VicenzaPiù n.159, 25 luglio 2009

presso pizzeria da Mario

presso pizzeria da Mario

Alcol vietato, perbenismo inutile pag 3 music & drinks

dal mercoledì alla domenica apertura da primavera a estate

DEGUSTAZIONE VINI

430 posti a sedere interni e 180 esterni

SERATE JAZZ SERATA TEMA

venerdì aperto fino alle 3,00 • sabato aperto fino alle 4.30 domenica, martedì, mercoledì e giovedì aperto fino alle 2 lunedì chiuso

SERATA D’ARTE

Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (Vi) • tel. 0444522215

SANGRIA PARTY

MOJITO PARTY

MUSICA DJ

Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (VI) • tel. 0444 522215

Torre Girardi, l’accusa: “Tutto illegale” pag 5

De Marchi (Api) “Dimenticati dalla politica” pag 6

430 posti a sedere interni e 180 esterni

venerdì aperto fino alle 3,00 • sabato aperto fino alle 4.30 domenica, martedì, mercoledì e giovedì aperto fino alle 2 lunedì chiuso Viale Italia, 191 • 36051 Creazzo (Vi) • tel. 0444522215

music & drinks dal mercoledì alla domenica apertura da primavera a estate

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SANGRIA PARTY MOJITO PARTY MUSICA DJ

SERATA D’ARTE

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n° 159 25 luglio 2009 euro 0,50

Fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Luca Matteazzi

Sfruttati flickr.com/wools

Con la crisi aumentano i casi di cooperative che, con vari trucchi, aggirano la legge Con danni prima di tutto per i lavoratori ma anche per erario e coop corrette

Ciàcole

I

Errori

l conto alla rovescia è già partito. Dopo mesi e mesi di silenzi, nel giro di due settimane, entro i primi di agosto, la Regione dovrà prendere una decisione sul progetto della Wisco per la creazione di un impianto di smaltimento per rifiuti speciali nella zona dell’arsenale ferroviario. “Tutta la città è contraria”, ha dichiarato l’assessore all’ambiente Antonio Dalla Pozza.

E infatti, per una volta, la protesta dei cittadini che da subito si sono mobilitati contro il progetto ha trovato la sponda sia del Comune sia, anche se forse in modo

più tiepido, della Provincia.

L’incognita riguarda invece la Regione, a cui spetta l’ultima parola e che in passato si era dimostrata più disponibile alle richieste dei privati.

Qualche mese fa, un articolo del nostro collaboratore Andrea Alba spiegava come, a leggere tra le righe delle relazioni tecniche della commissione per la valutazione di impatto ambientale, non fosse difficile scovare le premesse per il via libera all’operazione, nonostante i rischi per e i disagi per il vicino quartiere dei Ferrovieri. In questi mesi,

però, il Comune ha presentato nuova documentazione per rafforzare il proprio no.

E nelle ultime uscite anche l’assessore regionale Chisso si è dimostrato quantomeno più determinato. “Non accetto il comportamento di questi signori – ha dichiarato in un’intervista al Giornale di Vicenza riferendosi ai vertici della Wisco -, non sono i padroni del mondo, neanche se alle spalle hanno Enel e Trenitalia”.

Adesso la parola passa ai tecnici della commissione via. Il responso arriverà a giorni. E ci farebbe molto piacere esserci sbagliati.

Vicenza

Contrà F. del Gambero, 26 0444 545378

il buon gelato artigiano

159 del 25 luglio 2009 pag2

il fatto

159 del 25 luglio 2009 pag3

numero

Alcol vietato, perbenismo miope

Anche le coop piangono

L’ondata di ordinanze contro la vendita di alcolici ai ragazzi non tocca il cuore del problema. Che riguarda il dilagare di spazi sociali ormai senza contenuti, e un sistema in cui siamo tutti macchine per comprare: vestiti, auto o liquori poco importa

Il mondo della cooperazione è colpito duramente dalla crisi, e ad aggravare la situazione si aggiungono le false cooperative che frodano fisco e lavoratori. La novità positiva: da marzo la cassa integrazione vale anche per le cooperative

di Alberto Belloni il concerto, la vacanza)? Magari, invece di tanti interventi repressivi, sarebbe più efficace recuperarli culturalmente, quegli spazi. Bisognerebbe tuttavia spiegare che tutto muove dal consumismo. Brutta china da prendere. Che loro, come noi, non sono in fondo che una macchina per comperare. Vestiti, dischi, macchine, viaggi, libri, televisione, liquori, vino.

Tutto un grande supermarket.

Celine diceva che alla fine della sagra gli unici che fanno festa sono i bottegai. Questo è il vero disordine.

Poche speranze Che fastidio volete che diano, in un tal baraccone infernale, i w r iters che colorano pezzi tr istissimi delle cit tà? E’ qui che non capisco cer te bat taglie sconsiderate della destra (destra?) v icentina. Abbiamo discusso per decenni dell’occupazione da par te di Zio Sam del suolo nazionale e cosa leggo nei comunicati stampa?

Fier i lai sui mur i imbrat tati e nemmeno una mezza parola sulla nuova base statunitense, a 64 anni dalla f ine della guerra, con il muro di Berlino caduto nel 1989! D’altra parte che cosa fa Var iati, pr imo cit tadino ber ico? Traccheggia sul Dal Molin (Franceschini e Berlusca hanno gli stessi padroni, lo sappiamo) e sull’abuso degli alcolici si limita ad un comunicato stampa di ev idente impronta democr istiana. La comunità do v rà impegnarsi in una campagna educativa con il suppor to del Comune, Ulss, scuola e parrocchie (ops!). Dove i div ieti non falliranno, r iuscirà allora la pastorale di Achille?

Vedremo. A mmet to di avere poca f iducia. Scusatemi…

I

flickr.com/adrigarcia

H

una tristissima realtà? L’abua cominciato donna Leso degli alcolici, la droga dei tizia a Milano, che di poveri, non è forse l’effetto di marshall ha ben poco, poi l’ha un meccanismo sociale consoseguita un manipolo di sindalidato? Come il soldato ubriaci sceriffi. La strada è quella co combatte meglio, così il del proibizionismo, l’obiettivo cittadino che si rincoglionisce dichiarato quello di ridurre con la bottiglia ha poco teml’impatto dell’alcolismo sui mipo per pensare. Specialmente norenni. E la guerra allo sbali giovani, che nella storia sono lo si combatte con particolare sempre stati quelli che hanno intensità nel Veneto. Probabilpiù rotto i coglioni all’establimente non è un caso. Stiamo shment. I ragazzi, peraltro, (lo parlando di una regione nella siamo stati anche noi e nemquale la sbornia è stata eletmeno troppo tempo fa) hanno ta nel tempo a tratto distintimeccanismi psicovo: macchietta del logici conosciuti e veneto imbriagon prevedibili. Se dici nel l’ava nspet taco loro di tagliarsi la lo, autentica liturzazzera, te li ritrogia nel corpo degli I ragazzi capelloni, se alpini, lunga e convanno sempre verai raccomandi di ocsolidata tradizione controcorrente: cuparsi più di podi contadini che cosa pensate litica, li scoprirai solo recentemenin fuga dall’impete hanno imparato che faranno gno, se consigli di dav vero a far vino ora? ascoltare Mozart buono. Una regione avranno le cuffietnella quale si bevete con gli AC-DC… va lo spritz quando Vanno sempre controcorrente. nel resto d’Italia ancora non si Regolare.

Beh, cosa prevedete sapeva nemmeno cosa significhe faranno adesso, con Zanocasse questo termine. Lo spritz nato e Cacciari che vietano la vicentino (solo bianco, acqua vendita di cicchetti ai minori minerale e una scorzetta di lidi 16 anni? mone) e quello padovano (macchiato con un aperitivo).

Il grande supermarket Io sono praticamente astemio, Law and order bevo solo qualche goccio per E’ un caso che si stia parlando il piacere di assaggiare un didi un feudo della Lega? Diffistillato di qualità. Proviamo cile rispondere. Certo che il piuttosto a domandarci perché ridondante richiamo all’ordiquesti adolescenti alzano tanto ne di marca padana, qualcosa il gomito, perché è ormai così c’entra. Parla uno che ha fatfrequente vedere un pischello to del “law and order” il tema in piazza con l’occhio vitreo e politico conduttore della sua una bottiglia di Cabernet ingolgioventù. Concedetemi un milata a stomaco vuoto o una ranimo di voce in capitolo. Ma gazza che vomita dopo la terza cosa c’entra l’ordine, inteso birra bevuta a garganella. Non come l’esercizio dei propri diè che l’alcool è rimasto l’unico ritti sottoposto al diritto sacollante all’interno di spazi socrosanto degli altri di godere ciali sempre più poveri di condei propri, con questa ventata tenuti (lo stadio, la discoteca, di perbenismo, che nasconde

di Andrea Alba

Vicenzapiu.com, il nuovo sito è “quotidiano” Nuovi contenuti e nuove possibilità per i lettori.

Che potranno commentare in diretta il nostro lavoro In molti se ne sono già accorti, visto che il numero di contatti è in continua ascesa.

Per tutti gli altri, ecco la novità che ancora mancava per fare del nostro settimanale un mezzo di comunicazione completo: da qualche tempo il sito web www.vicenzapiu.com ha preso a funzionare a pieno regime, o quasi.

Il sito, in realtà, era già stato rivisitato a febbraio, in occasione del terzo compleanno del settimanale, con una nuova grafica in linea con quella del giornale cartaceo, e con una nuova organizzazione dei contenuti. Qualche mese di rodaggio, e adesso tutto è pronto per allargare ancora di più la gamma di informazioni e rif lessioni che vi proponiamo, con la piccola rivoluzione degli aggiornamenti quotidiani.

Sul sito, infatti, potrete trovare i testi del settimanale, distribuiti in diverse sezioni – ci sono le notizie, uno spazio dedicato alle inchieste, una sezione riservata alle in-

terviste e una rubrica per le opinioni, oltre naturalmente all’archivio – e in diverse categorie (la politica, l’attualità, l’economia, lo sport). Ma ci sono anche comunicati che ci arrivano da enti, associazioni, istituzioni e gruppi di cittadini, per rendere sempre più stretto il legame tra il giornale e la città. E ci saranno presto pezzi quotidiani scritti appositamente per il web, con l’obiettivo di fornire nuovi spunti al dibattito e al confronto. Il tutto integrato dalle nuove possibilità offerte al lettore. Che può cercare i contenuti che più gli interessano grazie ad un motore di ricerca. E che, soprattutto, avrà la possibilità di commentare e di esprimere la propria opinione sui testi e sugli articoli che troverà on line. Per suggerimenti, consigli, osservazioni e, ovviamente, critiche.

Adesso la parola passa a voi.

l vademecum dei raggiri che vengono usati, troppe volte, per trasformare una cooperativa in uno strumento per opprimere lavoratori prevalentemente stranieri, e truffare l’erario. Ne parla un sindacalista del settore, Matteo Adami della Fit Cisl, che indica la strada per evitarli, e spiega l’innovazione – tutta veneta – della cassa integrazione in deroga per i soci lavoratori coop che rimangono senza lavoro a causa della crisi. L’informazione sulla presenza dell’ammortizzatore sociale è tanto più importante in quanto, ad oggi, la possibilità di ottenerlo è quasi sconosciuta: si contano sulle dita di una mano le società mutualistiche che l’hanno chiesto alla Regione per i propri soci lavoratori, rimasti a casa senza lavoro e senza stipendio.

Assemblee fantasma La premessa è necessaria, per capire le difficoltà che si hanno nel tutelare in qualche modo i soci delle cooperative. «Fino al 2001 – precisa l’esponente sindacale - le società mutualistiche pagavano gli stipendi facendo un’assemblea dei soci, e decidendo lì le quote per ognuno.

Era chiamato compenso. Le legge 142/2001 ha disciplinato la figura del socio e quella del lavoratore, la grande novità è stata che si è passati a un contratto normale, con tutele».

L’innovazione era importante, e tesa ad evitare abusi nella distribuzione dei compensi: se infatti nella prima convocazione dell’assemblea in cui si fissa il compenso le decisioni devono essere prese con una maggioranza del 51 %, lo stesso non vale per la seconda convocazione, in cui decide la maggioranza dei presenti: «Il rischio era, ed è ancora, di avere convocata la seconda assemblea a Tripoli, in spiaggia, di notte...

– spiega ironicamente l’esponente sindacale –, in sostanza in modo da escludere la maggioranza dei soci, per prendere decisioni gravose che poi coinvolgono tutti: ad esempio un compenso bassissimo».

Con la 142 si è cercato in parte di porre rimedio a queste situazioni.

Subito dopo, nel 2002, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno siglato un protocollo d’intesa con le principali associazioni datoriali (Legacoop, Confcooperative, Agc): il testo consentiva, visti gli aumentati oneri che il contratto di lavoro introdu-

ceva per le società mutualistiche (quali ad esempio la tredicesima), di scaglionare negli anni gli istituti contrattuali. In pratica estenderli un po’ alla volta, dal 2001 al 2008.

«La 142 ha finalmente spiegato come normare la parte del socio e la parte del lavoratore, e introdotto il contratto di lavoro. Da quel momento, quindi, ad esempio per le cooperative di trasporto e facchinaggio, di cui ci occupiamo, il testo di riferimento è diventato il contratto dei trasporti. Una delle cose che la 142 non ha detto, e che ha creato grandi problemi per motivi giuridici in seguito, è se nella società mutualistica, in caso di socio lavoratore, sia prevalente la figura del socio o quella del lavoratore».

Fatta la legge, trovato l’inganno «Purtroppo oggi un tipo di società come la cooperativa, massima espressione della solidarietà e libertà nel lavoro presente nell’ordinamento italiano, viene spesso impiegata, all’opposto, per privare di diritti i lavoratori. Le coop di questo tipo sono moltissime, per fare un esempio, a Vicenza si contano sulle dita di due mani le società mutualistiche di facchinaggio che fanno vere assemblee fra i lavoratori».

Quando un socio lavoratore di una cooperativa si presenta negli uffici Fit di Vicenza per chiedere aiuto, per contributi non pagati o tutele non rispettate, «la prima cosa che facciamo è andare a guardare da quanto la sua società è iscritta nel registro delle imprese. Recuperiamo due o trecentomila euro l’anno di contributi, ma è difficile perché il settore è una vera giungla».

Sotto i due anni di iscrizione al registro, il rischio di frodi è molto elevato. Il primo sistema per aggirare i controlli è proprio questo: «Le coop che fanno assemblee sono poche, le altre sono “società” a tutti gli effetti: durano due anni, il tempo del primo bilancio, poi chiudono.

Chiudono “prima” del bilancio, per la precisione: lo possono fare, e non succede nulla. E se ci sono contributi non versati per i soci lavoratori, dopo sono problemi dei lavoratori stessi. Che in genere sono stranieri e non sono informati a sufficienza».

Succede quindi che i soci, ignari di tutto, siano convinti di versare regolarmente i contributi, mentre questo non viene fatto dalla società. I controlli? «L’Osservatorio sulla cooperazione a Vicenza è fermo da due anni, non se ne fa nulla. I controlli sono affidati al ministero del Lavoro, ma quand’anche la società disonesta venga multata, chiude su-

bito dopo, senza neanche aspettare i due anni, e a rimetterci sono nuovamente i lavoratori».

Licenziamenti lampo e crisi a sorpresa L’assemblea, nella società disonesta, diventa strumento di raggiro.

«Il lavoratore straniero, spesso non a conoscenza delle proprie prerogative e diritti, non partecipa alla prima assemblea. La seconda viene convocata in modo che vi partecipi un numero ristretto di persone, magari un solo socio, e lì si delibera a maggioranza dei presenti quel che si vuole». Un altro abuso che spesso si riscontra è la durata del periodo di prova, arco di tempo in cui ogni lavoratore può essere licenziato senza preavviso: «Purtroppo, ed è stato un errore anche del sindacato, nell’intesa stipulata con le associazioni datoriali nel 2002 si è prevista una deroga ad alcuni articoli del contratto di lavoro nazionale. Per esempio alla durata del periodo di prova del socio lavoratore: così si hanno abusi come statuti di cooperative con periodi di prova di 180 giorni, sei mesi in cui il lavoratore può essere licenziato seduta stante con tutte le conseguenze del caso».

Un altro sistema per aggirare le normative, scaricando sui lavoratori costi e oneri, è la dichiarazione dello stato di crisi. «Esiste anche nelle società mutualistiche, ma ancora attraverso il sistema dell’assemblea in seconda convocazione viene dichiarato senza che ne siano a conoscenza i soci lavoratori.

Quindi succede che il lavoratore scopre in busta paga che è stato dichiarato lo stato di crisi, e dal cedolino scopre che nell’assemblea sono state prese decisioni importanti come, ad esempio, togliere la tredicesima e la quattordicesima a causa della crisi. O ridurre il compenso dei soci di qualche centinaio di euro. Purtroppo proprio a causa della non definizione della preminenza della figura di socio o di quella di lavoratore nell’ordinamento giuridico, quando la società mutualistica riduce il compenso del socio la causa che si può intentate è solo civile, niente giudice del lavoro. Con tutti i tempi del caso». Infine le società mutualistiche, se lo vogliono, possono derogare alla norma che prevede che, in caso non ci sia lavoro, il lavoratore riceva comunque la paga. È previsto dalla normativa, e viene fatto spesso.

