Lameziaenonsolo - Francesco Polopoli chiacchiera con Roberto Basso

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l’Amore è davvero comCosìpreso.nasce ora:

Spero che possa essere di aiuto ai nostri fgli e a quelli degli altri. Bianca, Rocco, i loro amici e fami glie, le persone che collaborano con la casa editrice, le amicizie fatte qui su Facebook, linkedin, instagram, tutti insieme, appassionatamente e dell’agenda,protagonisti danno il loro augurio per un sereno anno in Amore.

Cosa possiamo fare per loro? O meglio, cosa pos siamo insegnare loro?

Verità

Dietro lo schermo del cellulare si possono raggiungere migliaia di persone con un clic, ciascuna con il proprio bagaglio di esperienze. Persone con le quali scambiare informazioni, potenzialità di vita.

di Flaviana Pier Elena Fusi

In esso vi troverete con sigli per navigare meglio l’esistenza, per essere più inclini agli altri, ma anche perché gli altri siano di aiuto a voi.

Lamezia non solo

Agenda scolastica per anno 2022/ 2023 che parte da settembre 2022 fno a dicembre 2023, del Bollettino meteo ai naviganti in rete . Di Biblios edizioni, di Edoardo Flaccomio Editore .

e

Ragazzi nella rete, sempre connessi e sempre at tivi, attuatori immediati dell’entanglement che disegnano il futuro a colpi di scosse neuronali, dove l’obbiettivo è già stato individuato.

Questa agenda ha origini con i Bolletni meteo ai navi gant in rete, nei social, a partre da facebook. Bolletni ideat da Flaviana Pierelena Fusi con un unico obiet tvo: detare emozioni, risvegliare la gioia di vivere a fondo, nei limit del possibile, la realtà dei social e, di conseguenza, la vita di tut i giorni.

Questa agenda nasce in seno ad una collaborazione pluriennale fra il sotoscrito Edoardo Flaccomio, Edi tore, Flaviana Pierelena Fusi Editor, Mari Onorato Sup porter e divulgatrice, e Franco Bagaglia Digital Mana ger, informatco. Un gruppo coeso facente parte della Casa editrice Biblios, uo mini e donne conosciutsi atraverso Facebook pro prio atraverso i bolletni meteo che altro non sono che bolletni meteo delle Tutemozioni.inostri libri, compre sa questa agenda, hanno come sfondo il desiderio di vivere nella massima felicità. Oltre ad essere un’agenda, questo docu mento è un diariosaggio intriso di simbolismi cre atvi, come ad esempio le foto in bianco e nero che sta a voi colorare di vita, di vissuto personale.

Il pensiero va ai ragazzi, alle loro indaffarate giornate, che ricorrono ai tempi supplementari per non farsi sfuggire nulla. Incredibili fgli, generazione zeta e millenial, anime pronte per la Rinascita del mondo, consapevoli del cambiamento in atto e preparati a promuovere un nuovo progetto di virtù.

di Edoardo Flaccomio

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a riveder ... le stelle

VI SPIEGO LA VERA RAGIONE…

La risposta è chiara: la semplicità in una esistenza in amore.

Comincia la scuola!

Il mio Bollettino meteo è nato con questo scopo: comunicare in modo spontaneo e semplice le emo zioni Desidero,quotidiane.così,supportare tutti, ma soprattutto i giovani, a metabolizzare le défail lance di un attimo, quando capita di avere bisogno del consiglio di un amico. Quando un sorriso è il regalo più bello che si possa ricevere. Quando una parola può avere un potere salvif Quandoco.

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a quella trave. Allo stesso modo io, che per mestiere dise gno, seppure non sia attualmente la mia sintetizzereipensandounocchiategermenetrovoprincipale,occupazionemirisenzaaccoralanciarefurtiveadvicinointreno,acomelasua

Sei anche un appassionato di manga oltre ai fumetti?

I manga mi piacciono, sì, anche se per formazione e gusto personale preferisco i fumetti. Credo ad ogni modo non sia conveniente contrap porre manga a fumetti con intento divisivo, come a volte si fa. Quello che entrambi fanno è soddisfare il bisogno che da sempre l’uomo ha di raccontare e di ascoltare o leg gere delle storie, e ciò che conta è se una storia è raccontata bene o male. Aggiungo il fatto che magari i nostri fumetti, avessero la diffusio ne globale dei manga giapponesi!

di Francesco Polopoli

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fsionomia, a come renderei quella par ticolare espressione su carta o su tela. Una pelle rugosa, l’asfalto bagnato, un ftto fogliame, il rifesso negli oc chi di un gatto: sono alcuni tra gli infniti oggetti possibili che quando meno me l’aspetto chiedono la mia attenzione per essere riprodotti, come in una sorta di sfda incessan

«A volte vedo la realtà come fosse un fumetto». Partirei da questa tua rifessione, per comprendere la tua concezione di vita.

te che il mondo mi propone. Il fu metto più propriamente del disegno è “racconto”, così può anche acca dere che sia non solo un oggetto o un materiale, ma un episodio quoti diano a stimolarmi e a farmi pensa re che potrebbe essere trasposto in una sequenza di vignette.

Roberto Basso

confdenze

Grazie, Roberto! Nel darti il caloro so benvenuto, a nome dell’editrice e di tutta la redazione di Lamezia enonsolo, non posso non mettere in evidenza, sin dall’apertura, la mia personale predilezione per il tuo estro artistico. Come non ricordare quelle tue due vignette con cui mi ripresentasti qualche anno fa!? Ma su questo ci arriveremo, passo pas so, tra le domande (non poche!) che sentirai sollecitate dalla mia curio sità e, per mio tramite, da quella dei nostri lettori.

Credo sia quella che chiamano de formazione professionale. Andando a cena fuori con un amico falegna me sarà probabile osservarlo men tre scruta il mobilio del locale, ta sta tutto ciò che è di legno, e pensa tra sé e sé che darebbe una siste mata a quel cassetto, o una piallata

La maggior parte degli elementi da inserire mi viene fornita dal clien te, che in genere conosce bene la “vittima”, ma è inevitabile che io ci metta qualcosa di mio. Come si può intuire dagli esempi proposti, vale la regola non scritta che più assurdo è, meglio è. Detto ciò, giu sto per inciso, per chi fosse curioso di vedere i miei lavori, può seguir mi in Instagram: robybasso.art.

Che cosa ti fa sorridere? Premesso che per carattere non sorrido molto, ed è un mio cruccio perché vorrei che gli altri vedesse ro più spesso il mio sorriso. Beh, le cose che mi fanno sorridere o che comunque mi divertono in realtà sono molte, principalmente l’iro nia, l’umorismo e anche il sarca smo di alcune persone. Chi possie de questi doni ha una marcia in più, e di certo ha una base di partenza

Il tuo momento (o i tuoi momen ti) della giornata in cui ti senti più ispirato per disegnare. Da studente, oppure quando la voravo su turni, non avrei esita to a risponderti: la notte, quando è improbabile essere disturbati e d’estate fa fresco. Molte delle mie opere giovanili sono, in effetti, nate nottetempo. Da quando ho un lavoro diurno, disegno quando posso, vale a dire la sera o nei fne settimana. Ciò che non è cambia to è che disegnando non percepi sco lo scorrere del tempo... Inizio ed è giorno, poi a un certo punto sollevo lo sguardo dal foglio e mi accorgo che è l’imbrunire, oppure viceversa, e le ore sono trascorse in un istante. Può comprendermi, ritengo, chiunque abbia una Pas sione.

(A

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proposito: giusto dire “fumetti”, non “graphic novel”).

Forse non lo immagini Francesco, ma mi capitò di leggere che già esiste un certo Traku, supereroe di Roghudi nell’area grecanica della provincia di Reggio Calabria. Mi sembra un buon soggetto per tutta la Regione. Nell’attesa, natural mente, di cucire il costume per Su per Polopoli...

