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Rumor, Dal Molin, Provincia, la viabilità del futuro: l’aeroporto lascia un cinghialone pedaggi ovunque la base raddoppia pieno di dignità pag pag pag 4 11 3 68 NEWS IL TELEGIORNALE “ LIBERO DI PARLARE “
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Il modo di gestire l’Aim da parte del presidente Fazioli non piace più a sindaco e centrosinistra: troppo autoritario e autoreferenziale (o autonomo?) Il risanamento va avanti tra il malumore del personale Ma sul mercato l’azienda, al momento, è ferma
Ciàcole
H
Le cassandre
anno fatto discutere, e suscitato più di qualche preoccupazione, le foto scattate dagli attivisti del No Dal Molin all’interno del cantiere della nuova base americana. Si vedono scavi allagati, fondazioni sommerse dall’acqua, piccoli stagni che fanno capolino un po’ ovunque. Segno che, probabilmente, i lavori per la posa dei pali hanno modificato l’equilibrio della falda, che lì corre vicinissima alla superficie. Una sorpresa? Niente affatto. C’era stato chi l’aveva
previsto, e non erano stati solamente quegli estremisti dei Nobase (loro, si sa, parlano solo per partito preso). No: c’era anche una relazione del Centro Idrico di Novoledo, uno degli osservatori più autorevoli quando si parla di acqua e di falde, che aveva messo nero su bianco proprio questo: se si trivella al Dal Molin, la falda rischia di alzarsi nel raggio di chilometri. Magari di poche decine di centimetri, ma si alza. E le conseguenze sono difficili da prevedere.
La relazione è rimasta lettera morta, ignorata da tutti, in particolare da chi, come il commissario Paolo Costa, ha il compito di vigilare su regolarità e correttezza di quanto avviene nel cantiere. E ora se ne vedono le conseguenze. Adesso altri mettono in guardia sul futuro dell’aera est: attenzione, avvisano, che se non si prende una decisione veloce e incisiva, la base si estenderà fino a via Sant’Antonino. Le solite Cassandre, si dirà. Può darsi. Ma se anche stavolta avessero ragione loro?