VicenzaPiù n.201, 5 novembre 2010

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VICENZAPIU.COM: Online il quindicinale diventa quotidiano con i commenti ai fatti del giorno - www.vicenzapiu.com

Vicenza

Cesare Nosiglia addio agrodolce pag 20

Contrà F. del Gambero, 26 0444 545378

il buon gelato artigiano

Vicenza e gli attuali proprietari. Preto tace pag 4

Vicenza Chiampo valley: Contrà F. del Gambero, 26 0444 545378 le incognite sul rilancio pag 14-15 il buon gelato artigiano

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n° 201 5 novembre 2010 euro 1,00

e Arzignano - Montecchio

Quindicinale di fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Giovanni Coviello

In edicola il venerdì

VicenzaPiù prossimo numero in edicola venerdì 19 novembre

Dalle pieghe di Dirty Leather emerge il piccolo impero dei Maulucci

Niente futuro senza pubbliche ammende di Marco Molinini

L

’alluvione che ha colpito Vicenza ha dato la dimensione del dissesto, idrogeologico e morale, in cui versa la provincia, ma pure il resto del Paese. In questo momento si parla di emergenze. Ma sarebbe corretto, anche se non avverrà mai, che tra qualche settimana l’intera classe dirigente (politici, banchieri, imprenditori, burocrati, persone inserite nell’establishment) recitasse una volta per tutte il mea culpa e spiegasse, a sé stessa in primis, che ciò che abbiamo, come società vicentina, realizzato negli ultimi cinquant’anni è sbagliato. Continua a pag 23...

Mandiamoli a zappà che è meglio! di Paolo Mele Senior

C

hi l’ha detto che siamo alla frutta? Se non ve ne siete accorti qui hanno già sparecchiato da tempo e perfino spazzato le briciole da sotto la tavola. Per di più, come preannunciato da Tremonti all’alba dell’ultima manovra fiscale, “la ricreazione e finita!”. Continua a pag 23...

Fiume

di cemento Poche ciàcole

si fa in 5 www.vicenzapiu.com www.schiopiu.com www.montecchiopiu.com www.thienepiu.com www.bassanopiu.com

Informazioni e commenti quotidiani per tutta la provincia

D

Morire d’acqua

i analisi e contro analisi sull’alluvione che ha colpito il Vicentino sono pieni i media, incluso il nostro. Premesso che un particolare pensiero va a chi ne ha subito le conseguenze, la domanda che nessuno si è posto, al di là dei tempi corretti o meno di allertamento, è questa. Gestita l’emergenza, si rimane in attesa dei mea culpa anche da parte di chi oggi accusa dimenticando le cementificazioni a tutto spiano autorizzate nel passato, la causa del dissesto idrogeologico odierno. Ma soprattutto cosa si pensa di fare

per evitare che il disastro si ripeta al primo nuvolone che decidesse di fermarsi e svuotarsi di nuovo su Vicenza? Nel breve si può fare ben poco, se non mantenere un perenne stato di allarme. E poi? Se ci sono voluti pochi anni a occupare distese di verde, quanti anni in più ci vorranno per ricrearlo e per proteggere il poco rimanente? Ci vorrebbe subito un ripensamento dei piani territoriali anche per buttar giù capannoni ed edifici vuoti e riutilizzarne gli spazi in maniera ecocompatibile; data per certa una crisi decennale dell’economia,

che certo non farebbe stracciare le vesti a chi oggi quei parallelepipedi di cemento li possiede ma non li può mettere a reddito. E un piano parallelo, ma altrettanto urgente, per pulire i corsi d’acqua, costruire invasi e protezioni. Ma anche per impedire che nuove edificazioni (e quante ne sono ancora previste tra beghe politiche, legali e affaristiche?!) vadano a toccare ulteriormente gli ignoti equilibri della natura e delle falde. Se a Vicenza siamo ricchi d’acqua, evitiamo di morirne. Giovanni Coviello


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