
Storie
MORIN - HOPMAN - DERAIN
Disegni
Storie
MORIN - HOPMAN - DERAIN
Disegni
Esiste un solo paese al mondo dove alle bambine è proibito frequentare le scuole medie: l’Afghanistan.
Un paese che abbiamo raccontato solo nei momenti di emergenza estrema, di violenza. Un paese lontano, in cui, ci hanno detto, «dietro al burqa c’è tanta sofferenza, le donne vanno liberate». E allora le abbiamo liberate . Così pensavamo. Tolti i talebani, tolto il burqa, andrà tutto bene, ci dicevano.
Anni dopo, le donne stavano un po’ meglio ma le loro vite erano ancora controllate, la loro abilità di decidere per sé continuava a essere limitata. I matrimoni forzati erano ancora una realtà. E poi gli americani se arrivare ad aggrapparsi agli aerei militari che lasciavano il paese – pur di avere una possibilità, pur di avere un futuro.
Oggi di quelle bambine di cui tanto ci importava, di quelle donne che volevamo liberare, non parliamo più. Eppure i loro diritti sono stati calpestati ancora e ancora, come prima, peggio di prima. Non abbiamo detto nulla. Non le abbiamo più guardate – o, se l’abbiamo fatto, non le abbiamo davvero viste.
Non le abbiamo salvate . Perché il nostro compito, più che salvare queste bambine e ragazze, è sempre stato quello di ascoltarle. Di costruire un mondo che ha spazio per i loro diritti, le loro voci.
La storia che apre questo libro pieno di storie di coraggio è la storia di una bambina, e poi donna, che si è salvata da sola.
Lo sguardo puro e innocente di Malala che osserva il suo Pakistan cambiare, si trasforma a poco a poco in queste pagine in una voce che intuisce i propri diritti in maniera inequivocabile. «Un fazzoletto in testa mi darebbe fastidio per giocare a cricket…» o «Perché le donne camminano sempre dietro al marito?» o ancora «Se mi impegno molto, potrò diventare medico?». Malala scrive la propria storia, segna il proprio cammino, forte di un padre che è un alleato (al contrario di molti stereotipi che vorrebbero tutti gli uomini musulmani retrogradi e misogini) e di unaci anni. Paga un prezzo, e lo fa perché ha una visione. visione. Un senso di responsabilità verso sé stessa e le generazioni future. È metodica nell’imporre alla propria famiglia e a sé stessa un senso del dovere, della coerenza: dovete ridurre le docce. Evitate di prendete i voli aerei tutti i mesi. Smettete di mangiare carne. Anche per Greta, segnare
Ha solo quindici anni quando inizia la sua protesta, sola, fuori dal Parla-
mento svedese. «Noi bambini non siamo sempre obbedienti. Abbiamo la tendenza a imitare gli adulti. E siccome a voi adulti non frega un bel niente del mio futuro ho deciso di imitarvi. Adesso anche a me non frega un bel niente del mio futuro! Ho deciso di non andare più a scuola. Mi
lo sciopero scolastico per il clima.» Con queste parole, la piccola Greta comincia una rivoluzione.
E anche Emma e i ragazzi di Parkland credono nel potere del cambiamento, e nel generare quel cambiamento con il proprio esempio. Credo-
scontrarsi con la politica che spesso prende direzioni opposte, incurante del bene comune. Credono, sanno, che a nessuno sta a cuore il futuro della propria generazione tanto quanto a loro. Che il loro dolore sarà il motore trainante della loro rivoluzione.
C’è chi, come nella storia di Yusra Mardini in Siria, lotta per la sopravvivenza e per proteggere i propri cari e gli esseri umani intorno a sé, per un
C’è chi lotta per il futuro di chi verrà dopo, come Melati e Isabel in Indonesia, capaci a soli dieci e dodici anni di mobilitare migliaia di persone pur di pulire le proprie spiagge, un sacchetto alla volta.
Ciò che tutti questi giovani hanno in comune, è di fare quello che in inglese si chiama «walk the talk»: passare dalle parole ai fatti. I bambini che insegnano agli adulti la forza della coerenza, il potere della comunità, il bisogno di mettere prima le persone, le vite, i valori – prima dei calcoli politici, economici, individualistici.
Il tratto di queste vignette è vivido, le storie sembrano uscire dalle pagine, ci raccontano la vita vera e ci ispirano a fare anche noi la nostra parte.
E come sempre, raccontare gli altri – gli ultimi tra gli ultimi, i marginalizzati, coloro che sono spesso visti come deboli – non ha mai lo stesso potere dell’autoracconto. Degli altri che si raccontano con i propri gesti, le proprie vite, il proprio coraggio.
