padovani del "Gramigna" soprattutto, sospettati di avere forti complicità con alcuni dei quindici brigatisti della Seconda Posizione arrestati a Milano, lunedì scorso. Un clima di timore e di angoscia è stato, alla vigilia, alimentato - anche inconsapevolmente, anche spensieratamente, forse - da un pastone opaco che metteva insieme notizie diverse ed emergenze disu-

La manifestazione di sabato 17 febbraio

Foto Luigi De Frenza

La strategia dell'allarme

sempre un sistema che garantisce degli introiti politici, efficaci e a buon mercato. Può liquidare, oscurandoli, i fatti più ostinati e controversi e, nel vuoto, lasciar lievitare un sentimento sociale di vulnerabilità che spinge ciascuno lontano dallo spazio pubblico. Altro che manifestazioni, altro che pubbliche proteste.

Si tira giù la saracinesca e si sta a casa, non in piazza.

Negli anni dell'era berlusconiana, abbiamo imparato quale straordinario strumento di governo possa essere la paura. Diventata, alla prese del terrorismo islamico, fondamento della ragione politica (e morale), la paura si è rivelata di una forza incon-

trollabile. Ha influenzato il dibattito pubblico, corretto la mappa del potere verticalizzandola in chiave autoritaria.

Ha condizionato le scelte della politica, deformato i diritti fino a trasferire la soluzione di ogni conflitto a uno stato pre-giuridico dove contavano soltanto il sospetto e il pregiudizio. Diventata idea politica, e magari ingrassata con sapienza dalle élite, la paura si è dimostrata capace di modificare le nostre convinzioni su presente e futuro, conflitto e sicurezza, libertà e protezione.

La verità è che è accaduto purtroppo ancora in questi giorni, anche se non più con Berlusconi al governo. Ora che le bocce sono ferme e tiriamo un sospiro di sollievo, non è uno scandalo parlarne.

Se guardiamo indietro agli ultimi giorni, si può osservare come il governo Prodi abbia ceduto alla tentazione di liberarsi della sfida lanciata da Vicenza lavorando al registro dell'allarme sociale.

Soprattutto le parole di Giuliano Amato hanno sorpreso e inquietato. Chiedere preventivamente la solidarietà del parlamento alla polizia aggredita è prevedere, annunciare un assalto alla polizia. E' agitare le acque, non chetarle come dovrebbe essere dovere del ministro dell'Interno, pur se preoccupato.

Promettere "severità" nella repressione, come ha fatto il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli, è aprire un

varco alle violenze dei manifestanti che amano le pose gladiatorie e all'irresponsabilità di chi ha il compito da fronteggiarle. Chi è stato invece a Vicenza ha potuto rendersi conto che nulla di quel che ha agitato il dibattito pubblico per sette giorni era concreto e reale. Oreste Scalzone, per dire, quasi uno spauracchio appena l'altro ieri, appariva una figura patetica che, in un angolo di Campo Marzio, strologava con prolissa incompetenza.

Lo striscione del "Gramigna" di solidarietà ai brigatisti arrestati lo hanno visto in pochi, mentre nessuno ne ha ascoltato gli slogan "cancellati" dai fiati di Firenze e dagli ottoni di Livorno. La polizia è parsa invisibile e, quando visibile, lontana, annoiata e quasi distratta.

La gente che ha sfilato a Vicenza per oltre sette ore sembrava sapere che chi ha paura è il peggiore nemico di se stesso e ha deciso di non averne. Tocca ora al governo ricordare che, come strumento di potere, la paura può soltanto deformare la libertà di decidere e operare, condizionare valori culturali e diritti, travolgere identità e relazioni. Se il governo dovesse far tesoro di quest'esperienza, ci sarebbe una ragione in più per pensare che il sabato di Vicenza è stato una eccellente giornata. di Giuseppe D'Avanzo da La Repubblica 18 febbraio 2007

