Surrentum - Luglio 2025

Page 1


Giuliana Gargiulo

XX ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE EPISCOPALE

DI S. E. MONSIGNOR FRANCESCO ALFANO

Un cammino di fede, guida e servizio per la Chiesa

Mercoledì 2 luglio 2025, alle ore 19:30, la Cattedrale di Sorrento sarà caratterizzata da un evento di grande significato spirituale e comunitario: la celebrazione del 20° anniversario dell’Ordinazione Episcopale di S.E. Mons. Francesco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia.

In questo giorno speciale, la comunità ecclesiale si stringerà attorno al suo Pastore per rendere grazie al Signore per due decenni di ministero episcopale vissuti con dedizione, umiltà e profondo amore per la Chiesa. Ordinato Vescovo nel 2005, Monsignor Francesco Alfano ha sempre interpretato il suo ruolo come un servizio, guidato dalla luce della fede e dalla volontà di essere vicino al popolo di Dio in ogni circostanza.

Il versetto scelto per l’occasione – “Il Signore ti guiderà sempre” (Is 58,11) – ben sintetizza il cammino di Monsignor Francesco Alfano: un pellegrinaggio di fiducia nella Provvidenza, segnato dall’ascolto della Parola e da un’instancabile dedizione pastorale.

La celebrazione eucaristica sarà occasione non solo di festa, ma anche di riflessione e rinnovato impegno comunitario, alla luce dell’esempio di un Vescovo che ha fatto della prossimità e dell’ascolto due pilastri fondamentali del suo ministero.

Per permettere la più ampia partecipazione, anche a distanza, la celebrazione sarà trasmessa in diretta streaming sui canali social della diocesi: @diocesisorrentocmare.

Una data da segnare in agenda per rendere omaggio a un cammino di vent’anni vissuto al servizio del Vangelo e della comunità.

La Redazione

CA RIL L NS

Il

quarto

AGAI n

scudetto del napoli

il libro di Cesare Gridelli e Guido Trombetti, verrà presentato venerdì 18 luglio alle 18:30 a Villa Fiorentino

Una collezione di ENRICO SALIERNO

A collection of ENRICO SALIERNO

Un appuntamento imperdibile per gli appassionati del Napoli e di calcio vissuto con passione e intelligenza. Il volume, edito da Rogiosi Editore, raccoglie le celebri analisi post-partita di Cesare Gridelli e Guido Trombetti, penne affezionate del Napolista, che da anni offrono ai lettori due sguardi complementari e appassionati sul Napoli e sulle sue prestazioni. Dopo i saluti istituzionali di Mario Gargiulo, Ceo della Fondazione Sorrento, e l’introduzione di Giovanni Gargiulo, discuteranno del libro con Guido Trombetti il notaio Giancarlo Iaccarino, il fisioterapista Giancarlo Colonna e il giornalista Antonino Siniscalchi. Due menti diverse – uno uomo di scienza, l’altro di numeri – unite dall’amore per il Napoli: Gridelli e Trombetti rappresentano due anime della tifoseria, tra romanticismo tattico e pragmatismo vincente. Un confronto ironico, profondo, mai scontato, che in questo libro ripercorre la stagione dello storico quarto scudetto. Un evento da non perdere per chi ama il calcio raccontato con competenza, cuore e una buona dose di ironia.

Mirò L’Incanto dei Segni

Lamostra che si terrà a Villa Fiorentino dall’11 luglio al 12 ottobre offre un’opportunità unica per immergersi nel mondo fantastico e onirico di Mirò attraverso alcune delle sue più significative creazioni su carta. Il percorso espositivo vi guiderà attraverso le diverse fasi e sfaccettature della sua produzione incisoria e litografica, evidenziando la straordinaria creatività e la profonda ricerca artistica che hanno contraddistinto il suo lavoro. Saranno in mostra opere che spaziano dall’intensità evocativa di “Les pénalités de l’enfer ou Les nouvelles-hébrides” all’eleganza simbolica di “Lapidari”, dalla pungente ironia di “Ubu Roi” alla sperimentazione materica di “Peintures sur cartons”.

Non mancheranno poi le serie che rivelano il lato più poetico e giocoso dell’artista, come “Le Lézard aux plumes d’or”, l’enigmatico “Le Marteau sans maître” e l’affettuosa raccolta “Quelques Fleurs pour des amis”. Questa mostra è un’occasione imperdibile per ammirare la maestria di Mirò nell’arte della stampa, un mezzo che l’artista ha esplorato con libertà e innovazione, trasformandolo in un veicolo privilegiato per la sua

inconfondibile visione. Un viaggio indimenticabile nell’universo di uno degli artisti più amati e influenti di tutti i tempi.

The Enchantment of Signs

The exhibition that will be held at Villa Fiorentino from July 11 to October 12 offers a unique opportunity to immerse yourself in the fantastic and dreamlike world of Mirò through some of his most significant creations on paper.

The exhibition will guide you through the different phases and facets of his engraving and lithographic production, highlighting the extraordinary creativity and profound artistic research that have distinguished his work. The works on display will range from the evocative intensity of “Les pénalités de l’enfer ou Les nouvelleshébrides” to the symbolic elegance of “Lapidari”, from the biting irony of “Ubu Roi” to the material experimentation of “Peintures sur cartons”.

There will also be series that reveal the artist’s more poetic and playful side, such as “Le Lézard aux plumes d’or”, the enigmatic “Le Marteau sans maître” and the affectionate collection “Quelques Fleurs pour des amis”.

This exhibition is an unmissable opportunity to admire Mirò’s mastery of the art of printmaking, a medium that the artist explored with freedom and innovation, transforming it into a privileged vehicle for his unmistakable vision. An unforgettable journey into the universe of one of the most beloved and influential artists of all time.

la Tarsia Sorrentina

FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE

Il 16 luglio, nella chiesa del Carmine, in Piazza Tasso, si festeggia la Vergine Santissima del Carmelo, festa molto cara ai sorrentini il cui ricordo si perde nella storia dei primi secoli della Sorrento cristiana.

La basilica, in stile barocco è considerata da molti storici centro onorato dalla visita di Pietro, principe degli apostoli, questa chiesa è dedicata alla Beata Vergine del Carmelo.

La chiesa nel 1572, fu affidata ai Padri del Carmine Maggiore di Napoli dall’Arcivescovo di Sorrento L. Brancaccio. L’annesso palazzo, sede del Governatore cittadino, fu trasformato in convento.

Sull’altare maggiore c’è l’immagine della Madonna, copia della Vergine Bruna di Napoli. Lungo la navata ci sono tre altari provenienti dal soppresso convento di S. Vincenzo, con tele di autori ignoti del 600. Nel transetto ci sono due tele del Cingeri (1758) raffiguranti l’adorazione dei magi e dei pastori. Sul soffitto c’è una tela di O. Avellino (1710) raffigurante la Vergine che consegna lo scapolare a S. Simone. Preziosi sono i due reliquari in legno dorato, opera di Vincenzo Dato.

In onore di questa Madre si tengono in questa data solenni celebrazioni eucaristiche.

On July 16, in the Church of the Carmine, in Piazza Tasso, we celebrate the Blessed Virgin of Carmelo, a feast very dear to the Sorrentines whose memory is lost in the history of the early centuries of Christian Sorrento. The basilica, in baroque style, is dedicated to the Blessed Virgin of Carmel. The church in 1572 was entrusted to the Fathers of the Carmine Maggiore of Naples. The adjoining building, seat of the city governor, was transformed into a convent. On the main altar there is the image of the Madonna, a copy of the Virgin Brown of Naples. Along the nave there are three altars from the suppressed convent of S. Vincenzo, with paintings by unknown authors of the 600. On the ceiling there is a painting by O. Avellino (1710) depicting the Virgin who delivers the scapular to St. Simon. Precious are the two golden wooden reliquaries, by Vincenzo Dato.

Solemn Eucharistic celebrations are held in honor of this Mother.

Santuario della

Madonna del Carmine

Sorrento

Festa Carminedel 2025

Con Maria Stella di Speranza

La vita umana è come un viaggio sul mare della storia e Gesù Cristo è la luce che indica la rotta. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno di luci vicine, di persone che donano luce traendola dalla Sua luce.

E quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza?

A Lei perciò ci rivolgiamo: S. Madre della speranza brilla su di noi e guidaci nel cammino! (dall’Enciclica Spe Salvi)

programma

ogNI SEra: Ore 18.15 S. Rosario - Canto delle litanie

Da LUNEDì 7 a VENErDì 11 LUgLIo:

Ore 19.00 Celebrazione Eucaristica presieduta da D. Antonino D’Esposito, Parroco della Basilicadi S. Michele in Piano di Sorrento.

Sabato 12 LUgLIo: Celebrazione Eucaristica presieduta dal Carmelitano P. Luca Esposito, sacerdote novello.

DomENIC a 13 LUgLIo

145 ° aNNIVErSarIo DELL’INCoroNaZIoNE: Ore 19,00 Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Rev.ma Mons. FRANCESCO ALFANO, Arcivescovo della Diocesi

martEDì 15 LUgLIo - gIorNo DELLo SC apoLarE: Durante la celebrazione Eucaristica imposizione dello scapolare a coloro che ne faranno richiesta.

mErCoLEDì 16 LUgLIo - SoLENNE CommEmoraZIoNE

DELLa b.V. marIa DEL moNtE CarmELo:

SS. Messe ore 6,30 - 8,00 - 9,30 - 10,45 19,00 (presieduta da Don Mario Cafiero, nostro Parroco) - 20,30

Ore 12,00 Supplica - Benedizione Eucaristica

Ore 22,30 Canto di Compieta e Buonanotte a Maria

I Padri e la Famiglia Carmelitana

N. B. Le offerte saranno raccolte solo ed esclusivamente in chiesa!

SORRENTO ATTRAVERSO LE IMMAGINI DEL PASSATO

Nel

1572 l’allora arcivescovo

Lelio Brancaccio, da circa un anno alla guida della chiesa sorrentina, chiese ai carmelitani napoletani la disponibilità a fondare nella città di Sorrento una nuova casa religiosa. Ottenuto il permesso dei religiosi, mons. Brancaccio scelse per la nuova fondazione l’antichissima cappella dei Santi Martiri Sorrentini, situata al di fuori delle mura nella zona detta “Borgo”. Il carmelitano Bartolomeo Pasca, giunto dal Carmine Maggiore di Napoli, si assunse il compito di questa missione e iniziò a cercare “oblazioni” (offerte) da unire alla cospicua eredità lasciatagli dalla madre. Nasceva così una vera e propria oasi di fede e di spiritualità, che in poco tempo avrebbe richiamato tanti fedeli sorrentini. In effetti, per promuovere questa nuova casa religiosa, padre Pasca formulò ai suoi confratelli napoletani una richiesta: desiderava ricevere per la chiesa di Sorrento una copia della veneratissima “Vergine Bruna”, tavola duecentesca di scuola toscana ispirata alla cosiddetta

“Madonna Glicofilusa” (La Vergine del dolce bacio). La nuova tavola dipinta giunse via mare trionfalmente a Sorrento e sin da subito, quasi naturalmente, i sorrentini si sentirono attratti da questa dolce icona. Mons. Federico Demartino, che seguì l’incoronazione solenne della Vergine del Carmelo di Sorrento, avvenuta nel 1880, notò che “è a questa immagine che i sorrentini hanno sempre professato un culto di preferenza”. Un legame unico, quasi simbiotico: non a caso nel 2005, nel corso dell’ultimo restauro, la tavola della “Vergine Bruna” fu recata in processione tra due ali di folla, segno di quell’attaccamento che tradizionalmente rende la festività della Madonna del Carmelo un momento di gioia senza fine. Ma torniamo al dipinto, il protagonista du questa storia. Seppur risalente alla seconda metà del ‘500, riprende i motivi stilistici del XIII secolo. È realizzato a olio su due, resistenti tavole di pioppo giuntate al centro e, a detta degli esperti, si avvicinerebbe ai modi di Silvestro Buono; questi dipin-

se tra l’altro una meravigliosa “Madonna col Bambino” conservata nel Convento di Sant’Agostino alla Zecca di Napoli e non del tutto dissimile dalla “Vergine del Carmelo” di Sorrento. Ma, dinanzi a quest’opera d’arte, lasciamoci rapire dalla tenerezza, dallo stupore. La Vergine, avvolta in un verde manto, stringe al seno i Bambino mentre questi le accarezza dolcemente il mento e le gote. Il piccolo Gesù per reggersi poggia il piedino sul braccio e, volgendo innanzi lo sguardo, tocca con il faccino la guancia della Madre, in un gesto di amore senza eguali. L’arte, d’altronde, può veicolare i

sentimenti più profondi, in un abbraccio capace di sprigionare sentimenti di inedita forza.