Svelo un piccolo segreto per incuriosire i nostri followers: so che dalla tua fattura artistica e creativa nasce sempre qualcosa di unico. Ce ne parli? Qual è, ad esempio, l’ultimo disegno che hai realizzato?

Ti descrivo alcuni scenari: un ra gazzo che tiene in mano tante si garette come fossero gli artigli di Wolverine mentre cavalca un ca prone ubriaco imbizzarrito con la Tour Eiffel sullo sfondo, il tutto sot to lo sguardo di un dodo (uccello estinto); e poi, una ragazza seduta su un divano volante mentre intor no futtuano gli oggetti più dispa rati quali una bandiera del Cana

da e attrezzi da palestra avvolti in una ragnatela; e ancora: un medico che indossa un kimono e bran disce una spada laser... Ti bastano? Sono solo alcune delle ultime caricature che ho eseguito per i cosiddetti “papiri di laurea”. In Ve neto e più in generale nel Nord est vi è un’antica e radicata tradizione al ri guardo. Si tratta di disegni a carattere satirico, raff guranti il/la laureando/a, i quali vengono di norma corredati da testi altrettan to dileggianti, a comporre appunto il “papiro”, che viene esposto pubblicamente. Na turalmente io mi occupo della par te disegnata, per chi me lo chiede.

Se dovessi scegliere dei supereroi per la nostra Calabria, chi ingag geresti?

Il web è un mezzo oggi irrinuncia bile per la promozione di qualsiasi forma artistica, e quindi anche del fumetto, ma se ti riferisci alla pos sibilità che alcuni fumetti possano esistere unicamente in versione on-line, dunque leggibili solo at traverso tablet e smartphone, per sonalmente sono perplesso. La mia perplessità prescinde dal fatto che io, sia pure per ragioni anagraf che, provi maggiore appagamen to nel tenere un albo tra le mani e sfogliarne le pagine, specialmente

per conquistare la mia stima. Sor rido ad esempio (ma forse è solo un sorriso “interiore”? Non lo so, non mi vedo) leggendo libri di aforismi, oppure i fumetti di Maicol & Mir co. Trovo che quando il sorriso si associa a qualcosa di intelligente, è più intenso e piacevole, e si rin nova facilmente nel tempo al ricor do dell’idea, dell’invenzione che lo ha generato. Ci sarebbe da dire che vi sono vari tipi di sorriso. In questo periodo, ad esempio mi sof fermo ad accarezzare un cane che abita vicino a me, e con lui sorrido un sacco. Amo gli animali e la gio ia che sanno dare.

Utilizzi i social per diffondere le tue produzioni artistiche?

Come vedi il binomio fumetto + web?

con colpevole ritardo: ad esempio, mi sono convinto a farmi il “blog” quando già molti tra gli artisti sta vano disertando i propri siti perso nali attratti dai social. Ero stanco di trasecolare quando la gente mi chiedeva “dimmi il tuo blog” come si può chiedere il numero di scar pe, qualcosa che non si può non avere. Poi c’è stata l’era di Face book, via via messo all’angolo da Instagram, tik-tok e quant’altro: ecco, io in questo susseguirsi di regni sempre più brevi, sto spesso un passo indietro. Non ne faccio un vanto, né mi ritengo snob, al con trario riconosco in questo un limite che mi preclude delle possibilità.

Tecnologie digitali nel disegno vs. tecniche tradizionali: che ne pensi? Come trovi un connubio tra le due?

Sì, utilizzo i social, e ritengo sia inevitabile farlo oggigiorno se si desidera che i propri lavori abbia no un minimo di visibilità. Tutta via, ho sempre la sensazione di non usarli al meglio delle loro poten zialità, o che potrei pubblicare di più, ma d’altra parte per capire e usare “bene” i social ci vuole tem po e dedizione che io, vuoi per in dole vuoi per pigrizia, riservo più volentieri alla produzione. In ge nerale, nella tecnologia fnalizzata all’autopromozione arrivo sempre

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più avvezzi alle “diavolerie”, è fne a se stesso e credo abbia or mai annoiato anche gli addetti ai lavori. Non dimentichiamo che in fondo anche la “romantica” carta rappresenta un’evoluzione tecno logica rispetto alle tavolette di ar gilla, per non parlare delle pareti delle caverne paleolitiche. Per ciò che mi riguarda, sul mio tavolo ci sono una tavoletta grafca ed un pc con photoshop, così come ci sono carta, matite ed acquerelli. Spesso raggiungo il risultato che voglio usando varie combinazioni di que sti ed altri strumenti, e so che molti colleghi fanno altrettanto.

Credo che nell’arte conti il risulta to, ossia ciò che in ultima analisi il prodotto comunica. Che l’esito sia raggiunto con china e pennello, o con tavolette grafche e applica zioni, è secondario e soprattutto non interessa al lettore e in gene rale al fruitore medio dell’opera. Il dibattito, che talvolta contrap pone artisti, che si sentono legati al “profumo della carta” ad altri

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getto voluto dal direttore Sandro Meyer per la sua rivista.

Ci sono altri fumetti letterari ol tre alle puntate della Comedìa dantesca?

Nel mio percorso artistico ho avu to l’opportunità di contribuire a diverse serie letterarie a fumetti.

Roberto, non ti nascondo che ho apprezzato i tuoi fumetti lettera ri: la Divina Commedia, per DiPiù di Sandro Meyer, s’innesta in quel flone fortunatissimo che ha visto l’opera dantesca in mano ai più disparati disegnatori. Qual è il tuo rapporto col Sommo Fio rentino e in che modo hai scelto di iconizzarlo? Hai seguito su com missione una linea editoriale o sei andato giù tra i gironi a mano libera e a spron battuto? Dante ha segnato profondamente la vita di noi italiani e non solo, ha fatto da spartiacque nella lette ratura e nella cultura occidentale. Lo abbiamo studiato a scuola, assi

Oltre alla già citata Divina Com media, mi piace ricordare le bio grafe dei Santi pubblicati dal mensile JuniorT, grazie alla media zione di Davide Barzi e alla casa editrice ReNoir Comics, curatrice dell’opera. Raccontare a fumetti le vite dei Santi signifca attingere a 2.000 anni di storia del Cristiane simo, spaziando attraverso epoche, culture e Paesi distanti tra loro.

L’esperienza è stata tanto stimo lante quanto impegnativa, poiché cimentarsi con biografe di perso naggi che potevano essere contem poranei di Gesù (es. San Pietro) oppure temporalmente vicini a noi, richiedeva ogni volta uno sforzo documentativo notevole. Ricordo in

quando si tratta di assaporare la bellezza di alcuni disegni. Per in tenderci, leggendo Sergio Toppi su smartphone credo che ci si perda parecchio. Ma non è questo il pun to. Io non vedo un futuro radioso per il fumetto fruibile solo on-line, perché è un fenomeno esistente già da diversi anni e non è mai vera mente decollato. Purtroppo il futu ro non è roseo per il fumetto tout court, il calo inesorabile dei lettori ha molte cause e non lo si scopre certo oggi, ed il fumetto concepito per la fruizione informatica ha co stituito un tentativo di rivitalizzar lo che ad oggi non ha dato i frutti sperati. Insomma, quei pochi im pagabili eroi che ancora leggono i fumetti, amano informarsi e scam biarsi opinioni sul web, ma prefe riscono perlopiù leggerli su carta.