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regione

24 FEBBRAIO 2007

INIZIATIVE - Marangon: creata “Adria-Po e Valley” una carta per contare di più in Europa

Le regioni del nord siglano un accordo di cooperazione

C(AVN) Venezia, 15 febbraio 2007 Le Regioni Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e le Province Autonome di Trento e Bolzano hanno dato vita oggi ad un Tavolo Interregionale per lo Sviluppo Territoriale Sostenibile di una vastissima area (praticamente l'intero nord Italia) denominata "Adria-Po Valley", che vuole cooperare in tema di programmazione territoriale e di sviluppo, ed acquisire maggiore peso e visbilità in un'Europa che nelle sue carte ufficiali che definiscono i "poli d'attrazione" cita solo la metropoli di Milano.

Il primo passo è stato compiuto oggi a Venezia, nella sede della Giunta regionale del Veneto dove, su iniziativa dell'Assessore alle Politiche del Territorio

Renzo Marangon, si è tenuta la prima riunione del Tavolo, al termine della quale è stato sottoscritto un documento, la "Carta di Venezia", che indica il cammino da intraprendere ed alcuni temi forti da affrontare.

Si tratta di una novità che interessa un'area capace di produrre quasi il 50% del Prodotto Interno Lordo nazionale, e composta da oltre 3.600 Comuni.

"Oggi - ha detto Marangon è per certi versi una data storica, perché storicamente queste Regioni sono sempre state poco propense a parlarsi. Ora che tutti stanno predisponendo le rispettive pianificazioni territoriali e quelle europee si è affermata la consapevolezza della necessità di coordinarsi per dare vita ad una vera macroarea, capace di individuare e valorizzare le peculiarità comu-

ni, e di inserirsi nello spazio europeo da protagonista.

E' una sfida anche culturale ha aggiunto Marangon - che vogliamo accettare per lo sviluppo compatibile di un territorio nel quale tante vicende si legano al grande fiume Po che lo attraversa".

"La sfida competitiva - ha sottolineato da parte sua l'Assessore al Territorio della Regione Piemonte Sergio Conti - non può certamente più giocarsi l'uno contro l'altro, ed è per questo che consideriamo una scelta lungimirante quella di prefigurare uno spazio 'a rete' come l'Adria-Po Valley".

La firma del Protocollo è stata preceduta da una serie di relazioni tecniche che hanno inquadrato la situazione attuale e le prospettive future, svolte dal Professor Claudio Minca dell'Università di Londra; da

Maria Prezioso dell'Università Tor Vergata di Roma; da Gabriele Zanetto di Cà Foscari; e da Paolo Feltrin dell'Università di Trieste. Compito del Tavolo Interregionale è quello di disegnare una visione condivisa dell'intera area per promuovere ed accrescere la competitività delle Regioni interessate nel nuovo contesto europeo. Tra i temi che le Regioni ritengono utile affrontare in modo integrato vi sono la programmazione territoriale e infrastrutturale, la definizione dei grandi corridoi ecologici a scala sovraregionale, il tema delle città, considerate il vero motore del futuro.

Città come Milano, Venezia, Torino, Bologna e Trieste devono essere trattate come un unico grande sistema urbano policentrico per poter pesare di più in Europa, ma anche per svi-

La soprano dalla magnifica voce verdiana originaria del Polesine si è esibita a Bit 2007

Katia Ricciarelli canta il Veneto "Il Veneto canterà a Bit 2007 con la soprano Katia Ricciarelli, la magnifica voce verdiana originaria del Polesine". Lo ha annunciato il Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, che alle ore 13,30 di giovedì 22 febbraio inaugurerà lo stand regionale della Borsa Internazionale del Turismo, in programma a Fieramilano Nuovo Quartiere Rho dal 22 al 25 febbraio prossimo.