Il dipinto raffigurante la “Vergine Bruna”, copia tardo cinquecentesca della Madonna venerata nella Basilica del Carmine Maggiore a Napoli, è ascrivibile alla cerchia di Silvestro Buono. Restaurato nel 2005 con grande cura, è visibile al di sopra dell’altare maggiore della Chiesa del Carmine di Sorrento, in piazza Tasso. La tavola, in fondo all’abside, è posta in una cornice abbellita con fregi, sormontata da una raggiera in legno dorato e affiancata da due meravigliosi angeli che sorreggono una fiaccola.

Gennaro Galano (sito web “La Grotta di Giano”)
Piazza della Vittoria, 5

SANT’ANNA PROTETTRICE DI MARINA GRANDE

AMarina Grande, si celebra la protettrice del borgo marinaro, Sant’Anna.

Qui il primo lunedì successivo al 26 luglio, giorno di Sant’Anna, già nell’antichità si celebrava una caratteristica festa popolare che durava tutta la notte.

Le barche giungevano alla Marina per gustare a bordo tipici piatti locali, ma anche a terra la festa aveva luogo con canti e balli folcloristici .

Oggi si celebra la festa di S. Anna animata dal bagliore e dal frastuono di fuochi pirotecnici a mare, richiamando un numeroso

pubblico. Gli abitanti della Marina fecero costruire qui la chiesa dedicata alla santa.

La chiesa subì un restauro nel 1800, durante il quale fu ampliata. All’interno presenta un’unica navata rettangolare con volta a botte; una balaustra in marmo policromo precede l’altare maggiore dove entro un piccolo tempio con nicchia è collocata la statua di S. Anna. Sono da segnalare, inoltre, due pregevoli sculture raffiguranti un S. Giovanni Battista del secolo XVIII ed un imponente Cristo Crocifisso di manifattura popolare.

I n the fisherman village of Marina Grande, the celebrations in honor of St. Anna took place between music and joy.

Here on the first monday after 26July St Anna’s Day, even in ancient times was held a characteristic public celebration which lasted all night. Boats arrived at the Marina and took on board the typical local dishes, but there was also a festa on land with singing and folk dancing. Still today the public flock to the festa of St Anna which is animated by the flash and thunder of fireworks exploding on the sea. The people of Marina Grande, belonging to the confraternity of St. Giovanni in Fontibus, had the church of St. Anna constructed dedicated initially to the Souls in Purgatory, then to the Saint. The church underwent restoration work in 1800, during which it was extended. The interior has a single rectangular nave with barrel vault, a balustrade in polycrome marble precedes the high altar where, inside a small temple with a niche, stands the statue of St. Anna. To be noted are two valuable sculptures representing St. John the Baptist from the XVIII century and an imposing Christ Crucified of common workmanship.

Anche quest’anno, Marina Grande si prepara a celebrare con devozione e gioia una delle ricorrenze più sentite: la Festa di Sant’Anna, patrona delle madri e delle famiglie. Un appuntamento atteso da tutta la comunità che unisce spiritualità, tradizione e partecipazione in un’atmosfera unica, affacciata sul meraviglioso mare della costiera sorrentina.

Dal 17 al 26 luglio si terrà la Novena in onore dei Santi Gioacchino e Anna, con celebrazioni quotidiane.

Venerdì 25 luglio, 2a edizione di “Sant’Anna a piedi scalzi”: • dalle ore 19:00: spettacolo per bambini con mascotte, baby dance e gonfiabili sulla spiaggia.

Sabato 26 luglio, ore 21:00: spettacolo di musica e tradizione con Sbandieratori e Musici “Città Regia” di Cava de’ Tirreni.

Domenica 27 luglio

• ore 11:00: Santa Messa

• ore 20:00: Preghiera comunitaria

• ore 20:30: partenza della solenne processione per le strade cittadine, con la suggestiva illuminazione della Statua di Sant’Anna, che uscirà dalla Chiesa con soste presso l’ospedale, nella chiesa delle Grazie e nella Basilica di Sant’Antonino. Il complesso bandistico “Città di Sorrento” accompagnerà la processione.

Lunedì 28 luglio

• ore 15:00: giochi popolari e della tradizione (Tiro alla fune, Palo di Sapone, ecc.)

• ore 21:30: spettacolo piromusicale con coreografia di droni evento in anteprima in penisola sorrentina!

• a seguire: Sp ETTACoLo p IRoTEC n ICo SUL m ARE a cura della Pirotecnica Sorrentina.

Appuntamento a Marina Grande per condividere fede, emozioni e spettacoli in riva al mare di Sorrento.

MARINA GRANDE

Sorrento ha subìto una notevole trasformazione negli ultimi anni. Turisti da tutto il mondo hanno cominciato a frequentare questo territorio per la bellezza, la bontà delle produzioni locali e la vita tranquilla e di piccola comunità che la rende cosi differente dalla città di Napoli e dintorni.

Le piccole comunità sorrentine esistono ancora nei borghi delle frazioni sparse sulle colline e sulle marine. Alla Marina Grande si può giungere seguendo vari itinerari che scendono dalle colline dove abbondano le produzioni di limoni e olio e terminano sulla costa dove la tradizione marinara si sposa con la pesca ed il turismo balneare. Qui esiste ancora l’atmosfera, accogliente e piacevole, delle persone semplici che, con la propria sapienza e cultura, hanno creato una piccola comunità laboriosa e sapiente. Ogni mattina sbarcano pescatori locali che, sapientemente, distribuiscono il pescato tra negozi, mercato e ristoranti locali. Da sempre esiste alla Marina Grande un indotto che parte dall’ esperienza e dal lavoro della gente locale come le barche costruite dai Maestri d’ascia che ancora fanno bella mostra nei cantieri o all’ancora dei pochi ormeggi esistenti. Gli stabilimenti balneari accolgono gli ospiti con sapienza e gentilezza fino a trasformarsi in eleganti luoghi di ristorazione dove viene servito il pescato del giorno. La discesa storica alla Marina Grande segue le antiche mura con i resti della torre della Man-

ganella, posta a guardia delle continue incursioni pirate. Si attraversa l’antica porta a nord della città dalla quale, dice la leggenda, entrò l’incursione distruttiva del 13 giugno 1558 e si percorre la scalinata verso il mare, resa famosa dal film con Sofia Loren “ Pane , Amore e...”. La strada principale percorre tutta la Marina, lungo la distesa di sabbia nera vulcanica e affiancando la chiesa dedicata a S. Anna, ma se si ci addentra negli stretti vicoli alle spalle della chiesa si scopre l’antico quartiere, di fattura arabesca, che permetteva la difesa dai saraceni con gli stretti vicoli e con la sua viabilità a labirinto. Le tracce antiche della Marina Grande si scoprono ancora nell’antica architettura, negli archi e nelle volte e nelle scale di accesso alle case. Anche le facce dei pescatori, scure e arse dal sole, ricordano antica sapienza, ingegno e adattamento ad un territorio che, prima di essere un luogo amato dai turisti, era veramente difficile da vivere, senza strade di comunicazione con Napoli e con l’esigenza di utilizzare l’unica via di comunicazione, il mare.

Sorrento has undergone a notable transformation in the last years. Tourist from all over the world have begun to frequent this area for the beauty, the goodness of local productions and the quiet and small community life that makes it so different from the city of Naples and its surroundings.

The small Sorrento communities still exist in the villages of the hamlets scattered over the hills and marinas.

The Marina Grande can be reached by following various itineraries that descend from the hills where the production of lemons and oil abound and end on the coast where the seafaring tradition is combined with fishing and seaside tourism. Here there is still the welcoming and pleasant atmosphere of simple people who, with their knowledge and culture, have created a small, hardworking and wise community. Every morning, local fishermen disembark here and, wisely, distribute the catch between shops, markets and local restaurants. There has always been an induced activity in the Marina Grande that starts from the experience and work of the local people such as the boats built by the shipwrights that still make a fine show in the shipyards or at the anchor of the few existing moorings. The bathing establishments welcome guests with wisdom and kindness until they turn into elegant dining places where the catch of the day is served. The historic descent to the Marina Grande follows the ancient walls with the remains of the Manganella tower, placed to guard against continuous pirate raids. You cross the ancient gate to the north of the city from which, according to the legend, within the destructive raid of 13 June 1558 and go up the steps towards the sea, made famous by the film with Sofia Loren “Bread, Love and .. . “.

The main road runs through the entire Marina, along the expanse of volcanic black sand and alongside the church dedicated to S. Anna, but if you enter the narrow alleys behind the church you will discover the ancient quarter, of arabesque workmanship, which allowed the defense from the Saracens with its narrow alleys and its labyrinth-like roads. The ancient traces of the Marina Grande can still be discovered in the ancient architecture, in the arches and vaults and in the access stairs to the houses. Even the faces of the fishermen, dark and burnt by the sun, recall ancient wisdom, ingenuity and adaptation to a territory that, before being a place loved by tourists, was really difficult to live, without communication roads with Naples and with the need to use the only way of communication, the sea.

Comune di Piano di Sorrento Società Concerti Sorrento Estate Blu 2025 Regione Campania

Comune di Piano di Sorrento Società Concerti Sorrento Estate Blu 2025 Regione Campania

Il Maestro Paolo Scibilia premiato al NAPOLI IN ThE WORLD

26° edItIoN 2025

Venerdì13 Giugno, nella magnifica cornice dell’atrio di Castello Doria d’Angri, il noto maestro di origine sorrentina, Paolo Scibilia, direttore artistico del Fe stival di Sorrento, pianista e direttore d’orchestra, ha ricevuto il premo alla cartiera per benemeriti artistici, “Napoli in the World” - 26° edition 2025 . Riconosci mento, ideato e diretto dal giornalista, scrittore e di rettore artistico del Teatro Bellini di Napoli, Giuseppe Mascolo, e dedicato alle eccellenze campane che si sono distinte particolarmente in ambito nazionale ed internazionale, nel mondo del Teatro. Musica, Danza, Cinema, Architettura, Arti Visive e Figurative Tra gli in signi premiati, anche: Riccardo Giacomaniello, Valerio Virzo, Mario Maglione, Gabriele Russo, Renato de Ri enzo, Mimmo Borrelli, Peppe Miale, Mimmo Ruggiero, Antonio Grimaldi, Maria Sole Limodio, Laura Lazzari, Paola Nazzaro, Gina e Ciro, Barbara Maussieur, Claudia Mazzitelli, Ernesto Terlizzi, Antonio di Maro.

I CONCERTI DI VILLA FONDI

Festival Pianistico e di Musica da Camera III edizione 2025

I CONCERTI DI VILLA FONDI

Direzione artistica: Paolo Scibilia

Festival Pianistico e di Musica da Camera III edizione 2025

Direzione artistica: Paolo Scibilia

JIA LI

JIA LI

Sabato 5 luglio - Ore 21:00

pianoforte Villa Fondi - Piano di Sorrento

pianoforte

Sabato 5 luglio - Ore 21:00

“Note d’Avorio”: Da Chopin alla Cina…

Villa Fondi - Piano di Sorrento

“Note d’Avorio”: Da Chopin alla Cina…

Ingresso libero fino ad esaurimento posti a sedere / Free entry, subject to free seats www.comune.pianodisorrentoeventi.it - www.societaconcertisorrento.it - Facebook: società concerti sorrento

Il Vicesindaco e Ass.re alla Cultura, Giovanni Iaccarino Il Sindaco, Salvatore Cappiello

Ingresso libero fino ad esaurimento posti a sedere / Free entry, subject to free seats www.comune.pianodisorrentoeventi.it - www.societaconcertisorrento.it - Facebook: società concerti sorrento

Il Vicesindaco e Ass.re alla Cultura, Giovanni Iaccarino Il Sindaco, Salvatore Cappiello

On Friday 13 June, in the magnificent setting of the atrium of Castello Doria d’Angri, the well-known maestro of Sorrento origin, Paolo Scibilia, artistic director of the Sorrento Festival, pianist and conductor, received the award at the paper mill for artistic merit, “Napoli in the World” - 26th edition 2025. Recognition, conceived and directed by the journalist, writer and artistic director of the Teatro Bellini in Naples, Giuseppe Mascolo, and dedicated to the excellences of Campania who have particularly distinguished themselves nationally and internationally, in the world of Theater. Music, Dance, Cinema, Architecture, Visual and Figurative Arts Among the distinguished award winners, also: Riccardo Giacomaniello, Valerio Virzo, Mario Maglione, Gabriele Russo, Renato de Rienzo, Mimmo Borrelli, Peppe Miale, Mimmo Ruggiero, Antonio Grimaldi, Maria Sole Limodio, Laura Lazzari, Paola Nazzaro, Gina and Ciro, Barbara Maussieur, Claudia Mazzitelli, Ernesto Terlizzi, Antonio di Maro.