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era ed è il linguaggio usato da tutti noi così come – consentimi il paragone – il linguaggio del disegno. I bambini si esprimono, ancor prima che con le parole, coi disegni, siano anche semplici scarabocchi. Il disegno è un linguaggio universale, è diret to, è trasversale, arriva dritto agli occhi e al cuore di chi lo vede, in dipendentemente da chi sei. È de Quandomocratico.mi è stato commissionato il fumetto per la rivista DiPiù, un’o pera corale nella quale ho prestato la mia matita assieme ad altri di segnatori, ho chiaramente seguito le particolari esigenze dell’editore, ma ciò non ha sminuito il trasporto e la passione con le quali ho dato vita al mio lavoro. L’editor Fran cesco Matteuzzi mi ha supportato a dovere, e assieme ai ragazzi del lo StudioRam, Marco Tamagnini e Marco Ficarra che hanno creduto in me, posso affermare che abbia mo realizzato l’ultimo grande pro

stiamo a rappresen tazioni televisive e teatrali delle sue opere, lo dederandolaneformanaallatesuaviadellanell’anniversarioonoriamosuanascitaedicendo.NellagenialitàDanhadatovalorelinguaitaliacometale,comediespressionazionaleconsiungranpatrimonio.L’italiano

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“Partorire idee”: è solo un’e spressione realistica o c’è davve ro un parallelismo? Atena, la Dea della ragione, delle arti, della letteratura e della flo sofa, secondo il mito greco nacque fuoriuscendo armata di tutto punto dal cervello di Zeus: un’immagine che qualche anno fa si sarebbe de fnita splatter! Il Padre degli Dei, al culmine di una forte emicrania, espulse dal proprio cranio la per sonifcazione del raziocinio e della creatività umana. L’uomo ha sem pre cercato metafore che illustras sero la suggestione di alcuni feno meni: la mitologia ne è un’ampia dimostrazione, ma anche alcune espressioni nell’uso corrente sono

particolare l’emozione con cui di segnai la storia di San Paolo Miki, missionario che fu martire duran te le persecuzioni anticristiane nel

to sulla rivista Inkstory, edita da Menhir Edizioni, e ha rappresenta to per me una sfda: quella di mi surarmi nuovamente, a molti anni di distanza da “L’ora X” scritta da Massimo Ginatempo, con le atmo sfere angoscianti tipiche dell’hor ror. Ne “La lettera U”, che reputo un piccolo gioiello di scrittura, si avvertono, tra gli altri, echi fau stiani e reminescenze di Edgar Al lan Poe, che giungono al lettore at traverso un singolare svolgimento del tema, anch’esso classico, della follia umana.

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suo Giappone. Una storia, la sua, poco nota ai più, che io e lo sceneg giatore Alessandro Mainardi po nemmo all’attenzione pubblica, e che ci fece ottenere il 2° premio a Cavalli no PiùComics.recentemente ho disegnato, su sce neggiatura di Gian luca Vici Torrigiani e grazie all’iniziativa di Ruvo Giovacca, una storia horror, facente parte di una collana ispirata a racconti di scrittori classici. Il fumetto, dal titolo “La lettera U” è stato pubblica

rivelatrici a tal proposito. Direi che sia il parto, sia un’emicrania tanto forte da spaccare il cervello, rendo no bene l’idea di quanto doloroso possa essere il processo creativo.

La creatività per te in tre parole. Cultura, esercizio, illuminazione. Perchè se è vero che la nascita di un’idea può apparire come subita nea illuminazione, credo che alla base di una ricca creatività ci sia spesso una buona e solida cultura di base. “Ex nihilo nihil ft” dice vano i latini, “dal nulla non nasce niente”, e parafrasando Lavoisier, nulla si crea e tutto si trasforma. L’apparente invenzione ex nihilo è

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Per ciò che concerne la forma, il fumetto ha un proprio codice con venzionale, al pari della letteratu ra scritta, del cinema, della pittu ra, della musica. Nella letteratura disegnata – così Hugo Pratt defnì il fumetto – il balloon, la didasca lia, l’onomatopea, la scansione temporale in vignette, sono alcuni dei tasselli costituenti l’alfabeto del fumettista. Allo stesso modo il soggetto, la sceneggiatura, lo studio dei personaggi e il disegno rappresentano fasi di un proces so di pianifcazione e svolgimento del pensiero, indispensabili per la produzione del fumetto. Ad esse si aggiunge, trasversalmente, la

Credi che il fumetto abbia una valenza didattica? Secondo te è utile proporre a scuola classici d’autore nella tipologia dei comics strip?

documentazione. Il fumettista, che si occupi dei testi o del disegno, è chiamato a documentarsi con dovi zia su ciò che si appresta a scrivere o disegnare. Per intenderci, il dise gnatore che si cimenta in una storia western, dovendo ben conoscere costumi, fucili, cavalli e carovane, sarà tenuto a fare né più e né meno di una ricerca storica. Insomma, il fumettista procede con metodo, e tu sai meglio di me che gli studenti di ogni età dovrebbero avere chiara l’importanza del metodo, in primis di Riguardostudio. invece al contenuto, va ribadito che ogni fumetto è un rac conto, e le storie che si possono raccontare sono infnite, così come le tematiche trattabili. La storia, la geografa, le scienze, perfno la matematica: non vi è materia, né fatto di cronaca o di attualità, che non potrebbero essere racconta ti ed appresi attraverso i fumetti. Vi sono persone che sanno dov’è il Klondike per aver letto i fumetti in cui Paperon de Paperoni andò a cercarvi l’oro, così come c’è chi ha conosciuto usi e costumi di altri popoli grazie ai viaggi disegnati di Corto Maltese. Sono numerosi an che i classici della letteratura che grandi autori hanno già tradotto in fumetti, dai Promessi Sposi a Pic cole Donne, da Moby Dick a Don

in realtà il risultato di nuove con nessioni neuronali a partire dalle esistenti costruite e ramifcate nel tempo, con l’esperienza e l’ap prendimento. Qualsiasi prodotto della fantasia è un assemblaggio di elementi che preesistono nel baga glio mnemonico. L’unicorno? Non è che un cavallo con l’aggiunta di un corno e due ali: tutte cose viste altrove e messe insieme. Più una mente è allenata ad apprendere e a ideare, vale a dire a ramifcare e a tenere attivi i circuiti, più sarà atta a “creare”.

Lamezia

Qui Francesco, tu lo sai, sfondi una porta aperta. Presso alcuni istituti scolastici dotati di docenti e diri genti particolarmente illuminati, già si tengono dei laboratori di fu metto, seppure tali iniziative siano spesso di breve respiro a causa del la scarsità dei fondi investiti. Ciò che mi preme evidenziare è la pro fcua spendibilità del fumetto come mezzo educativo sia rispetto alla forma e al metodo, sia rispetto alla versatilità dei contenuti che esso è in grado di veicolare.

Chisciotte. Personalmente, da pic colo lessi i volumi della “Storia d’Italia a fumetti” di Enzo Biagi, ed alcune immagini di quelle pagi ne splendidamente disegnate, non le ho più dimenticate. Ritengo dunque che il fumetto, così come potrebbe essere trattato nelle scuole, costituirebbe per gli studen ti un utile esercizio di logica oltre che un arricchimento culturale, ma confdo anche che la sua estetica, la veste ludica ed accattivante che ne ha decretato il successo, non fa rebbe avvertire loro la noiosità che essi attribuiscono ad altre discipli ne. Dal confronto coi ragazzi, ne sono certo, scaturirebbero contri buti alla rifessione sul ruolo odier no del fumetto, “stretto” fra inter net e videogiochi e in competizione con questi ultimi nello “spartirsi” il poco tempo libero dei bambini di oggi. La sua attuale caratteristica di “criticità” lo rende, se possibile, ancor più interessante e prezioso.