"Ho fortemente voluto la presenza della signora Ricciarelli, perché simbolo di classe, eleganza, armonia e bellezza in cui si riconosce tutta la nostra terra - ha sottolineato Zaia - onora una Regione che si è confermata

anche nel 2006 ai vertici nazionali del turismo arrivando a circa 60 milioni di pernottamenti, quasi il 60 per cento dei quali generati da ospiti provenienti da altri Paesi. Siamo dunque regione di punta in un comparto essenziale per l'economia nazionale e il nostro obiettivo è di consolidare questo primato, forti di un'offerta completa, della grande professionalità degli operatori e della qualità delle strutture".

"La proposta turistica del Veneto - ha ricordato il Vicepresidente della Giunta regionale - si esprime con spiagge, città d'arte, il lago di Garda, ambienti naturali, il più grande bacino termale europeo e le montagne. A

questi macrosettori si affiancano turismi e tipologie turistiche alternative a quelle tradizionali, quali l'ecoturismo, il turismo equestre, il turismo enogastronomico, l'agriturismo".

"L'occasione di BIT 2007 e l'impegno per dare immagine e contenuto alla nostra presenza - ha detto ancora Zaia - sarà utile per darci l'ulteriore polso di una stagione che si preannuncia assolutamente favorevole e che completeremo, come Regione, dando al sistema un nuovo Testo Unico di riferimento".

Lo spazio espositivo del Veneto è situato nel Padiglione 1, settori C18-24 D19-31.

luppare maggiormente il loro forte potenziale innovativo a attrarre servizi e investimenti di eccellenza.

Nel breve periodo, le Regioni firmatarie della Carta di Venezia si sono impegnate a definire obbiettivi comuni da inserire nella Territorial Agenda Of European Union che sarà sottoscritta dai Ministri competenti il 25 maggio prossimo a Lipsia; a confrontare i rispettivi strumenti di pianificazione territoriale attualmente in fase di stesura; a dare corso ad un approfondimento di quelle tematiche territoriali di comune interesse che risultino utili per migliorare la qualità dell'abitare e del produrre.

Il prossimo incontro del Tavolo è già stato fissato per l'8 giugno a Milano, nella sede della Regione Lombardia.

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regione

TRASPORTI - Appello dell’assesore regionale affinché i progetti preliminari approvati dal CIPE abbiano le risorse economiche

Chisso: trovare le risorse per l’alta capacità ferroviaria

Nell'attrezzare il corridoio 5 siamo paradossalmente più avanti per quanto riguarda le infrastrutture stradali rispetto a quelle ferroviarie, che sono indispensabili anche per il necessario riequilibrio intermodale.

Siamo praticamente fermi sull'alta capacità nel tratto Milano - Verona - Padova e verso Trieste, ma non la dobbiamo lasciare da parte, ci sono i progetti preliminari approvati dal CIPE; nella finanziaria 2008 mettiamoci le risorse". E' l'appello lanciato oggi a Padova dall'Assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso intervenuto al convegno organizzato dall'ordine degli ingegneri sul futuro della rete infrastrutturale europea nel

nord-est del paese. Alla sessione pomeridiana dei lavori ha partecipato tra gli altri anche il Sottosegretario allo sviluppo economico Paolo Giaretta. "Si dice che le decisioni politiche sono lente e le realizzazioni anche più lente, ma io sono convinto - ha detto Chisso - che quando c'è voglia di fare tutto può diventare veloce e che lo stato di necessità deve farci accelerare i processi. Sulle opere serve consenso; di sicuro le decisioni non possono essere calate dall'alto; ma non può essere neppure perseguita la linea del consenso a tutti i costi anche con coloro che sono pregiudizialmente contrari, così come è difficile trovare a priori il consenso con il particolarismo locale. Per Chisso, in sostanza

la soluzione è quella di allargare il più possibile il consenso "in corso d'opera" avendo acquisito in precedenza il favore sostanziale sull'esigenza dell'opera per la quale poi, in ogni caso, si dovrà trovare il migliore inserimento nel territorio.