Questo libro è un inno alle nuove generazioni, alla forza del loro attivismo, alle lezioni che ci insegnano, all’autenticità delle loro voci.
Non resta che leggere, e imparare.
Randa
Ghazy *
*Randa Ghazy (1986) è una scrittrice italiana di origini egiziane. Non ancora maggiorenne ha esordito con Sognando Palestina (Fabbri, 2002), cui sono seguiti Prova a sanguinare. Quattro ragazzi, un treno, la vita (Fabbri, 2005) e Oggi forse non ammazzo nessuno. Storie minime di una giovane musulmana stranamente non terrorista (Rizzoli, 2016). Il suo ultimo lavoro è La mia parola è libera (Rizzoli, 2023). Attualmente vive a Londra e lavora come giornalista e media manager per una ONG.
mingora, valle di swat, pakistan, 2007.
Dai, andiamo!
Ma cos’ha fatto di male?
Non ha abbassato lo sguardo mentre incrociava un uomo.
E perché avrebbe dovuto abbassare lo sguardo?
Anche gli uomini devono abbassare lo sguardo quando incrociano una donna?
È così e basta. È il purdah.* Bisogna rispettarlo.
*Insieme di regole che sanciscono la segregazione dei sessi e la reclusione delle donne.
Zu... zuc... zucc...
Vuoi che lo legga io?
No, gli uomini non devono farlo.
Quando sarò adulta dovrò indossare il niqab?
Sì, le donne devono coprirsi il viso. È così.
Zucchine bianche 3,50 al chilo. Zucche 2,50 e ravanelli 2,10...
Un fazzoletto in testa mi darebbe fastidio per giocare a cricket!
Fate sfigurare vostro padre,
E Khushal e Atal ne approfitterebbero per battermi...
Da quando è piccola, questa bimbetta dallo sguardo vispo fatica a capire perché mai le donne pakistane non abbiano gli stessi diritti degli uomini.
come vuoi, Pisho...*
È vero che quando sarò grande dovrò mettere il niqab?
*“Gattino” in lingua pashtu, l’idioma di quella regione
Non si è mai sentita inferiore ai ragazzi...
E anzi, se i suoi fratelli rappresentassero tutto il genere maschile, avrebbe perfino la tendenza a considerarsi un tantino superiore...
Ma la società pakistana è fatta così.
Perché le donne camminano sempre dietro al marito?
il padre di Malala è un uomo moderno. Quasi un’anomalia nella società rurale pakistana, ancora dominata da pregiudizi e superstizioni.
Alcuni uomini pensano di essere più importanti delle donne...
Nel 1994, tre anni prima della nascita di sua figlia, con appena 150$ in tasca, ha fondato una scuola nella città di Mingora, nel cuore della valle di Swat.
Ziauddin Yousafzai è un idealista. in un paese in cui il 58% della popolazione è analfabeta, la sua lotta per l’alfabetizzazione è una vera e propria crociata.
Devi portare anche tua figlia!
Perché mai?
Ha 10 anni. Tra 2 anni sarà sposata e a carico di suo marito.
Non serve mica saper leggere per gestire una casa!
Si batte anche per il diritto all’istruzione delle bambine, a partire dalla sua. Vuole offrirle ciò che nessun’altra donna della sua famiglia ha mai avuto: un’istruzione.
Malala saprà leggere come un’adulta a 5 anni.
Malala si rivela presto all’altezza delle speranze di suo padre e diventa l’imbattibile prima della classe.
Capirai, non è mica il premio Nobel...
È una bambina precoce che capisce in fretta di non essere fatta per la vita tradizionale di una donna pakistana.
Bisogna che sia il governo a occuparsi dei talebani!
il governo non farà niente se non ci mobilitiamo!
Malala s’interessa alle conversazioni degli uomini.
Bisogna organizzare delle riunioni nella zona: informare la gente!
i talebani sono lontani, non verranno da noi...
La bambina capisce che deve guadagnarsi la sua indipendenza, se vuole sfuggire alla vita delle donne analfabete, e soltanto la scuola può offrirle questa via di uscita.
Se mi impegno molto potrò diventare medico?
Oh, per me è tardi... Sono troppo vecchia, ormai. Sì.
Vi sbagliate, la minaccia è concreta...
E tu, mamma, non ti piacerebbe imparare a leggere e scrivere?
Esistono paesi in cui le donne sono trattate peggio che da noi?
A qualche centinaio di chilometri da qui, i talebani controllano l’Afghanistan. E laggiù è davvero dura, per le donne...
Non hanno nessun diritto. Proibiscono loro ogni cosa, perfino di ridere in pubblico.
Tutte le scuole femminili sono state distrutte...