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pevole ed effcace. Oggigiorno eseguo caricature perlopiù su commissione,

oltre che per le lauree anche per matrimoni, compleanni, pensiona menti o semplicemente per chi vuo le fare o farsi un regalo originale. Tra questi ultimi, un giorno spun tasti pure tu, Francesco, e la cosa mi onorò. Cercai di racchiudere nel disegno che mi chiedesti, tutto ciò che riuscii a cogliere di te dalle tue foto, e dalle nostre conversazioni telefoniche. Sono felice che ti sia piaciuto.

Oltre al fumetto un’altra fra le tue attitudini è ben rappresentata dalla caricatura: persone note e comuni sotto la lente della tua perizia artistica. Anch’io sono pas sato sotto di te? Come sei arrivato a rappresentarmi? In che modo, poi, strutturi i particolari identif cativi di chi vai a descrivere? Sono, di base, un caricaturista che non disdegna di cimentarsi all’oc correnza nel ritratto e nel fumetto. La caricatura è la forma espressiva che da sempre mi è più congenia le, forse perchè per carattere sono portato a cogliere gli aspetti comici e divertenti, nelle persone che in contro così come nelle situazioni quotidiane. Ho iniziato, come mol ti miei colleghi, caricaturizzando i professori sui diari dei compagni di scuola. Aggiungo che spesso al dileggio grafco, accompagnavo quello “vocale”, dal momento che sono sempre stato portato anche per imitare le voci delle mie “vit time”. Da allora, le mie caricature sono “cresciute” insieme a me, non solo perché nel tempo vi è una fsio logica evoluzione stilistica, ma so prattutto perché, come asserivo pri ma, l’attitudine a caricaturizzare è connessa a sfaccettature del carat tere dell’autore che sono soggette a mutamento e ad affnamento nel corso della vita. Ciò che si perce pisce nelle altre persone a 15 anni, non è ciò che si riesce a cogliere a 30, 40 e così via. Inoltre, se la ca ricatura rispetto al ritratto inproprioloaltà,piùaspettitizzazionerappresentarealistico,l’enfadialcunidellarealtà,siconoscelarepiùsihatitoperesagerarlaapiacimentomanieraconsa

Che ci dici dell’ex nuotatrice e giudice dei talentuosi Federica Pellegrini? Cosa vi accomuna? Io e Federica Pellegrini siamo en trambi veneti, più precisamente della provincia di Venezia. Nel mio

Le ore del giorno sono solo 24, e si cerca di utilizzarle al meglio. La

Non ci avevo pensato ma da ades so ci penserò. Potrebbe esserci un gemellaggio Veneto-Calabria: chissà cosa accadrebbe se i Bronzi incontrassero i Mori di Venezia...

divisione tra tempo del la voro e tempo per la pas sione non è poi così ma nichea, dal momento che col piegatiziolavorotrattivoro,spessocomunquedisegnocilaecheailmioimmi

Al momento cosa c’è in cantiere? Nell’immediato, tante altre carica ture per “papiri di laurea”. Ma ho in mente da tempo un progetto che unisca fumetto e caricature, in col laborazione con l’amico Alessan

appassiona. Non sottovaluterei il tempo di raccordo fra i due ambiti, che per me coincide col viaggio in treno: il regionale per Venezia è per

piccolo so nuotare anch’io, avendo fatto il bagnino per molte stagioni (ho il brevetto ancora valido!), ma immagino tu non ti riferisca a que sto (sorrido). So che hai visto fra le mie caricature anche la sua: ebbe ne, qualche anno fa l’amico comu ne Mario Mastropietro, titolare del la Cose Agency, mi commissionò un disegno per l’invito al trentesimo compleanno dell’ex nuotatrice. Per me fu un onore poter ideare qual cosa per una grande campionessa a cui va tutta la mia stima e am mirazione. Nello sport, così come in ambito artistico, per emergere sono richiesti sacrifcio, costanza e anche tecnica, essendo entrambi settori molto concorrenziali in cui il solo talento non basta.

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In questo momento riesci a conci liare il tuo lavoro con la tua passione?

me il luogo della rifessione e della sedimentazione delle idee, e a volte anche del sonnellino ristoratore.

dro Tesser... Top secret.

In ultimo, prima di salutarci con affetto, come di consuetudine, con quale motivo musicale con gederesti questo nostro incontro? Beh, io idealmente ti porgo “Gli eroi di cartone” (Super GT è più veloce di Mimì / astro jet jumbo jet /Braccio di Ferro mangiò spinaci inscatolati / un pugno in faccia gli tirò / E Nembo Kid ha ripulito la città /Lettera X dov’è il segreto di Asterix /motor X mister X /Stop! dove vai? cosa fai? se c’è /il Barone Rosso che alle spalle colpirà /Niente paura che tanto arriva Nembo Kid / Che mondo sarà se ha bisogno /di chiamare Superman /Che mondo sarà ha l’effetto /del motore che non va /Ecco perchè son tutti qui / davanti a te Charlie Brown) di Lucio Dalla. Giustappunto a tema, esclusivamente per te! Tu, invece? Reddo plurimas gratias…

Hai mai pensato di fare una ri visitazione dei Bronzi di Riace? Magari per il loro cinquantennio potresti fare un omaggio a memo ria di questa nostra conversazio ne.

Ti ringrazio e ricambio dedican doti una musica senza testo, che in questo periodo mi dona par ticolare emozione. È la colonna sonora del meraviglioso flm d’a nimazione “La storia della Prin cipessa Splendente”, composta da Joe Hisaishi. Consiglio a chiunque la visione di questo capolavoro e l’ascolto della musica, che si lega in modo perfetto alla soave raffna tezza delle immagini disegnate.

La pace si costruisce: dialogando con rispetto, ascol tando le ragioni di tutti. Analizzando il contrasto da ogni punto di vista, assicurandosi che l’errore, ine vitabile fatto- umano, abbia meno margine possibile nelle prassi comuni.

In questi mesi abbiamo tanto sentito e parlato di guer ra e parallelamente di pace : parola magica capace di risolvere e dissolvere il male (da archiviare e dimen ticare al più presto)!

rifessioni

Vero è che senza pace signifca stare scomodi. Stare male. Risentire e risentirsi. Non va bene, a chi piace rebbe?

Abbiamo visto, come affacciati alla fnestra, donne e bambini in fuga, carri armati, missili, città devasta te, fosse comuni… è diffcile commentare. È diffcile parlare della guerra senza cadere nella ovvietà, nella retorica di esecrare circostanze orribili, disumane. Il male! Noi siamo un popolo pacifco, le armi le co struiamo sì ma per “gli altri”! Noi il nostro esercito lo inviamo solo in missioni di pace! Noi, soprattutto noi donne del Belpaese, abbiamo diffusamente orrore per le armi, anche quelle bianche! Proviamo allora ad invertire il passo e parliamo di pace: il rischio di dire ovvietà e di essere retorici, decade perché LA PACE SI COSTRUISCE, non è un concetto astratto,non è una parola magica ma è una conquista niente affatto scontata. È il modus, QUEL percorso a non -fnire, intenzionale, espressione totalizzante di civiltà. È len ta e costante mediazione, cioè ricerca di misura, con cui, con il criterio di giusto - mezzo, la flosofa ha dato ogni risposta! Giusto - mezzo: compromesso tra le parti. Accettazione di istanze altre, patti da onorare con impegno,costanza, coerenza etica.