La novità: la Cig in deroga Secondo il sindacato, il rimedio a queste situazioni deve essere an-

flickr.com/fazen

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opinioni

zitutto una reale conoscenza dello strumento cooperativo da parte dei soci-lavoratori stranieri. «Educare i soci ai loro diritti è la cosa più importante. Quando andiamo nelle cooperative in cui ci rendiamo conto di aver a che fare con situazioni strane, la prima cosa che facciamo è dire ai lavoratori di convocare un’assemblea con il 51 per cento dei voti, ed eleggersi il presidente che vogliono loro. Spesso non si rendono conto di poterlo fare. La disonestà di alcuni va a danneggiare l’attività delle società mutualistiche oneste, come ad esempio, a Vicenza, Eurocoop». Una novità introdotta recentemente in Veneto è la cassa integrazione in deroga anche per i soci lavoratori delle cooperative di trasporto. Dal 31 marzo 2009 possono chiedere, in caso non ci sia lavoro, la cassa integrazione per 180 giorni: «E’ una novità assoluta, come Cisl ci siamo impuntati perché venisse esplicitamente inserita la dicitura “soci lavoratori”. Così non possono esserci dubbi. Purtroppo ad oggi solo

poche cooperative hanno chiesto l’ammortizzatore sociale». Un po’ di numeri: alla fine di giugno a Venezia risultavano autorizzate richieste di Cig in deroga per un milione e 144mila euro, per società mutualistiche. Avevano fatto richiesta in sedici, per lo più grosse cooperative dell’area portuale: la differenza con le società artigiane e industriali è abissale, considerando che nel complessivo erano state autorizzate Cig per 57 milioni 382 mila euro. Soprattutto, negli stessi giorni non risultava in lavorazione nessun’altra pratica per richieste di Cig da parte di società mutualistiche. «Questo nonostante la crisi le abbia colpite duramente, e molte siano senza lavoro. La realtà è che spesso la richiesta di Cig è solo una seccatura burocratica per la società, quindi non la fanno nemmeno tanto i soci lavoratori non sanno di averne diritto. Quello che ci vuole e per cui stiamo lottando – conclude Adami – è più informazione, e più formazione ai propri diritti da parte dei soci».

www.vicenzapiu.com Direttore Responsabile LUCA MATTEAZZI l.matteazzi@vicenzapiu.com Editore MANY MEDIA SRL via Btg.Monte Berico, 34 Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 Redazione corso Btg. Monte Berico, 34 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 redazione@vicenzapiu.com ALESSIO MANNINO a.mannino@vicenzapiu.com PAOLO MUTTERLE p.mutterle@vicenzapiu.com

Collaborano: ANDREA ALBA ALBERTO BELLONI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ FRANCESCA DANDA FRANCESCO DI BARTOLO ANDREA FASULO GIOVANNI MAGALOTTI MATTEO RINALDI GIULIO TODESCAN Pubblicità PRIME SPACE S.A.S via Btg. Monte Berico, 34 (VI) tel. 0444 923362 fax 0444 926780 info@primespace.it Giornale chiuso in redazione alle ore 12,00 di giovedì 23 luglio 2009.

Stampa centro stampa editoriale srl Via Del Lavoro, 18 36040 Grisignano di Zocco (vi) tel. 0444 414303 Autorizzazione Tribunale di Vicenza n. 1181 del 22 agosto 2008 Copyright: Le condizioni di utilizzo dei testi e delle foto sono concordate con i detentori. Se ciò non è stato possibile, l’editore si dichiara disposto a riconoscere il giusto compenso.

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primo piano

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Piano Lazzari

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filosofia di base. Per comprenderla bene, la cartina di tornasole non è soltanto l’ex piruea Ftv, in cui il Comune, di fatto, vuole frenare gli appetiti di speculazione immobiliare.

Un’altra è il problema degli oneri.

Abbiamo chiesto alla Lazzari se nel Pat sarà contenuto un aggiornamento degli oneri di urbanizzazione, ovvero dei soldi che il costruttore deve pagare al pubblico in cambio del permesso di edificare.

A Vicenza sono fermi da oltre dieci anni. L’assessore all’urbanistica ci ha spiegato che «il principio è condiviso, ma con la crisi economica in atto e per il fatto che a essere interessati non solo i grandi immobiliaristi ma anche piccole e medie imprese etc, va valutato quando e in che modo farlo». Pierangelo Cangini, invece, in una della serate pubbliche ha risposto con un tranciante «no», per altro con le stesse motivazioni della Lazzari. Dialettica fra i due? «Ma no», commenta sardonico Franzina, «è solo che la Lazzari è più furba». Insomma, pare che sul punto decisivo – se

fra sogni e realtà

La responsabile dell’urbanistica: “Meno abitanti rispetto al Pat di Zocca” L’ex assessore Franzina: “Non bisogna avere paura della crescita”

di Alessio Mannino

D

’estate fa caldo, la gente ha la testa alle ferie, la politica è l’ultimo dei pensieri. Fatto sta che in questo afoso luglio 2009 l’amministrazione di centrosinistra capitanata da Achille Variati ha sguinzagliato in cinque incontri pubblici gli assessori competenti sul Pat (piano di assetto del territorio), volgarmente conosciuto come nuovo piano regolatore. Madrina di queste serate di “ascolto” è stata naturalmente la responsabile dell’urbanistica, Francesca Lazzari. Ambiente, edilizia abitativa, centro storico, viabilità, socialità: i temi racchiudono in pratica la sostanza di cosa vuol dire vivere a Vicenza, e difatti l’importanza del Pat consiste nel tracciare le lineeguida per i prossimi dieci anni e passa di una città ferma al prg Marconi (1958!) e alle varianti cumulatesi negli ultimi quarant’anni in modo estemporaneo e caotico.

Meno abitanti Lazzari, Cangini (edilizia privata), Tosetto (mobilità), Dalla Pozza (ecologia), Giuliari (sociale) si sono profusi in discorsi-fiume per delineare la filosofia di fondo, ben attenti a restare sulle generali. Non è stato presentato il testo del Pat, ma solo i suoi principi ispiratori.

Il sindaco Variati, nell’ultima, ha posto il suo sigillo entrando più nel merito, enumerando esempi di interventi specifici: dal trasferimento della sede Aim in via Fusinieri con demolizione di quella attuale di San Biagio per farci negozi, case ed un centro museale, alla galleria di 900 metri sotto i Colli Berici (un’idea di Cicero, ormai più dentro che fuori la maggioranza), alle nuove bretelle, ai nuovi parcheggi. Fa così le “presentazioni” la Lazzari: «La verità è che il Pat del centrodestra, il piano Crocioni, era elettorale, pieno di aspettative pur di raccogliere voti. Hanno buttato

| Un angolo della zona industriale e, a destra, l’ingresso dell’area Domenichelli.

Due punti chiave del Pat

spettacoli musicali) nella zona di dentro di tutto, Bando degli inteVicenza Est. L’accordo coi privaressi diffusi compreso». La battati di Vicenza Futura non è ancora gliera assessore una promessa la chiuso, benché il presidente della fa e la sottolinea: «La previsione di società, Paolo Caoduro, sia dato crescita demografica che il piano come imprenditore vicino al sinCrocioni faceva arrivando a ipodaco Variati in persona. Da quel tizzare in prospettiva una città di che si sa, in giunta ci sono vedute 150 mila abitanti sarà ridimensiodiverse su cosa prevederci dentro: nata, perché i dati reali in nostro Nicolai vorrebbe, olpossesso portano tre al nuovo stadio, cifre diverse». Come un altro palazzetto dire: un’espansiodello sport, mentre la ne dell’edificabilità Lazzari sarebbe concome se Vicenza dotraria a quest’aggiunvesse aumentare di ta. «Io il nuovo polo quasi la metà non La città sportivo a Vicenza est sta né in cielo né in del 2020 lo vedo bene, mentre terra. Gli abitanti si si fermerà non vedo cosa ci sia fermeranno a quota di male in un nuovo 130 mila. «La cre- a 130mila palazzetto: quello di scita calcolata anni abitanti adesso tutto sommafa da Crocioni era to è una grande palefondata», replica l’ex stra con gli spalti», è assessore al territorio l’opinione di Franzina. E se la sua Maurizio Franzina, oggi sui banchi liquidazione desse il via ad una dell’opposizione per il Pdl, «ma è lottizzazione che rovinerebbe il chiaro che oggi, calmatosi il flusso quartiere San Paolo? «E che male di immigrati, sarebbe una stima c’è? Si potrebbero fare altre villetazzardata. Ma il punto è che non bisogna avere paura della crescita.

Meno si costruisce, più si alzano i valori immobiliari, e in una città in cui si paga 3 mila euro a metro quadro questo significa non andare incontro ai bisogni della gente».

Tutto sta a vedere come, dove e quanto si costruisce. In attesa di avere in mano questo benedetto Pat e ancor più il Piano degli Interventi che lo riempirà di tutti i progetti specifici dal primo all’ultimo, non si può fare altro che immaginare le cose da fare e da non fare.

Stadio e università Prendiamo la cittadella sportivoricreativa (ma, nelle intenzioni della lazzari, aperta anche agli

| Francesca Lazzari

| Lo stadio verrà spostato fuori dal centro storico

te. Un parco? Meglio ancora». Ma sulla zona est, una delle tre porte della città che Franzina individua poi nel casello ovest e nella stazione ferroviaria, il consigliere azzurro ha le idee chiare: «Concentrerei lì il commerciale, visto che già ci sono il centro Palladio, l’area Send e a Torri il centro Le Piramidi». A ovest, nella dismessa zona industriale in cui brulicano le attività commerciali abusive, via ad «un polo della tecnologia, con grattacieli di 100 metri attorniati dal verde con parcheggi sotterranei, perché nessuna pare sapere che a Vicenza ci sono decine di aziende tecnologiche». Il tutto completato

| Maurizio Franzina

dal passaggio via tunnel dell’alta velocità e da una conversione “universitaria” del centro storico.

«L’obbiettivo è avere 10 mila studenti in sede», vagheggia Franzina. Il nuovo Pat parla un polo della meccatronica e di un campus al posto del vecchio stadio, una volta demolito. «Mi va bene, come mi va bene la trasformazione dell’ex caserma Borghesi. Sarebbe un’area vicino a quella museale di piazza Matteotti, al nuovo museo che vorrei all’ex Macello e al polo bibliotecario in Contrà Riale, che occupando i locali dell’ex scuola media Da Vinci arriverebbe fino a San Biagio». E tutti questi universitari, dove li facciamo dormire? Franzina punterebbe a ristrutturare e riutilizzare i palazzi vecchi e vuoti del centro storico.

Cartine di tornasole A proposito: nei disegni dell’amministrazione Variati c’è il trasloco degli uffici comunali nella grande e succulenta area ex Ftv-San Felice, in cui troverebbe posto anche un centro culturale e giovanile, entrambi nella parte ex Domenichelli. L’attuale palazzone degli uffici in piazza Biade sarebbe lucrosamente venduto per farci un albergo e del residenziale. La Provincia, per bocca del suo presidente Titti Schneck che ha in mano il 70%

della superficie interessata (il resto è spartito fra Ftv, Ulss, Comune, privati fra cui il gruppo Ingui), non ne vuole sapere e difende il vecchio piruea che invece prevede una colata di cemento commerciale e residenziale. Qui Franzina è in sintonia con la Lazzari: «Il vecchio piruea non è vantaggioso per Provincia e Ftv, meglio il nuovo progetto.

Trasferire lì la sede del Comune valorizzerebbe di colpo l’area, che diventerebbe centrale. L’alternativa sarebbe vederla trasformata in una casbah».

Tirando le somme, torniamo alla

dare priorità al pubblico mettendo in secondo piano, per una volta, i progetti dei privati – ci sia una sostanziale unanimità. L’impressione, tuttavia, è che la Lazzari si adatti a qualche compromesso pur di portare a casa il Pat tenendosi ben stretta quella che lei, con linguaggio da economista, chiama la “governance”, cioè il bastone di comando, e disegnare una Vicenza meno alla mercè dei costruttori. In che misura sarà questo meno, lo sapremo solo analizzando le carte del piano, che verrà portato in giunta ai primi di agosto.

L’attacco del comitato anti-abusi: “Torre Girardi, legge violata” «Constato una sorta di schizofrenia fra l’alto momento progettuale del Pat e le scelte su casi specifici come la Torre Girardi». Paolo Crestanello del Comitato Anti-abusi ha fiducia nell’assessore Francesco Lazzari. Decisamente meno nel suo collega dell’edilizia privata, Pierangelo Cangini. I due impersonificano la scissione che lui denuncia, carte alla mano.

La Torre Girardi è un contestatissimo grattacielo che svetta nella zone ovest della città, non lontano da un corso d’acqua noto come Roggia Dioma (ed è un particolare decisivo, come ora vedremo). Il problema, che ha visto scontrarsi in tribunale Provincia e Comune ai tempi di Hullweck e Dal Lago, erano la destinazione d’uso, che l’area stabilirebbe come produttiva e non direzionale, e l’altezza, superiore di due piani ai 25 metri consentiti. Il caso è stato sanato dall’assessorato di Cangini (dirigente: Michela Piron, in attesa di conferma) con una multa di quasi un milione di euro e l’obbligo per il privato, la GealBdf, di mantenere industriali i primi sette piani, mentre gli ultimi due possono convertirsi in uffici. L’assessore all’ambiente Antonio Dalla Pozza in seconda battuta ha puntualizzato che la sanatoria è stata l’opzione migliore per evitare contenziosi da parte del privato. Un modo, insomma, per evitare la richiesta di danni.

Ma il punto, secondo il mastino Crestanello, non è nella demolizione di quei due famosi piani in più. E’ l’edificio stesso ad essere abusivo per intero. E questo perché si trova nei 150 metri di terreno adiacente alla Roggia Dioma, che li rende vincolati da un punto di vista paesaggistico. E per dimostrarlo ci racconta una storia che parte nel 2004. «In quell’anno l’Aim chiede l’autorizzazione paesaggistica alla Provincia per l’interramento di un elettrodotto,

insomma per scavare. La Provincia domanda a sua volta al Comune. Nel 2005 arriva la risposta a firma del dirigente della mobilità Adolfo Trevisan, alquanto ambigua: nega che ci sia il vincolo ma non spiega perchè». Frattanto la Provincia autorizza ma apre un’istruttoria e chiede il parere della Regione, che dice la sua con estremo ritardo, nel 2008: la Roggia è vincolata in tutto il suo corso per 150 metri. Del resto, anche il Piano di Coordinamento Provinciale afferma che lì sussiste un vincolo. «Il fiume, infatti, fa parte di un elenco regionale di acque pubbliche che costituiscono vincolo in base alla legge nazionale (regio decreto 25/1/1923, ndr)». Cangini in consiglio comunale, incalzato dalla consigliere Cinzia Bottene, ha detto che l’area non è vincolata. «Mi spiace per lui, ma è clamorosamente falso. La Regione e la Provincia dicono il contrario. Perché lui non applica il vincolo, invece di trincerarsi dietro perizie che non c’entrano niente, che sono state una perdita di soldi?». Crestanello è allibito. E lo è ancor di più dopo aver sentito l’assessore, nella serata sul Pat del 20 luglio, dichiarare di conoscere la carta dei vincoli. «Come comitato, comunque, andremo fino in fondo. Chi firmerà la sanatoria dovrà risponderne in sede giudiziaria e contabile. A quel punto Cangini, messo di fronte all’evidenza, avrà tre possibilità: o tornare indietro perdendoci la faccia, o dimettersi, o andare avanti magari scaricando la responsabilità sul dirigente.

E, sapendo come vanno le cose a Vicenza, credo sarà la terza».

Quanto alla giustificante di parare il colpo di un risarcimento danni, Crestanello cita l’altro caso di questi giorni, quello dell’ampliamento edilizio del terreno di proprietà della fa-

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| La torre Girardi con la roggia Dioma

miglia Scalesia, vicina ad An, nota come ristorante Conchiglia d’Oro. «Qui è stata fatta una variante ad hoc, e se la diamo per buona, cioè ben fatta, ci può stare (sempre al netto della valutazione politica: è giusto coprire gli errori del passato?).

Ma come principio, io dico che un’amministrazione comunale può rivalersi dei danni proprio su chi l’aveva preceduta, e che può sempre cancellare i permessi in autotutela». Tornando alla Girardi, insomma, il contenzioso poteva essere girato agli ex responsabili dell’edilizia privata. Conclusione di Crestanello: «Cangini è dell’idea che lo scopo dell’amministrare sia il “buon senso”. Sì, ma tenendo ferma come stella polare la legge, che dev’essere la linea di demarcazione sulla quale non si può transigere. Altrimenti non è più una questione di un edificio abusivo, ma di funzionamento dell’ordinamento civile e democratico». Il principio legale contro quello di realtà, ci verrebbe da dire. In quei 150 metri vincolati è presente, grossa come un macigno, anche la Fiera, oltre ad una bella fetta della zona industriale. Un giudice a Berlino seguirebbe la legge tout court. Ma siamo sicuri che lo farebbe anche il giudice di Vicenza?

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Scuola sotto il bisturi A settembre scatta la riforma Gelmini: dalle elementari alle superiori, crescono gli alunni ma si tagliano classi e docenti.

A rischio supplenze, mense, laboratori e attività di recupero e approfondimento

di Luca Matteazzi uno dei presidenti di categoria più combattivi del vicentino, spesso in prima linea nel denunciare le promesse mancate della politica o le cattive abitudini delle banche. Filippo De Marchi da poco più di un anno è alla guida di Apindustria, una delle associazioni di piccole e medie imprese più numerose e strutturate a livello regionale, con le sue 1400 aziende iscritte per un totale di quasi 30 mila addetti.

Tanto che viene naturale chiedergli quali siano le differenze reali con i “fratelli maggiori” di Assindustria, visto che anche loro sono costituiti in gran parte da imprese piccole e medie (oltre il 90 per cento degli iscritti di Assindustria è nel Comitato piccola impresa).

“Io dico spesso che siamo gemelli con una madre diversa. Nel senso che le differenze sono molto piccole. Per assurdo, anzi, loro hanno una media di dipendenti che è di qualche decimale più bassa della nostra. Io ritengo sciocco che ci siano più rappresentanze datoriali in Italia, quando in moltissimi paesi esteri non è così. È vero però che, soprattutto a livello nazionale, Confindustria è ancora legata alla grande e grandissima azienda. È questa la madre diversa a cui facevo riferimento. Ma è soprattutto un discorso nazionale, perché a livello vicentino, e anche veneto, potremmo già essere una cosa sola”.

Il problema principale, per tutti, è la crisi. Come si sta evolvendo la situazione?

“Il mercato si è fermato. Sta soffrendo molto il settore del metalmeccanico, che finora aveva lavorato con gli ordini di fine 2008 e di inizio 2009. Adesso, invece, è molto, molto rallentato; ed era il settore trainante, quello che in passato non aveva mai subito crisi. Altri settori, come il tessile o l’orafo, erano già abituati agli alti e bassi, il metalmeccanico no, e ancora nel 2008 aveva avuto un anno positivo. Il 2009 si annuncia invece molto negativo: però siamo a luglio, e molto dipenderà dai prossimi mesi”.

Tra tanti indicatori preoccupanti, c’è anche ci comincia a parlare di segnali di ripresa.

