IlMensilediVicenza+ n. 301

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Versione online di VicenzaPiù n. 301 Venerdi 1 Settembre 2017

SCUOLA E FORMAZIONE

Scuola: da regione Veneto plauso e un contributo per gli studenti dell'Itis ‘De Pretto' di Schio campioni italiani e quarti alle olimpiadi della robotica in Giappone "I campioni dell'Itis "De Pretto" di Schio, volati in Giappone per disputare le ‘olimpiadi della robotica', meritano un plauso collettivo e un aiuto concreto. Ci sono scuole italiane, che hanno superato le selezioni nazionali, ma che non hanno potuto partecipare alla competizione mondiale a Nagoya per assenza di sponsor e contributi dalle istituzioni. In Veneto questo non deve accadere e non accadrà mai, perché Regione, autonomie locali ad aziende credono e investono nella scuola, e in particolare in quelle tecniche e professionali che rappresentano la chiave del successo dell'eccellenza del ‘made in Italy'.


Di Redazione VicenzaPiù

Così l'assessore alla Scuola e formazione plaude al successo dei quattro studenti dell'istituto tecnico industriale vicentino, che - freschi di maturità hanno conquistato il quarto posto assoluto (su 22 team partecipanti) nella categoria Rescue Maze della massima competizione mondiale per studenti costruttori e programmatori di robot, confermando così una lunga tradizione di successi della scuola vicentina a Robocup. E, contemporaneamente, conferma la decisione di stanziare 3 mila euro di contributo regionale per l'istituto "De Pretto", a sostegno delle spese di trasferta dei quattro allievi e dei due prof accompagnatori. "Domani porterò il provvedimento all'esame della Giunta regionale assicura l'assessore - e sono certa che l'esecutivo darà via libera ad un aiuto concreto e meritato ad una scuola che si è sempre distinta per capacità formativa e risultati. Il lusinghiero posizionamento degli studenti del De Pretto ai piedi del podio delle ‘Olimpiadi' nipponiche che dimostra che la qualità dei nostri percorsi formativi e che i programmatori che escono dalla scuola veneta possono competere con successo con istituti e Paesi che dominano da sempre la scena della robotica mondiale, come Giappone e Germania". "Ringrazio le aziende e le istituzioni locali che, con le loro sponsorizzazioni, continuano a sostenere la partecipazione degli studenti a sfide così impegnative e promettenti", conclude l'assessore. "E' questo impegno corale del territorio per le proprie scuole che fa del Veneto una ‘isola felice' per successi scolastici, eccellenza formativa e capacità di inserimento dei neodiplomati nel mondo del lavoro". I quattro allievi del De Pretto di Schio, Gabriele Dalla Via, Rares Florian Covaci, Matteo Meneghini e Davide Lora, che hanno concluso la loro avventura nella competizione mondiale di Nagoya programmando robot per recuperare persone travolte dalle macerie di un cataclisma, ora si stanno godendo il lusinghiero risultato raggiunto prolungando di alcuni giorni il loro viaggio alla scoperta del Giappone

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FATTI

Terremoto 2016, il Consiglio regionale modifica il suo Piano di sviluppo rurale (Psr) per finanziare assieme alle altre Regioni i territori colpiti dal sisma" Approvata con voto unanime la proposta di deliberazione amministrativa n. 52 con la quale la Regione del Veneto rettifica le poste economiche del proprio Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 con una diminuzione di circa 6.595.000 € di risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) che comporta la riduzione della spesa pubblica attivabile di per circa 15.291.526,90 €. Le risorse così ricavate vanno ad integrare le disponibilità economiche del Fondo di Sviluppo Rurale delle regioni colpite dal Sisma del 2016 che devastò Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria: "Il Veneto partecipa in questa maniera alla riprogrammazione solidale delle risorse dello sviluppo rurale - ha spiegato in aula il relatore Nazzareno Gerolimetto (Gruppo Zaia Presidente). Di Comunicati Stampa

Il Veneto ha deciso di decurtare la Misura n. 2, diminuendo così la spesa per servizi di consulenza, sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole. Complessivamente a livello nazionale le somme che vengono recuperate ammontano a oltre 300 milioni di € ai quali vanno aggiunti le risorse che le regioni non spendono per il cofinanziamento: la cifra finale dovrebbe aggirarsi attorno a circa 700 milioni e io penso che noi dobbiamo essere felici i aiutare anche in questo modo le popolazioni colpite dalle calamità naturali".

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FATTI / POLITICA

Regione Veneto compartecipa a spese di ospitalità alberghiera di degenti ex ospedali psichiatrici ed ex case di salute". I commenti Nel corso della seduta odierna, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all'unanimità la Proposta di Legge, di iniziativa del consigliere Fabrizio Boron (ZP), relativa ai criteri per la compartecipazione alle spese di ospitalità alberghiera dei degenti di ex ospedali psichiatrici ed ex case di salute. A seguire i contenuti del provvedimento mentre qui diamo i link ad alcuni commenti aggiuntivi: Claudio Sinigaglia (PD): "Bene l'approvazione del Pdl sull'invecchiamento attivo"; Stefano Valdegamberi (Gm): "da oggi l'anziano con problemi di salute in vacanza da assistito, una novità della Regione Veneto"; via libera unanime del Consiglio regionale al Pdl 208 presentato in aula da Riccardo Barbisan sull'invecchiamento attivo. Di Comunicati Stampa

Tornando alla specifico, le persone dimesse da ex ospedali psichiatrici ed ex case di salute, ai sensi della Legge 23 dicembre 1994, n. 724, ‘Misure di razionalizzazione della finanza pubblica', e le persone presenti alla data del 31 dicembre 1995 negli ex Istituti di riabilitazione, riconvertiti in residenze sanitarie assistenziali (RSA), qualora ospiti di strutture residenziali extra

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ospedaliere socio-sanitarie, sono tenute alla compartecipazione alle spese di ospitalità alberghiera, ferma restando la conservazione a favore dell'assistito di una quota non inferiore alla somma corrispondente al 25 per cento del trattamento minimo di pensione INPS per i lavoratori dipendenti. La Giunta regionale sarà chiamata a definire le modalità di compartecipazione da parte degli utenti alle spese di ospitalità alberghiera, sentita la Quinta Commissione consiliare, la quale dovrà esprimere parere entro trenta giorni dal ricevimento del provvedimento. Nel corso del dibattito, è intervenuto il consigliere Claudio Sinigaglia (Pd), correlatore del PdL, il quale chiede "se questi interventi rientrino o meno nei ‘LEA', e quindi siano o non siano a carico del SSR"; il competente Assessore regionale Manuela Lanzarin specifica "che sono extra LEA". Patrizia Bartelle (M5S) chiede " più attenzione per ‘l'essere persona' dei soggetti colpiti da problematiche di natura psichiatrica". Piero Ruzzante (Articolo 1 - MDP) sottolinea come ‘ la spesa per il Sociale nella Regione Veneto sia in genere inferiore alle aspettative e alle reali necessità; nello specifico, non si considera il notevole costo sociale ed economico a carico di una famiglia in cui ci sono persone afflitte da problemi psichiatrici". Giovanna Negro (Veneto del Fare) condivide "lo spirito di questa Proposta normativa, in quanto ritengo che sia un principio di giustizia sociale il fatto che la pensione venga spesa per fare fronte alle necessità della persona che ne beneficia, senza coinvolgere la famiglia".

POLITICA

Immigrazione, Gruppo Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà: "Il Governo Pd non faccia perdere tempo ai militari della Marina e non sprechi soldi dei contribuenti" "Il Governo Pd non faccia perdere tempo ai militari della Marina e non sprechi soldi dei contribuenti" lo dichiarano con una nota i Consiglieri Stefano Casali, Andrea Bassi e Fabiano Barbisan del Gruppo "Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà". "Sappiamo che il Governo - prosegue il Presidente Casali - dimostratosi incapace di gestire il fenomeno dei clandestini, ora annuncia, come fosse uno ‘spot elettorale' che intende mandare la marina militare in Libia. La vera follia è che i marinai non hanno come regole d'ingaggio il compito di fare il blocco navale o comunque di rimpatriare i clandestini, ma solo quello di farsi una "crocerina".

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Di Note ufficiali

Il governo Renzi/Gentiloni deve finirla di prendere in giro i contribuenti italiani e ora le forze armate". I consiglieri ricordano quindi: "L'11 luglio abbiamo inviato a tutti i Prefetti del Veneto la richiesta per avere i dati relativi al numero di migranti che mensilmente arrivato nella nostra Regione, e contestualmente quelli relativi al numero di rimpatri per mancanza di requisiti necessari. Ad oggi, non ci è stata data nessuna risposta in merito. Siamo sicuri non sia una cortesia istituzionale, ma che gli organi competenti siano al lavoro per elaborare i dati e fornirci in tempi brevi quanto richiesto" concludono poi i Consiglieri del Gruppo "Centro Destra Veneto - Autonomia e Libertà".

ECONOMIA&AZIENDE

Anticipazione degli indici dei prezzi al consumo a Vicenza per l’intera collettività (NIC) luglio 2017 Nel mese di Luglio 2017 l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) nel comune di Vicenza ha registrato una variazione di +0.1 rispetto al mese precedente e di +1.0% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. I dati devono essere considerati provvisori in attesa della diffusione dei dati definitivi da parte dell'ISTAT. Pubblichiamo qui il documento elaborato dall'Ufficio statistica del Comune di Vicenza. Di Redazione VicenzaPiù

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Bpvi, Bankitalia con Zonin sapeva dal 2012 dei fidi "baciati": lo dicono Marin su Il Fatto e verbali che stiamo pubblicando. Mattarella: respiri a lungo prima di confermare Visco Pubblicato il 31 luglio alle 14.28, aggiornato alle 17.41. Abbiamo iniziato a pubblicare il 19 e il 20 luglio ("Gli interrogatori a Gianni Zonin del 22 marzo e a Samuele Sorato del 6 aprile: gli originali senza virgolettati parziali. Perchè la "storia" giudichi anche i cronisti sul flop BPVi") i verbali che ci sono arrivati in via (meritoriamente, questa volta) anonima degli interrogatori in primis a Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, ora posta in liquidazione coatta amministrativa, e a Samuele Sorato, suo dg e per un breve periodo anche amministratore delegato. Già nella prima pubblicazione ci sono riferimenti utili a inquadrare l'inquietante articolo di Carlo Di Foggia su Il Fatto Quotidiano. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Inquietante per le accuse che, sulla base delal testimonianza di Paolo Marin, ex vice dg di BPVi (a destra nelal foto), rivolge non solo a Zonin ma, soprattutto, a Banca d'Italia di conoscere fin dal 2012 l'esitenza delle baciate, lecite in quanto tali e in certi casi fino al 2014 ma con l'obbligo di detrarne l'importo dal capitale di vigilanza con tutte le, mancate, conseguenze del caso Se finora Palazzo Koch aveva sostenuto di essere venuto a conoscenza delle "baciate" solo nel 2015 in occasione dell'ispezione della BCE (i ispettori in questo caso si sarebbero dimostrati evidentemente più... bravi dei vari Carmelo Barbagallo nostrani), ahi ahi, presidente Sergio Mattarella, se pensa di confermare Ignazio Visco ai vertici di Bankitalia, faccia prima un respiro profondo e lunghissimo, diremmo infinito, prima di procedere...! Vi proponiamo a seguire, quindi, l'articolo di Carlo Di Foggia così come in giornata vi renderemo disponibile il secondo interrogatorio all'ex presidente di Gambellara senza censure e interpretazioni che non siano le vostre in base ai documenti che solo noi vi stiamo offrendo e all'incrocio con i

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commenti che si trovano su tutti i media

Bpvi, Bankitalia sapeva dal 2012 dei fidi "baciati" L'ex vice dg di Pop Vicenza: "segnalai chi aveva avuto prestiti per le azioni". La conferma nel report Consob di Carlo Di Foggia, da Il Fatto Quotidiano La notizia è una bomba per la vigilanza bancaria: la Banca d'Italia venne informata nel 2012 delle operazioni "baciate" effettuate da Popolare di Vicenza: si tratta della prassi illegale di finanziare il proprio capitale con prestiti ai soci perché acquistino azioni, prassi che ha scassato la banca ai tempi di Gianni Zonin, oggi indagato per gravi reati finanziari. Bankitalia, però, non formulò "alcuna osservazione". Lo ha rivelato ieri l'ex vice direttore generale di Bpvi, Paolo Marin (nella foto, indagato per ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto nell'inchiesta chiusa dalla procura di Vicenza sul dissesto della banca. "Nel 2012 ho fornito agli ispettori ogni informazione in mio possesso, compresa una lista - che io e i miei collaboratori abbiamo a più riprese discusso con loro - dei principali soggetti affidati e del numero di azioni della banca da loro acquistate con i finanziamenti", ha detto Marin (ex responsabile della divisione crediti), che ha sottolineato come all'epoca i vigilantes di via Nazionale non formularono "alcuna osservazione". Interrogato dai pm il 28 aprile Marin, secondo il verbale riportato da Repubblica, disse di aver "consegnato operazioni baciate per 234 milioni agli ispettori". La vicenda è inquietante. Via Nazionale ha sempre detto di aver saputo delle operazioni baciate solo dopo il 26 febbraio 2015, quando a Vicenza entrano gli ispettori della Bce - con quelli di Bankitalia - e scoprono che un miliardo del capitale è sottoscritto con prestiti della banca, il che si traduce in un buco di un miliardo. Questa è stata la difesa del governatore Ignazio Visco e del capo della vigilanza Carmelo Barbagallo dopo le polemiche sulla "distrazione" di Palazzo Koch e i rapporti incestuosi con la banca del prediletto Zonin. La circostanza illustrata da Marin è provata anche da un'ispezione che la Consob, l'Authority di Borsa, ha eseguito tra marzo 2015 e febbraio 2016, in possesso del Fatto. Tutto emerge dalla segnalazione di Antonio Villa, ex dipendente della banca, che in una lettera del giugno 2014 segnala al cda e a Zonin che la banca effettua operazioni "baciate" e che lo sanno "tutti i funzionari operativi". Il responsabile dei controlli interni Massimo Bozeglav avvia un audit estraendo la posizione di 171 soci con grandi finanziamenti e azioni per circa 422 milioni. A settembre 2014 Bozeglav segnala "brevi manu" al dg Samuele Sorato (oggi indagato) una lista di soci "potenzialmente finanziati", ma le verifiche non partono perché pochi giorni dopo il vice dg, Emanuele Giustini si fionda nel suo ufficio "chiedendo la restituzione del documento e di qualsiasi copia in quanto, d'intesa con il dg, era opportuno che non fosse circolarizzato". A settembre 2015 Bozeglav spiegherà al collegio sindacale di non aver fatto un report anche perché nella lista c'erano nominativi "che erano stati oggetto di valutazione da parte della Banca d'Italia nella verifica

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ispettiva credito del 2012 senza formulazione di alcun rilievo". La prassi andava avanti "dal 2009".

ECONOMIA&AZIENDE / LAVORO

Istat, tasso disoccupazione scende a 11,1% a giugno e occupazione sale al 57,8%. Occupati +147mila su anno, disoccupati -169mila Dopo l'incremento rilevato a maggio, la stima delle persone in cerca di occupazione a giugno cala del 2% (-57 mila), tornando su un livello prossimo a quello di aprile. La diminuzione della disoccupazione - comunica l'Istat - interessa uomini e donne ed è distribuita tra tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di disoccupazione scende all'11,1% (-0,2 punti percentuali); anche il tasso di disoccupazione giovanile torna a scendere (-1,1 punti), attestandosi al 35,4%. Nel primo trimestre si registra un significativo calo dei disoccupati (-3,9%, -115 mila). Di Redazione Economica VicenzaPiù

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a giugno sale dello 0,1% (+12 mila). L'inattività risulta in calo tra i 15-24enni e i 35-49enni e in crescita nelle restanti classi di età. Il tasso di inattività è pari al 34,9%, invariato su mese. Nel trimestre aprile-giugno gli inattivi aumentano (+0,4%, +50 mila). Su base annua si conferma l'aumento del numero di occupati (+0,6%, +147 mila). La crescita, è determinata principalmente dalle donne e riguarda i lavoratori dipendenti (+367 mila, di cui +265 mila a termine e +103 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-220 mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+335 mila) a fronte di un calo nelle altre classi di età (-188 mila). Nello stesso periodo diminuiscono i disoccupati (-5,6%, -169 mila) e gli inattivi (-0,6%, -80 mila) Al netto dell'effetto della componente demografica, su base annua cresce l'incidenza degli occupati sulla popolazione tra gli ultratrentacinquenni, mentre cala tra i 15-34enni.

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A giugno la stima degli occupati cresce dello 0,1% rispetto a maggio (+23 mila), recuperando parzialmente il calo registrato nel mese precedente (-53 mila). Il tasso di occupazione si attesta al 57,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Lo comunica l'Istat, spiegando che la crescita è interamente dovuta alla componente femminile, mentre per gli uomini si registra un modesto calo, e interessa i 15-24enni e i 35-49enni. Aumentano i dipendenti a termine, sono stabili i dipendenti a tempo indeterminato mentre diminuisce il numero degli indipendenti. Nel trimestre aprile-giugno si registra una crescita degli occupati rispetto al precedente (+0,3%, +64 mila), determinata dall'aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine. L'aumento riguarda entrambe le componenti di genere e si concentra quasi esclusivamente tra gli over 50.

FATTI / POLITICA

Stefano Valdegamberi (Gm): "da oggi l'anziano con problemi di salute in vacanza da assistito, una novità della Regione Veneto" Nell'ambito della legge approvata oggi dal consiglio regionale "Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo" è stato accolto l'emendamento proposto dal consigliere Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto) che prevede "la possibilità per le strutture turistico-ricettive di integrare l'offerta alberghiera, in accordo con le Ulss, con servizi sociali a vantaggio di persone anziane o con disabilità. L'articolo prevede, infatti - spiega Valdegamberi - che le strutture turistico ricettive possano sottoscrivere convenzioni con le aziende Ulss territorialmente competenti, al fine di garantire un maggior grado di protezione agli anziani fruitori delle strutture medesime, senza alcun onere a carico delle aziende Ulss. Di Note ufficiali

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Questo emendamento - sostiene Valdegamberi - offre la possibilità per il Veneto di sviluppare ulteriormente il turismo sociale, consentendo a molte persone anziane o con disabilità di andare in vacanza con serenità, beneficiando della continuità assistenziale con il domicilio, fruendo di una speciale assistenza e protezione, garantita dalla struttura che li accoglie, con la supervisione dell' Ulss di competenza. E' un importante novità conclude Valdegamberi - introdotta nel nostro ordinamento giuridico che aiuta sia le famiglie sia l'economia turistica veneta e risponde alle esigenze crescenti di un turismo per tutti, compresa le persone che hanno qualche difficoltà in più".

POLITICA / LAVORO

Il prezzo del lavoro Da lastampa.it: "Un lavoratore su dieci guadagna il 20% in meno del minimo previsto dal contratto del suo settore. A lanciare l'allarme è Andrea Garnero, economista del dipartimento Lavoro e affari sociali dell'Ocse. Citando una serie di studi, dalle colonne del sito Lavoce.info snocciola diversi dati preoccupanti, ripartiti secondo la più prevedibile delle distribuzioni. A stare peggio sono i lavoratori delle piccole e piccolissime aziende, in particolare al Sud. È sottopagato il 18,8% del personale delle ditte sotto i 10 dipendenti; il 13,1% di quelle leggermente più grandi, fino a 15 dipendenti. La percentuale scende man mano che le dimensioni aumentano, fino alle società sopra i 250 dipendenti, nelle quali si arriva finalmente sotto il 4%." Di Giorgio Langella

Mi sembra lampante che non sianogli immigrati che "ci rubano il lavoro" ma i padroni! Teniamo anche conto che a un giovane, laureato o meno, quando "entra" nel mondo del lavoro è facile che gli venga chiesto di aprire partita Iva e si deve accontentare di una retribuzione (totale) di qualche centinaio di euro al

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mese (diciamo 600-800 euro, fate il conto di quale sia la paga oraria). Questo succede quando gli va bene, altrimenti è in nero o stage non pagato. E allora domandiamoci, che futuro potrà avere il nostro paese? La situazione è veramente disastrosa. Il lavoro è diventato un privilegio che deve essere pagato da chi lavora. Qua non si può più parlare di "errori" o di "qualcosa che deve essere messo a posto", siamo di fronte alla faccia brutale del capitalismo reale. Quello che sfrutta, specula e uccide (a oggi i morti per infortunio nei luoghi di lavoro sono 382) in cambio del profitto di qualche padrone. Non c'è nulla da aggiustare, non esistono correttivi. E' il sistema che non è riformabile e che deve essere trasformato dalle radici.

POLITICA / AMBIENTE

Desideri di buone passeggiate a Vicenza: la (ri)scoperta di Vinova con Otello dalla Rosa In un periodo come il nostro in cui prevale l'individualismo e il disinteresse per il bene comune, l'organizzazione di passeggiate comunitarie nella nostra città dovrebbe essere un progetto fallimentare in particolare nei quartieri periferici. Come definire quindi il successo della prima iniziativa del 27 luglio organizzata dall'associazione "Vinova" che ha visto la partecipazione di alcune decine di nostri concittadini ? Semplice curiosità o desiderio sincero di conoscere il nostro territorio? Un tentativo di riappropriarsi del piacere di stare insieme e stimolare le nostre menti per un futuro di città migliore ? Sono quesiti ai quali possono seguire ovviamente risposte di vario genere ma il dato oggettivo dell'interesse è stato evidente. Di Citizen Writers

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Ascoltare per conoscere il territorio per poter anche prevenire il ripetersi di errori, non è solo un'opportunità ma un dovere di chi crede nella Responsabilità Sociale di gestione del Bene Comune. Immaginare un futuro diverso per la propria città vuol dire sconfiggere l'insoddisfazione e abbracciare l'idea ottimistica che, lasciandosi ispirare da esempi virtuosi e confrontandosi con i propri concittadini, renda possibile generare valori e valore per la propria comunità. Lodevole quindi è stata l'iniziativa di Vinova e del candidato Sindaco Otello Dalla Rosa condivisa con numerosi concittadini: un nuovo modo di stare insieme fra persone desiderose di dare il loro contributo fattivo per un progetto intero di città a partire dalle sue periferie. La conoscenza di luoghi con datate criticità troppo spesso risolte dalla Politica con sole promesse è una necessità per possibili future reali soluzioni condivise. Ben vengano quindi tutte le altre decine di passeggiate in programma di Vinova nella speranza di un numeroso risveglio partecipato di sempre troppi "Vicentini dormienti". Risveglio necessario anche per un nuovo sistema che sostituisca ciò che ha creato gravissimi danni alla nostra comunità a partire dalla vicenda della Banca popolare di Vicenza e purtroppo tanto altro. Per proporre progetti sostenibili e non solo sterili proteste conseguenti, a volte, a comode deleghe in bianco. Buone passeggiate quindi per un nuovo progetto politico. Ne abbiamo bisogno tutti. Lucio Zaltron

FATTI / POLITICA

Flavio Tosi: voto sì al referendum consultivo del 22 ottobre ma sarà solo uno spot per Luca Zaia Oggi, Flavio Tosi, segretario di Fare!, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video dedicato al tema del referendum." Il 22 ottobre si terrà il referendum consultivo per l'autonomia delVeneto. Bisogna votare Sì, ribadendo a Roma che il Veneto vuole più autonomia. L'effetto quale sarà? Tratterremo realmente più soldi in Veneto? No. Avremo lo statuto speciale? No. Si terrà un referendum consultivo (cioè si esprime un parere) dove i cittadini veneti, ad un costo di 14 milioni di euro, 3 per ogni residente, comunicheranno allo Stato la loro volontà di maggior autonomia. Di Note ufficiali

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È giusto che si sappia che l'effetto sarà questo... Non bisogna dire bugie agli elettori. Il referendum di certo sarà la campagna elettorale di Luca Zaia e della Lega Nord per le prossime politiche. Non casualmente, dopo che Zaia governa la Regione Veneto da oltre sette anni, si indice ora questo referendum, a ridosso delle elezioni politiche. L'esito è scontato e sacrosanto, vincerà il Sì. Speriamo almeno che poi la Regione, che predica l'autonomia ma non la pratica, né sulla sanità, né sui territori (Belluno attende da anni una speciale autonomia promessa da Zaia, mai ottenuta), si impegni davvero per portare a casa qualche risultato e non agiti la bandiera del federalismo (tema rinnegato da Salvini) solo quando è ora di elezioni".

POLITICA / AMBIENTE

Progetto Parco della pace approvato da giunta Variati, Comitati: rafforza invece di diminuire i danni causati dalla base USA Dal Molin Pubblichiamo di seguito la nota di Associazione Civiltà del Verde, Associazione "Comunità Papa Giovanni XXIII" Vicenza, Coordinamento Stranieri di Vicenza, Cristiani per la Pace, Forum per la Pace Monticello Conte Otto, Mettiamo radici al Dal Molin, Presidio No Dal Molin, Vicenza Libera No Dal MolinIl 24 luglio scorso il Sindaco Achille Variati ha presentato al Tavolo della Partecipazione il progetto di fattibilità/definitivo del Parco della Pace, cui la Giunta Comunale ha dato parere positivo. Le suddette associazioni e comitati che fanno parte del Tavolo della Partecipazione nominato per esprimere pareri non vincolanti ma obbligatori su tutto ciò che riguarda l'area del Parco della pace ribadiscono pubblicamente la loro netta contrarietà al progetto presentato dall'Amministrazione. Di Note ufficiali

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A loro parere: - concretizza il progressivo evidente scostamento dagli originali principi costitutivi del parco, via via attenuati nel corso della pluriennale attività del Tavolo, fino al loro sostanziale annullamento nella progettazione finale; - svuota il Parco del significato tangibile e intangibile che doveva avere quale luogo simbolo della pace e della memoria delle lotte dei cittadini che si sono strenuamente opposti alla costruzione della nuova base militare USA; - disattende le raccomandazioni Unesco contenute nel rapporto HIA e nel report dell'Advisory Mission UNESCO - ICOMOS di "realizzare uno stretto legame del parco con il disegno e il sistema agro-rurale del territorio, che è un elemento cruciale della proprietà del Patrimonio dell'Umanità" (pag. 28 dello stesso) onde evitare così il rischio che un simile progetto "rafforzi invece di diminuire l'impatto e i danni causati dalla base militare"; - prefigura un labirinto di percorsi discontinui, spezzati da un fitto reticolo di canalizzazioni idriche, di aree umide ed altre esondabili. Quasi che la funzione primaria del futuro parco consista nella regimentazione delle acque di falda e meteoriche che ristagnano in quell'area a causa della demolizione della rete di drenaggi, avvenuta durante la costruzione dell'attigua base militare Usa; - richiede infine costi elevati, sia per quanto riguarda la realizzazione che per la futura manutenzione, che saranno destinati ulteriormente a crescere per le parti non prese in considerazione come i collegamenti la mobilità e il ripristino della rete fognaria di Via S.Antonino. In definitiva non vogliamo diventare corresponsabili della realizzazione di un Parco che così com'è stato progettato e approvato risulta del tutto estraneo al contesto che lo circonda e rischia come scrive il rapporto dell'Unesco di rinforzare invece che diminuire il danno e l'impatto causato dalla base militare. Chiediamo quindi che il progetto esecutivo recepisca adeguatamente queste raccomandazioni oltre a quelle legate alla storia del territorio e alla comunità che lo vive, altrimenti le associazioni firmatarie non si riconosceranno più nel percorso partecipativo rappresentato da questo Tavolo della consultazione e ne trarranno tutte le dovute conseguenze. Chiediamo inoltre la pubblicazione sul sito del comune di tutti i documenti del progetto di fattibilità /definitivo approvati dalla Giunta.

FATTI

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Casotto di Pedemonte, comitato di cittadini PrimaNoi: avvistato in piena notte un gruppo di "profughi" in fuga Ieri sera attorno alle 22.30, scrive nella nota che pubblichiamo il Comitato di cittadini PrimaNoi, una sentinella del comitato attiva a Pedemonte ci ha avvertito della fuga di una decina di migranti ospiti nel Cas (centro di accoglienza straordinaria) di Casotto a Pedemonte. Nel video (clicca qui) si intravede una parte del gruppetto che è stato visto uscire dalla struttura di Casotto per dirigersi verso la vicina strada provinciale in direzione Arsiero. A margine di quanto accaduto stanotte alcune domande sorgono spontanee. Perché una decina di sedicenti profughi ha abbandonato il Cas?. E' vero o non è vero che i richiedenti asilo hanno un orario serale dopo il quale non possono uscire dalla struttura e che all'interno del Cas dovrebbe esserci del personale di sorveglianza sempre presente? Di Redazione VicenzaPiù

Durante la notte le sentinelle del comitato hanno avvistato il gruppo di giovani africani bivaccare ad Arsiero, presumibilmente si sono fermati per recuperare un pò di energie, poi però hanno fatto perdere le proprie tracce. Dove erano diretti questi giovani africani allo sbando, lasciati con ogni evidenza in balia di se stessi?. A causa del centro d'accoglienza, negli ultimi mesi ci sono arrivate numerose segnalazioni da parte di residenti preoccupati per dei disagi conseguenziali alla presenza dei richiedenti asilo. Il 2017 si è aperto con le proteste inscenate dai "profughi" che lamentavano un trattamento insufficiente, qualche giorno dopo è arrivato l'incendio del materasso che ha rischiato di bruciare l'edificio dove alloggiano, mentre due settimane fa è scoppiata una rissa tra fazioni di africani le cui conseguenze sono tutt'oggi sconosciute. Seppur sotto traccia, continua a serpeggiare del disagio tra gli abitanti della vallata che si ritrovano quotidianamente dei gruppi di immigranti a bighellonare per le vie delle frazioni che da Casotto portano a San Pietro. Qualcuno tra gli accoglienti e tra i gestori del Cas dirà che non fanno nulla di

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male ma se te li ritrovi dentro casa senza averli invitati (chiedendo soldi), o ti accerchiano molestandoti perché sei una donna che sta camminando da sola o è a passeggio con proprio figlio, è evidente che le preoccupazioni di chi fino ad ora ha convissuto più per indifferenza che pacificamente con queste persone non è allarmismo, ma trova dei riscontri concreti. Dobbiamo aspettare che accada qualcosa di davvero grave per intervenire?. Vogliamo aspettare che accada quel che succede ogni giorno a Vicenza?. No!. Come è successo questa notte teniamo monitorata la situazione grazie alle sentinelle attive in vallata, pronti quindi ad agire appena la situazione lo dovesse richiedere.

ECONOMIA&AZIENDE

Insinuazione al passivo BPVi e Veneto Banca: non scatta decorrenza termini per mancata pubblicazione decreti 185 e 186 che qui vi sveliamo? Vi proponiamo un nuovo contributo informativo sulle conseguenze del D.l. 99/17 dopo quello sulla tutela dei diritti dei clienti della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca poste ora in liquidazione coatta amministrativa. Nel presente documento, a firma dell'avv. Marco Da Villa dello studio Esini, Esini & Da Villa con sedi a Venezia (S. Donà), Roma e Milano), sono esposte la valutazioni sulla discussa decorrenza dei termini per l'insinuazione al passivo delle due ex banche. Nell'ambito della complessa vicenda delle due (ex) banche popolari venete, uno degli aspetti che ha creato più incertezza e confusione è senza dubbio quello inerente il decorso del termine di giorni 60 per la presentazione della domanda di insinuazione al passivo della liquidazione coatta amministrativa (LCA). Di Risposte agli azionisti

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Inizialmente, generando un ingiustificato panico, si è diffusa la notizia che il termine ultimo per la presentazione dell'insinuazione scadesse il 24 agosto 2017, prendendo a riferimento la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge n° 99/2017 e cioè il 25 giugno 2017. In realtà, il Decreto Legge n° 99/2017 non è il provvedimento con il quale si è disposta formalmente la LCA delle due banche ma il provvedimento che disciplina la procedura di liquidazione coatta amministrativa e che regola gli effetti della cessione intervenuta con Intesa SanPaolo. La sottoposizione di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A. a liquidazione coatta amministrativa, ai sensi dell'articolo 80, comma 1, del Testo Unico delle Leggi in materia bancaria e creditizia (TUB) e dell'art. 2 comma 1, lettera a), del Decreto Legge n. 99 del 25 giugno 2017, è avvenuta, rispettivamente, con Decreto n. 185 e con Decreto n° 186, entrambi del 25 giugno 2017, del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF). Ad oggi, questi due Decreti ministeriali non sono ancora stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale (e ciò ha alimentato la voce, inesatta, che fossero "secretati", mentre in effetti sono a disposizione dei richiedenti alle LCA, anche se, ripetiamo, ancora non pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale per cui qui linkiamo a controprova il testo del 185 e qui il testo del 186, ndr). L'articolo 86, comma 5, del TUB specifica che "entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto di liquidazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, i creditori e i titolari dei diritti indicati nel comma 2, devono chiedere ai commissari, mediante raccomandata con avviso di ricevimento, il riconoscimento dei propri crediti e la restituzione dei propri beni...", appare allora ragionevole concludere che solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei predetti Decreti ministeriali n° 185 e n° 186 comporti il decorrere del termine. A generare ulteriore scompiglio, ha contributo la pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale del 31 luglio 2017, di due comunicati di Banca d'Italia con i quali Banca d'Italia medesima si è premurata di rammentare la sottoposizione alla procedura di liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca S.p.A. e di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. Questa pubblicazione nella sezione "Estratti, Sunti e Comunicati" della Gazzetta Ufficiale Serie Generale, a nostro avviso, non può ritenersi equivalente alla pubblicazione diretta dei decreti del MEF nella sezione "Decreti, Delibere e Ordinanze Ministeriali" sempre della Gazzetta Ufficiale Serie Generale, conseguentemente non può dirsi che sia iniziato a decorrere il termine per l'insinuazione allo stato passivo né che lo stesso termine scadrà il 29 settembre 2014 (60 gg dal 31 luglio 2017). Segnaliamo, in merito al dubbio che i decreti del MEF non vengano mai pubblicati, che l'articolo 8 del Testo Unico Bancario prevede, espressamente, che i provvedimenti di carattere generale del Ministro dell'Economia e delle Finanze emanati ai sensi del TUB siano pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, non è però indicato un termine esatto entro il quale tale adempimento deve essere assolto, quindi la pubblicazione dei decreti relativi a Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e i Veneto Banca S.p.A potrebbe avvenire anche a distanza di mesi dalla effettiva e concreta sottoposizione a LCA delle due popolari venete. Peraltro, la stessa Banca d'Italia, sempre in forza del richiamato articolo 8

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del TUB, è legittimata a dare notizia mediante pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, oltre che nel proprio sito Web, di quei provvedimenti adottati dalle Autorità Creditizie (Banca d'Italia, Ministero dell'Economia e delle Finanze, Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio) le cui disposizioni sono destinate anche a soggetti diversi da quelli sottoposti a vigilanza: nel caso specifico è intuitivo che i decreti di sottoposizione a LCA delle due popolari venete rappresentino provvedimenti di interesse generale o comunque di interesse dei clienti e dei soci azionisti delle due banche, soggetti che, ovviamente, non sono tra quelli vigilati; in tal senso, si potrebbero spiegare i comunicati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n° 177 del 31 luglio 2017 su richiesta dell'Autorità di Vigilanza. Tale forma di pubblicazione ha, però, natura di pubblicità notizia e quindi non idonea a produrre l'effetto giuridico di far iniziare il decorso del termine di 60 giorni di cui all'articolo 86, comma 5, Testo Unico Bancario.

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Fondazione Roi: i bilanci ragionati della fallimentare e sempre meno oscura gestione di Gianni Zonin & c.. Le domande ad Ilvo Diamanti e ad Andrea Valmarana, il nuovo dominus già sindaco di Zonin Spa Espongo qui, a cura di Ubaldo Alifuoco, da sempre studioso del caso oltre che storico “cultore”, tecnico e non solo, della lettura di documenti intricati e intriganti, le prime considerazioni possibili sugli stringati bilanci della Fondazione Roi dal 2009, inizio della presidenza di Gianni Zonin, al 2016, ultimo delle sua gestione (cfr. l'inchiesta iniziale riportata in "Roi. La Fondazione demolita"), bilanci che ho ottenuto ufficialmente, insieme ad altri documenti che pubblicheremo, dalla Regione Veneto, ente preposto al controllo delle Fondazioni (ricordiamo che la Roi, come abbiamo anticipato sempre a firma Alifuoco e proprio grazie al primo esame degli atti che ci erano dovuti, ha perso nel 2016 la qualifica di Onlus evidentemente per mancato rispetto delle relative normative). Di Ubaldo Alifuoco

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A quell'ente mi sono dovuto rivolgere come parte aventene diritto sia come giornalista che come “denunciato”, in quanto tale, in maniera temeraria per un milione di euro di danni dall’ex presidente della Roi. I bilanci e gli altri documenti sono, quindi, arrivati giorni fa, come ho già stato scritto su questo mezzo, dopo le mancate risposte della Fondazione sia nell’era di Gianni Zonin sia in quella che pare la sua prosecuzione con l’attuale cda in cui l’uomo dei… conti è Andrea Valmarana, ex sindaco delle Cantine Zonin spa, anche questo lo abbiamo rivelato noi, fino al giorno precedente alla sua designazione, il 17 ottobre 2016, come membro del “nuovo” cda a guida Ilvo Diamanti, scelto quest’ultimo in quota Banca Popolare di Vicenza insieme a Giovanna Grossato, entrambi dopo l’ex sindaco di Zonin e al posto di due vicentini accademici prestigiosi della Sorbona e di Cà Foscari sempre come rivelato da VicenzaPiù. Ubaldo Alifuoco premette alla sua analisi presentata di seguito che i suoi “ sono conteggi fatti sui prospetti. Per legge i bilanci si compongono di tre parti: prospetti numerici, relazione amministratori, nota tecnica. Il fatto che abbiano consegnato al direttore di VicenzaPiù solo i prospetti significa che non hanno alcun interesse a rendere trasparente la gestione della ROI. Ma, se questo era comprensibile nell'era Zonin, è veramente inaccettabile ora con una nuova gestione che si dice pronta a chiarire tutti i passaggi. Alla fine elenco, quindi, anche cosa servirebbe per ulteriori approfondimenti" Il direttore

Analisi del Conto economico

ENTRATE/RICAVI Le voci rilevanti della gestione annuale sono i fitti attivi rivenienti dai fabbricati e i proventi finanziari derivanti dai titoli in portafoglio.

Fitti Attivi L’elenco immobili di riferimento è quello allegato solo al bilancio 2016. Gli introiti dal patrimonio immobiliare si mantengono stabili: € 646.000 circa nel 2010 e 657.000 nel 2016. Da notare che nel 2014 è stato acquistato l’immobile dell’ex Cinema Corso ( altro ramo della nostra inchiesta, ndr) che, ovviamente, non produce reddito.

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Proventi finanziari La voce è costituita da cedole, dividenti e interessi. Non ci sono nei primi due anni, segno che il grosso del patrimonio finanziario è stato devoluto dopo la morte del fondatore. Nel periodo 2012 – 2015 si mantengono stabili poco sopra i mille euro, rinvenienti da un capitale in titoli dai 66 ai 69 milioni di euro fino al 2014. Crollano nel 2016 a causa del deprezzamento del valore delle azioni avvenuto nel 2015.

Utilizzo Fondo attività istituzionali L’utilizzo del Fondo è di 252.000 euro nel 2012; poi si stabilizza tra 450.000 e 480.000 euro l’anno fino al 2016. È l’importo che la Fondazione destina annualmente ai progetti che intende finanziare e che dovrebbero essere collegati al sistema museale vicentino.

USCITE/COSTI

A parte le spese fisiologiche (postali, bancarie, ecc.), le voci su cui ci si deve soffermare e su cui si spera di avere lumi dalle relazioni e dalle note tecniche quando (e se) riusciremo ad averle, sono le seguenti.

Spese varie Dentro questa posta ci sono voci significative che andrebbero elencate a parte e motivate. Voci da approfondire: Consulenze legali – sono attorno ai 10-12.000 euro fino al 2015. Schizzano a 47.000 euro nel 2016. Da capire il motivo che potrebbe essere dovuto ai compensi dei legali cui è stato dato mandato di perseguire il direttore di VicenzaPiù, Barbara Ceschi a Santacroce e altri ignoti, ecc. Se ciò è confermato, bisogna notare che tali spese non dovrebbero essere a carico della Fondazione. La specifica destinazione dei soldi dovrebbe essere spiegata nella Nota Tecnica. Consulenze varie – la voce compare solo nel 2014 (12.561 euro) e cresce nel 2016 (quasi 33.000 euro). Non si capisce a cosa si riferiscano visto che negli anni precedenti non emergeva la necessità di ricorrere a consulenze. Anche in questo caso bisogna vedere le fatture per capire se questo non sia un modo di includere altre voci anche se una parte consistente a cavallo del 2015 - 2016 potrebne essere quella riservata al prof. Giovanni Villa tramite la sua Didakè sas (altro ramo dell'inchiesta di VicenzaPiù, ndr).

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Consulenze per immobili – crescono progressivamente fino ad arrivare a 74.000 euro nel 2016. Da verificare la motivazione (forse anche il progetto per trasformare l'ex Cinema Corso in altro) perché il patrimonio immobiliare è stabile negli anni e in altre voci di spesa ci sono i corrispettivi per le spese condominiali, giardinaggio, pulizia, utenze, ecc. Su tutta la gestione del patrimonio immobiliare, costituito da fabbricati storici di valore sia a Vicenza che a Roma, bisognerebbe effettuare una verifica per capire la congruità dei costi, dei ricavi, ecc. Spese per il personale dipendente – in mancanza delle relazioni e note tecniche, dai prospetti sono rilevabili solo dal 2012: 2012

30.000 euro

2013 e 2014

40.000 euro circa

2015

78.000 euro circa

2016

91.000 euro circa.

In assenza della relazione non si sa quanti dipendenti ci siano ma va rilevato l’aumento strano visto che il patrimonio è stabile e le attività anche. Per questo, bisognerebbe capire il motivo della crescita che in cinque anni triplica. Assicurazioni – A parte l’assicurazione sugli immobili, nel 2014 compaiono due voci: -

assicurazioni per gli Amministratori (4.000 euro nel 2016)

assicurazioni: polizze vita, borsiste e varie (negli ultimi due anni passano da 7.000 a 2.400 euro). Mancando la relazione, non si capisce a cosa si riferiscano.

Svalutazione titoli Fino al 2014 la voce non esiste. Nel 2015 arriva la stangata del flop delle azioni BPVi: quasi 25.000.000 di euro (24.832.425) Nel 2016 la voce si attesta su quasi 3.000.000 di euro (2.942.637)

Contributi e liberalità Sono quelli indicati nell’utilizzo del fondo e riguardano l’attività istituzionale. In media la Fondazione elargisce fondi nell’ordine dei 500.000 euro l’anno.

Utili/perdite Fino al 2014 il conto economico si chiudeva con un utile annuale attorno ai 1.200.000/1.300.000 euro. Improvvisamente, per effetto di quanto sopra detto il conto economico del 2015 si chiude con una perdita di oltre 24 milioni di euro; il conto del 2016 si chiude con una nuova perdita di

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2.570.000 di euro.

Analisi dello Stato Patrimoniale

ATTIVO

Inizialmente, il fondatore costituì il patrimonio donando due tagli di Buoni del Tesoro Poliennali del valore complessivo di 100 milioni di lire. Nel bilancio 2009 il Patrimonio registra all’attivo Euro 479.438,93, composti da:

Conto corrente bancario presso la BPVi Obbligazioni Mediobanca 2013

€ €

Credito verso successione Marchese Roi

144.557,87 60.000,00

144.557,87

Dopo la morte del fondatore, il Patrimonio della Fondazione consiste in tre voci fondamentali: Fabbricati, Beni mobili, Titoli.

Fabbricati Il valore dei Fabbricati passa progressivamente dai 22.681.000 euro del 2010 ai 26.655.000 del 2016. Solo la relazione presentata con il bilancio 2016 allega l’elenco dettagliato dei fabbricati: Vicenza, edifici storici in contra’ San Marco e ex Cinema Corso … € 5.341.586 Roma, via Ovidio ……………………………………………… € Roma via Margutta ……………………………………………. €

15.608.600 1.587.200

Beni mobili Per i beni mobili vale lo stesso discorso e dal 2010 al 2016 i bilanci evidenziano un valore stabile di 2.088.000 euro. Tra i beni mobili, le persone vicine al Marchese parlano di raccolta di francobolli, gioielli, dipinti, ecc. Si parla inoltre di una cassetta di sicurezza. Tutto questo andrebbe verificato al fine di avere certezze ed evitare di inseguire dicerie e leggende metropolitane.

Titoli

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La voce Titoli appare dal bilancio 2010 con un importo di Euro 63.806.000, suddivisi tra Fondi SGR Banca Popolare e Altri Titoli. Tale voce cresce dal 2011 fino al 2014, quando si attesta sul valore di 69 milioni circa. Crolla poi nel 2015 (a 52 milioni circa), scende ancora nel 2016 (a poco più di 39 milioni di euro).

Dell’Utile e delle Perdite si è già detto.

Conclusioni

Da una prima analisi dei prospetti si possono solo ricavare alcuni indizi per orientare una ricerca particolareggiata su come il patrimonio è stato valorizzato negli anni.

Rendimento immobili In media i ricavi da fitti attivi sono 650.000 su un valore di fabbricati di € 26.655.262. Il rendimento lordo è pari al 2,438 per cento che, considerando il valore storico di molti immobili anche siti nel centro della capitale (Via Ovidio, Via Margutta), appare abbastanza modesto. Su questo scarso rendimento incide però, negativamente, il peso della posta relativa all’ex cinema Corso. Con quella sciagurata decisione si è immobilizzato un capitale ingente che oggi risulta totalmente improduttivo. L’operazione è stata effettuata in evidente accordo con il Comune di Vicenza, e in particolare con il sindaco Achille Variati che a tale proposito aveva esternato dichiarazioni pubblicate sulla stampa locale con una certa enfasi.

Rendimenti finanziari I proventi finanziari sono la voce che più di ogni altra ha risentito del crollo della quotazione delle azioni Banca Popolare di Vicenza. Un danno enorme destinato a perpetuarsi nel tempo. Fino al 2009 non ci sono investimenti finanziari. I titoli in portafoglio sono i Buoni del Tesoro Poliennali direttamente attribuiti dal Marchese Roi al momento dell’atto di costituzione della Fondazione, come scritto nel verbale.

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Non figurano altri titoli fino a quando il marchese è in vita. Dopo la sua morte, il bilancio comincia ad evidenziare somme consistenti in titoli. Ciò può voler dire due cose: o il Cda ha deciso di investire liquidità in titoli oppure le quote di titoli derivano dai lasciti del Marchese. Per accertarsene bisognerebbe poter esaminare il testamento oppure i verbali del Cda, oppure le relazioni e le note tecniche che non sono state allegate ai prospetti. La voce titoli non è scorporata e quindi non possiamo sapere di cosa si tratta, ma sappiamo che dopo il 2009 il nuovo Cda ha deciso di investire in titoli della Banca Popolare di Vicenza, di partecipare ad aumenti di capitale in modo che lo stock di azioni BPVi ammontava a 29 milioni di euro acquistati alle quotazioni massime (e dire che uno dei motivi della richiesta di danni milionari da parte di Zonin, a costo legale della Roi, a Coviello, a costo suo e del giornale, è aver affermato che gli acqusiti di titoli BPVi sono avvenuti nell'era dell'ex presidente proprio della ora fu Popolare, ndr). Nel bilancio 2015 si evidenzia il crollo della posta titoli che poi continua nel successivo 2016.

Il dato del Patrimonio Mettendo in fila i dati patrimoniali dal 2009 al 2016 si calcolano gli scostamenti. Del patrimonio immobiliare si è detto. Di quello mobiliare bisognerebbe controllare le voci disaggregate. Per quanto riguarda il patrimonio in titoli, dal 2009 al 2013 il valore aumenta, e nel 2013 l’incremento percentuale di valore è quasi del 10% rispetto al 2010. Poi l’andamento si capovolge e nel 2016 il valore dello stock diminuisce del 20 per cento. In conclusione, a fine 2016 il Patrimonio della Fondazione Roi subisce un crollo di oltre il 20 per cento rispetto al 2014 passando da quasi 97 milioni a meno di 77 milioni di euro. Una perdita enorme per la Fondazione e anche per la Città di Vicenza.

Domande Per un approfondimento è necessario:

1. acquisire le relazioni e le note tecniche allegate ai bilanci (sono un obbligo di legge) 2. acquisire i verbali di tutte le riunioni dei Cda e le relative relazioni dei sindaci 3. controllare l’inventario di tutto il patrimonio all’atto della morte del de cuius (quello cui fa riferimento la lettera della Regione in risposta alla richiesta del Direttore Coviello è l’elenco dei beni conferiti dal fondatore

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all’atto della costituzione. Ma è evidente che alla morte del marchese Roi altri beni sono venuti alla Fondazione(. 4. Possibilmente controllare da chi sono stati comprati i titoli della Banca Popolare (c’è il dubbio che amministratori della banca vendessero e contemporaneamente facessero acquistare i titoli alla Fondazione).

ECONOMIA&AZIENDE / LAVORO

In 200 al presidio Siderforgerossi di Arsiero, Gregolin (Fiom): "non solo per contratto ma per piano industriale e prospettive future" Allo sciopero unitario (Fim-Fiom-Uilm) della Siderforgerossi di Arsiero ha aderito il 90 per cento dei 400 lavoratori e al sit-in hanno partecipato in 200 persone. "Uno sciopero riuscito", afferma Michele Gregolin responsabile della zona per la Fiom Cgil, "la produzione in azienda si è fermata! Chiediamo il piano industriale per capire come il gruppo voglia rilanciare l'azienda". La motivazione dello sciopero verte sul rinnovo del contratto aziendale e sulla volontà di conoscere la presente e futura strategia aziendale. Di Comunicati Stampa

"Purtroppo è una situazione che si trascina da tempo", spiega Gregolin: " questa azienda viene da una fusione avvenuta nel 2014 tra la Sider-forge e la Forge-rossi. Ma da allora la strategia aziendale purtroppo non è mai stata chiara e comunicata tramite piano industriale alle parti sindacali". Il taglio del salario aggiuntivo è arrivato subito nel 2014 ed è stato drastico, e dal 2016 il contratto aggiuntivo da contrattazione aziendale non è stato rinnovato. Ora la proposta che l'azienda ha portato al tavolo è troppo bassa rispetto alle aspettative sindacali. "Se non ci saranno aperture da parte dell'azienda e proposte che si avvicinano alle richieste sindacali", conclude il sindacalista della FIOM, "a settembre saranno messe in campo altre azioni di lotta sindacali e quindi un'altra fase di mobilitazione e sciopero".

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FATTI

Promozione e valorizzazione invecchiamento attivo, sindacati Pensionati di Cgil Cisl e Uil: finalmente anche il Veneto ha una legge Se il Veneto oggi ha una legge "Sulla promozione e la valorizzazione dell'invecchiamento attivo", il risultato è stato raggiunto anche grazie alla mobilitazione e al contributo alla scrittura della legge da parte dei sindacati dei Pensionati di Cgil Cisl e Uil del Veneto. Grande soddisfazione è stata espressa in particolare dai segretari generali Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil di Vicenza, Igino Canale, Vittorino Deganello e Roberto Merlo. Di Comunicati Stampa

Canale Deganello e Merlo, ricordando l'iniziativa unitaria di sostegno all'approvazione della legge fatta a Santorso il 6 giugno dal titolo emblematico "Anziani: problema o risorsa della nostra società?", sottolineano come tale legge sia un passo in avanti rispetto al modo di affrontare il tema della vecchiaia e dell'invecchiamento. Ora, la popolazione over 65 che nella nostra regione e nella Provincia di Vicenza è in continuo aumento e si attesta oramai attorno al 22 % della popolazione, potrà usufruire di uno strumento legislativo per favorire l'attivazione di progetti e processi relativi alla salute, alla cultura, alla partecipazione, alla sicurezza degli anziani con un primo stanziamento di 800 mila euro. Canale Deganello e Merlo concludono con un auspicio "siamo sulla strada giusta, ma bisogna continuare ad insistere perchè qui si sta toccando un tema che ha profondi risvolti culturali e sociali ... è arrivato il momento di pensare all'anziano e alla terza età non (solo) come un problema, ma come una risorsa! Un patrimonio di esperienze e di vita vissuta, un sostegno fondamentale per la vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità. Gli anziani, considerati una fascia debole, possono invece rappresentare una grande risorsa, se

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accompagnati da politiche adeguate."

FATTI / POLITICA

Achille Variati mantiene le promesse o i... vitalizi? L'argomento vitalizi era caldo anche anni fa e pure a livello politico regionale. In un articolo del 12 dicembre 2012 Gian Marco Mancassola intervistava per Il Giornale di Vicenza il sindaco di Vicenza, Achille Variati, nel frattempo confermato nel 2013 primo cittadino e, poi, eletto dagli altri sindaci come Presidente della Provincia di Vicenza, quindi messo a capo dell'Unione Province Italiane dagli altri presidenti di un ente che, lo avevamo letto da qualche parte, doveva esere soppresso, e, infine, nominato membro del Cda di Cassa Depositi e Prestiti sommando in sè più cariche dell'uomo solo al comando. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Se questi ultimi tre incarichi sono gratuiti, salvo eventuali, ed in Italia non improbabili, rimborsi spesa, o similari, buoni ad addolcire l'assenza di emolumenti per certe cariche "volontarie", ad Achille Variati oggi, per il suo impegno pubblico, competerebbero il compenso da sindaco e le spettanze da ex consigliere della Regione Veneto, i famosi vitalizi. « Tremila euro, centesimo più, centesimo meno. È il vitalizio che spetta ad Achille Variati per il suo passato nel consiglio veneto e che si somma al compenso del suo presente a palazzo Trissino. Quel vitalizio ha i mesi contati, se Variati manterrà la promessa di rinunciarvi non appena avrà esaurito il deposito versato quand'era consigliere regionale

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»: così scriveva quel lontano 12 dicembre 2012 Gian Marco Mancassola, mentre lasciamo ad altri i calcoli, di dettaglio, sugli eventuali adeguamenti (aumenti) delle prebende da sindaco dopo il 2012 e del vituperato vitalizio regionale agganciato, per il suo vecchio calcolo, a quello dei parlamentari. A Variati che faceva notare che per ottenere il vitalizio aveva v«ersato oltre 210 mila euro di contributi per 15 anni, dal 1995 al 2010, come impone la normativa. Ho pagato quei contributi di tasca mia e come è evidente non ho ancora recuperato tutte le somme versate», Mancassola non solo strappava, il 12 dicembre 2012, ricordiamolo, l'ennesima promessa (« Non so se l'istituto del vitalizio per i consiglieri regionali verrà abolito, ma farò sospendere l'erogazione quando avrò recuperato tutti i soldi che ho versato nel caso in cui, per quel tempo, io rivesta ancora cariche pubbliche retribuite anche con un solo euro») ma faceva anche i conti in tasca. Fatti due conti, per rientrare dalle somme versate. - scriveva, infatti, il collega del GdV che ci piacerebbe di più se fosse semrpe così... schietto con i potenti -, serviranno dal più al meno cinque anni e mezzo. Quindi, nel caso in cui Variati venga confermato sulla poltronissima di palazzo Trissino, il congelamento del vitalizio dovrebbe scattare a metà del prossimo mandato. «Valuterò quando sarà il momento se ricorrere a forme più drastiche, come la rinuncia al vitalizio»". Per aiutare allora Mancassola a completare la sua opera meritoria e moralizzarice e per ricordare al nostro primo cittadino, che un euro lo percepisce eccome per cariche pubbliche, come risulta da quanto da lui stesso dichiarato agli atti (nel suo 730 qui linkato, l'ultimo pubblicato sul sito del comune, quello del 2016 per il 2015, e che indica un reddito imponibile complessivo di oltre 170.000 euro all'anno, ci dovrebbe essere o ci sarà anche la pensione da dipendente bancario più o meno da sempre in aspettativa), abbiamo inviato ieri alle 12.52 questa mail: "Egr. sig. Sindaco dr. Achille Variati: Gent.mo portavoce dr. Nicola Rezzara Facendo riferimento alle discussioni parlamentari in corso e, soprattutto, a precedenti notizie di stampa ha poi rinunciato al vitalizio che percepiva per i suoi precedenti mandati in regione? Grazie. Cordiali saluti. Giovanni Coviello". Sono passate esattamente 24 ore, di cui almeno le classiche 8 lavorative ma di risposte dal sindaco, che in effetti risposte da tempo non ama darcele, non abbiamo tracce. Così come non abbiamo tracce della sua rinuncia al vitalizio scritta sul grande GdV mica sul quel poaréto di VicenzaPiù. Ma si sa che, se Achille Variati ha la libera docenza in promesse, il nostro quadripoltronato sindaco è ancora alle scuole materne per imparare a mantenere gli impegni.

FATTI

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Olimpiadi 2024 - On. Sbrollini (PD): "Persa un'occasione straordinaria, il NO per Roma solo ideologico" L'on. Daniela Sbrollini, responsabile dipartimento Sport PD, sostiene in questa nota: "Parigi 2024, Los Angeles 2028. Queste le sedi olimpiche che seguiranno all'edizione dei Giochi di Tokyo. Le città hanno confermato la scelta e si sono accordate con il CIO per questa programmazione. La candidatura di Roma 2024, che era partita in maniera straordinaria, poteva essere la grande svolta per la nostra capitale, per tutto il Paese ed in particolare per le sedi olimpiche. Era l'occasione di poter pensare e realizzare progetti di sviluppo urbano, di riqualificazione, per i trasporti, un rilancio generale dell'immagine di Roma nel mondo. Di Note ufficiali

Il Governo Renzi ed il CONI, con il suo Presidente Giovanni Malagò , ci avevano creduto molto, avviando uno straordinario programma di idee ed investimenti. Ottimo il lavoro del comitato promotore, fino a quando ha potuto lavorare. Invece il M5S ha voluto dire NO a prescindere. Un NO, ideologico, per paura, per mancato coraggio nel voler programmare e vigilare su un'occasione storica che avrebbe trasformato positivamente una città che appare immobile, ed in difficoltà. Con il NO alle olimpiadi di Roma 2024, il sindaco Raggi ha chiuso le porte a oltre 170 mila posti di lavoro, un piano rigenerazione delle periferie, opportunità per tutto il settore turistico e per il commercio. Chi ha deciso per il NO non ha compreso le ricadute positive di indotto ed immagine per la Città. 2 miliardi di euro sarebbero stati stanziati dal Comitato Olimpico Internazionale verso la nostra capitale. Era inoltre la grande occasione per dare una scossa positiva a tutto il mondo dello sport italiano, un settore troppo spesso sottovalutato che rimane straordinario: sostenuto principalmente dal volontariato e capace di generare cultura, educazione, salute ed inclusione capillarmente in tutto il nostro Paese. Le sfide, le opportunità, anche se difficili vanno colte ed affrontate, perché e sulle sfide impegnative che si misura la cifra di una classe politica e di una generazione. Ora nella sessione olimpica del prossimo settembre a Lima non resta che nominare la città che ospiterà la sessione CIO per il 2019, Milano è città candidata. Mi auguro fortemente

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che Milano possa ottenere questo risultato, con Expo ha dimostrato di saper ospitare i più grandi eventi mondiali. Intendo proseguire questo mio incarico di responsabile sport collaborando con il Governo Gentiloni, il Ministro Lotti, ed il Presidente CONI Malagò facendo squadra in vista dei grandi eventi internazionali già programmati in Italia, dagli europei di calcio, fino alla Ryder cup di golf. Tutte queste manifestazioni costituiscono una grande occasione di crescita economica, occupazionale e culturale per il nostro Paese. In bocca al lupo al CONI ed a tutti i nostri giovanissimi atleti che sognano di arrivare a vincere medaglie olimpiche, ci regaleranno sicuramente grandi emozioni. Certo, in casa, avrebbero avuto tutto un altro sapore."

FATTI / POLITICA

Zootecnia: Regione Veneto approva programma controlli su etichettatura carni bovine La Giunta regionale del Veneto ha approvato, su proposta dell'assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan, il programma operativo regionale per il 2017 per lo svolgimento dei controlli a campione sull'etichettatura obbligatoria delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine. Quest'anno i controlli coinvolgeranno 333 operatori sui complessivi 3.900 operatori della filiera che vede il Veneto primo produttore nazionale nel comparto zootecnico per la carne bovina. Di Comunicati Stampa

"La qualità è il principale carattere distintivo anche della carne bovina, elemento basilare nella nostra alimentazione, tanto sul piano nutrizionale che su quello dietetico - sottolinea l'assessore - Qualità significa selezione delle razze, allevamenti che assicurano il rispetto della salute e del benessere degli animali e dell'ambiente, alimentazione corretta del bestiame con controlli costanti in allevamento, alla macellazione e ai punti di vendita a garanzia del necessario livello di protezione. L'Unione Europea ha stabilito

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le modalità di applicazione del sistema che assicura la tracciabilità del relativo prodotto attraverso l'etichettatura, con lo scopo di informare il consumatore sull'origine e le altre caratteristiche importanti del prodotto acquistato. La Regione Veneto, che dal 2007 è impegnata a garantire la qualità delle carni con un processo di verifica e monitoraggio dell'intera filiera produttiva, finanzia controlli a campione dei Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locale impegnando quasi 100 mila euro del bilancio del settore primario" Il contributo regionale per ogni controllo veterinario ammonta a 300 euro.

FATTI / POLITICA

Famiglia: Regione Veneto, mille euro di contributo ai genitori separati per pagare l'affitto Un contributo da mille euro per aiutare i genitori separati, con figli minori a carico, a basso reddito o disoccupati, a sostenere le spese dell'affitto: è quanto ha previsto la Giunta regionale del Veneto con il provvedimento che stabilisce i criteri di ripartizione del fondo 2017 della legge 29/2012 dedicata al "sostegno delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati in situazione di difficoltà". Il provvedimento, proposto dall'assessore al Sociale Manuela Lanzarin e ora all'esame della quinta commissione consiliare, stanzia 600 mila euro per l'anno in corso per consentire alle famiglie dei genitori soli di non perdere l‘alloggio (e connesso l'affidamento dei figli) per morosità. Gli interessati devono presentare domanda al Comune di residenza entro il 31 ottobre; le amministrazioni comunali avranno non oltre un mese di tempo per inoltrare, entro il 30 novembre 2017, la pratica agli uffici regionali per la liquidazione del contributo. Di Comunicati Stampa

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"Da cinque anni il Veneto ha una legge che riserva una forma di sostegno specifica alle famiglie costituite da un genitore solo con figli minori a carico, vedovo, separato o divorziato - sottolinea l'assessore al Sociale - N elle classifiche delle categorie a rischio povertà questa tipologia di famiglie è la più esposta, per questo la Regione interviene con fondi appositi". Quest'anno il contributo è rivolto a sostenere le spese per la casa, condizione indispensabile per mantenere l'affidamento dei figli. Nei criteri di assegnazione intendiamo privilegiare le famiglie con più figli, quelle con handicap, con redditi inferiori ai 20 mila euro o senza lavoro regolare. Le famiglie residenti in Vento da più anni avranno qualche punto in più in graduatoria, in proporzione all'anzianità di residenza: 3 punti in più se residenti da almeno due anni, 8 punti in più se residenti nella regione da almeno 5 anni.

IMMIGRAZIONE

Il Comitato "Lugo dice No" scende in piazza contro l'arrivo di 40 profughi in paese Tra gli abitanti di Lugo in questi giorni gira una voce che sta creando non poche preoccupazioni. Sembra che una cooperativa che si occupa dell'accoglienza dei richiedenti asilo, abbia individuato in paese 6 o 7 appartamenti sfitti da adibire a centro di accoglienza. L'indiscrezione è trapelata qualche giorno fa creando un'immediata reazione tra i cittadini, tra i quali c'è chi sta organizzando un comitato spontaneo per - spiegano - "esprimere sin da ora il nostro dissenso verso un'operazione meramente speculativa della cooperativa che, qual'ora andasse in porto, creerà non pochi disagi alla nostra comunità". Di Comunicati Stampa

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Bisogna dire che il piccolo Comune fa parte della rete Sprar da lungo tempo e che l'amministrazione si è sempre espressa favorevolmente ad una gestione dei migranti che preveda un'accoglienza diffusa nel territorio dei richiedenti asilo. Pare che dalla prefettura non siano giunti chiarimenti tali da bloccare sul nascere i rumors, difatti il comitato spontaneo che si sta costituendo in queste ore, precisa che la notizia non ha trovato conferme ma nemmeno smentite. Quanto basta per convincere i cittadini di Lugo a procedere con una prima iniziativa di protesta che andrà in scena giovedì sera alle ore 20.30 nei pressi del municipio. "Chiamiamo a raccolta gli abitanti di Lugo per un'assemblea di piazza che in questo primo passaggio vuole essere una semplice chiacchierata per uno scambio di opinioni e di informazioni - sottolineano dal comitato - valutando, nel caso venissero confermate le informazioni arrivate in questi giorni, altre e più incisive forme di protesta". All'iniziativa del comitato Lugo dice NO hanno già dato il loro appoggio il comitato di cittadini PrimaNoi attivo da due anni su vari fronti della provincia e il comitato Pro Bolzano interessato dalla presenza di oltre cento migranti grazie ai titolari dell'hotel Adele di Vicenza che in paese hanno messo a disposizione numerosi appartamenti per l'accoglienza dei richiedenti asilo. "Lugo corre il rischio di divenire un altro campo profughi per decine di millantatori, bisogna fermarli -affermano con decisione gli attivisti di PrimaNoi. Non potevamo non aderire all'iniziativa promossa dagli amici di Lugo per proseguire concretamente nella direzione della costruzione di una rete tra comitati - spiegano. Una rete necessaria per rispondere alla politica della prefettura che pretende dai sindaci e dai cittadini l'accettazione dell'accoglienza diffusa di soggetti che nemmeno dovrebbero stare sul suolo nazionale. I governativi vorrebbero una rete come lo Sprar che sostenga l'invasione di falsi profughi, noi rispondiamo con una rete di solidarietà tra cittadini per concretizzare un mutuo soccorso tra quei comitati e quelle forze politiche che hanno preso coscienza che l'unico argine efficace che possiamo brandire a nostro vantaggio è l'unità, solo l'unità senza campanilismi di sorta" - rammentano dal comitato civico. Comitato Lugo dice NO

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE / LAVORO

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Apindustria Confimi Vicenza e ANC: paradossi offensivi sullo split payment In una nota congiunta a firma di Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza e Vicepresidente di Confimi Industria, e di Marco Cuchel, Presidente di ANC - Associazione Nazionale Commercialisti, in cui le due associazioni fanno il punto dopo l'ultima vicenda, quella relativa all'allargamento massiccio dello split payment da cui emergono paradossi che le due parti ritengono offensivi. Con questa misura il Governo sembrerebbe scegliere, infatti, di dividere i "buoni" (quelli di cui intende fidarsi) dai "cattivi", salvo scoprire poi che fra i "buoni" ci sono ben 345 partecipate pubbliche in liquidazione di cui pure 19 fallite. Di Note ufficiali

Così la misura offende gli operatori onesti (la grandissima maggioranza) e segna pesantemente il rapporto di fiducia verso il fisco. Dopo le ferie estive il clima sarà ancora più rovente a causa dell'accavallarsi di scadenze ed il debutto del nuovo spesometro su cui ANC e CONFIMI chiedono con forza il ritorno alla naturale scadenza annuale. Inoltre è da parcheggiare l'intenzione del Governo di rendere subito obbligatoria, con la prossima manovra, la fatturazione elettronica. La scelta va lasciata agli operatori creando, nel frattempo, le condizioni per un'adesione spontanea e non coercitiva.

FATTI / LAVORO

Amianto: Inps rifiuta le domande prepensionamento delle vittime L'Osservatorio Nazionale Amianto informa che a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 166 del 18.07.2017, entro il 16 settembre vi è la prima scadenza per presentare le domande per il

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prepensionamento per i lavoratori vittime dell'amianto ma, ad oggi, nonostante l'avvicinarsi del termine l'INPS continua a rifiutare le domande. CosĂŹ facendo si rischia di creare disagi anche per il termine successivo, fissato per il 31 marzo 2018. Di Note ufficiali

Proprio per questo l'Osservatorio Nazionale Amianto, che dal 2008 assiste e tutela le vittime e i familiari esposti ad amianto, ha costituito in mora il Ministro del lavoro e il Presidente dell'INPS. Inoltre, l'ONA ha costituito un Dipartimento per assistere le vittime/lavoratori che, riconosciuti per la loro malattia professionale, si vedono impossibilitati ad andare in pensione.

FATTI

Nuova carovana di nomadi a Marano Vicentino Il signor Andrea Fabris ci scrive affermando: "Segnalo, ancora una volta, l'ennesimo arrivo di una carovana di nomadi in via Zanella a Marano Vicentino. Sempre nei soliti prati e campi agricoli stazionano furgoni, camper, roulotte ed auto, in un via vai di arrivi ancora da ieri pomeriggio. Sono giĂ stati chiamati i centralini di Polizia Urbana e Carabinieri dagli abitanti e agricoltori del posto, senza aver ancora ottenuto nessuna risposta. Di Citizen Writers

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Come sempre bisogna affidarsi alla divina provvidenza per evitare che la limitata pazienza della gente del posto possa sfociare in qualche azione fuori dalle regole. Qui la gente non ha più fiducia nelle istituzioni"

FATTI

La Grande Guerra in scena ad Asiago dal 3 al 6 agosto con l'Esercito italiano A piedi a schiena china tra le trincee, seduti ad osservare uno spettacolo teatrale rievocativo e in visita all'Ossario dei caduti (qui il video con l'illustrazione dell'Ossario a cura di Daniele Andreose, Segretario dal 1976 della Fondazione 3 Novembre 1918) il comune di Asiago nel primo fine settimana di agosto, in collaborazione con il Comando Forze Operative Nord dell'Esercito Italiano, vuole rievocare così l'impatto della prima guerra mondiale sulle persone e sul territorio, organizzando spettacoli e conferenze per stimolare la riflessione sulla Grande Guerra proprio nelle zone dell'altipiano, teatro di battaglie storiche e decisive per le sorti del popolo Italiano. Di Paolo Dal Dosso

Palcoscenico naturale della rappresentazione "Filo spinato nel cuore" sarà il Sacrario militare di Asiago dal 3 al 6 agosto. Per la prima volta in assoluto, un'opera teatrale andrà in scena proprio nei pressi del celebre Monumento ai Caduti, in occasione delle celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale nell'ambito dell'evento "Asiago: conoscere, ricordare e tramandare". La location è solo una parte delle innovazioni del progetto, il cui approccio rappresenta una novità assoluta rispetto ai classici eventi celebrativi permettendo di osservare con coinvolgimento il vissuto dei soldati e del territorio, facendone rivivere la storia da una prospettiva diversa che, oltre a rappresentare un fortissimo elemento di crescita, avrà un profondo potere socio-culturale.Lo spettacolo "Filo spinato nel cuore" sarà in replica per tre serate consecutive, l'evento "Asiago: conoscere, ricordare e tramandare" per quattro giorni. Sarà inoltre possibile visitare l'Ossario ed il percorso delle trincee, accompagnati dalle guide delle varie associazioni tra cui: Amici del Museo Storico della Terza Armata, FASI, Guide dell'Altopiano e Rievocatori storici "Per non dimenticare", autentici testimoni della storia presente.

POLITICA

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E tacciono... con Achille Variati in testa Diverse organizzazioni vicentine, che hanno supportato il sindaco Achille Variati, che si dice di sinistra, per impedire la costruzione della nuova base americana poi costruita proprio con l'approvazione dell' on. Prodi, uomo di sinistra, la supervisione del signor Costa sempre di sinistra e dalla cooperative rosse, si dice, sempre di sinistra, costantemente intervengono contro gli americani presenti nelle basi italiane e particolarmente in quelle vicentine, addirittura in nome di Gesù Cristo, coinvolgendo la sua vita dolorosa in faccende politicanti, dimenticando che. lo disse Lui, quello che è di Cesare sia lasciato a Cesare. Di Italo Francesco Baldo

Avete però mai sentito queste stesse organizzazioni intervenire in modo preciso con comunicati, manifestazioni, e nemmeno con preghiere, che non sono più di moda, contro tutti quei politici se-dicenti di sinistra che in diverse parti del mondo perseguitano gli oppositori, impedendo loro perfino di parlare, anzi incarcerando e facendo morire in carcere gli oppositori? Li avete mai sentiti contro il regime comunista della Cina, dei comunisti guerrafondai della Corea del Nord, del regime vietnamita o di quello cubano? Mai e nemmeno contro quell'erede di Hugo Chàvez in Venezuela che ogni giorno di più in nome della visione comunista e di sinistra perseguita reprime, incarcera gli oppositori? Mai, perchè Nicolàas Maduro è un compagno, quindi uno di loro em se gli si muove qualche timidissima critica, lo si fa sempre nel nome della positività della sua posizione. Meglio, affermano costantemente le organizzazioni vicentine, prendersela con gli americani, i nostri non hanno vere colpe; non le aveva nemmeno il compagno Stalin che con Lenin fu autore di genocidi e stermini di avversari, come fece Pol Pot in Cambogia e la Volante Rossa in Italia. Oggi dismessi gli abiti di un tempo, che però non condannano, si fanno paladini di pace, ma intendendo per pace solo l'affermazione delle loro idee e della loro politica, che a Vicenza è espressa da Variati e dalle sue relazioni con banche, banchieri e capitalisti. Ma, si sa, non sappia mai la mano sinistra quello che lo stesso corpo fa con la destra, che non è quella dell'opposizione un po' troppo silente a Vicenza, ma quella dei capitali che appoggiano proprio Variati stesso e della sua possibile continuità.

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Molto deludenti queste organizzazioni che non hanno il coraggio di schierarsi contro tutti coloro che avviliscono la democrazia e la libertà, ma a loro fa comodo così!

ECONOMIA&AZIENDE

Andrea Arman per don Torta smentisce media locali su responsabilità atti di violenza contro Pierpaolo Baretta: originati da uomini del PD! Il Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta” a fronte degli articoli giornalistici apparsi su vari organi di stampa, ed in particolare sulla pagina nazionale del Gazzettino a firma Maurizio Crema e sul Corriere del Veneto, precisa che:Premesso che il Coordinamento aborrisce ogni forma di violenza e di prepotenza, nella giornata di ieri, alla riunione mandamentale del PD con il sottosegretario Pierpaolo Baretta, purtroppo, si sono verificati degli scontri personali fra risparmiatori e uomini che presumiamo far parte del PD. Di Redazione VicenzaPiù

Tutto è iniziato a seguito delle male parole rivolte da questi ultimi ai risparmiatori, accompagnate da un vergognatevi e da altri passaggi provocatori nei confronti dei singoli risparmiatori ed anche del sottoscritto. Inoltre, alcuni uomini del PD hanno spintonato alcune donne risparmiatrici, strappando anche di mano telefonini e documenti, al che si è scatenata l’ovvia reazione. Invitiamo i cronisti non presenti a visionare i vari video che circolano in rete per accertare i fatti. Il Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta”, al di là delle intemperanze di cui sopra – utili per conoscere gli uomini ritiene che la giornata di ieri sia stata proficua. Il sottosegretario Baretta a conclusione dei “lavori” con i rappresentanti locali del PD, ha accettato di confrontarsi con i risparmiatori ed a conclusione delle due ore di dialogo si è

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impegnato a portare all’attenzione della politica romana e del governo le istanze di questi, fra cui: - Apertura di un tavolo istituzionale Governo / risparmiatori, dove discutere e trovare la soluzione alla legittima richiesta di restituzione del risparmio sottratto; - Riattivazione del fondo a sostegno dei risparmiatori in stato di bisogno; - Valutazione del progetto da tempo presentato dai risparmiatori che, fra l’altro, prevede l’emissione a favore dei risparmiatori di “obbligazioni” garantite dallo Stato. Tale operazione potrebbe trovare il sostegno economico nella aspettativa governativa di realizzare un plusvalore di circa un miliardo dal recupero dei crediti deteriorati, attualizzando, con certezza, il ristoro ai risparmiatori; - Attivazione di un fondo di garanzia per le vittime di reati bancari e finanziari. Senza volontà di polemica. Il Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta” Il Presidente Avv. Andrea Arman

ECONOMIA&AZIENDE

Intesa Sanpaolo, "tutto Carlo Messina minuto per minuto" anche su BPVi e Veneto Banca: al 30 giugno 2017 utile netto contabile a 5.238 milioni inclusa operazione banche venete 'Il 2017 rappresenta l'anno di completamento del nostro piano di impresa: stiamo raggiungendo tutti gli obiettivi grazie al contributo determinante di ciascuna delle Divisioni della banca'. Lo ha sottolineato, lo scrive Radiocor Il Sole 24 Ore, l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, commentato i conti semestrali dell'istituto. 'La nostra banca - ha aggiunto - e' diventata un punto di riferimento nel settore bancario europeo, unendo la crescita dei ricavi all'attenzione ai costi e agli investimenti nel digitale per migliorare la qualita' del servizio e l'efficienza'. 'Come abbiamo potuto dimostrare negli ultimi stress test - ha proseguito Messina - il nostro modello di business e' caratterizzato da una resilienza basata sulla solidita' patrimoniale e un mix di ricavi di elevata qualita': lo svilupperemo e lo renderemo ancora piu' forte nel corso del nuovo Piano di Impresa

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che presenteremo all'inizio del 2018'. Di Redazione VicenzaPiĂš

'In assenza del nostro intervento' sulle banche venete 'le conseguenze di un fallimento dei due istituti avrebbero riguardato non solo il tessuto produttivo di un'area caratterizzata da grande forza ma investito anche l'intera economia del Paese'. Lo ha affermato l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, commentando i conti del primo semestre dell'anno. 'Il nostro intervento - ha proseguito - ha evitato all'intero sistema bancario di sostenere costi estremamente rilevanti, necessari alla garanzia dei depositi dei clienti delle due banche, stimati in oltre 12 miliardi. E lo Stato italiano ha aggiunto - non ha dovuto sopportare oneri molto significativi (circa 10 miliardi) per fare fronte alle garanzie pubbliche su obbligazioni emesse dai due gruppi bancari veneti'. 'Vi accolgo con amicizia nel nostro gruppo. Aiutatemi a rendere questa banca ancora piu' forte, anche con la vostra voglia di riscatto. Credo che insieme faremo grandi cose per il Paese'. Cosi' l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha salutato gli ex dipendenti della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, entrati in Intesa, passando per un momento all'italiano nel corso della conference call (in inglese) sui conti del primo semestre. 'Voglio dare il benvenuto alla gente delle due Banche Venete che stanno entrando nel gruppo e sono fiducioso che insieme raggiungeremo ulteriori successi in futuro', ha aggiunto. Messina ha sottolineato che l'acquisizione degli asset delle banche venete ha 'un solido razionale industriale e strategico'. L'operazione, ha spiegato, consente a Intesa Sanpaolo di rafforzare il proprio posizionamento e di 'diventare il principale player di mercato in una delle zone piu' ricche del Paese'. L'istituto punta inoltre a creare valore nelle due ex banche venete applicando le best-practice del gruppo Intesa Sanpaolo. L'acquisizione, infine, consente di 'stabilizzare il sistema bancario italiano', migliorando 'la percezione degli investitori' e fornendo 'sostegno all'economia reale e all'occupazione'. 'Voglio usare il 2017 come un anno in cui creare le condizioni per avere performance significativamente migliori nel prossimo piano industriale' e anche per questo 'non considereremo alcun dividendo straordinario'. Lo ha annunciato l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, rispondendo alle

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domande degli analisti in conference call. Quanto all'evoluzione del costo del credito nella seconda parte dell'anno, Messina ha spiegato che l'aspettativa e' 'di essere ben al di sotto dei livelli pre crisi'. 'Devo inoltre considerare che per noi e' assolutamente una priorita' mantenere un forte trend di riduzione degli npl', ha aggiunto, dato che l'obiettivo, ha ribadito Messina, e' 'creare le condizioni in 2017 per avere performance migliori e sostenibili nel prossimo business plan'. 'La mia aspettativa e' di avere un impatto neutrale sull'utile per azione nel 2017 e di sicuro un impatto positivo a partire dal 2018'. Questa la guidance relativa impatto dell'acquisizione delle Banche Venete sul conto economico di Intesa Sanpaolo fornita dall'a.d. Carlo Messina nel corso della conference call del primo semestre. 'Mi sto davvero basando sullo spirito di rivalsa dei dipendenti delle banche venete - ha aggiunto - quindi non metto limiti alle mie aspettative da questa acquisizione'. 'La mia aspettativa e' di non avere alcun tipo di deal M&A' previsto nel nuovo Piano di Impresa di Intesa Sanpaolo. Lo ha annunciato l'a.d. dell'istituto, Carlo Messina, nel corso della conference call sui conti del primo semestre. 'Non c'e' quindi nessun mood da acquisizioni per il futuro', ha aggiunto. 'Il dividendo e' il risultato finale delle analisi del Piano e quindi posso solo confermare che il dividendo e la remunerazione degli azionisti saranno la chiara priorita' mia e di Intesa Sanpaolo anche per il futuro'. Cosi' l'a.d. dell'istituto, Carlo Messina, ha replicato a un analista che gli chiedeva se sia possibile prevedere un aumento in termini assoluti del dividendo che sara' pagato sull'esercizio 2018 dopo i 3,4 miliardi che la banca intende distribuire in base al bilancio 2017.

Di seguito la nota ufficiale di Intesa Sanpaolo Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo in data odierna ha approvato la relazione semestrale consolidata al 30 giugno 2017 (5). I risultati del primo semestre del 2017 riflettono i punti di forza del modello di business di Intesa Sanpaolo, che coniuga una generazione di ricavi focalizzata sulla crescita delle commissioni a un'elevata efficienza, e il miglioramento del trend della qualità del credito (qui dati e tabelle). ? utile netto contabile a 4.337 milioni di euro nel secondo trimestre 2017 e a 5.238 milioni nel primo semestre 2017, che comprende il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro, esente da imposte, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Utile netto, se si esclude il contributo pubblico di 3,5 miliardi, pari a 837 milioni di euro nel secondo trimestre 2017, rispetto ai 901 milioni sia del primo trimestre 2017 sia del secondo trimestre 2016, e a 1.738 milioni nel primo semestre 2017, rispetto ai 1.707 milioni del primo semestre 2016. Escludendo anche l'ammontare di tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (ossia, principalmente, i contributi al fondo di risoluzione e gli oneri relativi alle rettifiche di valore riguardanti Atlante), l'utile netto è risultato pari nel secondo trimestre 2017 a

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1.015 milioni di euro, rispetto a 1.183 milioni del primo trimestre 2017 e a 912 milioni del secondo trimestre 2016, e nel primo semestre 2017 a 2.198 milioni, rispetto a 1.820 milioni del primo semestre 2016. Nel secondo semestre del 2017 è prevista la contabilizzazione della plusvalenza netta di circa 800 milioni di euro derivante dalla cessione di Allfunds firmata nel primo trimestre. Risultati in linea con la quota semestrale dell'impegno alla distribuzione di 3,4 miliardi di euro di dividendi cash per il 2017; ? risultato corrente lordo, escluso il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi, in aumento del 12,3% nel primo semestre 2017, rispetto al primo semestre 2016; ? risultato della gestione operativa nel secondo trimestre 2017 in crescita dell' 1,6% rispetto al primo trimestre 2017; nel primo semestre 2017 in crescita del 2,7%, rispetto al primo semestre 2016, se si escludono l'effetto della svalutazione della valuta egiziana e i dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia (pari a 10 milioni di euro nel primo semestre 2017, rispetto ai 121 milioni del primo semestre 2016); ? proventi operativi netti nel secondo trimestre 2017 in crescita del 3,3% rispetto al primo trimestre 2017; nel primo semestre 2017 in crescita del 2%, rispetto al primo semestre 2016, se si escludono l'effetto della svalutazione della valuta egiziana e i dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia;

(1) Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 26. ? interessi netti nel secondo trimestre 2017 in aumento dello 0,6% rispetto al primo trimestre 2017; nel primo semestre 2017 in aumento dell' 1,5%, rispetto al primo semestre 2016, se si esclude l'effetto della svalutazione della valuta egiziana; ? commissioni in crescita del 2,2% nel secondo trimestre 2017 rispetto al primo trimestre 2017 e del 5,8% nel primo semestre 2017 rispetto al primo semestre 2016, conseguente alla forte ripresa del risparmio gestito, che nel semestre ha registrato una crescita dello stock di circa 12 miliardi di euro e una raccolta netta pari a circa 10,3 miliardi; ? elevata efficienza, con un cost/income al 49,2% nel primo semestre 2017, tra i migliori nell'ambito delle maggiori banche europee; ? continuo controllo dei costi operativi, che nel primo semestre 2017 sono risultati in linea con il primo semestre 2016; ? miglioramento del trend della qualità del credito, a seguito dell'efficacia della gestione proattiva del credito in un contesto economico in miglioramento: - diminuisce il flusso di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis, che nel secondo trimestre 2017 registra il valore trimestrale più basso dalla costituzione di Intesa Sanpaolo per il flusso lordo e il secondo valore più basso, dopo il minimo storico del terzo trimestre 2016, per il flusso netto: flusso lordo a un miliardo di euro, in diminuzione del 14% rispetto a 1,2 miliardi del primo trimestre 2017, e flusso netto a 0,5 miliardi, in riduzione del 23% rispetto a 0,7 miliardi del primo trimestre 2017, - scende lo stock di crediti deteriorati: in 21 mesi di 10 miliardi di euro al lordo delle rettifiche di valore, senza oneri straordinari per gli azionisti, e,

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rispetto a dicembre 2016, del 6% al lordo delle rettifiche di valore e del 6,6% al netto delle rettifiche di valore, - in particolare, riduzione dello stock di sofferenze: rispetto a dicembre 2016, del 6,5% sia al lordo sia al netto delle rettifiche di valore, - riduzione dello stock di inadempienze probabili: rispetto a dicembre 2016, del 4,7% al lordo delle rettifiche di valore e del 6,2% al netto delle rettifiche di valore; ? elevati livelli di copertura dei crediti deteriorati: - livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 49,1% a fine giugno 2017, rispetto al 48,8% di fine 2016, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 60,7% a fine giugno 2017 (60,6% a fine 2016), - robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari allo 0,5% a fine giugno 2017 (analogo a quello di fine 2016); ? supporto all'economia reale: circa 35 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine nel primo semestre 2017, con circa 25 miliardi in Italia, in crescita del 6,5% rispetto al primo semestre 2016, di cui circa 22 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese, in aumento dell' 8% rispetto al primo semestre 2016; circa 11.000 aziende italiane riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nel primo semestre 2017 e circa 63.000 dal 2014; ? patrimonializzazione molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi, anche nello scenario avverso dello stress test. Al 30 giugno 2017, tenendo conto di circa 1.640 milioni di euro di dividendi maturati nel semestre (posti pari all'utile netto del semestre diminuito del rateo cedole maturato sulle emissioni di Additional Tier 1 e del contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro, esente da imposte, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca), il Common Equity ratio pro-forma a regime è risultato pari al 13%(6)(7), livello top tra le maggiori banche europee, e il Common Equity ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2017 al 12,5% (7), rispetto a un requisito SREP, comprensivo di Capital Conservation Buffer e O-SII Buffer, pari rispettivamente al 9,25% e al 7,25%. Nello scenario avverso dello stress test al 2018, il Common Equity ratio è risultato pari al 10,2%; ? elevata liquidità e forte capacità di funding: a fine giugno 2017, attività liquide per 159 miliardi di euro (di cui 9 miliardi derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) ed elevata liquidità prontamente disponibile per 81 miliardi (di cui un miliardo derivante dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca); rispettati già oggi i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in largo anticipo sulla data prevista per l'entrata in vigore a regime (2018). Le operazioni di finanziamento con BCE per ottimizzare il costo del funding e supportare gli investimenti delle aziende clienti sono state pari mediamente nel secondo trimestre del 2017 a 56,7 miliardi di euro (44,8 miliardi mediamente nel primo trimestre 2017 e 33,3 miliardi mediamente nel 2016), costituite interamente dall'operazione TLTRO con scadenza quadriennale. A fine marzo 2017 il Gruppo ha partecipato alla quarta e ultima operazione TLTRO II per un ammontare pari

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a 12 miliardi di euro, raggiungendo così una partecipazione complessiva alle operazioni TLTRO II pari all'importo massimo richiedibile di circa 57 miliardi, dopo avere partecipato a fine giugno 2016 alla prima operazione TLTRO II per circa 36 miliardi, a fronte del rimborso integrale del finanziamento TLTRO I in essere per 27,6 miliardi di euro, a fine settembre 2016 alla seconda operazione TLTRO II per circa 5 miliardi e a metà dicembre 2016 alla terza operazione TLTRO II per circa 3,5 miliardi. Al 30 giugno 2017 erano complessivamente in essere operazioni di finanziamento con BCE per 63,8 miliardi di euro, a seguito dell'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, comprendenti operazioni TLTRO II pari a circa 7,1 miliardi;

(2) Stimato applicando ai dati di bilancio del 30 giugno 2017 i parametri indicati a regime, considerando l'assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all'affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l'atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse, il consolidamento linea per linea delle società controllate da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca incluse nei rami di attività acquisiti, la prevista distribuzione dell'utile assicurativo del primo semestre 2017 e il Danish compromise (per cui gli investimenti assicurativi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio anziché dedotti dal capitale, con un beneficio di 8 centesimi di punto). (3) Dopo la deduzione dei dividendi maturati, posti pari all'utile netto del semestre diminuito del rateo cedole maturato sulle emissioni di Additional Tier 1 e del contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro, esente da imposte, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. ? molteplici iniziative del Piano di Impresa in corso, con un forte coinvolgimento delle persone: ¥ New Growth Bank: - Banca 5®: ? operativo il modello di business "specializzato" di Banca 5® in circa il 70% delle filiali, con 3.600 gestori dedicati: ricavi per cliente aumentati da 70 a 126 euro, +80%; ? in corso di implementazione "Intesa Sanpaolo Casa", dedicata alla mediazione e intermediazione immobiliare, con l'apertura di 33 agenzie immobiliari già effettuata nelle città più importanti; ? acquisizione di Banca ITB, per creare la prima "banca di prossimità" in Italia, focalizzata sull'instant banking tramite una rete distributiva di circa 22.000 punti operativi leggeri, con un bacino potenziale di circa 25 milioni di clienti, di cui circa 12 milioni già clienti di Banca ITB; - Banca multicanale: ? nuovi processi multicanale lanciati con successo: - clienti multicanale aumentati di circa 1,8 milioni da inizio 2014 a circa 6,6 milioni; - circa 4,8 milioni di App scaricate su dispositivi mobile;

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- la prima banca multicanale in Italia, con circa l' 85% dei prodotti disponibili tramite piattaforme multicanali; - digitalizzazione attiva in tutte le filiali: dematerializzato circa il 100% delle operazioni riguardanti i prodotti prioritari (circa 8,1 milioni di operazioni nel primo semestre 2017 e oltre 16,3 milioni dall'avvio dell'iniziativa); - "Filiale Online" pienamente operativa per il "Servizio Commerciale", con circa 19.000 prodotti venduti nel primo semestre 2017; - nuove competenze di marketing digitale per cogliere pienamente le opportunità derivanti da motori di ricerca e presenza sui social media; - lancio della nuova esperienza digitale Intesa Sanpaolo, con nuovo internet banking, nuovo sito internet e nuove applicazioni; - sviluppo di nuovi canali digitali in Croazia, Ungheria e Egitto; - Private Banking: ? dal 1° luglio 2015 pienamente operativa la nuova entità Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking; ? filiale di Private Banking a Londra pienamente operativa e rafforzamento di Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse); ? primo lancio di nuovi prodotti disponibili per l'intera Divisione (ad esempio, Fideuram Private Mix, Piano Investimento Italia - PIR, Obiettivo 2022, Obiettivo 2023 Piano Investimento Italia, creazione di una SICAV dedicata); ? modello di servizio mirato per la clientela High Net Worth Individuals: - aperte 7 boutique dedicate alla clientela High Net Worth Individuals, - lanciati nuovi servizi di consulenza per i clienti con sofisticate esigenze finanziarie; ? continua crescita dello strumento di consulenza "View" nella rete di Intesa Sanpaolo Private Banking applicato a circa 5 miliardi di euro di attività finanziarie; ? pienamente operativo il nuovo digital office per i private banker; ? ampliamento del servizio di consulenza verso diversi segmenti di clientela; - Asset Management: ? arricchimento della piattaforma digitale (ad esempio, "portafogli consigliati" e "analisi di scenario"); ? nuova gamma di prodotti introdotti nell'offerta della Divisione Banca dei Territori (ad esempio, Eurizon Evolution Target, Eurizon Difesa 100, Epsilon Soluzione Obbligazionaria x 4), della Divisione Private Banking (ad esempio, Eurizon High Income, Eurizon ESG Target 40, Eurizon Global Inflation Strategy), della Divisione Insurance e per i clienti della Divisione Corporate e Investment Banking (ad esempio, EF Sustainable Global Equity), e nuova offerta dedicata ai clienti internazionali (ad esempio "Best Expertise"), PMI (ad esempio, GP Unica Imprese), istituzionali e wholesale (ad esempio, Eurizon Fund SLJ Emerging Local Market Debt, Eurizon Fund Equity Small Mid Cap Italy); ? arricchimento della gamma di prodotti offrendo soluzioni con profilo di rischio moderato rispondenti all'attuale volatilità dei mercati (ad esempio, Epsilon Difesa Attiva); ? lancio di prodotti che permettono agli investitori di supportare l'economia reale cogliendo l'evoluzione del mercato europeo del credito strutturato (Eurizon Easy Fund - Securitised Bond Fund); ? lancio di soluzioni di investimento nel quadro dei Piani Individuali di Risparmio, volte a sostenere la crescita a lungo termine delle imprese (ad

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esempio, Eurizon Progetto Italia), con una raccolta netta di circa un miliardo di euro dal lancio; ? sviluppo della Divisione Asset Management in Europa (ad esempio, partnership a Londra e nuova filiale a Parigi) e in Asia (ad esempio, costituzione di Yicai, società di Wealth Management, in Cina); ? integrazione delle attività di Asset Management del Gruppo in Europa Orientale con Eurizon Capital; ? rafforzamento dell'offerta dei prodotti di wealth management "Eurizon GP Unica" e "Eurizon GP Unica Facile" con la possibilità per i clienti di sottoscrivere un servizio di tutela della persona; - Insurance: ? portafoglio prodotti in via di ricomposizione a favore di prodotti efficienti in termini di assorbimento di capitale (ad esempio, i prodotti Unit Linked hanno raggiunto il 73% della nuova produzione rispetto al 66% del 2016); ? lancio di nuovi prodotti Unit Linked con capitale protetto ("Exclusive Insurance", "LaTuaScelta"); ? sviluppo dei prodotti vita con il lancio di "Base Sicura Tutelati", ideata per i minori e le persone con disabilità, e "Vicino a Te", per i minori che hanno perso i genitori a causa del terremoto; ? consolidamento dei prodotti per la Divisione Private Banking (Fideuram Private Mix e Synthesis) e lancio di un nuovo prodotto multiramo con capitale protetto e di una nuova Unit Linked ("Selezione Private") che dà accesso a 50 fondi di terzi "best in class"; ? aggiornamento del prodotto "Giusto Mix" con l'introduzione di un meccanismo di riduzione della volatilità; ? continua diversificazione dell'offerta nel ramo danni, con prodotti nel comparto salute (nuovo prodotto dedicato alla copertura di interventi chirurgici, prevenzione e malattie con "Dread Disease") e imprese (nuovo prodotto dedicato all'agricoltura); ? consolidamento delle attività per lo sviluppo di un'offerta di fondi pensione ad adesione collettiva; ? piena integrazione del comparto dei fondi pensione; ? completate le attività per l'offerta a distanza dei prodotti salute; ? lancio di iniziative pilota per supportare la crescita del segmento danni mediante gestori specializzati e canale telefonico (filiali on-line); ? lancio di un'iniziativa pilota con il broker assicurativo AON per la clientela imprese; ? proseguimento delle attività per rafforzare le vendite del prodotto auto attraverso un sistema di raccolta di numeri di targa per lo sviluppo di proposte commerciali dedicate a nuovi clienti e l'offerta a distanza di prodotti assicurativi per i veicoli; - Banca a 360° per le imprese: ? costituita un'unità dedicata al Transaction Banking per il Gruppo e avviate nuove iniziative commerciali; ? nuovo modello commerciale e nuova offerta di prodotti per le imprese; ? pienamente operativo il Polo della Finanza di Impresa (nuovo Mediocredito Italiano); ? rafforzamento della presenza internazionale della Divisione Corporate e Investment Banking (ad esempio, ufficio di Washington pienamente operativo e rafforzamento di Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg);

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¥ Core Growth Bank: - cattura del potenziale reddituale inespresso: ? in corso di realizzazione il progetto "evoluzione del servizio di cassa": già circa 1.900 filiali con il servizio di cassa che chiude alle ore 13 mantenendo l'orario esteso unicamente per i servizi di consulenza e circa 230 filiali dedicate esclusivamente alla consulenza; ? nuovo portale di e-commerce per cogliere pienamente il potenziale di attività dopo EXPO 2015; ? rafforzata l'offerta volta alla crescita del credito alle persone (ad esempio, il nuovo e innovativo "Mutuo Up"); ? introdotto il nuovo modello di servizio nella Divisione Banca dei Territori, con la costituzione di tre catene del valore commerciali, la creazione di circa 1.200 nuovi ruoli manageriali e l'innovazione del modello di servizio per le imprese; ? nuovi modelli di advanced analytics e machine learning per l'identificazione di clienti ad elevato potenziale; ? lancio del "Programma Filiere" con importanti iniziative in settori economici di rilievo (Agricoltura); ? integrazione del comparto del credito al consumo nelle filiali della Divisione Banca dei Territori; ? pienamente operativo il modello Asset Light della Divisione Corporate e Investment Banking, con benefici in termini di cross selling; rafforzata l'attività distributiva; ? in corso nella Divisione Corporate e Investment Banking il programma di eccellenza commerciale; ? operativa la riorganizzazione della Divisione Corporate e Investment Banking, per rafforzare il modello organizzativo focalizzato sui settori e lo sviluppo internazionale, e lancio della strategia internazionale della Divisione Corporate e Investment Banking, focalizzata sull'ulteriore crescita per selezionati prodotti, clienti e Paesi; ? apertura delle filiali di Doha e Abu Dhabi; ? avviati la nuova segmentazione e il nuovo modello di servizio per i clienti affluent della Divisione Banche Estere; ? sistema di CRM in estensione alla Slovacchia e modello di consulenza per i prodotti di investimento in corso di implementazione in Slovacchia, Croazia, Ungheria e Slovenia; ? in corso l'integrazione della banca controllata in Bosnia nella controllata in Croazia e conclusione del processo autorizzativo per l'integrazione della banca controllata in Slovenia nella controllata in Croazia; ? finalizzata la joint venture nel merchant banking con un investitore specializzato (Neuberger), con deconsolidamento delle attività; - governo continuo dei costi: ? semplificazione del presidio territoriale: 67 filiali chiuse nel primo semestre 2017 e 794 dal 2014; ? semplificazione delle entità giuridiche: già realizzate la riduzione nell'attività di leasing, factoring, credito specialistico e consulenza - da 7 fabbriche di prodotto a una sola (nuovo Mediocredito Italiano) e 9 fusioni di banche regionali nella Capogruppo; - gestione dinamica del credito e dei rischi: ? filiera dedicata alla gestione proattiva del credito pienamente operativa in

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tutte le Divisioni; ? operativa la gestione integrata dei crediti incagliati; ? riorganizzazione dell'Area di Governo Chief Lending Officer, strutturata per business units; ? separazione tra Risk Management e Compliance, con due responsabili (Chief Risk Officer e Chief Compliance Officer) che riportano direttamente al CEO; ¥ Capital Light Bank: - piena operatività, con circa 780 persone dedicate e circa 24 miliardi di euro di riduzione degli attivi non strategici già conseguiti; - nuovo sistema di performance management pienamente operativo su ciascuna asset class; - Re.O.Co. (Real Estate Owned Company) pienamente operativa, con un impatto positivo per il Gruppo stimato in circa 58 milioni di euro dal 2014; - pienamente operativa la partnership con KKR-Pillarstone; ¥ persone e investimenti come fattori abilitanti: - circa 4.500 persone già riconvertite su iniziative prioritarie; - attuato il Piano di Investimento destinato alle persone del Gruppo, con il più alto numero di partecipanti nella storia del Gruppo; - programma "Big Financial Data" pienamente in linea con gli obiettivi (coinvolte circa 500 persone); - pienamente operativo il Chief Innovation Officer e costituito il "Centro per l'Innovazione", per la formazione e lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e della "filiale ideale", presso il nuovo Grattacielo Intesa Sanpaolo a Torino; - lanciato un programma di digitalizzazione su larga scala per accrescere l'efficienza e il livello di servizio nei processi operativi prioritari; pienamente operativa la Digital Factory, con il lancio della digitalizzazione di 15 processi chiave, di cui 13 già completati; - lanciato un programma di Advanced Analytics riguardante iniziative commerciali e operative in varie unità organizzative; - avviato l'investimento per il rinnovamento del layout di 1.000 filiali (circa 90 filiali ad oggi); - sottoscritti oltre 200 accordi con le organizzazioni sindacali; - circa 7.700 persone che si avvalgono già dello "smart working" e lancio del piano di "smart learning" che permette a circa 29.000 persone di accedere a corsi di formazione da casa; - pienamente operativo e ulteriormente migliorato il "Programma di Welfare Integrato"; - lancio del progetto pilota "Lavoro Misto", con due contratti paralleli in vigore per la stessa persona (un contratto part-time come dipendente bancario e l'altro come consulente finanziario): prime attivazioni alla fine di luglio. I risultati di conto economico del secondo trimestre 2017 Il conto economico consolidato del secondo trimestre 2017 (8) registra proventi operativi netti pari a 4.348 milioni di euro, in aumento del 3,3% rispetto ai 4.209 milioni del primo trimestre 2017 e in diminuzione del 2,6% rispetto ai 4.464 milioni del secondo trimestre 2016, ma in aumento dell'1,5% rispetto al secondo trimestre 2016 se si escludessero l'effetto della svalutazione della valuta egiziana e i dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia.

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In quest'ambito, nel secondo trimestre 2017 gli interessi netti ammontano a 1.815 milioni di euro, in aumento dello 0,6% rispetto ai 1.805 milioni del primo trimestre 2017 e in flessione dello 0,9% rispetto ai 1.832 milioni del secondo trimestre 2016, ma in crescita del 2,3% rispetto al secondo trimestre 2016 se si escludesse l'effetto della svalutazione della valuta egiziana. Le commissioni nette sono pari a 1.896 milioni di euro, in aumento del 2,2% rispetto ai 1.855 milioni del primo trimestre 2017. In dettaglio, si registra una crescita del 3,3% delle commissioni da attività bancaria commerciale e dell' 1,8% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli sale del 3,4%, quella relativa al risparmio gestito aumenta del 3,9% (con commissioni di performance pari a 7 milioni nel secondo trimestre 2017 e a 3 milioni nel primo trimestre 2017) e quella relativa ai prodotti assicurativi diminuisce dell' 1,9%. Le commissioni nette del secondo trimestre 2017 aumentano del 2% rispetto ai 1.858 milioni del secondo trimestre 2016. In dettaglio, si registra una diminuzione dello 0,9% delle commissioni da attività bancaria commerciale e un aumento del 7,7% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito l'apporto da intermediazione e collocamento di titoli cresce del 19%, quello da risparmio gestito del 9,4% (con un milione di euro di commissioni di performance registrate nel secondo trimestre 2016) e quello da prodotti assicurativi dell' 1,1%.

(4) In occasione della redazione del resoconto intermedio al 30 settembre 2008, sono intervenute - a seguito della crisi finanziaria internazionale alcune modifiche nei principi contabili internazionali IAS, omologate dalla Commissione Europea, che in estrema sintesi hanno consentito di riclassificare - in determinate circostanze che si configurino come eventi inusuali - strumenti finanziari non quotati, o non più quotati, in un mercato attivo e non più detenuti per finalità di negoziazione o disponibili per la vendita: in particolare dalla categoria degli strumenti di trading a quella delle attività disponibili per la vendita o delle attività detenute fino alla scadenza o dei finanziamenti e crediti e dalla categoria delle attività disponibili per la vendita a quella dei finanziamenti e crediti. Il Gruppo ha effettuato in anni passati - in larga misura sulla base dei prezzi al 1° luglio 2008 - una riclassificazione di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione per 240 milioni a finanziamenti e crediti; il Gruppo ha anche effettuato una riclassificazione di attività finanziarie disponibili per la vendita per 4.795 milioni a finanziamenti e crediti. Senza queste riclassificazioni si sarebbe registrato un impatto positivo sul risultato dell'attività di negoziazione del secondo trimestre 2017 pari a 6 milioni (un impatto positivo di 6 milioni nel primo semestre 2017, negativo di 9 milioni nel 2016, positivo di 2 milioni nel 2015, di 60 milioni nell'esercizio 2014, di 94 milioni nell'esercizio 2013 e di 135 milioni nell'esercizio 2012, negativo di 11 milioni nel 2011, positivo di 92 milioni nel 2010 e di 73 milioni nel 2009, negativo di 460 milioni nel 2008) e si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte direttamente sul

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patrimonio netto al 30 giugno 2017 pari a 800 milioni (con un impatto positivo di 160 milioni nel secondo trimestre 2017 e di 94 milioni nel primo semestre 2017). Il risultato dell'attività assicurativa ammonta a 240 milioni di euro, rispetto ai 283 milioni del primo trimestre 2017 e ai 239 milioni del secondo trimestre 2016. Il risultato dell'attività di negoziazione è pari a 365 milioni di euro rispetto a 226 milioni del primo trimestre 2017, con la componente relativa alla clientela che cresce a 139 milioni da 129 milioni, quella di capital markets e attività finanziarie AFS che si attesta a 20 milioni rispetto a 17 milioni, quella dell'attività di trading e tesoreria che sale a 194 milioni (comprendenti 10 milioni di dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia) da 72 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che aumenta a 12 milioni da 8 milioni. Il risultato dell'attività di negoziazione di 365 milioni del secondo trimestre 2017 si confronta con i 467 milioni del secondo trimestre 2016, trimestre in cui l'apporto della componente relativa alla clientela era stato di 136 milioni, quello della componente di capital markets e attività finanziarie AFS di 85 milioni, quello dell'attività di trading e tesoreria di 240 milioni (comprendenti 121 milioni di dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia) e quello dei prodotti strutturati di credito di 6 milioni. I costi operativi ammontano a 2.159 milioni di euro, in aumento del 5,1% rispetto ai 2.055 milioni del primo trimestre 2017, a seguito di una crescita del 4% per le spese del personale, dell' 8,6% per le spese amministrative e dell' 1,1% per gli ammortamenti; i costi operativi del secondo trimestre 2017 sono in linea con i 2.161 milioni del corrispondente trimestre 2016, a seguito di una flessione dello 0,2% per le spese del personale e dell' 1,2% per le spese amministrative e di un aumento del 5% per gli ammortamenti. Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 2.189 milioni di euro, in aumento dell' 1,6% rispetto ai 2.154 milioni del primo trimestre 2017 e in diminuzione del 5% rispetto ai 2.303 milioni del secondo trimestre 2016, ma in aumento dell' 1,8% rispetto al secondo trimestre 2016 se si escludessero l'effetto della svalutazione della valuta egiziana e i dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia. Il cost/income ratio nel secondo trimestre 2017 è pari al 49,7%, rispetto al 48,8% del primo trimestre 2017 e al 48,4% del secondo trimestre 2016. Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 737 milioni, rispetto ai 695 milioni del primo trimestre 2017 e ai 923 milioni del secondo trimestre 2016. L'ammontare di accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività è pari a 57 milioni, rispetto ai 3 milioni del primo trimestre 2017 e ai 194 milioni del secondo trimestre 2016. Gli altri proventi netti sono pari a 3.617 milioni di euro e includono 3,5 miliardi di euro di contributo pubblico cash, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e 109 milioni di effetto positivo derivante dalla cessione di una quota di NTV e dalla valorizzazione al fair value conseguente alla riclassificazione della restante partecipazione detenuta, non più rientrante tra le imprese sottoposte ad influenza notevole. Gli altri proventi netti erano pari a 196

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milioni sia nel primo trimestre 2017 (che includevano circa 190 milioni di effetto positivo derivante dalla valorizzazione al fair value dell'investimento in Bank of Qingdao conseguente alla riclassificazione della partecipazione detenuta, non più rientrante tra le imprese sottoposte ad influenza notevole) sia nel secondo trimestre 2016 (che comprendevano 170 milioni di proventi derivanti dalla cessione della partecipazione in VISA Europe). L'utile dei gruppi di attività in via di dismissione è nullo, analogamente al primo trimestre 2017, rispetto ai 28 milioni nel secondo trimestre 2016. Il risultato corrente lordo è pari a 5.012 milioni di euro, a 1.512 milioni se si esclude il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, rispetto ai 1.652 milioni del primo trimestre 2017 e ai 1.410 milioni del secondo trimestre 2016. Il risultato netto consolidato è pari a 4.337 milioni di euro, dopo la contabilizzazione di: - imposte sul reddito per 444 milioni di euro; - oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) per 41 milioni, che includono, da un lato, 1.285 milioni di euro di contributo pubblico cash, esente da imposte, a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e, dall'altro, 1.285 milioni, al netto dell'effetto fiscale, di corrispondente accantonamento a fondo rischi e oneri; - oneri derivanti dall'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) per 5 milioni; - tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) pari a 178 milioni di euro, derivanti da oneri ante imposte pari a 13 milioni di ulteriori oneri relativi al contributo ordinario al fondo di risoluzione per l'intero 2017 in aggiunta a quelli stimati nel primo trimestre 2017, a 8 milioni per i contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all'estero, a 188 milioni per le rettifiche di valore riguardanti Atlante e a 48 milioni per quelle conseguenti alla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; questa voce ammontava a 282 milioni di euro nel primo trimestre 2017 (derivanti da oneri ante imposte pari a 150 milioni per il contributo ordinario al fondo di risoluzione stimato per l'intero 2017, a 4 milioni per i contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all'estero e a 261 milioni per le rettifiche di valore riguardanti Atlante) e a 11 milioni nel secondo trimestre 2016 (derivanti da oneri ante imposte pari a 12 milioni per i contributi al fondo di risoluzione e a 5 milioni per i contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all'estero); - un utile di pertinenza di terzi pari a 7 milioni. Escludendo il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi, il risultato del secondo trimestre 2017 è pari a 837 milioni di euro, rispetto a 901 milioni sia del primo trimestre 2017 sia del secondo trimestre 2016. Escludendo anche l'ammontare di tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario, il risultato è pari a 1.015 milioni di euro nel secondo trimestre 2017, rispetto a 1.183 milioni nel primo trimestre 2017 e a 912 milioni nel secondo trimestre 2016. I risultati di conto economico del primo semestre 2017

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Il conto economico consolidato del primo semestre 2017 registra proventi operativi netti pari a 8.557 milioni di euro, in flessione dell' 1% rispetto ai 8.641 milioni del primo semestre 2016, ma in aumento del 2% se si escludessero gli effetti della svalutazione della valuta egiziana e i dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia. In quest'ambito, nel primo semestre 2017 gli interessi netti ammontano a 3.620 milioni di euro, in diminuzione dell' 1,8% rispetto ai 3.687 milioni del primo semestre 2016, ma in crescita dell' 1,5% se si escludesse l'effetto della svalutazione della valuta egiziana. Le commissioni nette sono pari a 3.751 milioni di euro, in aumento del 5,8% rispetto ai 3.545 milioni del primo semestre 2016. In dettaglio, si registra una diminuzione dell' 1% delle commissioni da attività bancaria commerciale e un aumento del 12,7% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito l'apporto da intermediazione e collocamento di titoli cresce del 46,7%, quello da risparmio gestito del 9,4% (con 10 milioni di euro di commissioni di performance, rispetto a 3 milioni registrati nel primo semestre 2016) e quello da prodotti assicurativi del 7,3%. Il risultato dell'attività assicurativa ammonta a 523 milioni di euro, rispetto ai 571 milioni del primo semestre 2016. Il risultato dell'attività di negoziazione è pari a 591 milioni di euro rispetto a 695 milioni del primo semestre 2016, con la componente relativa alla clientela che cresce a 268 milioni da 243 milioni, quella di capital markets e attività finanziarie AFS che scende a 37 milioni da 159 milioni, quella dell'attività di trading e tesoreria che diminuisce a 266 milioni (comprendenti 10 milioni di dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia) da 288 milioni (comprendenti 121 milioni di dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia) e quella dei prodotti strutturati di credito che aumenta a 20 milioni da 5 milioni. I costi operativi ammontano a 4.214 milioni di euro e sono in linea con i 4.215 milioni del primo semestre 2016, a seguito di una riduzione dell' 1,8% per le spese amministrative e di un aumento dello 0,2% per le spese del personale e del 4,8% per gli ammortamenti. Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 4.343 milioni di euro, in diminuzione dell' 1,9% rispetto ai 4.426 milioni del primo semestre 2016, ma in aumento del 2,7% se si escludessero gli effetti della svalutazione della valuta egiziana e i dividendi provenienti dalla quota detenuta in Banca d'Italia. Il cost/income ratio nel primo semestre 2017 è pari al 49,2%, rispetto al 48,8% del primo semestre 2016. Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 1.432 milioni, rispetto ai 1.617 milioni del primo semestre 2016. L'ammontare di accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività è pari a 60 milioni, rispetto ai 240 milioni del primo semestre 2016. Gli altri proventi netti sono pari a 3.813 milioni di euro e includono 3,5 miliardi di euro di contributo pubblico cash, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, e

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299 milioni di effetto positivo derivante dalla cessione di una quota di NTV e dalla valorizzazione al fair value conseguente alla riclassificazione sia della restante partecipazione detenuta in NTV sia dell'investimento in Bank of Qingdao, non più rientranti tra le imprese sottoposte ad influenza notevole. Gli altri proventi netti nel primo semestre 2016 erano pari a 201 milioni e comprendevano 170 milioni di proventi derivanti dalla cessione della partecipazione in VISA Europe. L'utile dei gruppi di attività in via di dismissione è nullo, rispetto ai 48 milioni nel primo semestre 2016. Il risultato corrente lordo è pari a 6.664 milioni di euro. Il risultato corrente lordo è pari a 3.164 milioni escludendo il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, in crescita del 12,3% rispetto ai 2.818 milioni del primo semestre 2016. Il risultato netto consolidato è pari a 5.238 milioni di euro, dopo la contabilizzazione di: - imposte sul reddito per 889 milioni di euro; - oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) per 53 milioni, che includono, da un lato, 1.285 milioni di euro di contributo pubblico cash, esente da imposte, a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all'acquisto dei rami di attività d Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e, dall'altro, 1.285 milioni, al netto dell'effetto fiscale, di corrispondente accantonamento a fondo rischi e oneri; - oneri derivanti dall'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte) per 11 milioni; - tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) pari a 460 milioni di euro, derivanti da oneri ante imposte pari a 163 milioni per il contributo ordinario al fondo di risoluzione per l'intero 2017, a 12 milioni per i contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all'estero, a 449 milioni per le rettifiche di valore riguardanti Atlante e a 48 milioni per quelle conseguenti alla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; questa voce ammontava a 113 milioni nel primo semestre 2016, derivanti da oneri ante imposte pari a 148 milioni per i contributi al fondo di risoluzione e a 12 milioni per i contributi al fondo di garanzia dei depositi di unità operanti all'estero; - un utile di pertinenza di terzi pari a 13 milioni. Escludendo il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi, il risultato del primo semestre 2017 è pari a 1.738 milioni di euro, rispetto a 1.707 milioni del primo semestre 2016. Escludendo anche l'ammontare di tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario, il risultato è pari a 2.198 milioni di euro nel primo semestre 2017 e a 1.820 milioni nel primo semestre 2016. Lo stato patrimoniale al 30 giugno 2017 Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 giugno 2017 i crediti verso la clientela sono pari a 394 miliardi di euro, di cui 24 miliardi derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; escludendo tali rami di attività, i crediti alla clientela sono in

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crescita dell' 1,2% rispetto al 31 dicembre 2016 e del 2,5% rispetto al 30 giugno 2016 (in flessione dello 0,3% nel secondo trimestre 2017 rispetto al primo trimestre 2017 e in aumento del 4,1% nel primo semestre 2017 rispetto al primo semestre 2016 se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti), cui non contribuiscono i rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca acquistati, ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 27.802 milioni di euro, in diminuzione del 6,6% rispetto ai 29.767 milioni del 31 dicembre 2016. In quest'ambito, i crediti in sofferenza si riducono a 13.920 milioni di euro dai 14.895 milioni del 31 dicembre 2016, con un'incidenza sui crediti complessivi pari al 3,5%, al 3,8% se si escludono dai crediti complessivi i rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca acquistati (4,1% al 31 dicembre 2016), e un grado di copertura al 60,7% (60,6% a fine 2016). Le inadempienze probabili diminuiscono a 13.546 milioni di euro dai 14.435 milioni del dicembre 2016 e i crediti scaduti/sconfinanti scendono a 336 milioni di euro rispetto ai 437 milioni di fine 2016. Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 920 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), di cui 50 miliardi derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; escludendo tali rami di attività, le attività finanziarie della clientela sono in aumento dello 0,7% rispetto al 31 dicembre 2016 e del 3,5% rispetto al 30 giugno 2016. Nell'ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria ammonta a 412 miliardi, di cui 30 miliardi derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; escludendo tali rami di attività, la raccolta diretta bancaria è in diminuzione del 3% rispetto al 31 dicembre 2016 e dell' 1,2% rispetto al 30 giugno 2016. Il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 148 miliardi (cui non contribuiscono i rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca acquistati), in crescita del 2,5% rispetto al 31 dicembre 2016 e del 5,9% rispetto al 30 giugno 2016. La raccolta indiretta ammonta a 506 miliardi, di cui 20 miliardi derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; escludendo tali rami di attività, la raccolta indiretta è in aumento del 3,7% rispetto al 31 dicembre 2016 e del 7,5% rispetto al 30 giugno 2016. L'ammontare di risparmio gestito raggiunge i 326 miliardi (cui non contribuiscono i rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca acquistati), in crescita del 3,8% rispetto al 31 dicembre 2016 e dell' 8,2% rispetto al 30 giugno 2016; la nuova produzione vita nel primo semestre 2017 (cui non contribuiscono i rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca acquistati) ammonta a 11,1 miliardi di euro (10,7% rispetto al primo semestre 2016). La raccolta amministrata è pari a 180 miliardi, di cui 20 miliardi derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; escludendo tali rami di attività, la raccolta amministrata è in aumento del 3,6% rispetto al 31 dicembre 2016 e del 6,1% rispetto al 30 giugno 2016. I coefficienti patrimoniali al 30 giugno 2017 - calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2017, tenendo conto di circa 1.640 milioni di euro di dividendi maturati nel primo semestre - risultano pari a: - 12,5% per il Common Equity ratio (9) (12,7% a fine 2016),

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- 14,3% per il Tier 1 ratio (9) (13,9% a fine 2016), - 17,1% per il coefficiente patrimoniale totale (9) (17% a fine 2016). La stima del common equity ratio pro-forma del Gruppo a regime è pari al 13% (12,9% al 31 dicembre 2016), applicando ai dati di bilancio del 30 giugno 2017 i parametri indicati a regime e considerando l'assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all'affrancamento del goodwill e alle rettifiche su crediti nonché al contributo pubblico cash di 1.285 milioni di euro - esenti da imposte - a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, l'atteso assorbimento delle DTA relative alle perdite pregresse, il consolidamento linea per linea delle società controllate da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca incluse nei rami di attività acquisiti, la prevista distribuzione dell'utile assicurativo del primo semestre 2017 e il Danish compromise (per cui gli investimenti assicurativi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio anziché dedotti dal capitale, con un beneficio di 8 centesimi di punto). *** Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da una robusta liquidità e da un leverage contenuto. Con riferimento alla liquidità, Intesa Sanpaolo si caratterizza per: - un'elevata liquidità prontamente disponibile (inclusi gli attivi stanziabili presso le Banche Centrali ricevuti a collaterale ed esclusi quelli dati a collaterale), pari a 81 miliardi di euro a fine giugno 2017 (di cui un miliardo derivante dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca), - un elevato ammontare di attività liquide (comprendenti la liquidità prontamente disponibile - esclusi gli attivi stanziabili ricevuti a collaterale - e gli attivi stanziabili dati a collaterale), pari a 159 miliardi di euro a fine giugno 2017 (di cui 9 miliardi derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca),

(5) Dopo la deduzione dei dividendi maturati, posti pari all'utile netto del semestre diminuito del rateo cedole maturato sulle emissioni di Additional Tier 1 e del contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro, esente da imposte, a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall'acquisto di attività e passività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. - operazioni di finanziamento con BCE per ottimizzare il costo del funding e supportare gli investimenti delle aziende clienti sono state pari mediamente nel secondo trimestre del 2017 a 56,7 miliardi di euro (44,8 miliardi mediamente nel primo trimestre 2017 e 33,3 miliardi mediamente nel 2016), costituite interamente dall'operazione TLTRO con scadenza quadriennale; a fine marzo 2017 il Gruppo ha partecipato alla quarta e ultima operazione

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TLTRO II per un ammontare pari a 12 miliardi di euro, raggiungendo così una partecipazione complessiva alle operazioni TLTRO II pari all'importo massimo richiedibile di circa 57 miliardi, dopo avere partecipato a fine giugno 2016 alla prima operazione TLTRO II per circa 36 miliardi, a fronte del rimborso integrale del finanziamento TLTRO I in essere per 27,6 miliardi di euro, a fine settembre 2016 alla seconda operazione TLTRO II per circa 5 miliardi e a metà dicembre 2016 alla terza operazione TLTRO II per circa 3,5 miliardi. Al 30 giugno 2017 erano complessivamente in essere operazioni di finanziamento con BCE per 63,8 miliardi di euro, a seguito dell'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, comprendenti operazioni TLTRO II pari a circa 7,1 miliardi; - fonti di raccolta stabili e ben diversificate, con raccolta diretta - bancaria da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per il 73% dalla componente retail, - raccolta a medio lungo termine per circa 12 miliardi nei primi sette mesi del 2017, di cui circa 11 miliardi relativi alla componente wholesale, - nell'ambito della componente wholesale della raccolta a medio lungo termine nei primi sette mesi 2017, operazioni benchmark di Additional Tier 1 per 2 miliardi di euro, obbligazioni bancarie garantite per un miliardo di euro, senior per 2,5 miliardi di euro e 2,5 miliardi di dollari e green bond per 500 milioni di euro (per circa l' 83% collocate presso investitori esteri). Il leverage ratio al 30 giugno 2017 è pari a 6,4% applicando i criteri transitori in vigore per il 2017 e a 6,1% applicando i criteri a regime, valori tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei. *** Al 30 giugno 2017, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 5.803 sportelli bancari (di cui 771 derivanti dall'acquisto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) - 4.648 in Italia (di cui 750 derivanti dall'acquisto dei predetti rami di attività) e 1.155 all'estero (di cui 21 derivanti dall'acquisto dei predetti rami di attività) - e 88.837 persone (che non includono l'apporto dei rami di attività di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca acquistati, perché tali rami non vengono consolidati nel conto economico del semestre). *** I risultati per area di Business La Divisione Banca dei Territori include: - clientela Retail (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro e attività/aziende con bassa complessità di esigenze); - clientela Personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro); - clientela Imprese, costituta da aziende con fatturato di gruppo non superiore a 350 milioni. Nella Divisione sono inoltre incluse le controllate Banca 5, banca di prossimità - collegata al canale delle tabaccherie - con focalizzazione sull' instant banking per fasce di clientela poco bancarizzate, Banca Prossima, che opera - attraverso le filiali del Gruppo con presidi locali e specialisti dedicati - al servizio degli enti nonprofit, e Mediocredito Italiano, che è il Polo della Finanza di Impresa.

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La Divisione Banca dei Territori nel secondo trimestre 2017 registra: - proventi operativi netti per 2.196 milioni, +0,8% rispetto a 2.179 milioni del primo trimestre 2017; - costi operativi per 1.230 milioni, +3,8% rispetto a 1.185 milioni del primo trimestre 2017; - un risultato della gestione operativa di 966 milioni, -2,8% rispetto a 994 milioni del primo trimestre 2017; - un cost/income ratio al 56% rispetto al 54,4% del primo trimestre 2017; - un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 367 milioni, rispetto a 413 milioni del primo trimestre 2017; - un risultato lordo pari a 599 milioni, +3% rispetto a 581 milioni del primo trimestre 2017; - un risultato netto pari a 342 milioni, -2,3% rispetto a 351 milioni del primo trimestre 2017. La Divisione Banca dei Territori nel primo semestre 2017 registra: - proventi operativi netti per 4.375 milioni, +1,6% rispetto a 4.307 milioni del primo semestre 2016, pari a circa il 51% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (50% nel primo semestre 2016); - costi operativi per 2.415 milioni, -1,4% rispetto a 2.450 milioni del primo semestre 2016; - un risultato della gestione operativa di 1.960 milioni, +5,5% rispetto a 1.857 milioni del primo semestre 2016; - un cost/income ratio al 55,2% rispetto al 56,9% del primo semestre 2016; - un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 780 milioni, rispetto a 960 milioni del primo semestre 2016; - un risultato corrente lordo pari a 1.180 milioni, +12,6% rispetto a1.048 milioni del primo semestre 2016; - un risultato netto pari a 693 milioni, +9,7% rispetto a 632 milioni del primo semestre 2016. La Divisione Corporate e Investment Banking comprende: - Global Corporate, cui compete la relazione con i clienti che hanno un fatturato superiore a 350 milioni di euro e raggruppati, secondo il modello settoriale, nei seguenti 11 comparti di attività: Automotive & Mechanics; Basic Materials & Healthcare; Food & Beverage and Distribution; Retail & Luxury; Infrastructure & Real Estate Partners; Public Finance; Global EPC & Integrated Logistics; Energy & Utilities; Oil & Gas; Telecom, Media & Technology; Business Solutions; - International Department, che cura lo sviluppo internazionale della Divisione e cui è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Intesa Sanpaolo Bank Luxembourg, Intesa Sanpaolo Bank Ireland e Intesa Sanpaolo Brasil); - Financial Institutions, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie; - Global Transaction Banking, cui compete la gestione dei servizi transazionali; - Banca IMI, deputata all'attività di investment banking (M&A e advisory), finanza strutturata, capital markets e primary market (equity e debt capital market). Nel perimetro della Divisione rientra inoltre l'attività di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo. La Divisione Corporate e Investment Banking nel secondo trimestre 2017

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registra: - proventi operativi netti per 845 milioni, +5,1% rispetto a 804 milioni del primo trimestre 2017; - costi operativi per 241 milioni, +6,5% rispetto a 226 milioni del primo trimestre 2017; - un risultato della gestione operativa di 604 milioni, +4,5% rispetto a 578 milioni del primo trimestre 2017; - un cost/income ratio al 28,5% rispetto al 28,1% del primo trimestre 2017; - un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 99 milioni, rispetto a 88 milioni del primo trimestre 2017; - un risultato corrente lordo pari a 614 milioni, +25,3% rispetto a 490 milioni del primo trimestre 2017; - un risultato netto pari a 446 milioni, +27,3% rispetto a 351 milioni del primo trimestre 2017. La Divisione Corporate e Investment Banking nel primo semestre 2017 registra: - proventi operativi netti per 1.649 milioni, -1,7% rispetto a 1.678 milioni del primo semestre 2016, pari a circa il 19% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (19% anche nel primo semestre 2016); - costi operativi per 467 milioni, +1,5% rispetto a 460 milioni del primo semestre 2016; - un risultato della gestione operativa di 1.182 milioni, -3% rispetto a 1.218 milioni del primo semestre 2016; - un cost/income ratio al 28,3% rispetto al 27,4% del primo semestre 2016; - un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 187 milioni, rispetto a 125 milioni del primo semestre 2016; - un risultato corrente lordo pari a 1.104 milioni, -0,6% rispetto a 1.111 milioni del primo semestre 2016; - un risultato netto pari a 797 milioni, +5,1% rispetto a 758 milioni del primo semestre 2016. La Divisione Banche Estere (11) presidia l'attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche controllate e partecipate che svolgono attività di commercial banking, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate, è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell'operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione presidia le seguenti aree geografiche: i) Europa Sud Orientale, con Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania e Intesa Sanpaolo Bank Romania; ii) Europa Centro Orientale, con Intesa Sanpaolo Bank in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia e CIB Bank in Ungheria; iii) CIS e South Mediterranean, con Banca Intesa nella Federazione Russa e Bank of Alexandria in Egitto. La Divisione Banche Estere nel secondo trimestre 2017 registra: - proventi operativi netti per 486 milioni, +2,9% rispetto a 472 milioni del primo trimestre 2017; - costi operativi per 229 milioni, +2,2% rispetto a 224 milioni del primo

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trimestre 2017; - un risultato della gestione operativa di 257 milioni, +3,5% rispetto a 248 milioni del primo trimestre 2017; - un cost/income ratio al 47,1% rispetto al 47,5% del primo trimestre 2017; - un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 66 milioni, rispetto a 33 milioni del primo trimestre 2017; - un risultato corrente lordo pari a 192 milioni, -53% rispetto a 409 milioni del primo trimestre 2017 (-12% escludendo l'effetto della riclassificazione di Bank of Qingdao); - un risultato netto pari a 150 milioni, -57,2% rispetto a 351 milioni del primo trimestre 2017 (-9% escludendo l'effetto della riclassificazione di Bank of Qingdao). La Divisione Banche Estere nel primo semestre 2017 registra: - proventi operativi netti per 958 milioni, -5% rispetto a 1.008 milioni del primo semestre 2016 (+9% escludendo l'effetto della svalutazione della valuta egiziana), pari a circa l'11% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (12% nel primo semestre 2016); - costi operativi per 453 milioni, -5,2% rispetto a 478 milioni del primo semestre 2016; - un risultato della gestione operativa di 505 milioni, -4,7% rispetto a 530 milioni del primo semestre 2016 (+12% escludendo l'effetto della svalutazione della valuta egiziana); - un cost/income ratio al 47,3% rispetto al 47,4% del primo semestre 2016; - un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 98 milioni, rispetto a 88 milioni del primo semestre 2016; - un risultato corrente lordo pari a 602 milioni, +18,3% rispetto a 509 milioni del primo semestre 2016 (-2% escludendo l'effetto della svalutazione della valuta egiziana e della riclassificazione di Bank of Qingdao); - un risultato netto pari a 501 milioni, +28,8% rispetto a 389 milioni del primo semestre 2016 (-3% escludendo l'effetto della svalutazione della valuta egiziana e della riclassificazione di Bank of Qingdao). (11) La Divisione non include Pravex-Bank in Ucraina e la bad bank di CIB Bank in Ungheria, che rispondono alla business unit Capital Light Bank. La Divisione Private Banking serve il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth Individuals) tramite Fideuram e le sue controllate Fideuram Investimenti, Intesa Sanpaolo Private Banking, Sirefid, Fideuram Fiduciaria, Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) e Fideuram Asset Management Ireland. La Divisione Private Banking nel secondo trimestre 2017 registra: - proventi operativi netti per 468 milioni, +1% rispetto a 463 milioni del primo trimestre 2017; - costi operativi per 140 milioni, +9% rispetto a 128 milioni del

FATTI

3.741 chiamate a 800 33 43 43, numero

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verde antisuicidi del Veneto. Zaia: cresce inOltre per aiutare vittime banche e chi sia in disagio Dal giugno 2012, quando fu attivato, al 30 giugno 2017, il numero verde 800 33 43 43 del Servizio "inOltre", attivato dalla Regione del Veneto e affidato alla responsabile dell'unità operativa di psicologia clinica dell'Ulss 7 Pedemontana con la supervisione scientifica del docente di psicologia clinica dell'Università di Padova Gian Piero Turchi, per assistere le persone in difficoltà psicologica a causa della crisi economica, ha ricevuto 3.741 chiamate con richiesta d'aiuto, 770 delle quali arrivate da fuori regione, e preso in carico con un percorso di cura personalizzato 543 casi, ritenuti dagli psicologi del team di "inOltre" particolarmente preoccupanti. Di Note ufficiali

E' questo il significativo consuntivo di cinque anni di attività del servizio di assistenza psicologica, presentato oggi dal Presidente della Regione Luca Zaia e dai responsabili del Progetto nel corso del punto stampa seguito alla seduta della Giunta, che la Regione decise, prima e tutt'ora unica in Italia, di attivare per supportare le tante persone, soprattutto piccoli e piccolissimi imprenditori e le loro famiglie che, travolti dalla crisi, potevano arrivare anche al suicidio (di queste tragedie, sinora, ne sono state contate circa 150). "Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da un'iniziativa che attivammo per fare qualcosa in più al culmine della crisi economica - ha detto il Governatore - tanto che l'800 33 43 43 continuerà a funzionare, come e più di prima, allargando il suo spettro d'azione a tutti i possibili disagi psicologici, a cominciare dai risparmiatori travolti dal crac delle Popolari venete (già un migliaio di contatti), per arrivare, magari, alle donne vittime di violenza o alle vittime di bullismo. Medici esperti e preparati sono disponibili al telefono 24 ore su 24 7 giorni su 7 - ha precisato il Presidente. Siamo gli unici in Italia ad avere avviato questa iniziativa, che è anche totalmente gratuita, senza alcun tipo di ticket". I 543 casi finora presi in carico - ha rivelato la dottoressa Emilia Laugelli (nella foto oggi) - hanno richiesto una grande lavoro, che non si è limitato

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alle telefonate, ma si è sviluppato con incontri personali e con aiuto a contattare gli interlocutori giusti per risolvere il problema. Si può tranquillamente dire che, in media, ogni caso ha comportato circa dieci visite. Peraltro, come ha tenuto a sottolineare il Prof Turchi, "inOltre" è l'unica esperienza al mondo nella quale si utilizza una specifica scala del rischio suicidario, un approccio estremamente scientifico, per creare il quadro clinico specifico. Dei 543 casi presi in carico dagli psicologi di "inOltre", 169 sono della provincia di Vicenza, 143 di Padova 100 di Treviso, 70 di Venezia, 37 di Verona, 21 di Rovigo e 3 di Belluno.

Servizio "inOltre" Numero verde 800 33 43 43 attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (Dati aggiornati al 30.06.2017) Da giugno 2012 - fase di avvio del servizio - fino al 30/06/2017, sono state 3741 le chiamate complessive arrivate al Numero Verde del Servizio "inOltre" (di cui 770 arrivate al Servizio da fuori regione): si tratta di chiamate giunte da parte di imprenditori, risparmiatori, lavoratori dipendenti, disoccupati e altri utenti, nonché di segnalazioni da parte di amici, familiari e servizi. Nel dettaglio: 543 utenti veneti - tra imprenditori e risparmiatori - sono stati "agganciati" da un operatore territoriale del Servizio e seguiti in un percorso personalizzato, di cui: • 169 della provincia di Vicenza • 143 della provincia di Padova • 100 della provincia di Treviso • 70 della provincia di Venezia • 37 della provincia di Verona • 21 della provincia di Rovigo • 3 della provincia di Belluno. La partecipazione del Servizio alle numerose iniziative e attività realizzate sui territori in loro favore ha consentito di intercettare complessivamente circa un migliaio di risparmiatori in difficoltà: da ciò è scaturita una interlocuzione diretta e nei casi di contatto alla piattaforma un percorso dedicato.

IL SERVIZIO "INOLTRE" La sua storia "inOltre" è il servizio della Regione Veneto gestito da ULSS7 Pedemontana, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia applicata dell'Università di Padova, nato per offrire consulenza e supporto psicologico a imprenditori e cittadini in difficoltà per la crisi economica.