La pace si costruisce

che elude i contrasti… Quella “ farsa “di pace genera mostri! Quella fnta- pace che conosciamo personal mente fatta di teorie di “buon vicinato”, di formalità, di assistenza populista, di sedazione culturale, di ma nomissione dei fatti, di accecante propaganda, non fa che aumentare “il male”e far serpeggiare “moti” di rivalsa e scontento sociale. Tutti, nel nostro piccolo, lo ammettiamo latinamen te: “se vuoi la pace prepara la guerra”! Che non è un aforisma di antichi governatori, non è un paradosso di altre epoche, tutt’altro, è quella quotidiana attitudine a mantenere la calma, a cercare col dialogo, un chia rimento. È, in buona sostanza, l’arte di vivere senza subire in silenzio, mai rinunciando a ragionare, mo dulando i termini di una controversia, affrontando a viso aperto una questione spinosa. Col massimo ri spetto per l’interlocutore. Con la scelta di argomenti e linguaggio non lesivo, con toni non impositivi. Con trollando impeti, e provando a calarsi nella contropar te. Non è affatto facile. È un gandhiano sentiero poco battuto, ahinoi!!!

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di Franca Maria Mete

La pace si costruisce: quella vera! Perché poi la fn ta pace, quella sbandierata, quella da parata, legata a passività ( o peggio a malcontento sotto traccia), la pace di tanta immobilità che non affronta i problemi, che evita di dare risposte, che rinvia i provvedimenti,

Luca Fragale - Via A. Volta, 22 - cell. 339 6953497 - Lamezia Terme Bar - Caffetteria - Cocktail TheBest Coffe inTown Bar il Miraggio

È stato presentato a Paola “Ombre a Mezzogiorno. Diver sità e “IlumeOrlando,echeditorepubblicatoresponsabilità”,daGrafdiLameziascrittodaArmandodecimovodellacollanaLibridelMedi

terraneo” promossa dall’associazione “Valle del Savuto” di Piano Lago-Mango ne L’incontro(Cs).

Orlando ha diviso l’intervento in due parti, e dopo aver pre messo che si tratta di un libro storiografco (con 250 note a piè pagina) perché riporta concetti, opinioni e suggerimenti espressi da più di cento storici e studiosi della questione meridionale, analizza prima la “diversità” della Calabria ri spetto alle altre terre d’Italia e poi sviluppa un ragionamento sulla “responsabilità”. Avendo come unico flo conduttore la domanda: «La diversità della Calabria, nell’ambito della più ampia diversità del Mezzogiorno, è nata con l’incontro di Teano e con l’unione del Sud alle altre regioni d’Italia, oppure ha origini e ragioni più indietro nel tempo?».

Una serata, quella di Paola, che si è svolta al Belvedere del circolo Auser nei pressi del Santuario di San Francesco e che è stata allietata da intermezzi musicali curati da musici sti dell’associazione “Valle del Savuto”.

Signifcativa la scelta delle letture che hanno arricchito la presentazione, con testi di Gioacchino Volpe, Carlo Maria Cipolla, Alfonso Scirocco, Gaetano Salvemini, Francesco Saverio Nitti, Ettore Ciccotti, Beniamino Andreatta.

Altrettanto signifcativa l’opinione espressa da Orlando sulle cause che avrebbero potuto determinare la debolezza dell’identità e della coesione sociale del popolo calabrese, una debolezza che si manifesta anche nel confronto con al tre regioni del Meridione come Puglia e Sicilia, per esem pio. Facendo risalire le “origini” della diversità al tempo dei Bruzi, i quali chiudono il ciclo migratorio della gente osco-umbra durato in Italia ottocento anni ma la loro para bola, che si snoda tra l’autonomia e l’inserimento nel gioco politico-militare del tempo, dura poco e dopo la conquista romana della Calabria essi sono vinti e ridotti in schiavitù. Una “storia” che dura appena 150 anni, una etnia che non ha tempo per affermarsi e un popolo condannato ad una «og gettiva insignifcanza» come scrive Strabone.

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si è svolto nell’ambito del Fe stival “Radici e Ali”, manifestazione ideata e curata dall’associazione Auser e istituzionalizzata dal Comune di Paola.

Grafchéditore

Armando Orlando, volume della collana “I Libri del Mediterraneo” promossa dall’associazione “Valle del Savuto” di Piano Lago-Mangone (Cs).

decimo

sa. A proposito del bacio, secondo i Greci era l’anima che cercava una via di fuga dal corpo attraverso la luce degli occhi e la bocca. “La bocca era l’unione psichi ca degli amanti”.”Avevo l’anima sulle labbra mentre baciavo Agatone. S’era presentata la sventurata per traghettare”...Antologia Palatina: Con il bacio la boc ca compie il suo miracolo più bello, tanta è la magia che lo attraversa. Viviamo in un mondo in cui spesso ci la sciamo prendere dalle cose, senza comprenderne appieno il senso più profondo. Tutto ci sembra naturale, norma le, tranne poi comprenderne l’importanza quando diven ta impossibile proprio quel la normalità...E allora, non sprechiamo i baci! Cerchia mo di dare il giusto valore alle cose! Ergo, anche ad un bacio...!

il salotto di piera messinese

Cosa accade quando sono due labbra a consumare un amplesso amoroso? Il bacio è un atto comunicativo e sentimentale. Qualche tempo fa rimasi particolarmen te colpita dalla seguente affermazione:”Il bacio come forma comportamentale umana è una complicata danza tra chimica e coscienza”Infatti il bacio è un momento importante in un rapporto di coppia. Non ci si bacia mai per caso, per passatempo. Ci si ritrova l’uno ad un soffo dall’altro in un vorticoso gioco di pulsioni sessuali ed emotive. In quel confronto “de visu” le prime a riconoscersi, sentirsi e toccarsi sono le menti, entrambe consapevoli di un’attrazione, di un coinvol gimento che, repentinamente, subordina cuore e sensi. Ha un suo linguaggio intimo, riservato, un suo codi ce speciale, il bacio. Accende un’infnità di emozio ni, regala in ogni occasione tanti piccoli miracoli. C’è trasporto sentimentale, affetto, sentimento di benevo lenza, passione. A questo punto non potevano man care simpatiche curiosi tà dal mondo dei baci. I Romani adoperavano tre parole per indicare i vari tipi di bacio: “osculum”, “savium”, “basium”. C’era anche il bacio del congedo, il bacio che ci si scambiava dopo una riconciliazione o dopo una separazione, il bacio funebre, di ringraziamen to etc... Savium è il bacio erotico, spesso riferito a bacio con donne di facili costumi. È un termine consi derato volgare. Osculum è il bacio che i parenti davano alle matrone quando le incontravano per controllare se avessero bevuto del vino. Perché ciò era vietato alla donna e, qualora il marito avesse accertato la disobbe dienza della moglie, avrebbe potuto anche ucciderla. Era lo “Ius Osculi”, ossia il diritto al bacio grazie a cui i familiari controllavano l’alito delle donne della famiglia. Si credeva, infatti, che, se le donne fossero state ubriache, avrebbe potuto signifcare una loro pre disposizione al tradimento. Basium è quel contatto in cui l’affettuosità si colloca in una dimensione amoro

Baciare è come partire per un lungo viaggio di cui fno all’ultimo istante non si conoscerà la destinazione.

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Il progetto prevedeva lo sviluppo su due livelli, ossia un piano seminterrato ed un piano terra leggermente rialzato rispetto al piano stradale. Il volume di questi due piani è molto regolare ed è assimilabile ad un parallelepipedo a base rettangolare.