Lei ne vede?

“Qualche segnale si vede, ma bisogna capire se si consolideranno. Mi

spiego. Negli ultimi mesi si è bloccata tutta la catena produttiva: le aziende non hanno più fatto ordini, e hanno fatto fronte alle richieste esaurendo le scorte che avevano in magazzino. Adesso siamo al minimo, i magazzini sono vuoti, e basterebbe poco per ripartire: qualcosa si muove, bisogna vedere se questo indica che davvero il meccanismo sta ripartendo. La ripresa, comunque, sarà molto lenta”.

Lei aveva detto che i piccoli imprenditori si sentono inascoltati dalla politica e beffeggiati dal sistema bancario.

Conferma?

“Confermo. La politica non sta facendo niente per le piccole imprese.

Prendiamo ad esempio la Tremonti ter (sgravi fiscali per gli investimenti, ndr). Dall’ultima indagine congiunturale che abbiamo svolto tra i nostri associati, su oltre duecento imprese non ce n’era nemmeno uno che avesse in programma investimenti per il 2009. Nessuna.

A cosa serve allora la Tremonti ter?

O ancora gli sconti Ires (agevolazioni sull’aumento di capitale, ndr). In sé non sono una cattiva idea, ma è come se uno stesse affogando e tu gli dicessi; ‘prima vieni a riva che ti do il salvagente’. Invece le imprese sono in mezzo al mare e sono senza salvagente. Oppure lo scudo fiscale.

Il teorema di Visco era: le aziende evadono, portano i capitali all’esterno e si indebitano qui. Tremonti non lo ha cambiato, anzi, lo ha proseguito, progettando lo scudo fiscale per ricapitalizzare l’impresa. Ma sono i presupposti ad essere sbagliati: non è vero che gli imprenditori hanno capitali all’estero, e si ce ne sono metteteli in prigione. Per come la vedo io lo scudo fiscale serve solo ai grandi evasori”.

La moratoria sui mutui?

“Va bene, ma non serve a niente se non è un decreto imposto per legge”.

Perché?

“Perché se la discrezionalità viene lasciata alla banca, la banca non la concede a nessuno o la concede solo a chi è alto, bello e biondo, cioè ai soliti noti. Vediamo tutti com’è la storia: se hai 500 mila euro di debiti ti fanno fallire, se ne hai 500 milioni trattano”.

Sulle banche il presidente di Unindustria Treviso Alessan-

| Il presidente di Apindustria Filippo De Marchi

dro Vardanega ha detto ad alta voce quello che molti pensano. E cioè che le banche non concedono credito e aumentano i costi per le imprese. Condivide?

“Sulla questione banche ci sono due aspetti. Il primo è quello che riguarda i costi, le commissioni di massimo scoperto e via dicendo. Io dico che è meglio fare finta che questo problema non ci sia, e concentrarsi sull’unico vero problema, che è quello dell’accesso al credito. Non è l’1 o il 2 per cento di interessi sull’affidamento in più che mi cambia la vita; quello che mi fa la differenza è se mi concedono il prestito o no”.

E lo fanno?

“Se guardiamo le statistiche gli impegni bancari sono crollati. E se dal conteggio venissero tolte le megaoperazioni come quelle per la Fiat, il crollo sarebbe ancora più forte.

Il problema è che le banche hanno perso la capacità di fare le banche, facendo business con operazioni derivate dal sistema finanziario, invece che con il prestito di denaro. Se il tasso di interesse per il prestito di denaro è del 2 per cento, gli utili di una banca dovrebbero essere del 2 per cento, o no? Invece c’era Unicredit che faceva il 20 per cento di Roe (indice di redditività, ndr). Adesso quel mondo è morto, però le banche non investono più nelle piccole imprese: perché non sanno più cosa sono, non ne conoscono il mercato, il management, la situazione. Non basta guardare i bilanci per capire se un’azienda ha un futuro oppure no: invece, nel silenzio generale, le banche hanno buttato fuori decine di migliaia di persone con grande esperienza e che conoscevano il territorio, assumendo al loro posto ei giovani che sanno fare benissimo il controllo informatico. Ma questo non basta”.

Tutte le banche?

“Tutte. Anche le banche del territorio, anche se in questo caso non proprio tutte: qualcuna è stata più attenta, qualcuna meno, qualcuna ha corretto la rotta. Avrete visto che

ci sono stati molti cambi di dirigenti negli ultimi tempi, no? Poi io dico anche che si dovrebbero ammorbidire i parametri di Basilea 2 per gli istituti di credito: io non giustifico le banche, ma capisco che anche loro devono rispettare parametri molto rigidi. Invece bisognerebbe togliergli tutte le giustificazioni”.

A livello vicentino, il Comune ha appena approvato la ristrutturazione di Aim, in cui viene inglobata anche Amcps.

Come la giudica?

“Non l’ho seguita da vicino, ma in termini generali noi non abbiamo mai visto di buon occhio il proliferare delle municipalizzate. Quindi vedo positivamente il tentativo di riaccorparle sotto un unico cappello, anche solo per eliminare qualche cda”.

Una parte del mondo imprenditoriale, ad esempio una parte di Assindustria, ha visto in questa decisione una chiusura al mercato e teme una riduzione degli appalti distribuiti sul territorio.

“Il punto è che molti investimenti sono bloccati dal patto di stabilità, è quello che andrebbe rivisto. L’ho già detto e lo ripeto: ci sono tanti piccoli lavori, su scuole, strade, infrastrutture, ospedali, per cui i soldi ci sarebbero, ma sono fermi.

Invece di pensare a megaprogetti come il ponte sullo Stretto pensiamo a rimettere in moto questi, e allora ci sarebbero anche tutti quegli appalti di cui si parla”.

In tema di appalti e cantieri, adesso gli occhi si spostano sul Pat. Qual è la vostra posizione?

“Abbiamo seguito soprattutto la discussione che riguarda la zona industriale ad ovest. Che dovrà lentamente de-industrializzarsi. Io non dico che dovrebbe essere trasformata in una zona commerciale, però bisogna cominciare ad immaginare un percorso per un futuro in cui si rinuncerà anche ad una quota di settore secondario. E mi sembra che ci sia un ragionamento in questo senso. Per il resto ho delle idee

su alcuni punti, ad esempio avrei visto bene l’università dove ora c’è la fiera, come centro di ricerca, e la fiera in un altro posto, inserita in un sistema di servizi più ampi. Ma questi sono ragionamenti già fatti e che ora sono superati dai fatti e bloccati dalla crisi”.

Rispetto ad Assindustria, che ha un’influenza molto forte sulla città, vi sentite un po’ tagliati fuori dal salotto buono?

“L’importante è avere buoni rapporti. In passato ci sono state delle difficoltà, ma con Zuccato i rapporti sono ottimi, e siamo stati pienamente coinvolti nella scelta di Mincato alla Camera di commercio, oltre che su altri temi. Poi bisogna anche saper riconoscere i propri limiti e le differenze di bilancio. In ogni caso vediamo positivamente come i piccoli imprenditori stiano guadagnando spazio anche lì, e non solo a livello vicentino, perché questo vuol dire una maggior vicinanza di interessi”.

Voi siete un’associazione apartitica. C’è qualche forza politica in cui vi riconoscete maggiormente? Lo stereotipo che vuole il piccolo imprenditore del nordest vicino alla Lega è vero?

“Noi sentiamo molto vicini i politici che ci stanno seguendo, e in questa zona significa quasi solo deputati leghisti. Del resto se sono stati eletti qualcuno li avrà pur votati, no? Ma io alla Lega ho detto anche attenzione, perché alle ultime elezioni vi aspettavate di stravincere e invece non avete vinto. E questo vuol dire che certe richieste sono ignorate dalla sinistra, ma poco capite anche dalla Lega” Con la sinistra, o con il centrosinistra del Pd, non c’è nessun punto di contatto?

“Io non mi sento molto vicino, ma Calearo dice spesso cose vere e collaboriamo anche con lui. Quanto alla sinistra, se è sparita dal parlamento è perché non ha raccolto voti, il che vuol dire che ha perso la capacità di rappresentare la realtà. Io credo che non dobbiamo ragionare in termini di tutela dei lavoratori o tutela delle aziende, ma di tutela dei posti di lavoro: se tuteliamo quelli, facciamo contenti tutti”.

di Luca Matteazzi

| Manifestazioni di precari contro la riforma

P

La forbice Sono i risultati delle cosiddetta riforma Gelmini, che in realtà è un insieme di misure decise dal ministero dell’istruzione e da quello dell’economia con la legge finanziaria. Misure che, accantonando per un attimo tutta la discussione sul maestro unico sì – maestro unico no, si possono riassumere in un drastico taglio degli organici. I sindacati l’avevano denunciato già nel corso dell’inverno, ma adesso si comincia ad avere la misura precisa delle riduzioni e dei loro effetti sulle scuole della provincia. A cominciare dalle elementari, dove l’eliminazione delle compresenze avrà una lunga serie di effetti a cascata. Da quindici anni a questa parte, nella scuola primaria si era infatti adottato un modello di insegnamento basato sul modulo, cioè sul fatto che, per un certo numero di ore alla settimana, ci potessero essere due insegnanti al lavoro nella stessa classe. Un organico sovradimensionato, da un certo punto di vista, ma che aveva consentito alle scuole di ampliare molto le proprie proposte, e di far fronte ad una realtà sempre più complessa (famiglie con tutti e due genitori che lavorano, coppie sempre meno unite, percentuale crescente di bambini stranieri....).

Grazie al doppio insegnante, le scuole potevano permettersi, ad esempio, di mettere in campo percorsi di recupero per bambini con qualche difficoltà o per l’inserimento e l’alfabetizzazione dei ragazzini migranti, di progettare laboratori,

tagliato le mense, qualcuna è passata da 30 ore di insegnamento alla settimana a 29: tutto per recuperare qualche ora di disponibilità dei propri docenti. Cambiamenti modesti, nella maggior parte dei casi. “Però rosicchia di qua, rosicchia di là, si va in sofferenza – aggiunge Zordan -. Se continuiamo così si torna alla scuola di vent’anni fa, con tutti i bambini che fanno solo quattro ore al mattino. Si può fare, però è in contrasto con una società che in questi vent’anni si è completamente trasformata ed è diventata molto più complessa. Un conto è avere a che fare con classi omogenee, dove tutti i ragazzini vengono dalla stessa cultura e parlano la stessa lingua, un conto è avere di fronte classi in cui si parlano sette od otto lingue diverse, e in cui ci sono alunni con costumi completamente diversi dai nostri”.

di ampliare le classi a tempo prolungato, di organizzare supplenze a costo zero.

arlare di scuola nel pieno delle vacanze estive può forse apparire fuori luogo. Ma non bisogna stupirsi più di tanto, visto che per le migliaia di ragazzi che in questi giorni se la spassano tra piscine, spiagge e corse con gli amici si prepara un settembre carico di novità.

Niente rivoluzioni, intendiamoci, se non forse per le elementari, ma tanti piccoli aggiustamenti che rischiano di mandare in pensione prassi consolidate come lo studio assistito per i ragazzi in difficoltà o le mense.

Creando, come si vedrà, non poche difficoltà.

Marcia indietro Adesso si torna indietro. E tutto viene rimesso in discussione. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ufficio scolastico regionale, il nuovo anno scolastico si aprirà con 175 iscritti in più alle elementari della provincia (in tutto, oltre 42mila bambini) ma, paradossalmente, con un taglio di 32 classi. E con 160 posti in meno nell’organico, ottenuti proprio con l’eliminazione delle compresenze e il ritorno al “maestro unico”. In pratica, meno docenti per fare più lavoro.

“Questo avrà effetti prioritariamen-

Mal comune, nessun gaudio Qualcosa di molto simile avverrà anche nella scuola media. Nel 2009-2010 nel Vicentino ci saranno oltre 26 mila ragazzi iscritti, 744 in più rispetto all’anno precedente. Ma gli organici sono stati tagliati di una novantina di posti.

Qui, lo strumento usato per ridurre il numero di docenti è stato la ridefinizione delle cattedre di tecnica (ne salta una su tre) e di lettere (tagliata una su sei). In pratica, vengono tagliate tutte quelle ore che prima gli insegnanti di queste

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è

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Didattica a pezzi

| Il ministro Gelmini

te sulle supplenze – spiega Doriano Zordan, segretario provinciale dello Snals -. L’organico delle elementari, infatti, permetteva di coprire servizi come il tempo mensa, l’insegnamento per chi sceglie l’ora alternativa alla religione, e appunto le supplenze.

Queste saranno le prime ad andare in crisi: le scuole hanno il budget per le supplenze già ridotto all’osso (e questo vuol dire che non sempre possono permettersi di chiamare un esterno, ndr), e adesso c’è il rischio che non riescano a coprirle con risorse interne. Cosa si fa? O si mettono gli alunni a fare cineforum con la sorveglianza di un bidello, o si uniscono due classi; in ogni caso, la didattica va in malora”.

Di fronte a queste difficoltà, le scuole si sono ingegnate a trovare nuove soluzioni. Qualcuna ha ridotto gli orari del tempo prolungato, qualcuna ha

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Le piccole imprese alzano la voce.

Dalla crisi (“la ripresa sarà lentissima”) alla nuova Aim (“bene il taglio dei cda”), intervista al presidente di Apindustria Filippo De Marchi: “La politica ci ignora”

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un’industria “minore”

gramma nei prossimi anni (perché materie mettevano a disposizione la riforma Moratti Tremonti predella scuola per attività complevede tagli anche per il 2010-2012, mentari. Per capirci, se un docente ndr) sarà inevitabile intaccare il di italiano ha una cattedra di 18 servizio”. Oltre tutto, alla faccia del ore, dovrà fare 18 ore di lezione federalismo, la riduzione degli inin classe, e non, come avveniva segnanti rischia di colpire in modo spesso fino all’anno scorso, 14 ore particolare il Vicentino e il Veneto di lezione e 4 con i ragazzini che in generale, dove gli hanno scelto di non organici erano decifare religione, tanto samente meno eleper dirne una. “Come fantiaci di quelli di per le elementari, altre regioni. E dove queste ore consentivano di fare molte al- Rosicchia di qua si va quindi ad tagliare su un sistema che tre attività – continua era già al limite delle Zordan -. Le mense, rosicchia di là proprie possibilità. le ore alternative alla alla fine religione, percorsi in- si va in Precari in crisi dividuali o per piccoli sofferenza Questi i risvolti sulgruppi, le supplenze. la didattica. L’altra E le prime ad essere a faccia della medaglia rischio sono proprio le sono le ricadute sull’occupazione. supplenze”.

Qualche centinaio di posti in meno E la situazione non cambia nemnella scuola non vuol dire automameno alle superiori. L’anno prosticamente, sia chiaro, qualche censimo ci andranno quasi 38mila ratinaio di licenziamenti, dato che nel gazzi, 875 in più rispetto ai 37.029 pubblico impiego non si licenzia chi del 2008-2009. Le classi in più ha contratti a tempo indeterminato. saranno 35 – tra l’altro, una delle Una quota dei posti in esubero sarà conseguenze della riforma è quelassorbita da chi andrà in pensione la di aumentare ulteriormente il senza essere sostituito (a settembre numero di alunni per classe, il che dovrebbero scattare 290 pensionarende ancora più complicato il lamenti tra elementari, medie e suvoro – ma i posti a disposizione per periori). “Se il taglio fosse stato più gli insegnanti saranno 41 in meno. diluito nel tempo - conclude Zordan “Ormai stiamo davvero arrivando – sarebbe stato assorbito tutto con all’osso: già quest’anno si vedrà i pensionamenti e l’impatto sociale una perdita di qualità – osserva sarebbe stato molto meno forte, viancora Zordan -. Con quelli in prosto che la Fondazione Agnelli prevede 240 mila pensionamenti nella scuola nei prossimi dieci anni”. Invece la scure è calata troppo rapidamente, e l’uscita degli insegnanti più anziani, da sola, non basta. Gli altri numeri verranno dunque recuperati da incarichi temporanei che non saranno più a disposizione: insegnanti non ancora di ruolo, magari con anni di esperienza alle spalle, che finora avevano regolarmente un incarico annuale da settembre a giugno (o ad agosto) e che adesso rischiano di trovarsi di punto in bianco senza possibilità di lavoro. Con buona pace dei discorsi che si fanno su ammortizzatori sociali e misure anticrisi. E anche dei proclami sulla scuola di qualità.

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Dopolavoro Ferroviario,

KIOSKO ANGURIARA

in vendita

80 anni di storia Il circolo del Dopolavoro di via Vaccari, nato nel 1926, raccoglie circa 1200 soci, non solo anziani.

Tra le attività, bocce, pesca, calcio, viaggi, bar e sale da ballo. Ma le Ferrovie vogliono vendere

GRUPPO GIOVANI DUEVILLE

di Giulio Todescan

C

ontro la retorica che vede anziani e pensionati sempre rinchiusi in casa, fatevi un giro al Dopolavoro ferroviario di via Vaccari, ai Ferrovieri, a due passi dalla passerella pedonale di ferro.

Il Dopolavoro è un’istituzione cittadina, poco conosciuto ai più, ma attiva da più di ottant’anni. E non è affatto riservato ai soli ferrovieri o ai loro parenti, ma è aperto all’iscrizione di chiunque. Bastano 17 euro all’anno.

Dalle bocce ai viaggi «Il dopolavoro è nato nel 1926, la sede allora era in via Torino, poi è traslocato qua, dove c’era una rimessa delle locomotive, costruita ancora dagli austro ungarici – racconta Angelo Bertuzzo, da due anni il presidente del Dopolavoro vicentino ed ex lavoratore dell’Arsenale -.

Dipendenti, ex dipendenti, privati, chiunque può farsi socio e partecipare alle attività. Adesso il numero dei soci è calato parecchio: siamo circa 1200, tra ferrovieri, pensionati, familiari e altri».

Al Dopolavoro trovano casa diverse attività sportive e ricreative. Si va dalle bocce al biliardo, dagli escursionisti ai podisti, dalla pesca al calcio, dal ciclismo a dama e scacchi.

E poi ci sono le gite per i soci, organizzate dal Dopolavoro nazionale, con puntate anche all’estero. «Il Dopolavoro è una vera e propria agenzia di viaggi

| I campi di bocce, il bar, le serate danzanti. Foto d’epoca dall’archivio del Dopolavoro Ferroviario

ormai» scherza Bertuzzo.