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Nel 2012, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia affida a Emilia Laugelli, già responsabile dell'Unità operativa di Psicologia clinica ospedaliera dell'ULSS7 Pedemontana, la creazione di un servizio di emergenza innovativo rivolto agli imprenditori in difficoltà per la crisi economica. Il servizio è da subito realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia applicata di Padova e vede nel professor Gian Piero Turchi il suo supervisore scientifico. Nei successivi rinnovi di mandato, il servizio si rafforza e amplia la rete degli operatori e dei partner. È poi esteso, grazie all'Assessore ai Servizi sociali Manuela Lanzarin, anche a tutti i risparmiatori colpiti dal crack delle banche popolari venete, configurandosi come Servizio di emergenza per i disagi e i nuovi bisogni generati dalle crisi socioeconomiche. Il servizio è riconosciuto a livello nazionale come l'unico voluto e finanziato da una Regione e a disposizione di chi, in difficoltà potrà chiedere supporto. La visione Il Numero Verde e la disponibilità al suo accesso h24, 7/7 giorni, continua ad essere l'accesso riservato e dedicato per chi, in difficoltà, necessiti di colloqui psicologici e/o di presa in carico da parte degli operatori che lavorano e si muovono su tutte le sette province venete. Si tratta di un progetto che fonda le proprie basi su una visione profondamente innovativa del welfare, che mira a rimettere in circolo e in sinergia le risorse migliori di un territorio e di una Comunità: per questo cerca sempre lo sviluppo del lavoro di rete tra i servizi, a partire dalle associazioni di categoria, Caritas e altre realtà del privato sociale, i sindacati, le associazioni di risparmiatori, le forze dell'ordine,... Nella convinzione che le problematiche sollevate o generate dalle crisi sono trasversali e complesse, e hanno dunque implicazioni su molteplici e diverse dimensioni: perciò esiste anche una varietà di collaborazioni che si possono costruire verso un obiettivo comune di promozione della salute del territorio. Per una rete di servizi del territorio Il Servizio si è impegnato nella strutturazione di una Rete di servizi del territorio formali e informali per la condivisione di prassi operative e la gestione concertata di specifici utenti, in particolare nel Vicentino (rete composta da tutte le associazioni di categoria e dalla Caritas Diocesana) e ora nel Trevigiano (rete in via di definizione, con CCIAA, Provincia di Treviso, Caritas, associazioni di categoria, Suem e Questura). Il Servizio ha promosso e gestito incontri formativi insieme a diverse realtà e in questi cinque anni di attività ha anche raccolta la disponibilità a collaborare di vari servizi e professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro, Comuni, Servizi Sociali etc). "inOltre" ha inoltre partecipato alle numerose iniziative e attività realizzate in favore dei risparmiatori, per poter comprendere e far fronte alle loro richieste: assemblee pubbliche organizzate dalle Associazioni dei risparmiatori del territorio oltre che convegni e conferenze; sportelli nati per offrire coadiuvo alla gestione delle ricadute delle vicende bancarie; incontri per la creazione di una rete di supporto ai risparmiatori con associazioni di consumatori, associazione dei risparmiatori etc. Emilia Laugelli, responsabile dell'Unità operativa di Psicologia clinica ospedaliera Ulss7 Pedemontana, responsabile del servizio "inOltre". Gian Piero Turchi, docente di Psicologia clinica Università di Padova,

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supervisore scientifico del servizio "inOltre".

FATTI / POLITICA

Degrado di Vicenza, venerdĂŹ 3 flash-mob di Siamo Veneto con il consigliere regionale Antonio Guadagnini Il Filo? vicentino di Siamo Veneto, come scrive nella nota che pubblichiamo, intende denunciare la situazione, non piu? tollerabile, venutasi a creare nel nostro Comune. L'attuale amministrazione capitanata dal sindaco Achille Variati, sotto la regia del Governo italiano, sta politicamente svendendo la citta? al malaffare e al degrado, travisando e infangando il principio etico e solidale dell'accoglienza. Vicenza e? diventata nei fatti il paradiso della criminalita?, dove persone disperate e senza alcun futuro si appropriano di intere aree della nostra citta? un tempo fruite dal cittadino comune e che oggi sono diventate vere e proprie zone franche, alla merce? della criminalita? organizzata. Di Note ufficiali

Il tutto con la complicita? di un Governo che di fatto usa le prefetture come centrali di "spaccio di carne umana disperata" abbandonandole a loro stesse senza un realistico piano di integrazione. Siamo Veneto si propone alla citta? di Vicenza come alternativa a tutto questo, domandando il sostegno a tutti quei cittadini che stanchi di questa situazione, vogliano impegnarsi in prima persona per riprenderci questa citta?. Abbiamo infatti bisogno di un riscatto morale, che passa inevitabilmente attraverso l'amministrazione e del buon governo del territorio, senza per altro dimenticare i valori fondanti della nostra societa? come l'accoglienza e la solidarieta? ma anche l'ordine pubblico, la sicurezza e il rispetto della famiglia. *Mercoledi 02 agosto alle ore 20,30 *faremo una passeggiata

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silenziosa partendo da P.za Castello e arrivando in Piazza dei Signori dove tra gli altri interverra? il Consigliere Regionale Antonio Guadagnini, che come eletto dalla comunita? vicentina si sente coinvolto in prima persona per dare il suo contributo fattivo affinche? Vicenza ritorni ad essere quella citta? veneta che per valori e cultura ha rappresentato un gioiello sociale da molti amata e invidiata.

FATTI

Thiene, Aeroporto “A. Ferrarin”: l’Aero Club “U. Capitanio” di Vicenza presenta il nuovo aeromobile L'Aero Club "Ugo Capitanio" di Vicenza ha presentato sabato 29 luglio scorso all'aeroporto "A. Ferrarin" di Thiene il suo nuovo velivolo Socata Tampico T.B. 9 I-IAGL. Il Socata TB-9 Tampico è un monomotore quadriposto da turismo prodotto dall'industria aerospaziale francese Société de Construction d'Avions de Tourisme et d'Affaires. "Siamo soddisfatti di questo Progetto realizzato dai nostri associati per l'acquisizione di un velivolo che era già di nostra proprietà nel passato, il velivolo SOCATA T.B.9 dichiara Massimo Rossato, presidente dell'Aero Club "U. Capitanio" di Vicenza. Di Comunicati Stampa

"TAMPICO CLUB - aggiunge Rossato - verrà intitolato al nostro Socio Onorario Marcello Benincà e verrà affiancato all'altro moderno aeromobile Cessna 172 R a disposizione degli associati. Siamo un'associazione Sportiva Dilettantistica, iscritta al CONI ed Aero Club d'Italia, sorta nel 1921 e con molta storia alle spalle svolta all'ex aeroporto di Vicenza. Dal 2008 siamo presso l'Aeroporto "Arturo Ferrarin" di Thiene, una bellissima "oasi" aviatoria che ci ha permesso di continuare la nostra attività, ricordando che proprio Arturo Ferrarin è stato uno dei fondatori del nostro Club. Un grazie al presidente dell'Aeroporto, Giovanni Gasparotto e a Sindaco e Assessore, Giovanni Casarotto e Gianantonio Michelusi, per mettere a disposizione una

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struttura utile alla collettività ed alla promozione delle attività legate al volo, molto utili specie per i nuovi giovani piloti che si formeranno, per il turismo e le famiglie cittadine che lo frequentano nei momenti di svago". Ancora una bella notizia per l'aeroporto cittadino - è il commento di Giampi Michelusi, Assessore Comunale all'Aeroporto "A. Ferrarin" - che vede potenziata l'offerta turistica grazie alla nuova iniziativa dell'Aero Club "Capitanio" di Vicenza. Sicuramente la presenza del nuovo velivolo concorrerà ad accrescere il già ragguardevole numero dei quasi 20mila movimenti annui che pongono la struttura di Thiene ai vertici tra gli aeroporti turistici italiani. Ringrazio le associazioni e le società che rendono possibile l'esistenza di questa eccellenza sul nostro territorio". L'aeromobile Socata Tampico B.9 I-IAGL si aggiunge al Cessna 172 R già in possesso dell'Aero Club "Ugo Capitanio" che propone, per questo velivolo, tariffe orarie agevolate per i soci già dal maggio scorso.

FATTI / POLITICA

Francesco Rucco di Idea Vicenza: campagna elettorale fa miracoli, Achille Variati ci "segue" e chiede estensione operazione Strade Sicure In una nota, il capogruppo in consiglio comunale di Idea Vicenza, Francesco Rucco afferma: "Il Sindaco Achille Variati sposa la nostra proposta di chiedere l'estensione a Vicenza della operazione Strade Sicure con l'Esercito, già operativa da anni a Verona, Padova e Venezia. Una vittoria del centrodestra e dei Vicentini che chiedono da tempo con insistenza maggior sicurezza in città. A partire da Campo Marzo e da portare nei quartieri più a rischio. Le proposte emerse al tavolo del Comitato provinciale con Prefetto e Questore devono essere attuate in tempi rapidi, senza tentennamenti e con fatti concreti. Di Note ufficiali

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Da subito quindi un aumento del personale impiegato per il controllo del territorio, annunciato dal Questore. Poi vanno attuate tutte le misure che da tempo, unitamente alla presenza dell'esercito da sola non sufficiente, chiediamo al Sindaco. Dall'assunzione di vigili da impiegare nelle pattuglie anti degrado al rafforzamento della centrale operativa per il controllo della videosorveglianza. Senza dimenticare il presidio fisso della Polizia Locale in Campo Marzo. Su questi temi e sulle proposte avanzate siamo pronti a fare squadra per il bene della città".

FATTI

Ex Zambon: guerra finita tra pubblico e privato, lavori in corso "Si tratta anche di una grande soddisfazione personale visto che l'ex Zambon è stato il primo intervento di cui mi sono occupato per il settore ambiente...in questo caso c'è stato un rapporto pubblicoprivato che dovrebbe essere preso come esempio in Italia." A mettere il cappello sull'inizio dei lavori nell'area dell'ex area industriale e l'assessore Marco Antonio Dalla Pozza. Dopo l'ingresso delle ruspe nello spazio di oltre 30 mila metri quadri di via Cappuccini, la città vede la luce fuori dal tunnel: si tratta infatti della fine di una storia iniziata oltre tre decadi fa e che, forse, è arrivata a conclusione. I dubbi però restano e alcuni comitati di quartiere sono sul piede di guerra. Difficile capire chi ha vinto la lunga lotta tra pubblico e privato. Di Pietro Zanella

La questione Zambon inizia nel 1981, quando gli stabilimenti dell'azienda diventano proprietà del Comune. Il gigante vicentino sposta, infatti, il suo quartiere generale in zona Ovest. Lo spazio tra via Cappuccini e Monte Zovetto può essere riutilizzato, si tratta di circa 30 mila metri quadri. Il costo dell'operazione è di oltre un miliardo delle vecchie lire. Soldi ben spesi, si pensò in città. La posizione strategica, a ridosso del centro, la presenza di altri spazi convertibili nella zona, potevano fare dell'ex Zambon il primo lotto di una nuova Vicenza. Un concetto che nonostante le prime difficoltà è stato © 2008 - 2017 VicenzaPiù - www.vicenzapiu.com


ribadito più volte dalle diverse amministrazioni cittadine. Il mercato immobiliare, all'epoca in costante crescita, ancora nel 1999, stimava per quei terreni un valore di circa 3 miliardi del vecchio conio. Tuttavia, citando Shakespeare: "C'è del marcio in Danimarca". Nel 1993 la prima tegola sul progetto. Palazzo Trissino da il via alla costruzione di 52 alloggi comunali, finanziati anche dalla regione, ma i carotaggi danno esito negativo: sotto terra ci sono sostanze contaminanti e fusti potenzialmente pericolosi. Tutto fermo e tra verifiche sequestri, e battaglie in aula trascorrono gli anni, decenni, senza che all'ex Zambon si possa fare qualcosa. L'affare d'oro diventa un pozzo senza fondo che mangia risorse pubbliche. Nel 2012, sentenzia il Giornale di Vicenza (in un articolo di Luciano Parolin): "L'area non bonificata vale zero". La luce fuori dal tunnel: vincitori e vinti. Il 13 settembre 2016 l'azienda farmaceutica Zambon annuncia che Arcadis Italia si è aggiudicata l'appalto di 10.609.755 euro per la bonifica. Pochi giorni fa ecco partire i lavori che dureranno per almeno altri tre anni. Una vittoria per la Giunta Variati. All'uomo della strada resta, però, il dubbio che si tratti della solita impresa di Pirro. Impossibile infatti quantificare con certezza quanto il giochino sia effettivamente costato alle casse comunali, né quali saranno i guadagni della Zambon per il terzo degli spazi che si è riconquistata con l'accordo per la bonifica. Tre lustri sono troppi per una stima accurata e andando oltre i costi vivi, andrebbero tenute conto delle perdite del potenziale non sfruttato di quell'area, che nel frattempo ha cambiato destinazione d'uso. L'intesa tra Comune e privati, la stessa Zambon che si è fatta carico dei 24 milioni di euro necessari per la bonifica, prevede ora la divisione in tre macro aree della zona: un parco, un parcheggio e degli alloggi di pregio. Questi ultimi ad uso e consumo del gigante farmaceutico. Niente a che vedere con le case Ater inizialmente previste. L'accordo firmato nel 2013 prevedeva anche l'abbandono di Zambon della lunga contesa legale aperta con il Comune per definire chi avrebbe dovuto provvedere alle bonifiche.

Ad ogni morte per droga... Ma alla libertà di scelta corrispondano le responsabilità. Economiche Ad ogni morte di qualche ragazzo o ragazza per stupefacenti, per alcool o per il mix di ambedue, ecco sorgere il dibattito tra i cosiddetti "antichi" e i "moderni". I primi vorrebbero eliminare ogni possibilità di utilizzare lo stupefacente sia di origine naturale sia chimica, i secondi liberalizzare tutto dato che ogni singolo può fare di sé ciò che vuole. Le posizioni sono davvero inconciliabili. E mentre il dibattito tra psicologi, sociologi, medici esperti di diritto e perfino qualche pensatore infervora e riempie le pagine dei giornali,

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nel segreto delle famiglie si piange, tardivamente, ma si piange. Di Italo Francesco Baldo

Alcuni non sapendo di quanto compisse il figlio/la figlia, altri ben consapevoli e addirittura complici, dato che anch'essi fanno uso di quelle sostanze; uso iniziato, ufficialmente nel 1970 allorché a Roma fu scoperta la prima fumeria. Di fumo ne è stato fatto tanto e ancora siamo qui ad interrogarci, per cui forse sarebbe il caso di prendere altre strade. Infatti se si usano determinate sostanze senza necessità e adeguato controllo sanitario, ma per "piacere", per "sballo", perché lo fa il mio moroso o per semplice prova o noia, la colpa non è dello spacciatore, il quale risponde per quanto egli compie, ma di chi acquista e usa quelle sostanze. Per paura di colpevolizzare mai si afferma ciò, meglio incolpare lo sbandato di turno, meglio se straniero. Ma se si spaccia la colpa è principalmente dell'utilizzatore, che però, quando muore, è, guarda caso, sempre un buon ragazzo, un insospettabile, buono bravo bello ecc. E al funerale si applaude l'uscita di scena, come un tempo si faceva solo per gli attori. Prendere un'altra ottica è ormai necessario, né gli "antichi" né i "moderni" possono risolvere il problema, questo lo si fa solo attribuendo le responsabilità a chi le ha. Se un giovane di 16 anni ha una relazione affettiva, frequenta locali, fino a tarda ora, è responsabile di sé stesso e così lo considerano, in genere, in famiglia. Quindi, avvalendosi della sua libertà di fare quello che vuole, si accolli anche tutto quello che comporta e a 360° compresi gli oneri economici, che non debbono essere a carico dell'intera società, ma del singolo giovane se nella possibilità, o della sua famiglia. Lo Stato deve intervenire solo e soltanto quando non vi sia la possibilità della famiglia, principio di sussidiarietà, art. 303 della Costituzione della Repubblica Italiana. E' ora di smetterla con i piagnistei, i buonismi e quanto altro. Bisogna responsabilizzare e, dato che non si accetta più la determinazione morale, allora vi sia quella economica, che è più sentita. Basta con i dibattiti, chi vuole fare da sé paghi per sé e per le conseguenze che produce. Le parole in circolo degli intellettuali, degli studiosi intervistati da televisioni, radio e giornali, che ripetono le stesse cose da quasi cinquant'anni sono solo suoni e come tali vengono percepiti e spesso

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considerati "fastidiosi". La scuola che si riempie di progetti educativi alla cittadinanza ecc. nulla ha prodotto e si guarda bene dall'assumersi qualche responsabilità. Meglio l'apparenza, dato che anche qualche docente è in odor di fumo. Se non siamo capaci di respingere ciò che massacra la nostra società, ciò deriva dalla nostra disunione, dal voler a tutti i costi essere solo noi stessi, tranne che nel pagamento, che viene, invece detto che sia da assumersi da parte di tutti. Passare dallo sterile dibattito a considerare sul serio la responsabilità a tutto tondo, forse potrebbe dare qualche frutto. La libertà che non piace, non è quella della volontà psicologica, ma quella che assume deliberazioni razionali per il bene ed è capace di esibire la responsabilità e la proposta. Ma forse è tardi.

FATTI

Musei civici, domenica 6 agosto torna l'ingresso gratuito a Palazzo Chiericati e al Museo Naturalistico Archeologico Ritorna, con la prima domenica del mese, l'opportunità di visitare gratuitamente Palazzo Chiericati e il Museo Naturalistico Archeologico. Domenica 6 agosto , quindi, l'accesso sarà libero nelle due sedi museali cittadine: si potranno ammirare le opere d'arte esposte nella pinacoteca di Palazzo Chiericati dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) mentre il Museo Naturalistico Archeologico sarà aperto al pubblico d alle 10 alle 14 (ultimo ingresso alle 13.30). Sarà possibile visitare anche due mostre allestite in entrambe le sedi. Di Comunicati Stampa

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Nei sotterranei del Chiericati , la mostra fotografica "FuoriCentro" proporrà le immagini realizzate da Rocco Rorandelli del collettivo TerraProject , Lavinia Parlamenti, Andrea e Magda nell'ambito del primo progetto di studio fotografico dedicato all'analisi dell'area urbana industriale di Vicenza Ovest. Il progetto è ideato e realizzato dal Centro di cultura fotografica di Vicenza, associazione culturale, in collaborazione con Unione Collector, luogo e progetto di produzione culturale di Tipografia Unione, e con il sostegno e la collaborazione dell'assessorato alla crescita del Comune di Vicenza. La mostra, che presenta oltre 50 immagini in uno spazio di 6 sale, sarà visitabile fino a domenica 24 settembre (ad agosto dalle 10 alle 18, a settembre dalle 9 alle 17) . Per ulteriori informazioni: www.centroculturafotogra?ca.org e http://www.museicivicivicenza.it/it/ . Al Museo Naturalistico Archeologico si potrà vedere la mostra " Legumi&Legami tra natura, archeologia e storia" (fino al 24 settembre), dedicata alla conoscenza dei numerosi legumi destinati all'alimentazione umana, con le loro virtuose proprietà e la loro storia che vede le varietà locali venire affiancate, dal XVI secolo, da quelle provenienti dalle Americhe. Inoltre sarà possibile osservare due interessanti novità inserite nell'orto romano del museo. Si tratta di due insect hotel e di una bat box . Le prime sono casette in cui gli insetti possano rifugiarsi e riprodursi. Si tratta di un esempio di iniziativa a sostegno della biodiversità messa in crisi dall'utilizzo di pesticidi. La bat box , invece, è un rifugio in cui i pipistrelli troveranno un luogo sicuro per dormire durante il giorno e riprodursi. I chirotteri, nella cui dieta sono comprese le zanzare, sono uno strumento ecocompatibile di lotta biologica e di controllo della proliferazione di questi insetti estivi. Infine, anche il Museo del Risorgimento e della Resistenza sarà accessibile gratuitamente: nella sede di villa Guiccioli, infatti, l'ingresso è sempre libero e gratuito, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 14 (ultimo ingresso alle 13.30). I visitatori si potranno presentare direttamente alla singole sedi museali. L'accesso alle singole sedi sarà garantito fino alla capienza massima consentita. Le persone in possesso del biglietto unico (valido 7 giorni), del biglietto per residenti in città e provincia (valido 30 giorni) o del biglietto singolo per l'ingresso a Palazzo Chiericati, avranno un accesso preferenziale. L'apertura gratuita di Palazzo Chiericati e del Museo Naturalistico Archeologico si ripresenterà ogni prima domenica dei prossimi mesi: 3 settembre, 1 ottobre, 5 novembre e 3 dicembre. Tra le altre nuove iniziative promosse dall'assessorato alla crescita per valorizzare il patrimonio museale cittadino è prevista, inoltre, l'apertura serale di Palazzo Chiericati ogni terzo venerdì del mese, dalle 20 alle 24. Informazioni sui biglietti dei musei: http://www.comune.vicenza.it/cittadino/scheda.php/42724,46131 .

ECONOMIA&AZIENDE

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Si avvicina WM EXPO alla terza edizione con VicenzaPiu.com come Media Partner: le eccellenze del Web Marketing italiano a Padova Venerdì 29 e sabato 30 settembre presso l'Hotel Four Points by Sheraton di Padova, torna per il terzo anno di fila il WM Expo (Web Marketing Expo), uno degli eventi più attesi nel settore del digital marketing, di cui quest'anno VicenzaPiu.com e il suo network multidiale si onora di essere Media Partner (il video clip si riferisce all'ìedizione 2016). Il WM EXPO si rivolge non solo agli addetti ai lavori, ma anche ad aziende, startup e strutture ricettive, a store manager e gestori di e-commerce, a studenti di marketing, giornalisti e blogger. Il percorso formativo è di alta qualità e spazia a 360 gradi sulle attività verticali del digital marketing (dalla SEO al PPC, dall'Affiliate marketing agli AB Test, da Google Analytics a Facebook ads, ecc.). Di VicenzaPiù informa

Anche per la 3ª edizione alcune tra le migliori eccellenze italiane del mondo del digital presenzieranno all'evento di web marketing più atteso dell'anno. Torneranno volti noti dell'ambiente, già presenti nelle edizioni precedenti: da Carlotta Silvestrini, digital rebranding strategist, a Nicola Bonora, coowner dell'agenzia digitale di Mentine, da Enrico Pavan, digital analyst & conversion rate optimizator fino a Salvatore Russo, direttore e digital marketing strategist. Il WM Expo viene organizzato da due SEO con pluriennale esperienza nel settore (Matteo Paroni e Massimo Fattoretto) ed, essendo l'unico grande evento Digital del Triveneto, rappresenta il punto di riferimento del Digital Marketing per tutto il Nord-Est italiano. Il percorso formativo di due giorni si snoderà tra ben tre ambienti, situati presso l'Hotel Four Points: la sala plenaria, la sala per approfondire specifici case studies e la sala dedicata alla tavola rotonda SEO. La grande novità di quest'anno è costituita da coloro che presenteranno l'evento, infatti la tripletta di moderatori si tinge di rosa: oltre a Giorgio Tave, founder & community manager presso Search On Media Group e Flavio Mazzanti, digital strategist di Studio Samo, a condurre il WM EXPO ci sarà anche Miriam Bertoli, formatrice e consulente di web marketing. Per essere aggiornati sulle novità del web marketing e poter ascoltare alcuni tra i migliori relatori italiani, è possibile acquistare i biglietti per il WM Expo, il 29 e il 30 settembre 2017 a Padova. Si segnala che il prezzo dei biglietti è rimasto invariato rispetto all'edizione precedente. Per maggiori informazioni relative al programma, ai relatori e agli argomenti trattati negli speech si consiglia di visitare il sito www.wmexpo.it

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POLITICA

Nuovo calcolo al ribasso per i vitalizi per i vecchi beneficiari? Una voce fuori dal coro, moderatamente Se c'è un termine che evoca il concetto stesso di privilegio, per la cosiddetta "casta", ebbene questo termine è: vitalizio. Perché, per l'opinione pubblica, ciò che maggiormente risulta insopportabile è che un beneficio, di qualsiasi genere, sia acquisito "vita natural durante", ossia "per sempre", vitalizio, appunto. Teoricamente, tuttavia, il problema dovrebbe esser stato superato, visto che già dal 2012 i "vitalizi" sono stati aboliti. Da quell'anno il trattamento pensionistico dei parlamentari è stato equiparato (quasi) a quello dei dipendenti pubblici. Di Giancarlo Marcotti

Chiarisco subito, essendo ben conscio di non raccogliere tanti consensi "popolari", che personalmente non ritengo corretta l'assimilazione fra la "funzione" pubblica e "l'impiego" pubblico. Banalmente, semplificando il concetto, non ritengo, ad esempio, che quello di parlamentare sia un normale lavoro, anzi non lo ritengo neppure un lavoro, anche se, ovviamente, deve essere retribuito. Detto ciò, sia ben chiaro, è necessario che io sottolinei immediatamente che il parlamentare non deve neppure godere di alcun tipo di privilegio economico, ma gli devono essere riconosciute le garanzie di "immunità" che rendono l'ordinamento di uno Stato pienamente democratico. Un parlamentare non può, mai, in alcun modo, essere perseguito per le proprie idee. La salvaguardia della democrazia, in altre parole, deve essere al di sopra di ogni cosa. Tutto ciò premesso ... caliamoci ora nella realtà: per quanto riguarda il trattamento pensionistico dei parlamentari abbiamo (forse) trovato un modus operandi condiviso dal 2012 in poi, rimane solo un piccolo problema:

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e per il pregresso? Scopriamo così che può anche essere semplice trovare una soluzione ai problemi per quanto riguarda il futuro, ma immediatamente ci troviamo di fronte ad un'altra grana, i cosiddetti "diritti acquisiti". Ed obiettivamente, occorre essere onesti, non è un problema di facile soluzione. Personalmente ritengo che come linea di principio i diritti acquisiti non possano essere toccati. E' questa una posizione di buonsenso condivisibile (credo) da tutti. Una persona prende delle decisioni in base a leggi e regolamenti in vigore che non possono essere cambiati in maniera pregressa. Ma, a volte ... ci potrebbero essere delle eccezioni. In particolare quando i cambiamenti introdotti da una riforma sono ... radicali. E' ovvio che in quel caso si crea una forte disparità, fra "il prima" e "il dopo", ed il concetto di diritto acquisito vacilla. Conclusione? Mi sembra chiaro che una soluzione che accontenti tutti non c'è, al solito si dovrebbe trovare un compromesso che, come tutti i compromessi, ha il vantaggio di non scontentare del tutto nessuno, ma lo svantaggio di non accontentare pienamente nessuno. Quindi? Quindi proporrei di chiedere un sacrificio "accettabile" a coloro che hanno usufruito appieno delle condizioni in essere precedentemente (e che oggi chiamiamo privilegi), per poi metterci una pietra sopra, definitivamente. Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto Chi ha dato, ha dato, ha dato Scurdammece ‘o passato.

ASSOCIAZIONI

Chi decide ora per i crediti deteriorati di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca? di Marco Greggio e Filippo Greggio, da FallimentieSocieta.it (Osservatorio di diritto societario e fallimentare Triveneto Dopo l'acquisizione di Banca Intesa SanPaolo (di parte) degli assets di Veneto Banca S.p.A. e Banca Popolare di Vicenza S.p.A., si è creato un temporaneo "vuoto" relativo alla gestione dei crediti

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deteriorati (rimasti in capo alle liquidazioni coatte amministrative delle banche) che rischia di pregiudicare seriamente l'esito di alcune procedure di ristrutturazione (attualmente in corso) delle società esposte finanziariamente nei confronti dei predetti istituti di credito. Vediamo il perché. Di Rassegna Stampa

In data 25 giugno 2017 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 il D.L. n. 99/2017, recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, il quale appunto - disciplina l'avvio e lo svolgimento della procedura di l.c.a. delle suddette banche, nonché le modalità e le condizioni delle misure a sostegno di queste ultime in conformità con la disciplina europea in materia di aiuti di Stato. Tra le disposizioni urgenti adottate con il D.L. n. 99/2017 è stata prevista la cessione delle attività di tali istituti bancari ad un acquirente selezionato sulla base di una procedura aperta e trasparente, poi individuato in Intesa Sanpaolo S.p.A. (rimasto l'unico offerente). Banca Popolare di Vicenza hanno sottoscritto un contratto di cessione d'azienda per effetto del quale sono stati trasferiti all'acquirente Intesa Sanpaolo i relativi compendi aziendali di tali banche e delle relative società controllate al valore simbolico di 1 euro, nonché i lavoratori dipendenti (rimasti). In estrema sintesi1, si tratta di attivi per un valore provvisorio di 45,9 miliardi, composti principalmente da crediti verso banche (3,8 miliardi), crediti in bonis verso la clientela (30,1 miliardi), attività finanziarie (8,8 miliardi), e per la parte restante da poste di varia natura. Il totale comprende crediti in bonis di minore qualità, che hanno una probabilità relativamente elevata di trasformarsi in partite deteriorate (c.d. crediti "high risk" 1). Intesa ha tuttavia la possibilità di retrocedere questi attivi alla liquidazione (art. 4, co. 5, lett. a) e b) del D.L. n. 99/2017): il valore definitivo degli attivi complessivi acquisiti da Intesa potrebbe pertanto essere inferiore a 45,9 miliardi di Euro. Al contempo, Intesa ha acquisito passività per complessivi 51,3 miliardi, composte principalmente da debiti verso banche (9,3 miliardi) e verso clientela (25,8 miliardi) e da titoli in circolazione (11,8 miliardi). Lo sbilancio tra attività e passività acquisite rappresenta un credito di Intesa

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nei confronti delle liquidazioni ed è stato provvisoriamente quantificato in 5,4 miliardi. Il valore potrà essere definito con precisione in esito alle eventuali retrocessioni di poste per le quali è stata prevista tale possibilità in capo a Intesa, nonché alla luce della due diligence sul compendio ceduto che sarà effettuata da un collegio di esperti indipendenti, come previsto dall'art. 4, comma 4, del D.L. n. 99/2017. Il credito di Intesa nei confronti delle liquidazioni è garantito dallo Stato sino a un importo massimo di 6,4 miliardi. Le poste dell'attivo e del passivo escluse dal perimetro acquisito da Intesa sono rimaste nelle liquidazioni delle due banche. In particolare, l'attivo, provvisoriamente fissato in 11,6 miliardi, è composto da crediti deteriorati (9,9 miliardi di valore netto contabile, 17,8 di valore lordo) e da alcune partecipazioni ed interessenze non strategiche (1,7 miliardi). In base all'art. 5 del D.L. n. 99/2017, i crediti deteriorati/in sofferenza (dagli unlikely to pay agli non performing loans) rimasti in capo alle liquidazioni saranno oggetto di cessione da parte dei commissari liquidatori alla Società per la Gestione di Attività - S.G.A. S.p.a., sulla base di un successivo decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, che tuttavia ad oggi non è stato ancora emesso. Al di là dei numeri relativi alla suddetta operazione, si evidenzia come a seguito del trasferimento del personale di Veneto Banca e Popolare di Vicenza in Intesa Sanpaolo, ad oggi non risultano esserci soggetti con poteri di gestire e deliberare in ordine alle procedure concordatarie che coinvolgono anche crediti delle due banche venete. Tant'è che i commissari liquidatori di Veneto Banca e Popolare di Vicenza stanno trattando con Intesa Sanpaolo dei contratti di "service" per la gestione medio tempore, tra l'altro, delle posizioni creditorie coinvolte nelle procedure e, presumibilmente, tali contratti saranno sottoscritti non prima di qualche giorno (o settimana). Tra le varie conseguenze di tale (momentaneo) "vuoto" decisionale, v'è da chiedersi quale sarà la sorte dei piani di concordato che devono essere in questi Tra le varie conseguenze di tale (momentaneo) "vuoto" decisionale, v'è da chiedersi quale sarà la sorte dei piani di concordato che devono essere in questi giorni approvati, ossia votati espressamente (essendo stata abrogata -come noto- la norma che prevedeva il silenzio/assenso dei creditori ammessi al voto), dai creditori chirografari (e, quindi, anche - e soprattutto - dalle banche). Problema molto sentito nel territorio del Veneto, dove sovente accade che una società veda tra i suoi creditori principali proprio le due banche venete, spesso determinanti per l'approvazione o meno della proposta concordataria. Invero pare sia un caso in cui sussistano giustificati motivi sopravvenuti per il rinvio delle adunanze dei creditori fissate proprio in questi giorni, in attesa che si completi il nuovo assetto organizzativo di Veneto Banca e Popolare di Vicenza (derivante dall'applicazione del D.L. del 25.6.2017, n. 99), e che vi siano quindi dei soggetti legittimati e dotati dei poteri necessari alla gestione delle posizioni creditorie deteriorate delle due banche in l.c.a. (si registra al riguardo già un precedente presso il Tribunale di Vicenza). Più in generale, tuttavia, v'è da chiedersi: quale sarà la sorte di molte procedure di ristrutturazione dei debiti (accordi di ristrutturazione ex art. 182 bis l.f. o piani attestati ex art. 67 l.f.) in dirittura d'arrivo proprio in questi giorni (prima della pausa estiva), nei casi in cui il consenso delle due

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banche venete sia determinante? In tale vuoto decisionale si posticiperà tutto a settembre, così rischiando di pregiudicare seriamente piani di risanamento in cui il fattore tempo, spesso, è essenziale? Insomma, un bel pasticcio, che rischia di complicare ulteriormente la situazione delle società esposte finanziariamente in maniera significativa nei confronti delle due banche venete. 1 Rimandando per approfondimenti sul punto alla memoria esplicativa della Banca d'Italia sulla soluzione della crisi di Veneto Banca S.p.A. e Banca Popolare di Vicenza S.p.A., rinvenibile qui

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Fincantieri - Stx France, Emmanuel Macron: l'Europe c'est moi! Ricordate i media italiani, ma non solo, come avevano titolato all’indomani della vittoria di Emmanuel Macron? Che la Francia aveva votato “per l’Europa”, aveva scelto “l’apertura” anziché “la chiusura”, insomma aveva preferito il “libero scambio” al “protezionismo”. Alla faccia del bicarbonato di sodio, avrebbe detto Totò. Per fortuna che Macron era per il libero mercato! Il Presidente francese è per il libero mercato quando conviene a lui! Le sue aziende possono andare negli altri Paesi e fare razzie, ma quando qualcuno cerca di acquisire qualche società transalpina, lui si inasprisce arrivando al punto di nazionalizzare l’azienda per impedire l’acquisizione. La vicenda Fincantieri - Stx, sotto questo punto di vista è assolutamente emblematica. Di Giancarlo Marcotti

Cerchiamo, come nostro costume, di raccontare i fatti, visto che i nostri media spesso si dimenticano di fare informazione, ed allora raccontiamola tutta questa storia.

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In Italia c’è una grande azienda, Fincantieri, controllata da Fintecna, finanziaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Fincantieri è fra le società leaders a livello mondiale nella cantieristica. In Europa questa è la classifica delle aziende del settore: al primo posto la tedesca Meyer Werft che detiene all’incirca il 42% del mercato al secondo posto la nostra Fincantieri che detiene circa il 30% del mercato al terzo posto la coreana Stx France Cruise SA che detiene il 18% del mercato Ok, facciamo subito chiarezza (anche se non è semplice). Parlavo della classifica delle aziende europee ed al terzo posto metto una azienda coreana? Sì, il fatto è che l’azienda coreana Stx (società del gruppo Ssangyong) nel 2009 acquisisce un’azienda norvegese, la Aker Yards, ridenominandola Stx Europe. La Aker Yards nel 2006 aveva comprato dalla Alstom (multinazionale francese) la Chantiers de l’Atlantique, azienda che operava nei cantieri navali di St. Nazaire e Lorient. Quindi, ribadiamo, la Aker Yards, una volta passata sotto il controllo dei coreani, è diventata Stx Europe. Al suo interno ha diverse divisioni, quella francese viene denominata appunto Stx France Cruise SA e gestisce i cantieri di St. Nazaire e Lorient. Ebbene, proseguiamo con la storia. La Stx entra in crisi ed i coreani decidono di vendere alcune divisioni, la Stx Finland Cruise Oy, ad esempio, viene acquisita dal colosso tedesco Meyer Werft, poi, in tempi più recenti, i coreani mettono all’asta anche la Stx France Cruise SA della quale detengono il 66%, mentre il restante 33% è del governo francese. L’asta vede una sola società offerente, ed è proprio la nostra Fincantieri che, acquisendo Stx France Cruise SA, riuscirebbe a sorpassare anche i tedeschi, ma in pratica verrebbe a crearsi un duopolio. Quando accade tutto questo Macron è ancora un illustre sconosciuto, all’Eliseo c’è Hollande e la Francia ha un diritto di prelazione sulla vendita. Il Governo italiano quindi si affretta a tranquillizzare i transalpini non solo confermando i livelli occupazionali in essere, ma garantendo anche una prolungata continuità lavorativa visti i cospicui ordinativi arrivati da un settore, quello crocieristico, in forte sviluppo. Arriva così il via libera all’operazione anche da parte di Hollande. Tutto ok, tutti d’accordo e tutti contenti, coreani, francesi e italiani, ma … … nessuno aveva preso in considerazione la variabile impazzita, il demente: Emmanuel Macron. Il quale, ottenebrato dalla rabbia nel veder una azienda italiana più efficiente, acquisire una azienda francese sull’orlo del fallimento, nell’ultimo giorno disponibile fa scattare la prelazione ed annuncia la nazionalizzazione.

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Un’operazione economicamente folle per la Francia. Un’operazione che costerà parecchio ai transalpini, sia nell’immediato che in prospettiva. Nell’immediato non si tratta infatti solo dell’equity value (ossia del valore azionario) che si aggira intorno agli 80 milioni di euro, ma dell’enterprise value (ossia del valore dell’azienda) che si stima di almeno 800 milioni di euro, visto il pesante debito finanziario in capo a Stx France. Ma anche in prospettiva, perché la crisi dei coreani era determinata dal fatto di dover operare in un mercato estremamente competitivo, stritolati fra due colossi come Fincantieri e Meyer Werft, una morsa a tenaglia che continuerà anche nei prossimi anni e che costringerà lo Stato francese a continue “iniezioni di liquidità” per tener in vita Stx. Occorre però soffermarci anche sul personaggio principale di questa farsa ed ossia Emmanuel Macron. Questi erano stati i tweet che avevano accompagnato la sua elezione all’Eliseo: PAOLO GENTILONI – “Evviva #Macron Presidente Una speranza si aggira per l'Europa” MATTEO RENZI – “La vittoria di #Macron scrive una straordinaria pagina di speranza per la Francia e per l'Europa. #EnMarche! #incammino” ANGELINO ALFANO – “Emmanuel #Macron ha vinto. Brinda la Francia e chi crede nell'Europa, nel libero mercato, nella solidarietà” ENRICO LETTA – “Ha vinto l'Europa!! Bellissimo essere qui in mezzo all'entusiasmo dei sostenitori @EmmanuelMacron al #Louvre” … e per finire … LAURA BOLDRINI - "Una bella serata per l'Europa, la vittoria di Macron dimostra che l'ondata populista può essere fermata. Ora nuovo slancio alla Ue" Ebbene date retta a me, Macron si rivelerà una vera catastrofe, porterà la Francia alla rovina. Certamente i suoi predecessori gli hanno lasciato in eredità un Paese in stato prefallimentare, e lui sarà il liquidatore. Bene, vi lascio allora con una domanda/considerazione: se anziché l’europeista Macron avesse vinto la sovranista Le Pen, e fosse stata lei a prendere la decisione che ora ha annunciato Macron, cosa sarebbe accaduto? Come avrebbero reagito la nostra classe politica? Cosa avremmo sentito su tutti i nostri media di regime? Avremmo forse dichiarato guerra alla Francia? Quella che con la sua (macron)grandeur pensa di poter dire "L'Europe c'est moi" dopo che Luigi XIV, suo monarca assoluto, si limitò a un... democratico "L'état c'est moi" (lo Stato sono io)?

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ECONOMIA&AZIENDE

Gli interrogatori a Gianni Zonin del 22 marzo e a Samuele Sorato del 6 aprile: gli originali senza virgolettati parziali. Perchè la "storia" giudichi anche i cronisti sul flop BPVi Pubblicato il 29 luglio alle 20.50, aggiornato con Sorato il 30 luglio alle 8.55. A commento della foto delle insegne che cambiano nella ex sede centrale della ex Banca Popolare di Vicenza leggiamo il commento in prima pagina dell'ex... nerista del GdV, ora diventato "fondista" col nuovo direttore che ha l'arduo compito di far dimenticare le passate, decennali "istigazioni" a comprare e sottoscrivere azioni della BPVi, "le migliori e più sicure del mondo" come dettava la linea del locale quotidiano confindustriale che rispondeva all'ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto, membro eccellente del cda di Gianni Zonin che ha ricevuto la notizia della chiusura delle indagini dai pm Luigi Pipeschi e Gianni Pipeschi. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

I due titolari delle indagini, oltre a sindaci e revisori,

hanno, comunque, "graziato" un'altra decina di membri del cda tra cui Roberto Zuccato, anche lui per due volte presidente dell'associazione

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padronale vicentina prima di arrivare al vertice di quella regionaleEbbene, il "collega" scrive, richiamando anche l«e teste dei potenti fatte rotolare per mano dei "liberatori"», che l«e insegne della BPVi affastellate davanti all'ex sede stringono il cuore a quanti hanno legato le sorti - professionali economiche umane - all'istituto fondato nel 1866... Certificano visivamente il fallimento della finanza vicentina coltivata da Gianni Zonin, che ha tradito chi ha perso molto, se non addirittura tutto: l'idea di "credito facile" a un territorio straordinario, che dopo la Grande Crisi è ritornato locomotiva. Le insegne staccate (e sostituite con quelle del nuovo corso), al di là della facile retorica, parlano con rinnovata forza all'arroganza del superuomo nicciano che si pensa eterno. Un monito per il futuro, oltre che una sentenza inappellabile per il passato. Quella della storia». Anche se non lo ha firmato, per decenza o per opportunismo del nuovo direttore?, l'imbonitore ufficiale e pluridecennale di Zonin, l'economista di ruolo... marino, questo miscuglio di frasi di circostanza, in cui chi ha governato dal Cda o dal seggio più altro la banca per 36 anni, di cui 20 da presidente, pare colpevole solo di "credito facile" e di arroganza da " superuomo nicciano" (per Treccani: "nicciano, adattamento fonetico, oggi poco comune, di nietzschiano..."), non assolve né il diretto destinatario (dopo quella etica dei soci truffati, ora anche secondo un altro dei "convertiti", Pierpaolo Baretta, lasciamo alla magistratura la sentenza, se mai ci sarà) né l'autore odierno, il cronista di mille inchieste giudiziarie, vere, fasulle o a comando, né tantomeno Il Giornale di Vicenza. Su questo mezzo, come su politici, imprenditori e rappresentanti di un qualunque potere complice o colluso, pende, leggete per quello che il GdV poteva ma non ha voluto scrivere anche "Vicenza. La città sbancata", una « sentenza inappellabile per il passato. Quella della storia». Se entro fine anno vi "proporremo" un dossier al riguardo della storia che ci e, peggio, vi hanno propinato oggi cominciamo a pubblicare integralmente e senza commenti le parti fondamentali dei "verbali di interrogatorio" ad esempio di Gianni Zonin e Samuele Sorato e i documenti dell'indagine appena chiusa. Questi documenti, il 29 luglio abbiamo iniziato col verbale del primo interrogatorio di Gianni Zonin (clicca qui) e il 30 abbiamo inserito quello a Samuele Sorato del 6 aprile 2017 (clicca qui), ci sono arrivati per vie anonime, ma sentiamo il dovere di renderli noti, se non bloccheranno in qualche modo un giornalismo, il nostro, fatto di "integralità" della documentazione o non di estrazione dal contesto, contestabile anche in base alla legge e alle norme deontologiche della nostra professione, di alcune frasi, per giunta virgolettate, per due motivi fondamentali: 1 - perché ne siate informati e formuliate un vostro giudizio sulla vicenda senza le interpretazioni di parte o anche solo parziali anche nsotrev e di altri colleghi, che ora stanno subissando le pagine dei media, oppure confrontando quello che vi proponiamo senza filtri con le valutazioni di terzi, che per essere "professionali" dovrebbero studiarsi un milione e centomila pagine di interrogatori e riscontri documentali e 400 ore di intercettazioni; 2 - perché i lettori e, soprattutto, quelli che hanno perso soldi, i loro risparmi, con le azioni della BPVi, conoscano la verità, per lo meno quella dell'accusa, e possano tutelare i propri interessi azzerati senza doversi tassare singolarmente per una cifra enorme (oltre 70.000 euro) per avere dalla Procura di Vicenza tutto il mare magnum della documentazione o per migliaia di euro per ottenerne le parti fondamentali che l'associazione " Noi che credevamo nella BPVi" sta provando ad avere a favore dei propri © 2008 - 2017 VicenzaPiù - www.vicenzapiu.com


associati grazie ad una sottoscrizione proposta ad altre associazioni che, però, a parte quella di don Enrico Torta, pare siano restie ad aderirvi, nel momento in cui scriviamo, con la motivazione che la raccolta di documentazione ottenibile con l'importo inizialmnete "consorziabile" sarebbe minima rispetto a quella totale. Chiedendoci e chiedendo chi mai, e in quanto tempo, potrà leggere tutto (anche i giudici avranno difficoltà) noi proviamo a fornire da oggi, col primo verbale di interrogatorio di Gianni Zonin (da domani gli altri verbali e non solo...), il nostro "servizio" in trasparenza. E ci rendiamo, ovviamente, disponibili a pubblicare anche i documenti (documenti ma non chiacchiere di "facile retorica", come scriveva il nostro Ivanhoe senza l'h e senza il cavallo che lo renderebbe cavaliere) a difesa degli indagati. Ad oggi ancora non imputati, ricordiamo anche questo per onestà intellettuale a Il Giornale di Vicenza, che oggi risponde, è un segno della crisi post Zuccato & Zigliotto, abLuciano Vescovi. Che è stato, ahi la storia!, vice presidente di Banca Nuova prima di salire sul seggio più alto (oggi in effetti... meno basso) di Confindustria Vicenza.

POLITICA

Referendum per l'autonomia del Veneto, Langella: "il Pd tra sì e sì ma anche no... a Zaia, il PCI per il no a consultazione inutile" Come si sa il PD lombardo ha deciso di votare SI (e quindi di appoggiare) il refendum promosso da Maroni sull'autonomia. In Veneto la situazione non è dissimile. Infatti anche il PD veneto sta discutendo di ciò dopo che sono emersi dubbi dei democratici sulla questione. "La linea del Pd - si legegva sul CorVeneto - è simile a quella tenuta dai sindaci lombardi capitanati dal bergamasco Giorgio Gori che saranno alle prese con un medesimo referendum proposto da Roberto Maroni: il referendum è inutile e i 14 milioni di spesa previsti si potevano usare in altro modo. Tuttavia i dem vogliono evitare che la Lega e il centrodestra ne facciano un'operazione di pura propaganda". E sul Gazzettino si può leggere "«Va bene, Roberto Maroni. Siamo tutti per sì. E adesso che fai? Vuoi dirci quali competenze vuoi che lo Stato ti trasferisca?». Di Note ufficiali

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Debora Serracchiani, alla Festa dell'Unità di Milano, sintetizzava così la sofferta linea del Pd sui due referendum per l'autonomia che in ottobre chiameranno alle urne gli elettori di Veneto e Lombardia. Beh, su quel «Siamo tutti per il sì» il povero Alessandro Bisato, segretario veneto del Pd, dopo aver riunito a Padova l'assemblea del partito, potrebbe raccontarne delle belle, alla Serracchiani. Perché alla fine anche il Pd voterà sì, naturalmente, al referendum per l'autonomia: un partito che non voglia sprangar bottega, in Veneto e pure in Lombardia, non può certo dire ai propri elettori di stare a casa o peggio di votare no all'autonomia regionale, dopo che Renzi ha tentato di farla fuori con la riforma costituzionale trionfalmente seppellita dagli elettori il 4 Dicembre. Ma all'assemblea di Padova, sia pure a porte chiuse, sono risuonate parole grosse contro il «referendum farsa», da parte di esponenti di primissimo piano del partito, come Pier Paolo Baretta. L'imbarazzo del Pd è evidente: da una parte le tesi di Alessandro Naccarato, di Graziano Azzalin, che denunciano «l'uso strumentale» del referendum, e sono pronti a comprendere se non a sostenere chi aderisse ai comitati per l'astensione o per il no, le cui ragioni Giovanni Tonella definisce «fondatissime», chiarendo però che questo non significa certo essere contro «il potenziamento responsabile delle istituzioni regionali». Dall'altra l'adesione piena di esponenti come Simonetta Rubinato, federalisti da sempre senza se e senza ma...". La cosa imbarazzante è che questo referendum non produrrà nulla di concreto. È solo un grande spot pubblicitario per la Lega. Ed è, anche, uno spreco di denaro pubblico (di noi tutti) che servirà a dire che il presidente della giunta regionale vada a trattare con il governo centrale argomenti che dovrebbe avere già discusso durante iquesti anni e che, in tutta evidenza non ha fatto. Non si vota per l'autonomia ma per consolidare il (presunto) potere politico dei personaggi, leghisti, che hanno promosso il referendum. Per questo, nel referendum consultivo, non c'è nulla di "democratico". Si vuole sostanzialmente un "plebiscito" a favore del capo. È bene ribadirlo. Quello del 22 ottobre è un referendum inutile e costoso che nulla dovrebbe avere a che fare con la vera politica. Ma il PD ormai è questo: si adegua alla (presunta) maggioranza, alimenta il qualunquismo leghista, si schiera con l'avversario (anzi appoggia la sua manovra sfacciatamente propagandistica) dicendo che lo fa per non restare ai margini ed essere emarginato. Non ha idee, non propone nulla. Segue l'onda per mantenere qualche fetta di potere e una qualche visibilità di facciata. Si schiera dall'altra parte della barricata (quella dove ci si dividono i soldi e le poltrone che il vero potere lascia ai politicanti loro vassalli).

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La nostra posizione sul referendum deve essere chiara. I comunisti non partecipano alla farsa. Non vogliono che si spendano soldi pubblici (e sono tanti soldi) per la gloria di qualche policante impomatato o con i baffetti. Che i presidenti delle regioni facciano il loro mestiere (quello per il quale sono pagati da tutti noi) e vadano a confrontarsi con il governo centrale. Che discutano di spese e ricavi regionali. Di quali siano le priorità per le quali è necessario investire (lavoro, sanità, istruzione, trasporti, casa ...). Che facciano Politica, insomma. Questo lo dovremo spiegare agli elettori e sarà difficile, molto difficile. Ma vale, forse, la pena adeguarsi alla (presunta) maggioranza, indistintamente, così, tanto per apparire uguali agli altri restando in attesa delle mosse degli avversari? Credo proprio di no. Giorgio Langella, segretario PCI del Veneto

FATTI / POLITICA

"Venezuela, attenzione gli organi di informazione mentono!": la lettera denuncia di un vicentino che conosce quell'area Non so se avete sentito e letto i servizi e gli articoli dei principali organi di informazione italiani sulla situazione in Venezuela. Non so se avete notato come sembrano tutti identici (non simili, proprio uguali) quasi fossero dettati da una stessa fonte. Lo sono. Divulgano notizie palesemente false e commenti assolutamente dalla parte dei loro "datori di lavoro". Quei padroni che vogliono azzerare qualsiasi forma di emancipazione dei popoli e dei governi di quello che lorsignori chiamavano "terzo mondo" e che continuano a considerare una loro colonia. Di Citizen Writers

Io ho vissuto in sudamerica un periodo di fermento progressista. All'epoca (era la fine degli anni '60, il sessantotto per la precisione, quando arrivai con

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la famiglia a Lima) rimasi stupito, piacevolmente stupito, dal colpo di stato avvenuto in Perù in ottobre. Conoscevo quello che era successo in Grecia l'anno prima, nel 1967. Il colpo di stato dei colonnelli, la repressione e la violenza fascista, "l'orgia del potere". Non mi aspettavo, certo, che dei generali potessero essere progressisti. Nazionalisti, certamente, ma di un nazionalismo diverso da quello esaltato dalla destra europea. Si parlava di riscatto nazionale nei confronti di chi sfruttava le immense ricchezze del paese. Si parlava di dignità, di alzare la testa di fronte al quell'ingombrante impero che controllava tutto e tutti dal nord. Si dava voce a chi non l'aveva, a chi non conosceva lo spagnolo ma solo il quechua o l'aymara. Si parlava e si agiva. Ci fu, dopo una settimana dal colpo di stato, l'occupazione militare dei pozzi petroliferi di "La Brea y Pariñas" a Talara nel nord del paese. Petrolio che era sfruttato dalla International Petroleum Company. Petrolio che era stato letteralmente rubato al popolo peruviano perché la "grande sorella" nordamericana non aveva mai pagato neppure un centesimo. Vi assicuro che vedere sventolare la bandiera peruviana sui pozzi petroliferi fu qualcosa di notevole e liberatorio. Fui orgoglioso anch'io, ragazzo straniero che stava iniziando a rispettare e amare un popolo così diverso dal mio. Come entusiasmante fu la proclamazione della riforma agraria. Quella frase di Tupac Amaru II, "contadino il padrone non potrà più mangiare la tua povertà", che era scritta sulla copertina del testo della riforma mi sembrava (e lo era) qualcosa di semplicemente magnifico. Io non so cosa scrivessero qua in Europa di quello che stava succedendo allora in Perù. Da qualche lettera della nonna che era rimasta in Italia si poteva capire che si guardava con preoccupazione l'esperienza peruviana, ma quello che stavamo vivendo io e la mia famiglia era un'esperienza importante. Mio padre ricordava che un'aria così, di speranza e consapevolezza, l'aveva respirata quando, giovane partigiano, aveva partecipato alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. E ricordo quando aprirono l'ambasciata sovietica, quando i medici cubani arrivarono per primi a portare gli aiuti dopo il devastante terremoto del maggio del 1970. Ricordo il discorso del presidente generale Juan Velasco Alvarado quando annunciò la riforma che prevedeva la socializzazione della proprietà delle industrie private. Ricordo che, in quegli anni, ci fu in Bolivia l'esperienza del generale progressista Juan José Torres. Che in Cile fu eletto Allende ... Ricordo che il primo ad essere spodestato con un colpo di stato cruento fu Torres nel 1971 (poi ucciso nel 1976 in Argentina durante la dittatura di Videla; un assassinio da ascrivere alla famigerata "Operazione Condor"). Ricordo le serrate e gli scioperi dei trasportatori che paralizzarono il Cile. Ricordo ancora l'11 settembre del 1973, il colpo di stato di Pinochet finanziato dagli USA, gli aerei sul palazzo de la Moneda, l'assassinio di Salvador Allende. Ricordo che in Perù, a metà degli anni settanta, ci furono crescenti disordini e una crisi che portò alla destituzione del generale Velasco Alvarado e a una "restaurazione democratica" che riportò la "calma imperiale" nel paese, la dura repressione, la violenza, la corruzione. Ricordo la dittatura di Videla in Argentina. I "desaparecidos". Tutto in nome della normalizzazione. Punizioni per chi aveva osato opporsi al potere imperiale degli Stati Uniti (non importa chi fosse il presidente del momento).

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Io posso dire che ho vissuto i tentativi di riscatto e la loro repressione. Li ho respirati. Così sono diventato comunista. Oggi sta succedendo lo stesso in Venezuela. La stessa modalità. Crisi indotta e sfruttata, violenze, serrate, aggiotaggi, falsa informazione per abbattere un governo legittimo che sta costruendo (con fatica, certo, e, probabilmente, con qualche errore) una nazione che non vuole essere asservita al "capitalismo imperiale statunitense". Un tentativo di riscatto e dignità che non può, per lorsignori, né esistere né resistere alla periferia dell'impero. Noi dobbiamo appoggiare il governo chavista venezuelano. Dobbiamo contrastare la falsa informazione dei media italiani (e occidentali). Dobbiamo opporci a questa campagna oscena contro il popolo e il governo venezuelano. Sappiamo che dopo Brasile e Argentina, la "normalizzazione imperiale" ha attaccato il Venezuela, la Bolivia di Evo Morales e non si fermerà di fronte a nulla. L'obiettivo è dimostrare chi è il padrone. Dobbiamo aiutare l'America latina a dimostrare qual è la dignità e la forza di un popolo libero ("de la Patagonia al Bravo"). Giorgio Langella

ECONOMIA&AZIENDE

Il verbale di interrogatorio a Gianni Zonin del 24 marzo 2017: leggetelo e poi verificate i commenti dei media... perchè le bugie non si ripetano Il 29 luglio con un articolo aggiornato e integrato il 30 abbiamo iniziato a pubblicare gli interrogatori a Gianni Zonin del 22 marzo e a Samuele Sorato del 6 aprile, "gli originali senza virgolettati parziali. Perchè la "storia" giudichi anche i cronisti sul flop BPVi". Oggi nel rendervi disponibile cliccando qui il testo del secondo interrogatorio, quello del 24 marzo 2017, all'ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin (nell'immagine di copertina una sua foto "lenzuolo" apparsa sul Giornale di Vicenza ai tempi delle sue cronache trionfali di altrettanto plaudenti e oceaniche assemblee), ci era venuta la voglia di aggiungerci i nostri commenti. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

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Tanto palesi, infatti, ci paiono sia certe incongruenze delle dichiarazioni raccolte dai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi con l'ausilio della Giardia di Finanza di Vicenza sia i possibili coinvolgimenti delle responsabilità degli organi di Vigilanza di Banca d'Italia, che pare più volte incapace o dormiente se non, vogliamo credere di no, collusa Per questa "impressione" il governatore Ignazio Visco e il responsabile della vigilanza Carmelo Barbagallo non se la prendano, anche loro, con noi perchè a generarla non siamo noi ma colui che molti commentatori definiscono il banchiere loro "amico" e "protetto" anche se quel termine ci pare a dir poco improprio visto che i banchieri moderni, il piccolo, in fondo, Zonin e il grande, ad esempio, Profumo non rischiano i propri soldi, come facevano i proprietari delle banche di un tempo, ma i soldi, caso mai, li fanno rischiare, e perdere, ai loro soci a decine di migliaia affascinati dalle loro promesse! Volevano commentare il secondo verbale e le tabelle che riporta ma abbiamo rinviato i commenti, confortati da esperti, a un secondo momento e ci siamo mantenuti fedeli all'impostazione iniziale di queste pubblicazioni, di oubblico servizio, che vi ripetiamo qui di seguito. "Su questo mezzo, come su politici, imprenditori e rappresentanti di un qualunque potere complice o colluso, pende, leggete per quello che il GdV poteva ma non ha voluto scrivere anche "Vicenza. La città sbancata", una «sentenza inappellabile per il passato. Quella della storia». Se entro fine anno vi "proporremo" un dossier al riguardo della storia che ci e, peggio, vi hanno propinato oggi (era il 20 luglio, ndr) cominciamo a pubblicare integralmente e senza commenti le parti fondamentali dei "verbali di interrogatorio " ad esempio di Gianni Zonin e Samuele Sorato e i documenti dell'indagine appena chiusa. Questi documenti, il 29 luglio abbiamo iniziato col verbale del primo interrogatorio di Gianni Zonin (clicca qui) e il 30 abbiamo inserito quello a Samuele Sorato del 6 aprile 2017 (clicca qui), ci sono arrivati per vie anonime, ma sentiamo il dovere di renderli noti, se non bloccheranno in qualche modo un giornalismo, il nostro, fatto di "integralità" della documentazione o non di estrazione dal contesto, contestabile anche in base alla legge e alle norme deontologiche della nostra professione, di alcune frasi, per giunta virgolettate, per due motivi fondamentali: 1 - perché ne siate informati e formuliate un vostro giudizio sulla vicenda senza le interpretazioni di parte o anche solo parziali anche nsotrev e di altri colleghi, che ora stanno subissando le pagine dei media, oppure confrontando quello che vi proponiamo senza filtri con le valutazioni di terzi, che per essere "professionali" dovrebbero studiarsi un milione e centomila pagine di interrogatori e riscontri documentali e 400 ore di intercettazioni; 2 - perché i lettori e, soprattutto, quelli che hanno perso soldi, i loro risparmi, con le azioni della BPVi, conoscano la verità, per lo meno quella dell'accusa, e possano tutelare i propri interessi azzerati senza doversi tassare singolarmente per una cifra enorme (oltre 70.000 euro) per avere dalla Procura di Vicenza tutto il mare magnum

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della documentazione o per migliaia di euro per ottenerne le parti fondamentali che l'associazione "Noi che credevamo nella BPVi" sta provando ad avere a favore dei propri associati grazie ad una sottoscrizione proposta ad altre associazioni che, però, a parte quella di don Enrico Torta, pare siano restie ad aderirvi, nel momento in cui scriviamo, con la motivazione che la raccolta di documentazione ottenibile con l'importo inizialmnete "consorziabile" sarebbe minima rispetto a quella totale. Chiedendoci e chiedendo chi mai, e in quanto tempo, potrà leggere tutto (anche i giudici avranno difficoltà) noi proviamo a fornire da oggi, col primo verbale di interrogatorio di Gianni Zonin (da domani gli altri verbali e non solo...), il nostro "servizio" in trasparenza. E ci rendiamo, ovviamente, disponibili a pubblicare anche i documenti (documenti ma non chiacchiere di "facile retorica", come scriveva il nostro Ivanhoe senza l'h e senza il cavallo che lo renderebbe cavaliere) a difesa degli indagati. Ad oggi ancora non imputati, ricordiamo anche questo per onestà intellettuale a Il Giornale di Vicenza, che oggi risponde, è un segno della crisi post Zuccato & Zigliotto, a Luciano Vescovi. Che è stato, ahi la storia!, vice presidente di Banca Nuova prima di salire sul seggio più alto (oggi in effetti... meno basso) di Confindustria Vicenza". Che detta oggi la linea del locale quotidiano confindustriale che rispondeva prima all'ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto, membro eccellente del cda di Gianni Zonin, che ha ricevuto, anche lui, la notizia della chiusura delle indagini dai pm Luigi Pipeschi e Gianni Pipeschi, i due titolari delle indagini che , oltre a sindaci e revisori, hanno, comunque, "graziato" un'altra decina di membri del cda tra cui Roberto Zuccato, anche lui per due volte presidente dell'associazione padronale vicentina prima di arrivare al vertice di quella regionale...

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

D.l. 99/17 e i diritti dei clienti di BPVi e Veneto Banca in LCA: il parere dello studio Esini, Esini & Da Villa tira in ballo anche Intesa Sanpaolo Vi proponiamo questo ulteriore contributo informativo sulle conseguenze del D.l. 99/17 sui diritti dei clienti della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca poste ora in liquidazione coatta amministrativa. Nel presente documento, a firma dell'avv. Marco Da Villa dello studio Esini, Esini & Da Villa con sedi a Venezia (S. Donà), Roma e Milano) sono esposte alcune valutazioni di massima ed indicazioni generali che prescindono dall'esame della singola fattispecie; in nessun caso esse devono essere intese come un suggerimento o un consiglio ad avviare o non avviare un'azione giudiziaria. Di Risposte agli azionisti

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Il quadro giuridico e una valutazione di massima Il 27 luglio è stato definitivamente convertito il D.L. 99/2017 "Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.".La legge, che peraltro deve ancora essere pubblicata in G.U., è stata annunciata dai media come favorevole ai risparmiatori ma non è così: in termini puramente giuridici essa determina in capo ai clienti investitori una delle più ampie e palesi ingiustizie che il sistema bancario italiano abbia mai recepito. Era ormai fatto notorio che le popolari si trovassero in situazione di grave dissesto ma chi lo ha gestito non ne ha rappresentato con la trasparenza dovuta in una circostanza così drammatica per la clientela; anzi la corsa alle transazioni avviata a partire dal mese di aprile di quest'anno sotto l'egida delle autorità di vigilanza, l'elaborazione del piano Tiepolo 2.0, le iniziative commerciali per l'incremento della raccolta, etc... hanno generato delle aspettative di risanamento che, evidentemente, non avevano serie fondamenta. Improvvisamente il 23/6 u.s. la Banca Centrale Europea ha tolto speranza dichiarando che le banche si trovavano in dissesto finanziario ai sensi dell'art. 18, par. 1, lett. a), del Regolamento (UE) n. 1024/2013 a seguito alla loro ripetuta violazione dei requisiti patrimoniali di vigilanza. Nella stessa data il SRB (Single Resolution Board) ha stabilito che non c'era ormai alcuna alternativa se non la liquidazione coatta amministrativa degli Istituti secondo le norme italiane. Nel caso di specie la normativa applicabile sarebbe dovuta essere quella agli artt. 80 e ss. del Testo Unico Bancario, tuttavia il Governo, varando il D.L. di cui sopra ha derogato a tale disciplina disponendo una liquidazione del tutto inedita dei due istituti bancari. Infatti la liquidazione coinvolge tre soggetti oltre lo Stato (così come previsto dalla direttiva sugli aiuti di Stato) che fa da garante e finanziatore: le banche in LCA ed Intesa SanPaolo, il cessionario, che ha acquistato molti degli attivi delle Popolari e la Società per la Gestione di Attività (SGA) che si occuperà della gestione delle rimanenze attive delle LCA. L'anomalia evidente di tale meccanismo di risoluzione della crisi non sta nel fatto che con il Decreto si autorizzi una cessione aziendale di gran parte degli attivi delle banche in liquidazione né che i soci e gli obbligazionisti subordinati perdano i loro investimenti: la scelta giuridicamente inaccettabile è quella di aver esentato Intesa da ogni e qualsiasi pretesa non dei soci ma dei clienti danneggiati dalla confermata ripetuta, per non dire sistematica, violazione da parte delle banche delle norme in materia di prestazione dei servizi di investimento. È la stessa normativa infatti a prevedere che gli azionisti e obbligazionisti

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subordinati che abbiano acquistato azioni od obbligazioni subordinate delle ex Popolari in violazione della normativa sulla prestazione dei servizi di investimento riferibili alle medesime azioni od obbligazioni subordinate sono esclusi dalla cessione e non potranno rivalersi su Intesa che pure è cessionaria di gran parte degli attivi e anche di quegli stessi rapporti contrattuali nell'ambito dei quali il danno è stato causato. Il principio secondo cui i primi a pagare devono essere i soci è pacifico nella disciplina comunitaria in presenza di aiuti di stato (burden sharing), tuttavia insieme con i soci si sono buttati via anche i clienti che sono soggetti ben diversi: per farlo si è scisso un rapporto unitario cedendo da un lato un insieme aggregato composto prevalentemente da attivi e inibendo dall'altro la possibilità dei clienti danneggiati di rivalersi su un soggetto solvibile. Si è fatto scempio della par condicio creditorum impedendo ad alcuni creditori (azionisti e obbligazionisti subordinati) di rivalersi sugli attivi del loro debitore. In termini giuridici la vicenda è complessa, ma non occorre un grande approfondimento tecnico per comprendere che, in parole molto semplici, si sono sacrificate le vittime sottraendo alla garanzia dei creditori una parte dei beni del debitore fallito. *** La tutela dei diritti dei clienti nel nuovo quadro giuridico Il quadro giuridico è di assoluta complessità e saranno necessarie settimane per acquisire tutta la documentazione necessaria per formulare delle valutazioni attendibili, tuttavia anche in questa fase si possono dare delle indicazioni operative ai clienti delle due banche in LCA che hanno subito perdite a seguito dei comportamenti illegittimi di queste ultime. 1 - Un consiglio pratico È anzitutto opportuno in questa situazione confusa anche a livello operativo capire in mano di chi si trovano i propri risparmi, strumenti finanziari, rapporti: potrebbero infatti essere rimasti in LCA o, come è accaduto quasi certamente, essere transitati in Intesa. La cosa più banale da fare è andare in banca e chiedere il trasferimento presso altro istituto; se per qualche motivo l'ordine non dovesse essere eseguito è indispensabile capire perché e decidere di conseguenza. 2 - Insinuazione al passivo Per quanto riguarda i diritti vantati come clienti con riferimento alle perdite azionarie e obbligazionarie subite, l'iniziativa più immediata e scontata, ma ciò non di meno doverosa, è rappresentata dall'insinuazione al passivo della liquidazione coatta amministrativa. Tra i casi tipici di clienti danneggiati, possono chiedere di insinuarsi al passivo coloro che: a) lamentano la mancata esecuzione di un ordine di vendita di azioni (i cosiddetti scavalcati); b) contestano l'inadempimento dell'intermediario agli obblighi connessi con la prestazione dei servizi di investimento (ad esempio, in via esemplificativa ma non esaustiva, il collocamento di strumenti finanziari in spregio al profilo di rischio non adeguato/appropriato, la mancata o scorretta informativa, l'errata prestazione del servizio di consulenza, irregolarità degli ordini, ecc.); c) lamentano l'operato infedele dei dipendenti e/o dei promotori finanziari delle due Banche Popolari; d) contestano l'acquisto di azioni e/o obbligazioni convertibili o subordinate perché determinato da false informazioni sociali;

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e) contestano l'acquisto per nullità (mancanza di contratto quadro, collocamento fuori sede in difetto di clausola di recesso, falsificazione delle sottoscrizioni, etc...) f) hanno acquistato le azioni a fronte di finanziamento da parte della banca (le c.d. operazioni "baciate"). L'insinuazione al passivo è la domanda con cui si chiede di ammettere il proprio credito al passivo di un fallimento. Il termine e le modalità per l'insinuazione al passivo sono individuati dall'articolo 86, comma 5, del testo Unico Bancario: "entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto di liquidazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, i creditori e i titolari dei diritti indicati nel comma 2, i quali non abbiano ricevuto la comunicazione prevista dai commi 1 e 2, devono chiedere ai commissari, mediante raccomandata con avviso di ricevimento, il riconoscimento dei propri crediti e la restituzione dei propri beni, presentando i documenti atti a provare l'esistenza, la specie e l'entità dei propri diritti e indicando l'indirizzo di posta elettronica certificata al quale ricevere tutte le comunicazioni relative alla procedura". Nel caso di specie il termine di 60 giorni deve ancora iniziare il suo periodo di decorrenza alla data del 28/7/2017, atteso che siamo ancora in attesa della pubblicazione in G.U. dei Decreti Ministeriali n.185 (per BPVI) e 186 (per VB). Ove il socio/azionista intendesse insinuarsi al passivo della liquidazione coatta amministrativa, sarebbe opportuno che procedesse tramite uno studio legale in quanto si tratta di formulare, in modo semplificato ma non per questo meno preciso, le ragioni della propria pretesa (fatti, documenti, ragioni giuridiche, quantificazione del danno, etc...) esattamente come se si desse il via ad una causa. Dovrà essere inoltre allegata la documentazione probatoria del credito che, per le banche popolari, non è quasi mai a disposizione del cliente. Insinuarsi al passivo della liquidazione coatta amministrativa non significa essere certi di ottenere il risarcimento, in tutto o in parte, del danno subito a. sia perché oggi non ci sono elementi sicuri per poter sostenere che la LCA avrà a disposizione una massa attiva, in poche parole liquidità, sufficiente per risarcire tutti i soci / azionisti (anzi la stessa Banca d'Italia nel documento denominato "La crisi di Veneto Banca S.p.A. e Banca Popolare di Vicenza S.p.A.: Domande e risposte", scrive: "In concreto - per effetto delle ingenti perdite accumulate dalle due banche e del fatto che lo Stato, a fronte dell'esborso per cassa e delle garanzie verso Intesa, si inserisce nel passivo della liquidazione e viene soddisfatto prima degli azionisti e dei creditori subordinati - le liquidazioni non disporranno con tutta probabilità di risorse sufficienti a soddisfare le pretese di azionisti e creditori subordinati." ; b. sia perché non vi è la certezza che la domanda di insinuazione dei soci / azionisti venga ammessa dal liquidatori allo stato passivo. Ove la domanda dovesse essere respinta, vi sarà la possibilità di proporre, nei 15 giorni dalla comunicazione, l'opposizione dando vita, in questo modo, ad un vero e proprio giudizio di accertamento avanti il Giudice fallimentare. 3 - Istanza di separazione e rivendica Come abbiamo sopra detto, è possibile, anche se non probabile, che altri strumenti finanziari diversi dalle azioni siano rimasti in LCA. Nel caso in cui risulti ceduto il rapporto ma nel dossier titoli non compaiano

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alcuni strumenti finanziari sarà opportuno, nello stesso termine previsto per la domanda di insinuazione al passivo, proporre domanda di rivendica e separazione per la quale. In tal caso è senz'altro opportuno avere un estratto conto titoli aggiornato a poco prima della messa in liquidazione per poter dimostrare quali e quanti sono i titoli cui si ha diritto. Iniziative giudiziarie nei confronti dei responsabili del crack Ci sono molti soggetti che, a diverso titolo, possono essere ritenuti responsabili del dissesto delle banche e dei danni subiti dai soci/clienti: gli esponenti aziendali, i sindaci, le società di revisione, le Autorità di vigilanza (Consob, Banca d'Italia) e in alcuni casi gli stessi funzionari che hanno proceduto al collocamento al cliente, tuttavia le azioni di responsabilità nei confronti di questi soggetti risulta ad oggi molto difficile da costruire e, più ancora, da suggerire, alla luce anche del rapporto costo-beneficio: a. costituirsi parte civile in uno o più dei dibattimenti penali che saranno probabilmente avviati a Roma, Vicenza e Treviso non richiede grandi sforzi, ma ben diverso è recitare una parte attiva in quella sede. Solo procedere ad una completa acquisizione documentale impone infatti costi importanti per un singolo investitore e ancor di più dotarsi di un'assistenza legale che possa seguire tutte le udienze e svolgere un'adeguata assistenza sino all'ultimo grado di giudizio. È bene ricordare che rarissimamente l'esercizio dell'azione civile nei giudizi penali in cui i danneggiati siano numerosi (nel nostro caso potrebbe trattarsi di migliaia) porta ad una liquidazione del danno in capo a ciascuna parte; la soluzione più probabile da attendersi è, nel migliore dei casi, l'assegnazione di una provvisionale non elevatissima e il rinvio al giudice civile per la causa di liquidazione del danno. A quel punto, magari dopo parecchi anni, si ricomincia un giudizio civile nei confronti di responsabili che si saranno liberati dei loro beni. b. Le azioni risarcitorie nei confronti dei sindaci, dei titolari delle funzioni di controllo, della società di revisione (PWC per Veneto Banca e KPMG per BPVI) o delle autorità di vigilanza (Consob e Banca d'Italia) per omessa vigilanza sono con tutta probabilità fondate, ma assai complesse da costruire. È infatti estremamente facile, e probabilmente fondato, affermare che se tali soggetti avessero svolto sino in fondo i loro compiti sarebbe probabilmente emerso anni prima il dissesto, tuttavia dimostrarlo in giudizio è ben altra cosa. L'onere della prova spetta infatti al danneggiato che non ha accesso alcuno alla documentazione relativa alle attività ispettive e di controllo svolte; anzi per le autorità di vigilanza c'è anche l'ostacolo relativo al segreto che copre molto opportunamente almeno parte di tale documentazione. Nel merito, anche se ci sono stati recentemente significativi sviluppi della giurisprudenza, va ricordato che i Tribunali italiani sono assai restii a condannare le autorità di vigilanza. In ogni caso si tratta di cause che impongono lunga preparazione e assai lunga durata; conseguentemente i costi da affrontare sono ragionevoli per il singolo solo se si tratta di una causa collettiva che consente una ampia condivisione degli oneri. c. L'azione legale nei confronti dei singoli dipendenti con i quali sono state trattate le operazioni di sottoscrizione delle azioni o delle obbligazioni convertibili presenta meno problemi di costi e una più semplice preparazione tuttavia, anche a prescindere dall'individuazione di un

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meccanismo di responsabilità personale, esse presentano normalmente due criticità importanti: la difficoltà di dare la prova dell'illecito (si pensi all'ipotesi di dover provare che l'informativa fornita era colposamente errata) e la modesta capacità patrimoniale del dipendente che, una volta condannato al risarcimento, non sarebbe probabilmente in grado di pagare tutti i clienti danneggiati. L'ipotesi di lavoro che più convince è certamente quella indicata sub b) pur nella innegabile difficoltà della sua impostazione e della necessità di aggregare un numero consistente di risparmiatori al fine di rendere sopportabili gli oneri per il singolo. L'avvio di tali iniziative giudiziarie, come detto, richiede comunque un investimento significativo di tempo, di risorse economiche e di capacità professionali da parte dei legali incaricati. Infine va segnalato che le persone fisiche, imprenditori individuali, nonché imprenditori agricoli o coltivatori diretti o loro successori mortis causa, detentori, al momento dell'avvio della liquidazione coatta amministrativa, di obbligazioni subordinate emesse da una delle due Banche Popolari Venete, possono accedere al Fondo di solidarietà con erogazione diretta di cui all'articolo 9 del decreto- legge 3 maggio 2016, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 giugno 2016, n. 119. L'istanza di erogazione dell'indennizzo forfettario di cui al comma 6 del citato articolo 9 deve essere presentata, a pena di decadenza, entro il 30 settembre 2017 5) Intesa SanPaolo Attualmente stiamo studiando un'altra iniziativa giudiziaria, irta di difficoltà ma giuridicamente molto interessante, ovvero quella di traslare le azioni contrattuali di risarcimento nei confronti della cessionaria Intesa SanPaolo. Il punto dolente dell'intera operazione è infatti la scissione dei rapporti in due parti: il lato attivo trasferito a Intesa SanPaolo e il lato passivo lasciato a morire nella bad bank. La scelta di far pagare per primi agli azionisti era obbligata in base alle normative europee, ma quella di punire anche i clienti incolpevoli, prime vittime delle irregolarità delle banche, è stata un'inaccettabile negazione dei principi fondanti il nostro sistema resa possibile dalla promulgazione di alcune norme di dubbia costituzionalità. Tale artificio, sotto vari profili non solo di illegittimità costituzionale, è uno dei punti deboli dell'operazione e su di esso è opportuno concentrare gli sforzi. Si tratta, peraltro, di una scelta obbligata per chi ha le posizioni più critiche, ovvero i clienti che sono stati finanziati dalla banca per comprare, o peggio, per non vendere le azioni; essi si troveranno ben presto a dover fronteggiare le richieste di pagamento di Intesa cui non potranno opporre il loro credito derivante dall'illegittimo danno causato dalla banca in LCA. Su questo piano riteniamo che ci sia ancora molto da dire. Nessuna delle soluzioni brevemente descritte, insinuazione al passivo compresa, è risolutiva, semplice e veloce da impostare e condurre in Tribunale o facile da portare a termine con successo ma, d'altra parte, queste sono le migliori opzioni possibili dopo che, con l'operazione voluta dall'esecutivo, è stata sottratta ai clienti la via della causa contrattuale che molti avevano già imboccato per far valere i loro diritti in modo efficace (come in qualche caso c'è stato appena il tempo di dimostrare). *** Nel presente documento sono esposte alcune valutazioni di massima ed indicazioni generali che prescindono dall'esame della singola fattispecie; in nessun caso esse devono essere intese come un suggerimento o un © 2008 - 2017 VicenzaPiù - www.vicenzapiu.com


consiglio ad avviare o non avviare un'azione giudiziaria. Esini, Esini & Da Villa

BANCHE / FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Ex BPVi e Veneto Banca, Enrico Cappelletti e M5S: il Pd sempre più in basso, ruba ai poveri per dare ai ricchi Il senatore veneto e capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Enrico Cappelletti afferma: " Con il decreto sulle popolari venete, il PD ha raggiunto il punto più basso dell'intera legislatura. Il decreto approvato dal Governo in 20 minuti toglie, infatti, perfino la speranza a chi non ha più lacrime per piangere, cioé gli oltre 210 mila risparmiatori truffati che con il crac delle due banche venete hanno perso tutto. Il Decreto ha regalato ad un soggetto privato (Banca Intesa) tutta la "polpa", lasciando ai cittadini truffati di potersi rivalere solo sulle "ossa". PD e governo, con questi regali miliardari ad un soggetto privato, sono peraltro recidivi.". Di Note ufficiali

"Perché - precisa il senatore M5S - hanno già regalato la concessione dell'autostrada più importante d'Italia, l'A4 Padova-Brescia, ai privati, tra i quali - guarda il caso - spicca Banca Intesa. Insomma, il PD e Governo si sono comportati come moderni Robin Hood al contrario, che rubano ai poveri per dare ai ricchi". Conclude, quindi, Cappelletti: "BPVi e VB, salvate senza guardare al risparmio di risorse pubbliche, andavano piuttosto nazionalizzate E ai responsabili di questo scempio, gli amministratori e manager delle banche in primis, ma anche i politici di destra e sinistra che li hanno coperti, andava fatto pagare il conto. Assistiamo invece anche la beffa dell'avvicinarsi inesorabile della prescrizione, per i principali responsabili di questa truffa colossale. Grazie a termini di prescrizione troppo brevi, voluti da Berlusconi e mai modificati dal PD, é quasi sicuro che i responsabili di questo disastro la facciano franca. E' evidente che fa comodo a molti politici che non venga

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fatta giustizia. Ma non si può non considerare che, di norma, conviene che non sia fatta giustizia, proprio ai complici di un reato o a coloro che, dalla condotta illecita, hanno tratto vantaggio e magari ora temono di essere chiamati in causa".

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

Siamo alla follia: se la banca è in crisi blocchiamo i conti correnti! Non è uno scherzo ma un'idea Ue Sarà senz’altro per il caldo, ma la notizia è sfuggita praticamente a tutti, sebbene la fonte fosse molto autorevole: la Reuters. In Italia l’ho letta solo su scenari economici.it, eppure merita molta attenzione. Scopriamo, infatti, che l'Unione Europea, tramite la Presidenza estone, sta considerando una norma che permetterebbe di bloccare i prelievi dai conti correnti e dai depositi al fine di evitare la corsa agli sportelli delle banche in difficoltà. Praticamente verrebbe dato ai supervisori europei la possibilità di congelare i conti. E non per poco: fino a un massimo di 20 giorni. Di Redazione VicenzaPiù

Traduco per semplicità: se il vostro istituto dovesse andare in crisi, voi correntisti non potreste prelevare un centesimo per 20 giorni, immagino lavorativi. Dunque rimarreste "a secco" per un mese. Le attuali norme prevedono limitazioni parziali per un massimo di due giorni e un'altra proposta della Commissione europea presentata lo scorso novembre contemplava l'intoccabilità dei conti fino a 100mila euro. Il piano rivelato dalla Reuters è molto più radicale. La buona notizia è che diversi Paesi e le stesse banche si sono opposte; quella cattiva è che la Germania è favorevole.

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A inquietare, però, è il messaggio complessivo che emerge da queste indiscrezioni. Se le cose andassero davvero bene, insomma se gli istituti bancari fossero davvero risanati, scenari così estremi non verrebbero nemmeno presi in considerazione. E invece apprendiamo che sul tavolo della Ue ci sono ben due proposte. Evidentemente nonostante le misure adottate dal 2008 ad oggi, il sistema bancario resta di salute alquanto cagionevole. Basta poco per farlo ammalare. E per inguaiare, davvero, gli incolpevoli risparmiatori. Attenti... di Marcello Foa, da blog.ilgiornale.it

FATTI

Via libera unanime del Consiglio regionale al Pdl 208 presentato in aula da Riccardo Barbisan sull’invecchiamento attivo Approvato all'unanimità (44 voti) e sostenuto, seppur tra qualche distinguo, da tutti i gruppi il progetto di legge n. 208 di iniziativa regionale relativo alla "Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo". Il testo della legge è stato presentato in aula da Riccardo Barbisan (Lega Nord): il quale ha sottolineato "l'importanza di uno strumento programmatorio e autorizzativo come quello impostato da questa Legge che ha una dotazione di 800 mila € per il finanziamento delle iniziative che esso prevede attraverso una programmazione triennale. Di Comunicati Stampa

La legge mira a promuovere e sostenere una diversa concezione dell’invecchiamento in cui viene valorizzato al meglio la qualità della vita, assicurando sostegno all’autonomia e all’indipendenza personale oltre che un adeguato livello di salute in una società che sta conoscendo la presenza vieppiù accentuata di cittadini anziani” Nella relazione che accompagna la

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legge alcuni dati significativi: “Nel 2015, su una popolazione di 4.927.596 persone, il 21,7per cento aveva più di 64 anni e, tra di essi, il 6,4 per cento aveva più di 79 anni, mentre solo il 14 per cento ha un'età inferiore ai 14 anni. La tendenza all'invecchiamento è visibile anche nella popolazione in età attiva, costituita da una quota maggiore di soggetti di età compresa tra i 40 e 64 anni: 1.842.696 unità, pari al 37,4 per cento della popolazione complessiva, rispetto ai soggetti di età compresa tra i 15 e 39 anni, 1.328.831 unità, 27 per cento. In sintesi, l'indice di vecchiaia, che misura il rapporto percentuale tra il numero di ultrasessantaquattrenni e il numero di giovani al di sotto dei 15 anni di età descrivendo cosi il grado di invecchiamento della popolazione, nel 2015 è pari a 154,8 anziani a 100 giovani. Stratificando per genere, l'indice di vecchiaia risulta decisamente più elevato per le donne, raggiungendo il valore di 182,3 per cento contro 128,7per cento degli uomini”. Stando alle proiezioni sui dati Istat nel 2030,la popolazione ultrasessantaquattrenne costituirà un quarto della popolazione generale per salire di nuovo nel 2045 (31,6 per cento). L'indice di vecchiaia mostra che nel 2030 ci saranno 200 anziani ogni 100 giovani e nel 2045 il valore aumenterà fino a 243. “Dinnanzi a questa realtà sociale e alle prospettive future la regione cerca di dare una risposta positiva e la vera sintesi di questo testo di legge – ha detto Barbisan – è anticipata dal primo comma del primo articolo: ‘La Regione riconosce e valorizza il ruolo delle persone adulte o anziane nella comunità, promuovendo la loro partecipazione alla vita sociale, civile, economica e culturale e favorendo la costituzione di percorsi per l’autonomia e il benessere nell’ambito dei loro abituali contesti di vita. Fondamentale in questo progetto è il concetto di formazione continua sulla scia di importanti esperienze già maturate nel territorio mentre è stato rilevante e decisivo il lavoro di concertazione fatto con gli attori sociali, le forze sindacali, le realtà locali”. Il controrelatore Claudio Sinigaglia (Pd) ha voluto rimarcare la necessità di fare il massimo per difendere “la dignità della vita perché è vero che si allunga l’aspettativa di vita, ma occorre dar vita agli anni” concetto questo ripreso anche da Piero Ruzzante (Articolo 1-Mdp) che ha voluto sottolineare l’importanza della concertazione con le forze sociali nell’elaborazione di questa legge. Patrizia Bartelle (M5S) pur dichiarando la lettura positiva del Pdl ha presentato una serie di emendamenti “migliorativi di una legge che coglie un problema autentico, ma che deve avere maggiori risorse e maggiore chiarezza nella programmazione”. Orietta Salemi (Pd), dopo aver ribadito l’importanza della formazione e informazione culturale negli anziani ha messo in luce la necessità “di ritrovare e ricostruire un legame sociale tra giovani e anziani e il bisogno che abbiamo di difendere i saperi e le conoscenze anche di mestieri che stanno scomparendo di cui tanti anziani sono invece custodi che possono e devono tramandare i loro segreti. Non dobbiamo mai dimenticare che senza giovani non c’è futuro, ma senza anziani scompare la memoria della nostra comunità”

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Quaestio e Cerved acquistano da MPS la sua piattaforma di recupero crediti deteriorati Quaestio Holding SA ("Quaestio") e Cerved Group SpA ("Cerved"), società controllata da Cerved Information Solutions SpA, hanno siglato un'intesa per una partnership industriale nelle attività di special servicing ("Partnership") ed hanno contestualmente raggiunto un accordo con Banca Monte dei Paschi di Siena SpA ("BMPS") per l'acquisto della piattaforma di recupero crediti deteriorati di BMPS. La Partnership prevede, inter alia, la costituzione di una società ("Newco") che sarà detenuta per il 50,1% da Quaestio e per il 49,9% da Cerved. Di Redazione VicenzaPiù

Newco, in virtù di diritti rafforzati di governance in capo a Cerved, rientrerà nel perimetro di consolidamento di quest'ultima. Il trasferimento alla costituenda Newco di know how da parte di Cerved, garantirà una operatività nella gestione del recupero dei crediti in linea ai più alti standard di servicing a livello europeo. Nell'ambito della Partnership, Quaestio e Cerved, per conto della costituenda Newco, hanno firmato un accordo vincolante con BMPS per l'acquisto della piattaforma di servicing di BMPS, che avrà in gestione l'80% delle sofferenze che si genereranno nei prossimi 10 anni. Il prezzo che sarà corrisposto al closing è pari a Euro 52,5 milioni, in linea con i multipli di recenti operazioni comparabili. Oltre a tale prezzo potrebbe aggiungersi un earn-out fino ad un massimo di Euro 33,8 milioni, basato sul raggiungimento di risultati economici conseguiti nell'arco temporale sino al 2025. Cerved, in forza di opzioni call, potrà acquisire l'intera quota detenuta da Quaestio in Newco nel 2021. La Newco concorrerà anche alla gestione dei crediti deteriorati derivanti da altre operazioni di cartolarizzazione o di outsourcing promosse da Quaestio. Il completamento dell'acquisizione è atteso per i primi mesi del 2018 ed è soggetto all'approvazione dell'autorità di vigilanza al completamento dell'operazione di aumento di capitale previsto dal Piano di Ristrutturazione di BMPS e della cartolarizzazione dei crediti in sofferenza di BMPS con sottoscrizione dei titoli mezzanine da parte di fondi gestiti da Quaestio.

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La Partnership fra Quaestio e Cerved ha l'obiettivo di creare un nuovo operatore industriale che possa supportare le banche, in un momento di grande crescita del settore dei crediti deteriorati in Italia, tramite la combinazione sinergica di competenze specifiche di ciascuna delle parti. Quaestio apporterà la conoscenza acquisita nell'investimento in crediti deteriorati tramite la strutturazione ed il finanziamento di operazioni di cartolarizzazione fornendo altresì consulenza alle banche originator; Cerved, quale primario operatore indipendente, metterà a disposizione le proprie competenze professionali nella valutazione e nella gestione di crediti problematici. La Partnership ha importanza strategica per Cerved, che vedrà un importante ampliamento del suo ambito di attività, così come per Quaestio, che, anche nell'interesse dei propri investitori, otterrà un importante strumento per la gestione ottimale degli investimenti in cartolarizzazioni effettuati tramite Atlante II, il più grande fondo italiano operante nel settore dei crediti deteriorati, e di tutte le altre iniziative nella gestione dei crediti che la società varerà nei prossimi anni. **** Quaestio opera nell'asset management con attività regolamentate in Italia e Lussemburgo, focalizzate su clientela istituzionale, con circa 10 miliardi di Euro di attivi in gestione. La società è partecipata da primarie istituzioni italiane che includono la Fondazione Cariplo, la Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti oltre ad una quota significativa detenuta dal senior management. Il gruppo opera con un'ottica globale, identificando e gestendo le migliori idee d'investimento sui principali mercati del mondo. Quaestio detiene il 100% di Quaestio Capital Management SGR SpA ("Quaestio SGR"), che ha sviluppato importanti capacità gestionali nei mercati liquidi ed illiquidi attraverso gestioni svolte direttamente o indirettamente tramite una piattaforma innovativa multi-asset e multi-manger, con fondi UCITS e FIA che utilizzano in pool 35 gestori delegati scelti tra i migliori operatori internazionali. Nel settore degli investimenti illiquidi la SGR ha sviluppato una posizione di leadership in Italia nella strutturazione e nell'investimento in cartolarizzazioni di NPLs, UTPs e leasing.

Cerved è primario operatore in Italia nell'analisi del rischio del credito e una delle principali agenzie di rating in Europa. Offre la più completa gamma di prodotti e servizi di cui si avvalgono oltre 30 mila imprese e istituti finanziari per valutare la solvibilità e il merito creditizio dei propri interlocutori, monitorare e gestire il rischio di credito durante tutte le sue fasi, e definire con accuratezza le strategie di marketing. Inoltre, attraverso Cerved Credit Management, Cerved è anche primario operatore di mercato indipendente nell'offerta di servizi relativi alla valutazione e gestione di posizioni creditizie.

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ECONOMIA&AZIENDE

Cambiare i vertici di Bankitalia: un atto di giustizia ma anche un positivo segnale all'economia Sembra impossibile ma una banca storica come la Banca Popolare di Vicenza non esiste più. Una delle più solide popolari, protagonista del boom economico del dopoguerra, e soprattutto del miracolo universalmente attribuito al "modello veneto", si è volatilizzata come neve al sole. E' possibile che ciò sia imputabile ad un solo personaggio? Fermiamoci un attimo a pensare quale è stato l'atteggiamento dei membri dei consigli di amministrazione della BPVi, dei revisori dei conti e dei dirigenti di vertice, e chiediamoci se esso sia stato all'altezza della fase storica che l'economia italiana e vicentina hanno attraversato. Di Ubaldo Alifuoco

Sul fatto che la gestione di Gianni Zonin sia all'origine della storica caduta della Popolare di Vicenza ormai non ci sono dubbi. Però le ispezioni della Banca d'Italia, le verifiche documentali della Consob, le testimonianze di collaboratori e clienti hanno descritto un quadro nel quale l'onnipotenza del presidente emergeva da un contorno di amministratori e dirigenti incapaci di svolgere una vera azione di controllo con un lavoro di gruppo che è fondamentale in tutte le organizzazioni complesse. Leggendo le cronache di questi ultimi anni, tutti noi ci siamo chiesti se fosse una prassi normale che nei Cda della Popolare sbarcassero ex prefetti, ex magistrati, ex ufficiali della Guardia di Finanza, ex ragionieri generali dello Stato, ex ispettori della Banca d'Italia che avevano svolto ispezioni proprio in quella banca. Possibile che i ben retribuiti componenti del Cda non se ne siano accorti e non si siano fatti la stessa domanda? Ad un certo punto il vertice della Banca Popolare ha iniziato ad investire in fondi internazionali (poi falliti), a finanziare soggetti lontani da Vicenza e dal Veneto con fama imprenditoriale almeno dubbia. Come mai nessuno tra i consiglieri e i revisori ben pagati si è domandato cosa ci facesse la Popolare di Vicenza in aree del Sud e come elargisse i crediti? Abbiamo visto l'azienda personale del Cav. Zonin espandersi in varie aree del nostro bel Paese, acquisendo poderi e vigne, e facendosi precdere o

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subito dopo seguire da nuovi sportelli del Gruppo Banca Popolare, pagati profumatamente. Possibile che nessuno si sia chiesto se la strategia di accompagnamento dell'espansione aziendale fosse quella più corretta e opportuna per l'economia vicentina, da cui la banca ha tratto la massa maggiore di risorse poi investite (bruciate?) così maldestramente. Nel corso degli ultimi dieci anni abbiamo osservato con apprensione il continuo calo delle quotazioni azionarie delle banche italiane. Perché nessuno tra gli amministratori si è chiesto come mai solo il titolo della Popolare di Vicenza cresceva costantemente pur sapendo che la stessa economia del Vicentino registrava battute d'arresto preoccupanti? Infine, moltissimi clienti venivano sollecitati a comprare azioni anche con finanziamenti ad hoc da parte della Banca. Quelli delle cosiddette "baciate" sono grandi numeri, ed è difficile pensare che la procedura fosse nota a tutti fuori dalla Banca e ignota all'interno del Cda. Le bocche da fuoco della critica sono tutte puntate sull'ex presidente Zonin. Forse sarebbe bene allargare il numero di coloro da sistemare davanti al plotone d'esecuzione della critica. E tra questi è doveroso metterci il vertice dell'Istituto Centrale. Infatti, cambiare il governatore di Bankitalia Ignazio Visco sarebbe un atto di giustizia ed anche un potente segnale positivo per il sistema economico. È sperabile che la magistratura consenta di arrivare a processo in tempo utile, dopo un paio di anni di lavoro e dopo la non lodevole figura fatta negli anni precedenti come documentato (sia pure con qualche sbavatura personalistica, ndr) dall'ex Gip del Tribunale di Vicenza Cecilia Carreri nel suo recente libro. Ma, in attesa che ciò avvenga, sarà bene che la più alta magistratura dello Stato rifletta su quanto è accaduto e non sottovaluti il ruolo della Banca d'Italia. In altri tempi, una così totale inadeguatezza, per non dire altro, degli organi amministrativi di una banca avrebbe comportato l'intervento deciso dell'Istituto Centrale. La Banca d'Italia non si sarebbe limitata a fare ispezioni, a scrivere rapporti. Avrebbe coinvolto le Procure, intimato cambi al vertice, salvaguardato i risparmiatori e anche gli azionisti, considerando che quelli di una banca popolare non sono soggetti con vocazione speculativa ma risparmiatori che hanno avuto fiducia di una banca nata e cresciuta per sostenere un territorio. Territorio che oggi è stato brutalmente tradito da chi doveva operare e da chi doveva controllare. Pubblicato per gentile consessione di PerVicenza.it

FATTI / ASSOCIAZIONI / LAVORO

Sicurezza a Vicenza - Confcommercio: "Fare presto prima che sia troppo tardi" Confcommercio Vicenza lancia un nuovo appello a risolvere l'emergenza. Il presidente Sergio Rebecca: "Qui si gioca il futuro della città e di molti imprenditori". Accoltellamenti, risse, scaramucce: non c'è praticamente giorno

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senza che la zona tra viale Roma e Campo Marzo, alle porte del centro storico di Vicenza, balzi all'onore delle cronache per fatti di violenza e di degrado. Nulla sembra fermare l'escalation, ma per Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza più volte intervenuto sull'argomento, la situazione che si è venuta a creare è anche "figlia" di un'eccessiva prudenza nel prendere le giuste misure di contrasto ai fenomeni che hanno interessato quest'area circoscritta. Di Note ufficiali

Per questo, dopo gli ultimi episodi avvenuti, dalla sede di via Faccio l'Associazione lancia un ulteriore appello: "Bisogna fare presto prima che sia troppo tardi". Appello che il presidente Rebecca spiega così: "Constatiamo che si stanno facendo passi concreti per attivare maggiori misure di contrasto alla criminalità tra Campo Marzo e viale Roma. Bene, ma è tempo di accelerare, perché l'emergenza c'è ed è grave". Non c'è nessun intento polemico nella parole del presidente di Confcommercio Vicenza, soprattutto nei confronti di chi, come le Forze di Polizia in campo e il sindaco Achille Variati, "stanno certamente facendo il massimo, con i mezzi a loro disposizione. E' dalle istituzioni centrali, Governo e Parlamento, che ci aspettiamo risposte immediate alle richieste di uomini e mezzi per rafforzare il controllo del territorio e, in prospettiva, un veloce cambio di rotta sulla questione immigrazione". Perché il nocciolo del problema, secondo il presidente Rebecca, è soprattutto lì: "Bisogna prendere atto - è la sua analisi - che la modalità di accoglienza dei migranti non funziona, che ha fallito al di là degli indubbi sforzi di chi, su questo delicato fronte, è impegnato. Il sistema, pensato per fornire le massime garanzie per chi fugge da situazioni di guerra e di persecuzione, è andato in tilt per l'arrivo in massa dei così detti migranti economici, che a guardare le cronache sono poi, spesso, proprio quelli che creano i maggiori problemi. E' un fenomeno a cui non si è riusciti a dare un freno, nonostante si tratti di persone che sono qui per ben altri motivi rispetto a chi nel proprio Paese rischia la vita". Eppure un freno bisogna darlo. "Mi preoccupa - aggiunge Sergio Rebecca il profondo malessere che percepisco non solo tra i cittadini, ma anche tra i nostri imprenditori associati: qui si rischia la rivolta di Abele. Perché non si tratta solo di assistere a scene vergognose - continua -: questi operatori percepiscono il concreto pericolo di mandare in fumo i propri investimenti, di compromettere un lavoro che dà da vivere alla propria famiglia e alle famiglie dei dipendenti. Siamo chiari

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- puntualizza il presidente di Confcommercio Vicenza-: chi va a fare la spesa in una zona dove ogni giorno ci scappa la rissa? O dove si è infastiditi per i più svariati motivi? Ebbene rendiamoci conto che questa zona è il centro storico, dove operano centinaia di negozi e pubblici esercizi. E tutti quegli imprenditori del commercio che in centro hanno acquistato "i muri" dei loro negozi e locali per garantirsi un'entrata futura quando smetteranno di lavorare? - aggiunge - Che faranno davanti alla svalutazione dei loro investimenti e se nessuno vorrà affittarli perché l'area è degradata e non più attrattiva? Rendiamoci conto della situazione esplosiva che si sta creando". Anche le prospettive di crescita economica della città rischiano, per il presidente di Confcommercio Vicenza, di essere vanificate da questa situazione: "Comune e imprenditori stanno investendo perché credono che il turismo possa crescere in città, portando ricchezza e lavoro. Noi stessi siamo fortemente impegnati su questo fronte. Ma se poi il biglietto da visita che presentiamo è quello di una situazione "fuori controllo" a due passi dai nostri gioielli palladiani, rischiamo di buttare all'aria ogni azione fatta in tal senso". Il caso "Campo Marzio e Viale Roma", dunque, non è solo una questione di pubblica sicurezza, è molto di più: "Qui si gioca il futuro della città - conclude il presidente Sergio Rebecca -, di tutti noi cittadini e imprenditori. Pensare che un intero sistema sociale ed economico sia ostaggio di qualche balordo e delinquente è intollerabile, perché va contro i principi basilari su cui si fonda la nostra società e il nostro vivere civile".

FATTI / POLITICA

Tavolo per riordino competenze enti locali - Zottis, Azzalin, Salemi (PD): "Bene, ma oltre a Province c'è Città metropolitana: Zaia ci dica se intende farla funzionare" "Il futuro assetto delle funzioni delle Province e della Città metropolitana deve essere costruito insieme a loro, coinvolgendole. Quindi non possiamo che valutare positivamente la decisione della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali di avviare un tavolo di lavoro per il riordino delle loro competenze". A dirlo sono i consiglieri del Partito Democratico Francesca Zottis, Graziano Azzalin e Orietta Salemi, commentando il provvedimento proposto dal presidente della Provincia di Vicenza e dell'Upi Nazionale Achille Variati.

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Di Note ufficiali

"Occorre definire con maggior puntualità il riordino delle funzioni e pensiamo che questa sia la scelta più giusta per i territori e per il personale che vivono ancora fasi di incertezza rispetto al Ddl. E dal dibattito non può restare esclusa la Città metropolitana - spiegano i tre consiglieri del Pd ente previsto dalla Costituzione e dall'articolo 11 dello Statuto del Veneto, disciplinato dalla Legge Delrio. Sull'argomento, però, Zaia non può continuare a fare finta di niente: il presidente e la sua Giunta ci dicano finalmente se vogliono farla funzionare, al di là delle diatribe interne al centrodestra e alle polemiche col sindaco di Venezia Brugnaro, come accaduto in occasione del referendum sulla separazione Venezia-Mestre. La questione l'abbiamo sollevata anche in aula durante il dibattito sulle funzioni relative alla caccia, dove la Città metropolitana è stata completamente ignorata nonostante la sua specificità territoriale, in particolare delle zone vallive e lagunari. Secondo noi - concludono la Zottis, Azzalin e la Salemi - la vera autonomia parte dalla costruzione di una filiera forte e chiara nelle competenze di amministrazione e gestione con gli enti locali".

FATTI / POLITICA

Referendum autonomia, M5S: "troppi soldi per la campagna in Veneto, è possibile fare informazione low cost" "Il Movimento 5 Stelle vota contro lo stanziamento di 1,2 milioni di euro per la campagna referendaria sull'autonomia del Veneto". Netta la posizione dei consiglieri pentastellati in seno al Consiglio regionale Veneto. "Con delibera del 13/06 la Giunta predisponeva mezzo milione di euro per la campagna. Come e perché si è arrivati ad una lievitazione di ulteriori 700mila euro? Questo vorremmo saperlo. E vorremmo inoltre informare la Lega che siamo nel 2017: con strumenti online, come i social network, si arriva quasi all'intera

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popolazione. I telegiornali e la stampa che già da mesi parlano della consultazione fanno il resto. Di Note ufficiali

Questa di 1,2 milioni di euro - si legge in una nota del gruppo consigliare è quindi a nostro avviso una cifra spropositata. Lo diciamo con coerenza, dato che il Movimento fa da sempre campagne low cost, puntando sulla rete e sugli spazi gratuiti sui media tradizionali. Abbiamo dimostrato che non servono cifre così grandi per informare i cittadini ed ottenere il massimo della partecipazione. Speriamo inoltre che quella che verrà effettuata con soldi pubblici sia una campagna informativa, dunque apolitica, e non uno spot della Lega".

FATTI / AMBIENTE

Incendi boschivi: stato grave pericolosità nelle province di Vicenza, Verona, Rovigo e Padova Viste le contingenti condizioni meteo-climatiche e vegetazionali, con comunicazione della Direzione Protezione Civile e Polizia Locale è stato dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi per i territori comunali a rischio delle province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza.Fino alla comunicazione di revoca dello stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, sono pertanto vietate tutte le operazioni che possono creare pericolo o possibilità di incendio in aree boscate, cespugliate o arborate, e comunque entro la distanza di cento metri dai medesimi terreni. Di Comunicati Stampa

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Per le trasgressioni a tali divieti si applicano le sanzioni previste dalla Legge 21 novembre 2000, n. 353 e dalle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale vigenti.

FATTI / POLITICA

Comunicazione referendaria, Fracasso (PD): "No ad altri 700mila €, spenderemo il doppio della Lombardia" "Altri 700mila euro per la comunicazione referendaria sono ingiustificati. Alla fine, su questo versante, il Veneto spenderà il doppio della Lombardia: un milione e duecentomila per cinque milioni di abitanti contro un milione e trecentomila per dieci milioni di residenti". Oggi è stato presentata in Prima commissione la delibera della Giunta contenente anche il secondo stanziamento, provvedimento bocciato dal Partito Democratico, come ha ribadito il capogruppo Stefano Fracasso. "Abbiamo votato contro il nuovo Piano di comunicazione della Giunta per vari motivi. Non abbiamo mai visto i siti di Inps, Inail, Ferrovie e altri enti statali, utilizzare banner oppure mettere riferimenti alle consultazioni referendarie nelle mail dei dipendenti o sulla carta intestata come si farà in Veneto. Di Note ufficiali

Così come riteniamo inappropriato utilizzare i siti internet di società partecipate e delle Ulss. Di questo passo troveremo il ‘promemoria' del © 2008 - 2017 VicenzaPiù - www.vicenzapiu.com


referendum anche nel referto degli esami del sangue. Una bulimia comunicativa che evidenzia la paura della sconfitta, quando invece si dovrebbe affrontare a viso aperto la competizione". "Purtroppo - la critica del capogruppo dem - a tanto fumo comunicativo corrisponde la poca sostanza dell'arrosto. La Conferenza delle autonomie locali attende da anni il via libera della maggioranza, nonostante le numerose sollecitazioni del nostro gruppo. Chi vuole veramente l'autonomia, la metta in pratica da subito".

FATTI / POLITICA

Autonomia del Veneto per libertà vaccinale? Moretti (PD): "dichiarazioni irresponsabili, Zaia fa da cassa di risonanza agli stregoni" "Le dichiarazioni di Zaia in cui si associa l'autonomia del Veneto alla libertà di non vaccinare i propri figli sono gravissime, al limite del cinismo irresponsabile. È impensabile che un governatore solletichi certi istinti, senza pensare alle conseguenze che una decisione del genere può avere non solo sui nostri bambini, ma soprattutto su quelli degli altri. In special modo quelli che non si possono vaccinare, come i malati di leucemia o gli immunodepressi". Ad affermarlo tramite una nota è Alessandra Moretti, Consigliera regionale del Partito Democratico. Di Note ufficiali

"In Italia - aggiunge - siamo arrivati al sacrosanto obbligo vaccinale, nonostante alla fine abbia prevalso un decreto al ribasso, perché siamo al di sotto della soglia di sicurezza, il 95% che garantisce l'effetto gregge. E in Veneto la situazione è ancora peggiore. Ma Zaia anziché schierarsi dalla parte della scienza e dei bambini più fragili per tutelarli, preferisce fare da cassa di risonanza agli stregoni, una piccola ma rumorosa minoranza che si informa a caso sui social network

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". "Se l'autonomia di Zaia è quella dei no vax - conclude Moretti - allora sarebbe bene che il 22 ottobre i veneti restassero a casa".

POLITICA / FATTI

Opera Estate Festival - Donazzan a Corazzari: "Si ritiri il patrocinio regionale a due progetti pro migranti e pro gender" "Apprendo dalla stampa e dalle segnalazioni pervenute da alcuni consiglieri comunali di opposizione a Bassano del Grappa che all'interno della Rassegna "Opera Estate Festival", da noi patrocinato, avrebbero trovato spazio due progetti, finanziati con risorse comunitarie, di discutibile rilevanza. Mi riferisco ai progetti "Migrant bodies moving borders" e "Performing gender - dance makes differences". Caro Cristiano, ritiriamo il patrocinio a queste due iniziative poiché, su questi temi in particolare, la Regione ha un chiaro e opposto indirizzo culturale e politico". L'assessore regionale Elena Donazzan esordisce così in una lettera inviata al collega Cristiano Corazzari per chiedergli di ritirare il patrocinio della Regione del Veneto a due iniziative previste nella Rassegna "Opera Estate Festival". Di Note ufficiali

"Come si evince dai titoli di questi fantasiosi progetti culturali - sottolinea Donazzan - il primo intenderebbe sviluppare una ricerca ed una sperimentazione incentrata sull'inclusione di rifugiati e migranti attraverso la danza, questo si legge dalla nota di commento del Comune. L'altro progetto, invece, torna nuovamente sul tentativo strampalato di far passare messaggi sul delicato tema dell'orientamento sessuale. Entrambi i progetti troverebbero ospitalità all'interno della Rassegna finanziata e patrocinata dalla Regione del Veneto che ha su questi temi in particolare un ben chiaro e opposto indirizzo culturale e politico. Ti chiedo di verificare come sia stato usato il patrocinio della Regione in relazione a questi spettacoli e se vi siano le condizioni di ritirarli per tutelare la credibilità e l'autorevolezza

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dell'Istituzione Regione del Veneto". "Chiederò - aggiunge Donazzan che non sia più finanziata al buio la Rassegna "Opera Estate Festival" e che non si dia più il patrocinio se non per singole e approvate manifestazioni o spettacoli. Questo è un abuso del patrocinio regionale e si dovranno verificare le responsabilità. Con 200 mila euro - chiosa Donazzan da assessore al lavoro avrei dato a 83 persone un tirocinio di inserimento lavorativo per 6 mesi. A Bassano tutti i bassanesi hanno un lavoro? Quante persone con più di 50 anni con le loro famiglie al seguito sono in difficoltà? Questa amministrazione deve vergognarsi per come spende i soldi pubblici ", conclude.

FATTI / POLITICA

Referendum sull'autonomia del Veneto, la Giunta approva la campagna informativa La Prima commissione del Consiglio regionale del Veneto ha dato a maggioranza il proprio via libera al Parere alla Giunta regionale n. 237 "Referendum consultivo sull'autonomia del Veneto. Campagna informativa. Adozione Piano di comunicazione. Integrazione e modifiche della Deliberazione di Giunta regionale n. 840 del 13 giugno 2017". Il provvedimento adottato, in estrema sintesi, interessa il Piano di comunicazione istituzionale già approvato per consentire l'utilizzo di nuovi mezzi di comunicazione: a tal fine, è stata ampliata la dotazione finanziaria del Piano stesso con ulteriori 700.000 euro, rispetto all'importo di 500.000 euro già determinato con la DGR n. 840/2017. Di Comunicati Stampa

"La delibera proposta dalla Giunta regionale ed approvata oggi - ha dichiarato il Presidente della Prima commissione Marino Finozzi (Lega Nord) - è volta ad approvare nuovi ed innovativi strumenti comunicativi per promuovere il referendum per sull'autonomia del Veneto del 22 ottobre. L'obiettivo principale infatti è quello di far conoscere a tutti i veneti questo importante appuntamento al quale non possiamo mancare per dire la nostra sul futuro del Veneto

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". "Aumenta il budget per la comunicazione collegata al referendum del 22 ottobre - afferma il Vicepresidente della Commissione Claudio Sinigaglia ( Partito Democratico) - lo stanziamento passa da 500.000 a 1.200.000 euro e ci chiediamo perché non fosse possibile prevederlo nella delibera di appena qualche settimana fa. Inoltre, questa delibera introduce modalità comunicative che oserei definire imbarazzanti: ad esempio, nelle newsletter, nella carta intestata, nella firma del dirigente bisognerà apporre anche il banner contenente il riferimento alla data del 22 ottobre e le informazioni relative al quesito referendario. Verranno inoltre utilizzati i siti istituzionali, compresi quelli delle Aziende Ulss, fatto, questo, che mi sembra inappropriato: la consultazione del sito internet dell'Ulss è volto a soddisfare un bisogno di salute, ed andrebbe evitato l'uso di questo tipo di strumenti. Inoltre, le modifiche riguardano anche la ripartizione tra carta stampata ed emittenti radiotelevisive delle risorse stanziate: prima c'erano dei criteri ben precisi che ora sono scomparsi. In sostanza, si punta molto sulla comunicazione evitando di entrare nel merito dell'autonomia, come essa vada richiesta ed effettivamente praticata ed è proprio su questo punto che Zaia è inadempiente: nei riguardi delle autonomie locali, dei comuni e del rispetto del principio di sussidiarietà".

FATTI / POLITICA

Ciclopedonalità, Fracasso (Pd): "un passo avanti avanti da commissione territorio" "Un positivo passo avanti a favore delle reti ciclopedonali della valle del Chiampo e di altri comuni della provincia di Vicenza." Stefano Fracasso, capogruppo in Consiglio regionale del Partito Democratico, commenta così la delibera della Commissione Territorio del Consiglio Regionale, che questa mattina ha approvato un riparto di 456 mila euro per finanziare progetti di collegamento ad aree di interesse paesaggistico, naturalistico storico e di interesse religioso. Di Note ufficiali

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A livello regionale sono stati dodici i progetti ammessi al contributo regionale e 3 di questi riguardano comuni vicentini: 38 mila euro andranno al progetto presentato dal Comune di Chiampo, per il completamento del collegamento ciclopedonale con la Pieve, 34 mila euro al Comune di Lonigo per la sistemazione della rotatoria dei cipressi e 15 mila euro al Comune di Schio per l'attraversamento di Sant'Ulderico. È positivo - dichiara Fracasso - che si sostenga con risorse concrete l'impegno dei Comuni per lo sviluppo delle reti ciclopedonali. Sono progetti che aiutano a riqualificare il territorio, valorizzare il patrimonio ambientale e culturale, oltre che a migliorare l'accessibilità, e quindi in certi casi anche il potenziale turistico, di certe aree del nostro territorio."

FATTI / POLITICA / SCUOLA E FORMAZIONE

Assegnati 262 collaboratori scolastici in più al Veneto, Zaia: primo segnale ma insufficiente Il Ministero per l'Istruzione, l'Università e la ricerca ha autorizzato l'assunzione di 262 collaboratori scolastici e assistenti tecnici in più per il prossimo anno scolastico in Veneto. "Una prima e ancora molto parziale risposta alle richieste avanzate dalla Regione Veneto e dall'Ufficio scolastico regionale - commenta il presidente del Veneto Luca Zaia - che solo in parte risponde alle esigenze di funzionamento dei plessi scolastici nella nostra regione". Di Note ufficiali

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Le tabelle di ripartizione del personale Ata tra le regioni assegnano al Veneto, per il prossimo anno scolastico, 15.639 posti, 262 in più rispetto dell'organico teorico (‘di diritto') per la categoria degli assistenti scolastici. Ma nel precedente anno scolastico 2016-17 l'organico Ata effettivo in Veneto computava 15.656 posti, 181 in meno rispetto all'organico ‘di fatto' assegnato per l'anno 2015-16. Tanto che l'Ufficio scolastico regionale, emanazione dello stesso ministero, aveva dovuto prevedere 207 posti in deroga, portando così il numero dei cosiddetti ‘bidelli' e collaboratori scolastici a 15.863, considerato il ‘minimo sindacale' per garantire apertura e funzionamento di tutte le scuole venete. "Ancora una volta i dirigenti ministeriali - sottolinea l'assessore Elena Donazzan- dimostrano scarsa attenzione alla realtà territoriale della nostra regione. Non possiamo, quindi, che prendere le distanza da chi sottolinea con enfasi il nuovo corso nelle politiche di assegnazione del personale scolastico imboccato dal governo Gentiloni. Anzi, la Regione Veneto obbietta che, ancora una volta, sono stati traditi i fabbisogni storici della scuola veneta: ci mancano presidi, insegnanti di sostegno, collaboratori scolastici, personale di segreteria, tecnici amministrativi". "Manca ancora qualche settimana all'apertura dell'anno scolastico - conclude il presidente - e confido che ci sia ancora qualche possibilità affinchè le richieste del Veneto trovino congrua attenzione. Ci rivediamo, quindi, a settembre, come si dice a scuola".

FATTI

Ponte Furo e contra' Mure Pallamaio riaprono 4 agosto alle 12, in anticipo rispetto a previsioni Venerdì 4 agosto alle 12, in anticipo rispetto ai tempi previsti, riapre Ponte Furo. Infatti i lavori in corso sulla pavimentazione stradale di contra' Ponte Furo, iniziati il 31 luglio, si concluderanno oggi anziché alla metà di agosto come inizialmente programmato, per consentire quindi l'apertura del ponte domani, venerdì 4 agosto. Riaprirà anche contra' Mure Pallamaio, rimasta chiusa da contra' della Racchetta a

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viale Eretenio, dove sono stati eseguiti lavori di abbattimento delle barriere architettoniche e dove è stata eseguita la manutenzione della pavimentazione dei marciapiedi. Di Comunicati Stampa

Pertanto i bus del servizio pubblico locale (linee 1-2-4-5-7-10 e 18) riprenderanno il consueto percorso a partire dalle ore 12 di venerdì 4 agosto con il conseguente ripristino delle fermate in piazza Castello. Oggi e fino alla mattinata di domani le linee dei bus non entreranno da porta Castello (sospese le fermate nella piazza) e continueranno a deviare per viale Venezia, viale Risorgimento, piazzale Fraccon e viale Margherita, per riprendere il normale percorso da viale Giuriolo e piazza Matteotti. Tutte le informazioni sulle deviazioni sono disponibili sul sito http://svt.vi.it/ "Sono soddisfatta: i lavori si sono conclusi velocemente e i disagi per i cittadini sono stati ridotti al minimo - dichiara l'assessore alla cura urbana Cristina Balbi -. Ponte Furo riapre dopo solo pochi giorni e i lavori consegnano una zona più sicura per gli utenti della strada e per i pedoni. Inoltre, grazie al lavoro di Aim i marciapiedi lungo contra' mure Pallamaio sono stati sistemati, come richiesto da molti residenti del centro storico".

ECONOMIA&AZIENDE

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Roi, la Fondazione demolita e... violata. Per Gianni Zonin era una "emanazione", una garçonnière d'affari della BPVi dove Cauduro lo informa su baciate e fondi lussemburghesi Nell'interrogatorio del 22 marzo 2017 la Guardia di Finanza, davanti ai pm dell'indagine sul crac della ora fu Banca Popolare di Vicenza, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, alla presenza del Col. Vincenzo Sciaraffa, Comandante Provinciale, e del Ten. Col. Fabio Dametto, Comandante del Nucleo di P.T., Gianni Zonin, in qualità di ex presidente della BPVi, viene sentito anche "in merito agli acquisti di azioni BPVi da parte della Fondazione Roi". Sulla vicenda complessiva della Roi questo mezzo, anche col libro dossier "Roi. La Fondazione demolita", sta fornendo da tempo molti altri elementi che meriterebbero attenzione non solo mediatica. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Tanto più che ben pochi media e colleghi hanno finora avuto la voglia (il coraggio e l'onestà intellettuale?) di occuparsene nonostante i danni milionari subiti dall'ente a cui il marchese Giuseppe Roi aveva affidato il compito, e un patrimonio immobiliare e mobiliare vicino ai cento milioni di euro, perché supportasse i musei civici cittadini ed in modo preponderante il Chiericati. Abbiamo già pubblicato il verbale integrale di questo interrogatorio per renderlo noto ai lettori senza farlo raccontare, ed interpretare, solo parzialmente da media che in passato in quanto a trasparenza dell'informazione hanno brillato come l'ex presidente di BPVi e della Roi stessa nella gestione di banca e fondazione. Con questo spirito, dopo aver a parte commentato i bilanci Roi dell'era zoniniana, che oggi prosegue con l'ex sindaco della Zonin spa, Andrea Valmarana, vice presidente e "nuovo" dominus di Contrà S. Marco, vi trascriviamo di seguito per comodità quanto riportato nel verbale sulla Fondazione stessa in cui, comunque e anche per questa vicenda, è chiara

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la strategia resa famosa dall'ex ministro Claudio Scaiola sommerso da fattacci, a suo favore, avvenuti, però, a sua insaputa. Anche qui i "fattacci", cioè gli acquisti di azioni della BPVi, col presidente "doppio" ad "assistervi" da venditore e compratore, sarebbero partiti da un altro, Divo Gronchi, anche se sarebbe facile far notare come sarebbero poi continuati in maniera consistente anche quando Gronchi non c'era più. Ma ecco la parte di verbale relativa in cui non cambiamo neanche la maiuscole e le minuscole né correggiamo piccoli errori di trascrizione, tanto per i commenti (e le correzioni delle frasi di Zonin) avremo tempo e li faremo in separata sede. "Richiesto di riferire in merito agli acquisti di azioni BPVi da parte della FONDAZIONE ROI, ZONIN GIOVANNI dichiara Preciso che il marchese in vita era socio della BPVi. All'epoca degli acquisti di azioni BPVi da parte della FONDAZIONE ROI, nel consiglio di amministrazione facevano parte, oltre al sottoscritto, anche il Prof. BREGANZE ed il dott. GRONCHI. Il Consiglio della Fondazione avevo dato incarico a GRONCHI di individuare i "migliori investimenti" per la FONDAZIONE, senza finalità speculativa e con un profilo di rischio basso, anche a costo di una redditività contenuta. Nel periodo, per esempio, le azioni GENERALI davano meno garanzie rispetto alle azioni BPVi, Aggiungo che la FONDAZIONE ROI era, di fatto, "una emanazione della BANCA", e le azione BPVi, all'epoca, erano "una garanzia. un investimento buono, valido e sicuro" in quanto si trattava di una Banca solida. Si trattava di un "investimento più che sicuro". Le operazioni di acquisto sono state una iniziativa collettiva del Consiglio della Fondazione, condivisa da tutti e tre (ed anche dal quarto membro), Preciso che la FONDAZIONE ha partecipato anche agli aumenti di capitale 2013 e 2014. Le operazioni hanno avuto un controvalore complessivo di circa trenta milioni di euro; non ricordo però, le date dei singoli acquisti, se non che l'operazione più consistente risale al 2009. Il patrimonio della FONDAZIONE ROI ammontava, all'inizio della mia presidenza, a circa 80 mln di euro, suddiviso tra immobili e titoli. Non sono in grado di riferire il precedente impiego delle risorse impiegate dalla FONDAZIONE per gli acquisti e sottoscrizioni di azioni BPVi compiute nel corso degli anni". Di quanto sopra ricordate la sostanza perché torneremo a brevissimo, ripetiamo dopo il commento ai bilanci in cui appare chiara la sequenza di acquisti dello "smemorato" Zonin, su dettagli importantissimi come la decisione di acquisto iniziale che sarebbe stata presa dal Cda all'unanimità (" Le operazioni di acquisto sono state una iniziativa collettiva del Consiglio della Fondazione, condivisa da tutti e tre (ed anche dal quarto membro)..." dopo che lo stesso "Consiglio della Fondazione aveva dato incarico a GRONCHI di individuare i "migliori investimenti" per la FONDAZIONE...". Ma di quanto sopra, stasera ci limitiamo a sottolineare la frase già riportata: «l a FONDAZIONE ROI era, di fatto, "una emanazione della BANCA"...» Nel verbale del secondo interrogatorio a Zonin, quello del 24 marzo, anch'esso da noi già riportato integralmente per gli stessi motivi per i quali abbiamo pubblicato il primo, c'è un altro passaggio che "tocca" la

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Fondazione Roi, che allora era una Onlus che il marchese Roi non poteva immaginare come una... SIM (Società di Investimenti Mobiliari per giunta concentrati sulle azioni BPVi) e che avrebbe dovuto occuparsi solo e soprattutto di supportare le attività culturali del Chiericati. Ecco il passaggio: "Richiesto di riferire circa il momento e le modalità con cui ha appreso dell'esistenza delle c.d. "operazioni baciate" e delle lettere di impegno al riacquisto e/o garanzia di rendimento, ZONIN GIOVANNI dichiara: con riferimento all'incontro con CAUDURO (Adriano Cauduro , ndr) presso la FONDAZIONE ROI confermo che costui, in quell'occasione, mi ha rappresentato l'esistenza delle lettere di impegno e l'esistenza di questioni attinenti ai Fondi lussemburghesi...". Insomma Gianni Zonin, delegato Gronchi a (iniziare a) comprare azioni con l'assenso di tutto il cda, incluso il quarto membro (la dottoressa Elisa Avagnina del Comune di Vicenza che, lo ha dichiarato Jacopo Bulgarini d'Elci, ha riferito di essersi astenuta..?), considerava la Roi così tanto una "emanazione della BPVi" e non una Fondazione culturale da riceverci anche l'allora vice dg della banca Cauduro per essere lì informato su baciate, lettere di impegno al riacquisto delle azioni e, udite udite, di " questioni attinenti ai Fondi lussemburghesi"... Ebbene ci piacerebbe sapere se Salvadori e Pipeschi abbiamo chiesto a Zonin, oltre a tante altre cose che stiamo chiedendo noi, perché, per parlare di questioni strategiche della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin sentisse la necessità di incontrare uomini chiave della dirigenza della banca non presso la sede naturale di Via Btg. Framarin (per tenerne all'oscuro chi? Per non avere testimoni?) ma presso la sua emanazione, la sua dependance, una sorta di "garconniere" di affari a cui aveva degradato la sede di contrà S. Marco 37 della Fondazione, che così non solo "demoliva" nelle sue consistenza ma violava nella sua essenza, quella culturale e mecenatesca del fondatore.

FATTI / POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Economia a 4 R motrici, Ciambetti: "serve un progetto di legge"

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"Una economia regionale a 4 R motrici: Riduzione degli sprechi, Riuso di beni e prodotti, Riciclo degli scarti, Responsabilità di produttori e consumatori". Così Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto presenta la proposta di legge presentata assieme ai colleghi Fabiano Barbisan, Riccardo Barbisan, Fabrizio Boron, Nicola Finco, Franco Gidoni, Silvia Rizzotto, Alberto Semenzato, della Lega Nord e del Gruppo Zaia Presidente dal titolo "Norme per iniziative di solidarietà sociale a sostegno delle Fasce deboli della popolazione e per la promozione di un sistema di economia circolare e per il consumo critico". Di Note ufficiali

"Si tratta di introdurre nell'ordinamento veneto i principi dell'economia circolare nel solco delle raccomandazioni dell'Onu e della Commissione Europea sfruttando anche importanti margini operativi per nuove forme di solidarietà sociale - spiega Ciambetti primo firmatario ed estensore della norme - Contrastare gli sprechi, ridurre i consumi, allungare il ciclo di vita dei prodotti. In Italia sprechiamo il 35 per cento di latticini, carne, pesce, il 19 per cento del pane e il 16 per cento di frutta e verdura prodotti con una perdita secca, relativa a questi sprechi, di circa 1.226 milioni di metri cubi l'anno di acqua, pari al 2.5 per cento della portata del Po. Con questi sprechi produciamo l'immissione nell'ambiente di 24,5 milioni di tonnellate CO2 l'anno, di cui 14,3 milioni dovuti a sperperi domestici. Altri sprechi idrici si registrano in agricoltura e a causa della vetustà e inefficienza della rete idrica. Il Consiglio regionale del Veneto ha già chiesto alla Giunta di varare al più presto il Piano Irriguo regionale con una nuova gestione della risorsa acqua: servono nuovi invasi, depuratori efficienti per pulire acque da riutilizzare in agricoltura, ridefinire il ciclo completo delle acque, bisogna abbattere l'inquinamento. Di fondo però deve mutare l'impostazione di imprese e consumatori: tutti siamo chiamati a risparmiare, riusare e riciclare. Per molti aspetti di tratta di un ritorno a un passato dove non si buttava via nulla: un po' di sano rigore e austerità anche nei consumi, mentre le imprese saranno chiamate a reinventare i loro prodotti dalla progettazione. Bisogna stimolare, supportare, agevolare chi imbocca questa via. Occorre procedere certamente un passo alla volta e in questa direzione va la nostra proposta dei legge. E un primo passo sarà quello di dare attuazione a quanto previsto

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dall'art. 4 della legge: sostenere la lotta agli sprechi alimentari attraverso l'azione di tutti gli enti e le associazioni che combattono le povertà. Attraverso queste strutture promuovere il consumo critico nonché le iniziative volte al recupero e riuso di merci, prodotti alimentari, eccedenze della filiera agroalimentare, materiali e farmaci, abbigliamento. La legge è chiara, semplice, per quanto impegnativa: tutti, dal cittadino alle imprese sotto la regia delle Istituzioni e il governo regionale dobbiamo affrontare un mutamento epocale. L'alternativa? Secondo l'Onu e secondo la maggioranza degli studiosi sarà il collasso della terra: già oggi per soddisfare i consumi globale al ritmo attuale ci sarebbe bisogno di 1,7 Terre, ma se tutto il mondo consumasse e sprecasse come facciamo noi in Italia servirebbero due terre e mezzo all'anno per soddisfare la domanda di tutti".

FATTI

Profughi, a Lugo di Vicenza ieri sera tante persone in piazza Oltre 150 persone si sono ritrovate ieri sera in piazza 25 aprile a Lugo di Vicenza per l'assemblea promossa dal comitato Lugo dice No che, assieme al comitato PrimaNoi e al comitato di Bolzano vicentino, hanno espresso l'intenzione di "proseguire nella mobilitazione contro i continui arrivi di immigrati nei paesi della provincia, da Tonezza e Pedemonte fino a Vicenza". Di Note ufficiali

Due ore prima dall'iniziativa in piazza, il sindaco di Lugo aveva diffuso una nota con la quale cercava di tranquillizzare i suoi cittadini sulle voci risultate poi vere che nei giorni scorsi avevano allarmato gli abitanti sul tentativo di una cooperativa di inserire in una palazzina in paese fino a quaranta sedicenti profughi. I numerosi cittadini riunitisi in piazza hanno preso atto positivamente delle rassicurazioni del sindaco ma nel contempo hanno fatto capire di non fidarsi del prefetto e di tutti coloro che in questi anni hanno gestito il fenomeno dei migranti nel territorio. "Da Tonezza a Sandrigo fino a Bolzano vicentino passando per Schio, sono numerose le realtà che stanno pagando a caro prezzo le false promesse dei funzionari della prefettura e dei sindaci conniventi che sostengono acriticamente l'accoglienza diffusa

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-attacca Alex Cioni di PrimaNoi-, per cui pensare che bastino le rassicurazioni di Robertino Capozzo per smobilitare è un'aspettativa eccessiva". Il comitato Lugo dice No rimane quindi attivo e operativo per " evitare che anche solo una decina di richiedenti asilo possano mettere piede in paese" - ha spiegato Alex Dalla Costa -, mentre Lorenzo Cracco del comitato di Bolzano vicentino ha posto l'accento sul business che gira attorno all'immigrazione raccontando la particolare situazione del suo paese che da oltre due anni è legato ad una "forzata convivenza con un centinaio di falsi profughi".

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Vendemmia senza voucher, aziende in difficoltà nel Vicentino Quella che si aprirà tra un paio di settimane con ampio anticipo, a causa del caldo africano, sarà dopo dieci anni la prima vendemmia a fare i conti senza i voucher, i buoni lavoro utilizzati per tanti anni per le raccolte stagionali. Tra i grappoli d'uva debutteranno i contratti di prestazione occasionale, che stanno incontrando parecchie perplessità nelle aziende vitivinicole a causa della complessità burocratica nell'utilizzo. Proprio per questo Confagricoltura Vicenza ha confezionato un manualetto, dal titolo "Lavoro e vendemmia. Le regole per essere in regola", nel quale vengono descritte tutte le tipologie contrattuali possibili per far fronte alla raccolta alle porte. Di Note ufficiali

Non solo il contratto che sostituisce i voucher, ma anche lo scambio di manodopera, le prestazioni di parenti, le assunzioni congiunte, il lavoro a tempo determinato e le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Le aziende possono richiederne una copia inviando una mail a info@confagricolturavicenza.it "Il contratto di prestazione occasionale è costoso, burocratico e complicato spiega Massimo Cichellero, direttore di Confagricoltura Vicenza -. Le nostre aziende sono restie a utilizzarlo, in quanto comporta un carico burocratico che appesantisce le aziende agricole ed è causa di ulteriori

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costi. Anche le circolari emanate dall'Inps sui chiarimenti del contratto di lavoro occasionale sono difficilmente comprensibili. Nei giorni scorsi abbiamo convocato un incontro con le aziende agricole sulla vendemmia e in tanti si sono detti in difficoltà nell'utilizzo del nuovo strumento. Sarà problematico anche l'impiego dei pensionati, in quanto il nuovo sistema li obbliga a un tortuoso iter burocratico sia per l'assunzione, che per il pagamento. Noi temiamo che si faccia un passo indietro rispetto agli anni dei voucher, quando si era riusciti a gestire in maniera ottimale e flessibile le attività stagionali e senza abusi, dato che l'impiego dei buoni in agricoltura nel 2016 era stato pari al 6,50% in provincia di Vicenza". A preoccupare i vitivinicoltori è anche il nuovo registro dematerializzato, che è stato voluto dal ministero per le Politiche agricole per andare verso la semplificazione e la razionalizzazione, ma che per ora si sta dimostrando una grossa complicazione. Il passaggio dai vecchi registri cartacei alle nuove procedure on line, che coinvolgerà circa 3.100 aziende vitivinicole in Veneto, non è infatti così semplice e sta dimostrando parecchie lacune nei software. E per chi non adempirà all'obbligo sono previste sanzioni che vanno dai 500 ai 15.000 euro. "Rileviamo alcune difficoltà nel passaggio al nuovo sistema - annota Cichellero -, che non è ancora completamente a regime e presenta software e compilazioni articolate che potrebbero portare a compiere errori. Un timore amplificato dalla concomitanza con la vendemmia, che comporterà un sovraccarico di lavoro tra la campagna e la cantina, lasciando poco tempo al disbrigo delle pratiche burocratiche".

