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n° 165 3 ottobre 2009 euro 0,50
Settimanale di fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Luca Matteazzi
In edicola il sabato
Libertà di disinformazione Sabato 3 ottobre si manifesta per la libertà di stampa Ma Berlusconi è solo la punta dell’iceberg di un sistema perverso che lega editoria, politica e affari E anche i giornalisti hanno le loro colpe
CREMAZIONI
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Lotta di potere
ovrebbero vergognarsi. Tutti. Quello messo in piedi dal Popolo della Libertà e Lega Nord intorno alla candidatura per la presidenza della Regione Veneto è un osceno mercato che dovrebbe far passare la voglia di votare alle elezioni regionali del 2010 anche ai loro più accaniti fan, trattati come accidentale massa di manovra nella lotta fra due apparati cui preme soltanto la conquista del potere. Il governatore Giancarlo Galan ha accumulato ben tre mandati di fila, e i leghisti, sempre più smaniosi
di accaparrarsene la poltrona, ne reclamano la testa. Beghe interne, affari loro? No, affari nostri. Perché il cambio della guardia a Palazzo Balbi significa lo smantellamento di tutta un’architettura di interessi costruitisi attorno all’attuale presidente. Intanto il Partito Democratico, l’esangue opposizione, sta alla finestra. Aspettando impotente che dai vertici nazionali del centrodestra, nei litigiosi conciliaboli fra Silvio, Fini e Bossi, venga trovata la quadra. L’ultima, comica idea escogitata ad Arcore è un’alleanza con
un programma unico ma con due differenti candidati, uno pidiellino e uno padano. I punti fermi sono due. Il primo è che un Galan che mira al Ventennio è uno schiaffo in faccia a tutta la retorica del ricambio democratico. Il secondo è che una Lega che si autorappresenta come movimento di popolo e che poi ha come unico pensiero l’assalto al palazzo, si conferma per l’ennesima volta per ciò che è: un partito-lobby come tutti gli altri. C’è ancora qualcuno che se la sente di votare, l’anno prossimo?
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