Spritz e barbecue Fisicamente, stiamo parlando di uno spazio incuneato fra la ferrovia Milano-Venezia, via Vaccari e il cavalcavia Ferretto De Ferretti. Qui trovano posto il grande spazio del bocciodro-

mo, una alta struttura in ferro coperta di lamiera dove si svolgono le gare di bocce, una sala da biliardo con sette tavoli, adibita anche alle gare professionali (un iscritto vicentino è il campione triveneto e si appresta a partecipare al campionato italiano). C’è poi il bar, con

tanto di “pergola” esterna, e po si trovava il cinema Settealtre sale, alcune piene di scaf- bello. La sala ora è gestita da fali dove campeggiano decine una signora che da anni porta di coppe, retaggio dei tornei avanti una programmazione di ogni tipo che qui si svolgono unica per la città: le orchestre di liscio e altre muda decenni. La birsiche da ballo, che ra costa poco, e il suonano il merluogo non è affatto coledì ad ingresso frequentato solo da gratuito, e poi dal anziani: troviamo venerdì alla domegiovanissimi che Dal venerdì nica a partire dal bevono lo spritz sui alla domenica pomeriggio fino tavolini all’aperto, si balla in un pomeriggio dal pomeriggio alla serata inoltrata. A mezzanotte si afoso. In un ango- a tarda sera chiude, ma il sabalo all’aperto, lungo to sera si tira tardi, lo steccato della fino alle due. «I vistrada ferrata,fa mostra di sé un maestoso bar- cini continuano a lamentarsi, becue in mattoni, sotto il quale battaglie a non finire, controlli sono riposte, in pile ordinate, acustici dell’Arpav, vigili, detante vecchie traversine di le- nunce. Abbiamo cercato di ridurre il più possibile» dice il gno per fare le braci. presidente con un sorriso sornione. Insomma, fatto salvo il Piccoli rumori...

All’ingresso di via Vaccari c’è diritto alla quiete, i ballerini la sala da ballo, dove un tem- dei Dopolavoro non hanno in-

tenzione di rinunciare al loro diritto al divertimento. Hanno già dovuto chiudere la «balera estiva» che anni fa si organizzava sul retro, verso il cavalcavia: era ospitata sull’ex campo da basket, dove c’è ancora un piccolo palco coperto, in muratura. Ma tant’è, ora quello spazio è ridotto a parcheggio a causa delle lamentele di chi abita nei vicini condomini. …grandi problemi Negli ultimi dieci anni è cambiato tutto nelle ferrovie, ed è cambiato tutto anche al Dopolavoro. «Ai bei tempi ce n’erano 2300 di soci, fino a dieci anni fa c’era più parteci-

pazione – ricorda il presidente - Poi, quando la ferrovia ha iniziato a ridurre il personale e fare prepensionamenti (da 180mila dipendenti siamo arrivati a 90mila) abbiamo avuto un calo di soci e anche di partecipazione. La ferrovia ha cambiato modello di gestione, una volta era ferrovia e basta, ora hanno costituito oltre

trenta società, dal patrimonio al personale, è venuto meno lo spirito aggregativo». E le varie società che compongono la galassia Ferrovie dello Stato spa cercano di far cassa limando i costi, esternalizzando il lavoro, e massimizzando il profitto. Si arriva così al caso Wisco, il depuratore di rifiuti speciali che si vuole costruire all’interno dell’Arsenale; Angelo Bertuzzo all’Arsenale ci lavorava, e si dice, come tutti nel quartiere, molto preoccupato per quel progetto. «La ferrovia guarda soltanto l’utile e i bilanci in attivo. Una volta era un orgoglio lavorare in ferrovia – afferma -. C’era più manuten-

zione, mentre adesso è molto trascurata. Il caso di Viareggio un volta non sarebbe successo, perché si facevano le prove con gli ultrasuoni».

In vendita Ora le ferrovie si vogliono liberare anche di loro, del Dopolavoro, a Vicenza come in tutta Italia. Questa è la novità

dell’anno, ed è quello che più preoccupa i soci. «Prima le ferrovie davano tutto gratuitamente, luce acqua e gas. Da dieci anni, da quando è nata Trenitalia spa, sono cambiati i rapporti con il Dopolavoro: la ferrovia per prima cosa ha preteso di non pagare più i consumi, le bollette ce le paghiamo noi. Poi, da cinque anni paghiamo anche l’affitto: 30mila euro l’anno. E adesso vogliono vendere. Saremo noi a comprare, l’associazione a livello nazionale fa corpo unico, farà da garante per il mutuo in banca.

Siamo intenzionati a rimanere». Da corpo interno a corpo da espellere, sembra questo il destino di questo luogo. «La ferrovia ha voluto liberarsi del Dopolavoro perché era un costo, aveva del personale distaccato dalla ferrovia.

Anche io ho fatto dodici anni pagato per seguire il Dopolavoro, ora invece è tutto volontariato». Un destino che ai ferrovieri suona come una beffa. Lo si capisce raccontando una storia di quindici anni fa: «Nel ‘94 il Dopolavoro prese fuoco – ricorda il presidente -. Si incendiò tutta la parte dal bar in poi, verso l’arsenale, più di metà dell’area. Abbiamo ricostruito tutto a spese nostre, allora, e adesso la ferrovia ce lo vuole vendere. Lo abbiamo già costruito noi, ora lo dovremmo pagare un’altra volta. Speriamo di trovare un accordo migliore». Nelle sale di via Vaccari si attende, a mesi, una proposta di valutazione dell’immobile.

L’invito non può che essere ad iscriversi all’associazione: 17 euro all’anno valgono bene ottant’anni di storia.

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ANCHE D’ESTATE.

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Piccolo è bello

di Andrea Fasulo

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di poche settimane fa la notizia. Mentre la crisi economica e il conseguente calo dei consumi sembrano colpire duro nei confronti dei grandi centri commerciali e della GDO, la grande distribuzione organizzata, nelle vicinanze del centro città si sono visti spuntare nuovi punti vendita. All’insegna delle metrature ridotte e della vicinanza con la clientela. Che sarebbe a dire supermercati più piccoli e meno difficili da raggiungere. E così si ritorna a comprare il latte e le uova sotto casa invece di fare chilometri in auto per spostarsi fuori città. Una tendenza che è in atto da alcuni mesi un po’ in tutta Italia ma che a Vicenza sta cominciando a materializzarsi solo ora.

I grandi gruppi multinazionali e italiani del settore alimentare, Carrefour, Pam, Auchan, Coop, che nei loro grandi ipermercati boccheggiano alle prese con un consumatore sempre più difficile da trascinare fuori di casa, tentano ora di adeguarsi alle nuove esigenze con un’impostazione che sembra far tornare indietro le lancette dell’orologio a qualche decina di anni fa.

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Appello ai lettori

Ecco la spesa che verrà

Occupazione in bilico Fuoco di paglia?

Ma se dal punto di vista dei conE’ il definitivo ritorno al “piccolo sumatori si tratta di un ritorno ad è bello”, dopo la recente sbornia una dimensione più umana, che a di grandi cattedrali degli acquivolte può convincere ad acquistasti, o solo una tattica per tampore anche quando il prodotto costa nare le perdite in attesa di tempi leggermente di più, non è chiaro migliori? “In questa fase di recesil vantaggio dal punto di vista sione in effetti è difficile che le occupazionale: “Fino a qualche grandi superfici commerciali abtempo fa il settore del commercio biano fatturati in crescita” sottoe dei servizi ha assorbito addetlinea Ernesto Boschiero, vicediti dagli altri settori in crisi. Ora rettore dell’Ascom vicentina. “Siperò è saturo, c’è gnificativo in questo una frenata nell’ocsenso è il caso di un cupazione” continua grande gruppo come Boschiero, “si sta Carrefour che sta aspettando che passi chiudendo un cenil periodo peggiore. tinaio di punti venI nuovi Si sta alla finestra dita nel sud Italia. e si aspetta”. Il riIn questo momento supermercati? schio dunque è che la gente non si spo- Piccoli si perdano posti da sta più facilmente e e comodi un lato che non ventende a sfruttare i negozi sotto casa. E’ da raggiungere gono però assorbiti dalle nuove apertuun bene non lasciare re. Ci sono assunti, sprovvisti i quartiema spesso anche personale che ri di queste attività di vicinato, viene spostato da un punto venche a volte costituiscono un vero dita all’altro. E spesso nei supere proprio servizio sociale per gli mercati di dimensioni ridotte al anziani”. Una tendenza di lungo macellaio, figura professionale periodo? “E’ finita l’epoca in cui qualificata, si sostituisce il clasproponevi qualcosa al consumasico banco frigo: “In effetti c’è tore e lui comprava con facilità. stata qualche nuova assunzione, Le esigenze oggi cambiano con anche se quasi tutte a termine” grande velocità e bisogna sapersi fa sapere Enrico De Peron, della adeguare al volo”.

di Alessio Mannino

tendenza in atto ha elementi positivi ma racchiude anche qualche incognita: “C’è poco di nuovo. Non c’è un incremento della domanda perchè gli abitanti sono sempre gli stessi. E non cambia di tanto neppure il numero degli Stop alle grandi superfici addetti” spiega il neo-segretario Quel che è certo è che Vicenza provinciale della Filcams-Cgil rimane una delle province con la Umberto Marin. “Venire inconmaggiore ampiezza di superficie tro alle esigenze di spesa e di età di vendita in rapporto al numero di tanti cittadini dei quartieri del degli abitanti. Ma i nuovi supercentro è positivo. Ma ogni volta mercati non superano più i 1.000, che c’è un’apertura 1.500 metri quadri la cosa va a scapito di superficie: “Tendi chi era lì da pridono ad avere una ma. E quello più demetratura inferiore bole ci rimette. Per anche per ottenere questo riteniamo che più facilmete le conIl rischio le concentrazioni vacessioni dai comuni” dano evitate”. Conaggiunge il sinda- è che centrazioni di aree calista della Cisl. O si perdano commerciali che comunque ad uti- alcuni posti vengono decise sulla lizzare spazi che già base delle delibere erano stati concessi di lavoro regionali e che poi ad uso commerciale. vengono pianificate Così il nuovo Pam dai comuni. “Ci aspettiamo dalla sorge dove prima c’era una rivenRegione Veneto, che dovrà decidita di auto, o il nuovo Lidl dove dere a breve, un’equilibrata proprima c’era il Billa. In alcuni casi grammazione in modo che non ci aprire dove altri avevano tentato siano zone troppo affollate ed alla fortuna prima senza grande tre che invece restano scoperte”. successo sembra un rischio. E anche per la Cgil, che nella provincia è il primo sindacato per numero di tesserati tra i lavoratori del commercio e dei servizi, la segreteria Fisascat-Cisl. “Ma una figura di macellaio o di addetto alla pescheria non si trova così su due piedi e senza un’adeguata formazione”.

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disperata caccia di visibilità. on Non c’eravamo messi Antonacci ci accusa di amare in testa chissacchè, Marco lo scontro per lo scontro, ci adMilioni ed io, quando abbiamo dita come volgari sobillatori, ci deciso di appellarci alla nostra fa passare come inconcludenti amata-odiata Vicenza per rimestatori che non conoscono cordarle che c’è un bene supel’abc del “confronto democrariore a tutto, anche agli schei: tico”. Indegni, di conseguenza, la dignità. Di sicuro non predi una replica diretta. A parte tendevamo di ricevere risposta l’ineducazione di non citare da coloro che contano in città, mai per nome e cognome chi gli Zuccato di Confindustria, i si sta liquidando senza entrare Variati di un Comune ufficialnel merito (non sia mai!), l’aumente contrario al Dal Molin gusto collega ha proprio un bel americano, i Nosiglia di una dire: ci taccia di diocesi che confonnon avere dimestide la pace con la chezza con le repacificazione dei gole del confronto, sensi. Per non dire, salvo sottrarsi ad va da sé, della straesso lui per primo grande maggioranDa queste negandoci la crediza dei pochi intelbilità di interloculettuali, imboscati a parti tori. Curioso confarsi gli affari pro- la vis polemica cetto di dialogo, pri, così come ogni è scambiata davvero. buon vicentino meper violenza Qualcuno potrebdio che si rispetti. be ribattere: avete Più modestamente, attaccato frontalil nostro intento era mente i suoi beniamini, mica lanciare un sasso nello stagno potete accampare diritti per senza l’ambizione di adesioni un dibattito con persone defieccellenti, fornendo una chiave nite “pacificatori alle vongodi lettura più ampia di quella, le” (giudizio che confermiada orto chiuso, del Patto promo). Ma infatti, lo ripeto, non posto dal trio Alifuoco, Giuliaci aspettavamo nulla di serio, nati e Figoli, tutto teso a cavar significativo, pregnante. Non un piatto di lenticchie da un dagli Antonacci, quanto meno. esproprio di sovranità, demoForse un po’ di più dai Luca crazia e, ribadisco, dignità. Chi Ancetti, che presentando sulla scrive, scrive per i lettori, soDomenica di Vicenza lo scritprattutto quelli il cui nome non to dei tre moschettieri aveva fa notizia. invocato proprio un libero e Eppure, nel nostro piccolo qualaperto confronto. Ancetti: siacosa abbiamo pur smosso, se è mo qua. La morale finale è che vero che per noi si è scomodada queste parti la vis polemica to persino il potente direttore è scambiata per violenza, osare del Giornale di Vicenza, Giulio parlar forte e chiaro porta a esAntonacci. Il quale, nell’editosere trattati come innominabili riale di domenica 19 luglio, ha appestati, e che soprattutto non lanciato il suo anatema contro si hanno gli attributi per ribatdi noi e contro Giuliano Zoso, tere sul punto, contrapponenopinionista del Corriere del Vedo argomenti agli argomenti. neto che in un gustoso corsivo Forse perché, semplicemente, aveva infilzato i sottoscrittori non se ne hanno. Sicuramente, del documento del power trio perché equivarrebbe a scendere canzonandoli come dei “sendal piedistallo di chi è abituato zatetto”, marginali compria considerare le critiche come mari della politica berica alla

flickr.com/Snap

Non a lorsignori flickr.com/Monica Arellano

Il commercio ai tempi della crisi: anche i grandi gruppi commerciali tornano alle piccole superfici di vendita vicine alla clientela. Vantaggi e punti critici di una nuova tendenza che sta prendendo piede in città

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delitti di lesa maestà.

Visioni del mondo diverse, si dirà. Intanto, qualche idealista che crede ancora che le idee non debbano per forza tramutarsi in affari c’è. Potete rendervene conto qui affianco. Ci fanno piacere le illustri firme, almeno per chi li conosce, del teorico italiano della decrescita, Pallante, e del sociologo romano Gambescia (che per inciso proviene da un’area di destra democratica e sociale, un po’ la stessa del “nostro” Belloni).

Grande soddisfazione, consentitecela, è l’adesione di un grande giornalista e analista geopolitico come Giulietto Chiesa.

Altrettanta è quella di aver visto segnalato il nostro appello sul sito di Marco Travaglio (in data 21 luglio scorso), da sempre al fianco del no alla base pur essendo un montanelliano di ferro, perciò al riparo dalla trita accusa di antiamericanismo. Di Emilio Franzina e della

Equizi non ci stupiamo, data la carica di principio che mettono nella lotta politica. Meno scontati i commenti di condivisione di una Dovigo, ambientalista doc ma moderata per carattere e convinzione, o di un Asproso, di cui è anche apprezzabile la presa di distanza dai toni: significa che non partecipa per lisciare il pelo (ma Ciro: è manicheo dire tutta quanta la verità che nessuno dice mai? vabbè giudicare col metro del politico, qui e ora, ma la sinistra rimarrà nelle catacombe in eterno, se non ricomincia a volare alto – e difatti un Giuliano Corà ha abbandonato il campo rosso proprio per questo). Molto gradito, infine, il contributo della segretaria Cgil, Marina Bergamin, a cui però chiederemmo di far seguire le parole ai fatti, discostandosi nettamente dall’amore per lo status quo che contraddistingue i suoi omologhi della Triplice – in

questo assimilabili al Pd, che a Vicenza, eccezion fatta per sparuti singoli, f luttua nel vuoto pneumatico.

Ci piacerebbe sapere, però, dove sono i cattolici, i pacifisti senza se e senza ma. E gli ultradestri, che una pur minima sensibilità alla dignità nazionale, se non umana e politica, dovrebbero ancora conservarla? Quanto al Presidio, per dovere di cronaca rendiamo noto che sia la Bottene che Marco Palma, addetto alla comunicazione, erano in ferie. Non avendo la possibilità né l’obbligo di rincorrere tutti i suoi esponenti abbiamo rinunciato a inseguire un loro parere, oltremodo a fagiolo in quanto fondato su un No più vasto rispetto alla pochezza dei rilievi urbanistici (e tuttavia insudiciato da rigurgiti di guerriglia tafazziana: 4 luglio docet?). Idem per i comitati di Giancarlo Albera. Aspettiamo fiduciosi.

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Appello alla dignità, i primi commenti

valori prepolitici di onestà, correttezza, etica e morale) discendere da una idea, da un cosmo di valori. Culturali e morali. Qualunque altro tipo di scelta è nella migliore delle ipotesi opportunismo. La vicenda No Dal Molin comporta una di queste scelte.

Dalla parte di chi stare - per un autentico ribelle al vile servilismo attuale - è fin troppo ovvia.

Valerio Lo Monaco Direttore La Voce del Ribelle www.ilribelle.com Sottoscrivo l’appello.

Maurizio Pallante Scrittore http://www.decrescitafelice.it

flickr.com/maja_red

Dopo la pubblicazione, sul numero della settimana scorsa, del contro-patto per Vicenza, ecco le prime reazioni arrivate in redazione e sul sito web

L

a vicenda Dal Molin, indipendentemente dal suo esito finale, ci ha resi coscienti dell’appartenenza a un territorio e della responsabilità di preservarlo, ci ha instillato il desiderio di esprimere opinioni e di partecipare ai processi di costruzione delle scelte. Ma ci ha aperto gli occhi anche sul mondo globalizzato.