POLITICA

Il Fatto: "Nuove Province, servizi tagliati e più spese di gestione" La riforma delle province, conosciuta sui media come "abolizione" delle province, semplicemente non funziona. Non è u n'opinione del Fatto Quotidiano, ma quanto si desume dall'analisi svolta, a tre anni dalla cosiddetta legge Delrio, d el l'Ufficio valutazione impatto del Senato (vedi box nella pagina accanto). La sostanza può essere riassunta così: sono state abolite le elezioni per le province; sono stati tagliati in modo inaudito i finanziamenti per i compiti fondamentali (cosette come l'edilizia scolastica, le strade e la tutela del territorio); ma incredibilmente - ci dice l'Uvi - è aumentata la spesa di gestione degli enti "aboliti". Di Rassegna Stampa

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ANDIAMO CON ORDINE. Le vecchie province, ancora previste in Costituzione, erano 107 e gestivano cose di una certa rilevanza: la sicurezza di 5.179 edifici che ospitano 3.226 scuole superiori (il 70% non ha certificazioni antincendio, il 41,2% è in zona a rischio sismico, il 9,8% a rischio idrogeologico) frequentate da 2,6 milioni di studenti; la manutenzione di 130mila chilometri di strade e 30mila tra ponti, viadotti e gallerie; la difesa del territorio e la tutela dell'ambiente, più altre cose di minor rilievo. Chiarito questo, passiamo alla riforma. All'inizio del 2014 la legge intitolata al renziano Graziano Delrio, quand'era ministro del governo Letta, ha trasformato le 107 province in dieci "città metropolitane" (Roma, Milano,Napoli, etc)e in decine di "enti di area vasta" (tutte le altre): contestualmente sono diventate "enti di secondo livello", nel senso che non si vota più per eleggere il presidente e i consiglieri, perché il personale politico se lo scelgono, tra di loro, gli eletti dei comuni della zona. La legge prevedeva anche che fossero le Regioni a decidere cosa far fare e a che tipo di enti. Risultato: le province ci sono ancora, ma ogni Regione ha fatto un po'come gli pareva, anche se in generale la tendenza è stata all'accento delle responsabilità in capo ai governatori e alle loro giunte. Particolarmente complesso, infine, è stato l'assorbimento del personale delle province ritenuto in eccesso. E cosa fanno ora i nuovi enti di area vasta? Le stesse cose che facevano (e non facevano)prima, ma con qualche incertezza normativa in più e tanti, tantissimi soldi in meno. Questo non ha direttamente a che fare con la legge Delrio, ma la mancanza di legittimazione popolare può aver influito sulla capacità contrattuale degli enti. Come che sia, i trasferimenti statali alle province dal 2011a oggi si sono più che dimezzati: "costavano" oltre 11 miliardi di euro sei anni fa, oggi siamo a meno di 6. La progressione dei tagli dettagliata dai tecnici del Senato nel loro dossier è incredibile: si parte con 300 milioni nel 2011, che diventano 1,76 miliardi l'anno dopo e 2,6 miliardi nel 2013. Solo per quest'anno la potenza geometrica dell'austerità ha portato i tagli a 5,75 miliardi: in sei anni fanno 21,6 miliardi di risparmi solo in capo alle province. E qui si arriva al capolavoro: "L'unica componente di spesa corrente cresciuta tra il 2013 e il 2015 è quella destinata alle funzioni amministrative", scrivono i funzionari di Palazzo Madama. In numeri: una riforma nata per alleggerire l'apparato burocratico, nel biennio 2014-2015 ha fatto aumentare le spese di gestione del 38%,mentre "la spesa per alcune funzioni fondamentali - istruzione pubblica, gestione del territorio e tutela ambientale -è significativamente diminuita". Ora, ricordate i ponti che cadono? Si registra, dice l'Uvi, "un crollo della spesa in conto capitale (investimenti, ndr) riguardante i trasporti pari al -65% tra 2013 e 2015". A QUESTO PUNTO, uno sguardo sul futuro: dice la legge che le province

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sono enti autonomi e devono vivere dei loro tributi (pezzi di imposte su Rc auto, rifiuti, spazi pubblici, etc), fatti salvi i radi interventi perequativi dello Stato. Problema: questo è impossibile a parità di funzioni. Dice Sose società di ministero dell'Economia e Bankitaliachesi occupa, tra le altre cose, di definire i fabbisogni standard - che "la stima delladifferenza tra spesa efficiente, calcolata tenendo conto dai fabbisogni standard, e il gettito potenziale, calcolato ipotizzando il massimo incremento delle aliquote dei tributi propri(peraltro bloccate per legge, ndr), è pari a 651 milioni nel 2017". Questo squilibrio - grazie a una serie di stanziamenti ad hoc, l'ultimo dei quali di un centinaio di milioni questa settimana - è comunque di 371 milioni, dice Sose, e solo nel mondo della "spesa efficiente". Quando le riforme sono solo bandierine per i media finiscono per creare danni. Fortunatamente ce lo ricorda una istituzione pubblica. Di Marco Palombi, il Fatto Quotidiano

FATTI

Corriere del Veneto: "sulla Bpvi Bankitalia scrisse dopo gli stress test Bce: «Baciate, stop subito» La lettera, secondo quanto scrive la Finanza, è datata sabato 25 ottobre 2014. E il risveglio dev'essere stato traumatico. La data è cruciale. Quello è il weekend in cui Bce pubblica domenica 26 l'esito degli stress test sulla solidità delle maggiori banche, che avvia la vigilanza europea. Ci sono anche Bpvi e Veneto Banca. I rumors, già il sabato, annunciano a sorpresa che Bpvi non è messa bene. La conferma il giorno dopo: test passato solo per il rotto della cuffia, dopo che con un cda d'urgenza, sabato, Bpvi ha convertito in capitale obbligazioni per 253 milioni, dopo che Bce ha dedotto dal capitale le azioni del fondo riacquisto Di Rassegna Stampa

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Col «giallo» finale diBankitalia che dà Bpvi promossa e Bce no. Ora il materiale dell'inchiesta sul crac Bpvi della Procura di Vicenza, con la fine indagini, svela ulteriori particolari su quel weekend drammatico. L'informativa finale della Finanza racconta infatti della lettera di Banca d'Italia, protocollo 1053731/14, con oggetto «Banca Popolare di Vicenza. Riacquisto di azioni proprie». Di fronte alla bocciatura che si profila da Bce, Banca d'Italia corre ai ripari, chiedendo a Bpvi, scrive la Finanza, «di procedere ad una puntuale verifica della correttezza dei dati segnalati in materia di riacquisto azioni proprie, comunicando, inoltre, tempistica e modalità delle relative operazioni». E ancora, «di fornire le informazioni necessarie alla comprensione delle transazioni alla base della detenzione indiretta di azioni proprie». I1 4 novembre la banca replica con una lettera del direttore generale Samuele Sorato, vistata dal collegio sindacale, che conferma «la correttezza dei dati riferiti alle azioni proprie in portafoglio» nelle segnalazioni periodiche: al 31 dicembre 2013, 32,3 milioni. Dati che verranno smentiti dall'ispezione che tre mesi dopo Bce aprirà a Vicenza (nel 2014 il riacquisto finanziato di azioni era stato di 113 milioni), e che farà venir giù tutto. L «a Banca d'Italia aveva sottolineato la necessità che la Vicenza ponesse immediatamente termine alle operazioni(di acquisto finanziato di azioni, ndr) avvenute in difetto della autorizzazione - spiega, interrogato il 23 febbraio 2017 il funzionario di Bankitalia, Mauro Parascandolo -. Banca d'Italia ha chesto formalmente a Bpvi con lettera del 25 ottobre conto delle operazioni di acquisto non autorizzate. Oggetto di intervento e richiamo anche nel recente passato». Forse non con la stessa perentorietà, verrebbe da dire, scorrendo gli episodi precedenti citati dalla relazione della Finanza. Così come, a inizio 2013, per le controdeduzioni di Bpvi all'ispezione 2012, definite ora dalla Finanza «mendaci e fuorvianti».Lo stesso dopo la nota del 5 marzo 2013, con cui via Nazionale aveva chiesto spiegazioni sullo sforamento del tetto del 5% di azioni proprie riacquistate, emerso dalle segnalazioni di vigilanza. Solo f«enomeni di ciclicità legati alle procedure di gestione delle azioni proprie», replica Sorato. Lo stesso dopo le raccomandazioni sugli aumenti di capitale. Tutto fermo anche dopo la lettera anonima dell'artigiano bellunese, febbraio 2014, alla sede di Venezia di Bankitalia: la concessione di un fido è subordinata all'acquisto azioni, sostiene. Venezia chiede chiarimenti. Sorato nega per lettera. Venezia manda a Roma. «Non mi risulta che successivamente siano stati compiuti ulteriori approfondimenti da Banca d'Italia - spiega sempre Parascandolo interrogato il 17 maggio 201 6 -. Per prassi interna, agli esposti anonimi non può essere attribuita particolare rilevanza: non consentono alcuna verifica rispetto alla problematica denunciata». Eppure Venezia si era mossa. E poi: «Dal contenuto non si ricavava neppure se le somme asseritamente impiegate nell'acquisto azioni Bpvi fossero o meno dedotte dal patrimonio di vigilanza». Dato notoriamente in possesso dei clienti. Dal Corriere del Veneto di venerdì 3 agosto

FATTI / POLITICA / SCUOLA E FORMAZIONE

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Puppato (PD): "il via ai lavori per le scuole ora anche in Veneto" In una nota ufficiale la senatrice Laura Puppato (PD) così interviene: "E' in fase di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale di autorizzazione alle diverse regioni italiane dei finanziamenti collegati ai mutui BEI. Il decreto era stato firmato nel mese di aprile dalla Ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli, successivamente dal Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan quindi da quello delle Infrastrutture Graziano Delrio. Per diventare definitivo mancava solo il visto della Corte dei Conti. Arrivato nel mese di luglio. Di Note ufficiali

Sono 293 gli interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle scuole che saranno finanziati con i 238 milioni di euro previsti dal decreto. Si tratta di risorse che rientrano nell'ambito del Piano dei cosiddetti mutui 'BEI', i mutui pagati dallo Stato integralmente cioè capitale e interessi, a favore dei comuni per l'edilizia scolastica. I 238 milioni stanziati si sommano ai 905 mil di euro messi in campo per il 2016. I primi 905 milioni hanno consentito di finanziare 1.215 interventi, di cui 721 già conclusi. Con le economie di spesa relative al finanziamento del 2015 (200mln) sono stati autorizzati a fine 2016 altri 300 interventi. Al via dunque tutti i lavori attesi dai vari comuni del Veneto, con una sola nota negativa, ovvero che nelle altre regioni i lavori sono stati già autorizzati e sono partiti mentre il Veneto è l'unica regione Italiana che ha inteso attendere tutti i passaggi burocratici prima di comunicare ai Comuni (in graduatoria) che era nella loro disponibilità attivare le procedure per l'avvio dei lavori. La collaborazione con lo Stato centrale sappiamo non è una specialità gradita dalla giunta Zaia ma in casi come questo ne deriva un ritardo per i comuni e i cittadini."

FATTI / POLITICA

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Protezione civile, Negro (Veneto del Fare): "dimenticato il nostro contributo del 2015" "Con sorpresa scopro che all'ordine del giorno della II Commissione di giovedì scorso figuravano la presentazione dei Pdl 249, 237, 266 relativamente alla Protezione Civile: non figurava il Pdl 50, di cui sono prima firmataria, che tratta proprio di Protezione civile, presentato ancora il 14 settembre 2015 e assegnato alla Commissione una decina di giorni dopo, il 24 settembre 2015" Giovanna Negro (Veneto del Fare) non ha perso tempo è ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti, e al Presidente della Commissione Francesco Calzavara "senza polemica alcuna per una singolare dimenticanza" ha precisato la consigliera regionale in cui, si legge nella lettera "chiedo che prima di avviare la fase di interlocuzione con i portatori di interesse di tale delicata materia ci sia data la possibilità di presentare in commissione il Progetto di legge". Di Note ufficiali

"Non c'è polemica: un errore, una dimenticanza, sono sempre possibili e a maggior ragione in una assemblea dove le Interrogazioni ‘urgenti' vengono trattate ad anni di distanza - conclude la Negro - ma c'è tutto il tempo, e il modo, per porre rimedio e ripristinare il corretto andamento dell'analisi in una materia delicatissima che ci vide per primi intervenire ancora un paio d'anni or sono con una proposta che non ha perso la sua validità e capacità innovativa"

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE / AMBIENTE

Fonti rinnovabili, il Veneto migliora l'efficienza energetica

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Il Veneto migliora le proprie performance nell'efficienza energetica: il 40 % dell'energia prodotta in Veneto proviene da fonti rinnovabili, grazie al crescente contributo dato dagli impianti fotovoltaici e dalle centrali a biomasse. Sono infatti oltre 93 mila gli impianti a pannelli solari censiti nel territorio regionale. A confermare il ‘boom' delle energie rinnovabili in Veneto è l'ultimo bollettino mensile del Sistema statistico regionale, "Statistiche flash", dedicato appunto alle energie rinnovabili. Il report redatto dagli statistici della Regione Veneto certifica l'avvenuto superamento degli obiettivi strategici fissati dall'Europa per l'energia: il ‘pacchetto 2020' della direttiva Ue del 2009 stabiliva un aumento del 20% dell'efficienza energetica e che il 20% dei consumi finali di energia fosse coperto da fonti rinnovabili. Di Comunicati Stampa

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Il ricorso alle energie rinnovabili in Veneto risulta maggiore rispetto alla media del paese: l'incidenza delle fonti rinnovabili nella produzione energetico della penisola ha raggiunto un valore medio del 38,5 %, mentre in Veneto ha superato la soglia del 40 per cento (40,3%). In Veneto l'energia da fonti rinnovabili copre il 16,9 dei consumi. La fonte principale di energia rinnovabile in Veneto resta pur sempre quella idroelettrica, anche se in tendenziale diminuzione, visto anche l'andamento climatico delle ultime stagioni. Ma la novità è rappresentata dalla crescita del fotovoltaico (25,4%) e delle bioenergie (26%) che, insieme, superano il 50% delle energie rinnovabili prodotte. Alla fine del 2015 la potenza complessiva installata in Veneto nel settore fotovoltaico ha superato quota 1.750.000 KW, con una media di 18,3 KW ad impianto. Un valore in diminuzione dal 2011, che sta ad indicare un cambiamento strutturale nel settore: maggior numero di impianti, ma di dimensioni più piccole. Nonostante la crescita delle fonti rinnovabili il Veneto, tuttavia, resta lontano dall'autosufficienza energetica: nel 2015 la produzione complessiva di energia, pur in ripresa dopo i picchi negativi del 2011, è arrivata a coprire il 60,7% dei consumi. Il settore che assorbe la maggior quantità di energia elettrica in Veneto è l'industria (47,8%), con punte a Vicenza (61,5%), Treviso (50,3) e Rovigo (49,9%). Un caso a parte è Venezia, dove i consumi del terziario (leggi ‘turismo') superano quelli dell'industria (40,8 il primo, contro il 35,3 della seconda). I consumi domestici in media nella regione si attestano attorno al 19%, con punte del 22,5% a Venezia (per il forte impatto del turismo) e a Belluno, per le condizioni orografiche e climatiche.

FATTI

Attivata già da oggi la nuova rotatoria tra viale del Sole e strada delle Cattane E' stata attivata già questa mattina, alla presenza dell'assessore alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Marco Dalla Pozza e del direttore dell'ipermercato Auchan Gianluca Crescenzo, la nuova rotatoria tra viale del Sole e strada delle Cattane. " Apriamo la circolazione della nuova rotatoria - ha dichiarato l 'assessore alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio Marco Dalla Pozza con netto anticipo sulle previsioni iniziali. Di ciò ringraziamo l'impresa e la direzione lavori che hanno lavorato alacremente, malgrado il caldo, sfruttando al meglio le condizioni meteorologiche favorevoli. Di Comunicati Stampa

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Il lavoro ora appare in tutta la sua complessità. Oggi diamo il via libera alla nuova viabilità, mentre nelle prossime fasi di cantiere saranno completati i lavori sia della della parte interna sia di quella esterna al grande anello. Ringrazio Auchan per averci aiutato a dare una risposta definitiva a questo annoso problema, di cui si parlava fin dagli anni Ottanta con ipotesi di cavalcavia e di circolazione rotatoria a piani sfalsati. Dopo quarant'anni di parole, costellate da incidenti frequentissimi e spesso molto gravi, oggi arriviamo a un risultato di straordinaria importanza per la città e per tutti gli utenti della strada - di cui va dato sicuramente atto a chi ha progettato, realizzato e pagato l'opera - ma anche per il mio assessorato e per tutto il settore Mobilità. Abbiamo creduto fino in fondo a quest'opera e abbiamo voluto con tenacia e serietà conseguire questo obiettivo, superando con decisione le molte difficoltà che abbiamo incontrato ". "Sono molto soddisfatto e orgoglioso - ha aggiunto a nome di Auchan il direttore dell'ipermercato di Vicenza Gianluca Crescenzo - di inaugurare un lavoro atteso da decenni e che migliora non solo la sicurezza dei nostri clienti, ma anche quella di tutti i cittadini. La presenza di Auchan nel territorio si conferma anche attraverso azioni come questa". L'attivazione della circolazione rotatoria è stata quindi anticipata rispetto al cronoprogramma iniziale, attraverso la predisposizione di un anello centrale provvisorio con barriere new jersey, all'interno del quale, senza interferire con il transito dei veicoli, nelle prossime settimane saranno realizzati alcuni interventi sui sottoservizi. L'intervento, a carico dell'ipermercato Auchan per un importo complessivo di circa 400 mila euro quale opera prescritta per la realizzazione di un nuovo distributore di benzina lungo viale del Sole, punta a ridurre i tempi di attesa attraverso l'eliminazione del semaforo e ad aumentare la sicurezza di tutti gli utenti della strada, grazie al nuovo assetto dell'incrocio, da sempre caratterizzato da un elevato numero di incidenti. La rotatoria, nella forma definitiva, avrà un diametro esterno pari a 47 metri. I rami di ingresso sono a due corsie per senso di marcia in viale del Sole e ad una corsia in strada delle Cattane. E' previsto un attraversamento pedonale semaforizzato, a chiamata, su viale del Sole, lato verso nord, per consentire il collegamento tra i due rami di strada delle Cattane. In questa fase di cantiere l'attraversamento in sicurezza di viale del Sole è assicurato da un semaforo a tempi fissi, già posizionato dove poi sarà installato l'impianto definitivo. A nord-est della rotatoria, infine, è prevista la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale di larghezza pari a 2,50 metri per consentire l'agevole collegamento all'attraversamento pedonale.

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FATTI / POLITICA

Incontro stampa congiunto con M5S sulla SPV, la provocatoria denuncia di Follesa per Covepa: Zaia passa dal bond al... bondage Il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa (CoVePA) in una nota ufficiale informa che: "Oggi a Palazzo Trissino con il Movimento 5 Stelle abbiamo partecipato in Sala Chiesa a una conferenza stampa. Erano presenti Il Cons. Reg. Manuel Brusco, il Senatore Enrico Cappelletti, la consigliera comunale Liliana Zaltron, gli architetti Carlo Costantini e Massimo Follesa in rappresentanza dei comitati. Il tema era focalizzato sulle infrastrutture venete in progetto di finanza e sullo stato della revisionie di due opere come la NogaraMare e la Meolo-Jesolo. Con il senatore Cappelletti è stata affrontata l'interrogazione che ha presentato al Ministro Graziano DelRio sulla Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). Di Note ufficiali

Il Consigliere Brusco ha puntato l'attenzione sulle attività di revisione e verifica messe in atto dalla giunta regionale del Veneto con la commissione tecnica di verifica prevista dalla L.R. 15/15. Noi del CoVePa ci siamo soffermati infine sul fallimentare stato della Pedemontana veneta. Sono in corso di aggiudicazione bond di progetto di SIS per 1,55 mld di € che non coprono 45 km di strade complementari per oltre 600 mln di €.

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Mentre il presidente Luca Zaia raschia il barile per togliere l'addizionale Irpef, siamo giunti all'esito cruciale per l'emissione dei bond anticipati per ottenere il closing finanziario. In queste settimane si dovrebbe avere notizie di ciò ma tutto tace nonostante gli annunci. Infatti, non ci sono informazioni su SPV e sui bond di SIS, nonostante l'annunciato punto stampa di Zaia di mercoledì 19 luglio. E questa é la notizia, paradossale per un comunicatore capace come il presidente il suo silenzio sugli annunciati bond a dieci giorni dalla fine della presentazione agli investitori di Milano, Madrid, Parigi e Londra. Dal 20 luglio girano notizie che sparano per acquisito il miliardo e mezzo mancante della Pedemontana Veneta, sembra quasi che sia già in tasca a Zaia che si è legato ai bond di SIS con un bondage giapponese... Il 21 luglio si dichiara che JPMorgan ha iniziato a collocare i bond di SIS, si dichiarano gli sconti sui pedaggi senza dire nulla sul loro importo. Le omissioni sono gravi perché non si specifica il rischio del piano finanziario a cui il bond sarebbe stato proposto. Non si dice nulla della risposta del mercato specificando che quelle sarebbero solo delle presentazioni agli operatori. Sull'acquisto dell'invenduto si omette di specificare che questo può accadere solo se le collocazioni nel mercato superassero l'85%. Quello che emerge sugli sconti dei pedaggi è un'operazione da "post-verità": che sconti sono quando le auto pagheranno 17 cent/km e i camion 30 cent/km, cioè il doppio dei pedaggi sull'asse dell'A4? Il 22 luglio emergono note secondo le quali quelle che circolano negli organi di informazione sono di fatto irrealistiche. Siamo ormai nella "post-verità" di SPV. Quello che non emerge è il rischio che il Piano Economico e Finanziario di SPV sia ancora una volta virtuale e iperrealistico nella valutazione dei flussi di denaro derivanti dal traffico(si veda PedeLombarda). Secondo i dati di Zaia ci sarebbero ancora 27.000 veicoli di media al giorno che dovrebbero garantire incassi per coprire 15 mld di € totali di flussi di cassa per SPV di 12mld esercizio + 3mld costo costruzione) in 39 anni. Vale a dire che questi veicoli spenderebbero ogni giorno per 39 anni 39€. Corrispondono a 26 € divisi 0,17 €/km per le AUTO sono uguali a 154,6 km e 13 € divisi 0,30 €/km per i camion che equivalgono a 43,3 km. Se invece consideriamo l'importo minimo da garantire con contributo in conto esercizio pari a 10,5 mld €( 7,5 mld € + 3mld costo costruzione), questi veicoli spenderebbero ogni giorno per 39 anni 27,3 €. corrispondenti a 18,2 € che per le auto equivalgono a 108,2 km e 9,1 € per i camion che corrispondono a 30,3 km (si considerano i mezzi pesanti 1/3 dei leggeri). Bisogna dunque trovare in Pedemontana veneta 27mila veneti che si facciano ogni giorno 154 km sabati e domeniche comprese! In questo momento risultano 3 attività per la ricerca di finanziamenti da parte di SIS SCpA: un primo atto relativo alla copertura di un probabile debito per tirare a campare come emerge dal sito in lingua tedesca http://www.finanzen.net/anleihen/consorzio-stabile-sis-scpa-anleihen, che annuncia: «Ecco una panoramica dei debiti del Consorzio Stabile SIS SCpA attraverso il mercato dei capitali. Ad ora sono in offerta emissioni (mutui) da parte del Consorzio Stabile SIS SCpA con scadenze dal 27/03/2019 al 27/03/2019 con cedole da 100.000€ che remunerano fino al 9% di interesse. Complessivamente le offerte per mutui proposte dal Consorzio Sis ammontano a 47 mln €. Nei prossimi cinque anni non sono previste rendite per mancanza di prestiti emessi». Il vero dettaglio della 2^ e 3^ operazione lo fornisce un sito in lingua

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spagnola http://www.eleconomista.es/empresasfinanzas/noticias/8509074/07/17/Sacyr-emitira-1550-millones-para-sumayor-autopista.html che anticipa: «....Superstrada Pedemontana Veneta, la concessionaria controllata tramite SIS, ha incaricato JP Morgan di agire come supervisore dell'operazione, e Banca IMI e Santander in qualità di coordinatori (ndr-da qui il roadshow di Milano, Madrid, Parigi e Londra). Ieri ha iniziato un road show con gli investitori che durerà fino al prossimo martedì 25 luglio, per attirare l'interesse di fondi e istituzioni finanziarie. L'operazione è stata strutturata in due parti: da un lato, un'emissione senior bond per 1.200 milioni di euro e scadenza fino 2047, e un altro subordinata con 350 milioni di debito di una scadenza del 2027. Così, Sacyr, insieme al suo partner italiano emetterà nelle prossime settimane 1.550 milioni di euro per chiudere il finanziamento Pedemontana veneta, che collegherà oltre 95 chilometri le città di Vicenza e Treviso, nel nord-est d'Italia...». Ma chi se li compra quei bond se abbiamo seri problemi di gestione del cantiere a partire dalle mancanze ambientali rilevate dalla Corte dei Conti in primis la mancanza della verifica di ottemperanza alle Valutazione di Impatto Ambientale che all'approvazione del progetto definitivo nel 2010 doveva essere svolta inviando la documentazione al Ministero dell'ambiente e che al 10 maggio 2017 non era ancora avvenuta. Zaia gioca con le percentuali dei lavori dei cantieri dichiarandolo addirittura al 25%. Per contratto sarebbero da costruire 162 km = 100%, dei quali la superstrada a pedaggio ammonta a 94 km = 58,02% e le opere complementari sarebbero 68 km = 41,98%, da un semplice calcolo il 25% del 58% corrisponde a lavori eseguiti per il solo 14% del totale di 162 km dell'opera in concessione, una bella differenza da quelli dichiarati da Zaia calcolandoli solo sui 94 km tra i caselli. È evidente che esiste un problema con la viabilità complementare di servizio ai caselli che i bond di JP Morgan non copre. Il nuovo contratto dichiara che ammonta a 68 km. Le uniche opere complementari in esecuzione sono gli 8 km delle complanari di Montecchio Maggiore e i 15 km delle nuova Gasparona bis tra Breganze e Bassano del Grappa. Resterebbero fuori dai finanziamenti dei project bond in corso di aggiudicazione, oltre 45 km di opere accessorie per un valore di quasi 600 mln €, con la concreta evenienza che per finire la Pedemontana veneta si debba trovare almeno un'altro mezzo miliardo aumentando i costi fino a 3,6 mld e oltre. Massimo Follesa portavoce CoVePA

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

La mala gestio dei politici e il "regalo" di BPVi e Veneto Banca a Intesa Sanpaolo a scapito dei risparmiatori: la lettera "ultimatum" di una risparmiatrice

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Lo Stato ripete continuamente che il popolo approfitta della Sua bontà e allora i goveranti aumentano le tasse, fanno tagli disastrosi, privatizzano la Sanità e in tutti i ministeri ci sono solo provvedimenti a discapito dei cittadini, ma poi consegnano 80 euro e chi si è visto si è visto... grazie per l'elemosina Per ultima c'è una ciliegina sulla torta, non mi ero dimenticata: lo stato italiano vuole così bene ai suoi cittadini che pensa di mettergli le mani in tasca, togliendo tutti i risparmi e vendendo le banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, a un euro, salvando la parte buona a vantaggio di Intesa Sanpaolo e mettendo al tappeto 220.000 famiglie. Loro vivono nel lusso più sfrenato, noi cittadini in un po' meno di un bicchiere di acqua, Di Citizen Writers

Questi sono i rappresentanti dello stato italiano che tanto amano il loro popolo da spremerlo sempre più e portare i soldi all'estero, in Lussemburgo, nelle Isole Caiman Mettetevi in testa, nostri indegni rappresentanti, che entro il mese di settembre dovete restituire tutto ai cittadini risparmiatori azionisti truffati, perché se i banchieri sono arrivati a tanto è perché avevano il vostro appoggio Ricordate, ridateci i nostri soldi e imparate ad amministrare la cosa pubblica in modo onesto A presto... Diffondete questa lettera se vi riconoscete in questo Stato Italiano. Loredana De Nardi

FATTI / POLITICA

La lettera sulla Fondazione Roi: il passato e il presente uniti dall'assenza di

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riferimenti alle politiche culturali. Ma ora arrivano Sgarbi, Daverio e Augias: la cultura da supermercato Caro direttore: ho letto l'articolo "Roi, la Fondazione demolita e... violata. Per Gianni Zonin era una "emanazione", una garçonnière d'affari della BPVi dove Cauduro lo informa su baciate e fondi lussemburghesi". La situazione della Fondazione Roi, come è già emersa e sta emergendo pian piano, è sconcertante e drammatica. In tutto questo non c'è uno straccio di riferimento alle politiche culturali, perché, laddove anche ci fossero state (o ci siano) sembrano subordinate a questioni economico finanziarie, totalmente indifferenti alle prime e in cui ora primeggia Andrea Valmarana, l'erede naturale di Gianni Zonin parrebbe. Di Citizen Writers

Non pare, quindi, un caso che la pur presente professoressa Giovanna Grossato, membro del Cda per (credo) competenze in materia di storia dell'arte, non abbia mai proferito verbo. Ascoltando Ilvo Diamanti, durante la conferenza stampa resa nota dai vostri video, ho sentito che annunciava la meravigliosa occasione che si offrirà alla città di avere tre suoi amici (quasi che questa condizione corrispondesse a una garanzia supplettiva) Vittori Sgarbi, Philippe Daverio e Corrado Augias: un invito al distillato della cultura da scaffale di supermercato (formato multinazionale) che, conoscendo i tre ospiti, sarà pagata a peso d'oro, direttamente per l'occasione o indirettamente per altri eventi co-prodotti. Il senso di sconforto verso l'istituzione e la città nel suo complesso si fa sempre più forte, così come il senso di lontananza non solo fisica da un simile contesto ambientale. Lettera firmata

Sine culpa e sine peccato: esiste

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l'inferno? La Voce del Sileno Anno 2, 5 agosto Dopo il Concilio vaticano II si è diffusa, ma non si sa bene chi ne sia stato l'iniziatore, l'affermazione che "non esiste l'Inferno", ossia per quanto un uomo possa aver peccato, ossia compiuto il male e indipendentemente dal pentimento che può anche non esserci, egli sarà salvo, dato che il luogo della pena eterna non c'è. Tale indicazione ha un grande riscontro nella nostra epoca, dove si afferma che la vera libertà consiste nel "fare tutto quello che si vuole". Certo si mitiga ciò con una seconda affermazione, ossia che "la mia libertà cessa là dove inizia quella di un altro", ma quale sia il confine nemmeno la legge di uno Stato riesce a determinarlo. Di Italo Francesco Baldo

L'uomo dunque è libero e dato che non esiste una possibile punizione secondo quanto afferma la Chiesa cattolica proprio nel Concilio citato (cfr. Lumen gentium n.48), non esiste nemmeno nello Stato e particolarmente in ogni singolo, che è arbitro assoluto delle sue azioni. Esse sono comprensibili e giustificabili, perché il buono e il cattivo sono determinati dal singolo. Infatti, ogni azione o è libertà del singolo che opera indipendentemente da qualsiasi circostanza di luogo e di tempo, o è condizionamento dovuto alla dimensione sociale e storica. In ambedue i casi vale solo la azione, essa è comprensibile perché dettata dalla volontà del singolo e quindi sempre da colui che la compie giustificabile e quindi non è mai male. Nel secondo Le conseguenze di questa prospettiva sono chiarissime. Non vi è più né male né bene, queste sono categorie che non assumono alcun significato per il singolo e per la società esse sono causate dall'esterno e non provenendo dal singolo, il singolo non ne porta colpa. Di fronte a ciò la legge di uno stato diventa impotente e essa può solo tentare di mitigare le conseguenze di un'azione, ma non può avere valenza punitiva, dato che l'azione è di per sé giustificata. L'intervento può essere di carcerazione, ma questa solo in casi estremi, ad esempio la possibilità della reiterazione dell'azione a danno di un altro singolo. Se non sussistono

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questi problemi, si debbono adottare forme "leggere" come la detenzione domiciliare e soprattutto si deve tendere a quella rieducazione di colui che ha compiuta un'azione negativa, in modo che non la compia più. Sul poco valore della rieducazione già si era espresso il grande penalista Giuseppe Bettiol, ma la sua indicazione è disattesa, perché non esiste un vero reato, ma solo un'azione non conforme a quanto ci si aspetta dalle azioni di ogni singolo. Non deve esistere, anzi non può esistere una pena comminata dallo Stato; il suo intervento è emergenziale e nulla più. Non certo lo Stato ha mutuato dalla teologia morale che nega l'inferno questa sua prospettiva, dato che essa dipende dalla concezione del diritto positivo, che vede la legge, anche quella penale, solo in connessione con le circostanze di luogo e di tempo, per cui lo stesso reato in tempi e luoghi diversi può assumere valenza diversa e addirittura cambiarla da positiva in negativa e viceversa. La crisi attuale della giustizia deriva proprio dalla negazione del male che si compie e per il quale non può esistere una vera pena. Questa è provvisoria e non mai definitiva. Nella visione cristiana l'uomo compie per libertà il male, ossia non seguendo ed operando per il bene, inficia il più gran dono che Dio fece all'uomo (Dante Alighieri). Nell'Antico come nel Nuovo Testamento gli uomini che si rendono colpevoli e non ottengono il perdono da Dio sono destinati. Nei testi ciò è chiaro direttamente: E interessante scoprire che ci sono più versetti biblici sull'inferno che sul paradiso. Ecco alcuni versetti nell'Antico Testamento sull'inferno. Daniele 12:2 afferma: "E molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l'obbrobrio, per una eterna infamia." Qui l'inferno viene descritto come eterno. Isaia 66:24 dichiara: "E quando gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si son ribellati a me; poiché il loro verme non morrà, e il loro fuoco non si estinguerà; e saranno in orrore ad ogni carne." In questo brano l'inferno viene descritto come un luogo dove il fuoco non si spegne. Deuteronomio 32:22 dimostra l'inferno come un luogo dove Dio riversa la sua ira: "Poiché un fuoco s'è acceso, nella mia ira, e divamperà fino in fondo al soggiorno de' morti; divorerà la terra e i suoi prodotti, e infiammerà le fondamenta delle montagne." Salmo 55:15 illustra l'inferno come il regno dei malvagi: "Li sorprenda la morte! Scendano vivi nel soggiorno de' morti! poiché nelle lor dimore e dentro di loro non v'è che malvagità."

L'inferno esiste? Che cosa dice il Nuovo Testamento? Esiste l'inferno? Se non bastassero i chiari insegnamenti dell'Antico Testamento, anche il Nuovo Testamento ha molto da dire. 2 Tessalonicesi 1:9 dice: "I quali saranno puniti di eterna distruzione, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza". Apocalisse 14:10-11, in riferimento all'anticristo, insegna: "(Egli) sarà tormentato con fuoco e zolfo nel cospetto dei santi angeli e nel cospetto dell'Agnello. E il fumo del loro tormento sale ne' secoli dei secoli; e non hanno requie né giorno né notte quelli che adorano la bestia e la sua immagine e chiunque prende il marchio

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del suo nome." L'inferno è un lago di fuoco descritto in Apocalisse 20:14-15: "E la morte e l'Ades furon gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè, lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco" Gesù stesso ha insegnato in merito all'Inferno: Gesù ha insegnato in modo specifico sull'inferno molte volte nel suo ministero (Matteo 5:22, 25,41;25,46, 29-30; 10:28; 18:9; 23:15,33; Marco 9:43-47; Luca 12:6; 16:23). Certo è difficile pensare che Colui che si dice Amore e che ama l'uomo possa destinarlo all'Inferno, ma non è Dio che destina l'uomo peccatore alla pena eterna, è l'uomo stesso, il quale anziché comprendere che la libertà è tale solo e soltanto quando si opera bene, se ne allontana e agisce in difformità al comandamento divino. Sant'Agostino ha illustrato molto bene questa mysterium iniquitatis, (il male) che ancora lascia attoniti. L'uomo che commette il male non è libero e se non ritornata nella Grazia di Dio, mediante la confessione (sacramento della riconciliazione) egli è lontano da Dio e questa condizione è eterna. L'inferno è la mancanza di libertà che si esprime, come hanno insegnato i grandi mistici tra cui Santa Teresa d'Avila, nel rispondere con amore all'amore di Dio. Prospettiva questa cristiana, direi cattolica e ortodossa, dato che nel mondo protestante, in genere, vi è l'affermazione della non libertà dell'uomo (servo arbitrio), dato che egli è predestinato da Dio stesso sia alla salvezza sia alla dannazione. Da ciò ne consegue che la libertà non è assoluta, ossia l'uomo è arbitro della destinazione finale della sua vita verso la salvezza o verso la dannazione, queste sono prestabilite da Dio. La conseguenza di simile visione è molto chiara. Io compio tutto quello che voglio e non mi chiedo se esso sia bene o male, compio ciò che in quella circostanza di luogo e di tempo e sociale io intendo operare. Il destino finale, già stabilito, non può veramente interessarmi; l'unica salvaguardia è verso la relazione con altri, che non dovrei nuocere e se lo compie, permetto l'intervento repressivo, ma questo nulla ha a che vedere con il destino finale della mia vita.

Martin Lutero in grande polemica con l'umanista Erasmo da Rotterdam, sostenne il servo arbitrio, la mancanza di vera libertà per l'uomo ed è nota la sua espressione: "Se i turchi invadono - l'Europa - questa è la volontà di Dio cui non è lecito resistere.", appartiene a quanto predestinato. Di Contro Erasmo sullo stesso problema, scrisse invece Guerra ai turchi (in Pace e Guerra, Roma, Salerno 20004), lamentando che proprio il disaccordo tra i cristiani determinava la situazione, frutto della contingenza e non di Dio. Ogni tanto però ritorna il dibattito e investe problemi molto importanti. Il teologo del secondo secolo dopo Cristo Origene sosteneva che le pene non sono eterne, ma temporanee, Infatti alla fine dei tempi tutta l'umanità si salverà in Cristo e avrà luogo la "restaurazione finale" (apokatastasis) di tutti gli essere umani e del cosmo. Tale salvezza coinvolgerà anche i condannati all'inferno e i demoni. Tale dottrina fu discussa da diversi Padri della chiesa come Gregorio di Nissa e per taluni anche il gesuita Teilhard de Chardin nel novecento sembra accondiscendere a tale impostazione. Nella Chiesa luterana il teologo Karl Barth.

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In tempi recenti è stato il teologo della liberazione, il sudamericano Padre Leonardo Boff (Francescano), a riflettere sul problema dell'Inferno, ne parla in alcune sue opere. Egli sostiene che negare l'inferno è negare l'essere umano e quindi anche Dio, è non prendere sul serio la libertà umana: "L'uomo può tutto. Può essere un Giuda come può essere simile a Gesù di Nazareth. Può essere un Auschwitz, un Dachau, un Mostar. Può essere un santo e può essere un demonio. Dire cielo e dire inferno significa riferirsi a ciò di cui l'uomo è capace. Chi nega l'inferno non nega Dio e la sua giustizia, nega l'uomo o non lo prende sul serio. La libertà umana non è uno scherzo. È un rischio e un mistero, che implica l'assoluta frustrazione nell'odio o la radicale realizzazione nell'amore. Con la libertà tutto è possibile, il cielo ma anche l'inferno". (L. Boff, Vita oltre la morte, Cittadella Editrice, Assisi 1980, p. 83.12). approfondendo la sua dottrina, arriva all'annuncio di un inferno vuoto. "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui" (lGv 4, 8-9). In Dio c'è solo amore, perdono e misericordia; è questa la sua natura, ma anche la sua sofferenza, il suo inferno, in quanto spesso tale amore non trova corrispondenza. "In Lui non c'è odio o vendetta. E, se non trova amore, continua ad amare e a soffrire. La mancanza di reciprocità nell'amore è riempita dal perdono. Allora Dio perdona e si mostra misericordioso nei confronti di chi Gli ha negato amore. E la sofferenza d'amore, come tutti gli innamorati sanno, è un inferno. Dio ha il Suo inferno. Non è un inferno continuare ad amare chi non sente niente e non mostra amore? E per causa di ciò, soffrire e perdonare, senza ribellarsi, senza castigare e senza offendere come faremmo noi umani? L'amore-misericordia è l'inferno di Dio. Dio è condannato a questo amore infernale perché così è la Sua natura. La misericordia rivela un aspetto essenziale della natura divina: il lato femminile di Dio. Misericordia significa, etimologicamente, possedere un cuore (cor) che si conduole della miseria (miseri) dell'altro perché la sente profondamente come sua. In ebraico è ancora più forte, perché la parola misericordia -rahamim - significa avere viscere come una madre e possedere seni come una donna. È commuoversi davanti al male dell'altro perché ci si sente intimamente colpiti e per questo con la disposizione ad essere magnanimi, clementi e indulgenti nei suoi confronti" (13). Ora nulla può offuscare e opporsi a questo amore - misericordia di Dio, neppure l'inferno. Infatti con tale amore Dio svuota l'inferno. " È qui che entra la sua misericordia. La giustizia riempie l'inferno. È il bidone dell'immondizia dove Dio dovrebbe gettare tutto quello che non ha funzionato. Ma la misericordia lo svuota" (L. Boff, Il bidone dell'immondizia che Dio non ha e altri racconti, Milano, Sperling & Kupfer Editori, 1997, pp.45-46 e p. 48). 14). Il teologo sudamericano, le notizie riporte sopra sulla sua visione sono tratte da uno scritto in web di don Luciano Scaccaglia (teologo e parroco di S. Cristina, S. Antonio Abate, S. M. Maddalena, S. Pietro d'Alcantara -Parma), non ha avuto il benestare della Chiesa Cattolica, è una sua riflessione, ma

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essa contrasta con la dottrina ufficiale sull'Inferno. Chiamato a Roma per chiarimenti in una intervista a Der Spiegel p. Boff così si esprime: "Ciò che importa è la verità che rende liberi". Che cos' è la verità? "Io credo nella Chiesa che sta dalla parte dei poveri. Noi teologi della liberazione crediamo che la verità della Chiesa dei poveri sia talmente radicata nel Vangelo che Roma non può non comprenderci". Si sente ancora compreso dopo la sua visita alla Congregazione della Fede di Roma? "Ciò che sento a Roma è la forza dell'Istituzione, assai più della forza della verità". Nel suo libro censurato a Roma, lei ha descritto la procedura davanti alla Congregazione per la Fede - prima ancora di averla vissuta - come un "processo kafkiano", ecc. Una posizione questa originale, ma nulla a che vedere con quella ufficiale. Anche il teologo Ruiz de la Pena si associa alla visione di Boff, "la dottrina della morte eterna non appartiene al vangelo, che, nel suo significato letterale, è la ‘Buona Notizia', annuncio di salvezza e non di salvezza o di condanna" (J.L. RUIZ de la Pena, La otra dimensiòn. Escatologia cristiana, Sal Terrae, Santander 1986, p. 254. 44) Certo ogni uomo ha libertà di pensiero, e la libertà della coscienza, come ha ben evidenziato il filosofo Danilo Castellano in diversi suoi saggi, ma chi è membro di una Chiesa può proporre i suoi pensieri, ma giammai considerarli come "la verità". Questo è il principale errore di molti eretici, ma non è qui l'occasione per parlarne. San Tommaso d'Aquino, Santa Teresa d'Avila, ma anche Sant'Alfonso de' Liguori, Antonio Rosmini solo per citare alcuni tra i protagonisti della vita di fede nella chiesa hanno affermato l'esistenza della pena eterna. Cambiare come qualcuno potrebbe desiderare, non sembra possibile; la dottrina è ben chiara ed è precisata nel Catechismo della Chiesa Cattolica art. 12, IV nn. 1033-1065. Certo Deus vult omnes salutari, Dio vuole che tutti si salvino, e questo è un desiderio paterno e amorevole, ma la libertà di ogni uomo può a essere anche quella di negare la liberta stessa e perseguire azioni che non sono conformi al dettato evangelico. Esse sono anche comprensibili nella loro ideazione e svolgimento, ma non sono giustificabili. (cfr. Ma capire non significa giustificare, "Il tempo" 58(2001), n. 280, p.23). Ciò che sembra prevalere è che non debba esistere giudizio intorno alle azioni compiute dal singolo, come rifletteva Max Stirner, che si erge ad assoluto del mondo. Canta Vasco Rossi: "e non ci sarà' più dio..... perché' ci sono io!" Così l'uomo, anzi il singolo trova da se stesso comprensione e giustificazione e non comprende nemmeno a livello sociale che vi possa essere il male. (cfr. il mio Il male è morto! Per ripensare alla morale, in AA.VV., Mysterium iniquitatis, a cura di G.L. BRENA, Gregoriana, Padova, 2000, pp. 331-344.) Ne segue che se non vi è il male, reato o peccato che sia) ovvero non lo si identifica, allora non solo non ha valore la legge degli uomini, ma nemmeno quella di Dio e quindi nemmeno la necessità di una società, di uno stato o di una Chiesa. L'uomo è solo un singolo ed è solo (cfr. La solitudine dell' "uomo". La fine della possibilità del diritto, "Acta Histriae",15 (2007),1, pp. 87-102) Da ciò deriva che non vi è una possibile legge ovvero comandamento, ma la mia volontà che si erge a sede

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decisionale. Il male è morto, non perché non vi sia più, ma perché temiamo di denunciarlo e perfino nelle chiese si teme di ricordarlo, tanto che recitare il Confiteor prima di accedere alla celebrazione eucaristica sembra quasi vetusto. È un indice di come progredisce la stessa Chiesa, che non vorrebbe sentir parlare, alla moderna, di male e di peccato; meglio far finta di nulla e sperare che l'inferno non ci sia, è più comodo e sembra attirare di più...forse proprio quel male che si tende a occultare per non farsi considerare "all'antica". Italo Francesco Baldo Coordinatore de "La voce del Sileno" Italo Francesco Baldo Si chiede a tutti coloro che leggono questo articolo di trasmetterlo ad amici e conoscenti. I contributi vanno inviati al coordinatore all'indirizzo di posta elettronica: stoa@libero.it

POLITICA

Palazzo Thiene ex BPV, D'Incà (M5S): "diventi museo pubblico e non passino nel patrimonio altrui anche storia e opere d'arte del Veneto" "Ho depositato a mia prima firma un'interrogazione, sottoscritta anche da altri deputati veneti del M5S, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e al Ministro dell'economia e delle finanze in merito alla questione di Palazzo Thiene" annuncia il deputato M5S Federico D'Incà che aggiunge: "Non possiamo perdere un pezzo così importante della storia del Veneto: palazzo Thiene con le sue opere deve diventare museo nazionale con sede proprio a Vicenza. Dal momento in cui sono svaniti nel nulla i risparmi degli azionisti di Banca Popolare di Vicenza e ancora nessuno sta pagando con il carcere questo danno gravissimo, diventa ancora più inaudito accettare in silenzio che la storia del Veneto, con le opere d'arte di palazzo Thiene, passino alla bad bank e che possano dunque - in un futuro vicino o lontano che sia allontanarsi per sempre dal Veneto". Di Redazione VicenzaPiù

"Palazzo Thiene è un importante centro museale ed ospita al suo interno con continuità mostre ed attività culturali di assoluta importanza per la città e per tutta la regione veneta; ora il disegno di legge di conversione in legge del decreto del 25 giugno 2017 -recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di © 2008 - 2017 VicenzaPiù - www.vicenzapiu.com


Veneto Banca S.p.A.- ha inserito Palazzo Thiene fra i beni di proprietà di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in liquidazione coatta amministrativa" continua l'esponente del M5S. "Non si può accettare che Palazzo Thiene, centro di interesse sottoposto alle tutele e ai vincoli derivanti dalla sua condizione di bene del patrimonio Unesco e di palazzo storico, possa essere chiuso: è fondamentale un intervento urgente dello Stato affinché questo bene torni alla comunità vicentina e sia fruibile a tutti i cittadini italiani trasformando l'edificio e le sue opere in un museo pubblico statale. Il Governo intervenga immediatamente" conclude D'incà. --INTERROGAZIONE PARLAMENTARE D'Incà. - Al ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, e al ministro dell'economia e delle finanze; Palazzo Thiene è un edificio storico situato presso la città di Vicenza, arricchito nel corso degli anni con preziosi arredi e notevoli opere d'arte, il quale ospita oggi, in esposizione permanente, importanti collezioni di arte antica e di pitture di importanti maestri veneti, tra cui Bartolomeo Montagna, Giovanni Buonconsiglio, Jacopo Bassano, Jacopo Tintoretto, Giambattista Tiepolo e Giandomenico Tiepolo, situati presso la Pinacoteca; l'edificio è oggi un importante centro museale, ed ospita al suo interno con continuità mostre ed attività culturali di assoluta importanza per la città e per tutta la regione veneta; è necessario rilevare come il 15 dicembre 1994, Vicenza sia stata inserita nella lista dei beni "patrimonio dell'umanità", e nella "World Heritage List" risultano iscritti i ventitré monumenti palladiani del centro storico e tre ville site al di fuori dell'antica cinta muraria realizzate dal famoso architetto, tra cui Palazzo Thiene; la storia del palazzo così com'è oggi conosciuto risale al 1542, quando Marcantonio Thiene decise di ampliare la dimora di famiglia, edificata da Lorenzo da Bologna nel 1489, sviluppandola in forma di quadrilatero anche grazie all'opera di Andrea Palladio, che disegna per Marcantonio Thiene una residenza di assoluta bellezza e grandiosità; il Palazzo Thiene è stato successivamente acquistato nel 1872 dall'istituto Banca Popolare di Vicenza, prima banca costituita a Vicenza e prima banca popolare del Veneto, e da subito ne ha ospitato la sede principale; il disegno di legge n. 2879, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A., ha inserito Palazzo Thiene fra i beni di proprietà di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in liquidazione coatta amministrativa; in considerazione di quanto sin qui esposto, e della fondamentale funzione del palazzo quale luogo della cultura cittadina e veneta, nonché centro di assoluto interesse sottoposto alle tutele e ai vincoli derivanti dalla sua condizione di bene del patrimonio Unesco e di palazzo storico, non può

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considerarsi in alcun modo la sua possibile alienazione o chiusura, sia per ciò che rileva la struttura, sia per i beni ivi contenuti; è necessario, pertanto, un urgente intervento statale che impedisca la dispersione di un bene di preminente interesse storico culturale, assicurando, inoltre, il mantenimento dei beni in capo alla comunità vicentina e, più in generale, al godimento di tutti i cittadini italiani, trasformando l'edificio e le sue opere in polo museale pubblico - : quali iniziative, anche normative, intenda assumere al fine di assicurare il mantenimento di Palazzo Thiene tra i luoghi della cultura italiana, impedendo ogni possibile alienazione ovvero chiusura dell'edificio, assicurando altresì il mantenimento dei suoi beni e garantendone il libero godimento a tutti i cittadini attraverso l'acquisizione all'interno del patrimonio statale della struttura e delle opere contenute al suo interno, trasformando, infine, l'edificio in museo pubblico statale.

POLITICA

Competenze province, Roberto Cattaneo (Forza Italia): vanno rafforzate come dice Luca Zaia imitato ora da Achille Variati "Apprezzabile la dichiarazione del Presidente della Regione Luca Zaia, quando garantisce che, dopo aver ottenuto l'autonomia necessaria allo sviluppo autentico del Veneto, conclusa la trattativa con il Governo, si procederà con l'assegnazione delle competenze, rafforzando inoltre quelle attualmente in atto, alle Provincie e ai Comuni". Lo scriveva giorni fa nella nota che pubblichiamo oggi Roberto Cattaneo, Consigliere Provinciale di Vicenza, che aggiunge: "la presa di posizione del sindaco Achille Variati a favore di una distribuzione delle competenze è, in pratica, già nel programma di Luca Zaia. Noto solo che assai poche sono state le voci che si sono alzate i questi anni per tentare di frenare la corsa alla costruzione di un centralismo nazionale che, al contrario, ha trovato a sinistra molti sostenitori". Di Note ufficiali

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Così completa il suo commento Roberto Cattaneo: "La stessa funzione in questo impianto della Provincia vede una delle pedine dell'impianto centralistico nazionale proprio nel modo in cui vedono elette le rappresentanze nel Consiglio Provinciale e in primo luogo la presidenza. Torno ad affermare che necessita sia fatta chiarezza nel ruolo delle provincie e ribadisco che è indispensabile che queste, una volta ricostruito il sistema e adeguato alle realtà territoriali e non come è avvenuto per il passato, ai desideri di gruppi locali di potere e di pressione, venga restituito al popolo il voto e che l'elezione avvenga con il sistema del suffragio diretto. Oggi è necessario che oltre a un maggior numero di deleghe rispetto le attuali, le provincie vengano messe in grado, anche economicamente, di svolgere il proprio compito, fondamentale per il territorio di appartenenza. Già da ora mi permetto avanzare e porre alla attenzione sia del Presidente Zaia che del Presidente Variati, anche nella sua veste di presidente dell'UPI, una proposta per creare un coordinamento organico tra le forze di Polizia Locale, gestito a livello provinciale. Uno strumento che può essere di grande aiuto a tutti comuni sia sul piano dei pronti, se necessari, interventi, ma soprattutto per un sistema di informazioni - raccolta dati - facilmente utilizzabile da tutte le realtà comunali". Roberto Cattaneo Consigliere Provinciale Amministrazione Provinciale di Vicenza

FATTI / POLITICA / AMBIENTE

Rotatorie Auchan e tangenziale, Cristiani per la Pace: come le valuterà l'Unesco per Vicenza? A partire da studi del traffico effettuati nello stesso anno, scrino nella nota che pubblichiamo i "Cristiani per la pace", come è possibile realizzare - su viale del Sole a poche centinaia di metri di distanza due rotatorie: una piccola da 47 metri di diametro (a carico del privato Auchan) e una enorme con diametro di 110 metri che verrà scavalcata con un viadotto lungo 116 metri e alto 7 metri (a carico

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dei contribuenti)? Nella VIA presentata da Auchan transitavano 25.766 veicoli equivalenti dalle ore 8 alle 20, mentre ANAS nel 2014 ne rilevava 41.473 mentre per Società Autostrade BS-PD nel 2012 erano ancora di più:76.246 veicoli ((nella immagine lo svincolo sud della tangenziale ovest a Vicenza). Di Note ufficiali

Il decreto VIA della Provincia di Vicenza n. 168 del 15.12.2015 con oggetto " ampliamento del parco commerciale ‘Pomari' mediante incremento della superficie di vendita del centro commerciale AUCHAN" non prevedeva la realizzazione di una importante ed impattante stazione di servizio. La V.I.A. AUCHAN che riporta anche il parere del Comitato Pomari inviato il 12.06.2015 è riferita infatti all'ampliamento della sola superficie di vendita all'interno dell'AUCHAN dal quale scaturiva l'obbligo per l'AUCHAN di realizzare uno studio del traffico e le conseguenti opere viabilistiche compensative. La concessione del distributore potrebbe essere un "di più" per il privato? Soprattutto in un'area dove "dovrebbero essere stabilite delle regole per prevenire un ulteriore sviluppo urbanistico tra l'ambiente e la nuova strada" (dal report dell'advisory mission UNESCO - ICOMOS marzo 2017 pag. 35). Questioni destinate quindi a finire inevitabilmente sul tavolo dell'UNESCO dato che, da febbraio 2016, l'Amministrazione comunale di Vicenza si è opposta a tutte le richieste di chiarimento avanzate dai comitati vicentini, recentemente (e altrettanto inutilmente) rinnovate anche attraverso il Presidente del Consiglio Comunale.

FATTI / AMBIENTE

Vicino alla villa del Palladio anche il tribunale è abusivo, la Repubblica: ... e la Cotorossi chiede 3 milioni per danni e

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diffamazione ai "denuncianti" La lottizzazione di Borgo Berga, a Vicenza Palazzi a ridosso di due fiumi e a pochi metri da una zona patrimonio dell'Unesco di Giuseppe Baldessarro, da la Repubblica Non chiamatelo "ecomostro", anzi non azzardatevi neppure a chiamarlo abuso edilizio. È una cosa che fa imbestialire la "Cotorossi Spa". Potreste trovarvi nelle stesse condizioni di alcuni ambientalisti trascinati in tribunale con richieste di risarcimento milionarie. Da vittime a carnefici in un batter d'occhio per aver denunciato una speculazione che ha pochi eguali in Italia. E con una procura che, in buona sostanza, sta indagando su se stessa o meglio sull'edificio che la ospita. Di Rassegna Stampa

È una storia lunga 15 anni quella dell'operazione Borgo Berga, a poche centinaia di metri da Villa Rotonda del Palladio, patrimonio dell'Unesco. Una vicenda che porta in sé più di un paradosso, di cui si trova traccia già nei primi anni del 2000 degli atti dell'amministrazione di centrodestra guidata da Enrico Hüllweck. A suo tempo l'area era occupata dallo stabilimento ormai dismesso della famiglia Rossi. Una fabbrica storica poi acquisita da una delle società della galassia berlusconiana e successivamente ceduta a una cordata guidata dalla Maltauro (società di costruzioni nota ai pm di Milano per alcune vicende legate all'Expo). In quell'area il Comune di Vicenza decide di realizzare il nuovo Tribunale e in cambio i privati ottengono le autorizzazioni ad edificare su oltre centomila metri quadrati di terreno, con volumi e altezze imponenti, la cessione di aree pubbliche per una superficie doppia di quella ricevuta dal comune e un bel finanziamento per le opere di urbanizzazione. Nel 2006 i lavori partono con la demolizione del vecchio stabilimento, nonostante le prescrizioni della Soprintendenza. Arrivano le prime denunce da parte di Legambiente, Italia Nostra e del Comitato contro gli abusi edilizi. E arriva la prima inchiesta archiviata in tempi record. Strano, visto che gli edifici di Tribunale, attività commerciali e palazzoni di appartamenti vengono tirati su a ridosso di due fiumi, Retrone e Bacchiglione (nell'area storicamente sorgeva il porto fluviale). Nel 2008 cambia l'amministrazione, e nonostante da consigliere regionale

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avesse tuonato contro il Tribunale (definendolo «un mostro»), il nuovo sindaco Achille Variati del Pd fa approvare una variante urbanistica che di fatto conferma il vecchio piano. Nel 2013 arrivano nuove denunce degli ambientalisti e la magistratura è costretta a indagare nuovamente su casa propria. Fino al 2014 tutto tace e l'inchiesta resta a carico di ignoti, l'anno dopo viene indagato solo l'ex dirigente all'urbanista del Comune. Pochi mesi e si registra un sequestro preventivo chiesto dal pm Antonino Cappelleri e accolto dal Gip Massimo Gerace. Viene contestato il reato di lottizzazione abusiva dell'intera area, ma il sequestro riguarda soltanto uno dei lotti. Il giudice scrive nero su bianco che «sussiste l'illegittimità del piano di lottizzazione e dunque dei permessi a costruire rilasciati e da rilasciare». Mancano «gli elaborati sulle zone sismiche, manca il rispetto delle prescrizioni della sovrintendenza, mancano valutazioni ambientali» e altro ancora. Qualcosa sembra muoversi. Sembra, perché in realtà non vengono sequestrati gli edifici realizzati o in via di realizzazione, ma solo un lotto completamente libero. Dunque si continua a costruire, a completare, a vendere o affittare unità immobiliari. Il tutto perché il giudice ritiene «i volumi in essere costitutivi di fatti compiuti non più modificabili». Insomma, ormai l'abuso è fatto. La procura indaga, e si va avanti. Gli ambientalisti scrivono che i permessi a costruire sono scaduti, e si va comunque avanti. Arriva anche l'Anticorruzione di Raffaele Cantone e un'indagine della Corte dei Conti, e si continua a lavorare. Anzi di più. I mezzi di cantiere, che operano nelle aree libere, vengono autorizzati dalla magistratura ad attraversare il lotto sequestrato. L'Anac mette in discussione gli accordi tra Comune e privati che conterrebbero uno squilibrio nei profitti del privato a danno dell'amministrazione, quantificato in una decina di milioni di euro. Inoltre, le opere di urbanizzazione si sarebbero dovute effettuare con una gara pubblica e non, com'è accaduto senza bando. La Corte dei Conti apre un fascicolo per danno erariale, ma nulla sembra fermare l'operazione. Intanto la Procura chiede il sequestro dell'intera area, ma questa volta il gip dice di no. Al Riesame il pm si concentra sui danni economici, molto meno sulle relazioni dei consulenti e degli investigatori relative al danno ambientale, e il ricorso viene respinto. Ora si attende la decisione della Cassazione. Intanto gli ambientalisti si rivolgono alla Corte d'Appello chiedendo la revoca dell'indagine e al Csm con un esposto per chiedere conto del lavoro di Cappelleri. Nessuna risposta. Tutto tace e i lavori vanno avanti. O meglio quasi tutto tace. Perché se dell'indagine non si ha più notizia, sono già arrivate le citazioni in giudizio per i denuncianti da parte della "Cotorossi" che chiede in sede civile 3 milioni per danni e diffamazione. In questo caso l'udienza è fissata per dicembre. Da vittime a carnefici per averlo chiamato "abuso".

POLITICA

Sicurezza a Vicenza, Claudio Cicero per Lista 360°: basta chiacchiere

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"Ad ascoltare le continue promesse di esponenti del PD la città di Vicenza dovrebbe avere forze di polizia in ogni dove. E invece non è così, con una situazione di progressivo degrado della città che ha radici ben solide nell'incapacità di questa amministrazione di centrosinistra. La soluzione è la presenza dell'Esercito nell'ambito di Campo Marzo, che sta assorbendo ogni disponibilità di forze dell'ordine dalle altre parti del territorio. Il Consiglio Comunale deve esprimersi con assoluta priorità ed urgenza, per sostenere con forza che anche Vicenza sia inserita tra le oltre 50 città dell'operazione Strade Sicure. La mozione è già depositata: basta votarla, senza sé e senza ma. Vedremo veramente chi, oltre alle chiacchiere, ha a cuore la sicurezza in città.". Di Redazione VicenzaPiù

Il Consigliere comunale Claudio Cicero interviene così nella nota che pubblichiamo sui continui annunci, dal vago sapore di campagna elettorale, di un rafforzamento della Questura di Vicenza. E pone con forza il tema della mozione, già depositata da oltre due settimane, per chiedere la presenza dell'Esercito in Campo Marzo. "Ben venga, s'intende, ogni aumento di organico; ma ormai di questi annunci, provenienti da tutta la filiera di governo del PD, ne abbiamo sentiti fin troppi. La situazione in città è percepita da tutti come in continuo e rapido peggioramento, con quote di immigrati -perlopiù clandestini- che hanno raggiunto record facilmente evitabili se vi fosse un'azione politica di questa Giunta. Il Consiglio Comunale può e e deve essere chiamato a riunirsi anche subito, per dare forza ad una richiesta che non può restare inascoltata: Esercito a Campo Marzo.".

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Il 2017 è un dramma per Vicenza e Veneto: perse le due Popolari ora la superiora delle dorotee è spagnola e il tiramisù è

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friulano "Per la prima volta nei quasi 100 anni di vita, non sarà un'italiana a guidare la congregazione. A raccogliere, infatti, il testimone, per dodici anni nelle mani di suor Emma Dal Maso, la spagnola suor Maria Teresa Peña Toba, che ieri mattina ha lasciato Vicenza per organizzare trasferimento e soggiorno nella Casa madre di contra' San Domenico, da dove tutto ha avuto ed ha origine": così leggiamo dal GdV che, dopo la Banca Popolare di Vicenza la cui polpa è passata alla gestione "straniera" di Intesa (e chissà che non sia un been...), anche le Dorotee, vicentinissimeanche se nate un lustro dopo la BPVi, sono ora guidaat da una "foresta". Ma per il Veneto, che ha accusato anche il flop di Veneto Banca, oggi c'è un altro annuncio negativo che leggiamo su la Repubblica: "il Friuli batte in volata il Veneto: è sua la paternità di uno dei dolci più amati, il tiramisù"... Di Pietro Cotròn

FATTI

Auto incuranti del divieto tirano dritte su Corso SS. Felice e Fortunato all'incrocio con Piazzale Giusti. Ma i vigili? Il cartello che impone di svoltare a destra all'incrocio tra Corso SS. Felice e Fortunato e Piazzale Giusti c'è ben visibile e da tempo, come ci sono semafori e telecamere per la zona ZTL. Eppure le auto imperterrite alla guida di autisti indisciplinati tirano dritte (in un minuto 7 su otto) e, per giunta, quelle che svoltano a destra fanno conversione a U subito dopo in maniera caotica. Sicuramente colpa

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dei guidatori indisciplinati, ma possibile che i vigili con le telecamere a supporto preferiscano staccare comode multe lungo viale Milano di chi vi parcheggia per qualche minuto oltre il pagato, magari per motivi commerciali, piuttosto che sanzionare, anche, chi non solo non rispetta le regole ma mette a repentaglio la sicurezza deglio automobilisti che attraversano l'incrocio provendendo da Via Btg. Monte Berico regolarmente non immaginando che ci possa essere chi taglia loro la strada ad ogni ora? Di Edoardo Pepe

FATTI

"Sagra della Sopressa" a Valli del Pasubio: parte con la serata Giovani e Dj "old" ma fino al 15 agosto ce ne saranno delle belle, miss, e buone, sopresse Ha preso il via venerdì 4 agosto la 50° edizione della "Sagra della Sopressa" a Valli del Pasubio e fino al 15 ospiterà eventi per tutte le età ed i gusti. Ieri i valligiani ci hanno allietato con una serata giovani travolgente ed indimenticabile come potete anche del resto vedere dal breve video con dj "vecchie glorie" e dalle foto qui allegate. I momenti principali saranno quelli di domenica 6 agosto quando verrà premiata la migliore sopressa artigianale 2017 dopo una sfilata folkloristica con la partecipazione del gruppo canti popolari "Voci Valleogrine", di giovedì 10 con la finale regionale che porterà alla proclamazione di "Miss Sport Veneto" nell'ambito di Miss Italia 2017, di venerdì 11 agosto quando artisti locali mostreranno le loro performance nell'ambito dello spettacolo "Tu si che Valli" presentato da Daniele Big Pancia e, infine, del giorno di Ferragosto quando in piazza una ricca tombola con ben 2000 euro e un grandioso spettacolo pirotecnico concluderanno la manifestazione. La programmazione dettagliata la potete trovare cliccando qui. Di Luca Magrin

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

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Il Fatto conforta le "tesi" di VicenzaPiù: Banca d'Italia si svegliò 2 anni dopo e non denunciò i trucchi di Zonin sui conti della BPVi "Reticenza dei controllori - via Nazionale sapeva tutto dei trucchi di Zonin sui conti ma per 21 mesi il capo della vigilanza Barbagallo ha taciuto informazioni ai pm": ecco come il sommario dell'articolo scritto su Il Fatto Quotidiano odierno da due firme eccellenti, quelle di Carlo Di Foggia e Giorgio Meletti, mette in ordine e sintetizza quanto la molto più modesta mia firma scrive e sostiene da tempo su VicenzaPiù col supporto di documenti che abbiamo (...letto) anche noi, a parte le missive esplicative citate dai due maxi colleghi. Buona lettura col nostro modestissimo avallo...Il direttore Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

La Banca d'Italia si svegliò 2 anni dopo e non denunciò Reticenza dei controllori - via Nazionale sapeva tutto dei trucchi di Zonin sui conti ma per 21 mesi il capo della vigilanza Barbagallo ha taciuto informazioni ai pm di Carlo di Foggia e Giorgio Meletti Il 7 febbraio 2014 un artigiano della provincia di Belluno denuncia alla Vigilanza della Banca d'Italia che, avendo chiesto un prestito alla Banca Popolare di Vicenza, l'erogazione del finanziamento era stata "subordinata all'acquisto di azioni della Banca". Aggiunge l'onesto signore, che sarà infatti trattato dalla Banca d'Italia come vedremo: "Subito non ci volevo credere, poi mi sono bene informato e mi è stato riferito che questo Istituto sta proprio finanziando il suo capitale in questo modo (...) Mi chiedo, e come me se lo stanno chiedendo in tanti, come è possibile che questa Banca si permetta tutto ciò e se sia lecito". Poi la sfida: "Con alcuni amici avremo pensato di dare alla cosa un risalto nazionale sia sui media che al Gabibbo di Striscia la notizia. Prima però ho ritenuto opportuno informare questo

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Istituto Centrale per gli interventi che riterrà opportuno adottare. Non so se tutto ciò rientra nella legalità o se questo avviene per il fatto che il sig. Gianni Zonin arruoli Vostri Dirigenti e si senta protetto da tutto e da tutti". L'anonimo artigiano non è uno zoticone. Sa che cosa sono la Vigilanza e un Istituto centrale. E ha letto che il presidente della BPVi ha appena assunto Gianandrea Falchi, per anni capo della segreteria del governatore Mario Draghi. I suoi sospetti sono velenosi ma non infondati. Forse avrebbe fatto meglio a rivolgersi direttamente al Gabibbo. In quelle settimane, appena insediato il governo Renzi, Vincenzo Consoli capo di Veneto Banca - va con il presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari a chiedere aiuto al ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Entrambi si sentono vessati dal capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo. La Banca d'Italia preme perché si consegnino alla fusione con Zonin, pupillo del governatore Ignazio Visco. La tesi di Consoli è che Barbagallo aiuti Vicenza dipingendola più sana di quanto sia. Finanziare l'acquisto di azioni, come denunciato dall'anonimo artigiano, è infatti un modo di far sembrare la banca più sana, e Bankitalia sembra aver fatto di tutto per non scoprirlo. I misteriosi arabeschi della burocrazia Bankitalia generano una reazione alla lettera dell'artigiano due mesi dopo, il 14 aprile. Il direttore della sede di Venezia della Banca d'Italia, Maurizio Trifilidis (quello che non risponde a VicenzaPiù pel il caso dell'uffico affittato senza essere accatasato, di proprietà dei soliti noti e strapagato a Vicenza, ndr), riferisce le accuse alla banca di Vicenza e le chiede se ha riscontrato queste pratiche nella rete di vendita. Dopo 40 giorni risponde il direttore generale Samuele Sorato: "La Banca non ha riscontrato la diffusione presso la propria rete di vendita di prassi operative volte a subordinare la concessione del credito all'acquisto di azioni della Banca". Funziona così: "State per caso sfasciando la banca?". "No, quando mai". Fatta la vigilanza. Un anno dopo questa lettera Sorato è stato cacciato e la "prassi operativa" è stata riscontrata per quasi un miliardo di capitale, subito azzerato. Al momento del rispettoso carteggio, il capitale finanziato già ammonta secondo i consulenti tecnici della Procura di Vicenza - all'astronomica cifra di 728 milioni di euro. Quell'anno Zonin chiude un aumento di capitale per 607 milioni, di cui 146 finanziati con prestiti. E la Banca d'Italia continua a non accorgersi di niente. A ottobre, Bpvi viene bocciata agli stress test della Bce, che si concentrano sulla qualità del credito, ma si salva per i criteri di Bankitalia convertendo in capitale in extremis un bond da 253 milioni (anch'esso in parte finanziato). Sul Sole 24 ore, l'imprenditore Paolo Trentin denuncia le pressioni per comprare azioni in cambio di prestiti. Via Nazionale non si muove mentre la Guardia di Finanza, anche sulla base delle denunce dell'Adusbef, chiede alla procura di Vicenza di indagare: sospetta diversi reati, tra cui usura e falso in bilancio. La Banca d'Italia sostiene di aver capito tutto solo dopo il 26 febbraio 2015, quando a Vicenza, su ordine della Bce, entrano gli ispettori e scoprono il fenomeno dei fidi "baciati". Però Barbagallo si decide a denunciare alla procura di Vicenza il reato di ostacolo alla vigilanza, e solo quello, il 22 novembre 2016 - 21 mesi dopo - "alla luce delle complessive informazioni ora disponibili". Finalmente. In quel momento il mercato sa da un anno e

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mezzo del disastro, comunicato dalla stessa banca il 28 agosto 2015. E a dicembre 2015 il direttore generale di palazzo Koch, Salvatore Rossi, annuncia al Corriere della Sera che la crisi di Vicenza è già risolta. Quando entrano in Bpvi, gli ispettori in realtà trovano fidi baciati per "solo" mezzo miliardo, perché si limitano agli anni 2013-2014. La Bce chiede però all'internal audit della banca di analizzare anche gli anni precedenti, e spunta un altro mezzo miliardo di capitale finanziato. Barbagallo spiega ai pm di aver acquisito la perizia interna, nota al mercato da agosto 2015, solo a giugno 2016: ci ha messo oltre un anno a farsela dare e altri sei mesi per girarla ai pm. La Banca d'Italia sembra fare di tutto per non accorgersi di niente. Nel 2012 manda gli ispettori a Vicenza, che si fermano dal 28 maggio al 12 ottobre. L'ex vice dg della banca, Paolo Marin ha spiegato al Corriere del Veneto di avergli consegnato "una lista - che io e i miei collaboratori abbiamo a più riprese discusso con loro - dei principali soggetti affidati e del numero di azioni della banca". Con i pm, il 28 aprile scorso, è stato più esplicito: "Ho consegnato operazioni baciate per 234 milioni". In realtà ha consegnato i dossier creditizi dei primi 30 clienti, ed è da lì che si evinceva quella cifra. Bastava leggere. Circostanza confermata dalle dichiarazione del responsabile audit interna Massimo Bozeglav. Ai pm gli ispettori negano di essere mai stati informati, ma qualcosa non torna. L'ispezione del 2012 - in possesso del Fatto (e non solo..., ndr) - è mirata al credito. In circa 3 mesi vengono passate al setaccio 367 pratiche di fido, per un valore di 3,8 miliardi. Il "dossier creditizio" contiene vita morte e miracoli del cliente, ci sarebbero tutte le informazioni per accorgersi del fenomeno, che in quel momento ammonta - scoprirà poi la Procura - a 280 milioni di euro (a fine 2012 si arriverà a 545). "L'individuazione di un legame diretto, in termini di importo e tempistica, tra un finanziamento e la sottoscrizione di azioni può solo occasionalmente emergere nel corso di accertamenti ispettivi", si giustifica Barbagallo con i pm. E infatti nel 2013 i suoi uomini scopriranno "occasionalmente" 157 milioni di azioni baciate in Veneto Banca e le useranno contro il dominus Vicenzo Consoli per indurlo a consegnarsi a Zonin. A Vicenza niente. Nessuno nota che la Elan srl, grande cliente, il 30 novembre 2011 riceve un prestito di 17 milioni e lo stesso giorno compra azioni per 17 milioni. E così fanno decine di clienti, a cui vengono prestati soldi senza chiedere garanzie e con la dicitura generica "investimenti in attività mobiliari". Questa pratica inizia nel 2009, ma nel 2012 smette di essere riservata ad alcuni soci amici e viene sistematicamente imposta a chiunque chieda un prestito.

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In quell'anno si verificano anche violazioni ripetute nell'uso del fondo acquisto azioni proprie, lo strumento con cui la banca può riacquistare dai soci i suoi titoli. In un solo trimestre cresce di 200 milioni, superando il limite del 5 per cento del capitale. Bankitalia li richiama a marzo e a giugno del 2013, e ancora a ottobre 2014, proprio il giorno in cui Zonin festeggia la promozione agli stress test Bce. È sicuro di non aver niente da temere da Bankitalia. E Vicenza è già spacciata.

POLITICA

Donazzan se la prende con gender, migranti e "Opera Estate Festival". E Giovanni Cunico ancora si meraviglia della sua pochezza... «Opera Estate Festival - Donazzan a Corazzari: "Si ritiri il patrocinio regionale a due progetti pro migranti e pro gender"»: così titolavamo la nota dell'assessore regionale Elena Donazzan che, prendendosela con «due progetti, finanziati con risorse comunitarie, di discutibile rilevanza. Mi riferisco ai progetti "Migrant bodies moving borders" e "Performing gender - dance makes differences», il primo sui profughi, il secondo sui gender, entrambi all'interno della Rassegna "Opera Estate Festival" propone di ritirare il patrocinio alla storica rassegna bassanese. La Donazzan tira in ballo anche l'aritmetica (con i soldi spesi, dice l'assessore al lavoro, «avrei dato a 83 persone un tirocinio di inserimento lavorativo per 6 mesi...». Di Redazione VicenzaPiù

A lei che dimentica, però,l'indotto per l'economia locale della rassegna oltre a quello, forse a lei ignoto, pur essendo assessore anche alla formazione, per «lo sviluppo culturale», risponde ufficialmente ma premettendo un post su FB Giovanni Cunico, assessore del Comune di Bassano alla Cultura, al Turismo e alla Progettazione Europea

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« Ma come si fa ? - posta Cunico - Sono davvero molto pre dimenticando l'indotto per l'economia locale della rassegna oltre a quello, forse a lei ignoto, pur essendo assessore anche alla formazione, per «lo sviluppo culturale»). A lei risponde ufficialmente ma premettendo un post su FB Giovanni Cunico, assessore del Comune di Bassano alla Cultura, al Turismo e alla Progettazione Europeaoccupato che una rappresentante del territorio bassanese in Giunta Regionale si spenda in prima persona per screditare con argomenti fasulli Operaestate Festival Veneto, una delle eccellenze più straordinarie che la Città di Bassano esprime con orgoglio da 37 anni e che coinvolge 35 comuni veneti. Questo modo di fare politica esprime la solita vecchia incapacità di saper andare oltre i propri steccati ideologici, mettendo davanti il proprio tornaconto elettorale rispetto al bene della città ed il territorio». Ed ecco la sua risposta ufficiale sul sito comunale. Progetti europei - L'Assessore Giovanni Cunico risponde all'Assessore regionale Elena Donazzan «L'Assessore regionale Elena Donazzan ha diffuso ieri un comunicato stampa dal titolo "Opera Estate Festival, Donazzan scrive a Corazzari: si ritiri il patrocinio della Regione Veneto ai due progetti pro migranti e pro gender" che merita una risposta per il concentrato di imprecisioni contenute. Volevo prima di tutto rassicurarla: non ci sarà nessun bisogno di ritirare il patrocinio per i due ultimi progetti vinti dal Comune di Bassano del Grappa a seguito del bando della Commissione Europea sul programma "Creative Europe 2014-2020 " perché non sono mai stati richiesti e non fanno parte del programma di Operaestate Festival Veneto 2017, che la Regione del Veneto ha sostenuto anche quest'anno non solo con il patrocinio, ma con un apposito e articolato "Accordo di programma" per tutte le attività di spettacolo che si svolgono nei 35 Comuni che aderiscono al progetto del Festival, quindi certamente non "al buio". Includerli non sarebbe del resto stato possibile perché la deliberazione di Giunta Regionale che approva l'accordo di programma per Operaestate 2017 è del 14 aprile 2017, mentre la notizia proveniente dall'Unione Europea sull'assegnazione dei due bandi è del 25 aprile. Dunque non potremmo aver chiesto il patrocinio della Regione per dei progetti che non erano ancora stati approvati. Due parole invece su quelli che l'Assessore Donazzan definisce "fantasiosi progetti": il primo, intitolato Migrant Bodies , in estrema sintesi si propone di sviluppare una ricerca, internazionale e condivisa, sul tema delle migrazioni utilizzando il linguaggio delle arti e della danza in particolare, insieme ai partner del progetto che sono: La Briqueterie Centre De Developpement Choregraphique Du Val De Marne (Francia), D.ID Dance Identity (Austria) e Hrvatski Institut Za Pokret I Ples - HIPP (Croazia). Ritengo interessante ricordarne la genesi: il primo progetto europeo Migrant Bodies è stato presentato all'Unione Europea, e premiato, nel 2006, sempre dal Comune di Bassano del Grappa, allora guidato dal Sindaco di centrodestra Gianpaolo Bizzotto con alcuni amministratori che oggi sono tra i più accaniti oppositori di Migrant Bodies 3 . Curioso, no? La filosofia del progetto è sempre la stessa. Certo, nel frattempo sono cambiate le migrazioni: allora erano quelle post caduta del Muro e post

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guerra dei Balcani, il successivo Migrant Bodies vinto nel 2013, assieme anche a partner canadesi rifletteva sulle migrazioni tra Europa e altri continenti; quest'ultimo, vista la natura delle migrazioni contemporanee, non si sottrae evidentemente all'attualità. Di questo progetto Bassano è capofila e l'Unione Europea lo sostiene con un contributo di 200 mila euro che saranno divisi tra i 4 partner che vi partecipano. L'Assessore Donazzan dice che con quei 200 mila euro avrebbe promosso tirocini di inserimento lavorativo per persone in difficoltà, un'attenzione che ci fa piacere perché da tempo il Comune di Bassano promuove con successo questo genere di tirocini. L'Assessore, però, dovrebbe sapere bene che se si risponde a un bando che sostiene azioni culturali con precisi obiettivi, regole e criteri, e si vince, quei contributi possono essere impegnati solo ed esclusivamente per quelle finalità, così come dovrebbe sapere che il budget che siamo riusciti ad attrarre dall'Unione Europea si traduce comunque e in buona parte in lavoro e spesa che ha una ricaduta positiva sul territorio, come ben dimostrato dalla ricerca a cura di Fondazione Fitzcarraldo del 2012. Del secondo progetto, Performing gender, il Comune di Bassano è partner insieme al Festival Gender Bender di Bologna, al festival City of Women di Lubiana (Slovenia), al Dutch Dance Festival di Maastricht (Paesi Bassi), al Paso a 2 - Certamen Coreogràfico di Madrid (Spagna), e Yorkshire Dancedi Leeds (Regno Unito). É un progetto - come si spiega nell'esposizione dello stesso - che "sviluppa strumenti culturali e professionali per un gruppo di artisti, per aiutarli ad aprire un dialogo e un confronto interculturale su questi temi. Artisti della danza perché la danza pone al centro della propria ricerca artistica il corpo umano, nelle particolarità e differenze che lo rendono unico e insostituibile nella propria specificità. Questa caratteristica, insieme al linguaggio universale del movimento, che non necessita di traduzione, la rende la forma d'arte perfetta per indagare queste tematiche nei diversi ambiti culturali." Sono davvero molto preoccupato che una rappresentante del territorio bassanese in Giunta Regionale si spenda in prima persona per screditare con argomenti fasulli Operaestate Festival Veneto, una delle eccellenze più straordinarie che la Città di Bassano esprime con orgoglio da 37 anni e che coinvolge 35 Comuni veneti. Questo modo di fare politica esprime la massima incapacità di saper andare oltre i propri steccati ideologici, mettendo davanti il proprio tornaconto politico rispetto al bene della città e del territorio». Cosa dire a Cunico? Solo che da tempo "apprezziamo" di Donazzan il suo silenzio sulla nostra inchiesta sui milioni spesi da anni a decine e senza la dovuta trasparenza per la formazione in Veneto, un silenzio che stride con il suo linguaggio d'ordinanza spesso scurrile, nelle parole e nelle idee (?), a supporto di argomentazioni che ci fanno capire di quanto in basso sia caduta la politica. Visto che la signorina Donazzan sarebbe referente, e quindi competente, per la Regione Veneto, l'eccellenza conclamata da Luca Zaia, per le « politiche dell'istruzione, diritto allo studio, scuole paritarie, edilizia scolastica, programmazione della formazione professionale, programmi comunitari

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FSE, politiche per il lavoro, pari opportunità, rapporti con l'Università e gli enti di ricerca, accordi di programma con il Ministero per lo sviluppo economico», siamo confidenti che, questa volta almeno, abbia compreso la replica tecnica di Cunico su temi per i quali ha la delega, molti con attinenza specifica con le argomentazioni esposte (tra cui i finanziamenti europei) e uno anche con le pari opportunità (gender inclusi).

LAVORO

I caduti sul lavoro sono sempre di più. E tutto tace In questi giorni avete letto qualcosa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro? Avete sentito qualche ministro o qualche parlamentare parlarne? Eppure di lavoro e nel lavoro ci si infortuna, ci si ammala, si muore. Come e più di prima. L'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, che monitora tutti i decessi e non solo quelli degli assicurati INAIL, scrive: "I morti sul lavoro dall'inizio dell'anno al 5 agosto 2017. Sono diventati 411 sui luoghi di lavoro e oltre 900 con le morti sulle strade e in itinere". In questi 5 giorni di agosto, i morti nei luoghi di lavoro sono 12 (nella foto Andrea Gagliardini morto in modo orribile, con con la testa schiacciata da una pressa). Di Giorgio Langella

Una media spaventosa di oltre 2 decessi ogni giorno. A fine luglio i morti nei luoghi di lavoro erano il 6,3% in più rispetto al 2016 e l'11,2% in più rispetto al 2008. Periodicamente ci troviamo a dover ripetere sempre le stesse parole. Che non si può concepire il lavoro come qualcosa per il quale si può perdere la vita. Che, evidentemente, questi morti non sono dovuti al caso, a sfortuna o a sottovaluzione del pericolo.

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Chiediamo ogni volta che si agisca. Che almeno si affronti il problema. Ormai, invece, quasi tutti quelli che dovrebbero interessarsi dei problemi del lavoro e della sicurezza sono impegnati in altre cose. L'unico interesse che può smuovere questi "signori" è quello personale, monetizzabile in qualche modo (denaro o voti, non importa, basta avere qualcosa di tangibile in cambio). E i lavoratori che si infortunano, che si ammalano, che muoiono non danno niente in cambio. Non possono dare altro che la loro salute, la loro vita. Un ricordo appena. Cose che non hanno prezzo. Qualcuno di "lorsignori" darà solidarietà più che altro per apparire, altri si dimostreranno affranti. Puoi continueranno a discutere di vitalizi, di come tagliare le pensioni, di costo del lavoro che è necessario abbattere, di migranti che "ci rubano lavoro e soldi". Così i lavoratori (senza distinzione di sesso, razza, credo religioso, ideale politico...) continuano e continueranno a morire in silenzio, senza nome né volto. La "grande" informazione ne parla e ne scrive poco. Non indaga presa com'è a pubblicare le veline che le vengono passate e che vengono trasformate in notizie tutte uguali. Al massimo fa risaltare il dato INAIL secondo il quale i morti sul lavoro stanno diminuendo. Non è vero ma va bene così. Basta non verificare. Bisogna allora affidarsi a chi, come l'Osservatorio di Bologna, con ostinazione continua a raccogliere i dati, a controllarli, a far emergere una realtà che è, a dir poco, spaventosa. E a quegli "utopisti arrabbiati" che continuano a credere che il sistema nel quale viviamo non è né giusto né equo e che non è umano lavorare e morire per il profitto personale di qualcuno.

FATTI / POLITICA

Richiedenti asilo, Tosetto (Forza Italia): "dopo 30 profughi allontanati da via Catalani, ora tocca a hotel Adele: abitanti di via Medici non sono di serie B". E Pupillo utopista... Campo Marzo, Giardini Salvi e Parco Querini - Tosetto: "Bella l'idea di Sandro Pupillo, ma l'esercito è inevitabile!" "Il sindaco Achille Variati interviene sull'hub di via Catalani oggetto di una petizione di cittadini e il Prefetto di Vicenza alleggerisce il carico spostando i richiedenti asilo di troppo! Perché Variati non lo ha richiesto anche per via Medici?" Se lo domanda il commissario provinciale di Forza Italia Matteo Tosetto che attira l'attenzione sulla

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situazione già denunciata da tempo dal suo partito in via Medici (aprile 2017) dove decine e decine di richiedenti asilo alloggiano in un noto hotel della città e rendono la vita difficile ai cittadini del quartiere. Di Note ufficiali

I cittadini di via Medici sono di serie b? "Mi domando perché le attenzioni del Sindaco siano solo su via Catalani", afferma retoricamente Tosetto: "forse perché si è trattato di una rivolta di residenti seguita da un consigliere di punta della maggioranza?". "Variati si dovrebbe ricordare che è Sindaco di tutta la città anche di via Medici e che i cittadini di San Bortolo non sono cittadini di serie B", sottolinea il commissario provinciale di Forza Italia. Infatti anche i cittadini di via Medici hanno raccolto firme da mesi, hanno presentato petizioni, ma all'hotel Adele non c'è stato lo stesso intervento del Sindaco! Situazione "profughi" sfuggita di mano "La verità", chiosa Tosetto, "è che la situazione in città e nei quartieri è completamente sfuggita di mano. Ora come Forza Italia riteniamo che Vicenza non possa accogliere più nessuno fintanto ché non sia chiarita la posizione dei richiedenti asilo presenti". "Il livello di insicurezza percepita dai vicentini" continua Tosetto, "è allarmante: spaccio, accoltellamenti, prostituzione ... Vicenza è cambiata ed ha ragione il presidente della Confcommercio Sergio Rebecca che bisogna fare presto e intervenire celermente, ma io aggiungo che bisogna intervenire in modo drastico, perché altrimenti è veramente troppo tardi!". Ci vuole l'esercito in appoggio alle forze dell'ordine "A nostro modo di vedere le cose", sottolinea Tosetto, "in situazioni come quelle che vediamo troppo spesso a campo Marzo, Giardini Salvi e a parco Querini ci vuole al più presto l'invio di militari in forze che possano appoggiare gli Agenti di pubblica sicurezza, i Carabinieri e la Guardia di Finanza". "La soluzione che oggi propone Sandro Pupillo sulla stampa locale purtroppo è utopistica nel breve", aggiunge Tosetto. "E mentre aspettiamo lo sviluppo di realtà culturali in grado di animare queste zone e che il Ministero dell'Interno assuma nuovo personale, mi pare inevitabile la soluzione che coinvolge i militari che può essere intrapresa in breve tempo". Le richieste al sindaco Dal sindaco Variati Forza Italia vuole sapere il numero esatto dei richiedenti asilo alloggiati e ospitati in città. Vuole sapere i luoghi e gli appartamenti uno

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per uno in cui si trovano queste persone, anche "perché ci chiediamo dove sono stati trasferiti i 30 richiedenti asilo spostati da via Catalani". Vuole sapere i controlli che vengono fatti per certificare le Cooperative sociali che gestiscono questo "business". In tal senso Matteo Tosetto annuncia che i consiglieri comunali azzurri stanno preparando altre interrogazioni sull'argomento. "La città ha bisogno di conoscere la reale situazione!", conclude il commissario di Forza Italia.

FATTI / POLITICA

Richiedenti asilo, Tosetto (Forza Italia): "stop al business delle case ai profughi e Variati applichi la ricetta Codigoro. GdF e Polizia locale controllino" Matteo Tosetto, commissario provinciale vicentino di Forza Italia, invita il sindaco Achille Variati ad applicare la ricetta del primo cittadino di Codigoro (Ferrara) Alice Zanardi: "In piccolo a Codigoro è successo quello che sta succedendo da noi a Vicenza", spiega Tosetto: "l'inserimento di troppi richiedenti asilo in un paesino che può essere paragonato ad uno dei nostri quartieri (via Catalani, via Medici ...), ha sbilanciato la composizione demografica del centro abitato portando problematiche mai viste in quella realtà del Delta del Po". La Sindaco romagnola pur essendo di centro sinistra ha messo in atto interventi per arginare il fenomeno. Di Note ufficiali

"Non resta che l'ostruzionismo di fronte ad uno Stato centrale miope che non capisce quello che succede in periferia nonostante la metà dei Sindaci del vicentino ad esempio si sia rifiutata di ospitare profughi", sottolinea Tosetto. "Il colmo è che anche i sindaci di sinistra come la Zanardi si rendono conto nella pratica di questa situazione che non ha colore politico: ne va della sicurezza dei nostri centri, dell'esistenza dello Stato in periferia, del presente e del futuro della nostra cultura e della nostra nazione!" Cosa fare?

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"A Variati consiglierei di ordinare ai dirigenti comunali controlli tecnici e amministrativi serrati in tutti gli appartamenti ed edifici che ospitano richiedenti asilo per capire se tutto è in regola (dagli impianti, alla conformità tra planimetrie catastali e concessione edilizia). E poi di verificare le condizioni igienico sanitarie di questi luoghi (tramite l'Ulss) e infine di mandare a sorpresa la polizia municipale a mappare la situazione reale: ho l'impressione che in molti appartamenti ci sia più gente del previsto!" Infine Tosetto invita Variati ad aumentare il fondo affitti del bando che annualmente la Regione del Veneto emana per l'aiuto alle famiglie in difficoltà: "troppe sono le famiglie residenti nel capoluogo di provincia che hanno bisogno e lo dimostra la graduatoria delle case pubbliche (perennemente inevasa per il 90%) e gli aiuti dati proprio per l'affitto dall'assessorato ai servizi sociali". E spiega il commissario provinciale di Forza Italia: "se ci sono queste case disponibili e in condizioni di essere utilizzate, possono benissimo essere prese in affitto dalle famiglie italiane e/o regolarmente in Italia con il contributo pubblico". E conclude Tosetto: "Questo business sui richiedenti asilo mostra sempre di più aspetti immorali e dannosi per la nostra comunità, per la nostra cultura e per la nostra civiltà!"

BANCHE / POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco "scade" in autunno, Il Fatto: se Mattarella e Gentiloni vogliono "rinnovarlo" gli facciano prima delle domande su BPVi e Veneto Banca Se il presidente Sergio Mattarella e il premier Paolo Gentiloni ci tengono tanto, come pare, a rinnovare il mandato del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco che scade a novembre, dovrebbero almeno chiedergli qualche spiegazione. E farcela conoscere, qualora la ottenessero. Il "Fatto" sta documentando la distrazione degli ispettori di Bankitalia. Hanno stazionato per mesi, a più riprese dal 2010 al 2015, negli uffici della Banca Popolare di Vicenza senza accorgersi che il padre-padrone Gianni Zonin la stava sfasciando. Non si sono accorti che BPVi ha finanziato l'acquisto di proprie azioni da parte dei clienti per oltre un miliardo di euro. Di Rassegna Stampa

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Sostengono adesso che, se la banca non segnala spontaneamente i suoi comportamenti irregolari, la Vigilanza non ha modo di scoprirli. È come se il capo della Polizia si dichiarasse in grado di acciuffare solo i malviventi che si presentassero spontaneamente al commissariato per confessare le proprie malefatte. Viene da chiedersi a che cosa serva la vigilanza bancaria. Zonin ha chiesto e ottenuto dai soci due aumenti di capitale, nel 2013 e 2014, per complessivi 1,3 miliardi di euro. La Banca d'Italia ha autorizzato le due operazioni e i soci hanno sborsato il denaro senza sapere che li stavano buttando via: la banca era ormai decotta, ma la Vigilanza, sostiene Visco, non lo sospettava neppure. Ma la stranezza più inquietante è che tutti i maggiori crac bancari di questi anni stanno generando sempre lo stesso esito giudiziario: l'accusa di ostacolo alla vigilanza. Prendiamo il caso del Monte dei Paschi che lo Stato lo sta salvando con un aumento di capitale miliardario. Il presidente Giuseppe Mussari mette la banca in ginocchio nel 2007 per comprare a 9 miliardi l'Antonveneta che ne vale 3. La Banca d'Italia sa che Antonveneta vale meno della metà di quel prezzo ma non dice niente e lascia fare a Mussari l'acquisto suicida. Alla fine Mussari viene processato e condannato per ostacolo alla vigilanza, per aver nascosto agli ispettori Bankitalia la natura autentica di derivati ad alto rischio delle operazioni finanziarie Alexandria e Santorini. Il caso di Veneto Banca è analogo. Nel 2013 gli uomini del capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo vanno a Montebelluna e, al termine dell'ispezione, denunciano il potente ad Vincenzo Consoli per ostacolo alla vigilanza. L'interessato lo viene a sapere un anno e mezzo dopo, e verrà arrestato quasi tre anni dopo la denuncia. Nel frattempo l'unico intervento della Vigilanza su Veneto Banca sono le pressioni di Barbagallo perché la banca si consegni a Zonin, considerato da Visco il banchiere sano in grado di salvare le banche malate. Anche Consoli, come Mussari, sarà processato per ostacolo alla vigilanza, cioè per non aver spontaneamente confessato agli ispettori le azioni scorrette che gli ispettori sono pagati per scoprire. Anche Zonin deve rispondere di ostacolo alla Vigilanza. È accusato di non aver messo la Banca d'Italia nelle condizioni di capire che stava sfasciando la Popolare di Vicenza. Qui il discorso si fa assai spinoso. I tre crac di Mps, Vicenza e Veneto Banca, sono costati agli investitori e ai contribuenti decine di miliardi di euro. Agli stessi investitori e contribuenti si chiede un doppio atto di fede. Da una parte credere a Visco quando dice: "La Vigilanza ha lavorato con il massimo impegno utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, ma il nostro impegno da solo non è sufficiente". Dall'altra parte credere alla magistratura che, in

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numerose procure d'Italia ma all'unisono, ipotizza che questi tre disastri siano accaduti senza la commissione di alcun reato se non l'ostacolo alla vigilanza. Nessun falso in bilancio, nessuna bancarotta, nessuna estorsione, nessuna truffa. Forse l'educazione finanziaria tanto caldeggiata da Visco è quella necessaria a capire questi misteri. di Carlo Di Foggia e Giorgio Meletti, da Il Fatto Quotidiano

POLITICA

Roberto Cattaneo di Forza Italia a Sandro Pupillo: giusto che l'esercito a campo Marzo non sia "la" soluzione ma cosa ha fatto la sua maggioranza per evitarlo? Sono d'accodo col capogruppo della Lista Variati, il consigliere Sandro Pupillo, scrive in una nota che pubblichiamo Roberto Cattaneo consigliere comunale e provinciale di Forza Italia, quando dichiara che la militarizzazione di Campo Marzo non è la soluzione dei suoi problemi. Ma dovrebbe anche aggiungere che questi problemi sono diventati gravissimi in questi ultimi anni e che molta responsabilità del fatto che il parco per eccellenza della città sia diventato terra di nessuno o meglio dello spaccio, dei balordi, della micro criminalità e oltremodo degradato sia proprio di una amministrazione, che lui sostiene, miope e disattenta. Di Note ufficiali

L'Esercito può, al contrario di quello che pare intendere Pupillo, può aiutarci molto, seppure temporaneamente, a riprendere il controllo di Campo Marzo da parte delle istituzioni pubbliche. Sarà bene che, se otterremo questo aiuto dal Ministero della Difesa, la giunta si adoperi perché il nostro parco sia vietato veramente a quanti non rispettano le leggi e i regolamenti. Se questo non avviene la responsabilità sarà solamente di questa amministrazione. Le attività culturali e ricreative sono certamente importanti

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e utili ma solo dopo che il parco sarà tornato ad essere patrimonio utilizzabile da tutte le persone per bene. Le iniziative di questo genere fin qui decantate dalla giunta Variati non sono servite se non molto marginalmente. Invertire, come fa Pupillo, gli elementi di attacco alla situazione disastrosa di Campo Marzo dimostra da parte sua una straordinaria dose di ottimismo e una altrettanto scarsa dose di concretezza. Non vi è solo il problema di Campo Marzo. Tanti altri giardini e parchi vicentini sono oggetto della attenzione della criminalità. All'orizzonte vi è poi anche la apertura del Parco della Pace. Se coniughiamo il costo della operazione proposta da Pupillo con tutte quelle altre aree in degrado e occupate dalla micro criminalità sarebbe bene che ci spiegasse dove questa amministrazione troverà i mezzi per attuare ovunque la sua proposta. A volte i sogni sono belli ma se non si affrontano i problemi con la necessaria concretezza possono tramutarsi in incubi. Per i vicentini.

FATTI

GdV: new jersey divelti in strada Biron di sotto Proteste, bocciature, polemiche, atti vandalici e ancora atti vandalici, così scrive Nicola Negrin su Il Giornale di Vicenza di cui riprendiamo l'articolo illustrandolo con un nostro video che ci ha inviato venerdì scorso un lettore con cui ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione. Dopo un periodo di quiete tornano i raid in strada Biron di Sotto. Da qualche giorno i segnali che delimitavano la gincana voluta per ridurre la velocità degli automobilisti sono stati rimossi e gettati nel fossato accanto. «Si tratta di un atto vandalico», afferma l'assessore alla progettazione Antonio Dalla Pozza. Nessuno, però, finora si è messo in azione per intervenire. «Se intendiamo rimuovere gli ostacoli? No», aggiunge. Lo stesso sindaco d'altronde ha ribadito come tramite la gincana gli incidenti siano diminuiti. Di Rassegna Stampa

«I cartelli vengono abbattuti spesso - aveva commentato un residente un anno fa, in occasione di un altro raid - e l'assurdità è che in questi tratti manca un percorso in sicurezza: bici e pedoni dovrebbero proseguire dritti e invece, con queste barriere, sono costretti a compiere una gincana trovandosi, così, proprio al centro del passaggio delle auto. In sostanza, questo intervento introduce un ulteriore elemento di pericolo. C'è poi anche chi continua a suonare il clacson dall'inizio del tratto fino alla fine». di Nicola Negrin, da Il Giornale di Vicenza

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FATTI

Gianni Zonin e Fondazione Roi: interrogatori ricchi di perplessità e contraddizioni che lasciano sbalorditi I verbali degli interrogatori di Gianni Zonin davanti a Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, i sostituti procuratori titolari dell'indagine sulla Banca Popolare di Vicenza e, sarebbe auspicabile, sulla Fondazione Roi sono stati pubblicati in tutto su VicenzaPiu.com o in parte su altri organi di stampa. Alcune parti riguardanti la Fondazione ci lasciano veramente sbalorditi. E' utile riprenderle in maniera fedele e commentarle brevemente ma con una certezza delle conclusioni che, per essere definitiva, richiederebbe che il Cda attuale facesse piena luce pubblica sul passato. Di Ubaldo Alifuoco

Servirebbe, quindi, che Ilvo Diamanti, presidente di immagine, Andrea Valmarana, il dominus dei fatti e dei documenti contabili, e Giovanna Grossato, la terza designata ai tempi di Gianni Mion, aprissero realmente i cassetti e non si limitassero a far felice a qualche organo di stampa dandogli solo una parte dei documenti che da direttore di VicenzaPiù ho ricevuto ufficialmente dalla Regione Veneto in quanto "soggetto interessato" in forza della denuncia subita dall'ex presidente della Roi per un milione di euro di danni e che sto rendendo pubblici dopo le opportune valutazioni di merito e ho messo a disposizione di chi, Ubaldo Alifuoco, da tempo combatte la nostra stessa battaglia di trasparenza sulla Fondazione e oggi, dopo aver "pesato" i bilanci dell'era di Gianni Zonin, di seguito incrocia una parte dei "nostri" documenti con le risposte sulla Roi presenti nei verbali di interrogatorio dell'ex presidente "doppio", della Fondazione e della fu Popolare di Vicenza. Il direttore

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"Richiesto di riferire in merito agli acquisti di azioni BPVi da parte della FONDAZIONE ROI, ZONIN GIOVANNI dichiara: "Preciso che il marchese in vita era socio della BPVi. All'epoca degli acquisti di azioni BPVi da parte della FONDAZIONE ROI, nel consiglio di amministrazione facevano parte, oltre al sottoscritto, anche il Prof. BREGANZE ed il dott. GRONCHI. Il Consiglio della Fondazione avevo dato incarico a GRONCHI di individuare i "migliori investimenti" per la FONDAZIONE, senza finalità speculativa e con un profilo di rischio basso, anche a costo di una redditività contenuta." Questa risposta potrebbe apparire come una chiamata di correo e quindi bisognerebbe sentire il dott. Divo Gronchi su questo punto e su tante altre cose. Tra l'altro, il dott. Gronchi è stato nel Cda della Fondazione per breve tempo (entra nel marzo 2008 ed esce nel giugno 2010) e nella fase via via più critica della Banca era già uscito da tempo.. "Nel periodo, per esempio, le azioni GENERALI davano meno garanzie rispetto alle azioni BPVi, Aggiungo che la FONDAZIONE ROI era, di fatto, "una emanazione della BANCA", e le azioni BPVi, all'epoca, erano "una garanzia. un investimento buono, valido e sicuro" in quanto si trattava di una Banca solida. Si trattava di un "investimento più che sicuro". Lo Statuto della Fondazione ROI non prevede affatto che essa sia una " emanazione della Banca". Lo Statuto stabilisce solo che il Cda della Banca Popolare di Vicenza nomina tre dei cinque componenti (poi passati a 7 su iniziativa sempre di Zonin), ma non dice che i tre componenti debbano essere scelti tra i vertici della Popolare. E' stato il presidente della Popolare Zonin a far diventare la Fondazione Roi una sorta di dependance della sua banca, trasponendo i vertici della stessa nella Fondazione, investendo nelle proprie azioni quando gli altri le vendevano e continuando a sottoscriverle mentre alcuni degli stessi amministratori se ne liberavano. Come fa a dire che a quel tempo l'investimento era valido e sicuro se era ampiamente noto che il valore dell'azione era gonfiato, e quindi faceva comprare alla Fondazione Roi "merce" ad un prezzo esorbitante rispetto al suo valore. "Le operazioni di acquisto sono state una iniziativa collettiva del Consiglio della Fondazione, condivisa da tutti e tre (ed anche dal quarto membro), Preciso che la FONDAZIONE ha partecipato anche agli aumenti di capitale 2013 e 2014. Le operazioni hanno avuto un controvalore complessivo di circa trenta milioni di euro; non ricordo però, le date dei singoli acquisti, se non che l'operazione più consistente risale al 2009." L'operazione più consistente di acquisto di azioni della Popolare avviene nel 2009 proprio subito dopo la morte del fondatore marchese Giuseppe Roi. Ma allora sorge spontanea una domanda: se l'investimento in azioni della BPVi era così conveniente, perché non lo ha deciso lo stesso marchese quando era in vita? "Il patrimonio della FONDAZIONE ROI ammontava, all'inizio della mia presidenza, a circa 80 mln di euro, suddiviso tra immobili e titoli. Non sono in grado di riferire il precedente impiego delle risorse impiegate dalla FONDAZIONE per gli acquisti e sottoscrizioni di azioni BPVi compiute nel corso degli anni".

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Prima della morte del fondatore non ci sono importi investiti in azioni. Il marchese aveva conferito due titoli BTP da 50 milioni di lire cadauno. Come è logico, l'investimento in titoli riguardava solo Buoni del Tesoro poliennali, vale a dire titoli di Stato a lunga scadenza. Quelli che sono più adatti per una fondazione, proprio perché non comportano rischi, hanno un rendimento più elevato in quanto immobilizzano fondi per tempi più lunghi, consentono alla fondazione di svolgere la sua mission con i rendimenti e senza intaccare il patrimonio, cosa ben precisata nello Statuto. Che la decisione di acquisto sia stata assunta da tutto il Cda della Fondazione all'unanimità (cosa da verificare perché pare che il membro di diritto, il direttore pro tempore dei Musei Civici, allora la dr.ssa Elisa Avagnina, si sia astenuto) non meraviglia e non modifica per nulla la gravità del fatto. Come Zonin era il dominus nella Banca così lo era nel Cda della Fondazione, visto che tutti i membri erano suoi "dipendenti" e il membro di diritto, esperto di musei, non era tenuto a intendersi di finanza.

FATTI / POLITICA

La corsa per l'Autonomia del Veneto riparte da Asiago, Erik Pretto (Lega Nord): una scelta simbolica ben precisa, l'Altopiano è terra storicamente votata all'autogoverno Dopo l'inaugurazione della campagna referendaria tenutasi a Thiene lo scorso 6 giugno con la presenza del governatore Luca Zaia, nella mattinata di oggi si è tenuto ad Asiago, nella centrale piazza Mazzini, il primo gazebo ufficiale per il Sì all'Autonomia del Veneto. Iniziativa organizzata dal Movimento Giovani Padani della provincia di Vicenza, che ha visto il pieno sostegno della Segreteria Provinciale della Lega Nord - Liga Veneta. "E' stata una scelta simbolica ben precisa", afferma il Segretario Provinciale Erik Pretto, "quella di organizzare questo primo gazebo sull'altopiano di Asiago, terra storicamente votata all'autonomia e all'autogoverno, memore della grande tradizione lasciataci dalla Spettabile Reggenza dei Sette Comuni". Di Note ufficiali

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"Come è significativo il fatto - continua Pretto - che l'organizzazione di questo evento sia stata demandata al rinnovato gruppo MGP provinciale, in quanto i nostri giovani dovranno essere in prima linea in questa battaglia che ci darà finalmente la possibilità di immaginare un nuovo futuro per la nostra terra, con rinnovate speranze ed opportunità". Un'iniziativa che ha riscontrato grande successo e curiosità fra i tanti turisti presenti in centro, che si sono avvicinati per chiedere materiale informativo e gonfaloni di San Marco, da poter esporre presso le loro abitazioni in occasione della campagna referendaria. "Abbiamo voluto mettere a disposizione della gente bandiere e magliette raffiguranti il leone di San Marco", continua il Segretario Provinciale Erik Pretto, "per dare loro la possibilità di identificarsi concretamente con la campagna referendaria in atto". Sono stati presenti al gazebo, oltre al Segretario Provinciale ed al nuovo responsabile provinciale MGP Edoardo Bonato, il Vice Segretario nazionale Paolo Franco, l'on. Filippo Busin, il Segretario di Circoscrizione n.13 Denis Frison, oltre a numerosi giovani aderenti alla Lega Nord assieme a tanti militanti della Sezione della Lega Nord dell'Altopiano di Asiago. Si è respirata una grande energia, che certamente ci spronerà a dare il massimo nel lavoro che porteremo avanti nei prossimi mesi.

POLITICA

A Vicenza una sicurezza c'è: ... Achille Variati non sarà più sindaco Molte e precise le lamentele sulla mancanza di sicurezza a Vicenza da parte di cittadini, istituzioni, partiti, movimenti, consiglieri comunali. Perfino ultimamente anche il sindaco Achille Variati, come al solito, lancia grida di dolore e con severo volto annuncia che la situazione richiede interventi forti, precisi. Invoca addirittura la presenza dell'esercito e, ripreso, tenta di convincere che lui, dopo quasi dieci anni, fa qualche cosa per la città e la sua sicurezza e

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particolarmente nei parchi che a lui, come è noto sono particolarmente cari perchè sul fantasma di quello della pace deve, diciamo così, il suo successo anche se ormai, ma è troppo tardi, molti di coloro che lo hanno votato si sono accorti dell'inconsistenza del suo operato e di quello dell'attuale Giunta. Di Italo Francesco Baldo

Costoro manifestano con scritti e parole, cfr. tra i tanti i Cristiani per la pace , il loro scontento. Scontento che è palpabile soprattutto nel delicato tema della sicurezza che non riguarda solo Campo Marzo, ma quasi ogni angolo della città. L'elenco è lunghissimo e si va da tutti i parchi, dove, spazzando le strade, solerti addetti distribuiscono a pagamento pure qualche stimolante vegetale, dai parcheggi alle zone dei supermercati, dalle vie del centro dove signore opportunamente agghindate con coperta sulle spalle sollecitamente alleggeriscono banchi del mercato e incauti cittadini in zone periferiche, come la zona San Lazzaro, ecc. Vi sono state "le famose grida" del Sindaco contro le signorine che dedicano le loro serate all'offerta di qualche minuto di piacere, sedute, nell'attesa, proprio sotto il display che annuncia i controlli antiprostituzione in corso. Altre famose grida quelle contro i nomadi, che tali non sono più e contro i quali non sortisce alcun effetto. I cittadini sono esasperati e l'opposizione si fa viva e considera la mancanza di sicurezza come uno dei fondamentali bisogni della cittadinanza. Vi è però una sicurezza, che ancora pochi considerano ed è proprio una bella cosa. Variati sicuramente non potrà continuare a, diciamo, amministrare la città di Vicenza. Se ne andrà a breve e non potrà fare ritorno. Intende lasciare una continuità e per questo si adoperano alcuni suoi seguaci che hanno anche loro, visto che siedono in Giunta, responsabilità di fronte al degrado della città e alla mancanza di sicurezza. Anche nei loro confronti i cittadini potranno "determinare", col voto, la sicurezza di non vederli più sedere sulle poltrone che tanto agognano. La città potrà finalmente essere sicura se come fine dell'era Variati considererà anche la fine della sua Giunta improponibile per una continuità. Compito di coloro che, opposizione in testa ma anche molti ex votanti Variati, hanno ravvisato come in tantissimi problemi l'era Variati non abbia dato risposta, è quello di scegliere nuove leve protagoniste del futuro della città di Vicenza e impegnate con "fatti" e non parole a costruire per i cittadini

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la serenità di vita con una attenta e non velleitaria, anche culturalmente, saggia amministrazione.

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

I motivi del default della BPVi, il presidente di ViNòva Otello dalla Rosa: chiusura provinciale e crisi di visione del mondo. E, gli ricordiamo, miopia dei media locali Pubblichiamo volentieri l'analisi che fa il presidente di ViNòva, Otello Dalla Rosa, del default della Banca Popolare di Vicenza con una doverosa premessa e puntualizzazione su una sua frase. Dalla Rosa, che non ce ne vorrà per la nostra "pignoleria", dice di aver seguito "il dibattito sulla crisi delle banche partito dalle pagine del Corriere della Sera e giunto di recente alle pagine del Giornale di Vicenza e delle testate on-line locali...". In effetti, se il dibattito è partito solo oggi sui media a cui fa cenno, la denuncia del default in arrivo è iniziata su VicenzaPiu.com dal 13 agosto 2010, come ben sa il presidente di ViNòva, che ha presentato "Vicenza. La città sbancata" per secondo e tra i pochi a Vicenza. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Se gli articoli che raccoglie il nostro libro dossier, il primo dei quali, appunto, datato 13 agosto 2010, avessero trovato un'eco diversa e non solo ostile presso, soprattutto, la stampa locale ufficiale e funzionale al sistema e presso tutto il sistema stesso, oggi moltissimi soci truffati non ci direbbero " se avessimo letto prima i suoi articoli...", molti meno ci gratificherebbero col loro "meno male che leggevo VicenzaPiu.com da tempo" e, soprattuto, si sarebbero evitati i dibattiti ipocriti e postumi odierni che sanno tanto di "excusatio (non) petita, accusatio manifesta". Grazie, comunque, presidente per essere stato uno dei tanti in provincia ma ben il secondo a Vicenza (su tre, in compagnia dell'amico Andrea Pittarello e del Movimento 5 Stelle che lo ha voluto presentare simbolicamente a Palazzo Trissino) ad aver dato visibilità pubblica al nostro libro, premiato da un grande, e triste, successo di vendite nonostante nessun giornale locale, neanche fra quelli che lei chiama media on line, lo abbia mai citato come esistente... Detto questo e in attesa di un nuovo appuntamento presso ViNòva su altri argomenti scottanti, che sappiamo stare a cuore anche a lei, leggiamo ora la sua nota e vediamo la sua inervista.

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Il direttore

Il presidente di ViNòva analizza i motivi del default dell'istituto di credito Dalla Rosa sulla BPVi: chiusura provinciale e crisi di visione del mondo Serve è un sistema al passo con le esigenze di un Veneto e di un NordEst mutati

Di Banca Popolare di Vicenza si è parlato e se ne parla anche all'interno di ViNòva, ultima occasione la passeggiata che ha aperto il ciclo promosso dall'associazione e dal suo presidente, Otello Dalla Rosa. La prima tappa si è snodata proprio dalla sede centrale della Banca Popolare. Dalla Rosa ha qui portato i presenti in alcune riflessioni entrando nel merito della questione. H « o seguito il dibattito sulla crisi delle banche - ha esordito Dalla Rosa - partito dalle pagine del Corriere della Sera e giunto di recente alle pagine del Giornale di Vicenza e delle testate on-line locali. È un dibattito che non spiega le cause della crisi e non consente di immaginare un futuro migliore. Per il momento, purtroppo, è solo un gioco allo scarica-barile nel rimpallo di responsabilità a cui stiamo assistendo. Se da un lato credo sia giusto voltare pagina, dall'altro ciò non deve essere fatto troppo in fretta e soprattutto senza aver capito bene cosa è successo. Giusto richiamare Intesa SanPaolo ad un ruolo attivo, ma proponendo una nostra visione della città e dell'economia. A questo punto, però, il problema non sono i nemici esterni, bensì il nostro progetto di sviluppo per Vicenza e per il Veneto. Il default della BPVi ha dimostrato che una chiusura "provinciale", una fuga dalla competizione globale, il far finta di non vedere i dati, la presunzione di essere superiori agli altri, ci ha portato a una drammatica bancarotta, alla perdita irrimediabile di credito e di reputazione. Adesso dobbiamo per forza aprire una strada nuova. E non può essere che la strada dell'integrazione, dell'alleanza con le altre città, per costruire una identità e una società veneta nuova, metropolitana, migliore di quella perduta. Oggi abbiamo bisogno di nuove banche e nuove istituzioni, per tornare a contare in Europa.» Il dibattito dell'ultimo periodo è stato inaugurato dalle sferzate di De Bortoli sul Corriere, dove l'intera classe dirigente del Nordest è stata richiamata alle proprie responsabilità, a partire dagli imprenditori dimostratisi inadeguati sia nel ruolo di soci, che in quello di amministratori, ma anche come clienti. Nel mezzo della discussione tuttavia il cittadino comune viene lasciato da parte, rendendogli di difficile comprensione quanto sta accadendo, se non addirittura impossibile capire le ragioni del default e delle scelte che dovranno essere compiute ora. Dalla Rosa ha così voluto fissare i punti nodali della riflessione. 1. La crisi delle banche provinciali è una crisi di visione del mondo. Continuare a erogare credito, non solo agli amici degli amici, ma soprattutto a imprese senza merito, è possibile solo in un drammatico errore di visione, quando si pensa che la crisi sia passeggera, non richieda una drastica selezione degli affidamenti e possa essere superata con il trucco delle "baciate".

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2. Buona parte della classe dirigente del Nord-est, per fortuna non tutta, è complice di un gruppo dirigente che ha sbagliato e rischia di sbagliare ancora oltre ogni ragionevole limite, mettendo a repentaglio i risparmi di centinaia di migliaia di persone, perché non vuole misurarsi con il mondo esterno. 3. I ritardi negli interventi e gli errori di procedura nei soccorsi hanno aggravato una situazione già difficile di suo. Hanno messo in evidenza carenze incredibili nel sistema di "protezione civile" dei risparmiatori, gli unici veri "traditi" e per i quali sarà doveroso trovare delle forme di ristoro. Bail in è un concetto recente, che non è stato compreso dai funzionari delle banche popolari e dagli organi di stampa contro il quale dobbiamo batterci in Europa. Oggi è urgente progettare un nuovo sistema istituzionale più avanzato e meno provinciale di quello ereditato. All'altezza delle esigenze di un sistema produttivo che ha un bisogno disperato di servizi amministrativi, bancari e finanziari, associativi migliori. « Il nuovo Veneto è composto da una grande area metropolitana centrale e una fascia pedemontana a fortissima vocazione manifatturiera. Le riforme vanno fatte a servizio di questa realtà, molto diversa da quella di 20 o 30 anni fa, non più imperniata sulle province. Non siamo soltanto interessati alla ricerca di colpevoli, che pure deve esserci. La magistratura dovrà accertare irregolarità e comportamenti dolosi da parte dei singoli che possano aver truccato i dati, i bilanci e le informazioni dovute agli azionisti e ai risparmiatori. Siamo chiamati, invece, ad evitare che comportamenti legittimi, dal punto di vista formale, ma sbagliati dal punto di vista strategico, si ripetano. Le banche del futuro dovranno garantire soprattutto "competenza" e un meccanismo di selezione dei dirigenti all'altezza delle nostre aspettative. Se Intesa SanPaolo si limitasse alle acquisizioni e non cambiasse nulla ci sarebbe davvero da preoccuparsi! L'economia che vogliamo per Vicenza e per il Veneto manifatturiero non è certo questa!»

CULTURA / EVENTI / LIBRI / MUSICA

Operaestate Festival, ad Asiago una serata con Antonia Arslan In scena mercoledì 9 agosto alle ore 21 a Teatro "Millepini" di Asiago "Dessaran - Orizzonti" con la scrittrice Antonia Arslan, autrice del best seller "La masseria delle allodole", e il musicista Maurizio Camardi. La sezione "explorando" di Operaestate dedica spazio non solo al paesaggio locale ma anche alle culture che hanno attraversato e continuano ad attraversare il territorio: mercoledì 9 agosto alle ore 21, presso il Teatro Millepini di Asiago, la scrittrice Antonia Arslan e il musicista Maurizio Camardi

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raccontano il Mediterraneo e i paesaggi dell'Armenia in "Dessaran Orizzonti"; un evento inserito nel ricco cartellone di Operaestate, in collaborazione con il Comune di Asiago e con il sostegno delle aziende partner. Di Comunicati Stampa

Un viaggio tra parole e musica, dal Mediterraneo ai paesaggi dell'Armenia anatolica, che ci racconta storie di donne, uomini, luoghi reali e immaginari tra passato, presente e futuro. In scena la scrittrice di origine armena Antonia Arslan, e Maurizio Camardi, sassofonista padovano protagonista da 30 anni della scena musicale italiana e internazionale in ambito concertistico e teatrale. Da un lato i racconti di Antonia Arslan, che hanno contribuito in maniera determinante in questi anni a farci conoscere la cultura armena e la poesia del suo popolo, ci raccontano di mondi apparentemente lontani, di personaggi che hanno fatto del Mediterraneo la propria casa; dall'altro i suoni, i sapori e i colori del Mediterraneo, sapientemente orchestrati per i sassofoni e il duduk di Maurizio Camardi, "colonna sonora" di tante storie di palcoscenico. Sullo sfondo le immagini straordinarie del fotografo armeno Norayr Kasper, vincitore di diversi premi internazionali e protagonista di importanti mostre dedicate all'Armenia. Antonia Arslan è laureata in archeologia ed è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Padova. È' autrice di saggi sulla narrativa popolare e d'appendice; attraverso l'opera del grande poeta armeno Daniel Varujan - da lei tradotto - ha dato voce alla sua identità armena. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio armeno e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia, e sempre sul tema, nel 2004 ha scritto per Rizzoli il suo primo romanzo: "La masseria delle allodole". Ha pubblicato inoltre: nel 2009 "La strada di Smirne", nel 2015 "Il rumore delle perle di legno" e nel 2016 "Lettera a una ragazza in Turchia". Maurizio Camardi, padovano, è un sassofonista, direttore artistico e compositore; suona il sassofono tenore e soprano, il duduk ed è attivo nei generi jazz, musica classica e world music. Oltre che negli album come solista e in quelli dei suoi gruppi, ha collaborato con diversi artisti famosi, e dirige dal 1992 la Gershwin Jazz Orchestra, che si esibisce con solisti quali

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Paolo Fresu e Claudio Fasoli. Insieme al musicologo Roberto Favaro, fonda la Scuola di Musica George Gershwin di Padova, attiva dal 1985, di cui a tutt'oggi è direttore artistico. Norayr Kasper è un fotografo canadese di origine armena. Cresciuto a Venezia e ora residente a Toronto, la pluralità di ambiti culturali in cui si muove ha determinato una formazione artistica ricca e multidisciplinare. Ha studiato fotografia e architettura allo IUAV di Venezia e si è laureato in produzione cinematografica e cinema a Montréal. La sua opera comprende fotografia artistica, film d'arte, e la cura della fotografia di oltre 30 pellicole cinematografiche e televisive.

FATTI / POLITICA

I fedeli della Val d'Alpone intervengono sullo scontro tra Donazzan e Comune di Bassano su Operaestate Non c'è pace tra gli ulivi a Vicenza e dintorni. Dopo lo spettacolo blasfemo del 18 settembre 2015 di Angelica Liddell che ha offerto uno show erotizzante su un testo del Nuovo Testamento con Gesu' Cristo nudo sulla scena ( trasfusione, mastubazione col crocifisso ecc...), stavolta il comune di Bassano del Grappa ha concesso il patrocinio alla rassegna Operaestate in cui figurano due spettacoli dal titolo ''Migrant Bodies'' e ''Performing gender''; soprattutto quest'ultimo ha attirato le giuste critiche di Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione, secondo la quale il collega bassanese Cristiano Corazzari dovrebbe togliere ogni patrocinio in quanto sono utilizzati fondi pubblici e comunitari per una iniziativa dal valore dubbio. Di Note ufficiali

Nella polemica si è testè inserito il vicesindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini d'Elci che ha stigmatizzato come inacettabili le affermazioni

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dell'Assessore Regionale. Noi come cattolici non possiamo che essere d'accordo con Elena Donazzan, al di fuori, beninteso, da ogni partigianeria politica. L'ideologia gender sta diffondendo il suo pensiero in ogni spazio della società con l'avallo delle istituzioni che vogliono farla passare come conquista di civiltà mentre è solo un modo per scardinare la famiglia, cellula insostituibile e fondante del consorzio umano. Bulgarini d'Elci, notoriamente non credente, è persona onesta intellettualmente. Nonostante il disaccordo sulla vicenda Liddell sembra abbia dimostrato interesse per la situazione dei fedeli legati alla Messa in latino che dal 2010 sono stati esiliati dalla centro storico e nonostante le nuove richieste e l'intervento della Pontificia Commissione Ecclesia Dei non sono ancora riusciti a piegare la Curia. E' una palese e grave violazione del Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Il clero vicentino non si dimostra compassionevole né , siamo sicuri, si esprimerà su Operaestate com'è stato per il Teatro Olimpico. Alcuni preti si baloccano a benedire nozze sodomitiche, com'è avvenuto a Schio. Bulgarini d'Elci invece si trova di fronte a una bella occasione per riscattarsi nel caso provi interesse per queste nostre peripezie (oltre a cambiare opinione sul modus operandi di certi artisti). Ci auguriamo che anche altri esponenti politici di buona volontà come lui abbraccino codesta causa per il bene spirituale dei fedeli per i diritti di Dio nella società. Proprio ieri il è stato l'anniversario dell'uccisione del servo di Dio Gabriel Garcia Moreno , presidente cattolico dell'Ecuador, ammazzato da un sicario della Massoneria il 6 agosto 1875; fu un infaticabile sostenitore della regalità sociale di Gesu' Cristo, il quale va onorato anche pubblicamente: che questo testimone della Fede ci sostenga in questa santa battaglia!

FATTI / POLITICA

Proposte dal centrodestra per la sicurezza e il degrado a Vicenza Energie per Vicenza, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Idea Vicenza, Lega Nord, Lista Cicero e Per Vicenza in una nota congiunta sottolineano: "Il centrosinistra governa la città da ormai dieci anni, sono cambiati gli assessori, tante sono state le promesse, di fatto però i problemi sono aumentati: spaccio, prostituzione e risse sono ormai all'ordine del giorno. Entrambi i mandati dell'amministrazione Variati sono da considerarsi fallimentari sotto il profilo della sicurezza e della lotta al degrado, temi evidentemente non prioritari per chi oggi governa Vicenza. La situazione nelle zone della città che dieci anni fa risultavano problematiche ma comunque con un grado di attenzione medio (Viale Milano, Campo Marzo, Piazzale Bologna, Zona Stazione FS e Piazza Castello), oggi sono diventate terreno di risse, spaccio e prostituzione.

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Di Note ufficiali

Il costante arrivo di migranti ha contribuito in maniera importante ad alimentare degrado e insicurezza, fenomeno che non ha mai visto l'opposizione del Sindaco che, anzi, ha sfruttato mediaticamente i richiedenti asilo per impiegarli saltuariamente in lavori socialmente utili, azione che comunque, visto cosa accade quotidianamente, non ha aiutato né i processi d'integrazione né evitato che questi ultimi girassero indisturbati per la città a rinforzare le fila della mala vita e delle bande di stranieri che si dividono lo spaccio della droga. L'istituzione del consigliere delegato a Campo Marzo non ha prodotto grandi risultati, con il più grande parco cittadino che sostanzialmente oggi è un campo profughi a cielo aperto, dove raramente i vicentini possono mettere piede senza essere disturbati o fermati da stranieri, per la maggior parte di origine africana. In questo senso i correttivi da anni proposti dalle minoranze hanno trovato in parte riscontro solo nelle ultime settimane, quando la situazione è di fatto degenerata. La zona della stazione, biglietto da visita della città che recentemente ha visto una modifica della viabilità e del decoro urbano, ancora oggi rappresenta un tallone d'Achille in materia di sicurezza e degrado; è il luogo della città, contiguo ad altre zone rosse come Campo Marzo e Viale Milano, dove la presenza di tossici e stranieri spesso clandestini, richiederebbe una maggiore presenza delle Forze dell'Ordine. Il tema dei richiedenti asilo è molto sentito in città, vista anche l'ormai massiccia presenza che ha superato le 1000 unità. In questo senso l'amministrazione comunale non ha fatto nulla, limitandosi a qualche blanda protesta senza mai però intervenire direttamente nei casi più problematici. In questo senso è eclatante l'esempio di Via Medici dove quello che era un albergo è diventato un vero e proprio hub con un centinaio di richiedenti asilo oggi ospitati anche all'interno delle palazzine fronte la struttura alberghiera. La gestione dei campi nomadi ha visto un atteggiamento lassista e fallimentare da parte dell'amministrazione, situazione a tutt'oggi irrisolta e deficitaria. Cosa fare?

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CAMPO MARZO. Va fin da subito richiesta la presenza continua, da attuare anche attraverso una postazione fissa, di un gruppo interforze che presidi costantemente e h24 il parco cittadino, con particolare attenzione al tema dello spaccio. In questo senso sarebbe importante aumentare o rendere definitiva la presenza in città di unità cinofile che permettano di arrivare direttamente alla fonte del problema. Valutare anche la possibilità di dotare le forze di polizia di mezzi (motorizzati e non) per muoversi in modo più agevole all'interno dei parchi cittadini. Va applicato in maniera restrittiva il daspo urbano. Vanno creati maggiori eventi, di qualità e pianificati almeno di tre anni in tre anni, che permettano la fruizione del parco, in particolar modo durante il periodo primaverile-estivo. STAZIONE FS. Aumentare la presenza delle Forze dell'Ordine ed implementare i controlli su chi parte e chi arriva, in particolar modo sui richiedenti asilo che spesso utilizzano il treno come mezzo per spostare la droga. Prevedere maggiori controlli antidroga e chiedere al gruppo Ferrovie dello Stato l'installazione di tornelli che permettano l'entrata e l'uscita dalla stazione solo a chi effettivamente possiede il biglietto. QUARTIERI. Riattivare, in accordo con Questura, la figura del poliziotto di quartiere, quantomeno nelle zone della città dove ci sia un elevato rischio sicurezza. Prevedere, laddove ci sia un hub (ES. Via Medici), la presenza costante delle Forze di Polizia per garantire maggiore sicurezza ai cittadini, oggi costretti a vivere a stretto contatto con degrado e insicurezza. Più in generale bisogna in via definitiva bloccare l'arrivo di richiedenti asilo in città, persone che nella maggior parte dei casi vanno a rinforzare le fila delle associazioni malavitose dedite allo spaccio della droga e al controllo della prostituzione. Vanno attivati corsi di formazione continua per le associazioni d'arma che diano la disponibilità a contribuire al controllo del territorio permettendo così di scaricare parte del lavoro di pattugliamento e controllo oggi in carico alle Forze di Polizia. Concludendo, in questi anni l'amministrazione e il Partito Democratico sono stati incapaci di pesare a Roma ed imporre scelte che, nel campo della sicurezza e della lotta al degrado, permettessero di dare maggiori garanzie ai vicentini e a chi visita la città. La proposta delle minoranze di portare l'esercito in città come accade da tempo in altri capoluoghi, ha visto solo ora la disponibilità da parte del Sindaco. Ci attendiamo che il progetto sia attivato entro e non oltre la fine di settembre. Sul tema immigrazione pretendiamo una posizione precisa e di totale diniego rispetto all'arrivo di nuovi richiedenti asilo, vanno inoltre censiti ed espulsi tutti coloro i quali non hanno diritto di restare sul nostro territorio. Sarà altrettanto importante la riclassificazione della Questura per ottenere più uomini da impegnare nelle attività di prevenzione e controllo.

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POLITICA

Non solo campo Marzo: l'amministrazione Variati in ritardo sulle azioni per la sicurezza non ammette le sue responsabilità Gran parte dell'attenzione dei vicentini, in materia di parchi e giardini pubblici, è concentrata su alcuni di essi, e in primo luogo appare Campo Marzo, poi i Giardini Salvi ed ancora Parco Querini. A volte si parla dell'Oasi di Casale, oppure del parco dell'Astichello. Altri non danno luogo a particolari attenzioni se non del tutto casualmente. Ci si dimentica, spesso ma non sempre, dei parchi giochi e delle zone verdi più o meno attrezzate. Eppure qualche problema l'hanno anche loro. Ora Campo Marzo la fa da padrone nei mass media e nei dibattiti pubblici e privati. Una ragione c'è, ed è storica. Da sempre legato alle vicende della città è nel cuore di tantissimi vicentini. Di Mario Giulianati

In passato, naturalmente, il parco era dedicato al passeggio, al gioco dei ragazzini, alle chiacchiere, agli appuntamenti, alle serate all'anguriara. Il chiosco per la musica seppur scomparso da tantissimo tempo è ancora presente nella memoria dei più anziani. Come nella memoria rimangono le maestose piante decapitate sul finire del secolo passato, rimpiante specie a fronte del modesto risultato di quelle che le hanno sostituite. Se tutto l'interesse dei vicentini si rivolge alla situazione di Campo Marzo il motivo è che Campo Marzo è stato sottratto ai vicentini. Con metodi ambigui e spesso violenti da soggetti che non appartengono alla nostra realtà. Come d'altra parte accade in molte altre aree, verdi oppure urbane, della città. Non sono poche le zone critiche di Vicenza. Lo spaccio, la prostituzione sempre più ardita, le rapine e le risse, l'accattonaggio petulante, i furtarelli, la micro criminalità, altro ancora, ormai hanno preso possesso di ben specificati luoghi. Sembra quasi che sia avvenuta una spartizione tra gruppi e clan. Magari non è così, ma anche la percezione ha un suo peso non indifferente. E la percezione dell'insicurezza è pesante. Le Forze dell'Ordine hanno

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provato in tante maniere a farvi fronte, ma i risultati tardano a venire. Eppure il dibattito continua, tra le forze politiche, i movimenti, le associazioni, i singoli cittadini. L'amministrazione a guida Achille Variati per anni ha puntato sulle iniziative ricreative praticamente, salvo rare eccezioni, dedicate alla salvezza di Campo Marzo ma i risultati, al di la della buona volontà, non si sono concretizzati. Il centro destra ha fatto della sicurezza, specie in Campo Marzo assunto come emblema, il suo obbiettivo. Ora pare essere diventata patrimonio comune a gran parte dei soggetti interessati la richiesta dell'intervento dell'Esercito. Il restio Variati alla fin fine ha ritenuto di adeguarsi a una proposta del centro destra che però è diventata trasversale. Addirittura vi è chi cerca, frasi antiche alla mano, di dimostrare la sua primogenitura. Ha fatto rumore la dichiarazione, articolata, apparsa sul Giornale di Vicenza, di Sandro Pupillo che dice una cosa ovvia che però vien presa come un attentato all'ormai comune pensiero: l'Esercito non è la soluzione. Vero, ma altrettanto vero che in questo momento è ormai indispensabile. Temporaneamente, ma per almeno due ragioni. La prima dovuta alla carenza di personale nei corpi di Polizia, nuovi agenti sempre promessi e mai arrivati. La seconda perché , almeno per un po' di tempo, la proposta consente di vedere una unità di intenti, almeno in Consiglio Comunale, che è un passo avanti rispetto il recente passato. Pupillo dice tante altre cose, ma da tutte le sue proposte si può ricavare una indicazione. Esistono grosso modo due "filosofie" di attacco al problema della sicurezza, a Campo marzo ma in qualsiasi altro luogo dove necessita. Diciamo, per rapidità, quella rappresentata dal presidente di Vicenza Capoluogo e da gran parte della amministrazione Variati, che delega alle iniziative ricreative, culturali, addirittura sociali e assistenziali, il compito di educare i "malvagi" alla legalità. Quindi invitando, in pratica, la gente vicentina, tramite l'associazionismo di vario genere, a farsene direttamente carico. L'altra che assegna alla Legge, e quindi ai suoi strumenti, e alla Politica, appunto alla amministrazione, il compito di restituire la città, in generale, e l'onnipresente Campo Marzo, in particolare, ad un utilizzo in sicurezza e quindi di riconsegnare il territorio ai cittadini. Le ipotesi prospettate da Pupillo, allettanti, potevano, a mio avviso, avere una qualche possibilità di successo, sempre che vi fossero state due condizioni indispensabili (la volontà politica scevra da ideologismi e adeguati mezzi e strumenti), almeno sette o otto anni fa. Ora la malattia si è aggravata e non di poco, e i pannicelli caldi non fanno più abbassare la febbre. Servono cure robuste che questa stagione amministrativa non pare essere in grado di produrre. Certo, è un fallimento per nulla gradevole da riconoscere per coloro che magari hanno creduto nella serena filosofia del cuore in mano, della tolleranza, dell'integrazione a qualsiasi costo. Ritengo che questo fallimento, pesante e non privo di responsabilità, vada ammesso, almeno da coloro che hanno sostenuto questa linea con onestà d'intenti. Ora, se arrivano questi aiuti straordinari, è possibile che vi sia l'opportunità di affrontare il problema con la necessaria determinazione ma con una cautela fatta di buon gusto soprattutto. Non si trasformino, come pare stia avvenendo, in sceriffi coloro, pubblici amministratori, che fino a l'altro ieri erano degli autentici rinunciatari e per troppo tempo hanno fatto come le tre scimmiette.

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FATTI

Nuovo reparto di dialisi dell'ospedale San Lorenzo di Valdagno, Roberto Ciambetti: un servizio all'avanguardia in sinergia col S. Bortolo Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, a Valdagno, assieme all'assessore Manuela Lanzarin e a Nicola Finco (Lega Nord) per l'inaugurazione formale del nuovo reparto di Dialisi ha affermato con soddisfazione: "Un servizio all'avanguardia, che consente di seguire 40 pazienti alla settimana, ciascuno con tre sedute di dialisi settimanali, per un totale di 6.120 sedute all'anno. Un milione e 180 mila € investiti dalla Regione e un reparto che da Valdagno opera in stretta sinergia con il Dipartimento di Nefrologia, Dialisi e Trapianto del San Bortolo di Vicenza diretto dal professor Claudio Ronco, un luminare della materia, tra i Top ten a livello mondiale per quanto riguarda Nefrologia". Di Note ufficiali

"Il reparto è già per altro attivo dallo scorso fine maggio con esiti direi interessanti e permette di affermare che l'Ospedale San Lorenzo sta assumendo sempre più una dimensione di struttura avanzata, ad elevata specializzazione e alto tasso di tecnologia - ha detto il Presidente del Consiglio regionale del Veneto -. Solo quest'anno è stato attivato il servizio di ambulanza con medico a bordo anche di notte, aumentano i posti letto dell'Osservazione Breve intensiva in cui i malati possono essere tenuti fino a 72 ore, sono stati riattivati gli ambulatori di Oncologia e proprio di questi giorni è la notizia del potenziamento del personale medico per Ortopedia nonché, già da fine maggio, quasi il raddoppio della spazio dedicato alla Dialisi con postazioni altamente tecnologiche. Mi sembra che l'attenzione della Regione sia innegabile per l'Alta Valle dell'Agno dove l'attività del Direttore generale Giovanni Pavesi non è mai venuta meno definendo via via un ruolo sempre più preciso, e di elevata qualità per il San Lorenzo - ha concluso Ciambetti Il fatto di operare sulle Dialisi potendo contare sulla collaborazione del

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professor Ronco, uno dei massimi esperti mondiali, è già di per sé una garanzia per il cittadino. Infine credo sia giusto dare atto, oltre al dottor Pavesi, anche al lavoro svolto dall'allora Dg Giuseppe Cenci che nell'autunno del 2014 dette il via alla ristrutturazione e ampliamento della Dialisi che dà una risposta reale ai bisogni di molti cittadini, permettendo anche forti risparmi ai pazienti sia in termini economici come in quelli temporali."

FATTI

Nuova viabilità viale del Sole - strada delle Cattane, Cristiani per la pace: "progetto fuori dalle regole H.I.A." Il Coordinamento Cristiani per la Pace relativamente ai temi della nuova rotatoria in zona Auchan tra il viale del Sole e strada delle Cattane e la tangenziale rende noto di aver inviato all'Ambasciatore USA in Italia a mezzo P.E. Brownfeld, al presidente e al responsabile per le problematiche ambientali di ANAS Spa rispettivamente Ing. Gianni Vittorio Armani e Ing. Giovanni Magarò, al responsabile unico del procedimento tangenziale di Vicenza 1° tronco Ing. Anna Maria Nosari, al prefetto di Vicenza dr. Umberto Guidato e agli amministratori e al segretario generale del Comune di Vicenza la seguente nota ufficiale: "E' evidente che i progetti nei loro dettagli devono seguire le attuali prescrizioni ed essere integrati quanto più nel paesaggio rurale. Allo scopo di preservare il paesaggio rurale, il numero di cavalcavia deve essere ridotto al minimo e questi dovrebbero essere attentamente progettati. Di Note ufficiali

A fronte di tutto, questo come documentato nelle oltre 1.000 osservazioni fin qui presentate da associazioni e comitati, nel progetto di Tangenziale di ANAS SPA risulta evidente che il cavalcavia di viale del Sole non è né attentamente progettato e dimensionato, né tanto meno integrato nel paesaggio rurale come già evidenziato nella H.I.A. commissionata dal Comune di Vicenza e pubblicata a febbraio 2017

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".