TERRAZZA MEDITERRANEO ITALIAN BISTROT

Un nuovo gioiello dell’ospitalità italiana ha aperto le porte a Sant’Agnello, sulla suggestiva Piazzetta Marinella: è stata inaugurata ufficialmente la Terrazza Mediterraneo Italian Bistrot, il nuovo ristorante firmato Hotel Mediterraneo Sorrento, che arricchisce l’offerta enogastronomica della storica struttura a cinque stelle. Il bistrot sorge in una location unica, sospesa tra cielo e mare, con una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli. Un luogo caro ai residenti e amato dai turisti, che diventa oggi palcoscenico di un progetto ambizioso: proporre la grande cucina italiana in chiave informale, ma di assoluta eccellenza.

A guidare la cucina è lo Chef Alessandro Bisconti, affiancato da due giovani professionisti: Marco Carrano, Restaurant Manager, e Giuseppe Gargiulo, Bar Manager. Una squadra interamente espressione del talento e della passione della Penisola Sorrentina. Il menù celebra i classici della cucina nazionale, realizzati con ingredienti di altissima qualità forniti dalle migliori aziende

italiane. Tra i partner d’eccellenza spiccano nomi come Ferrari Trento; Lavazza; Sanpellegrino per le acque e i soft drink; Pastificio G. Di Martino, Casa Marrazzo 1934 e Italicus, rosolio di bergamotto, tutto a testimonianza di una filiera tutta italiana.

La Terrazza Mediterraneo è concepita come uno spazio vivo e accogliente, pensato per ogni momento della giornata: dalla colazione al pranzo, dall’aperitivo alla cena, in un’atmosfera rilassata ma curata nei minimi dettagli. Con questo nuovo progetto, l’Hotel Mediterraneo prosegue il suo cammino verso un’ospitalità d’eccellenza che valorizza il territorio, con un’attenzione costante alla sostenibilità e alla qualità. Un percorso che affonda le radici nella tradizione dell’accoglienza sorrentina e nella storia centenaria dell’hotel, nato nel 1912 come dimora privata.

“Terrazza Mediterraneo Italian Bistrot” non è solo un ristorante: è un invito a scoprire l’Italia più autentica, con un calice in mano e il mare negli occhi.

Terrazza

Mediterraneo

Italian Bistrot: excellent flavors overlooking the sea

Anewjewel of Italian hospitality has opened its doors in Sant’Agnello, on the charming Piazzetta Marinella: Terrazza Mediterraneo Italian Bistrot has been officially inaugurated, the new restaurant by Hotel Mediterraneo Sorrento, which enriches the food and wine offering of the historic five-star structure. The bistro is located in a unique location, suspended between sky and sea, with a breathtaking view of the Gulf of Naples. A place dear to residents and loved by tourists, which today becomes the stage for an ambitious project: to offer great Italian cuisine in an informal way, but of absolute excellence. Leading the kitchen is Chef Alessandro Bisconti, supported by two young professionals : Marco Carrano, Restaurant Manager, and Giuseppe Gargiulo, Bar Manager. A team entirely expressing the talent and passion of the Sorrento Peninsula.

The menu celebrates the classics of national cuisine, made with the highest quality ingredients supplied by the best Italian companies.

Among the excellent partners, names such as Ferrari Trento stand out, which signs the house bubbles; Lavazza, present with the sustainable line “La Reserva de ¡Tierra!” and the specialty coffees 1895 by Lavazza; Sanpellegrino for the waters and soft drinks; Pastificio G. Di Martino, Casa Marrazzo 1934 and Italicus, bergamot rosolio, as evidence of an all-Italian supply chain. The Terrazza Mediterraneo is conceived as a lively and welcoming space, designed for every moment of the day: from breakfast to lunch, from aperitif to dinner, in a relaxed atmosphere but with attention to the smallest details. With this new project, the Hotel Mediterraneo continues its journey towards excellent hospitality that enhances the territory, with constant attention to sustainability and quality. A journey that has its roots in the tradition of Sorrento hospitality and in the century-old history of the hotel, founded in 1912 as a private residence.

“Terrazza Mediterraneo Italian Bistrot” is not just a restaurant: it is an invitation to discover the most authentic Italy, with a glass in your hand and the sea in your eyes.

Open from May to October, the bar is located on the rooftop terrace of the Grand Hotel La Favorita which boasts a spectacular view of the Bay of Naples and Mount Vesuvius. A ne selection of signature cocktails will accompany your amazing sunset views and during your after dinner live music evenings.

O’ Parrucchiano restaurant is a culinary adventure unlike any other, providing guests with the most fragrant and picturesque experience in Sorrento. Have you ever dreamed about eating under a sky full of lemons?

A NEW MODEL OF MUSEUM FOR THE DECORATIVE ARTS

The building that houses the Museobottega stands on via S. Nicola, the historical part of the town, and is part of an ancient urban nucleus.

Its eighteenth century structure is typical of a provincial townhouse with more consequential pretensions.

The Museobottega is a polyfunctional structure designed to requalify those sectors of the decorative arts which have not only a past worthy of being recorded but also a productivity which needs to be sustained and helped to renew its contents.

In the structure the cataloguing and display of the historical production serves as the introduction to a more ample programme going beyond the conservation of our heritage. There is a need for training programmes in the specific sectors of craft activity, and an autonomous production based on the techniques and materials which represent the best in the tradition of each craft.

THE MUSEOBOTTEGA OF THE TARSIALIGNEA

THE HISTORICAL COLLECTION

is introduced by the exhibition of objects and furniture produced in the nineteenth century wich focuses on the technical and decorative characteristics of the various intarsia workshops then active in Italy.

This is designed to give to the visitor a better understanding of the specific features of the craft as it was practised in Sorrento. The exhibition of local ware is preceded by an extensive selection of paintings, prints and photographs of the setting for this local craft. Different sections in the Museobottega illustrate the evolution of production techniques, the materials used, the decorative motifs and the details of design which characterise the local production in inlaid wood.

After recognising the part played by the local School of Art in training successive generations of craftsmen, the exhibition terminates with the work of local master craftsmen produced during the nineteenth century.

RESEARCH AND PRODUCTION

The principal objective of the Museobottega is to ensure continuity for the tradition of intarsia work in Sorrento by commissioning and marketing products reflecting a cultural renaissance in the craft. It is many years since the artisan represented a composite figure uniting manual skills with design acumen, once the secret of his success.

The only way to contrast the impoverishment of the various sectors of the arts and crafts seems to be to accompany the artisan with a person well versed in the culture of the craft, able to offer assistance in the conceptual phase of production. The production of the “Alessandro Fiorentino Collection” is the tangible result of such collaboration. Intarsia work has always been considered a decorative addition to the item to which it was applied, whereas here production has been based on a new equilibrium in which the finished product is a univocal expression of formal structure.

In an age in which computeri sation has invaded all sectors of production, traditional skills have had to meet a severe challenge: some have disappeared, many have modified their systems of production, and precious few have remained faithful to traditional techniques. The modern production of intarsia work undertaken by the “Alessandro Fiorentino Collection” has swum against the tide by reaffirming the manual skills and traditional techniques of intarsia work. The collection has concentrated on two distinct sectors: the more traditional one of commonplace objects, directed to the merchandising in museum, and that of interior architecture. It made its dêbut at the International Design Center in New York in 1988, during the AIA Convention. The projects of Alessandro Fiorentino have been realised with the collaboration of local craftsmen and the conceptual contribution of his three sons, all qualified architects: Luigi, Paolo and Fabio.

Enjoy and relax

Enjoy the authentic British atmosphere in our cosy pub. Enjoy delicious fish and chips and the traditional English breakfast, accompained by a selection of beers. Follow your favourite sports on our TV screens, immersed in a vibrant atmosphere with background music. Relax in our pleasant garden bar during the nice days. An unforgettable experience awaits you!

For my good friends at the English Inn.
Watercolor painting by Professor Jeff Johnston of Alfred State College, Alfred NY Coordinator of Architecture Study abroad at Sant’Anna Institute Sorrento.

L’INSONNIA DI UN PAPA E L’OROLOGIO NOTTURNO DEI FRATELLI CAMPANI

L’invenzione dell’orologio

notturno è legata alla storia intrigante che riguarda la sua ideazione: fu Papa Alessandro VII (1655-1667), che soffriva d’insonnia ed era infastidito dal ticchettio dell’orologio della sua stanza da letto, a commissionare a Pier Tommaso Campani, orologiaio del Vaticano, un orologio che fosse silenzioso e leggibile anche nel cuore della notte.

Nella primavera del 1656 i fratelli Campani presentarono al Papa un primo prototipo di orologio che rispondeva alla richiesta “vorrei un orologio che mi consenta di vedere l’ora anche di notte, un orologio che non mi richieda di accendere un lume per vedere il quadrante, un orologio che non produca rumore in quell’agitar di rotelle che mi tiene sveglio per tutta la notte”. Si trattava di un orologio da tavolo, reso silenzioso da un organo regolatore frenato dal mercurio e leggibile di notte, grazie ad un lumicino interno che illuminava il disco traforato su cui erano sagomate le ore: era stato inventato il primo orologio notturno della storia e papa Alessandro VII ne fu così soddisfatto che nominò i fratelli Campani orologiai della SS. Camera Apostolica! I fratelli Campani si ritrovarono improvvisamente famosi, ma anche oberati di lavoro per i numerosi ordini provenienti da importanti committenti. La moda degli orologi notturni andò diffondendosi non solo in Italia ma in tutta Europa. Tra i primi illustri clienti dei Campani vi furono il Re di Spagna Filippo IV,

Re Giovanni Casimiro I di Polonia e il Granduca Ferdinando II di Toscana. I sofisticati meccanismi dei notturni inventati dai fratelli Campani, erano solitamente collocati entro casse di legno, generalmente realizzate in ebano (o legno ebanizzato, che richiamavano - nelle fome - raffinate volumetrie architettoniche. Poiché i pannelli dei quadranti erano dipinti su rame - spesso con soggetti d’ispirazione allegorica o sacra - e le realizzazioni più importanti prevedevano anche l’inserimento di inserti policromi in pietra dura o in bronzo dorato, il lavoro di creazione delle casse era affidato a svariate maestranze costituite da ebanisti, scultori, bronzisti e pittori. Non conosciamo né come né quando i Correale siano venuti in possesso di uno dei pochi esemplari di orologi notturni realizzati dall’orologiaio del Papa, la cui paternità è resa certa dall’iscrizione “Petrus Thomas Campanus Inventor Romae 1681” impressa sul meccanismo. E non sappiamo

quando questo orologio abbia smesso di funzionare… ma, nel 1999, nel corso di una campagna di restauri di tutta la collezione di orologi del Museo Correale, la restauratrice specializzata Alessandra Mazzonis ritrovò il meccanismo del notturno, messo a deposito perché ormai ritenuto irrimediabilmente guasto. Caparbiamente, dopo un lungo e difficile restauro che lo rese nuovamente funzionante, lo

poté finalmente ricongiungere alla sua bella cassa, rimasta muta per secoli. La cassa dell’orologio, in stile architettonico, è in legno ebanizzato, con cimasa intagliata a forma di timpano, interrotto da una mezza conchiglia. Il quadrante rettangolare dell’orologio, con le ore traforate per consentire la lettura notturna, presenta uno splendido “rametto” dipinto ad olio, con una scena classica, probabilmente raffigurante il giudizio di Paride (o le tre Virtù teologali). Aprendo lo sportello frontale dell’orologio si accede all’interno della cassa dove veniva collocato il lumicino ad olio per la lettura delle ore di notte. Ne accresce il valore e ne aumenta la rarità il raffinato meccanismo ed il “campanello” dotato di suoneria ore e mezzore. Successivamente anche il dipinto su rame inserito sul quadrante dell’orologio è stato sottoposto ad un intervento di pulitura a cura della restauratrice Alessandra Cacace e, finalmente, il raro notturno di Pietro Campani ha trovato il suo posto tra le meraviglie da poter vedere al Museo Correale. Il notturno e tutta la collezione di orologi del Museo che quotidianamente necessitano “di corda” per poter funzionare, sono manutenuti grazie al paziente lavoro di Pier Paolo Abbisogno.

