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Il nido dell’

Con il progetto “rugby experience” si pongono le basi perché il capoluogo abruzzese torni ad essere protagonista in Italia.

di Andrea Fusco

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Che cosa c’entrano le favole con il rugby? Si può avere confidenza con la palla ovale attraverso le fiabe del “brutto anatroccolo” e di “Pinocchio”?

Due mondi apparentemente lontani, impensabili da accostare. Eppure è partendo da questi due spunti che l’U19 e l’U17 della Rugby Experience L’Aquila hanno scalato, nel giro di pochi anni, i vertici nazionali. L’idea nasce da due ex giocatori neroverdi (Marco Molina, 55 anni, centro-ala, ora presidente del Comitato regionale abruzzese, imprenditore nella formazione aziendale, e Alessandro Cialone, 35 anni, seconda-terza linea), che hanno creato, insieme con Isabella Franchi, Stefania Mannucci, Massimiliano Placidi e Marco jr Rotilio, il progetto “rugby experience”, unico nel suo genere in Italia.

“Un impulso - spiega Molina - nato nel 2012. La nostra convinzione è che gli atleti del domani debbano approcciarsi allo sport dalla più tenera età. Grazie anche al sostegno dei genitori e degli insegnanti, abbiamo introdotto il nostro modello formativo nelle scuole dell’infanzia, puntando sui bambini dai 3 anni in su”. D’accordo, ma le favole?

“L’approccio - sostiene Cialone - deve partire dal divertimento puro. Prendiamo proprio la celebre favola di Collodi: la balena ad esempio, è formata da tanti bambini, metaforicamente la mischia, con Pinocchio, un altro bambino, che va all’interno della sua pancia alla ricerca del pallone come un mediano di mischia o come un ‘avanti’. In questo modo i ragazzi, fin dalla più tenera età, apprendono giocando i principi fondamentali del rugby e accettano la sfida divertendosi”. La svolta ha una data di riferimento ben precisa: 2014. “Quell’anno - ricorda Molina - chiedemmo la collaborazione dell’Istituto Santa Maria degli Angeli, retto da religiose. Avevamo a disposizione un campo di calcio a 8. La risposta fu sorprendente: da quaranta partecipanti passammo rapidamente a 80. E da questa base abbiamo costruito il nostro percorso sino ad oggi”. Per superare le naturali ritrosie dei più piccoli, Cialone inventò una filastrocca basata sulla leggenda di William Webb Ellis, l’inventore del rugby.

“Fu un modo simpatico per far prendere ai bambini confidenza con il gioco - dice sorridendo Cialone - anche se, in questa sede, non ripeterei quelle frasi neanche sotto tortura. L’importante era far scattare nei ragazzi la voglia di essere in campo”.

E nel giro di pochi anni sono nate l’U19, quarta quest’anno a livello nazionale nel proprio girone (lo stesso di Capitolina e Colorno, che hanno disputato la finale per il titolo) e l’U17, che ha dovuto cedere solo al Petrarca nelle fasi finali

“Ma a noi - specifica Cialone - il risultato interessa relativamente. Gli elementi importanti sono l’educazione e il processo di formazione che tutti i giovani devo -

Foto sotto i pali per la U19. In piedi al centro la presidente di Rugby Experience L’Aquila Federica Aielli. A destra, U17 all’attacco, con Alessio Scaramazza ball carrier.

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