AMBIENTE

Acque del Chiampo, estensione della rete idrica anti PFAS nel Comune di Brendola Continuano da parte di Acque del Chiampo gli interventi nei territori che in passato sono stati maggiormente impattati dal problema dei PFAS. A Brendola abbiamo terminato i lavori per l'estensione della rete idrica dell'acquedotto anche a quei cittadini che prima attingevano a pozzi privati. Un piano di interventi iniziato nell'agosto 2013 a Brendola con l'installazione dei filtri a carboni attivi nei siti di Madonna dei Prati a Brendola e che è proseguito fino ad oggi con la predisposizione di nuovi allacciamenti che potranno garantire l'approvvigionamento di acqua ad uso domestico, in favore di circa 100 nuove famiglie. Questo lavoro offre il vantaggio di assicurare ai cittadini delle zone interessate anzitutto la fornitura di acqua costantemente controllata, mediante un significativo investimento di circa 1.200.000 euro, per di 12,5 km di rete. Di Comunicati Stampa

Le opere sono state suddivise in due parti, con l'obiettivo di raggiungere prioritariamente le famiglie nelle zone più impattate dal fenomeno dei Pfas, così a Brendola i cantieri sono terminati in Strada del Grasso, via Orna e via Einaudi e sono quasi conclusi in via Casavalle. I lavori si sono svolti con tecnologie avanzate come la NO DIG, che ha permesso la posa delle condotte senza ricorrere a scavi a cielo aperto e senza aggravare il traffico esistente, nella parte in cui la rete doveva attraversare la SP500. L'estensione delle reti idriche ha costituito anche l'occasione per ampliare la rete fognaria nella zona della Strada del Grasso nel Comune di Brendola,

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prima sprovvista di un sistema di raccolta delle acque nere, oltre che per provvedere ad un adeguato rifacimento delle esistenti strade lungo le vie interessate dai lavori. "Lavori terminati come da programma ma soprattutto tempestività di fronte all'emergenza PFAS" - dichiara il consigliere delegato di Acque del Chiampo, Andrea Pellizzari - "abbiamo risposto tempestivamente all'impulso del Consiglio di Bacino e siamo stati pronti ad investire subito a tutela dei nostri utenti, raccogliendo e condividendo la preoccupazione che arrivava dai territori attraverso i sindaci, le autorità sanitarie ed ambientali sia a livello locale, che provinciale e regionale" "Ringrazio Acque del Chiampo" - interviene il sindaco di Brendola, Bruno Beltrame - "per la sensibilità dimostrata, oggi trasferiamo ai cittadini un messaggio importante, poiché se le istituzioni fanno rete riescono ad assicurare risposte e soluzioni, come è avvenuto fra noi e Acque del Chiampo sull'emergenza PFAS" "Abbiamo vissuto momenti di preoccupazione," - dichiara il Presidente del Consiglio di Bacino, Giorgio Gentilin - "ma in Acque del Chiampo ho sempre trovato ascolto e capacità di reagire all'emergenza. Andiamo avanti così".

Autoanalisi per emergenza Pfas, Cristiana Guarda (AMP): "la giunta non garantisce ancora i rimborsi agli agricoltori" "In meno di un anno si è passati da un regime obbligatorio per le auto analisi dei pozzi privati, con oneri a carico dei proprietari, ad uno facoltativo e vincolato ad una procedura codificata in capo all'Arpav. Ad essere stati penalizzati sono gli agricoltori, obbligati a pagare di tasca propria le spese per effettuare le analisi e sul cui rimborso la Giunta non sta dando risposta". A prendere posizione sulla vicenda legata all'emergenza Pfas, è la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP), che sul tema ha nuovamente presentato un'interrogazione, dopo che "la Giunta non ha dato in risposta diretta alla mia domanda di fare chiarezza sui rimborsi". Di Note ufficiali

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L'esponente veneta pone l'accento sul fatto che le indicazioni sui prelievi siano mutate in maniera contraddittoria e parla di "discrepanza tra le indicazioni del Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica, che aveva emanato la nota del 21 marzo 2016, e l'assessorato all'Agricoltura che ha assegnato alla Direzione Difesa del Suolo l'attuazione della delibera n. 215 del 28 febbraio 2017". Tra le domande rivolte alla Giunta, Guarda vuole sapere "quanti agricoltori abbiano aderito al prelevamento volontario delle acque previsto dalla delibera n. 215 e come intende incentivare i prelevamenti volontari. Tutto questo in vista dei risultati dell'indagine effettuata dall'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) sull'inquinamento della catena alimentare, in modo tale da poter intervenire nelle situazioni di maggiore emergenza".

FATTI

Ripristinati tutti i numeri telefonici della centrale operativa della polizia locale di Vicenza Il Comune di Vicenza informa la cittadinanza che in relazione al guasto che da questa mattina interessa la centrale telefonica del comando di polizia locale, in questi minuti sono stati ripristinati tutti i numeri telefonici, compreso quello dell'iniziativa Estate Sicura. Di Comunicati Stampa

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FATTI / LAVORO

A Marcinelle 61 anni fa morirono 262 minatori e 5 erano veneti emigrati. Ma ancora oggi si continua a morire di lavoro Sono passati 61 anni da quel maledetto 8 agosto 1956, quando nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, morirono 262 minatori. Si sappia che in quel disastro non ci furono distinzioni di razza, di religione, di ideali politici. Si abbia memoria che morirono lavoratori immigrati provenienti da ogni parte del mondo. Persone che volevano vivere in pace e che erano costrette a un lavoro pericoloso. Furono 136 italiani, 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 ungheresi, 3 algerini, 2 francesi, 1 britannico, 1 olandese, 1 russo, 1 ucraino. Di Giorgio Langella

Tra i caduti Dino Della Vecchia di Sedico, Giuseppe Polese di Cimadolmo, Mario Piccin di Codognè, Guerrino Casanova di Montebelluna, Giuseppe Corso di Montorio Veronese sono cinque nostri corregionali che pagarono un tributo enorme alla povertà di questa terra in quei tempi in cui erano i veneti ad emigrare .

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Ricordate che, per questa tragedia, praticamente nessuno fu dichiarato colpevole. Ci fu una sola condanna a 6 mesi con la condizionale e a 2000 Franchi belgi di multa. Tutti gli altri 5 imputati furono assolti. In ricordo di quella tragedia del lavoro, oggi ricorre la "giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo". Ci saranno commemorazioni, discorsi, articoli, parole... Si ricorderà il disastro di Marcinelle. Si piangeranno ancora i minatori morti, si dirà che si lavorava nel pericolo. E si affermerà (solennemente) che quella tragedia almeno portò maggiore attenzione alla sicurezza; che, quelle, sono cose che, nel mondo civile, non possono più accadere. Un ricordo, appunto. Poi tutto tornerà nella normalità. E la normalità è che di lavoro e nei luoghi di lavoro si continua a morire. E che è altrettanto normale che nessuno venga condannato. Ci saranno sempre la prescrizione, le attenuanti, i patteggiamenti, il "fatto che non sussiste", la mancanza di prove certe di una responsabilità individuale. Tutti, in definitiva, assolti. Sempre e comunque. In Italia centinaia di lavoratori muoiono per infortunio nei luoghi di lavoro e le malattie professionali uccidono un numero imprecisato di lavoratori e di cittadini. Allora è bene ricordare, non solo oggi ma sempre, che ancora adesso che le morti nel lavoro e di lavoro non sono quasi mai dovute al caso ma a condizioni precarie, a lavori usuranti, all'assenza di una normale sicurezza, a condizioni di lavoro pericolose in ambienti malsani e inquinati. Bisogna ricordare che, nel sistema nel quale viviamo, la sicurezza è considerata un costo che ostacola un maggiore profitto. Dobbiamo ricordare le migliaia di morti per malattie dovute all'amianto (Eternit e non solo), i morti e gli ammalati di tumore dovuti alle condizioni degli impianti dell'ILVA di Taranto. Ricordiamo gli operai bruciati vivi alla ThyssenKrupp di Torino, i lavoratori morti a causa delle condizioni di lavoro alla Tricom di Tezze sul Brenta. Questi sono solo pochi esempi di quella maniera spaventosa di considerare chi lavora solo un numero, un ingranaggio di un modello di sviluppo che punta unicamente al guadagno personale di qualcuno. Ed è giusto anche ricordare i "dimenticati", quelle persone che non hanno nome e volto, coperti dal silenzio complice di gran parte della "grande informazione ufficiale". Così, quale esempio di tutti i "dimenticati", vogliamo ricordare sempre con ostinazione i lavoratori della Marlane Marzotto di Praia a Mare (oltre cento le vittime da tumore a causa delle condizioni di lavoro che si subivano in quello stabilimento) e le loro famiglie che, come a Marcinelle, non hanno avuto giustizia. Che almeno per un giorno si abbia memoria.

FATTI

Ferragosto a Vicenza, musei aperti lunedì 14 e martedì 15 agosto con molte

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proposte culturali Ferragosto all'insegna della cultura: è questa la proposta del Comune di Vicenza che in occasione dell'arrivo della festività dell'Assunta, che cade nel cuore dell'estate, garantisce l'apertura di tutti i Musei civici e della Basilica Palladiana non solo martedì 15 agosto ma anche lunedì 14, solitamente giorno di chiusura. Non mancheranno inoltre gli eventi, con spettacoli teatrali per grandi e bambini, passeggiate culturali, musica e arte inseriti nel cartellone l'Estate a Vicenza. I musei civici e quelli appartenenti al circuito museale cittadino, infine, propongono anche mostre temporanee per tutti i gusti. Di Comunicati Stampa

"Ancora più che negli anni passati - sottolinea il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci - Vicenza è aperta per le ferie: ai turisti che vengono a trovarci da fuori, sempre più numerosi, ma soprattutto ai residenti che vivono la propria città ogni giorno. E che trovano monumenti aperti come non mai, mostre, esposizioni temporanee, percorsi guidati, eventi di tutti i tipi. Persino nei giorni di Ferragosto". A Palazzo Chiericati , aperto dalle 10 alle 18 (ultima entrata 17.30), si potrà ammirare la collezione permanente allestita nel palazzo cinquescentesco e nell'ala novecentesca rinnovata. Inoltre da pochi giorni è aperta nei sotterranei la mostra fotografica "FuoriCentro" che propone (fino al 24 settembre) immagini realizzate da Rocco Rorandelli del collettivo TerraProject, da Lavinia Parlamenti, da Andrea e Magda nell'ambito del primo progetto di studio fotografico dedicato all'analisi dell'area urbana industriale di Vicenza Ovest. La mostra, con oltre 50 immagini in 6 sale, è ideata e realizzata dal Centro di cultura fotografica di Vicenza, associazione culturale, in collaborazione con Unione Collector, luogo e progetto di produzione culturale di Tipografia Unione, e con il sostegno e la collaborazione dell'assessorato alla crescita del Comune di Vicenza. La mostra è aperta ad ingresso gratuito il sabato e la domenica, il 15 agosto e l'8 settembre; ingresso a pagamento dal martedì al venerdì e lunedì 14 agosto (intero 7 euro, ridotto 5 euro). Visite guidate gratuite sono proposte tutte le domeniche di agosto dalle 10.30 alle 16.30.

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I visitatori avranno anche l'opportunità di assistere a concerti pomeridiani. Nella sala di San Bartolomeo alle 16.30, dal martedì alla domenica (fino al 27 agosto, non è previsto il concerto lunedì 14 agosto), sarà eseguita a rotazione una delle sei suite per violoncello di Johann Sebastian Bach. Per assistere ai concerti, che avranno una durata variabile dai 20 ai 40 minuti, eseguiti dal violoncellista Giovanni Genovese, curati dell'assessorato alla crescita del Comune di Vicenza in collaborazione con l'Officina dei Talenti, sarà sufficiente acquistare una sola volta un biglietto di ingresso, tra le varie tipologie che consentono di accedere a Palazzo Chiericati. Il ticket dovrà essere esibito per assistere gratuitamente a tutti i successivi appuntamenti fino al 27 agosto.I In Basilica palladiana si potrà salire fino alla terrazza panoramica per godere della suggestiva vista alla città, con l'opportunità di sorseggiare una fresca bevanda. Non saranno, invece, visitabili (fino al 25 settembre) il salone e una parte del loggiato al primo piano poiché è in fase di allestimento la mostra "Van Gogh tra il grano e il cielo". Pertanto il biglietto sarà ridotto ad 1 euro per i residenti di Vicenza e provincia (anziché 2 euro) e a 2 euro per i residenti fuori provincia (anziché 4 euro). Il monumento è aperto martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 24 (il bar in terrazza solo dalle 17 alle 24), il venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 17 all'1 di notte (il bar solo dalle 17 all'1 di notte); monumento e bar saranno aperti sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 all'1 di notte, domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 24. La Basilica (bar e monumento) è aperta anche lunedì 14, martedì 15 agosto dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 24. Fino al 15 agosto in Basilica è inoltre possibile visitare l' "Area archeologica di Corte dei Bissari", inaugurata solo qualche settimana fa, usufruendo di visite guidate condotte da archeologi, per un minimo di 10 e un massimo di 25 persone, su prenotazione il martedì e giovedì dalle 10 alle 12 (ultima visita alle 11.30), sabato e domenica dalle 10 alle 12 (ultima visita alle 11.30) e dalle 17 alle 20 (ultima visita alle 19.30). La durata del tour alla scoperta dei patrimonio archeologico rinvenuto sotto al monumento palladiano è di circa 30 minuti e il costo di 2 euro per gli adulti e di 1 euro per i minori di 18 anni; l'accesso è gratuito per gli accompagnatori di gruppi. Per prenotare le visite contattare Ardea, associazione per la didattica museale: 3473938172, ardeaarcheo@gmail.com e athena_el@yahoo.it . Il Teatro Olimpico e la chiesa di Santa Corona saranno regolarmente aperti dalle 10 alle 18 (ultima entrata 17.30). A Santa Corona le visite sono sospese durante le funzioni religiose. Al Museo naturalistico archeologico, aperto dalle 10 alle 14 (ultima entrata 13.30), insieme alla collezione permanente si può ancora vistare la mostra "Legumi&Legami tra natura, archeologia e storia" (fino al 24 settembre), dedicata alla conoscenza dei numerosi legumi destinati all'alimentazione umana, con le loro virtuose proprietà e la loro storia che vede le varietà locali venire affiancate, dal XVI secolo, da quelle provenienti dalle Americhe. Inoltre sarà possibile osservare due interessanti novità inserite nell'orto romano del museo. Si tratta di due insect hotel e di una bat box. Le prime sono casette in cui gli insetti possano rifugiarsi e riprodursi. Si tratta di un esempio di iniziativa a sostegno della biodiversità messa in crisi

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dall'utilizzo di pesticidi. La bat box, invece, è un rifugio in cui i pipistrelli troveranno un luogo sicuro per dormire durante il giorno e riprodursi. I chirotteri, nella cui dieta sono comprese le zanzare, sono uno strumento ecocompatibile di lotta biologica e di controllo della proliferazione di questi insetti estivi. L'ingresso al Museo del Risorgimento e della Resistenza , aperto dalle 10 alle 14 (ultima entrata 13.30), è sempre gratuito. Tra gli altri musei del circuito compresi nel biglietto unico rimarranno aperti a Ferragosto le Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari (ore 10-18, ultima entrata 17.30) (http://www.gallerieditalia.com/it/vicenza/) e il Palladio Museum (ore 10-18, ultima entrata 17.30 https://www.palladiomuseum.org/). Il Museo diocesano sarà chiuso, invece, per tutta la settimana di Ferragosto, dal 14 al 20 agosto. Per informazioni: http://www.museicivicivicenza.it/it; l'ufficio Iat di piazza Matteotti sarà a disposizione sia il 14 sia il 15 agosto dalle 10 alle 18. Gli eventi in città Anche nei giorni del Ferragosto sono in programma in città varie iniziative contenute nel cartellone l'Estate a Vicenza. Info: http://www.comune.vicenza.it/vicenza/eventi/evento.php/176515 Venerdì 11 agosto nel cortile di palazzo Leoni Montanari è in programma OpeNights - music, drink & art sotto le stelle: alle 20.45 assaggi d'arte " La caduta degli angeli ribelli", lotta tra bene e male nella fantasia infuocata di Agostino Fasolato, lettura creativa di una scultura; seguirà alle 21.15 il concerto Jesus Christ superstar con Valerio Scrignoli voce, chitarra e elettronica. Ingresso assaggi d'arte e concerto 10 euro (compreso un drink); solo concerto 5 euro (compreso un drink). Informazioni: www.gallerieditalia.com, www.quartettovicenza.org L'evento è organizzato da Le Gallerie d'Italia di Palazzo Leoni Montanari e Società del Quartetto. Proseguono gli appuntamenti con Itinerari Letterari. Venerdì 11 agosto alle 21 si potrà partecipare a "Invito al Viaggio: Piovene on the Road" con Giulia Basso e Stefania Carlesso, a cura dell'associazione culturale Itinerari Letterari. Partenza dall'Oasi del lettore a Campo Marzo (lato viale Roma); in caso di maltempo l'evento sarà posticipato al 18 agosto. Ingresso a contributo libero. Informazioni: itinerariletterari.wordpress.com Appuntamento teatrale per i più piccoli domenica 13 agosto al Giardino Salvi con la rassegna "Il giardino di Alice" che proporrà alle 18 "Nel giardino del gigante egoista", a cura di Ensamble Vicenza teatro con Irma Sinico e Stefania Pimazzoni. Ingresso 3 euro. Informazioni: www.ensemblevicenza.com Infine, nella giornata di festa del 15 agosto alle 21.15 nel chiostro di San Pietro (stradella San Pietro 1) andrà in scena lo spettacolo "Tempeste d'amor perdute

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" con la Compagnia Patakin - Teatro della Gran Guardia. Organizzato da Stivalaccio Teatro, nell'ambito di "Be popular", Festival del teatro popolare. Ingresso 12 euro, ridotto under 30 10 euro. Informazioni: www.stivalaccioteatro.it Infine martedì 15 agosto , giornata di festa, in centro storico si terrà, come di consueto, il mercato settimanale.

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Confcommercio Vicenza: sì al bancomat ma con costi bancari inferiori Il presidente di Confcommercio Vicenza Sergio Rebecca così replica alle nuove disposizioni che obbligano gli affiliati ad accettare i pagamenti con il bancomat anche in caso di cifre modeste: "Senza correttivi sui costi del Pos, per le piccole transazioni i commercianti rischiano di vendere i loro prodotti e servizi in perdita". Commercianti e titolari di pubblici esercizi in fibrillazione per l'ipotesi di sanzionare, con 30 euro di multa, chi non mette a disposizione dei clienti la possibilità di pagare attraverso il bancomat o la carta di credito. Di Note ufficiali

Se da un lato oramai il Pos è generalmente diffuso negli esercizi commerciali e viene usato senza particolari problemi, il fatto che ogni transazione sopra i 5 euro possa essere fatta con questo strumento apre uno scenario paradossale in un grande numero di casi: ad esempio dove il giro d'affari delle attività è limitato, oppure dove gli importi degli acquisti sono minimi o ancora dove i margini di guadagno si contano con lo "zerovirgola". "Vogliono rendere obbligatorio accettare il pagamento in moneta elettronica? - interviene Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza - Allora obblighino anche le banche a ridurre i costi del Pos e ad azzerare i costi delle transazioni al di sotto di una determinata soglia. Non si capisce perché, a pagare per la diffusione della

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moneta elettronica devono essere i "soliti noti", vale a dire i commercianti, e non gli Istituti di Credito che ne traggono il vero vantaggio e che, tra l'altro, mi pare abbiano già ricevuto molto dal Paese in termini di risorse per risolvere i loro problemi". Sul banco degli imputati, infatti, sono gli alti costi che il Pos comporta per gli esercenti: mediamente si parla del 2% sul transato, ma nella giungla delle condizioni applicate delle banche ci sono, ad esempio, anche costi fissi per singola transazione (che quindi fa lievitare l'incidenza in caso di piccoli importi) o canoni di noleggio che variano a seconda della quantità delle operazioni con il Pos (penalizzando le piccole attività dove questi strumenti si usano poco). Sul banco degli imputati, infatti, sono gli alti costi che il Pos comporta per gli esercenti: mediamente si parla del 2% sul transato, ma nella giungla delle condizioni applicate delle banche ci sono, ad esempio, anche costi fissi per singola transazione (che quindi fa lievitare l'incidenza in caso di piccoli importi) o canoni di noleggio che variano a seconda della quantità delle operazioni con il Pos (penalizzando le piccole attività dove questi strumenti si usano poco). Di fronte ai consumi in picchiata degli ultimi anni, uniti alla crescita delle spese e ad una pressione fiscale oramai stabile al 43%, questo ulteriore balzello è la classica goccia che fa traboccare il vaso. " Pensiamo ai titolari di distributori di carburante che ricavano, se va bene, tre centesimi lordi per ogni litro di carburante venduto. O ai tabaccai che hanno margini ridottissimi sui prodotti del Monopolio - incalza il presidente Rebecca -. Oppure al barista che sarebbe obbligato ad accettare il bancomat o la carta di credito anche per piccole consumazioni. Se introduciamo la sanzione senza correttivi sui costi del Pos, per le piccole transazioni i commercianti rischiano di vendere i loro prodotti e servizi in perdita: è una cosa inaccettabile da uno Stato di diritto. Discorso a parte continua il presidente di Confcommercio Vicenza - se introduciamo, com'è stato fatto in passato per i benzinai, la gratuità dei costi per transazioni fino ai 100 euro. Ma questa misura giustissima, dopo un paio d'anni dalla sua approvazione fu abrogata. Come mai? Non spetta a me rispondere, però ora la possono ripescare e allargare a tutto il mondo del commercio e del turismo, se vogliono veramente diffondere l'uso della moneta elettronica. Sempre che, poi, le banche non si inventino, per recuperare il fatturato, di aumentare i costi dei canoni, se no siamo punto a capo". L'obbligatorietà di accettare la moneta elettronica apre dunque più scenari problematici: c'è il piccolo negozio delle frazioni, delle contrade o delle zone montane, la cui marginalità è così ridotta che i costi del Pos non risultano sostenibili (oltre ad avere una clientela più anziana non avezza al bancomat e men che meno alla carta di credito). Ci sono zone della città e della provincia che non sono adeguatamente coperte dalle infrastrutture di telecomunicazione e nelle quali il Pos rischierebbe di restare "muto" per mancanza di connessione. Insomma, le variabili sono tante, troppe per introdurre semplicisticamente un obbligo sanzionabile. Da qui l'appello del presidente Sergio Rebecca: "E' impensabile introdurre questa norma per decreto da settembre. Il legislatore si prenda una pausa di riflessione e prima crei le condizioni per evitare un'altra mazzata ad un settore, già penalizzato da una crisi di cui non si vede ancora via d'uscita".

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FATTI / POLITICA

Tiramisù "friulano", Puppato (Pd): "simbolo dell'inattivismo della regione" "Il tiramisù non è diventato un prodotto agroalimentare tradizionale del Veneto semplicemente perché la regione non lo ha mai richiesto, ma può sempre farlo proponendo il suo tiramisù ricetta originale veneta - queste le parole del vice ministro Andrea Olivero che conferma le tesi della senatrice Laura Puppato - i PAT non sono etichette paragonabili ai DOP o IGP, il Ministero infatti si limita a tenere il registro dei prodotti, mentre sono le regioni a definire cosa sia e cosa non sia tradizione nei propri territori. Luca Zaia quindi sbaglia oppure confonde per coprire sue lacune quando si arrabbia con il Ministero, una responsabilità da inattività che è invece tutta sua". Di Note ufficiali

"Il ViceMinistro Andrea Olivero ieri mi ha confermato che il Veneto non ha mai attivato alcuna richiesta per inserire il tiramisù tra i propri prodotti tradizionali e quindi non stupisce che il Friuli abbia ottenuto labregistrazione, visto che si è mossa come regione fornendo motivazioni storiche e culinarie certificate - ha continuato Puppato - ma al di là del tema specifico, questo episodio è sintomatico dell'incapacità regionale di agire correttamente nel solco degli interessi del Veneto. Diventiamo così, giorno dopo giorno, fatto negativo dopo fatto negativo, una regione che sa solo lamentarsi, sbandierare referendum e vessilli identitari ad uso e consumo di una cittadinanza che non ha il tempo di approfondire, senza mai essere produttivo laddove serva". "Purtroppo questo avviene anche su temi molto più importanti come l'autonomia, mentre noi attendiamo come belle statuine di un antico museo un referendum da 15 milioni di euro, l'Emilia Romagna si è seduta al tavolo con il Governo e sta portando avanti la trattativa. Due modelli con ben diversi risultati, qui abbiamo Pedemontana con debiti per l'eternità, banche demolite nel silenzio regionale, mentre l'Emilia ha raddoppiato il PIl rispetto a noi ed ora tratta l'autonomia senza spendere un soldo. Zaiaanche in questo caso dirà che è colpa di Roma?

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" ha concluso.

FATTI

Mercoledì stato d'attenzione in Veneto: rovesci, temporali e possibili criticità idrogeologiche Dalla serata di oggi sono attesi temporali e rovesci in Veneto. A seguito delle previsioni meteo dell'Arpav, il Centro Funzionale decentrato della Protezione civile del Veneto ha diramato lo stato di attenzione per possibile allerta idrogeologica, valido dalle ore 20 di oggi sino alle ore 8 di giovedì 10 agosto. Fenomeni di frane, smottamenti e allagamenti potrebbero verificarsi, in particolare, nel bacino dell'alto Piave e del Piave pedemontano, in quello dell'Alto Brenta, Bacchiglione e Alpone e, infine, nell'alto Veronese (alto corso dell'Adige, Garda e monti Lessini). Di Comunicati Stampa

FATTI / POLITICA / LAVORO

Ciambetti, Marcinelle e i grandi sacrifici sostenuti anche dai veneti per il progresso di intere nazioni "Sessantuno anni fa l'incendio nella miniera belga del Bois du Cazier che causò 262 morti, 136 dei quali immigrati italiani. Dal 2001 l'8

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agosto è la data in cui si celebra partendo dalla memoria della tragedia di Marcinelle la giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo per ricordare e onorare tanti lavoratori italiani e il grande contributo che essi hanno dato per il progresso economico e sociale di molte realtà". Inizia così una nota del Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, che sottolinea "il ruolo svolto dalla diaspora veneta, con tanti veneti che in Europa come nelle Americhe o in Australia con il loro lavoro e sacrificio sono risultati determinanti per lo sviluppo di intere nazioni.". Di Note ufficiali

"Pensiamo, anche solo a titolo indicativo - agiunge il presidente del Consiglio regionale -, agli stati meridionali del Brasile, autentici motori dell'economia brasiliana. In questa giornata in cui l'Italia e anche il Veneto vogliono giustamente rendere onore ai nostri connazionali nel mondo e al loro lavoro, credo sia giusto trovare un momento da dedicare alla comunità veneta e italiana che in Venezuela sta vivendo ore drammatiche per una situazione insostenibile "Coltivare la memoria - ha detto Ciambetti - è un dovere ed è un dovere ricordare le vittime morte sul lavoro svolto in condizioni indicibili come appunto accadde a Marcinelle in Belgio o a Monongah, piccolo paese tra i monti Appalachi negli Stati Uniti, dove il 6 dicembre di 110 anni or sono ben 171 furono i minatori italiani morti, oppure ad Arsia, in Istria, dove il 28 febbraio 1940 i morti tutti italiani, provenienti in massima parte da Veneto, Toscana, Sardegna oltre che dall'Istria, furono 185. Contabilità drammatica di tragedie dimenticate e che devono invece uscire dall'oblio mentre, come detto, non possiamo far finta di nulla per quanto sta accadendo a Caracas" .

FATTI / POLITICA

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Questione nomadi, Matteo Celebron (Lega Nord): giunta Variati incapace di gestirla Duro il commento del segretario cittadino della Lega Nord Matteo Celebron in merito ai canoni di affitto delle piazzole versati fuori tempo massimo: "Un'amministrazione lassista con chi non paga nei tempi dovuti merita di andare a casa quanto prima. Il comportamento dei nomadi è l'ennesimo schiaffo in faccia ai vicentini per bene". "La gestione dei campi nomadi rappresenta il fallimento di questa amministrazione - esordisce Celebron. Per anni ci hanno detto che grazie a loro tutto si sarebbe sistemato, la realtà invece è ben diversa: i nomadi si prendono gioco dell'amministrazione comunale e per pagare una quota irrisoria di 100 euro l'anno continuano a causare problemi". Di Note ufficiali

Il segretario del Carroccio ricorda poi l'affermazione di Achille Variati del 31 luglio 2017 - in riferimento a chi non aveva ancora versato la quota della piazzola - nella quale il sindaco di Vicenza aveva promesso che sarebbe scattato "l'ovvio meccanismo dell'espulsione" e che il comune sarebbe stato "molto rigido"."Fa sorridere che dopo proroghe, diffide e il pubblico annuncio di sfratto sia ancora permesso a queste persone di mettersi in regola. È un prendersi gioco dell'amministrazione e di tutti i cittadini per bene che fanno i salti mortali per rispettare le scadenze". "Il Comune - conclude Celebron ne esce malissimo da questa situazione e ne esce male anche il sindaco, indulgente con chi non rispetta le regole del buon vivere comune".

FATTI / POLITICA

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La regione Veneto incontra le associazioni dei soci vittime di BPVi e Veneto Banca e conferma pieno sostegno all'accesso gratuito agli atti dell'inchiesta La Regione Veneto sta valutando la via migliore e più efficace per garantire l'accesso agli atti dell'inchiesta delle Procure di Vicenza e di Treviso su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca da parte delle associazioni che rappresentano i risparmiatori danneggiati. E' quanto ha assicurato l'assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin incontrando oggi i rappresentanti delle 11 associazioni e comitati delle vittime del crack delle due banche venete. All'incontro ha fatto capolino anche il presidente del Veneto Luca Zaia per un rapido e solidale saluto. Di Note ufficiali

Ai rappresentanti del Coordinamento Don Torta, del Movimento di difesa del cittadini, della Lega consumatori del Veneto, della Federconsumatori Veneto e dell'associazione "Ezzelino da Onara" rappresentata da Patrizio Miatello, l'assessore, anche a nome del Governatore del Veneto, ha assicurato l'imminente liquidazione agli 11 organismi associativi titolati del primo ‘acconto' di 13 mila euro ciascuno, a valere sul Fondo di solidarietà per le vittime delle banche, istituto con la delibera regionale 333 del 22 marzo 2017. L'assessore ha inoltre ribadito la piena disponibilità ad intervenire eventualmente con una ulteriore delibera che ricomprenda tra le destinazioni del Fondo di solidarietà anche le spese per l'accesso agli atti processuali (proposta da "Noi che credevamo nella BPVi", ndr). L'esecutivo veneto, che sta valutando anche la possibilità di costituirsi parte civile nel processo in rappresentanza degli interessi collettivi danneggiati, ha garantito il massimo supporto alle associazioni dei risparmiatori perché possano evitare di spendere i 79 mila euro richiesti - tra tasse di iscrizione, marche da bollo, diritti e spese di fotocopiatura - per leggere i faldoni dell'inchiesta. "Con le associazioni abbiamo concordato di pazientare qualche giorno informa l'assessore - perché attendiamo lumi dal Governo, che ha ventilato la possibilità di un intervento diretto per garantire l'accesso alle carte delle Procure alle parti lese, come le associazioni dei risparmiatori ‘traditi'. In ogni caso la vigilanza del governo regionale su questa vicenda sono costanti e al

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massimo grado: lo scopo del fondo regionale istituito a marzo è proprio quello di sostenere associazioni e comitati nella loro battaglia legale in difesa del risparmio e dei risparmiatori". Oggetto del confronto tra assessore e associazioni è stata anche la destinazione della seconda e ultima tranche del Fondo di solidarietà: " Alle associazioni abbiamo suggerito - fa sapere la rappresentante della Giunta veneta - di formulare all'amministrazione una proposta unitaria e concertata, in modo da velocizzare e ottimizzare l'impiego delle risorse regionali, trovando ampia condivisione nei presenti".

POLITICA

Campo Marzo, Valentina Dovigo: esiste un grande parco storico da ripensare e da riqualificare Recinzioni ed esercito a Campo Marzo, lo dichiara Valentina Dovigo nella nota che pubblichiamo, sono diventati ormai gli argomenti più dibattuti dell'estate, ma nessuna recinzione od esercito raggiungerà mai gli scopi prefissati se non saranno i cittadini di Vicenza ad impossessarsi del Parco nella loro quotidianità. Pieno sostegno quindi a quanto espresso nei giorni scorsi dal collega consigliere Sandro Pupillo, ed alle associazioni che lo ribadiscono da tempo; lavoriamo su un progetto di animazione culturale che induca le persone a tornare a frequentare Campo Marzo non solo in occasione di specifici eventi, lavoriamo anche su progetti di piccola ristorazione e piccolo commercio, e sulla ricerca di "buone pratiche" che hanno investito positivamente realtà simili. Di Note ufficiali

Quella della sicurezza e della riappropriazione dei luoghi è oggi la "nuova frontiera", che attraversa in un modo o nell'altro tutte le nostre città. Alcuni luoghi, come i negozi di vicinato, la piazza del mercato, i parchi gioco, i

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cortili, stanno scomparendo, mentre altri punti di riferimento chiesa, servizi sociali e scolastici, si stanno allontanando dai cittadini, in città sempre più private delle loro caratteristiche storiche ed ambientali, deturpate, espropriate dal rapporto con il territorio che le circonda, e rese troppo informi od uguali fra loro. Ricreare qualità urbana e sociale nel parco storico è ciò che si deve fare. Ma senza sottovalutare le politiche di contesto, in quanto il ritorno al parco funzionerà se complessivamente viene ribaltata la logica con cui finora si sono sviluppate le città e si ricomincia dagli spazi pubblici. Valentina Dovigo - consigliere comunale Sel e Lista Civica

ECONOMIA&AZIENDE / LAVORO / FATTI

Vittime sul lavoro in Italia, ben 473 nel primo semestre di quest'anno Secondo l'ultima elaborazione dei dati INAIL effettuata dagli esperti dell'Osservatorio Sicurezza di Vega Engineering, è tragico il bilancio degli infortuni sul lavoro in Italia nel primo semestre 2017. Sono 473 le vittime registrate di cui 337 in occasione di lavoro e 136 in itinere. Nella graduatoria nazionale, le regioni che contano il maggior numero di vittime in occasione di lavoro sono l'Emilia Romagna e la Lombardia entrambe con 36 casi, seguite da Sicilia (31 vittime) e Veneto (29 decessi). L'unica regione in cui non è stato rilevato alcun incidente mortale è la Valle D'Aosta. A livello provinciale, si mantiene stabile al primo posto Roma con 14 casi registrati e un indice di incidenza sugli occupati pari a 7,9. Subito dopo si trovano Torino (12 morti), Pescara e Milano con 11 decessi. Di Comunicati Stampa

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La fascia d'età che comprende lavoratori tra i 55 e 64 anni continua a rimanere la più colpita: l'indice di incidenza sugli occupati è pari al 28,2 (31,5% del totale) con 106 casi registrati. A seguire troviamo la fascia dei 45 - 54 anni con 104 casi (indice di incidenza di 15,0, pari al 30,9% del totale). Analizzando la graduatoria in base all'indice di incidenza sugli occupati, il Sud e le Isole risultano essere le aree maggiormente colpite dal triste fenomeno delle morti bianche con un valore pari al 23,2 e 17,7. Segue il Nord Est con un indice del 16,2. Gli uomini coinvolti sono stati 314 pari al 93,2% dei casi, mentre il restante 6,8% è rappresentato dalle donne con 23 casi registrati. Gli stranieri ad aver perso la vita sul lavoro sono stati 49 (14,5% del totale), in particolare, nella zona Nord-Ovest della Penisola. Il settore economico non è determinabile per il maggior numero degli infortuni mortali accaduti sul lavoro (125 casi, pari al 37,1% sul totale). I settori determinati più colpiti sono le Costruzioni e le Attività Manifatturiere (50 e 45 casi) seguiti da Trasporto e Magazzinaggio (33 incidenti mortali).

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Il Fatto denuncia lo scaricabarile dei controllori: "risparmio tradito, il gatto Consob e la volpe Bankitalia" La Consob e la Banca d'Italia hanno vigilato sulle banche con la stessa micidiale efficacia del palo della banda dell'Ortica, che "vederci non vedeva un autobotte, però sentirci ghe sentiva un acident". L'autoritratto, dipinto dalla sentenza con cui la Consob sanziona amministratori e manager di Banca Etruria per aver ingannato il mercato quattro (sic) anni fa, costringe a stropicciarsi gli occhi. Nella primavera 2013 Banca Etruria chiede ai risparmiatori 220 milioni (100 di capitale e 120 di obbligazioni subordinate) per rimettere a posto un patrimonio bucherellato, ma non mette nel prospetto informativo tutte le informazioni sulla sua situazione economica, "circostanza questa", accusa la Consob, "che non ha consentito agli investitori di pervenire a un fondato giudizio". Di Rassegna Stampa

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Notizie fuorvianti o addirittura false, sulle quali la Consob nulla può perché " non è chiamata a svolgere verifiche in ordine alla veridicità delle informazioni riportate nel prospetto". Quindi ognuno può scrivere che cosa gli pare e se ne assume le responsabilità. Se i risparmiatori, che mancano di "educazione finanziaria" e quindi è sempre colpa loro, sapessero che la Consob approva ma non garantisce la veridicità del prospetto, chissà che fine farebbe il mercato finanziario italiano. Detto del gatto, passiamo alla volpe, la Banca d'Italia. La Consob accusa i passati vertici di Banca Etruria di non aver dato conto nel prospetto di una lettera di Bankitalia del 24 luglio 2012 che denunciava una situazione caratterizzata da "elementi di marcata anomalia che connotano i profili tecnici" e da "diffuse carenze negli assetti organizzativi e di controllo", accompagnata da "inerzia... nell'adozione delle misure sollecitate". Bankitalia ingiungeva di realizzare un aumento di capitale da almeno 100 milioni come "condizione indispensabile per la prosecuzione dell'attività aziendale", cioè per non fallire. MILIARDI BRUCIATI Agli istituti in crisi viene concesso di chiedere soldi ai soci nascondendo i buchi La Consob osserva che, con quell'indicazione, l'aumento di capitale avrebbe potuto essere giudicato dal mercato solo una boccata d'ossigeno per rinviare la resa dei conti. Ma nel prospetto non c'era scritto niente. La Banca d'Italia, però, secondo legge, aveva autorizzato l'aumento di capitale, solo che a lei spetta solo verificare che non contrasti "con una sana e prudente gestione". Di quello che viene scritto nel prospetto Palazzo Koch non si interessa, tocca alla Consob (se poi qualcuno si suicida, pazienza). Il particolare forse più orribile è che la Consob dice di aver avuto la lettera di Bankitalia -datata luglio 2012 - il 12 maggio 2016 da Nuova Banca Etruria. In pari data, come dicono loro, Consob ha ottenuto finalmente anche la lettera del governatore Ignazio Visco al presidente di Etruria Giuseppe Fornasari del 3 dicembre 2013 (due anni e mezzo prima). Se gli ispettori dell'autorità guidata da Giuseppe Vegas avessero telefonato al Fatto, avrebbero ottenuto la documentazione qualche anno prima. Comunque in quella lettera Visco scriveva che "a seguito dal progressivo degrado della situazione aziendale, la Banca Popolare dell'Etruria risulta ormai condizionata in modo irreversibile (...) e non è "più in grado di percorrere in via autonoma la strada del risanamento". Pochi giorni dopo la banca ha inserito nel prospetto delle subordinate in via di collocamento le indicazioni sulla lettera di Visco, in questo modo: i rilievi ispettivi di Bankitalia "non assumono in ogni caso un'entità tale da

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pregiudicare il mantenimento dei requisiti prudenziali". La Consob approva il supplemento al prospetto, Bankitalia tace, Vegas adesso dice che quella lettera l'ha vista solo nel 2016. I banchieri sanzionati si sono difesi dicendo che la Consob ha sempre saputo tutto. L'Autorità respinge l'accusa in modo suicida: nelle convulse settimane del 2013, "ancorché, nel fitto e articolato scambio di corrispondenza intercorso a vari fini tra la Consob, Banca Etruria e Banca d'Italia la documentazione poi acquisita formalmente il 12 maggio 2016 fosse stata più volte evocata, la Consob non ne aveva ancora la disponibilità nella sua interezza". Quindi, mentre Etruria piazzava sul mercato 220 milioni di titoli destinati a diventare carta straccia, Consob e Bankitalia evocavano. E, in attesa dell'interezza della documentazione, lasciavano fallire una banca. Non è un caso isolato. Nel 2015 la Consob ha multato gli ex amministratori di Banca Marche per non aver messo tre anni prima, nel prospetto sull'aumento di capitale da 180 milioni sollecitato da Visco, una lettera dello stesso governatore sulle "crescenti criticità della banca". Visco non si accorse di niente, gli accusati si difesero dicendo di non aver voluto "creare inutili allarmismi", quei 180 milioni sono sfumati il 22 novembre 2015 con il bail in. Resta un interrogativo per la Commissione parlamentare d'inchiesta. Quando Bankitalia ordina a Etruria di chiedere capitali freschi ai risparmiatori per non fallire, poteva la banca scrivere la verità nel prospetto, cioè "mi servono 220 milioni per non fallire"? Nessuno avrebbe sottoscritto i titoli e la banca sarebbe andata a gambe all'aria. Il mantra della stabilità incarnato da Visco non poteva accettarlo. Da qui l'assurdo balletto tra banca e vigilanza per il quale adesso Consob e Bankitalia, giudici di se stesse, scaricano la colpa su Fornasari & C. Se gli amministratori di Etruria hanno ingannato i risparmiatori, Bankitalia è stata il mandante e la Consob il palo. Di Giorgio Meletti, il Fatto quotidiano

FATTI

La "sagra della sopressa" di Valli del Pasubio ha incoronato il suo re: è il valligiano Mirko Zanetti Valli del Pasubio, un piccolo comune dell'alto vicentino con una grande eccellenza da proporre a tutti i buongustai: la deliziosa sopressa. Questa prelibatezza viene annualmente portata agli onori della cronaca e messa in mostra alla "Sagra della Sopressa", una manifestazione di primo ordine nel panorama berico, che quest'anno ha festeggiato i suoi primi 50 anni. Un anniversario di tutto rispetto che dà lustro alla comunità pedemontana con in prima fila le

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associazioni locali, tra le quali si deve ricordare la Pro Loco di Valli del Pasubio guidata dal presidente Livio Brandellero, e le amministrazioni comunali e regionali che si sono susseguite e che hanno riconosciuto l'importanza di far rivivere le tradizioni con lo sguardo però rivolto al futuro per coglierne le sfide. Di Luca Magrin

Domenica 6 agosto si è

svolto il principale appuntamento della sagra, ossia la premiazione del miglior insaccato 2017 "fatto in casa" (vedi foto allegate). All'esame di una scrupolosa e attenta giuria è stato incoronato re del concorso, il valligiano da generazioni Mirko Zanetti di 42 anni e abitante in via Ariche (nella foto con la targa ricordo). Il giovane operaio carpentiere e saldatore presso un'azienda di Torrebelvicino, ha sbaragliato per la seconda volta un'agguerrita concorrenza, dimostrando ancora una volta carattere e determinazione, infatti già nel 2015 ne era stato proclamato vincitore. Con molto umiltà e senso di riconoscenza, ha voluto dedicare la vittoria al padre Giuseppe e allo zio Mario, che varie volte si erano aggiudicati il trofeo negli anni precedenti e con le loro conoscenze e segreti gli hanno permesso di salire sul gradino più alto del podio.

FATTI / POLITICA

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A Vicenza parchi pubblici allo sbando ma l'amministrazione Variati punta sul verde Non tutte le ciambelle escono con il buco. Se da un lato le aree verdi cittadine sono in aumento, la gestione dei parchi pubblici sembra essere un problema difficilmente superabile dall'Amministrazione comunale. Fin dal suo ritorno a palazzo Trissino, il sindaco Achille Variati ha voluto imprimere un impronta green al suo governo, una scelta che, almeno in parte, si è rivelata un'arma a doppio taglio. Quando il prossimo anno i cittadini si ritorneranno al voto, Vicenza avrà, più o meno ultimati, due nuovi grandi parchi: quello nell'ex area Zambon, dove da poco sono iniziati i lavori, e il Parco della Pace. Sulle due aree gravitano pesanti incognite, ma più di tutto è l'esistente a preoccupare. Campo Marzo è un'area ancora da recuperare, Parco Querini è affollato solo dai conigli e a quello delle Fornaci serve, ancora, manutenzione. Insomma, bene ma non benissimo. Di Pietro Zanella

Fornaci, sia di nome che di fatto. "La fontana io l'ho vista accesa solo all'inaugurazione" racconta Maria, un'anziana signora che ogni giorno cerca rifugio dal caldo nel parco di via Farini. Delle tre fontane presenti si sono, effettivamente, perse le tracce. Oltre dieci anni fa, al taglio del nastro, il Comune annunciava: "Il parco, recintato, è dotato di un centinaio di piante, panchine, luoghi di ritrovo come un laghetto, tre fontane con giochi d'acqua, strutture ricreative come un campo da bocce, un percorso vita ed una pista da skate-board". Spuntando la lista ad oggi solo lo skatepark è attivo. Il prato ingiallito dal sole non viene mai annaffiato e così le piante lungo le siepi, il campo da bocce non è pervenuto, il laghetto ristagna e, appunto, le fontane non funzionano. Non sono rotte, ma attivarle, esattamente come il sistema d'irrigazione, costa troppo. A giugno di quest anno, il Comune è intervenuto. "La manutenzione di parco Fornaci è stata eseguita con interventi di vera e propria cura urbana, prestando particolare attenzione verso l'importante parco cittadino" dichiarò l'assessore Cristina Balbi mettendo sul piatto 12.949 euro per la

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manutenzione delle fontanelle (quelle per bere), l'acquisto di quattro nuove piante e la sistemazione dei bagni. Annaffiare il verde urbano, però, resta un optional così come la pulizia dei bagni e le famose fontane che pure avranno avuto un costo. La situazione al Querini. A parco Querini le cose non vanno molto meglio. Dopo i danni per l'alluvione, il verde è stato ripristinato. Il polmone cittadino, però, è quasi sempre deserto. Tolti gli sportivi, tanti i vicentini che corrono armati di cuffiette all'ombra dei viali alberati del parco, quelli della ginnastica e del Tai chi, organizzato per tutta l'estate all'interno del parco, il nulla. Per l'estate 2017 non è stato possibile nemmeno attivare il tradizionale chiosco dei gelati. Tra furti e la bassa affluenza il vecchio gestore non ha voluto ripartire. Nelle ultime settimane ci si è messa anche la cronaca nera, con l'ennesimo accoltellamento di questa estate forse legato a questioni di droga, avvenuto proprio all'interno delle antiche mura. La sorveglianza applica le regole: niente giuoco del calcio sul prato, si potrebbe danneggiare. Il giardino però è un porto senza vele e nel sottobosco accade un po' di tutto. Campo Marzo, una questione infinita C'è chi chiede l'intervento dell'esercito, chi degli alpini, chi maggiore animazione o nuove recinzioni. Qualsiasi sia la soluzione è evidente che Campo Marzo è una questione aperta, la più urgente probabilmente anche in vista delle elezioni. Inutile soffermarsi troppo sui diversi tentativi proposti dall'ottimo Stefano Dal Pra Caputo, il consigliere con specifica delega, la fotografia del Caffè Moresco recintato eppure assediato da senza tetto e tossici basta e avanza. I molteplici fatti di sangue delle scorse settimane, forse, sono una cartina tornasole troppo severa dello stato del parco che è comunque frequentato, ma il problema resta e rischia di peggiorare. Come si garantirà la sicurezza e la manutenzione dei nuovi parchi se non si riesce a farlo con quelli che già esistono? Con che costi? E ancora, servivano davvero nuove aree verdi come il gigantesco parco della Pace?

POLITICA / FATTI

Campo Marzo, Carlo Rigon (Fare! Con Tosi): "si preveda un mercato coperto" Carlo Rigon, coordinatore vicentino di Fare! Con Tosi, in una nota ufficiale dichiara: "Passerà alla storia come un'estate calda quella del 2017 a Vicenza, non tanto e non solo sotto il profilo metereologico quanto sul fronte della sicurezza di uno storico punto nevralgico della città, Campo Marzo. Non si vuole entrare nel merito dei temi di competenza dell'amministrazione statale, pur auspicando l'attribuzione di nuovo personale alla Questura di Vicenza e

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l'applicazione del cd. "decreto Minniti" anche nella parte che prevede il rimpatrio per i richiedenti asilo sprovvisti dei necessari requisiti per ridurre la pressione che grava sulla città, ma proporre una seria riflessione sui margini di intervento dell'amministrazione comunale. Di Note ufficiali

Riteniamo che il degrado in Campo Marzo sia frutto del suo abbandono, del suo essere un luogo al più di passaggio quando non un vero e proprio "non luogo", privo di un ruolo definito nel tessuto del centro storico; e si sa che gli spazi vuoti sono il terreno preferito da chi ha bisogno di svolgere le proprie "attività" lontano da sguardi indiscreti. In quest'ottica l'idea di recintare il parco rischia di essere più dannosa che utile, poichè regalerebbe ancora più protezione a chi non si spaventa certo di fronte ad una ringhiera da saltare; nè può essere considerata una soluzione definitiva la realizzazione di un presidio fisso della polizia locale, poichè gli attuali "fruitori" non farebbero altro che cercarsi un altro "non luogo" da occupare. Siamo dell'idea che serva il coraggio di proporre soluzioni più radicali che consentano alla città di reimpossessarsi di questo spazio tutti i giorni dell'anno, non con occasionali eventi ludici o culturali che, una volta terminati, restituiscono il parco cittadino ai suoi tristemente noti fruitori abituali. E allora, se gli elementi su cui l'amministrazione comunale ha fondato la propria convinzione che a Vicenza serva un mercato coperto sono concreti al punto da aver ipotizzato la sua realizzazione nel complesso dell'exmacello di viale Giuriolo (sperando che siano un po' più concreti di quelli che avevano portato alla previsione di realizzare un albergo di lusso nella medesima area, ndr), perchè non dirottare tale funzione in Campo Marzo, magari prevedendo la realizzazione di una tensostruttura lungo l'ampia sede pavimentata di viale Dalmazia? La strada verso una maggiore sicurezza urbana esige che i cittadini si riapproprino dei vuoti urbani, un percorso in cui però l'amministrazione comunale non può sottrarsi dalla responsabilità di esserne promotore."

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FATTI / POLITICA

BPVi e Veneto Banca, Laura Puppato (PD): "Zaia polemizza per ritardo commissione d'inchiesta ma tuonava contro Bankitalia" La senatrice Laura Puppato (PD) in una nota ufficiale afferma: *Non è vero che Roma è ferma sulle banche, anzi si sta lavorando anche ad agosto per questa commissione di conciliazione e presto arriveranno le risposte attese. Quanto alla commissione d'inchiesta convengo che si sarebbe dovuta insediare a giugno, ma è una bicamerale e questo rallenta molto autorizzazioni e conseguenti attività. Purtroppo come è noto luglio è stato un mese intenso per il Senato con numerosi provvedimenti urgenti come lo stesso decreto banche. Comunque a settembre dovrà partire". Di Note ufficiali

"Stupiscono invece due cose - ha aggiunto - la prima è che Luca Zaia attenda una commissione d'inchiesta come fosse la voce della verità quando la sua giunta ha contestato, rigettandolo, il risultato di un'altra importante commissione d'inchiesta, quella sul ciclo dei rifiuti che ha analizzato la vicenda pfas rendendo evidenti le lacune regionali. La seconda che lui si esprima da cittadino che nel bar verifica ciò che accade come se non ne fosse coinvolto, in prima persona".

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Si allega al presente comunicato una pagina di giornale che riporta le due dichiarazione all'assemblea di Veneto Banca del 2014 dove confermava fiducia a Vincenzo Consoli e bacchettava Banca d'Italia per i severi controlli aizzando la folla di 6.000 azionisti contro le vessazioni della vigilanza di Roma. Ad oggi, l'unico reato certo ora è "ostacolo alla vigilanza" e lui ci ha contribuito con le due scellerate dichiarazioni pubbliche. Davvero una smemoratezza che rende fragile ogni parola detta ora.

POLITICA

Referendum su autonomia del Veneto, Luciano Parolin: una Radio Televisione Veneta e risparmi postali veneti usati in loco Parteciperò con alcuni Comitati al Referendun per il SI, dichiara nella nota che pubblichiamo Luciano Parolin. Ma, continua Parolin, come sempre con proposte operative fattibili, non con propaganda contro o altro. Quindi di seguito espone 2 proposte da sviluppare ritenute già ora molto valide da vari interlocutori. L'articolo 116 della Costituzione recita: "Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale ecc." Di Note ufficiali

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"Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia - prosegue l'articolo 116 -, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'art. 119. L'articolo 117 della Costituzione dichiara: "La Regione emana per le seguenti materie norme legislative... sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse nazionale e con quello di altre Regioni: polizia locale urbana e rurale; fiere e mercati; beneficenza pubblica ed assistenza sanitaria e ospedaliera; istruzione artigiana e professionale e assistenza scolastica; musei e biblioteche di enti locali; urbanistica; turismo ed industria alberghiera; tramvie e linee automobilistiche d'interesse regionale; viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale; navigazione e porti lacuali; acque minerali e termali; cave e torbiere; caccia; pesca nelle acque interne; agricoltura e foreste." La modifica operata dalla legge Costituzionale n. 3/2001 all' art. 117, introduce il criterio di riparto delle competenze legislative fra stato e regioni più coerente con un modello di stato federale. Basterebbe questo per valorizzare il Referendum. Ma veniamo alle proposte suggerite ai Comitati Referendari: - "Non si parla di comunicazione, tutto è lasciato in mano Nazionale cioè al Governo. Perché non contrattare col governo l'Istituzione di RTV cioè Radio Televisione Veneta? Usufruendo delle decine di Radio giornali indipendenti, senza sigle governative?" - "Cassa depositi e prestiti. La Banca postale del Governo. I risparmi Postali dei Veneti sono tanti e vanno a finire nel calderone romano utilizzato per sostenere Alitalia e altre porcherie. Perché i nostri risparmi non restano in Veneto e servono per aiutare le nostre aziende che producono reddito?"

POLITICA

Antonio Coppola per il Torrione di Porta Castello e Avagnina e Villa per la Fondazione Roi, Liliana Zaltron di M5S pressa l'assessore Michela Cavalieri sugli snodi dei due "casi" In data 25/07/2017 in occasione del consiglio comunale e della discussione sul Torrione di Porta Castello avevo chiesto, scrive Liliana Zaltron capogruppo del Movimento 5 Stelle Vicenza nella nota che riportiamo, ripetutamente all'assessore Michela Cavalieri

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che mi fossero trasmesse urgentemente le visure della Osteon Technologies srl ed, essendo questa una holding, anche le visure delle partecipate... Ritenendo che detta documentazione fosse necessaria come base prima di qualsiasi altra analisi e che quindi sarebbe dovuta essere a disposizione dell'amministrazione mi aspettavo di riceverla, come peraltro richiesto, il giorno successivo. Di Note ufficiali

Invece ad oggi, 10 agosto 2017, non mi è stato trasmesso ancora nulla. Quella di non rispondere o di farlo con molto ritardo sembra essere una prassi consolidata da parte dell’amministrazione. Anche per quanto riguarda la richiesta di accesso agli atti dei verbali dei Cda della Fondazione Roi relativi alle delibere di acquisto di azioni della Banca Popolare di Vicenza dal 2009, richiesta inoltrata in data 07/07/2017 ad oggi 10/08 non è pervenuto ancora nulla. E anche in questo caso, considerando che all’interno del Cda era (la dr.ssa Elisa Avagnina, ndr) ed è (il prof. Giovanni Carlo Federico Villa, ndr) presente un componente del Comune, questi documenti dovrebbero essere agli atti del Comune. E allora cosa aspetta l’amministrazione a consegnare quanto richiesto? Di quanto tempo necessita per rispondere alle richieste dei consiglieri? Nel frattempo in merito alle visure della Osteon Tecnologies su un articolo di VicenzaPiù del 26/07/2017 – che si è dimostrata ancora una volta essere molto più veloce dell’assessore- si legge: “…la Osteon Technologies srl con Antonio Coppola socio unico, la società che ha acquistato all'asta il Torrione, è una srl di partecipazione con 10.000 euro di capitale e 9 milioni di debiti (affidamenti) bancari. Controlla al 100% la Biomax spa con 120.000 euro di capitale che ha sempre Coppola come amministratore unico e come sindaci tutti professionisti partner di Adacta con presidenteTommaso Vio, il professionista sempre come sindaco che ha preso il posto nella Zonin spa di Andrea Valmarana , ora vicepresidente della Fondazione Roi. La Biomax International infine è partecipata al 70% da Osteon Technologies e al 30% da QuatroH società di diritto inglese con 10.000 euro di capitale e con soci italiani... Nulla di meno che lecito, ma di certo la fretta e la scarsa trasparenza dell'operazione, che avrà messo di certo in difficoltà anche l'assessore Michela Cavalieri, di cui nei conciliaboli in aula si ricordava l'essere cognata proprio di Tommaso Vio…..”

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Sollecitiamo nuovamente l’assessore Cavalieri a fornirci quanto richiesto. Liliana Zaltron Movimento 5 Stelle Vicenza

POLITICA / SCUOLA E FORMAZIONE

La regione Veneto conferma il buono-libri anche per il prossimo anno scolastico La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell'assessore alla Scuola Elena Donazzan conferma anche per il nuovo anno scolastico 2017-18 il buono-libri per gli alunni meno abbienti. Vi potranno concorrere gli alunni della scuola dell'obbligo e della secondaria superiore (compresi i frequentanti i corsi triennali e quadriennali di formazione professionale) con un Isee familiare non superiore ai 18 mila euro. In via prioritaria il buono-libri verrà assegnato ai richiedenti di ‘prima fascia'. con indicatore di reddito familiare equivalente che non superi i 10.632,94 euro. Nel caso in cui i fondi (ammonta a 5 milioni di euro lo stanziamento previsto) non risultassero tutti impegnati, le risorse residue saranno assegnati anche ai richiedenti della seconda fascia. Di Comunicati Stampa

Il buono regionale coprirà le spese di acquisto di libri di testo, elaborati come dispense e ricerche, audiolibri per i non vedenti, ausilii per la didattica. Potrà coprire anche le spese per acquisto di computer, tablet, lettori di libri digitali, assicurando un contributo sino a 100 euro. "Il buono-libri è una delle misure, come il buono-scuola o i contributi per il trasporto scolastico, con cui la Regione Veneto assicura il diritto allo studio ai ragazzi delle famiglie con minori capacità reddituali - osserva l'assessore alla scuola - sia che frequentino la scuola pubblica, sia quella paritaria o privata". Le domande per il buono-libri vanno presentate al Comune di residenza a

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partire dal 16 settembre e sino al 16 ottobre. Spetterà poi al Comune verificare le richieste e inoltrarle alla Regione veneto.

FATTI

Donna non più libera di girare nella città di Vicenza: lettera al sindaco e agli amministratori Non avrei mai pensato che un giorno non sarei stata libera. Si! Non mi sento più libera di girare in una città come Vicenza anche in pieno giorno. Ho cinquant'anni non quindici o venti, ma nonostante ciò ho paura quando vengo a Vicenza. Sono di un altra città, a Vicenza ho il dentista. L'altro giorno alle ore 14 ho parcheggiato la macchina in centro, al parcheggio di via Cattaneo; quando sono tornata alle macchinette per il pagamento del ticket, c'erano quattro uomini seduti per terra che hanno iniziato ad importunarmi con vari appellativi e considerazioni sul mio corpo. Mi sono girata e non c'era nessuno perché il caldo quel giorno era fortissimo. Di Citizen Writers

Non sono bellissima e nemmeno tanto giovane, ma in quel momento mi sentivo una preda indifesa di quei quattro uomini. Ho avuto paura. Ero sola. Ho pagato velocemente mentre venivo bersagliata da numerosi compiaciuti appellativi e mi sono avviata molto velocemente alla macchina, chiudendola immediatamente. Fortunatamente non mi è accaduto nulla di grave, ma in quel momento non mi son sentita libera e non mi sentirò libera di parcheggiare li la prossima volta che vengo dal dentista, perché ho avuto paura. La prossima volta cosa mi potrebbe accadere? E se avevo 20 anni oppure 15, cosa avrebbe fatto il branco? Perché devo

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aver paura di girare in pieno giorno? Quante donne prima di me erano state importunate? Come dicevo non sono più giovanissima, ho cinquant'anni non vesto in modo appariscente, ho poco trucco in volto. Sono un'insegnante d'arte in un Liceo. Sono moglie e madre, ma prima di tutto Donna. Donna non più libera di girare a Vicenza. Forse gli uomini, forse gli amministratori di Vicenza non si stanno rendendo conto di quanto sia pericoloso per una donna girare anche in pieno giorno per le strade di Vicenza. Sembra non abbiano figlie, mogli o madri. Basterebbe poco, un po' di sorveglianza, la polizia locale dovrebbe cacciare chi si apposta nei parcheggi o ciondola vicino alle macchinette per pagare un ticket o fuori dai supermercati, cacciare tutti quegli uomini che si appostano, di qualunque etnia. Non ce l'ho con nessuno e mi rendo conto che la situazione è difficile per tanti disoccupati e immigrati, ma trovo inconcepibile che non si faccia nulla per arginare questa cosa. Cari amministratori chiedete alle vostre figlie, alle vostri mogli, alle vostre madri quante volte sono state importunate in pieno giorno in città. Provate a chiedere quante volte si sono sentite a disagio o hanno avuto paura. Mi auguro davvero facciate qualche cosa, per la vostra città, Vicenza e per tutte quelle donne che tanto amate. Maria Menguzzato

ECONOMIA&AZIENDE

Fondazione Roi, Manuel Brusco (M5S) supporta Zaltron: "dove sono verbali? Solo per bilancio 2015 revisore Alfredo Giampaolo Righetto 'omette' frase su assenza di conflitto di interessi e di rischi per patrimonio" "L'Abc della Finanza (fonte Morningstar) insegna che per abbassare il rischio complessivo del proprio ‘portafoglio' bisogna diversificare gli investimenti. Questo significa, in sostanza, possedere strumenti che si muovano in maniera indipendente l'uno dall'altro". Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Manuel Brusco che spiega come "questa affermazione si può trovare in qualunque studio che approfondisca argomenti finanziari, ed è la regola base contenuta nei questionari MIFID, che valutano il rischio finanziario di un cliente e che ne possono limitare l'operatività".

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Di Note ufficiali

"Questo, in quanto nel bilancio della Fondazione Roi - continua l'esponente Pentastellato che trasferisce in Regione le obiezioni della capogruppo M5S di Vicenza Liliana Zaltron anche su nostre sollecitazioni - il presidente del Collegio dei revisori dei conti, il dr. Alfredo Giampaolo Righetto, scrive, nella relazione allegata al bilancio, (il grassetto evidenzia la parte significativa, e la frase è identica nei bilanci 2010, 2013, 2014, mentre, dopo la maxi perdita, nel 2015, la parte in grassetto scompare): ‘(omissis) abbiamo partecipato a tutte le adunanze del Consiglio di Amministrazione, (omissis) possiamo ragionevolmente assicurare che le azioni deliberate sono conformi alla legge e allo statuto sociale, e non sono manifestamente imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interesse o tali da compromettere l'integrità del patrimonio della associazione'. Come valutare tale affermazione palesemente in contrasto con l'Abc della Finanza?". "Non occorre avere un ‘Master honoris causa in Banca & Finanza' - osserva il consigliere regionale - per capire che investire metà del patrimonio finanziario in un solo titolo, peraltro della società del doppio presidente, si configura come un atto imprudente, azzardato e in conflitto di interessi, tale da compromettere, come avvenuto, l'integrità del patrimonio della Fondazione". "Tale affermazione - sottolinea Brusco - fa parte dei documenti di bilancio e, pertanto, è stata condivisa e approvata negli anni da tutti i componenti del CdA. In verità, si può dire che gli schemi di bilancio sono molto sintetici e, nella parte specifica, a partire dal 2011, non forniscono informazioni sulla composizione della voce titoli". "La domanda sorge quindi spontanea - afferma il consigliere M5S era nota o meno la composizione dei titoli, non descritta nella documentazione, oppure era conosciuta solo da pochi intimi? Il Collegio Sindacale ne era al corrente?". "Ricordiamo ancora una volta - conclude Manuel Brusco - che stiamo attendendo i verbali dei CdA della Fondazione Roi, relativi alle delibere di acquisto di azioni BpVi, dal 2009 in poi". Manuel Brusco, consigliere regionale M5S Veneto Liliana Zaltron, consigliere comunale M55 Vicenza

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POLITICA / FATTI

Referendum autonomia Veneto, Patrizia Bartelle (M5S): "soldi spesi per nulla" "Non sono sorpresa del fatto che il Corecom abbia proposto l'archiviazione dei miei esposti in cui denuncio gli abusi della Lega Nord in materia di violazione di par condicio sul referendum per l'autonomia del Veneto". Esordisce così la consigliera regionale del M5S Patrizia Bartelle che incalza: "Cosa ci si può aspettare quando c'è la coincidenza fra controllato e controllore, dal momento in cui la maggioranza dei componenti del Corecom è stata nominata dalla maggioranza imperate in regione? Mi aspetto quindi che AGICOM ripristini prontamente la legalità così clamorosamente violata." Di Note ufficiali

Tiene inoltre a precisare che: "il M5S, in linea di principio, è sempre favorevole a che i cittadini possano esprimersi direttamente sulle questioni che ci riguardano. Qui però ci troviamo di fronte a un referendum truffa, che sta costando ai veneti ben 14 milioni di euro di danno erariale. L'art. 116 della Costituzione prevede infatti che si possano ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia solamente in tema di organizzazione di giudice di pace, istruzione, ambiente, ecosistema e beni culturali. La procedura costituzionale non prevede affatto la celebrazione d'un referendum, inutile e dispendioso, ma che l'intesa fra Stato e Regione debba essere raggiunta dopo aver sentito gli enti locali e nel rispetto dei principi finanziari e di bilancio sanciti dall'articolo 119. La Lega sta quindi gettando fumo negli occhi dei veneti, perché si tratta di un referendum illegittimo proprio in quanto non previsto dalla stessa Costituzione: non è che la Lega stia perseguendo, con mezzi più astuti, gli stessi obiettivi degli indipendentisti veneti?"

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"Tengo a precisare che io sono italiana, e sono fermamente contraria alla secessione del Veneto dall'Italia. Gli elettori veneti devono sapere che l'eventuale approvazione d'un referendum sull'autonomia non comporterà affatto, come la propaganda leghista vuol far credere, che i soldi delle tasse rimarranno sul nostro territorio, perché per questo ci vorrebbe una modifica della Costituzione. Con il referendum della Lega si spendono soldi invece di guadagnarne. Trovo poi sconcertante che il mio esposto al Corecom, che vigila sul rispetto della par condicio, rischi di slittare perché le autorità garanti del Veneto hanno deciso la serrata degli uffici nella settimana di ferragosto, interrompendo di fatto un pubblico servizio."

FATTI / POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Lettera di Patrizio Miatello dell'associazione Ezzelino III di Onara a Luca Zaia e Manuela Lanzarin Qui di seguito la lettera che Patrizio Miatello dell'associazione Ezzelino III da Onara ha inviato oggi al governatore della regione Veneto Luca Zaia e all'assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin in seguito all'incontro di martedì scorso: "A seguito dell'incontro di martedì 8 agosto 2017, nel ringraziarVi per l'immediata e concreta vostra disponibilità, con la presente Vi confermiamo quanto segue: 1) mettiamo a disposizione della Regione e della Commissione d'inchiesta regionale, l'istanza di accesso agli atti presentata alla Procura di Vicenza relativi al procedimento penale Banca Popolare di Vicenza n. 5628/15 R.G. n.r. P.M. Luigi Salvadori il 27 luglio 2017 tramite il ns. Prof.Avv. Rodolfo Bettiol; Di Note ufficiali

2) mettiamo a disposizione della Regione e della Commissione d'inchiesta regionale, tutti gli atti acquisiti in data 29/03/2017 dalla Procura di Roma nel procedimento penale Veneto Banca n. 60908/14 R.G. n.r. P.M. SabelliCalabretta - Pesci, oltre a tutto il lavoro svolto di analisi, verifiche, conteggi, controlli incrociati da parte dei nostri professionisti Prof. Avv. Rodolfo Bettiol, Tribuatrista Loris Mazzon e dal sottoscritto. Ringraziandovi nuovamente siamo a Vostra completa disposizione per © 2008 - 2017 VicenzaPiù - www.vicenzapiu.com


procedere, confermandovi che la commissione d'inchiesta avrà a disposizione tutto l'immenso materiale, atti, prove di Banca d'Italia, Consob , BCE, Guardia di Finanza, Polizia giudiziaria, Consulenze tecniche, Audit bancario, intercettazioni ecc., per capire che la vicenda è una truffa colossale di massa che ha trasformato i risparmiatori in vittime innocenti che devono essere tutelati, non certo dimenticati. In attesa porgiamo i nostri più cordiali saluti".

Nota esplicativa

Martedì 8/8/2017 a seguito intese delle associazioni ( https://ezzelinodaonara.org/2017/08/02/incontro-associazioni-2-agosto-2017san-giorgio-in-bosco/) si è svolto l'incontro a Palazzo Balbi Venezia con l'assessore regionale Manuela Lanzarin a cui è intervento il Presidente della regione dr. Luca Zaia, con i rappresentanti delle associazioni risparmiatori aderenti al fondo regionale, riportiamo i punti dell'incontro: 1) Patrizio Miatello ass.ne Ezzelino III a Onara ( in delega di Codacons , Confedercontribuenti, Azioni Vitale, Adico, Apindustria ) procede con la richiesta condivisa dalle associazioni, della proposta di utilizzare parte del fondo regionale € 79.000,00 per acquisire gli atti dalla Procura di Vicenza relativi al procedimento penale n. 5628/15 R.G. n.r. P.M. SALVADORI per i reati di aggiotaggio e ostacolo della vigilanza, da suddividere per le 11 associazioni aderenti al fondo, da parte del Presidente Luca Zaia e dall'assessore Manuela Lanzarin, è stato dato immediato benestare per l'utilizzo del fondo, con la possibilità che la Regione si costituisca parte civile direttamente per l'acquisizione degli atti per poi consegnare alle associazioni risparmiatori, Patrizio Miatello propone e mette a disposizione alla Regione l'utilizzo della costituzione di parte offesa concessa dal P.M. di Vicenza e la richiesta di tutti gli atti già presentate alla Procura di Vicenza. 2) da parte della dr Giovanna Capuzzo di Federconsumatori e dr Erica Zanca Lega consumatori (in delega ADICONSUM, ADOC, UNINONE NAZIONALE CONSUMATORI) è stata segnalata la possibilità che il Governo a settembre proceda con una decreto legge che potrebbe rendere gratuito l'accesso agli atti, pertanto vengono considerate tutte le possibilità, aggiornando al prossimo incontro fra le associazioni da farsi verso fine Agosto 2017, la dr Giovanna Capuzzo ha inoltre richiesto la semplificazione per il fondo regionale con la possibilità di suddivisione fra le associazioni, condiviso da tutti i presenti Caterina Baratto del Coordinamento Don Torta (Noi che credavamo nella BPVI, Casa del Consumatore Schio, ) e Movimento difesa del Cittadino e Ezzelino III da Onara, il Presidente Luca Zaia e l'assessore Manuela Lanzarin hanno confermato invitando di formulare all'amministrazione una proposta unitaria e concertata, in modo da velocizzare e ottimizzare l'impiego delle risorse regionali, trovando ampia condivisione nei presenti" 3) Il Presidente Luca Zaia comunica che da parte della Regione verrà riaperta la Commissione d'inchiesta Regionale, in modo da collaborare con la costituente Commissione d'inchiesta Parlamentare, Patrizio Miatello Ezzelino III da Onara (come da proposta https://ezzelinodaonara.org/2017/05/27/commissione-di-inchiestarisparmiatori-veneto-banca-popolare-di-vicenza/

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) conferma l'immediata disponibilità di mettere a disposizione gli atti acquisiti e i propri professionisti Prof. Avv Rodolfo Bettiol, Tributarista Loris Mazzon a supporto della Commissione d'inchiesta regionale. Quanto sopra per rafforzare le richieste fatte al Governo impegnato dalla Camera il 13 luglio 2017 (votato all'unanimità dal Parlamento) e impegnato dal Senato il 26 luglio 2017, 1) della costituzione e istituzione del Fondo Vittime da reati bancari per i 205.000 risparmiatori coinvolti da questa truffa colossale di massa perpetrate dalle banche popolari, che vada a restituire il danno subito dai Risparmiatori. 2) del recupero urgente e immediato dei 60 milioni già messi a disposizione delle ex banche, e pagamento per i casi sociali welfare a settembre 2017, casi sociali di cui 543 a rischio di suicidio (dati servizio INOLTRE tel 800334343) 3) del recupero dei 180 milioni in avanzo della transazione delle ex banche, per le transazioni individuali che erano già in corso con Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. 4) tutela dei risparmiatori e imprese esposti con mutui e fidi coinvolti con la truffa delle quote di banche Cooperative da € 62,50 BPVI e € 40,50 VEBA, trasformate forzatamente in azioni di S.P.A. dal valore annullato che ha provocato ulteriori danni (legali) ai risparmiatori derubati e trasformati in debitori dalle Banche SPA carnefici, che ora in liquidazione andranno a recuperare i debiti inesistenti creati da qeusta truffa colossale di massa. 5) tutela dei circa 70.000 risparmiatori che hanno accettato con sofferenza la proposta di transazione tombale del 15% rinunciando al 85% dei risparmi solo per la certezza che le 2 banche si sarebbero fuse e con la conseguente possibilità di recupero legata anche alla continuità delle banche, ora a rischio di revocatoria da parte dei liquidatori che in base alla legge possono chiedere di ritorno i soldi transati, con rischi incalcolabili. Le associazioni si sono rese disponibili attivamente per individuare e aiutare a trovare le soluzioni e hanno richiesto un ulteriore incontro al Governo il 31 luglio 2017, (https://ezzelinodaonara.org/2017/07/31/richiesta-incontrourgente-con-il-governo-31-luglio-2017/ ) in attesa di conferma. Come già più volte avvisato, il mancato e immediato intervento a tutela dei risparmiatori e delle imprese coinvolte, mette a rischio l'intero sistema economico del Nordest e dell'Italia. Vista la gravità della situazione e l'urgenza è stata indetta la MANIFESTAZIONE RISPARMIO RUBATO per il 04 OTTOBRE 2017 a ROMA per sollecitare gli impegni presi dal Governo, Camera e Senato.

FATTI / POLITICA

Campo Marzo, Dario Rotondi: "alcol vietato per un mese in due negozi

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limitrofi" Contro il degrado e per tutelare la tranquillità dei cittadini in due negozi della zona di Campo Marzo l'amministrazione comunale ha vietato per un mese la vendita di alcolici. Si tratta dell'Asia African Market di via Gorizia 7 e del Trading Lu di via Battaglione Monte Berico 11/15, nei quali quindi da domani per 30 giorni dalle 10 alle 7 del giorno successivo è vietata la vendita per asporto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione. In tali orari, i gestori delle due attività dovranno rimuovere le bottiglie e lattine contenti alcol dagli scaffali o da ogni altro luogo o supporto destinato alla vendita al pubblico. Entrambi i negozi sono stati oggetto in passato di analoghi provvedimenti. Di Comunicati Stampa

L'ordinanza che vieta la vendita di alcol è stata disposta dal sindaco Achille Variati per contrastare i fenomeni di degrado e tutelare la tranquillità dei cittadini ed è stata firmata questa mattina, in sua assenza, dall'assessore alla sicurezza Dario Rotondi. "Con questa ordinanza - dichiara l'assessore Rotondi - il Comune esercita appieno i poteri che gli sono attribuiti in materia di sicurezza urbana e che sono stati potenziati dalla recente 'Legge Minniti'. L'eccezionalità della situazione richiede però un sensibile aumento delle risorse disponibili a favore della sicurezza, rende necessario l'adeguamento delle strutture del sistema sicurezza ed impone un ulteriore serio adeguamento della legislazione vigente, allo scopo di rendere inoffensivi, senza alcuna distinzione, tutti coloro che mettono in pericolo la piena vivibilità delle nostre città". Il provvedimento è scattato in particolare in seguito alle numerosissime contestazioni mosse dalla polizia locale dall'inizio dell'anno ad oggi nel corso dei 993 interventi effettuati nella zona dalle pattuglie antidegrado (162 violazioni per detenzione e consumo di alcol in aree pubbliche e 32 violazioni per ubriachezza in luogo pubblico) e alla constatazione, avvenuta anche attraverso le telecamere in dotazione al comando, che chi beve alcol a Campo Marzo si rifornisce soprattutto in questi due negozi. L'ordinanza tiene inoltre conto delle recenti violente risse avvenute nel parco tra ubriachi "armati" di cocci di bottiglie di vetro.

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La necessità di mantenere e rafforzare una costante vigilanza e repressione dell'utilizzo di bevande alcoliche è stata peraltro sottolineata anche in occasione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto il 31 luglio scorso sulla situazione di Campo Marzo.

ECONOMIA&AZIENDE / FATTI

La Camera di Commercio ha presentato i risultati dell'analisi congiunturale dell'economia vicentina nel 2° trimestre 2017 La Camera di Commercio ha diffuso oggi i risultati dell'analisi congiunturale dell'economia vicentina nel 2° trimestre 2017 dai quali si evince che, dopo la fase di forte crescita dei mesi tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017, la fase di espansione registra un rallentamento. I dati più significativi riguardano le variazioni destagionalizzate della produzione e del fatturato rispetto al 1° trimestre: i livelli produttivi sono aumentati dello 0,4% e i ricavi dell'1,7%. Anche la variazione della serie degli ordini sul mercato interno risulta meno intensa rispetto ai due precedenti trimestri mentre riprendono vigore gli ordinativi provenienti dall'estero. Gli imprenditori mostrano cautela rispetto all'andamento produttivo nei prossimi mesi: la quota di imprenditori che prevedono un aumento della produzione, opportunamente destagionalizzata, risulta infatti in diminuzione di un punto percentuale rispetto alla precedente indagine. Di Comunicati Stampa

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Secondo l'ultimo Bollettino della Banca d'Italia, a livello internazionale, viceversa, l'espansione del ciclo economico appare in progressivo consolidamento: gli scambi commerciali, sostenuti dall'andamento degli investimenti nella maggior parte delle economie, sono in accelerazione dalla fine del 2016 e nei mercati finanziari la volatilità si colloca su valori molto bassi. Resta tuttavia elevata l'incertezza sulle politiche economiche a livello globale, che potrebbe avere ripercussioni negative sulle valutazioni degli investitori: negli Stati Uniti non sono ancora stati definiti i tempi e i dettagli delle misure di espansione fiscale annunciate all'inizio dell'anno ed eventuali iniziative di protezione commerciale potrebbero ripercuotersi sugli scambi internazionali. A ciò si aggiungono le nuove tensioni in Nord Corea e Venezuela nonché i temi irrisolti dei focolai di crisi economica e umanitaria in Africa e in Medio Oriente. A livello locale resta da misurare l'impatto su famiglie e imprese dell'acquisizione da parte del gruppo Intesa San Paolo delle ex Popolari Venete. Pur restando su livelli ancora non fisiologici, nel 2° trimestre 2017 la discesa del numero di ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è stata rilevante: da 2 milioni di ore nel 1° trimestre a 1,5 milioni di ore nel 2° trimestre (-23,3%). Le ore complessive di CIG nei primi sei mesi del 2017 sono state 3,5 milioni, un valore nettamente inferiore ai 5,1 milioni dello stesso periodo del 2016 (-31,6%). La forte riduzione delle ore autorizzate è dovuta alla componente ordinaria (CIGO) che è passata da 965 mila ore a 422 mila (-56,2%) mentre sia la componente straordinaria (CIGS) sia quella «in deroga» sono risultate in aumento: nel 2° trimestre sono aumentate rispettivamente da 860 mila a 883 mila (+2,7%) e da 189 mila a 238 mila ore (+26%). Va sottolineato che i dati relativi alla CIGS sono di difficile lettura sotto il profilo congiunturale poiché le ore autorizzate sono spesso riferibili a ore di sospensione effettuate in mesi diversi. Inoltre una quota sempre più rilevante di attivazioni di CIGS è riconducibile a contratti di solidarietà: su ciò ha influito la nuova disciplina dettata dal Jobs Act (concretizzata nel D.lgs. 148/2015) che ha previsto i contratti di solidarietà come causa specifica di CIGS e ne ha incentivato in vari modo il ricorso. Nel 2° trimestre 2017 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni al Registro delle Imprese è positivo: +382. Il saldo è positivo soprattutto nel commercio, nei servizi alle imprese e nell'agricoltura. Nei primi sei mesi del 2017 il saldo è di -282; nel periodo gennaio-giugno 2016 il saldo era pari a -146. Gli addetti alle unità locali ubicate in provincia sono passati da 306.551 del 1° trimestre a 310.873 del 2° trimestre (+1,4%) e più in particolare gli addetti alle unità locali che svolgono attività manifatturiere sono aumentati da 136.364 del 1° trimestre a 138.125 del 2° trimestre (+1,3%). Le aperture delle procedure concorsuali nel 2° trimestre 2017 sono diminuite rispetto al 1° trimestre: 21 nel 2° trimestre, contro 30 nel 1° trimestre (-30%). Ampliando l'orizzonte temporale si osserva che nei primi sei mesi del 2017 l'apertura di procedure concorsuali ha riguardato un numero molto più limitato di imprese rispetto allo stesso periodo del 2016: 47 imprese nel periodo gennaio-giugno 2016 contro 108 nel periodo gennaio-giugno 2016 (-52,8%). Nell'ambito di queste procedure i fallimenti sono 19 nel 2° trimestre 2017, 28 nel 1° trimestre 2017: per questo indicatore si sta quindi lentamente ritornando su valori pre-crisi. Pur scontando il limite di rappresentare una parte limitata degli strumenti di pagamento, l'ammontare del monte protesti è un indicatore della capacità

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delle imprese e delle famiglie di far fronte alle proprie obbligazioni; ebbene nel 2° trimestre 2017 si può constatare un ulteriore miglioramento soprattutto per quanto riguarda gli importi: l'ammontare protestato nel 2° trimestre è stato di 650 mila euro in netta diminuzione rispetto al dato del 1° trimestre (la variazione è -52,1%); anche il numero di effetti protestati è diminuito seppur in modo più contenuto (da 659 a 637, -3,3%). L'ammontare complessivamente protestato nei primi sei mesi del 2017 è stato di 2 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 5,2 milioni di euro nei primi sei mesi del 2016 (-61,7%). Al 31 maggio 2017 lo stock di prestiti bancari alle imprese vicentine è stato di 15,6 miliardi in leggero aumento rispetto al dato di fine dicembre (+2,1%); lo stock dei prestiti di fine maggio sembra confermare la fase di stabilizzazione iniziata nella seconda metà del 2016: sono in ripresa soprattutto i prestiti alle imprese del settore manifatturiero mentre resta molto basso lo stock di prestiti alle imprese attive nel settore delle costruzioni. Nonostante il problema irrisolto dei crediti deteriorati e delle relative riserve da accantonare nei bilanci delle banche e la fase di transizione degli istituti veneti, sembra che la stretta creditizia si sia fermata, ma per poter parlare di "punto di svolta" servirà ancora tempo. Dopo i forti aumenti dei trimestri precedenti, nella provincia di Vicenza le immatricolazioni di veicoli sono in leggera flessione: nel 2° trimestre le nuove immatricolazioni sono state 7.426 contro 8.143 immatricolazioni nel 1° trimestre (-8,8%). Complessivamente nel primo semestre 2017 le immatricolazioni sono state 14.126, contro 11.498 immatricolazioni nello stesso periodo del 2016 (+22,8%) a conferma che la ripresa degli acquisti di autoveicoli è in corso anche nella nostra provincia. Nel 2° trimestre 2017 la variazione congiunturale della produzione industriale mostra una dinamica positiva ma in rallentamento rispetto al trimestre precedente e leggermente inferiore al dato veneto (+0,4% a Vicenza e +1,0% in Veneto). Come anticipato, gli ordinativi provenienti dall'estero mostrano una dinamica maggiormente positiva rispetto al trimestre precedente (+1,7%) e gli ordinativi sul mercato domestico confermano la fase di recupero seppur con un'intensità meno spiccata (+0,5% rispetto al trimestre precedente). Anche il fatturato industriale risulta essere in crescita rispetto al trimestre passato (+1,7%), ma anche questo indicatore, pur restando in territorio positivo, mostra un incremento meno elevato rispetto a quanto rilevato nella precedente indagine. Il confronto con il 2° trimestre 2016 sottolinea indicatori molto favorevoli (+2,7% sia per la produzione sia per il fatturato): a segnare gli aumenti produttivi più rilevanti sono le imprese con più di 10 addetti (+2,8%) ma anche l'andamento della produzione delle micro-imprese (5-9 addetti) è positivo e complessivamente pari a +0,6%. A livello settoriale sono soprattutto le imprese dell'alimentare e della metal-meccanica a essersi contraddistinte per le performance migliori, ma va segnalato il forte recupero, guidato dal mercato estero, del legno-mobile dopo molti trimestri di difficoltà. Viceversa registrano dati negativi i settori del sistema moda e dell'orafo. Per quel che concerne le aspettative per i prossimi mesi, va segnalato che la quota di imprenditori che prevedono un aumento della produzione si riduce passando 24,9% di marzo al 23,9% di giugno. Il numero di giorni di produzione assicurati dagli ordinativi acquisiti è in linea con quello della precedente indagine passando da 46 a 44.

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I dati sono di fonte INPS e sono ri-allineati con i dati del Registro delle Imprese con un ritardo di tre mesi. Per unità locale si intende un luogo operativo od amministrativo (es. laboratorio, officina, stabilimento, filiale, agenzia ecc.) nel quale l'impresa esercita stabilmente una o più attività.

FATTI

Luca Zaia firma lo stato di crisi per il litorale veneto colpito dal fortunale Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha firmato il decreto n. 144 che indice lo stato di crisi per gli ingenti danni provocati dalla tromba d'aria che oggi pomeriggio ha spazzato il litorale veneto, dalle coste polesane a quelle friulane. Le strutture regionali sono mobilitate per documentare e conteggiare nel modo più dettagliato possibile la lista delle devastazioni causate dal maltempo; il decreto rimarrò aperto nei prossimi giorni e consentire ai comuni di stendere un esatto censimento dei danni subiti dalle opere pubbliche dai privati. Di Note ufficiali

Il presidente della Regione sta seguendo la situazione e l'evolversi dei soccorsi, in contatto costante con il coordinamento del Suemm 118 e con la centrale della Protezione civile regionale. Domani mattina visiterà le zone più colpite dal maltempo, in particolare nei campeggi di Cavallino e in altre zone del litorale veneto. La situazione risulta molto grave nelle aree delle spiagge e dei campeggi, intensamente affollate in questi giorni di vacanza: lì la forza del vento ha divelto strutture mobili, tende ed alberi, ferendo persone, distruggendo auto e mezzi. Dalle prime ore del pomeriggio sono mobilitate 15 squadre della Protezione civile tra Venezia e Rovigo, e sono stati allertate le squadre delle altre province venete, nonché del corpo degli Alpini. L'Unione organizzativa degli operai forestali del Veneto Orientale è già in movimento per liberare le aree dei campeggi e portare aiuto a turisti e residenti. Questo il quadro dei danni, come rilevato dalla Protezione civile e dalla centrale Suem del

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Veneto alle ore 18.30. Sul litorale polesano, tra Albarella e Rosolina, la tromba d'aria ha divelto pali elettrici, alberi e automobili e interrotto le linee telefoniche. Le squadre del Suem hanno soccorso tre feriti non gravi ad Albarella, ma si sta cercando un disperso, inghiottito da un'ondata mentre passeggiava sul molo di Albarella. Una casa ha preso fuoco a Rivà di Ariano, per fortuna senza vittime: gli occupanti sono scappati in tempo. A Porto Viro è stato abbattuto un traliccio di Terna. Lungo la statale Romea alcuni automezzi in movimento sono stati rovesciati ai bordi della strada. La centrale operativa Urgenza emergenza del 118 dell'Azienda Ulss 5 Polesana ha messo in campo tutti i propri automezzi e 25 professionisti tra medici e sanitari in stretta collaborazione con le forze dell'ordine e i Vigili del fuoco. A Cavallino c'è la situazione più drammatica, per l'alta concentrazione di campeggi e di villaggi vacanze, in questo periodo al ‘tutto esaurito'. Le 15 autoambulanze della centrale operativa di Urgenza ed Emergenza dell'Ulss 4 stanno facendo la spola tra i campeggi per soccorrere i feriti e l'elicottero del Suemm sta monitorando dall'alto: tre imbarcazioni che hanno lanciato la richiesta di aiuto alla Guardia Costiera risultano disperse. Una donna, ferita dalla caduta di un albero, è stata soccorsa e trasportata all'ospedale di San Donà. Lungo via Fausta auto rovesciate, alberi divelti, bungalow e strutture mobili a pezzi, serre devastate. A Jesolo e Caorle si devono rilevare danni alle abitazioni e alle strutture recettive sulla spiaggia, ma al momento non risultano feriti. A Portogruaro la forza del vento ha divelto la copertura del maggior supermercato della zona, ma non risultano feriti.

ECONOMIA&AZIENDE

Ex BPVi e Veneto Banca, NordEst Economia: online moduli per rimborsi a obbligazionisti azzerati, domande entro il 30 settembre

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Per averne accesso serve un patrimonio mobiliare inferiore a 100.000 euro al 31 dicembre 2015 e reddito complessivo inferiore a 35.000 euro. La scadenza è il 30 settembre 2017, pena la decadenzaPubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 121 del 31 luglio 2017 per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza Spa e di Veneto Banca Spa, si è mosso operativamente anche il Fondo Interbancario di Tutela dei depositi. E' di oggi la notizia che, post entrata in vigore della legge, il Fondo come prevede l'articolo 6 del decreto ha predisposto le misure di ristoro in favore di investitori in strumenti finanziari subordinati emessi dalle due banche venete. Di Rassegna Stampa

Il Fondo ha pubblicato online - nell’apposita sezione del proprio sito web dedicata al Fondo di Solidarietà - il “Regolamento del Fondo di Solidarietà”; nella stessa sezione è stato inserito, per il download, anche il Modulo standard da utilizzare per la presentazione delle istanze, nonché gli schemi di autodichiarazione patrimoniale e reddituale. Per averne accesso serve un patrimonio mobiliare di proprietà dell’investitore di valore inferiore a 100.000 euro al 31 dicembre 2015 e ammontare del reddito complessivo dell’investitore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche nell’anno 2014 inferiore a 35.000 euro. La scadenza è il 30 settembre 2017, pena la decadenza. Info al numero: 06 69202359 (attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 09:30 alle ore 13:00) cliccare qui per il regolamento

cliccare qui per la presentazione dell'istanza La comunicazione del Fondo agli investitori

Da NordEst Economia

POLITICA / SCUOLA E FORMAZIONE

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Formazione in Regione Veneto, il 'complotto': per i corsi IPEA di Bassano trasferiti a IRIGEM tornano in scena Romano e Donazzan Pubblicato il 4 giugno alle 23.25, aggiornato il 23 luglio 2017 alle 19.33 e 10 agosto alle 21.02. A breve un nuovo capitolo. Dopo che, nell'ambito della nostra inchiesta sulla «formazione in Regione Veneto, il presunto "Clan Romano" ed Elena Donazzan. 700 mln dei fondi pubblici 2007-2013 in "mano" a consulenze private..», « ci sono arrivate a fine febbraio, ve lo abbiamo raccontato, ben 12 "diffide" a non pubblicare più e a "cancellare" quanto già pubblicato con tanto di riferimenti documentali ai nomi e ai fatti riferiti». Ne avevamo preso atto e... avevamo proseguito, dopo aver compiuto alcuni passi a tutela nostra e della prosecuzione del nostro lavoro per i lettori e i cittadini veneti, con l'articolo «La formazione in Regione Veneto: il, non più, presunto Clan Romano fa "risparmiare" sui controlli dei rendiconti e i fornitori dei CFP appartengono ai CFP. Come per l'Irigem degli Jannacopulos di Rete Veneta fan di Donazzan» pubblicato il 17 marzo ma, a parte un suo aggiornamento del 28 maggio scorso, avevamo rallentato lo studio delle carte, la base imprescindile di ogni nostro lavoro (nella foto Elena Donazzan a un open day Irigem). Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Come, infatti. ben sa chi ci segue, abbiamo dovuto completare il lavoro per presentare il 16 aprile scorso un'altra nostra inchiesta (cfr. il libro dossier " Roi. La Fondazione demolita" che bissa il primo della collana Vicenza Papers "Vicenza. La città sbancata") e le nostre risorsenon sono infinite anche per l'accuratenza dei riscontri che ci imponiamo. Ci scusiamo con i lettori, quindi, del rallentamento sul caso della formazione in Veneto, ma da oggi cercheremo di recuperare, in attesa di altre... minacce.

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Siamo, quindi, nel marzo del 2014, i "magnifici" consulenti di Veneto Lavoro, Marco Giorio e Giansalvo Rosana, vengono incaricati di verificare l'accreditamento della "turbolenta" IPEA di Iles Braghetto e Marco Spiandorello. Dopo quasi due settimane di controlli dei due verificatori e la ricerca degli "aghi nel pagliaio" e sentite le inutili difese della scuola, Santo Romano, a fine luglio, firma la sospensione dell'accreditamento dell'Istituto, con sedi anche a Bassano, feudo di Irigem, per ben 360 giorni. In quel momento Ipea, gestita dalla nuova amministrazione Braghetto e Spiandorello, aveva realizzato attività formative a favore della Regione Veneto per quasi 2.500.000 euro, di cui vantava i relativi crediti. La motivazione della sospensione del Centro di Formazione Professionale ( CFP), siglata dal dirigente regionale, non ha a che fare con truffe o malversazioni conclamate a danno della Regione, bensì con "irregolarità" nei versamenti di quasi 300.000 euro del DURC, il documento di regolarità contributiva rilasciato dall'Inail - Inps, comunque obbligatorio per le aziende che erogano attività a favore della Pubblica Amministrazione. Ma in buona sostanza, ritiene l'amministrazione del CFP sospeso, la Regione sanziona drasticamente Ipea per non aver versato i contributi previdenziali alle scadenze previste, anche se contestualmente la medesima Regione era in ritardo di 16 mesi nelle erogazioni dei finanziamenti, che avrebbero consentito i pagamenti regolari. Eppure, sempre per Ipea e secondo qualche funzionario in disaccordo con i criteri adottati da Romano, circa il 50% delle scuole regionali soffriva dello stesso problema per "irregolarità contributiva", ma gli altri centri non erano mai stati colpiti con la sospensione dall'accreditamento, fatto che generava il circolo vizioso dei pagamenti ritardati del DURC. A seguito dello stop del centro scolastico Romano supera se stesso adducendo un'emblematica "tutela del diritto allo studio degli allievi in obbligo di formazione e istruzione" e il 3 agosto 2014 ammette con riserva i finanziamenti per i corsi 2014-2015 destinati ad Ipea e apre un bando per un eventuale subentro di altre scuole nell'eventualità "che Ipea non regolarizzasse il suo Durc entro il 15 settembre 2014". Eppure Ipea era in grave difficoltà finanziaria e i tempi concessi per sistemare le difformità contestate erano altrettanto impossibili. La finalità, direbbe un tal Andreotti se fosse ancora vivo "pensare male è peccato, ma spesso ci si azzecca", parrebbe evidente. Coincidenza vuole, infatti, che per i corsi di Bassano - quasi mezzo milione di euro annuali - si presenta, insieme ad alcune scuole di estetica dei dintorni, anche Irigem di Rosà. Tutto nella norma, se non fosse che il progetto presentato da Irigem non sarebbe stato conforme al bando e, come indicato nelle direttive del bando, doveva automaticamente essere escluso dalla graduatoria. Invece la Commissione di valutazione, presieduta dalla funzionaria Valeria Rancan, ora trasferita, lo classifica addirittura primo in classifica. Ciò nonostante Ipea il 15 settembre, contro tutte le umane previsioni, regolarizza, con una rateizzazione amministrativa, il DURC. A questo punto Romano è obbligato dalla legge a rimettere in gioco Ipea, restituendogli l'accreditamento precedentemente sospeso. Intanto le pressioni che

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arrivano da Rosà, sede Irigem, "sono escandescenti. Il "doge" della formazione, contravvenendo con un "colpo di scena" alle norme del bando, elaborato dalla fedele Lara Lupinc, recupera il fatidico "barbiturico burocratico" e somministra la dose fatale ad Ipea. Gli comunica, infatti, il 30 settembre 2014, citando la solita "tutela degli allievi e le loro famiglie", cantilena che si trova in tutte le delibere riservate alle scuole da "controlare con scrupolo", eliminare?, che bisognava ricontrollare tutto (sedi scolastiche, contratti di lavoro, curricula dei docenti ecc.). In questo modo la scuola invece di ripartire agli inizi di ottobre, già in ritardo di 20 giorni dal calendario scolastico, viene sottoposta ad un nuovo esame amministrativo. Le ulteriori proroghe dell'avvio dell'anno scolastico portano i genitori degli allievi, inferociti da 40 giorni di ritardi, davanti ai portoni d'ingresso della scuola, il 24 ottobre 2014. Trecento tra genitori ed allievi occupano la scuola e dopo un'ora arrivano polizia e ULSS di Bassano oltre alle telecamere di Rete Veneta di Jannacopulos, a cui fa capo anche... Irigem. Le lezioni riprendono regolarmente il 25 ottobre e le contestazioni rilevate dall'ULSS di Bassano vengono superate con una Pec trasmessa alla scuola il 31-10-2014 alle ore 12.40 . Stranamente, però, l'assessore Elena Donazzan alle ore 15.30 dello stesso giorno revoca l'accreditamento ad Ipea di Bassano citando le carenze igienico sanitarie rimosse dall'autorità sanitaria tre ore prima ed assegna i corsi e i finanziamenti ad Irigem, di proprietà della famiglia Jannacopulos... Alla prossima puntata.

TURISMO / ENERGIA

GAL Montagna Vicentina: 120.000 euro ai privati che intendano sviluppare una rete di noleggio e-bike Il GAL Montagna Vicentina si prepara a lanciare nuove progettualità sul territorio dei 44 comuni vicentini rientranti nel proprio ambito d'azione. Tra i Progetti Chiave proposti ci sarà anche quello che vede il Comune di Valdagno nel ruolo di capofila, supportato dai comuni di Recoaro Terme, Crespadoro e dalla Comunità Montana Agno-Chiampo. Il progetto si concentrerà sullo sviluppo di un "Itinerario dell'energia" con sviluppo anche di una rete di noleggio e ricarica per e-bike. Di Comunicati stampa Comune di Valdagno

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Il valore dell'investimento è pari a 740.000 euro, 120.000 dei quali saranno riservati al riconoscimenti di contributi a soggetti privati per azioni di potenziamento e rilancio dell'offerta turistico-ricettiva, in particolar modo attraverso l'attività di noleggio di e-bike. Per partecipare al bando ci sarà tempo fino al prossimo 5 ottobre 2017, compilando tutta la modulistica disponibile all'indirizzo http://www.montagnavicentina.com/bando/intervento-6-4-2-creazione-esviluppo-di-attivita-extra-agricole-nelle-aree-rurali/. Il Progetto Chiave 2 prevede l'unione dell'Anello Ecoturistico Piccole Dolomiti, con i suoi circa 120 km di sviluppo tra le dorsali che delimitano ad est e ovest il territorio della vallata dell'Agno, ad un nuovo itinerario "dell'energia" nel fondovalle lungo il corso del torrente Agno per una lunghezza pari a 12 km. Il tracciato, sviluppato in percorsi tematici, permetterà di raccontare e valorizzare la rete di infrastrutture edificate lungo il corso d'acqua per la produzione di energia idroelettrica. Dalla risorsa acqua, infatti, ha preso il via lo sviluppo rurale e, successivamente, manifatturiero della valle dell'Agno. In questa proposta il coinvolgimento del settore pubblico si allarga anche al privato, con l'obiettivo di accrescere la capacità del territorio di proporre un'offerta turistica aggregata e integrata incentrata su alcune eccellenze e peculiarità del territorio in cui si cala. Dal tema dell'energia pulita, nasce così la promozione di mezzi ecologici, in primis le biciclette elettriche, con le quali sarà possibile visitare l'intero itinerario, trovando non solo punti di ricarica, ma anche la possibilità di noleggiarle e di ricevere tutte le informazioni utili a conoscere il percorso e le sue attrattività. Nel concreto lo sviluppo del progetto si concretizzerà in alcune azioni specifiche: valorizzazione dell'itinerario dell'Energia rinnovabile della Valle dell'Agno, che seguirà in buona parte il tracciato della futura pista ciclabile e che collegherà tra loro le 14 centraline idroelettriche presenti lungo il torrente Agno tra Valdagno e Recoaro; infografica e tabellazione; interventi di georeferenziazione per l'inserimento in un portale; creazione di un sito web e app per smartphone dedicati; promozione di attività mirate all'animazione sul territorio anche di natura didattica; realizzazione e distribuzione del relativo materiale informativo.

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«In questo progetto - commenta l'Assessore alla Programmazione Comunitaria e Regionale del Comune di Valdagno, Michele Cocco - trovano spazio anche diverse progettualità di contorno, dalla sistemazione dell'ex casetta del preside accanto all'Istituto Tecnico "Marzotto", che così potrà diventare un punto informativo e di promozione dell'offerta turistica e culturale del nostro territorio, la manutenzione ed il completamento dell'Anello Ecoturistico Piccole Dolomiti, ma anche alcuni interventi per la realizzazione di infopoint presso i bunker della Seconda Guerra Mondiale a Recoaro e un punto di sosta e ricarica per e-bike in Comune di Crespadoro. Oggi sempre più il turismo si sta muovendo verso la ricerca di esperienze uniche da vivere e la vallata potrebbe avere davvero molto da dire in questo verso, dal contesto unico della Città Sociale, ai percorsi legati alla Grande Guerra e alla Seconda Guerra Mondiale, passando per itinerari in natura di grande interesse e bellezza legati al turismo rurale.»

FATTI

Omicidio di Zovencedo, Andrea Zanoni (PD): "non ha ancora un nome l'assassino di Mauro Pretto dopo tre mesi" "Sono tre mesi che Mauro Pretto è stato ucciso e ancora non abbiamo il nome dell'assassino che circola liberamente per il Veneto. A distanza di tanto tempo, infatti, non risulta che ci sia alcun iscritto nel registro degli indagati". Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, ricorda l'ambientalista ‘eremita' ucciso la notte tra il 12 e 13 maggio con un colpo al petto sparato da un fucile da caccia sulla porta del casolare dove viveva a Zovencedo in provincia di Vicenza. Di Note ufficiali

"Nei giorni scorsi sono stato contattato dalla compagna di Pretto - continua il consigliere - e da tanti amici e persone che continuano a porsi interrogativi e sono ovviamente preoccupati perché la persona che ha ammazzato Mauro è ancora in libertà e le speranze di trovarla diminuiscono col passare del tempo. Su questo omicidio è calato un silenzio assoluto. Non si può non

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notare la differenza con il caso di Igor ‘il russo' con l'esercito mobilitato e notizie sulle prime pagine dei quotidiani per diversi giorni. Qui le uniche cose che sappiamo è che Pretto era un amante della natura e avrebbe avuto dei diverbi con chi non rispettava il bosco e gli animali selvatici. Il resto è tutto avvolto nel mistero più fitto, anche perché nel nostro Veneto, a causa di recenti norme regionali, ci sono troppe persone che girano armate".

FATTI

Per il fortunale di ieri sul litorale veneto è ancora emergenza Sono 48 i feriti soccorsi e portati nei Pronto soccorso degli ospedali del litorale e dell'entroterra a seguito del fortunale che ha colpito ieri pomeriggio le coste venete: di questi 45 sono già stati dimessi e solo 3 risultano ricoverati. Il bilancio più pesante si registra nell'area del Cavallino, con 3 feriti gravi: una turista tedesca di 42 anni, operata stanotte a Cà Foncello di Treviso per frattura vertebrale, un residente del Cavallino con trauma toracico e frattura vertebrale ricoverato a San Donà, e un terzo ferito trasportato d'urgenza all'ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia e tuttora ricoverato. Dei pazienti portati in autombulanza nei presidi di soccorso del litorale, 17 sono di nazionalità straniera (tedeschi, olandesi, austriaci e ungheresi) e 28 italiani. Di Note ufficiali

Le squadre sanitarie del 118 delle Ulss Serenissima, Veneto Orientale, Polesana e di Treviso - rende noto il coordinatore del Suem del Veneto hanno lavorato pomeriggio fino a notte fonda a pieno regime per soccorrere le migliaia di turisti che affollano i villaggi turistici della costa veneziana e polesana e i residenti dei comuni costieri. Ingente il dispiegamento di mezzi e uomini: dall'Ulss 4 Veneto Orientale sono intervenute 6 autoambulanze con relative squadre (2 di presidio a Cavallino e 4 di stanza a Jesolo), dall'Ulss 3 Serenissima 4 idroambulanze (di cui 3 della Croce Verde di Venezia), 4 autoambulanze (di cui 2 della

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Croce Verde di Marcon e 1 della Croce Rossa), un mezzo del nucleo soccorsi speciali e una automedica; l'Ulss 2 di Treviso ha messo a disposizione, oltre all'elicottero che ha soccorso la turista tedesca, 3 autoambulanze (di cui una della Croce Rossa) e una automedica. Infine l'Ulss 5 Polesana ha mobilitato ieri 7 autoambulanze per soccorrere turisti e residenti ad Albarella, Rosolina e nell'area del delta del Po: solo 3 gli accessi al pronto soccorso.

FATTI / POLITICA

Immigrazione, Pietro Dalla Libera (Veneto Civico): "il flusso migratorio è diventato insostenibile per l'Italia in termini di sicurezza, costi sociali e mancata integrazione" Il consigliere regionale di Veneto Civico Pietro Dalla Libera, in una mozione presentata l'8 agosto e sottoscritta anche dai consiglieri Fabrizio Boron e Luciano Sandonà (Zaia Presidente), chiede che: "La Regione del Veneto si attivi col Governo affinché vengano istituiti gli hub nei luoghi di partenza dei migranti, d'intesa con le autorità straniere, per una immigrazione a numero chiuso, nel rispetto della legalità". Di Note ufficiali

"La pressione migratoria sull'Europa e in particolare sull'Italia - sottolinea Dalla Libera - sta diventando una vera e propria invasione, tanto che tra il 1 gennaio e il 31 luglio 2017 sono sbarcate in Italia 95.074 persone partite dalle Coste Libiche, provenienti da Nigeria, Bangladesh, Guinea, Costa d'Avorio, Gambia, Senegal e Mali, che non hanno alcuna possibilità di integrazione nelle nostre comunità, trattandosi di immigrazione che generalmente non riguarda famiglie, ma singoli individui, in particolare giovani donne e uomini, che vengono collocati in gran numero soprattutto in caserme dismesse o in altri immobili che li ospitano in massa, come accaduto fino ad ora nell'Opitergino - Mottense e in Veneto

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". "Vi è forte preoccupazione all'interno delle nostre comunità - continua il consigliere regionale - perché alcuni di questi giovani sono stati accusati di essere dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti e alla prostituzione, attività queste che comportano problematiche anche di carattere sanitario e che minano la sicurezza e la convivenza pacifica tra i cittadini; in tal senso, già si sono registrate tensioni e manifestazioni di dissenso". "Le nostre Autorità dovrebbero investire maggiormente in aiuti diretti ai Paesi dai quali provengono i migranti - osserva il consigliere di Veneto Civico - e selezionare gli aventi diritto prima della loro partenza dalle cxoste libiche. Nella mozione presentata, impegniamo quindi la Giunta regionale a chiedere al Governo di realizzare degli hub nei luoghi di partenza dei migranti, previo accordo con le Autorità di quel Paese e la collaborazione degli Stati dell'UE, per accertare la loro identità al fine di distinguere i veri profughi dai clandestini e consentire così un'immigrazione regolare e sostenibile nel nostro Paese e in Europa, rendendo inoltre possibile l'integrazione e il rispetto della legge". "Nella mozione - conclude Pietro Dalla Libera - impegniamo altresì la Giunta regionale a chiedere al prefetto di Treviso e agli altri prefetti del Veneto di verificare se sussistano fenomeni di prostituzione da parte di migranti nell'Opitergino- Mottense, o in altre parti del territorio veneto, e/o la commissione di reati. In caso positivo, i prefetti dovrebbero avviare le procedure di espulsione e comunque di immediato allontanamento dei migranti colpevoli".

FATTI / POLITICA

Padova è bufera stipendi per il portavoce del sindaco Giordani, ma Massimo Bettin prende "solo" come 10 anni fa Jacopo Bulgarini col vicentino Achille Variati Le polemiche infiammano Padova: il neosindaco Sergio Giordani ha affidato al suo uomo di fiducia Massimo Bettin (nella foto) l'incarico di portavoce. Un premio, dicono all'ombra del Santo, dopo l'ottimo lavoro svolto durante la campagna elettorale. A fare scandalo è lo stipendio che l'ex segretario della provincia di Padova del Pd percepirà per il suo nuovo incarico: al lordo delle tasse circa 82.500 euro l'anno. Non pochi, abbastanza per far spendere fiumi d'inchiostro ai giornali locali e nazionali. Il nuovo portavoce, infatti, percepirà uno stipendio più alto del 22.5% del vicesindaco, si legge). Una retribuzione comunque in linea con quanto ricevuto da chi lo ha

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preceduto anche se il giornalista Carlo Melina aveva, però, ben altre competenze e un curriculum professionale che spazia da rai a Mediaset. Fatti padovani, si dirà, ma al lettore attento non sfuggiranno i parallelismi con quanto avvenuto a Vicenza all'inizio dell'era Variati con, per altro, minori polemiche. Di Pietro Zanella

La vicenda Bettin ricorda per traiettoria e incarichi il percorso professionale e politico di Jacopo Bulgarini D'Elci. L'attuale vicesindaco entrò per la prima volta a palazzo Trissino come tecnico della comunicazione incaricato di "parlare" per il sindaco che gli attribuiva perciò anche il ruolo di Capo di gabinetto. Al contrario del padovano Bettin, il "nostro" non aveva un passato politico ma solo un rapporto di fiducia con il neo rieletto Achille Variati per il quale aveva seguito la campagna elettorale. Inutile, dunque, comparare le competenze dei due portavoce -il caso vuole che, per quel che oggo conta, entrambi non siano laureati anche se Bulgarini sia pure con qualche inciampo è iscritto all'OdG categoria Pubblicisti - ma quello che salta subito all'occhio è la questione stipendio. Come portavoce Bulgarini percepiva 80 mila euro l'anno. A distanza di dieci anni lo stesso salario che ora ha messo sulla graticola il padovano Bettin. Da noi, le polemiche furono abbastanza contenute e comunque non arrivarono alla stampa nazionale. Altri tempi: i cinque stelle praticamente non esistevano ancora, e allo stipendio dei funzionari si badava poco. Crisi o non crisi, comunque, bei soldi in particolare al netto dell'inflazione. Massimo Bettin ha dunque "solo" sbagliato i tempi, ma la scalata al potere però potrebbe essere la stessa. Il vicesindaco di Padova si ritenga avvisato.

FATTI / POLITICA

Campo Marzo da Cibic alla ruota panoramica: a Vicenza tanti annunci e pochi risultati Esercito e recinzioni, queste le soluzioni in voga per la questione Campo Marzo. Opzioni lanciate dai banchi dell'opposizione in Consiglio comunale e osteggiate dalla maggioranza e, più in

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generale dalla sinistra tutta. Da Valentina Dovigo a Sandro Pupillo, infatti, il drappo del "riportiamo la gente nel parco" continua a trovare nuovi portabandiera. Tentativo dopo tentativo, però, l'animazione di Campo Marzo non ha portato i frutti sperati: il parco continua a non essere sicuro, il caffè Moresco vuoto e recintato, i cittadini spaventati. L'amministrazione Variati può dire, almeno, di averci provato. Agli annunci, però, non sempre sono seguiti i fatti. Di Pietro Zanella

Del primo grande progetto, l'incarico andò a Matteo Quero con il coinvolgimento del famoso architetto Aldo Cibic, non tutte le opere sono state compiute. Era il 2009 ma la politica degli annunci, senza corrispondenza con i fatti, è continuata. Si sono perse le tracce, ad esempio, anche dell'annunciata ruota panoramica che secondo il primo programma avrebbe dovuto illuminare Campo Marzo con 14 mila led tra il 4 aprile e il 29 giugno di quest'anno. L'azienda che porta l'attrazione in giro per l'Italia ha spiegato: "Causa manutenzione non se ne farà nulla". In compenso nel parco cittadino all'inizio dell'estate è stato spostata per la prima volta Festambiente. Un'operazione gradita anche dal quartiere dei Ferrovieri che nel parco Retrone ha ospitato unicamente il Ferrock. Violenza e spaccio, però, non si sono allontanate da Campo Marzo. Un festival provvisorio, proprio come le giostre settembrine, non basta per cambiare la problematicità di una zona difficilmente controllabile. Per quella sarebbero serviti dei punti di attrazione fissi. Proprio in questo senso si spingeva il progetto del 2009. Qualcosa è stato realizzato, ma non tutto, non abbastanza evidentemente. Di quell'iniziale disegno sono due le "attrazioni" costruite: l'area di sgambettatura per i cani (lato viale Eretenio) e la biblioteca verde. Delle due solo la prima è attualmente in uso, mentre la stazione di lettura è stata prima abbandonata dalla Bertoliana e poi dall'associazione Spritz letterario, nonostante un discreto successo iniziale. Lo stesso Aldo Cibic ha dichiarato sulla stampa locale: "Progetti di questo tipo funzionano soltanto se c'è la volontà di farli durare nel tempo. Bisogna dare modo alla gente di riconoscere la nuova funzione, in modo che si attivi un meccanismo positivo». Il palco per la musica, lo speaker corner e la ludoteca non sono nemmeno mai partiti. Non è andata meglio nemmeno

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con le tante idee messe in atto dal consigliere con delega a Campo Marzo Stefano Dal Pra Caputo. I campi sportivi voluti nell'area affianco al Caffè Moresco sono durati una sola estate e senza entrare nel cuore dei vicentini. I chioschetti lungo il viale di Campo Marzo non hanno più trovato le simpatie dei privati disposti ad investire nel parco e chi lo fa ancora è costretto a recintare la propria zona di competenza. A distanza di anni e ormai due mandati del sindaco Variati i problemi restano nonostante gli investimenti dichiarati, anche se spesso si è trattato di operazioni quasi a costo zero. E allora che fare? La risposta del centro sinistra sembra essere sempre la stessa: "animazione". Delle due l'una. O non è quella giusta o servivano meno parole, più pazienza e più denaro: anima signori!.

POLITICA

Nomine dirigenziali fiduciarie, Cub P.I. Vicenza: Corte dei Conti sez. Lombardia non offre scappatorie alla Giunta Variati e alla dirigenza asservita che le ha assecondate La sentenza n. 91 del 22 giugno 2017 (clicca qui) della Corte dei conti, sezione giurisdizionale della Lombardia, chiarisce in modo inequivocabile, scrive nella nota che pubblichiamo Maria Teresa Turetta rsponsabile di CUB Pubblico Impiego Vicenza, quali sono i vincoli per l'applicazione dell'articolo 19, comma 6, del dlgs 165/2001 e, di conseguenza, dell'articolo 110, comma 1, del dlgs 267/2000. Nella sentenza è censurato e condannato pesantemente l'affidamento di incarichi dirigenziali di tipo fiduciario - quindi senza concorso - a funzionari interni, che non mostrino di avere i requisiti di alta professionalità richiesti dalla legge. Di Note ufficiali

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Con questo pronunciamento la Corte dei Conti indica ancora una volta la corretta via per le varie amministrazioni che si sono servite a man bassa negli anni di nomine dirigenziali fiduciarie. Non è un caso che in Comune di Vicenza una delle poche contestazioni del MEF del 2012 rimaste in piedi davanti alla Corte dei Conti sono proprio le nomine dirigenziali a tempo determinato effettuate nel 2009 senza alcuna selezione. Successivamente, all'inizio del secondo mandato della Giunta di Achille Variati nel 2013, il Comune di Vicenza è stato costretto a procedere - per confermare la dirigenza fiduciaria in precedenza nominata - a delle selezioni che hanno rasentato il ridicolo se si pensa che uno dei requisiti di ammissione previsto per il posto di dirigente del settore Educativo Scolastico era il possesso del diploma di Cuoco. La Corte dei Conti della Lombardia, per evitare che l'incarico fiduciario sia soggetto a pressioni politiche o lobbistiche, indica obbligatoriamente alla Pubblica Amministrazione questi tre elementi di valutazione che il candidato deve possedere cumulativamente: oltre che al possesso della laurea, è indispensabile dimostrare di aver effettuato anche un percorso formativo postuniversitario valido e strutturato; pubblicazioni scientifiche effettuate su riviste altamente qualificate esperienza quinquennale in posizioni analoghe al posto di dirigente messo a selezione. Occorrono -continuano i Giudici contabili - requisiti di «non comune professionalità...espressivi di una robusta preparazione anche teorica e istituzionale, previsti dalla stessa norma, che considera come assolutamente eccezionale l'affidamento di funzioni dirigenziali a soggetti che non abbiano superato il prescritto percorso di qualificazione concorsuale per l'inserimento nel ruolo dirigenziale» Già perchè, fino a prova contraria, nella pubblica amministrazione, servirebbe una dirigenza eccellente, visto che è pure strapagata. Una mazzata per chi si è fatto largo grazie ad appoggi politici e con titoli risibili. La CUB P.I. a seguito di questa sentenza si riserva di presentare un ulteriore esposto alla Procura della Corte dei Conti sulla situazione anomala e perdurante che riguarda la dirigenza di nomina fiduciaria in essere presso il Comune di Vicenza. Coinvolgeremo anche il segretario generale Antonio Caporrino che è pure responsabile dell'anticorruzione per quanto riguarda il Comune di Vicenza: già perchè i regolamenti interni al comune sono assolutamente non in linea con la normativa giuridico contabile vigente e in essere oramai da parecchi lustri. Maria Teresa Turetta CUB Pubblico Impiego Vicenza

FATTI

Aim Amcps termina con largo anticipo i

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lavori di ripristino parziale della pavimentazione stradale in porfido in contrà Apolloni a Vicenza Aim Amcps informa che sono stati ultimati molto rapidamente e con ampio anticipo i lavori di ripristino a tratti della pavimentazione stradale in porfido in contrà Apolloni a Vicenza. Erano cominciati il 7 agosto e inizialmente programmati per due settimane. La strada quindi ritornerà completamente agibile già nella tarda mattinata di lunedì 14 agosto. La riapertura in tempi così ravvicinati è dovuta all'impegno delle squadre di operai e tecnici che hanno ottimizzato l'organizzazione e i tempi dell'operatività, oltre che alle favorevoli condizioni meteo. L'azienda inoltre informa che ha ultimato oggi i lavori di risanamento e di asfaltatura in viale Riviera Berica, dal civico 332 e fino a strada del Tormeno, con la completa stesura della segnaletica orizzontale nell'area interessata dall'intervento. Di Comunicati Stampa

Con l'occasione si rende noto ai clienti che gli sportelli Aim resteranno chiusi a ferragosto, mentre lunedì 14 e sabato 19 agosto non saranno operativi gli uffici commerciali di Aim in contrà Pedemuro san Biagio 78 a Vicenza. Restano invece a disposizione il numero verde 800 226 226, attivo da lunedì a venerdì, dalle 8.00 alle 20.00, e il sabato dalle 8.00 alle 13.00, nonché il sito www.aimenergy.it per tutte le operazioni commerciali e i pagamenti dei servizi gas ed energia elettrica.

FATTI

"Vicenza, tutta un'altra storia" torna il 16 agosto con "Vicenza libertina"

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Vicende boccaccesche, passioni da romanzo e avventure galanti. "Vicenza, tutta un'altra storia", il ciclo di visite guidate estive organizzato dall'Associazione guide turistiche autorizzate e inserite nella rassegna "L'estate a Vicenza 2017" promossa dall'assessorato alla crescita del Comune di Vicenza, torna mercoledì 16 agosto con "Vicenza libertina", un percorso dedicato alle storie d'amore, piccole e grandi, che hanno lasciato un segno nella storia della città. La visita attraversa il centro città raccontando le storie di nobili che non sanno tenere a freno le proprie passioni e di nobildonne irrequiete, di conventi dai costumi un po' troppo rilassati e di ritrovi clandestini. Di Comunicati Stampa

Ci sono personaggi noti come Luigi da Porto, la cui vicenda personale è all'origine del mito di Romeo e Giulietta, ed episodi a lungo dimenticati dalle penne degli storici. Tutti offrono lo spunto per ripercorrere con un'ottica diversa i luoghi e la storia della città, raccontando come sono cambiate abitudini, costumi, divertimenti e contesto sociale. Il ritrovo è fissato alle 20.30 in piazza Castello, vicino alla statua di Garibaldi, e il percorso durerà circa 1 ora e 45 minuti. La partecipazione è a contributo libero. E' gradita la prenotazione scrivendo a vicenzatourguide@gmail.com oppure chiamando al 333 598 8806.

FATTI

Da Intesa Sanpaolo nuovi fondi dopo i danni causati ieri dal maltempo nel Triveneto Intesa Sanpaolo con Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e le reti commerciali delle due ex popolari venete BPVi e Veneto Banca ha innalzato da 50 a 100

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milioni di euro il plafond per i danni causati dal maltempo che giovedì 10 agosto ha colpito il Triveneto. Si tratta di finanziamenti a condizioni agevolate che si vanno ad aggiungere a quelli già di recente destinati a imprese, piccoli artigiani, commercianti e famiglie che hanno subito danni a causa degli straordinari eventi atmosferici che avevano colpito Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto Adige. Di Comunicati Stampa

I finanziamenti potranno essere attivati con un iter particolarmente semplificato e veloce anche sulla base di un'autocertificazione. Le richieste verranno gestite in via prioritaria al fine di rispondere nel più breve tempo possibile alle famiglie ed imprese colpite da questo evento. Le filiali presenti sul territorio sono a disposizione per fornire informazioni e assistenza.

FATTI

E' stato pubblicato il fumetto "Trinità e Bambino - Il bordello di New Orleans" con tavole di Alberto Baldisserotto E' avvenuta la pubblicazione di "Trinità e Bambino - Il bordello di New Orleans*", un fumetto unico e straordinario dedicato alla leggendaria coppia Terence Hill e Bud Spencer, edito dalla casa editrice Shockdom , che porta anche la firma di un talento nato a Montecchio Maggiore e oggi residente a Chiampo, ossia Alberto Baldisserotto, che ha disegnato le tavole sceneggiate da Leonardo Baldelli. Di Comunicati Stampa

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Il disegnatore è come detto nato a Montecchio Maggiore, da madre grecoegiziana e padre italiano, e oggi vive a Chiampo. Si è avvicinato al fumetto all'età di 9 anni, scrivendo una lettera a Topolino e allegando i disegni di personaggi Disney che hanno portato l'allora Direttore Generale ad invitarlo in redazione, per consigliargli di approfondire lo studio delle Arti Visive. Spinto quindi da una forte passione ha intrapreso il suo percorso di approfondimento prima al Liceo Artistico e poi specializzandosi in Fumetto, Illustrazione, Grafica Pubblicitaria, Web, Video, 3D. Grazie al suo eclettismo è richiesto all'interno di produzioni locali e nazionale per lavori con diversi target. Oggi è anche direttore artistico di Dalì Arts-Sezione Arti Visive. Ma c'è qualcosa che lo accompagna da prima del disegno, dai primi ricordi della sua infanzia ad oggi: il cinema di Bud Spencer e Terence Hill. Da appassionato di Fumetto adora immergersi in tutti i generi e crede fortemente che tra la moltitudine di supereroi già esistenti con poteri sovrumani ci sia bisogno di eroi più umani, nei quali potersi realmente immedesimare per trarre ispirazione. "Trinità e Bambino - Il bordello di New Orleans", ambientato in periodi antecedenti al primo film, mostra le avventure del burbero Bambino e dell'irrefrenabile Trinità in un Far West ricostruito meticolosamente dai due autori. Ispirato al celebre film "Lo chiamavano Trinità". Arriva il primo prequel a fumetti.

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE / LAVORO

Molestie sul posto di lavoro, Agostino Bonomo (Confartigianato): "molto bene l'accordo con le parti sociali che anticipa una legislazione che non arriva" Nel settembre 2016 le parti sociali del Veneto, fra le quali Confartigianato hanno sottoscritto un accordo quadro che le impegna nei confronti delle molestie e violenze nei luoghi di lavoro.

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Tale accordo dichiara inaccettabile ogni atto o comportamento che si configuri come molestia o violenza nei luoghi di lavoro, riconosce che la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori non può essere violata da atti o comportamenti che configurano appunto molestie o violenza, che tali eventuali comportamenti subiti vadano denunciati e che le lavoratrici, i lavoratori e i datori di lavoro hanno il dovere di collaborare al mantenimento di un ambiente di lavoro in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali, basate su principi di eguaglianza e di reciproca correttezza. Di Comunicati Stampa

"É un accordo che abbiamo condiviso con le parti sociali - spiega Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza e Veneto - perché convinti che la dignità delle persone non debba mai essere calpestata in nessuna situazione, tanto più nel mondo di lavoro. Non vi è differenza fra piccole e grandi imprese, in ogni ambiente e ancor più nel mondo del lavoro, le persone vanno sempre rispettate e aiutate nella crescita professionale e non esiste alcun motivo per mortificarle o per ledere la loro dignità. Nelle piccole imprese, è noto a tutti, quanto sia importante il clima di stima reciproca fra dipendenti e datore di lavoro, ed è proprio per questo che, qualche mese fa abbiamo deciso di condividere con le parti sociali l'accordo che abbiamo sottoscritto, che prevede peraltro una serie di impegni in fase di strutturazione. Nell'inverno scorso, dopo un confronto al nostro interno, la nostra presidente provinciale delle donne, Paola Zanotto, partecipando a un dibattito, ha lanciato la nostra prima proposta su questo importante aspetto, suggerendo che nell'ambito della formazione obbligatoria dei dipendenti in materia di sicurezza sul lavoro, venisse affrontato il tema delle molestie e violenza nei luoghi di lavoro e, nel mese di gennaio di quest'anno, il COBIS (che è il Comitato Paritetico Bilaterale Regionale del Veneto), ha deliberato in tale senso". "Praticamente - continua Bonomo in occasione dell'aggiornamento obbligatorio della formazione per i dipendenti delle nostre imprese i rappresentati territoriali dei lavoratori affronteranno anche il tema delle molestie e della violenza nei luoghi di lavoro e illustreranno i diversi contenuti dell'accordi siglato fra le parti sociali. Siamo convinti di questo intervento informativo e formativo, che serve a rendere tutti noi, imprenditori e dipendenti, ancor più consapevoli di quanto sia importante il rispetto reciproco pur nella differenza di ruoli. Dal punto di vista associativo abbiamo peraltro raggiunto un risultato per noi importante,

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ma condiviso pienamente dalle rappresentanze sindacali, ovvero quello di non aggiungere ulteriori momenti formativi e informativi ai molti che già sono previsti per legge".

FATTI

Banca Alto Vicentino evidenzia una semestrale post fusione molto soddisfacente Il direttore generale Roberto Rigato di Banca Alto Vicentino in una nota ufficiale di accompagnamento alla prima semestrale 2017 post fusione esordisce: " Raccolta complessiva stabile a 900 milioni di euro con un deciso incremento della raccolta indiretta (+3,5%). Ma il dato più interessante si rivela quello degli impieghi alla clientela, che registra un buon incremento. Gli impieghi vivi ammontano a circa 450 milioni di euro, mentre le nuove erogazioni a fine luglio superano i 46 milioni di euro. Un segnale di ripresa dell'economia del territorio, colto da Banca Alto Vicentino come l'occasione favorevole per rilanciare la fiducia e la voglia di investire su progetti futuri- continua il dg Rigato. La copertura delle sofferenze è al 70,3%. Di Comunicati Stampa

Il semestre si chiude con un utile ante imposte di oltre 1 milione di euro. La somma- spiega Rigato- andrà ad incrementare il patrimonio della banca, che già presenta un indicatore di solidità tra i più alti a livello regionale e nazionale: Tier1 e Total Capital Ratio superano entrambi il 18%." "Il bilancio del semestre - prosegue Domenico Drago, Presidente di Banca Alto Vicentino - risulta più che soddisfacente, soprattutto se consideriamo che sono passati solo sei mesi dalla fusione tra la Banca Alto Vicentino di Schio e Pedemonte con la Cassa Rurale di Roana: due realtà solide e ben organizzate ma oggi molto più forti insieme. I primi risultati dopo sei mesi lo confermano

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- prosegue il Presidente Drago. I fattori di gradimento rilevati tra i soci e i clienti dimostrano che il processo di aggregazione tra le due banche è avvenuto in un clima di condivisione e serenità, senza alcun problema di esubero di personale, di sovrapposizione di filiali o di competenze. A questo risultato ha contribuito in modo determinante il positivo atteggiamento del personale dipendente delle due banche, che sta lavorando con entusiasmo per migliorare i risultati già positivi conseguiti con una operazione storica. In questa dinamica è significativo registrare una diminuzione dei costi operativi del 5,4%: più efficienza a vantaggio di soci e clientela, meno costi di struttura". “Siamo oggi un soggetto bancario forte e compatto: la banca di riferimento per tutto l’Alto Vicentino - aggiunge il Presidente Drago. La Banca opera in 63 Comuni attraverso una rete di 23 filiali chiamate a servire oltre 30 mila clienti e circa 4.400 soci, che in un paio d’anni potranno aumentare, superando la soglia dei 5 mila. Ma c’è di più. La Banca è impegnata nel sociale e nell’aiuto concreto allo studio. Attraverso borse di studio e finanziamenti ad hoc agevolati - prosegue Drago - abbiamo scelto politiche di sostegno ai soci giovani e nell’ottica di favorire la nascita di nuove imprese targate “under 35”. Non dimentichiamo però -conclude - chi ha più bisogno: il plafond di 3 milioni di euro stanziato da Banca Alto Vicentino nel territorio per aiutare chi è stato colpito dal maltempo nelle scorse settimane è stato un intervento molto atteso e molto apprezzato”.

FATTI

Presentazione dei risultati dell'iniziativa comunale "Conoscere la memoria per averne cura" La perdita della memoria, soprattutto quella di origine degenerativa, è attualmente poco curabile, ma i diversi approcci terapeutici, specie quelli di prevenzione e psico-riabilitativi, riescono ad ottenere discreti risultati nel rallentare la patologia. Per questo motivo l'assessorato alla partecipazione del Comune di Vicenza, in collaborazione con l'associazione Pro Senectute, tra maggio e giugno ha proposto nelle circoscrizioni l'iniziativa "Conoscere la memoria per averne cura" : dieci giornate dedicate ad incontri individuali gratuiti su appuntamento, a cura di psicologhe messe a disposizione da Pro Senectute. Di Comunicati Stampa

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Questa mattina hanno illustrato l'esito dell'iniziativa l'assessore alla partecipazione Annamaria Cordova , la presidente dell'associazione Pro Senectute Daniela Grieco e la psicologa Silvia Caicchiolo che con le colleghe Sara Sabbadin e Chiara Valentini ha condotto gli incontri. Lo scopo del progetto era rilevare segni precoci di riduzione delle capacità cognitive e prevenire il rischio di perdita della funzione della memoria. Ad ogni partecipante, infatti, è stata fornita la restituzione finale dello screening con l'eventuale indicazione di rivolgersi al proprio medico di base per la valutazione di ulteriori approfondimenti specialistici. Sui 114 cittadini che si sono iscritti all'iniziativa, andando a saturare in pochi giorni tutti i posti disponibili, 7 sono stati indirizzati al medico di base per ulteriori approfondimenti, mentre a 19 è stato consigliato di effettuare un nuovo controllo dopo un anno. Nel dettaglio, i 114 partecipanti (di cui 76 donne e 38 uomini, tutti con almeno 60 anni di età) avevano un'età media di 71,68 anni. Le 7 persone invitate a recarsi dal medico per approfondimenti in relazione a un significativo calo dell'efficienza cognitiva (6 donne e 1 uomo) avevano invece un'età media di 76,6 anni che scendeva a 75,4 anni per i 19 (11 donne e 8 uomini) a cui è stato suggerito un nuovo controllo dopo un anno. "L'assessorato alla partecipazione, sempre attento al benessere e alla salute delle persone, - ha dichiarato l' assessore Annamaria Cordova svolge la propria attività in modo capillare nei quartieri, anche a favore degli anziani che frequentano i centri di aggregazione. Al termine delle giornate dedicate allo "Screening della memoria " possiamo dire che si è trattato di un tema che ha riscontrato molto interesse tra i cittadini, visto che i posti disponibili sono stati subito esauriti. Ringrazio l'associazione Pro Senectute per un servizio altamente professionale messo gratuitamente a disposizione della cittadinanza e per la disponibilità a riproporre l'iniziativa dall'autunno". Le principali motivazioni che hanno spinto i partecipanti ad aderire allo screening sono state la possibilità di accedere ad un controllo preventivo anche in assenza di concrete problematiche, la preoccupazione per la propria efficienza cognitiva e la preoccupazione per il futuro o per la familiarità con patologie neurodegenerative. Nel Comune di Vicenza la popolazione di età superiore ai 60 anni è pari al 28,8% del totale (32.358), con prevalenza del genere femminile, 32,2% ( 19.067) contro il 25,1% dei maschi (13.291) . Di questa popolazione, il 4,1% ha più di 85 anni, con una netta prevalenza delle donne, che sono il 5,5%, contro il 2,6% degli uomini.

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L'Italia, del resto, è attualmente uno dei Paesi con la più alta presenza di persone anziane (oltre 60 anni), e in Europa si colloca al secondo posto dopo la Germania, con una percentuale pari a più del 26,8% della popolazione totale e la previsione un raddoppiamento entro il 2050 (ISTAT, 2015). Se, da un lato, l'aumento della longevità rappresenta una conquista, dall'altro può comportare una serie di problematiche difficili da affrontare. Il progressivo invecchiamento della popolazione conduce infatti ad un inevitabile aumento sia dei casi di demenza, sia di condizioni di fisiologico declino cognitivo correlato all'età. Pertanto, in mancanza di terapie risolutive del problema, è particolarmente importante puntare alla prevenzione, ovvero alla precoce individuazione di eventuali patologie. La successiva diagnosi preventiva è utile per mettere in atto interventi farmacologici o di stimolazione cognitiva, efficaci per rallentare il declino psicologico e comportamentale dell'anziano, promuovere il benessere psicofisico in età senile e, soprattutto, la qualità della vita. In linea con il Piano Nazionale Demenze risulta importante creare delle reti territoriali che comprendano soggetti pubblici e privati, istituzioni e mondo associativo locale, per coinvolgere quanti più anziani possibile nell'attività di informazione e prevenzione. L'associazione di volontariato Pro Senectute di Vicenza opera in città dal 1972 con attività e servizi a favore della popolazione anziana a scopo di prevenire i rischi della solitudine e dell'isolamento dell'anziano, sensibilizzandolo alla cura di sé e al controllo dell'efficienza della propria memoria e favorendo la partecipazione alla vita sociale degli individui in tarda età, incoraggiando il dialogo e la solidarietà generazionale. Inoltre l'associazione mira a promuovere attività creative e pratiche, di informazione e cultura e fornendo sostegno psicologico alla famiglia dell'anziano.

FATTI / AMBIENTE

La petizione popolare del comitato dell'Albera per la sistemazione e asfaltatura di viale del Sole ottiene una seconda risposta... non ancora una data certa La petizione popolare promossa dal Comitato dell'Albera nei mesi scorsi e sostenuta da 227 firme di cittadini per ottenere la sistemazione e asfaltatura di viale del Sole nel tratto dalla rotatoria dell'Albera all'incrocio con via Brg. Granatieri di Sardegna per una lunghezza di 250 metri, lavori che erano stati promessi per l'anno 2106 dopo tre anni di attesa, ha ricevuto ora una seconda risposta

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da parte del comune e in particolare dall'assessore alla cura urbana Cristina Balbi: "Contiamo di mettere a gara i lavori entro l'anno 2017, quantificabili in 200mila euro". Di Note ufficiali

Giovanni Rolando e Fiorenzo Donadello riceventi la lettera, del Comitato dell'Albera rispondono: "Confidiamo che tutto ciò avvenga nel più breve tempo possibile visto che è infernale la situazione in cui si trova a convivere la gente in città alle prese con continue vibrazioni del terreno, che fanno crepare i muri delle case per il transito di 2500 Tir al giorno e 40mila veicoli, con un inquinamento acustico e atmosferico che determinano effetti dannosi alla salute delle persone vista l'emissione di sostanze ritenute mutagene e cancerogene dalla stessa Ulss di Vicenza e poi non dimentichiamo i numerosi incidenti con file interminabili di camion e auto... Certo che il superamento della data promessa di fine 2016 e la non fissazione di una data certa di ultimazione dei lavori lascia un pò d'amaro in bocca e ci fa dire che non potremo mollare la presa fino a quando non si vedrà la fine di questa annosa questione dei lavori pubblici". "Anche sotto questo profilo - continuano i promotori - è sempre più scandalosa la situazione di stallo circa la realizzazione della Bretella dell'Albera, la nuova strada attesa da 30 anni, di appena 5,3 km di lunghezza a due corsie una per senso di marcia, il cui progetto esecutivo è ancora in attesa di essere firmato nonostante siano trascorsi sei mesi dall'aggiudicazione dell'appalto lavori al Consorzio Integra: avrebbero dovuto passare al massimo 90 giorni da gennaio 2017 per cominciare i lavori, ne sono trascorsi più del doppio. Nel frattempo contatti tra Anas e i proprietari sono in corso per definire procedure e gli indennizzi per gli espropri. Sperando che non si ripetano gli scandalosi fatti per la Pedemontana Veneta." "Ricordiamo poi che non c'è ancora la firma del progetto esecutivo della Bretella. Questo, della firma mancante del progetto esecutivo , è l'obiettivo primario di questa fase per il quale il Comitato conduce la sua battaglia in tutte le sedi istituzionali e con gazebo e volantinaggio tra la gente, in strada e ai mercati. Vogliamo vedere le ruspe in azione. Basta con le lungaggini e gli scaricabarili istituzionali. E come si può constatare anche dalle spese da sostenere per la sistemazione di viale del Sole e nuova asfaltatura, spese a carico dei cittadini contribuenti di Vicenza, più si fa in fretta la Bretella dell'Albera, primo stralcio primo tronco della Tangenziale di Vicenza, più il Comune risparmia non pochi soldi da utilizzare per esempio per il sociale di cui

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Vicenza ha tanto bisogno".