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SopraDidascaliaadestra:

La Chiesa della B.V. del Rosario fa parte di un complesso parrocchiale che è ubicato nella città di Lamezia Terme ed è stato costru ito a più riprese, a partire dagli anni Sessanta, per essere completato sul fnire degli anni Novanta del secolo scor so. Il complesso si sviluppa su una superfcie che occupa un intero isolato urbano, in un contesto caratterizzato dalla presenza della centrale Piazza della Repubblica e da impor tanti edifci amministrativi, tra cui il Palazzo di Giustizia, un complesso di strutture scolastiche, il tutto immerso in un ambiente densamente popolato di edilizia residenziale. All’interno di tale isolato il complesso si compone dei se guenti fabbricati: la Casa Canonica, la Chiesa della B.V. del Rosario e Il Centro Pastorale. Questi ultimi due edifci sono stati interessati da un progetto di recupero e di risanamento conservativo i cui lavori hanno auto inizio nel novembre del 2020. Al momento in cui si scrive è stato portato a termine l’intervento di riqualifcazione della Chiesa della B.V. del Rosario, di cui si offrirà una breve descrizione nel presente NellaDidascaliaarticolo.pagina

a cura di Eugenio D’Audino

Da tale squadrata regolarità, per contrasto, spicca invece la morfologia della copertura che costituisce l’elemento for male più distintivo dell’edifcio e di notevole valenza sia strutturale che architettonica.

Le sue falde, infatti, sono modellate secondo i principi strut turali delle superfci corrugate in cemento armato, la cui

Sotto: la parte esposta a est della copertura della chiesa, per come si presentava prima dei lavori.

seguente: la facciata principale (nord) della Chiesa della B.V. del Rosario, dopo l’intervento di riqualif cazione, mediante il rivestimento con il laminato metallico. La Chiesa della B.V. del Rosario L’edifcio della Chiesa della B.V. del Rosario è stato realiz zato sulla base del progetto redatto nel 1966 dall’Architetto Luigi Casalini di Napoli. La costruzione dell’edifcio è ini ziata negli anni 1966/67 e la sua consacrazione è avvenuta in data 28/09/1968, quando era ancora al rustico.

UNA NUOVA DIGNITA’

ALLA TENDA DEI PATRIARCHI

Il Complesso Parrocchiale della B.V. del Ro sario, come si presentava prima dell’intervento di riquali fcazione architettonica, con il manto della copertura della chiesa caratterizzato dalla sola presenza della guaina bitu minosa.

Il Progetto di riqualifcazione

Per ovviare alle problematiche della copertura, esposte in precedenza, la soluzione progettuale proposta è stata quella della realizzazione, sulla strut

Sotto:gica

discomfort termico, sia nella stagione estiva che in quella invernale. Questo insieme di problematiche ha indotto la Diocesi di Lamezia Terme a programmare un intervento di risa

SopraDidascaliaasinistra: La zona del Sagrato, con l’accesso principale all’Aula Litur

Elaborato di progetto: Prospetto Generale Nord.

cemento armato è stato uno strato di guaina bituminosa, manutenuto con cadenza Nonostantedecennale.l’attività manutentiva, nel corso degli anni si erano accumulati di versi elemen ti di dovutidegrado,prin cipalmente a problemi di ancheconseguenzateorica,diinfiltrazioneacquamecomediuna non atre,guaina.tenutaadeguatadellaInolinsiemetalepro blematica, non essendo presente alcun strato di isolamento termico in coper tura, all’interno dell’edifcio gli occu panti riscontravano forti condizioni di

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caratteristica è quella di offrire ade guata resistenza statica nonostante gli spessori ridotti delle solette. Sul piano formale, l’opportuna sagomatura vuole riprodurre l’idea di una grande tenda. Il progettista originario, nella sua def nizione, ha voluto ispirarsi al richiamo della tenda Biblica dei Patriarchi Ebrei il cui signifcato, simbolicamente, al lude al perenne ricordo per l’uomo di ogni tempo della sua situazione di no made su questa terra. Ironia della sorte però, proprio la co pertura, quale elemento morfologico di maggior pregio architettonico dell’o pera, per via di alcune problematiche intercorse nell’allora fne dei lavori, non ha mai potuto godere del suo com pletamento materico. In altri termini, della fnitura con un manto che fosse adeguato alla valorizzazione delle sue caratteristiche formali. Per più di un cinquantennio, infatti, l’unico elemen to posto a protezione della soletta in

namento e miglioramento della prote zione e tenuta della copertura che, allo stesso tempo, ne aumentasse l’effcien za energetica, e prestasse anche una particolare attenzione alla riqualifca zione architettonica dell’opera.

progettuale obbligata. Le particola ri qualità di questo tipo di materia le, infatti, come la sua lavorabilità e adattabilità a forme architettoniche complesse, oltre alle eccellenti carat teristiche prestazionali di tipo mecca nico, si sono rivelate tra le più adatte per valorizzare anche la particolarità della morfologia del tetto. Attraverso uno studio accurato della evidenziazione delle linee di com pluvio e di displuvio, nonché del di segno degli schemi delle “linee di aggraffatura” sulle falde, è stato possibile enfatizzare l’idea espressiva del simbolismo della tenda, nel rispetto del progetto originario.

tura esistente, di una copertura isolata e ventilata, con manto di fnitura in la mierato metallico.

Lamezia

L’adozione del lamierato metallico come manto di fnitura della copertura si è presentata quasi come una scelta

del “tipo di materia le”, che si prestasse al meglio per il rivestimento della complessa e notevolmente estesa superf cie della copertura, si è rivelata abbastanza agevole, non altret tanto può dirsi per la scelta delle sue valenze cromatiche e delle sue qualità in termini di risposta all’irraggiamento luminoso. Per la defnizione del colore per la tenda si è fnito con il converge re su un verde di tonalità media e dall’aspetto morbido, per due ordi ni di ragioni. Il primo è in virtù del fatto che costituisce un colore si armonizza bene con la texture del la sottostante muratura in pietrame listellato. Il secondo è per via delle sue signifcanze simboliche espres se nella liturgia cristiana: il verde è il colore “ordinario della speranza” che accompagna il cammino quo tidiano dei sacerdoti e dei fedeli che, insieme, partecipano ad un percorso di elevazione spirituale, attraverso la costanza e l’ascolto perseverante della parola di Dio, vivono la fede nella Resurrezione, il fondamento del Credo cristiano. L’esecuzione dei lavori Il cantiere si rivela sempre l’u nica realtà che può confermare o meno se le diverse scelte proget

Con questa soluzione si riesce a con ferire alla copertura esistente i requi siti necessari affnché, nella stagione estiva, si possa realizzare uno smorza mento dell’ampiezza e uno sfasamento temporale del picco dell’onda termica nel passaggio dagli strati esterni a quel li interni della copertura agendo sulla massa e sulle proprietà dei materiali. Lo sfalsamento e l’attenuazione dell’onda permettono ai fruitori che occupano gli ambienti sotto copertura di percepire il picco del calore quando la temperatura dell’aria esterna non corrisponde più ai massimi giornalieri, mitigando l’effet to della trasmissione termica.

tuali compiute, tanto in termini tecnici quanto nelle valenze estetiche, si rive lano essere effettivamente quelle più funzionali e congeniali alla risoluzione delle istanze iniziali poste.

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L’esecuzione della carpenteria lignea, sia dell’orditura dei listelli interposti all’isolante e sia del tavolame posto so pra la camera d’aria di ventilazione e a sostegno del manto, ha richiesto un considerevole tempo di lavorazione, per via della necessità di adattamento

e non solo

Sopra:DidascaliaRender di progetto con una veduta del complesso. Sotto: particolare del disegno delle “ag Segraffature”lascelta

Non li smuove neanche un cannone: loro non dànno soddisfazione!

Dritte sul loro piedistallo, che, per loro, è l’unico sballo, non nascondono di aver la tigna né la faccia, alquanto, “di ‘mpigna”!

E si sentono persone mitiche, ma, in realtà, sono solo stitiche!

Dico poco, anzi stringo e, in tre parole, li dipingo: tirchi matricolati, nelle emozioni, rompono sempre, a tutti, i “maroni”, con la loro pseudofreddezza,

Satirellando

nascondendo lor mente “a schifezza”! Mediocri come il 5, di antico giudizio che, a scuola, era quasi un vizio, non tanto per chi poco sa, quanto per pessima volontà! Infne beceri, della risma peggiore, nell’ignoranza trovan l’amore: non avendo altro intelletto, se non quello del… gabinetto! Per cui, l’unica cosa che spero: l’alterigia li segua fno al cimitero, affnché paghino cospicuo dazio, quando faran vela per l’iperspazio!