Chisso ha fatto in proposito l'esempio del passante dove, sulle 750 ditte interessate agli espropri, trovando un accordo con le rappresentanze agricole sono ora solo una decina i ricorsi pendenti. "Ringrazio il Ministro Di Pietro - ha affermato - che sul ragionamento del consenso ha sgombrato il campo dalle pregiudiziali del fronte del no. L'importante è decidere - ha ribadito - e trovare il consenso anche strada facendo".

Ok alla programmazione negoziata tra Stato e Regioni per lo sviluppo locale

Approvato a Roma l’accordo sulla montagna E' stato approvato a Roma dalla Commissione "Politica della Montagna", di cui fa parte anche l'assessore veneto Oscar De Bona, l'accordo di programmazione negoziata tra Stato e Regioni per lo sviluppo locale delle montagne italiane.

"Si tratta di un documento spiega lo stesso De Bona - finalizzato a realizzare una strategia complessiva di difesa, conservazione e valorizzazione della natura, di sviluppo ecosostenibile e adeguamento infrastrutturale del sistema delle zone di montagna.

Una strategia ispirata ai principi e agli obiettivi della Carta Europea della Montagna e del Trattato che adotta la Costituzione per l'Europa, con particolare riferimento allo sviluppo del turismo, fondato sulla valorizzazione dei beni culturali, archeologici e

ambientali e alla tutela del paesaggio e con il rilancio dell'artigianato locale, delle attività agrituristiche e agro silvo pastorali tradizionali".

L'approfondimento tecnicopolitico in merito alla realizzazione di un eventuale piano integrato per lo sviluppo territoriale delle aree montane era partito nel 2005 e ora si è arrivati alla definizione di questo accordo che individua alcuni assi di intervento che permettono alle singole Regioni di predisporre propri "Programmi integrati di sviluppo territoriale", anche di interesse interregionale, attraverso i quali finanziare interventi specifici nel territorio montano.

I principali settori d'intervento sono la salvaguardia e la valorizzazione del territorio e dell'ambiente naturale ed antropico; il miglioramento della

qualità e della quantità dei servizi al cittadino; la promozione e il sostegno dello sviluppo

economico; lo sviluppo e l'ottimizzazione della produzione, gestione e distribuzione dell'e-

nergia; la promozione e lo sviluppo di nuove tecnologie e reti immateriali.

"In considerazione della necessità di investimenti specifici per la montagna, delle esigenze e del malessere di ampie zone montane venete che soffrono della difficile convivenza con vicini territori che hanno molte più risorse da investire - conclude De Bona tutte le forze politiche devono fare in modo che lo Stato trovi adeguata copertura finanziaria per questo importante accordo".

Il coordinamento per l'attuazione dell'accordo è stato demandato a un Comitato paritetico nazionale composto da rappresentanti ministeriali, delle Regioni e dell'UNCEM, mentre gli aspetti tecnici saranno affrontati da una Cabina di regìa costituita tra Regioni e UNCEM.

18 Carciofini sott'odio

Balle spaziali di Alessio Mannino Anno 2007, Dimensione Opposta e Parallela dello Spazio detta anche "Paese Normale". Azneciv è una cittadina di 100 mila anime dove cultura e politica vanno di pari passo e i soldi servono a essere felici, non il contrario. Uno stato straniero alleato, l'Impero Galattico d'America, chiede una fetta di territorio perché non vuole far pagare il ticket dell'autostrada alle sue truppe per trasportarle da una base a un'altra: "Le autostrade da voi fanno schifo, ci metteremmo una vita", fa garbatamente sapere il generale Helmett. Meglio farli volare, questi soldati. Il cui motto è: "Bombardare per il bene dei bombardati". Ma gli Imperiali non avevano fatto i conti col capo-tribù locale, il podestà Ulderico Heilweck, uomo tutto d'un pezzo noto per saper decidere in modo netto e trasparente. "Su quel pezzo di terra abbiamo altri piani", risponde l'inflessibile Ulderico. Per esempio, un eros center con cui spazzare via dalle strade la piaga della prostituzione illegale.