ECONOMIA&AZIENDE / AMBIENTE / FATTI

In arrivo nuovo decreto del Ministero dell'ambiente riguardante l'assimilazione dei rifiuti speciali a quelli urbani "É dal 1984 che si sta attendendo questo decreto che dovrebbe, finalmente, chiarire definitivamente alcuni aspetti oggetto di confronto e, a volte, scontro, fra aziende e pubbliche amministrazioni - spiega Agostino Bonomo presidente di Confartigianato Vicenza -. Alcuni mesi fa Confartigianato, con il nostro funzionario Loris Rui, si è confrontata con i funzionari del Ministero dell'Ambiente, per analizzare le rispettive proposte e considerazioni sul testo in preparazione, che peraltro dovrà essere emanato a breve. In tale occasione abbiamo spiegato il nostro punto di vista, ma anche le molte differenze comportamentali e di regolamentazione dei singoli Comuni". Di Note ufficiali

L'argomento non è cosa da poco, visto che si tratta di stabilire quali sono i rifiuti delle aziende che possono essere immessi nel servizio pubblico e da quali superfici devono derivare. Sulla base di ciò che verrà approvato con il decreto ministeriale si potrà finalmente capire quali sono le nuove norme per regolamentare il servizio pubblico di smaltimento per le aziende, quindi la regolamentazione dell'applicazione della tariffa da applicare. "Le nostre proposte - continua Bonomo - sono semplici e chiare: si è chiesta l'esclusione dell'assimilazione dei rifiuti prodotti nelle superfici dei laboratori, nei magazzini, di materie prime e prodotti finiti e nelle mostre, lasciando comunque la possibilità alle singole imprese di richiedere il servizio pubblico al comune. Tale indicazione sta a significare che la non assimilazione dei rifiuti, avrà come inevitabile conseguenza la non applicazione della tassa ( TARI). Se invece la singola impresa richiederà il servizio di smaltimento comunale, allora dovrà pagare l'apposito tributo. Questo in linea di massima

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il principio che abbiamo sostenuto nel confronto con il Ministero dell'Ambiente e che abbiamo trovato confermato nella bozza di decreto." "Nella provincia di Vicenza con le pubbliche amministrazioni il problema dello smaltimento dei rifiuti - spiega Loris Rui responsabile del settore ambiente di Confartigianato - viene gestito in linea di massima senza particolari difficoltà, ma inevitabilmente abbiamo avuto confronti, a volte anche particolarmente accesi, con alcune amministrazioni comunali, soprattutto con riferimento al fatto che, indipendentemente dalla effettiva produzione di rifiuti assimilabili, il servizio di smaltimento deve comunque essere pagato, per il semplice fatto che è previsto. In molti casi viene poi ancora applicata la TARI, su quelle superfici, in cui sono installati macchinari e attrezzature aree in cui è evidente l'impossibilità di produrre rifiuti. In relazione al decreto in arrivo, speriamo venga approvato senza alcuna modifica rispetto alla bozza, ma vista l'impostazione, difficilmente verrà condivisa dalla rappresentanza delle pubbliche amministrazioni". Una normativa quindi molto attesa che potrebbe rivoluzionare l'impostazione del servizio pubblico "ma che offre anche la possibilità alle pubbliche amministrazione di dare una diversa impostazione al servizio - sostiene Bonomo - basandolo prevalentemente sull'effettivo peso dei rifiuti consegnato e applicando il giusto costo (ognuno paga per i rifiuti che produce e smaltisce), e questo renderebbe tutti, cittadini e imprese, più consapevoli dell'importanza del servizio".

SCUOLA E FORMAZIONE / ECONOMIA&AZIENDE / FATTI

Banca San Giorgio Quinto Valle Agno premia gli studenti più bravi Sono 438 le borse di studio erogate da Banca San Giorgio Quinto Valle Agno, per un investimento di oltre 120 mila euro sul territorio, ma soprattutto sui giovani soci e figli di soci dell'Istituto di credito locale. Tre i premi speciali di 1.000 euro ciascuno per giovani partecipanti a progetti Erasmus. Ad essere destinatari delle borse di studio studenti universitari e delle scuole superiori del territorio della Banca, che conta 76 Comuni. Un impegno che dal 2001 al 2016 ha premiato in tutto 5.356 studenti, con un esborso complessivo da parte di Banca San Giorgio Quinto Valle Agno che sfiora 1,2 milioni di euro. Di Note ufficiali

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"L'importo destinato a questa attività - spiegano il presidente Giorgio Sandini e il direttore generale Leopoldo Pilati - testimonia quanto importante sia per noi sostenere il merito nello studio e contribuire con le famiglie ad incentivare l'impegno a scuola e nel percorso universitario e di formazione al lavoro". Particolare apprezzamento per il pacchetto di 10 azioni che viene attribuito in assegnazione gratuita agli studenti universitari maggiorenni, oltre al premio in denaro. "Gli studenti universitari premiati sono così diventati soci della banca continua il presidente Sandini- con una partecipazione seppur minima, ma che, secondo le nostre intenzioni, promuove la consapevolezza della funzione sociale della cooperazione e della reciprocità nello scambio mutualistico. Con questa iniziativa allarghiamo la nostra già amplissima base sociale con la freschezza dei giovani, perché inizino a farsi parte attiva e responsabile nella vita della loro comunità". Sul sito web della Banca sono già disponibili i nuovi bandi. L'inoltro delle richieste sarà possibile a partire da metà settembre.

FATTI

Sino a sabato 12 stato di attenzione nel Veneto per possibili temporali In riferimento alla situazione meteorologica attesa sul territorio regionale, preso atto dell'avviso di criticità idrogeologica e idraulica emesso oggi alle ore 14:00, il Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto, al fine di garantire un monitoraggio costante della situazione e la massima prontezza operativa del Sistema di Protezione Civile, dichiara fino alle ore 8:00 di domani, sabato 12 agosto, per possibili situazioni di criticità idrogeologica dovuta a forti temporali lo stato di ATTENZIONE (da riconfigurare, a livello locale, in fase di preallarme, secondo l'intensità dei fenomeni) in tutto il territorio del Veneto. Di Comunicati Stampa

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Queste le previsioni dell'ARPAV: venerdì 11 agosto tempo variabile, anche instabile, con clima fresco, specie in montagna, e alternanza di addensamenti nuvolosi e schiarite, anche ampie. Probabilità medio-bassa di precipitazioni intermittenti da locali a sparse, a prevalente carattere di rovescio o temporale; non si escludono del tutto locali temporali intensi. Sabato 12 agosto residua variabilità con qualche annuvolamento alternato a schiarite, più ampie verso il tardo pomeriggio/sera; precipitazioni generalmente assenti salvo una probabilità bassa di qualche locale precipitazione.

ECONOMIA&AZIENDE

Inflazione, carburanti e consumi: tutti i dati pre ferragosto di Radiocor "Il lieve incremento su base mensile dell'indice generale - spiega l'Istat - e' ascrivibile al prevalere degli aumenti, derivanti anche da fattori stagionali, dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,6%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%), rispetto alle diminuzioni registrate dai prezzi dei Beni alimentari (0,7%) e dei Beni energetici (-1,0%). Su base annua rallenta la crescita dei prezzi sia dei beni (+0,8% da +0,9% di giugno) sia dei servizi (+1,3% da +1,5%). Di conseguenza, a luglio il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si conferma positivo e pari a +0,5 punti percentuali". Di Redazione Economica VicenzaPiù

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L'Istituto annota inoltre che "i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona calano dello 0,6% su base mensile e aumentano dello 0,8% su base annua (era +0,7% a giugno). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto scendono dello 0,4% in termini congiunturali e aumentano dello 0,9% in termini tendenziali (come nel mese precedente)". Quanto all'indice armonizzato dei prezzi al consumo Ipca, l'Istat rileva una diminuzione "dell'1,9% su base mensile, per l'avvio dei saldi estivi di Abbigliamento e calzature di cui il Nic non tiene conto", e una crescita "dell'1,2% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare". Si rivedono i rialzi sulla rete carburanti italiana. Con le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo ancora in leggera salita, infatti, dopo una settimana di calma piatta si registrano oggi i ritocchi all'insu' dei prezzi raccomandati da parte di Eni (+1 cent su benzina e diesel) e TotalErg (+1 cent solo sul gasolio). Nel 2017 la spesa complessiva pro capite sara' di circa 17.300 euro. Lo stima un'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio sui consumi delle famiglie tra il 1995 e il 2017. La spesa per alimentari, abitazione e abbigliamento sara' di circa 7.800 euro, pari al 41,5% dei consumi complessivi. Tra il 1995 e il 2017 diminuisce di 4,5 punti percentuali la quota di spesa complessiva per alimentari, tabacchi e calzature che e' assorbita quasi interamente dalla crescita delle spese per abitazione (+5,5 punti percentuali). In aumento la quota di spesa sia per alberghi e ristoranti (+2,4 punti percentuali), per via della crescita turistica e dei pasti fuori casa, che per i servizi sanitari e le comunicazioni (+0,2 punti percentuali). La spesa reale per la telefonia (apparecchi e servizi) e' cresciuta in termini pro capite del 240%, passando dal 1995 ad oggi da 109 euro a 371 euro.

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Lo scandalo delle uova contaminate minuto per minuto: la Ue convoca seduta per Paesi coinvolti La Commissione europea ha convocato i Paesi (12 quelli accertati finora ndr), coinvolti dallo scandalo delle uova contaminate

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dall'insetticida Fipronil. Lo ha reso noto, scrive Radioor che è al fonte di questa sintesi della situazione, la commissaria Ue alla Salute, Vytenis Andriukaitis. 'Ho proposto di tenere una riunione con i ministri dei Paesi interessati e i rappresentanti delle agenzie sulla sicurezza alimentare di tutti gli Stati implicati nella vicenda una volta che tutti i fatti saranno disponibili', ha affermato Andriukaitis, precisando di averne gia' parlato con i ministri di Germania, Belgio e Olanda. Il Belgio e i Paesi Bassi, dove sono state prodotte le uova incriminate, si sono mobilitati per trovare i responsabili. Di Redazione Economica VicenzaPiÚ

Le indagini hanno portato all'arresto di due manager di una societa' olandese che ha utilizzato il prodotto in allevamenti di polli e che i media olandesi identificano in Chickfriends. 'Dobbiamo esaminare in dettaglio quello che e' successo ed effettuare un'analisi completa del caso. E' necessario che i nostri esperti identifichino come e dove siano potuti verificarsi i problemi per poterli valutare e discutere le soluzioni', ha aggiunto Andriukaitis. Oltre 200mila uova contaminate con l'insetticida Fipronil, importate dal Belgio e dai Paesi Bassi, 'sono state immesse sul mercato' in Francia dallo scorso aprile'. Lo ha reso noto il ministro francese dell'Agricoltura, Stephane Travert, che ha comunque assicurato che 'i rischi per la salute umana sono molto limitati'. Parlando alla radio Rmc, Travert ha indicato che 'due centri di imballaggio di uova al Nord del Paese e nel dipartimento della Somme hanno ricevuto uova per il consumo contaminate provenienti dai Paesi Bassi e dal Belgio. Un primo lotto di 196mila uova dal Belgio e' stato messo sul mercato tra il 16 aprile e il 2 maggio, quindi queste uova sono state gia' consumate senza effetti sulla salute' delle persone. L'agenzia nazionale sulla sicurezza alimentare Anses ha confermato, ha proseguito Travert, che 'i rischi per la salute umana sono scarsi in considerazione del livello di fipronil nelle uova contaminate, ma anche considerando le abitudini alimentari dei francesi'. Travert ha rilevato che 'un secondo lotto giunto dai Paesi Bassi con il codice 0NL43651-01 e pari a circa 48mila uova e' stato messo in vendita dai supermercati Leader Price tra il 19 e il 28 luglio. Il livello di contaminazione non presenta rischi per i consumatori, che conoscendo comunque il codice possono decidere che cosa fare delle uova'. Da inizio settimana sono state identificate cinque aziende che trasformano uova e hanno ricevuto uova contaminate. Il ministro dell'Agricoltura francese ha affermato che 'tutti i prodotti contenenti uova di

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allevamento contaminate saranno ritirati dal mercato in attesa dei risultati delle analisi. I prodotti saranno di nuovo immessi sul mercato se l'esito degli esami sara' favorevole'. Lo scandalo delle uova contaminate ha provocato tensioni tra i Paesi membri Ue. Il ministro belga dell'Agricoltura ha accusato i Paesi Bassi di non essere stato avvisato dopo l'allerta, nel novembre 2016, di un possibile uso dannoso del fipronil nella disinfestazione degli allevamenti aviari visto che l'insetticida e' proibito per gli animali destinati al consumo. L'Olanda ha respinto al mittente le accuse di negligenza assicurando di 'non avere avuto alcuna indicazione di rischi per la sicurezza alimentare' al momento della denuncia anonima. Anche la Francia e la Germania hanno criticato la gestione della vicenda da parte dei Paesi vicini. 'Abbiamo un buon sistema e standard alimentari che sono indubbiamente i piu' elevati del mondo. Dobbiamo lavorare assieme per trarre le conclusioni necessarie e andare avanti piuttosto di sprecare energie per trovare i colpevoli', ha indicato Andriukaitis, precisando di aver domandato, oltre alle misure di urgenza decise dai Paesi membri per ritirare i lotti di uova contaminate, che si resti 'vigili' per garantire che i prodotti vietati non siano utilizzati per disinfestare gli allevamenti dalla cocciniglia. Le perdite legate allo scandalo delle uova contaminate sono valutate a decine di milioni di euro intanto che circa 160 aziende hanno fermato le attivita' nei Paesi Bassi e 50 in Belgio. In Danimarca sono state scoperte altre due tonnellate di uova contaminate, il che porta il totale a 22 tonnellate. Lo ha reso noto l'Autorita' alimentare del Paese indicando che la danese 'Nordic Egg ha importato due tonnellate di uova in imballaggi da 10 kg ciascuno contenti fipronil, ma a livelli non rischiosi per la salute. Questi prodotti sono stati richiamati'. Nella vigilia l'Autorita' danese aveva comunicato che 20 tonnellate di uova contaminate con fipronil, ma non rischiose per la salute umana, erano state vendute da una societa' belga a una danese e utilizzate principalmente nella ristorazione. Sono 17 i Paesi attualmente coinvolti dallo scandalo delle uova contaminate dall'insetticida fipronil, di cui 15 Paesi dell'Ue, la Svizzera e Hong Kong secondo la Commissione europea.

FATTI / POLITICA

Meno migranti, piĂš terroristi: il rischio. Fra business anche vicentino e decisioni nazionali di pancia Non ci occupiamo in questa sede delle valutazioni pro o contro il codice di comportamento che le ONG devono sottoscrivere se vogliono continuare nella loro opera di soccorso in mare dei migranti, politici od economici che siano, che, per alcuni, sfocia in un business dai contorni ad oggi oscuri. Ci occupiamo semplicemente, se pure la questione possa definirsi semplice, dei riflessi di una

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possibile, conseguente diminuzione dei flussi migratori in Italia, sulla sua sicurezza. Se fino ad oggi il nostro Paese non è stato colpito da atti terroristici di "stampo islamico" (che brutto termine, ma rende l'idea) non lo si può non attribuire, oltre che all'efficace lavoro della nostra intelligence e delle nostre forze dell'ordine, a un altro fatto oggettivo che ci deve far riflettere, ora e non dopo. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Se per i fomentatori del terrorismo l'Italia era la porta di accesso più agevole all'Europa di suoi adepti, nascosti fra migliaia di profughi e richiedenti asilo o solo di chi sogna un futuro migliore di quello atteso nel proprio Paese di origine, perchè alimentare le richieste interne di maggiori controlli e di chiusura all'immigrazione alimentando atti violenti e destabilizzanti proprio nella Penisola che rende meno difficile l'ingresso di chi, attraversandola, poi si dirige verso gli altri stati europei, Belgio, Francia, Germania e Inghilterra, che, non a caso, sono diventati i bersagli più abituali del terrorismo? Ma, ecco la questione che i politici dovranno valutare e che intelligence e forze dell'ordine di sicuro stanno già affrontando: se le restrizioni attuali alle ONG e, comunque, all'ingresso dei migranti dovessero superare l'attuale fase mediatica e trasformarsi in un reale freno all'attuale e comunque tragica "transumanza" umana, tra le cui greggi ricche di vittime si nascondono bestie feroci, gli organizzatori di morte quale freno avrebbero più a trasformare anche l'Italia nel loro poligono di tiro contro la "nostra" civiltà? Ecco perchè meno migranti, di transito, potrebbero lasciare spazio a più terroristi, di mestiere. Ecco perchè quello della chiusura tout court a chi vuole entrare in Europa passando per l'Italia non è il sistema per gestire questo dramma epocale delle vittime delle organizzazioni che sulla pelle dei migranto e sulla loro falsa e ipocrita accoglienza (ma come si fa a chiamare accoglienza un business miliardario in Italia e milionario a Vicenza dove solo per i prossimi due anni sono previsti almeno altri 72 milioni di euro a favore degli "accoglitori"?). Non è questo il sistema perchè a quelle vittime, in cambio della loro riduzione magari marginale e promessa tanto per soddisfare le pance del popolo, ora potrebbero aggiungersi altre vittime.

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Del popolo...

FATTI

La "Sagra della Sopressa" di Valli del Pasubio ha incoronato Federica Fogale "Miss Sport Veneto 2017": parteciperà a Miss Italia Continua ad essere ricca di appuntamenti e premiazioni la "Sagra della Sopressa" a Valli del Pasubio. Dopo la proclamazione domenica scorsa del suo re Mirko Zanetti e della regina, ovviamente la sua pluripremiata sopressa fatta in casa, la sera del 10 agosto il primo cittadino valligiano, Armando Cunegato, e il presidente della Pro Loco, Livio Brandellero, hanno rispettivamente conferito a Federica Fogale fascia e corona di "Miss Sport Veneto 2017". Con questo riconoscimento la damigella d'onore della sagra potrà proseguire con le selezioni e partecipare così alle prefinali nazionali di "Miss Italia 2017", che si svolgeranno dal 27 al 30 agosto a Jesolo. Di Luca Magrin

Federica ha ventidue anni

ed abita a Loria. La giovane trevigiana è diplomata in ragioneria e lavora con la qualifica di impiegata amministrativa in un'azienda di grafica pubblicitaria e stampa digitale. Ci ha fatto sapere di essere fidanzatissima e di essere stata spinta a concorrere per la prima volta quest'anno dalla futura cognata, che ringrazia in modo particolare. Naturalmente un grosso bocca in lupo a Federica, che speriamo di poter intervistare con il titolo ancora più prestigioso di Miss Italia 2017.

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BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

Assistenza legale ai soci BPVi e Veneto Banca: la Regione Veneto dà 13.636,37 euro a testa a 11 comitati

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La Regione Veneto, scrive Il Mattino di Padova, ha pubblicato la lista delle associazioni ammesse ai contributi per l'assistenza legale dei cittadini veneti danneggiati dalle ex banche popolari Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. La misura è stata prevista della legge regionale del 23 febbraio 2017 n. 7 secondo il decreto regionale veneto n. 333 del 22 marzo 2017. In totale il plafond era di 600 mila euro: 500 mila per l'assistenza legale e 100 mila per il sostegno psicologico alle persone coinvolte nella crisi. L'elenco pubblicato vede in lista 11 associazioni e comitati per un ammontare totale di 150 mila euro. L'importo assegnato è uguale e pari, per ogni associazione, a 13.636,37 euro. Di Rassegna Stampa

Ecco i beneficiari: Associazioni soci Banche Popolari di Castelfranco Veneto, Unione nazionale consumatori comitato Veneto di Cassola (Vi), Associazione nazionale azionisti Banca popolare di Vicenza di Malo (Vi), Coordinamento associazioni banche popolari venete don Torta di Venezia, Casa del Consumatore di Schio (Vi), Associazione Adoc Veneto di Venezia, Federconsumatori Regione Veneto con sede a Venezia, Noi che credevamo nella Bpvi con sede a Vicenza, Lega Consumatori di Montegrotto Terme (Pd), Ezzelino da Onara di Tombolo (Pd).

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Cantieri sotto tiro, Il Gazzettino: quasi 30mila operazioni finanziarie controllate dalla DiA in Veneto e Friuli Quasi trentamila operazioni finanziarie e 127 persone che stavano lavorando in cantieri pubblici sono state oggetto di controlli da parte della Direzione investigativa Antimafia in Veneto e Friuli durante il

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2016, si legge oggi su Il Gazzettino. È così che si cerca di intercettare i tentativi di infiltrazione negli affari puliti e di riciclaggio del denaro sporco. La Dia si occupa innanzitutto dei cantieri. Nel 2016 ha partecipato agli accessi in 103 cantieri, a seguito dei quali sono state controllate 2.720 persone fisiche, 1.047 imprese e 2.023 mezzi in tutta Italia. Si tratta "di uno dei più incisivi strumenti a disposizione per far emergere possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nelle fasi di realizzazione di un'opera pubblica". Di Rassegna Stampa

In Veneto gli accessi sono stati 4, le persone controllate 57, le imprese 18 e i mezzi 31. In Friuli gli accessi sono stati 3, le persone fisiche 70, le imprese 15 e i mezzi 78. Ma quello degli appalti e solo un filone. La Dia controlla anche il sistema economico-finanziario, segnalando operazioni sospette, per prevenire il riciclaggio. Nel 2016 sono state registrate in tutta Italia 98.239 segnalazioni di operazioni sospette, mentre ne sono state analizzate 102.924, riguardanti 348.632 soggetti, di cui 255.797 persone fisiche e 92.835 persone giuridiche. Posizione non marginale quella del Veneto con 16.391 posizioni sospette nel secondo semestre (pari al 6,96%, sesto posto dopo Lombardia, Campania, Lazio, Emilia Romagna e Toscana). Nelle parti basse della classifica il Friuli con 2.993 segnalazioni (1,22%). Ma se si calcolano le cifre del primo semestre (7.969 per il Veneto, pari al 6,21%; 1.467 per il Friuli, pari all'l.14%), si arriva a un totale nel 2016 di 24.360 segnalazioni sospette in Veneto e 4.460 in Friuli. di Giuseppe Pietrobelli, da Il Gazzettino

FATTI

A Nordest c'è la mafia? Il Gazzettino: quella in doppiopetto Le cosche del Sud tentano di infiltrarsi nel tessuto economico per riciclare i Proventi illeciti. nel mirino l'edilizia e il turismo

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Non aspettatevi i mafiosi con la coppola e la lupara. E nemmeno i calabresi pronti a sequestrare facoltosi imprenditori. O camorristi che controllano il traffico della droga nei territori metropolitani della Campania. A Nordest le cosche ci vanno soprattutto per ripulire il denaro, per cercare coperture pulite, per trasformare i proventi dell'illecito in attività insospettabili. La Direzione investigativa Antimafia ha depositato in Parlamento alcuni giorni fa la relazione del secondo semestre 2016 sulla grande criminalità organizzata. I dati, incrociati con la precedente relazione del primo semestre, costituiscono la fotografia più aggiornata di un fenomeno che allunga i suoi tentacoli nelle ricche regioni del Veneto e del Friuli. Di Rassegna Stampa

ECONOMIA - La mafia in Veneto non c'è, almeno come siamo abituati a conoscerla in Sicilia. E nel secondo semestre del 2016 non sono emersi fenomeni particolari neppure in Friuli. Eppure, nella relazione precedente un riferimento ad entrambe le regioni era presente. "Nel Veneto si sarebbero registrate presenze di soggetti legati a Cosa Nostra, che tenderebbero innanzitutto a radicarsi economicamente sul territorio con una presenza stabile, ma non tale da assumere le connotazioni tipiche della regione di provenienza. Lo scopo principale di tali sodalizi va individuato nel riciclaggio e nel reinvestimento di capitali illeciti, anche attraverso l'acquisizione di attività commerciali ed imprenditoriali, sfruttando, se del caso, l'opera di gruppi delinquenziali locali". Non è tutto: "A ciò si aggiunga la forte disponibilità di liquidità, che spinge l'organizzazione a sostituirsi al sistema del credito legale e a praticare l'usura". In Friuli durante il 2016 sono stati sequestrati o confiscati beni a due imprenditori edili, a Udine e Pordenone, risultati in collegamento con Cosa Nostra palermitana. 'NDRINE IN VENETO - In Veneto esiste una presenza "per quanto non radicata, di soggetti collegati alle cosche reggine e catanzaresi". E nel secondo semestre sono state "rilevate qualificate presenze di soggetti ndranghetisti su Padova, nell'ovest veronese e nel Basso Vicentino, riconducibili ad aggregati criminali di Delianuova, Filadelfia, Africa Nuovo e Cutro". Il loro obiettivo? "Il territorio sarebbe stato utilizzato per riciclare i proventi derivanti principalmente dal traffico di stupefacenti, nei trasporti e nell'edilizia". La loro esigenza è quella di poter emergere dall'area grigia della contiguità illecita, per non subire limitazioni o controlli. La conseguenza è che diversi soggetti economici "sono stati colpiti da provvedimenti

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interdittivi ed inibiti ad avere rapporti contrattuali con le Pubbliche Amministrazioni". ALBERGHI IN FRIULI - Pur non essendo stata registrata una colonizzazione strutturata, non sono mancati segnali di presenza di elementi organici alle 'ndrine, con interessi che spaziano dal settore edile, estrattivo e del trasporto in conto terzi, fino all'industria meccanica. Ma l'allarme viene dal comparto turistico-alberghiero, in provincia di Udine, dove sono stati segnalati interessi della cosca reggina Piromalli. "Alcuni 'ndranghetisti, emersi nel tempo in attività investigative, erano già stati coinvolti nelle faide tra clan rivali per l'egemonia nei territori d'influenza e per questo si sono rifugiati nel Nordest per sottrarsi ad eventuali ritorsioni". Non a caso il procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni, ha emanato delle "linee guida" per analizzare e interpretare i fenomeni riferibili alla criminalità organizzata". E, negli anni, è stata segnalata "la presenza di soggetti collegati ad organizzazioni criminali di tipo camorristico a Trieste, Lignano Sabbiadoro e Monfalcone. Da richiamare, perché sintomatica dei collegamenti, ancorché indiretti, con contesti criminali campani, l'operazione conclusa nel novembre 2016 dei carabinieri, in collaborazione con la polizia criminale di Nova Gorica (Slovenia), che ha colpito tre cittadini cinesi, ritenuti responsabili di detenzione e spendita di monete false". Le banconote, sequestrate nelle case da gioco slovene provenivano dalla Campania, prodotte dal cosiddetto Napoli Group. Secondo la Dia, "anche il tessuto economico del Friuli Venezia Giulia non può più considerarsi immune da tentativi di infiltrazione della camorra soprattutto sotto il profilo economico-finanziario". di Giuseppe Pietrobelli, da Il Gazzettino

POLITICA

Libia e Gheddafi: le colpe di Napolitano, Berlusconi, La Russa e Frattini Premessa: rivendico, per esser stato uno dei pochissimi a schierarsi, immediatamente e con foga, contro i bombardamenti della Libia, di poter commentare, ed in maniera autorevole, i retroscena svelati di recente dall'ex Presidente della Repubblica sull'adesione del nostro Paese alla guerra contro un Paese sovrano come la Libia. Mi riferisco in particolare a quel "Consiglio di guerra" informale tenutosi il 17 marzo del 2011 al Teatro dell'Opera a margine delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia al quale parteciparono l'ex Presidente Giorgio Napolitano, l'ex Premier Silvio Berlusconi, l'ex Ministro della difesa Ignazio La Russa, l'ex Ministro degli Esteri Franco Frattini oltre al consigliere diplomatico Bruno Archi.

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Di Giancarlo Marcotti

Fu quello un modo ignobile di festeggiare l'Unità d'Italia visto che l'art. 11 della nostra Costituzione recita: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L'ex Presidente Napolitano ha sbottato, per anni lui è stato indicato come il maggior fautore del nostro intervento militare ai danni della Libia di Muammar Gheddafi. E per anni lui, "democristianamente", non aveva risposto alle accuse, confidando sul fatto che i media nazionali, tutti dalla sua parte, avrebbero messo a tacere le critiche nei suoi confronti come sempre fanno quando gli "accusati" rientrano in una certa area politica. E così è stato, ora però, nonostante le pratiche di insabbiamento messe in atto, il bubbone è scoppiato in tutta la sua virulenza. Adesso che il disastro non solo è sotto gli occhi di tutti, ma ha prodotto le nefaste conseguenze che ognuno di noi può giornalmente riscontrare. Adesso che non c'è più nessun personaggio politico che non consideri un colossale errore i bombardamenti e la distruzione della Libia, lui, Giorgio Napolitano, il peggior Capo di Stato che l'Italia abbia mai avuto (oddio, in questa speciale classifica al contrario, i confronti con Scalfaro e Ciampi li ha vinti di misura), ha deciso di parlare. Ma non lo ha fatto per rivendicare la correttezza della propria scelta, oppure per scusarsi davanti a tutti gli italiani, comportamenti, questi, che sarebbero stati diametralmente opposti ma entrambi rispettabili da un punto di vista etico. Lo ha fatto per scaricare la responsabilità di quella scelta su altri. Insomma, potremmo definirlo un comportato da vile, da persona che dimostra mancanza di coraggio e fermezza, oltre che di coerenza. Egli si è discolpato sostenendo che quella fu "una decisione che spettava al Governo, sia pure con il consenso della Presidenza della Repubblica" ed ancora "non poteva che decidere il Governo in armonia con il Parlamento, che approvò con schiacciante maggioranza due risoluzioni gemelle alla Camera e al Senato, con l'adesione anche dell'allora opposizione di centrosinistra." Formalmente, nulla da eccepire a quanto detto da Napolitano, ma da un Presidente della Repubblica ci si attende un'etica superiore, comportamenti moralmente virtuosi e non solo dichiarazioni autoassolutorie.

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Detto questo, tuttavia, l'informazione deve essere corretta quindi mi corre l'obbligo di censurare i media, come ad esempio Repubblica.it, che sulle esternazioni dell'ex Presidente della Repubblica hanno titolato « Napolitano: "Le bombe contro Gheddafi? Basta distorsioni ridicole: decise Berlusconi, non io" » Una frase, riportata fra virgolette, che Napolitano non ha mai pronunciato, ed infatti leggendo l'articolo non compare. "Sistemato" Napolitano non posso certo esimermi dal censurare anche i comportamenti degli altri personaggi implicati in questa dolorosa vicenda. Me la cavo con due parole riferendomi a Franco Frattini che al tempo ricopriva la carica di Ministro degli Esteri. Sembra di stare a riferirsi ad un'altra epoca, ad un tempo lontano, ed invece stiamo parlando di avvenimenti accaduti soltanto sei anni fa. Eppure parafrasando il Manzoni ed il suo Don Abbondio potremmo dire "Frattini ... chi era costui". Il personaggio è scomparso dai radar della politica. All'epoca pare che abbia tentato di "nascondersi" dietro all'ombrello dell'Onu, insomma un comportamento pilatesco. Diversa la critica nei confronti di Berlusconi e La Russa, personaggi che invece sono rimasti sulla cresta dell'onda. Cominciamo dal Cavaliere. Caro Silvio, non puoi cavartela semplicemente dicendo che tu non te la sentivi di "dare l'avallo a quella missione di guerra contro la Libia" e che eri arrivato al punto di "minacciare di dare le dimissioni" e di non averlo fatto solo per non innescare una crisi istituzionale, tutto ciò non ti assolve affatto perché come tutti sanno: le dimissioni NON si annunciano, e tantomeno si minacciano, bensì ... si danno! Anche le tue mani quindi sono sporche del sangue di Gheddafi. Hai visto poi come ti hanno ringraziato per il tuo "assoluto asservimento" alle Istituzioni? Qualche mese dopo ti hanno dato un bel calcio nel sedere e ti hanno costretto a dimetterti!!! Svegliati una buona volta e cerca di capire di che pasta sono fatti quelli che passano per essere "servitori dello Stato". E concludiamo con La Russa, al tempo Ministro della Difesa. Caro Ignazio anche tu non puoi cavartela dicendo che "Gheddafi era ormai spacciato", dicendo quelle cose ti sei piegato, anzi genuflesso ad una nullità come Sarkozy, quando dovevi dimostrati forte hai fatto vedere tutta la tua inconsistenza, come uomo e come politico. Craxi ed Andreotti (ricordi Sigonella?) al tuo confronto si sono dimostrati dei giganti!!! Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

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P.S. Quei due loschi figuri che vedete in foto sono il francese Philippe Coindreau e l'americano Samuel Locklear comandanti, per i rispettivi Paesi, delle operazioni di guerra nei confronti del popolo libico. Se la ridono dopo aver massacrato bambini, donne e persone inermi

FATTI / LAVORO

Operai forestali della Regione Veneto sul litorale adriatico a sistemare le devastazioni del tornado. Cub: e sono precari...! Gli Operai Forestali della Regione Veneto, scrive in una nota che pubblichiamo CUB Confederazione Unitaria di Base del Veneto a firma Maria Teresa Turetta, sono stati dirottati nelle zone del litorale adriatico colpito dal maltempo di giovedì scorso, e ciò nonostante i cantieri nella settimana di ferragosto restino tradizionalmente chiusi. Si tratta di personale altamente qualificato nella sistemazione delle foreste e dei bacini idrografici e che, giustamente, sono impiegati sempre più anche nelle frequenti calamità ambientali del territorio veneto (frane, tornado, allagamenti ecc.). Si tratta per la gran parte di centinaia di lavoratori precari impiegati da decenni sul nostro territorio. Di Note ufficiali

Da tempo la scrivente O.S. sta chiedendo la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro, non ottentendo alcuna risposta nè dalla Giunta Zaia e tantomeno dalla sua strapagata dirigenza. A partire dal prossimo autunno intraprenderemo una vertenza legale, ma non solo, contro la Regione Veneto: è inacettabile che la sicurezza del nostro territorio sia gestita da personale sfruttato e illuso dalla politica da

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decenni. Tra l'altro la Corte di Giustizia europea, proprio in questi giorni, ha nuovamente bacchettato le interpretazioni fantasione che la magistratura italiana ha voluto dare alla norma europea che impone la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato dopo tre anni di servizio come precario presso il medesimo ente. A buon intenditor.... CUB -Confederazione Unitaria di Base del Veneto - Maria Teresa Turetta

AMBIENTE / FATTI

Lupi in Veneto, Guarda (AMP): "La confusione nasconde i ritardi della Regione. Fare squadra coi territori" "Entro luglio 2017 saranno centoottanta i recinti elettrificati installati: sessanta in Lessinia, sessanta in Asiago, sessanta in Belluno", Così, l'11 luglio 2017, scriveva l'Assessore Pan in una nota destinata al Consiglio regionale in occasione della votazione di alcune mozioni che non erano contro il lupo, bensì contro il progetto Wolfalps, contro quindi i soldi stanziati dall'UE per mitigare i danni del lupo ad allevatori, mandrie e greggi. Ad oggi, scrive nella nota che pubblichiamo la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP), le previsioni dell'Assessore appaiono troppo rosee: è da mesi che gli allevatori attendono queste installazioni e ancora non ne hanno avuto notizia. Per non parlare che buona parte dovevano già essere state consegnate nel 2016. Per questo chiedo all'assessorato di fare chiarezza sui numeri e sulle scadenze, quelli reali. Di Redazione VicenzaPiù

Non c'è tempo da perdere: settembre e ottobre sono i mesi che preoccupano di più gli allevatori e sono passati 2 anni da quando, nel 2015, in Consiglio Regionale denunciavamo l'urgenza di proseguire in quarta

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nell'attuazione di tutti i passaggi previsti dal progetto Wolfalps, specialmente per indennizzi e prevenzione, da sempre in azione al rallentatore: eppure all'epoca noi consiglieri di minoranza venivamo derisi in aula, con ululati di scherno da parte di alcuni consiglieri di maggioranza, gli stessi che oggi si accodano nel domandare la celere messa in atto delle stesse misure di prevenzione. E dovranno essere proprio loro a chiarire con quali soldi prevedono di attuare questi interventi, visto che è proprio la maggioranza in Consiglio che ha richiesto alla Giunta la recessione dal progetto Wolfalps, rinunciando quindi a quelle importanti risorse finanziarie. Attenzione, però: non si pensi di piangere a Roma né di usare le risorse per lo sviluppo di agricoltura e allevamento. Sarebbe l'ennesima beffa per gli agricoltori e gli aspiranti all'autonomia differenziata. Sarà il caso che l'assessore prenda coraggio, quindi, e indirizzi la sua maggioranza verso posizioni congruenti alle sue giuste ma tardive iniziative: è necessario aiutare a far convivere le comunità con una specie protetta, dando gli strumenti per mitigare le difficoltà. Wolfalps è il progetto responsabile per attuare le buone pratiche realizzate da allevatori e cittadini in aree che da decenni si confrontano con la presenza del Lupo. Anche il territorio è pronto a collaborare, ma è giustamente esigente e richiede una Regione coerente e di certo non ballerina, ritardataria e confusa nei messaggi: se si fa squadra si vince e si gestisce bene un territorio, facendo demagogia e allarmismo, invece, si creano solo malumori e danni, non solo agli allevatori.

FATTI

Il Burqa non copriva l'identità della donna all'Agenzia delle entrate di Vicenza ma gli occhi di chi ha scritto sul GdV un'altra fake «Una donna completamente velata ieri all'Agenzia delle entrate», questo l'occhiello del GdV l'11 agosto sopra il titolo «Con il velo integrale nell'ufficio pubblico. Scontro sul niqab» completato dal sommario utile a corteggiare qualcuno dei sempre più lettori persi «La foto nella sala d'attesa del Catasto diventa virale La polemica di Fratelli d'Italia: "Così è inaccettabile E se sotto l'abito ci fosse stato un uomo armato?"». Accanto La foto della donanpossibile uomo terrorista... E oggi, 12 agosto, ecco un paginone a "pompare" il, presunto caso. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

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E la sequenza occhiello (« Dopo la vicenda all'Agenzia delle entrate parla la guida islamica»), titolo (« L'imam e il burqa "Per la religione nessun obbligo"») e il sommario (« Al centro Ettawba solo hijab per coprire i capelli. "Il velo integrale legato a tradizioni di alcuni Paesi". La legge vieta di restare in pubblico a volto coperto») è ideale per introdurre, sempre a tutta pagina, quell'esempio di apertura mentale vicentina che risponde al nome di Everardo Dal Maso. Il consigliere alle pari opportunità di Vicenza, che dovrebbe tutelare donne, gay, comunità di cui fa dichiaratamente e liberamente parte, e tutti i "discrimati", senza informarsi e senza che il quotidiano "pancista" di Vicenza informi lui e i lettori cadenti, come le stelle di S. Lorenzo, sulla realtà dei fatti spara, infatti, una frase da titolone: « No ai volti coperti negli uffici. Voglio vedere chi ho di fronte». Voi direte che "forse ha ragione per motivi di sicurezza" il consigliere difensore dei diversi. Ma in un riquadrino a metà pagina, in due micro colonne anche il giornale degli omologati deve dare la vera notizia: S « i è lasciata identificare. Condotta molto corretta». A dirlo è proprio Francesco Simeone, funzionario delegato dal direttore provinciale per l'ufficio territoriale di Vicenza dell'Agenzia delle entrate, che spiega, finalmente richiesto di farlo, quanto è realmente accaduto conquistando, conquistando con la versione addomesticata, spazi che neanche le frodi BPVi...: « La signora si è avvicinata al nostro sportello e ha provveduto autonomamente ad alzare il velo che copriva il viso. In questo modo, ha permesso la propria identificazione da parte del nostro funzionario. Quindi si è trattenuta il tempo necessario all'erogazione del servizio richiesto e infine se n'è andata». Insomma un burga a coprire l'identità di qualcuno l'11 agosto c'era, ma era quello che usano indossare i poveri colleghi del giornale confindustriale per non vedere quello che non va visto... E se la donna ha rispettato, con dignità, la sua scelta e la legge dello stato italiano, il consigliere si è inchinato con... coraggio alla legge della ricerca del rutto di gusto di chi lo ha portato a Palazzo Trissino e i colleghi hanno solo continuato a ubbidire allo stato di necessità imposto a Via Fermi.

POLITICA

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Scalfari esilarante, unico, irripetibile: vuole Prodi, Letta e Veltroni. E Bindi no? Se l'età non è una malattia ... poco ci manca. Non è però il caso di Eugenio Scalfari che perlomeno è coerente da quasi ottant'anni: non aveva mai capito nulla prima ... e non capisce nulla anche adesso. Così come alcuni socialisti (è il caso di Mussolini) sono diventati fascisti, allo stesso modo, quando il regime si è dissolto, alcuni fascisti (è il caso di Scalfari) sono diventati socialisti. Questa è stata la strada percorsa ad esempio dal repubblichino Dario Fo, ma anche da Eugenio Scalfari che, da redattore del giornale "Roma fascista", è arrivato ad essere un paladino della sinistra. Insomma due personaggi entrambi coerentemente in prima fila nelle manifestazioni del 25 aprile. Di Giancarlo Marcotti

Ma non voglio ripercorre le torbide vicende che hanno costellato la vita del fondatore di "Repubblica", mi limito a commentare uno dei suoi ultimi, in ordine di tempo beninteso, editoriali, quello apparso sul giornale da lui fondato, nel quale, citando come esempio positivo Macron (e già qui eravamo al ridicolo) arriva a dare un consiglio a Renzi. Scalfari non usa mezzi termini, ha un'età per la quale può permettersi di non essere generico, ma ... di fare i nomi, anzi i cognomi. Così si rivolge a Renzi invitandolo a: "superare i vecchi contrasti e formare una squadra di prima scelta. Tre nomi sono indispensabili:" ed a questo punto tenetevi forti ... ecco i tre che per Scalfari sono "indispensabili" ... "Romano Prodi, Enrico Letta e Walter Veltroni". Lo so che non ce l'avete fatta. Siete ancora piegati in due e vi state spanciando. In effetti avrò riletto dieci volte quella frase e per dieci volte mi sono sbellicato dalle risate. "Una squadra di prima scelta"

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"Tre nomi sono indispensabili" "Prodi, Letta e Veltroni" Dai, non ci sono barzellette che fanno più ridere di questa (forse con Rosy Bindi in aggiunta sì..., ndr). Almeno io non ne conosco. Forse quella del parroco che ce l'aveva coi bergamaschi, però solo se raccontata da uno bravo. Insomma Scalfari in versione Gino Bramieri è semplicemente fantastico. Vabbé dai, abbiamo fatto una bella risata, anche questo ci aiuta a tirare avanti in una Italia stracolma di problemi. Grazie Eugenio per averci regalato un po' di buonumore. Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

ECONOMIA&AZIENDE

Un'azionista Veneto Banca pone una domanda di interesse anche per soci "truffati" di BPVi. Qui le indicazioni su chi pagherà: e se fosse Intesa Sanpaolo? F. S., azionista Veneto Banca, ci sottopone una questione di interesse generale su chi potrebbe rimborsare i soci truffati anche da Banca Popolare di Vicenza (nella foto con la nuova, desolante "zero insegna") a cui risponde il dr. Riccardo Federico Rocca. Col decreto legge n. 99 (pubblicazione G.U. n. 146 del 25/06/2017? è giusto?), lo Stato (sempre a favore delle Banche e mai a tutela dei risparmiatori) sta beffando gli azionisti già truffati dalle suddette banche. La data del 12/06/2014 come limite di acquisto azioni, negherebbe un eventuale rimborso ai risparmiatori/azionisti VB tratti in inganno dalla lettera del dott. Favotto datata Giugno 2014 (qui in allegato) relativa all'aumento di capitale sociale VB, nella quale si parlava di investimento e non vi era spiegazione alcuna sul rischio del titolo azionario. (Ci sono anche altre lettere inviate ai soci dai precedenti e successivi Presidenti VB). Lettera poi accompagnata dalle garanzie (verbali) dei funzionari e gestori di Filiale. (Non sto ad elencare tutti gli imbrogli...) Di Riccardo Federico Rocca

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L'azionista che avesse fatto ricorso all'Arbitro per le Controversie Finanziare e che avesse avuto giudizio positivo, quindi risarcitorio, deve comunque fare di nuovo ricorso all'Autorità Nazionale Anticorruzione? ("Il ricorso è redatto avvalendosi esclusivamente di apposito modulo reso disponibile nel sito internet istituzionale della Camera arbitrale dell'Autorità Nazionale Anticorruzione di cui all'art. 210 del decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016, ed è presentato in via telematica mediante posta elettronica certificata ovvero, a scelta del ricorrente, su supporto cartaceo al Collegio arbitrale.") Se così fosse e sarebbe davvero assurdo: per quale motivo è stato istituito l'ACF? Richiesta di insinuazione al passivo? La data del 24 agosto 2017 è giusta? Si prenderebbero "briciole" o neanche quelle? Chi pagherebbe? Scusate lo sfogo, ma dopo due anni e mezzo della telenovela Banche Venete ora si è arrivati proprio al limite; si è toccato il fondo... o si toccherà davvero quando gli azionisti truffati non avranno alcun rimborso? Che fare? Desidererei avere delle risposte, potete aiutarmi? Grazie. Cordiali saluti. F. S.

Gentile sig.ra S., la realta' e' peggiore di quanto lei abbia inteso poiché la data limite del 12 giugno 2014 è riferita esclusivamente all'acquisto di obbligazioni subordinate. Gli azionisti che si ritengano ingannati possono solo presentare domanda di insinuazione al passivo della liquidazione coatta amministrativa, per vedere accertato il proprio diritto di credito. Potra' sembrarle strano ma ad oggi non è ancora noto il termine entro il quale tale istanza debba essere depositata poiché i sessanta giorni accordati decorrono dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Ministeriale che ha dato avvio alla procedura di liquidazione e che ad oggi non è ancora stato pubblicato. Se mi chiede perché tale pubblicazione non sia stata ancora effettuata, posso solo ipotizzare che siano stati gli stessi commissari liquidatori ad averlo richiesto, poiché vi sono adempimenti a loro carico che parimenti decorrono dalla data di pubblicazione. Chi ha già ottenuto una decisione a proprio favore dell'ACF, può allegarla alla domanda di insinuazione, augurandosi che i commissari liquidatori ne tengano conto nel decidere sull'ammissione allo stato passivo. Se mi chiede chi rimborsera' i risparmiatori truffati, al momento non ho risposte certe, poiché la liquidazione stenterà anche a pagare i creditori in prededuzione (ovvero sorti dopo l'avvio della liquidazione). Peraltro il decreto legge del 25 giugno scorso presenta una molteplicità di profili di

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incostituzionalità', e vi è chi è già al lavoro per farlo saltare. Con l'obiettivo che sia Intesa Sanpaolo a mettere sul tavolo un miliardo dei cinque che ha avuto in regalo dallo stato per compensare chi è stato truffato.

POLITICA

Esercito a campo Marzo e via Btg. Framarin terra di nessuno, Daniele Ferrarin "interroga" Achille Variati Il sindaco Achille Variati, scrive nella nota che pubblichiamo Daniele Ferrarin, Portavoce consigliere comunale M5S Vicenza, da giorni reclama la presenza dell'esercito a Vicenza che, a suo avviso, dovrebbe risolvere la questione Campo Marzo. Non si rende conto che questa sua richiesta è la dimostrazione del fallimento della sua amministrazione in termini di ordine pubblico e di prevenzione del degrado. Il sindaco è sempre pronto a criminalizzare le categorie più fragili, richiamandosi alla fermezza e alla "tolleranza zero", mentre si gira dall'altra parte quando la fonte del degrado è il mancato rispetto delle regole da parte di personaggi "intoccabili". Di Note ufficiali

La questione Campo Marzo è al centro dell'attenzione da anni ma solo alla vigilia delle elezioni amministrative si tenta di correre ai ripari con proposte impraticabili. L'esercito, se dovesse arrivare, dovrebbe interessarsi in primo luogo dei siti in gestione dell'Amministrazione comunale come quello collocato in Via Btg. Framarin, che attualmente è terra di nessuno: una situazione imbarazzante che rende poco credibili le esternazioni di Variati. Interrogazione comunale

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Comune di Vicenza Consiglio Comunale Movimento Cinque Stelle Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale Al Sig. Sindaco Al Sig. Assessore Competente Interrogazione Premesso che • Da tempo ormai la stampa locale e i media pongono particolare attenzione ai temi cui la pubblica opinione è particolarmente sensibile: ordine pubblico, e degrado sociale; • il Sindaco Variati reclama la presenza dell'esercito in città, a suo avviso indispensabile per risolvere le problematiche di ordine pubblico in città; • una buona Amministrazione si contraddistingue con la capacità, innanzitutto, di evitare il degrado in siti dove c'è una sua gestione diretta dei servizi ; • il 6 agosto u.s. la stampa locale ha portato in evidenza la grave situazione in cui versa un'area di proprietà pubblica in zona Btg. Framarin dove lo scorso inverno sono stati collocati dei container adibiti al ricovero di persone per l'emergenza "freddo"; • la situazione emersa è ben descritta nel citato articolo e vengono posti al contempo interrogativi cui si deve dare una risposta urgente; Tutto ciò premesso: Il sottoscritto consigliere comunale chiede al Sindaco e all'Assessore competente; 1. come e da chi è regolamentato l'accesso alle strutture collocate nel sito sopraindicato; 2. se sono rispettate tutte le normative in materia di sicurezza e igiene pubblica; 3. se vi è la sorveglianza degli addetti alla gestione e per quante ore al giorno ; 4. le regole di comportamento degli utenti e se è consentito l'accesso a minori ; 5. se tali strutture, adibite a dormitorio d'emergenza, funzionano nel periodo estivo. Daniele Ferrarin, Portavoce consigliere comunale M5S Vicenza

FATTI / POLITICA / AMBIENTE

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Tangenziale, Variati, Usa, Dal Molin: ruspe e video documentario consegnato all'UNESCO, difficoltà sul fronte espropri La domanda che abbiamo posto agli ispettori di ICOMOS-UNESCO in missione a Vicenza, scrivono i Cristiani per la pace nella nota che pubblichiamo, è: "la tangenziale Variati USA Dal Molin armonizza l'ampliamento della nuova base statunitense con le esigenze della comunità vicentina?". Come noto, su richiesta del Sindaco Variati, il progetto di tangenziale è stato infatti sottoposto alle valutazioni UNESCO che lo hanno stroncato: la H.I.A. (Heritage Impact Assessement) ha valutato negativamente l'impatto (negativo moderato/ forte e negativo forte/molto forte), mentre il report dell'advisory mission, oltre alla cancellazione del collegamento con la base USA Dal Molin e della tangenziale nord ha chiesto - di fatto anche la revisione dell'innesto ora previsto con un cavalcavia di 117 metri su viale del Sole e "l'integrazione quanto più possibile nel paesaggio rurale". Di Note ufficiali

Dalla notizia dell'avvio dei lavori alla base USA Dal Molin nel 2006 abbiamo sempre ricercato mediazioni e la ricerca di onorevoli vie d'uscita: il progetto di tangenziale rpesentato da Italia Nostra lo era e lo è. Anche per gli statunitensi. Il video documentario in italiano e inglese "La tangenziale Variati USA Dal Molin" (è pubblicato sul sito di U4V - Unesco for Vicenza https://unesco4vicenza.org/ ) proiettato e consegnato agli ispettori di UNESCO e ICOMOS nella seduta dell'Advisory Mission del 29.03.2017 cristallizza la qualità di ottimo pregio paesaggistico, storico, culturale, artistico e ambientale del territorio che verrebbe irreparabilmente danneggiato. In merito al fronte espropri, evidenziamo che a fronte della procedura d'urgenza adottata da ANAS Spa l'11.07.2017 (art. 22bis del DPR 327/2001), il 5 agosto scorso Coldiretti Vicenza ha provveduto a segnalare a ANAS l'errata e/o mancata notifica di tale atto ad alcuni proprietari e che ANAS ha escluso dalla notifica i proprietari residenti su strada Biron di Sotto (verso Monteviale) non avendo richiesto l'obbligatoria autorizzazione paesaggistica alla Soprintendenza. Cristiani per la pace

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

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Un appello di Ezzelino III da Onara a Baretta, Rubinato e Santini perchè si attivino col Governo per affrontare 10.000 "casi sociali" di vittime delle ex BPVi e Veneto Banca Pubblichiamo di seguito la lettera che Patrizio Miatello, presidente dell'associazione Ezzelino III da Onara ha inviato ieri, 12 agosto, per sollecitare un incontro urgente col Governo per la tutela delle vittime di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ora in liquidazione coatta amministrativa, di cui tra gli 8.000 e i 12.000 sono risparmiatori definibili come "casi sociali in estrema difficoltà". Illustre On, Pier Paolo Baretta, Sottosegretario Ministero dell'Economia e delle Finanze del Governo, p.c. On. Simonetta Rubinato, p.c. Senatore Giorgio SantiniCon la presente sono a richiederle un incontro urgente, anche se capisco il periodo di ferie, in quanto ritengo sia di estrema emergenza trovare al più presto possibile una soluzione per i soci risparmiatori delle ex banche popolari che sono in estrema difficoltà. Di Edoardo Pepe

Mi riferisco a quelle persone che erano già state individuate con il progetto welfare (casi sociali) da parte delle banche e inserite in un regolamento (per semplicità e atitolo esemplificativo allegghimo qui quello di Veneto Banca), risparmiatori che hanno perso tutto e che hanno l'ISEE al di sotto di 13.000 e 26.000 € e per i quali le 2 banche avevano messo a disposizione € 60 milioni e per le transazioni individuali € 180 milioni. I casi sociali, che erano stati stimati all'incirca in 8000 - 12000, sono persone che hanno problemi di estrema difficoltà di cui 543 sono persone certificate a rischio di suicidio (dati servizio InOltre sos risparmiatori conosciuto come telefono antisuicidio dalla USL 7 e cona capo la dr.ssa Emilia Laugelli con cui collabora la dr.ssa Diletta Cigolini)

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In questi ultimi giorni sono stato assediato da telefonate di alcune di queste persone che si sono recate in una filiale delle banche per chiedere se i loro soldi arriveranno a fine settembre, ma in banca hanno risposto che tutto è stato sospeso/annullato dai liquidatori e addirittura che anche laetransazioni di marzo sono a rischio. Lo stato d'animo di confusione di queste persone già deboli non mi ha fatto dormire, dobbiamo trovare una soluzione immediata, penso che sia un dovere di tutti del Governo, della Regione Veneto ma anche di Banca Intesa Sanpaolo tentare di risolvere per evitare quello che potrebbe accadere in queste condizioni e che ci auguriamo non accada. Propongo, quindi, che venga valutata la possibilità di ripristinare il progetto welfare e vengano mantenute le scadenze di settembre e ottobre. Il sottoscritto e tutti i nostri professionisti si mettono a disposizione rinunciando alle ferie che stiamo tentando di fare. Nel ringraziarLa per l'attenzione restando a completa disposizione porgo cordiali saluti Patrizio Miatello, presidente associazione Ezzelino III da Onara

FATTI / POLITICA

Crisi di nervi dei renziani: Andrea Romano accusa Matteo Salvini di voler bombardare le navi delle ONG con "tutte le persone a bordo" Evidentemente il PD di Renzi sa di essere arrivato all'ultima spiaggia, negli ultimi tre anni ha perso tutte le consultazioni popolari, una serie di batoste culminate col fallimento del referendum ed il tracollo avuto alle elezioni amministrative. Le prossime elezioni politiche, quindi, potrebbero segnare la fine definitiva (politica s'intende) di Renzi e della sua combriccola. Finora, infatti, nessun renziano ha "pagato" per le clamorose débâcle del partito che non ha solo subito una dolorosissima scissione, ma prima ancora di questo ha perso milioni di voti. C'è un dato che, a mio parere, vale più di tante parole, ed è l'affluenza alle urne per l'elezione del Governatore della regione Emilia-Romagna nel 2014.

Di Giancarlo Marcotti

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Ebbene su 3.460.402 aventi diritto sono andati alle urne 1.304.841 elettori, il 37,71%! In Emilia Romagna! La regione che fino a pochi anni fa era in testa nella classifica dell'affluenza alle urne in tutte le tornate elettorali. Il 37,71% è una percentuale che non si verifica nemmeno nei paesini sperduti della Calabria spopolati per la massiccia emigrazione. Il Presidente della regione Emilia Romagna, Bonaccini, è stato eletto con soli 615.723 voti ed era appoggiato da una miriade di liste, e le più variegate, perché oltre che dal PD era sostenuto anche da SEL, Verdi, Psi, Scelta Civica, Italia dei Valori ed altre due liste civiche. Insomma gli emiliani ed i romagnoli hanno detto nella maniera più chiara e lampante che con questo PD non vogliono aver nulla a che fare. Per ora non se la sentono di votare in altre direzioni e manifestano la loro totale insoddisfazione non recandosi alle urne. Ma torniamo ai "renziani". Ovviamente devono aver capito che un'ulteriore batosta alle prossime elezioni politiche, per loro, non potrebbe non avere serie conseguenze, contemporaneamente devono anche aver cominciato ad annusare l'aria grama che soffia da quelle parti, per cui ... si agitano in maniera sconsiderata. Una brevissima premessa. Personalmente sono totalmente contrario alle querele, spesso annunciate, e raramente sporte, da personaggi politici che, durante i talk show televisivi, si ritengono insultati o diffamati. Preferirei infatti che la Magistratura si occupasse di cose serie e non perdesse tempo nel dirimere baruffe chiozzotte. Premesso ciò, tuttavia, a tutto c'è un limite. Ed arrivo al dunque. Durante la trasmissione Omnibus in onda su La7 venerdì 11 agosto, il parlamentare PD, Andrea Romano, ha testualmente detto: "Ho sentito esponenti politici, per esempio Salvini della Lega, sostenere che le navi delle Ong dovevano essere bombardate, affondate, evidentemente con tutti quelli che c'erano a bordo" Ora questo qui è completamente andato via di testa! Certo, mi direte, ma da uno che è stato eletto con il Partito di Monti e poi è passato al PD diventando più renziano di Renzi, cosa ci si può attendere? È vero anche questo, cosa possiamo pretendere da Andrea Romano?! Però ... però tutto ha un limite. Con una frase del genere lui sta dando del criminale, dell'assassino a Matteo Salvini, che un angioletto, mediatico, di certo non è ma da qui a diventare un criminale o un mandante di omicidi, di fatto, ce ne passa. Il Segretario della Lega si era limitato a dire che alle Ong che non avevano firmato il noto protocollo e che nonostante ciò avessero continuato a

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trasbordare migranti sulle nostre coste, dopo aver fatto sbarcare tutte le persone a bordo, dovevano essere sequestrate le imbarcazioni e, per evitare che il reato potesse essere reiterato, queste ultime avrebbero dovuto essere affondate. Sostenere quindi che Matteo Salvini avrebbe detto che le navi delle Ong avrebbero dovute essere "bombardate, affondate, evidentemente, con tutte le persone a bordo" va ben oltre la diffamazione. Se quando mancano ancora sei, sette, otto mesi alle elezioni quelli del PD accusano gli avversari politici dei crimini più efferati, non so di cosa li potranno incolpare nell'imminenza della tornata elettorale. da Finanzainchiaro.it

FATTI

Il cane poliziotto Rocky sempre più una star anti droga: a Thiene e Zugliano "fiuta" due spacciatori ghanesi e un italiano Altra uscita ufficiale per Rocky, il cane dell'unità cinofila del Consorzio di Polizia Locale Nordest Vicentino di Thiene per attività di controllo contro la detenzione e lo spaccio di droga. Due persone, una di nazionalità ghanese ed una di nazionalità Italiana, sono state individuate dal fiuto del pastore tedesco perché detenevano della sostanza stupefacente. Ore 22:50 di sabato 12/08/2017 l'unità cinofila si portava in via Vanzetti a Thiene dove Rocky segnalava la tasca dei pantaloni di un 20enne di nazionalità ghanese consentendo agli agenti di rinvenire un involucro contenente della marijuana per uso personale. Di Redazione VicenzaPiù

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Poco dopo, alle ore 23:20 circa una pattuglia della Polizia Locale Nordest Vicentino in servizio di controllo del territorio nel comune di Zugliano, richiedeva l'intervento dell'unità cinofila per procedere al controllo di alcune persone in luogo dove era stata segnalata attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Alla vista del cane Rocky uno dei ragazzi, un 31enne italiano, consegnava spontaneamente agli agenti un barattolino in plastica contenente sostanza stupefacente tipo marijuana. Rocky, per nulla soddisfatto, continuava il suo controllo rinvenendo, a terra sotto ad un tavolo, due sacchetti in nylon contenenti piccole quantità di sostanze stupefacenti tipo eroina e hashish nonché un bilancino di precisione. La sostanza stupefacente ed il bilancino venivano sequestrate e le due persone segnalate alla Prefettura di Vicenza.

FATTI

Apertura nuovo "camping" in viale Europa a Marano: la denuncia del Comitato Marano Pulita Si è materializzata in un pomeriggio l'apertura del nuovo camping in Viale Europa a Marano Vicentino, cin scrive nella nota che pubblichiamo il Comitato Marano Pulita. Si tratta del prato di un privato, l'erba tagliata da poco, in posizione molto comoda, a soli dieci metri dalla rotonda della maranese. Vi stazionano già diversi tra furgoni, camper, roulotte ed auto, in un via vai di arrivi e partenze. Gli "ospiti" si sono già sistemati in modo egregio, installando persino delle reti antigrandine a copertura dei mezzi, con l'evidente finalità di fermarsi per parecchio tempo. Avranno forse sentito la notizia dell'imminente apertura del nuovo cinema di Marano, che dista solo qualche centinaio di metri dal posto, data per la fine di questo mese e non vogliono perdersi l'inaugurazione? Certamente gli abitanti della zona non vivono bene la presenza del nuovo "campeggio" di tipo balneare e dei suoi inquilini, ed hanno già provveduto ad avvertire l'autorità competente. Di Note ufficiali

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BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

"Da carte su BPVi emerge che Bankitalia era al corrente delle baciate dall'ispezione 2012 ma non fece rilievi...": la lettera denuncia originale di Silvano Trucco, ex dg Bene Banca Il 1° luglio 2017 titolavamo sugli intrecci tra Bene Banca (la BCC cuneese di Bene Vagienna), Banca d'Italia e la sua "sponsorizzata" Banca Popolare di Vicenza dell'era segnata da Gianni Zonin: «Torna con una "lettera aperta" alla stampa sui fatti già denunciati Francesco Bedino, ex presidente di Bene Banca "commissariata" da Bankitalia in favore di BPVi ora "liquidata"». Ne avevamo parlato anche l'11 maggio in «Io sto con Vincenzo Consoli, purché si scrolli di dosso la cacca dei piccioni viaggiatori», articolo per il quale è stato aperto l'ennesimo procedimento legale contro VicenzaPiù addirittura dalla, incompetente, Procura di Treviso (ci è stato detto dal nostro legale che "è un puro atto intimidatorio...», ma tant'è, ci torneremo...). Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

L'articolo aveva riportato a galla un pezzo del Fatto Quotidiano da noi pubblicato in rassegna stampa oltre due anni prima, il 5 marzo 2015 (« Alla BPVi soldi di BCC cuneese, Duso suo commissario e Ad di Marzotto Sim, al 9% della BPVi» La questione, estremamente importante per i vertici tartassati da Bankitalia, lo è anche per gli incroci già da noi evidenziati con la storia degli amoreggiamenti tra l'entourage di Ignazio Visco e la corte di Gianni Zonin. Oggi sulla questione è tornato anche Il Fatto («I l caso della BCC Bene Vagienna. Commissari e pm, le armi improprie della Banca d'Italia» titola il pezzo di Giorgio Meletti che mostra come via Nazionale fosse " pronta a tutto per il risiko delle aggregazioni"). In attesa di pubblicare una serie di "testimonianze", che evidenziano soprattutto la "relazione" a tre BPVi, Bankitalia e BCC Bene, anticipiamo la lettera originale e integrale che ci ha inviato il 5 agosto Silvano Trucco, ex

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D.G. di Bene Banca quando a presiederla era Francesco Bedino, lettera da cui è partita l'acuta analisi di Meletti e su cui, complici le nostre risorse "umane" limitate e, soprattutto, il desiderio di focalizzare di più la vicenda sul caso vicentino, stiamo lavorando per fornirvi a breve considerazioni e fatti specifici. Ma un passaggio della missiva è fondamentale, se chi di dovere verificherà e confermerà, e lo anticipiamo alla vostra lettura: N « elle carte su Banca Popolare di Vicenza emerge come Bankitalia era al corrente delle "baciate " sin dall'ispezione 2012 ma non fece rilievi...». La matassa pare che possa essere dipanata, a volerlo... Ecco, quindi, la lettera e l'articolo.

"Questo è l'articolo odierno di Gianluca Paolucci - ci scrisse il 5 agosto l'ex dg allegandoci il testo uscito su La Stampa quel giorno stesso e che riportiamo a seguire*. Nelle carte su Banca Popolare di Vicenza emerge come Bankitalia era al corrente delle "baciate" sin dall'ispezione 2012 ma non fece rilievi. Nelle carte che ho acquisito io stesso dal procedimento penale a mio carico è emerso in maniera documentale che il funzionario di Bankitalia, post ispezione del 2012, ha distorto la realtà in sede di S.I.T. con gli inquirenti per tentare di imputare al sottoscritto reati non commessi! Tutto oggi è al vaglio dei miei avvocati al fine di presentare idonea querela per calunnia. I soliti 2 pesi e 2 misure di Bankitalia! Basta, Deve finire! Da parte mia farò di tutto per fare emergere la verità sul caso Bene Banca e sulla protervia di Bankitalia che vuole annichilire e distruggere chi osa criticarne l'operato. Senza contare le indebite pressioni dalla sede di Torino di Banca d'Italia sul Procuratore Capo di Cuneo affinché riaprisse il fascicolo nei miei confronti dopo che la segnalazione della Vigilanza alla magistratura post ispezione era stata rubricata a Modello 45 (contro ignoti) ed archiviata il 10.09.2014 dal PM Maurizio Picozzi. Evidentemente nel 2014 il sottoscritto non dava fastidio essendo all'epoca in rigoroso silenzio. Ma nel 2015 la denuncia a marzo contro il Commissario per i 38 milioni della Bcc benese girati a Vicenza a tassi irrisori, la partecipazione e l'intervento a luglio alla Camera alla presentazione del Libro "La banda d'Italia" del grandissimo Elio Lannutti (che ha dedicato due capitoli della propria fatica letteraria allo strano caso del commissariamento Bene Banca), la presentazione ad agosto a Fossano in un convegno affollatissimo e ripreso da tutti i media locali, hanno fatto scomodare Palazzo Koch tanto da indurre un ignoto funzionario (magari il Direttore di Filiale di Torino) a consegnare "a mano "una lettera (rubricata "Banca d'Italia - sede di Torino" ma scritta a mano e non protocollata) nella forma "riservata personale", in data 22.9.2015, al Procuratore Capo di Cuneo Dott.ssa Nanni, documento che la Procura ha protocollato e fortunatamente lasciato in copia nel fascicolo consentendomi di acquisirlo. Risultato è stata l'apertura d'ufficio (a firma del PM Maurizio Picozzi, lo stesso che un anno prima aveva decretato l'archiviazione) del procedimento a mio carico senza l'ausilio di "fatti nuovi" e sulla base della identica segnalazione del 2013 di Bankitalia, poi conclusosi con l'archiviazione per infondatezza della notizia di reato, grazie all'opera magistrale del nuovo PM cui è stato attribuito il fascicolo aperto dal magistrato Maurizio Picozzi, PM poi trasferito pochi giorni dopo la firma dell'avviso di garanzia da inoltrare al sottoscritto, firma guarda caso, ma sono solo coincidenze...., avvenuta 2 gg dopo che l'Eba ha fatto richiesta scritta agli ex vertici di Bene Banca di ottenere tutte le copie dei ricorsi e

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delle denunce contro Bankitalia per il caso Bene Banca .... Totò diceva "sono coincidenze che coincidono"... Tornerò quanto prima sull'argomento con copia delle denunce e degli esposti a CSM e ANAC che i miei legali stanno predisponendo, pur nelle difficoltà del periodo vacanziero attuale, Grazie infinite dell'attenzione. A presto Silvano Trucco (Ex D.G. Bene Banca) La Stampa 05.08.2017 Vicenza, gli allarmi ignorati e il ruolo della Banca d'Italia Anche Zonin nelle carte Consob sui prestiti per comprare azioni Si chiama Antonio Villa e potrebbe avere un ruolo chiave per ricostruire le responsabilità - anche penali - nella vicenda della Banca Popolare di Vicenza. La sua ricostruzione chiama in causa direttamente l'ex presidente Gianni Zonin e, indirettamente, la vigilanza di Bankitalia. Il nome di Villa, ex consulente «private» (i clienti con patrimoni più grandi) della banca, compare più volte negli atti dell'inchiesta. È il primo infatti che contesta apertamente dall'interno il sistema delle cosiddette operazioni «baciate», di prestiti a fronte di acquisti di azioni, nascoste alla Vigilanza e che una volta portate alla luce hanno innescato la frana della banca. Villa si licenzia nel luglio del 2013 e quando la banca chiede i soldi per il mancato preavviso, apre una causa di lavoro poi chiusa con una transazione. Nelle carte della causa di Villa c'è il racconto dettagliato delle operazioni «baciate», della loro illiceità e delle pressioni subite per realizzarne quante più possibile. La sua vicenda è raccontata diffusamente nelle oltre 350 pagine della relazione della Consob che raccoglie gli esiti della lunga ispezione datata febbraio 2016. È l'ultima prima della quotazione in Borsa, poi fallita il mese successivo. È una ricostruzione ancora parziale del disastro, ma sufficiente a delineare delle responsabilità precise. Il management in primo luogo, con l'ex dg Samuele Sorato e i suoi vice. Ma anche, in forma più sfumata, il cda e lo stesso Zonin, che finora ha sempre scaricato sui manager ogni addebito. Agli atti dell'inchiesta c'è una lettera dello stesso Villa che sarebbe arrivata all'attenzione del cda, con le ragioni del licenziamento e la descrizione puntuale delle «baciate». Nella lettera, del 2014, ci sono delle annotazioni a mano dell'allora presidente Gianni Zonin, che però ha sempre dichiarato di aver saputo della pratica delle baciate solo dopo l'ispezione della Bce di un anno dopo. Secondo la Consob, gli atti della causa di lavoro di Villa sono «la prima e documentata ricostruzione del fenomeno» delle baciate. Villa infatti scrive che le ragioni del suo addio «risiedono nella necessità di sottrarsi alle continue e ormai insopportabili pressioni che gli provenivano dai suoi superiori gerarchici ad assumere comportamenti illeciti (...) Da tempo i capi locali (...) insistevano in modo ossessivo per il collocamento con ogni mezzo ai clienti delle operazioni baciate». Dopo aver spiegato il funzionamento dei prestiti finalizzati all'acquisto delle azioni, Villa spiega che «moltiplicando su larga scala tale operatività il risultato sul piano del capitale è che il prezzo delle azioni della banca viene sostenuto artificialmente, con evidente vantaggio del management». Dopo la causa, si muove l'audit interno. Viene

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avviata una verifica incrociando i soci con azioni per oltre 500 mila euro che fossero anche clienti con affidi compresi tra il 25% e il 50% delle azioni possedute. E viene fuori (siamo nel 2014, ben prima della ispezione della Bce) un elenco di 171 soci con azioni per 425 milioni di controvalore. Poi però non succede nulla. L'audit prepara un documento, che viene consegnato «brevi manu» al direttore generale Sorato e finisce lì. Perché? La risposta che dà il responsabile dell'Audit, Massimo Bozeglav, alla Consob è articolata. Ma tra le ragioni che cita c'è anche «la presenza nell'elenco di nominativi che erano stati oggetto di valutazione da parte della Banca d'Italia nella verifica ispettiva del 2012, senza formulazione di alcun rilevo». A tirare in ballo il nome di Zonin è anche un altro ex dipendente della Bpvi. Si tratta di Luigi Rizzi, il «campione» delle baciate, il gestore di clienti facoltosi che da solo ha fatto operazioni di acquisti in cambio di prestiti per 350 milioni di euro. In una memoria alla banca dopo il suo licenziamento, alla fine del 2015, Rizzi scrive infatti che l'ex presidente avrebbe partecipato ad una delle cene organizzate per uno dei clienti finanziati, nel 2009. «Senza tuttavia - scrivono gli ispettori della Consob - fornire dettagli circa gli argomenti affrontati nell'incontro».

POLITICA

Lo scivolone di Mattarella su Marcinelle e i profughi e le profezie di Montanelli: "nessun futuro per l'Italia, brillante per gli italiani" Far meglio di Scalfaro, Ciampi e Napolitano era obiettivamente facile, quindi con tutti i propri limiti Sergio Mattarella, al momento, si è dimostrato un Presidente della Repubblica migliore rispetto ai suoi ultimi tre predecessori. Non che si fosse distinto per meriti particolari, semplicemente il profilo basso ed alcune scelte senza dubbio condivisibili (come l'uso degli aerei di linea per i voli non di Stato) sono state apprezzate dagli italiani. Per questo ha destato un certo stupore lo "scivolone" nel discorso pronunciato in occasione dell'anniversario della tragedia di Marcinelle. Di Giancarlo Marcotti

Innanzitutto specifichiamo bene perché stiamo parlando di uno "scivolone" e non di uno "strafalcione" o, peggio ancora, di uno "sproposito". Come sempre, infatti, non dobbiamo limitare la nostra attenzione a come hanno titolato i nostri giornali, ma occorre invece riferirsi a ciò che è stato veramente detto.

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I titoli dei giornali sono infatti spesso, per non dir sempre, "distorsivi", per rendere l'articolo più attraente si cerca infatti di estremizzare i concetti espressi. In questo caso, ad esempio, dai titoli dei giornali sembra che Mattarella abbia voluto assimilare i migranti che oggi approdano sulle nostre coste con i nostri connazionali periti 61 anni fa a Marcinelle, in Belgio. Nella realtà Mattarella, per la precisione, ha detto: "Generazioni di italiani hanno vissuto la gravosa esperienza dell'emigrazione hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d'origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nella società di accoglienza". "È un motivo di riflessione verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell'Unione Europea" Dunque non fa proprio un parallelo fra gli odierni migranti e la tragedia avvenuta in Belgio 61 anni fa che costò la vita a 262 minatori, dei quali poco più della metà (136) erano italiani. Rimane comunque uno "scivolone" per diversi motivi. Il primo è che Mattarella non poteva non pensare che quella frase avrebbe creato polemiche, in effetti la situazione dei nostri migranti nel dopoguerra non è nemmeno minimamente assimilabile a quell'ondata migratoria alla quale stiamo assistendo in questi anni. Banalmente possiamo tranquillamente affermare che i nostri connazionali, se da un lato non rischiavano la vita per raggiungere la Svizzera, la Germania o il Belgio, dall'altro non soggiornavano neppure in alberghi o centri di accoglienza bighellonando tutto il giorno, ma venivano impiegati nei lavori più massacranti e senza alcuna tutela per quanto riguarda la sicurezza. Quindi Mattarella avrebbe fatto bene a non fare alcun riferimento a "coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi" ... ma non solo! Mattarella, così come tutti gli altri politici, e soprattutto come tutti i media nazionali, si è dimenticato di dire una cosa molto importante, ed ossia che: Tutt'oggi un numero ingente di nostri connazionali, paragonabile proprio a quanti lasciarono il nostro Paese nell'immediato dopoguerra, è costretto ad emigrare in cerca di lavoro. Non partiranno più con le valigie di cartone legate con uno spago, ma comunque emigrano in cerca di un reddito che dia loro dignità, una dignità che al momento il nostro Stato non è in grado di garantire ai suoi cittadini. E la maggior parte di questi nostri connazionali, che ormai da alcuni anni si sono trasferiti all'estero pensando inizialmente ad una emigrazione "temporanea", una volta integratisi nel Paese di destinazione non sembra abbiano alcuna intenzione di tornarsene in Italia.

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Sembra quindi che quanto detto da Indro Montanelli una ventina di anni fa possa esser considerata non una semplice esternazione, ma una vera e propria profezia: "per l'Italia non vedo un futuro, per gli italiani ne vedo uno ... brillante!"

FATTI

La "Sagra della Sopressa" di Valli del Pasubio dà il "La" al Festival Concertistico Internazionale di Vicenza La località pedemontana, intenta a festeggiare con la "Sagra della sopressa" la sua regina gastronomica è stata protagonista sabato 12 agosto di un evento molto interessante per i cultori ed amanti della musica sacra, il primo concerto della XX edizione del Festival Concertistico Internazionale di Vicenza sugli organi storici. La manifestazione ideata e diretta artisticamente dal M° Enrico Zanovello permetterà grazie a trentatre appuntamenti di far risuonare le note di questi strumenti antichi, nobili e popolari in ogni angolo della provincia berica, valorizzando al contempo le chiese dove gli artisti si esibiranno. Di Luca Magrin

Il primo protagonista nella chiesa parrocchiale valligiana di S. Maria è stato l'organo costruito dalla celeberrima azienda organara comasca dei F.lli Serassi nel 1832 e sottoposto a restauro dalla ditta bergamasca Emilio Piccinelli nel 1972. Si tratta di un manuale di 52 tasti (Do-Sol5), pedaliera di 13 note e 25 registri, che ha preso vita e dilettato i numerosi presenti grazie al duo composto dal M° Marco Ruggeri e la violista lituana Lina Uinskite. La coppia di artisti si è costituita nel 2012 e affronta autori dal Barocco al Nocento, brani originali ma anche trascrizioni dal pianoforte o dall'orchestra. Sono state eseguiti brani di Vincenzo Bellini, Daniele Gambini, Ernesto Cavallini, Amilcare Ponchielli, Padre Davide da Bergamo e Antonio Bazzini. Ricordiamo il secondo appuntamento del festival presso la chiesa di Marana di Crespadoro con il M° Gerardo ChiminI il 15 agosto. La manifestazione musicale si chiuderà il 17 dicembre ad Agugliaro, dopo tra l'altro l'inaugurazione dell'organo De Lorenzi del 1843 della chiesa di San Giuliano a Vicenza il 14 ottobre e la presentazione del catalogo degli organi della città di Vicenza nella chiesa di San Michele ai Servi il 20 ottobre.

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

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Crac bancari, Libero: ... eppure Carmello Barbagallo da Sostituto è diventato Capo dell'Ispettorato di Vigilanza di Bankitalia Gli italiani tendono ad avere la memoria corta, persino se si parla dei loro risparmi. Poi adesso è estate, fa caldo, c'è voglia di leggerezza, ma è sempre meglio rinfrescarci la memoria sulle prodezze del sistema bancario italiano e soprattutto su chi dovrebbe vigilare i nostri risparmi, affinché per i giovani - ovvero il futuro del nostro Paese - uno straccio di futuro esista. In questi ultimi quindici anni, a danno dei cittadini e dei loro gruzzoli accumulati con la fatica di una vita, è successo veramente di tutto, ma sempre con un unico denominatore comune: il consumato tradimento verso la fiducia dei piccoli, inconsapevoli, risparmiatori.

Di Rassegna Stampa

IMPOSTA BEFFA Un esempio? Non tutti sanno che nelle varie procedure di recupero di quel poco che gli avvoltoi del mercato finanziario hanno lasciato sul campo, si paga niente di meno che un imposta del 26 per cento sulla somma - già esigua - che si va a recuperare.... CARRIERA Avvenimenti di questa caratura in un Paese normale vedrebbero capitolare in tempo zero i vertici delle Istituzioni e lo sconquasso della classe dirigente. E invece niente, in Italia si viene promossi. Un esempio illuminante non può che essere Carmelo Barbagallo, catanese, classe 1956, che nel 2009 rivestiva la carica di Sostituto del Capo dell'Ispettorato di Vigilanza della Banca d'Italia, l'organo supremo di vigilanza del nostro paese. Ora Barbagallo, default dopo default delle banche italiane (che però non lo hanno scalfito) riveste la carica di responsabile dell'intero dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria. Complimenti. E mentre i suoi dirigenti scalano le poltrone più ambite del potere

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economico nostrano, la Banca d'Italia di certo non brilla per intuito ed efficienza nella sua funzione di controllo degli istituti di credito. Infatti, dopo svariati anni dai tristi accadimenti in terra emiliana, tale e quale si è ripresentata la fregatura colossale a danno dei circa 118.000 risparmiatori truffati. Solo quelli della Banca Popolare di Vicenza, si intende, aggiungiamoci poi tutti gli altri e i numeri diventano drammatici. Di fatto è stata messa in ginocchio una delle aree più produttive del nostro Paese, il Veneto, al punto che, in preda alla disperazione per aver perso tutto, c'è stato chi si è tolto la vita. Ma Banca d'Italia, capitanata dall'esimio dottor Visco, dov'era? CHI L'HA VISTA? Da Banca Etruria a Monte dei Paschi, passando per CariFerrara e concludendo con le banche venete - tutti esempi di crac in cui sono sfumati i risparmi di ignari ed inconsapevoli correntisti - la storia si ripete senza che la vigilanza della Banca d'Italia riesca a prevenire o a svolgere un'azione efficace di controllo e gestione dei rischi. Seppur vanti un costosissimo organico di circa 7000 dipendenti, i cui benefit sono decisamente sproporzionati rispetto ad altre categorie in tema di pubblico impiego. Dov'era il controllore quando le banche venete insieme a Montepaschi elargivano crediti senza gli adeguati standard di garanzie di copertura agli amici degli amici? Chi e cosa ha controllato la Banca d'Italia, che pretenderebbe di essere una della maggiori istituzioni di stabilità del Paese? Dov'era finché le banche facevano carne da macello e consigliavano ai risparmiatori operazioni spericolate, come l'acquisto di titoli illiquidi, di aziende decotte, che molto frequentemente venivano messe in palio per le reti di vendita, con il solo scopo di turlupinare disorientati pensionati? Per scoprire il gioco a Bankitalia sarebbe bastato semplicemente inviare un qualsiasi dipendente sotto forma anonima in una delle tante agenzie ed il trucco sarebbe emerso in due secondi. Sarebbe bastato ingaggiare l'ultimo degli investigatori privati... Una evidente bidonata di massa, mossa dalla megalomania di pochi, in uno scenario violento e in violazione del rapporto di lealtà commerciale col cliente. Perché un qualunque pensionato che educazione finanziaria poteva avere per riuscire a difendersi dalla sua stessa banca? E nel frattempo Banca d'Italia era sempre in pausa caffè? Per non parlare del ministro Padoan, anche lui impegnato a fare altro. CHE PAROLE Ma sentite cosa diceva il 6 giugno 2017 durante un convegno sui crediti deteriorati, il dottor Barbagallo: «Tra le difficoltà del sistema bancario italiano, l'elevata consistenza dei crediti deteriorati è il fattore citato più frequentemente. Come ribadito nelle recenti Considerazioni finali dal Governatore della Banca d'Italia, si tratta di un fenomeno generalmente sopravvalutato, che va inquadrato correttamente». Fenomeno sopravvalutato, che ha distrutto un Paese, caro Barbagallo. Investitori senza cultura finanziaria che le banche hanno esposto

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incautamente, attraendoli con la mela avvelenata di cedole apparentemente premianti, con false promesse di grandi profitti. E intanto la casta dei funzionari, finché le banche colano a picco, guadagna stipendi da leccarsi i baffi, che ovviamente paghiamo noi cittadini. In media un funzionario della Banca d'Italia guadagna oltre duecentomila euro. La Banca stessa ha un esercito di oltre 7000 dipendenti, che ci costano, attenzione a non cadere dalla sdraio, ben 1.2 miliardi di euro l'anno. I loro capoccia inoltre hanno deciso di non sottostare al tetto dei 240mila euro previsto per i manager pubblici. Per loro ci sono benefit di ogni genere, dall'asilo, all'affitto della casa che viene sopportato interamente dalla banca (ovvero da noi contribuenti). Per non parlare dei dirigenti della Banca d'Italia che poi vengono assunti dalle banche che dovevano controllare, insomma l'elenco delle schifezze sarebbe lungo. Ma la cosa grave è che con tutto questo dispendio di denaro non abbiamo ottenuto nulla, se non arricchire loro. E ai risparmiatori non resta che piangere. Sempre Barbagallo, che è a capo della Vigilanza dal 2014, nel suo convengo dice: «Siamo sicuri che le banche tra le proprie fila vantino professionalità adeguate e capaci di individuare la validità dei piani industriali delle imprese?». Bargagallo, ma se non lo sapete lei, Visco, Padoan e gli altri 7000 privilegiati come voi, dovremmo saperlo noi? Per la cronaca la Consob ha comminato agli ex vertici di Etruria, 910mila euro di multa per aver fornito ai risparmiatori informazioni tranquillizzanti e lacunose, insomma false. Chissà, forse questa è la volta buona. di Francesca Carollo, da Libero del 9 agosto 2017

POLITICA

Autonomia, il si di Dalla Rosa: superare le ovvietà e le vecchie province. Il presidente di ViNòva favorevole ma non a plebiscito pro-Zaia. Per Unioncamere +2,7% per PIL veneto Non si può immaginare il futuro di Vicenza senza porsi la domanda di quale sia il suo ruolo nel Veneto e a sua volta quali istanze, interessi e politiche debba portare avanti la Regione in Italia ed in Europa per essere rappresentativa e adeguata all'importanza del proprio territorio, oggi tragicamente sotto-rappresentato sia a Roma

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che a Bruxelles. L'autonomia già prevista dalla Costituzione potrebbe così essere un'opportunità per mettere in discussione gli assetti dello stato centralista. Otello Dalla Rosa, presidente di ViNòva, facendo seguito ai recenti articoli comparsi sulla stampa locale torna sull'argomento del referendum sull'autonomia del Veneto nella nota che pubblichiamo. Di Note ufficiali

«Il governatoreLuca Zaia - spiega - non ha esitato a cogliere il momento favorevole proponendo un quesito "minimo", in grado di superare il vaglio di costituzionalità, facendone un uso strumentale, un po' plebiscitario e funzionale al proprio marketing elettorale. Il 22 ottobre anche una parte rilevante del centrosinistra voterà sì. Sostenere il referendum, tuttavia, non significa sostenere Zaia né il suo modello di autonomia, ma costruire un modello in cui autonomia faccia rima con responsabilità e solidarietà. L'esatto opposto, insomma, delle parole d'ordine dei sostenitori della Lega, ancora inclini al secessionismo delle piccole patrie.» L'Unione federale prospettata comporta un inevitabile ridimensionamento degli Stati nazionali, chiedendo alle comunità locali di costruire istituzioni più forti, efficienti e responsabili. «Quella che vogliamo è un'autonomia responsabile e solidale - prosegue Dalla Rosa - non la rivendicazione egoista e strumentale per dividere gli italiani,ma un progetto politico per unire su basi più forti e credibili l'Italia e l'Europa. Vada retro, quindi, la strumentalizzazione zaiana che passa con disinvoltura da ciò che la Costituzione consente all'idea delle piccole patrie, dell'uscita dall'Europa, dal no Euro fino alla "lingua veneta". Guardiamo invece all'opportunità di aprire un confronto negoziale vero con lo stato centrale e le autorità europee per gestire localmente alcune competenze oggi centralizzate. Il PD ne indica alcune, importanti: politiche del lavoro, della formazione e sociali; tutela dell'ambiente e sviluppo sostenibile. Il tutto con il conseguente trasferimento delle risorse finanziarie necessarie a esercitare tali competenze.» Unioncamere stima che un'autonomia spinta, pur sempre dentro i confini della Costituzione, porterebbe maggiori risorse al Veneto per 3,8 mld di

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euro, di cui 800 mln per spese di investimento. Ciò avrebbe un effetto sulla crescita del PIL di circa il 2,7%, con significative ricadute su lavoro e occupazione, anche giovanile, verso cui - secondo Dalla Rosa - dovrebbero essere indirizzate le maggiori risorse a partire dalle politiche scolastiche e di alternanza scuola-lavoro. «La discussione sull'autonomia va portata fuori dagli spot elettorali commenta Dalla Rosa - per guardare ai contenuti. Anche quattro sindaci veneti di città capoluogo si sono espressi a favore del referendum sull'Autonomia, pur con accenti diversi, qualcuno anche per riassegnare funzioni e ruoli a province oramai svuotate. Se è accettabile vedere alcuni elementi di regolazione come gli ATO di acqua e rifiuti avere dimensioni che si avvicinano a quelle provinciali, risulta però indigeribile l'idea di riesumare le vecchie e decotte province.» Dalla Rosa prende ad esempio la fotografia del nuovo Veneto scattata dalla Fondazione Palazzo Festari a fine 2016 per delineare un territorio molto diverso da quello di 20 o 30 anni fa. Il territorio del Veneto Centrale, "visto dal satellite", assume i contorni tipici di uno spazio metropolitano: le quattro ex-province di Vicenza, Padova, Treviso e Mestre-Venezia ospitano 3,5 mln di abitanti, 380.000 aziende e 1,1 mln di occupati. Il cuore di quest'area, imperniato sul quadrilatero delle città capoluogo, costituisce la vera città metropolitana diffusa del Nordest, anche se i confini amministrativi legati alla logica provinciale impediscono di riconoscerne i contorni, non solo geografici, ma anche socio-economici e mancano completamente strumenti di governo integrato. A questa area corrisponde una fascia pedemontana in cui l'industrializzazione diffusa è l'elemento di gran lunga dominante. Su 100 nuovi posti di lavoro nel biennio 2015-2016 ben 56 sono in manifattura (circa il 70%) e si concentrano nella fascia pedemontana, mentre solo 8,2 sono quelli in manifattura che si creno nell'area metropolitana centrale dove, invece, si sviluppano servizi, terziario avanzato, attività collegate al supporto dello sviluppo del manifatturiero. Qui però ancora manca la consapevolezza di poter diventare una vera area integrata. «Il massimo dei benefici per i cittadini veneti - conclude Dalla Rosa - potrà derivare da un negoziato che tenga ben presente l'opportunità della costruzione di uno spazio metropolitano nel Veneto Centrale, imperniato sulle città di Vicenza, Padova, Treviso e Mestre con una governance adeguata al suo status di spazio metropolitano europeo, che ha bisogno di servizi e infrastrutture moderne per essere attrattivo nei confronti del capitale umano e tecnologico più qualificato, per vedere i giovani arrivare e non soltanto partire. Contemporaneamente riteniamo che tutta l'area Pedemontana, che oggi si caratterizza come un distretto manifatturiero di valore mondiale, debba avere anch'essa adeguati strumenti di governo in grado di valorizzarne le eccellenze senza trascurare la specificità legata alla montagna (Belluno) e a due realtà separate ma non trascurabili come il polo veronese e quello rodigino. Tutto questo è impossibile finchè il nostro orizzonte sarà ridare fiato alle province. Potrà però essere realistico, fattibile e pieno di opportunità di lavoro, di sviluppo e di attrattività se superiamo la logica della ripartizione napoleonica e procediamo decisi sulla fusione/unione dei comuni, dando

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strumenti reali di governo al nuovo Veneto, metropolitano e manifatturiero. L'autonomia responsabile e solidale del Veneto che immaginiamo potrà così far crescere l'economia, creando nuove opportunità di sviluppo e lavoro soprattutto per i giovani. ViNòva lavora a un progetto per Vicenza, ma in un contesto di autonomia regionale più moderna ed efficiente.»

FATTI

Uova al Fipronil: regione Veneto avvia piano di controlli a campione nei centri imballaggio e lavorazione La Giunta regionale del Veneto ha disposto l'avvio di un piano di controlli a campione sugli stabilimenti di imballaggio e di trasformazione delle uova presenti nel proprio territorio, in relazione alla presenza nelle uova di Fipronil (antiparassitario per cani e gatti, il cui utilizzo è vietato nella catena alimentare umana) rilevata in alcuni paesi europei. I controlli, affidati ai Servizi di Igiene alimenti di origine animale delle Ulss, sono intensificati nelle tre province dove le attività di avicoltura sono più presenti: Rovigo, Verona e Vicenza. Di Note ufficiali

Gli interventi di controllo, organizzati secondo il piano e le modalità predisposte dal Ministero per la Salute, hanno scopo precauzionale, al fine di garantire la salubrità delle uova e del pollame prodotti e distribuiti in Italia e la salute dei consumatori. "Il piano di controlli interesserà il 20 per cento dei 41 centri di imballaggio attivi in Veneto, e tutti i nove stabilimenti di trasformazione presenti informano gli assessori alla Sanità e all'Agricoltura della Regione Veneto Sulla base degli esiti di questa prima fase di campionamento, si valuterà se predisporre uno specifico piano di controllo regionale anche sugli allevamenti, tenendo contro dell'evoluzione della situazione epidemiologica

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dell'influenza aviaria". L'emergenza per il Fipronil nelle uova, va ricordato, prende le mosse in alcuni paesi europei, in particolare Belgio e Olanda, nei cui allevamenti di galline ovaiole risultano essere stati effettuati trattamenti di disinfezione con l'impiego di sostanze, quali il DEGA 16, addizionato illecitamente con il Fipronil, insetticida non autorizzato per gli animali di produzione alimentare, perché nocivo per l'uomo. Non si può escludere in via assoluta che trattamenti analoghi possano esser avvenuti anche negli allevamenti italiani - osserva la nota con cui il Ministero per la Salute sollecita piani di controllo regionali - visto che le autorità belghe in un primo momento avevano sostenuto che il disinfettante addizionato con Fipronil era stato commercializzato anche in Italia, salvo poi smentirlo successivamente. "Da parte della Regione Veneto - sottolineano i due assessori responsabili della sicurezza alimentare e animale - c'è la massima collaborazione all'operazione di controllo dei lotti, al fine di dare tranquillità ai consumatori e agli allevatori, certi che avremo dalla nostra i produttori e tutti gli operatori della filiera avicola regionale. Ben venga l'indagine precauzionale a campione in tutte le fasi di raccolta e lavorazione delle uova al fine di certificare l'assenza di ogni tipo di contaminazione su uova, pollame e tutti gli ovoderivati".

FATTI

Canone tv, stavolta Renzi ci ha preso: nel 2016 emersi oltre 5,6 milioni di "evasori", in Veneto quasi 700 mila con saldo a +38,1% Chissà quanti hanno fatto i furbi e quanti hanno seguito le indicazioni del Carroccio, che nel 2012 aveva invitato per protesta a non pagare il canone Rai. Sarà difficile capirlo ma un dato è certo, scrive NordEst Economia: con il canone in bolletta nel 2016 sono saltati fuori dal cilindro 5,6 milioni di evasori. È in Campania che si registra la percentuale più alta di emersione con oltre il 68% seguita dal 58,1% della Sicilia e dal 57,3% della Calabria. In pratica uno su due non pagava per vedere la Rai. Guardando al Nord, invece, spicca proprio il Veneto leghista che fa registrare un +38,1% di emersione dal "nero televisivo" seguito dal Piemonte (33,8%) e dal Trentino (32,9%). Il Friuli Venezia Giulia guadagna un + 28,7% e sale a quota 507.348 proprietari di tv.

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Di Rassegna Stampa

Matteo Renzi con il suo «pagare tutti, pagare meno» ha dunque scombinato un bel po' di portafogli in regione. Secondo i dati dell'Agenzia delle Entrate pubblicati ieri da «Il Sole 24Ore» oggi sono 22,2 i milioni di contribuenti che pagano il canone: +34,2%. Due anni fa l'asticella si era fermata a poco più di 16,5 milioni due. In Veneto sono 1.827.196 (+38%) che significa circa 700 mila in più, se si guarda la differenza con il 2015, quando non era entrato a regime il prelievo rateizzato dalla bolletta elettrica. Sembrava un salto nel vuoto, la riduzione del canone da 113,5 a 100 euro, così come c'erano dubbi sull'esazione dell'imposta attraverso la bolletta elettrica. A conti fatti, però, è un successo: secondo i dati dell'Agenzia delle Entrate, nel 2016, sono saltati fuori 5,6 milioni abbiamo assistito a un maggior gettito di oltre 500 milioni. E 5,6 milioni di abbonati in più. E la beneficiaria unica e sola è proprio la televisione pubblica. La Rai, che incassa il 33% dell'extra-gettito, non ha mai avuto tanti soldi: 1,7 miliardi di euro, poco più di quelli messi in preventivo. E per i contribuenti? Dopo la riduzione del canone a 90 euro nel 2017, ci potrebbe essere una nuova sforbiciata l'anno prossimo, nel 2018, visto che gli incassi aggiuntivi sono finalizzati anche alla riduzione delle imposte, canone compreso. Così come prevede la legge di Stabilità del 2016 «l'eventuale extra-gettito del canone ordinario dovrà essere destinato, fino al 2018, all'innalzamento della soglia di esenzione per gli anziani a 8 mila euro e soprattutto all'abbassamento della pressione fiscale sui contribuenti che possiedono un televisore». Da qui l'auspicata nuova sforbiciata per l'anno a venire. (e.v.)

FATTI

"Sagra della Sopressa" di Valli del Pasubio: a "Tu sì che Valli" trionfa Ritty Trevisan davanti a Gaia Centofante e

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Michela Xotta Ferragosto purtroppo è l'ultimo giorno per poter approfittare degli eventi e delle prelibatezze uniche della "Sagra della sopressa" a Valli del Pasubio, regno berico incontrastato del delizioso insaccato che dopo il re, la regina e la damigella d'onore ora ha assegnato anche il titolo di miglior "cantore". Ecco allora che tra i tanti appuntamenti che vi abbiamo presentato, non possiamo non raccontarvi dello show "Tu sì che Valli", rivisitazione del programma Mediaset "Tu si que vales", che si è svolto venerdì scorso. Quest'anno alla sua terza edizione, la prima proposta all'aperto durante la sagra, ha visto un successo veramente strepitoso con la partecipazione di un numerosissimo pubblico. Infatti più di 800 persone hanno assistito alla gara canora, ben oltre le più rosee aspettative degli organizzatori. Di Luca Magrin

A salire sul palco sono

stati abitanti di Valli e dei comuni limitrofi dai talenti talvolta nascosti e non certo artisti professionisti, oltre che vari ospiti. Mattatore della serata e conduttore è stato lo show-man Daniele "Big Pancia" Dalla Riva, valligiano doc e artista poliedrico, che ricordiamo è stato anche l'ideatore del format portato anche in altre località della provincia berica. I dieci cantanti in gara sono stati valutati da una variegata giuria composta da: Adelina Putin, deejay, speaker radiofonica e presentatrice, Mauro Sartori redattore del Giornale di Vicenza, Sara Costa vincitrice dell'ultima edizione e Silvana Valente pluricampionessa mondiale e paraolimpica di ciclismo in varie specialità su strada, a cronometro e in pista appassionata di musica e poesia. Vincitrice è stata incoronata Ritty Trevisan ventidue anni di Torrebelvicino, che ha interpretato "Invece no", una canzone molto bella ma al tempo stesso non facile di Laura Pausini. Come si diceva in precedenza non è una professionista del bel canto ed ora lavora al McDonald's di Schio. Voce all'interno del coro giovani della sua parrocchia, Ritty Trevisan ha già partecipato a concorsi simili svoltisi anni fa per esempio al teatro Super di

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Valdagno arrivando terza e a Malo al "Plaza de Toros". Ritty ci ha confidato come per lei cantare sia una grande passione e si augura che possa trasformarsi presto in un vero e proprio lavoro. La giovane promessa ha dedicato la vittoria a tutte le persone che le vogliono bene e hanno sempre creduto nelle sue qualità. A dare filo da torcere alal vincitrice ci sono state la seconda classificata Gaia Centofante e la terza Michela Xotta entrambe di Schio (seconda e terze in sequenza dopo Ritty nella photo gallery). Da non dimenticare, infine, il particolare premio ricevuto dalle più votate, un maialino rispettivamente d'oro, d'argento e piombo, trofei ovviamente azzeccatissimi in considerazione del contesto in cui è avvenuta la sfida.

POLITICA

Sondaggio in Veneto, Veneto Serenissimo Governo: un attacco al popolo veneto anticipare il 92 % a favore del SI all'autonomia Il dare in pasto questo dato è l'ultimo, in ordine di tempo, disperato attacco contro il popolo veneto, scrive nella nota che pubblichiamo Presidente del Veneto Serenissimo Governo Luca Peroni. Si spiega da sé, aggiunge Peroni: se il risultato del referendum sarà con una percentuale del 60% per il SI, significa che in due mesi si è perso il 32%, se il SI vince con il 51% il risultato sarà presentato come una sconfitta. Se andrà a votare il 50% degli aventi diritto vorrà dire che a pochi interessava la sorte del Veneto. Chi divulga questi dati è un nemico del nostro popolo e deve essere combattuto e boicottato. Tutti i veneti devono mobilitarsi e fare opera di convincimento a favore del SI, ogni SI è un passo in avanti per i nostri diritti ancestrali. Di Note ufficiali

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I servi di Roma propagandano tali dati lasciando intendere che non serve andare a votare, tanto il SI vince comunque. Inoltre ci sono dei poveri mentecatti politici, presunti venetisti che affermano che questo referendum è contro la nostra indipendenza. Loro sono i Quisling di Roma. Patrioti veneti: ventre a terra, mobilitazione totale, ogni SI è un passo in avanti per aprire la strada alla Veneta Serenissima Repubblica.

FATTI

Il sound vicentino a Home Festival 2017 con The Bloody Beetroots, Eva Pevarello, Ackeejuice Rockers, Louder e Kani L'ottava edizione di Home Festival, che si celebrerà a Treviso in zona ex Dogana da mercoledì 30 agosto a domenica 3 settembre 2017, avrà tra i suoi protagonisti numerosi artisti provenienti da Vicenza: The Bloody Beetroots, Ackeejuice Rockers, Louder (Bassano del Grappa, Vicenza), Eva Pevarello (Thiene, Vicenza) e Kani (Vicenza). La migliore musica di Vicenza a Home Festival, che per la terza volta si è aggiudicato il premio come Miglior Festival ai Coca Cola - Onstage Awards 2017, ambitissimo riconoscimento che lo consacra ai vertici nazionali ed europei, a dimostrazione di come anche in Italia sia possibile mettere in piedi una kermesse musicale di più giorni e proporre generi di musica opposti tra loro ottenendo consensi di pubblico e critica (qui area per foto, video e testi) . Di Redazione VicenzaPiù

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Home Festival è l'unico esempio in Italia di festival musicale divenuto punto di aggregazione culturale e scambio tra persone, un evento che genera indotto economico in molti settori e che costituisce anche un importante polo di attrazione turistica internazionale grazie alla vicinanza con Venezia. E' una manifestazione che unisce musica, arte e intrattenimento e che si sviluppa su un'area di circa centomila metri quadri dotata di camping e facilmente raggiungibile via treno, bus e aereo. Home Festival vanta una programmazione artistica e culturale che cresce di anno in anno e la presenza di Home Garden, il camping interno migliorato e ancora più grande che unirà in una sorta di micromondo vacanza, divertimento e condivisione, permettendo a tutti i visitatori della manifestazione di vivere un'esperienza unica in totale comfort. La vicinanza al main stage, raggiungibile a piedi, consentirà infatti agli ospiti di rilassarsi e al contempo di partecipare a tutte le attività e iniziative di Home Festival. Home Festival 2017 ospiterà circa duecento show tra live, dj set, presentazioni di libri e dibattiti culturali, oltre a molteplici strutture commerciali, punti di ristorazione, creazioni handmade e proposte da trenta associazioni diverse, una grande area sport, un luna park e diverse mostre d'arte. Ecco alcuni cenni biografici sugli artisti vicentini presenti all'ottava edizione di Home Festival, suddivisi in base al giorno in cui si esibiranno. MERCOLEDÌ 30 AGOSTO Mercoledì 30 agosto arriva Eva Pevarello, rivelazione dell'ultima edizione di X Factor Italia. Capelli rosso fuoco e voce rock, Eva, che ha 27 anni e viene da Thiene, in provincia di Vicenza, otre alla musica ama i tatuaggi e fino a poco tempo ha svolto la professione di tatuatrice. Alle audizioni di X Factor Eva ha cantato Un'Altra Corsa, brano inedito scritto di suo pugno che racconta tutta la sua voglia di vincere una grave malattia che l'ha colpita quasi due anni fa. Dopo l'EP Voglio andare fino in fondo, pubblicato il 15 dicembre 2016, e la prestigiosa esperienza come opening act dei concerti del tour Eco di Sirene di Carmen Consoli, a settembre Eva pubblicherà il suo primo album, che sarà prodotto da Manuel Agnelli e conterrà prestigiose collaborazioni, per poi partire con il suo primo live club tour da solista. Calcheranno il palco di Home Festival mercoledì 30 agosto anche i Kani, band fondata dieci anni fa con un solo obiettivo: fare del veloce, furioso e "sporco" rock'n'roll, ispirandosi a Chuck Berry, Motorhead, Nashville Pussy, Dead Kennedys e alla vena ironica caratteristica del punk. Il primo demo dei

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Kani ribadisce quest'attitudine del gruppo, a cavallo tra heavy rock, hard'n'rude rock, fast'n'blues e tributi ai loro idoli musicali. Molti concerti in Italia e un mini-tour in Germania valgono ai Kani la reputazione di una delle più apprezzate band italiane nel panorama del rock'n'roll fast&loud. I Kani hanno pubblicato il loro primo album Rockabeast nel 2011 e il loro secondo lavoro Badass l'anno successivo. GIOVEDÌ 31 AGOSTO Giovedì 31 agosto, ancora un grande nome della musica internazionale è chiamato a disegnare la prestigiosa mappa degli headliner assieme a Duran Duran e Moderat, e questa volta è "di Casa", l'italiano Sir Bob Cornelius Rifo, noto come The Bloody Beetroots. Il celebre artista mascherato dell'elettronica, all'anagrafe Simone Cogo, bassanese classe 1977, è uno dei musicisti e produttori italiani più noti nel mondo. The Bloody Beetroots è nato nel 2006 come progetto musicale tra Sir Bob Cornelius Rifo e Tommy Tea e dopo una pausa durata tre anni dall'ultimo singolo Raw (2014) e quattro anni dall'ultimo album HIDE, The Bloody Beetroots annuncia il suo ritorno ufficiale con un nuovo tour dal nome My Name is Thunder Tour con tappa all'Home Festival ed un nuovo album in uscita. SABATO 2 SETTEMBRE Sabato 2 settembre, puro sound "Tropical Bass" con Ackeejuice Rockers, duo di dj e produttori veneziani scoperti da Kanye West nel 2013. La fusione di ritmi elettronici, hip hop, etnici e soprattutto "dancehall" esplode nei loro djsets richiestissimi, tant'è che rappers famosi e produttori di successo continuano a chiedere il loro contributo grazie al loro sound innovativo. DOMENICA 3 SETTEMBRE Domenica 3 settembre alla consolle dell'edizione 2017 di Home Festival spazio anche ai Louder, il duo di dj EDM bassanesi composto da Andrea Alessi e Giovanni Menon attivi dal 2013. Questa, invece, è line-up completa dell'edizione 2017 di Home Festival: Mercoledì 30 agosto (ingresso gratuito): Max Gazzè - Omar Pedrini - Eva Pevarello - Digital Monkey Beat Dj Set Pau (Negrita) & Dj AM:PM Rumatera - Los Massadores - The Bastard Sons of Dioniso - Wardogs Craven - The Brokendolls - Kani - Old 7 Years - Tytus Giovedì 31 agosto: Duran Duran - Moderat - The Bloody Beetroots Soulwax - Frank & The Rattlesnakes - The Horrors - M+A - Clap! Clap! Godblesscomputers - Pop X - Demonology HiFi - Slydigs - Slander - Istituto Italiano di Cumbia All Stars - Wora Wora Washington - Vettori - I'm Not a Blonde - La Scimmia - Le Luci Del Nord Venerdì 1 settembre: Liam Gallagher - Justice - The Wailers play "Legend" Samuel - Planet Funk - Booka Shade - Andy C - Circa Waves - Victor Kwality - Raphael - Universal Sex Arena - Gli Sportivi - David Lion aka Lion D - Dj Christian Effe - The Quentins - Crista - Hope You're Fine Blondie Sabato 2 settembre: Steve Angello - J-Ax & Fedez - Thegiornalisti - Chris Liebing - Kungs - Ofenbach - Hoodie Allen - You Me At Six - Angemi Jasmine Thompson - Sfera Ebbasta & Charlie Charles - Ex-Otago - Lele

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Sacchi - Astroid Boys - Danko - Birthh - Mudimbi - lowlow - Ackeejuice Rockers - Elyne - Christaux - The Minis Domenica 3 settembre: The Libertines - London Grammar - The Charlatans - Mannarino - Marra&Guè - Ghali - Afterhours - Le Luci Della Centrale Elettrica - Levante - Nikki e Dj Aladyn Tropical Pizza live dj set Boomdabash - Wrongonyou - One Two One Two w/ Fabio B - Val S Michele Wad & Grido - French 79 - Txarango - Louder - Andrea Martini Sunday Morning - I Maghi di Ozzy Ticket Alert Si consigliano vivamente le prevendite. Fino al 30.08 sono disponibili gli ABBONAMENTI (4 giorni di festival) a 110.00 € + ddp e i BIGLIETTI GIORNALIERI a 35 € + ddp. Le prevendite sono disponibili in tutti i punti vendita TicketOne e su www.homefestival.eu/it/tickets/, www.ticketone.it, www.mailticket.it e www.boxol.it.

FATTI

Ferragosto ad Asiago con Asiagofestival: martedì concerto al Duomo di San Matteo, mercoledì incontro con Pierangelo Valtinoni Tradizionali protagonisti di Asiagofestival sono il coro e la musica contemporanea. Il concerto di Martedì 15 Agosto alle ore 21.00 nel Duomo di San Matteo unirà entrambi. Il coro Coenobium vocale diretto da Maria Dal Bianco, storico ospite del Festival, celebrerà l'Assunta in un concerto che al Requiem di Lorenzo Perosi, prolifico compositore del primo Novecento celebre per la sua musica sacra, affiancherà la prima esecuzione assoluta della "Cantata della Guerra" del compositore ospite Pierangelo Valtinoni e la Sinfonia per organo italiano con echi di un canto patriarchino, l'Aria e variazioni Piccola Ciaccona per organo italiano e la Sinfonia per grand'organo sempre del compositore vicentino, eseguiti da Alberto Barbetta. Di Redazione VicenzaPiù

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Per il Festival rimane infatti centrale l'attenzione alla musica contemporanea, che quest'anno si lega in modo profondo al nostro territorio con la presenza di Valtinoni, compositore vicentino di fama internazionale. La direzione artistica del festival ha ritenuto che la sensibilità e l'appartenenza del compositore alla nostra storia ed alla nostra terra fossero ideali per il progetto di musicare alcuni dei testi più toccanti scritti durante il terribile conflitto, di cui Asiago è stato uno dei teatri più drammaticamente insanguinati. I solisti della Cantata della Guerra saranno Alberto Spadarotto, baritono, Claudio Pasceri e Andreas Schmalhofer, violoncelli, Luigi Marasca, clarinetto e Filippo Bresolin, pianoforte. L'attenzione che Asiagofestival pone alla musica contemporanea troverà un altro importante capitolo Mercoledì 16 Agosto alle ore 11.00 presso la Sala Consigliare del Municipio di Asiago dove si terrà l'incontro con il compositore ospite Pierangelo Valtinoni, occasione nella quale approfondire la sua storia, la sua estetica e la "Cantata della Guerra" commissionatagli dal Festival, che parzialmente anticipa nell'intervista di seguito.

Com'è nata la Cantata della Guerra e qual è il suo messaggio La Cantata della Guerra nasce in seguito ad una telefonata ricevuta da Roberto Brazzale all'inizio di quest'anno nella quale mi veniva chiesto di comporre un pezzo che parlasse della Grande Guerra. La composizione doveva essere eseguita durante il concerto dedicato al compositore ospite. Così mi sono messo a cercare poesie che fossero adatte al mio modo di comporre, scegliendone alcune e scartandone altre, magari bellissime ma che non ritenevo adatte allo scopo. L'idea generale della composizione che mi accingevo a scrivere era quella di esprimere la sofferenza che questa guerra ha generato, da qualsiasi punto la si voglia guardare. Ne è nato così una specie di racconto che si sviluppa attraverso la messa in musica di poesie di autori noti e meno noti, tutti combattenti nell'esercito amico o nemico, per poi concludersi con i versi sinceri di Ada Negri. La Cantata della Guerra si apre con le parole della poesia di Piero Jahier Prima marcia alpina nella quale i nostri soldati, in questo caso i nostri generosi alpini, si illudono di poter affrontare qualsiasi ostacolo gli si frapponga davanti ma si scontrano ben presto contro la dura realtà. Di seguito il dolore della guerra viene raccontato da punti di vista diversi: dal punto di vista italiano, con la poesia di Renzo Pezzani "Non sei che una croce sul monte" che termina dicendo come a causa delle intemperie e dell'oblio si sia dimenticato il nome del soldato sepolto sotto una croce; da

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quello del soldato canadese, combattente sul fronte francese, con le parole di John McCrae "Nei campi delle Fiandre", che ricorda le file di croci di soldati sepolti tra i papaveri in fiore; dalla prospettiva del soldato austriaco raccontato da Robert Skorpil nella poesia "Pasubio", disperato per la morte del soldato gentile Berthold, caduto in battaglia appena dopo aver spedito una lettera con la quale assicurava la madre di stare bene. Dopo la distruzione causata dalla guerra Ungaretti nella poesia "Vanità" riflette su se stesso e si vede rispecchiato nell'acqua scoprendosi solo una piccola e tremolante ombra. Persino le celebrazioni pubbliche della fine della guerra sono molto distanti dalla realtà. Si celebra la vittoria ma la realtà delle madri dei ragazzi morti in guerra è un'altra cosa. Ce lo racconta Ada Negri nella poesia "Soldato ignoto" dove una madre, non sapendo che suo figlio è morto, lo aspetterà per il prossimo Natale. Dal punto di vista compositivo si tratta di una composizione per basso o baritono solo, coro maschile, clarinetto, due violoncelli e pianoforte che dura circa 20 minuti. Qual è il suo legame con la montagna e la storia dell'Altopiano di Asiago? Mi piace la montagna e mi piacciono le Dolomiti. Si tratta, però, di un piacere che provo più nell'ammirare la montagna piuttosto che nel "conquistarla" come invece molti amanti della montagna intendono. Non essendo nato ad Asiago conosco la città e l'altopiano solo dal punto di vista del turista domenicale ma rimango sempre commosso dalla sua storia, soprattutto quella relativa al periodo della Grande Guerra che ha visto la completa distruzione della città durante l'Offensiva di Primavera. E poi per i sacrifici della popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale. Lei è un esperto compositore di musica corale, cosa l'ha spinta a dedicarsi generosamente a questo repertorio? Ho sempre amato il coro, probabilmente perché per un organista, come nel mio caso, l'avvicinamento al canto corale è quasi uno sbocco naturale. Ecco perché molte mie composizioni mettono il coro e le voci in primo piano. Ho scritto molta musica su testi sacri ma anche su testi profani, come nel caso della Cantata della Guerra. Qual è dunque la sua idea di Bellezza in musica?. Penso che la Bellezza in musica sia il risultato dell'equilibrio tra le varie componenti di cui questa forma d'arte è costituita e cioè il ritmo, la melodia, l'armonia, il timbro e la forma. In fondo è un principio classico Asiagofestival è organizzato dagli "Amici della Musica di Asiago - Fiorella Benetti Brazzale" sotto la direzione artistica di Julius Berger, la condirezione di Claudio Pasceri e la direzione organizzativa di Alberto Brazzale con il contributo della Parrocchia di S. Matteo, del Comune di Asiago ed il sostegno esclusivo del Gruppo Brazzale - Gran Moravia - Alpilatte - Burro delle Alpi. Tutti i concerti sono ad ingresso gratuito. Tutti i concerti sono a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili Info per il pubblico: Ufficio I.A.T. Altopiano di Asiago Piazza Carli, 56 tel. 0424.462221 www.asiagofestival.it ASIAGOFESTIVAL: IL CALENDARIO

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Martedì 15 Agosto Ore 21.00 - ASIAGO - Duomo di San Matteo Concerto in onore del compositore ospite Pierangelo Valtinoni Coro Coenobium vocale Alberto Spadarotto, baritono Claudio Pasceri e Andreas Schmalhofer, violoncelli Luigi Marasca, clarinetto Filippo Bresolin, pianoforte Alberto Barbetta, organo Maria Dal Bianco, direttore Musiche di L. Perosi e P. Valtinoni Mercoledì 16 Agosto Ore 11.00 - ASIAGO - Sala Consiliare del Municipio Incontro con il compositore ospite Pierangelo Valtinoni Giovedì 17 Agosto Ore 17.00 - ASIAGO - Forte Interrotto Coro della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni Orchestra Crescere in Musica Sergio Gasparella, direttore Musiche di H. Purcell In caso di maltempo, alle ore 21.00 al Teatro Millepini

ECONOMIA&AZIENDE

Il sistema bancario italiano secondo Kpmg, su Formiche.net l'analisi degli ex revisori BPVi: aumentano i costi ma cala ancora l'efficienza Aumentano i costi ma l'efficienza continua a calare. Il sistema bancario italiano sconta ancora il cosiddetto turnaround, ovvero il percorso di ristrutturazione intrapreso dal settore. A districarsi tra spese di varia natura, risorse e sportelli è stata Kpmg che ha pubblicato un report dal titolo "Bilanci dei gruppi bancari italiani: trend e prospettive" relativo all'esercizio 2016. "Nonostante gli sforzi di efficientamento delle strutture e delle risorse in ottica di riduzione dei costi - si legge nel documento -, per il secondo anno consecutivo peggiorano gli indicatori di efficienza del campione di gruppi bancari utilizzato" ovvero i 21 gruppi che rappresentano circa il 65% del sistema bancario italiano in termini di totale attivo consolidato.

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Di Rassegna Stampa

Gli analisti segnalano come alla riduzione del numero di sportelli e di risorse non sia stato affiancato un calo dei costi operativi che risultano invece in crescita del 6,1% rispetto al 2015. "I gruppi bancari stanno ancora scontando gli effetti del turnaround sui modelli di business, con i relativi oneri straordinari nel breve periodo - spiegano da Kpmg -, e delle forti pressioni regolamentari, che hanno avuto ingenti impatti in termini di adeguamento di strutture operative, competenze e organici". COSTI OPERATIVI Nel 2016 i costi operativi del campione preso in esame sono pari a 47,5 miliardi di euro, in crescita del 6,1% su anno, e corrispondono all'1,9% del totale attivo, +0,1%. Il rapporto tra costi operativi e totale attivo è più contenuto nei gruppi bancari maggiori (1,7%) e più elevato in quelli medi e piccoli (rispettivamente 2,4% e 2,3%), il che dimostra come nelle dimensioni più grandi ci sia più efficienza operativa grazie alle economie di scala. In peggioramento - soprattutto fra i gruppi medi - il Cost/Income Ratio, cioè il rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione, che è al 77%, +12,6% rispetto al 2015. Un incremento, spiegano da Kpmg, dovuto all'aumento dei costi operativi a fronte di un margine di intermediazione che scende dell'11,3%. Per quanto riguarda il personale, i costi operativi per risorsa si attestano nel 2016 a circa 133 mila euro, +10% su base annua, e quelli per sportello a circa 1,9 milioni di euro, +12,7%. "L'andamento degli indicatori - segnalano gli analisti - è dovuto all'aumento dei costi operativi (+6,1%) a fronte di risorse e sportelli in calo rispetto all'anno precedente (rispettivamente -3,6% e -5,9%)". Il peggioramento degli indicatori di efficienza - sia rispetto al 2015 sia rispetto al 2009 - riguarda i gruppi bancari di tutte le dimensioni ma i valori più contenuti - nonostante la forte presenza sul territorio e la minore possibilità di economie di scala - si registrano per i gruppi medi con circa 115 mila euro di costi operativi per risorsa e circa 1,1 milioni di euro di costi operativi per sportello. SPESE AMMINISTRATIVE Anche le spese amministrative risultano in crescita nel 2016 e arrivano a 45,1 miliardi di euro, +3,2% su anno. L'incremento, per il secondo anno consecutivo, riguarda tutti i gruppi ad eccezione dei piccoli (-1%). All'interno delle spese amministrative si segnalano le spese per il personale, pari a 26,2 miliardi di euro (+4,9%), e le altre spese amministrative pari a 18,9 miliardi di euro (+1%). In particolare, per quanto riguarda le spese per il personale il costo medio è di 73.200 euro, +8,8% rispetto all'anno prima

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nonostante il numero di dipendenti sia diminuito del 3,6%, e +20,3% rispetto al 2009. Il costo medio del personale è più basso - circa 68 mila euro - nei gruppi maggiori e piccoli ed è invece più alto in quelli grandi e medi (rispettivamente 84.700 euro e 77.500 euro). Dalle altre spese amministrative (tra cui quelle per imposte, IT, immobili, trasporti e pubblicità) si capiscono le differenti scelte riguardo alle strategie di Information Technology: gli istituti maggiori tengono gran parte della gestione all'interno della propria organizzazione grazie a società strumentali mentre quelli di dimensioni minori ricorrono spesso a consulenze esterne e ad outsourcing.

AMBIENTE / ECONOMIA&AZIENDE

Ambiente: 15 mln alle isole minori per ridurre emissioni e per la sostenibilità Via libera alle domande telematiche per accedere al Programma per il finanziamento di progetti nelle isole minori italiane non interconnesse: sono 36 comuni nei quali sono residenti oltre 200.000 persone che, come noto, divengono milioni durante la stagione estiva.. Ammontano a 15 milioni di euro le risorse destinate ai Comuni delle isole minori e alle amministrazioni dello Stato per la realizzazione di progetti su immobili pubblici in uso localizzati nelle isole minori. Per ciascun progetto - si legge in una nota - la soglia massima finanziabile e' di 1 milione di euro. Per il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, 'le isole minori italiane, custodi di inestimabili tesori per la biodiversita', diventeranno anche dei veri laboratori di sostenibilita'. Di Redazione Economica VicenzaPiù

Per questo motivo il ministero dell'Ambiente si e' impegnato per trovare queste risorse necessarie a creare nuove opportunita' ambientali ed economiche per le piccole isole e insieme rappresentare un metodo di contrasto ai cambiamenti climatici esportabile a livello nazionale. D'altronde

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i negoziati della Cop21 e della Cop22 hanno indicato chiaramente il ruolo fondamentale delle piccole isole a livello globale e nella prospettiva nazionale, anche quelle italiane possono e devono svolgere un ruolo centrale'. Il Programma di finanziamento, istituito con Decreto della Direzione Generale per il Clima e l'Energia del 14 luglio 2017 (n. 340) e' in vigore dal 14 agosto con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (Serie ordinaria n.189). Sono ammissibili al finanziamento - si legge nella nota ministeriale i progetti che rientrano in una delle tre tipologie di attivita' previste: riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sviluppo di sistemi di mobilita' a basso impatto e attivazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici. In sede di valutazione dei progetti. Inoltre saranno valutati in maniera premiale i progetti che prevedono l'integrazione delle tre tipologie di attivita' Le istanze di ammissione a finanziamento dovranno essere presentate esclusivamente per via telematica e dovranno pervenire entro le ore 24 del 13 novembre 2017 all'indirizzo di Posta Elettronica Certificata: isoleminori@pec.minambiente.it

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Fondazione Roi, situazione sconcertante: su acquisto azioni BPVi risponda Elisa Avagnina, l'ex membro del cda come ultima e vera direttrice pro tempore del Chiericati Sul caso "caldissimo", e perciò evitato da chi "conta" a Vicenza, della Fondazione Roi ho "scambiato" in queste, per fortuna, non troppo torride ore di Ferragosto delle considerazioni con una persona la cui cultura, per altro anche accademica, è indiscutibile e la cui determinazione è altrettanto fuori discussione ma di cui tralascio il nome perchè, d'accordo con la stessa persona, non vorremmo che il suo nome distraesse l'attenzione dal focus dell'argomento dele nostre conversazioni. La mala gestio passata della Roi è aggravata, infatti, dalla mancanza di trasparenza complessiva che dimostra l'attuale cda, guidato mediaticamente, e al di là della formale presenza del terzo membro in quota stautaria BPVi, Giovanna Grossato, dal presidente Ilvo Diamanti ma il cui uomo forte è Andrea Valmarana. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

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Anche se spinge in tal senso proprio costui, il vice presidente, tutt'altro che discontinuo col passato, targato dal 2009 Gianni Zonin della cui Zonin Spa è stato, infatti, ex sindaco fino al giorno precedente, il 16 ottobre 2016, la sua designazione nel consiglio Roi, il 17 ottobre, il cda attuale, infatti, non può trincerarsi per il passato in un "non c'eravamo" mediaticamente celato da virtuali ma costosi incarichi dati a studi legali per verificare azioni di responsabilità BPVi like mentre il precedente avvocato, quello di Zonin, incassa dalla Roi decine di migliaia di euro per le ultime cause, di sicuro intimidatoria quella contro di noi, intraprese dall'ex presidente. Il cda non può e non deve crogiolarsi solo nel presente e nel futuro, quest'ultimo peraltro incerto visto che la sparizione della Banca Popolare di Vicenza, pilastro voluto dal marchese, chissà se ora se ne è pentito..., per sceglierne i vertici, costringerà a riscrivere lo statuto della Fondazione voluta da Giusppe Roi per supportare "il museo civico" di Vicenza, mai usando, perciò, il plurale "musei civici" (cfr. "Roi. La fondazione demolita") contrabbandato da chi ha dato contributi a go go, amicid eglia mici inclusi, a tutti meno che al Chiericati, ancora oggi destinatrio solo di una parte delle erogazioni erose anche da centomila euro pee la mostra su Vincent Van Gogh. Ci siamo scambiati le nostre opinioni, dicevamo, ripercorrendo alcuni articoli qui pubblicati come "Roi, la Fondazione demolita e... violata. Per Gianni Zonin era una "emanazione", una garçonnière d'affari della BPVi dove Cauduro lo informa su baciate e fondi lussemburghesi" e "La lettera sulla Fondazione Roi: il passato e il presente uniti dall'assenza di riferimenti alle politiche culturali. Ma ora arrivano Sgarbi, Daverio e Augias: la cultura da supermercato" ma abbiamo continuato ricordando anche l'esame dei bilanci, che abbiamo ottenuto insieme ad altri documenti, dalla Regione Veneto in quanto chi scrive è stato denunciato per un milione di euro di danni per aver denunciato il caso, le contraddizioni degli interrogatori di Zonin e il pressing di Manuel Brusco e Liliana Zaltron di M5S che si somma a quello di Sergio Berlato. Non ci dilunghiamo oltre, perchè da scrivere ne abbbiamo e ne avremo ancora, ma ci fa piacere che la questione della Fondazione Roi sia sempre di più a cuore di chi la sta seguendo nonostante i ripetuti tentativi di derubricazione a fatto marginale anche se il caso Roi è la cartina di tornasole di un sistema che non si è limitato a impoverire il territorio ma ha compiuto un vero e proprio attentato alla cultura e... alle decine di milioni, tra gli 80 e e 100, di lascito del marchese destinati, secondo lui, al "museo civico". "Capisco - sintetizziamo quanto detto da chi ha parla con noi che, seguendo lo stile vicentino, la questione della Fondazione Roi costituisce un buco nero (emanazione di quello ben più grande della BPVi)

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nella misura in cui nessuno (o pochi) hanno il coraggio di intervenire pubblicamente, senza tanti panegirici. Gli articoli di VicenzaPiu.com sono densi di domande, molte dirette e altre indirette. A un comune lettore (io mi considero tale) viene da pensare: perché non esplicitare anche queste ultime? Per l'opinione pubblica le mancate risposte rappresentano comunque le risposte. Se Elisa Avagnina, ex direttrice pro tempore del museo civico, l'unica e l'ultima che abbia avuro il diritto statutario con quel ruolo di far parte del cda della Roi, sentita sull'argomento dell'acquisto delle azioni della BPVi, su cui Zonin l'ha dto per consenziente, dovesse tacere, e di questi suoi eventuali "no comment" se ne parlasse pubblicamente, non ci farebbe una bella figura...". E poi ecco una nuova domanda che fa il paio con quella della lettera citata all'inizio: "Poi come le dicevo rimane l'aspetto dei contenuti: ho l'impressione che non solo siano saltate e stiano saltando molte occasioni per fare chiarezza sull'amministrazione dei beni e delle risorse della benemerita Fondazione, ma anche quelle per capire a che punto siano le riflessioni sui contenuti. Crede che qualcuno dall'interno della Roi sia in grado di aggiornarci sull'argomento o pensa che il futuro dipenda dagli amici di Diamanti?". Speriamo che il presidente, che non risponde alle domande "legali", risponda almeno a questa "tecnica" magari anche solo per dirci che la forza del suo progetto non è basata solo su degli show men delle parole come D'Averio, Sgarbi e Augias. Presidente "scurdammoce o' passato" non deve più essere anche vicentino perchè i truffati della cultura non "song e' Napule, paisà!".

FATTI

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POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Immobiliare Stampa vada ai soci della ex BPVi con i suoi 204,3 milioni di euro di patrimonio. E basta con le ipocrisie dei 'ristori al pubblico' dei denari persi dai risparmiatori privati! Pubblicato il 15 agosto alle 13.41, aggiornato il 16 alle 10.53. Qualche tempo fa il Giornale di Vicenza ha informato che, dei 300.000 metri quadrati di immobili di BPVi, Banca Intesa Sanpaolo ne aveva "ritirato" solo 25.000 metri quadri, senza peraltro fornire alcuna indicazione. Al momento, quindi, si può solo immaginare che quali immobili passino a Banca Intesa e quali restino in Banca Popolare di Vicenza in Liquidazione Coatta Amministrativa sia ancora oggetto di trattativa. Se così fosse e se Immobiliare Stampa Scpa, l'immobiliare controllata al 100% dalla ex BPVi, rimanesse nel "perimetro" della LCA ci sarebbero 203 milioni circa, per lo meno a bilancio, su cui contare "anche" per i soci truffati della ex Popolare al di là dei fantasmagorici, e forse solo virtuali, numeri dei denari recuperabili dai crediti in sofferenza, la cui monetizzazione appare a dir poco problematica visti i criteri con cui sono stati elargiti, magari anche in cambio di "baciate", durante la gestione di Gianni Zonin.

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Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Dal Bilancio consolidato 2016 della Banca Popolare di Vicenza si legge: « La Società (Immobilare Stampa scpa, ndr), controllata al 99,92% da Banca Popolare di Vicenza e partecipata allo 0,04%, rispettivamente, da Banca Nuova e da Servizi Bancari, gestisce il patrimonio immobiliare del Gruppo, i servizi immobiliari e l'attività amministrativa inerente alle locazioni degli immobili di proprietà affittati a terzi e degli immobili che le banche del Gruppo hanno in locazione da terzi. A far data dal 1° gennaio 2016, nell'ambito delle linee guida del precedente Piano Industriale di Gruppo che prevedono una semplificazione della struttura operativa, la Società ha incorporato Monforte 19 Srl, già controllata al 100% dalla Capogruppo Banca Popolare di Vicenza. La Società chiude l'esercizio 2016 con una perdita di 4,5 milioni integralmente riferibile alle rettifiche di valore da deterioramento (6,2 milioni di euro), al netto del relativo effetto fiscale, effettuate su taluni immobili di proprietà al fine di allineare il relativo valore di bilancio al valore della perizia di stima effettuata da un esperto indipendente. Il patrimonio netto della Società è pari a 204,3 milioni di euro». Allora, se così fosse, se cioè Intesa Sanpaolo ancora non avesse sciolto le sue riserve sull'Immobiliare, di cui fu presidente anche Gianfranco Pavan cognato di Zonin e tra i cui fornitori entravano solo gli "amici", cari politici, in passato "lontani" da quel che succedeva nelle stanze del potere che frequentavate ma delle cui azioni contro i cittadini soci eravate ignari, perchè mettersi in mostra con i capelli strappati chiedendo che la sede di Via Btg. Framarin e/o Palazzo Thiene diventino di proprietà della comunità, leggasi il Comune di Vicenza, in forza di una sorta di "ristoro" pubblico del danno privato. È una richiesta ipocrita, perchè poi, se accolta, vi farebbe gridare addirittura alla "conquista" per il popolo, ma è anche un'ipotesi a dir poco offensiva per quella comunità, che a parole amate tanto, nei giorni delle votazioni in calendario, ma che è stata tradita prima dai banchieri con i soldi altrui poi dai complici collusi o solo pronti a girarsi dall'altra parte per non vedere. Le decine di migliaia di cittadini soci oggi hanno bisogno di soldi veri, una parte almeno di quelli bruciati anche dall'indifferenza di chi poteva intervenire, non tutti, certo, ma tanti, e non saprebbero che farsene della direzione centrale della ex banca o della sale di Plazzo Thiene.

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Anzi, per loro, se non avranno i loro soldi, e i 203 milioni di Immobiliare Stampa sarebbero, secondo gli ultimi calcoli, il 25% di quello che basterebbe a chiudere la partita per i soci di entrambe le banche venete che non hanno transato, potrebbe essere una sofferenza doppia dover andare a sbrigare le loro pratiche comunali là da dove partivano gli ordini per depredarli o sapere che in tanti potrebbero visitare e ammirare le sale dei tesori di Palazzo Thiene e della ex BPVi acquistati sempre con i loro soldi e talvolta in maniera non proprio cristallina. Come documenteremo... P.S. Intesa Sanpaolo si farà convincere a "lasciare" simbolicamene alla città i due palazzi, uno dei quali, il Thiene, vincolato come e più del Torrione di Porta Castello e per giunta con opere insindibilmente incluse? Bene, ma allora Achille Variati e Jacopo Bulgarini d'Elci cerchino altri mecenati alla Antonio Coppola, magari più possenti, anche se nella sua Osteon Technologies srl ci sono milioni e milioni di finanza e non solo i 300.000 euro versati per il Torrione, e facciano versare un po' di milioni per acquistare i due edifici con, intanto, l'incasso a vantaggio dei soci truffati e, poi, con "utilizzo" e, magari fra 90 anni, proprietà a vantaggio della comunità... comunale.