Una sana, e volendo grassa, risata potrebbe mettere d’accordo tutti, dando la giusta dosa di lassativo a chi ne abbia bisogno.

Sopra:DidascaliaL’ultimo piano del ponteggio dal quale sono state eseguite tutte le lavorazioni fno alla linea di colmo della Sotto:copertura.L’edifcio completato.

Nei tagli delle singole lamiere in zinco-titanio, ognuna di versa dall’altra, e nelle pieghe delle aggraffature di giunzio ne delle stesse, si può intravvedere l’applicazione di un sa pere artigianale che, defnire di livello sartoriale, non è fuori luogo.

A parer mio, si tratta di una stipsi affettiva, una pochezza comunicativa e una volontà di evitare la gioia altrui…

Sopra:DidascaliaFase di realizzazione in corso d’opera del manto di copertura con il laminato in zinco-titanio di colore verde.

AH,AH,AH!

Cosa spinge la gente a tenersi dentro le esternazioni?

di Maria Palazzo

Al suo completamento, l’edifcio sta iniziando a prendere confdenza con la sua “nuova pelle”, cercando di interagire cioè con ciò che esteriormente la sollecita. Come, ad esem pio, l’esperienza di lasciarsi accarezzare, dolcemente, dalla variegata luminosità del Cielo; e quella di restituire a sua volta in cambio, come per gratitudine, una vibrante ma sere na nuova rifessività. Rinnovata nei drappeggi e nelle linee del suo tessuto, la “Tenda dei Patriarchi”, ora può manife starsi compiutamente al paesaggio urbano con rinnovata di gnità, assumendo diverse gradazioni di luminosità in base ai rifessi che il cielo, di volta in volta, le vorrà offrire.

SODDISFAZIONI

In soldoni, la gelosia sbrana il loro tessuto connettivo cerebrale, mentre chi ha vinto, trionfa lo stesso, senza sconti per chi soffre di… stitichezza!

alla complessa geometria delle falde sottostanti.

Sotto: A sinistra, particolare dello strato “separatore” posto tra il tavolato e il laminato; a destra, particolare della lin guetta di ancoraggio del laminato.

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Per l’esecuzione del manto di copertura, dopo diversi attenti esami di campioni sul posto, per verifcarne la risposta in termini di luminosità e di rifettenza, è stato scelto di impie gare il laminato metallico in zinco-titanio di colore verde. La tecnica di posa è stata usata l’aggraffatura angolare.

Una maestra sotto l’ombrellone

cara scuola t scrivo

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di Daniela Magnone

In uno di quei pomeriggi di fne agosto quando il mare è in tempesta ed il vento soffa bruscamente, il mio sguardo si orienta verso l’ombrellone accan to. Cosa vedo? Un bambino. Sarebbe potuto essere sicuramente uno dei miei alunni, ne aveva tutte le caratteristiche. L ‘età sarà stata di circa nove anni, lo sguardo curioso ed una grande voglia di legge re. Che meraviglia scoprire che esistono ancora bambini che sotto l’ombrellone portano un libro. Mi veniva voglia di alzarmi per chiedere che cosa stesse leggendo,\a chi gli avesse regalato il libro o dove lo avesse comprato, a che punto era della let tura e quante pagine ancora gli restassero da legge re ma vederlo immerso e completamente rapito da quelle pagine mi hanno portata a decidere di non disturbarlo. Il mio cuore di maestra si è riempito di gioia infnita. Esistono ancora bambini che ad un telefono preferiscono un libro. Questo signifca che c’è ancora speranza per il nostro pianeta, c’è ancora speranza per il genere umano. Chi legge lo fa ovunque, a scuo la, nel chiuso della propria stanzetta, su una comoda pol trona, all’ombra di una quercia o addi rittura in spiaggia. E poco importa se gli altri attorno fan no confusione, poco importa se in lon tananza si sente la musica assordante che proviene da un lido...chi legge lo fa comunque! Il vero

lettore legge ovunque, ci entra dentro nel libro, lo divora, lo fa suo, freme dal desiderio di scoprire come fnisce e non si fa distrarre da nulla. L’ amo re per la lettura va alimentato ed il suo più grande nutrimento è di certo l’esempio di noi adulti. Con dividiamo con i nostri fgli la visione di un flm, un’uscita in pizzeria, una partita alla play e allora perché non condividere anche la lettura di un buon libro? Che bello, qualche giorno fa, vedere la foto di un caro amico che incorniciava emotivamen te proprio un tenero momento di condivisione di una lettura. Ho immaginato il momento seppur a distanza : un pomeriggio estivo, voglia di relax, un soffce ed accogliente divano e due libri, ognuno concentrato sul suo ma accomunati e legati dalla voglia di leggere. Chapeau a questo Papà e a tutti i genitori che come lui contribuiscono alla creazio ne di un Paese migliore e di un Mondo pensante! Buona lettura e tutti!

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Da alcuni anni a questa parte all’interno delle mie competenze rientra anche la crescita personale, la gestione dei rapporti di cop pia, percorsi di superamento di paure, blocchi emotivi e tutto ciò che riguarda le emozioni. Purtroppo c’è stata una accelerazione di fenomeni che hanno portato alla degenerazione delle relazioni evidenziando come negli ultimi vent’anni i rapporti umani sono degenerati e sempre più spesso mi trovo anche situazioni borderli ne. A volte ci portiamo dentro ferite “inconsce” che si manifestano come un copione: l’abbandono, il tradimento, il rifuto etc. etc. etc. Queste ferite si trasformano nel tempo in modelli operativi che applichiamo sempre allo stesso modo, pertanto ci ritroviamo a vivere più o meno sempre le stesse dinamiche. Quante volte ci di ciamo: perché mi capitano sempre le stesse cose? Perché incontro sempre lo stesso tipo di persona? Perché i guai mi stanno sempre ad aspettare? Tutto questo quindi ci porta ad incontrare le perso ne che possono servirci per imparare la “lezione” che la nostra anima deve imparare e riconoscere affnché ci si possa evolvere e trovare la serenità, la felicità e perché no anche l’amore con la A maiuscola. A questo proposito per capire il più in fretta possibile è bene saper che ci sono persone tossiche con disturbi di personali tà. Ci sono diverse categorie di questi soggetti che si nutrono delle emozioni ed energie, che si tratti di partner, colleghi di lavoro o di altre relazioni sociali, è importante riconoscere il prima possibile i segnali che ci fanno individuare che siamo di fronte ad uno di questi soggetti per prendere le contromisure ed uscirne il prima possibile. Alcuni dei disturbi più comuni sono: il paranoide, lo schizoide, l’antisociale, il borderline, l’Istrionico, il narcisistico, etc., oggi vediamo meglio il disturbo istrionico di personalità. Il disturbo istrionico di personalità interessa il 3% della popola zione e, in ambito sanitario, coinvolge il 10-15% dei casi di salute mentale. Considerata la sua diffusione, non è diffcile imbattersi con qualcuno che vive questo disturbo. Vediamo quali sono i tratti di personalità da “riconoscere” e i tre casi più tipici: quando l’i strionico è il partner, quando l’istrionico è un amico o quando si tratta di un genitore, generalmente la madre. Ecco le caratteristiche tipiche del disturbo istrionico di persona Comportamentolità. esibizionista; fa di tutto per mettersi in mostra; Ricerca costante di rassicurazione e approvazione; Eccessiva sensibilità alle critiche o alla disapprovazione; si può descrivere come permaloso o lunatico; È orgoglioso della sua personalità. Insomma, sbaglia, ferisce, denigra e lo rivendica con orgoglio perché si percepisce moralmente integro; Mancanza di desiderio di cambiare dal momento che considera ogni cambiamento come una minaccia; Aspetto inadeguatamente seduttivo e comporta menti di natura sessuale messi in atto al fne di raccogliere atten zioni. L’istrionico non seduce per fni sessuali e spesso fnisce per tirarsi indietro se si avvicina il momento dell’atto, così facendo disorienta completamente chi gli è di fronte. Alla fne, l’istrionico che ha sedotto e si è tirato indietro, può descrivere la realtà in modo diverso, cioè può affermare che è stato sedotto e che ha voluto tirarsi indietro per la sua integrità o per un suo disinteresse; Utilizzo di sintomi somatici (di malattie fsiche) per raccogliere