Ovviamente a non essere d'accordo sono i rappresentanti del business azneciviano, primo fra tutti il timoniere degli industriali, il coltissimo Max Antenna. Ma proprio perché dotato di lungimiranza formata su vaste letture, il mecenate Max non si oppone alla decisione del podestà di indire un referendum: "I cittadini in casi come questi vanno sentiti", è la motivazione. Scontato l'esito della consultazione democratica: stravince il No con lo slogan vecchio come il cucco ma sempre valido "Facciamo l'amore non facciamo la guerra". Tanto più che con un centro specializzato che emette regolari fatture, l'amore rende anche molto bene. Il governo centrale di Amor (la capitale: nomen omen), guidato da Romagnolo Crodi, non può che accettare la volontà del popolo.

L'Imperatore Galattico Darth W. Push va su tutte le furie e richiede il rispetto dei patti, così intanto fa inserire l'ormai ex alleato Paese Normale nella lista degli Stati Ribelli. Chi salverà lo Spazio dall'oscura minaccia dell'Impero e di Lord Dick Water (il braccio destro di Push)? Il seguito nel prossimo episodio dal titolo: "L'Impero fa l'ennesima cazzata".

24 FEBBRAIO 2007

tempo libero

L'angolo dell'oste. La Quaresima, periodo ideale per riscoprire alcuni piatti tradizionali poveri ma gustosi

Scopetoni e sardele, oggi si cucina di magro

Dopo le abbuffate carnevalesche a base di frittelle, crostoli e castagnole, è tempo di tirare la cinghia. Con il mercoledì delle ceneri è infatti cominciata la Quaresima, il tradizionale periodo di penitenza che precede la Pasqua in cui, fino a non troppo tempo fa, era d'obbligo mangiare "di magro": niente carni soprattutto, ma anche niente lardo, strutto o altri grassi animali, niente uova e, per i più severi, nemmeno niente latticini. Cosa restava? Pane, polenta, minestre e zuppe varie. E ovviamente il pesce, l'ingrediente fondamentale di tanti piatti che sopravvivono ancora nelle abitudini di oggi.

Senza scomodare il celebre baccalà, ecco alcuni suggerimenti che potrebbero rivelarsi preziosi per pranzi veloci, gustosi, e rispettosi della tradizione. A cominciare dai bigoli con le sarde: piatto semplice (per il condimento basta rosolare in olio d'oliva le sardine

tritate finemente), povero quanto ad ingredienti, ma ricco di storia e di sapori.

Oppure i tortelli di magro, un classico in tutto il nord Italia, con il loro ripieno a base di ricotta e spinaci ideale per eludere i divieti imposti dai rigori quaresimali. O ancora, polenta e rènga (nota anche come polenta e scopeton), piatto unico tipico della tradizione veronese, ma diffuso un po' ovunque in periodi in cui le aringhe erano uno dei pochi cibi disponibili a prezzi contenuti. Anche in questo caso, pochi ingredienti e una preparazione essenziale: è sufficiente pulire le aringhe, abbrustolirle sulla graticola e poi condirle con un'abbondante spruzzata di olio di oliva, prima di gustarle abbinate alla polenta. Il tutto risulterà ancora più saporito se le aringhe vengono preparate il giorno prima e poi lasciate a riposare nell'olio per tutta la notte.

Provare per credere.