FOTO DI PIER PAOLO ABBISOGNO

Laura Cuomo

The insomnia of a Pope and the night clock of the Campani brothers

A rarity at the Correale Museum

The invention of the night clock is linked to the intriguing story surrounding its conception: it was Pope Alexander VII (1655-1667), who suffered from insomnia and was annoyed by the ticking of the clock in his bedroom, who commissioned Pier Tommaso Campani, a clockmaker of the Vatican, to create a clock that was silent and legible even in the middle of the night.

In the spring of 1656, the Campani brothers presented the Pope with a first prototype of a clock that responded to the request “I would like a clock that allows me to see the time even at night, a clock that does not require me to turn on a light to see the dial, a clock that does not produce noise in that rattling of wheels that keeps me awake all night”. It was a table clock, made silent by a regulating organ slowed by mercury and readable at night, thanks to an internal light that illuminated the perforated disk on which the hours were shaped: the first night clock in history had been invented and Pope Alexander VII was so pleased with it that he appointed the Campani brothers as clockmakers of the SS. Apostolic Chamber! The Campani brothers suddenly found themselves famous, but also overwhelmed with work due to the numerous orders coming from important clients. The fashion for night clocks spread not only in Italy but throughout Europe. Among the first illustrious clients of the Cam-

pani were the King of Spain Philip IV, King John Casimir I of Poland and the Grand Duke Ferdinand II of Tuscany. The sophisticated mechanisms of the nocturnes invented by the Campani brothers were usually placed inside wooden cases, generally made of ebony (or ebonized wood, which recalled - in their shapes - refined architectural volumes. Since the panels of the dials were painted on copper - often with subjects of allegorical or sacred inspiration - and the most important creations also included the insertion of polychrome inserts in hard stone or gilded bronze, the work of creating the cases was entrusted to various craftsmen consisting of cabinetmakers, sculptors, bronze workers and painters. We do not know how or when the Correales came into possession of one of the few examples of nocturne clocks made by the Pope’s clockmaker, whose paternity is confirmed by the inscription “Petrus Thomas Campanus Inventor Romae 1681” impressed on the mechanism. And we do not know when this clock stopped working... but, in 1999, during a restoration campaign of the entire collection of clocks of the Correale Museum, the specialized restorer Alessandra Mazzonis found the mechanism of the nocturne, put in storage because it was now considered irreparably broken. Stubbornly, after a long and difficult restoration that made it work again,

she was finally able to reunite it with its beautiful case, which had remained silent for centuries. The clock case, in architectural style, is made of ebonized wood, with a carved pediment in the shape of a tympanum, interrupted by a half shell. The rectangular dial of the clock, with the hours perforated to allow for night-time reading, features a splendid “branch” painted in oil, with a classical scene, probably depicting the Judgement of Paris (or the three theological Virtues). Opening the front door of the clock provides access to the inside of the case where the oil lamp was placed to read the hours at night. The refined mechanism and the “bell” with an hourly and half-hourly chime increase its value and increase its rarity.

Subsequently, the copper painting inserted on the clock dial was also subjected to a cleaning intervention by the restorer Alessandra Cacace and, finally, the rare nocturne by Pietro Campani has found its place among the wonders to be seen at the Correale Museum. The nocturne and the entire collection of clocks in the Museum that daily need “string” to function, are maintained thanks to the patient work of Pier Paolo Abbisogno.

Nella

chiesa benedettina di San Paolo a Sorrento, è attivo da alcuni anni il progetto “oRA ET LAboRA”.

Questa è un’iniziativa nata per soddisfare il desiderio di molti visitatori del nostro paese, i quali manifestano la loro volontà di osservare direttamente materiali, attrezzi e fasi lavorative necessarie per realizzare un prodotto intarsiato.

L’idea accolta con successo, consente anche di ammirare una mostra permanente di opere originali di tarsia, le quali dimostrano come ancora oggi sia possibile realizzare lavori all’altezza della nostra famosa tradizione.

In the Benedictine church of San Paolo in Sorrento, the project “Ora et LabOra” has been active for some years. This is an initiative born to satisfy the desire of many visitors to our country, who express their desire to directly observe materials, tools and work phases necessary to create an inlaid product. The idea, welcomed with success, also allows you to admire a permanent exhibition of original works of inlay, which demonstrate how even today it is possible to create works worthy of our famous tradition.

CENTRO STORICO DI SORRENTO

Via Parsano

Via degli Aranci

Via Sersale - Corso Italia

Via Pietà

Via Luigi de Maio

Piazza S. Antonino

Via S. Francesco

Piazza F. Saverio Gargiulo

Via Vittorio Veneto

Via Tasso - Via S. Nicola

Via 2° Traversa Fuoro

Via Fuoro - Via S. Cesareo

Piazza Tasso - Corso Italia

Le antiche mura

Delle cinta difensiva greca rimane la murazione esistente sotto il piano stradale della Porta Parsano Nuova, visibile in prossimità della Porta stessa.

Un altro rudere di dimensioni molto limitate, della murazione greca, oltre la Porta della Marina Grande, è il piccolo tratto della cortina occidentale, in località via Sopra le Mura. La città romana si sovrappose all’insediamento greco osservandone la pianta urbana e la stessa cinta muraria a grossi blocchi isodomici. Queste mura, rimasero a difesa di Sorrento durante tutta l’epoca medioevale. Il rifacimento di esse iniziò nel 1551, e fu completato soltanto nel 1561 dopo la tragica invasione dei Turchi.

Oggi la cinta di mura di Parsano è stata restaurata ed è visitabile tutti i giorni.

Chiesa dei Servi di Maria

In stile barocco, fu completata nel XVIII secolo. Sede della Congregazione dei Servi di Maria, conserva all’interno una statua lignea del Cristo Morto, di autore ignoto, che nel giorno del Venerdì Santo viene portato in processione dai confratelli, incappucciati in nero.

Cattedrale

In stile romanico, risale al XV secolo; dello stesso periodo è il portale laterale (1474), in moda rina-scimentale. La chiesa ospita tra l’altro tele di artisti della scuola napoletana del ‘700, un trono arcivescovile in marmi scelti (1573) ed un coro ligneo intarsiato opera di artigiani sorrentini dei primi del ‘900. Opere, sempre realizzate con la tecnica dell’intarsio, si possono ammirare all’interno come i quadri della Via Crucis o i tamburi dell’entrata principale e di quella laterale, opere recenti di giovani maestri intarsiatori.

Campanile del Duomo Episcopio

Di questo campanile è notevole la parte basamentale di età romanica, costruita forse intorno al secolo XI con tronchi di colonne di varie specie con capitelli ora classici ora bizantini, con basamenti di statue e con ogni sorta di frammenti marmorei. Nelle due arcate fortemente rialzate e nelle colonne disposte sugli spigoli si rileva il suo chiaro accento bizantino. Questa costruzione ha anche interesse per la storia urbanistica della città poichè i brevi spazi ad archi rialzati e la attigua volta su via Pietà, all’ingresso dell’episcopio, servirono per lungo tempo alle pubbliche riunioni prima che esse si svolgessero nell’interno del castello. La parte superiore del campanile fu se non edificato, assai probabilmente ridotta nell’attuale forma, intorno al XVI sec.

Casa quattrocentesca

Come unica e curiosa testimonianza locale derivante dall’influsso dei maestri toscani operanti in Napoli nella seconda metà del quattrocento, appartiene il palazzetto e la loggia in vivo Calantariaro con capitelli che ritroviamo in una scala napoletana in Via S. Arcangelo a Baiano, e quelli della cappella Pontano con la sola variante della foglia disposta in senso inverso.

Palazzo Correale (secolo XIV)

La facciata di questo palazzo mostra pregevoli bifore archiacute in tufo scuro, di varia forma e disegni, con archetti e rosono lobati. Ha un bellissimo finestrone con ogiva a sovrassesto che insiste su corti piedritti polistili sostenuti da mensolette e cimati da capitelli gotici a foglie d’acanto; nella chiave dell’arco è scolpita l’arme gentilizia. Il portale è quello caratteristico napoletano ad arco depresso con sagome durazzesco-catalane, che fu usato dalla fine del trecento a tutto il quattrocento.

Palazzo Veniero (secolo XIII)

Questo edificio, recentemente restaurato, è opera di eccezionale rarità e pregio poichè rappresenta un documento di quel gusto tardo bizantino ed arabo in una stesura forse unica per organica continuità compositiva. Le grandi finestre ad arco, tre per ogni piano, sono contornate da ampie fasce in tufo giallo e grigio; due più sottili fasce sottolinean, a guisa di marcapiano, i due ordini di finestre, e rotonde formelle, come piccoli rosoni, recanti al centro patere di maioliche, si alterano alle aperture con un contorno in lieve risalto sul fondo di intonaco. L’ornato dell’intarsio tufaceo svolge una successione di losanghe ad eccezione della finestra centrale il cui fregio segue un motivo a zig-zag.

Casa Correale in Piazza Tasso. Sulla piazza principale, anticamente chiamata largo del Castello, e precisamente nell’angolo in cui ha inizio via Pietà, si affaccia un altro palazzo della famiglia Correale. L’iscrizione sul cartiglio marmoreo del portale ha la data del 1768, ma si sa però che già nel XV secolo trovavasi lì una casa della stessa famiglia che venne poi totalmente trasformata dal rifacimento settecentesco.

Santuario della Madonna del Carmine

Ricostruita alla fine del ‘500 su una precedente e antica chiesa dedicata ai S. Martiri Sorrentini, la Chiesa è ad una sola navata. Sullo sfondo c’è l’antica immagine della Madonna, copia della Vergine Bruna di Napoli.

Si possono ammirare quadri di buona fattura di artisti del ‘600 e del ‘700 nonchè due artistici reliquiari in legno intarsiato del 1600.

Sedile di Porta (secolo XVI)

Nell’angolo che via S. Cesareo forma con Piazza Tasso, nel posto dove attualmente ha sede il circolo Sorrentino, trovavasi un secondo sedile, detto di Porta, perchè in origine eretto presso la porta maggiore della città nello spazio allora denominato Largo del Castello.

Dopo l’abolizione dei sedili fu ridotto prima a carcere poi a corpo di guardia per la milizia urbana e infine a luogo di convegno del circolo Sorrentino.

Basilica di S. Antonino

L’origine è riconducibile all’XI secolo, anche se già verso il IX secolo, esisteva in quel luogo un oratorio dedicato a S. Antonino. La chiesa presenta diversi elementi di spoglio, come i fusti delle colonne provenienti probabilmente, per la loro particolare uniformità, dal portico di una delle molte ville romane presenti nella zona.

Nella cripta, rifatta nel settecento, si osservano numerosi quadretti di ex voto, soprattutto di marinai.

Interessante è il presepe del settecento, della scuola di Sammartino, e il portale meridionale di forme bizantino-romaniche, risalente al X secolo.

Chiesa della Grazie

La chiesa cinquecentesca con l’annesso monastero di clausura di monache domenicane, fu donata dalla nobile sorrentina Bernardina Donnorso alla fine del ‘500.

La chiesa è ad una navata e conserva pregevoli opere di pittori meridionali operanti tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘700 come S. Buono, N. Malinconico, P. Caracciolo e B. Corenzio

Chiesa e

Chiostro S. Francesco

L’origine del monastero risale alla prima metà dell’VIII sec. L’architettura del chiostro presenta archi incrociati di tufo su due lati del portico espressione stilistica del tardo trecento, sostituiti sugli altri due lati da archi tondi su pilastri ottagonali.

Da notare infine, la presenza di vari elementi di spoglio, provenienti da templi pagani, come le tre colonne di angolo riusate funzionalmente. Accanto al convento è situata la chiesa di S. Francesco, che risale al XVI secolo. All’interno si può ammirare, nella prima delle tre cappelle di destra, una statua in legno, raffigurante il santo con il Cristo crocefisso, donata dalla famiglia Vulcano nel XVII secolo.

Casa del Tasso

A destra del tratto di strada, che da piazza F.S. Gargiulo porta alla piazza della Vittoria, si trova l’ingresso dell’Imperial Tramontano, che incorpora due camere, avanzo della casa in cui nel 1544 nacque Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata.

