e 0,50 DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO
Vicenza, lasci o raddoppi? Una domanda secca che è un invito e un appello: se in tutta Italia si sta parlando in questi giorni di Vicenza per la vicenda della base Usa al Dal Molin (e sperando che non se ne stia parlando in qualche centrale del terrore) perché non ne approfittiamo anche per parlare al Paese di tutto ciò che rende unica la nostra città: del suo Palladio, delle sue aziende, dei suoi prodotti (dalla grappa all'oro, dall'abbigliamento al baccalà), della sua gente - da quella famosa dei Mincato e degli Scaroni a quella comune che mantiene vitale l'economia locale. Facciamo parlare di Vicenza perché la città possa trovare lo spunto per aprirsi e superare un'agonia culturale, che è anche economica e sociale: un declino che mai mi sarei aspettato, così repentino, quando, a metà del '92, arrivai qui per motivi di lavoro. Dopo ben 24 anni di vita romana avrei dovuto fermarmi solo per un breve periodo, io nativo di un paesello del basso Lazio in provincia di quella Latina "colonizzata" dai Veneti ai tempi della bonifica della pianura Pontina (una premonizione del mio futuro in Veneto?). Arrivai qui per tre mesi e ci rimasi un anno, per poi decidere di rimanerci (per sempre?) perché vedevo e toccavo con mano un attivismo, un'organizzazione e una qualità della vita inimmaginabili a Roma e nelle altre città d'Italia e del mondo che avevo fino ad allora girato in 40 anni di vita intensa. E non erano poche, da Hong Kong a Londra, da Parigi a Taipei, fino a New York e Los Angeles. Vicenza era bella e umana perché era piccola e grande ad un tempo. Piccola di dimensioni e, quindi, superate le iniziali diffidenze, facile da abbracciare. Grande per le opportunità, perché i suoi 700 mila abitanti (100 mila in città) la rendevano, con la loro operosità e creatività, la terza potenza industriale dell'Italia. Ora Vicenza, che mai ha saputo sfruttare le sue bellezze turistiche, sta vedendo scemare anche la Fiera, motore dell'economia, ed è sempre più lontana dalle vie di comunicazione. Tav e aeroporto civile - quest'ultimo da fare, non per gli Usa ma scegliendo un partner industriale tra le aziende aeroportuali di Verona e Venezia - sono le ultime chances per non perdere i contatti col mondo, ora che la competizione è globale: l'operosità della Cina e dei suoi cloni ha sfidato la vecchia e finora vincente operosità vicentina, e i suoi costi lillipuziani rischiano di annullare i vantaggi della creatività berica se questa continuerà ad essere penalizzata dalla mancanza di infrastrutture. Vicenza, non "lasciare", raddoppia la posta riaprendoti al mondo. Altrimenti il mondo ti occuperà. E non solo al Dal Molin. Giovanni Coviello
Dal Molin, le ragioni del Sì e del No
Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Quando Vicenza va in vacanza... ...molto vicentini restano in città. Manuale di resistenza umana per sopravvivere ad un agosto in casa fra libri, film, shopping e teatro Ma trovare qualcosa da fare alla sera è ancora un problema da pagina 6
Grappa Poli, 40 gradi di passione
Fatti un bagno
con “Le Sinergie” a soli
½
da pagina 4
Vacanze romane, tutti in fuga dalla Capitale
a pagina 13
Anno 1 nr. 23 - Sabato 29 luglio 2006
a pagina 11
Zeila Biondi, la donna in "Rossi"
a pagina 18
99,00
al mese
L’offerta comprende:
• Demolizione rivestimento e pavimento • Rimozione sanitari • Ripristino pareti e pavimento • Smaltimento materiali da demolizione • Fornitura e posa in opera piastrelle • Fornitura e posa nuovi sanitari
Realizzazione in soli 5 giorni! PAVIMENTI E RIVESTIMENTI Viale Trieste 153 • 36100 Vicenza Tel 0444 512014 • Fax 0444 513680