Il baccalà alla vicentina è un piatto quaresimale

Appuntamenti. Tra gli appuntamenti della settimana, i Motion Trio a Brendola e i Frigidaire Tango a Bassano

Il folk parla polacco Musica. Nel cartellone del week-end, spicca il concerto dei Motion Trio, gruppo di fisarmonicisti polacchi che sabato 24 alle 21 suoneranno nella sala della comunità di Vò di Brendola per la rassegna Vò on the folks. Noto anche come "trio infernale", i Motion Trio hanno saputo rinnova-

re profondamente la musica per fisarmonica, mescolando melodie d'avanguardia, ritmi rock e jazz (ingresso 11 euro). A Costabissara, invece, la Compagnia Teatro dell'Appeso interpreta "Un giorno dopo l'altro, rileggendo vecchie canzoni d'autore", con brani di

I Motion Trio suoneranno a Brendola

Lorca, Tenco, Lauzi, Baudelaire e altri (sabato sera, ingresso euro). Di tutt'altro tenore il concerto in programma domenica 25 nella chiesa di Santa Corona, a Vicenza, dove sotto la guida di Leon Spierer, già Konzertmeister dei Berliner Philarmoniker, gli allievi del conservatorio di Vicenza proporranno melodie di Rossini, S c h u b e r t , Beethoven (ore 20,30, ingresso 5 euro). Sempre domenica 25, al t e a t r o Remondini di Bassano, storica reunion della band bassanese dei Frigidaire Tango, che riproporrà tutti i vecchi cavalli

di battaglia (ore 21,30, ingresso 15 euro).

Teatro. Sabato 24, a Dueville, al teatro Busnelli, lo storico Emilio Franzina e un gruppo di artisti tra cui spicca il nome di Luca bassanese presentano "Semo tuti Americani", storia degli Americani a Vicenza dal 1927 al 2007. (ingresso libero con offerta consigliata a 10 euro). Sempre sabato 24, per il festival nazionale della Maschera d'oro, al teatro San Marco di Vicenza la compagnia Campogalliani di Mantova presenta Nel nome del padre (sabato alle 21, ingresso con biglietto.

Infine, al teatro di Cà Balbi a Bertesinella, la compagnia Teatronovo di Chioggia mette in scena I Rusteghi, una delle più riuscite e apprezzate commedie di Goldoni (ore 21, ingresso euro 8, ridotti a 7 e 4 euro).

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Popcorn. Dopo la giornata del No al Dal Molin Usa, un invito a (ri)guardare Un mercoledì da leoni di Milius

17 febbraio 2007, un sabato da leoni il mantenimento delle basi americane: alla faccia che gli americani portano soldi); che sarà il punto di riferimento per nuove guerre neocoloniali e di sterminio; che probabilmente sarà autorizzata ad ospitare armi nucleari; che inquinerà e rapinerà il territorio; e che ci renderà un obiettivo privilegiato del terrorismo. L'hanno detto democraticamente e pacificamente, e quasi di sicuro - lo sapevano benissimo - anche inutilmente,

DI GIULIANO CORÀ C'è stata, la madre di tutte le manifestazioni, e non è successo niente.

Niente Brigate Rosse (col cappellino della Cgil), niente Black Block a bruciare McDonald's. Però qualcosa è successo lo stesso, e cioè che decine di migliaia di persone vicentini, italiani, americani (!) sono andate in piazza a dire No ad una nuova base militare. Che ci costerà altri soldi (366 milioni di euro paghiamo ogni anno per

perché un governo che si dice 'democratico' ha 'democraticamente' deciso, alla faccia loro, che la base si farà: zitti e al proprio posto. "Libertà è partecipazione", cantava Giorgio Gaber: certo, come no! Vorrei onorare la giornata bella e coraggiosa del 17 febbraio invitandovi a rivedere uno dei più bei film americani degli anni '70, dall'anima profondamente non-violenta e pacifista: Un mercoledì da leoni di John Milius (1978), dolente omaggio ad una generazione spezzata dalla guerra del Viet Nam, ma anche straziante riflessione sul trascorrere ineso-

rabile del tempo. Milius è noto come regista 'di destra', e l'etichetta è curiosa, perché sarebbe impossibile trovare, nei suoi film, sparate fascistoidi e militariste. Probabilmente, ciò che qualche critico (di sinistra?) ha scambiato per cultura di destra è l'affermazione ostinata, assoluta, commovente che il regista fa del diritto inviolabile dell'individuo alla libertà personale e all'autodeterminazione; se è così, allora da Milius dovrebbero andare a scuola tutti coloro che, in questa occasione, hanno 'democraticamente' deciso sulla testa della gente.