Quel che Malala ignora, però, è che in Pakistan esiste già un gruppo religioso vicino ai talebani, il TNSM.* Ed esiste anche nella valle di Swat...
Un’altra vittoria per Malala!
Grazie a Dio, qui non è così...
*Movimento sunnita per il rafforzamento della legge islamica.
Nel 2005, questo gruppo estremista amplia bruscamente la propria influenza quando un terremoto scuote il nordest del Pakistan, provocando la morte di 80.000 persone.
Questo terremoto è una punizione divina!
Approfittando della superstizione della gente, il TNSM impone il suo discorso.
Una punizione ancor più severa ci aspetta... ... se non cambiamo!
Un avvertimento di Dio affinché la sharia* sia applicata nella nostra regione!
mullah Fazlullah,
Benché il Pakistan sia già una repubblica islamica, il TNSM propugna norme religiose ancor più severe...
Ascoltare musica, ballare o guardare la televisione* sono attività oscene!
Bisogna proibirle...
*Perché le donne possono vedervi degli uomini, e viceversa…
illegalmente, gli uomini del TNSM invadono progressivamente le strade del nordovest per assicurarsi che le popolazioni rispettino le nuove regole del mullah Fazlullah.
Sento la televisione!
i negozi di dischi e dvd sono chiusi con la forza, le loro mercanzie bruciate sulla pubblica piazza.
Nello Swat s’insedia il terrore. Ogni giorno Radio Mullah annuncia i nomi degli “infedeli” che non hanno rispettato le regole e devono essere puniti...
All’alba si trovano sempre cadaveri abbandonati per le strade, vittime di esecuzioni sommarie...
Settimana dopo settimana, la dittatura religiosa s’inasprisce.
i luoghi pubblici sono vietati alle donne non accompagnate, le scuole femminili debbono chiudere poiché sono haram.* L’unica educazione necessaria, per una donna, è la lettura del Corano.
il governo pakistano sembra impotente di fronte alla situazione. i terroristi sono inafferrabili e non esitano ad assassinare i membri delle forze dell’ordine...
E ora, i nomi degli infedeli che hanno peccato... Ziauddin Yousafzai, che ha rifiutato di chiudere la sua scuola femminile.
Nonostante le minacce, Ziauddin si rifiuta di chiudere la sua scuola alle ragazze. Ma non tutti hanno il suo coraggio. La maggior parte dei genitori ritira le proprie figlie dagli studi.
Se continua a sfidare la legge di Dio, grandi sventure si abbatteranno su di lui...
Gli oppositori del tNSM corrono gravi rischi. Ogni settimana si organizzano esecuzioni pubbliche... il mullah Fazlullah vi assiste spesso di persona, sul suo cavallo.
Allahu Akbar!*
Messinscena teatrale
Nel 2007 il governo pakistano decide finalmente di inviare l’esercito per riprendere il controllo della regione di Swat. i bombardamenti sono quotidiani e distruggono le campagne, ma il TNSM resiste e la guerra s’impantana...
Malala si aggrappa alla scuola come a un salvagente, ma andarci giorno dopo giorno diventa sempre più rischioso...
Congratulazioni
a Naila Ravani, che non va più a scuola. i suoi genitori sono buoni musulmani, e lei andrà in paradiso.
in compenso, Saima Kalpar continua ad andare a scuola. Lei andrà quindi all’inferno...
Ci hanno detto che la sua scuola accoglie ancora le ragazze.
No, non sarebbe prudente. Sono troppo giovani...
Per me va bene.
i giornalisti cominciano ad arrivare da tutto il paese, e perfino dall’estero, per dar conto di quella situazione.
Dall’inizio del 2008, i talebani hanno già distrutto 200 scuole femminili in tutta la regione.
La popolazione ha paura, nessuno vuole parlare con noi.
Pensa che una di loro accetterebbe di parlare con noi?
Sei sicura? Sì.
Hai undici anni e sfidi il divieto dei talebani pur di andare a scuola.
Tu e le tue amiche non avete paura?
Non abbiamo paura di niente! Vietare la scuola alle bambine è una cosa da età della pietra.
La scuola è il mio sogno. Voglio imparare, per poter fare qualcosa della mia vita.
Malala si è lasciata trascinare. Ha parlato senza peli sulla lingua.
Sei stata molto coraggiosa, pisho.
Ma ti sei presa un grosso rischio...
Bisogna lottare contro questa regressione.
La voce di Malala si leva oltre le minacce e le intimidazioni, raggiungendo milioni di persone in tutto il Pakistan.
Argh! Non sapevo di avere le sopracciglia tanto spesse...
Noi lo sapevamo.
E che brutta pelle! Sono orrenda!
Sono anni che te lo diciamo.