Chiesa e Monastero di San Paolo

La chiesa è annessa all’antico monastero delle monache benedettine risalente al nono secolo e ora sede di un Istituto scolastico. È costituita da una navata con volta a botte e lunette ed è ricca di decorazioni, stucchi e tele del settecento. Da notare il pavimento in maiolica su fondo di cotto, il piccolo campanile belvedere e la cupola maiolicata.

Chiesa del Rosario

già dei SS. Felice e Baccolo

Comunemente conosciuta come del SS. Rosario, sorse, probabilmente sotto l’impero di Costantino Magno (310), sui testi di un antico tempio pagano chiamato Pantheon e, fu cattedrale di Sorrento dal XII al XV secolo.

Casa di Cornelia Tasso

Al numero 11 di via S. Nicola, si trova la casa Fasulo, già Sersale (notevole il portale a bugnato e del balconcino) nella quale abitò Cornelia Tasso, sorella di Torquato e moglie di Marzio Sersale e che continuò a dimorarvi anche da vedova, coi figli Antonino e Alessandro. Nel luglio 1577 Torquato, fuggito dal castello di Ferrara, s’imbarcò a Gaeta e qui si presentò in veste di messaggero del poeta, e poi si rivelò. Partì per Roma. Nell’atrio, volta affrescata con stemmi e trofei militari e iscrizioni del 1615 che ricordano il Poeta.

Chiesa SS. Annunziata

L’origine di questa chiesa è antichissima: ma si ignora la data della sua fondazione. Fu probabilmente edificata sui ruderi del tempio dedicato alla dea Cibele. Dal 1391 in tale chiesa (acui era annesso un monastero) officiavano i Padri Agostiniani della Congregazione di S. Giovanni a Carbonara di Napoli. Nel 1811 la chiesa fu concessa a loro richiesta ai compatroni delle Cappelle, purchè si accollassero tutte le spese di mantenimento i quali aloro volta nel 1854 l’assegnarono definitivamente alla Congrega laica di S. Monica.

Sedile Dominova

Unica testimonianza rimasta in Campania degli antichi sedili nobiliari, risale al sec. XVI.

In forma quadrilatera, con due arcate ad angolo in piperno, che lasciano scoprire l’intero della cupola e i muri di fondo con affreschi del settecento. I pilastri e le arcate posistili, con i loro capitelli, sono di gusto arcaicizzante. La cupola seicentesca è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde.

La Sirena di Sorrento

Bimonte - House of Cameos and Coral Jewelry Via Padre Reginaldo Giuliani, 62 - Sorrento Via Fuoro, 62 - Sorrento

ABBIGLIAMENTO E

SORRENTO

Via P.R. Giuliani, 4/6 Tel. 081 878.13.70

SORRENTO

info@carmelacelentano.it www.carmelacelentano.it

Carmela Celentano

carmela_celentano

Vico S. Aniello

HISTORICAL CENTRE

. Via Parsano

Via degli Aranci

Via Sersale - Corso Italia

Via Pietà

Via Luigi de Maio

Piazza S. Antonino

Via S. Francesco

Piazza F. Saverio Gargiulo

Via Vittorio Veneto

Via Tasso - Via S. Nicola

Via 2° Traversa Fuoro

Via Fuoro - Via S. Cesareo

Piazza Tasso - Corso Italia

The old walls

The only part of the Greek defensive wall still remaining is under the road at the Porta Parsano Nuova (new Parsano Gate) and can be viewed close to the same door. Another ruin of the Greek wall other than that of the Marina Grande Gate and very limited in size is the small tract (just over three metres) of the western end located in via Sopra Le Mura. The Roman town was built over the Greek one following the same urban plan with walls of large isodomic blocks. These walls stood to defend Sorrento through the Middle Ages. Rebuilding began in 1551 and was only completed in 1561 after the tragic Turkish invasion. From 2010 the walls of Parsano has been restored and it’s possible to visit everyday.

Church of the Servants of Mary

In Baroque style this church was completed in the XVIII century. The site of the congregation of the servants of Maria, it conserves inside a wooden statue of the dead Christ, by an unknown sculptor which is carried during the Good Friday procession by confratemity members in black robes and hoods.

Cathedral

In Romanic style it dates to the XVth century; the side door is from the same period (1474) and in Renaissance style. Amongst other things the church houses paintings by artists from the Neapolitan school of the 1700s, an archibishops throne in fine marbles (1573) and a wooden marquetry work of Sorrentine craftsmen of the beginning of the 19th century. Works of art always made by using the marquetry technique can be admired in the interior, such as the pictures of the stations of the Cross or the wooden panels of the main and side entrance. These are all works of recent young masters of marquetry art.

Cathedral Belltower Bishop’s Palace

Noteworthy is the belltower’s base from the Romanic era probably built around the VIth century with various types of trunks of columns, alternating classic and Byzantine capitals with a base of statues and every type of marble fragments. In the two highly raised arches and on the columns placed at the corners its clearly Byzantine accent can be noted. This construction is important to the town’s urban history since the small spaces under the raised arches and adjoining bend onto Via Pietà at the beginning of the Bishop’s Palace were used for years for public gatherings before these were held inside the castle. The upper part of the tower was either rebuilt or at least greatly reduced to its present size around the XVth century.

Fifteenth Century House

The only curious examples of local architecture deriving from the influx of Tuscan experts working in Naples in the second half of the 1400s are the small building with lodge in Vico Galantarario, the capitals which can be found in a Neapolitan staircase in Via S. Arcangelo a Baiano and those of the Pontano Chapel with the only variation of leaf placed inside out.

Correale Palace (XIVth century)

The facade of this building exhibits valuable acute-arched mullioned windows in dark tufo in various shapes and designs, with small arches and lobed rosewindows. There is a beautiful large window with an overhanging pointed arch which rests on polystyle piers upheld by corbers and crowned by Gothic capitals of acanthus leaves, in the keystone of the arch the coatof-arms is incised. The portal is characteristically Neapolitan -a depressed arch with Durazzesque Catalan patterns and was used from the end of the 1300s all through the 1400s.

Veniero Palace (XIIIth century)

Th is building is of exceptional rarity and worth as it represents the late Byzantine and Arab taste uniquelly drafted in compositive organic continuity. The three large arched windows on each floor are surrounded by wide fillet in grey and yellow tufo, two narrower fillet, used ad floor markers underline the two rows of windows and round tiles, like small rosewindows with majolica paterae in the centre alternate at the apertures with a slightly raised contour at the base of theplaster. The inlaid tufo decoration develops a succession of lozenges with the exception of the central window whose frieze follows a zig-zag motif.

The Correale House in the Tasso Square

In the main square, once called largo of the castle, exactly at the corner where Via Pietà begins another Correale Palace is located. The inscription on the portal’s marble scroll ornament bears the date 1768 but it is known that as early as the XVth century a house belonging to this family stood here and was later totally transformed by the 17th century reconstruction.

Sanctuary of Carmine

(St. Mary of Carmelo)

Reconstructed at the end of the 15th century, on the remains of a previous ancient Church dedicated to the sacred sorrentine Martyrs, the Church of Carmine has only a single nave. At the far end there is an ancient impression of Mary, the Madonna, which is a copy of the Drk skinned Virgin of the Church dedicated to the same Saint in Naples. Once can admire paintings of good quality of artists of the 16th and 17th centuries, as well as two artistic gilded wooden bone containers of Saints which date back to the 16th century.

Porta Seat (XVIth century)

In the corner which Via S. Cesareo forms with the Tasso Square where the Sorrentine club is now located there once stood a second Seat called Porta because it was originally built near the city’s main gate in the area then called Largo del Castello. After the abolition of the seats it was first turned into a prison and then a guard-house for the urban militia and finally a meeting place for the Sorrentine club.

Basilica of St. Antonino

Its origin dates to the XIth century although there was already an oratory dedicated to St. Antonino here in the IXth century. The church presents various elements of plunder such as the column shafts which for their particular uniformity probably come from the portico of one of the many Roman villas present in the area. In the crypt, rebuilt in the 1700s, numerous exvoto paintings, mainly of sailors can be observed. Of interest are the XVIIIth century Crib from the Sammartino school and the southern portail in Byzantine-Romanic form dating to the IXth century.

The Church of St. Mary of the Miracles (S. Maria delle Grazie)

The fifteenth century Church which includes a convent of a closed order of Dominican Nuns, was founded by the nobile sorrentine Lady Berardina Donnorso at the end of the 15th century. The church has a single nave and treasures esteemed works of southern italian painters who painted in the period between the end of the 15th and beginning of the 17th centuries, such as S. Buono, M. Malinconico, P. Caracciolo and B. Corenzio.

Church and Cloister of St. Francis

The monastery’s origin dates to the first half of the VIIIth century. The cloister’s architecture presents crossed arches in tufo on two sides of the portico, expressing the style of the late 1300s and substituted on the other two sides by round arches on octagonal pilasters. Various elements of pillage are present as in the three corner columns reutilized functionally after being taken from pagan temples. Next to the convent is the church of St. Francis which dates to the XVIth century. Inside, in the first of the three chapels on the right a wooden statue depicting the saint with Christ on the cross can be admired. It was donated by the Vulcano family in the XVIIth century.

House of Tasso

On the right of the road which from the F. S. Gargiulo Square leads to the Vittoria Square is the entrance to the Imperial Tramontano which incorporates two rooms left from the house where Torquato Tasso, author of Jerusalem Liberated, was born in 1544.

Church and Monastery of St. Paul

The church is attached to the old monastery of Benedectine nuns of St. Paul dating to IXcentury. It consist of one aisle with circular vault and lunettes and is enriched by paintings and a maiolica floor over brickwork.

Also noteworthy is the small belvedere belltower and the cupola in maiolica.

Church of the Rosary, formetly of Saint Felice and Baccolo

Commonly referred to as the St. Rosary it was probably built under the empire of Constantine the Great (310) over the remains of an old pagan temple called pantheon. It was Sorrento’s cathedral from the XIIth to the XVth century.

House of Cornelia Tasso

At number 11 Via S. Nicola is the Fasulo House, once the Sersale House (noteworthy the ashlar-work portico and pretty little balcony).

Cornelia Tasso, Torquato’s sister and Marzio Sersale’s wife lived here, and continued to after she was widowed with her sons Antonino and Alessandro.

In July 1577 Torquato escaped from the castle of Ferrara and embarked at Gaeta to present himself here disguised as the poet’s messenger later revealing his true identity. He stayed with his sister until December, then left for Rome. In the entrance hall is a vault decorated with stems, military trophies and inscriptions from 1615 in memory of the poet.

Church of Annunciation

The origin of this church is antique althiugh the date of its foundation is not known. It was probably built on the remains of the temple dedicated to the godess Cybele. From 1391 in this church (which was adjoined to a monastery) the Agostinian fathers of the congregation of St John in Carbonara from Naples officiated.

The church was conceded by their request in 1811 to the co-patrons of the Chapels on condition that they took on all maintenance expenses.

They, in turn, granted definitely to the lay congregation of St Monica in 1854.

Dominova Seat

This the only remaining testimony in Campania of the old noble seats and dates to the WXIth century.

It has a quadrilateral form with two corner arches in piperno (lava) permitting the view of the interior of the cupola and the end walls with 18th century frescoes.

The pilasters and polystyle arches with their capotals are in archaic style.

The 17th century cupola is formed by green and yellow majolica roof-tiles.

IL MIELE E IL PAESAGGIO IN PENISOLA SORRENTINA

Tra i cigli fioriti di Vigliano e le creste del Monte San Costanzo, tra i colli di Piano di Sorrento e le alture del Faito, il paesaggio della Penisola Sorrentina si offre come un mosaico odoroso di agrumi, erbe spontanee e piante mediterranee. È un territorio dove le api trovano ancora pascoli floreali ricchi e incontaminati, e dove l’antica pratica dell’apicoltura si intreccia con la storia agricola, la memoria dei luoghi e una nuova sensibilità ecologica.

Qui le api seguono il ritmo delle stagioni e delle fioriture: dai limoneti affacciati sul mare alle ginestre selvatiche, dal rosmarino ai castagni dell’entroterra. Il miele che ne deriva è un prodotto vivo, mutevole e irripetibile, perché raccoglie in sé le variazioni botaniche del territorio. Ogni tipo di miele – millefiori, castagno, melata – è un distillato di paesaggio, una geografia commestibile. Un cucchiaino può raccontare di ginestre, corbezzoli, erica o piante spontanee. L’apicoltura, in questo senso, è un dialogo profondo con la natura, una pratica che intreccia geografia, botanica e memoria, cioè conoscenza e custodia della biodiversità.