ECONOMIA&AZIENDE

Borsa: Borsa: Fca vola a 11 euro, massimo assoluto dallo spin-off Ferrari. Nota della Fim Cisl Ore 11.00. Le sirene cinesi spingono le azioni Fiat Chrysler a segnare il nuovo record in Borsa dallo scorporo di Ferrari avvenuto nei primi giorni del 2016. Le quotazioni infatti salgono del 3,8% a 11,02 euro. Le Fiat Chrysler segnarono 12,92 euro il 30 dicembre 2015, l'ultima seduta in cui il titolo scambio' incorporando il valore di Ferrari prima dell'assegnazione ai soci Fca delle azioni di Maranello avvenuta con la seduta del 4 gennaio. Anche Ferrari (+1,6%) e' oggetto di acquisti oggi tanto da sfiorare i massimi storici intraday toccati a 95,3 euro lo scorso 9 agosto: le quotazioni di Ferrari segnano al momento 94,85. Non lontana dai record e' la stessa holding Exor: il titolo sale del 3,3% a 53,85 euro (54,6 euro il top registrato a meta' maggio). Di Redazione Economica VicenzaPiù

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Ore 9.39. Le Fiat Chrysler tornano a correre in Borsa spinte ancora dalla speculazione sull'interesse di gruppi auto cinesi per la casa italo-americano. Dopo il +8% di lunedi', le azioni del gruppo hanno avviato le contrattazioni con un nuovo rialzo dell'1,6% mentre quelle dell'azionista di riferimento Exor , che lunedi' avevano segnato +4,2%, salgono di un altro 2,6%. Secondo i rumors riportati da Automotive News, l'interesse - che si e' tradotto in una offerta giudicata non adeguata - riguarderebbe un perimetro di attivita' che includerebbe i marchi Fiat, Jeep, Ram e Dodge e da cui sarebbero esclusi Alfa Romeo e Maserati. Gli analisti finanziari sono al momento cauti nell'assegnare un grado di probabilita' di riuscita all'operazione. Sintesi situazione. Il gruppo Fca sarebbe nel mirino di acquirenti cinesi. Lo afferma 'Automotive News', citando fonti secondo cui il gruppo italoamericano rappresenta 'un target attraente' per i grandi gruppi del settore nell'ex Celeste Impero. Le fonti indicano che 'almeno un'offerta' e' stata presentata questo mese da un costruttore cinese, respinta comunque al mittente da Fca in quanto non ritenuta sufficiente. Nel frattempo, aggiungono le fonti, altri importanti gruppi cinesi del settore automotive hanno condotto esami di due diligence con l'obiettivo di una possibile acquisizione di Fca, mentre funzionari del Lingotto si sono recati nel Paese asiatico per colloqui con rappresentanti di Great Wall Motor e delegazioni cinesi, la scorsa settimana, hanno visitato il quartier generale di Fca ad Auburn Hills (Detroit) per incontri. Automotive News non identifica i gruppi interessati ma indica che diverse fonti citano tra i candidati Dong Feng Motor, Zhejiang Geely e Guangzhou, attuale partner di Fca in una jv in Cina. Una possibile vendita includerebbe Jeep e Ram, Dodge, Chrysler e Fiat, lasciando fuori comunque Maserati e Alfa Romeo. Nessun commento da parte di Fca o dei gruppi cinesi, il cui interesse per il costruttore guidato da Sergio Marchionne, secondo le fonti, e' legato al fatto che la rete globale e i prodotti di Fca rispettano i requisiti del Governo di Pechino, che ha messo sotto pressione le imprese del Paese per espandersi al di fuori della Cina. Sirene cinesi su Fiat Chrysler che scatta in Borsa ed e' la migliore del Ftse Mib. Il titolo della casa italo-americana sale del 3,46% a 10,1 euro. Secondo quanto riporta da Automotive News, un costruttore cinese ha presentato qualche settimana fa una offerta per acquistare il gruppo Fca ma la proposta e' stata respinta in quanto ritenuta non adeguata. Altri gruppi cinesi, sempre secondo la stessa fonte, avrebbero messo nel mirino Fca ritenuto un target ideale per l'espansione degli stessi sui mercati internazionali. Le indiscrezioni sono alla base del rimbalzo odierno delle

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quotazioni che, complice la correzione dei mercati della scorsa settimana, ha raggiunto venerdi' i minimi da un mese in area 9,8 euro. Bene anche Exor (+1,3%) e Ferrari (+1,6%). Il fattore Cina fa accelerare ulteriormente le Fiat Chrysler in Borsa spingendole ai massimi da quattro mesi e a un rialzo del 7,7% con volumi piu' che raddoppiati rispetto alla media degli ultimi trenta giorni. Le azioni della casa italo-americana trattano a quota 10,57 euro con scambi pari all'1,2% del capitale ordinario. La corsa sul listino - che sta avendo effetto anche sulle quotazioni della holding di controllo Exor (+4,1%) e su Ferrari (+2,6%) - e' iniziata questa mattina dopo le indiscrezioni pubblicate da Automotive News secondo cui qualche settimana fa un costruttore cinese avrebbe presentato una offerta per acquisire il gruppo Fca con una proposta economica a premio rispetto ai valori attuali vedendosi opporre un rifiuto per l'inadeguatezza della stessa. Ma, secondo la stessa fonte, sono diversi i gruppi cinesi dell'auto ad aver avviato contatti per studiare il dossier Fiat ritenuto un target attraente per le strategie di espansione sui mercati internazionali dei colossi asiatici delle quattro ruote. Nessun commento sulla questione e' stato fatto dal quartier generale di Fca. La Fim Cisl, in una nota, precisa di non avere elementi di verifica delle notizie relative all'interesse del gruppo cinese Great Wall Motor per Fca emerse oggi da Automotive News, ma auspica che se tale ipotesi prevedesse peraltro uno spacchettamento del gruppo, venisse sonoramente rigettata dal vertice del Gruppo. Secondo il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, un conto e' consolidarsi a livello mondiale in alleanza con player con grande capacita' finanziaria e industriale, un altro e' cedere gran parte del gruppo per mantenere AlfaRomeo e Maserati. "Questa seconda ipotesi - aggiunge - sarebbe industrialmente una follia che non solo non sta in piedi, ma avrebbe pesanti ricadute su molti stabilimenti italiani. Un conto e' semplificare la produzione delle piccole vetture a bassa marginalita', altro e' spacchettare un gruppo che ha invece bisogno di crescere e su cui attendiamo piena occupazione per il prossimo anno. Nelle prossime settimane sara' utile fare il punto con il vertice del gruppo sul percorso per garantire tali obiettivi e sulle strategie internazionali".

CULTURA / CINEMA

Breganze, al Parco di Villa Laverda i migliori Cortometraggi del Festival Internazionale del Cinema Corto di Santorso Chiude in bellezza l'estate breganzese, con la proiezione a cura del Cinema G. Verdi di Breganze, dei cortometraggi premiati dalla XI^ edizione del Festival Internazionale del Cinema Corto di Santorso, a sigillo del ricco programma di Estate al Parco 2017 promosso

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dall'Assessorato alla Cultura e dall'Assessorato alle Attività Produttive in collaborazione con la Commissione Cultura. Per il secondo anno consecutivo - spiega il Sindaco Piera Campana - il pubblico breganzese può fruire di un cinema di qualità nella cornice naturale del parco di Villa Laverda: la collaborazione con il FAV ci permette di accedere ai migliori corti premiati al Festival di Santorso.Appuntamento no stop Venerdì 25 agosto a partire dalle 21,00 per gli appassionati di cinema, con i migliori cortometraggi selezionati al Festival Alto Vicentino, Festival Internazionale del Cinema Corto, tra gli oltre 3000 provenienti da tutto il mondo.Siamo felici di tornare nuovamente a Breganze con i "nostri" cortometraggi - afferma il presidente del FAV Luca Guglielmi - questo appuntamento ci offre la possibilità di avvicinare il grande pubblico di cinefili di Breganze e della zona, cresciuta grazie al cineforum più importante del Veneto. Di Comunicati Stampa

Ecco il programma completo dell'evento: Cinema sotto le Stelle 2017 XI Festival Alto Vicentino Mostra internazionale di cortometraggi in collaborazione con il Cinema G. Verdi Venerdì 25 agosto ore 21,00 Candie Boy Italia di Arianna Del Grosso 2016 Selezione ufficiale 8'

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Memories Of Anna And Me Italia di Alessandro Ballardin 2016 Selezione Ufficiale 3' Mattia sa volare (Mattia Can Fly) Italia di Alessandro Porzio 2016 Miglior corto AVIS 16' Spelletjesavond (Game Night) Olanda di Jan van Gorkum 2016 Miglior sceneggiatura 15' Marcianos De Marte Spagna di Fernando Trullols Santiago 2016 Miglior fotografia e colonna 15 ‘ sonora Bitchboy Svezia di Mans Berthas 2017 Miglior cortometraggio XI FAV 15' Mirror Italia di Daniele Barbiero 2015 Miglior montaggio 10' M.A.M.O.N. Messico, Uruguay di Alejandro Damiani 2016 Menzione speciale per l'originalità 6' Djinn Tonic Italia di Domenico Guidetti 2016 Selezioen ufficiale 14' Caramel Mou Francia di Wilfired Méance 2016 Selezione ufficiale 8' Ingresso libero.

ECONOMIA&AZIENDE

Pil: Istat stima +0,4% nel secondo trimestre nonostante calo agricoltura per clima, +1,2% su anno. Gentiloni: meglio del previsto Nel secondo trimestre del 2017 il Pil italiano e' aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. E' la stima preliminare resa nota dall'Istat che diffonde il dato relativo al prodotto interno lordo

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espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato. Nei confronti del secondo trimestre del 2016 la variazione e' del +1,5 per cento. Il secondo trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al secondo trimestre del 2016, precisa l'istituto. Di Redazione Economica VicenzaPiĂš

La variazione acquisita per il 2017 e' pari a +1,2 per cento. "#Istat Crescita 2017 prevista a +1,5%. Meglio delle previsioni. Una buona base per rilanciare economia e posti di lavoro". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni a commento dei dati sul Pil del secondo trimestre diffusi dall'Istat. La variazione congiunturale, spiega l'Istat, e' la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell'industria e dei servizi e di una diminuzione nel settore dell'agricoltura. Dal lato della domanda, si registra un apporto positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un limitato contributo negativo della componente estera netta. Nello stesso periodo, ricorda l'istituto di statistica, il Pil e' aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si e' registrato un aumento del 2,1% negli Stati Uniti, dell'1,8% in Francia e dell'1,7% nel Regno Unito. L'agricoltura e' l'unico settore a fare registrare un calo del valore aggiunto a causa del clima impazzito che ha avuto effetti devastanti nelle campagne con danni stimati superiori ai 2 miliardi di euro nel 2017. Coldiretti diffonde una analisi in occasione della diffusione dei dati Istat sul Pil relativi al secondo trimestre. La mancanza di acqua - sottolinea Coldiretti - ha colpito tutte le produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino ai cereali, ma anche i vigneti e gli uliveti ed il fieno per l'alimentazione degli animali per la produzione di latte. In questa situazione nelle campagne e' crisi per la frutta estiva con le quotazioni che non coprono i costi di produzione e fanno chiudere le aziende. I prezzi rispetto allo scorso anno sono in calo dal 20% per le pesche al 34% per i cocomeri, dal 44% per i meloni al 45% per i cavolfiori secondo elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati Ismea. La situazione e' drammatica con la forbice dei prezzi tra produzione e consumo che si e' allargata, denuncia Coldiretti, per pratiche commerciali

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sleali lungo la filiera. Occorre estendere al piu' presto, continua la nota di Coldiretti, l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della frutta trasformata in conserve e succhi per evitare che venga spacciata come Made in Italy quella importata dall'estero, ed aumentare i controlli sull'ortofrutta fresca di importazione, spesso etichettata e venduta per nazionale. Serve un impegno di filiera per salvare il frutteto italiano che, conclude la nota, si e' ridotto di un terzo (-33%) negli ultimi quindici anni con la scomparsa di oltre 140mila ettari di piante con il rischio rischiano di far perdere all'Italia il primato europeo nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea.

POLITICA

Polizze anti catastrofi, Luca Zaia: sono la soluzione In occasione dell'odierno Punto stampa in Regione, il presidente Luca Zaia ha sottolineato che la vera soluzione per chè è colpito da catastrofi naturali, come quell che si sono abbattute in questi giorni sul Veneto causando anche un morto, sia la sottoscrizione di polizze adeguate, visto che i fondi non possono essere a copertura totale dei danni subiti anche se la Regione Veneto è ben organizzata almeno nel rispondere rapidamente alle richieste di sussidi. In quest'ottica una maggiore autonomia, legata al buon esito del referendum per la trattative che farebbe aprire con lo stato centrale, potrebbe consentire di attivare dei fondi che finanzino i premi delle polizze facendo sì che i sottoscrittori paghino un prezzo calmierato e accessibile. Di Edoardo Pepe

POLITICA / ASSOCIAZIONI

Bando periferie, Sala e Maistrello presentano il progetto "Vita sicura: interventi a favore della popolazione anziana". Previsti 300.000€

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Questa mattina l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala (a sinistra nella foto) e il presidente della Consulta comunale degli anziani Alberto Maistrello hanno illustrato il progetto "Vita sicura. Interventi a favore della popolazione anziana" dell'importo complessivo di 300 mila euro e della durata triennale (2017-2020). Il progetto rientra nell'ambito della proposta "Liberare energie urbane", con cui il Comune di Vicenza ha partecipato al "Bando Periferie", classificandosi quarto tra 113 Comuni capoluogo d'Italia e aggiudicandosi un finanziamento di 17 milioni 794 mila euro per la realizzazione di 18 interventi, 2 dei quali riguardano, appunto, progetti sociali, tra cui "Vita sicura" relativo alla popolazione anziana. Di Note ufficiali

Obiettivo del progetto "Vita sicura" è dotare la comunità e, quindi, l'amministrazione di strumenti di governance e vicinanza alla popolazione anziana attraverso l'individuazione di percorsi di monitoraggio, sostegno ed eventuale presa in carico professionale da parte dei servizi sociali e sociosanitari, con l'attivo coinvolgimento delle associazioni di volontariato, del privato sociale, degli esercizi commerciali sensibilizzati e in rete. "Il finanziamento "Liberare energie urbane" consente all'amministrazione comunale di realizzare una governance a favore di una fascia di popolazione che ci sta particolarmente a cuore - ha dichiarato l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala -. Gli anziani sono, infatti, prima di tutto una grande risorsa in termini di competenze, capacità, disponibilità. I nostri compiti consistono, da un lato, nel sostenere quegli anziani che per motivi economici o di salute non riescono a provvedere da soli ai propri bisogni; dall'altro nel valorizzare la disponibilità e la capacità di tutte quelle persone - anziane e non - che sono parte attiva oltre che protagonista della vita sociale. Per questo abbiamo voluto un progetto che prevedesse azioni a favore di tutta questa fascia di popolazione andando a rafforzare e a completare la filiera dei servizi messi a loro disposizione". "Il progetto prevede, infatti, tre azioni integrate - ha precisato l'assessore Sala -: per quanto riguarda la prima, il sostegno di attività di formazione, informazione e vicinanza, garantendo alle associazioni contributi per supportare interventi specifici, premiando quelle realtà capaci di lavorare

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insieme e coinvolgere direttamente i beneficiari, e realizzando, così, interventi di prevenzione alla solitudine, che è una delle patologie più gravi di cui soffrono tanti anziani. La seconda azione va a raffrozare, invece, il servizio sociale, consentendo agli operatori di curare maggiormente sia la rete sociale dei singoli quartieri sia le singole situazioni; l'obiettivo è rendere possibile in ogni quartiere, alla fine del progetto, contare su un numero sufficiente di volontari preparati a sostenere un'attenzione agli anziani che si affianca a quella dei professionisti. La terza azione, fortemente collegata con la precedente, ci consentirà, infine, di avere a disposizione uno strumento - il registro delle fragiilità - in grado di geolocalizzare le situazioni più a rischio, così da poter intervenire tempestivamente sia nel caso di emergenze che ove si verificasse una carenza di servizi. Il registro, infatti, da una parte fornirà informazione ai tecnici sulla condizione di fragilità esistente, dall'altra avrà uno spazio aperto ai cittadini rendendo visibili e geolocalizzabili le risorse a loro favore (dalle farmacie, ai medici, ai supermercati che consegnano a domicilio, alle attività sociali e culturali, iniziative e quant'altro). Si tratta di un grande sforzo che stiamo per sostenere: credo che non solo ne valga la pena ma sia doveroso nei confronti di tanti anziani che hanno operato per il benessere collettivo e che ora vedono nel loro futuro tanta incertezza e preoccupazione". "Sono molti gli anziani che godono di buona salute e che hanno costruito un'ottima rete di relazioni che consente loro un invecchiamento attivo positivo - ha concluso l'assessore - ma sono molti anche quelli che si trovano in condizioni di fragilità dal punto di vista economico e sanitario. La nostra sfida è non solo fare in modo che i primi siano di aiuto ai secondi ma anche favorire il welfare generativo, così che altre persone all'interno delle famiglie e delle associazioni diventino una risorsa per la fascia di anziani meno "fortunata"". Descrizione del progetto "Vita sicura" vuole rappresentare lo strumento di riordino e di programmazione degli interventi a favore della popolazione anziana finalizzato a garantire tutte le iniziative atte ad aumentare la possibilità per l'anziani di permanere il più possibile nel proprio contesto di vita. Non si tratta solo di garantire servizi per la domiciliarità, quanto piuttosto di passare da una forma di "servizio di assistenza domiciliare" ad una riqualificazione dell'abitare la propria casa, il proprio quartiere, la città. Il progetto interesserà tutto il territorio cittadino e nella fase di avvio per gli interventi a favore delle persone vulnerabili si prevede il coinvolgimento di circa 2.500 anziani, ovvero la popolazione inserita nell'attuale elenco di persone con vulnerabilità. Per le azioni di formazione e sensibilizzazione si stima il coinvolgimento del 15% della popolazione tra i 65 e i 75 anni. A costoro sono rivolte le azioni di promozione e informazione necessarie per attivare interventi di tipo preventivo della perdita di autosufficienza. Nello specifico, sono tre le azioni previste dal progetto. Innanzitutto il Comune ha messo a regime il registro delle fragilità, la cui realizzazione è stata affidata al al Sistema Informativo Comunale che ha già provveduto all'affidamento del servizio di individuazione e monitoraggio dei cittadini in situazione di vulnerabilità a causa della propria condizione

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anagrafica o di salute in modo da predisporre opportune misure di sostegno (importo 28.300 euro). In secondo luogo intende incrementare i servizi e le prestazioni a favore della popolazione anziana e in particolare delle persone con ridotta autonomia e a rischio di perdita di autosufficienza, non solo supportando attività a favore di tali soggetti ma anche implementando una rete territoriale in grado di valorizzare questa fascia di popolazione (importo stanziato pari a 241.700 euro). I servizi e le prestazioni sono rivolti prioritariamente a persone anziane (ultra 65enni) residenti a Vicenza in condizioni di rischio di perdita della propria autosufficienza, parzialmente autosufficienti o non autosufficienti che vivono nella propria casa; prevedono il sostegno alle attività di servizio sociale professionale sia nelle attività dirette ai beneficiari che nelle attività e servizi rivolti genericamente alla popolazione. Si intende affidare la gestione di prestazioni di servizio sociale ad integrazione del servizio sociale professionale comunale, per la predisposizione di progetti personalizzati con l'obiettivo prioritario di prevenire e ritardare la non autosufficienza; di prestazioni di servizi socio-educativi finalizzate alla promozione di forme di vicinanza alle persone anziane; del servizio "Estate Sicura". Gli operatori saranno inseriti presso le tre sedi dei Centri Servizi Sociali Territoriali del Comune di Vicenza e lavoreranno in maniera strettamente connessa con il servizio sociale comunale. Entro settembre sarà pubblicato il bando per l'affidamento del servizio (241.700 euro). Infine, il Comune di Vicenza intende sostenere la valorizzazione e la promozione nei quartieri di occasioni di socialità, informazione e vicinanza con il diretto coinvolgimento delle associazioni di anziani presenti e degli anziani stessi, attraverso l'erogazione di contributi ad associazioni di volontariato e di promozione sociale che intendono collaborare - tramite la presentazione di progetti - per la costruzione di una rete territoriale a favore delle persone a rischio di perdita di autosufficienza e, più in generale, per la promozione di un invecchiamento attivo che ritardi la perdita della propria autosufficienza (importo stanziato pari a 30 mila euro). I progetti potranno riguardare attività e interventi in alcuni precisi ambiti: servizi di prossimità a favore di persone anziane segnalate dai servizi sociali che possano offrire a titolo gratuito del tempo per affiancare i beneficiari in attività quotidiane per garantire l'accompagnamento e la vicinanza, in particolare nel momento in cui possano emergere dei bisogni specifici (es.: piccole azioni come il recarsi in ufficio pubblico o ad una visita medica) o per contrastare la solitudine offrendo vicinanza e compagnia. Le attività previste non devono configurarsi in alcun modo come prestazioni sociali o socio sanitarie; sensibilizzazione e formazione dei volontari e della cittadinanza, per intercettare in maniera adeguata eventuali problematiche e situazioni di fragilità. Deve essere prevista la formazione e il monitoraggio costante dei volontari e cittadini/sensori. collaborazione per il trasporto di cittadini anziani che non possono usufruire di alternative, anche con il coinvolgimento di anziani attivi, considerato che non tutti i servizi sociali e socio-sanitari sono facilmente raggiungibili con il trasporto pubblico (autobus); deve essere previsto, qualora se ne renda necessario, un accompagnamento personalizzato non solo per il trasporto, ma anche per la mediazione con gli operatori dei diversi servizi; promozione nei quartiere di occasioni di socialità con il diretto coinvolgimento delle associazioni di anziani presenti e

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degli anziani stessi: sostegno ad un'attività capillare di informazione e raccolta dei bisogni, privilegiando il contatto diretto, senza escludere i consueti sistemi di comunicazione e diffusione delle iniziative (invio di lettere, avvisi, locandine). Il bando relativo all'affidamento del servizio è stato pubblicato sul sito del Comune di Vicenza alla sezione Pubblicazioni on line, Altre gare e avvisi (link: http://www.comune.vicenza.it/albo3/altri.php/178633). Gli interessati dovranno presentare domanda al settore Servizi sociali, in contra' Busato 19, entro le ore 12 di lunedì 30 ottobre. Il contributo massimo concedibile non potrà essere superiore al 70% delle spese ritenute ammissibili e comunque per un importo massimo di 5 mila euro per i progetti presentati da una sola associazione e di 7.500 euro nel caso di progetti presentati da più associazioni. Dati sulla popolazione anziana I dati sociologici mostrano come il fattore anagrafico e la frammentazione del sistema familiare individuano gli anziani (in particolare le persone con più di 75 anni) quali soggetti a maggior rischio di trovarsi in una situazione di fragilità e di disagio. E' questo un dato comune a tutti i Paesi Occidentali, particolarmente sentito in Italia in cui il numero degli over 65 è destinato a crescere per l'ingresso in questa fascia di età dei "baby boomer" (tendenzialmente i nati tra il 1964 e il 1952). Al 31 dicembre 2016 su 112.198 residenti a Vicenza risultano 27.275 coloro che hanno più di 65 anni, pari al 24,3% della popolazione complessiva, con un indice di vecchiaia (numero di anziani oltre i 65 anni ogni 100 giovani tra 0 e 14 anni) pari a 177,6. Le famiglie composte da anziani, pari a 19.334, rappresentano nel 2016 il 37,3% di tutte le famiglie vicentine. Il 65% è composto da un solo anziano. Nel dettaglio vivono soli 12.555 anziani, di questi oltre il 77% sono donne e oltre il 27% è di età superiore agli 85 anni. Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione anziana nel territorio, il maggior numero di individui si concentra nell'ex circoscrizione 2 (Riviera Berica) con un tasso che arriva nel 2016 a 351 anziani ogni 100 minori tra 0 e 14 anni. Altre zone particolarmente significative relativamente alla presenza di popolazione con 65 anni e più riguardano il centro storico, i quartieri che si sviluppano intorno a via Quadri (Sant'Andrea, San Francesco e Araceli), quello di Laghetto e di Polegge. Servizi a favore degli anziani Per quanto riguarda i servizi erogati direttamente dal Comune, l'amministrazione comunale risponde al bisogno assistenziale della popolazione anziana attraverso un insieme di prestazioni e servizi articolati (servizi sociali e socio sanitari ad alta intensità sociale) e che interessano il 7,5% delle 19.334 famiglie di anziani residenti nel 2016 (popolazione residente over 65) per una cifra di 1.346 nuclei familiari di anziani in carico al servizio sociale. La priorità nell'erogazione delle prestazioni è data agli interventi che possono contrastare e prevenire il ricorso a strutture residenziali, permettendo all'anziano di rimanere nella propria casa.

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In particolare, i servizi sono finalizzati all'accoglienza (temporanea o definitiva) nelle strutture per non autosufficienti, al fine di garantire a coloro che non possono più rimanere nella loro abitazione un'adeguata accoglienza e garanzie di tutela della salute, attraverso l'erogazione di contributi economici finalizzati all'integrazione del pagamento della retta; agli interventi per la permanenza a casa dell'anziano, attraverso un sistema integrato dei servizi per la domiciliarietà che comprende: l'assistenza domiciliare, l'assistenza domiciliare integrata, la fornitura di pasti caldi a domicilio, il servizio di telesoccorso, interventi di sostegno economico, l'erogazione delle impegnative di cura domiciliare (ICD), trasporto sociale, integrazione della retta per la frequenza dei centri diurni socio-assistenziali. Il servizio di assistenza domiciliare, nel corso dell'anno 2016 ha erogato complessivamente 33.212 ore di servizio a favore di 379 utenti, per una spesa totale di 660.468 euro. Hanno usufruito del trasporto assistito 48 anziani. Per il servizio pasti a domicilio nel corso dell'anno 2016 gli utenti autorizzati sono stati 264, i pasti consegnati 54485, la spesa a carico del Comune 128.710 euro. L'attività di sostegno in favore degli anziani si è esplicata anche attraverso forme di aiuto economico, in particolare con l'integrazione delle rette di ospiti ricoverati in case di riposo e frequentanti i centri diurni (per un totale di 233 persone con un impegno complessivo di 1.270.334 euro). Gli interventi a carico del bilancio comunale sono stati integrati con il sistema di provvidenze economiche erogate dalla Regione, per le quali l'attività amministrativa viene comunque svolta dal Comune. In particolare, nel periodo considerato, per quanto riguarda le impegnative di cura domiciliare (ICD) sono stati assistite 316 persone ed erogati 629 contributi per un importo complessivo di 514.120 euro. Nel 2016 sono altresì stati attivati 63 nuovi utenti al servizio di Telesoccorso, per un totale complessivo di 354 beneficiari. Il Comune di Vicenza è inoltre beneficiario, anche per conto di 39 Comuni del Comitato di distretto est dell'Ulss 8 Berica, di un contributo (progetto Home Care Premium) erogato dall'Inps-gestione dipendenti pubblici, che vede attualmente 71 anziani non autosufficienti (ex dipendenti o genitori di dipendenti pubblici) godere del servizio per la permanenza nella propria abitazione. Altri importanti servizi alla popolazione anziana sono gestiti ed erogati dall'azienda Ulss 8 Berica (servizi sanitari e socio sanitari ad alta intensità sanitaria), dai Centri Servizi presenti nel territorio, in particolare dall'Ipab di Vicenza, con la gestione diretta di servizi residenziali e semi residenziali, comprese strutture specificatamente dedicate al trattamento e al ricovero di persone con Alzheimer e decadimento cognitivo, dal privato sociale e dall'associazionismo. Tra questi ricordiamo i "Centri Sollievo", realizzati grazie a un finanziamento della Regione Veneto, che prevedono la possibilità per persone con Alzheimer in stato iniziale di trascorrere alcune ore della settimana in contesti di socializzazione, sollevando in parte il caregiver dall'impegno assistenziale.

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FATTI

Incendio ad allevamento avicolo a Mason Vicentino con oltre 140mila capi morti. Arpav: assenza di inquinanti Nella prima mattinata di oggi i tecnici in Pronta Disponibilità di ARPAV sono intervenuti per un incendio ad un allevamento avicolo a Mason Vicentino (VI), in via Colombare 23, su attivazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco dei Carabinieri di Nove (VI). All'arrivo sul posto l'incendio era già domato e l'emissione residua di fumo molto limitata. Le analisi eseguite in loco con strumento portatile non hanno evidenziato presenza sostanziale di inquinanti: acido cianidrico, acido cloridrico, ossidi di azoto e sostanza organica sono risultati inferiori ai limiti di rilevabilità. Di Redazione VicenzaPiù

La dispersione è stata limitata anche grazie alla scarsa ventilazione e non sono state rinvenute strutture in cemento-amianto interessate dall'incendio. Nell'allevamento si trovavano circa 145.000 capi di taglia media, la quasi totalità dei quali è morta. Non appena le operazioni di messa in sicurezza, coordinate dai Vigili del Fuoco, lo permetteranno si procederà all'allontanamento dei rifiuti, in particolare delle carcasse. Il personale di ARPAV rimarrà comunque sul posto per le prossime ore, ed eventualmente anche nei prossimi giorni, per seguire le operazioni di messa in sicurezza e di successivo accesso all'interno dei locali.

FATTI

In Veneto nuove cure dentarie gratuite per 8 milioni di euro l'anno, Luca Zaia: "segno di civiltà per bambini, malati gravi, poveri e anziani"

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La Giunta regionale, nella sua seduta di oggi su proposta dell'Assessore alla sanità, ha ampliato in maniera significativa la fascia di cittadini veneti che potranno ricevere assistenza odontoiatrica gratuita o un consistente contributo per la realizzazione di protesi dentarie, destinando allo scopo 8 milioni di euro, reperiti all'interno del budget destinato all'attività specialistica ambulatoriale. L'operazione, che recepisce con estrema rapidità una delle più importanti previsioni inserite nei nuovi Livella Essenziali di Assistenza - LEA - scatterà dal primo gennaio 2018 e si rifarà al tariffario approvato allo scopo dal Ministero della Salute. Di Note ufficiali

"Con questa decisione - ha commentato il Presidente della Regione Luca Zaia presentando il provvedimento nel corso del punto stampa seguito alla seduta di Giunta - diamo una risposta di civiltà a tanti nostri concittadini che a causa della crisi hanno deciso di tagliare prima di tutto le spese del dentista, teniamo fede a un impegno preso in campagna elettorale in tempi non sospetti, né troppo vicino né troppo lontano dal voto, ma realizziamo anche una vera e propria azione di prevenzione per la salute, perché i problemi dentari non risolti comportano, a cascata, l'insorgere di tante altre patologie, a cominciare da quelle digestive, per arrivare all'insufficiente apporto di nutrimenti indispensabili perché difficili da masticare. Significativa è anche la scelta di non limitarci alle ‘solite' fasce di reddito, ma di rivolgerci anche all'età evolutiva (zero-quattordici anni), agli anziani e ai portatori di molte gravi malattie. Reperire le risorse non era semplice in una fase storica di contrazione costante dei finanziamenti nazionali - ha aggiunto il Governatore - ma mantenere un impegno preso con i veneti era assolutamente prioritario. Esserci riusciti è motivo di particolare soddisfazione". "Secondo le nostre previsioni - ha specificato il Presidente - per erogare tutte queste nuove cure dovrebbero essere sufficienti le strutture pubbliche. Da qui al primo gennaio faremo comunque approfondite verifiche e, se si rendesse necessario, procederemo anche a delle forme di convenzionamento esterno". La delibera di oggi si rivolge a tre categorie di persone: i ragazzi nell'età evolutiva da zero a quattordici anni, le persone in condizioni di vulnerabilità sociale e sanitaria, quelle affette da patologie odontoiatriche che necessitano di un trattamento immediato con accesso diretto. Nella vulnerabilità sanitaria - e quindi nella fascia esente - rientrano, a esempio, i trapiantati e i pazienti in attesa di trapianto, tutti i malati oncologici, le persone affette da dipendenze di vario tipo e da virus HIV, le persone nate con gravi deficit, i portatori di malattie rare e i malati di psicosi gravi. Sono considerati invece socialmente vulnerabili, e quindi esenti e assistibili con la nuova delibera, gli invalidi civili al 100%, gli invalidi di guerra, del lavoro e per servizio, le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata

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con invalidità superiore all80%, i danneggiati da vaccinazioni obbligatorie e da trasfusioni, i disabili gravi in generale, i disoccupati con famigliari a carico con reddito lordo non superiore a 8. 263,31 euro, aumentati a 11.362,05 euro in caso di coniugi legalmente ed effettivamente separati più altri 516, 46 euro in caso ci sia un figlio a carico, i fruitori di pensione sociale ultrasessantacinquenni con famigliari a carico, gli ultrasessantenni con pensione minima. Duecento euro per la protesi dentaria superiore e altri 200 per quella inferiore, ripetibili ogni quattro anni, saranno erogati infine per le persone con più di 64 anni che abbiano un reddito del nucleo famigliare non superiore a 36.151, 98 euro lordi annui. Per scaricare delibera e relativi allegati cliccare qui

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

I soci ex BPVi e Veneto Banca rimasti senza il becco di un quattrino: il botta e risposta su Il Gazzettino tra Battista Parolin, Andrea Arman e Roberto Papetti Pubblichiamo una serie di "botta e risposta" riguardo alla situazione dei soci di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca che non hanno aderito all'Offerta Pubblica di Transazione e che, almeno per ora, sono rimasti con zero euro in tasca dopo la messa in Liquidazione Coatta Amministrativa delle due ex Popolari venete. Lo scambio di lettere, risposte e repliche è iniziato il 5 agosto su Il Gazzettino e si è concluso, si fa per dire, ieri 15 agosto tra un lettore eccellente, il notaio Battista Parolin, l'avv. Andrea Arman, presidente del "Coordinamento associazioni banche popolari venete don Enrico Torta", e Roberto Papetti, direttore del Gazzettino. Di Edoardo Pepe

5 agosto

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Ex popolari e risparmiatori urlare è legittimo, ma inutile Egregio direttore. mi permetto formulare quanto di seguito, sulla ormai nota vicenda che avvelena il sangue di tanti cittadini/risparmiatori delle ormai ex popolari, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Nella norma, quando si perde una guerra, chi la vince detta le condizioni ai soccombenti ai quali non resta che confidare nella bontà di chi li ha battuti. Nel caso delle nostre ex popolari, purtroppo per la maggioranza dei cittadini/risparmiatori la guerra è ormai persa e quindi non c'è che da sperare nel buon atteggiamento di chi ormai è al vertice. Continuare a combattere con proclami, riunioni faziose, atteggiamenti bellicosi da parte di chi è soccombente, non può che portare a soluzioni non certo favorevoli. È legittimo che i cittadini/risparmiatori cerchino in tutti i modi di ottenere il massimo ristoro possibile, ma in questo iter è controproducente l'atteggiamento a volte violento che purtroppo emerge da certe anche recenti manifestazioni. Notaio Battista Parolin Montebelluna

--------------Caro lettore, forse non è giusto parlare di guerra: i soci delle popolari venete non sapevano di dover combattere una battaglia. Pensavano solo di aver fatto un buon investimento comprando i titoli di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Si sono invece ritrovati con pochi euro in mano, senza neppure avere la possibilità di difendersi. Ciò detto credo che lei abbia ragione: la rabbia di tanti cittadini è comprensibile e giustificata. Ma i toni belligeranti e intransigenti scelti da taluni comitati finora non hanno portato ad alcun risultato. Anzi, in qualche caso, hanno fatto perdere a numerosi soci la possibilità di intascare il rimborso del 15 per cento messo a disposizione nei mesi scorsi dalle due banche. Protestare, alzare la voce e chiedere un ristoro per i danni subiti è legittimo: ma non bisogna illudere la gente che ha già pagato un prezzo molto alto al disastro delle ex popolari. Oggi con le due banche vendute a Intesa e destinate a scomparire definitivamente, la possibilità di ottenere risarcimenti sono oggettivamente limitate. Mi rendo conto che è dura da digerire, ma questa è la realtà delle cose. E non saranno urla esasperate e slogan a farla cambiare. Roberto Papetti, direttore del Gazzettino

15 agosto La lettera del notaio Battista Parolin ed anche la risposta, commento, del direttore del Gazzettino mi spingono a chiarire. Credo sia necessario procedere per punti: 1- all'interno di uno stato civile che trova nella costituzione le regole di convivenza, non ci dovrebbero essere né battaglie, né guerre, sulla pelle dei

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cittadini che confidano, pagandoli profumatamente, su meccanismi e strumenti di controllo che li dovrebbe tutelare. 2- nella vicenda delle popolari venete si devono, grossolanamente, individuare due momenti, altrettanto determinanti: A- il periodo della vecchia gestione ante 2015; B- il periodo di salvataggio post 2015, periodo Atlante e altri agenti del governo. Vi è un comune elemento nei due tempi: la mancanza di efficaci controlli ed iniziative da parte dello Stato o chi per esso. 3- la posizione servile di stampa e notabili che per ragioni di debito, per opportunismo, speriamo anche per cosciente scienza, hanno condotto i risparmiatori ad un disastro ignoto al mondo occidentale. 4Il governo ha fatto approvare una legge che in qualsiasi paese normale avrebbe portato tutto il popolo in piazza, mentre in Italia quelli che dovrebbero essere i sorveglianti del potere, fanno finta di non vedere ed indicano la viltà quale utile virtu'. In tale contesto i risparmiatori, anzi meglio, quella parte di essi che non si è ancora lasciata imbonire, cercano di far valere i loro diritti e difendere valori che appartengono a tutta la collettività, sperando venga compreso che quello che è capitato oggi a loro domani può essere di altri. Tale resistenza alla prepotenza della politica e della finanza è indigesta e quindi vengono scatenate azioni ed argomentazioni finalizzate a demolire le associazioni dei risparmiatori non allineate con il potere governativo. Quanto accaduto a Montebelluna, all'incontro del P.D. locale con l' on. Baretta ne è l'esempio. I risparmiatori sono stati deliberatamente offesi e malmenati, rei di aver osato dimostrare su suolo pubblico contro chi " la guerra l'ha vinta". Gli aggressori del P.D. hanno in via preventiva denunciato e strumentalizzato; noi risparmiatori resistenti non siamo per nulla preoccupati perchè ancora crediamo nella giustizia, quella con la G maiuscola, non quella tanto cara ai vincitori ed a quelli sempre pronti a saltare su quel carro. Una ultima parola su questioni più tecniche; all'on. Baretta: l'unico vero grave precedente che si è generato nella vicenda delle popolari venete è di aver legalizzato la truffa e l'esproprio di stato senza corrispettivo. Ai tanti sapienti che indicano le associazioni dei risparmiatori non allineati quali responsabili della perdita di chance per coloro che non hanno aderito alla transazione, vorrei invitare ad approfondire il tema della revocatoria fallimentare ed a riflettere che il portato normativo sopravanza, in un paese ove ancora esiste legalità, il parere del politico di passaggio. Avv. Andrea Arman, presidente del “Coordinamento associazioni banche popolari venete don Enrico Torta”

Caro avvocato, abbiamo sempre seguito con attenzione l'attività delle vostre associazioni, mi permetta però di replicare al suo lungo scritto con almeno due pacate considerazioni. Nessuna pretesa da parte nostra di ergerci a sapienti. Ma soprattutto quando si parla di economia i numeri hanno la loro importanza.

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E in questo caso i numeri dicono che chi ha aderito alla proposta di rimborso ha incassato il 15 per cento del capitale investito, chi non l'ha fatto non ha incassato nulla e a questo punto ha pochissime probabilità di vedersi restituire anche pochi euro. Il resto sono ipotesi e supposizioni. Quanto alle colpe della stampa abbiamo già scritto, anche in questa rubrica, che i giornali hanno certamente la responsabilità di non aver colto per tempo i molti problemi che si celavano dentro i bilanci e le pratiche delle due ex popolari. Ma vorremmo anche ricordare che non siamo stati noi giornalisti a confermare entusiasticamente per lunghi anni alcuni personaggi ai vertici delle due banche, né eravamo noi giornalisti a sedere nei consigli d'amministrazione. Ciò comunque non ci assolve ed è giusto che facciamo, per la parte che ci compete, la nostra autocritica. In ciò vorremmo non essere però da soli. Prima di rispondere alla sua lettera ho consultato l'archivio e mi sono riletto le cronache di alcune riunioni di soci dei vari comitati e associazioni. Ho riletto analisi e accuse del tutto condivisibili, ma anche tanti proclami, annunci di soluzioni o di azioni decisive: tutto rimasto lettera morta o risoltosi in un nulla di fatto. Con buona pace dei soci. Ecco, anche su questo qualche riflessione andrebbe fatta. Roberto Papetti, direttore del Gazzettino

POLITICA

Edilizia residenziale pubblica, Isabella Sala: avviso per l'acquisto di alloggi da parte del Comune di Vicenza Il settore patrimonio, espropri e servizi abitativi ha pubblicato l'avviso per l'acquisto di alloggi liberi da persone o cose e privi da vincoli contrattuali ubicati nel Comune di Vicenza, già realizzati o abitabili al massimo entro tre mesi dalla pubblicazione dell'avviso stesso. Il contenuto dell'avviso è stato illustrato oggi in sala degli Stucchi dall'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala: "Avviamo con soddisfazione un programma triennale di acquisto alloggi che, senza consumo di suolo, mira ad accrescere in quantità e qualità il patrimonio comunale sia come edilizia residenziale pubblica sia per situazioni di temporaneo disagio abitativo. Privilegiamo nell'avviso soluzioni abitative di recente costruzione che abbiano criteri di efficienza energetica, con costi condominiali e gestionali contenuti affinché le famiglie che hanno entrate reddituali ridotte possano attuare processi di contenimento delle spese ed essere il più possibile autonome".

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Di Note ufficiali

"È un'operazione importante in un periodo di difficoltà nel reperire risorse finanziarie; attraverso una gestione oculata dei fondi destinati all'Erp vogliamo dare risposta ad un crescente bisogno abitativo" - sostiene l'assessore alle risorse economiche Michela Cavalieri. Con l'avviso il Comune intende acquistare 15 - 20 alloggi circa entro il 2018, per una spesa di 2 milioni 600 mila euro, da destinare all'edilizia residenziale pubblica (al patrimonio dell'Erp di Ater con assegnazione tramite specifico bando e all'agenzia comunale per la locazione, destinati tramite specifici progetti sociali dedicati ai casi di disagio abitativo). Altri 30 alloggi verranno acquistati nel 2019 per un valore di 4 milioni 400 mila euro. La spesa complessiva sarà pertanto di 7 milioni di euro con cui si andrà ad incrementare il patrimonio comunale di 50 alloggi di edilizia residenziale pubblica: metà degli alloggi verranno destinati all'Erp e metà all'agenzia comunale per la locazione. Per quanto riguarda le fonti di finanziamento della prima tranche di acquisti, 2 milioni di euro deriveranno da fondi disponibili per l'Erp, mentre i restanti 600 mila euro saranno attinti da finanziamenti pubblici e da ricavi derivanti da diritti di superficie, ovvero dalle operazioni di riscatto della piena proprietà effettuate da cittadini che abitano o hanno uffici e negozi in vecchie zone Peep. L'acquisto dei successivi 30 alloggi sarà finanziato, oltre che con ricavi da diritti di superficie, anche grazie al nuovo piano di alienazione di alloggi Erp ormai vetusti. Gli alloggi che il Comune acquisterà tramite l'avviso pubblicato dovranno avere superficie commerciale non superiore a 150 metri quadrati. La superficie utile non deve essere superiore a 110 metri quadrati. Sarà data precedenza ad alloggi che non presentino eccessive quote di parti comuni, di terrazze e balconi. Le spese condominiali non dovranno essere eccessive. Inoltre sarà assegnato un punteggio più alto agli edifici che rispondono alle norme sul risparmio energetico e a quelle antisismiche. Le camere dovranno essere da una fino a 4 e gli appartamenti dovranno appartenere a determinate categorie catastali: A72, A/3, A/4, A/6 e A/7. L'abitabilità non deve essere antecedente all'1 gennaio 2006. Gli alloggi in corso di ultimazione dovranno risultare abitabili entro e non oltre 3 mesi dalla data dell'avviso. Saranno preferiti i contesti in un unico fabbricato, ma sono ammesse offerte

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per singoli alloggi. L'avviso con tutte le informazioni e i relativi allegati è pubblicato nel sito www.comune.vicenza.it al link http://www.comune.vicenza.it/albo3/altri.php/178712. Le offerte dovranno essere inviate a partire dal 21 agosto e fino al 20 settembre 2017 all'ufficio protocollo del Comune di Vicenza, in corso Palladio 98 oppure potranno essere inoltrate via pec vicenza@cert.comune.vicenza.it. Per informazioni 0444221500-1275 patrimonio@comune.vicenza.it

FATTI / POLITICA

Circa 630 mila euro di contributi da regione Veneto ai comuni per migliorie degli impianti sportivi La Giunta regionale, su proposta dell'assessore allo sport, ha approvato il primo programma di riparto, per l'anno 2017, dei finanziamenti in conto capitale per la realizzazione di opere di miglioria, anche strutturale, di impianti sportivi di importo fino a 50.000 euro. "Le domande presentate dagli Enti locali ritenute ammissibili - spiega l'assessore - sono complessivamente 173 e in questo primo riparto si prevede il finanziamento delle prime 42 della graduatoria, utilizzando l'intera somma oggi a disposizione, pari a 629.404 euro complessivi. Contiamo nel corso dell'esercizio di reperire ulteriori risorse al fine di procedere con lo scorrimento della graduatoria stessa". Di Note ufficiali

"Sappiamo quanto sia importante dare sostegno ai Comuni su questo fronte - sottolinea l'assessore -, costretti da una parte a far fronte alla crescente domanda di sistemazione dei propri impianti sportivi e dall'altra ai pesanti tagli statali che riducono notevolmente i margini di manovra delle

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amministrazioni pubbliche. La Regione, pur dovendo fare i conti anch'essa con una situazione di bilancio tutt'altro che rosea, sta cercando di fornire il più possibile un concreto aiuto per la messa a norma degli impianti, al fine di favorire la loro massima fruibilità, nell'interesse delle società e di tutti i cittadini che praticano sport nelle diverse discipline".

FATTI

Zaia condanna due episodi ferragostani: l'aggressione ai Carabinieri a Sottomarina e i disordini al Cona Luca Zaia ogggi ha preso una ferma posizone sull'aggressione ai Carabinieri a Sottomarina e sui disordini al centro Cona dove da martedì all'alba i richiedenti asilo hanno manifestato contro le lungaggini della burocrazia per i permessi mentre solo alle 14.30 è stata riaperta la strada provinciale. La novità della protesta rispetto alle precedenti, si legeg su La Nuova di Venezia e Mestre, è il fatto che i migranti hanno bloccato il transito sulla provinciale ConaRottanova, causando comunque disagi limitati alla circolazione. La strada è stata riaperta dopo le 14.30 mentre erano stati fatti tornare indietro i furgoni che portvano i pasti all'interno della base. Di Edoardo Pepe

Tra gli altri motivi della protesta, del tutto analoghi in questo caso a quelli delle precedenti proteste messe in atto dai migranti nei mesi scorsi, i tempi lunghi di permanenza nell'ex base prima di ottenere i documenti. Molto ferma la posizione di Zaia sia su questo argomento che sui carabinieri aggrediti dai venditori abusivi sulla spiaggia di Sottomarina.

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

In attesa di fare "banco" a Vicenza la Invimit punta immobili del Comune di Firenze e Forlanini a Roma: un colpo da 120 mln La Invimit (Società di Gestione del Risparmio del Ministero del Tesoro a cui fa capo anche Cassa Depositi e Prestiti, del cui Cda è

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membro il sindaco di Vicenza Achille Variati che sta impostando un'operazione sugli immobili vicentini proprio con Invimit e Investire sgr, ndr) rilancia sugli enti territoriali. Secondo quanto risulta a MF Milano Finanza, il cui articolo a firma Luisa Leone riportiamo qui, la sgr del ministero dell'Economia starebbe studiando l'acquisto di un pacchetto di immobili dal Comune di Firenze e potrebbe anche farsi avanti per l'ex ospedale Carlo Forlanini di Roma, oggi di proprietà della Regione Lazio. Di Rassegna Stampa

Entrambe le operazioni non sarebbero ancora definite, ma non è escluso che possano subire un'accelerazione e riuscire ad arrivare al closing entro la fine dell'anno, centrando così il doppio obiettivo di valorizzare gli immobili e dare una mano alle amministrazioni locali nel far quadrare i bilanci. Per quanto riguarda il capoluogo toscano allo studio ci sarebbe la possibilità di far confluire in un veicolo targato Invimit un portafoglio di edifici, alcuni dei quali a destinazione residenziale, oggi in mano a Palazzo Vecchio, per un controvalore di circa 50 milioni di euro. La valorizzazione del complesso del Forlanini a Roma parte invece da una base di 70 milioni di euro, che è il valore attribuitogli dal Demanio in vista della cessione, e si potrebbe concretizzare col passaggio della struttura al fondo i3 Regione Lazio, costituito già nel 2014 dalla sgr guidata da Elisabetta Spitz (che è stata sposata con l'ex ministro Giuseppe Follini detto Marco, ex Dc in altalena continua, ottenendo numeosi incarichi in enti di prestigio, tra centro destra e centro sinistra, ndr) . Lo scorso anno si sono chiusi il terzo e il quarto conferimento di asset, per circa 80 milioni di euro, che hanno spinto il valore complessivo del portafoglio di i3 Regione Lazio a quasi 150 milioni di euro. Di questa cifra la Regione guidata da Nicola Zingaretti ha incassato circa 42 milioni mentre la parte rimanente è stata corrisposta in quote del veicolo immobiliare. Tornando al Forlanini, le procedure per la valorizzazione del vasto complesso immobiliare, sito in una zona semi centrale della Capitale, hanno già mosso i primi passi, con l'autorizzazione alla dismissione da parte della Giunta regionale nell'ambito dell'iniziativa Proposta Immobili, organizzata dal Demanio in collaborazione con il ministero dell'Economia. L'idea di partenza era la riconversione in Cittadella della Pubblica Amministrazione, ma lo scorso giugno è stata avviata una consultazione pubblica sul futuro dell'ex nosocomio. L'operazione si prospetta comunque impegnativa: secondo l'assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, per il recupero dell'aerea potrebbero essere attivati investimenti per 250 milioni di euro. Intanto Invimit sta procedendo anche con la valorizzazione degli immobili

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che fanno capo all'amministrazione centrale. Poco prima della pausa estiva è andato in porto il primo conferimento di 21 asset al fondo dedicato alla dismissione del patrimonio dell'Inps, per un controvalore di circa 100 milioni di euro. Complessivamente il portafogli del veicolo dovrebbe arriva re a 800 milioni di euro, con un orizzonte temporale di 20 anni e un obiettivo di rendimento del 4%.

FATTI / POLITICA

Giovane aggredito da stranieri a Thiene, Comitato PrimaNoi: effetti di immigrazione di bassa qualità ma certe attività commerciali trasformano le zone interessate in ghetti Pure nelle città di provincia, quelle più piccole e notoriamente tranquille, scrive PrimaNoi nella nota che pubblichiamo, un certo fenomeno di degrado urbano si è fatto largo grazie anche all'avvio di attività più o meno lecite che hanno favorito l'aggregazione di elementi che spesso vivono ai margini o di espedienti non propriamente leciti. Non parlano italiano e se lo parlano si esprimono in modo poco comprensibile, sono persone che pensano, non a torto purtroppo perché glielo permettiamo, che una volta occupato una fetta di territorio, di poterne fare ciò che vogliono, di sentirsi i legittimi padroni. Di Redazione VicenzaPiù

"Attendiamo la ricostruzione dei fatti da parte delle forze dell'ordine ma la solidarietà e la vicinanza al ragazzo per quanto ha subito è fuori discussione - spiega il portavoce del comitato PrimaNoi Alex Cioni. Ciò premesso continua Cioni - rimane urgente e d'attualità una stretta giuridica verso il fenomeno migratorio in generale, cambiando nel contempo l'approccio fin troppo garantista con quei soggetti che già vivono nei nostri territori spesso

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anche senza averne i titoli". Il rappresentante del comitato civico distingue quegli stranieri che da tempo sono parte integrante e virtuosa del territorio, ribadendo che "al netto di coloro che vivono onestamente, è un dato di fatto oggettivo che l'immigrazione degli ultimi anni ha prodotto conseguenze più negative che positive. Solo chi è guidato da una visione ideologica -ha proseguito Alex Cioni- può negare che dove si concentrano questi gruppi di persone, non ci sia un aumentato dell'insicurezza dei cittadini, così come aumenta il degrado anche estetico di zone un tempo pregiate che inevitabilmente vengono abbandonate dagli italiani". Secondo il portavoce di PrimaNoi, Thiene è una città d'arte a vocazione commerciale che ha bisogno di interventi precisi come l'inserimento di regole più stringenti verso le attività di bassa qualità quali sono i cosiddetti minimarket etnici, i compro-oro, i money transfer, fino ai kebabbari. "C'è da sperare - chiosa Cioni - che a livello nazionale tra qualche mese arrivi un nuovo parlamento che modifichi in senso più restrittivo le inutili liberalizzazioni di Bersani e Monti, le quali, più che alla tutela della libera iniziativa privata e della libera concorrenza, hanno provocato la nascita disorganizzata di una miriade di attività di bassa qualità gestite spesso da extracomunitari, il che hanno prodotto, assieme al decoro, una progressiva perdita di identità di larghe fette delle nostre città".

FATTI

Blitz a Campo Marzo, Variati ringrazia Petronzi: "Abbiamo promesso di dare un giro di vite e questi interventi ne sono la prova" A settembre vertice con le scuole per programmare un'azione di educazione e prevenzione delle tossicodipendenzeIl sindaco Achille Variati, fuori città per alcuni giorni, è stato tenuto informato e aggiornato dal questore Giuseppe Petronzi sul blitz avvenuto a Campo Marzo ieri, 16 agosto, alle 16.30 che ha visto impegnata anche la polizia locale insieme a equipaggi territoriali delle volanti della Digos, alla squadra mobile divisione anticrimine, all'ufficio immigrazione, al gabinetto provinciale di polizia scientifica, all'unità del reparto prevenzione crimine di Padova, al reparto mobile di Padova e a due unità cinofile della Polizia di Stato. Di Note ufficiali

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"Al questore, che ha coordinato le forze dell'ordine durante l'azione straordinaria che si è svolta nel pomeriggio di ieri a Campo Marzo, rivolgo un plauso per il risultato ottenuto e per aver trasmesso un messaggio chiaro che ancora una volta diamo alle persone che delinquono e che provocano degrado a Campo Marzo. Abbiamo promesso di dare un giro di vite e questi interventi ne sono la prova - commenta il sindaco Achille Variati -. In tutte le città italiane gli immigrati richiedenti asilo, dopo dinieghi di primo e secondo grado, rischiano di diventare degli sbandati, pertanto è necessaria determinazione per far rispettare le regole: chi non possiede i requisisti per rimanere in Italia deve essere accompagnato forzosamente nei centri di espulsione per essere rimpatriato. Per far sì che questo avvenga anche gli agenti di polizia locale della città sono a disposizione, insieme alle altre forze dell'ordine, nell'ambito di un'azione che si inserisce in un quadro coordinato nell'ambito del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in attesa che il Ministero dell'interno, dopo la pausa estiva, prenda una decisione in merito alla richiesta dell'esercito a Campo Marzo, esercito che potrebbe arrivare in città nell'ambito del progetto "Strade sicure". Nel frattempo - prosegue Variati - le varie azioni coordinate tra le forze di polizia stanno portando ulteriori risultati tanto che per gli spacciatori la piazza di Vicenza comincia ad essere ritenuta pericolosa a seguito dei frequenti controlli. Purtroppo la domanda di sostanze stupefacenti da parte dei giovani continua ad essere molto alta pertanto è necessario avviare un'importante azione anche sul campo dell'educazione e della prevenzione. Con la ripresa dell'anno scolastico incontrerò il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale Giorgio Corà per fare il punto e per valutare possibili interventi educativi e di prevenzione per tentare di arginare un fenomeno che rischia di diventare una vera e propria piaga sociale".

FATTI / POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Turisti in crescita a Vicenza, Cina doppia Usa. Jacopo Bulgarini gongola: "promozione cinese è ok e le presenze per turismo compensano e superano le assenze per business"

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Pubblicato alle 15.32, agiornato alle 18.27. Il dato che subito salta all'occhio, durante la presentazione a Palazzo Chiericati dei dati del primo trimestre 2017 sui visitaori (per turismo o affari) a Vicenza e provincia (clicca qui per le slide) , è quel +70.08% di arrivi in città dalla Cina, di poco inferiore, col 64.55%, nel resto del Vicentino. Nel dato assoluto i cinesi hanno sfiorato i 5 mila "arrivi" (4.667 nel capoluogo, 6.277 in tutta la provincia) doppiando i circa 2.500 statunitensi (2.419 in città, 3.883 nel Vicentino), che, però, superano abbondantemente i cinesi in fatto di giorni di permanenza in città: 14.229 presenze Usa a Vicenza contro le 5.528 della nazione più popolata nel mondo. Di Edoardo Andrein

Ma quello che inorgoglisce il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci (" è una domanda che finora non mi aveva fatto nessuno anche se è centrale" dice al nostro direttore che lo ha intervistato anche al riguardo in video) è che "le presenze in città sono cresciute proprio grazie al turismo che, lo dimostrano le presenze straniere, ha, evidentemente, tamponato la decrescita dei viaggi d'affari e di lavoro in un periodo di crisie edi rimodulaziione delle attività locali". "È un dato in costante crescita" ci spiega, tornando all'invasione degli ospiti con gli occhi a mandorla, giapponesi esclusi, il vicesindaco nel salone d'onore di Palazzo Chiericati che meriterebbe un rifacimento dell'impianto di diffusione acustica e un aggiornamemto di quello di proiezione che sono stati oggi non all'altezza dell'ambiente e dei contenuti proposti per l'imbarazzo del nostro ospite che, magari, un pensierino a un contributo ad hoc della Fondazione Roi potrebbe farlo, gli ha suggerito il direttore, se il nuovo Cda la smettesse completamente e non solo parzialmente con i contributi a pioggia. "Si tratta del mercato più importante del mondo - ha, quindi, aggiunto Bulgarini tra un rimbombo e un salto di immagini -, sulla Cina è stato fatto da anni un buon lavoro tramite diverse attività, per esempio legate alla promozione anche di produzioni alimentari o con pagine social in cinese. All'Expo di Shangai, riocorderete, siamo andati con la Fiera a proiettare uno spot accattivamente e tra l'altro Vicenza ha ospitato anche i set di diversi film cinesi" D'altronde la Cina è in termini assoluti prima nel mondo per forza di turisti. Un segno dei tempi, visto anche il boom della sua economia. Comunque, sono i dati generali dei turisti o visitatori che dir si voglia ad essere aumentati a Vicenza e il dato, si fiora il +15% rispetto allo scorso anno, è ancora più significativo perchè sia nel 2016 che nei primi mesi di quest'anno non ci sono state mostre di richiamo a fare da traino, come è stato nel 2015. il che vuol dire, ha sottolineato Bulgarini, che " il lavoro fatto dall'amministrazione è stato positivo e non occasionale facendo diventare Vicenza una sede scelta da un sempre maggior numero di visitatori e questo costantemenet non solo in occasione di grandi eventi di richiamo

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". "Se gli stranieri sono in crescita notevole gli italiani sono stazionari - osserva infine Bulgarini - e si sono assestati, sia pure con un trend migliorativo, sui numeri, notevoli, del 2015 quando abbiamo ospitato la mostra in Basilica; la città, poi, cresce più del resto della provincia e questo conferma un'incidenza storica che è superiore". Fra qualche mese tornerà un'altra grande mostra all'interno del monumento palladiano in cui in passato i turisti sono stati per il 90% italiani. Il vicesindaco ora punta, quindi, anche sugli stranieri: "stiamo uscendo sempre di più su testate straniere, tabloid e giornali popolari". Per far crescere la città. Ma anche, è umano e, in questo caso, anche motivato, per far crescere se stesso in proiezione prossime amministrative...

A seguire vi proponiamo anche una breve nota ufficialeTurismo in crescita anche nel primo trimestre 2017 Bulgarini d'Elci: "Aumentano gli italiani ma soprattutto gli stranieri grazie al lavoro di riattivazione di spazi museali e di promozione" L'inizio del 2017 segue la tendenza degli ultimi anni con un costante aumento dell'afflusso turistico che tra gennaio e marzo vede un incremento a doppia cifra. Considerando che i primi tre mesi dell'anno solitamente presentano numeri più contenuti rispetto ad altri mesi con maggior appeal dal punto di vista turistico, il risultato ottenuto appare sicuramente positivo. Il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci ha illustrato a Palazzo Chiericati i dati pervenuti dalla Regione Veneto ed elaborati dal Consorzio Vicenza: "I dati turistici dei primi tre mesi dell'anno sono estremamente soddisfacenti con arrivi che registrano un + 15% rispetto allo stesso periodo del 2016 e presenze con + 10%, risultando in linea con un trend che vediamo crescere ogni anno. La crescita riguarda in particolare gli stranieri con un aumento di arrivi che tra il 2015 e il 2017 si attesta ad oltre il 44%. Se osserviamo i dati della Provincia vediamo come Vicenza assume un ruolo sempre più significativo perché l'aumento delle presenze di turisti risulta più sensibile in città, sebbene anche l'intero territorio presenti dati in positivo. Questi numeri sono il risultato di un lavoro fatto negli anni, anche con la preziosa collaborazione del Consorzio Vicenza è, che ha determinato in particolare la crescita dei turisti stranieri - sottolinea Bulgarini d'Elci - che considero molto più importante della crescita dei turisti italiani: il mercato straniero, verso il quale Vicenza è sempre stata deficitaria, è più vasto e richiede un grosso lavoro di promozione che prevede importanti investimenti economici. La crescita costante del turismo straniero vede tassi considerevoli pari a quasi il 45% per gli arrivi e al 29% per le presenze, tra il 2015 e il 2017. Continua a crescere, anche a seguito degli investimenti fatti, la presenza dei turisti cinesi, con l'aumento del 70% degli arrivi, e per la prima volta superano i turisti statunitensi in termini assoluti. In aumento anche le presenze dei visitatori dai paesi scandinavi. Tutto questo è frutto del lavoro paziente di promozione, di riattivazione di spazi museali, di costruzione di nuovi spazi museali, di invenzione di nuovi spazi che la città

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non aveva come la terrazza della Basilica. E si traduce ovviamente in crescita dell'economia, dell'indotto e dei posti di lavoro in questi settori. L'evidente crescita già nel primo trimestre dell'anno ci fa guardare con fiducia all'ultimo trimestre - conclude il vicesindaco - quando la Basilica ospiterà la mostra dedicata a Van Gogh. E' evidente che Vicenza ha avuto una grande spinta grazie alle grandi mostre ma ora ha capito di avere in se stessa gli elementi della sua forza che la mettono in grado di camminare da sola. Naturalmente il grande evento non può far altro che aumentarne le potenzialità". Tra gennaio e marzo 2017 si sono registrati in città 46.475 arrivi (per "arrivi" si intende coloro che trascorrono una notte in una struttura ricettiva), con un aumento del 14,62% rispetto allo stesso trimestre del 2015 (40.790 arrivi). I turisti italiani hanno visto un aumento del 13,31% (da 25.435 a 28.821) mentre quelli stranieri raggiungono +16,82% (da 15.112 a 17.654). Molto positivo anche il dato di crescita delle presenze (chi rimane in una struttura ricettiva per più di una notte), che vede un aumento praticamente del 10% (9,96%): infatti nei primi tre mesi del 2017 le presenze sono 116.042 mentre negli stessi mesi del 2015 risultano pari a 101.203. In questo caso è la percentuale riferita ai turisti italiani ad essere in aumento con +12,62% (da 58.108 a 65.444) mentre gli stranieri registrano un + 6,70% (da 47.419 a 50.598). Tra gennaio e marzo 2017 più numerosi risultano essere gli arrivi di turisti stranieri provenienti dalla Cina (4.667 con un aumento del 70,08% rispetto al 2016), al secondo gli statunitensi (2.419) mentre al terzo posto i tedeschi (1045) seguiti dai francesi (674) confermando così la tendenza di 2016 e 2015. Per quanto riguarda le presenze di cittadini stranieri gli Stati Uniti (10.039) sono seguiti dalla Cina (5.528 con un aumento del 63,84% rispetto al 2016). Di seguito compaiono i paesi europei: Germania (2.733 con un aumento del 13,26% rispetto al 2016) e Spagna (2.038). La permanenza media in città va da un massimo di 4,50 (turisti portoghesi) giorni ad un minimo di 2,27 giorni (turisti italiani). Dopo i portoghesi a fermarsi di più a Vicenza sono gli statunitensi (4,15 giorni), gli spagnoli (3,61 giorni), gli israeliani (3,42).

FATTI / POLITICA

Bocciodromo, Energie Per Vicenza: un luogo che va riconsegnato ai cittadini Non meno di sei giorni fa, noi di Energie per Vicenza, scrive nella nota che pubblichiamo Leonardo De Marzo, abbiamo preso una posizione chiara e netta sui locali dati in gestione alla sedicente "Polisportiva Jackie Tonawanda", per riqualificare la zona di via

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Rossi ai Ferrovieri. Abbiamo anche avvisato l'amministrazione "beffata" e un tantino "distratta" che, disattendendo i termini del bando, sconfessando ampiamente le buone intenzioni iniziali, il Bocciodromo di via Rossi è ormai stato trasformato in Centro Sociale. Tre giorni fa leggiamo dal Giornale di Vicenza che un ragazzo di 18 anni, accusato da tre quasi coetanei di aver fatto inavvertitamente cadere una bicicletta (rompendo pare un contachilometri), è stato pestato a sangue da tre individui, in perfetto format con la tragedia di Lloret del Mar. Di Note ufficiali

Questa volta è andata relativamente "bene" alla vittima: il ragazzo ha rimediato una frattura alla mandibola e, dopo aver perso conoscenza, il furto della bici. Come in Spagna, anche qui le forze dell'ordine si sono messe a caccia dei picchiatori, per fortuna indagati solo per furto e pestaggio: poteva andare peggio anche a loro... Coincidenza vuole che, due dei tre (uno è ancora latitante) insieme alla refurtiva, siano stati identificati all'interno della "Polisportiva" con sede al Bocciodromo, sicuramente non intenti ad allenarsi, visto l'intenso pugilato urbano di qualche ora prima. Noi di Energie per Vicenza siamo sicuri che i responsabili della struttura non vogliano dare "asilo politico" a delinquenti di questa risma; siamo anche sicuri che non fossero a conoscenza delle malefatte dei tre elementi fuggiti, dopo il pestaggio, tra le mura di via Rossi. Rimane però il fatto che fossero proprio lì ed è evidente che il ruolo socioculturale di quel polo abbia perso ogni ragion d'essere, visti i termini con i quali si era espresso e per i quali la Giunta Variati aveva affidato il compito di riqualificare un'area come quella dei Ferrovieri. A ragion veduta, appare palese che il quartiere e i cittadini non abbiano bisogno di gestioni simili per ritrovare uno slancio propositivo e respirare aria nuova. Pertanto, Energie Per Vicenza, si farà promotrice e megafono per le associazioni che hanno e avranno intenzione di presentarsi al bando di assegnazione, non appena l'amministrazione revocherà (auspichiamo a breve) la concessione degli spazi alla "Polisportiva Jackie Tonawanda". Via Rossi deve tornare e tornerà ai cittadini per bene, così come le mura del

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Bocciodromo, ad un vero uso sociale.

FATTI

Migliaia di polli uccisi dal fuoco a Mason Vicentino: la LAV invita a nuove scelte alimentari. E' notizia di ieri la tragica morte, causata da un incendio, di circa 145.000 polli, ma preferiamo definirli esseri viventi, scrive nella nota che pubblichiamo la Lav Bassano, in un capannone di Mason Vicentino dove erano detenuti a scopo alimentare come del resto lo sono il 99% degli animali allevati in Italia. Questi animali trascorrono la loro breve vita in spazi sovraffollati. In genere i broiler, polli da carne sono selezionati geneticamente per sviluppare esageratamente il petto, sono allevati in 10-15 esemplari per metro quadro, in grossi capannoni che contengono dai 20.000 ai 30.000 polli per ciclo produttivo. E’ da sottolineare che al momento non esiste alcuna normativa Europea che regoli la densità massima di allevamento nella produzione di broiler. Di Comunicati Stampa

Quello che è accaduto a Mason Vicentino, in un impianto tra l’altro in funzione da soli sei mesi, è un fatto molto grave che squarcia il velo su quale sia la triste realtà di questi animali stipati in capannoni e morti arsi vivi senza nessuna possibilità di scampo. Animali che vengono dimenticati dalla società salvo poi ricomparire a pezzi sui nostri piatti. Spesso ci dimentichiamo che tutti gli animali hanno capacità cognitive , non solo cani e gatti: la neuroscienziata Lori Marino ha pubblicato numerosi studi sulle capacità dei polli che vanno dal saper contare a capacità di ragionamenti deduttivi. La LAV di Bassano chiede a gran voce che sia finalmente ridata la dignità ad ogni animale e cambiare la propriadieta è il primo passo come disse il grande Tolstoj; quindi ora che la scelta vegan è in aumento ci auguriamo che questa triste vicenda aiuti qualche altra persona nella scelta del cibo a

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base vegetale, per chi fosse interessato può andare nel sito www.cambiamenu.it o contattarci sulla nostra pagina facebook o all'indirizzo lav.bassanodelgrappa@lav.it. Alleghiamo foto dei pochi superstiti tratte dal video in rete, visto che sono state pubblicate solo foto del capannone e delle operazioni di spegnimento, ma nessuna attenzione ai pochi sopravvissuti

ECONOMIA&AZIENDE

Un caso esemplare del "sistema" bancario: "Tu non obbedisci e io ti commissario, ma anche... no". La storia che ha opposto Bankitalia a Bene Banca. L'ex dg Silvano Trucco la ricostruisce a puntate e la incrocia con quella di BPVi "Il 1° luglio 2017 titolavamo sugli intrecci tra Bene Banca (la BCC cuneese di Bene Vagienna), Banca d'Italia e la sua "sponsorizzata" Banca Popolare di Vicenza dell'era segnata da Gianni Zonin: «Torna con una "lettera aperta" alla stampa sui fatti già denunciati Francesco Bedino, ex presidente di Bene Banca "commissariata" da Bankitalia in favore di BPVi ora "liquidata"». Ne avevamo parlato anche l'11 maggio in «Io sto con Vincenzo Consoli, purché si scrolli di dosso la cacca dei piccioni viaggiatori», articolo per il quale è stato aperto l'ennesimo procedimento legale contro VicenzaPiù addirittura dalla, incompetente, Procura di Treviso (ci è stato detto dal nostro legale che "è un puro atto intimidatorio...», ma tant'è, ci torneremo...)". Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Questo e altro scrivevamo il 13 agosto sotto il titolo "Da carte su BPVi emerge che Bankitalia era al corrente delle baciate dall'ispezione 2012 ma non fece rilievi...": la lettera denuncia originale di Silvano Trucco, ex dg Bene Banca" Sempre il 13 agosto, evidenziando soprattutto la "relazione" a tre BPVi, Bankitalia e BCC Bene, scrivevamo che "La questione, estremamente importante per i vertici tartassati da Bankitalia, lo è anche per gli incroci già da noi evidenziati con la storia degli amoreggiamenti tra l'entourage di Ignazio Visco e la corte di Gianni Zonin...

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" e, dopo aver riferito di un articolo de Il Fatto a firma Giorgio Meletti ("Il caso della BCC Bene Vagienna. Commissari e pm, le armi improprie della Banca d'Italia") , anticipavamo la lettera originale e integrale che ci aveva inviato il 5 agosto Silvano Trucco, ex D.G. di Bene Banca quando a presiederla era Francesco Bedino, lettera da cui era partita l'acuta analisi di Meletti e su cui, complici le nostre risorse "umane" limitate e, soprattutto, il desiderio di focalizzare di più la vicenda sul caso vicentino, stavamo lavorando per fornirvi a breve considerazioni e fatti specifici. Un passaggio della missiva, scrivevamo, "è fondamentale, se chi di dovere verificherà e confermerà, e lo anticipiamo alla vostra lettura: Nelle « carte su Banca Popolare di Vicenza emerge come Bankitalia era al corrente delle "baciate" sin dall'ispezione 2012 ma non fece rilievi...». La matassa pare che possa essere dipanata, a volerlo..." Da oggi, come promesso, pubblichiamo, quindi, una serie di scritti in cui l'ex dg della Bene Vagienna, Silvano Trucco, fa la sua ricostruzioine articolata della vicendache tocca, come detto la BPVi, e svela quello che appare come un modus operandi che, applicato non solo alla Bene Vagienna, di certo non ha fatto... bene al sistema bancario italiano. Riportiamo in 8 puntate la ricostruzione dei fatti secondo l'ex dg della piccola BCC cuneese, commissariata nonostante stesse... bene (non vi dice nulla l'accanimento terapeutico di Bankitalia contro Veneto Banca?) e siamo pronti a riferire di eventuali repliche odi diverse versioni che ci pervenissero dal sistema. Grazie Il direttore I presupposti per il commissariamento di una banca e le giustificazioni di Banca d'Italia sui mancati interventi di rigore di Silvano Trucco, ex direttore generale di Bene Banca

In seguito alla Risoluzione delle “fantastiche 4” come qualche giornalista le ha definite, ossia la Banca Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, la Banca d’Italia e la Consob sono state oggetto di una pioggia di critiche anche pesanti giunte da ogni dove, complice una attività di vigilanza che ai più è apparsa lacunosa, distratta ma senza dubbio non efficace ai fini della tutela del risparmio, violentato nel novembre 2015 come mai prima era capitato in Italia. Ma “tirata per la giacchetta” Bankitalia ha dato all’opinione pubblica diverse giustificazioni, tra cui degne di nota sono le seguenti: 30.1.2016, Banca d’Italia: “margine di discrezionalità assai ristretto” 30.1.2016, Banca d’Italia: “un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività” perché se “lo facesse opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento” 12.07.2017, Banca d'Italia sulle venete: "per VB i primi segnali di scadimento della situazione tecnica vennero da accertamenti ispettivi condotti nel 2013. Le maggiori perdite allora riscontrate non erano tali da compromettere il rispetto dei requisiti minimi patrimoniali; non ricorrevano le condizioni per commissariare la banca. La vigilanza richiese l'integrale ricambio degli organi sociali e di controllo (...). Anche nel caso della BPVi non ricorrevano i presupposti del commissariamento"

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Estratto dal Comunicato Stampa della Banca d’Italia del 30.01.2016 (fonte: www.bancaditalia.it)

1. Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria? La Banca d’Italia esercita l’azione di vigilanza nel continuo, sulla base dei poteri che l’ordinamento le conferisce. I presupposti per porre una banca in amministrazione straordinaria sono fissati nel Testo Unico Bancario (TUB), che fa riferimento a gravi perdite patrimoniali e/o a gravi irregolarità: solo in presenza di tali presupposti la Banca d’Italia può sottoporre le banche ad amministrazione straordinaria. Il margine di discrezionalità di tale decisione è assai ristretto. Un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività. Se lo facesse, la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento.

Il 30 gennaio 2016 la Banca d’Italia ha diramato questo comunicato stampa con cui ha tentato di dare delle risposte alle pressanti domande ed interrogativi dei risparmiatori sotto shock dopo il caso delle 4 banche del Centro Italia finite in risoluzione; in particolare con la risposta alla prima domanda -“Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria?” – Palazzo Koch rivendica un “margine di discrezionalità assai ristretto”, tanto da non poter ricorrere ad “un’azione troppo tempestiva” perché se “lo facesse la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento”. E questo perché “un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività”.

A fronte del crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il 12 luglio 2017 Bankitalia ha replicato pubblicamente come l’assenza di interventi di rigore in terra veneta sia da ascrivere alla mancata sussistenza delle condizioni per commissariare le banche, nonostante segnali di scadimento della situazione tecnica e maggiori perdite allora riscontrate, ma che non erano ancora tali da compromettere il rispetto dei requisiti minimi patrimoniali. Ma allora quali sono i presupposti per commissariare una banca ?

Estratto dal Testo Unico Bancario vigente nel 2013

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Ergo i presupposti sono da ricercare nelle “gravi irregolarità nell’amministrazione, ovvero gravi violazioni delle disposizioni”, oppure quando “siano previste gravi perdite di patrimonio”. Alla luce della giustificazione data da Palazzo Koch il 12 luglio 2017 evidentemente in terra veneta le irregolarità (operazione baciate in primis) oppure le perdite riscontrate (che hanno richiesto, tra mille difficoltà, più di una ricapitalizzazione, tuttavia senza scongiurarne il default) non erano GRAVI. Ma come ? Nonostante l’intervento da kamikaze del Fondo Atlante che ha sacrificato sull’altare della stabilità finanziaria circa 3,5 mld nel volgere di neanche 12 mesi, previo azzeramento dei vecchi azionisti, le 2 popolari venete a giugno 2017 sono state definite dalla BCE in condizione di “failing or likely to fail” (ossia in fallimento o in probabile fallimento). Guarda caso erano stati propri gli ispettori della Banca Centrale Europea, post vigilanza unica europea, che nel 2015 avevano individuato le ormai famose “operazioni baciate” per cifre monstre, nonostante ben 7 visite ispettive di Palazzo Koch nell’ultimo decennio avvenute senza la produzione di particolari rilievi. Ben più severo è stato infatti il report della BCE al punto da costringere alla ricapitalizzazione le popolari venete causa lo scomputo dal patrimonio di vigilanza del capitale sociale sottoscritto con simili prestiti finalizzati, patrimonio già in decisa sofferenza complici i risultati negativi di bilancio derivanti dalla svalutazione dei crediti deteriorati. Il resto è storia tristemente nota… Lunedi 26 giugno 2017, prima dell’alba e precisamente alle ore 04.49, Bankitalia ha diramato un comunicato in ordine alla avvenuta cessione da parte dei neonominati commissari liquidatori di un ramo di azienda delle “fallite” popolari venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) a Intesa SanPaolo, ai sensi del Decreto Legge n. 99 del 25.06.2017, approvato dal Consiglio dei Ministri il pomeriggio precedente nel corso di una riunione durata appena 20 minuti. Dunque in piena notte, e nel volgere di soli 5 minuti, i commissari sono stati nominati ed hanno prontamente sottoscritto un contratto che sancisce il passaggio della parte buona delle 2 banche venete ad Intesa SanPaolo al prezzo simbolico di 50 centesimi ciascuna e che prevede impegni a carico della collettività per circa 17 miliardi. Ma che rapidità, un vero e proprio record… Un decreto approvato in un Consiglio dei Ministri di soli 20 minuti, uno studio di un contratto miliardario nel volgere di 5 minuti … Ma come ? Bankitalia in dieci anni e nonostante sette ispezioni in loco non aveva riscontrato la sussistenza dei presupposti per il commissariamento... Già ma le irregolarità e le perdite non erano GRAVI ...

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Nel contempo, un po' più ad ovest, in Piemonte a metà strada tra Cuneo e Alba, gli uomini della Vigilanza di Bankitalia ritenevano molto più gravi le irregolarità, tanto da commissariare nel 2013 una piccola bcc con i conti in ordine e bilanci in utile, la Bene Banca credito cooperativo di Bene Vagienna. Durante l'amministrazione straordinaria affidata agli emissari di Visco le vicende della Bene Banca si intrecciano guarda caso proprio con la Popolare di Vicenza, un legame che verrà in evidenza successivamente e balzerà agli onori della cronaca. To be continued Silvano Trucco (ex D.G. Bene Banca)

POLITICA

Operazione a campo Marzo, Forza Italia: perchè lo "sceriffo" Variati occupa lo spazio mediatico che spetta al questore Petronzi e alle forze dell'ordine? "Se fossimo usciti noi del centro destra con il comunicato di oggi di Achille Variati saremmo stati tacciati di populismo, razzismo, e insensibilità e di aver occupato uno spazio mediatico che non ci compete!", scrive nella nota che pubblichiamo Matteo Tosetto, commissario provinciale vicentino di Forza Italia. Lo affermano con Matteo Tosetto gli altri esponenti di Forza Italia, Michele Dalla Negra (capogruppo in sala Bernarda) e Roberto Cattaneo (consigliere comunale e provinciale). "Perché il Sindaco di Vicenza Achille Variati ha scoperto proprio oggi la sua vena di "sceriffo di campo Marzo?", proseguono i tre forzisti. Di Note ufficiali

"È da anni che il Centro destra (e Forza Italia in particolare) denuncia i rischi, reali e concreti, che l'immigrazione clandestina, può produrre

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", continuano Tosetto, Dalla Negra e Cattaneo. "Il primo cittadino non ci dice però che, di fatto, è impossibile rimandarli nei loro paesi d'origine", sottolineano ricordando il caso del marocchino condannato espulso e poi tornato ad abitare due settimane fa da abusivo la torre abbandonata a Sud di Thiene: un vero e proprio caso fotocopia che si ripete ogni giorno. "Variati, finto sceriffo, con il comunicato di oggi occupa la scena mediatica di un'azione la cui paternità spetta alla Questura di Vicenza!", sottolineano nuovamente Tosetto, Dalla Negra e Cattaneo. "Ma a questo punto ci domandiamo dove fosse l'Assessore comunale alla sicurezza: gli sono stati ritirati gli incarichi?" E concludono i tre rappresentanti di FI: "Un grazie sentito per l'impegno va al Questore di Vicenza, al dott. Giuseppe Petronzi, e a tutte le Forze dell'ordine che, nonostante le frequenti prese di posizione di certi partiti politici tendenti a delegittimarle, quando financo a criminalizzarle, continuano a vigilare sul territorio vicentino con gravi difficoltà e sacrifici (per mancanza di uomini e mezzi), ma con risultati tangibili!"

FATTI

Su VicenzaPiùTv... Vicenza batte la Foppa e vince la Supercoppa di volley rosa 2001. E da settembre TgPiù, "all news" e storie di sport Su VicenzaPiùTv (oltre che qui o scaricando le omonime app su iPhone, iPad, Smartphone e tablet) vi stiamo proponemdo un assaggio di quello che sarà il completamento del suo palinsesto da settembre (qui quello attuale) ed è subito BOOM! In tantissimi stanno vedendo o rivedendo la finale della Supercoppa 2001 di volley femminile di serie A in cui il 21 ottobre 2001 la squadra di Vicenza, il cui club era allora guidato dal nostro direttore, schiantò la favorita Foppadretti Bergamo e, dopo essersi aggiudicata pochi mesi prima il trofeo europeo della Coppa Cev sempre contro le orobiche, conquistò un altro prestigioso titolo. Di Redazione VicenzaPiù

Ancora più prestigioso se si ricorda che quella di fatto fu la massima competizione europea dell'epoca perchè, oltre alla vincitrice dello scudetto e della Coppa Italia, avevano diritto a prendervi parte la detentrice della allora Coppa dei Campioni e della Coppa Cev, queste ultime allora sempre squadre italiane. Dopo i "test" compiuti dal 4 luglio (e ora in onda in replica) da settembre, infatti, riprenderemo la nostra programmazione all news 24 ore su 24 in

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diretta e on demand di politica, economia, finanza, lavoro, territorio, sociale, personaggi. Rassegne stampa - aggiornamenti in tempo reale - inchieste reportage. E a questa programmazione aggiungeremo gradualmente le più belle storie dello sport biancorosso che spesso viene trascurato per soggezione verso il calcio. Oltre a ripercorrere le tappe della Minetti Vicenza con la sua squadra maggiore in serie A ma anche con i trionfi nel beach e con gli scudetti giovanili (di seguito la sigla di "Il volley femminile a Vicenza, gli anni d'oro "), vi proporremo, infatti, tanti altri sport, alcuni già in "lavorazione", altri che ci potranno proporre i rispettivi club.

FATTI / POLITICA

Informazione "parziale" su Bretella dell'Albera e Unesco, Cristiani per la Pace: all'Anas è nota come Tangenziale Dal Molin, si faccia luce sull'aggiudicatario Consorzio Integra Quella che qualche media di Vicenza chiama ancora “Bretella dell’Albera”, al Ministero dei Trasporti e all’ANAS di Roma è conosciuta come “Tangenziale Dal Molin”, scrive in una nota il Coordinamento Cristiani per la Pace. Agli ispettori UNESCO che abbiamo incontrato in sala Stucchi il 29 marzo scorso l’abbiamo fatta conoscere con un video-documentario della durata di 6 minuti girato con un drone che abbiamo intitolato: “Tangenziale Variati USA Dal Molin” e che è pubblicato anche qui oltre che su https://unesco4vicenza.org/. Di Pietro Cotròn Il 12 agosto u.s. abbiamo inviato il comunicato stampa “Tangenziale Variati USA Dal Molin: ruspe e video documentario consegnato all’UNESCO. Difficoltà sul fronte espropri” ( che ha ottenuto i seguenti risultati: - VicenzaPiù pubblicazione integrale del testo e del video (13.08.201, clicca qui) - Il Corriere del Veneto (13.08.2017) intervista alla Coldiretti Vicenza a partire dalla nostra segnalazione e una breve sintesi del nostro comunicato (v. allegato n. 2, clicca qui ) - Il Giornale di Vicenza (15.08.2017) intervista alla Coldiretti Vicenza. (v. allegato n. 3, clicca qui).

Se l'articolo del Giornale di Vicenza riporta come aggiudicatario della gara il Consorzio Integra definendolo "realtà bolognese del mondo cooperativo", sarebbe opportuno, fa capire la nota dei Cristiani per la pace, andare a fondo sulla sua composizione. Tra i soci del Consorzio Integra, ad esempio, compare anche Manutencoop, cooperativa attenzionata anche dall'Anac di Raffaele Cantone, e non meraviglierebbe che ci fossero altre realtà "grige"

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se non proprio, suggerisce provocatoriamente il Coordinamento, collegate col "Gruppo Maltauro che è già attenzionato dall'UNESCO e dalla stampa nazionale per l'ecomostro di Borgo Berga". Mentre i Cristiani per la Pace aggiungono di aver inviato rassegna stampa e informazioni "per opportuna conoscenza anche agli amministratori del Comune di Vicenza, ai progettisti di ANAS SPA e al Prefetto di Vicenza", la stessa nota conclude informando che è « in avanzata fase di preparazione l'informativa sulla "tangenziale Variati USA Dal Molin" che verrà inviata all'ambasciatore USA e, successivamente, resa pubblica».

POLITICA

PrimaNoi: bene operazione di polizia a campo Marzo ma Variati è esponente del PD, che ha permesso arrivo di migliaia di falsi profughi "Achille Variati ha proprio una faccia da tola" - è la battuta del portavoce del comitato di cittadini PrimaNoi Alex Cioni a margine della nota diffusa dal sindaco di Vicenza a sostegno dell'operazione di polizia andata in scena a campo Marzo mercoledì pomeriggio. "Eppure c'era da aspettarselo - spiega Cioni - è nello stile democristiano di Variati dare un colpo alle botte e una al cerchio. In questo caso il colpo alla botte lo ha dato facendosi carico di un'azione di pubblica sicurezza contro il degrado di Campo Marzo come se lui non fosse la causa del degrado imperante in quella zona della città". Di Redazione VicenzaPiù

"Dal momento che lui e la sua amministrazione - aggiunge Cioni hanno lasciato che il Governo riempisse la città e la provincia di sedicenti profughi con tutte le conseguenze che conosciamo e che come comitato denunciammo anni fa, prima che la situazione degenerasse. Sommessamente facciamo presente che quando avvertimmo che la città rischiava di diventare terreno di bivacco per gang di africani dedite allo spaccio, Variati e soci sostenevano che eravamo degli allarmisti, se non di © 2008 - 2017 VicenzaPiù - www.vicenzapiu.com


peggio. Oggi il sindaco di Vicenza utilizza parole di ferma durezza verso il fenomeno, ma lo fa quando i buoi ormai sono già scappati dalla stalla con il rischio che le operazioni di polizia odierne servano solo a spostare il problema in altre zone della città" - ha accusato il portavoce del comitato civico".

POLITICA

Possibilità di un intervento armato degli USA contro il Venezuela: l'allarme del comunisti vicentini e veneti È di questi giorni la notizia della possibilità di un intervento armato degli USA contro il Venezuela. Le dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump (che non escludono, appunto, l'opzione militare) sono arroganti e caratteristiche di una visione imperiale delle questioni internazionali: così inizia al nota che pubblichiamo del PCI - federazione regionale del Veneto, della FGCI - Veneto, di Rete dei Comunisti - Veneto e del Fronte Popolare di Verona. In un delirio di sudditanza i media italiani riportano la notizia senza critica alcuna. Il fatto è che si ritengono queste minacciose dichiarazioni assolutamente normali, legittime.

Di Note ufficiali

Non c'è nessuna indignazione, nessun accenno alla sovranità di quei popoli che non vogliono sottomettersi alla dittatura del grande fratello statunitense. Niente. In molti articoli si arriva a indicare Trump come grande stratega e gli Stati Uniti come esportatori di democrazia. Sul Venezuela (così come in tante altre parti del mondo, dal Donbass allo Yemen, alla Siria ...) non ci possono essere ambiguità né "tattiche" politiciste che permettano di non prendere posizione. Pensare che quello che succede in Venezuela sia qualcosa di lontano o di poco interessante è fuorviante. In Venezuela è in gioco una visione di sistema profondamente

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diversa da quella trionfante con il pensiero unico. Esiste una vera e propria lotta di classe dov'è in gioco ben più del futuro di quella nazione. È qualcosa di più grande e profondo ed è per questo che non si può tergiversare e "vedere l'effetto che fa". Bisogna essere partigiani. Si deve scegliere: o di qua o di là. Noi siamo a fianco della rivoluzione bolivariana, del popolo e del legittimo governo venezuelano. Rifiutiamo la logica di considerare l'America latina un feudo dell'impero statunitense. Condanniamo le minacce di chi si scaglia contro l'indipendenza delle nazioni e dei popoli che contrastano il capitalismo e che cercano una via originale verso un mondo migliore e più giusto.

POLITICA

Soprintendenza di Verona boccia allestimento della Basilica Palladiana per Van Gogh, Idea Vicenza chiede lumi a Jacopo Bulgarini d'Elci Pubblichiamo l'interrogazione al Sindaco di Vicenza, al Presidente del Consiglio Comunale e all'Assessore competente l'interrogazione di Francesco Rucco, Capogruppo di Idea Vicenza, sulle contestazioni della Sovrintendenza alle Belle Arti agli allestimenti della Basilica Palladiana per la prossima mostra di opere di Vincent Van Gogh curata da Linea d'Ombra. In questi giorni abbiamo appreso la notizia della verifica da parte della Soprintendenza al cantiere per il nuovo allestimento in Basilica Palladiana in vista della mostra su Van Gogh. Il Vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci ha dichiarato che trattasi di dinamica ordinaria dei rapporti con richiesta di alcuni chiarimenti sugli interventi fatti per l’allestimento. Di Note ufficiali

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Il CISA (Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio) interviene pubblicamente riportando la notizia che la Soprintendenza di Verona avrebbe invece negato l'autorizzazione al progetto di allestimento della mostra di Marco Goldin in Basilica Palladiana a Vicenza, perché ritenuto "al di sotto della qualità richiesta ad interventi nel capolavoro palladiano”. Lo stesso CISA riconosce –e noi lo condividiamo in toto- la Basilica Palladiana come luogo vivo a disposizione della comunità dei vicentini per mostre e quant'altro, ma nel rispetto del Monumento che è, cioè uno dei più grandi capolavori dell'architettura di tutti i tempi, Patrimonio dell'Umanità. E come tale va rispettato. In data odierna abbiamo verificato che i lavori sono tuttora in corso ed abbiamo chiesto di poter accedere agli atti presenti in Comune riguardanti il presunto rigetto del progetto di allestimento della mostra e ogni altro atto correlato alle verifiche operate dalla Soprintendenza.Nella speranza che non vi siano problematiche insormontabili alla buona riuscita dell’evento mostra di Ottobre 2017 su Van Gogh, ciò premesso, comunque SI CHIEDE a Sindaco ed Assessore: 1) Quando sia stato presentato in Soprintendenza il progetto di allestimento per la nuova mostra su Van Gogh; 2) Se sia stato autorizzato tale progetto o se, invece, sia stato rigettato e con quale motivazione; 3) Se siano state prescritte modifiche al progetto di allestimento e chi supporta gli eventuali costi di modifica; 4) Se le opere siano state realizzate con il parere favorevole della Soprintendenza; 5) Se le opere del cantiere per l’allestimento della mostra dovevano essere autorizzate dalla Soprintendenza, per quale ragione i lavori di allestimento siano stati iniziati anticipatamente? 6) Se sia stato disposto o meno il fermo cantiere dato che i lavori proseguono anche in questi giorni.Francesco Rucco Capogruppo Idea Vicenza

FATTI / POLITICA

Attentato a Barcellona, bandiere a mezz'asta in Comune di Vicenza

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Oggi in Comune le bandiere rimarranno esposte a mezz'asta in segno di lutto per la l'attentato che si è verificato ieri, giovedì 17 agosto, in pieno centro a Barcellona."Ancora una volta il cuore di una grande città europea è stato scelto come obiettivo. E non è un caso che il terrore globale torni a colpire una delle città che è sinonimo della vitalità e della grandezza del nostro mondo, una capitale della bellezza, della ricerca artistica e spirituale, della gioia di vivere - dichiara il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci -. Colpire le Ramblas di Barcellona è come attaccare un intero stile di vita: la risposta dovrà essere nel rifiuto di cambiare il modo con cui viviamo, amiamo, passiamo il nostro tempo, costruiamo le nostre relazioni.". Di Note ufficiali

"La grande battaglia del nostro tempo - continua Bulgarini - sarà quella per difendere tanto la nostra civiltà quanto la nostra anima: perché non c'è vittoria sulle macerie. A nome della città di Vicenza, due volte medaglia d'oro al valore militare, esprimo piena solidarietà alla nazione spagnola e all'orgoglioso popolo catalano".

POLITICA

Fino a quando? Riflessioni su Barcellona e non solo Fino a quando l'Europa riuscirà con la sua decaduta civiltà e il sempre più diffuso singolarismo nei suoi abitanti, singolarismo che, un tempo, era facilmente chiamato egoismo, a porsi con chiarezza e determinazione contro coloro che ne hanno minato e minano le basi della sua stessa esistenza? Domanda che non otterrà risposta, più facile rifugiarsi nelle cosiddette ragioni storiche. Ad esempio, i

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cristiani di Spagna, detta ancor oggi l'Andalusia che dovrebbe far parte del mondo islamico, sono colpevoli di aver organizzato la Reconquista, ma non si ricordano altrettanto che furono "i Mori che d'Africa passaron il mare" ad eliminare i cristiani della Spagna? Quindi all'origine i cristiani subirono, ma si preferisce dimenticare. Di Redazione VicenzaPiù

Ora il problema non è quello storico, se lo discutono gli onesti storici senza ideologismi di maniera che leggono il passato con le categorie del presente e mai con la specificità dell'epoca in cui gli avvenimenti accaddero. Ora il problema è quello di una reale e pacifica convivenza. Chi mina questa convivenza? Chi invade l'Europa non con finalità di terrorismo, di abbattimento delle istituzioni che una debole Europa non sa far funzionare e nemmeno sanno suscitare quelle più internazionali come l'ONU che di fronte alle cosiddette migrazioni nel Mediterraneo nulla ha fatto, nulla fa e nulla farà. Ad ogni attentato terroristico, ora quello di Barcellona, insorgono specialisti di ogni genere che dissertano sulle cause, su questo e su quello, cercando non la doverosa comprensione, ma soprattutto la ideologica giustificazione con la quale mettersi dalla parte del politicamente corretto e mai indicando soluzioni, evitando accuratamente di attribuire la colpa a chi l'ha. In fondo i terroristi sono" delinquenti" e così si evita di affrontare la vera questione, che è l'Islam e la sua realizzazione in territori al di fuori di dove esso è nato e sviluppato, eliminando tutta la popolazione cristiana. Dobbiamo, per onor di storia, ricordare, che tutti i territori del Vicino Oriente, dell'Africa settentrionale erano cristiani e che fine hanno fatto? Ma le secolari difficoltà d'incontro con il mondo islamico hanno avuto vari episodi, Poitiers, le Crociate, la citata Reconquista, l'occupazione e islamizzazione dell'Europa dell'est fino a Budapest e Cividale del Friuli, gli assedi di Vienna, e altri episodi ancora, tanto che il grande fautore della pace Erasmo da Rotterdam finì con l'invocare una guerra contro i Turchi, lui che considerava i mussulmani dei "semicristiani" seguaci dell'eresia nestoriana e in parte monofisita, elaborate nel V sec. d. C. Dalla decadenza dell'Impero Turco, alla fine del settecento, agli anni settanta del secolo scorso il mondo islamico non ha suscitato aspetti fortemente problematici per l'Europa.

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L'inizio di una ripresa di affermazione dell'Islam inizia con la questione palestinese, che sembra essere solo una questione politica. L'attentato/massacro a Monaco durante le Olimpiadi nel 1971 e quelli successivi attestano come il terrorismo sia stata l'arma della quale ci si è serviti contro l'Occidente, e che ha trovato l'apice nell'attentato alle due torri di New York. Ma dal 1970 la questione palestinese non è che uno degli aspetti della ripresa di attenzione dell'Islam verso se stesso e la nascita della visione integrale del Corano, quasi una considerazione "alla lettera" del dettato coranico, che non erra in nessuna sua parte e non è interpretabile. Una visione presente anche in diverse sétte del cristianesimo. I fedeli mussulmani non si incontrano o dialogano con le altre forme religiose. Alcuni, anche in Italia tentato l'incontro, ma sono tentativi difficili anche da valutare perché coinvolgono più il mondo cristiano che non quello islamico. Situazione difficilissima perché alla civiltà islamica fondata sul Corano non si può opporre né la religione cristiana, in profondissima crisi anche di identità e non solo nel mondo protestante, ma anche in quello cattolico, dove non si sa più bene quale sia la prospettiva, perché nemmeno il papa viene più considerato come "la guida" (basti verificare i vari dileggi che vengono fatti all'attuale pontefice dagli ambienti cosiddetti tradizionalisti, per non parlare dei "consigli" di cambiamento che ben orientate comunità dispensano a loro uso e consumo, senza tener nemmeno in conto una millenaria dottrina). Situazione difficilissima dicevamo e che non trova un'adeguata sponda nelle comunità mussulmane d'Europa, che si limitano a dichiarazioni generiche di solidarismo da parte degli esponenti più in vista, ma non sembra esserci vera collaborazione - con la polizia - quando si tratta di catturare i terroristi. Nessuno ricorda "i balletti" palestinesi subito dopo l'attentato del 2011, meglio far finta di nulla. Che sia l'opportunismo, l'auri sacra fames degli Europei e non solo? Urge un cambio di prospettiva, dove sia le istituzioni religiose europee, quelle che ancora possono intervenire, le istituzioni statali e sovrannazionali si muovano all'unisono contro il terrorismo islamico e ciò con una finalità di costruzione di una convivenza, dove non sia il particolare a prevalere su tutto; ovvero in Italia decide il modo della convivenza tra i cittadini e gli ospiti, che non hanno però diritto di dettare leggi, lo Stato Italiano e chi non è d'accordo può andare nel vasto mondo dove potrà trovare un luogo nel quale vivere secondo quanto desidera. È tempo di uscire dalle illusioni e ribadire che uno è lo Stato, una è l'Europa, e dove non vale nemmeno più il comandamento, la legge cristiana, nemmeno quella di altri credi deve essere imposta, direi nemmeno richiesta, perché non è la sopportazione, detta erroneamente tolleranza, a essere il modo prevalente di vivere, ma le leggi accettate e rispettate da tutti e tutti debbono concorrere al bene vivere insieme. Lo Stato muova contro chi non vuole accettare le leggi dello Stato dove vive e in modo deciso e netto, perché non è mai consentito a nessuno di imporre allo Stato ciò che egli desidera sia il modo di vivere. Una prospettiva difficile che deve coinvolgere tutti, ospiti compresi e pure i richiedenti asilo. Proprio ciò però potrà avvenire se almeno i cittadini italiani sapranno essere uniti, ma è proprio di questo che dubitiamo.

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FATTI

L'autografo di Michelangelo dalla Bertoliana al Met di New York dal 6 novembre 2017 al 12 febbraio 2018 A fine ottobre la Lettera di Michelangelo con disegni conservata nelle raccolte della Biblioteca civica Bertoliana prenderà il volo per New York, dove il prestigioso Metropolitan Museum of Art celebrerà l'arte del Buonarroti con la più grande esposizione mai dedicata dall'istituzione newyorchese al Rinascimento e al genio del fiorentino. Ne hanno dato l'annuncio oggi nella sala della Specchiera di palazzo Cordellina il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci e per la Biblioteca civica Bertoliana il presidente Giuseppe Pupillo e il direttore Giorgio Lotto. Di Redazione VicenzaPiù

"La Bertoliana, che ha una funzione di pubblica lettura, conserva un patrimonio di grande valore che alimenta un'attività di scambio e prestito di opere spesso richieste da istituzioni prestigiose - ha spiegato il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci -. Questo avviene anche a Palazzo Chiericati dove da poco è rientrato il "Cristo crocifisso" di Hans Memling dalla Pierpont Morgan Library & Museum di New York; inoltre opere rinascimentali conservate nei depositi del Chiericati sono state esposte al Metropolitan Art Museum di Tokyo mentre tutt'ora è allestita a Zagabria la mostra su Tiepolo, prima a Torino, che accoglie alcune opere sempre del Chiericati. Si può quindi comprendere come a volte l'attestazione del valore di ciò che custodiamo proviene da istituzioni e realtà esterne. Da parte nostra abbiamo deciso di avviare una politica che a fronte di prestiti ci consente di ottenere in cambio il restauro dell'opera. In questo modo assolviamo alla funzione di valorizzazione per cui Vicenza in questi ultimi anni ha fatto molto". "La donazione avviene nel 1866, data memorabile per l'unione del Veneto all'Italia, che coincide con l'avvio di un periodo ricco di donazioni alla Bertoliana da parte di privati cittadini - è intervenuto il presidente della Biblioteca civica Bertoliana Giuseppe Pupillo -. Donazioni che da sempre sono elemento fondamentale per la vita della Bertoliana e che fortunatamente continuano ancora oggi contribuendo ad arricchire la già eccezionale ricchezza documentale dell'istituzione cittadina grazie anche al rapporto con città e provincia. Accanto alle donazioni, elemento fondamentale per la crescita della Bertoliana sono stati gli eruditi e i bibliotecari che si susseguirono negli anni: il 16 settembre ricorderemo un grande bibliotecario, Antonio Marco Dalla Pozza, noto per le grandi capacità innovative. Non si può dimenticare il ruolo degli studiosi, tra cui Lionello Puppi che ha approfondito l'analisi dell'autografo di Michelangelo, e di tutti gli altri esperti che accedono alla Bertoliana per approfondire lo studio de i numerosi documenti conservati. La lettera è stata esposta in tre momenti, tra cui a Palazzo Thiene nel 2003,

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occasione in cui il Rotary Club si assunse l'onere del restauro che fu realizzato dall'Istituto centrale di patologia del libro di Roma. L'attenzione verso il restauro delle opere è fondamentale per la conservazione del patrimonio: ben venga che si sentano coinvolte associazioni e anche privati. Infine ricordo che è importante rafforzare il legame tra la città e la Bertoliana, che ha certamente oggi la funzione di offrire un servizio di pubblica lettura ma che vede la sua grandezza nel fitto patrimonio delle raccolte documentali". Il direttore della Biblioteca, Giorgio Lotto, ha poi descritto la lettera e illustrato il valore del documento che è assicurato per 2.214.300 dollari. "Michelangelo: Divine Draftsman and Designer", l'esposizione nella quale 150 disegni, tre grandi sculture e una serie di opere provenienti da 54 collezioni europee e statunitensi celebrerà la mano e lo sguardo del "divino" disegnatore e progettista, sarà inaugurata il 6 novembre prossimo al Met e visitabile fino al 12 febbraio 2018. La mostra condurrà in un viaggio imperdibile tra le suggestioni poetiche, estetiche, filosofiche e iconografiche del Buonarroti, senza dimenticare un confronto ragionato col contesto: a completare il percorso ci saranno un buon numero di opere complementari di altri artisti del Cinquecento. Al centro dell'evento, curato da Carmen C. Bambach, direttrice del dipartimento di grafica del Met, c'è la forza del disegno come origine e fondamento di tutta l'arte michelangiolesca, tra potenza drammatica e virtuosismo tecnico: dalla pittura alla scultura, passando per l'architettura. Bambach è venuta di persona in Bertoliana per visionare il documento michelangiolesco esibito ad oggi solo in tre occasioni, tutte nella città di Vicenza. La Lettera di Michelangelo a Pietro Urbano, scritta a Firenze il 20 agosto 1519, si inserisce nella tempestosa e sfortunata vicenda della decorazione della facciata del tempio mediceo di San Lorenzo e illumina il rapporto intrattenuto da Michelangelo con il suo più fidato collaboratore, Pietro Urbano. Terminato l'ampliamento della primitiva chiesa fiorentina di San Lorenzo a cura di Filippo Brunelleschi, nel 1518 Leone X - figlio di Lorenzo il Magnifico - incaricò Michelangelo di decorarne la facciata. "Sei colonne d'undici brazza e mezzo l'una e molti altri marmi" furono "bozzati" nel 1520; l'anno dopo avvenne il primo trasferimento di tre colonne, delle quali due si ruppero e solo una giunse al cantiere fiorentino. Poco dopo Leone X scisse il contratto con Michelangelo e la facciata di San Lorenzo restò al grezzo, così come noi la conosciamo. Il grande artista fiorentino si era peraltro recato di persona sulle Apuane per scegliere personalmente i marmi da impiegare per la decorazione del tempio mediceo e il fido aiuto Pietro Urbano aveva avuto il compito di vigilare il lavoro presso le cave di Carrara. La Lettera di Michelangelo a Pietro Urbano, scritta a Firenze il 20 agosto 1519, è un foglio nel quale il Buonarroti, impaziente, sollecita notizie dall'aiutante. Michelangelo chiede, in particolare, se sono già state tagliate le pietre destinate al tempio laurenziano. Per la consegna la missiva venne affidata al carradore Michele Lelli diretto a Pietrasanta dov'era l'Urbano. Ai lati del foglio usato da Michelangelo per vergare il breve messaggio si stagliano gli schizzi a lapis del capo e del petto di un uccello rapace, nonché di una gamba umana. Sul verso è disegnata la zampa tesa e scarnificata di

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un uccello posta subito sotto la firma Michelagnolo in Firenze. I tre disegni sono del Buonarroti, mentre gli altri schizzi sommari e deboli sono di una mano che emula l'impronta grafica michelangiolesca. Ma perché quei disegni su un foglietto utilizzato per una missiva? La critica ha proposto uno scenario in cui Michelangelo, per scrivere il breve messaggio all'Urbano, abbia impiegato uno dei quei pezzi di carta su cui soleva esercitare la mano inventando fantasie di immagini. I tre disegni tramutano il foglio della Bertoliana da un pur importante frammento autografo epistolare, a inestimabile testimonianza dell'arte di Michelangelo. Il documento giunse in Bertoliana nel 1866 attraverso il dono di Antonio Porto che destinava alla civica biblioteca di Vicenza i manoscritti, gli autografi e gli epistolari appartenuti ai conti Alessandro e Leonardo Trissino. Ad analizzarlo scientificamente per la prima volta ed a portarlo alla ribalta internazionale fu Lionello Puppi nel 1967. Nel 1979 l'autografo trovò definitivo riconoscimento venendo collocato nel corpus del carteggio dell'artista nella monumentale opera curata da Paola Barocchi e Renzo Ristori. Nel 2002 il foglio venne meticolosamente restaurato dall'Istituto di Patologia del libro di Roma con il contributo del Rotary Club Vicenza. La carta si presentava, infatti, imbrunita e indebolita lungo le numerose pieghe; inoltre una estesa lacerazione interessava tre quarti della lunghezza. Già nel 2003, però, il foglio poté tornare alla pubblica attenzione, pulito e consolidato, in una importante iniziativa espositiva allestita nella sede della Banca Popolare di Vicenza in contra' Porti.

FATTI

La Basilica Palladiana e l'evento Van Gogh: tra l'esperto d'arte Bulgarini, le iperboli di Goldin e lo "scatolone" bocciato dalla Sovrintendenza Possiamo dire che siamo alla vigilia dell'apertura della nuova mostra in Basilica Palladiana organizzata da Linea d'Ombra, ovverossia da Marco Goldin. Una mostra annunciata con titoli che oserei definire esplosivi quali "Partenza in ottobre. Oltre 120 i capolavori espostiSarà a Vicenza la più grande mostra su Van Gogh mai realizzata in Italia" (27 Aprile 2017. Touring Club Italiano). Pagine intere ci hanno accompagnato per mesi, su Il Giornale di Vicenza, dentro le immagini e le descrizioni goldiniane del futuro evento. Una mostra che, all'annuncio, preteso dal sindaco e accettato molto malvolentieri dal vicesindaco, convinto come era che solo per il fatto che aveva avuto l'opportunità di osservare, si fa per dire, il lavoro di un esperto,

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si era convinto di esserlo diventato egli stesso. Ma per mettere in piedi rassegne del genere ci vuole ben altro che un pur volonteroso garzone di bottega, d'arte si intende. Di Mario Giulianati

Eppure, ritenendo i vicentini smemorati eccoti che la stampa dichiara che A « rtefice principale del ritorno di Goldin a Vicenza è stato Jacopo Bulgarini d'Elci, vicesindaco della città, che ha dichiarato: "L'atteso ritorno di Marco Goldin in città sarà il coronamento del grande lavoro che Vicenza sta facendo per definirsi sempre di più come una città della cultura, del turismo, dell'arte"». Senza entrare nel merito della rassegna delle opere di Van Gogh, ma tanto per equilibrare la bilancia della conoscenza e quindi della informazione, riporto un brano scritto da Antonio De Robertis, uno dei più importanti studiosi di Van Gogh: "Nella mia collezione ho ben 5 copie del raro catalogo sulla mostra di Van Gogh a Milano del 1952. Me le donò prima di morire Giovanni Mereu, che tanta parte ha avuto insieme al fratello Angelo a spingermi verso la ricerca sulla vita e l'opera di Vincent. Allego qui alcune pagine che fanno intuire la vastità e la qualità di quella mostra, che vantava la presenza di ben 127 opere, le principali tra oli, disegni, guazzi e litografie, tutte provenienti dal Kroller Muller Museum (Il museo Kröller-Müller è la seconda casa di Vincent van Gogh. Con quasi 90 dipinti e oltre 180 disegni, il museo ha la seconda più grande collezione Van Gogh del mondo. Dal sito del Museo), con la benevolenza dell'allora mitico direttore Abram Hammacher, che tanto amava il nostro Paese". Ora è giusto che Marco Goldin usi iperboli a volte esagerate per presentare la sua mostra a Vicenza del prossimo ottobre, ma abbia il buon gusto e l'umiltà di citare anche questa mostra, che forse conosce poco o niente e che difficilmente riuscirà ad eguagliare, perché al massimo la sua sarà una edizione limitata rispetto a quella.

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La mostra la giudicheremo quando avremo la possibilità di visitarla e la nota di De Robertis può essere uno stimolo per un approfondimento che reputo importante. Ma il punto che ora risulta interessante è legato all'atteggiamento della Soprintendenza riportato, con cortesia e apprezzabile cautela, dal Giornale di Vicenza del giorno 17 c.m. Non sulle opere ma sull'allestimento. Da quel che si può comprendere dalle immagini riportate, uno scatolone diviso in scatole più piccole, in pratica uno " stanzone" con una sequenza di "stanze" che impegnano, anche visivamente, tutti, o quasi, i 1.240 metri quadrati del grande salone. Pare che questa, o pressappoco, sia l'impressione della Soprintendenza che, più che inviare una serie di "chiarimenti" come li definisce il vice sindaco, abbia in realtà fermato i lavori di allestimento della mostra dedicata a Van Googh, probabilmente memore ancora del precedente allestimento dei tre grandi eventi, molto invasivo nei confronti della Basilica. Che non è, a mio avviso, ma non solo mio, un "museo". E' uno straordinario monumento architettonico che può, coniugando il termine rispetto, essere utilizzato per mostre ed eventi. È sperabile che in luogo delle affermazioni del tutto personali e alquanto imbarazzanti dell'assessore alla crescita (?) giungano da autentiche autorità del mondo dell'arte e dell'architettura parole chiare e inequivocabili rispetto al vero ruolo del capolavoro palladiano.

FATTI

Rifiuto dei vaccini, il rischio per i disabili: Vittorio Corradi scrive una lettera al GdV ma noi... la pubblichiamo

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Caro direttore, avevo inviato al Giornale di Vicenza (vista la diffusione nella nostra provincia) una riflessione sulle manifestazioni riferite alla questione vaccini. Poichè sono il Presidente di una delle due Associazioni storiche che si occupano di disabilità a Vicenza, non avrei mai pensato che non l'avrebbe pubblicata. Ho scritto al direttore reinviandola e chiedendo la motivazione ma non ho ricevuto risposta. Pare che il giornale sia impegnato a sottolineare i problemi di sicurezza e immigrazione o le performance della "patriotta" regionale. Detto ciò e scusandomi di non averla inviata anche al suo giornale on line, le allego copia se la vorrà pubblicare. Egregio signor Direttore, dopo aver visto sul giornale locale la foto della folla manifestante sulla questione vaccini (foto GdV), mi sento di esprimere qualche considerazione. Negli anni 70 vi fu a Vicenza un importante convegno organizzato dall'associazione, che mi onoro di presiedere, sulla prevenzione delle encefalopatie infantili. Di Citizen Writers

Ricordo perfettamente tra le statistiche presentate dai vari relatori, parecchi casi di rosolia contratta in gravidanza che ha causato gravi disabilità. Lo stesso dicasi per la polio. Ancor oggi in tempi di ristrettezze economiche molti di questi casi sono assistiti in strutture specialistiche i cui costi gravano su tutta la collettività. Considerato che la causa di alcune patologie imputate alle vaccinazioni sono state ampiamente smentite dalla comunità scientifica non solo italiana, mi stupisco di questo accanimento e contemporaneamente esprimo il massimo rispetto per la libertà di ognuno a pensarla come desidera. Mi sento di suggerire un po' di prudenza perché alcune persone con gravi disabilità e inserite in contesti sociali (scuole, lavoro ecc.) il cui diritto è sancito dalla convenzione ONU sui diritti dei disabili, non possono essere vaccinati correndo il rischio di contrarre malattie che noi anziani abbiamo avuto da bambini come il morbillo, la varicella ecc. che per loro sarebbero fatali. Persone portatrici di malattia rara che non possono essere vaccinate cosa devono fare? Chiudersi in casa sotto una campana di vetro? Chi si farà carico di ulteriori costi sociali per questa rivendicazione di libertà o meno di vaccinarsi? Una riflessione credo sia necessaria. Distinti saluti. Il Presidente Sezione A.I.A.S. San Bortolo di Vicenza Vittorio Corradi

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FATTI

No all'utilizzo della Polizia Locale per compiti di ordine pubblico e di prevenzione di atti di terrorismo! Sempre più spesso, scrive nella nota che pubblichiamo Veronica Dalla Pria CUB PI - Polizia Locale Comune di Vicenza, si abusa del ruolo sottopagato dell'agente di Polizia Locale per affidargli compiti di ordine pubblico e attività di prevenzione di atti di terrorismo durante le manifestazioni, concerti, iniziative sportive o altro. E' successo a Vicenza, ad esempio, il 24 giugno scorso in occasione della Notte Bianca (foto di archivio, ndr). Gli agenti sono stati impiegati nei blocchi delle strade al fianco della Polizia di Stato, in orario straordinario, utilizzando mezzi di servizio per scortare veicoli che transitavano tra la folla e tutto questo senza alcuna ordinanza del Questore di Vicenza. Di Note ufficiali

Per questo motivo abbiamo trasmesso a Sindaco, Assessore alla Sicurezza Dario Rotondi e al Questore la diffida che si allega di seguito. Già perchè gli eventi del settembre vicentino sono alle porte e Vicenza è una città ad alto rischio, vista anche la presenza in città di tre basi militari americane. Il ruolo fondamentale della Polizia Municipale è quello di far rispettare il codice della strada, assicurare servizi di polizia amministrativa, di polizia annonaria, di polizia edilizia e di polizia ambientale. Nessuna tutela normativa, economica e previdenziale è garantita agli agenti di PL rispetto alla Polizia di Stato per attività di antiterrorismo e di ordine pubblico, per questo motivo abbiamo chiesto al Sindaco, Assessore competente e al Questore di rispettare e far rispettare la legge e il ruolo della Polizia Locale.

Al Sindaco di Vicenza All'Assessore Dario Rotondi Alla Questura di Vicenza La CUB P.I. diffida il Comune di Vicenza e la locale Questura dall'utilizzo

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del personale di Polizia Locale in orario straordinario programmato e per compiti di ordine pubblico, in assenza di specifica ordinanza del Questore. Si rammenta che l'attività di viabilità propria della PL non prevede, ad esempio, l'uso del personale e dei veicoli di servizio dagli stessi condotti per scorte di auto o furgoni durante le manifestazioni per prevenzione di attacchi terroristici e della safety -così chiamata dal Ministero dell'Interno- come invece è avvenuto il 24 giugno scorso, in occasione della Notte Bianca organizzata a Vicenza. Il personale di PL non ha tutele né preparazione specifica per espletare funzioni di questo tipo. Infatti l'art. 16 della legge 121/1981 così recita "Ai fini della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, oltre alla Polizia di Stato sono forze di polizia, l'Arma dei Carabinieri, il Corpo della Guardia di Finanza, il Corpo degli Agenti di Custodia ed il Corpo Forestale dello Stato", con evidente esclusione della Polizia locale e anche dei Vigili del Fuoco. Il ruolo della Polizia Municipale, ai sensi dell'art. 3 della legge 65/1986, è meramente residuale nel senso che i suoi addetti "collaborano con le Forze di Polizia dello Stato, previa disposizione del Sindaco, quando ne venga fatta, per specifiche operazioni, motivata richiesta dalle competenti autorità". Solo a questo fine, infatti, il Prefetto attribuisce funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza agli agenti ed ufficiali della Polizia Locale. Ruolo fondamentale invece per la Polizia Municipale è quello di far rispettare il codice della strada, assicurare servizi di polizia amministrativa, di polizia annonaria, di polizia edilizia e di polizia ambientale. Si chiede pertanto di rispettare il ruolo degli agenti di PL e delle norme sopra citate

ECONOMIA&AZIENDE

Un caso esemplare per l'ex dg di Bene Banca Silvano Trucco: Bankitalia la commissaria “preventivamente”. La seconda puntata con BPVi e Veneto Banca in filigrana Pubblicato il 18 agosto alle 21.59, aggiornato il 19 alle 3.00. Dopo la prima puntata su Bene Banca, Bankitalia e certe similitudini e, di converso, contrasti con le vicende che hanno portato la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca a incrociare l'Istituto centrale di

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Via Nazionale («"Tu non obbedisci e io ti commissario, ma anche... no": la storia che ha opposto Bankitalia a Bene Banca. L'ex dg Silvano Trucco la ricostruisce a puntate e la incrocia con quella di BPVi e Veneto Banca»), proseguiamo con la seconda di 8 puntate di ricostruzione dei fatti secondo l'ex dg della piccola BCC cuneese, commissariata nonostante stesse... bene (non vi dice nulla l'accanimento terapeutico di Bankitalia contro Veneto Banca?) e siamo pronti a riferire di eventuali repliche o di diverse versioni che ci pervenissero dal sistema. Grazie. Il direttore Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Estratto dal Testo Unico Bancario vigente nel 2013 Amministrazione straordinaria

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Il 26 aprile 2013 il MEF (Ministero Economia e Finanze), a firma dell’allora Ministro Vittorio Grilli (dal 2014 Presidente del Corporate & Investment Bank per l’Europa di JPMorgan), decreta il commissariamento della Bene Banca Credito Cooperativo di Bene Vagienna, ai sensi dell’Art.70 lettera a del Testo Unico Bancario allora vigente, ossia per gravi irregolarità e violazioni normative. Un commissariamento, come si vedrà in seguito, molto singolare, di una banca locale operante nelle province di Cuneo e Torino, con i conti in ordine, ampiamente rispettosa dei requisiti patrimoniali e con una ottima dotazione di liquidità, una bcc ben radicata sul territorio che aveva registrato nell’ultimo esercizio risultati reddituali record della propria storia pluricentenaria. La prima banca in Piemonte ad essere commissariata da Banca d’Italia, ma anche il caso di amministrazione straordinaria più breve della storia italiana, dal 1936 ad oggi. Poco più di 12 mesi di gestione commissariale, culminata

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con la restituzione in bonis ai soci, senza traumi quali cessioni di sportelli, contratti di solidarietà o licenziamenti collettivi, bensì con l’assunzione di 4 nuovi dipendenti. Niente a che vedere quindi con i crac bancari che negli ultimi anni hanno monopolizzato l’attenzione dei media, complici gestioni disastrose non stoppate dalla Banca d’Italia che hanno comportato l’azzeramento dei risparmi di oltre 200.000 famiglie nel solo Veneto, bruciando decine di miliardi in termini di capitalizzazione, senza tuttavia registrare interventi di rigore della Vigilanza, di portata pari al commissariamento della Bene Banca. Già perché a Bene Vagienna non vi erano problematiche patrimoniali, quelle “gravi perdite del patrimonio” previste alla lettera b dell’Art. 70 del TUB allora vigente, fattispecie rimasta immutata nell’impianto normativo modificato con i Decreti Legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015, ossia i famosi DLgs che hanno approvato di corsa l’introduzione nell’Ordinamento Italiano della direttiva UE della B.R.R.D. (Bank Recovery and Resolution Directive, la n. 2014/59/EU che contempla sia il Bail-In che il Burden Sharing, termini ahimè diventati d’attualità nelle ultime crisi bancarie), ossia soltanto sei giorni prima del celeberrimo Decreto del 22 novembre 2015 che ha approvato la Risoluzione delle 4 banche del Centro Italia (B.Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Chieti, Cassa di Risparmio di Ferrara), segnando di fatto il via alla crisi di fiducia nel sistema bancario ed al calvario di migliaia di risparmiatori beffati ed azzerati. I presupposti del commissariamento di cui alla lettera a) del previgente Art. 70 del TUB, ossia le gravi irregolarità e violazioni normative, sono stati in parte mutuati nel nuovo articolo 69-octiesdecies post adozione della normativa BRRD, inserito ex novo nell’impianto normativo italiano nella Sezione “MISURE DI INTERVENTO PRECOCE”.

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Si noti bene, misure di Intervento Precoce. Il termine PRECOCE sarà da mettere in relazione con l’aggettivo “preventivo”, ossia proprio come verrà definito il commissariamento di Bene Banca dagli Organi Giudiziari Amministrativi aditi dagli ex amministratori della bcc benese nel ricorso contro l’intervento a gamba tesa di Banca d’Italia. Ma andiamo con ordine.

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In seguito proprio alla Risoluzione delle “fantastiche 4” come qualche giornalista le ha definite, Banca d’Italia e la Consob sono state oggetto di una pioggia di critiche anche pesanti piovute da ogni dove, complice una attività di vigilanza che ai più è apparsa lacunosa, distratta ma senza dubbio non efficace ai fini della tutela del risparmio, violentato nel novembre 2015 come mai prima era capitato in Italia. Estratto dal Comunicato Stampa della Banca d’Italia del 30.01.2016 (fonte: www.bancaditalia.it) 1. Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria? La Banca d’Italia esercita l’azione di vigilanza nel continuo, sulla base dei poteri che l’ordinamento le conferisce. I presupposti per porre una banca in amministrazione straordinaria sono fissati nel Testo Unico Bancario (TUB), che fa riferimento a gravi perdite patrimoniali e/o a gravi irregolarità: solo in presenza di tali presupposti la Banca d’Italia può sottoporre le banche ad amministrazione straordinaria. Il margine di discrezionalità di tale decisione è assai ristretto. Un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività. Se lo facesse, la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento.

Il 30 gennaio 2016 la Banca d’Italia ha diramato un comunicato stampa con cui ha tentato di dare delle risposte alle pressanti domande ed interrogativi dei risparmiatori sotto shoc dopo il caso delle 4 banche del Centro Italia finite in risoluzione; in particolare con la risposta alla prima domanda -“Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria?” – Palazzo Koch rivendica un “margine di discrezionalità assai ristretto”, tanto da non poter ricorrere ad “un’azione troppo tempestiva” perché se “lo facesse la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento”. E questo perché “un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività”. Trattasi di spiegazioni e di risposte che ai cittadini potevano apparire plausibili, ma non è così, di sicuro non per il sottoscritto che ha ahimè vissuto sulla propria pelle una esperienza devastante, che gli ha rovinato l’esistenza e la salute, propria e dei familiari, come quella del commissariamento PREVENTIVO della Bene Banca.

Sì, proprio “preventivo” e non “troppo tempestivo” come riportato dal comunicato di Palazzo Koch di gennaio 2016. Ed a definirlo “preventivo” sono stati direttamente gli Organi Giudiziari Amministrativi aditi (Tar del Lazio e Consiglio di Stato) nelle sentenze che hanno respinto i ricorsi contro il commissariamento (compensando però le spese di lite data “la peculiarità della vicenda”, quando normalmente seguono la soccombenza) e la stessa difesa di Bankitalia, che hanno testualmente “sottolineato l’indispensabilità del proprio intervento proprio in funzione di prevenzione di una grave compromissione della solidità economica dell’Istituto”.

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E non solo. Gli stessi Organi della Amministrazione Straordinaria hanno dichiarato alla stampa come il caso bene banca “è stato un esempio di commissariamento in via preventiva, prima che si potessero creare problematiche ad una realtà economica e sociale ancora sana e solida” (Articolo settimanale LA GUIDA 24.01.2014). Estratto dell’intervista ad Avv. Martorelli, componente del Comitato di Sorveglianza di Bene Banca, nominato da Bankitalia

In tema poi di "margine di discrezionalità" la risposta di Banca d'Italia nel proprio comunicato del 30/1/2016 è alquanto stupefacente, in quanto disancorata completamente dalla realtà: la consolidata giurisprudenza riconosce infatti una AMPIA DISCREZIONALITA' alla Vigilanza di Palazzo Koch, tanto da essere sempre richiamata dagli Organi della Giustizia Amministrativa nei ricorsi intentati contro via Nazionale dagli amministratori deposti delle banche commissariate. Anche nel caso Bene Banca così è stato, tanto che nella propria sentenza di rigetto del ricorso, il TAR del Lazio ha infatti testualmente sancito che "l'ampia discrezionalità di cui dispone la Banca d'Italia nella valutazione dei presupposti legittimanti il commissariamento degli istituti di credito induce ad escludere ogni sindacato giurisdizionale sulle valutazioni di merito da essa compiute in ordine ad essi, con esclusione dei soli casi di manifesta erroneità o irragionevolezza (Cons.Stato Sez.IV, 11 novembre 2010, n. 8016)" Pur avendo contestato punto per punto ogni addebito della vigilanza, sottolineando svariati errori ed imprecisioni, la difesa degli ex amministratori di Bene Banca si è vista così rispondere dal Tar del Lazio: "non si rinvengono pertanto evidenti e macroscopici vizi idonei ad autorizzare il

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sindacato giurisdizionale sul provvedimento impugnato in base al noto principio (..)" sopra descritto. Quindi gli errori per cui può essere messa in discussione la AMPIA DISCREZIONALITA' di Banca d'Italia sulle valutazione dei presupposti legittimanti il commissariamento delle banche devono essere MACROSCOPICI! Altro che "il margine di discrezionalità è assai ristretto" , come ha cercato di giustificarsi davanti all'opinione pubblica Palazzo Koch! La Vigilanza parla poi di operatività "al di fuori dei poteri previsti dall'ordinamento" in caso di "azione troppo tempestiva che potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività". Ma allora chi ha redatto tale comunicato stampa evidentemente non conosceva o peggio si è dimenticato del "caso Bene Banca" ... Una banca in salute, con i conti in ordine che poteva tranquillamente "proseguire la propria attività" per usare le stesse parole della vigilanza .. E' stata infatti restituita in bonis al territorio in tempi record (12,5 mesi), con addirittura gli Organi della Procedura che dopo neanche sei mesi di lavoro già annunciavano alla stampa un imminente ritorno alla gestione ordinaria .. Una banca che ha chiuso un commissariamento lampo con un bilancio di fine procedura che evidenzia un patrimonio in crescita ed un conto economico chiuso volutamente in perdita di 7,8 mln, per la mancata valutazione del portafoglio di proprietà a prezzi correnti. Era sufficiente infatti la sola valutazione dei titoli utilizzando un quotidiano finanziario del 31/5/2014 per conteggiare plusvalenze maturate ed oggettive di oltre 11,4 milioni lorde, e nette per 8,324 milioni, ed avere così un risultato positivo di oltre 500.000 euro! E tutti i rilievi e contestazioni mosse dagli ex amministratori alle valutazioni ispettive della Banca d'Italia nel ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio avanti il Consiglio di Stato sono state respinte da quest'ultimo Tribunale Amministrativo che così ha testualmente ribadito: "con giudizio ancora una volta immune da critiche di macroscopica erroneità o irragionevolezza, si è concluso che la situazione non fosse significativamente migliorata". Ma al 31/12/2012 Bene Banca evidenziava queste peculiarità, rispetto al 31.12.2011: M.O.L. : 12, 6 mln (+ 237%) R.O.E.: 16,03% (+ 139%) R.O.I.: 1,23% (+ 188%) Cost/Income: 56,63% (- 30,49%) Sofferenze/Tot.Crediti: 7% (media sistema bancario in pari data 9,4%) Tasso Ingresso Sofferenze: 2,28% (media sistema bancario in pari data 3%) Ma non sono forse dati "significativi" questi ?? Non sono indice di miglioramento ?? (Poche erano le banche italiane con indici ROE e ROI migliori della Bene Banca ...) Eppure per Bankitalia non lo erano e nemmeno per la Giustizia Amministrativa, secondo cui gli errori od i vizi per i quali può essere messa in discussione la AMPIA DISCREZIONALITA' di Banca d'Italia sulle valutazione dei presupposti legittimanti il commissariamento delle banche

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devono essere MACROSCOPICI! Altro che "il margine di discrezionalità è assai ristretto" , come ha cercato di giustificarsi il 30/1 scorso Palazzo Koch per la timida vigilanza adottata con le "fantastiche 4"! E qui per oggi interrompo la descrizione del caso Bene Banca, rimandando alle prossime puntate l'analisi di altre peculiarità singolari e talvolta degne di un vero e proprio romanzo giallo. Ma voglio terminare questa prima analisi con una riflessione. Al di là dei poteri di intervento "precoce" introdotti nell'Ordinamento Italiano ed attribuiti alla Banca d'Italia solo a fine 2015, a ben vedere utilizzati comunque a singhiozzo, se la Vigilanza di Palazzo Koch, come riconosciuto dalla Giustizia Amministrativa, può legittimamente porre in essere il modus operandi proprio del commissariamento "preventivo", ossia l'intervento di massimo rigore prima che le criticità possano "creare problematiche ad una realtà ancora sana e solida", come rivendicato nel caso della bcc benese, perché non ha adottato un simile protocollo procedurale anche con riferimento tanto alla Banca Popolare di Vicenza quanto alla Veneto Banca? Di certo avrebbe evitato un coro di critiche, una figura non edificante e soprattutto avrebbe salvato miliardi di risparmi dei cittadini italiani, nonchè rispettato la propria mission, ossia quella di perseguire la sana e prudente gestione degli intermediari e la stabilità del sistema finanziario. Ma solo un mese fa, il 12 luglio, ancora una volta per difendere l'operato dei propri dipendenti addetti alla vigilanza, Palazzo Koch ha diramato pubblicamente una nota in cui per le 2 popolari venete "non ricorrevano i presupposti del commissariamento" in quanto "le maggiori perdite allora riscontrate non erano tali da compromettere il rispetto dei requisiti minimi patrimoniali". Ma che fine ha fatto il potere del commissariamento preventivo, invocato per Bene Banca?? Delle 2 l'una: o a Bene Vagienna Banca d'Italia ha violato l'ordinamento, oppure in Veneto la propria attività di vigilanza è stata carente e parecchio distratta. To be continued ... Silvano Trucco (ex D.G. Bene Banca)

ECONOMIA&AZIENDE

Stagione turistica: la montagna fa il pieno ma Vicenza è stabile secondo Ascom che si discosta d'estate dalle valutazioni di Bulgarini sul primo trimestre

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Confcommercio Vicenza ha registrato il "sentiment" degli operatori turistici del Vicentino sull'andamento della stagione turistica in corso che non paiono collimare, leggendo la nota che pubblichiamo a firma del suo direttore Ernesto Boschiero, con le valutazioni fatte da Jacopo Bulgarini d'Elci sia pure per il primo trimestre e non per il periodo attuale tornando ma che, però, tornano a convergere sulle aspettative del vice sindaco sugli effetti "collaterali" della mostra di Van Gogh. E' l'estate della montagna vicentina, mentre in città si guarda al "bicchiere mezzo pieno" di una sostanziale stabilità in attesa della prossima grande mostra in Basilica. Si potrebbe riassumere così l'andamento della stagione turistica nel Vicentino secondo una prima indagine telefonica realizzata da Confcommercio Vicenza. Di Redazione VicenzaPiù

In attesa dei dati ufficiali sugli arrivi e sulle presenze a giugno, luglio e agosto, che verranno divulgati dalla Regione Veneto (in questo caso bisognerà ovviamente aspettare la fine della stagione), la sensazione che si respira sentendo gli operatori turistici (albergatori, baristi e ristoratori) è comunque improntata all'ottimismo, anche se la provincia questa estate sembra essere andata a due velocità. "Da una parte c'è la montagna - conferma Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza -, che quest'anno ha potuto godere di condizioni meteo particolarmente favorevoli, ma che sta anche vivendo una stagione positiva grazie al traino di eventi sportivi e alla crescita del turismo escursionistico. Dall'altra c'è Vicenza, che sta riscuotendo un crescente interesse come dimostrano anche i dati riferiti ai primi tre mesi dell'anno, ma che in estate, in particolare nel mese di agosto, ancora non riesce ad intercettare il grande flusso di turisti che arrivano in Veneto per i quali la città sembra meritare solo una sosta "mordi e fuggi". Invece si deve lavorare per far capire che in provincia c'è tanto da vedere, da fare e, allargando lo sguardo all'enogastronomia, da gustare". Partiamo allora, dalle note maggiormente positive, che arrivano dall'Altopiano di Asiago. Secondo gli operatori del comprensorio, la stagione estiva ha registrato un incremento di soggiorni che va dal 5 al 15% rispetto al 2016, con un agosto da incorniciare (anche se per qualcuno luglio è stato in lieve calo). La visibilità garantita nei mesi scorsi dal passaggio del Giro

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d'Italia ha messo certamente in vetrina le bellezze di questi luoghi e le temperature africane della pianura hanno fatto il resto. Non a caso, a sorridere sono stati anche ristoranti, bar, pasticcerie e negozi che hanno lavorato bene soprattutto nei fine settimana (anche con aumenti del 5/10% rispetto allo scorso anno), grazie al "pendolarismo" di chi si muove in giornata. Il ritrovato interesse per la montagna ha in alcuni casi contribuito anche ad allungare i soggiorni, ma rimangono numerose le richieste per il solo fine settimana. Anche Recoaro, dopo qualche anno di appannamento con un progressivo calo delle presenze, torna a vedere il segno più. Secondo gli operatori interpellati la stagione sta viaggiando tra il +5 e +10% di pernottamenti, ma ciò che rende più ottimisti gli addetti ai lavori è che si è notato un aumento di interesse per la "Conca di Smeraldo", sia grazie alla nuova operatività del comprensorio termale, sia soprattutto per la riscoperta delle Piccole Dolomiti da parte di appassionati escursionisti e in generale di chi in montagna ama camminare. Si spiega così il grande flusso di turisti che questa estate ha affollato anche il Pasubio, in particolare sui sentieri delle "52 gallerie" oppure a provare i brividi del "ponte tibetano". Un successo che si è fatto sentire nelle strutture turistiche di Valli del Pasubio e di Posina (+10/15% rispetto al 2016 secondo alcune stime), ma anche nella vicina Schio, dove gli operatori interpellati registrano una crescita media del 3% nel confronto con lo scorso anno. Si conferma però il trend che vede in generale una presenza media di 2-3 notti, che, a Recoaro diventano una settimana soprattutto per la clientela più anziana. Stagione positiva anche per la zona di Tonezza, che da tempo punta sul turismo sportivo per allargare il bacino di visitatori. Il fitto programma di tornei calcistici tenutosi tra aprile e maggio hanno trainato gli arrivi di giugno e le buone condizioni meteorologiche di agosto hanno permesso, secondo le stime più prudenziali, di confermare i numeri del 2016. C'è però ottimismo sul futuro, grazie alle sinergie che si stanno concretizzando con una zona trainante per il turismo invernale, come il comprensorio di Folgaria, in Trentino. Se dalla montagna alla città le temperature si alzano, il "termometro" del movimento turistico diventa invece, nelle città d'arte (Vicenza, Marostica e Bassano), più "tiepido", nel segno della stabilità. Focalizzando l'attenzione sul Capoluogo, giugno e luglio sono stati generalmente positivi, con incrementi nell'ordine del 2/3%, anche grazie alla clientela "business". Ad agosto, invece - che per inciso non è il mese preferito per visitare una città, soprattutto in un'estate calda come quella di quest'anno - il turismo culturale non è riuscito a replicare il trend della montagna. Nelle sale dei ristoranti, nei caffè-bar e nelle gelaterie, invece, è "tutta un'altra musica", con incrementi anche del 10%: si tratta però di turisti principalmente di passaggio, che dedicano mediamente una sola giornata alla visita dei monumenti palladiani. Perché questi visitatori appassionati di cultura decidano di fermarsi di più a Vicenza si dovrà probabilmente attendere settembre, che alcuni operatori confermano in recupero per il crescente numero di persone che scelgono di fare le ferie in questo periodo (come conferma anche una recente indagine nazionale di Federalberghi). Ma soprattutto c'è grande attesa per la prossima mostra in Basilica; la maggior parte degli albergatori interpellati, infatti, conferma: anche se le prenotazioni per ora non arrivano, ci sono

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comunque già molte richieste di offerte per l'autunno, in concomitanza con l'avvio dell'esposizione "Van Gogh - Tra il grano e il cielo" del 7 ottobre.

FATTI / POLITICA

Basilica Palladiana per Van Gogh, Tosetto e Ammendola (Fi) d'accordo col Cisa: "il salone non è un capannone, possibile danno erariale" "Va bene utilizzare gli spazi palladiani compreso il salone della Basilica Palladiana, affinché possano avere una nuova vita, ma il monumento va rispettato, quindi bisogna intervenire con una determinata sensibilità peraltro stabilita dalla legge. In questo senso ci sentiamo di appoggiare gli esperti del CISA che criticano la "pesantezza" dell'allestimento realizzato per la mostra (che apre in autunno) di Van Gogh!". Lo affermano, nella nota che pubblichiamo, Matteo Tosetto e Ciro Ammendola, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore cittadino di Forza Italia relativamente all'allestimento della mostra sul grande Vincent Van Gogh che viene realizzato in questi giorni nel salone della Basilica Palladiana da Linea d'Ombra. Di Note ufficiali

"Non discutiamo sulla levatura culturale della mostra", continuano i due esponenti di Forza Italia, "e nemmeno sulla positiva influenza rispetto ai flussi turistici e all'economia della nostra città, ma vista la nota del Centro Internazionale di Architettura "Andrea Palladio" ci chiediamo se il Vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci si sia fatto prendere la mano visti i risultati molto positivi delle grandi mostre precedenti!" E per chiudere Tosetto e Ammendola si chiedono: "se sarà necessario un adeguamento delle strutture espositive (su indicazione della Soprintendenza) chi si farà carico dei costi aggiuntivi? E tale adeguamento se pagato dal Comune può essere ritenuto un danno erariale visto che il progetto espositivo pare non sia stato sottoposto preventivamente (come previsto dalle normative vigenti) alla Soprintendenza?