Sul comodino. Infarti, tifoni e spese milionarie: un libro svela i retroscena del film di Coppola sulla guerra del Vietnam

Apocalypse now, dietro la leggenda DI GIOVANNI MAGALOTTI "Apocalypse now" (1979) è un film "leggendario" per molti motivi. Per la sua potenza visiva, in primis, e per rendere l'idea basterebbe ricordare la sequenza iniziale con il bombardamento al napalm di una foresta sulle note di "The end", la celeberrima canzone dei Doors; oppure quella in cui la scorribanda aerea di un gruppo di elicotteri è commentata musicalmente dalla "Cavalcata delle Valchirie" di Wagner.

Ma lo è anche per la sua tormentata lavorazione, che ha spinto il regista Francis Ford Coppola e molti altri in seguito a dichiarare un po' enfaticamente che non si trattava di un film "sul" Vietnam, ma del Vietnam vero e proprio.

A quasi trent'anni di distanza dalla realizzazione di "Apocalypse now", esce in Italia un prezioso volume, firmato dalla moglie di Coppola, Eleanor, che ricostruisce passo per passo l'odissea produttiva lunga tre anni del capo-

lavoro. I primi colloqui con gli attori, l'anno e mezzo trascorso nella giungla filippina, fra imprevisti di ogni genere, con un tifone che distrusse gran parte dei set costringendo il regista a sospendere una prima volta la lavorazione del film, l'infarto a uno degli attori principali, Martin Sheen, che impose un secondo stop.

E poi le spese produttive, che proprio a causa degli imprevisti e, a un certo punto, anche del titanismo del regista, lievitarono sensibilmente, costringendo Coppola a metterci del suo per completare la lavorazione. Infine, le ripetute incertezze in sede di montaggio, fra sequenze tolte e poi ricomparse, doppi finali e tanto altro.

Al termine della lettura, si rimane

Il regista Francis Ford Coppola

sbalorditi da come i realizzatori del film siano riusciti ad arrivare vittoriosamente al termine di crisi nervose e difficoltà finanziarie impressionanti.

Ma a uscirne vincitore è soprattutto il film, che, con il libro, vede la sua aura di leggenda crescere vertiginosamente fino a suggerire, sia

al semplice spettatore sia al cinefilo accanito, nuove visioni dell'opera.

Eleanor Coppola, Diario dall'Apocalisse.

Dietro le quinte del capolavoro di Francis Ford Coppola, Minimum Fax, pp. 256, € 13,50

HANNO DETTO "Le manifestazioni di piazza sono legittime, ma è fuorviante farne il sale della democrazia. Se si nega l'ancoraggio alle istituzioni si può scivolare nella suggestione della violenza come matrice delle decisioni. E di lì, si può compiere il passo verso la degenerazione estrema del terrorismo".

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, 20 febbraio 2007

"Noi cittadini siamo stanchi di essere considerati pura massa di manovra ad uso delle eterne diatribe fra le oligarchie di destra e di sinistra o interne all'una e all'altra. A Vicenza, sbiancando chi, come Amato, come Rutelli e come i Pierluigi Battista del Corriere della Sera, si era permesso di fare dei vergognosi e gravissimi collegamenti fra una manifestazione della gente comune e i neobrigatisti, ci siamo ripresi, pacificamente, quella voce cui abbiamo diritto".

Massimo Fini, Il Gazzettino, 20 febbraio 2007

"Oggi in Senato tutto andrà come deve andare. Prodi in sella come se niente fosse. E' una certezza metafisica, più forte delel convinzioni della sinistra, tranne una, quella decisiva: quella per cui il vero ideale coincide con la cadrega".

Dreyfus (alias Renato Farina), Libero, 21 febbraio 2007