Questa dimensione narrativa del miele è antica quanto l’umanità. Non è solo un alimento: è un oggetto culturale, carico di simboli, usi e riti. Le prime testimonianze dell’uso rituale e medico del miele risalgono al Neolitico: celebri sono le pitture rupestri della Cueva de la Araña (Spagna, ca. 6000 a.C.), dove una figura raccoglie miele da un alveare naturale.

Nell’Egitto faraonico, il miele era offerto agli dèi, usato per imbalsamare i corpi e impiegato nella medicina. I papiri di Ebers e di Kahun (XVI-XV sec. a.C.) ne descrivono le proprietà antisettiche e lenitive. In alcune tombe furono ritrovati vasi sigillati contenenti miele ancora intatto, a conferma della sua capacità di conservazione. Anche nella Grecia antica, dove le api erano consacrate ad Artemide e Demetra, il miele aveva valore simbolico e terapeutico: bevande rituali a base di miele, vino e latte erano offerte agli dei e ai defunti. Nella Bibbia, la “terra promessa” è quella dove scorrono “latte e miele”, immagine potente di abbondanza. Ma anche nell’Impero romano il miele era ovunque: in cucina, nei rimedi medici, nei culti, come attestano Apicio e Plinio il Vecchio. L’importanza simbolica e concreta del miele è viva ancora oggi, come mostrano locuzioni comuni – su tutte la “luna di miele” – che evocano dolcezza e fecondità. Ma attualmente il miele assume un significato ancor più urgente: quello del valore ecologico delle api. Organismi sociali complessi, simboli di cooperazione e ingegno, le api sono anche indicatori ambientali: là dove prosperano, l’ecosistema è sano; dove scompaiono, qualcosa si è spezzato. Ecco perché, lungo i sentieri della Baia di Ieranto o tra gli ulivi secolari delle colline peninsulari, l’apicoltura non è solo una tradizione o un’attività economica, ma una pratica di resistenza ecologica, una forma concreta di cura del paesaggio.

Honey and the landscape.

Flowers, symbols and biodiversity in the Sorrento Peninsula

Between the flowered edges of Vigliano and the crests of Monte San Costanzo, between the hills of Piano di Sorrento and the heights of Faito, the landscape of the Sorrento Peninsula offers itself as a fragrant mosaic of citrus fruits, wild herbs and Mediterranean plants. It is a territory where bees still find rich and uncontaminated floral pastures, and where the ancient practice of beekeeping is intertwined with agricultural history, the memory of places and a new ecological sensitivity. Here the bees follow the rhythm of the seasons and the blooms: from the lemon groves overlooking the sea to the wild brooms, from rosemary to the chestnut trees of the hinterland. The honey that comes from this is a living, changing and unrepeatable product, because it collects within itself the botanical variations of the territory. Every type of honey – wildflower, chestnut, honeydew – is a distillate of landscape, an edible geography. A teaspoon can tell of broom, strawberry trees, heather or spontaneous plants. Beekeeping, in this sense, is a profound dialogue with nature, a practice that intertwines geography, botany and memory, that is, knowledge and protection of biodiversity.

This narrative dimension of honey is as old as humanity. It is not just a food: it is a cultural object, full of symbols, uses and rites. The first evidence of the ritual and medical use of honey dates back to the Neolithic: famous are the cave paintings of the Cueva de la Araña (Spain, ca. 6000 BC), where a figure collects honey from a natural hive.

In Pharaonic Egypt, honey was offered to the gods, used to embalm bodies and employed in medicine. The Ebers and Kahun papyri (16th-15th century BC) describe its antiseptic and soothing properties. Sealed jars containing intact honey were found in some tombs, confirming its ability to preserve. Even in ancient Greece, where bees were consecrated to Artemis and Demeter, honey had a symbolic and therapeutic value: ritual drinks based on honey, wine and milk were offered to the gods and the dead. In the Bible, the “promised land” is where “milk and honey” flow, a powerful image of abundance. But even in the Roman Empire, honey was everywhere: in the kitchen, in medical remedies, in cults, as Apicius and Pliny the Elder attest. The symbolic and concrete importance of honey is still alive today, as shown by common expressions – above all the “honeymoon” – which evoke sweetness and fertility. But honey currently takes on an even more urgent meaning: that of the ecological value of bees. Complex social organisms, symbols of cooperation and ingenuity, bees are also environmental indicators: where they thrive, the ecosystem is healthy; where they disappear, something has broken. This is why, along the paths of the Ieranto Bay or among the centuries-old olive trees of the peninsular hills, beekeeping is not just a tradition or an economic activity, but a practice of ecological resistance, a concrete form of landscape care.

E LA LUCE DEL GOLFO

Ogni

anno, il 14 febbraio, Sorrento si ferma.

La città si stringe intorno al suo patrono, Sant’Antonino Abate, in un rito collettivo che unisce fede e appartenenza, emozione e memoria. È un giorno che segna il calendario non solo liturgico, ma anche affettivo e identitario: la processione, la folla, le bancarelle, le mani che sfiorano la cripta, i bambini con le bandierine e i vecchi che raccontano i miracoli di un tempo. In quel momento, tutto sembra dire: «Non siamo soli».

A questo straordinario legame, Raffaele Mellino e Giovanni Gugg hanno voluto dedicare un piccolo libro, illustrato dal primo e scritto dal secondo, intitolato Sant’Antonino e la luce del Golfo. Non si tratta di un’agiografia né di un saggio storico, ma di un racconto per parole e immagini che cerca di restituire la complessità simbolica di una figura capace di tenere insieme il mare e la terra, la paura e la speranza, la fede e la vita quotidiana. Mellino, artista visionario, ha dipinto una grande tavola in cui ogni dettaglio è carico di significato: la balena del miracolo, il bambino salvato, il demonio sconfitto, il monte Faito, la Basilica, il mare azzurro solcato da vele. Non è solo una scena religiosa, ma una vera e propria geografia spirituale, in cui il paesaggio della Penisola si carica di senso, memoria e devozione. Il santo appare come figura ponte tra opposti, custode silenzioso di chi affronta le onde del mare o quelle dell’anima.

Nel suo testo, Gugg ha intrecciato ricerca antropologica, racconti orali, ex voto, leggende locali e riferimenti teologici, dando voce a una devozione che non è mai scontata, ma sempre vissuta, partecipata, rinnovata. Ne emerge il ritratto di un patrono che non è soltanto oggetto di culto, ma soggetto collettivo: incarnazione di una città che si riconosce nei gesti e nei racconti, nella fede e nelle fragilità. Un santo che protegge i pescatori, ma anche i contadini, che veglia sul mare e benedice i limoneti, che consola nel dolore e guida nella rinascita.

Il libro, nato da un dialogo tra discipline e sensibilità diverse, è anche un omaggio al paesaggio umano e spirituale della Penisola Sorrentina: una terra che custodisce la propria identità non solo nei monumenti, ma nei racconti condivisi, nei riti ciclici, nei simboli vivi che attraversano le generazioni.

Nel 2025, ricorre il 1400° anniversario della morte di Sant’Antonino, avvenuta – secondo la tradizione – nell’anno 625. Questo libro vuole essere anche un segno tangibile di quella lunga fedeltà che unisce da secoli il popolo sorrentino al suo protettore: non un ricordo del passato, ma una luce che ancora illumina il presente.

E allora, come recita un detto popolare, «’o sole torna pe’ ’e marine» ogni volta che la sua statua attraversa la città. Perché dove c’è luce, c’è anche memoria. E dove c’è memoria, c’è comunità.

G IOVA nn I G UGG Antropologo culturale, è docente di Antropologia Urbana presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Napoli “Federico II” e collabora con varie università europee (soprattutto ParisNanterre in Francia e Cluj in Romania). Le sue ricerche si concentrano sulla relazione tra comunità umane e ambiente, con particolare attenzione ai territori a rischio e alle risposte culturali alle crisi. Ha condotto studi approfonditi sull’area sorrentina e vesuviana e sulle pratiche rituali legate a eventi catastrofici. Tra le sue pubblicazioni più recenti, il libro “Crisi e riti della contemporaneità” (2023) e i saggi “L’ex-voto mancante” (2023), “L’Archange migrant” (2025).

R AFFAELE M ELLI nO Artista e illustratore originario di Massa Lubrense, già docente di discipline pittoriche e autore di opere che fondono elementi mitologici, paesaggistici e simbolici, ispirati alla cultura e alla spiritualità della Costiera Sorrentino-Amalfitana. Le sue creazioni, realizzate su ceramica, tela e carta a mano di Amalfi, sono state esposte in diverse mostre, meritandosi la definizione di “cantore delle Sirene” per la sua capacità di evocare l’anima del territorio attraverso l’arte.

C4

ITINERARI

PUNTA CAMPANELLA

SORRENTO, LA TERRA DELLE SIRENE

ricorda ancora il mito greco della leggenda di Ulisse, della presenza di abili marinai e grandi commercianti e della posizione strategica della Penisola Sorrentina nella storia.

Le grandi civiltà vissero questi luoghi, le abitarono per commerciare, data la sua posizione al centro del Mediterraneo ed ebbero contatti con le popolazioni locali influenzandone la conoscenza e la cultura.

A ricordo della leggenda delle Sirene ci sono molti luoghi che sono veri e propri simboli. Il primo è il gruppo delle tre isole dei Galli, posti al largo di Positano, nel del golfo di Salerno. Queste tre piccole isole, anticamente chiamate Sirenusse, ricordano le tre sirene che, dopo essere state sconfitte da Ulisse, si tuffarono in acqua per trasformarsi in tre rocce. Attualmente ancora ricordiamo i loro nomi in tre luoghi lungo le coste del sud italia come Terina per Ligea, Punta Licosa per Leucosia e Napoli, la Nea Polis, dove ancora si utilizza l’aggettivo Partenopeo a ricordo della sirena Partenope.

Un altro luogo interessante è Punta della Campanella, dove era situato un tempio greco dedicato ad Athena e, forse, un tempio dedicato alle Sirene. Per raggiungere l’estremità del promontorio si percorrono vari itinerari. Il più facile è quello di seguire la strada che parte da Termini e, dopo circa 30 minuti,

si raggiunge l’antica torre medievale costruita nello stesso posto del tempio ( nella malta utilizzata per la costruzione ancora affiorano antichi pezzi di vaso).

L’itinerario da Sorrento dura circa quattro ore.

Dal centro della città si prende la direzione verso Capodimonte, Montecorbo, Priora, S. Francesco, Massa Lubrense, Schiazzano, Termini.

L’escursione è facile , si percorrono territori dedicati alla coltivazione di limoni e olivi dove, spesso, ci sono contadini al lavoro che porgono un frutto ed un sorriso al passante, insomma, si scopre una parte bella della Penisola Sorrentina.

Giunti a Massa Lubrense si consiglia una visita alla città ed una sosta rigeneratrice in una buona pasticceria.

Si riprende il cammino in direzione di Termini, dove parte il percorso verso la Punta della Campanella tra vegetazione spontanea e Macchia mediterranea, tra il mare azzurro dei due golfi e la vista dell’isola di Capri.

Il nome di questo luogo è legato ad una leggenda sorrentina, quando i turchi, dopo aver attaccato la costa, dovettero gettare in mare la campana di

S.Antonino per poter proseguire la loro rotta di ritorno verso casa.

Dice la leggenda che la campa-

na si sente suonare ogni giorno della celebrazione del Santo quindi ci vediamo lì il prossimo 14 febbraio, chissà ?!

LI GALLI (ph G. Capodilupo)
CAPRI DA PUnTA CAMPAnELLA (ph Nino Aversa)

Punta Campanella

SORRENTO,

THE LAND OF THE SIRENS

still remembers the Greek myth of the legend of Ulysses, of the presence of skilled and great sailors traders and the strategic position of the Sorrento Peninsula in history.

