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Morti bianche, il Vicentino caso nazionale pag 10
Contadini in città: gli orti urbani pag 13 n° 117 20 settembre 2008 0 50 euro 0,50
Fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Luca Matteazzi
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Mentre la città si prepara ad una domenica senz’auto, un Variati che non ha ancora lasciato il segno affronta il primo vero nodo del suo mandato: le nomine Aim Lì si vedrà se ci sarà davvero l’attesa svolta
Ossimori
Ciàcole
A
scuola ci avevano fatto studiare il tacito tumulto di pascoliana memoria. Poi sono arrivati anche le convergenze parallele, il silenzio assordante, il ghiaccio bollente. Adesso scopriamo il referendum antidemocratico. In altre parole, scopriamo che quello che dovrebbe essere il succo della democrazia, cioè chiedere ai cittadini cosa ne pensano di una cosa, soprattutto se questa cosa è molto importante, va contro le regole della democrazia. Autore di questa chicca retorica è l’ex sindaco di Venezia e ora commissario per il Dal Molin Paolo Costa, che in settimana ha sonoramente bocciato la consultazione
popolare promossa da Variati e in programma il prossimo 5 ottobre. Bollandola, appunto, come antidemocratica. Da un certo punto di vista il suo ragionamento non fa una piega. Il Dal Molin è una questione di difesa nazionale, ha spiegato, e quindi chi deve decidere è lo Stato, non il Comune. Altrimenti si scavalcano le competenze istituzionali e si fanno prevalere gli interessi locali su quelli generali. Come dargli torto: su certe cose il parere della gente è meglio non ascoltarlo, sennò si rischiano brutte sorprese. Mica vorrete che un paesino qualunque possa dire
la sua sulla costruzione dell’autostrada che gli passa tra la chiesa, il campo da calcio e la scuola. O che una città possa mettere becco in materia di difesa nazionale. No, molto meglio che a decidere siano in pochi, quelli che di certe cose ne capiscono, quelli che hanno una visione generale del problema, quelli che noi abbiamo scelto (più o meno) per rappresentarci. Se le cose vanno in questo modo un po’ è anche colpa nostra, per tutte quelle occasioni in cui l’Italia dei campanili ha bloccato progetti e iniziative. Però è triste imparare così, per bocca di un commissario, che a volte la democrazia è proprio antidemocratica.
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