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FATTI

Festa all'aperto dell'Atletica Vicentina al campo di Via Rosmini suscita proteste di alcuni residenti per il rumore, Liliana Zaltron di M5S "interroga" il Comune di Vicenza Liliana Zaltron, capogruppo del Movimento 5 Stelle - Vicenza, ha presentato un'interrogazione con richiesta di accesso agli atti su un evento organizzato al campo di Via Rosmini dall'Atletica Vicentina con reazioni negative da parte di alcuni degli abitanti della zona. Ci è stato segnalato, scrive Zaltron, che: - il 14 giugno 2017 a partire dalle ore 20,00 la Società di Atletica Vicentina ha organizzato una festa all'aperto nel Campo di atletica di Via Rosmini, campo che la suddetta società gestisce per conto del Comune; - sotto l' "arco di trionfo" e vicino alle case è stato allestito un impianto stile discoteca con volume molto alto; - il livello del rumore ha causato notevole disturbo ai residenti nelle immediate vicinanze; - alcuni residenti hanno richiesto l'intervento della Polizia Locale che è intervenuta verso le 22,30 facendo cessare la festa. Di Note ufficiali

Considerato che : -tra Comune di Vicenza e Associazione Sportiva Dilettantistica Atletica Vicentina è in essere una Convenzione per la gestione del suddetto campo; -l'art 6 - ONERI A CARICO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALEprevede che il Comune deve garantire: -il servizio di custodia dell'impianto sportivo... -il servizio di manutenzione del verde orizzontale e verticale... -il servizio di pulizia dei locali spogliatoio e servizi igenici ....

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-la fornitura dei servizi e relativa manutenzione delle attrezzature necessarie alla conservazione dell'impianto sportivo.... -l'assunzione delle spese e l'intestazione delle utenze relative ai consumi di acqua, forza motrice, energia elettrica e gas per riscaldamento, - l' art. 7- MANUTENZIONE STRAORDINARIA STRUTTURE SPORTIVE prevede: -la manutenzione straordinaria sarà a carico del Comune fatta eccezione per gli interventi conseguenti a danni prodotti da incuria e/o imperizia del gestore, da utenti o da terzi. -l'art. 2 - UTILIZZO DELL'IMPIANTO- prevede: -L'impianto deve essere utilizzato per le attività sportive cui è destinato, salvo autorizzazioni diverse concordate formalmente dall'ufficio Sport del Comune di Vicenza.... Tutto ciò premesso la sottoscritta Liliana Zaltron, in qualità di consigliere comunale, chiede: - se l'assessore competente fosse a conoscenza dell'organizzazione della festa del 14/06/2017; -copia del programma della festa del 14/06/2017 inviato dall'A.S.D. Atletica Vicentina all'ufficio Sport del Comune; -copia dell' autorizzazione rilasciata dall'ufficio Sport del Comune di Vicenza, in base a quanto previsto dall'art 2 della convenzione, per la festa del 14 giugno 2017; - copia del verbale dalla Polizia Locale intervenuta; - copia del bando di gara per l'assegnazione della gestione del suddetto campo di atletica. Si richiede anche risposta scritta

FATTI

Giovanni Guglielmo è stato sepolto venerdì 18 luglio nel Famedio del Cimitero maggiore: lo ha commemorato Bulgarini Ieri mattina, 18 agosto, alle 10 il maestro Giovanni Guglielmo, musicista vicentino scomparso domenica 13 agosto, è stato sepolto nel Famedio del Cimitero maggiore. All'illustre cittadino la giunta comunale ha voluto attribuire l'onore della sepoltura nel prestigioso luogo riservato alle personalità benemerite che si sono particolarmente distinte. Il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci ha portato il saluto del sindaco, fuori città per alcuni giorni, particolarmente affettuoso verso il figlio e la vedova. Di Note ufficiali

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"Siamo riuniti qui oggi (18 agosto, ndr) non a mestamente evocare le ombre ma, in piena luce, ad accarezzare un'idea bella e potente e a offrirla in dono, dono ultimo ed estremo, al maestro Giovanni Guglielmo. Questa idea, e questo dono, si chiama immortalità. Ed è l'idea più bella e potente e commovente che una comunità civile possa produrre, l'unica forse capace di competere per emozione e profondità - dal punto di vista laico - con le formule e i riti con cui la religione conforta quanti hanno il dono della fede. E come per l'intitolazione di un luogo, la sepoltura in questo luogo l'iscrizione di un nome su questa lapide - non rappresenta solo un grande onore, l'onore più grande che una comunità possa tributare, ma appunto un impegno e una promessa laica di immortalità. È il modo con cui la comunità guarda a un defunto e lo fa, letteralmente, proprio, reclamandolo da una dimensione esclusivamente privata a quella collettiva. È il modo con cui la comunità lo ringrazia. Il modo in cui gli dice: tu sei amato. In cui gli promette: non sarai dimenticato. Ma è, cosa ancora più importante, il modo con cui la comunità parla a se stessa e dice: guardate questa storia, e ammiratela, perché è una storia esemplare. Nessuno di coloro che sono stati invitati nel Famedio cittadino ha avuto una vita che non fosse esattamente questo - esemplare. Ed è una bellissima parola, esempio, una parola che dovremmo riscoprire e coltivare nuovamente e con più forza di quanto facciamo in questo tempo difficile e spesso triste, come la cronaca di questi giorni e di queste ore ci ricorda, un tempo che a volte pare preludere a un ritorno, doloroso e preoccupante, delle tenebre. "Perché il male trionfi - scrisse il filosofo Edmund Burke basta una sola cosa, che gli uomini buoni non facciano niente". Dunque, l'esempio. L'esempio come una luce che rischiara, come un faro che fende le nebbie e indirizza le navi a evitare gli scogli e raggiungere un porto sicuro. Ed è difficile pensare all'idea di esempio, di esemplarità, senza collegarla a un altro concetto fondamentale: quello dell'insegnamento, della trasmissione della conoscenza, della formazione di una coscienza, dell'accompagnamento dei più giovani lungo un percorso di ricerca, di scoperta, di sfida, di realizzazione. Sottolineo queste parole - esempio, insegnamento, accompagnamento perché per me racchiudono, delle molte belle e importanti pagine di vita vergate da Giovanni Guglielmo, la più luminosa. Quella che lo ha visto accanto agli sfolgoranti successi personali e ai mille riconoscimenti artistici appunto didatta, docente, guida, amico. Maestro.

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Tutti voi, che gli siete stati vicini e allievi e colleghi, pensate a lui istintivamente - lo si è ben visto nei tanti dolcissimi commenti di questi giorni - come al "Maestro", con la M maiuscola. E pur non avendo avuto la fortuna di essergli io amico, ho colto bene, nelle parole che ho letto e udito di tanti di voi, come nel suo caso il termine "maestro" non sia solo l'appellativo che si riserva ai musicisti. Ma che racchiuda appunto quella affettuosa fiducia, intrisa però di un profondo rispetto, che dedichiamo a coloro a cui riconosciamo il ruolo e il compito di guidarci per un tratto - più lungo, più breve - della nostra vita. Delle tante pagine di una carriera eccezionale, allora, non ricorderò qui le più gloriose - ma quella per la nostra città più importante, la più luminosa. Quella del Guglielmo didatta, docente, maestro, direttore, formatore, ispiratore, accompagnatore. Quella che gli ha visto lasciare un segno su generazioni di giovani musicisti, e che nella nostra città si è tradotta tra le altre nelle esperienze grandiose della fondazione e direzione del conservatorio Pedrollo, dell'Orchestra del Teatro Olimpico, e, negli ultimi fecondissimi anni, nell'esperienza formidabile dell'Ensemble Musagete, che ben sintetizza la sua attitudine a circondarsi di musicisti più giovani e a contribuire con amore alla loro crescita. Coltivare la pazienza e le fatiche e le gioie dell'insegnamento significa riporre fiducia nella forza dell'uomo, nel senso più profondo dell'uomo, nell'idea che sia la speranza - e non la paura - a definire l'orizzonte dell'uomo. Credere nell'educazione, dedicarvi le proprie energie e la propria passione, significa abbracciare l'idea che i nostri giorni migliori non siano alle nostre spalle ma davanti a noi, ancora da vivere, promessa iscritta in un tempo futuro. Giovanni Guglielmo ha, per tutta una vita lunga e ben spesa, onorato la città di Vicenza; oggi la città di Vicenza lo onora, per l'ultima volta, nel modo più solenne che abbia, invitandolo nel Famedio, pantheon dei propri eroi civili. Caro maestro, la città di Vicenza qui, oggi, ti saluta, con commozione ma senza mestizia. Riposa in pace, ma non necessariamente in silenzio: allieta il tempo e il riposo di quei cittadini illustri e benemeriti cui oggi ti affratelli con un'altra forma di immortalità, quella con cui questa cerimonia è iniziata - la grazia perfetta e senza tempo della musica".

FATTI

Luna park a Campo Marzo, in funzione da venerdì 25 agosto a giovedì 14 settembre: no a vendita di bevande in bottiglie di vetro

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Come da tradizione Campo Marzo si prepara ad accogliere il Luna park allestito in occasione della Festa dei Oto dell'8 settembre. E' stata pubblicata un'ordinanza con cui si dispone l'apertura delle attrazioni lungo viale Dalmazia a partire da venerdì 25 agosto fino a giovedì 14 settembre. Le operazioni di allestimento inizieranno già lunedì 21 agosto. Nella stessa ordinanza è previsto anche il divieto di vendita da parte degli operatori, concessionari delle aree pubbliche a Campo Marzo in occasione del luna park, di bevande in bottiglie di vetro. Di Comunicati Stampa

Come stabilito dal regolamento comunale di polizia urbana, licenziato lo scorso giugno, non sarà, inoltre, possibile detenere bevande in bottiglie di vetro, pena il sequestro delle stesse. Il Luna park sarà in funzione dalle 16 alle 24 dal lunedì al giovedì e dalle 15 all'1 di notte il venerdì e il sabato; la domenica, invece, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 24. Giovedì 7 settembre, in occasione dell'annuale processione al Santuario di Monte Berico, gli impianti sonori saranno spenti alle 20. Venerdì 8 settembre il luna park sarà aperto dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 all'1 di notte.

FATTI

Barcellona, quale antidoto? Ne parla il COREIS, la Comunità Religiosa Islamica Italiana Cosa possono fare i musulmani italiani? È la domanda che sempre più spesso ci viene fatta, scrive Coreis, Comunità Religiosa Islamica Italiana, nella nota che pubblichiamo, soprattutto ogni volta dopo l'ennesimo dramma di un attacco terroristico come quelli di ieri a

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Barcellona... proprio in un paese che ha visto realizzarsi le più alte vette nel dialogo fra le civiltà del Monoteismo abramico! Ci sentiamo particolarmente in sintonia con quanto scritto oggi dai Francescani di Assisi: Non un fatto estemporaneo ma frutto di anni di storia è l'Isis e tutto ciò che consegue, compreso il recente attentato di Barcellona. Di conseguenza è necessario, accanto ad un intervento immediato di soccorso e prevenzione, un lavoro culturale più profondo che richiede investimenti soprattutto nell'educazione (leggi l'articolo intero). Di Note ufficiali

I musulmani in Italia, così come i religiosi in generale, pur restando sempre disponibili ad ogni collaborazione anche con le Forze dell'Ordine, devono lavorare sempre di più per una lotta al radicalismo a lungo termine da un punto di vista culturale, educativo e intellettuale. Il fondamentalismo fa presa soprattutto dove c'è ignoranza della dottrina e della storia della civiltà islamica e del dialogo millenario con la civiltà occidentale. I francescani portano in questo senso un esempio concreto: "Proprio la cultura catalana ha in sé gli antidoti a tale ideologia di violenza e di morte continua il comunicato - Questo riferimento, come ricordato più volte dallo stesso arcivescovo di Barcellona, il cardinale Juan José Omella, è il maiorchino Raimondo Lullo". La figura di Lullo, profondamente cristiano e profondamente conoscitore della lingua araba e della tradizione islamica, conoscitore e traduttore dell'Islam a tal punto da definirsi "cristiano arabo", rappresenta solo uno dei tanti modelli eccellenti che mostrano la totale falsità storica dello scontro fra civiltà, che, come commentano i francescani, può essere solo uno "scontro fra ignoranze". Di fronte all'attualità che vorrebbe indurre molti a sposare le idee false dello scontro fra Islam e Occidente, sfruttiamo concretamente la riscoperta di figure come Raimondo Lullo, assieme al suo quasi contemporaneo San Francesco e di molti santi musulmani che con loro dialogavano (e che ancora oggi ispirano alcuni musulmani in Occidente). Non si tratta di riesumare solo il ricordo del passato, ma di rinnovare le profonde radici dell'Europa.

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ECONOMIA&AZIENDE

Veneto Banca, arrivano i rinforzi in tribunale. M5S: "Bene, ma questo sia solo l'inizio" Il 18 settembre è previsto a Treviso l'arrivo di Vincenzo Russo, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale ordinario di Potenza. In questo modo il pm Massimo De Bortoli potrà occuparsi del solo caso Veneto Banca. Il MoVimento 5 Stelle Veneto, che, lo ricorda nella sua nota che pubblichiamo, aveva chiesto al ministro della Giustizia Orlando proprio un rinforzo delle procure venete si dice solo in parte soddisfatto della notizia e, dalla voce dei parlamentari veneti presenti all'incontro, il capogruppo M5S al Senato Enrico Cappelletti, Federico D'Incà, Francesca Businarolo, Arianna Spessotto, Mattia Fantinati e dei consiglieri regionali del M5S ricorda le richieste fatte al ministro. Di Note ufficiali

"Abbiamo chiesto al ministro Orlando di completare l'intera pianta organica dei tribunali veneti. Da parte sua il ministro ci ha assicurato l'arrivo di cinque magistrati per la procura di Treviso, mentre ad oggi ne sta arrivando solo uno. Inoltre ci ha promesso entro novembre l'entrata in servizio di nuovo personale amministrativo dei tribunali, necessario a supportare il lavoro dei magistrati. Abbiamo chiesto, ed ottenuto la promessa, anche di massimo supporto tecnico informatico e piena disponibilità per ogni ulteriore esigenza e organizzazione del lavoro. Siamo quindi ancora molto lontani da una situazione soddisfacente, che possa assicurare giustizia per gli azionisti truffati nel caso delle banche venete e siamo convinti che solo grazie alle continue pressioni del M5S finalmente la procura a Treviso può contare su nuovo sostituto procuratore." Il consigliere regionale Simone Scarabel ricorda l'impegno ottenuto dalla Giunta in merito: "È stata approvata una mia mozione per istituire un pool di magistrati a sostegno delle procure venete e scongiurare il rischio prescrizione per gli oltre 3mila esposti da parte degli azionisti truffati dalle banche venete. L'arrivo di Russo è quindi da considerarsi solo un inizio. C'è

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ancora molto da fare per far decollare realmente l'inchiesta sulle banche venete".

FATTI / POLITICA

Nomadi a Laghetto, Forza Italia con Tosetto: "Assurdo che assessorati e Caritas non si parlino". Donazzan: prima i cittadini "Non è ammissibile che due famiglie di nomadi si accampino nottetempo e si insedino nell'area parrocchiale di Laghetto dove tra qualche settimana riprenderà l'attività dei gruppi giovanili e degli scout". Lo afferma nella nota che pubblichiamo il commissario provinciale di Forza Italia Matteo Tosetto sulla vicenda denunciata oggi dalla stampa locale. "C'è un serio problema di igiene (oltre che di ordine pubblico e di decoro) visto che le due famiglie di nomadi che si sono stabilite nel parcheggio vicino alla chiesa di Laghetto fanno i loro bisogni (come raccontano i cittadini) nell'area verde che viene utilizzata durante l'anno dai bambini e dai ragazzi della parrocchia", denuncia Tosetto (nella foto in bambini a Laghetto). Di Redazione VicenzaPiù

"L'assessore alla sicurezza Dario Rotondi dichiara che non si può intervenire perché le due famiglie sono residenti in un appartamento della Caritas Diocesana e perché i camper si trovano in un'area privata di proprietà della Parrocchia", sottolinea Tosetto. "Mi domando cosa aspetti Rotondi a coordinarsi con la Caritas e con la sua collega Isabella Sala per evitare che questo gruppo di nomadi che è stato "sfrattato" dai parcheggi della zona Ovest della città si insedi ora a Nord!" "I problemi vanno risolti alla radice", prosegue l'esponente di Forza Italia, " e se queste due famiglie hanno una residenza messa a disposizione dalla Caritas che abitino in quella casa!" "Per quanto riguarda la "gestione nomadi" è evidente che a Vicenza e nel Vicentino si debba riprendere in mano il problema da zero e con maggiore severità

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", continua Tosetto. Il pensiero va alle problematiche sorte in questi mesi estivi ad esempio a Tezze sul Brenta, Torri di Qurtesolo, Camisano Vicentino e anche a Marano Vicentino. "Sono convinto che si debba mettere in atto una strategia provinciale con il comune capoluogo che faccia da capofila nella gestione delle piazzole di sosta per i nomadi", aggiunge Tosetto, "e togliere al più presto dai parcheggi dei supermercati e dalla strada coloro che bivaccano con camper e roulotte". "E ancora ritengo che sia necessario necessario realizzare una rete tra i comandi delle polizie locali del Vicentino", prosegue il commissario di Forza Italia, "che periodicamente operi controlli sui nomadi stanziali e su quelli ancora in movimento e che verifichi di fatto il loro tenore di vita. Sarebbe più giusto ed equo realizzare una graduatoria a seconda delle possibilità di reddito: le piazzole stanziali sono per i più indigenti, mentre i più ricchi che si comprino la terra o che vadano in affitto sul mercato!", conclude Tosetto: "ma mai più nei parcheggi e sulla strada!" Sul caso di Laghetto che va ad alimentare una storia infinita di problematiche con i nomadi che penalizzano fortemente la città di Vicenza interviene a gamba tesa anche l'assessore regionale di Forza Italia Elena Donazzan: "Piuttosto di dar loro assistenza e addirittura la residenza, i nomadi andrebbero allontanati dalla città". E continua l'assessore forzista in seno alla Giunta regionale: "Chi vive di espedienti e non rispetta le regole non può trovare la sponda di istituzioni e associazioni. La Caritas farebbe bene a pensare ai tanti italiani in difficoltà, ai padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro, agli anziani che potendo contare soltanto su pensioni da fame non riescono a mettere assieme il pranzo con la cena". "Prima viene la nostra gente, prima degli altri e, a maggior ragione, prima dei nomadi", conclude Elena Donazzan, "che, fino ad oggi, hanno potuto fare in città il bello e cattivo tempo grazie al lassismo sul versante sicurezza dell'amministrazione comunale".

FATTI

Zaia: "prima Valeria, ora Luca: la mano assassina dei terroristi riporta il Veneto nel dolore e nel lutto" "Prima Valeria Solesin a Parigi, ora Luca Russo a Barcellona: il Veneto paga un altro tributo di sangue a un'orrenda guerra, combattuta in modo bestiale contro persone innocenti e inermi, una mattanza che sta insanguinando e deturpando il mondo". Sono parole di dolore quelle del Presidente della Regione Luca Zaia per i tragici fatti di Barcellona, il brutale e inumano attentato che ha drammaticamente coinvolto ancora una volta la comunità veneta.

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Di Note ufficiali

"Così come per Valeria, anche per Luca un momento di serenità e spensieratezza si è trasformato in morte - prosegue il Presidente -, una morte procurata da assassini terroristi che colpiscono indiscriminatamente, non attribuendo alcun valore alla vita umana". "Ho dato disposizioni perché le bandiere sui palazzi regionali siano poste a mezz'asta - conclude il Presidente - in segno di lutto per Luca, alla cui famiglia ci stringiamo con sincero affetto, assicurando che la Regione è a disposizione in caso di bisogno".

FATTI / POLITICA

Azzardo fattura 97 mld di euro, Raffaele Colombara chiede i dati su Vicenza ai Monopoli di Stato Conosciamo solo il fatturato dell'impresa-azzardo sull'intero territorio nazionale: 97 miliardi di euro, di cui 10 incassati dallo Stato. Lo scrive Raffaele Colombara, consigliere comunale di maggioranza e presidente della Commisione sociale particolarmente sensibile a queste problematiche, nella nota che pubblichiamo. I Monopoli dello Stato non vogliono farci conoscere la scomposizione di quei 97 miliardi sul territorio. Perché è importante conoscere questi dati? Senza conoscerli è impossibile ogni azione efficace e mirata a tutela di salute, ordine pubblico e sicurezza, beni primari messi in discussione da questa massa di denaro "legale" che investe le nostre città, travolgendo le vite di molti cittadini, creando gli enormi problemi che sono sotto gli occhi di tutti. Di Note ufficiali

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Per questo ieri ho inviato una richiesta ufficiale a Monopoli dello Stato (riprtat in fondo) per avere i dati precisi per Vicenza e per la provincia, come stanno facendo in questo momento altri amministratori di comuni italiani, in un'iniziativa coordinata da Vita.it. I dati non sono tutto, ma sono molto. Per questo vengono "custoditi" dai lobbisti, "difesi" dai loro stakeholder, persino manipolati da schiere di esperti nelle loro presentazioni all'opinione pubblica. A volte, pare che questi dati parliamo dell'azzardo online - siano stati addirittura ceduti a privati che li hanno usati per attività di neuromarketing, ossia per incrementare il business. Quando capisci che nel bar sotto casa o nella sala vlt all'angolo circolano milioni di euro, magari in un area di poche migliaia di abitanti, qualche domanda te la poni. Ecco, quella domanda è tutto. Il resto è fumo negli occhi. In attesa della risposta dei Monopoli dello Stato

Alla cortese attenzione della Vice direzione Generale - Area Monopoli e dei competenti uffici interni OGGETTO: Istanza di accesso generalizzato (Foia) - Rendiconto dei dati sulla raccolta monetaria per tipologia di gioco, suddivisi per provincia, per l'anno 2015 e 2016 Il sottoscritto Raffaele Colombara, nato a Lonigo (VI) il 03/09/1963, residente a Vicenza, in qualità di Consigliere Comunale del Comune di Vicenza CHIEDE ai sensi dell'art. 5 comma 2 del D. Lgs 33/2013, come modificato dal D. Lgs 97/2016 l'accesso e l'invio di copia elettronica dei seguenti documenti: 1) La dichiarazione e il rendiconto dei dati sulla raccolta monetaria per tipologia di gioco per l'anno 2015 e 2016 relativamente al proprio comune e alla propria provincia. 2) per ciascuna tipologia, chiede inoltre l'ammontare: a) della quota trattenuta che va ai concessionari; b) della quota trattenuta che va all'Erario;

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3) raccolta monetaria relativa al Comune di Vicenza e alla Provincia di Vicenza; 4) stessa richiesta per il gioco on line: a) suddivisione per tipologia; b) dati raccolta su provincia e comune. Si prega di oscurare ogni dato personale ulteriore rispetto ai nominativi (e.g. indirizzi, recapiti telefonici, estremi bancari) in quanto non oggetto della richiesta. Inoltre, qualora si ritenga che alcune informazioni ricadano nell'ambito di applicazione dei limiti definiti dall'art. 5-bis, si prega di oscurare tali sezioni (motivando la decisione come previsto dall'Art. 5.6) e di garantire l'accesso al resto del documento come previsto dall'art. 5-bis, comma 4, secondo alinea. Ai sensi dell'art. 18-bis, comma 1, Legge n. 241/1990 si resta in attesa del rilascio immediato della ricevuta che attesti l'avvenuta presentazione dell'istanza completa di tutti i contenuti. Cordialmente Raffaele Colombara Consigliere Comunale Presidente Commissione Sociale Comune di Vicenza

FATTI / POLITICA

Allestimento Basilica Palladiana per Van Gogh bocciato da Soprintendenza, Daniele Ferrarin di M5S: chiare carenze di Jacopo Bulgarini D'Elci anche per prescrizioni Unesco La richiesta della Soprintendenza alle Belle Arti di sospendere i lavori per l'allestimento della mostra su Van Gogh in Basilica Palladiana organizzata da una struttura privata, scrive nella nota che pubblichiamo Daniele Ferrarin, Portavoce consigliere comunale M5S Vicenza, è l'ennesima riprova che l'Amministrazione Comunale, in particolare l'Assessore competente Jacopo Bulgarini D'Elci, è incapace di gestire il patrimonio pubblico secondo le prescrizioni previste dall'Unesco. Già in occasione della precedente mostra il Ministro dei Beni Culturali On. Franceschini si era soffermato

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sull'allestimento particolarmente invasivo rispetto all'armonia architettonica del contesto Palladiano. Di Note ufficiali

Il curatore della mostra in una sua dichiarazione ha precisato: "La temperatura interna della Basilica non è a norma per ospitare opere di grande valore, quindi è necessario posizionare degli impianti idonei per portare nei limiti previsti temperatura e umidità". Ma qual' è il prezzo - non solo economico - da pagare per raggiungere l'obbiettivo? Il "consumismo" culturale in atto a Vicenza deve trovare un momento di riflessione comune tra i vari soggetti impegnati sul nostro territorio con la costituzione di un tavolo permanente di confronto. La Soprintendenza e il CISA, esclusi da ogni forma di coinvolgimento sulle scelte adottate per l'allestimento della mostra programmata, in questa occasione hanno alzato la "testa", memori anche della particolare attenzione dell'UNESCO nei confronti delle politiche di gestione del territorio vicentino nel contesto Palladiano da parte dell'attuale Giunta. Altra cosa da chiarire è come mai le precedenti mostre non siano state oggetto di monitoraggio da parte della Soprintendenza e del CISA., ma solamente ora dopo l'"ispezione" da parte del braccio operativo dell'Unesco.

FATTI / POLITICA

Scomparsa di Luca Russo, Mara Bizzotto della Lega Nord: è una tragedia per tutta la nostra terra, fermiamo la folle violenza del terrorismo islamico Nella nota che pubblichiamo prende posizione sulla tragedia di Barcellona, che ha coinvolto anche un giovane bassanese falcidiato dal van dei terroristi sulle ramblas, l'europarlamentare bassanese della Lega Nord Mara Bizzotto. "La tragica scomparsa del giovane bassanese Luca Russo - afferma Bizzotto - nell'attentato terroristico di Barcellona tocca da vicino e nel profondo tutti noi e tutta la nostra comunità. Oggi tutto il Vicentino, il Veneto e l'Italia piangono la

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scomparsa di un bravo ragazzo figlio della nostra terra, barbaramente ucciso dalla folle violenza del terrorismo islamico che sta insanguinando le nostre città"Di Note ufficiali

"Nello stringerci attorno alla famiglia Russo, alla fidanzata Marta e a tutti gli amici del povero Luca - continua l'europarlamentare della Lega Nord , noi tutti abbiamo il dovere morale di fermare, con ogni mezzo e con ogni strumento, questi terroristi islamici che vogliono la nostra morte e la distruzione della nostra civiltà e della nostra libertà. Lo dobbiamo a Luca e a tutte le vittime innocenti: il terrorismo islamico non vincerà!".

FATTI / POLITICA

Ulteriori tagli ai servizi per i disabili nella Ulss 8 di Vicenza, Vittorio Corradi: mancano volontà e concertazione Dopo la sua lettera sui "vaccini", la cui mancata assunzione è un rischio per i disabili che non possano vaccinarsi direttamente vista la loro conseguente maggiore debolezza nei confronti delle malattie connesse, Vittorio Corradi, presidente Sezione A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici Onlus) San Bortolo di Vicenza, torna con un intervento sugli ulteriori tagli ai servizi per i disabili nella Ulss 8, quella di Vicenza. Parlando di disabilità, come al solito il bilancio ULSS approvato dalla Conferenza dei Sindaci contiene tagli. La difficoltà di mantenere in piedi i servizi diurni (CEOD) e dare spazio alla lista di attesa pare non sia tra le priorità di Salvatore Barra, il nuovo direttore servizi sociali della ULSS Berica. Inoltre la non concertazione con le associazioni, la mancanza di risposte ai quesiti posti ci fa tornare indietro di parecchi anni.

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Di Citizen Writers

Con Giovanni Giuliari prima e Isabella Sala dopo le associazioni avevano impostato una fattiva collaborazione che si è interrotta da più di un anno con la rivoluzione voluta dalla Regione con l'azienda zero. Il suggerimento di attivare corsi di Formazione Professionale per i disabili che escono dalla scuola dell'obbligo non è stato nemmeno preso in considerazione. Infatti si potrebbero liberare risorse visto che la "patriotta" regionale ( Elena Donazzan, ndr) non ha difficoltà ad avere fondi europei. Forse non vi è ancora una base elettorale favorevole? Resta il fatto che la proposta la facemmo anni fa e non ebbe seguito. Come al solito le cose semplici e ovvie non trovano spazio. Il Presidente Sezione A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici Onlus) San Bortolo di Vicenza Vittorio Corradi

Gent.ma dott.ssa Isabella Sala Presidente Tavolo Area Disabilità Distretto EST - ULSS 8 Berica Egregio Prof. Luca Cavinato Presidente Comitato dei Sindaci Distretto EST - ULSS 8 Berica Egr. dott. Salvatore Barra Direttore Servizi Sociali ULSS 8 Berica Ai Componenti Tavolo Area Disabilità Distretto EST - ULSS 8 Berica Egr. dott. Mauro Burlina Responsabile U.O.S. Disabilità ULSS 8 Berica Vicenza, 24 giugno 2017 Oggetto: TAVOLO DISABILITA' 26 giugno 2017

Si comunica con la presente che la nostra Associazione (A.I.A.S. Sezione San Bortolo - Vicenza) non intende partecipare all'incontro di cui all'oggetto. Siamo molto amareggiati quanto descritto nelle diapositive presentate nella scorsa riunione (clicca qui). Non vi sono proposte innovative né previsioni di

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nuovi servizi ma solo azioni di riequilibrio con la tendenza alla diminuzione delle risorse. Riteniamo che aver interrotto il Tavolo di concertazioni con i Sindaci dei Comuni da più di un anno, non certo per colpa nostra ma della Burocrazia infinita, sia stato un grave errore. Non intendiamo partecipare a nessun tipo di avallo di un Bilancio Sociale che non parte mai dai bisogni, dalle liste di attesa, dai servizi utili alle persone con disabilità e delle loro famiglie, ma dalle risorse disponibili che sono sempre meno. Non abbiamo colto nei vari interventi la volontà di ricercare nuove formule di di risparmio se non quelle della riduzione di quello che c'è.

FATTI / AMBIENTE

L'Onda assassina di Refrontolo, Dna Rinascimenti alle Pro Loco: non siete voi gli assassini Cari Parenzo e Telese, la notizia pubblicata nella prima Pagina de "La Nuova Venezia" dello scorso 9 agosto 2017, che vedete di seguito, ci ha spinto a dedicare il n. 21 di DNA Rinascimenti - 2017 ad una drammatica storia iniziata a Refrontolo, in provincia di Treviso, con 4 morti e 20 feriti nella notte del 2 Agosto 2014. DNA RINASCIMENTI è un informale periodico televisivo da noi realizzato gratuitamente in collaborazione con le associazioni ambientaliste del Veneto, divulgato a mezzo You Tube, ogni volta che il Territorio Veneto ed i suoi abitanti sono oggetto di scelte e di eventi dissennati e dolorosi ... come il Mose, la Pedemontana Veneta, I Pfas in Val d'Agno, le Grandi Navi in Laguna di Venezia. Di Citizen Writers

Come gli spargimenti, a piene mani, di veleni d'ogni tipo nelle ARIE, nelle ACQUE, in tutti i TERRITORI della ex Repubblica Serenissima... Abbiamo voluto sintetizzare la storia di "UN'ONDA IMPROVVISA. ASSASSINA" nel breve documentario che potete vedere qui e nel complementare testo scritto che proponiamo qui anche a voi.

Il LIERZA, un corso d'acqua torrentizzio nelle "Colline del Prosecco", lungo appena 19,5 Km. , il 2 agosto 2014, ha fatto 4 morti e 20 feriti. Dai Giudici trevigiani ci si attende una sentenza, esemplare per tutte le Regioni Italiane, su cause e responsabilità delle devastazioni territoriali, mancate sicurezze e mortali nocività delle acque Venete... Oggi quella storia ha progressivamente preso una piega degna del miglior

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KAFKA... nella quale i Veneti più svegli si domandano : "Ma davvero è possibile che La Pro Loco di Refrontolo possa essere ritenuta se non mandante, uno dei principali responsabili dei dolorosissimi delitti commessi e il Torrentello Lierza lo spietato Killer esecutore ?" Noi riteniamo che questa storia debba essere conosciuta a livello nazionale ed internazionale perchè emblematica di quanto i VENETI, gli ITALIANI... gli EUROPEI e tuttI gli UMANI dotati del bene dell'intelletto abbiano necessità di URGENTI e RADICALI RINASCIMENTI ... anche di carattere giudiziario ... se vogliono salvare i loro rispettivi territori e tutto il PIANETA TERRA dalla violenta , crescente FRENESIA CONSUMISTA - AUTODISTRUTTIVA in atto... Confidiamo in una vostra pronta collaborazione. Ovviamente tutti i nostri materiali televisivi e tutte le nostre documentazioni e collegamenti territoriali sono completamente, gratuitamente a vostra disposizione... Massimo Marco Rossi, Gianluigi Salvador, Osvaldo Piccolotto

FATTI / POLITICA

Terrorismo islamico, Mara Bizzotto della Lega Nord: "Stop immigrazione islamica di massa e giro di vite su moschee e loro finanziatori" "Tutto il Bassanese, il Vicentino e il Veneto sono sconvolti per la drammatica scomparsa del giovane bassanese Luca Russo nell'attentato di Barcellona. Per la nostra comunità si tratta di un dramma immenso e ci stringiamo tutti attorno al dolore della famiglia Russo e della fidanzata Marta. Oggi ancora più di prima, dopo che siamo stati toccati da questa grande tragedia, abbiamo il dovere di reagire e di sconfiggere la barbarie del terrorismo islamico con qualunque mezzo. Perché, come ci dimostra la tragica morte di Luca, siamo tutti sotto attacco e siamo tutti potenziali vittime di uno nemico infame che si chiama fondamentalismo islamico". Lo dichiara l’europarlamentare bassanese della Lega Nord Mara Bizzotto nella nota che pubblichiamo. Di Note ufficiali

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"Un nemico - aggiunge Bizzotto - che ci ha dichiarato guerra dentro casa nostra e dentro le nostre città, perché qualcuno, in Italia e in Europa, lo ha colpevolmente fatto entrare! Per questo bisogna agire subito all'insegna della tolleranza zero, prima che queste belve islamiste possano seminare morti ed orrore anche in Italia: stop all'immigrazione islamica di massa, no all'apertura di nuove moschee, controlli serrati e a tappetto nei centri di culto islamici, espulsione immediata per i predicatori d'odio e per tutti i sospettati fiancheggiatori dell'estremismo islamico"

ECONOMIA&AZIENDE

Oltre ai 7 indagati per la BPVi la GdF ha sottoposto ai pm altri 4 possibili responsabili: Andrea Monorchio, Roberto Zuccato, Franco Miranda e Maria Giovanna Dossena: qui il documento

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Pubblicato il 16 agosto alle 23.44, aggiornato il 20 alle 15.18. In un mese, quello di agosto, in cui pure tutto si ferma appare, comunque, snervante lo stop delle procure e dei tribunali interessati ai due flop della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, che stanno mettendo in difficoltà, a voler usare un eufemismo, soprattutto due delle province più vitali del Veneto, Vicenza e Treviso. Torneremo a breve sugli atteggiamenti per le indagini su Veneto Banca di Vincenzo Consoli & c. della Procura di Roma, abbastanza rapida a chiudere le sue indagini lasciandone, però, una parte non irrilevante, magari anche in relazione alla messa in liquidazione coatta amministrativa della ex Popolare montebellunese, alla procura di Treviso, che ora appare impreparata, e sulla più lunga fase che ha preceduto la chiusura delle indagini sulla BPVi di Gianni Zonin & c., sia pure aperte, come ha dichiarato esplicitamente il procuratore aggiunto Orietta Canova, a ulteriori sviluppi determinati proprio dalla situazione nuova della della BPVi in LCA. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Un dato, comunque, è facilmente rilevabile in quanto è stata una costante la determinazione di Roma nel voler perseguire un numero consistente dei vertici montebellunesi individuando 14 possibili responsabili, Vincenza Consoli, Flavio Trinca e sindaci inclusi, tra cui il vicentino Diego Xausa dello studio Adacta, mentre Vicenza è stata molto più "parca" escludendo completamente responsabilità dei sindaci e notificando la chiusura delle indagini a "solo" 7 indagati come se gran parte degli altri membri del cda, per non parlare in entrambi i casi dei revisori, fossero lì a far tappezzeria. Ma se i 7 indagati sono l'ex presidente Gianni Zonin, l'ex direttore generale Samuele Sorato, Giuseppe Zigliotto, Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta, Paolo Marin e Massimilano Pellegrini siamo in grado di proporvi un elenco di "possibili" responsabili più esteso pubblicando la parte conclusiva delle 196 pagine della Informativa finale della Guardia di Finanza di Vicenza, a cui si sono "appoggiati" per le indagini i pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi. Nelle 26 pagine in cui il nucleo agli ordini del Col. Vincenzo Sciaraffa, Comandante Provinciale della GdF, e del Ten. Col. Fabio Dametto, indica le responsabilità degli indagati ai pm, che poi hanno il compito e il potere di

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decidere a quali notificare la chiusura delle indagini per il possibile procedimento penale successivo, compaiono, infatti, come possibili autori di reati per la GdF anche altri 4 membri del Cda come uno dei due vice presidenti, l'influente ex ragioniere dello stato Andrea Monorchio, l'ex presidente di Confindustria Vicenza e, poi, di quella del Veneto, Roberto Zuccato, l'ex presidente di Confartigianato Vicenza Franco Miranda, e della consigliera Maria Giovanna Dossena. Come già fatto per gli interrogatori di Gianni Zonin e Samuele Sorato, pubblichiamo, quindi, qui il documento in cui sono individuate le possibili responsabilità dei 7 indagati ufficiali e degli altri 4, per ora almeno non coinvolti nei procedimenti futuri, così com'è per darvi modo di leggerlo senza che i commenti nostri o altrui, che pure vi presenteremo in futuro, "inquinino" il vostro personalissimo giudizio e, soprattutto, per dare un'informazione completa su quanto emerso finora dalle indagini vicentine.

FATTI / POLITICA

Turismo estero: per ricerca Unicredit - Tci Veneto top in Italia. Zaia: vincono operatori e squadra, con più autonomia faremmo meglio "Il Veneto possiede un patrimonio inestimabile da offrire al turista mondiale, ma senza la professionalità, l'intraprendenza, la voglia di investire nonostante i tempi difficili, il coraggio di rischiare dei nostri imprenditori, questi risultati non sarebbero arrivati. Il Veneto è squadra compatta anche su un terreno difficile come l'incoming turistico, e quindi vince". Lo dice nella nota che pubblichiamo il Presidente della Regione Luca Zaia, commentando i lusinghieri risultati ascritti al turismo veneto all'interno del Rapporto sul turismo 2017, realizzato da Unicredit in collaborazione con il Touring Club Italiano, che pone l'offerta regionale al primo posto in Italia per numero di presenze, con dati due-tre volte superiori a competitors come Sicilia e Campania, e per la capacità attrattiva del turismo straniero, con un fatturato che, da solo, è equiparabile a quello dell'intero sud Italia (oltre 5 miliardi). Di Note ufficiali

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"L'impresa turistica veneta - aggiunge il Governatore - gestisce un'offerta vastissima, che va dal mare alla montagna, dal lago alle terme, dalle città d'arte ai parchi naturali, dai piccoli borghi storici alle offerte culturali. Sembra facile vincere con tante frecce al proprio arco, ma non lo è: serve spirito di squadra e grande capacità di valorizzare le diversità territoriali". "Sono convinto - aggiunge il Presidente - che sia possibile fare ancora meglio in futuro: basti pensare a quale sviluppo si potrebbe puntare se solo rimanessero in Veneto, in questo caso agli operatori turistici, i miliardi di tasse che oggi volano verso Roma senza più tornare indietro e se potessimo liberarli dei lacci odiosi della burocrazia nazionale che dovunque tocca soffoca e basta". Per il turismo veneto il 2016 è stato l'anno dei record, con 17,9 milioni di arrivi e 65,4 milioni di presenze, ma potrebbe essere battuto dal 2017. Lo dicono le stime sul primo semestre del corrente anno realizzate dal Sistema Statistico Regionale, confrontate con i dati dello stesso periodo del 2016 che, per le categorie degli alberghi e dei campeggi, indicano un aumento dell'8,3% degli arrivi e dell'8,1% delle presenze, con più 9% e più 7,2% per gli italiani e con più 7,8% e più 8,3% per gli stranieri. Tra i settori, è il mare a fare la parte del leone negli arrivi, con un più 19,7% rispetto a gennaio-giugno 2016, con le terme a più 7,9%, le città d'arte a più 7,2%, il lago a più 4,3% (ma dopo un vero e proprio boom nel 2016), la montagna a più 3,5% con un significativo recupero di arrivi stranieri. Nelle tipologie ricettive, gli alberghi sono cresciuti del 7,5% negli arrivi e del 6,0% nelle presenze; i campeggi (o centri vacanze) fanno addirittura segna più 17,3% negli arrivi e più 16,2% nelle presenze. Elaborata anche una stima sulla Germania, il più importante mercato del turismo veneto.. Sempre nel primo semestre (gennaio giugno) del 2017 hanno fatto registrare 4,8 milioni di presenze, contro i 4,2 milioni dello stesso periodo del 2016. Nel primo semestre 2017 le loro presenze sono aumentate del 12,9% e gli arrivi del 9,9%.

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

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Per Visco il liquidatore BPVi diventa... Viola. Vicenza, la madre di tutte le anomalie bancarie Che a Vicenza le anomalie, chiamiamole così, siano di casa per lo meno in ambito (ex) bancario è un dato di fatto dopo l'era fallimentare, in senso purtroppo letterale, contraddistinta da Gianni Zonin, che, dopo 36 anni nel cda della Banca Popolare di Vicenza di cui 20 da presidente, è convinto e vuol convincere dell'anomalia di non sapere nulla di quanto combinassero alle sue spalle, e purtroppo a carico di 118.000 risparmiatori soci, altri dirigenti e, nell'ultimo periodo, quell'intelligenza diabolica che risponde al nome di Samuele Sorato. Era caratterizzata, ecco la seconda stranezza dai (finti?) peones del presidente che in molti, tutti esimi e ben pagati membri del cda, si dichiarano inconsapevoli di quello che votavano per pura e fideistica fiducia nel presidente "maximo". Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

E sono così credibili che i pm, sorvolando sulle presunte responsabilità per legge dei cda e dei sindaci in maniera solidale fra di loro, un vecchio principio della giurisprudenza, su molti consiglieri e sindaci, per non paralre dei revisori della KPMG, neanche indagano su di looro, per lo meno per quello che se ne sa. Se, quindi, alla fine Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, dei componenti dei vari Cda portano all'attenzione dei giudici solo l'ex presidente, Giuseppe Zigliotto e Sorato, soprattutto quel suo "pezzo" per qualche mese membro del cda come Ad, i pm di Vicenza non tengono conto per possibili procedimenti penali, come loro lecito potere, sia ben chiaro, delle indicazioni della Guardia di Finanza, che, operando da Polizia giudiziaria, verbalizzava le presunte responsabilità di altri 4 membri dell'ultimo cda e cioè Andrea Monorchio, Roberto Zuccato, Franco Miranda e Maria Giovanna Dossena.

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Questa decisione, per altro, riduce la, presumibile, "irritazione" di alcuni altri nomi illustri che sono stati così sviliti nella loro importanza da non essere neanche sfiorati dall'indagine neanche fossero degli insignificanti, anche se, ricordiamolo, sempre ben pagati, Avatar di Via Btg. Framarin. Parliamo di "signori" come Marino Breganze, ex vice sempre e ovunque ( Fondazione Roi docet) di Zonin oltre che presidente di controllate, come Banca Nuova, di Matteo Marzotto, uomo di Fiere... origini, Luciano Vescovi, ex vice di Banca Nuova e ora presidente di Confindustria Vicenza, Fiorenzo Sbabo, ex presidente di Apindustria prima di farsi ammaliare anche lui dalla madre di tutte le associazioni, e di tanti altri mmbri della Vicenza che conta... i suoi interessi. Ma non finiscono con la messa in liquidazione coatta amministrativa della BPVi le anomalie della Vicenza bancaria, così amata in passato dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco e dal suo Capo della Vigilanza Carmelo Cantagallo da farli stravedere per lei e infierire sulle banche, Veneto Banca e Banca Etruria in primis, che rifiutassero il suo abbraccio mantideo (lo dicono che non fosse "normale" quell'amore sempre più commentatori di sempre più fatti). Quelle anomalie non hanno accennato a diminuire neanche dopo la "morte" della Popolare vicentina ma l'anno accompagnata come certi movimenti, gli ultimi sussulti, che precedono il definitivo rigor mortis. Se, infatti, per tanti (quasi tutti?) è stato anomalo vedere un ex amministratore di una società nominato tra i suoi liquidatori oggi questa anomalia è ancora più pesante, in primis, pensiamo per il commissario liquidatore di BPVi e Veneto Banca Fabrizio Viola, che abbiamo intravisto come onesto Ad della ex Popoalre vicentina e solerte presidente del Comitato strategico di quella montebellunese, prima della bocciatura del progetto condiviso con Gianni Mion per il fallito salvataggio delle due banche venete. È più pesante questa anomalia, e non vorremmo che prima o poi venga sollevata nelle sedi della liquidazione magari per controversie che lo possano vedere in conflitto di interessi, visto che Fabrizio Viola è interessato, come ex Ad di Monte dei Paschi di Siena, l'altra grande falla dei nostro sistema bancario, insieme all'ex presidente Alessandro Profumo, a un procedimento penale per aggiotaggio e falso in bilancio aperto a Milano per come sono stati rappresentati nel bilancio di MPS i famosi due derivati Santorini e Alexandria per i quali il procedimento a monte riguarda Giuseppe Mussari e gli ex vertici sui derivati Alexandria e Santorini. Perchè, la domanda è d'obbligo, Ignazio Visco, a cui competeva la nomina sia pure dandone preventiva "informazione" al ministro Pier Carlo Padoan, che pochi mesi prima aveva sollevato, si dice su ordine di Renzi, Viola da Mps per un altro fallito salvataggio, ha inserito nelle due terne di commissari liquidatori delle venete Fabrizio Viola? Urge una risposta perchè l'attuale liquidatore ai vertici di entrambe le banceh prima della loro morte (per banchicidio europeo?) non debba, oltre che esserlo di nome, diventare di fatto...Viola di imbarazzo o, peggio, di vergogna per dover fare o garantire qualcosa di meno che trasparente.

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Per chi e perchè? I soci rimasti senza il becco di un quattrino devono saperlo anche per essere certi che, dopo la vendita per un euro del buono delle due banche, i liquidatori facciano con equità e trasparenza tutto quello che va fatto per tutelare loro e la legge. Senza che nulla, del passato remoto e recente, venga nascosto visto che a giocare a nascondino a Vicenza c'è già Gianni Zonin.

FATTI / POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Fondazione Roi: dopo atti ricevuti da Regione Veneto e interrogatori di Gianni Zonin la nuova richiesta di VicenzaPiù a Ilvo Diamanti e al cda Roi: non nascondete i documenti! Pubblicato il 20 agosto alle 22.45, aggiornato il 21 alle 3.00. Abbiamo raccolto le motivazioni delle domande più volte fatte al vecchio e, poi, al nuovo cda della Fondazione Roi, domande sempre caratterizzate dall'assenza di risposte con, addirittura, la sfrontatezza di non dare riscontro alcuno alle Pec inviate, sfrontatezza che non dovrebbe essere propria di chi nulla avesse da nascondere e di chi che sa di dover rispondere alla città. Abbiamo, quindi, inviato una nuova Pec a tutto il Cda con le motivazioni aggiornate dopo aver avuto dalla Regione Veneto, che ha compiti di controllo sulle Fondazioni, il riconoscimento di aver diritto alla documentazione, che per quanto in suo possesso abbiamo già ricevuto. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

E l'abbiamo inviata, non solo dopo gli interventi in Regione di Sergio Berlato di FdI An e di Manuel Brusco per M5S e quelli, in Regione e in Comune, della pentastellata Liliana Zaltron, ma, soprattutto, dopo aver pubblicato sia

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gran parte di quanto ottenuto dagli uffici regionali sia gli interrogatori pertinenti alla Roi dell'ex presidente della Fondazione e della BPVi, Gianni Zonin, Speriamo che come uno degli ultimi atti di sua competenza, prima che lo statuto venga riscritto da chi di dovere dopo la "scomparsa" della Banca Popolare di Vicenza, che ne era il fulcro decisionale così tanto che Zonin ha definito nei suoi interrogatori, sia pur illecitamente, la Fondazione come " un'emanazione della banca", il presidente Ilvo Diamanti e tutti i membri del Cda, responsabili solidalmente con lui, dia una risposta e consegni la documentaziione che sola farà capire quanto è realmente avvenuto tra le mura, e fuori quelle mura, di Contrà S. Marco 37... Grazie Il direttore

Spett.le Fondazione Roi c.a Presidente Ilvo Diamanti e Vice Presidente Andrea Valmarana, mons. Francesco Gasparini, Giovanni Carlo Federico Villa, Giovanna Vigili de Kreutzenberg Rossi di Schio con preghiera di trasmissione ai due consiglieri del Cda assenti tra i destinatari e cioè Emilio Alberti, in quanto la sua mail non è nota allo scrivente, e Giovanna Grossato, in quanto la sua mail dà errore di ricezione. c.c. Studio Prof. Avv. Renato Ellero e avv. Marco Ellero Per aggiornarvi direttamente su taluni aspetti del caso della Fondazione Roi, che negli interrogatori dei pm di Vicenza a Gianni Zonin, da noi pubblicati, in quanto atti pubblici, su VicenzaPiu.com, nella parte che riguarda la Fondazione Roi e gli acquisiti ripetuti di azioni della BPVi, di cui era presidente, il vostro ex presidente testimoniava, premetto tra l'altro che - era stato il Consiglio della Roi, in cui c'erano lui, Marino Breganze, Divo Gronchi, appunto, e Elisa Avagnina, direttore pro tempore dei Musei Civici, ad aver dato «incarico a Gronchi di individuare i "migliori investimenti" per la Fondazione..." aggiungendo, poi, che «le operazioni di acquisto sono state una iniziativa collettiva del Consiglio della Fondazione, condivisa da tutti e tre (ed anche dal quarto membro)...» - la FONDAZIONE ha partecipato anche agli aumenti di capitale 2013 e 2014. "Il patrimonio della FONDAZIONE ROI ammontava, all'inizio della mia presidenza, a circa 80 mln di euro, suddiviso tra immobili e titoli Non sono in grado di riferire il precedente impiego delle risorse impiegate dalla FONDAZIONE per gli acquisti e sottoscrizioni di azioni BPVi compiute nel corso degli anni" (cosa questa verosimilmente non veritiera in quanto prima della morte del fondatore non risultano dai docuemnti finora in nostro possesso importi investiti in azioni visto che il marchese Roi aveva conferito due titoli BTP da 50 milioni di lire cadauno e, come era logico, l'investimento in titoli riguardava solo Buoni del Tesoro poliennali, vale a dire titoli di Stato a lunga scadenza)

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Ciò premesso sia come giornalista direttore di VicenzaPiu.com e come denunciato, in tale veste, dal vostro ex presidente con una rihiesta di danni milionaria, dopo aver avuto il riconoscimento da parte della Regione Veneto, che ha compiti di controllo sulle Fondazioni, del diritto ad ottenere gli atti della Fondazione Roi, in quanto portatore di specifici interessi, dopo aver ricevuto dalla stessa gli atti relativi presenti per legge nel suo archivio, sono a chiedervi, dopo averlo fatto varie volte senza mai avere la dovuta risposta, il completamento della documentazione richiesta e cioè

1. le relazioni e le note tecniche allegate ai bilanci (sono un obbligo di legge) 2. i verbali di tutte le riunioni dei Cda e le relative relazioni dei sindaci 3. l'inventario di tutto il patrimonio all'atto della morte del marchese Giuseppe Roi oltre quello già consegnato dalla Regione in risposta alla mia richiesta, cioè l'elenco dei beni conferiti dal fondatore all'atto della costituzione visto che è evidente che alla morte del marchese Roi altri beni sono venuti alla Fondazione 4. la documentazione da cui risulti quando per quali importi, con quali modalità e da chi sono stati comprati (o sottoscritti) i titoli della Banca Popolare visto che sulla stampa è apparso il ragionevole dubbio che amministratori della banca vendessero e contemporaneamente facessero acquistare i titoli alla Fondazione. Sicuro che il nostro interesse, personale, civico e giornalistico non possa non coincidere con la vostra affermata e doverosa volontà, civica e legale, di fare chiarezza sul passato da cui non può prescindere il presente e il futuro, attendo quanto prima un riscontro positivo alal presente richiesta e ringrazio cordialmente per l'attenzione. Giovanni Coviello Direttore responsabile VicenzaPiù, VicenzaPiu.com e VicenzaPiu.tv Amministratore Media Choice srl (editore testate suddette)

ECONOMIA&AZIENDE

Elena Zambon: superato il centenario, l’azienda farmaceutica cambia pelle e gli azionisti fanno solo gli azionisti Superato il centenario, l'azienda farmaceutica cambia pelle: sempre più specializzata nelle malattie gravi come il Parkinson e sempre più internazionale. Con un vertice completamente nuovo dove gli azionisti fanno solo gli azionisti Si può ben dire che sia stata una nuova partenza. Elena Zambon lo sostiene ogni volta che può

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che le aziende occorre riconquistarsele. Lo dice come presidente di Aidaf, Associazione delle aziende familiari che guida dal 2013. E non può non praticarlo per l'azienda della sua famiglia, Zambon, 713 milioni di euro di ricavi nel 2016, l'anno che ha segnato - appunto quello che lei definisce «l'inizio di un rinnovato cammino». Di Rassegna Stampa

In concreto cosa significa? «Tre cose, l'una conseguente all'altra. La prima: essere sempre di più un gruppo specializzato nelle patologie severe come il Parkinson o la fibrosi cistica, che colpiscono molte persone nel mondo. La seconda: diventare un gruppo globale puntando anche sugli Stati Uniti, dove i frutti della ricerca vengono riconosciuti, e sui pharma emerging markets, ovvero Cina, Brasile, Colombia e Messico dove da lungo tempo siamo già presenti. L'ultima: triplicare le dimensioni in dieci anni, anche grazie ad acquisizioni...» ...State trattando? Con chi? «Abbiamo trattative in corso, sì. Ma sono informazioni sensibili essendo con realtà quotate. Aspiriamo a raddoppiare il nostro fatturato nei prossimi dieci anni riducendo sempre più il peso del mercato italiano già contenuto. Abbiamo appena approvato il pia- no strategico in consiglio di amministrazione. Naturalmente il nostro head quarter, la testa, resterà in Italia». Avete rinnovato tutto il vertice. «È stato necessario per il cambiamento che abbiamo in mente. Dall'anno scorso abbiamo un nuovo amministratore delegato, Roberto Tascione, e anche una prima linea completamente diversa. In parallelo, abbiamo rafforzato funzioni centrali essenziali». Avete anche creato uno «strategie board» che affianca il cda. Perché? «Ci aiuterà a fare le scelte migliori. Abbiamo ambizioni di grande respiro, ma veniamo da una solida tradizione. Già nell'83 Zambon aveva una forte presenza di manager non familiari nei ruoli centrali e negli stessi anni aveva aperto il proprio cda ad amministratori indipendenti come Marco Vitale, o Paolo Pagliani ex ceo di Bayer Italia che divenne poi anche presidente di Zambon. Ancor prima, nella generazione dei fondatori, in cda c'era anche un amico competitor, Emilio Ghirardi fondatore della Simes. Anche se poi, curioso il destino, divenne pure il con- suocero di nostro nonno e fu per anni anche lui presidente di Zambon».

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Vi siete dati un modello americano. «Il vantaggio della cultura americana, che ho potuto conoscere e vivere da vicino anche professionalmente in Citibank nel periodo di massimo splendore, è che ha un sistema di regole intelligenti e non rigido. Una responsabilità della famiglia proprietaria è capire quando si può rischiare quella certa mossa, come abbiamo fatto ripensando a tuttala prima linea. Un uomo da solo oggi non può farcela». Nemmeno se è la proprietà? «Ancora meno. E non solo perché co- me famiglia siamo per la separazione assoluta tra i ruoli: se ti fai prendere dal day by day sei meno lucido nel vedere la prospettiva strategica e il tuo ruolo di azionista. Ma anche perché per quanto uno si sforzi di voler essere dall'altra parte col management, non può mai esserlo davvero: il linguaggio di azionista e manager è diverso». In che senso? «Ho iniziato una carriera fuori dal- l'azienda di famiglia e forse mi ero illusa che questo mi potesse permettere anche di capire meglio che cosa significa essere dirigente, sentendomi dal- la parte del management. Non è così. Se io dico una cosa sbagliata, tutti eseguono perché sono l'azionista. Insomma, la separazione tra azionista e management deve essere netta, anche quando un azionista ha esperienze e competenze manageriali». Non è facile essere manager in una impresa di famiglia. «Tra azionista e top management serve un patto di fondo: dirsi sempre la verità. Altrimenti come imprenditori si rischia di diventare autoreferenziali. È il motivo per cui il cambio generazionale va pensato in tempo utile lasciando tutte le cariche». Lei che cosa farà? «Spero di avere la lucidità di lasciare a 65 anni e ritirarmi per dare spazio ad altri, che a loro volta ripensino l'azienda rinnovandola per tenere il passo coi cambiamenti e le novità del proprio tempo. Per essere contemporanei». Avete già un piano di successione? «I nostri figli sono ancora piccoli, ma abbiamo iniziato un programma di coinvolgimento e formazione, con Aidaf. Una sorta di induction per le nuove generazioni che avvicini i più giovani ai valori e, soprattutto, alle responsabilità da azionisti di domani». Avete compiuto 110 anni, terza gene- razione. Com'è l'assetto azionario? «La nostra è una famiglia numerosa e prolifica perché già alla fondazione erano in 5 azionisti e poi divennero 4 rami familiari. Ai festeggiamenti per i 100 anni, tanto per avere un'idea, eravamo 250 parenti, pur non essendo ovviamente tutti azionisti. Negli anni '90 la compagine societaria era composta da 27 cugini di età diverse e quando, nel'99, abbiamo optato per la separazione dei ruoli l'azionariato si è ridotto e concentrato. È stato come riscegliere l'azienda: abbiamo messo mano al portafoglio e oggi siamo in 4 fratelli azionisti, cresciuti tutti allo stesso modo e con la stessa propensione al rischio, oltre ad una grande passione per questa azienda: ci permette di prendere decisioni con quella velocità che il business oggi richiede e che è in continua accelerazione». Però, continuate a non pensare a una quotazione. «La Borsa non deve essere di per sé un'ambizione, ma è strumentale ad accompagnare i progetti di crescita, come fonte di finanziamento. Se non hai progetti non serve. Anche perché poi sei misurato con un'attenzione spasmodica ai risultati di breve periodo sottovalutando l'importanza di

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guardare alla crescita di valore di medio e lungo termine, fondamentale per un settore come il nostro in cui la ricerca di molecole richiede tempi lunghi». Le nostre aziende sono ancora lontane dalle multinazionali. Lei sarebbe favorevole a una grande alleanza nella farmaceutica italiana? «Nel nostro caso, e in questo partico- lare momento, no. Grazie agli investimenti fatti, nel 2012 siamo saliti su un «treno» che è la nuova molecola, la Safinamide per la malattia di Parkinson. Ci ha consentito di entrare nel mercato delle patologie severe, in particolare del sistema nervoso centrale dove da anni non uscivano novità di ricerca per la cura di questa malattia degenerativa. Attorno a questo prodotto abbiamo costruito tutto il progetto di cui abbiamo parlato, perciò oggi direi no a una grande aggregazione italiana. Ma poiché predico sempre l'importanza di essere un'organizzazione aperta, credo che si potrebbero realizzare partnership su progetti specifici di tipo industriale, di ricerca o commerciale». Sul fronte dell'impresa-famiglia a che cosa bisogna stare attenti? «A non fermarsi a guardare ciò che si ha da perdere, altrimenti non si lasce rà mai la vecchia strada per la nuova. È il rischio delle aziende familiari, come di tutte le aziende in generale. Troppo benessere può anche far male». Ce la farà Milano ad avere l'Ema, l'agenzia del farmaco europea che dovrà lasciare Londra causa Brexit? «Sì, se la decisione si baserà sugli elementi tecnici: le competenze e le opportunità che il nostro Paese offre, per esempio con il Tecnopolo che entro il 2023 dovrà assumere 1500 persone di altissimo profilo. Se, invece, diventa un gioco politico... Ma sono ottimista, bisogna esserlo. L'offerta del Pirellone da parte del governatore Maroni è stato un grande gesto e con Assolombarda stiamo lavorando ad alcune iniziative, tra cui un'alta scuola di specializzazione in discipline farmaceutiche e regolatori e di profilo internazionale, un master di alto livello che si farà in ogni caso. C'è un importante lavoro di squadra anche a livello di governo per sostenere questa posizione in qualunque sede istituzionale. Il nostro è un Paese che funziona quando ha dei pro- getti su cui misurarsi e anche l'Europa avrebbe bisogno di tornare a confrontarsi su progetti concreti». di Maria Silvia Sacchi, da Il Corriere Economia

FATTI

Pubblicità: la grande riscossa dei banner pubblicitari classici Sei miliardi di euro, con le tv che se ne "pappano" quasi la metà e il comparto radio (+8,8%) e affissioni esterne e banner pubblicitari (+3,3%) che crescono più di tutti ed anzi battono il web che arretra dello 0,7%. Sono i dati elaborati da Nielsen in una recente statistica che prende in esame per le tv le emittenti generaliste, satellitari e

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digitali, mentre sul fronte delle radio si affida ai rilevamente FCP ASSORADIO in attesa delle rilevazioni promosse dalla mega aggregazione che mette insieme radio nazionali e locali che hanno affidato a GFK e Ipsos, praticamente il top della statistica italiana, un maxi rilevamento sull'andamento a livello nazionale e locale degli ascolti radiofonici. I buoni risultati relativi al 20165 delle affissioni esterne e dei banner pubblicitari stampati, vele e non, sono invece frutto dei dati rilevati da AudiOutdoor. Di VicenzaPiù informa

Insomma un mercato sempre in movimento e che in Veneto anni fa aveva visto balenare una ipotesi di fusione tra Marcolongo e Jolly pubblicità poi naufragato. Aps advertising nel padovano continua a fare la parte del leone mentre sempre più numerosi sono gli operatori che puntano sulla raccolta di ordini online e sulla progettazione grafica a distanza, ma di qualità, per fornire al potenziale cliente prodotti di qualità abbattendo i costi impropri a tutto vantaggio di efficacia ed efficienza della campagna pubblicitaria. Per fare un esempio basta fare un clic qui per conoscere prezzi e tempi di consegna delle principali tipologie di pubblicità outdoor. Altro che bozze, prova di stampa e noiose correzioni di bozzetti con la lente di ingrandimento. Ormai si fa tutto a colpi di mouse, a tutto vantaggio di preventivi sempre più leggeri. Un settore quello del servizio chiavi in mano che sembra vedere il Veneto in prima fila nel cogliere a pieno sia dal lato dell’offerta che dal lato della domanda, le potenzialità dell’applicazione dei modelli del 4.0 anche alla comunicazione pubblicitaria. Tante le agenzie che sono in prima fila per consigliare al meglio i clienti sull’utilizzo oculato della promozione verso il grande pubblico. Ne è passato di tempo insomma da quando Henry Ford sentenziava: “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo”. Chiosando però che “sono sicuro che metà della pubblicità che faccio sono soldi buttati. Il guaio è che non saprò mai qual è quella metà”.

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FATTI

"Vicenza, tutta un'altra storia", mercoledì 23 agosto il volto noir della città palladiana A cura dall'Associazione guide turistiche autorizzate storie di nobili che diventano banditi, di famigerati sicari e di oscure prigioni.Mercoledì 23 agosto, con partenza da piazza Duomo, il ciclo di visite guidate estive "Vicenza, tutta un'altra storia", organizzato dall'Associazione guide turistiche autorizzate in collaborazione con l'assessorato alla crescita del Comune di Vicenza, propone il percorso "Vicenza criminale ". L'iniziativa è inserita nell'ambito della rassegna "L'estate a Vicenza 2017" promossa dall'assessorato alla crescita. L'itinerario attraversa il centro storico muovendosi sulle tracce di fuorilegge e scene del crimine, con un'attenzione particolare per gli episodi avvenuti tra Cinque e Seicento, negli anni di Palladio e Scamozzi. Di Comunicati stampa Comune di Valdagno

Ci sono vendette efferate e carcerati che fuggono sui tetti della città, feste popolari che finiscono in un bagno di sangue e interminabili faide familiari. E sul banco degli imputati finiscono quasi sempre le grandi famiglie dell'aristocrazia - i Porto, i Capra, i Trissino, i Valmarana - con il loro seguito di bravi e bravacci. Ne esce un ritratto per certi versi inedito della Vicenza palladiana e delle tensioni politiche e sociali che hanno segnato i secoli più importanti della storia della città. Il ritrovo è fissato alle 20.30 in piazza Duomo, davanti al palazzo delle Opere Sociali, e il percorso durerà 1 ora e 45 minuti circa. La partecipazione è a contributo libero. Per motivi organizzativi è richiesta la prenotazione scrivendo a vicenzatourguide@gmail.com oppure chiamando al 333 598 8806.

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ECONOMIA&AZIENDE

Permasteelisa: il 100% dell'azienda veneta ceduto dalla giapponese Lixil alla cinese Grandland per 467 mln Permasteelisa Group, gruppo veneto recentemente assurto alla grande notorietà per aver "realizzato" gli esterni dell'edificio della Apple a Cupertino a forma di astronave (nelal foto) e attivo nel settore della progettazione, gestione progetti, produzione e installazione di involucri architettonici e impianti per interni, e' stata ceduta dalla controllante giapponese Lixil Corporation alla cinese Grandland Group, specialist con sede a Shenzhen che opera nel settore della progettazione e costruzione di opere di design architettonico. per un corrispettivo di base di 467 milioni di euro. La societa' di Vittorio Veneto, fondata dall'imprenditore Massimo Colomban, manterra' la sua indipendenza. Permasteelisa, che e' stata anche quotata in Piazza Affari, e' nota all'estero per i suoi particolari edifici, come lo Shard a Londra, il nuovo campus Headquarters di Apple a Cupertino, la Sydney Opera House e il Centro Internazionale del Commercio di Hong Kong. Di Redazione Economica VicenzaPiù

Permasteelisa Group, che ha un fatturato di circa 1,4 miliardi di euro, cambia quindi socio di controllo passando dai giapponesi di Lixil Corporation alla cinese Grandland, societa' di design architettonico di alta qualita' orientata al servizio, leader di mercato nella Cina meridionale, grazie a un portafoglio in rapida crescita. Con sede a Shenzhen, nel 2016 Grandland ha generato un fatturato di 10,86 miliardi di rmb e si posiziona tra i migliori 500 brand cinesi che influenzano il mondo nella categoria 'design architettonico'. 'Dalla combinazione tra la posizione di leader di mercato che Permasteelisa detiene, unita alla sua presenza in Europa, Medio Oriente, Africa, Nord e Sud America e in alcune parti dell'Asia, e la capacita' di integrazione industriale di Grandland, con la sua forza sul mercato cinese, nascera' un vero leader mondiale nel settore delle facciate continue per edifici - ha dichiarato Riccardo Mollo, amministratore delegato di Permasteelisa

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Group - anche se Permasteelisa manterra' la sua indipendenza operativa, le opportunita' di sinergie operative con Grandland sono straordinarie.' Come previsto dall'accordo, Mollo e' stato confermato amministratore delegato dal nuovo socio, cosi' come il resto dei membri del top management. A sua volta la giapponese Lixil in una nota ha spiegato che seguito dell'operazione e del deconsolidamento di Permasteelisa dal gruppo, si prevede una diminuzione del fatturato di Lixil per l'intero esercizio chiuso a marzo 2018 di 170 miliardi di yen rispetto all'importo annunciato l'8 maggio 2017 (9,2% circa della precedente previsione). Si prevede inoltre, spiega la nota, un calo del fatturato del primo semestre dell'anno di 80 miliardi di yen (9% circa) 'Siamo lieti di aver raggiunto questo accordo oggi - ha dichiarato il presidente e a.d. di Lixil Group, Kinya Seto - riteniamo che Grandland sia un partner ideale per Permasteelisa, capace di investire e assicurare la sua crescita futura, soprattutto sul mercato cinese, in rapida crescita. Attraverso Permasteelisa - ha aggiunto Seto - Lixil ha imparato moltissimo sul settore delle facciate continue e degli interni commerciali e intende sfruttare le conoscenze acquisite per migliorare la propria attivita'. Data la complementarita' dei nostri settori di operativita', Lixil e' pronta a esplorare potenziali opportunita' di collaborazione futura con Grandland e Permasteelisa'.

ECONOMIA&AZIENDE

Fca, Automotive News: cinese Great Wall interessata a marchio Jeep, non conferma ma Fca ma cinesi rilanciano su tutto il gruppo Il gruppo cinese Great Wall e' interessato ad acquistare il marchio Jeep da Fca ed e' in contatto con il gruppo italiano per vedere se la trattativa si puo' negoziare. Lo scrive il sito Usa Automotive News che dichiara di aver ricevuto una email dal presidente del gruppo automobilistico asiatico, Wang Fengying che scrive di essere intenzionato ad acquistare Jeep e di "essere in contatto con Fca" per iniziare i negoziati. Fca, scrive il sito, non ha rilasciato commenti. Automotive News scrive di aver sentito, dopo la mail del presidente del gruppo, il portavoce di Great Wall, Xu Hui, che ha dichiarato come il gruppo automobilistico ha espresso indirettamente l'interesse per la Jeep, ma non ha ancora fatto un'offerta formale o ha incontrato il consiglio di Fca. Di Redazione Economica VicenzaPiĂš

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"Siamo profondamente interessati al marchio Jeep e abbiamo studiato a lungo. Il nostro obiettivo strategico e' quello di diventare il piu' grande creatore di Suv del mondo e acquisire Jeep, un marchio mondiale di Suv, ci permetterebbe di raggiungere il nostro obiettivo prima e meglio" ha spiegato Hui. Anche se, a livello dimensionale, Great Wall genera meno entrate rispetto a Fca, Hui ha detto che la societa' e' fiduciosa di poter raccogliere fondi per fare un'acquisizione. "Great Wall sa fare buoni profitti. Siamo quotati a Hong Kong e a Shanghai. Possiamo fare uso dei nostri profitti accumulati o accedere al mercato dei capitali per finanziare l'operazione" ha aggiunto il portavoce. Fca precisa 'di non essere stata approcciata da Great Wall Motors riguardo al brand Jeep o ad altre questioni relative al suo business'. Questo il commento del costruttore italo-americano 'alle voci di mercato in merito ad un possibile interesse di Great Wall Motors per il marchio Jeep'. Lo ha reso noto Fca, che aggiunge di essere 'pienamente impegnata nel perseguire il suo piano 2014-2018, di cui ha raggiunto ogni obiettivo alla data odierna ed al cui completamento mancano solo 6 trimestri'. Un'altra settimana che inizia 'in quinta' per Fca a seguito delle rinnovate notizie di interesse da parte di costruttori cinesi. 'Automotive News' riporta infatti una email ricevuta dalla presidente di Great Wall Motors, Wang Fengying, da cui emerge che il costruttore asiatico ha intenzione di rilevare il marchio Jeep e a questo scopo vuole prendere contatto con Fca per avviare negoziati. A Piazza Affari i titoli del costruttore sono saliti nella mattinata fino a un massimo di circa il 4%, per poi frenare in parte (attualmente quotano 11,04 euro, in rialzo di quasi il 3%) dopo che il Lingotto ha precisato 'di non essere stato approcciato da Great Wall riguardo a Jeep o ad altre questioni relative al suo business'. Il gruppo guidato da Sergio Marchionne e John Elkann rileva anche di essere 'pienamente impegnato nel perseguire il piano 2014-2018, di cui ha raggiunto ogni obiettivo alla data odierna e al cui completamento mancano solo sei mesi'. Great Wall Motors, che anche la scorsa settimana era stato citato, sempre da 'Automotive News', assieme a Geely (proprietario di Volvo Cars), Dong Feng e Guangzhou Automobile (Gac) come potenziale acquirente di Fca, aveva inizialmente reagito con un 'no comment' alle indiscrezioni, che analisti cinesi avevano peraltro liquidato come 'notizie false'. Great Wall Motors, noto in particolare per i Suv da citta' molto apprezzati in Cina, e' al settimo posto nel Paese, dove ha venduto nel 2016 circa 1,07 milioni di unita'. Alcuni osservatori indicano che Great Wall, con

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una possibile acquisizione di Jeep, un brand molto forte, potrebbe emulare il successo del rivale Geely con Volvo Cars se investisse pesantemente in design e marketing. Gli esperti non considerano inoltre sorprendente l'interesse per Jeep, ritenuto il vero 'gioiello della corona' di Fca. In Italia Great Wall Motors, secondo gli ultimi dati Unrae, ha venduto una unita' nel gennaio-luglio di quest'anno rispetto alle 58 unita' dello stesso periodo 2016. 'Abbiamo sempre avuto l'intenzione e l'interesse di rilevare Fca'. Cosi' un portavoce di Great Wall Motors al 'Financial Times' con una dichiarazione che riporta le mire del gruppo cinese non solo su Jeep, come emerso invece dalla email citata da 'Automotive News' del presidente di Great Wall, Wang Fengying. Il quotidiano britannico aggiunge che alcuni analisti hanno sollevato dubbi sulla capacita' di Great Wall di finanziare l'acquizione in quanto la capitalizzazione di mercato del costruttore cinese e' pari a 120,9 miliardi di renminbi (18,1 miliardi di dollari) con un utile netto 2016 per 10,6 miliardi di renminbi (1,6 miliardi di dollari) e vendite in calo a fronte di un'agguerrita concorrenza. Nel trimestre a fine giugno Great Wall ha accusato infatti un calo del 4,7% delle vendite, del 13,7% del fatturato e del 78,8% dell'utile netto. Inoltre il suo modello di punta, Haval H6, che copre circa la meta' delle vendite del gruppo, nei primi sette mesi dell'anno ha accusato una flessione del 5,5% delle consegne a 263.872 unita'. Fca, che ha detto di non essere stata contattata da Great Wall, ha una capitalizzazione per circa 16,45 miliardi di euro e un indebitamento industriale netto per 4,2 miliardi. Yale Zhang di China Automotive Foresight, ha indicato in particolare che Fca 'e' troppo grande' per essere acquistata da Great Wall, mentre sarebbe piu' logico che il gruppo cinese rilevasse un singolo brand, come Jeep. 'Great Wall intende diventare leader mondiale nella produzione di Suv e con Jeep potrebbe raggiungere questo obiettivo molto piu' velocemente', indica Zhang, mentre un altro analista con base a Hong Kong ha detto al quotidiano che Great Wall 'non ha molta liquidita' e aumentare l'indebitamento per rilevare Fca rappresenta un grande rischio. Sarei sorpreso inoltre se Fca lasciasse loro solo Jeep'. Fca produce gia' Jeep nell'ex Celeste Impero con il partner locale Guangzhou Automobile (Gac).

ECONOMIA&AZIENDE

Borsa: Tim in calo, Giacomelli apre ad asse con Mediaset ma freddo su rete L'apertura del sottosegretario allo Sviluppo economico Giacomelli a una alleanza tra Telecom Italia e Mediaset lascia freddi per il momento in Borsa i titoli dei due gruppi. Sul listino Mediaset arretra dello 0,2% e Telecom cede lo 0,5% mentre, stando alle indiscrezioni emerse nel fine settimana, sembrano emergere posizioni contrastanti tra governo, Cdp e Enel sul progetto di una rete fissa

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unica Tim-Open Fiber. In una intervista rilasciata nel week end il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, con deleghe per le telecomunicazioni e la radiodiffusione televisiva ha definito "auspicabile" un "accordo industriale" tra Mediaset e Telecom che "permetta alle due societa' di crescere" aggiungendo pero' che in tale alleanza debba esserci una chiara matrice italiana ("il segno italiano deve essere ben presente"). Di Redazione Economica VicenzaPiĂš

La posizione di Giacomelli richiama esplicitamente a una "collaborazione con la Francia" e quindi chiama direttamente in causa Vivendi, azionista di riferimento di Tim e secondo socio di Mediaset con un contenzioso aperto sia con Fininvest sia con lo stesso gruppo di Cologno Monzese. I contorni di questa possibile alleanza tuttavia non sono chiari sia perche' Giacomelli non entra nel merito sia perche' in base alla normativa attuale una combinazione tra Telecom Italia e Mediaset (ai perimetri attuali) e' contraria al Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici. "Per Mediaset - e' il commento di Equita Sim che non fa riferimento agli impedimenti di legge - un'apertura del governo ad un'aggregazione con Telecom Italia e' positiva perche' potrebbe facilitare la negoziazione con Vivendi e superare l'ostacolo emerso con la sentenza di Agcom che richiede a Vivendi di scendere sotto il 10% di Mediaset non permettendo il controllo in entrambe le societa', che assicurerebbe un posizione dominante nel settore. Da un'operazione con Telecom, per Mediaset ci sarebbe il vantaggio derivante dalla convergenza fra telecomunicazioni e contenuti grazie allo sviluppo della braodband ed inoltre la possibilita' di valorizzare Premium, per la quale ha in corso una litigation con Vivendi"

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L'altro tema sollevato da Giacomelli e sotto la lente degli investitori e' quello della possibile cessione della rete fissa di Telecom a Open Fiber: il sottosegretario ha sottolineato che tale operazione sembra piu' nell'interesse di Telecom che dello Stato e ha espresso perplessita' su valutazioni dell'asset intorno ai 13 miliardi. Giacomelli comunque non si e' detto contrario ad alleanze tra Telecom e Open Fiber nel caso in cui si trovasse una intesa "nell'autonomia delle due societa'". Secondo ricostruzioni de La Stampa comunque Enel e Cassa depositi e prestiti, soci in Open FIber, avrebbero idee diverse sulla rete Tim. Secondo gli analisti di MEdiobanca Securities, l'alleanza nella rete fissa "avrebbe senso per tutti" e l'aspettativa e' che discussioni concrete possano partire dopo l'estate.

POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

Legge stabilità, Boccia: serve politica shock per occupazione giovanile, per lavoro cerchiamo sintesi su modello contrattuale Siamo naturalmente soddisfatti dell'inversione di tendenza che dura da undici trimestri consecutivi in Italia e fa sperare in una vera e propria ripresa". Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in una intervista a Il Sussidiario.net in occasione della 38esima edizione del Meeting di Cl a Rimini. Tuttavia, ha ammonito Boccia, "quello che temiamo e' che i buoni risultati possano incoraggiare politiche meno attente alla crescita e dunque in grado di minare i risultati raggiunti e compromettere quelli futuri". Di Redazione Economica VicenzaPiù

"Se l'economia andra' come si prevede, e cioe' migliorando gradatamente, dobbiamo porci il problema di come scaricare l'aumento del Pil sull'occupazione affrontando il principale problema del Paese. Per questo suggeriamo di adottare una misura shock a favore dei giovani assunti

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stabilmente nelle imprese, cioe' l'azzeramento del cuneo fiscale per i primi tre anni". E' quanto ha affermato il presidente di Confndustria, Vincenzo Boccia, in una intervista a Il Sussidiario.net in occasione della 38esima edizione del Meeting di Cl a Rimini, a proposito della nuova legge di Bilancio. "Questa proposta darebbe valore al lavoro e metterebbe le nuove generazioni nella condizione di progettare la propria vita dando impulso ai consumi e dunque alla domanda. Con due ulteriori conseguenze positive: fara' aumentare la competitivita' del sistema industriale e lo dotera' di quelle competenze che solo i nativi digitali posseggono per il miglior utilizzo delle tecnologie promosse dal piano Industria 4.0 e che con tutta evidenza sta dando prova di funzionare", ha continuato Boccia, secondo il quale una misura di questo tipo "non sara' un regalo alle imprese, ma un'azione che favorira' il Paese, perche' i giovani che includeremo non sono altro che i figli delle famiglie italiane. Famiglie e imprese sono due facce della stessa medaglia". Oltre a questo, ha aggiunto Boccia: "Sara' certamente necessario sostenere gli investimenti pubblici, attivando tutti quelli finora bloccati, inoltre sara' essenziale continuare nell'opera di semplificazione del sistema. Naturalmente si dovranno mantenere e consolidare i programmi promossi dal governo: dal Jobs Act ai super e agli iper ammortamenti di Industria 4.0 per finire al credito d'imposta per gli investimenti al Sud". Si sta lavorando anche in questo giorni per capire se si riuscira' ad arrivare a una sintesi" per trovare un accordo con i sindacati sul modello contrattuale. E' quanto ha affermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in una intervista a Il Sussidiario.net in occasione della 38esima edizione del Metting Cl a Rimini. "Sono situazioni complesse che vanno approfondite all'interno di una volonta' reciproca di capire se e quali punti di convergenza ci sono per una visione comune", ha sottolineato Boccia nell'intervista che precede la sua partecipazione al Meeting, prevista per venerdi' 25 agosto. Abbiamo sempre avuto l'intenzione e l'interesse di rilevare Fca'. Cosi' un portavoce di Great Wall Motors al 'Financial Times' con una dichiarazione che riporta le mire del gruppo cinese non solo su Jeep, come emerso invece dalla email citata da 'Automotive News' del presidente di Great Wall, Wang Fengying. Il quotidiano britannico aggiunge che alcuni analisti hanno sollevato dubbi sulla capacita' di Great Wall di finanziare l'acquizione in quanto la capitalizzazione di mercato del costruttore cinese e' pari a 120,9 miliardi di renminbi (18,1 miliardi di dollari) con un utile netto 2016 per 10,6 miliardi di renminbi (1,6 miliardi di dollari) e vendite in calo a fronte di un'agguerrita concorrenza. Nel trimestre a fine giugno Great Wall ha accusato infatti un calo del 4,7% delle vendite, del 13,7% del fatturato e del 78,8% dell'utile netto. Inoltre il suo modello di punta, Haval H6, che copre circa la meta' delle vendite del gruppo, nei primi sette mesi dell'anno ha accusato una flessione del 5,5% delle consegne a 263.872 unita'. Fca, che ha detto di non essere stata contattata da Great Wall, ha una capitalizzazione per circa 16,45 miliardi di euro e un indebitamento industriale netto per 4,2 miliardi. Yale Zhang di China Automotive Foresight, ha indicato in particolare che Fca 'e' troppo grande' per essere acquistata da Great Wall, mentre sarebbe piu' logico che il gruppo cinese rilevasse un singolo brand, come Jeep. 'Great Wall intende diventare leader mondiale

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nella produzione di Suv e con Jeep potrebbe raggiungere questo obiettivo molto piu' velocemente', indica Zhang, mentre un altro analista con base a Hong Kong ha detto al quotidiano che Great Wall 'non ha molta liquidita' e aumentare l'indebitamento per rilevare Fca rappresenta un grande rischio. Sarei sorpreso inoltre se Fca lasciasse loro solo Jeep'. Fca produce gia' Jeep nell'ex Celeste Impero con il partner locale Guangzhou Automobile (Gac).

ECONOMIA&AZIENDE

Il Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti inaugura la settimana veneta all'Expo 2017 di Astana in Kazakistan "Abbiamo molto da imparare dal Kazakistan: basti pensare alla straordinaria figura di Abiyev Marat Zhaksylykovich, al suo modo di essere intellettuale, scrittore ma anche imprenditore di successo capace di conciliare tecnologia, innovazione, ricerca e fantasia. Queste sono le chiavi del futuro e non è un caso se queste chiavi sono le stesse che hanno ispirato tante aziende venete, alcune delle quali saranno protagoniste degli incontri e dibattiti di questa settimana". Lo ha detto, nella nota che pubblichiamo, il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, intervenendo all'apertura della settimana del Veneto all'Expo di Astana, l'esposizione internazionale dedicata al tema dell'energia nel futuro, in corso nella capitale del Kazakistan. Di Note ufficiali

All'inaugurazione, allietata dal repertorio tutto veneto proposto dai musicisti dei conservatori di Rovigo e di Venezia, Giovanni Angeleri e Cecilia Franchini, era presente l'ambasciatore italiano in Kazakistan, il padovano

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Stefano Ravagnan, al quale il Presidente Ciambetti ha rivolto un sentito ringraziamento per l'importante sostegno da lui fornito all'organizzazione dell'evento, "nel corso del quale avremo modo - ha detto - di approfondire i legami tra la nostra regione, che è motore dell'economia europea, una terra ‘export oriented' basata sulla piccole e media impresa, e la grande realtà kazaca". "Non solo abbiamo molto, moltissimo, da imparare dal Kazakistan - ha sottolineato Ciambetti - ma possiamo anche contribuire, con la nostra esperienza, ad aiutarvi a sviluppare un'economia ecosostenibile e a credere nei prodotti innovativi, anche quelli agricoli, ma sempre di alta qualità". Il Veneto, con le sue bellezze turistiche, le sue esperienze ‘verdi' e i risultati raggiunti dalle sue industrie e università, sarà protagonista dell'esposizione di Astana sino al 26 agosto.

FATTI

L’Holi a caccia del record a Vicenza sabato 9 settembre: dopo Ferrock più di 10 mila Dopo il successo della tappa al Ferrock, l’Holi rilancia al Vivi Festival: “Tornare nella nostra città – afferma Fabio Lazzari - è sempre una grande emozione. Qui il popolo degli Holi lovers è straordinario e per questo ci aspettiamo di superare il record di stagione” L’edizione 2017 dell’Holi il festival dei colori abbatte il record di tutte le precedenti. Alla tappa del Ferrock Festival di Vicenza sono accorsi oltre 10 mila ragazzi, un successo multicolor di show di musica e effetti visivi unico. Ed è stata scattata proprio qui la foto che ha ricevuto oltre 47 mila like su Instagram. Di VicenzaPiù informa

Sabato 9 settembre i giovani event manager Fabio Lazzari e Marco Bari tornano nell’amata Vicenza più entusiasti che mai. L’Holi vola a Campo Marzo, al Vivi Festival con un carico speciale di musica, colori ed emozioni dalle 16 alle 22. E non può che tornare in città con una nuova mission: “Ritornare a casa – afferma Fabio Lazzari - è sempre una grande emozione.

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Qui il popolo degli Holi lovers è straordinario e per questo ci aspettiamo di superare il record di stagione. Ancora una volta!”. Ma non finisce qui. C’è un’altra sfida(nella sfida) che torna più dolce, e agguerrita, che mai: “Siamo ancora a caccia del bacio più emozionante – afferma Marco Bari – al nostro countdown sarete tutti invitati a lanciarvi le polverine colorate e a baciarvi!”. Il bacio più bello sarà poi pubblicato su tutti i canali ufficiali dell’Holi. Ecco un’anteprima: bit.ly/HoliVideoPromo ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

200 MILA PRESENZE IN TRE ANNI, IL FENOMENO HOLI Holi il festival dei colori, il format più colorato d’Europa che si ispira alla tradizione indiana, è ripartito alla grandissima con il summer tour 2017. Sold out al debutto nella spiaggia di Sottomarina, una tappa allo Sherwood Festival di Padova che ha registrato la presenza di quasi 20.000 persone, 10.000 partecipanti a Vicenza e molte migliaia di entusiasti holi lovers in tutte le altre tappe. Con quasi 80 mila like alla pagina ufficiale di Facebook, Holi è un fenomeno senza precedenti. Basti ricordare la foto del bacio colorato tra i due innamorati divenuta virale e finita pure sulle copertine dei magazine, oppure il regista Fausto Brizzi, autore tra gli altri di “Notte prima degli esami”, quando ha girato una parte del suo film “Forever Young” durante la tappa romana dell’Holi on Tour, filmando il lancio dei colori. Dopo il record di presenze registrato l’anno scorso, il tour più colorato d'Italia è tornato più grande che mai!

ECONOMIA&AZIENDE

Atlantia by Benetton, Cerchiai: Opa su Abertis chiara ed equilibrata, confermiamo impegni su ADR "In queste operazioni di mercato non si puo' essere ne' ottimisti e tantomeno pessimisti, ma realisti. E' un'operazione di mercato. L'offerta e' chiara, e' stata costruita in termini amichevoli, di valorizzazione di interesse per tutti gli azionisti innanzitutto quelli di Abertis". E' quanto ha dichiarato il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai, a margine della 38esima edizione del Meeting di Cl a Rimini, parlando dell'Opa lanciata da Atlantia sulla societa' spagnola Abertis a 16,5 euro per azione. Cerchiai ha sottolineato che l'offerta "e' pensata in modo che Abertis, mantenendo la sua quotazione a Barcellona, abbia un ruolo strategico nel gruppo. Abbiamo gia' chiarito che pensiamo di affidare ad Abertis, nell'ipotesi in cui l'operazione vada a buon fine, la responsabilita' della gestione di

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tutte le autostrade sudamericane". Di Redazione Economica VicenzaPiĂš

Il presidente di Atlantia ha ribadito che "l'offerta ci sembra equilibrata da tutti i punti di vista e l'aggettivo equilibrato sta nell'incremento di valore per tutti". Per Cerchiai, "il realismo deriva dal fatto che essendo un'operazione di mercato e' legittimo che ci siano altri soggetti che studiano la possibilita'. Abertis e' una gran bella realta', che interessa a noi ed e' legittimo e comprensibile che interessi anche ad altri; mi preoccuperei che non fosse cosi'". L'operazione promossa da Atlantia e' "estremamente impegnativa dal punto di vista finanziario" e "noi siamo convinti dara' redditivita' crescente a tutti qualora andasse a buon fine", ha continuato Cerchiai, spiegando che si tratta di "un grosso impegno, quindi i soggetti in grado di farla non sono tanti, ci fa piacere di essere uno di questi ed essere quello che per primo l'ha pensato". Atlantia conferma l'impegno preso su Adr, la societa' che gestisce l'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma. "Sull'aeroporto di Roma Fiumicino non abbiamo rilanciato, abbiamo rispettato il piano industriale che avevamo fatto quando abbiamo fatto l'operazione Gemina". Lo ha dichiarato il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai, a margine della 38esima edizione del Meeting di Cl a Rimini, parlando degli investimenti sullo scalo romano. "Lo dico con un po' di orgoglio anche in vista dell'eventuale operazione con Abertis: quando Atlantia prende un impegno lo mantiene. C'eravamo impegnati a fare un investimento di certe dimensioni e lo stiamo facendo. Lo abbiamo fatto perche' abbiamo l'abitudine di prender impegni anno per anno", ha specificato Cerchiai.

FATTI

Vicenza in Lirica dal 26 agosto al 9 settembre Dal 26 agosto al 9 settembre Vicenza ospiterĂ la quinta edizione del Festival Internazionale Vicenza in Lirica - dialoghi barocchi, organizzato dall'associazione Concetto Armonico con il sostegno e il

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patrocinio del Comune della città, l'ospitalità e il supporto delle Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari, e l'appoggio di alcuni sponsor privati (qui il programma). Un format multidisciplinare che, abbinando opere, concerti e conferenze a diverse tipologie di corsi (alta formazione in canto lirico, perfezionamento e debutto per giovani artisti), animerà alcuni tra i più importanti luoghi della città palladiana. Di Comunicati Stampa

Ad aprire il cartellone il 26 agosto al Teatro Olimpico (h 21.00) sarà il concerto del baritono Leo Nucci al quale verrà consegnato verrà consegnato il premio alla carriera "Vicenza in Lirica - Concetto Armonico 2017". Interprete amato e celebrato dai teatri di tutto il mondo, Leo Nucci festeggerà i cinquant'anni di una carriera che ha preso il via al suo debutto al Teatro alla Scala nelle vesti di Figaro nel 1977. Impegnato nei più importanti ruoli del repertorio classico in questi ultimi decenni, la figura e la classe interpretativa di Nucci si sono legate indissolubilmente alle pagine di Giuseppe Verdi, del quale, nella magnifica cornice dell'Olimpico, canterà alcune tra le più celebri arie accompagnato dall'Italian Opera Chamber Ensemble. Molti altri appuntamenti arricchiranno la programmazione della rassegna vicentina: concerti-aperitivo in alcuni tra i più suggestivi luoghi della città, momenti di dialogo tra musica, prosa e arti figurative tutti a cura del direttore artistico di Vicenza in Lirica Andrea Castello, presidente dell'Associazione culturale Concetto Armonico e da marzo anche presidente dell'associazione "Archivio storico Tullio Serafin". «La chiave di lettura di questo Festival è la ricerca di nuove forme di dialogo con il pubblico e i giovani indispensabile per diffondere la cultura della musica lirica e abbattere sempre più muri, soprattutto quelli che non lasciano passare il suono», spiega Andrea Castello. «Nel caso del nostro Festival i ponti di comunicazione sono costruiti dalla musica, dagli artisti coinvolti, dalle istituzioni e dalle collaborazioni (anche inedite) avviate in particolare modo in quest'edizione che generano cultura. Il diaologo che proponiamo è fatto di spettacoli, master class, conferenze, aperitivi musicali, personaggi in costume, vetrine addobbate a tema e musica che animeranno

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ogni angolo della città, con uno sguardo di riguardo rivolto ai giovani».

FATTI

Barcellona: fonti polizia confermano che uomo ucciso a Subirats è Abouyaaquou Younes Abouyaaquou, il ventiduenne sospettato di aver guidato il furgone che giovedi' sera ha compiuto una strage sulle Ramblas di Barcellona, e' stato ucciso, come scrive Radiocor. La confermano direttamente fonti della polizia catalana. Secondo le ricostruzioni, a mettere la polizia sulle sue tracce e' stata una donna che ha visto un uomo assomigliante all'identikit diffuso avvicinarsi con fare sospetto ad alcune case e fare un fischio per richiamare l'attenzione di qualcuno che evidentemente lo attendeva. Quando la donna gli ha chiesto cosa facesse e perche' si trovasse li, l'uomo e' fuggito. Di Redazione VicenzaPiù

La donna ha subito allertato la polizia che e' intervenuta tempestivamente intercettando l'uomo a poca distanza da un distributore di benzina. Alla vista degli agenti, Abouyaaquou, che sembrava indossare una cintura esplosiva ha gridato "Allah Akbar". Gli agenti gli hanno sparato uccidendolo e gli artificieri stanno ora cercando di verificare se la cintura fosse effettivamente piena di esplosivi o se fosse finta come quella degli altri membri del commando di giovedi' sera.

FATTI

Moncalvo (Coldiretti): su uova 'contaminate' italiani tranquilli

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Gli italiani, "come sempre, possono continuare a comprare e consumare uova". Lo ha affermato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, a margine del 38esimo Meeting di Cl a Rimini, alla luce della notizia che uova 'contaminate' dall'insetticida fipronil sono state distribuite anche in Italia. Due campioni di uova, infatti, sono risultati positivi. Secondo Moncalvo, "per fugare ogni dubbio ed evitare allarmismi ingiustificati ma comprensibili, chiediamo, e dobbiamo, rendere pubblici i nomi delle aziende coinvolte e che hanno importato dall'Olanda" i prodotti contaminati. Per il presidente di Coldiretti "la trasparenza paga sempre". Di Redazione Economica VicenzaPiù

ECONOMIA&AZIENDE

Un caso esemplare del "sistema" bancario, gli strani intrecci tra Bene Banca e BPVi: storia di un deposito milionario Dopo «"Tu non obbedisci e io ti commissario, ma anche... no": la storia che ha opposto Bankitalia a Bene Banca. L'ex dg Silvano Trucco la ricostruisce a puntate e la incrocia con quella di BPVi e Veneto Banca» e «Un caso esemplare per l'ex dg di Bene Banca Silvano Trucco: Bankitalia la commissaria "preventivamente". La seconda puntata con BPVi e Veneto Banca in filigrana» ecco la terza di 8 puntate di ricostruzione dei fatti secondo l'ex dg della piccola BCC cuneese, commissariata nonostante stesse... bene mentre continuiamo a essere pronti a riferire di eventuali repliche o di diverse versioni che ci pervenissero dal sistema. Grazie. Il direttore

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Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Il 3 maggio 2013 a Bene Vagienna arrivarono gli emissari di Visco che, durante un CdA convocato in tarda mattinata dal Presidente Bedino su diktat telefonico di un paio d'ore prima del Direttore della Sede di Torino di Bankitalia, diedero lettura della proposta di commissariamento avanzata dal Direttorio di Palazzo Koch, approvata senza battito di ciglio dal MEF che a firma del Ministro Grilli decretò lo scioglimento degli organi di amministrazione e controllo e la sottoposizione della Bene Banca ad amministrazione straordinaria ai sensi dell'Art. 70 T.U.B. lettera a. Sempre a maggio, ma del 2014, e precisamente il 31.5 nella medesima sala si svolse l'operazione inversa, ossia la restituzione della banca in bonis al Territorio ed ai Suoi soci, che pochissimi giorni prima in assemblea avevano eletto i nuovi organi di amministrazione e controllo, sulla base di una lista "individuata" dalla stessa procedura. Era così servito il commissariamento più veloce della storia bancaria italiana, dal 1936 ai giorni nostri. Ma chi erano questi professionisti, individuati dalla Banca d'Italia, che in così poco tempo hanno potuto "risanare" una azienda complessa come una banca, restituendola ai legittimi proprietari (i soci appunto) senza traumi, quali cessioni di sportelli, licenziamenti collettivi, contratti di solidarietà, ma anzi aumentando la forza lavoro con l'assunzione di ben 4 nuovi dipendenti ? Quale commissario straordinario era stato nominato il Dott. Giambattista Duso, manager padovano, ex Vice D.G. di Antonveneta ed ex Dirigente di Monte dei Paschi Siena, fresco dell'attribuzione di qualche settimana prima della carica di amministratore delegato della MARZOTTO SIM SpA. Contro il commissariamento lampo di Bene Banca gli amministratori deposti hanno fatto opposizione, ricorrendo alla Giustizia Amministrativa, dapprima al Tar del Lazio e successivamente al Consiglio di Stato. A dicembre 2014 e nei primi giorni del 2015, in vista dell'udienza finale al Consiglio di Stato prevista per il 20.1.2015, la difesa di Palazzo Koch depositò agli atti alcuni documenti interni, tra cui il rendiconto sull'andamento dell'amministrazione straordinaria alla data del 31.12.2013.

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Ebbene dalla lettura di tale documento si riscontra in maniera incontrovertibile come nel 2013, su determina commissariale, sia stato aperto un rapporto di conto corrente interbancario con la Banca Popolare di Vicenza, e come di tale operazione ne venga data evidenza nella citata relazione per l'avvenuto supero del limite prudenziale del 25% del PdV (Patrimonio di Vigilanza), soglia di contenimento delle esposizioni definite "grandi rischi" della banca. Alle banche è tuttavia concesso superare tale soglia (fino in ogni caso al limite massimo del 100% del PdV) in ordine ad esposizioni assunte nei confronti di una banca, purché siano rispettate talune condizioni tra cui la valutazione, da parte dell'istituto, che l'assunzione della posizione di rischio sia coerente con la dotazione patrimoniale. Il Commissario nella propria relazione ascrive un'esposizione di tale entità in ragione della "convenienza" dei tassi concessi.

Avendo la Bcc benese al 31.12.2013 un patrimonio di vigilanza di circa 70,5 milioni, va da sé che tale deposito, sforando il limite del 25% del PdV dovesse assumere un valore pari ad almeno 17,6 milioni, e con un limite massimo appunto di 70,5 milioni. Somme importantissime per una banca locale, peraltro direttamente gestita in loco dagli emissari di Visco i quali dovrebbero mettere in pratica alla lettera il dogma della ricerca della "sana e prudente gestione" tanto cara all'Authority di Via Nazionale. Una circostanza però desta da subito più di un sospetto, in quanto mai prima di allora Bene Banca aveva operato con la BPVi con una certa regolarità e per giunta tramite rapporti interbancari (salvo un paio di obbligazioni acquistate sui mercati regolamentati negli anni 2008 e 2009 ed in ogni caso per soli 3 milioni di euro a fronte di un portafoglio di proprietà superiore ai 200 milioni). STRANO ... Come mai Bene Banca investe simili importi a 370 km di distanza, quando peraltro i rating della vicentina andavano deteriorandosi? Una circostanza però balzava subito agli occhi dell'ex Presidente Bedino, ossia la contemporanea carica di amministratore delegato rivestita dal Commissario DUSO all'interno di Marzotto SIM SpA, società di intermediazione a sua volta controllata al 9,8% della Banca Popolare di Vicenza cui spettava, per statuto, la nomina di almeno un componente il CdA della SIM, nella fattispecie il Responsabile finanziario della stessa vicentina. In data 9 marzo 2015 l'ex Presidente Bedino sporge idonea denuncia contro il Commissario DUSO per l'operazione in argomento per la violazione della normativa sul conflitto di interesse, nonché per i presunti reati di abuso d'ufficio ed infedeltà patrimoniale.

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Una notizia bomba che monopolizza l'attenzione dei media locali e anche nazionali, la cui eco si riflette da Vicenza a Cuneo, passando per la Camera dei Deputati ove in data 20.3.2015 vengono depositate ben due interrogazioni parlamentari a firma di onorevoli del Movimento 5 Stelle. I soci della bcc benese hanno sentito cosÏ parlare, forse per la prima volta, della Banca Popolare di Vicenza, presente a Torino da poco tempo nei locali che erano della Popolare di Spoleto, sportello che poi mesi dopo, sempre dalla stampa, si è appreso essere stato concesso in dote alla banca di Zonin in cambio del ritiro della BPVi proprio dalla corsa per l'acquisto della popolare spoletina , che, sotto la regia di Palazzo Koch, era destinata al Banco Desio. I nuovi vertici della Bene Banca, magari per un debito di riconoscenza per lo scranno ricevuto, si affrettarono a difendere l'operato del Commissario rendendo dichiarazioni alla stampa ove quantificarono l'importo del deposito, che "raggiunse la somma di circa 38 milioni, poi ridotti progressivamente a 20 milioni", giustificando l'investimento che "serviva a sviluppare partnership commerciali e la banca selezionata proponeva rendimenti mediamente superiori di almeno 1 punto percentuale rispetto ai conti correnti offerti da altri istituti".

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La notizia fu destabilizzante anche per la base sociale della banca che si è sentita giustamente danneggiata e depredata dal comportamento dell’emissario di Banca d’Italia che durante la propria gestione, complice la chiusura pressoché totale dei rubinetti, aveva ridotto al minimo l’attività di impiego fondi, non solo limitandone l’erogazione ma riducendo linee di credito pre-esistenti o peggio revocandole, con il risultato del crollo degli impieghi di quasi 100 milioni di euro post commissariamento, mentre al contempo buona parte della liquidità così venutasi a creare era stata dirottata a Vicenza. In questo contesto nasce spontaneamente all’interno della compagine sociale un Comitato, denominato “Svegliamoci BENE”, con la finalità di tutelare e difendere gli interessi di tutti i soci, cui aderiscono da subito svariate decine di soci e dipendenti dell’Istituto. Da Vicenza intanto iniziavano ad arrivare notizie sempre più allarmanti, in pieno contrasto con le dichiarazioni fornite alla stampa dai nuovi vertici della Bene Banca (”rendimenti superiori mediamente di almeno un punto percentuale rispetto ai c/c offerti dagli altri istituti”, il tutto “con l’unico intento di massimizzare i rendimenti minimizzando i rischi”). Ed ecco che proprio al neonato Comitato, tra le diverse missive pervenute, ne giungeva una contenente documenti chiaramente inside della Banca (e tuttora pubblicati sul sito internet www.svegliamocibene.it/dettaglio.asp?t=news&id=9 ) da cui si riscontrava in maniera incontrovertibile come il rendimento così remunerativo non era, essendo il tasso applicato al conto corrente interbancario un modestissimo 0,375% ! Altro che rendimenti superiori di almeno 1 punto percentuale !!! Ecco che veniva così smascherata una bugia colossale dei nuovi vertici della bcc benese.

Per "fugare ogni imbarazzo" (così scriveva il vice DG - oggi DG - Simone Barra ai dipendenti) veniva motivato l'azzeramento della posizione di liquidità nel 2015, successivamente all'assemblea ordinaria dei soci post esplosione del caso mediatico sul sospetto deposito alla BPVi. Col senno di poi ... solo oggi, post intervento governativo, Bene Banca ha potuto tirare un sospiro di sollievo ed esultare per non avere sacrificato alcun euro nella "campagna di Vicenza" visto che le obbligazioni (non vendute ma portate obtorto collo a scadenza (2018) "per evitare minusvalenze" - così scriveva il DG Massaro ad ottobre 2015 al sindaco curioso e preoccupato di Bene Vagienna - dato il prezzo registrato sui mercati di molto sotto la pari) saranno onorate da Banca Intesa, all'uopo beneficiata da subito da fondi statali versati sull'unghia per 4,785 MILIARDI

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al fine di non intaccare i ratios patrimoniali della forse migliore banca italiana. Nel corso dell'assemblea successiva, il 29.05.2016, il nuovo Presidente Vietti ha annunciato pubblicamente l'avvenuta archiviazione da parte del Gip di Cuneo del procedimento penale aperto dalla Procura in ordine al "particolare" deposito milionario acceso dalla bcc benese commissariata presso la Banca Popolare di Vicenza, parlando testualmente di "comportamento immacolato" di Commissario e Banca d'Italia. In effetti la Procura di Cuneo aveva condotto una accurata indagine, ricorrendo anche all'ausilio di un consulente, individuato nella figura del Dott. Salvatore Ricci, peraltro un ex ispettore di Banca d'Italia, chiamato a valutare l'operato di un commissario nominato da propri ex colleghi... Al riguardo non avendo rinvenuto tangibili e concrete prove di indebito vantaggio del Commissario Duso dall'operazione sospetta, il PM, anche per mezzo della GDF e del Consulente nominato, ha redatto una articolata memoria ove ha proposto l'archiviazione al GIP , in cui in ogni caso non ha potuto non evidenziare dubbi e perplessità sull'operato del commissario. Degne di nota le seguenti affermazioni degli inquirenti che si commentano da sole: - "in sintesi la condotta seppure sospetta risulta a giudizio non essere contestabile penalmente, quanto piuttosto deontologicamente censurabile" - "non sarebbero rilevabili allo stato attuale sufficienti indizi di interessenze diretta tra la gestione finanziaria di modici (??? 38 mln !!!) valori di Bene Banca, il commissario e le facilitazione concesse alla Banca Popolare di Vicenza" - "sebbene appai altamente probabile per non dire certo che il Duso in ragione di questa carica avesse rapporti anche stretti di conoscenza con i vertici di Banca Popolare, non si può ritenere che versasse in conflitto di interesse" - "non sono emersi altri elementi per ritenere che possa avere tratto vantaggio diretto e personale dall'operazione" - "un'operazione bancaria di questa portata, posta in essere in una congiuntura difficile quale il commissariamento deve essere ponderata con estrema delicatezza (...) Occupato l'incarico il 2 maggio 2013, con atto determina del 9 maggio successivo il Commissario Straordinario Duso delibera di aderire all'offerta di apertura di conto corrente a vista prodotta dalla Banca Popolare di Vicenza SCPA" - "La descritta operazione interbancaria può essere valutata sotto i diversi aspetti relativi al rispetto della normativa vigente in materia (...) e la correttezza deontologica-professionale per il soggetto che nell'ambito dei suoi poteri l'ha deliberata." - "in particolare l'estinzione del deposito di liquidità tenuto presso la Banca Don Rizzo la cui contropartita è stata successivamente depositata, ad un tasso inferiore, sul conto di corrispondenza appena aperto sulla Banca Popolare di Vicenza (???? si tratta dei primi 5 mln subito versati, ma remunerati al 1,75% contro il precedente 2,80% !!) - "le ipotesi di reato paventate nella denuncia querela non dovrebbero essersi verificate, non si può fare a meno di evidenziare alcuni aspetti che interessano la deontologia professionale del Commissario Straordinario DUSO. La carica ricoperta nella Marzotto Sim e la compagine azionaria di

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tale società di mediazione mobiliare avrebbero dovuto comportare una diversa scelta di un soggetto bancario depositario della liquidità della Banca Bene Vagienna. In un periodo di forte turbolenze nel mercato del credito la gestione della liquidità non è asettica ed ininfluente (...) una scelta diversa avrebbe allontanato dubbi e perplessità (...) gli innegabili legami tra depositario e depositante, i tempi in cui è stata realizzata l'operazione alcuni giorni dopo l'insediamento nella carica, quando in genere operazioni della specie richiedono tempi senz'altro più larghi, lasciano intravedere una non del tutto teorica possibilità di personale coinvolgimento. Nel procedimento in esame, da quanto emerge dagli atti d'inchiesta, questo sotteso presumibile conflitto di interesse non è stato dichiarato, anche se poi è stato escluso dal Pm ai sensi della interpretata normativa bancaria, seppur adombrando un comportamento quanto meno "censurabile" sotto il profilo della "correttezza e deontologia professionale" del Commissario che, nell'esercizio delle proprie funzioni, è per legge un pubblico ufficiale ! Criticare la violazione del codice deontologico era il minimo sindacale, anche se agli occhi di qualsiasi cittadino attento una simile operazione non può che apparire irrispettosa del normale canone di diligenza e buon senso. Da ultimo non si può non rilevare che il PM nella propria memoria acclari come "il deposito a vista acceso da Bene Vagienna presso la Banca Popolare di Vicenza poteva considerarsi ben remunerato nel periodo iniziale, nella media in seguito"; quanto riscontrato dagli inquirenti cozza così in maniera palese con le dichiarazioni ufficiali alla stampa dei nuovi vertici di Bene Banca che a suo tempo avevano riferito che "la banca selezionata proponeva rendimenti superiori di almeno 1 punto percentuale rispetto ai conti correnti offerti dagli altri istituti", facendo di fatto crollare in maniera incontrovertibile l'impalcatura eretta a difesa dell'operato del commissario. Una cosa è indubbiamente certa: il Presidente Vietti poteva risparmiare ai soci la descrizione "immacolata" circa il comportamento del Commissario, visto che sia la Gdf che il Consulente del PM l'hanno definito quantomeno "censurabile". La prerogativa di una condotta "immacolata" lasciamola pertanto esclusivamente alla Beata Vergine Maria che per fede è l'unica creatura umana in grado di meritarsi tale appellativo. To be continued Silvano Trucco (ex D.G. Bene Banca)

FATTI / POLITICA

Van Gogh in Basilica Palladiana, Achille

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Variati: "concordate con la Soprintendenza modifiche all'allestimento che migliorano il dialogo tra la mostra e il salone" Pubblicato il 21 agosto alle 20.53, aggiornato alle 23.57. "Oggi abbiamo concordato con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza alcune modifiche all'allestimento della mostra "Van Gogh tra il grano e il cielo", che si aprirà il 7 ottobre in Basilica palladiana. Tali modifiche, che migliorano il dialogo tra l'esposizione temporanea e il salone secondo i suggerimenti della Soprintendenza, saranno formalizzate già nella giornata di domani dai progettisti di Linea d'ombra. A seguire attendiamo l'autorizzazione della Soprintendenza e la ripresa dei lavori di allestimento". Questo l'annuncio odierno di Achille Variati di cui pubblichiamo il video integrale e poi una risposta sulla questione del finanziamento dell'allestimento da parte della Fondazione Roi. Di Note ufficiali

Il sindaco, assente per le ferie già programmate il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci, ha voluto accompagnare all'incontro con il soprintendente Fabrizio Magani i tecnici comunali e il progettista Edoardo Gherardi, incaricato da Linea d'ombra, che "produce" la mostra e sostiene, con propri sponsor, i costi dell'allestimento temporaneo (a parte 100.000 euro elargiti dalla Fondazione Roi di cui riferiremo a seguire, ndr). Come si ricorderà, con una nota pervenuta il 14 agosto scorso, la Soprintendenza aveva fermato l'allestimento, chiedendo al Comune una serie di approfondimenti tecnici sul progetto presentato il 7 luglio. In questi giorni, sotto la regia del vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci, gli uffici comunali hanno lavorato d'intesa con i progettisti di Linea d'ombra per individuare soluzioni migliorative rispetto al progetto originario. Particolarmente intensa è stata l'interlocuzione tra Comune e Soprintendenza, proprio per giungere a un risultato che potesse contemperare le esigenze espositive con le prescrizioni degli uffici ministeriali, risultato che è stato infine ottenuto nel corso dell'incontro avvenuto oggi pomeriggio nell'ufficio del soprintendente Fabrizio Magani. In particolare, rispetto al progetto originario sono state eliminate alcune coperture che avrebbero ostacolato la completa visione della volta a carena. In questo senso gli ambienti multimediali sono stati ridotti da due a uno, traslato al termine del percorso espositivo. Sono stati inoltre creati nuovi coni visuali sul grande salone, allo scopo di aumentare il dialogo tra la mostra e il prezioso contenitore. "I rapporti con la Soprintendenza - ha concluso il sindaco - sono sempre stati ottimi e positivi. L'amministrazione comunale nutre grande rispetto per questa istituzione che ha il compito di tutelare i beni artistici e architettonici

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della nostra città. Per questo motivo abbiamo prontamente raccolto le osservazioni ricevute. Grazie anche a chi in questi giorni è intervenuto sulla vicenda, a partire dal Cisa. Considero tali forme di controllo allargato atti d'amore verso i nostri beni. Non voglio nemmeno pensare che ci sia uno spirito ostile verso eventi che ben sappiamo portare cultura, pubblico, turismo e ricchezza a tutta la città".

POLITICA / FATTI

Contraffazione: regione Veneto sostiene progetto osservatorio agromafie per tutela del ‘made in Veneto" La tutela dei prodotti agroalimentari ‘made in Veneto' sugli scaffali dalla concorrenza sleale della contraffazione. E' questo l'obiettivo del progetto sperimentale che la Giunta regionale del Veneto ha finanziato, su proposta dell'assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan, affidandone la realizzazione all'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e nel sistema agroalimentare, fondazione nazionale istituita nel 2014 da Coldiretti per contrastare agromafie e contraffazioni e tutelare la filiera italiana agroalimentare. Di Note ufficiali

Gli esperti dell'Osservatorio, coordinati da Marcello Maria Francanzani docente dell'Università di Udine, studieranno i flussi della contraffazione nel settore agroalimentare e testeranno uno strumento giuridico di intervento che consenta alle autorità giudiziarie italiane e dei Paesi europei di assumere provvedimenti cautelari nei confronti della merce contraffatta in distribuzione. "La prima difficoltà sta nel mappare il fenomeno della contraffazione creando un data-base delle sofisticazioni e delle ‘concorrenze sleali' che tuteli non solo i grandi produttori ma anche i piccoli produttori locali - spiega l'assessore regionale all'agricoltura - La seconda è quella di intervenire, tramite i gruppi antifrode, la Guardia di Finanza, i Carabinieri o la Polizia di

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Stato, nel ritiro dei prodotti contraffatti, con azioni giudiziarie che sventino la ‘catena' dei falsi. Per fare tutto questo bisogna prima di tutto creare uno schema di azioni ‘a ventaglio' e mettere a punto strumenti giuridici, che siano riconosciuti anche all'estero dalle magistrature straniere. Da qui l'idea di costruire un modello di intervento che salvaguardi e promuova il ‘made in Veneto' sia tra i produttori che tra i consumatori, con la capacità di agire direttamente fino agli scaffali di vendita, sia della grande che della piccola distribuzione, tutelando la filiera dei prodotti di sicura e certificata provenienza dal cosiddetto ‘italian sounding'". La Regione Veneto sostiene il progetto dell'Osservatorio nazionale Agromafie per tre anni, con 87.500 euro complessivi. "La ‘cartina di tornasole' per verificare l'efficacia dell'iniziativa di tutela del ‘made in' conclude l'assessore - verrà dalle azioni in giudizio che riusciremo a proporre, avanti alle corti nazionali e straniere, per ottenere provvedimenti in difesa dei nostri prodotti tipici minacciati da concorrenza sleale o contraffazione fraudolenta".

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Il Corriere del Veneto: desolante doppia solitudine Siamo ormai giunti a ridosso della scadenza del 24 agosto, termine per la presentazione delle istanze degli obbligazionisti subordinati, cui seguirà a settembre quello fissato per gli ex azionisti delle banche venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr). La sensazione che si percepisce è quella di una desolante solitudine. C'è la solitudine degli ex azionisti, in primo luogo. In assenza di più ordinate soluzioni che si sarebbero potute adottare per tempo, a loro altro non è rimasto in questi mesi estivi che procedere in ordine sparso, per chiedere poco più che l'attestazione di una virtuale esistenza invita (non già come azionisti, bensì) in quanto creditori a fronte della liquidazione coatta amministrativa. Di Rassegna Stampa

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Non vi erano gli spazi per una class action, e questo lo si era capito fin da subito (però rimane il rammarico per la mancanza di una legge adeguata), come pure non si è riusciti ad allestire un meccanismo legislativo che convogliasse tutte le istanze in un unico «contenitore» ad hoc, quale per esempio una Camera di Conciliazione, come più volte auspicato sulle colonne del Corriere del Veneto. E così gli ex azionisti si trovano ora costretti a dare un timido segno di sé proponendo una domanda di insinuazione al passivo che innescherà un assai probabile gioco a rimbalzo di rigetto e futura opposizione. Ma c'è anche la solitudine di tanti magistrati e avvocati che, nel tentare di gestire questa enorme massa di contenzioso, si vedono costretti a una pura navigazione a vista. Com'è ovvio, ogni testa ragiona a modo proprio e così, anche sotto questo profilo, la giustizia sarà tendenzialmente «casuistica», se si vuol dir così. Ancora, c'è la solitudine dei soggetti di Alternative Dispute Resolution (metodi alternativi di risoluzione delle controversie): penso, per esempio, al serio lavoro svolto fin qui dall' Arbitro per le controversie finanziarie, nel cui orizzonte si staglia un'assoluta incertezza in ordine all'effettività giuridica delle proprie decisioni, dopo la messa in liquidazione delle banche. A quelle decisioni qualcuno si atterrà o resteranno lettera morta? Questo, nei tratti essenziali, l'odierno scenario. Dopo la calma piatta agostana, resta qualche speranza di good news? La notizia riportata dal Financial Time secondo cui alcuni grandi investitori avrebbero recentemente proposto ricorso in sede di Corte di Giustizia contro le stesse autorità europee per la gestione del default del Banco Popular, ceduto a Santander per un euro, suggerisce una volta di più l'idea che queste tragiche vicende finanziarie, generatrici di un contenzioso aggrovigliato e di massa, meritino senza dubbio di essere governate, piuttosto che abbandonate all'assoluta imprevedibilità del loro corso. di Tommaso dalla Massara, da Il Corriere del Veneto

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

Zonin e Monorchio sapevano delle "baciate", La Verità conferma quanto scritto da VicenzaPiù a commento dei

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verbali qui pubblicati: c'è chi ci legge e chi no... Francesco Bonazzi su La Verità trae le nostre stesse conclusioni dai verbali da noi pubblicati e che riproponiamo qui, per ora parzialmente, e ciò con particolare riguardo anche alle responsabilità di Andrea Monorchio, vice presidente della Banca Popolare di Vicenza, che non poteva non sapere essendo lui stesso coivolto in operazioni baciate con la sua Micoperi... Ecco l'articolo del collega de La Verità che conforta il nostro lavoro e che, forse, ci legge, più di quanto non facciano molti altri, che, forse, non ci vogliono leggere. Il direttore. P.S. Ignazio Visco , dopo aver tanto vigilato, è ospite d'onore al Meeting di Comunione e Liberazione: W l'Italia! «Zonin e Monorchio sapevano dello scambio fra prestiti e azioni», di Francesco Bonazzi, da La Verità: Gianni Zonin era «consapevole delle cosiddette operazioni baciate» ed «era a conoscenza dei segnali di insofferenza di alcuni funzionari della banca a promuovere queste operazioni», che consistevano nel finanziare i soci che partecipavano agli aumenti di capitale. Un sistema che ha condotto la Popolare di Vicenza a un tracollo da oltre 6 miliardi di euro. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Lo scrive la Guardia di finanza di Vicenza nell'ultima informativa allegata alla chiusura delle indagini per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, depositata a fine luglio. Nelle carte dell'inchiesta sono documentati alcuni episodi che sembrano inchiodare l'ex presidente Zonin e che inguaiano anche il suo vice Andrea Monorchio. Secondo i pm, le operazioni «baciate» hanno coperto una capitalizzazione gonfiata della banca per 963 milioni di euro tra il 2013 e il 2014 conducendo l'istituto berico a una rovinosa caduta, con le azioni passate da oltre 62 euro a quota zero. Fino al suo «regalo» a Intesa Sanpaolo da parte del Tesoro.

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Interrogato dai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi nel marzo scorso, Zonin aveva dichiarato: «Sono venuto a conoscenza per la prima volta dell'esistenza delle operazioni baciate e delle lettere di riacquisto durante il mio incontro con l'ispettore della Bce Emanuele Gatti a Milano nel maggio del2015». Una versione che si scontra con quanto raccontato dall'exdg Samuele Sorato, per il quale «su quelle operazioni decideva il consiglio d'amministrazione». Ebbene, a leggere il lavoro di ricostruzione condotto dai finanzieri guidati dal colonnello Fabio Dametto, incrociando intercettazioni, sms, verbali d'interrogatorio e materiale prelevato dagli uffici della Vicenza, i tempi non tornano. Dai tabulati di Paolo Marin, ex direttore dei crediti e dal 2014 anche vicedirettore generale, sbuca uno scambio di sms del 27 settembre 2011 con Sorato, in cui il primo scrive al secondo: «Domani ricordati di massaggiare il presidente», in riferimento a non meglio precisati «acquisti di valori mobiliari». Si tratta di azioni della banca stessa. E infatti il 26 aprile scorso Marin, interrogato dai pm che indagano anche su di lui, spiega: «Con il termine massaggiare intendevo chiedere a Sorato di informare il presidente Zonin che l'indomani il cda avrebbe dovuto deliberare su alcune proposte di affidamento relative alle posizioni indicate negli stessi messaggi (famiglia Ferrari e famiglia Morato). Confermo che si trattava di operazioni baciate». Insomma, a meno che Marin e Sorato abbiano ingannato il cda intero, quelle concessioni di credito ai Ferrari e ai Morato sono le prime «baciate» di cui Zonin avrebbe dovuto avere consapevolezza. E stiamo parlando di tre anni e otto mesi prima della loro «scoperta» da parte della Bce. Ma ci sono anche altri episodi rivelatori. Durante una cena tenutasi nel marzo 2014 nella villa palladiana Godi Malinverni, a Lugo di Vicenza, un altro indagato, l'ex consigliere Franco Miranda, si sarebbe rivolto così a Zonin: «Gianni, dobbiamo ringraziare il conte Malinverni in quanto con il nostro finanziamento ha comprato 1,5 milioni di azioni». L'episodio è stato raccontato dallo stesso Christian Malinverni, in un verbale del 30 maggio 2016. C'è poi un'amica personale a mettere nei guai il re del vino. Si tratta di Donata Irneri, che nel 2013 chiede a Zonin la concessione di un mutuo da 3,5 milioni, forte, si legge nell'informativa, «di un rapporto di amicizia». Quando si tratta di partecipare all'aumento di capitale del 2013, Irneri si rammarica di non poter fare la propria parte, ma Zonin le dice che la stessa banca l'avrebbe aiutata a sottoscrivere le nuove azioni Bpvi. Il risultato è che a dicembre di quattro anni fa la signora Irneri era esposta con la banca per 4,7 milioni, ma investì un milione in titoli dell'istituto di credito. La ricostruzione è confermata dalla stessa Irneri, nell'interrogatorio del 13 ottobre 2016. I fatti sono di 18 mesi antecedenti alla «ammissione» di Zonin. Ci sono poi altri due episodi che chiamano direttamente in ballo l'ex presidente e che sono ricostruiti dall'informativa finale della Finanza. Il primo riguarda il caso di Antonio Villa, ex alto dirigente della Vicenza che il 24 aprile 2014 scrive una mail ai vertici della banca. L'anno prima se n'era andato perché «continuamente richiesto di reperire clienti disposti a sottoscrivere le operazioni baciate». Gli inquirenti hanno trovato la ricevuta della mail, con stampata un'annotazione di Zonin che, di suo pugno, ordina di informare della faccenda anche due alti dirigenti, tra cui l'allora capo del

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personale Adriano Cauduro. Interrogata dai pm, Camilla Lizza, segretaria di Zonin, ha confermato che l'allora presidente «ha preso visione della lettera». Qui siamo 13 mesi prima della versione di Zonin. Il secondo episodio, già raccontato a ottobre dalla Verità, riguarda il socio Maurizio Dalla Grana, che nell'assemblea della banca del 26 aprile 2014 denunciò la vendita di azioni «pericolose» (come quella della Vicenza, non quotata) a clienti sprovvisti dei requisiti di esperienza finanziaria «minima» e chiese al collegio sindacale e alla Banca d'Italia se fossero stati finanziati soci allo scopo di partecipare agli aumenti di capitale. Chi sembra conoscere bene il meccanismo delle «baciate» è Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato scelto da Zonin come vice per le sue doti relazionali coni palazzi romani. Nell'informativa si legge che a fine 2012 Monorchio avrebbe fatto ottenere 20 milioni di finanziamento alla Micoperi, azienda di cui era presidente e che all'epoca era uno dei grandi leader nei lavori sottomarini (recuperò la Costa concordia). Il problema è che Micoperi, oggi schiacciata da 120 milioni di debiti, ha dovuto sdebitarsi con l'acquisto di azioni della Vicenza per 4 milioni. A queste, nel 2103, si sono aggiunti altri 2 milioni di azioni e poi l'intero pacchetto è stato fatto transitare da Micoperi alla sua holding di controllo, e usato come garanzia di un minibond da 35 milioni emesso dalla stessa Micoperi. Un dirigente della banca, interrogato dai pm, ha confermato che Monorchio avrebbe seguito l'operazione. Mentre altri due indagati, al telefono, s'inalberano per lo scandalo delle «baciate» e dicono: «Ma allora Monorchio?».

POLITICA

Ius Soli, Berlato (FDI-AN-MCR): "L'opinione politica di un Papa non è un dogma, Bergoglio su Ius Soli criticabile come qualsiasi cristiano" "Chi sale sul pulpito a dare lezioni di moralità accusando di blasfemia chiunque si permetta di criticare un'opinione politica del Papa, dovrebbe ricordarsi che la laicità dello Stato è un valore riconosciuto anche dalla Chiesa; non confondiamo il dogma dell'infallibilità del Pontefice riguardo alla sfera teologica con le dichiarazioni personali su questioni che nulla c'entrano con la religione". Sono le affermazioni di Sergio Berlato, Consigliere regionale e Coordinatore per il Veneto di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale. Di Note ufficiali

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"Sulla questione Ius Soli - continua Berlato - pur non citandolo espressamente, quando Bergoglio parla di una necessità di riconoscere il diritto universale ad una nazionalità che va riconosciuta e certificata evitando casi di apolidia partendo da una legislazione sulla cittadinanza che, a suo avviso, andrebbe modificata secondo le esigenze del momento a favore di migranti e rifugiati, è una dichiarazione politica personale criticabile e contestabile". "Sono convinto - aggiunge il Consigliere - che tali ingerenze e velate pressioni politiche siano un danno in primis per la Chiesa che, in quanto Istituzione religiosa, entrando a gamba tesa su questioni che animano il dibattito politico prendendo posizione su una tematica tanto delicata, perda di vista il fondamentale ruolo che ha nella società e nei confronti delle Istituzioni statali". "Tra l'altro - conclude Berlato - in un momento in cui le priorità sono ben altre e in una situazione internazionale in cui il terrorismo di stampo islamico ha apertamente dichiarato guerra a tutto il mondo occidentale, tali dichiarazioni sono apparse alquanto inopportune".

FATTI

Zanoni (PD): "sparatorie in strada con cartelli crivellati di colpi tra Padova e Vicenza: colpa dell'estremismo venatorio in Veneto" "Cartelli stradali crivellati da proiettili al confine dei comuni di Lozzo Atestino, in provincia di Padova, e Noventa Vicentina, in provincia di Vicenza: cosa intende fare la Regione per evitare un uso distorto, pericoloso ed irresponsabile delle armi da caccia nel territorio veneto?". È il titolo dell'Interrogazione a risposta scritta presentata dal Consigliere regionale Andrea Zanoni (Partito Democratico). "Le guardie dell'ENPA - prosegue l'esponente democratico nella nota che pubblichiamo - oltre ad aver rilevato l'episodio riportato dagli organi di stampa il 13 agosto e denunciato il grave episodio alla Procura della Repubblica di Vicenza, tenendo conto che nelle vicinanze dai cartelli stradali crivellati da proiettili insistono

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abitazioni, capannoni e strade trafficate, hanno calcolato le dimensioni dei fori tramite l'utilizzo di calibri a tampone". Di Note ufficiali

"Sembra - puntualizza Zanoni - che il tipo di proiettili e il calibro delle armi utilizzate appartengano ad almeno sei armi di diverso calibro (22, 308, 44, 7,62 e 9mm da pistola) oltre ad un fucile da caccia con cartuccia a pallettoni. Se dei loschi figuri si sentono così liberi da arrivare ad effettuare indisturbati delle sparatorie in strada con micidiali fucili da caccia e di precisione noncuranti delle tragiche conseguenze e del pericolo per i passanti, vuol dire che in Veneto c'è qualcosa che non va, manco fossimo nella Locride". "Questa è la conseguenza delle politiche estremiste in materia di caccia condotte dalla Giunta Zaia e dalla sua maggioranza in Consiglio regionale con delibere e leggi che hanno consentito a migliaia di individui di circolare armati anche di notte a volte anche in violazione di precise norme nazionali. Con troppi individui liberi di circolare armati, in caso di incidenti o delitti con armi, diventa proibitivo per gli inquirenti individuare i responsabili, tant'è che nel caso dell'omicidio di Zovencedo, dove l'ambientalista Mauro Pretto è stato ucciso sul portoncino di casa da una rosa di pallettoni sparati da un fucile da caccia, dopo oltre tre mesi ancora non è stato individuato il responsabile". "Con questa Interrogazione - conclude Zanoni - intendo chiedere alla Giunta regionale se non ritenga doveroso innanzitutto intensificare la vigilanza venatoria nel territorio interessato dal recente episodio per garantire la sicurezza e l'incolumità dei cittadini ed inoltre se non ritenga opportuno far attivare ogni verifica al fine di individuare i responsabili del grave atto. Chiedo inoltre di conoscere il numero, suddiviso per provincia, dei soggetti attualmente autorizzati a circolare armati, anche nelle ore notturne e in aree vietate alla caccia, in attuazione della legge regionale n. 50/1993 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio", del piano triennale di gestione e controllo ai fini della eradicazione del cinghiale di cui alla D.G.R. n. 598/2017, della legge regionale n. 15/2016 "Misure per il contenimento finalizzato alla eradicazione della nutria" e dei piani provinciali di gestione e controllo della volpe e dei corvidi".

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FATTI / POLITICA

Barcellona, Finco (LN): "La salma di Luca Russo torna in Veneto: è il momento del dolore" "Il corpo di Luca Russo è tornato dalla Spagna in Italia ed a breve è previsto il suo rientro a Bassano. È terminato così quel viaggio a Barcellona intrapreso per piacere con Marta Scomazzon, la sua fidanzata, e che si è concluso tragicamente il 17 agosto con l'attentato commesso da un gruppo di macellai terroristi che hanno seminato orrore e morte lungo la Rambla del capoluogo catalano". Sono le dichiarazioni di Nicola Finco, Capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale del Veneto, contenute in una nota che pubblichiamo. Di Note ufficiali

Finco così prosegue: "Il rientro della salma di Luca Russo rappresenta un momento di dolore intenso e drammatico per tutti i veneti e per i bassanesi in particolare. Dopo Valeria Solesin, assassinata al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015, il Veneto è costretto così ad aggiornare la tragica contabilità di morte perpetrata da assassini senza scrupoli che si stanno specializzando nel colpire civili indifesi". "In questo momento di estrema sofferenza, siamo particolarmente vicini alla famiglia di Luca - conclude Finco - ma rimane il dovere, anche nel tempo del dolore, di non abbassare la guardia: ricordiamoci che quello di Barcellona è stato l'ennesimo atto di una guerra voluta da fanatici ben individuati e che non possiamo limitarci ad aggiungere in silenzio nuovi nomi all'elenco dei nostri caduti".

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

I portalettere 2.0 fanno correre il commercio elettronico: a Vicenza e

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provincia 388mila pacchi nel 1° semestre 2017 In Veneto nei primi sei mesi dell'anno i volumi di pacchi consegnati attraverso la rete dei portalettere e del corriere espresso del Gruppo (SDA) sono stati 2.486.672 unità da ordini effettuati su Internet, il 10% circa dell'intero volume recapitato in Italia. Al primo posto c'è la provincia di Verona (circa 536.000 pacchi) seguita dalla provincia di Padova (507mila). A Venezia 451mila, 395.000 a Treviso, 388 mila a Vicenza e provincia. Chiudono la classifica (ma i numeri sono elevati in rapporto alla popolazione), Belluno con 118.253 pacchi e Rovigo a quota 90.000. Di VicenzaPiù informa

Il successo registrato in questi primi mesi dell'anno è legato alla capillarità del servizio di recapito di Poste Italiane disponibile per i grandi e piccoli merchant delle vendite on line. Di fatto la figura storica del portalettere, punto di riferimento insostituibile per le comunità locali sta cambiando il proprio ruolo di pari passo alle nuove abitudini di consumo. La tradizionale borsa del portalettere si svuota delle classiche lettere e cartoline per riempirsi di pacchi. Dotato di palmare, Pos e stampante, il postino telematico versione 2.0, viaggia equipaggiato di una vera e propria piattaforma tecnologica che garantisce sicurezza ed efficienza nel processo di recapito. Poste Italiane sta innovando e investendo in mezzi e persone introducendo nuovi macchinari per lo smistamento dei pacchi, in particolare quelli internazionali, migliorando i sistemi di tracciatura per assicurare un monitoraggio puntuale e accurato delle spedizioni. In alternativa al recapito a casa, i pacchi si possono ritirare negli uffici postali della Regione. Poste Italiane sta affrontando una grande riorganizzazione per sfidare una trasformazione epocale del mercato della corrispondenza e conciliare la sostenibilità del business con la qualità del recapito. Venticinque milioni di pacchi sono già stati consegnati nei primi sei mesi del 2017 da Poste Italiane, con l'obiettivo di superare i 50 milioni entro la fine dell'anno. Il commercio elettronico in Italia è stimato in crescita nel 2017 del 16% raggiungendo un valore di circa 23.1 miliardi di euro (fonte dell'Osservatorio

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e-commerce Netcomm Politecnico di Milano). La vendita dei prodotti cresce del 25%, con un totale atteso di circa 150 milioni di ordini per un valore pari a quasi 12 miliardi di euro. In questo scenario Poste ha un ruolo primario con oltre 41 milioni di acquisti online consegnati nel 2016, 1 pacco ecommerce su 3.

FATTI

Nuovo regolamento di polizia urbana: in vigore da giovedì 24 agosto Entrerà in vigore giovedì 24 agosto il Regolamento di polizia urbana e sulla civica convivenza licenziato i primi di giugno dalla giunta comunale, al termine di un complesso lavoro intersettoriale coordinato dall'assessore alla sicurezza urbana Dario Rotondi, e approvato dal consiglio comunale nella seduta del 20 luglio scorso. Nel nuovo regolamento - che va a sostituirne uno datato 1926, passando da 251 a 37 articoli - il Comune di Vicenza, primo in Italia, ha fatto proprie le opportunità offerte dal decreto Minniti ai sindaci in materia di sicurezza urbana, inserendole in toto. Tra le numerose novità inserite, oltre alla possibilità per il Comune di individuare le aree e i luoghi della città in cui far scattare l'obbligo di allontanamento, è previsto il divieto di detenere bottiglie di vetro in tutti i parchi ed aree verdi, pena il sequestro delle stesse. Di Redazione VicenzaPiù

Ai negozi di vicinato è vietato, inoltre, vendere bevande alcoliche e superalcoliche da asporto tra le 20 e le 7. Tale divieto non si applica ad attività tipo kebab o pizzerie d'asporto, purché la bevanda sia venduta insieme al cibo.

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Il 24 agosto, inoltre, la giunta - che si sarebbe dovuta riunire oggi, ma la cui seduta è stata rinviata a quel giorno - disporrà l'inasprimento di alcune sanzioni che si applicheranno a partire da venerdì 25.

La Soprintenza non definisce museo la Basilica Palladiana, ma almeno la Fondazione Roi non dovrà dare più dei 100.000 euro già assegnati alla mostra di Van Gogh: lo dice, ma anche no, Achille Variati Anche la Sovrintendenza alle Belle Arti conferma di non considerare la Basilica Palladiana un "museo" ma un monumento la cui integrità artistica e culturale va tutelata e preservata anche in termini di fruibilità estetica e visiva quando, per decisioni diverse, diventa, come l'ha definito ieri il sindaco Achille Variati, un "prezioso contenitore" per una mostra temporanea, come quella di Van Gogh. Ma, se i cda della Roi a guida Gianni Zonin hanno elargito fondi solo in minima parte al "museo civico", come il marchese Giuseppe Roi definisce nello statuto, e al singolare, palazzo Chiericati come destinario delle attività della Fondazione a lui intitolata, non è da meno nel suo comportamento, diciamo, discutibile, il nuovo cda a trazione Andrea Valmarana e a guida Ilvo Diamanti. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Oltre a destinare le "erogazioni liberali" a innumerevoli beneficiari, senza il rango adeguato che voleva il marchese, Zonin & c. foraggiavano un elenco sempre più largo di "musei civici" o sedicenti tali ma, giocando sulle parole e sulle definizioni, anche Diamanti, Valmarana e Grossato, oltre ai 4 "reduci" dell'ultimo cda targato "Roi du vin", usano i denari del grande mecenate vicentino con una certa disinvoltura, per esempio, "concedendo" al privato organizzatore della mostra su Van Gogh, Linea d'OImbra di Marco Goldin, ben 100.000 euro. Li giustificano i signori consiglieri della Roi con l'equazione bocciata anche dalla Soprintendenza "Basilica = Museo" e col fatto che metà dell'importo, 50.000 euro, cioè, sarebbe un investimento visto che l'allestimento contestato servirà in futuro ai "musei civici" vicentini, al solito al plurale e non al singolare e aprendo la strada al "perchè non anche io?" del, che so, Torrione di Porta Castello con le opere moderne di Antonio Coppola, il nuovo micro Roi, forse...