I conflitti innescati per il controllo delle risorse, la crescente militarizzazione delle società occidentali, l’ossessione per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza, ci interrogano nel profondo e mettono in discussione il nostro attuale modello di vita e di sviluppo. La politica, cui spetterebbe il compito di rappresentare questi cambiamenti e indicare gli scenari possibili, risulta inadeguata e distante. Così come appare inadeguato il “Patto per Vicenza”, che nega la trasformazione della società vicentina e si ancora a clausole di scarso valore simbolico e ideale. Insomma, una proposta di pacificazione senza giustizia, una pretesa rimozione della coscienza collettiva che presuppone sottomissione totale e la negazione dello stato di diritto.

Mannino e Milioni, nel loro documento, esprimono concetti in buona parte condivisibili e svolgono un’analisi acuta dei fatti che ci circondano, ma la loro prosa è fin troppo manichea e i toni da crociata disturbano, anzichè coinvolgere. Non credo nella primazia della democrazia occidentale, ma francamente,

non farei a cambio con quello che vedo in giro. Diffido delle avanguardie che agitano le rivoluzioni, ma sono pronto a battermi per il valore delle idee e per riformare questa società.

Ciro Asproso Verdi Vicenza Firmo l’appello.

Raffaello Conti Psicologo Caro Mannino, collegare il No Dal Molin alla Decrescita come fai nel tuo contro-patto ha molto senso. Non a caso tra i più attivi manifestanti contro la base c’è sempre stata quella schiera di famiglie vicentine, con bambini al seguito, che appartengono alla Rete Lilliput e movimenti collegati. Per loro al primo posto c’è la nonviolenza, ed io sono completamente d’accordo.

Mi chiedo se questa lotta di valori, al punto in cui è arrivata, possa continuare esclusivamente sul piano dialettico e della cittadinanza attiva o se invece, esaurito ogni sforzo sul piano politico, non prevalga quella componente del movimento che appoggia la resistenza anche con la forza. In questo caso credo che non ci sia patto che tenga, ma solo divisione tra chi pensa che il fine giustifichi i mezzi e chi no.

Stefano Balbi http://www.vicenzapartecipa.it Aderisco al vostro appello per la dignità di Vicenza. Io direi per la dignità dell’Italia. Le firme bi-

| Una delle prime manifestazioni del movimento No Dal Molin

non manifestare in occasione della venuta del COMIPAR, del console Usa o dell’ex on. Costa?

Perché la Bottene non tampina Variati in consiglio comunale?

Gli incidenti del 4 luglio furono provocati volutamente per far bollare i contrari alla base come estremisti e squatter? A chi è servito tutto ciò? Con la Ederle 2 tutti ci guadagnano: i politici accontentando gli amici che lavorano in subappalto, i palazzinari e immobiliaristi piazzando forse le case sfitte e invendute, i locali notturni e le prostitute abitualmente frequentati dai soldati, il Condivido l’Appello, cui aggiunpresidio perché figo queste consideranalmente il centro zioni. sociale ha una sede Che delusione, il prepropria; ma Vicensidio presidia la coza è stata tradita da struzione della Ederle tutti. Vergogna!

2. Il sindaco Variati, Asproso: Franca Equizi da buon politico naconcetti Riscossa Demovigato e ignorando le cratica promesse elettorali condivisibili, http://comitatosalche hanno sancito la non i toni v ia molaeropor to. sua elezione, è in- da crociata wordpress.com tento a far digerire ai vicentini la costruzione della Ederle 2 Condivisibile, e condiviso, fino (per questo il PD lo candidò), e a all’ultima virgola. Gli ho dato costruire le viabilità per gli USA. amplissima diffusione. Non ho Le prove: gli esposti ignorati inmai sentito nominare - appunto! tegralmente, il brindisi al nuo- Figoli, conosco poco Giulianati, vo progetto alla Ederle e dulcis ma conoscevo Alifuoco ai tempi in fondo il Patto per Vicenza, a del PCI, un rampante che saltò mio avviso patto con i costrutsubito sul carro del PDS quando tori per cementificare Vicenza, il cadavere del PCI era ancora di Alifuoco e soci. Il presidio è caldo (mi par di ricordare che in balia dei centri sociali e delle una sera litigammo perché, avenlotte per la supremazia al loro indo egli convocato una riunione terno, perché volere a tutti i costi alla sede di Corso Fogazzaro, nel gli scontri con la polizia? Perché partisan dei signori che sostengono la base dimostrano bene a quale livello si colloca oggi il PD anche nei suoi rappresentanti locali. Noi pubblicheremo il vostro appello senz’altro sia sul mio sito, sia su Megachip e, aggiungo, su www.Pandoratv.it. Che è una webtv che è a vostra disposizione per far conoscere, per quanto è nelle nostre possibilità, le vostre posizioni, che coincidono con quelle di chi difende la pace. Cordiali saluti.

Giulietto Chiesa

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cartello appeso in strada il nome del PCI nemmeno figurava più).

Non stupisce vederlo/li insieme: del resto, per quel che valgono oggi le appartenenze…

Giuliano Corà Caro Alessio, sottoscrivo nella sostanza l’appello, anche se mi sembra difficile portare avanti una battaglia unitaria contro le basi americane in Italia assieme ad un universo del “No al Dal Molin” che si è sempre dimostrato fortemente settario (partiamo dai Centri Sociali e ci fermiamo lì, oppure continuiamo?). Mi conosci e sai che considero le posizioni “no global”, l’anticapitalismo, la lotta contro le banche e la grande finanza, lo stato sociale, la decrescita felice e la fine del signoraggio come vere battaglie di destra. O di sinistra, basta capirsi… Ma la rincorsa all’utopia continua, nonostante tutto. Buona fortuna!

Alberto Belloni Bel documento.

Condivido e sottoscrivo.

Carlo Gambescia sociologo http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com Aderisco all’appello di Alessio Mannino e Marco Milioni per due motivi: uno specifico e uno generale. Nel particolare e in assoluto, una scelta, di qualunque tipo essa sia, deve necessariamente (necessariamente per chi sia ancora aduso a rispettare i

Sono d’accordo col vostro documento, in primo luogo perché va detto che fin dall’inizio è esistita una fortissima interferenza di certa stampa che si è inventata di sana pianta notizie false, cosa che dimostrerò carte alla mano. Ma al di là di questo, viene asserito un fatto che non è assolutamente vero, e cioè che la base sarebbe un’opera di difesa nazionale. Dovrebbero dire, invece, che danno un pezzo del nostro territorio nazionale, punto e basta. Gli stessi tre del Patto per Vicenza ammettono che è stata fatta una violenza alla città. Perciò io non mi rassegno, da cittadino europeo - perché l’Italia è finita, non c’è più – combatterò contro questa viltà, questa idea del danno che va monetizzato, anche da fuori Vicenza (perché lo confermo: quando la base sarà pronta io me ne vado). Con quale diritto quei tre negano a me il diritto di protestare? Io rivendico

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il diritto di continuare a dire no e di smascherare personaggi inqualificabili come loro.

Emilio Franzina

il loro contributo, per questa ed altre battaglie, per la nostra città e per il nostro mondo.

Valentina Dovigo Legambiente Vicenza

Che Vicenza abbia bisogno di Documento ricco di spunti, il nuovo slancio e di una nuova vostro, molti dei quali condistrategia di sviluppo è fuori divisibili. Soprattutto, come ha scussione. Che la comunità si scritto anche il direttore di debba mettere intorno a un tavoquesto giornale, condivisibile lo per uscire da una crisi inedita nell’impostazione di fondo, cioè e grave e dal provincialismo che lo stretto legame esistente fra la opprime è altrettanto urgenla cultura economica del libete. Che questo passi per l’apporismo/consumismo, dilagata in sizione di una pietra tombale tutto il “nostro” occidente, ed il sulla nuova base militare USA conseguente tenore di vita “non al Dal Molin, questo no. Per noi negoziabile” , per mantenere il la costruzione della base non quale diventa necessario usare rappresenta affatto una grande qualsiasi mezzo, quindi anche la opportunità e ben guerra e le basi mialtro e alto progetto litari. poteva trovare posto Ma se sono convinlì, ben altra occuta anch’io che è nepazione, proposte cessario ripensare Bergamin: che guardassero al il modello di vita, o la politica alla ricerca, meglio di sviluppo non ha raccolto futuro, all’innovazione. Lo nel suo complesso, abbiamo già detto sono convinta anche la ricchezza e lo ripetiamo: se ci che sia un processo della sono ancora strade lungo, complesso, discussione per recedere e far ricco di sfaccettarecedere da una deture e di molti ostacisione sbagliata, si coli. “Un mondo percorrano. Gli anni alle nostre diverso è possibile” non è solo spalle sono stati anni di alta parlo slogan che ci accoglie tutti a tecipazione democratica, in cui i Festambiente, per me e per altri vicentini hanno discusso come è una prospettiva, uno stimolo non mai sui temi della legalità, all’impegno quotidiano per codella Costituzione, dell’ambienstruire a partire dal nostro amte, della politica internazionale, biente e dalla nostra comunità, di pace e di guerra. Del futuro condizioni ed orizzonti di vita della città. E’ stata e continua ad più equi per tutti. E sarebbe esserci una dialettica forte. Riestremamente significativo se durre tutto questo a lacerazioni tutti coloro che in questi anni e conflitti è ingiusto e fuorviansi sono impegnati nella vicenda te. Magari tale partecipazione Dal Molin continuassero a dare

continuasse! I temi non mancano: come rapportarsi al Dal Molin se e quando sarà realtà, quali controlli democratici esercitare, come le Istituzioni posso mantenere il massimo della sovranità possibile (pochissima, ahinoi), come continuare ad esprimere una cultura di pace in modo trasparente, pacifico, costruttivo…

E poi: l’impianto Wisco ai ferrovieri, le sorti di Aim, il PAT e il PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento) Veneto, solo per citarne alcuni. Anche la crisi in cui siamo piombati meriterebbe una riflessione seria! E dove ci ha portato un neoliberismo senza freni ed un ‘pensiero unico’… La politica ha raccolto la ricchezza della discussione di questi anni? Poco ancora. In alcuni casi per nulla e questo è uno dei problemi dei partiti. Ma solo la contaminazione tra partiti e movimenti civici, la connessione tra democrazia rappresentativa e democrazia partecipativa possono offrirci l’occasione (l’ultima?) per fermare la caduta etica, economica e di legittimità politica che ci circonda. Per cominciare a risalire.

Marina Bergamin Segretaria generale Cgil Vicenza

Da www.vicenzapiu.com sottoscrivo questo appello alla dignità. quella che no si lascia sradicare alla radice, il mio apprezzamento per le persone che non si danno per vinte. nel mio piccolo spero di esservi sempre vicino, fisicamente ed idealmen-

te. grazie a voi anche il sottoscritto si sente una piccola formichina che porta la sua briciola di democrazia,partecipata dal basso. grazie ancora a tutti voi Rosa Bruno sottoscrivo in toto; è importante continuare a farsi carico di questa battaglia tenendo presente che bisogna vincere soprattutto la guerra culturale per la pace e la giustizia Franco Zanella sarò breve...sottoscrivo l’appello con una sola parola...libertà Michele Strada “Un cervo, dopo aver vinto in battaglia un cavallo, lo teneva lontano dal pascolo comune, finché il perdente in quell’estenuante contesa implorò l’aiuto dell’uomo e ne accettò il morso; ma dopo che finalmente riuscì a venirsene via dal nemico, superbo vincitore, non poté più rimuovere dal dorso il cavaliere né dalla bocca il morso. Così chi temendo la povertà rinuncia alla libertà che vale più dell’oro, da stolto si porterà addosso un padrone e lo servirà per sempre, poiché non saprà accontentarsi di poco.” [Orazio - Epistole, I 10] Sottoscrivo il vostro appello.

Vicenza e l’Italia risorgeranno solamente quando avranno conquistato, finalmente, la propria libertà storica. Questo processo è difficile, per noi e per la nostra storia, e il No Dal Molin rappresenta veramente un punto di svolta: o si fa l’Italia o si fallisce, ancora una volta.

Massimiliano Leone

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Emilio

Lo storico e consigliere provinciale Franzina lancia una rivista autoprodotta, “Vicenza Libera”. In polemica con la stampa locale “serva”. E con una città da cui si sente emarginato

Uno sfogo Ma Franzina non è un politico.

Del politico gli manca pressocchè tutto: il linguaggio felpato, il machiavellismo, la prudenza, l’ambizione. Non ha il cervello fino di un Achille Variati, né la moderazione di un Ciro Asproso, suo vicino sui banchi di Sala Bernarda. Oggi, che siede in consiglio provinciale proprio in virtù del suo essere stato uomo-simbolo del No Dal Molin all’interno delle istituzioni, Franzina è stato dimenticato. Un po’ perché le sue energie vanno prima di tutto al suo lavoro di professore universitario, e un po’ perché in Provincia, di occasioni per sfogare la sua vena autentica, ce ne sono poche o punte. Perchè la vera natura del Franzina prestato alla politica è il moralismo, inteso nell’accezione originaria di critica al costume e al potere. E la natura vuole sempre il suo sfogo.

Ribollente di pensieri orfani di uno sbocco sui media locali, il

consigliere di Vicenza Libera lo sfogo l’ha trovato fabbricandosi un giornale tutto suo con l’etichetta di “organo del gruppo consiliare omonimo” (che poi è lui stesso). Difatti la testata s’intitola “Vicenza Libera. Librogiornale vicentino di politica, cultura e varia umanità”: 40 pagine scritte quasi per intero di sua mano, il cui primo numero è uscito il mese scorso e si può trovare in alcune librerie del centro città al prezzo di 2 euro. Sfogliandolo, l’impressione immediata è appunto quella di un’eruzione di idee a lungo represse nell’anonimato. Come se l’intellettuale Franzina si fosse tenuto in corpo una massa di spunti, commenti e polemiche fino al punto di non farcela più e trovarsi costretto a impugnare la penna e vergarle di getto.

Chiodi fissi La sua prosa, infatti, ne risente: procede ammassandosi, ma inal-

| Emilio Franzina

berandosi spesso in felici picchi in cui liquida Tizio per aver detto una sciocchezza “sesquipedale” o Caio per essere un uomo “nefasto” (indovinate un po’ chi). I contenuti non potevano non concentrarsi su tre-quattro temi di fondo, i chiodi fissi del Franzina escluso eccellente: l’analisi della stampa cittadina serva del padrone e amica del giaguaro con annesso duello a distanza con «l’ineffabile direttore del Giornale di Vicenza» Giulio Antonacci; le ragioni che gli fanno rivendicare un ruolo di primo piano nella lotta contro la Ederle 2 e i rapporti difficili con l’universo del No e in particolare col Presidio; la contestazione, vissuta come una missione quasi personale, del commissario Paolo Costa. Su

tutto sovrasta una lettera privata dal sindaco Variati «una parola dell’ottobre 2006 di cui il profesné… una telefonata o una cartolisore ha voluto dar notizia a mo’ di na». Ovvero per non essere stato manifesto della sua opposizione al considerato per nessun incarico Dal Molin Usa, in cui, vivaddio, c’è culturale o amministrativo, come lo sforzo di inquadrainvece il «concesre la questione locale sionario Mercedes nel contesto globaLuca Trivellato» nole dell’imperialismo minato nel cda delCi piacciono statunitense. la Bertoliana di cui le feroci è stato scelto come Luci e ombre presidente il «notaincursioni Ma a noi, ad esser nella politica. bile della prima resinceri, la sua penna pubblica Giuseppe Meno certe piace di più quando Pupillo». Per quel si cimenta in brevi lamentele inutili poco che conosciae feroci incursioni mo Franzina, non nella politica berica: ce lo vediamo morir l’apologia della “Bernarda” (intesa dietro a poltrone, posti e strapuncome aula consiliare – e non solo), tini. E’ vero che lui è pur sempre i pregi e i difetti di Variati eterno un rappresentante del popolo (a democristiano, l’episodio, ai limiti quando una critica di questa baldel demenziale, di un colonnella ormai conclamata che ha nome lo italiano addetto militare della “democrazia rappresentativa”, Ederle che invita l’amministraEmilio?) e i galloni da esperto, alzione a tradurre in inglese i carmeno riguardo alla cultura, ce li telli onde evitare sconfinamenti ha. Tuttavia ci permetta lo stesso irregolari dei soldati in tuta a parun sommesso suggerimento: eviti co Guiccioli, la vicenda di Quero di fornire argomenti ai sospetti di secondo lui creato e distrutto dal bassa lega e passi sopra a queste solito Giornale di Vicenza, le sticose poco onorevoli. lettate contro il leghista Sandoli Per il resto, auguriamo lunga vita nemico delle badanti, l’idea delle al suo “librogiornale” autoprodot“ronde pagane” per sbugiardare to. Messi come siamo nell’Italia quelle padane, in voga sia a dedegli editori impuri, delle leggistra che a sinistra. Di contorno, la bavaglio e dei giornalisti al guinpubblicazioni di estratti della sua zaglio, l’informazione libera deve attività di consigliere e un pregerifugiarsi anche in espedienti vole ricordo di Luigi Meneghello carbonari come questo. Intendiae Mario Rigoni Stern ad un anno moci: come tutte, le sue opinioni dalla loro scomparsa. sono opinabili. Ma quanto meno Ciò che non ci va a genio, inveFranzina ha voglia – coraggio? – ce, è quando Franzina, invece di di esporle e metterci la faccia. C’è lasciarla sullo sfondo, si lascia qualche altro chierico a cui fischiaandare ad una lamentela da donno le orecchie, là fuori? na tradita per non aver ricevuto

Eventi di danza 25 luglio

| Freddie Opoku Addaie

Nella splendida cornice di Villa Da Porto a Montorso, un workshop di danza contemporanea con il ghanese Freddie Opoku Addaie.

Tra improvvisazione, assoli e spirito di squadra

È

di Alessio Mannino on se ne abbia a male lo storico Emilio Franzina, ma noi crediamo che di suo passerà alla storia la vibrante arringa contro l’ex sindaco Enrico Hullweck («un signore nei confronti del quale posso e devo manifestare tutto il mio disprezzo umano prima che politico») e la sua maggioranza di centrodestra che nell’infuocato consiglio comunale del 26 ottobre 2006 fornirono al governo Prodi il parere positivo del Comune alla seconda base americana di Vicenza. Capello arruffato, dito alzato e voce tonante, l’allora consigliere indipendente eletto con Rifondazione Comunista pronunciò una vera e propria maledizione su quanti votarono sì, dando fiato al filone d’indignazione che in quei giorni toccò l’apice e culminò nel grande corteo del 17 febbraio 2007.