The great civilizations lived these places, they lived in them to trade, given its position at the center of the Mediterranean and had contacts with local populations influencing their knowledge and culture. In memory of the legend of the Sirens there are many places that are true symbols. The first is the group of the three Galli islands, located off of Positano, in the Gulf of Salerno. These three little islands, formerly called Sirenuse, they recall the three sirens

that later having been defeated by Ulysses, they dived into the water for turn into three rocks. Currently we still remember their names in three places along the coasts of southern Italy like Terina per Ligea, Punta Licosa for Leucosia and Naples, the Nea Polis, where it is still uses the adjective “Partenopeo” in memory of the siren Partenope. Another interesting place is Punta della Campanella, where it was located a Greek temple dedicated to Athena and, perhaps, a temple dedicated to the Sirens. To reach the end of the promontory, there are various paths routes. The easiest is to follow the road that starts from Termini and, after about 30 minutes, you reach the ancient medieval tower built in the same place as the temple (in the mortar used for the construction still emerge ancient pieces of vase). The itinerary from Sorrento lasts about four hours. From the center of the city takes the direction towards Capodimonte, Montecorbo, Priora, S. Francesco, Mas-

sa Lubrense, Schiazzano, Termini. The excursion is easy, you will travel through areas dedicated to cultivation of lemons and olives where, often, there are farmers at the work that give a fruit and a smile to the passerby, in short, yes discovers a beautiful part of the Sorrento Peninsula. Once in Massa Lubrense we recommend a visit to the city and one regenerative break in a good pastry shop.

We continue the journey in the direction of Termini, where the route starts towards the Punta della Campanella between spontaneous vegetation and Macchia Mediterranean, between the blue sea of the two gulfs and the view of the island of Capri.

The name of this place is linked to a legend of Sorrento, when Turks, having attacked the coast, had to throw the sea into the sea bell of S. Antonino to be able to continue their return route homeward.

The legend says that the bell is heard playing the day of the celebration of the Saint on February 14th.

Sorrento - Via San Renato, 17 info@cambiopronto.it cel 3339977738 tel 0813622004

- luglio 2025 - Anno

Piano di Sorrento la rassegna di eventi estivi: musica, libri, teatro, danza, concerti, cinema, cabaret e tante iniziative.

Musica, libri, teatro, danza. Ma anche poesia, cabaret, concerti, cinema, gastronomia. Tutto questo è “Estate Blu 2025-Davanti al Golfo di Surriento”, la rassegna estiva a cura dell’Amministrazione Comunale di Piano di Sorrento che si terrà in Città fino al 27 settembre.

Gli eventi, sempre con ingresso gratuito, si svolgono tra Villa Fondi, Piazza Cota, Marina di Cassano, Ripa di Cassano e toccheranno diversi borghi cittadini. Novità assoluta di quest’estate in Città è il Festival Internazionale del Giornalismo e del Libro d’Inchiesta (V edizione) con quattro serate a Villa Fondi: dopo il primo appuntamento il 9 giugno con l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, sul suo libro “Trump-La Rivincita”, ospite d’eccezione il 23 giugno il procuratore di Napoli Nicola Gratteri e, il 28 luglio, sarà ospite Luigi de Magistris autore del saggio-inchiesta “Poteri Occulti” (Fazi editore): ultimo evento il 25 agosto con Alessandro Di Battista con il suo lavoro, “Democrazia deviata” (Paper First).

Nella rassegna appuntamenti dell’estate “made in Piano di Sorrento”. Dal Premio Amarena a cura dell’Associazione Archimede all’Accademia

della Napoletanità di Amedeo Colella, dagli Incontri internazionali del Folklore alla rassegna “I concerti di Villa Fondi” della SCS, dalla rassegna teatrale “Maschere estive” alla carrellata di “Corti in Villa”, passando ai consueti appuntamenti musicali con “Note di stelle” e il concerto all’alba del 15 agosto fino a Incontri di Vini Campani.

Senza dimenticare la cerimonia d’assegnazione della Bandiera Blu, le serate con importanti artisti e scrittori sulla terrazza di Villa Fondi, gli appuntamenti con le scuole di danza del territorio e due spettacoli di cabaret in Piazza Cota e tanto altro ancora.

Salvatore dare Portavoce del Sindaco di Piano di Sorrento

D10

NOBILDONNE SORRENTINE

DIANA FALANGOLA, L’AMORE SEGRETO DI DON GIOVANNI D’AUSTRIA

Dopo la battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, vinta dalla flotta cristiana contro i turchi, Don Giovanni d’Austria, figlio dell’imperatore Carlo V e fratello del re di Spagna Filippo II rientrò a Messina dove fu accolto con tutti gli onori riservati al trionfatore. Qui ciascuno dei partecipanti alla ‘Lega Santa’, voluta dal Papa Pio V, fece vela per i porti di provenienza. I sorrentini che avevano partecipato alla battaglia furono accolti in patria con grandi onori. Attraverso il valico di Alberi un lungo corteo giunsero a Sorrento: c’erano Giacomo Teodoro, Annibale Brancia, Vespasiono Sersale; Pietro Mastellone del Piano, Giuseppe Fontana di Massa, Orazio di Gennaro di Vico, Bernardino Falangola luogotenente di Nicolò Sanseverino. Solo un anno dopo il condottiero Giovanni D’Austria entrò a Napoli dove per la gratitudine di quella vittoria gli furono riservati trionfali onori con cortei, tornei e giubilo di popolo. Fu in quella occasione che avvenne l’incontro fra il giovane condottiero e la fanciulla sorrentina Diana Falangola. Lui venticinque anni e lei appena diciassette. Ecco come lo ricostruisce Bartolommeo Capasso nel 1866: “Egli era commosso da quelle allegre dimostrazioni del popolo, e guardava con crescente interesse le vaghe donzelle, che versavano sul suo passaggio fiori ed applausi. Quando ecco in un punto egli fu colpito allo aspetto di una fanciulla di sedici anni; bella come una delle più graziose figure uscite dal pennello del Correggio, che da un balcone fissavalo con una tale ingenua ammirazione da vincere qualunque più entusiastico applauso. Il principe, che salutava più cortesemente del solito, fu visto allora dire qualche cosa nell’orecchio del suo segretario, indicando il balcone dove era la giovinetta. Quella bellissima fanciulla era Diana Falangola che allora trovavansi in Napoli, ed era accorsa a vedere il ritorno dell’ armata vincitrice e dei parenti, che in quella avevano avuto parte. Qualche mese dopo si facevano giuochi e tornei nella piazza dell’Incoronata. La sciarpa che in quella occasione cingeva il

fianco del principe, era rossa e verde. Erano questi i colori della famiglia Falangola; poiché l’amore del giovane principe aveva trionfato sulla ritrosia di Diana”. Non traggano in inganno le parole del Capasso giacché la vaga donzella, benché giovanissima e ritrosa, aveva maturato esperienze tutt’altro che ingenue; infatti solo pochi giorni prima dei festeggiamenti era stata rimessa in libertà dopo una condanna per adulterio che voci insistenti volevano consumato proprio col viceré, il cardinale Antoine Perrenot de Granvelle. Diana era nata a Sorrento nel 1555 da Scipione e Camilla De Gennaro. La nobile famiglia Falangola, di origine amalfitana, era passata a Sorrento nel XIV secolo ascritta al sedile di Porta nei cui pressi, in via San Cesareo, aveva la sua sontuosa dimora. Ben collegata alla nobiltà napoletana nell’orbita della famiglia Sanseverino ha avuto nella sua storia tre Cavalieri di Malta, vescovi, magistrati, governatori e alti gradi militari.

Oltre a due feudi aveva estesi possedimenti anche in penisola sorrentina, infatti la litografia seicentesca con cui il Pacicchelli nel 1702 mostra il ‘Piano di Sor-

Antonino de Angelis

rento’ è dedicata a “ D. Vincenzo, D. Urso e D. Mario Falangola”. Nel 1656 un Fra Bernardo Falangola, che vive in luogo San Filippo nel villaggio di Sant’Agnello (angolo via Angri), riceve in donazione da Giulio Gargiulo un terreno in via Armieri. Il 15 ottobre 1656 prende il possesso di una grotta da Antonio d’Aponte, nel 1662 prende l’usufrutto di un fondo in Maiano. Ma torniamo a Diana. Da quell’incontro la fanciulla restò incinta di Don Giovanni il quale presto si attivò per tenere segreto il frutto della loro relazione. Nel febbraio del 1573 rinchiuse Diana nel convento napoletano di Santa Patrizia dove trascorse tutta la gravidanza. Intanto il duca comunicava a sua sorella, la duchessa di Parma Margherita, la prossima nascita di un figlio con queste parole: “ “Signora, si metta a ridere ricevendo la presente, giacché, quantunque pieno di confusione, mi sento disposto a ridere anch’io […] Fra un mese mi troverò padre di figlio quale sono, padre confuso e vergognoso, dico vergognoso, inquantoché è una celia l’aver io dei figli. La supplico dunque con ogni istanza di farmi la gra-

zia d’addossarsi questa nuova cura e seccatura, colla possibile precauzione e segretezza”. Il tenore della lettera fa intendere quanto la previsione di un figlio fosse per lui solo un incidente, una “seccatura” indesiderata da custodire con la massima riservatezza. L’11 settembre nasceva una bambina a cui fu imposto il nome di Giovanna; un mese dopo la bambina era stata già trasferita a L’Aquila in casa della sorella Margherita. In verità il padre seguì con zelo, e forse con amore, sua figlia giacché oltre a dargli il suo nome fece di tutto per farla riconoscere fra i membri della famiglia reale. Fu messa nel monastero di Santa Chiara da cui in assenza di una vocazione vera fu data in sposa al nobile siciliano Francesco Branciforte dei principi di Pietraperzia e Butera. Dopo la nascita della piccola Giovanna l’interesse di Don Giovanni per Diana svanì e la sua sorte fu quella di tutti gli amori segreti: la clausura in un monastero di monache. Poi, anche per lei, il matrimonio di convenienza con Pompeo Piccolomini da cui ebbe molti figli. Di lei, emarginata anche dalla sua famiglia, si saprà poco; suo fratello Bernardino, che era stato a Lepanto sotto le insegne dei Sanseverino di Bisignano, la cercò a lungo allo scopo di lavare nel sangue l’onta impressa sull’onore della famiglia.

A Sorrento i fasti della famiglia Falangola li troviamo incisi su due lapidi marmoree collocate, la prima del 1698, nella chiesa del Carmine in Piazza Tasso dedicata al cavaliere di Malta Nicola Falangola; la seconda, dettata dal canonico Teodoro Falangola, è nella chiesa di San Francesco posta nel 1706 nel pavimento della cappella Falangola dove furono tumulati alcuni esponenti del nobile casato. La lapide ricorda le gesta militari della famiglia durante la seconda metà del XVI secolo; è presente fra gli altri il nome di Bernardino figlio di Scipione e fratello di Diana, eroe della battaglia di Lepanto. La lapide non riporta il nome della sorella e la storia non si occuperà più di Diana sebbene in quegli anni lei abbia fatto molto parlare di se. Di lei fra i posteri sopravviverà solo il mito della sua straordinaria bellezza e l’idea romantica del suo “grande amore” per l’indomito condottiero di una storica battaglia.

OMAGGIO A VARENNE LEGGENDA DEL TROTTO

Una serata speciale a Sant’Agata sui Due Golfi per celebrare il mito dello sport e ricordare il giornalista Francesco Degni

Lunedì 4 agosto prossimo, alle ore 20.30, la piazza di Sant’Agata sui Due Golfi si trasformerà in un palcoscenico di emozioni e memoria sportiva per il Prologo del Premio Salvatore Di Giacomo, promosso dalla Pro Loco Due Golfi, presieduta da Donato Iaccarino, con il patrocinio dell’Ussi, presieduta da Gianfranco Coppola. L’edizione di quest’anno riserva un’attenzione particolare alla sezione dedicata al giornalista sportivo Francesco Degni, con un evento che rende omaggio a una leggenda assoluta dell’ippica mondiale: Varenne, il trottatore più vincente e amato di tutti i tempi.

Soprannominato “Il Capitano”, Varenne non è stato solo un cavallo da corsa, ma un simbolo di eccellenza sportiva, determinazione e talento purissimo. Con un palmarès straordinario – 62 vittorie su 73 corse dispu-

tate, tra cui il Prix d’Amérique, l’Elitloppet e il Gran Premio della Lotteria – Varenne ha infiammato i cuori di milioni di appassionati, diventando ambasciatore di uno sport troppo spesso sottovalutato.