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Eppure Achile Variati continua a dire, convinto, che il costo dell'allestimento, comprese le modifiche imposte per tutelare il "monumento" non museo, è a carico di Linea d'Ombra, anche se, poi, alla nostra domanda, risponde, un po' meno convinto, che di sicuro, ma anche no, i costi aggiuntivi non saranno a carico della Fondazione Roi...

FATTI / ASSOCIAZIONI

Ulss 8 Berica riduce risorse per disabili: COMI.VI.H studia una "bozza" di protesta da inviare ai politici della Regione Veneto e VicenzaPiù la "firma" come appello! Pubblicato il 21 agosto alle 22.47, aggiornato il 22 alle 18.09 e alle 23. Ieri, dopo aver pubblicato il 20 agosto una lettera in cui Vittorio Corradi, presidente della sezione A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici Onlus) San Bortolo di Vicenza, lamentava "Ulteriori tagli ai servizi per i disabili nella Ulss 8 di Vicenza: mancano volontà e concertazione", rendevamo pubblica, vista la nostra sensibilità editoriale al problema che si somma quella mia personale in questo ambito per amicizie fraterne e frequentazioni umane, quella che ci era stata segnalata come una similare lettera di protesta / appello di una serie di associazioni sotto elencate e facenti capo a COMI.VI.H (Comitato Vicentino Handicap). Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Oggi, in tarda mattinata, siamo stati letteralmente aggrediti verbalmente da una signora, tale M. R., che, dopo aver ingiunto di rimuovere il testo al nostro redattore, che la rinviava a me, in quanto direttore, dandole il mio cellulare, si qualificava con me al telefono come lettrice, anche se poi ci è stata segnalata come probabile responsabile del Comi.Vi.H.

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M.R. non solo si adombrava perchè la chiamavo "signora", un termine che uso per rispetto con chi non conosco, e non "dottoressa", ma ribadiva la sua "richiesta/pretesa" di "rimozione" del testo non perchè contenesse delle inesattezze o degli errori concettuali lo scritto da noi reso noto a chi ha e/o dovrebbe avere a cuore l'attenzione per i disabili, ma perchè quel testo non era una lettera ma una bozza di lettera che ancora doveva essere ritoccata. Nonostante io, povero (anche in senso letterale) ingegnere che ai titoli accademici preferisce quelli conferiti sul campo, abbia chiesto stamattina alla "dottoressa" di inviarmi due righe dandole la mia ben nota mail per qualificarsi, prima, e spiegarmi, poi, la sostanza della sua ira, titolo accademico a parte, al momento nulla ho ricevuto se non il sentore di ulteriori polemiche fra gruppi che, pure, si occupano con abnegazione dei disabili. Non volendo pensare che a chi ogni giorno lotta con questi problemi manchi il coraggio di denunciare pubblicamente, con nome ecognome e senza ipocriti equlibrismi o, peggio, distinzione di squadra, chi non fa il massimo per persone meno fortunate dei cosiddetti "normali", la chiudiamo così: - prendiamo per buono che M.R. abbia il titolo di chiedere la rimozione di un testo presentato come lettera e, invece, risulttao una bozza di lettera - vista la contestazione solo formale precisiamo, quindi, che il testo riportato di sotto è una "bozza" sfuggita alle maglie del Comi.Vi.H. e, vista l'importanza e l'urgenza del tema affrontato, ci auguriamo che diventi presto e nella forma definitiva scelta dalle vari assocaizioni aderenti una lettera di sensibilizzazione al consiglieri e agli assessori regionali - poichè, però, il problema ci pare, dalle informazioni ricevute e controllate, reale, facciamo intanto nostra la bozza, la sottoscriviamo noi in pieno e contatteremo, anche via FB, su cui già postiamo questo articolo, consiglieri e assessori regionali per avere le loro opinioni al riguardo. Sono dovute! Giovanni Coviello Direttore responsabile di VicenzaPiù

Pubblichiamo la lettera (n.b. ora è una bozza per chi l'ha pensata, ma diventa una lettera firmata da noi di VicenzaPiù, ndr) delle associazioni sotto elencate e facenti capo a COMI.VI.H (Comitato Vicentino Handicap ) inviata agi assessori e ai consiglieri regionali sul problema delle decisioni prese unilateralmente dalla Ulss 8 Berica sulla diminuzione dei finanziamenti al settore della disabilità sollevato su questo mezzo anche da Vittorio Corradi, presidente Sezione A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza Spastici Onlus) San Bortolo di Vicenza che è uscita dal COMI.VI.H dopo le dimissioni di Riccardo Cagnes per impegnarsi nella FISH provinciale, regionale, nazionale. Si vuol portare a conoscenza delle SS.LL. di come l'Ulss n. 8 Berica sta gestendo il settore della disabilità a seguito della nuova organizzazione

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delle aziende sanitarie e dell'entrata in vigore della Dgr. 740. Le Associazioni dei familiari delle persone disabili sono state convocate due volte nel mese di giugno per prendere atto delle decisioni, e dei minori finanziamenti, contenute nel bilancio. In quell'occasione, e poi successivamente con altra nota, è stato ribadito il profondo dissenso relativamente alle decisioni prese unilateralmente sulla diminuzione dei finanziamenti al settore della disabilità e si sono espressi dubbi e timori sulle conseguenze di questa scelta, che necessariamente, comporterà riduzione dei servizi e/o modifiche agli stessi. Si teme che non possano venire rispettati gli standard previsti dai livelli essenziali di assistenza con ripercussioni sulla vita dei nostri familiari. Il fatto che la riduzione delle rette sia rivolto solo agli utenti di centri gestiti da privati e non ai frequentanti delle strutture pubbliche, notoriamente più costose, fa sì che ne derivi una discriminazione fra persone aventi i medesimi bisogni. Si mette in discussione il metodo del processo decisionale che ha visto le famiglie essere coinvolte, nel corso di un incontro di mera presentazione di un bilancio non condivisibile sotto il profilo dell'etica dei servizi, soltanto alla fine di tutto il percorso anziché parti di una concertazione, prevista fra l'altro dalla L. 328/2000. Successivamente, si è saputo, tramite gli enti gestori, che sono state presentate( firmate?) agli enti gestori stessi due convenzioni temporanee fino al 31 dicembre 2017 in cui vengono ridotte le rette ai residenti in comunità e diminuite del 60% (?) le "pronte accoglienze" nonchè aumentata la partecipazione finanziaria delle famiglie. Invece rimane inalterata, fino al 31/12, la situazione dei centri diurni. Anche in questo caso, le famiglie, che dovrebbero essere se non i principali interlocutori almeno al pari degli enti gestori, sono state estraniate dal processo decisorio. Da sempre queste Associazioni sono disponibili al confronto costruttivo e a collaborare per la realizzazione di proposte innovative: si intravvede, nell'attuale gestione, anche un'assenza di progettualità. Queste Associazioni si riservano, comunque, il diritto di tutelare, con ogni mezzo ed in ogni sede, le persone con disabilità le quali, in ragione delle scelte prospettate al livello regionale e locale, appaiono sicuramente pesantemente discriminate, in palese contrasto con quanto previsto dalla L. 18/2009 ("Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità"). (Disponibili ad incontri con le SSLL, si inviano cordiali saluti)

*Le Associazioni componenti il Comitato:

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A.gen.do Anffas Vicenza Ass.ne genitori "primavera 85" Autismo triveneto H81 Insieme Insieme per l'integrazione

FATTI

Un augurio da Benedetto Croce, salvato da ragazzo a Casamicciola nel terremoto del 1883 A Casamicciola - Ischia si è ripetuto il miracolo del salvataggio di fanciulli. Alle 21.30 circa del 28 luglio 1883 un violento terremoto colpì la località di Casamicciola, nell'isola d'Ischia, e i comuni limitrofi, soprattutto Lacco Ameno e Forio. La scossa tellurica, di tipo sussultorio e ondulatori, durò 13 secondi e fu valutata, nell'epicentro, del X grado della scala Mercalli. Restò nella memoria collettiva tanto da diventare il simbolo di una catastrofe: "ch'è una Casamicciola?". In quel terremoto ci furono 1.784 vittime. Sotto le macerie rimasero uccisi anche tutti i membri della famiglia (padre, madre e una sorella) di Benedetto Croce e lo stesso filosofo, allora 17enne, venne salvato dalle macerie. Di Italo Francesco Baldo

Così il grande filosofo ha raccontato la sua avventura. Egli si trovava nel soggiorno della Villa Verde, dove la famiglia del proprietario terriero Pasquale Croce risiedeva per le vacanze. Il terremoto fece sprofondare il padre, ingoiato dalle macerie, Benedetto Croce vide la sorella sbalzata verso il soffitto, quindi raggiunse la madre che si era rifugiata sul balcone, e da lì entrambi precipitarono: "Rinvenni a notte alta scrisse poi il filosofo nel Contributo alla critica di me stesso del 1915 e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle, e vedevo intorno il terriccio giallo, e non riuscivo a raccapezzarmi su ciò ch'era accaduto, e mi pareva di sognare. Compresi dopo un poco, e restai

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calmo, come accade nelle grandi disgrazie. Chiamai al soccorso per me e per mio padre, di cui ascoltavo la voce poco lontano; malgrado ogni sforzo, non riuscii da me solo a districarmi. Verso la mattina (ma più tardi), fui cavato fuori, se ben ricordo, da due soldati e steso su una barella all'aperto. Lo stordimento della sventura domestica che mi aveva colpito, lo stato morboso del mio organismo che non pativa di alcuna malattia determinata e sembrava patir di tutte, la mancanza di chiarezza su me stesso e sulla via da percorrere, gl'incerti concetti sui fini e sul significato del vivere, e le altre congiunte ansie giovanili, mi toglievano ogni lietezza di speranza e m'inchinavano a considerarmi avvizzito prima di fiorire, vecchio prima che giovane. Quegli anni furono i miei più dolorosi e cupi: i soli nei quali assai volte la sera, posando la testa sul guanciale, abbia fortemente bramato di non svegliarmi al mattino, e mi siano sorti persino pensieri di suicidio." Anche questa volta alcuni fanciulli si sono salvati, grazie all'opera dei Vigili del fuoco. A loro auguriamo quella vita che Benedetto Croce ebbe e che potenziò la cultura italiana ed è ancora oggi un punto di riferimento per coloro che amano la libertà sulla quale si costruisce il mondo. Ma per farlo è necessario impegno e serietà civile soprattutto nel bene comune.

POLITICA / FATTI

Sanità: giunta veneta approva schema convenzione con gestori fondi sanitari integrativi In Veneto sarà più semplice, per i gestori dei Fondi Sanitari Integrativi, erogare le prestazioni aggiuntive rispetto a quelle garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. È questo l'effetto di uno schema di convenzione tra le Ullss venete e i gestori di questi fondi privati, approvato ieri, 22 agosto, dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alla Sanità Luca Coletto (nella foto). "Il tutto - fa notare l'assessore - va a favore delle persone assistite dai gestori dei Fondi, per le quali la gestione diviene più semplice e vengono ristretti i tempi di erogazione del dovuto". Di Redazione VicenzaPiù

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L'ambito di applicazione dei Fondi Integrativi del Servizio Sanitario Nazionale riguarda le prestazioni aggiuntive non comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza - LEA - erogate da professionisti e da strutture accreditate; Le prestazioni comprese nei LEA per la sola quota a carico dell'assistito, inclusi gli oneri per le prestazioni erogate in regime di libera professione "intramoenia" e per la fruizione dei servizi alberghieri su richiesta dell'assistito; le prestazioni sociosanitarie erogate in strutture accreditate residenziali e semiresidenziali, oppure a domicilio, per la quota posta a carico dell'assistito. Oggetto dello schema di convenzione approvato dalla Giunta regionale sono le prestazioni di ricovero ordinario o diurno; le prestazioni di diagnostica, prevenzione e check up; i percorsi clinico-diagnostici di prevenzione. Il documento costituisce lo sviluppo dell'Accordo Quadro siglato nel 2015 tra la Regione e i Gestori dei fondi. ALLEGATI DELIBERA E SCHEMA CONVENZIONE.

FATTI

"Tra Dono e Carità": il 5 settembre s'inaugura un ciclo di eventi promosso da Ipab di Vicenza Alla Chiesa di San Giuliano il filosofo Umberto Curi e don Matteo Pasinato dialogheranno sul prendersi cura della Persona e della Comunità Un mese di eventi attende Vicenza attorno a un tema, quello del progettare, organizzare e gestire l'assistenza della persona in stato di bisogno che, stando alle analisi sociali e alle statistiche sociologiche, sarà sempre più centrale nei prossimi anni non solo nella vita di ciascuno di noi ma anche nelle scelte strategiche di enti, istituzioni e imprese. Di VicenzaPiù informa

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Quello proposto da Ipab di Vicenza, in sinergia con diverse realtà, è un ciclo di appuntamenti intitolato "Tra Dono e Carità" che prenderà il via martedì 5 settembre, Giornata nazionale della Carità indetta dall'ONU, con un dialogo che si terrà alle 20.30 alla Chiesa di San Giuliano in corso Padova, tra il filosofo Umberto Curi e don Matteo Pasinato, direttore della pastorale sociale del lavoro della Diocesi di Vicenza. L'incontro, aperto a tutta la cittadinanza, ha per tema "Del prendersi cura: tra senso dell'umano, bisogno della persona e disegno di comunità" e offrirà una riflessione generale che fungerà da filo rosso rispetto alla quindicina di appuntamenti che si susseguiranno sino al 4 ottobre. « Tutto ciò che siamo diventati nel corso dei secoli è frutto del dono e della carità, dapprima dei nobili poi dell'intera comunità vicentina. Valori che si sono tramandati di generazione in generazione e hanno tracciato il nostro profilo culturale, sociale, spirituale e religioso, ma che si sono in parte perduti e che dobbiamo riscrivere tutti assieme alla luce delle nostre esperienze e del tempo che verrà». Lucio Turra, presidente di Ipab di Vicenza, lancia così la nuova iniziativa che ha un duplice scopo: « Porre l'attenzione sull'ente di assistenza che, non tutti sanno, ha alle spalle ben sette secoli di vita ed è patrimonio non solo sociale e patrimoniale, ma anche culturale, monumentale e artistico dell'intera comunità; dall'altro è necessario avviare un confronto e un dialogo sul futuro e su quali potranno essere gli sviluppi dal punto di vista giuridico e socio-assistenziale dell'ente nonché del suo ruolo centrale per la socialità del nostro territorio». La manifestazione, come le altre che l'hanno preceduta, ha anche lo scopo di far conoscere i "luoghi dell'Ipab". Per questo l'inaugurazione della prima edizione della rassegna avverrà nella Chiesa di San Giuliano, attigua all'Istituto Salvi, mentre altre sedi dell'ente saranno valorizzate nelle occasioni successive. « Abbiamo fortemente voluto questo incontro in apertura - ha anticipato Turra - perché viviamo un tempo d'individualismo, di separazione sociale e di frammentazione della comunità, in cui il tema del "prendersi cura" degli altri rischia di diventare esplosivo. Stiamo assistendo a un dibattito sul "come" gestire questa problematica, che mette in primo piano i servizi, le strutture, le risorse, le modalità e i tempi di assistenza, ma che ha forse perso per strada il "senso" del prendersi cura, concentrandosi sulla persona, sulle relazioni e su cosa significa essere e fare comunità»

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BANCHE / FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Il Fatto: "Bankitalia, la carriera dell’ispettore delle sviste in Mps e Banca Popolare di Vicenza" Giampaolo Scardone,(nella foto) da due anni direttore generale della Carim (Cassa di Risparmio di Rimini), è un banchiere molto apprezzato. Nel 2016 ha preso 505 mila euro per occuparsi di una banca con attivi patrimoniali 280 volte inferiori a quelli di Unicredit. Guadagna più del presidente della Bce Mario Draghi, più del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, il doppio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Essendo la Carim da anni in crisi nera, tanto che è in corso un oneroso salvataggio "di sistema" a beneficio del gruppo francese Crédit Agricole, lo stipendio del 61enne Scardone dev'essere sintomo di una professionalità irrinunciabile. Ha fatto l'ispettore alla Banca d'Italia per 35 anni fino all'1 luglio 2013, quando è stato assunto a Rimini come vicedirettore generale. Di Rassegna Stampa

Ha fatto l'ispettore alla Banca d'Italia per 35 anni fino all'1 luglio 2013, quando è stato assunto a Rimini come vicedirettore generale. Ha svolto in carriera una cinquantina di ispezioni, ma sono le ultime due a valere il prezzo del biglietto. Dal 27 settembre 2011 al 9 marzo 2012, ha guidato l'ispezione Bankitalia sulla liquidità del Monte dei Paschi di Siena. Di fronte alla reticenza degli ispezionati, non ha scoperto il derivato Alexandria con cui il boss di Mps Giuseppe Mussari aveva azzoppato la banca per finanziare la disastrosa acquisizione dell'Antonveneta. Il 28 maggio 2012, Scardone ha intrapreso l'ispezione della Banca Popolare di Vicenza. Studiando le gesta del presidente Gianni Zonin per quattro mesi e mezzo, il pur esperto ispettore è stato nuovamente ostacolato dagli ispezionati e non ha potuto scoprire che l'istituto era minato dal cancro del capitale finanziato, in gergo "operazioni baciate". Se n'è accorta la Bce nel 2015, quando il

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buco si era allargato a oltre un miliardo e la Popolare Vicenza era spacciata. Il caso Scardone illumina la singolare capacità degli ispettori di Bankitalia di farsi sistematicamente gabbare dai banchieri. Toccherà alla Commissione parlamentare d'inchiesta sciogliere il dilemma: lo schema "guardie disarmate e ladri furbi", a cui allude la Banca d'Italia con denunce per ostacolo alla vigilanza alle procure di mezza Italia, serve a coprire tacite intese tra banche e Vigilanza? Andrà verificata un'ipotesi: le banche, incoraggiate dalla stessa Banca d'Italia, fanno i numeri a colori negli anni di boom della finanza facile (2002-2007); quando la crisi presenta il conto, la vigilanza, in nome della stabilità, chiude un occhio sulle irregolarità e sollecita i banchieri in difficoltà a rattoppare il patrimonio anche vendendo dosi da cavallo di obbligazioni subordinate ai piccoli risparmiatori; e comunque a rinviare i problemi affidandosi a Santa Ripresa. Solo che la ripresa, attesa per il 2011-2012, non è arrivata. E oggi nelle procure e nei tribunali si recita sempre lo stesso copione: gli ispettori giurano di essere stati ingannati da banchieri felloni, gli imputati giurano e spergiurano che la Vigilanza sapeva tutto. Il 2 dicembre 2013, pochi mesi dopo aver lasciato Bankitalia per la Carim, Scardone è chiamato a testimoniare al processo contro Mussari. La vicenda è complicata. Ci sono due operazioni, legate all'acquisto di titoli di Stato italiani per miliardi di euro, fatte lo stesso giorno e con coincidenze inequivocabili: la Consob sospetta che si tratti di un derivato con la Nomura (la celebre operazione Alexandria) e chiede alla Banca d'Italia di approfondire, perché se è un derivato (Cds) contiene perdite implicite che possono mettere a tappeto la banca. Scardone non ha dubbi, e ritiene che "l'equiparazione nella sostanza, piuttosto che nella forma, a un Cds era parsa l'unica soluzione plausibile". A formalizzare che le due operazioni erano unite in un unico strumento, appunto un Cds o derivato, era il mandate agreement, contratto tra Mps e Nomura che però Mussari aveva secretato e che fu trovato nella cassaforte dell'ex direttore generale Antonio Vigni un anno dopo l'ispezione di Scardone. Mussari è stato condannato a tre anni e mezzo per aver celato a Scardone, con il mandate agreement, la perdite incorporate nelle due operazioni. Mussari l'ostacolo alla vigilanza l'ha sicuramente commesso. L'ispettore si fa ostacolare. Pur avendo capito che si trattava di un derivato spiega in tribunale: "Guardi, quello che mancava e che abbiamo provato a ottenere era una prova provata che le due operazioni andassero insieme". Se avesse avuto la prova provata, Scardone avrebbe chiesto a Mps di registrare a bilancio le perdite dell'operazione, che invece venivano spalmate fino al 2034. Ma, dice Scardone al tribunale di Siena, in mancanza del mandate agreement è una cosa "che non ci siamo sentiti di contestare perché oggettivamente era fondata su valutazioni di tipo esperienziale", e "non c'erano i presupposti di oggettività". L'ispezione di Scardone si svolge nel 2011, nelle settimane cruciali della caduta di Berlusconi e della nascita del governo Monti, dell'insediamento di Mario Draghi alla Bce e della complicata scelta del suo successore alla Banca d'Italia. Chissà come sarebbe cambiata la storia se fosse esplosa la bomba Montepaschi, che invece è deflagrata quindici mesi dopo, solo quando sul Fatto Marco Lillo ha rivelato il mandate agreement. A Vicenza invece Scardone non si è accorto che la banca di Zonin si ricapitalizzava prestando ai soci i soldi per sottoscrivere il capitale. Sentito

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dalla Guardia di Finanza il 16 luglio 2015, quando l'ispezione Bce aveva finalmente scoperchiato tutto, l'ormai ex ispettore è stato chiaro: "Durante l'ispezione non abbiamo accertato l'esistenza di un simile fenomeno come pratica diffusa e ricorrente". Risentito il 3 febbraio 2016 a proposito delle "lettere di riacquisto", l'impegno della banca di ricomprare in breve termine le azioni sottoscritte da importanti clienti, Scardone ha specificato: "Escludo che esponenti della Popolare Vicenza con cui si è relazionato il gruppo ispettivo [ne] abbiano comunicato durante l'ispezione 2012 l'esistenza". E ha aggiunto che quel tipo di operazioni hanno un tale rilievo "che necessariamente la banca avrebbe dovuto farne comunicazione nell'ispezione". Ma solo un matto che commette l'irregolarità per salvare la banca si autodenuncia alla Banca d'Italia. Soprattutto però, solo un matto finanzia così un quinto del capitale dalla banca sperando che la Vigilanza non se ne accorga. A questa storia manca un pezzo, come suggerisce la reazione dei dirigenti della Popolare di Vicenza messi sotto accusa. L'ex vicedirettore generale Paolo Marin ha detto di aver consegnato al team di Scardone "una lista che io e i miei collaboratori abbiamo a più riprese discusso con loro - dei principali soggetti affidati", cioè i dossier creditizi dei 30 maggiori clienti, nei quali si potevano leggere "operazioni baciate per 234 milioni". Gli inquirenti ritengono che durante l'ispezione le "baciate" ammontassero a 280 milioni, per balzare a fine 2012 a 545 milioni. Scardone e i suoi, pur avendo setacciato 367 pratiche di fido per 3,8 miliardi, non hanno "accertato" niente. Dopo queste due ispezioni non del tutto trionfali, Scardone ha coronato la carriera di ispettore di grandi banche con la direzione di una piccola banca. Neppure nella trincea operativa ha avuto molta fortuna, a parte lo stipendio. La Carim era stata commissariata nel 2010 per gravi irregolarità e conti scassati. I due commissari designati dalla Banca d'Italia, Piernicola Carollo e Riccardo Sora, si sono trovati indagati insieme agli ex amministratori della banca, per aver ricomprato da alcuni soci azioni per circa 10 milioni di euro, "a un prezzo illecitamente maggiorato", subito prima e subito dopo il commissariamento. Carollo e Sora sono stati archiviati nel 2015 (dopo che Sora era stato spedito dal governatore Visco a commissariare Banca Etruria) grazie a una lettera della stessa Banca d'Italia che spiegava ai magistrati come i commissari "possano, nell'immediatezza dell'avvio della procedura, dar seguito a delibere già assunte dagli organi societari laddove valutino che decisioni di segno contrario potrebbero ingenerare allarme nella clientela, con possibili conseguenti repentini peggioramenti del profilo di liquidità". Insomma, i due hanno salvato la Carim da un "procurato allarme" e da una "corsa agli sportelli". Lo stesso fatto per i commissari "non costituisce reato", per gli altri sì. Né Carollo e Sora, né in seguito Scardone hanno però salvato la Carim dal precipizio. Dopo oltre due anni di commissariamento, il 30 settembre 2012 la Carim si è trovata con le sofferenze (crediti inesigibili) cresciute dal 3 al 9 per cento degli impieghi e la raccolta diretta scesa da 3,8 a 3 miliardi. Quattro anni dopo, nel 2016, la raccolta diretta è a quota a 2,4 miliardi: come effetto dell'intervento della Banca d'Italia è scomparso oltre un terzo dei depositi. Le sofferenze lorde sono balzate dal 9 al 20 per cento. Al momento del commissariamento Carim aveva 392 milioni di patrimonio

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netto, sceso all'uscita dal commissariamento a 259: al 31 dicembre 2016 è precipitato a 161, in tutto fa meno 60 per cento. È l'ennesimo caso in cui l'intervento della Banca d'Italia non ha portato bene a una banca. Gli uomini di Visco sono andati l'anno scorso a ispezionare nuovamente la Carim, cioè il loro ex collega Scardone. E, secondo il festoso comunicato della banca, sono rimasti contenti: l'ispezione, conclusa "senza l'applicazione di sanzioni", "conferma la piena continuità e operatività della Banca, vitale e radicata sul territorio, con importanti prospettive di evoluzione industriale". E pensare che ai mai contenti l'unico dato positivo sembra lo stipendio di Scardone: una banca che perde un terzo della raccolta più che nel territorio sembrerebbe radicata nella fossa. di Carlo Di Foggia e Giorgio Meletti, Il Fatto Quotidiano

BANCHE / FATTI

Il Corriere della Sera: "Le banche venete e le dimissioni all'Autorità di risoluzione della UE" Sono state annunciate ieri senza motivazione. Per questo, le dimissioni dal Single Resolution Board dell'olandese Joanne Kellerman uno dei sei membri che compongono l'Autorità europea di risoluzione delle banche hanno suscitato rumors intorno ai motivi della decisione. Kellerman era direttrice per la pianificazione e perle decisioni sulle risoluzioni bancarie e tra i Paesi di cui era responsabile c'è l'Italia. Di Rassegna Stampa

Proprio la vicenda delle banche venete potrebbe essere la causa delle dimissioni. Secondo fonti europee, il Single Resolution Board avrebbe subìto «forti pressioni» per dichiarare laBanca Popolare di Vicenza e Veneto Banca di rilevanza non sistemica e permettere così la liquidazione secondo le procedure nazionali, consentendo al governo italiano di evitare il bail-in. Le forti pressioni avrebbero provocato tensioni interne all'Autori tà.

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La presidente del Srb Elke König (nella foto), ha poi chiesto maggiori restrizioni per gli Stati nel salvare gli istituti. «Dobbiamo assicurarci che non si mettano gli incentivi sbagliati nel si stema», ha dichiarato il 9 agosto in un'intervista al Financial Times. Kellerman, nominata nel marzo 2015 al momento della creazione del Srb, si è detta «orgogliosa» di aver partecipato alla costituzione dell'Autorità, che costituisce «uno dei pilastri vitali dell'Unione Bancaria». Dal Corriere della Sera di oggi

AMBIENTE

Expo 2017. Il Veneto in vetrina ad Astana con ricerche e innovazioni in campo energetico Sono le imprese venete dell'energia e le ricerche messe a punto sul ‘campo' e nei laboratori universitari le protagoniste delle giornate venete all'Expo di Astana, nella ‘piazza' virtuale di Palazzo Italia. Ieri alcune delle realtà imprenditoriali leader nel settore energetico hanno presentato agli espositori e operatori dei paesi presenti nella capitale kazaka i loro prodotti d'avanguardia: geoaccumulatori per la diffusione termica, batterie domestiche integrate per l'accumulo di energia prodotte da fonti rinnovabili, impianti per la diffusione dell'energia elettrica e sistemi per il riscaldamento con recupero di calore e riutilizzo di energia. Di Note ufficiali

Domani nello spazio veneto a Palazzo Italia la parola chiave sarà ‘sviluppo sostenible', declinata in esperienze e progetti. L'esperienza sul ‘campo' è quella del biodistretto del Prosecco, tra Conegliano e Valdobbiadene, dove tutti i produttori della Docg hanno scelto di privilegiare l'energia rinnovabile, dal fotovoltaico all'energia prodotta dalle biomasse da potatura ai biocarburanti, all'utilizzo di materiali riciclati nei vigneti, per gestire l'area dei pregiati vitigni in modo sostenibile, nel pieno rispetto dell'ambiente.

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Sul fronte ricerca e innovazione ad aprire una ‘finestra sul futuro' sarà il centro Levi Cases dell'Università di Padova, centro interdipartimentale di ricerca su economia e tecnica dell'energia costituito da 240 docenti e 35 gruppi di studio, ai quali fanno capo progetti di ricerca applicata di imprese pubbliche e private. Ad Astana i ricercatori del centro padovano presentano lo stato della ricerca sulle migliori tecnologie in essere e gli studi in corso per accumulare e diffondere le energie prodotte a fonti rinnovabili. Quello dell'accumulo delle energie rinnovabili è infatti una delle maggiori sfide del futuro per rendere competitivo l'utilizzo di fonti non inquinanti per l'industria, la logistica e i trasporti e, in particolare, la mobilità elettrica.

FATTI

Basilica Palladiana, ad agosto picco di visitatori: già staccati oltre 50 mila biglietti e 4.059 abbonamenti dalla riapertura di marzo Dal 25 marzo, data di apertura annuale del monumento, sono già 50.174 i biglietti e 4.059 gli abbonamenti emessi dalla biglietteria della Basilica palladiana per la visita alle logge, al salone e alla terrazza superiore, dove anche per questa stagione è stato allestito un bar con incredibile vista sulla città. Un vero e proprio picco di visitatori si è registrato nelle settimane centrali agosto quando, complici la presenza di molti turisti, le lunghe giornate di sole, l'apertura ferragostana e l'introduzione della tariffa di accesso al monumento ad 1 euro per i residenti e a 2 euro per i non residenti a causa della chiusura del salone per l'allestimento della mostra su Van Gogh, le visite hanno raggiunto numeri mai toccati prima nella stagione: 2.914 i biglietti staccati nella settimana tra l'8 e il 13 agosto (1.606 per residenti e 1.335 per non residenti) e addirittura 3.552 nella settimana tra il 14 e il 20 agosto (1.801 residenti e 1.751 non residenti). Di VicenzaPiù informa

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Complessivamente, oltre ai 4.059 abbonati che hanno accesso libero al monumento per tutta la stagione, dal 25 marzo al 20 agosto sono già saliti su logge e terrazza 21.902 residenti in città e provincia e 21.202 non residenti per un totale di 50.174 biglietti singoli. Inoltre, in aggiunta a questi visitatori, 7.070 persone hanno visitato anche le mostre allestite nel medesimo periodo all'interno del salone. Gli incassi generati dagli ingressi in Basilica ammontano a 142.998 euro, di cui 20.295 euro derivanti dagli abbonamenti, 112.086 euro dai biglietti di accesso al monumento, 10.549,50 euro dalla percentuale spettante al Comune sui biglietti di accesso alle mostre e 67,50 euro dalle visite promozionali al monumento riservate a gruppi di bambini frequentanti i centri estivi. La Basilica palladiana resterà aperta al pubblico fino al 25 settembre, dal martedì alla domenica. Per informazioni su orari e biglietti di ingresso: http://www.comune.vicenza.it/uffici/dipserv/cultur/musei/basilicapalladiana/.

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Boom di denunce per estorsione, CGIA: +64% negli ultimi 5 anni. Veneto ultimo nel Nordest con comunque il + 79,5% Boom di denunce per estorsione: +64% negli ultimi 5 anniSecondo i dati dell'Ufficio studi della CGIA, negli ultimi 5 anni (2010-2015) le denunce per estorsione sono aumentate del 64,2 per cento: in valori assoluti sono passate da 5.992 a 9.839. Gli incrementi percentuali più importanti hanno interessato in particolar modo le regioni del Nordest: nel Trentino Alto Adige del +188 per cento (in valore assoluti +94), in Emilia Romagna del +172,8 per cento (+ 501 in termini assoluti) e in Friuli Venezia Giulia del +125,4 per cento (+79

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denunce). L'ultima regione nordestina, il Veneto, ha registrato un incremento percentuale del 79,5 per cento, pari ad un aumento in termini assoluti di 217 denunce. Di Redazione Economica VicenzaPiù

La regione con il più alto numero di denunce segnalate all'Autorità giudiziaria è la Lombardia che nel 2015 ne ha registrate 1.336. Al secondo posto troviamo la Campania con 1.277 e al terzo il Lazio con 916 (vedi Tab. 1). "Il fenomeno estorsivo - dichiara il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - è un tipico reato praticato dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso ai danni degli imprenditori. Oltre ad acquisire illecitamente del denaro con la violenza e le minacce, l'obbiettivo principale è quello di controllare il territorio. Il fatto che nelle regioni del Nord siano in forte aumento le denunce per estorsione, segnala ancora una volta che questi gruppi criminali organizzatisi sono diffusi in modo capillare in tutto il Paese e in particolare nelle regioni più ricche". L'escalation del fenomeno estorsivo è riscontrabile anche da quanto emerge nel Graf. 1 che ricostruisce l'andamento delle denunce a livello nazionale avvenuto tra il 2006 e il 2015. Secondo i dati di Transcrime (Centro di ricerca dell'Università Cattolica di Milano) fa sapere l'Ufficio studi della CGIA, si stima che il fatturato complessivo dell'estorsione organizzata in Italia oscilli tra i 2,7 e i 7,7 miliardi di euro l'anno. Pur essendo molto contenute (nel 2015 le segnalazioni sono state solo 375), non va nemmeno sottovalutato il fenomeno dell'usura (vedi Graf. 2). "Con le sole denunce effettuate all'Autorità giudiziaria - dichiara il segretario della CGIA Renato Mason - non è possibile dimensionare il fenomeno dell'usura. Le segnalazioni, purtroppo, sono molto esigue. Tuttavia, l'attenzione non va assolutamente abbassata, perché come sanno gli addetti ai lavori è molto difficile che le vittime trovino la forza per denunciare i propri strozzini. Oltre al perdurare della crisi e la conseguente stretta creditizia, sono soprattutto le scadenze fiscali o la necessità di fronteggiare piccoli imprevisti di spesa a spingere molte micro aziende nella morsa degli usurai, spesso per importi molto contenuti che non superano qualche migliaio di euro". Una delle ragioni che probabilmente continua a spingere molti piccoli imprenditori tra le braccia degli usurai è il perdurare del credit crunch

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praticato dalle banche nei confronti delle imprese. Tra il giugno 2011 (punto più alto dell'erogazione del credito) e lo stesso mese di quest'anno, i prestiti bancari alle imprese (società non finanziarie e famiglie produttrici) sono diminuiti di 153,5 miliardi di euro (-15,3 per cento). Con una caduta verticale di questo genere, è molto probabile che alcune piccole imprese, sempre a corto di liquidità e tradizionalmente sotto-capitalizzate, pur di rimanere a galla siano ricorse a forme illegali di approvvigionamento del credito. Tab. 1 - L'escalation delle denunce per estorsione dal 2010 al 2015 e qui le altre tabelle

Rank per var. % in 5 anni (2015/2010)

Var. ass. 2015- Var. % 2010 2015/2010 2010

2011

2012

2013

2014

2015

Valle d'Aosta

3

6

15

25

18

17

+14

+466,7

Trentino Alto Adige

50

43

66

48

84

144

+94

+188,0

Emilia-Romagna

290

294

391

446

668

791

+501

+172,8

Umbria

65

76

92

90

88

167

+102

+156,9

Friuli-Venezia Giulia

63

57

76

84

104

142

+79

+125,4

Toscana

317

327

302

372

490

706

+389

+122,7

Molise

27

41

42

35

41

55

+28

+103,7

Liguria

154

128

156

156

222

290

+136

+88,3

Marche

123

133

137

167

167

223

+100

+81,3

Veneto

273

252

312

317

404

490

+217

+79,5

Lazio

517

628

649

644

733

916

+399

+77,2

Sardegna

143

95

107

167

201

245

+102

+71,3

Lombardia

797

873

857

972

1.167

1.336

+539

+67,6

Basilicata

51

71

46

82

78

85

+34

+66,7

Piemonte

409

352

403

457

569

667

+258

+63,1

Puglia

565

611

671

638

754

805

+240

+42,5

Sicilia

650

616

651

736

722

897

+247

+38,0

Abruzzo

163

158

180

141

226

220

+57

+35,0

Campania

1.021

1.070

1.050

1.005

1.124

1.277

+256

+25,1

Calabria

311

268

275

302

362

366

+55

+17,7

Italia

5.992

6.099

6.478

6.884

8.222

9.839

+3.847

+64,2

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

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FATTI

Dopo il terremoto in centro Italia le Caritas ricostruiscono comunità: dalla Diocesi di Vicenza oltre 410 mila euro A un anno dai primi eventi sismici che hanno causato 299 vittime, sconvolgendo intere aree dell'Appennino e dell'Italia centrale, l'impegno Caritas continua accanto alle comunità locali. Quelle del Nordest, gemellate con la diocesi di Spoleto-Norcia, hanno operato per animare, tessere relazioni e rilanciare i territori, ripensandoli. Il 24 agosto del 2016 ci fu la prima di una serie di scosse che hanno seminato morte e distruzione in intere aree dell'Appennino e dell'Italia centrale. Dopo un anno: centri storici fantasma, ricostruzione che non decolla, detriti e paure ancora da rimuovere; eppure le popolazioni locali sono tenaci. Molti vogliono ripartire dalla loro terra: da borghi restaurati, comunità ritessute, radici storiche rivitalizzate, agricoltura, allevamento e turismo di qualità. Di Note ufficiali

La realtà ecclesiale - la Conferenza episcopale italiana e i suoi organismi, tra cui la rete composta da Caritas Italiana e Caritas diocesane - cerca di sviluppare scelte che guardano al futuro, delineando modi certi per contribuire alla ricostruzione delle comunità, fondata sull'identità di queste popolazioni, che vanno rese protagoniste delle scelte.

Grazie alla colletta Cei del

18 settembre 2016 e a numerose altre donazioni, la Diocesi di Vicenza ha

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inviato a Caritas Italiana oltre 410 mila euro. Complessivamente a Caritas Italiana sono giunti oltre 25 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla Cei: oltre due terzi sono stati già spesi o impegnati per aiuti d'urgenza, costruzioni, progettazione sociale e sostegno alle delegazioni gemellate. Secondo una consolidata esperienza, sono stati promossi gemellaggi tra località terremotate e delegazioni regionali Caritas: le Caritas diocesane del Nord-Est (insieme a quelle umbre, campane e sarde) sono state gemellate alla Caritas diocesana di Spoleto-Norcia.

"In questo anno - spiega il

direttore di Caritas Vicentina, don Enrico Pajarin - il nostro impegno si è mosso in varie direzioni: costruire dei luoghi di aggregazione, far ripartire le attività economiche e animare le comunità. Lo stile con cui operiamo vede la chiesa locale sempre protagonista delle scelte e delle azioni, per accompagnare la rinascita di questi territori, con un nostro impegno di media durata". Far ripartire l'economia. Lo scorso 31 maggio è stata a inaugurata a Norcia, grazie alla generosità delle Caritas del Nord-Est, la prima stalla per bovini donata dalla rete Caritas ad alcune aziende zootecniche di Norcia e Cascia. Grazie alla generosità triveneta è stato possibile realizzare questa importante iniziativa di sostegno alle attività agricole e zootecniche ferite dal sisma. Le sette strutture donate finora consentiranno di guardare al prossimo inverno con più ottimismo: si tratta di tre stalle e quattro magazzini per il deposito di mezzi agricoli, foraggio e sementi. La spesa complessiva è stata di circa 350 mila euro. Le strutture temporanee realizzate dalla Caritas, in particolare le stalle, dotate d'impianto di areazione e di acqua calda, potranno essere utilizzate a titolo definitivo dagli allevatori. Questi però dovranno optare per la ricostruzione della struttura inagibile nel sito dove è stata ora posizionata la stalla provvisoria, usufruendo di quanto già predisposto con il cemento, con gli allacci e con tutti gli accessori a terra per l'allevamento del bestiame. «In tal modo - afferma Pajarin - l'ente pubblico avrà un rilevante risparmio nei suoi interventi successivi, in quanto non dovrà sostenere le opere di fondazione e degli impianti interni "a terra"; il contributo pubblico, infatti, andrà a sovvenzionare solamente la parte superiore della struttura, cioè pareti e tetto. Ci auguriamo che lo Stato possa destinare le risorse risparmiate ad ulteriori iniziative volte alla ripresa economica dei territori".

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L'intervento è stato

possibile grazie a un grande lavoro sinergico: la solidarietà delle chiese trivenete, l'impegno della Caritas locale, e anche grazie alla Coldiretti del posto che si è messa a disposizione per favorire positive relazioni con le categorie produttive agricole e zootecniche. Grazie anche alle ditte ed ai progettisti che hanno "fatto squadra" consentendo l'esecuzione dei lavori e la consegna delle opere a tempo di record. Ora l'impegno Caritas nei territori della Valnerina proseguirà con iniziative a sostegno dei commercianti e degli imprenditori-artigiani locali. "Stanno arrivando le indicazioni - spiega don Enrico Pajarin - per sviluppare un progetto di microcredito per le aziende del commercio e turismo, insieme a Caritas Italiana. Prosegue inoltre l'impegno anche sul fronte delle emergenze abitative: trovare delle soluzioni per chi ha perso la casa sarà inevitabile, considerando i ritardi nella consegna di casette e container". Il centro di comunità a Norcia. A poco meno di dieci mesi dalle prime forti scosse di terremoto, grazie al contributo delle Caritas del Nord-Est il 16 giugno a Norcia è stata inaugurato anche un nuovo Centro di comunità. Una struttura che sorge accanto ai resti di quella che era la chiesa della Madonna delle Grazie, rasa al suolo dalle scosse del 30 ottobre. Norcia, privata dal terremoto di tutte le chiese, ora ha così un luogo antisismico dove celebrare l'Eucaristia e vivere le attività pastorali. Un bel segno di speranza per questa comunità profondamente ferita dal sisma e che attende con trepidazione la ricostruzione delle case, delle chiese e degli altri edifici. Gli spazi interni del Centro sono organizzati in modo da prevedere un salone principale di 170 metri quadrati di superficie, sezionabile con pareti mobili in tre sale minori, utilizzabili separatamente, tre aule per attività, oltre a depositi e servizi. I servizi igienici sono dimensionati per consentire l'accesso a persone diversamente abili, così come gli altri ambienti. Del costo di circa 450 mila euro, la struttura di Norcia sarà seguita da altri Centri di comunità in Umbria, curati in modo particolare tramite i gemellaggi con le Delegazioni regionali del Triveneto, della Campania e della Sardegna.

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L'animazione. Grande

rilievo hanno anche gli interventi educativi e animativi, a cominciare dai campi di solidarietà avviati un po' ovunque nei territori terremotati, con particolare attenzione alla condizione di ragazzi e anziani. Il gruppo Agesci Vicenza 1 ha provveduto a montare e controllare tutte le tende che sono state spedite da Vicenza e sono state utilizzate per il campo dei volontari Caritas del Nord-Est a Norcia durante questa estate. Si tratta delle tende acquistate dalla Delegazione Caritas Nord-Est in occasione del terremoto dell'Aquila e che ora sono tornate utili per questa attività di animazione.

AGRICOLTURA / FATTI

Riso vicentino, Confagricoltura Vicenza: raccolta anticipata a causa del caldo Anche il riso vicentino ha sofferto gli effetti della grande calura che ha contrassegnato l'estate 2017. La siccità ha messo a dura prova le coltivazioni nelle due zone di produzione, Grumolo delle Abbadesse e Lonigo, con una carenza idrica che ha portato a una sorta di competizione sull'acqua con le coltivazioni del mais, che hanno sofferto moltissimo a causa delle temperature elevate. E, come è accaduto con l'uva, anche per il riso la raccolta potrebbe partire in anticipo, presumibilmente già il 10 settembre. "È stata un'estate anomala, che ha messo a dura prova i risicoltori" - spiega Massimo Cichellero, direttore di Confagricoltura Vicenza. Di Redazione VicenzaPiù

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"La carenza d'acqua - prosegue Cichellero - si è sentita soprattutto nelle zone in cui c'è molto mais e inoltre ha portato a un incremento del brusone, malattia funginea che si è manifestata verso fine giugno proprio a causa delle alte temperature Alla vigilia della raccolta, le previsioni sono comunque buone. La coltivazione è abbastanza regolare. Le pannocchie sono dorate e si stanno piegando, prendendo la tipica forma del riso pronto da tagliare. Le prime mietitrebbie potrebbero già comparire nella seconda settimana di settembre. Come sarà la qualità si vedrà dai primi tagli e ci auguriamo anche che ci sia una buona produzione. Per quanto riguarda i prezzi, continua la sofferenza per il Carnaroli e l'Arborio, battuti a 40 euro e in costante discesa a causa della concorrenza dei Paesi a «dazio zero» come il Vietnam, la Cambogia, la Thailandia, l'India e il Pakistan, che vendono riso a prezzi stracciati nell'Unione europea, mettendo in ginocchio i produttori veneti. I prezzi subiscono un brusco calo a causa della sovrapproduzione, non consentendo più ai produttori di essere competitivi". Nella provincia di Vicenza, secondo i dati dell'Ente nazionale risi, sono 135 gli ettari coltivati a riso sui 3.615 del Veneto, con prevalenza di Carnaroli (70,72), seguito da Vialone Nano (31,30), gruppo varie lungo (13,54), Gruppo Padano (7,92), Arborio (7,69) e Gruppo Baldo (3,88). L'unica varietà ad avere una buona tenuta a livello di prezzi è il Vialone Nano, che ha un mercato prevalentemente veneto e viene utilizzato nella ristorazione per risotti d'eccellenza. "Se si continua a importare riso a dazio zero - osserva però Cichellero -, si rischia che anche il riso di alta qualità subisca una concorrenza sleale e porti scompensi sul mercato. Ci auguriamo che l'Ue accolga la richiesta del ministro Maurizio Martina di attivare la clausola di salvaguardia, che permetterebbe la sospensione delle concessioni tariffarie a favore dei Paesi meno avanzati". I numeri, del resto, parlano chiaro. Se nel 2009 l'Unione europea importava dai Paesi meno avanzati 30.000 tonnellate di riso, oggi ne arrivano 300.000. Un danno enorme per i risicoltori europei dovuto alla decisione europea, entrata in vigore nel 2009, di eliminare tutti i dazi all'import di riso dai cosiddetti Paesi meno avanzati. Oggi l'Ue consuma circa 3 milioni di tonnellate di riso all'anno. Se fino al 2009 i due terzi erano prodotti nel vecchio continente, oggi la metà arriva dall'estero. Il giro d'affari per lo Stivale si aggira attorno a 1 miliardo di euro grazie a 4.265 aziende agricole e 100 industrie risiere, che coltivano e lavorano il riso prodotto su 234.000 ettari.

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FATTI

Vicenza è la provincia veneta con meno reati informatici ma li "raddoppia" in due anni, Belluno la più "malandrina" Secondo un'analisi condotta da DAS, compagnia di Generali Italia specializzata nella tutela legale, tra 2010 e 2015 questi crimini sono quasi triplicati a Belluno e raddoppiati a VicenzaIl Veneto con una denuncia all'autorità giudiziaria ogni 442 abitanti è tra le regioni italiane con minore densità di crimini informatici con Treviso (1/558 abitanti) che è tra le più virtuose del Paese e Belluno (1/310) che è, invece, al 17esimo posto fra le province italiane con maggiore ricorrenza di questi reati. E' quanto emerge da un'analisi di DAS, compagnia di Generali Italia specializzata nella tutela legale, che con "Difesa Web" assiste in giudizio i cittadini vittime di frodi informatiche e fornisce strumenti di monitoraggio per prevenire furti d'identità e altre truffe online. Di Redazione VicenzaPiù

"La nostra ricerca - spiega Roberto Grasso, amministratore e direttore generale di DAS - evidenzia un fenomeno preoccupante. Nel periodo che abbiamo analizzato le denunce delle forze di polizia all'autorità giudiziaria per reati informatici sono cresciute in Italia di oltre il 51%, con un'incidenza di un reato ogni 393 abitanti. I danni economici per chi subisce questo tipo di reato possono essere rilevanti e a volte difendersi in giudizio può essere complicato e richiedere tempi lunghi. Abbiamo creato "Difesa Web", in risposta alle due principali esigenze espresse dal mercato: da un lato l'aspetto di prevenzione e monitoraggio dei propri dati, dall'altro il supporto legale necessario in caso di furto d'identità". In Veneto, il fenomeno, oltre che a Belluno, è abbastanza diffuso anche nelle province di Padova (1 denuncia ogni 411 abitanti - 2° posto in Veneto) e Verona (1/413 - 3° posto a livello regionale). Secondo quanto rilevato da DAS, la densità dei reati informatici si riduce progressivamente nelle province di Rovigo (1/433 abitanti), Venezia (1/448 abitanti) e Vicenza (1/467).

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Tra il 2010 e il 2015 le denunce per reati informatici sono quasi triplicate a Belluno (+186%) e raddoppiate in provincia di Vicenza (+101%). Rilevante l'incremento di questi crimini anche a Treviso (+75%) e Rovigo (+74%). A Verona (+68%) e Padova (+65%) l'aumento è in linea con la media regionale (+69%). Solo in provincia di Venezia questa tipologia di crimini è cresciuta meno che altrove nella regione ma anche rispetto al resto d'Italia: + 31%. A livello nazionale, dopo la Liguria (1/246), le regioni con la più alta densità di crimini informatici sono Molise (1 denuncia ogni 290 abitanti) e Valle d'Aosta (1/294). DAS segnala un'elevata densità di questi crimini anche in Campania, dove nel 2015 si è registrata una denuncia ogni 328 residenti, Piemonte (1/343) e Friuli Venezia Giulia (1/349). Puglia (1 denuncia all'autorità giudiziaria ogni 503 abitanti), Sicilia (1/496) e Basilicata (1/483) sono invece le regioni con la più bassa frequenza di reati informatici. DAS ha rilevato che tra il 2010 e il 2015 il numero assoluto di reati informatici è cresciuto in modo rilevante in tutte le regioni, soprattutto in Friuli Venezia Giulia (+134%) e Umbria (+102%) Le regioni dove le denunce per reati informatici sono cresciute meno sono Campania (+17%), Valle d'Aosta (+19%) e Puglia (+34%). Alla luce di questi dati cresce l'esigenza di tutelarsi con coperture assicurative specifiche. In caso di furto d'identità o utilizzo illecito da parte di terzi dei dati personali e finanziari del cliente, "Difesa Web" di DAS offre l'assistenza legale per presentare agli organi di polizia la denuncia contro il truffatore e per la ricerca di prove a propria difesa. La polizza mette a disposizione anche la difesa legale per ottenere il risarcimento dei danni subiti a seguito della violazione, intervenendo anche in caso di controversia con una banca o una società finanziaria, davanti all'Arbitro Bancario Finanziario (ABF), per contestare operazioni o servizi richiesti da terzi non autorizzati. Difesa Web copre tutte le spese legali nel caso in cui la persona frodata subisca un procedimento penale per un reato commesso da altri, utilizzando il proprio nome. La polizza di DAS supporta inoltre il cliente nelle procedure di ripristino dell'onorabilità, come ad esempio la cancellazione dal registro dei protesti.

Pos.

Province

Densità reati informatici (popolazione/reati)

var% numero reati (2015/20

1

Belluno

310

186%

2

Padova

411

65%

7

Verona

413

68%

3

Rovigo

433

74%

4

Venezia

448

31%

5

Vicenza

467

101%

6

Treviso

558

75%

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Veneto

442

Fonte: rielaborazione DAS su dati Istat 2010 e 2015. La voce reati informatici raggruppa le categorie Istat “truffe e frodi informatiche” e delitti “informatici”.

POLITICA

Bando per migranti, Vicenza ai vicentini: Variati faccia valere il suo "stop agli arrivi!" contro lo squallido business dell'accoglienza Il sette di settembre è la scadenza fissata dalla Prefettura per le strutture che intendano rinnovare o dare disponibilità di accoglienza verso i migranti. Sulla questione il direttivo di Vicenza ai Vicentini dirama una nota fortemente critica nei confronti delle istituzioni: "Siamo molto preoccupati - dichiarano i responsabili del movimento civico - per l'incomprensibile aumento del numero di richiedenti asilo che la prefettura prevede di sistemare nel territorio Vicentino. A nessuno sfugge che il collocamento di ulteriori 400 ospiti in nuove strutture determinerà l'aggravarsi di una situazione già potenzialmente esplosiva e che annovera già in città concentrazioni oltre il limite tollerabile come in Via Medici". Di Redazione VicenzaPiù

"Al netto delle considerazioni più volte espresse sulla disastrosa gestione, a livello centrale e territoriale dei flussi migratori, il nuovo bando - prosegue la nota - ci pone di fronte ad un ulteriore ed inquietante interrogativo relativo alle previsioni degli arrivi: Di fronte ad un agosto "tranquillo" che ha visto decisamente contrastati gli arrivi dal Mediterraneo, ci risulta incomprensibile l'ansia del Prefetto di reperire centinaia di nuovi posti per l'accoglienza. Due sono i casi: o non si fa nessun affidamento sugli effetti del tanto decantato lavoro del ministro Minniti, comprendente i vincoli all'operato delle ONG, che dovrebbero ridurre gli arrivi sulle nostre sponde, o le previsioni sui numeri

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69%


vengono elaborate in maniera irresponsabile e casuale. Nell'eventualità di quest' ultima ipotesi , saremmo di fronte ad un atto di ricatto mediatico e psicologico nei confronti della cittadinanza vicentina, già duramente provata dalle tensioni sociali innescate dall'accoglienza. Detto ciò - concludono i membri di Vicenza ai Vicentini - auspichiamo che sia l'amministrazione , che i privati cittadini rispediscano al mittente le richieste della Prefettura, evitando di cedere alle lusinghe economiche dello squallido "businessaccoglienza" . Invitiamo per questo il sindaco Achille Variati a far valere le sue recenti dichiarazioni di STOP AGLI ARRIVI e ad astenersi dalla collaborazione con il prefetto nonché a considerare che ogni suo ulteriore passo falso in tema immigrazione peserà come un macigno sulle spalle della città e di chi si appresta a subentrarne alla guida."

BANCHE / ECONOMIA&AZIENDE

Intesa Sanpaolo acquista Banque Morval, la boutiqe svizzera del private banking: sborsa più dell'euro speso per BPVi e Veneto Banca? Dopo l'affare per l'acquisizione da "tutto a un euro" ma solo della parte buona di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Intesa Sanpaolo ha raggiunto un accordo con gli azionisti di Morval Vonwiller Holding Sa per l'acquisto del gruppo svizzero, compresa Banque Morval, non si sa, però, se a poco o molto più di... un euro. L'accordo, spiega una nota congiunta, risponde al disegno strategico di Intesa Sanpaolo di rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali nel private banking. La presenza del gruppo Morval Vonwiller sulla piazza di Ginevra permettera' in tal modo alla divisione Private Banking di Intesa Sanpaolo, gia' operativa a Lugano, Londra e in Lussemburgo, di espandere ulteriormente il proprio raggio d'azione fuori dai confini nazionali. Di Redazione Economica VicenzaPiù

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Tale iniziativa, portera' importanti vantaggi anche ai dipendenti e ai clienti del gruppo svizzero, grazie alla combinazione del ruolo di 'boutique' attiva nel private banking internazionale di Banque Morval con lo status di primaria istituzione finanziaria europea di Intesa Sanpaolo. La famiglia Zanon di Valgiurata (fondatori di Morval Vonwiller Holding SA) rimarra' azionista di minoranza tramite i suoi componenti ad oggi impegnati nella gestione operativa del gruppo, manager che continueranno ad occupare posizioni manageriali di rilievo. L'acquisizione di Banque Morval da parte del gruppo bancario italiano guidato da Carlo Messina - anticipata dal Sole 24 Ore - prevedeva un investimento per Intesa Sanpaolo intorno a 150-200 milioni di euro. L'istituto svizzero di private banking, oltre ad allargare un naturale sbocco verso la Svizzera - uno dei mercati di riferimento per il private - vanta 2 miliardi circa di masse. Nei piani di Ca' de Sass ci sarebbe il successivo trasferimento della 'boutique' svizzera alla controllata Banca Fideuram. Banque Morval e' stata costituita nel 1974 come societa' di gestione patrimoniale e successivamente (nel 1989) ha ottenuto la licenza bancaria svizzera.

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Google: alleanza con Walmart per commercio online, battaglia ad Amazon che ha in mano Whole Food Google e WalMart, numero uno della distribuzione, hanno deciso di collaborare per la vendita di prodotti online, una alleanza destinata a dichiarare battaglia ad Amazon che sta acquisendo acquisito Whole Food. "A partire da fine settembre, lavoreremo con Google per offrire centinaia di migliaia di articoli con ordini vocali tramite Google Assistant" scrive Marc Lore, capo dell'e-commerce di WalMart, in un post pubblicato sul blog del gruppo Walmart, che promette "la piu'

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grande offerta di distribuzione disponibile sulla piattaforma" da integrare con Google Express, che consente gia' di ordinare prodotti di varie marche (Costco, farmacie di Walgreen ...). Google, attraverso un dirigente senior, ha annunciato che sara' possibile commercializzare "centinaia di migliaia di prodotti, dalla lavanderia a Lego". Di Redazione Economica VicenzaPiù

FATTI

Il sottosegretario veneto all'Economia Pier Paolo Baretta sui social per “difendere” la sua proposta di... riordino del gioco Probabilmente, Pier Paolo Baretta non ci sta ad essere così criticato e, sopratutto, non ritiene che il “suo Governo” Gentiloni sia “entrato a piedi uniti solo sulle apparecchiature da intrattenimento e sulle slot machine gratis” per distruggere, come dicono in tanti, l'intero comparto. Come sa benissimo chi segue il sottosegretario veneto all'economia da un po' ha un profilo Facebook dove rende noti i suoi movimenti ed i suoi interventi relativamente al settore del gioco e dove risponde alla immensità di domande che gli vengono sottoposte. Di VicenzaPiù informa

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Ancora una volta Baretta spiega che non esiste alcun accanimento nei confronti del segmento delle apparecchiature AWP come non esiste alcun comparto di favore come quello delle VLT: le prime toccano le 400mila unità, mentre le seconde 50mila ed ecco la motivazione per la quale il Governo ha scelto di intervenire sulle AWP: la presenza sul territorio troppo alta e capillare ed essendo questi apparecchi carenti nei controlli per l'accesso al gioco e, di conseguenza, mancanti di tutela per i minorenni. Però, spiega ancora Baretta, l'intervento sulle Vlt vi è stato, visto che alle stesse è stato ridotto l'accesso da 500 euro a 100 euro per l'introduzione delle banconote: fatti i conti le Vlt rappresentano 1/8 delle Awp e sono concentrate in circa tremila sale, contro gli oltre 69mila bar e tabacchi dove sono collocate le Awp. Visto, poi, che la parte dell'opinione pubblica che ama il gioco pensa che le slot ed il gioco spariranno dalla faccia della terra (nel senso dai bar e dai tabaccai), il sottosegretario vuole tranquillizzare i giocatori che non sarà così: rimarranno 35mila bar ed esercizi. Le apparecchiature da intrattenimento dopo il “drastico taglio” saranno circa 1 per ogni 191 residente di età superiore ai 18 anni. Mentre per l'impegno finanziario “importante” che riguarda la filiera relativo alla sostituzione degli apparecchi esistenti con quelli “da remoto”, si è avviato un tavolo di confronto con le Associazioni dei gestori e, come richiesto più volte dai concessionari e dagli stessi gestori, si è valutato l'impegno di “predisporre le normative necessarie per il passaggio al sistema “a margine” per il calcolo delle entrate erariali. Secondo il Governo si crede che il fenomeno del gioco sia da attribuirsi alla eccessiva diffusione dell'offerta del prodotto gioco che è cresciuta in modo inaspettato ed in modo disordinato. Si dovrà fare qualcosa d'altro, anche dopo la riduzione massiccia messa in pratica con la recente manovrina: le Awp rimanenti che saranno circa 265mila saranno distribuite negli oltre 50mila punti vendita di cui, come detto nelle righe precedenti, 35mila sono bar e tabaccai, ma il gioco certamente non sparirà dal territorio nel modo più assoluto. Bisognerà, però, trovare forzatamente una sorta di equilibrio, altrimenti tutto ciò che è stato fatto sarà stato fatto invano. Sempre su Facebook il sottosegretario non può esimersi dal fare qualche considerazione sull'accordo tra Governo ed Enti Locali in Conferenza Unificata ed asserisce che questo futuribile accordo non è la conclusione di un processo, ma la prima tappa di un percorso che vuole salvare il gioco pubblico lecito combattendo strenuamente contro quello illegale: il giocodivertimento contro quello problematico. Tutto a tutela della salute e della

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sicurezza degli investimenti economici esistenti ed effettuati sui vari territori e questo nella speranza di un miglioramento della filiera.

FATTI / POLITICA

Va a NY l'antica lettera di Michelangelo della Bertoliana, rimane a Vicenza l'incrostato lampione di Contrà Riale: immagine e realtà Venerdì 18 agosto abbiamo assistito in uno splendido salone di palazzo Cordellina in Contrà Riale a un annuncio di grande rilievo culturale e internazionale da parte del presidente della Bertoliana, Giuseppe Pupillo, del suo direttore Giorgio Lotto e dell'assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci: "L'autografo di Michelangelo dalla Bertoliana al Met di New York dal 6 novembre 2017 al 12 febbraio 2018". Una lettera di valore inestimabile (e, infatti, assicurata per oltre due milioni di dollari), custodita gelosamente a Vicenza avrebbe attraversato l'oceano per portare a New York e a tutti i visitatori del suo Metropolitan Museum of Art una testimoninanza unica di una delle, invece, innumerevoli bellezze custodite nella città del Palladio. Siamo rimasti colpiti dall'annuncio e, ancora di più, dal fascino esercitato da quelle due pagine di storia ed arte. Ma... Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

Ma uscendo da contrà Riale e dirigendoci verso Contrà Porti abbiamo subito una doccia fredda che qualche giorno fa ci avrebbe dato conforto

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contro la calura ma che, venerdì scorso, in un attimo ha gelato l'emozione che avevamo condiviso a Palazzo Cordellina con i nostri ospiti, in primis Jacopo Bulgarini d'Elci, raffinato cultore di bellezze e sinceramente emozionato dal "troppo bello" mostrato, prima che "partisse", a noi, testimoni di uno dei gioielli di Vicenza che ne saranno ambasciatori a New York. Ebbene come non definire doccia gelata la visione del lampione tra Contrà Riale e Contrà Porti? La sua sporcizia ed incuria, non certo di pochi giorni, ma quasi antica come la lettera autografa di Michelangelo, dà la misura di un'altra Vicenza, non quella esibita mediaticamente per dare un'immagine contraffatta della realtà, quella che deve tutto al passato, ma l'altra, quella che subisce la mancanza della cura del quotidiano e dei dettagli che farebbero veramente bella la città di oggi. Perchè sono i dettagli a fare la differenza, tra story telling e storia reale.

ECONOMIA&AZIENDE

I pesi e le misure di Bankitalia: a Vicenza tollerato per anni il valore "gonfiato" delle azioni, per Bene Banca (s)gonfiato un bilancio Dopo «"Tu non obbedisci e io ti commissario, ma anche... no": la storia che ha opposto Bankitalia a Bene Banca. L'ex dg Silvano Trucco la ricostruisce a puntate e la incrocia con quella di BPVi e Veneto Banca», abbiamo proposto «Un caso esemplare per l'ex dg di Bene Banca Silvano Trucco: Bankitalia la commissaria "preventivamente". La seconda puntata con BPVi e Veneto Banca in filigrana» e, quindi, la terza parte («Un caso esemplare del "sistema" bancario, gli strani intrecci tra Bene Banca e BPVi: storia di un deposito milionario») della ricostruzione dei fatti secondo l'ex dg della piccola BCC cuneese, commissariata nonostante stesse... bene e che bissa coincidenze o contrasti nei rapporti con Bankitalia delle storie di BPVi e Veneto banca. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

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Della ricostruzione oggi proponiamo la quarta di 8 puntate mentre, lo ripetiamo, continuiamo a essere pronti a riferire di eventuali repliche o di diverse versioni che ci pervenissero dal "sistema". Grazie. Il direttore

I pesi e le misure di Bankitalia: a Vicenza tollerato per anni il valore "gonfiato" delle azioni, per Bene Banca invece un bilancio (s)gonfiato Era il 9 marzo 2015 e l'ex Presidente di Bene Banca denunciava il Commissario DUSO per lo strano deposito milionario "poco remunerativo" della Bene Banca alla BPVi (di tale procedimento penale già si è parlato nella precedente puntata). Proprio nella primavera 2015 a Vicenza era al lavoro il team ispettivo della BCE che avrebbe poi contestato nel proprio report, tra le altre criticità, le operazioni "baciate" riscontrate a valere sugli ultimi aumenti di capitale. Nel contempo, ad aprile 2015, le azioni di Banca Popolare di Vicenza venivano svalutate del 23%, con il CdA presieduto da Zonin che ne riduceva il valore da 62,50 a 48 euro. In tarda primavera cadevano così le prime teste, a partire dall'A.D. Samuele Sorato, seguito a ruota dai Vice Direttori Generali Emanuele Giustini (responsabile Divisione Mercati) e Andrea Piazzetta (responsabile divisione Finanza). A settembre 2015 arrivarono le perquisizioni della GdF e solo a novembre si dimetteva il Presidentissimo. Da allora non c'è stata settimana in cui i principali quotidiani non parlassero almeno una volta della Banca Popolare di Vicenza, il "grande malato" del Sistema bancario nazionale, il cui epilogo è a tutti tristemente noto. A ben vedere, già nel Prospetto Informativo dell'Aumento di Capitale della vicentina del 2016, al prezzo di 0,10 euro ad azione (solo 15 mesi prima il valore era di 62,50), poi pressoché integralmente sottoscritto dal Fondo Atlante, si parlava di rischio dell'Emittente di essere "presumibilmente sottoposto a misure di risoluzione da parte del Single Resolution Board". Un prospetto che citava indicatori di adeguatezza patrimoniale e di liquidità sotto le soglie minime, un CET1 ratio del 6,65% contro un 7% minimo ed un 10,25% imposto alla BPVi dalla BCE, un LCR (Liquidy Coverage Ratio) del 47,5% contro un requisito regolamentare del 70%. Ed ancora "un capitale circolante di cui dispone il Gruppo alla data del prospetto, INSUFFICIENTE per i suoi fabbisogni di liquidità correnti (..)". L'operazione di sistema ideata con Atlante è stata una ulteriore beffa per gli azionisti della BPVi, che hanno visto, nel volgere di poco più di un anno, crollare i loro titoli da 62,5 a 0,10 euro, senza di fatto poter fare alcunché se non assistere impotenti dato che le azioni erano bloccate e congelate,

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stante l'assenza di un mercato ufficiale ed il divieto di riacquisto imposto alla BPVi per il difetto dei requisiti patrimoniali. A Vicenza, a frittata completata, la Banca d'Italia ha dichiarato che, pur sapendo, non poteva fare nulla per impedire questa "iper valutazione" del prezzo delle azioni, decisa di propria sponte dal CdA, se non bacchettare i vertici, tollerando di fatto per anni un valore "gonfiato" : una verità che oggi è sotto gli occhi di tutti, uno scandalo che ha bruciato oltre 6 miliardi di valore, sudati risparmi di 118.000 azionisti della vicentina. Con l'azione a 62,5€ la Popolare di Vicenza valeva infatti circa 1,7 volte il patrimonio netto tangibile, un valore spropositato superiore a qualsiasi altra banca, che la poneva ai vertici (la terza) del panorama bancario nazionale per capitalizzazione. Nel 2016 a 0,10€, post aumento di capitale, la vicentina veniva prezzata a 0,377 il patrimonio netto, un valore in linea con il sistema seppur a livelli superiori ad altre banche più in salute, tanto che lo stesso amministratore delegato Iorio allora parlò pubblicamente di un "numerone, un ottimo risultato"... 10 Centesimi era allora il valore delle nuove azioni, una cifra che attribuiva alla banca una capitalizzazione ante aumento di 10 mln di euro, una somma inferiore addirittura ai compensi erogati nel 2015 ai vertici della vicentina, un valore che però sancì una perdita del 99,84% per i vecchi azionisti. In 12 mesi bruciati 6,2 miliardi di capitali! Uno dei più grandi falò della storia italiana, titolava il quotidiano IlSole24Ore dell'epoca. Altri 12 mesi di gestione sotto la proprietà del Fondo Atlante e l'epilogo funesto della Liquidazione Coatta Amministrativa ed il de profundis di ogni residuo valore delle azioni. Ma un po' più ad ovest, a Bene Vagienna in provincia di Cuneo, accadeva invece tutt'altro: nel bilancio di fine commissariamento (peraltro della procedura più veloce della storia bancaria nazionale) al 31.05.2014 non sono state valutate volutamente 11,7 milioni di plusvalenze lorde, pari a 8,324 milioni al netto della fiscalità, al solo fine di chiudere un conto economico in perdita di 7,8 mln e così poter giustificare ai soci ed al Territorio l'intervento pesantissimo di Banca d'Italia. Altro che super valutazione, per Bene Banca un bilancio letteralmente "sgonfiato" ! Ma la Banca d'Italia dov'era ?? A Bene Vagienna bilancio di fine commissariamento proposto dal Commissario, puntualmente approvato dal Comitato di Sorveglianza ma anche e soprattutto dai vertici di Palazzo Koch nel gennaio 2015. Ma anche tale comportamento non è sfuggito agli occhi attenti dell'ex Presidente Francesco Bedino che con esposto presentato in data 3 luglio 2015 ha denunciato penalmente il Commissario DUSO, il Presidente del Comitato di Sorveglianza e la stessa Banca d'Italia nelle persone del legale rappresentante pro-tempore (il Governatore), del Responsabile Dipartimento Vigilanza (Dott. Carmelo Barbagallo) e del titolare del servizio Costituzione e Gestione delle crisi (Dott.Pier Luigi Conti), per i presunti reati di false comunicazioni sociali, nonché per gli eventuali ulteriori reati fiscali ravvisabili.

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Ma a Bene Vagienna chi era preposto a controllare l'operato del Commissario DUSO ? In primis il Comitato di Sorveglianza ed in subordine la Banca d'Italia alla quale spetta la supervisione. Guarda caso però il Presidente del Comitato di Sorveglianza era il Prof. Giovanni Ossola dell'Università di Torino, già membro del Collegio Sindacale di Milano Assicurazioni, al quale a fine 2013, per "la gravità oggettiva delle violazioni riscontrate" e per "la gravità soggettiva delle condotte poste in essere", la CONSOB ha comminato una sanzione da 382.000 euro, per la cronaca trattavasi della sanzione più elevata mai inflitta ad un Collegio Sindacale (3,7 milioni complessivi di multa ai membri dei collegi sindacali di Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni) motivata dalle ripetute violazioni dell'Art.149 del Testo Unico della Finanza, ossia del non avere ottemperato con diligenza al proprio dovere di vigilanza. Una circostanza che si commenta da sola, ma al riguardo voglio riportare testualmente l'interrogativo che il grandissimo Elio Lannutti ha citato nel proprio libro "LA BANDA D'ITALIA": "nomine ad hoc per tutelare banche amiche? I bracconieri nominati guardiacaccia". Sempre il senator Lannutti quale Presidente ADUSBEF, dal 2008 ha presentato in terra vicentina ben 19 denunce sul valore "gonfiato" delle azioni della BPVi, esposti caduti tutti pressoché nel vuoto visto che soltanto sul finire del 2015 sono partite le indagini, quando la frittata era ormai servita. Banca d'Italia sapeva ma non ha fatto nulla ed il Governatore Visco in

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audizione al Senato il 19 aprile 2016, si è ostinato a difendere Palazzo Koch dichiarando che l'azione della Vigilanza negli anni della recessione "ha prevenuto l'insorgere di una crisi profonda e generalizzata del sistema bancario" . Ma nello stesso arco temporale pressoché decennale, nonostante gli ultimi mesi di evidente declino, la governance della Popolare di Vicenza è sempre rimasta rigorosamente al proprio posto, con il benestare di Visco. Solo a situazione pressoché irreversibile, a fine 2015 il Presidente Zonin ha rassegnato le proprie dimissioni dalla guida della popolare berica. Intanto a Bene Vagienna le plusvalenze milionarie lasciate in dote al nuovo corso dal Commissario venivano prontamente utilizzate, visto che in soli 13 mesi il CdA individuato da Bankitalia ha subito approfittato del cadeau dell'emissario di Visco. Infatti, dopo i 7,35 mln contabilizzati nel bilancio al 31.12.2014 (di soli 7 mesi di esercizio: 1-6 / 31.12), nella semestrale al 30.06.2015 il nuovo corso ha realizzato altri utili da cessione titoli per 6,65 mln , portando così il totale delle plusvalenze realizzate a 14 milioni di Euro! La riprova delle corrette affermazioni nella segnalazione alla Magistratura si riscontrava facilmente nelle riserve POSITIVE del portafoglio titoli della Bene Banca che di contro si erano di molto assottigliate (al 30.06.2015 pari ad Euro 1,397 milioni, contro gli 11,7 mln lasciate in dote dal Commissario !). Ecco che così facendo l'ultima riga del conto economico della nuova gestione della Banca poteva esprimere valori positivi. Poca onestà intellettuale manifestò all'epoca il Presidente Vietti gridando ad agosto 2015 all'UTILE RECORD della storia della bcc benese citando il risultato semestrale positivo di oltre 3,2 milioni di euro, quando, da una semplice lettura del rendiconto della Bene Banca - pubblicato sul sito istituzionale della bcc benese - chiunque poteva riscontrare come tale risultato finale fosse stato raggiunto perché sono state FINALMENTE realizzate le plusvalenze sul portafoglio titoli, quelle famose poste attive VOLUTAMENTE NON CONTABILIZZATE dal Commissario nel bilancio di fine procedura per chiudere un esercizio in perdita e così giustificare l'iniziativa pesantissima di Banca d'Italia. Ma a quali esiti si è giunti con la querela contro il Commissario e Banca d'Italia per le false comunicazioni sociali? Dopo neanche un anno di indagini, il PM assegnatario del fascicolo, il dott. Maurizio Picozzi (cari lettori tenete bene a mente questo nome, lo rivedremo in seguito) in data 7.6.2016 ha avanzato al GIP istanza di archiviazione con una motivazione scarna e stringata, che vale la pena riportare di seguito: "le approfondite indagini della Ten.GdF di Mondovì (annotazione 8.2.2016 in particolare) escludono prove di responsabilità penale nei fatti denunciati dal Bedino considerato anche che questi era stato a sua volta inquisito in via amministrativa dal Duso per il suo precedente incarico dirigenziale della stessa Bene Banca") . In sostanza il movente della querela era una acredine personale, piuttosto che il sacrosanto dovere civico di segnalare fatti e circostanze di sospetta illiceità di cui si è a conoscenza... Ebbene il GIP di Cuneo, in data 18.11.2016, dopo l'udienza di discussione dell'opposizione alla scarna istanza di archiviazione sopra riportata, ha

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decretato l'archiviazione con la seguente motivazione:"dato che il bilancio è stato approvato dal Comitato di Sorveglianza e dalla Banca d'Italia, i quali non hanno formulato alcuna osservazione in merito, una perizia al riguardo apparirebbe pertanto meramente esplorativa e non giustificata dalle risultanze in atti. Difetta quanto meno l'elemento soggettivo del reato ed eventuali contestazioni in merito alla bontà delle valutazioni potranno e dovranno di conseguenza essere sollevate nelle competenti sedi civili e amministrative." Un commento, anzi no è superfluo, però una considerazione a tale pronuncia è doverosa: peccato che la denuncia sia stata rubricata solo contro il Commissario, quando era dal querelante direttamente indirizzata anche contro il Presidente del Comitato di Sorveglianza e contro il legale rappresentante della Banca d'Italia, nonchè nei confronti del Dott. Carmelo Barbagallo (Capo Dipartimento Vigilanza) e del Dott. Pier Luigi Conti (titolare del servizio Costituzione e Gestione delle crisi), questi ultimi perchè con delega del Direttorio in data 15.1.2015 avevano approvato il bilancio di fine procedura .... A quanto pare per la Magistratura gli uomini della Vigilanza bancaria hanno la qualifica di soggetti infallibili, e quindi, non avendo formulato osservazione alcuna in merito, tutto archiviato con buona pace dei soci della banca che "potranno e dovranno di conseguenza sollevare eventuali osservazioni nelle competenti sedi civili e amministrative". To be continued Silvano Trucco (ex D.G. Bene Banca)

FATTI

Disturbi del neurosviluppo, SINPIA: in Veneto 55.000 bambini a rischio di cure inappropriate, un passo indietro di 40 anni Il declassamento di tutte le Unità Operative Complesse di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza a Unità Semplici deciso dalla Regione Veneto peggiora ulteriormente la risposta ai bisogni dei bambini con disturbi del neurosviluppo e delle loro famiglie. Le nuove Unità diventeranno sottocomponenti organizzative delle Unità Operative Complesse Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori, come se i disturbi del neurosviluppo fossero disturbi a preminente genesi sociale, con un passo indietro culturale di 40 anni. A giudizio della Sezione Veneta della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA), le Linee

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di Indirizzo per i nuovi Atti Aziendali definite dalla Regione Veneto, alla luce della fusione e riorganizzazione delle Aziende ULSS, avrebbero potuto essere un'occasione per migliorare la struttura organizzativa e garantire maggiore equità di risposte in tutto il territorio regionale ai problemi legati ai disturbi del neurosviluppo. Di Redazione VicenzaPiù

Invece, si è deciso il declassamento di tutte le Unità Operative Complesse di Neuropsichiatria Infantile e dell'Adolescenza in Unità Operative semplici. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 1 bambino su 5 è colpito da un disturbo neuropsichico dell'età evolutiva (autismo, dislessia, disturbi di linguaggio, disabilità intellettiva, disturbi del comportamento e della condotta, dell'umore, anoressia, epilessia, disturbi neurologici complessi, malattie rare), che può determinare un quadro di disabilità anche grave. A livello nazionale, solo in meno della metà dei casi, i bambini con disturbi NPIA (NeuroPsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) e le loro famiglie riescono ad avere dal Sistema Sanitario le risposte di cui necessitano e addirittura 1/3 degli adolescenti che hanno necessità di un ricovero ospedaliero per un grave disturbo psichiatrico finiscono in reparti per adulti. La situazione della Regione Veneto, dove 55.000 minori sono seguiti dai servizi pubblici, non fa eccezione ed è aggravata dalla estrema difformità dei servizi nelle diverse ex ULSS, come organizzazione, denominazione, risorse. "La decisione di ridimensionare le UO di neuropsichiatria Infantile - sostiene Bernardo Dalla Bernardina, past President della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA) - comporterà uno scadimento delle capacità di diagnosi precoce e trattamento dei disturbi neuropsichiatrici e della professionalità sanitaria necessaria in tale ambito. Ne conseguiranno un marcato peggioramento dell'offerta sanitaria, un aumento dei costi per i pazienti costretti a rivolgersi a strutture private o esterne alla Regione Veneto. Si tratterebbe inoltre di una scelta in netta controtendenza con le direttive nazionali e le scelte sanitarie delle regioni più avanzate in tale ambito". La Regione Veneto, unica in Italia, non avrà quindi negli anni futuri nessuna UOC di NPIA. Le nuove UOS di NPIA diventeranno sottocomponenti organizzative delle UOC Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori, come se i disturbi del neurosviluppo fossero disturbi a preminente genesi sociale, con un passo indietro culturale di 40 anni.

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E' dimostrato infatti che i disturbi neuropsichici dell'età evolutiva sono disturbi a base neurobiologica, la cui espressività può essere modulata dall'ambiente e la cui diagnosi e cura richiede competenze specifiche specialistiche sanitarie che, alla luce delle nuove conoscenze nell'ambito delle neuroscienze, permettono non solo diagnosi sempre più tempestive ma soprattutto interventi terapeutici e riabilitativi efficaci. "La politica della Regione Veneto di avere ‘distretti forti' è assolutamente condivisibile - afferma Roberto Tombolato, Segretario Triveneto della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA) -, ma per quanto riguarda la salute mentale del bambino e dell'adolescente rischia di avere un'area di grande debolezza se non comprende la complessità, la delicatezza e la peculiarità dell'attività svolta con minori affetti da patologie neuropsichiatriche. "Le attività verso i soggetti con patologie neuropsichiatriche - spiega Antonella Costantino, Presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA) - richiedono diagnosi, a volte anche complesse, trattamenti riabilitativi, trattamenti farmacologici, indagini cliniche strumentali, ricoveri ospedalieri, rapporti con i pediatri di famiglia, con le scuole, tali da garantire una presa in carico del bambino e della famiglia e della rete di strutture scolastiche e sociali. Per poter fare questo servono Servizi Specialistici di NPI competenti e multiprofessionali, che vedano la presenza di medici NPIA, psicologi, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità dell'età evolutiva, educatori professionali, infermieri, diretti da un medico specialista in NPIA, che eroghino trattamenti riabilitativi i cui risultati siano basati sulle più aggiornate evidenze scientifiche, con specificità diverse per le diverse patologie, e integrati sul bambino, la famiglia e la scuola. Devono inoltre potersi muovere con sufficiente autonomia su tutti i livelli Istituzionali necessari per poter supportare la rete in cui il minore e la famiglia sono inseriti. Un distretto forte non può rinunciare ad un servizio di NPIA con una struttura organizzativa idonea a garantire le necessarie attività complesse e coordinate con gli altri servizi territoriali e ospedalieri

FATTI / POLITICA

Abbattimento di un edificio al civico 211 di Strada Pasubio, Franca Equizi: Variati, Caporrino e Tirapelle non rispondono alle domande Nei giorni scorsi un edificio al civico 211 di Strada Pasubio, come da allegata foto, è stato completamente abbattuto, ci segnala Franca Equizi ex Consigliere Comunale della Lega Nord. Non mi è possibile sapere se l'intervento sia stato autorizzato o meno dal Comune visto che sul posto non è presente alcun cartello di cantiere, non c'è

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traccia neppure dell'autorizzazione all'occupazione del marciapiede e tanto meno della segnaletica per convogliare il transito dei pedoni durante i lavori. Il marciapiede davanti a tale edifico è molto stretto ed è pericoloso percorrerlo a piedi, figuriamoci con una carrozzina o una bicicletta per mano. Di Citizen Writers

Da segnalare inoltre che

si trova proprio in corrispondenza dell'incrocio con Strada di Lobia e, molto spesso, parte di esso viene occupato dai mezzi pesanti in uscita proprio da Strada di Lobia. Tali autotreni provengono per lo più dall'area produttiva ex Molini Casarotto di Via Ponte del Bo. Il 17 agosto u.s. ho segnalato l'accaduto, tramite mail, e chiesto al comune, se non già fatto, di concordare urgentemente con i privati l'arretramento di un'eventuale nuova costruzione e di procedere poi, al fine di ridurre i rischi per i pedoni, all'allargamento di quel tratto di marciapiede. Sindaco Achille Variati, segretario comunale Antonio Caporrino e direttore dell'edilizia privata Maurizio Tirapelle, a tutt'oggi, non hanno risposto alla mia richiesta e non mi risulta, siano in alcun modo intervenuti, per cui temo che, come secondo me spesso accade, per questa amministrazione gli interessi dei privati siano prioritari rispetto a quegli pubblici. Franca Equizi

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POLITICA / LAVORO

Miglioranza (FP Cgil Vicenza) contro Rotondi, assessore alla Sicurezza: "Non sono le armi che garantiscono la sicurezza dei cittadini!" "Comperare armi con le risorse destinate ad altro è illegittimo e al personale della Polizia Locale serve altro!", lo dice nella nota che pubblichiamo la Segretaria Generale della Funzione Pubblica CGIL Vicenza, Giulia Miglioranza che continua: "Provocano stupore e sincera preoccupazione le dichiarazioni dell'Assessore Rotondi apparse sui media locali, in merito all'utilizzo di una parte delle risorse destinate all'accoglienza dei richiedenti asilo per l'acquisto di nuove armi per la Polizia Locale. Come può l'Assessore Dario Rotondi decidere di utilizzare risorse di provenienza statale per fini diversi da quelli per cui sono state destinate, vale a dire per promuovere azioni ed interventi destinati all'accoglienza dei migranti?" Di Note ufficiali

"Ci poniamo una domanda rispetto alla legittimità di una simile operazione continua la sindacalista - ma, ancor più, riteniamo che una simile scelta trasmetta un messaggio per noi fuorviante e non condivisibile. Se di vera integrazione si vuol parlare, infatti, serve che le risorse a ciò destinate vengano utilizzate per interventi di politiche sociali volte a favorire l'accoglienza e promuovere l'integrazione, non invece per trasmettere messaggi che vanno verso un'idea di militarizzazione del territorio e che poco hanno a che fare con la legittima esigenza dei cittadini di vedere attuate misure idonee a garantire la loro sicurezza. Per quanto riguarda le dotazioni in possesso della Polizia Locale, da tempo le Organizzazioni Sindacali nel sollecitano l'adeguamento, non solo per

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quanto riguarda le armi, ma per tutte le strumentazioni necessarie a garantire ai lavoratori e alle lavoratrici di operare in sicurezza. Per questo però riteniamo servano investimenti costanti nel tempo, non iniziative a spot che hanno molto il sapore dell'annuncio ad effetto. Serve però mettere in chiaro che la legittima esigenza dei lavoratori e delle lavoratrici di svolgere le loro mansioni con strumentazioni adeguate, e non vetuste, non deve in alcun modo portare a creare confusioni rispetto al ruolo della Polizia Locale, che non può e non deve essere adibita a compiti di diretta gestione della pubblica sicurezza, di competenza invece delle Forze dell'Ordine statali. La legge nazionale che regola il funzionamento della Polizia Locale su questo parla chiaro, e a questa serve conformarsi".

FATTI / ECONOMIA&AZIENDE

Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca: come ricevere l'indennizzo per i bond subordinati L'Aduc, per mezzo dei suoi legali, informa che è stato pubblicato il regolamento che disciplina l'accesso all'indennizzo forfettario per i possessori di bond subordinati di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nello specifico l'associazione di tutela dei consumatori afferma: "I possessori di bond subordinati delle due ex popolari venete possono presentare istanza al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che gestisce le pratiche, entro il 30 settembre. E' facile ipotizzare che il termine sarà prorogato, come avvenuto per le richieste riguardanti i titoli subordinati delle quattro banche finite in risoluzione nel novembre del 2015. Di Note ufficiali

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Nel frequente caso di titoli cointestati, la domanda deve essere presentata da tutti i cointestatari che siano in possesso dei requisiti sotto indicati. E' possibile presentare un'unica istanza da parte di uno dei cointestatari se corredata di apposita delega. Il rimborso per gli aventi diritto è pari all'80% cui Intesa Sanpaolo aggiunge di suo (si fa per dire, dato che ha ricevuto in regalo le due banche da parte dei contribuenti) un ulteriore 20%. La percentuale viene calcolata su un valore pari al corrispettivo pagato per l'acquisto degli strumenti finanziari subordinati al netto degli oneri e delle spese direttamente connessi all'acquisto e della differenza, se positiva, tra il rendimento degli strumenti finanziari subordinati e il rendimento di mercato di un BTP in corso di emissione di durata finanziaria equivalente oppure il rendimento ricavato tramite interpolazione lineare di BTP in corso di emissione aventi durata finanziaria più vicina. Il ristoro è destinato alle sole persone fisiche, agli imprenditori individuali e agricoli ed ai coltivatori diretti. E' esteso ai loro eredi o coniugi, conviventi more uxorio e parenti entro il secondo grado che abbiano i bond per trasferimenti tra vivi. L'acquisto o sottoscrizione dei bond deve essere stato effettuato entro il 12 giugno 2014, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della Direttiva "Brrd" sui salvataggi bancari. L'acquisto deve essere avvenuto nell'ambito di un rapporto negoziale diretto dell'investitore con una delle due banche emittenti. Sono quindi esclusi tutti gli obbligazionisti che hanno sottoscritto oppure comprato i titoli presso altri intermediari, incluse le banche che facevano parte dei due gruppi Veneto Banca e Popolare Vicenza. Sono anche esclusi gli acquisti effettuati sul mercato mediante le due banche, quando queste hanno agito solo da intermediari. I titoli devono essere stati posseduti alla data del 25 giugno 2017. Ci sono poi dei parametri di natura patrimoniale oppure reddituale da rispettare. Essi sono: - essere in possesso di un patrimonio mobiliare al 31 dicembre 2015 inferiore a centomila euro, escluso il valore dei titoli azzerati oppure - disporre di un reddito complessivo ai fini Irpef anno 2014 (dichiarazione del 2015) inferiore a trentacinquemila euro. E' sufficiente rispettare uno soltanto dei due parametri, non per forza entrambi. Per maggiori informazioni o assistenza, gli interessati possono contattare Aduc tramite il canale Investire Informati del sito web oppure nelle sedi di: - Brescia, tel 030.5030934; - Roma, tel 333.1092697; - Napoli, tel 333.1092697.

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FATTI / POLITICA

Dopo le proprie critiche a Bergoglio su Ius Soli, Sergio Berlato (FDI-AN-MCR): "la senatrice Puppato (PD) sale sul pulpito a dispensare patenti di cristianità" "Sorprendente è l'uscita della Senatrice del PD Laura Puppato che, idealmente vestendo i panni di una novella Giovanna D'Arco, si permette di attribuire agli altri la patente di cristianità utilizzando criteri alquanto discutibili - afferma il Consigliere regionale e Coordinatore per il Veneto di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, Sergio Berlato. Già il fatto che un'esponente della sinistra progressista, un tempo definita catto-comunista, dispensi scomuniche è una contraddizione, se poi si guarda il pulpito da dove proviene la predica si intuisce che l'unica coerenza che si riscontra è la solita presunzione di esponenti di una certa area politica che da sempre tendono a salire in cattedra, un tempo limitandosi a definirsi difensori della democrazia e ora addirittura difensori della cristianità" - prosegue Berlato. Di Note ufficiali

"Aver criticato il Pontefice - prosegue Berlato - per una questione prettamente politica diventa per la Senatrice Puppato l'elemento discriminante tra chi è o non è cristiano. La stessa Puppato però su tematic he quali la difesa della famiglia naturale, l'aborto, la stepchild adoption sembrerebbe non essere in linea con quello che professa la Chiesa cattolica e di conseguenza il pensiero del Papa. Ci si domanda quindi se per la Puppato la questione non sia la critica in sè ma da che parte proviene la critica; parrebbe che solo gli esponenti catto-comunisti possano avere questo privilegio. Con questa convinzione la sinistra ha così sempre giustificato i "cattolici critici" che, provenienti ovviamente dalla loro parte politica, durante il pontificato di Giovanni Paolo II contrastavano apertamente le dichiarazioni papali giungendo addirittura a sbeffeggiarlo in pubblico con discutibile ironia - conclude Berlato".

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FATTI / POLITICA

Il nuovo regolamento di polizia urbana di Vicenza in vigore da oggi inasprisce le sanzioni Ecco alcune novità del nuovo regolamento di polizia urbana di Vicenza che inasprisce talune sanzioni, come annunciato dall'assessore alla sicurezza urbana Dario Rotondi, che oggi ha ottenuto dalla giunta comunale il via libera alla delibera che determina l'inasprimento delle sanzioni fino a 500 euro per alcune violazioni di norme inserite nel nuovo Regolamento di polizia urbana e sulla civica convivenza. Com'è noto, il nuovo regolamento è entrato in vigore oggi e da domani, proprio in seguito alla delibera approvata stamani, scatteranno gli inasprimenti di sanzione decisi dalla giunta per la violazione di alcuni specifici divieti. Di Comunicati Stampa

Nel dettaglio, i gestori di negozi di vicinato che vendono bevande alcoliche e superalcoliche da asporto tra le 20 e le 7 rischiano una sanzione pari a 500 euro. Tale divieto si applica anche a kebab e pizzerie d'asporto quando la bevanda non è venduta insieme al cibo. Analoga sanzione massima, pari a 500 euro, è prevista per chi occupa edifici abbandonati e per i proprietari che non chiudono efficacemente le vie di accesso ad immobili disabitati ed aree scoperte dismesse che vanno comunque sempre tenute in ordine. Vengono inoltre confermate le già previste sanzioni massime di 500 euro per chi viola le norme contro l'esercizio della prostituzione su strada e quelle contro le scritte, i graffiti e gli imbrattamenti che deturpano edifici, monumenti, veicoli pubblici, pensiline e qualsiasi manufatto pubblico e privato. Passa invece da 50 a 250 euro la sanzione per i titolari di pubblici esercizi che non provvedano a limitare rumori molesti e schiamazzi nei propri locali, verificando il volume della musica (che comunque, salvo deroghe, dovrà terminare entro le 23.30) ed intervenendo in caso di concentrazione di persone che possa creare disturbo, intralcio o pericolo.

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Analoga sanzione di 250 euro è stata prevista contro chi fa scoppiare mortaretti e fuochi d'artificio nei pressi di ospedali, case di cura e riposo, scuole, e nel centro storico all'interno delle mura cinquecentesche. Sarà applicata una sanzione di 100 euro a chi sarà sorpreso assumere sostanze stupefacenti in aree pubbliche: i proventi di tali sanzioni saranno destinati ad interventi di prevenzione dalle dipendenze. Pari a 100 euro sarà anche la sanzione applicata a chi sarà sorpreso mentre accende fuochi in luoghi aperti al pubblico o accatasta in luoghi incustoditi materiali incendiabili e a chi violerà il divieto di affiggere striscioni, manifesti o volantini sui muri e di arrampicarsi su monumenti ed edifici storici. Scatta analoga sanzione di 100 euro anche per i proprietari di aree alberate, se le piante sporgono sulla pubblica via ostacolando il campo visivo e se non si tiene pulito il suolo pubblico da foglie, rami e frutti caduti e per chi non tiene puliti infissi, vetrine e muri di locali che si affacciano su aree di pubblico transito. Infine, nell'ambito delle norme collegate al cosiddetto decreto Minniti e in analogia ad analoga violazione prevista per le stazioni ferroviarie, è prevista una sanzione di 100 euro contro chi, già sanzionato per la violazione di specifiche norme in tema di sicurezza urbana, sarà sorpreso a compiere nuovamente la medesima violazione stazionando all'interno delle mura cinquecentesche, nell'area della basilica di Monte Berico, di Villa Guiccioli, della basilica dei Santi Felice e Fortunato, di Villa Capra detta La Rotonda, del teatro comunale, della Fiera di Vicenza, delle scuole, dei parchi pubblici e delle aree adibite a verde pubblico, impedendo la fruibilità di tali luoghi ai cittadini. Come ha ricordato oggi l'assessore Rotondi, la violazione del divieto di stazionamento comporta l'emissione dell'ordine di allontanamento per 48 ore dalle aree ed ambiti violati (minidaspo) e la segnalazione al questore per la possibilità di emettere, in caso di recidiva, il divieto di accesso a tali aree. (daspo urbano). Per la violazione di tutti gli altri divieti previsti dal nuovo regolamento la sanzione è pari a 50 euro.

FATTI

Casa di via Alberto Mario a Vicenza, pubblicato l'avviso per l'accoglienza dei padri separati. Domande entro mercoledì 20 settembre Il settore Servizi sociali ha pubblicato un avviso per l'accoglienza temporanea, fino a un massimo di 12 mesi, di padri separati o

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divorziati nella struttura di proprietà comunale di via Alberto Mario, 8 a Vicenza. Sono assegnabili fino a 4 camere da letto con bagno (due singole e due doppie) dove è possibile accogliere periodicamente i figli minorenni. Sono ad utilizzo comune l'ingresso, la cucina, il soggiorno e gli spazi esterni. Il bando è rivolto a cittadini (se extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno) che siano padri separati o divorziati o componenti di coppia di fatto con almeno un figlio minorenne, che non siano proprietari o titolari di diritto di usufrutto su un'abitazione o con necessità di rilascio dell'alloggio familiare a seguito di sentenza dell'autorità giudiziaria. Di Comunicati Stampa

È necessario, inoltre, che siano in possesso di un Isee in corso di validità non superiore a 13.049,14 euro e che aderiscano ad un progetto sociale finalizzato al superamento dello stato di bisogno socio-economico e abitativo. Le domande vanno presentate entro mercoledì 20 settembre alla segreteria del Centro Servizi Sociali Territoriali competente per residenza nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30, martedì e giovedì anche dalle 16.30 alle 18. Il richiedente verrà successivamente convocato ad un colloquio con l'assistente sociale per la verifica dei requisiti di accesso e la definizione di un progetto sociale orientato al superamento dello stato di bisogno che comporterà la sottoscrizione di un contratto di accoglienza. L'assegnazione della stanza comporterà, se dovuto, la corresponsione al Comune da parte dell'assegnatario di un contributo mensile quale rimborso forfettario calcolato in modo proporzionale all'Isee presentato ed in relazione alla effettiva situazione economico-familiare del richiedente, se superiore alla soglia minima pari a 6.524,57 euro, e fino ad un massimo di 200 euro mensili. "Abbiamo pensato ad un bando che miri ad aiutare le famiglie con figli minori in momenti particolarmente difficili della vita familiare - dichiara l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala -; crediamo, infatti, che sia non solo auspicabile ma necessario, come servizio pubblico, aiutare a gestire i conflitti in modo costruttivo e non violento. Per questo la casa di

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via Alberto Mario non sarà solo a disposizione di persone divorziate o separate legalmente ma anche per situazioni in cui la coppia in crisi, con figli minori, possa avere bisogno di un periodo in cui - in abitazioni diverse trovare una modalità di dialogo fra adulti e nel rapporto con i figli. Ci saranno spazi a disposizione dei figli minori, sia per dormire, sia come ambienti comuni per fare i compiti e vivere - nei fine settimane e in alcuni periodi momenti il più possibile sereni. Nel bando abbiamo anche chiesto la collaborazione delle persone nella manutenzione degli spazi interni ed esterni, perché si tratta di una vera "casa", una coabitazione - come ne abbiamo altre nel Comune, come, ad esempio, in via dei Mille, a Setteca' e in via Bedin - di famiglie che vivono insieme e insieme curano degli spazi e tempi condivisi, ci auguriamo anche con attenzione, passione e aiuto reciproco. Una scelta ulteriore è stata quella di privilegiare il progetto sociale: le persone che saranno ospitate andranno accompagnate, con i servizi sociali ma anche con quelli specialistici come il Consultorio, verso un'uscita dalla loro situazione, per una autonomia e una serenità di vita a cui tutti aspiriamo. Il tetto per accedere non è bassissimo, visto che il valore Isee richiesto è il doppio rispetto alla soglia per la quale, da regolamento, concediamo contributi economici. Contiamo di ospitare, quindi, i primi padri ad ottobre: a questo proposito organizzeremo una piccola festa per ringraziare chi ha contribuito all'allestimento della struttura tramite fondi o procurando gli arredi necessari". Tutta la documentazione è pubblicata all'albo pretorio del Comune https://servizionline.comune.vicenza.it:4438/publishing/AP/index.do e da domani sul sito www.comune.vicenza.it , alla sezione Pubblicazioni online Altre gare e avvisi. Per informazioni: centri servizi sociali territoriali, aperti dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30, il martedi e il giovedì dalle 16.30 alle 18 http://www.comune.vicenza.it/cittadino/scheda.php/42706,45756.

FATTI / POLITICA

Polizia locale, Federico Martelletto USB: "Fateci fare il nostro mestiere" Federico Martelletto del USB Polizia Locale ha inviato al ministro dell'Interno, a tutti i sindaci e all'assessore alla Sicurezza Urbana del Comune di Vicenza la seguente missiva: "Caro Marco Minniti, cari sindaci, caro Dario Rotondi. Tra l'antiterrorismo e il servizio a tutela del cittadino Usb Polizia locale sceglie di stare dalla parte dei cittadini. Quasi in concomitanza due tragedie si sono abbattute sulle calde giornate di agosto, in Spagna terroristi uccidono decine di

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persone, in Italia il terremoto ad Ischia fa riemergere la polemica sulla regolarità delle opere edificate in Italia. Al terrorismo si risponde militarizzando le città, alzando barriere, e in questa operazione di antiterrorismo governo e sindaci vogliono forzatamente coinvolgere la Polizia Locale. Di Note ufficiali

USB dice basta a questa mistificazione delle funzioni della polizia locale nei territori comunali. Spostare la Polizia Locale dalle sue tradizionali competenze a compiti di ordine pubblico, vuol dire rinunciare completamente all'idea di poter rilanciare le azioni di prevenzione e controllo di ogni attività che prevede il rispetto di regolamenti e leggi territoriali. Sono ormai anni che si sta abbandonando la capillare presenza sulle strade urbane di personale della Polizia Locale, i controlli sistematici e programmati di attività commerciali o di cantieri edilizi sono stato ormai sostituiti dalle segnalazioni dei cittadini, e non da una iniziativa propria degli agenti preposti. Permetteteci di fornire alcuni dati molto significativi: per incidenti stradali ogni anno ci sono 3500 morti, e nonostante l'art.208 del Cds lo preveda le azioni di educazione stradale e di miglioramento della sicurezza delle strade si contano sulle dita. Per ciò che riguarda l'edilizia studi e ricerche dicono che "gran parte delle case colpite dai disastri ambientali degli ultimi 20 anni erano abusive oppure erano state condonate, se pur costruite senza controlli sulla qualità. Il Consiglio Nazionale delle ricerche ha calcolato che negli ultimi quarant'anni, quasi 5mila italiani hanno perso la vita per frane o alluvioni... Dal 1948 ad oggi in Italia si commettono 203 abusi edilizi al giorno, 74mila all'anno... Il 70% dei comuni sciolti per l'inquinamento malavitoso della pubblica amministrazione, dal 1991 ad oggi, hanno in comune un solo elemento: le mani sul territorio, attraverso l'abusivismo edilizio di massa..." Sono stati censiti 1.260.000 edifici a rischio frane o alluvioni: fra essi vi sono 6mila scuole e 531 ospedali! I dati si interpretano da soli. La problematica in questione non è la sola, né sta da sola, anzi, è in buona compagnia: emergenza ambientale non è solo cementificazione selvaggia, per quanto riguarda l'aspetto socio-urbanistico; esiste l'eterna difficoltà, densa sempre di nuovi pericoli, rappresentata dall'emergenza rifiuti (la quale ha una criticità maggiore per quanto riguarda i rifiuti ad altissima tossicità: scorie di tipo industriale, nucleari etc.etc.). Abbandonando il controllo delle attività sottoposte a vincoli e regolamenti, avremo continuamente il ripetersi di tragedie che per numero di morti e per

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volume di danni alle cose ed alle persone saranno notevolmente più catastrofiche delle azioni terroristiche, dalle quali devono difenderci, esclusivamente gli apparati preposti. (Polizia di stato, Carabinieri, GdF). USB rifiuta il coinvolgimento della Polizia Locale in queste operazioni che, oltre a non essere di competenza della PL, vede su tutto il territorio nazionale notevoli deficienze strutturali e di preparazione professionali che renderebbero oltremodo inutile il suo impiego. In Italia il corpo di Polizia Locale, proprio per lo svolgimento delle proprie mansioni, si configura come la struttura di vigilanza con maggiore capillarità sul territorio. Per citare dei numeri: 144 comuni sono sopra i 50.000 abitanti, 2271 comuni hanno una popolazione che è inclusa tra i 5.000 e i 50.000 abitanti, e 5568 comuni sono abitati da meno di 5.000 abitanti, pari circa al 70% dei comuni italiani. Da questi dati appare evidente che il personale di Polizia Locale presente in ogni comune e interessato per competenza a molti degli atti emanati dai comuni stessi, per numero e dislocazione è naturalmente collegato alla istituzione dell'Ente Locale. Naturalmente non possiamo scordarci la diversità della nostra professione che ci porta quotidianamente al confronto con situazioni di forte contrasto con l'utente, perché se è vero che noi dovremmo rappresentare il riferimento "positivo" dell'amministrazione sul territorio, attraverso il lavoro di prevenzione e controllo, è pur vero che l'aggravarsi della condizione sociale in cui versa il paese, ci porta sempre più ad affrontare situazioni di conflitto soprattutto per la nostra prerogativa di irrogare le sanzioni amministrative che colpiscono le tasche del cittadino. Per questo diventa IMPRESCINDIBILE la necessità della determinazione di un contratto specifico per la Polizia Locale ove si riconoscano l'equo indennizzo, la causa di servizio, la categoria usurante ed un reale monitoraggio della salute degli operatori soprattutto nei Comuni superiori ai 50.000 abitanti E ANCORA CI PARLATE DI ANTITERRORISMO, FATECI FARE IL NOSTRO LAVORO E VEDRETE QUANTE VITE UMANE SAREMO IN GRADO DI PROTEGGERE."

FATTI

Campo Marzo, Achille Variati: "barriere in cemento a protezione luna park, poi strutture meno impattanti" Il sindaco di Vicenza Achille Variati in merito al posizionamento delle barriere in cemento lungo viale Roma, a protezione del luna park in corso di allestimento a Campo Marzo ha dichiarato: " "Anche Vicenza come tutte le altre città d'Italia si è attivata per far fronte alle disposizioni nazionali, a doverosa tutela dei cittadini. Per ragioni di

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urgenza, in accordo con la Prefettura, stiamo utilizzando i materiali ad oggi disponibili. Poiché tuttavia temo che la convivenza con questo tipo di sistemi di protezione non sarà di breve durata, l'amministrazione comunale intende studiare le soluzioni e trovare i fondi necessari per l'impiego di strutture che, pur garantendo la massima sicurezza possibile, siano meno impattanti e più consone ad un centro storico come il nostro". Di Note ufficiali

ECONOMIA&AZIENDE

Ripresa in Italia, Visco al Meeting CL di Rimini: non è strutturale ma congiunturale, bisogna seguire la linea attuale. Con lui?

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La ripresa italiana "non e' strutturale". Lo ha affermato a margine del Meeting di Cl a Rimini Ignazio Visco, il governatore della Banca d'Italia, che, nonostante le situazioni a dir poco chiare che, stto la sua gestione, hanno portato a una serie rilevante di crisi bancarie, tra cui i crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, punta alla riconferma a novembre col sostegno, si legge sui media più attendibili, dell'establishment attuale, presidente Sergio Mattarella e premier Paolo Gentiloni in testa. "E' una ripresa congiunturale, non e' una ripresa strutturale", ha sottolineato Visco. Di Redazione Economica VicenzaPiù

Che ha spiegato che "perche' diventi strutturale occorre proseguire lungo la linea che e' gia' in atto", ovvero continuando che "le riforme" e "l'innovazione, in grado di far crescere anche le imprese che ci sono, che sono piu' in grado di competere a livello anche globale" Alla luce del fatto che quello di oggi e' "ovviamente un mondo molto diverso da quello anche di pochi anni fa", ha continuato Visco, occorre procedere lungo due direttrici, da una parte "risolvere i problemi di contesto", dall'altro "investire" sulla "formazione". In particolare, il governatore della Banca d'Italia ha spiegato che "abbiamo un cambiamento d'epoca vero e proprio in cui ci sono nuove tecnologie, ci sono nuovi beni, nuovi materiali e bisogna essere capaci di lavorare con questi nuovi beni e servizi in un nuovo modo, in organizzazioni diverse". Per questo motivo, ha aggiunto, "occorre, da un lato, risolvere i problemi di contesto che ancora ci sono in Italia e quindi i servizi per le imprese, la capacita' per le imprese di crescere, di nascere, crescere ma anche di chiudere quando e' il caso di chiudere, senza poi dover pesare sull'economia, per esempio anche attraverso i loro rapporti con il sistema bancario", mentre, ha continuato, "dall'altro occorre investire da parte di tutti, non solo sui giovani e non solo piu' sui banchi di scuola, ma nel corso di tutta la vita, nelle conoscenze e nelle competenze necessarie per questo secolo". Per il numero uno di Palazzo Koch, "questo e' uno sforzo che riguarda la scuola e quindi riguarda la formazione, riguarda il settore pubblico ma riguarda anche ciascuno di noi e il settore privato, riguarda la famiglia". Infatti, ha concluso Visco, "il futuro e' un futuro che richiede di investire in conoscenze e competenze per poter procedere in questo nuovo passaggio di cui noi non sappiamo in realta' quale sara' l'assetto definito ma sappiamo che bisogna avere una capacita' di vivere questa nuova epoca". L'Italia sta uscendo dalla crisi anche se con "difficolta'" e in questa fase

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bisogna andare avanti con le riforme. Lo ha affermato Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, durante il suo intervento all'incontro "Cambiamento d'epoca: la crisi come passaggio", nell'ambito del Meeting di Cl a Rimini. "Stiamo uscendo con difficolta' anche se stiamo uscendo" dalla crisi, ha detto Visco, spiegando che quella dell'Italia "a' una ripresa congiunturale che si incontra con un periodo di riforme" che "non sono ancora terminate: c'e' ancora molto da fare". "Questa - ha spiegato Visco - e' stata la crisi piu' grave, piu' profonda della storia di questo Paese, molto piu' grave della grande depressione. Una crisi che ha pesato su banche e finanza pubblica". In particolare, ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia "questa crisi ha colpito la nostra economia mentre recuperava" terreno rispetto alle altre economie avanzate. Visco ha affermato che "siamo stati lenti - comprese politica e istituzioni - ad adeguarci a questi cambiamenti e questo spiega abbastanza la gravita' di questa crisi, che e' stata di tipo finanziaria", una crisi di quella "finanza che per alcuni e' una forza buona, sostenitrice dello sviluppo, mentre per altri moralmente dubbia". Per lo sviluppo dell'economia e' importante diffondere la banda larga a tutti. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, fa suo l'obiettivo della Commissione europea sul completamente del mercato unico digitale, che si basa su tre pilastri, tra i quali proprio quello della diffusione della banda larga per tutti. Intervenendo al Meeting di Cl di Rimini, Visco ha spiegato che "vi sono ostacoli ancora nelle operazioni online, ancora vi sono difficolta' nel commerciare tra Paesi". Infatti, ha ricordato che "nel 2015 solo il 15% delle persone effettuava acquisti online da un altro Stato membro e le imprese non riescono a trarre pieno vantaggio dalle opportunita' di crescita offerte da Internet. Nel 2015 solo il 7% delle Pmi vendeva all'estero". Tuttavia, ha continuato, "e' proprio perche' questi numeri sono ancora cosi' piccoli che ci si puo' aspettare un aumento straordinario ancora nel futuro". Per farlo, serve appunto "il completamento del mercato unico digitale", che, ha precisato Visco, "e' una delle 10 priorita' della Commissione europea che si basa su tre pilastri: migliorare l'accesso in beni e servizi digitali in tutta l'Europa sia per i consumatori che per le imprese; creare un contesto favorevole e parita' di condizioni affinche' le reti digitali e servizi innovativi possano svilupparsi - banda larga, per intenderci, diffusa per tutti; massimizzare le potenzialita' di crescita dell'economia digitale".

LAVORO

Sciopero spontaneo alla Nazionale Servizi e lavoratori chiamano la FILT CGIL Vicenza: stato di agitazione per 5 stipendi arretrati

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Mercoledì mattina la FILT Cgil di Vicenza, di cui pubblichiamo la nota, è stata chiamata dai lavoratori della Nazionale Servizi società cooperativa che ha sede legale a Montecchio Maggiore (viale Europa, 59). Nel "cantiere" di viale Sant'Agostino, 306 G, vi lavorano 25 dipendenti. Otto di loro hanno deciso di incrociare le braccia e di indire uno sciopero spontaneo perché da 5 mesi non ricevono regolarmente lo stipendio. A supporto hanno chiamato la Federazione dei lavoratori dei trasporti della Cgil (FILT), che è arrivata sul posto col segretario generale provinciale Daniele Conte. Di Note ufficiali

La Nazionale Trasporti fa parte di un consorzio con altre 5 società cooperative, il "Consorzio Lavoro Ambiente" (che conta in tutto circa 200 lavoratori) e tra i suoi committenti ha la "So.Ge.Tras Sgt corriere espresso ". "I lavoratori hanno chiesto di essere tutelati dalla Filt Cgil", ha riferito Daniele Conte, segretario generale del sindacato dei lavoratori dei trasporti e della movimentazione merci e della logistica. "Mi sono recato di persona presso il capannone di Sant'Agostino per verificare la situazione e un buon numero di lavoratori privi da mesi di buste paga regolari si sono iscritti al sindacato!" "Pertanto abbiamo avviato lo stato di agitazione", prosegue Conte, " al fine di ottenere entro 5 giorni il pagamento degli stipendi pregressi". "In questo settore purtroppo vi è una situazione generalizzata di alto sfruttamento, ma dove il sindacato è presente i lavoratori sono tutelati", spiega il segretario generale FILT. "In questo caso i committenti del "cantiere" non sono una multinazionale della logistica, pertanto rischiano di non essere rispettate le regole minime", prosegue Conte: "in particolare ho rilevato che viene applicato un contratto che la FILT non riconosce". "La nostra battaglia prosegue per portare legalità in questo comparto dei trasporti e della logistica e dei corrieri", conclude Daniele Conte, "anche qui alla Nazionale Servizi e nel consorzio di cui fa parte questa cooperativa "spuria", ci batteremo per il salario, i diritti e soprattutto per far applicare il Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) specifico del settore!"

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POLITICA / ECONOMIA&AZIENDE

La Spagna cresce del 3.1% e Rajoy spinge ACS a lanciare una contro OPA per evitare cha Atlantia by Benetton acquisti Abertis Mentre l'istituto di statistica Ine annuncia che il Pil spagnolo nel secondo trimestre ha confermato le stime preliminari di un +0,9% rispetto al trimestre precedente, che aveva segnato un +0,8%, una crescita, quindi, modesta ma che "fissa" un +3,1% rispetto al secondo quarto del 2016, la Spagna di certo non sta con le mani in mano nel "difendere" le aziende iberiche da tentativi italiani di acquisizione replicando, sia pure in parte, quanto sta facendo la Francia dove Macron vuole evitare che la transalpina STX cada in mano dell'italiana Fincantieri. Di Redazione Economica VicenzaPiù

Il governo Rajoy, infatti, spinge perché il gruppo infrastrutturale nazionale Acs provi a replicare alla Opa della veneta Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton e che è colosso mondiale nel settore delle autostrade a pedaggio, tra cui Autostrade per l'Italia, per lasciare in mani spagnole Abertis, considerato dagli spagnoli un asset strategico del settore. Il gruppo infrastrutturale spagnolo Acs scalda i motori per la contro-Opa su Abertis. Lo scrive il sito web El Confidencial Digital. Il gruppo di Florentino Peres, presidente del Real Madrid, sarebbe pronto ad offrire 17 euro per azione, piu' dei 16,5 euro per azioni messi sul piatto da Atlantia, per una valutazione di Abertis pari a 17 miliardi di euro (piu' 15 miliardi con l'accollo del debito). L'offerta, secondo il sito web, potrebbe essere ufficializzata nel giro di due o tre settimane. Acs, secondo El Confidential Digital, punta a coinvolgere i fondi di investimento internazionali che, tuttavia, non sarebbero interessati a investire in un settore ciclico come quello delle costruzioni ma vorrebbero entrare nel business delle autostrade a pedaggio. Secondo il sito web, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy sarebbe coinvolto nei colloqui con i fondi per aiutare Acs a raccogliere risorse per l'operazione e mantenere cosi' in mani spagnole un asset ritenuto strategico come quello delle

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autostrade a pedaggio. Le ipotesi spagnole della volonta' di Acs di non mollare la presa su Abertis non provocano per il momento scosse sul titolo Atlantia, la holding che ha promosso sul gruppo infrastrutturale iberico una offerta pubblica da 16,5 euro per azione o, in alternativa, uno scambio azionario (0,697 Atlantia per ogni Abertis). Alla Borsa di Madrid invece le quotazioni di Abertis tornano a salire (+0,5%) a 16,84 euro dopo alcune sedute sottotono. L'attenzione delle ultime settimane e' tutta per le mosse del gruppo delle costruzioni guidato da Florentino Perez: nonostante le notizie di qualche giorno che davano per quasi archiviato il progetto di una offerta alternativa a quella di Atlantia infatti, Acs - secondo El Confidencial Digital - sarebbe decisa ad andare avanti sul dossier e a mettere sul piatto 17 euro in contanti per Abertis assegnando quindi al gruppo una valutazione di 17 miliardi oltre all'accollo di 15 miliardi di debito. L'offerta, secondo la stessa fonte, potrebbe essere concretizzata entro 2-3 settimane e avrebbe il gradimento del governo spagnolo: resta invece freddo il supporto dei fondi di investimento internazionali che sono stati chiamati da Perez a impegnarsi nell'acquisizione di Abertis. Gia' nei giorni scorsi e' emerso che gli investitori istituzionali non condividevano la struttura di una operazione basata sul coinvolgimento di Hochtief, controllata tedesca di Acs.

POLITICA / AMBIENTE

Monitoraggio regionale sui Pfas a Vicenza, Liliana Zaltron per M5S sollecita le risposte dell'assessore Antonio Marco Dalla Pozza e di Acque Vicentine Nello studio pubblicato nell'ottobre del 2015 redatto dalla Regione Veneto, scrive nella nota che accompagna la sua interrogazione Liliana Zaltron, capogruppo del Movimento 5 Stelle Vicenza, avente titolo "Ritrovamento di sostanze perfluoro alchiliche in alcuni ambiti del territorio regionale. Analisi integrata preliminare delle aree di esposizione e primi indirizzi di grading del rischio" risulta - nella Fig. 29 (pag.48) Andamento dei valori massimi di PFOA, PFOS, e altri PFAS- che nel 2013 a Vicenza tutti i tipi di sostanze perfluoro alchiliche PFOA, PFOS,e altri PFAS erano presenti nelle acque potabili in rete. Di Note ufficiali

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"... Risulta peraltro allo scrivente che il documento è stato oggetto di osservazioni inviate alla Regione Veneto ......che dovrebbe dar luogo ad una revisione dello stesso", così la risposta dell'assessore alla Progettazione e Sostenibilità Urbana di Vicenza (Antonio Marco Dalla Pozza, ndr) fornita dopo nostra interrogazione di ottobre 2016. Sono passati parecchi mesi e ancora non si ha alcuna evidenza di risposta, pertanto si reitera la domanda. E Acque Vicentine che dice? Nessun commento al riguardo?

Liliana Zaltron Movimento 5 Stelle - Vicenza

Interrogazione

Premesso che : -In data 30/10/2016 ho presentato interrogazione in relazione allo studio pubblicato nell'ottobre del 2015 redatto dalla Regione Veneto avente titolo " Ritrovamento di sostanze perfluoro alchiliche in alcuni ambiti del territorio regionale. Analisi integrata preliminare delle aree di esposizione e primi indirizzi di grading del rischio"; - nel suddetto studio risultava - come riportato nella Fig. 29 (pag.48) Andamento dei valori massimi di PFOA, PFOS, e altri PFAS- che nel 2013 a Vicenza tutti i tipi di sostanze perfluoro alchiliche PFOA, PFOS,e altri PFAS fossero presenti nelle acque potabili in rete; - nella risposta a firma dell'assessore alla Progettazione e Sostenibilità Urbana si legge: " ...Risulta peraltro allo scrivente che il documento è già stato oggetto di osservazioni inviate alla Regione Veneto da parte del Dipartimento di Prevenzione dell'ULSS n. 6 "Vicenza" che dovrebbe dare

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luogo ad una revisione dello stesso. Presumendo che si possa trattare di un errore riportato nel grafico, si sta attendendo conferma da parte della Regione Veneto a cui, come suggerito da ARPAV, è stata rivolta la domanda" - a tutt'oggi non ci è pervenuta alcuna risposta e/o comunicazione di revisione dello suddetto studio.

Tutto ciò premesso la sottoscritta Liliana Zaltron, in qualità di consigliere comunale, chiede: - Se sia arrivata al Comune una risposta da parte della Regione Veneto; - In caso affermativo quale sia stata la risposta; - In caso negativo se il Comune, nell'interesse della tutela della salute dei cittadini, intende attivarsi- e in che tempi- per avere una risposta. Si richiede anche risposta scritta

Vicenza, 24/08/2017

Liliana Zaltron Movimento 5 Stelle- Vicenza

ECONOMIA&AZIENDE

Agricoltura: il Veneto "doppia" l'Italia per la spesa del piano di sviluppo rurale. Zaia: è un record per economia Agricoltura: il Veneto "doppia" l'Italia per la spesa del piano di sviluppo rurale. Presidente regione, "record ottimo per l'intera nostra economia""Un primato che ci rende orgogliosi, perché ottenuto in un settore trainante dell'economia veneta, come l'agricoltura, il cui futuro va gestito con la pianificazione, la modernità, l'innovazione, il sostegno alle imprese. Se penso alle critiche che ogni tanto sentiamo sulle capacità di programmazione della Regione non so se ridere o piangere. Ma oggi ridiamo, perché è arrivato un record virtuoso". Così il Presidente della Regione Luca Zaia commenta gli esiti del Report sul secondo trimestre del 2017 diffuso dalla Rete Rurale Nazionale, che monitora le performances di erogazione dei

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contributi pubblici dei Piani di Sviluppo Rurale di ogni Regione, e che indica il Veneto come primo in Italia nell'avanzamento di spesa del suo PSR. Di Note ufficiali

"Non siamo solo primi - dice il Governatore - ma abbiamo più che doppiato la media italiana, con il 22,46% di risorse liquidate su quelle totali a disposizione, rispetto al 10,04% del resto del Paese. Parliamo di oltre 266 milioni erogati ai beneficiari dalla Regione dal 2015 ad oggi. Una buona notizia per i nostri imprenditori agricoli, messi a dura prova dalle bizzarrie del tempo". "Si tratta di una gestione tecnicamente complessa - conclude il Presidente per cui è necessaria esperienza e professionalità, che gli esperti dell'Assessorato all'Agricoltura e degli uffici stanno ampiamente dimostrando con i fatti e con i numeri". QUI IL LINK DEL REPORT RETE RURALE NAZIONALE

FATTI / POLITICA

Per accoglienza diffusa bando da 74 mln di euro, Erik Pretto per Lega Nord: continua il business ma quei soldi non ci sono per cittadini in difficoltà come ex soci BPVi Apprendiamo dalla stampa, scrive nella nota che pubblichiamo Erik Umberto Pretto Segretario Provinciale Lega Nord - Liga Veneta di Vicenza, la notizia della pubblicazione ad opera della Prefettura di Vicenza, rappresentante territoriale del Governo italiano, di una procedura di gara per la gestione dei cosiddetti "servizi di accoglienza ed assistenza, per un numero presunto di 2.900 cittadini stranieri". Già il fatto che i vicentini, i rappresentanti politici e gli

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Amministratori locali vengano a conoscenza dalla stampa di una notizia così impattante per il nostro territorio è di per se molto grave. Ma la cosa che più ci turba è l'importo economico dell'appalto: 74.095.000,00 Euro + IVA, ovvero ben 25.550 Euro + IVA a persona. Ci apprestiamo quindi a fornire un trattamento di vero lusso, a queste persone. Di Note ufficiali

Una cifra astronomica, degna di una importante opera pubblica di cui il nostro territorio avrebbe tanto bisogno. Soldi che si sono trovati per la gestione di presunti profughi, ma in realtà persone di cui non conosciamo spesso né l'identità, né la provenienza, né la storia. Persone spesso prive di un banale profilo sanitario, mentre i nostri figli sono costretti alle vaccinazioni. Soldi che, evidentemente, non sono stati trovati per le famiglie vicentine in difficoltà, né per i giovani senza lavoro o per gli esodati, né per gli anziani o per i diversamente abili, né per i risparmiatori che hanno perso tutto con il fallimento di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Una cifra che invece è stata messa a disposizione dal Governo italiano per alimentare un business senza etica, grazie al quale schiere di cooperative stanno decuplicando i propri fatturati. Un affare appetitoso per pochi privati, che carica però sulla collettività i costi relativi alla tutela della sicurezza, alla garanzia dell'assistenza sanitaria, alla lotta al degrado. Una vergogna assoluta, della quale parleremo in maniera approfondita nel corso della riunione del Direttivo Provinciale della Lega Nord di Vicenza che si terrà lunedì 28 settembre.

FATTI / POLITICA

Bando periferie a Vicenza, Isabella Sala: pubblicati gli avvisi per i progetti per gli anziani e le persone senza dimora

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Il settore Servizi sociali del Comune di Vicenza ha pubblicato due bandi per la realizzazione di due progetti nell'ambito della proposta "Liberare energie urbane". Il Comune di Vicenza ha partecipato, infatti, al "Bando Periferie", classificandosi quarto tra 113 Comuni capoluogo d'Italia e aggiudicandosi - per la realizzazione di 18 interventi - un finanziamento complessivo di 17 milioni 794 mila euro quale contributo finanziario a valere sulle risorse del fondo per l'attuazione del programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. Di Note ufficiali

"Si tratta di due importanti bandi pubblici per la realizzazione dei progetti previsti in attuazione della convenzione stipulata tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in qualità di soggetto erogatore del contributo finanziario, e il Comune di Vicenza, nella qualità di soggetto proponente e attuatore del progetto "Liberare energie urbane" - ha spiegato l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala -. Il primo, "Vita Sicura", prevede l'incremento di servizi e prestazioni a favore della popolazione anziana per il supporto delle attività a favore delle persone a rischio di perdita dell'autosufficienza e per l'implemento di una rete territoriale in grado di valorizzare la fascia di popolazione anziana ritardando l'ingresso di queste persone nella non autosufficienza. Con il secondo, "Margini di Vita", il Comune intende affidare i servizi di prossimità: equipe socio-educativa e unità di strada e di prima accoglienza notturna e gestione dei servizi igienici in spazi pubblici per l'accesso alle persone senza dimora". La pubblicazione dei bandi conclude la prima fase progettuale del percorso di rigenerazione urbana "RETI" voluto dall'amministrazione comunale per l'implementazione delle reti sociali. Sono progetti coerenti con il percorso di progettazione partecipata "Insieme si può" che abbiamo avviato lo scorso anno e aperto a tutta la città; all'interno dei gruppi di lavoro sono nate progettualità innovative che hanno messo in evidenza l'importanza del lavoro di rete territoriale e della valorizzazione delle risorse del privato sociale e del volontariato nel dare risposta ai bisogni complessi di persone in situazioni di fragilità. La popolazione anziana è in crescita e vanno sperimentate modalità diverse per sostenere il permanere a casa dei soggetti con una buona qualità di vita. Anche un altro fronte molto difficile, quello delle

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persone che vivono in marginalità, grazie a questo progetto potrà avere risorse umane e servizi per fare in modo che, dove possibile, le persone escano da circuiti di marginalità. Quella del Bando Periferie è stata, quindi, un'occasione preziosa per reperire finanziamenti importanti con progettualità riconosciute a livello nazionale che ci consentiranno di perseguire obiettivi di qualità di vita, di autonomia delle persone e di sostegno delle comunità in cui crediamo fermamente". Oggetto del primo avviso (Intervento 6) è l'affidamento di servizi e prestazioni a favore della popolazione anziana (ultra 65enni) e, in particolare, delle persone con ridotta autonomia e a rischio di perdita di autosufficienza, non solo supportando attività a favore di tali soggetti ma anche implementando una rete territoriale in grado di valorizzare questa fascia di popolazione. Si intende affidare la gestione sia di prestazioni di servizio sociale ad integrazione del servizio sociale professionale comunale, per la predisposizione di progetti personalizzati con l'obiettivo prioritario di prevenire e ritardare la non autosufficienza; di prestazioni di servizi socioeducativi finalizzate alla promozione di forme di vicinanza alle persone anziane; del servizio "Estate Sicura". Gli operatori saranno inseriti presso le tre sedi dei Centri Servizi Sociali Territoriali del Comune di Vicenza e lavoreranno in maniera strettamente connessa con il servizio sociale comunale. L'importo a base di gara è di 241.700 euro, al netto di IVA. Il costo della manodopera è quantificato in 217.530 euro. Gli interessati dovranno presentare domanda al Comune di Vicenza settore Servizi sociali, contra' Busato 19, entro le ore 12 di lunedì 28 settembre. La documentazione relativa alla gara, che è stata indetta dalla Stazione unica appaltante (Sua) della Provincia di Vicenza per conto del Comune, è reperibile al link http://www.comune.vicenza.it/albo3/servizi.php/179045. Il secondo avviso (Intervento 17) ha ad oggetto, invece, l'affidamento di servizi di accoglienza per la grave marginalità e un importo a base di gara complessivo di 827.129,20 euro, al netto di IVA, così suddiviso: 470.350 euro (di cui 258.692,50 euro per la manodopera) per la realizzazione di servizi di prossimità: equipe socio educativa e unità di strada e 356.779,20 (di cui 196.228,56 euro per la manodopera) per una struttura di prima accoglienza notturna e la gestione di servizi igienici in spazi pubblici per l'accesso alle persone senza dimora. È possibile presentare domanda al Comune di Vicenza - settore Servizi sociali, contra' Busato 19, entro le ore 12 di martedì 3 ottobre. La documentazione relativa alla gara, che è stata indetta dalla Stazione unica appaltante (Sua) della Provincia di Vicenza per conto del Comune, è reperibile al link https://www.comune.vicenza.it/albo3/servizi.php/179167.

POLITICA

Ma gli assessori di Variati cosa fanno?

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Nomi "fantasy" e deleghe reali degli assessorati a Vicenza e nel Veneto "Vedo gente, mi muovo, conosco, faccio cose.." sintetizzava in Ecce Bombo Nanni Moretti. Una battuta che in qualche modo si addice anche alla vita dei politici locali, assessori compresi. Chiariamo, si semplifica. Amministrare una città è un mestiere difficile ed impegnativo che comporta oltre agli onori anche molti oneri. In un ipotetica classe composta da vicentini medi, però, gli scolari, interrogati sugli incarichi dei diversi componenti della giunta Variati, rischierebbero di fare scena muta. Alzi la mano ad esempio chi, al volo, sa indentificare quali siano i compiti dell'assessore alla partecipazione, carica oggi coperta da Annamaria Cordova. Lo stesso vale per l'assessorato alla crescita del vicesindaco Jacopo Bulgarini D'Elci. Cosa fa? Che genere di preparazione serve? Chi incontra la persona scelta per svolgere quel ruolo? Difficile spiegare. Di Pietro Zanella

La soluzione tautologica, "L'assessorato fa quello che l'assessore dice di fare", non chiarisce e forse poco importa. Qualche mese fa, in una breve inchiesta video che qui riproponiamo avevamo evidenziato come in pochi tra i cittadini conoscano addirittura i nomi, sindaco a parte, di chi amministra, figuriamoci le funzioni. Con quei titoli, a volte vere e proprie dichiarazioni d'intenti, anche le mansioni degli assessorati restano criptiche. Non tutte ovviamente: Dario Rotondi, assessore alla sicurezza, ha un incarico facilmente intuibile e lo stesso vale per Michela Cavalieri , Assessore alle Risorse economiche e alle politiche del lavoro. Sempre semplificando, uno controlla la città l'altra tiene conti. Più ostico capire, senza leggere ed informarsi in modo specifico, quali siano i compiti di Filippo Zanetti, assessore alla semplificazione e all'innovazione. Cosa è nuovo? Cosa si semplifica? Il problema, un cruccio estivo di poco conto, sembra essere solo dei vicentini il cui primo cittadino cura così tanto la comunicazione, la formza, da rendere il resto, la sostanza, paradosamente, meno comprensibile. Nel resto dei capoluoghi di provincia veneti, infatti, consultare il sito internet delle amministrazioni chiarisce in modo quanto meno più immediato la

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funzione svolte da ogni assessore, il cui nome non è sondo alla denominazione e i cui compiti non sono posposti alle identificazioni mediatiche e roboanti, quasi che la forma prevalga sul "quid". Prendiamo, un esempio come un altro, Padova, sotto la voce "giunta" appare, come per il sito di Vicenza ma senza i nomi/attributi mediatici e di "fantasia", l'elenco dei componenti dell'amministrazione. Il sindaco in testa il suo vice al secondo posto e via via tutti gli altri. Nome cognome e deleghe, specifiche quanto basta per essere comprese a tutti. Si scopre così che l'assessore Andrea Colasio si occupa di cultura e musei, edilizia monumentale, turismo. Analogamente a Verona Ilaria Segala interviene in materia di Pianificazione urbanistica, Programmazione ed interventi per abbattimento barriere architettoniche, Edilizia privata, Edilizia economica e popolare, Ambiente. Chiaro semplice, forse, solo un po' noioso. Ecco, appunto, risolto il problema. A Vicenza siamo così, un po' creativi, inutile farne un caso: è una questione di stile.

FATTI

Addio a Maurizio Magrin, la ginnastica di Vicenza perde chi le ha dato vita. A Santina e Marta il compito di continuare Inatteso, anche se dopo una lunga malattia, il silenzio è arrivato. Maurizio Magrin si è spento nella notte a 70 anni a causa di un improvviso aggravamento delle sue condizioni di salute. Presidente dell'associazione sportiva dilettantistica Vicenza Ginnastica, dedicata alla ritmica, lascia la moglie Santina, la figlia Marta e il figlio Mauro, oltre ai nipoti e a vari familiari, a cui vanno le più sentite condoglianze mie e di tutta la redazione. Con la sua passione Magrin è stato uno dei primi promotori della ginnastica ritmica in città, riuscendo a coinvolgere nell'attività sportiva migliaia di giovani. Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)

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La stessa passione condivisa con la moglie,

compagna di vita e di "organizzazione", e trasmessa alla figlia, allenatrice delle giovani ginnaste a cui va il lascito più grande di Maurizio: continuare a dare vita a questo sport magnifico di cui a breve trasmetteremo su VicenzaPiu.tv tutti i suoi saggi annuali alcuni già propsoti in diretta negli ultimi anni su richiesta del presidente per dare modo ai tanti che non potevano entrare nel palasport sempre più che completo di ammirare le gesta delle sue atlete. Sarà il nostro omaggio a Maurizio la cui foto è qui accanto mentre la copertina l'abbiamo dedicata alla sua creatura, come penso avrebbe voluto noi. Che non abbiamo avuto il tempo, però, di chiederglielo.

POLITICA

Stefano Poggi (Veneti per l’astensione): “referendum truffa, Lega si lamenta perché non si userà tessera lelettorale? Zaia & c. hanno detto ok” «Niente tessera elettorale al referendum truffa: apprendiamo dai giornali che due settimane fa la Giunta Zaia ha approvato lo schema d’intesa con le prefetture venete, che prevede tra l’altro di “rinviare la definizione delle modalità alternative all'utilizzo della tessera” ad un apposito “organismo di raccordo”. Niente tessera, dunque, dice Luca Zaia. Mi chiedo se è lo stesso Zaia che a luglio in tv diceva minacciosamente che senza bollo sulla tessera elettorale, il giorno dopo il referendum non potevi più parlare in Veneto. Ora quindi cosa succede, dal giorno dopo tutti muti? Compreso Zaia però!». Così il presidente del Comitato “Veneti per l’astensione”, Stefano Poggi, in un comunicato stampa diffuso nella mattinata di oggi e che pubblichiamo.

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Di Note ufficiali

« Per noi questa è l’ulteriore e non necessaria conferma che quello convocato da Zaia sarà soltanto un costosissimo ed inutile sondaggio. Del resto l’ha già detto lo stesso Zaia, il referendum non vale niente per l’autonomia ma per far nascere la “questione veneta” che esiste da sempre e che la Lega, professionista delle chiacchiere, non ha mai risolto - neanche quando era al governo a Roma. Leggiamo commenti polemici da parte del presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, e di altri autorevoli esponenti del Carroccio e restiamo basiti. Ma come? L’intesa che prevede il voto senza tessera elettorale è stata votata da Zaia e dai suoi assessori (DGR n. 1234 del 08 agosto 2017), se non gli andava bene perché l’hanno approvata? Evidentemente a Zaia va bene votare senza tessera elettorale, cioè fare un sondaggio». Qui il link alle dichiarazioni rilasciate il mese scorso dal presidente Zaia a cui si fa riferimento Stefano Poggi Presidente del Comitato “Veneti per l'astensione”

FATTI / ASSOCIAZIONI

ll CSV Informa: la newsletter del 25 agosto Manifestazione annuale "Azioni Solidali Vicentine 2017": la vetrinaSabato 30 settembre torna puntuale l'appuntamento annaule del Volontariato Vicentino per proseguire poi con gli eventi che saranno organizzati per l'occasione anche nel mese di ottobre. Nelle prossime settimane inizieremo ad anticiparvi il ricco programma della manifestazione. Quest'anno, infatti, per i vent'anni di attività del CSV di Vicenza molte saranno le iniziative che coinvolgeranno tutte le realtà del terzo settore e che permetteranno di riprendere i temi della recente riforma del non profit. Di Redazione VicenzaPiù

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