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Danzando con Freddie

Un giornale di nome

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cultura

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la magnifica Villa Da Porto a Montorso la sede di un nuovo workshop di danza contemporanea che avrà il suo culmine nella presentazione di un evento performativo nei giorni 28 e 29 luglio.

Dieci danzatori sono coinvolti nel percorso formativo promosso da Operaestate Festival Veneto e tenuto dal danzatore e coreografo inglese Freddie Opoku Addaie.

Freddie è di origine ghanese, ha vissuto in Ghana fra i 4 e i 9 anni, in un periodo altamente formativo, ed è figlio d’arte se si pensa che sua nonna danzò l’adwa, il ballo tradizionale ashanti, per il principe Carlo d’Inghilterra. Allo stesso tempo le influenze del talentuoso danzatore sono molteplici, da un passato di attaccante nel calcio allo studio di Arte e Design al Newham Sixth Form College, fino alla decisione di specializzarsi in arti performative. Nel 2002 si è laureato alla London Contem-

tori si sfogano all’esterno del cerporary Dance School. È arrivato chio per tornarvi giusto in tempo in finale al The Place Prize con il per permettere loro di recitare suo spettacolo Silence Speaks Vola propria parte nel gruppo, cioè lumes, che è stato poi portato in battere, letteralmenSpagna, dove ha vinte, il ritmo. In una to il VI° Certamen strofa che ricorda Internacional de un gioco che si fa da Coreografía Burgosbambini in Ghana un New York. ciottolo viene passa“Conosco i miei pol- Il coreografo to di mano in mano, li”, in italiano, così inglese a segnare il percorso intitolerebbe Fredha un passato sonoro su cui i movidie Opoku Addaie menti delimitano lo il workshop. Non da attaccante spazio. Questo sastanto perché parta di calcio so non simboleggia dalla presunzione di alcun potere, ma lo conoscere i danzatoassume quando sfugge di mano, ri, ma perché desidera, prima di quando la presa viene mancata, tutto, condurre all’incontro e alla che è il momento in cui i danzatocoesione fra i partecipanti, che ri perdono la sincronia fra loro, la ha paragonato a pulcini con una sintonia, quando non sono più, ve“chioccia laterale”, uno di loro, che ramente, lì. “Gli occhi sono aperti, si avvicinano e si allontanano per i sensi sono aperti, si ascolta e si poi riunirsi di nuovo, in una strutagisce, si è coinvolti. Più che pretura quasi satellitare intorno a un sentare qualcosa, si è presenti”. movimento. Gli assoli dei danza-

26 luglio La preparazione è incentrata su un’improvvisazione entro i confini delle regole di un gioco, o di un rituale, in cui “è possibile barare se lo si fa con onestà”, scherza Freddie. Tradire le norme è possibile purché si resti fedeli al significato inteso con la rappresentazione. Dal suo passato di calciatore deriva in parte la grande importanza attribuita allo spirito di squadra, alla coesione fra i danzatori. L’individualità cede il passo al gruppo, laddove anche gli assoli non mirano a far emergere specifiche doti del singolo, ma contengono una dose di rischio che viene superata nel fare ritorno alla costanza dello stare insieme, fosse anche solo nel sentire un ritmo comune. La complicità fra i danzatori traccia una coreografia fatta di continui rinvii, a intessere una tela di elementi ludici che ammiccano anche ai suggestivi paramenti murari della villa.

Reading

Diario rock’nroll P

ietro Scarso, i Casa, Livio Pacella in una performance congiunta: inevitabile che sia un evento pre-def lagrazione. La performance si basa sul personalissimo diario di Pietro Scarso, polimorfico artista della scena nostrana, che viene interpretato in 5 letture dalla scomoda voce di Livio Pacella. Gli arrangiamenti originali della rock’n’ roll band vicentina Casa non fanno da semplice sfondo al reading, come

sovente suole, bensì traducono le atmosfere del testo in una versione elettrica del minimalismo acustico di protagonisti della scena off new yorkese degli anni ’60 quali Tony Conrad e La Monte Young.

In antitesi alla staticità interpretativa del reading tradizionale, voce e musica si rincorrono qui integrandosi in una forma che gli autori definiscono “rigorosa e libera al contempo”. Naturale l’uso

h 21.20: Il lago dei cigni TEATRO DELL’OPERA RUDOLF NUREYEV (Russia) Balletto in quattro atti di Marius Petipa musica Piotr Ilich Chaikovskij Castello di Romeo Montecchio Maggiore Intero euro 15.00 Ridotto euro 13.00

h 21.00: Re (Part 1) | Map Shen Wei Dance Arts (Usa - Cina) Castello degli Ezzelini Bassano del Grappa Intero euro 20.00 Ridotto euro 18.00

28 luglio h 21.20: FREDDIE OPOKU-ADDAIE (UK) SILVIA GRIBAUDI | FRANCESCA PENNINI Villa Da Porto Montorso Vicentino prima nazionale Intero euro 10.00 Ridotto euro 8.00

29 luglio h 21.20: FREDDIE OPOKU-ADDAIE (UK) | HELEN CERINA | CHIARA FRIGO Villa Da Porto Montorso Vicentino prima nazionale Intero euro 10.00 Ridotto euro 8.00

30 luglio

| La rock’n’roll band dei Casa

dell’ossimoro per dei performer che da sempre rifuggono ogni schema.

Prima di scoppiarmi venerdì 31 luglio, h 21.00 Sartea, Corso San Felice 362

h 21.20: 7 Hermanos Los Vivancos (Spagna) In scena Elias, Josue, Josua, Christo, Aaron, Israel e Judah Castello degli Ezzelini Bassano del Grappa Intero euro 22.00 Ridotto euro 20.00

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Una sfida senza perché

Popcorn

Due detective a caccia di un serial killer: sceneggiatura sconclusionata, regia piatta, per un film deludente.

Che nemmeno due mostri sacri come Pacino e De Niro riescono a salvare

Emozioni blues

di Giuliano Corà

T In riva al Bacchiglione, a due passi da ponte Pusterla, l’House of blues café ha conquistato gli amanti della buona musica.

Grazie a concerti dal vivo, giardino con vista sul fiume e tanti amici pronti a dare una mano

Appuntamenti dal 25/07 al 31/07 sabato 25

DAVID MINOTTI TRIO Nuovo Bar Astra – contrà Barche 14, ore 19 Concerto aperitivo – musica jazz con David Minotti (voce), Marco Ponchiroli (piano) e Paolo Andriolo (basso) Free entry

di Francesca Danda

A

nche Vicenza ha un cuore blues.

In centro città, a San Biagio, da tivo vittoria del Festival di Napoli qualche mese un piccolo caffè offre nel 2003, partecipazione a Sanremo le emozioni da cui tutta la musica nel 2005 e attuale collaborazione al moderna trae radici. Ed omaggia gruppo vocale Vox Box, che accomla cultura originatasi attorno alla pagna Cheryl Porter nel suo tour itablue note dei canti degli schiavi liano), ha creato un piccolo gioiello afroamericani, sofferta e nostalgica di genere, rifugio sicuro per clienti di nell’apparente dissonanza, che va tutte le età e musicisti. «Qui dentro si dal Blues al Rhythm and Blues, dal respirano emozioni: è il nostro motGospel al Jazz. Non a caso il nuovo to. Da condividere assieme ai molti locale vicentino si chiama House of amici che danno anima e gambe al Blues Cafè, come la catena diffusa in progetto». lungo e in largo negli States dopo che Un locale nato con budget zero quelDan Aykroyd e Jim Belushi – fratello lo di Gigi («povero sono e povero dello scomparso John - aprirono il resto…»), ma che si va affermando primo club a Cambridge, nel Massagrazie alla collaborazione di tutti. Pachusetts, nel 1992. olo e Susi dell’Osteria Marosticana, Un pezzo di storia musicale da scoamanti del jazz, con cui organizza la prire passeggiando per stradella dei programmazione live Munari, dove si scorge («ci “scambiamo” gli l’inconfondibile porta artisti, loro il venerdì io d’ingresso. Luci calde il sabato»). I tanti mue soffuse, toni dal rossicisti transitati per il so al nero, ambiente Il titolare è piccolo club, che hanno intimo ed accogliente, donato i loro strumenin cui ci si sente subito Gigi ti: tastiere, chitarre, a proprio agio anche Gambarotto, sax, pezzi di batteria se estranei al mondo musicista ora in bella mostra blues o intimiditi dale cantante sulle pareti. O Nadir, il le decine e decine di parrucchiere della porvolti in bianco e nero professionista ta accanto che, dopo che ammiccano dalle aver collaborato alla pareti: B.B. King, John manifestazione “Vie Lee Hooker, Robert d’Acqua” ed aver ripulito l’argine Johnson, Elvis e, naturalmente, The del fiume, ha spinto Gigi a realizzaBlues Brothers. Muri che trasudano re un plateatico con vista su Ponte storia e passione, grazie alla collezioPusterla. Senza dimenticare Amato ne fotografica del proprietario Gigi e Michele, che assieme a Gigi hanno Gambarotto, che gestisce la casa del costruito materialmente il suggestivo blues assieme alla moglie Nadia da esterno con gazebo, sedie, tendaggi novembre. E che, da bravo musicista e fiori, riqualificando l’intera zona. e cantante professionista (con all’at-

| Alcuni scorci dell’House of blues

Fino a Edoardo Brunello, sassofonista che durante l’intervista taglia sorridente l’erba del giardino per l’inaugurazione serale. «Blues è ascoltare il prossimo e tendergli la mano. Un linguaggio universale di fratellanza. Per questo le panchine del giardino sono a disposizione di chiunque voglia sostare, leggere un libro o chiacchierare, anche senza consumare». Nell’attesa che ricominci la programmazione live, a settembre. Che dopo aver ospitato, negli scorsi mesi, jazzisti e blues man di fama nazionale (Frank De Franceschi, Marco Ponchiroli, Marco Carlesso…), promette altre sorprese, tra cui il batterista Gianni Bertoncini o il chitarrista Sandro Gibellini (che ha collaborato con mostri sacri come Mina, per intenderci).

Appuntamento al sabato in orario aperitivo. Previa prenotazione, vista l’entusiastica affluenza.

158 del18 luglio 2009 pag17

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sabato 25

ASCANIO CELESTINI IN CONCERTO Chiostri di Santa Corona, ore 21.30 Rassegna Estatequi – racconto in musica “Parole Sante” dell’attore e drammaturgo romano Ticket (min. 12,00 – max 15,00 euro)

sabato 25

IL GENIO + VINCENT Via San Bernardino (Perarolo di Arcugnano), ore 21 Perarock – concerto indie pop + concerto rock – a seguire post serata acustico con Sarah Schuster (ore 00.30) Free entry

sabato 25

KAOTIKA 2009 Via Don Luigi Sturzo (Monticello Conte Otto), ore 21 Festival musicale con concerti di Sin of Redemption, Hyde, Joyless Joker, Soul Storm Free entry

domenica 26

DAVIDE PERON Baita “Coston - Villaggio “Fiorentini” (Lastebasse), ore 14 Mi rifugio in tour 2009 – concerto del cantautore vicentino con ospiti Larry Fusa e Lorenzo Panozzo Free entry

domenica 26

ANIMA CARIBE + MY JAH Via San Bernardino (Perarolo di Arcugnano), ore 21 Perarock – doppio concerto reggae roots music – a seguire post serata acustico con Mauro Bevilacqua & Friends (ore 00.30) Free entry

urk e Rooster sono due pluridecorati detective della Polizia di New York, alle soglie della pensione. Ma un caso particolare li impegna, prima di lasciare.

Uno strano serial killer uccide delinquenti che l’hanno fatta franca con la giustizia, e quando vari indizi portano a credere che il colpevole sia un poliziotto, tutti vorrebbero chiudere la faccenda in fretta. Già Michael Mann aveva provato a mettere insieme Robert De Niro ed Al Pacino, due dei più grandi attori viventi, ma lui è, a sua volta uno dei più

mercoledì 29

CONTROL ALTE CONCERTS 2009 Piazza San Paolo (Alte di Montecchio Maggiore), ore 21 Contest musicale per band emergenti – concerti di Terzina Moretti (post rock), Gain Over (pop punk / power pop) e Ultimo Controllo (crossover) Free entry

giovedì 30

LA NOTTE DELLA LUNA Area Biblioteca Comunale – via Rossi 32 (Dueville), ore 21.30 Rassegna Busnelli Giardino Magico – Conversazioni celesti con l’astronoma Dina Moro (del Circolo Astrofili di Schio) accompagnate da proiezioni e musica ad hoc Free entry

venerdì 31

LEGENDARY KID COMBO Nuovo Bar Astra – contrà Barche 14, ore 19 Concerto aperitivo – dj set Free entry

grandi registi viventi. Il risultato fu The heat (USA, 1995), uno dei suoi film più interessanti.

Jon Avnet, decisamente, non è Michael Mann. Non lo è per una serie infinita di ragioni, lunga quanto questo film, di cui – incredibile a dirsi – nemmeno la presenza dei due mostri sacri giustifica la visione. Intanto per la sceneggiatura che ha scelto, di quel Russel Gewirtz che già con Inside Man (S. Lee, 2006) aveva fornito un film balordo e che qui ha, purtroppo, superato se stesso. Non lo è per la regia, piatta e uniforme, che mai riesce ad offrire una qualche emozione che non sia assolutamente ovvia e prevista (ed è veramente sconfortante, per fare un solo esempio, quella ‘falsa’ confessione alla telecamera spiegata negli ultimi minuti, modesto trucchetto da principianti che perfino ad una scuola di regia si rifiuterebbero di usare).

Non lo è per la

capacità di dirigere gli attori (ad ennesima riprova che, chiunque – ma proprio chiunque – ci sia sul set, a fare il film è il regista), perché non è possibile trovarsi tra le mani due dei più grandi attori della storia del cinema, e dirigerli come se fossero caricature di se stessi, senza che i due grandi riescano – manifestamente perché non ne hanno nessuna voglia – a tirar fuori un’oncia della loro grandezza.

Rimane un mistero il perché due come loro si siano fatti coinvolgere in un’operazione come questa: non certo per i soldi, ché, passato molto velocemente per le sale, il film rischia di scomparire presto anche dagli scaffali dei videonoleggi. Che peccato, e che occasione sprecata.

Sfida senza regole, J. Avnet, USA, 2008

I ragazzi di vita del Bronx

Sul comodino

“I Wanderers” è un romanzo corale su una band di ragazzi italoamericani.

Con un gran ritmo e dialoghi da incornciare

venerdì 31

PRIMA DI SCOPPIARMI Bar Sartea – corso Ss. Felice e Fortunato 362, ore 21 performance di parole e musica con Livio Pacella e i Casa, su testi di Pietro Scarso Free entry venerdì 31 PABLO E IL MARE Campo Marzo, ore 21.30 Concerto acustico della band torinese Free entry

di Giovanni Magalotti

N

ew York, quartiere del Bronx, anni ‘60. I Wanderers sono una banda di ragazzi italoamericani di età compresa fra i sedici e i diciotto anni.

Il loro leader indiscusso è Richie Gennaro, la cui fidanzata Denise si fa chiamare semplicemente C, come Comb, il vistoso pettine rosa che tiene sempre in mano insieme a un Kleenex.

Oltre a Richie, sono della banda, fra gli altri, Joey Capra (“Piccolo, nervoso, era un continuo muoversi, battere le palpebre, fumare, masticare. Un naso aquilino e una cattiva postura lo facevano somigliare a una virgola”), che vive un rapporto assai conflittuale con il padre Emilio, e Eugene Caputo, in apparenza incallito dongiovanni, in realtà ragazzo dai numerosi complessi nascosti. Il romanzo segue le loro vicende, dagli scontri con le altre bande del quartiere alle prime relazioni sentimentali, sbozzando un ritratto

particolarmente efficace della gioventù newyorchese di quel periodo.

“I Wanderers” è il romanzo d’esordio di Richard Price che lo scrisse nel 1974, guadagnandosi gli encomi di un monumento della contro-letteratura americana del ‘900, William S. Burroughs. Da un punto di vista cinematografico, si potrebbe definire una via di mezzo tra “American graffiti” e “I guerrieri della notte”: un po’ più spregiudicato del primo e un po’ meno brutale del secondo. Da un punto di vista letterario, invece, si potrebbe avvicinare, con una certa approssimazione, a “Ragazzi di vita” di Pasolini, di cui recupera la struttura a episodi, l’idea di romanzo corale, e lo sguardo dell’autore, complice e per niente moralistico, sulla gioventù delle periferie.

Contribuiscono in larga misura alla riuscita del testo il ritmo sostenuto, i

dialoghi scoppiettanti (e non di rado irriverenti) e l’ironia che fa capolino in molti passaggi.

Richard Price, I Wanderers, Giano, 240 pp., € 16

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Disabili e sport

H81,

Vicenza tifa Benetton

Rugby

di Paolo Mutterle “

U

n placcaggio in fuorigioco. È quello che la Federazione della palla ovale ha commesso ai danni del Benetton Treviso e di tutto il Veneto, cuore del rugby italiano. Nella corsa ai due posti per la Celtic League (uno dei massimi tornei internazionali per club a cui partecipano squadre irlandesi, scozzesi, gallesi e dal 2010 italiane) il consiglio federale riunitosi nei giorni scorsi a Bologna ha preferito le candidature che avevano come capofila Roma e Viadana, paese di 20 mila anime sulla riva del Po, a quella considerata favorita di Treviso, campione d’Italia in carica, da anni ai vertici nazionali e primatista di scudetti, ben 14.

Una decisione nella quale le motivazioni di palazzo hanno prevalso sulla storia, sulla blasone e persino sulla logica, dato che a prevalere sono stati le franchigie degli “Aironi del Po” (ben sostenuti dall’ala lombarda della Lega Nord, e che potrebbero giocare i match interni a Parma, città del presidente della Federugby Dondi) e dei Pretoriani, progetto che coinvolge i tre club capitolini con la benedizione del presidente della Regione Lazio Marrazzo e un ampio supporto politico romano. A scatenare il putiferio è stato anche il voto segreto, modalità che ha fatto pensare al possibile “tradimento” da parte di qualcuno dei sette consiglieri veneti (il risultato è stato di 12 voti per gli Aironi, 10 per i Pretoriani, 9 per Treviso). Di sicuro il voto di Bologna è stato una sconfitta per il Veneto, come spesso capita incapace di “fare lobby” e di portare a casa un risultato che sembrava fin troppo scontato.