Bah... non oseranno mai fare del male a una bambina.
Anche la BBC* e il New York Times s’interessano al messaggio di Malala e le offrono una tribuna internazionale per esprimere le proprie opinioni.
ieri sono state distrutte altre cinque scuole. i bambini non hanno più il diritto di indossare vestiti colorati per strada.
Stamattina, sulla via verso la scuola, un uomo mi ha detto: «Ti ucciderò»...
in Pakistan ci sono persone sconvolte dal fatto che tu parli a viso scoperto, senza velo.
Malala diventa la portabandiera di questa resistenza, e i suoi interventi in televisione si moltiplicano.
Non sono come i talebani, che si nascondono dietro un passamontagna.
Non ho niente da nascondere e non ho fatto niente di male.
in effetti il governo è stato incapace di fermare l’espansione del TNSM. Anzi...
Prenderemo il controllo di tutto il paese, poiché la democrazia è non islamica...
Cosa fa il nostro governo? Che paese è un posto in cui dei mostri possono gettare l’acido in faccia a una bambina che vuole solo andare a scuola?
Ma Malala non smette di combattere. invitata a incontrare l’emissario delle Nazioni Unite* in visita in Pakistan, si fa portavoce delle ragazze del suo popolo.
Rispettabile ambasciatore, aiutate le bambine a ricevere un’istruzione!
Ahimè, il tuo paese ha problemi più urgenti...
La guerra... la crisi economica... la rete elettrica... L’approvvigionamento di gas...
e elettrtric i a... vigiononamamenento to
12 anni!
Malala capisce che, se vuole cambiare il mondo, bisogna fare politica.
Ho cambiato il mio sogno. Non voglio più essere medico. Ci sono troppi problemi.
Ma la fama crescente della giovane le attira addosso anche l’attenzione dei talebani.
Che succede, papà?
Nell’estate del 2012 crea il Fondo Malala, per aiutare le ragazze dello Swat a ricevere un’istruzione.
il denaro che riceveremo sarà dedicato all’istruzione femminile, questo è il mio impegno.
15 anni!
Se la morte arriva, arriva. Mi hai sempre detto che, se crediamo in qualcosa di più grande delle nostre vite, la morte non è più così spaventosa.
ci siamo.
il mullah Fazlullah ha esortato i suoi seguaci a ucciderti...
È troppo tardi per fermarci, ora. Andrò fino in fondo...
Hai più coraggio di quel povero pashtun di tuo padre, pisho...
Benché la sua determinazione sia ferrea, Malala vive ormai tutti i giorni nell’angoscia.
tanto
Nel buio di questo periodo, riesce però a trovare qualche magnifica luce...
Mamma?
Stai scrivendo?
Volevo farti una sorpresa!
Faccio lezione con la tua maestra... ora so leggere e scrivere! E sto anche imparando l’inglese.
Ma chi preparerà da mangiare?
Malala ha una vita molto piena, per una ragazza di quindici anni. il 9 ottobre 2012 è una giornata importante per Malala. Ha un esame di storia che vuole assolutamente superare.
Sbrigati a mangiare, pisho, o perderai il pullman della scuola!
ieri sera ho studiato fino a tardi.
Quando sarai primo ministro sarà così tutti i giorni!
Come fai ad avere una pelle così liscia?
È il furgone della scuola di Kushal?
Be’, sì... c’è scritto sopra!
È la mia
Chi è Malala?
A partire da quale età si ha il diritto di cambiare il mondo?
Sei giovani donne, sei percorsi notevoli.
Questo graphic novel, frutto di un’inchiesta giornalistica, rivela la storia personale poco nota di ragazze fuori dal comune, impegnate nelle lotte più nobili della nostra epoca
Melati e Isabel Wijsen, studentesse in guerra contro l’inquinamento in Indonesia.
Greta Thunberg, la cui lotta per il pianeta trae forza dai traumi vissuti nella prima infanzia.
Yusra Mardini, campionessa di nuoto
Malala Yousafzai, che ha tenuto testa all’oppressione dei talebani a rischio della vita.
per mettere in salvo dei rifugiati.
Emma González, sopravvissuta a una sparatoria in un liceo e volto della lotta per il controllo delle armi negli Stati Uniti.
E se queste ragazze stessero scrivendo il nostro futuro?
Queste giovani – che non si sono lasciate zittire né dalla giovane età, né dal genere, né dalle minacce – sono diventate portabandiera di una generazione pronta a dare battaglia al fatalismo degli adulti.
Un volume entusiasmante, disegnato da un dream team internazionale: Vittoria Macioci (Italia), Gijé (Francia), Jocelyn Joret (Francia), Brett Parson (USA) e Rebecca Traunig (Svizzera).