VicenzaPiù n.36, 25 novembre 2006

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DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO

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"Il vostro parlare sia sì sì, no no" Non posso certo definirmi un cultore di cose sacre, ma qualche giorno fa, leggendo uno dei due quotidiani più prestigiosi d'Italia, mi ha colpito, con riferimento all'italico modo di far politica, questa frase di Gesù: "Il vostro parlare sia sì sì, no no". Che dire di più su queste poche, fortissime parole? Solo che non sarebbe male se rientrassero più spesso nel dna di chi ogni giorno vuole insegnarci cosa sia buono e cattivo, cosa fare e cosa non fare, per poi cambiare idea il giorno dopo sulla base di pure e semplici convenienze - e non di ponderati ripensamenti, che sono ben accetti quando motivati da un esame approfondito dei fatti. Sì sì, no no. Che bello se anche i politici italiani e vicentini ci dicessero chiaramente cosa pensano, senza condirlo di 'purché': un avverbio che rende indecifrabile il loro pensiero più di quanto già non lo sia. Ok al Dal Molin a stelle e strisce, ha stabilito il Consiglio Comunale di Vicenza: 'purché' non comporti un aeroporto militarizzato, purché non costi alla città e purché le porti vantaggi in termini di infrastrutture e di indotto. Ma il 'purché' diventa 'Sì' solo se arrivano qui gli appalti per gli imprenditori locali e, giusto dirlo, i connessi vantaggi per i lavoratori delle costruzioni. Questo 'purché' ha avuto il potere di cancellare le obiezioni verso la guerra, perché militarizzazione o no dell'aeroporto (ma strano che il sì netto degli Usa sia solo per il Dal Molin, non in un'altra area senza pista!), migliaia di marines in più in città non equivalgono a innocui turisti amanti del Palladio. Salvo far rispuntare ora altre e nuove obiezioni, quando pare che gli appalti e l'indotto immobiliare non abbiano preso la direzione di Vicenza. Allora addosso alle cooperative 'scavatartufi' dell'Emilia, concorrenti temute dai costruttori locali, come urlava sabato 'un' giornale di Vicenza. E il 'purché' sembra mutare pelle. Ma il 'purché' è anche sulle bocche del governo centrale, che poi è quello che alla fine decide. E lì il 'purché' è multiplo (purché Vicenza sia d'accordo, purché l'area sia diversa, purché la decisione in nome dell'alleanza con gli Usa sia bipartisan...), come multiple sono le anime dell'attuale maggioranza nazionale, alcune delle quali arrivano a pronunciare un 'no no' netto. Quello della sinistra più schierata e dei No global. I No global saranno pericolosi (lo sappiamo e lanciamo perciò un appello forte a che la manifestazione del 2 dicembre sia comunque di confronto e non di violenza strumentalizzata) ma almeno la loro posizione è chiara: no, no. Possibile che solo loro abbiano letto la frase di Gesù?

Anno 1 nr. 36 - Sabato 25 novembre 2006

La Vicenza contro Il tradizionale torpore della città simbolo del Nordest lavoratore è rotto da continue mobilitazioni: lo scorso 21 ottobre quella del popolo di centrodestra, ora la marcia anti - Dal Molin del 2 dicembre. Vicentini tutti in piazza?

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Giovanni Coviello

L'immobiliarista Marchetti: "Costruire? Meglio in altezza"

Comunali 2008 Partito Democratico in corsa. Con Centro e Lega

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a pagina 5

Silvia Ziche, una thienese tra paperi e topi Disney

Cassingena: "Il nostro peggior avversario? La sfortuna"

a pagina 9

a pagina 14


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