Dopo il voto a Treviso e dintorni è montata la rabbia; i primi

| Foto da www.benettonrugby.it

con il rugby biancoverde. “E’ a scatenarsi sono stati il Partito stata una brutta sorpresa anche Nazionale Veneto (che ha lanciaper noi - commenta il fiduciario to la proposta di un campionato provinciale Silvio e di una nazionaMarchetto, pioniele autonomi) e in re e vicepresidente generale la blogodel Rugby Vicenza sfera. Su facebook - Forse presentando è sorto un gruppo la candidatura come dal titolo “il Veneto selezione dei Dogi ci reagisca al sopruso Le motivazioni sarebbero state magitaliano” con oltre giori possibilità, ma 2700 iscritti in po- di palazzo le garanzie econochi giorni e sempre hanno prevalso miche offerte da Besul tema è già online su blasone netton erano solide e un “instant website” sicure. Sicuramente all’indirizzo www. e logica sotto c’è una guerra rugbyveneto.org. politica, e il fatto che A Vicenza, provincia la votazione sia stata che pur non vanta segreta rafforza questa mia concerto la tradizione delle confivinzione. Possibile che la federananti Rovigo, Padova e Trevizione non abbia tenuto conto di so, i commenti unanimi sono di cosa rappresenta per il rugby il forte disapprovazione della deVeneto, che è anche il principale cisione federale e di solidarietà

Da 28 anni l’associazione vicentina non solo aiuta le persone con disabilità nella pratica agonistica, ma offre anche consulenze e si impegna per l’eliminazione delle barriere architettoniche Il neo presidente Cristiano Sarracco ne illustra le attività e i programmi futuri

più che una polisportiva

La clamorosa esclusione di Treviso dalla Celtic League non lascia indifferenti gli appassionati berici. Coro unanime: “E’ una scelta politica, assurdo lasciare fuori il Veneto”

di Paolo Mutterle

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vrà valutare la copertura finanserbatoio della nazionale azzurziaria di Roma e di Viadana e ra? Oltretutto stiamo parlando di non sono escluse sorprese. E poi un movimento in grande crescita sicuramente anche di numeri e di sodalla Marca si muocietà: da poco sono veranno a livello ponate nuovi club a litico. L’assenza di Lendinara, Rovereun club veneto non to, e qui da noi nella trova spiegazioni; prossima stagione stiamo parlando di ci sarà anche una Il movimento una squadra, Trevisquadra della Valso, che ha dominato chiampo. Quel che Veneto la scena negli ultimi è certo è che l’esclu- è il principale vent’anni, che ha sione di Treviso vinto l’ultimo camdanneggia anche gli serbatoio pionato e che vanta appassionati vicen- della nazionale strutture meravitini, dato che alle gliose, oltretutto inpartite europee viciserita nella regione no a casa ci si andava con la più alta concentrazione sempre, per vedere i campioni di società”. Anche qui la teoria conosciuti e per imparare. Lo stasull’isolamento della Benetton dio Plebiscito a Padova, impianto non sembra attecchire. “Tutto il di quasi diecimila posti dedicato Veneto oggi tifa Benetton e siaesclusivamente al rugby, sarebbe mo tutti scandalizzati - continua stata la sede di gioco ideale. Non Bianchi - Forse manca la cooci sarebbero problemi a riempirperazione a livello istituzionale, lo. Se andremo vedere la Celtic ma tra le società posso testimoLeague a Parma? No, non credo niare che la collaborazione c’è, proprio”. eccome, e non c’è campanilismo.

Fermamente contrario alla deOltretutto la nostra regione può cisione della Federazione anche vantare relazioni consolidate con Francesco Bianchi, tecnico e rei club anglosassoni, che sopratsponsabile della comunicazione tutto a livello giovanile scelgono della Rangers Rugby Vicenza. il Veneto per le loro tournée in“E’ stata senza dubbio una scelternazionali. Anche Vicenza, nel ta dettata da ragioni politiche. È suo piccolo, ha ospitato recentevero che Treviso si è presentata mente squadre d’oltremanica”. da sola, del resto i soldi e le fidePer gli appassionati berici, iniussione milionarie le mettevano somma, l’estromissione di Trei Benetton, ma la Celtic League è viso è un affronto che non tiene una manifestazione che coinvolconto della tradizione regionagerebbe tutte le province venete, le e rappresenta un’occasione Vicenza compresa. Il sentimento persa di vedere vicino a casa i comune è che ci hanno fregato e campioni della della Celtic Leain questi giorni soprattutto nei gue. Ma chissà cosa ne pensano vari blog le reazioni non si sono i vicentini Andrea Montenegro fatte attendere. Comunque sono e Anton Gatti, giovani promesse convinto che si tratti di una pardel rugby attualmente nel settore tita ancora aperta: nei prossimi giovanile del Viadana… due mesi una commissione do-

F

are sport è molto importante; è il primo veicolo di socializzazione per chi è disabile o lo è diventato in seguito a un incidente.

Aiuta a capire che la vita non è finita, ma ne inizia una di nuova”. 39 anni, impiegato bancario, persona con disabilità dalla nascita, dopo le elezioni dello scorso aprile Cristiano Sarracco ha preso il posto di Lucio Vicentini alla presidenza di H81 insieme Vicenza Onlus, storica associazione cittadina nata nel 1981, anno internazionale delle persone disabili. Il motto del Barcelona (“més que un club”) vale anche per H81, molto più di un semplice sodalizio di atleti. Tra le finalità specificate dallo statuto oltre alla pratica sportiva, dove pure la società berica brilla con moltissimi titoli italiani e internazionali in diverse discipline, c’è infatti anche uno spiccato impegno in campo sociale.

Cristiano Sarracco, partiamo dagli sport di H81.

“Il tennistavolo è l’attività più praticata dai nostri soci, ed è anche quella che storicamente ci ha dato più soddisfazioni. Gli allenamenti si svolgono nella palestra di via Maurisio, in zona Cà Balbi. L’atleta più rappresentativa è Valeria Zorzetto, che ha partecipato alle Paraolimpiadi di Pechino e di Atene, dove ha vinto la medaglia d’argento. La nostra società è diventata un punto di riferimento anche per pongisti non vicentini come Alvise

dai campi e dalle piste…

De Vidi, grazie alla presenza di tec“E’ già attiva una collaborazione nici di livello nazionale, Antonio con l’Unità Spinale del San Bortolo Simeone e Gianni Bruttomesso. diretta dalla dr.ssa Feliciana CorAltro sport storico è il tiro a segno, tese. Il nostro scopo è di mettersi che tre nostri atleti praticano nel in contatto chi ha subito traumi poligono di Laghetto dove si preda incidenti e di avvicinarli a uno parano ai campionati C.I.P. Da sport. Offriamo inoltre consulendue anni si è aggiunto il tennis, che ze sull’accessibilità, anche di tipo coinvolge una decina di soci. Si sta legale con il nostro socio avvocaformando una bella squadra grazie to Mario Allegra. Qualche anno fa alla collaborazione e alla disponiabbiamo presentato un Quaderno bilità del DI.VI. Sport di Altavilla Bussola sulla disabilità. L’attenzioche ci mette a disposizione i campi. ne per il sociale è un punto fondaC’è poi la vela, dove abbiamo un mentale della nostra associazione: atleta vicentino, Angelo Toniolo, da anni dialoghiamo che partecipa con con i vari Comuni del successo alle gare in vicentino per l’abbatambito nazionale e timento delle barriere mondiale”. architettoniche. Un E per chi non è cruccio in particolare agonista? del nostro presidente “Ci sono anche discionorario Enrico Agopline che proponiasti, ma che ci sentiamo a livello promo- Sarebbe bello mo tutti di continuazionale. Tra queste far coincidere re. Oltretutto i beneci sono i motori, con Olimpiadi e fici dalla soluzione di il nostro socio Stefaquesto problema non no Fusilli, pilota del Paraolimpiadi vanno solo a vantagcampionato italiano. gio dei disabili, ma Il prossimo obiettivo è di tutta la collettività: quello di ingrandire il pensiamo agli anziani, alle mamgiro e creare una piccola squadra. me con carrozzine…”

Il 4 settembre alla Palladio Karting Quali solo le principali diffidi Altavilla ci sarà una manifestacoltà che incontrate? zione aperta a tutti, in particolare “Innanzitutto il problema di troa chi vuole provare a salire la privare strutture idonee. E non parlo, ma volta su un go-kart. C’è poi il riferendomi allo sport, del campo golf, che viene praticato dal nostro di gioco, ma di tutto il contesto. amico farmacista Alessandro GiaAd esempio, quante palestre sono comelli, ben felice di incontrare chi dotate di servizi igienici attrezzati è interessato. Infine la Danceabiper chi è in sedia a rotelle? A vollity, che pratico anch’io dal 2003. te sembrano dettagli, ma per chi è Assieme a Chiara Corradin propocostretto in carrozzina sono aspetti niamo dei corsi che riprenderanno indispensabili. È una questione di da ottobre presso il Centro Sport civiltà, e anche di risparmio: un Palladio”. autobus di linea accessibile ai diH81 però opera anche fuori sabili permette di evitare l’utilizzo del servizio a chiamata”.

Civiltà a parte, ci sono anche delle leggi.

“Le norme ci sono, e sono delle buone norme. Se venissero attuate, non ci sarebbero problemi. Purtroppo non sempre è così. Oppure talvolta le regole ci sono, ad esempio sull’assunzione delle persone con disabilità, ma le sanzioni sono talmente irrisorie che persino alcuni enti pubblici preferiscono pagare una multa e non assumere un disabile. Occorre più sensibilità”.

Un problema di cultura che

riguarda, ahi noi, anche televisioni e giornali.

“Internet può essere sicuramente un mezzo di diffusione delle nostre attività, ma ci deve essere più attenzione anche da parte dei media tradizionali. Prendiamo le Paraolimpiadi…

Parliamone.

“Grazie alla Danceability ho avuto la fortuna di partecipare alla cerimonia di apertura dei giochi paralimpici di Torino 2006. Con i Giochi divisi in due spezzoni, è ovvio che quando tocca a noi le persone comuni sono sazie di vedere sport e c’è un calo di interesse fisiologico. Capisco i problemi organizzativi, ma l’ideale sarebbe far coincidere Olimpiadi e Paraolimpiadi. Diventerebbe ancora di più un evento di integrazione”.

Dove sbagliano i media?

“Non credo che sbaglino in qualcosa, ma di sicuro c’è poco interesse per il nostro mondo. Siamo quasi sempre lasciati per ultimi, e in questo modo è difficile anche che la gente ci conosca e si interessi e si appassioni. Da parte dei giornalisti occorre una mentalità più propensa a trattare di disabilità e sport.

Parlarne di più aiuterebbe a farci conoscere”.

E così vi dovete arrangiare da soli.

“Abbiamo un notiziario H81 che viene stampato in 500 copie e distribuito nelle ULSS, nei comuni e tramite altri canali per divulgare le nostre attività. Entriamo nelle scuole con delle esibizioni e proponiamo dei progetti sportivi agli istituti interessati. Sicuramente ci agevola il fatto di avere una storia di più di 25 anni alle spalle e le collaborazioni intraprese con diverse realtà del territorio”.

Come fate a finanziarvi?

“Come negli sport fra virgolette normali, ci sono attività molto dispendiose e altre alla portata di tutti. Motori e vela hanno costi abbastanza alti, ma per giocare a ten-

nistavolo basta una racchetta. Uno dei vantaggi di appoggiarsi a noi è che possiamo aiutare a cercare dei finanziamenti per dei progetti ad hoc, trovando l’appoggio da parte di enti pubblici e privati. Anche di aziende.

Di questi tempi non è facile.

“Il periodo è quello che è, ma se si ha un bel progetto è possibile trovare qualcuno che aiuti a realizzarlo”.

A proposito di progetti, quali sono i vostri per il futuro?

“Portare avanti le attività già intraprese, sviluppare alcuni settori come quello dei motori e del golf.

Partecipare in numero sempre maggiore ai campionati e alle attività promozionali. Inoltre mi piacerebbe riportare in H81 il basket in carrozzina, qualora si creassero le condizioni. Stiamo anche cercando una nuova sede. Attualmente siamo ospiti dell’A.I.A.S. in Strada della Rotonda, ma se avessimo una sede nostra stabile potremmo promuovere anche altre attività e corsi. Una possibilità al vaglio è l’ex distretto sanitario in Riviera Berica.

In conclusione, cosa deve fare chi vuole mettersi in contatto con voi?

“Può visitare il nostro sito www. h81.org dove ci sono tutti i riferimenti, oppure contattarmi direttamente al numero 349 6618070.

Sono a disposizione, ci troviamo, ne parliamo, facciamo…”

sport

Atletica

159 del25 luglio 2009 pag20

La rivincita

Calcio

di Turatello e Tumi

| Francesco Turatello con il suo allenatore Lorenzo Zoccante

Con i 6 metri e 92 realizzati a Tampere, in Finlandia, il lunghista dell’AV Noaro Costruzioni, conquista un posto tra i primi dieci under 18 europei.

E questo fine settimana tocca a Michael Tumi

U

n po’ di fortuna in più non avrebbe certo guastato i piani di Francesco Turatello, che chiude al decimo posto la sua avventura in maglia azzurra nel salto in lungo alla rassegna internazionale EYOF, il Festival Olimpico della Gioventù Europea (di fatto il campionato europeo Under 18) a Tampere (Finlandia).

Al secondo tentativo ha infatti ottenuto la misura di 6m92, la terza migliore prestazione della sua stagione non lontano dai 7m04 realizzati a maggio a Vicenza. Il quindicenne saltatore in forza all’AV Noaro Costruzioni per soli 4 cm non è riuscito ad entrare nei primi otto della graduatoria provvisoria della finale, posizione che gli avrebbe consentito di gareggiare su sei tentativi e non sui tre sui quali si è espresso.

Nullo il primo tentativo, 6m92 come detto al secondo e terza prova nulla alla ricerca dei 7 metri che l’avrebbero portato a disputare i tre salti aggiuntivi.

Come nota caratteristica Turatello trova le performance migliori solitamente tra il quarto e il sesto tentativo, ma l’atleta vicentino si gode comunque la buona prestazione espressa rispettando il verdetto della classifica. La graduatoria finale ha registrato la vittoria del danese Andreas Trajkovski, capace di piazzare un perentorio 7m32 al sesto salto. Gli altri due gradini del podio sono stati assegnati alla misura di 7m30 al francese Bertrand e al bulgaro Dobrev.

Per il giovanissimo atleta, segui-

distribuzione

numero

to dal tecnico Lorenzo Zoccante, è giunto il momento per godersi una pausa di meritato riposo.

L’obiettivo è ora quello di ricaricare le energie per gli importanti impegni di fine stagione. A fine settembre sarà a Caorle per la finale Oro dei campionati assoluti di società con la casacca dell’AV Noaro Costruzioni. Ai primi di ottobre l’attesissimo appuntamento con i campionati individuali nazionali della categoria allievi dove giungerà carico di motivazioni per saltare quanto più in alto possibile sui gradini del podio.

Sempre in ottica europea, grande attenzione in questi giorni anche sul velocista Michael Tumi, che ha finalmente riconquistato la maglia azzurra dopo il difficile periodo vissuto alla vigilia dei campionati italiani di categoria causato da un infortunio.

Domenica correrà ai Campionati Europei Juniores a Novi Sad (Serbia) nella staffetta azzurra 4x100. Il primo impegno in mattinata per il turno di qualificazione e poi nel pomeriggio è prevista la finale che rappresenta l’obiettivo minimo del quartetto azzurro che si presenta con ottime credenziali.

Tumi, fino ai primi di giugno figurava nelle prime posizioni delle graduatorie nazionali stagionali dei 100 metri. Poi l’infortunio citato oltre a toglierli la possibilità di essere sul podio della rassegna tricolore lo ha escluso inizialmente dalla lista dei convocati per gli europei. Le convo-

cazioni sono state infatti basate sui campionati italiani ma Tumi ha cercato in tutti i modi di superare i postumi dell’infortunio gareggiando molto nelle scorse settimane. L’ottimo risultato ottenuto al meeting di Dommas in Valle D’Aosta (10”44, 3,4 il vento a favore), abbinato all’infortunio occorso nel frattempo a Gelmi, uno dei velocisti convocati dalla Federazione, ha ridato fiato e sostanza alle speranze azzurre del giovane sprinter berico allenato da Umberto Pegoraro.

Lasciato alle spalle il delicato periodo dell’infortunio, per domenica c’è da aspettarsi un Michael grintoso e motivato che sicuramente cercherà di regalare ai propri compagni di staffetta e alla propria nazionale qualche bella soddisfazione.

| Michael Tumi

Vicenza,

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Partita la campagna abbonamenti, con ribassi dei prezzi in tutti i settori.

E viene introdotta la “tessera del tifoso”

STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale Milano, 104

L

STAZIONE FTV Viale Milano, 138

a Società Vicenza Calcio comunica che si è aperta ufficialmente la prima fase della Campagna Abbonamenti s.s.

2009-10 con diritto di prelazione sui posti riservato ai vecchi abbonati fino a sabato 08 agosto.

Da mercoledì 12 agosto prenderà avvio la seconda fase della campagna | La presentazione dei nuovi acquisti della squadra dedicata ai nuovi abbonadell’Interno, la tessera avrà la ti sui posti disponibili. duplice funzione di strumento Per conoscere tutte le altre modi fidelizzazione per le società e dalità di sottoscrizione, iniziadi contrasto dei fenomeni di viotive e promozioni correlate alla lenza tramite la “schedatura” dei Campagna e promosse in sinerfrequentatori degli stadi; motivo, gia con Banca Popolare di Viquesto, di una certa resistenza da cenza si potrà fare riferimento al parte di alcune frange ultrà e anmateriale informativo veicolato a che di alcuni club. mezzo stampa, affissioni, sito inIn una nota il club di via Schio ha ternet ufficiale oltre al personainformato che alla Vicenza Calle presente presso la biglietteria cio Card saranno collegati una appositamente allestita presso la serie di servizi e agevolazioni Sala Conferenze dello Stadio Roper i fan. Per il Viminale, invece, meo Menti. si tratta progetto mirato a creaGli abbonamenti si possono sotre la figura del “tifoso ufficiale”, toscrivere presso la Sala Confeappartenente a renze dello Stauna “comunità dio Romeo Menprivilegiata” di ti, tutti i giorni sostenitori. Per il feriali dalle ore rilascio della tes09:30 alle 13:00 sera servirà ine dalle 15:30 alle fatti il nulla osta 19:00 e il sabadella Questura, to mattina dalle che dovrà accerore 09:30 alle tare l’assenza di ore 13:00.