di Dino Mastropasqua - Naturopata - mail: drmastropasqua@gmail.com - cell.: 339 534 9119naturopata

attenzione; l’istrionico arriva a fngere malori o a costruirsi una realtà in cui è cagionevoli di salute e, al contempo, può rifuta re cure mediche sempre al fne di essere accudito dal prossimo; Sente il bisogno di trovarsi al centro dell’attenzione, costantemen te!; Scarsa tolleranza per la frustrazione o la gratifcazione non immediata. In pratica, se chiede qualcosa e la sua richiesta non è soddisfatta nell’immediato, può mostrarsi isterico, insofferente, vittima… e avere reazioni di rabbia; Rapide successioni di sta ti emotivi che possono apparire superfciali o esagerati agli altri; Tendenza a ritenere le relazioni più intime di quanto non siano; per esempio, una semplice conversazione superfciale, dall’istrionico, può essere descritta con enfasi e vissuta come l’inizio di qual cosa!; Tendenza a prendere decisioni impulsive che però fatica a mantenere; Tendenza a incolpare gli altri per fallimenti o infelicità personale. È tipico che l’istrionico vada a scaricare sul partner la colpa di ogni sua delusione e, prima ancora del partner, i genitori; Tendenza a farsi infuenzare dagli altri, soprattutto da chi, almeno all’apparenza, mostra apprezzamenti e approvazione. È così che l’istrionico costruisce le sue alleanze; I suoi modi di fare sono eccessivamente drammatici ed emotivi. Tende a drammatizzare qualsiasi cosa; Utilizza l’aspetto fsico per attirare attenzione su di sé, fnisce così per vestirsi in modo bizzarro, vistoso, inappro priato o appariscente. Quando parla, i suoi racconti sono ricchi di termini e/o fatti im pressionanti ma poveri di contenuto. L’interlocutore può sentir si disorientato e non comprendere quale sia il reale focus della conversazione/o del racconto; L’istrionico esprime le emozioni con teatralità, mostra una spiccata autodrammatizzazione; Mani festa emozioni rapidamente mutevoli. Mentre si dispera e piange, può passare a una certa ilarità. Secondo le statistiche, il disturbo istrionico di personalità interessa più le donne che gli uomini ma questa disparità di genere potrebbe essere legata anche a condi zionamenti socio-culturali legati alla diffcoltà del clinico nel ri conoscere questi tratti nell’uomo, soprattutto perché i tratti di per sonalità istrionico si possono sovrapporre con quelli del disturbo borderline di personalità e il disturbo narcisistico di personalità Queste persone hanno una vita affettiva instabile o confittuale, quindi fniscono per cambiare molti partner oppure perpetuare una relazione palesemente sbilanciata dove il partner è costantemen te incolpato per ogni insoddisfazione e insuccesso dell’istrionico.

L’obiettivo inconscio con cui il partner istrionico entra nella rela zione è trovare un genitore ideale che possa riempirlo di attenzioni costanti. Nell’apparenza, però, l’istrionico si pone nella relazione come l’elemento salvifco e accuditivo. Nella relazione di coppia, il costante bisogno di attenzioni dell’i strionico tende a far sentire l’altro come “il genitore stanco di un bambino capriccioso e incontentabile”, ma anche dubbioso e insi curo riguardo l’autenticità del partner.

Le relazioni tossiche

In altre parole, il partner istrionico tende a essere vissuto come poco autentico, esasperante, esagerato e molto esigente. Per que sto la relazione è destinata a fnire oppure ad andare avanti ma in modo del tutto insano e sbilanciata.

ad Antonio Saffoti, per “far rivivere il messaggio di amore alla vita e alla libertà di Antonio per una società più giusta e solidale. Oggi è vivo il suo esempio di impegno civile e di amore alla propria comunità alla quale si è dato fno alla fne senza scoraggiarsi mai. È poi intervenuto il giornalista Salvatore D’Elia leggen do alcuni versi scritti insieme ad Antonio Saffoti”. Il

Lamezia Terme - Si è svolta nella serata di vener dì 8 Luglio sul suggestivo sacrato del complesso in ter parrocchiale della Chiesa di San Benedetto la Terza Edizione del Premio “Un Anthurium per France sco”, quest’anno dedicata ai “Giovani di Calabria, semi di speranza”. L’iniziativa, spiegano gli organizzatori, è “intesa a valorizzare l’operato di alcuni giovani lameti ni e calabresi che hanno saputo trasformare la loro passione in semi di speranza e cam biamento nel campo del sociale e dei diritti civili e politici, della scienza, della cinema tografa, della musica”. Si è aperta la serata con i saluti della presidente dell’associa zione, la professoressa Giuditta Crupi ed i saluti del padrone di casa Don Domenico Cicione-Strangis, che hanno ricordato en trambi il percorso dei quasi trent’anni di operato dell’Associazione culturale Anthu rium guidati dal suo presidente, Francesco Ruberto a cui è dedicato questo premio. Il primo riconoscimento “un Anthurium nel cuore, sezione alla memoria” è andato

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Terza Edizione del Premio “Un Anthurium per Francesco”

Premio Anthurium

di Nicola Ruberto

premio associazionismo è an dato all’associazione Giraso le, di Lamezia Terme, costituita da diversamente abili e dai loro genitori e da gruppi di aiuto e operatori sociali. L’associazio ne il Girasole “si è distinta per la capacità di gestire disabilità gravi e per dare quanto più pos sibile sollievo a percorsi di vita accidentati e segnati da diff coltà oggettive”.

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in particolare quelli selvatici e gli scimpanzè, è certifcato da fatti concreti. Per lei, infatti, è arrivata, dopo anni di studio, una consacra zione a livello internazionale: gli articoli pubblicati sul New York Ti mes per le sue particolari scoperte, che fanno riferimento alle modalità con le quali le madri di scimpanzè curano i loro piccoli tramite gli in setti, sono una testimonianza pale se del suo operato”. Il premio “Un Anthurium, Lamezia nel cuore” al regista Mario Vitale, che con il suo flm L’Afde e La Formica, ambientato nella sua Lamezia, “ha narrato una storia di inte grazione ma anche di rinascita ben raccontando le emozioni e i sentimenti umani dei protago nisti, i quali si mettono in gioco defnendo fno in fondo la loro “identità”.Adallietare la serata - conclu dono - il cantautore cosentino Domenico Scarcello, voce e compositore del gruppo Villa zuk. I premi, disegnati e realiz zati appositamente dal maestro ed artista vibonese Antonio La Gamba. La serata è stata presentata dalla professoressa Enza Mirabelli”.

Il premio “Un Anthurum, Calabria nel cuore” alla dot toressa e ricercatrice Alessandra Mascaro, “Il suo im pegno e la sua passione verso la natura e gli animali,

QuestoMondodiMax

Max e i suoi inseparabili Ciuk, Ciarlino, Gustavo e Dari

di Massimo Striglia

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