Daspo o reati da stadio negli ultimi cinque anni.

“In un scenario dominato ancora Nella prossima stagione il proda una persistente crisi economigramma sarà sperimentale, in vica - spiega Paolo Bedin, Direttore sta della probabile obbligatorietà di Gestione - il club biancorosso prevista a partire dalla stagione vuole tenere a se il patrimonio 2010/2011. di tifosi che anche nella scorsa I vantaggi per i tifosi? Oltre agli stagione ci hanno espresso la sconti previsti dalle società, ci loro fiducia e sostegno portando sarà la possibilità di accedere neconseguentemente il valore della gli stadi in occasione di partite quota abbonati a livelli da pricon restrizioni imposte dall’Osmato per l’intera serie B. Escluse servatorio (è stato il caso, ad infatti le tre neopromosse, il nuesempio, dell’ultimo Ancona - Vimero di sottoscrizioni registrate cenza dello scorso 7 marzo, tranella stagione 2008-09 ci decresferta vietata ai supporter vicenta come primi nel campionato del tini). Inoltre la tessera dovrebbe tifo. Lo slogan per quest’anno è garantire una velocizzazione “Proviamo assieme a rimanere delle procedure di acquisto dei primi” approfittando dell’ulteriobiglietti (anche via web), notere ribasso dei prezzi operato dal volmente rallentata negli ultimi Club per tutti i settori e stimato anni dopo l’introduzione dei tain 20 euro per la Tribuna Centragliandi nominativi. Allo studio le, 10 euro per i Distinti e 5 euro sono anche convenzioni con altre per la Curva.” società private come Autogrill, Ferrovie dello Stato, ecc.

Tessera del tifoso Chi contestualmente all’acquiTra le principali novità della sto dell’abbonamento al Vicenza stagione c’è l’introduzione della Calcio vorrà sottoscrivere anche “tessera del tifoso”, denominata la “tessera del tifoso” dovrà predalla società biancorossa Vicensentarsi con due fototessere e za Calcio Card. In conformità compilare l’apposito modulo in con quanto richiesto dall’Osserdistribuzione al Menti. vatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero

159 del25 luglio 2009 pag21

numero

STAZIONE FERROVIARIA LIBRERIA MONDADORI presso Stazione Ferroviaria LIBRERIA MONDADORI Piazza delle Erbe, 9/A PASTICCERIA “ALBERTONI” Via Paolo Lioy, 32 BAR “CAFFÈ COMMERCIO” Piazza Biade, 22 BAR “MON PLEN” Contrà Santa Barbara, 21 PASTICCERIA “RUDATIS” Contrà Santa Barbara, 29

BAR “BORSA” Piazza dei Signori

BAR/PASTICCERIA “FOGAZZARO” Corso Fogazzaro

COMUNE- PALAZZO TRISSINO Corso Palladio, 98

“BOUTIQUE DEL PANE! Corso Fogazzaro, 142

BAR “GARIBALDI” Contrà Cavour, 7

PASTICCERIA “ALIANI” Corso Fogazzaro, 163

RISTORANTE “DAI NODARI” Contrà Do Rode, 20

PASTICCERIA “LA VICENTINA” Corso San Felice e Fortunato

BAR/PASTICCERIA “SORARÙ” Piazzetta Palladio, 17

LIBRERIA GALLA Corso Palladio 11

BAR “ILLY” Contrà Muscherie BAR “CAFFÈ ROMA” Corso Fogazzaro BAR/RISTORANTE “IRIS” Corso Fogazzaro, 33 BAR “SAN LORENZO” Corso Fogazzaro, 62

STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale Trieste

“PASTICCERIA SOLE”

SEDE CISL Contrà Cabianca, 20

BAR “PALAZZETTO” Via Anconetta, 46

BAR “PIGAFETTA” Contrà Pescaria

PASTICCERIA “ARTIGIANA” Via Medici, 69

PASTICCERIA “BOLZANI” Corso Padova, 146

MACELLERIA “ZANELLATO” via Medici, 50 STAZIONE DI SERVIZIO Q8 via Medici

BAR “MAGAZZINO DEL CAFFÈ” Contrà Manin

BAR “BARASTRA” Contrà Barche, 14

BAR “IV NOVEMBRE” Via IV Novembre, 79

UNIVERSITÀ Contrà Barche, 57

BAR “BAR DEGLI ANGELI” Via IV Novembre

BAR “OVO SODO” Contrà Pescherie Vecchie, 16

LIBRERIA TRAVERSO Corso Palladio, 172

BAR “MERCATO” Contrà Pescherie Vecchie, 25

PASTICCERIA “SAN FRANCESCO”

BAR “SCRIGNI” Piazzale De Gasperi, 8

TRIBUNALE Contrà Santa Corona

LIBRERIA GIUNTI Corso Palladio, 186

BAR “MINERVA” Contrà Santa Corona, 11

“BAR ITALIA” Galleria Pozzo Rosso, 19

PASTICCERIA “VENEZIA” Contrà Pescheria, 4

BAR “VICENZA” Corso Palladio

SEDE AIM Contrà Pedemuro San Biagio

ZONA OVEST

BAR “CASTELLO” Piazza Castello

PASTICCERIA “GAMBARATO” Contrà Porta Padova, 105

LIBRERIA GALLA LIBRARSI Contrà delle Morette

ZONA EST E NORD

FONTANA Strada Pasubio, 17

BAR “PEGASUS” Piazza Matteotti, 8

SOCIETA’ GENERALE MUTUO SOCCORSO Corso Palladio, 186

CENTRO COMMERCIALE PALLADIO Strada Padana verso Padova

BAR “CAPRICE” Galleria ParcoCittà

BAR “TORRIONE” Porta Castello, 3

BAR “NAZIONALE” Galleria Porti, 7

RISTORANTE “MALVASIA” Contrà delle Morette, 9

NEGOZIO “FORMAGGI TIPICI” Riviera Berica

RISTORANTE “2 FOGHER” Strada Pasubio, 2

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BAR “CHIERICATI” Corso Palladio

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BAR/RISTORANTE “BOCCALETTO” Via Trieste, 81

PROVINCIA – PALAZZO NIEVO Contrà Gazzolle, 1

BAR “ALLE 2 COLONNE” Piazza dei Signori

PASTICCERIA “GALLA” Riviera Berica, 84

ZONA SUD BAR “LOSS BAR” Via Prandina, 1 BAR “BAR CLASSICO” Via Giaretta, 21 FIDAS Via Baracca, 204 PASTICCERIA “VACCARI” Via Vaccari, 85

PALESTRA INJOY Strada Marosticana, 24 EQUOBAR Strada Marosticana, 350 STAZIONE DI SERVIZIO TOTAL Viale della pace PASTICCERIA “VIALE DELLA PACE” Viale della Pace, 106 BAR “DOLCE VITA” Strada Cà Balbi, 236 PASTICCERIA “TOMMINI” Strada Cà Balbi, 313 BAR “AVVENIRE” via Nicolò Vicentino, 60

BAR “BABILONIA” Via Pecori Giraldi, 30 PASTICCERIA “VERONA” Via Legione Antonini CINEMA PRIMAVERA Via Ozanam, 11 BAR “CILLYLOUNGECAFFÈ” Via Btg. Val Leogra, 80 CENTRO SPORT PALLADIO Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 29 UIL Via Quasimodo, 47 BAR “CIRKUS” Via Enrico Fermi, 347 “RISTORANTINO GRAN CAFFÈ” Via Enrico Fermi STAZIONE DI SERVIZIO AGIP Viale San Lazzaro, 106 BAR “MONTECARLO” Via Verona, 78 BAR “SARTEA” Corso San Felice, CENTRO COMMERCIALE AUCHAN

SEDE CGIL Via Vaccari, 128

LA BOTTEGA ARTIGIANA DEL PANE Via Zugliano, 49

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SCUOLA ARTE E MESTIERI Via Rossini, 60

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CENTRO ANZIANI “LA RONDINE” Via Calvi,

CSMR Via Vicenza, 204 - Altavilla

PASTICCERIA “LA ROCCA” Corso San Felice, 255

dalla parte del torto

159 del25 luglio 2009 pag22

numero

Sogno

che si deve chiedere il conto della fame che attanaglia intere popolazioni, della miserie delle bidonvilles africane, delle discariche di rifiuti occidentali disseminate nei paesi del Sud del globo. I responsabili siamo noi, che quando produciamo all’impazzata per tenere in piedi il baraccone industriale e quando diamo credito (la famosa “fiducia”) al sistema finanziario, ci macchiamo, noi per primi, della colpa di distruggere mezzo mondo.

E spiace sentire che anche Ratzinger, questo papa per altri versi apprezzabile, si accodi alla schiera “riformista” sostenendo che bisogna “convertire il modello di sviluppo globale, rendendolo capace di promuovere uno sviluppo umano integrale”. Ci aspetteremmo dai cristiani, quelli veri, che almeno loro dicano una parola chiara su questo e si ribellino ad una società che contraddice i vangeli dalla prima all’ultima riga. Invece, al massimo qualche flebile voce minoritaria e strozzata.

di mezza estate

flickr.com/Gaspa

A Vicenza non c’è solo chi ragiona in termini contabili, col respiro corto e con la mano al portafoglio. Il Dal Molin ha fatto riscoprire il valore di coltivare un’ideale

di Alessio Mannino

L

a parola “idealista”, un tempo, godeva di buon credito: chi nutriva ideali a cui ispirare la vita di ogni giorno era considerato con rispetto e ammirazione. La forma mentis vincente col sistema di vita attuale, invece, col suo unico metro dello “sviluppo economico” ha svalutato a tal punto la dimensione dei sogni, delle aspirazioni e di ciò che è alto, profondo e non monetizzabile da liquidare come utopisti, ingenui o pericolosi agitatori coloro che ne fanno la propria bussola.

flickr.com/sergio ramella

Lavora e tasi Se permettete, ci siamo stufati. In questi anni Vicenza, grazie allo scatenarsi delle passioni sul Dal Molin americano, ha visto il proprio sangue rimescolarsi e tornare a pulsare. Si è animata di idee contrapposte, ha riscoperto il problema dell’informazione carente e distorta, si è tutta ravvivata di dibattiti, cortei, partecipazione alla cosa pubblica. Segno che, eclissatasi l’epoca delle ideologie otto-novecentesche e dei partiti di

massa, i sudditi ridiventano cittadini a partire da urgenze che li riguardano da vicino ma che al contempo investono questioni capitali, prima fra tutte che senso ha, oggi, dirsi liberi di determinare il proprio destino. Qui è stata una base imposta da Roma per compiacere Washington, altrove può essere un’opera inutile e truffaldina come la Tav, o, se voliamo di decine di migliaia di chilometri ai quattro angoli del globo, l’usurpazione di territori per spremerli e devastarli a cui resistono, se necessario armi in pugno, popolazioni africane, sudamericane o asiatiche. Ma niente da fare: per i lobotomizzati col cervello all’ammasso conta solo che tutto proceda senza dar fastidi alla macchina che ci governa. Per loro dobbiamo sempre chinare la testa e rassegnarci al ruolo di ingranaggi, accettando tutto in nome, di volta in volta, del progresso, dell’alleanza con gli intoccabili Americani,

del quieto vivere, dell’immancabile sviluppo e del venetissimo “lavora e tasi”.

regalare loro un catetere).

New global I cosiddetti no-global. Cosiddetti, certo: perchè la marea “alternatiCateteri va”, la costellazione di Porto AleSe ti ostini nel richiamare uno gre, tutti quei movimenti e gruppi straccio d’ideale, com’è la libertà che aspirano ad una globalizzadi decidere cosa fare della propria zione “diversa” (“un altro mondo terra senza svenderla all’interesse è possibile”, è il loro imperiale di un altro slogan) non sono afPaese, il confronto da fatto no-global. Non tutti osannato s’intersono contrari alla rompe bruscamente globalizzazione in sè. perché sei un “no-glo- L’alternativa accontenterebbebal”, e come tale non è il ritorno alle Si ro che fosse un’altra, degno di una replica liberata dal neolibenel merito. E allora, piccole patrie cari miei, rincariamo sotto la protezione rismo, dalle disuguaglianze economiche e la dose. Perché non di una Grande dallo sviluppo insosoltanto rifiutiamo la Europa stenibile, che per loro retorica corrente dei potrebbe benissimo realisti senza ideali, diventare sostenibima pure quella dei cole se corretto e riformato secondo siddetti no-global pieni di vento e superate ricette di sinistra (in praparole. E osiamo, guardate un po’, tica la redistribuzione di risorse proporre persino un’alternativa dal Nord al Sud, perpetuando così di lungo periodo. Convinti come l’invasione economica e culturasiamo che per “invertire la rotta”, le dell’Occidente in Africa, Asia e come ha ben scritto il direttore di America Latina). E invece è in sè e questo giornale, bisogna prima per sè un delitto contro l’umanità tentare di tracciarla, attivando l’omologazione di ogni centimetro l’immaginazione che la gabbia del della Terra al nostro modello di pensiero unico ha essiccato fino a produzione e consumo, ai nostri farla scomparire (persino nei giostili di vita e al nostro immaginavani, che in tutte le epoche hanno rio sociale. Prendiamo l’ultimo G8. coltivato un sogno, e che ora si Non è ai presidenti e primi ministri sono ridotti a sognare, se va bene, delle otto grandi potenze mondiali Franceschini segretario: roba da

Rinascimento L’alternativa reale c’è. Sono le piccole patrie. E’ riportare la misura dell’esistenza dei popoli al più piccolo grado di prossimità con le comunità che si auto-riconoscono come tali. Una misura declinabile in forme differenti: tribali dove ancora esiste il senso di tribù, o nazionali, o bioregionali, o politicociviche. Per l’Italia, il pensiero di chi scrive va alla scrostazione della posticcia maschera di “Stato nazionale” uscita dal Risorgimento, monopolio di elites senza seguito e maneggi cavouriani, e alla riemersione delle feconde peculiarità comunali, o regionali, o isolane, o addirittura valligiane, caso per caso, in base a tradizioni, dialetti, senso di appartenenza ma anche, elemento decisivo, la presenza di un interesse territoriale comune qui e ora, in questo frangente storico. Il tutto modulabile secondo la necessità di far fronte all’oggi, su su fino ad una Grande Europa che faccia da cappello protettivo. Detto con un esempio: il nostro Veneto, terra di antichi costumi municipali ben amministrati dalla liberalità del Leone di Venezia, una piccola patria all’interno di un’Italia confederata, neo-rinascimentale (senza più l’eterna conflittualità del Quattro-Cinquecento, si capisce), a sua volta inserita in un’Unione Europea dei popoli, indipendente dall’alleanza-capestro con gli Stati Uniti e svincolata dalla dittatura dell’euro. Ebbene, ora diranno che siamo stravaganti leghistoidi, che non siamo nessuno per sostenere visioni così radicali, che ci siamo montati la testa, che chi crediamo di essere etc. Ma per quale motivo, chiedo, un qualsiasi cittadino, un qualunque essere umano non può avere idee difformi da quelle dominanti? Perché non rincorrere un sogno? Che rimane un sogno, è chiaro. Ma la vita non è vita, senza sogni.

159 del25 luglio 2009 pag23

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botta&risposta

nome e cognome Roberto Cabalisti

Roberto Cabalisti

età 48 anni luogo di nascita Vicenza titolo di studio Contabile d’azienda professione Insegnante istruttore di scuola guida. Giocatore di baseball segni particolari: Tatuaggio sul polso sinistro voluto dopo aver battuto la Corea del Sud nella partita inaugurale delle olimpiadi di Atlanta 1996 come lanciatore vincente per la nazionale Italiana

Il tratto principale del mio carattere Credo sia la tenacia.

La qualità che preferisco in un uomo La capacità di esserlo.

I miei film preferiti Su tutti L’uomo dei sogni con kevin costner e Gioco d’amore sempre con lui.

Quel che detesto più di tutto L’arroganza.

La qualità che preferisco in una donna Il rispetto.

Il personaggio storico più ammirato Leonardo Da Vinci.

Quel che apprezzo di più nei miei amici L’essersi dimostrati veri amici.

E quello più disprezzato Hitler.

Il mio principale difetto Giocare con le mie unghie.

Il dono di natura che vorrei avere L’intelligenza.

La mia occupazione preferita La tranquillità.

Come vorrei morire Come il destino vorrà.

Il mio sogno di felicità Che il sogno diventi realtà.

Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia Dimenticarmi chi sono.

Quel che vorrei essere Ciò che sono.

Il paese dove vorrei vivere Nel paese dove vivo.

Il piatto a cui non so rinunciare La fiducia e il baccalà.

I miei libri della vita Se mi rimarrà il tempo ne scriverò uno.

I miei poeti preferiti Tutti nessuno escluso perché ognuno può significare qualche cosa.

I musicisti che mi piacciono di più Coloro che narrano i loro sentimenti sinceri e li presentano sotto le spoglie di semplici note.

I miei pittori preferiti Colui che dipinge espone un’immagine interpretativa di ciò che vede e ciò che pensa. Io ammiro tutti per l’arte che hanno nell’esprimere su tela tutto questo.

Stato attuale del mio animo Felice.

Il mio prossimo impegno nella vita Vivere.

Il mio credo politico o ideale Troppo difficile idealizzare un credo politico dove gli interessi di ogni uno appartengono ai difetti dell’uomo.

Cosa mi piace e cosa non mi piace di Vicenza La mia città nella sua immagine è unica per tutte le bellezze naturali e storiche di cui fa tesoro artistico. Non mi riesce di disprezzare alcuna cosa di lei.

Cosa mi piace e cosa non mi piace dei vicentini Li amo perché sono la mia origine e poi perché sanno cucinare il baccalà alla vicentina. Non trovo difetti tali da rinnegarne l’appartenenza.

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