A raccontarne la storia e l’eredità sarà Daniele Giordano, figlio di Enzo Giordano, il compianto proprietario che credette nel campione sin dai primi passi. Il racconto del figlio restituirà al pubblico l’intimità di un’avventura straordinaria fatta di passione, sacrificio e visione. Interverrà anche Dario De Angelis, l’allevatore che ospita attualmente Varenne a Eboli. Nel corso della serata, condotta da Peppe Iannicelli, verranno premiati due grandi firme del giornalismo sportivo italiano: Franco Esposito, decano della cronaca sportiva e autore di numerosi volumi sul calcio, sull’ippica e l’atletica leggera, inviato

https://www.latujarelaisduparc.com/

de Il Mattino e del Corriere dello Sport, e Giovanni Bruno, volto storico di Sky Sport, che ha accompagnato con competenza e passione le vicende dello sport italiano e internazionale negli ultimi decenni, come direttore di Raisport, Sport Mediaset e Sky. L’evento, che ha suscitato l’entusiasmo di Alfonso Iaccarino, patron del ristorante stellato Don Alfonso 1890, si preannuncia come un’occasione unica per rivivere pagine indimenticabili dello sport, ma anche per riflettere sull’importanza del raccon-

to sportivo come patrimonio culturale. La cornice suggestiva di Sant’Agata, tra i due Golfi di Napoli e Salerno, renderà la serata ancora più speciale, unendo in un solo momento bellezza, memoria e gratitudine. Il Premio Salvatore Di Giacomo, intitolato al poeta simbolo della Penisola Sorrentina, si conferma così non solo come rassegna letteraria e artistica, ma anche come spazio vivo di confronto tra generazioni e linguaggi, tra sport e cultura, tra memoria e attualità.

BOUTIQUE HOTEL LA TUJA.

UnA

nUOVA PERLA DELLA RICETTIVITA’ TURISTICA In PEnISOLA SORREnTInA.

LaTuja è una storica residenza di famiglia,dallo scorso mese di aprile, ha aperto le porte dell’ospitalità con undici suites da sogno.

Una dimora di charme con camere dal respiro provenzale. Sospesa a cento metri sul livello del mare, in località Seiano di Vico Equense, la “Tuja – relais du parc 1832” domina un pianoro cesellato da muri in tufo e nastri di verde che si affacciano sul golfo di Napoli. Nata come parte della vasta “Dimora di Matignano” dei nobili Cilento di Napoli, la villa vide i fasti mondani dell’Ottocento: feste, ricevimenti e ospiti illustri attratti dalla vista mozzafiato e dal rigoglioso parco che ancora oggi le conferisce il fascino dell’“Orto Botanico” partenopeo. Dopo le vicende belliche del primo Novecento, il complesso passò al Seminario di Aversa (1949), in seguito alla famiglia Vignola ed ora nella disponibilità di imprenditori locali che hanno scelto di proporla come un elegante Relais di Charme. Il fabbricato principale è un concentrato di stili: arcate rinascimentali al piano terra convivono con balaustre barocche, ringhiere in piperno di basalto e rosoni in vetro e ferro. Il grande portico estivo, pavimentato con materiali pregiati, mentre la scala ellittica in marmo originale - illuminata da ampie finestre - rimanda all’eleganza del gusto liberty.

Il “bastione”, con torre merlata e bifore gotiche, suggerisce l’antica funzione difensiva, poi ingentilita da merli traforati.

Il vero cuore della tenuta è il parco, oltre 7.000 metri quadrati con piante rare: ippocastani, sequoie sempreverdi, palme di San Pietro, cedri del Libano, bambù dorati e neri e tante altre specie. Un sistema di viali rivela angoli segreti come la vasca ornamentale immersa in grottesche murate e la “terrazza della colonna”, da dove lo sguardo si apre su Vico Equense e il Vesuvio.

Tour Sorrento

Tour Sorrento

- 15,50 - 16,05 - 16,50 - 17,50 -

CAPRI - SORREnTO 08.00 (feriale) - 08,50 - 09.25 - 10,30 - 11.20 -11,40 12,20 - 12,47 - 12,50 - 12,55 - 15,05 - 15,20 - 16,10 - 16,20 - 16.35 - 16,5517,25 - 18,05 - 18,25 -18,30 - 18,33 - 19,00

SORREnTO/nAPOLI 8,15 - 10,00 - 12,00 - 14,00 - 16,25 - 18,45 nAPOLI/SORREnTO 09,00 -11,00 -13 - 15,05 - 17,15 - 19,30

SORREnTO/PROCIDA/ISCHIA 09,10 - 15,50

ISCHIA/PROCIDA/SORREnTO 10,00 -17,50

SORREnTO - CAPRI 07,45 - 08,20S - 09,25 -11,20S 14,05S - 14,40 - 16,35S - 19,25 CAPRI - SORREnTO 07,00 - 07,35S - 08,40 - 09,15S 12,05S - 13,35 - 15,55S - 17,40S 18,40 S= SNAV

Pronto Intervento 112

-

SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 23 giugno 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.

SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 23 giugno 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.

S ORRE n TO - A MALFI

06:30 F - 07:40 F - 08:30 H - 08:30 F - 09,00G - 09:20 F - 09:30 H - 09,40F - 10:00 F - 10,15H - 10,20F - 10:30 G 10,40F - 11:00G - 11,20F - 11:30 H - 11,45H - 11.45F - 12,00G - 12:30 F - 12,45H - 13,00F - 13:30 G - 14:00 G 14:40 F - 15,15G - 15:35 F - 15:30H - 15,45F - 16:10G - 16,30F - 17:00 G - 18:00 F - 18:15H- 18.30F - 19:00 G

19.45F - 20,30G - 21,30F

AM ALFI - S ORRE n TO

06:20 G - 07:15 F - 08:05 G - 08:45 F - 09:30 G - 10,00 F - 10:30H - 11:00G- 11:30 H - 11:45F - 12,15 G

12:30F - 13:00 H - 13:30 F - 13,40H -14:05 G - 14:30 F - 14:45 H - 15:00 F - 15:30 G - 16:00 G - 16:30 F 17:00 H - 17:30H - 17.45F - 18:00 G - 18:30F - 19:00G - 20:00G - 21,00G - 20:15F - 21:00G - 21:30F - 22,30F

S ORRE n TO - P RIORA - S. AGATA - TORCA

06:40 F - 07:50 H - 08:05 F - 08:30 F - 09:00 G - 09:30 H - 10:00 F - 10:15 H - 10:30 F - 1100 G - 12,15 F

13:00 H - 13:15 G - 14:00 G - 14:00 F - 15:30 H - 15:30 F - 16:20 G - 17:00 G - 18:00 - 18:45F 19:00 G - 19,15F -19:45 G - 20:05 H - 20,15F - 21:15 G - 22:00 H - 22,15F - 22,30H

TO RCA - S. AGATA - P RIORA - S ORRE n TO

06:00 F - 06:45 F - 07:10 F - 08.00H - 08:10 F - 08:45 G - 09:15 F - 10:00 G - 10:55 F - 11,30H - 11,55 G 12,20F - 13:00 G - 14:05 F - 15,00G - 15:35G - 17:05 F - 20,00F -23,00H

S ORRE n TO -MASSA LUBRE n SE- S. AGATA - TORCA

05:50 F - 07:25 F - 08:05 F - 8:30 H - 9:00 F - 09:30 F - 10:10 G - 11:00 F - 12:15 G - 13:15 H - 13:15 F 14:00 G - 15:00 G - 16:15 H - 16:15 F - 17:10 G - 18:00 F - 18:15 H - 18:40H - 19:15 F - 19:45 H - 20:15 F 21:15 G - 22:20 F - 23.20F - 23,30H - 00,00F

TO RCA -S. AGATA - M ASSA LUBRE n SE - S ORRE n TO 05:15 F - 06:05 F - 07:00 G - 07:35 G - 08,10F - 08:30 G - 09:10 G - 10:25F - 11,10 G - 12:15F - 13,15G 14:25 G - 15:25 G - 16:55 F - 17:05 H - 17,50H - 18:00 G - 19:20 G - 20:20 G - 21:40 F

S ORRE n TO - M ARI nA DEL C An TO nE 7:50 F - 7:50 H - 9:00 F - 9,30H - 10:30 F - 11:30 F - 12,30F - 13:30 F - 14:00 F - 15:40 F - 16:20 G - 18:00 F 20:15F - 21,15F M ARI nA DEL C

CONTATTI FARMACIE DI SORRENTO

FARMACIA RUSSO (D-11) Via degli Aranci Tel. 0818772310

FARMACIA ALFAnI (E-7) Corso Italia - Tel. 0818781226

FARMACIA FARFALLA (D-8) Piazza Tasso -Tel. 0818781349

FARMACIA CAnALE (E-7) Corso Italia - Tel. 0818781174

DA SoRREnTo (stazione) 22,30 - 23,15 - 23,45 - 0,20 - 1,35 2,25 - 4,15 - 4,50 - 5,40

DA nApoLI (piazza garibaldi - Hotel Terminus)

PERIODICO DI InFORMAZIOnE TURISTICA

Aut. Trib. NA n. 3104 del 15.04.’82

Editrice Surrentum Viale Montariello, 8 - Sorrento www.surrentum.com redazione@surrentum.net

Direttore Responsabile Antonino Siniscalchi - antoninosiniscalchi@gmail.com

In Redazione Luisa Fiorentino e Mariano Russo

Progetto grafico Daniela Martinelli

Web producer Mauro Siniscalchi

Stampa Effegi srl - Via Bosco Catena, 5 - Portici

Hanno collaborato: Nino Aversa, Salvatore Dare, Laura Cuomo, Antonino De Angelis, Alessandro Fiorentino, Gennaro Galano, Giovanni Gugg, Fondazione Sorrento

In copertina

JOAN MIRO’ NEL SUO STUDIO

Pubblicità e Informazioni

Tel. 334 838 5151 mariano@surrentum.net

STAMPATE 6.500 COPIE

Le collaborazioni alla rivista sono completamente a titolo gratuito

pIAzz A TASS o dalle 10 alle 13 (chiuso il lunedì) STA zI on E C IRCU m VESUVIA nA aperto tutti i giorni tranne i martedì orario 10 - 13

SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 23 giugno 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.

Sede di Sorrento Via L. De Maio, 35 80067 SORREnTO Tel. 081/8074033 www.sorrentotourism.com AGEnZIA

Orari di apertura 9/16 lunedi - venerdi. 9/14 sabato 9/13 domenica

Opening Hours 9am - 4pm mon. - friday 09.00 - 2pm saturday 09.00 - 1pm sunday

ALBERGHI HHHHHL

06 Bellevue Syrene 0818781024 D/6 01 Excelsior Vittoria 0818777111 C/9

ALBERGHI HHHHH

02 Ambasciatori 0818782025 B/12

09 Ara Maris 0818781681 D/9

05 Bel Air 0818071622 C/3

81 Cocumella 0818782933 A/15

34 La Favorita 0818782031 D/7

➔ La Pace 0818074775

57 Lorelei Londres 08119022620 B/11

81 Mediterraneo 0818781352 A/15

22 Parco Principi 0818784644 A/14

25 Royal 0818073434 C/10

ALBERGHI HHHH

27 Admiral 0818781076 C/4

➔ Alpha 0818782033

03 Aminta 0818781821 F/3

04 Antiche Mura 0818073523 E/9

51 Astoria 0818074030 D/8

28 Ascot 0818783032 E/5

66 Atlantic Palace 0818782688 D/1

07 Bristol 0818784522 D/4

08 Capodimonte 0818784555 E/4

30 Capri 0818781251 D/11

72 Caravel 0818782955 A/16

10 Central 0818781646 C/14

11 Cesare Augusto 0818782700 E/9

➔ Club 0818781127

12 Conca Park 0818071621 F/6

13 Continental 0818072608 D/6

➔ Corallo 0818073355

➔ Crawford 0818071772

73 Cristina 0818783562 C/16

14 De La Ville 0818782144 C/11

61 Elios B.que Hotel 0818074834 C/2

➔ Eliseo Park’s 0818781843

15 Europa Palace 0818074898 C/10

16 Flora 0818782520 C/13

74 Gran Paradiso 0818073700 D/16

35 Gardenia 0818772365 C/14

17 Hilton 0818784141 G/7

77 Isabella 0810108238 A/15

19 Johanna Park 0818072472 G/3

55 La Minervetta 0818774455 D/4

78 La Residenza 0818774698 A/15

Q La Solara B. W. 0815338000

56 La Tonnarella 0818781153 C/3

71 Majestic Palace 0818072050 A/16

20 Michelangelo 0818784844 D/11

41 Minerva 0818781011 C/3

21 Miramare 0818072524 C/3

79 Palazzo Guardati 0818785567 D/8

70 Parco del Sole 0818073633 C/17

42 Plaza 0818782831 E/9

23 President 0818782262 F/5

➔ Prestige 0815330470

43 Regina 0818782162 D/6

24 Riviera 0818072011 B/12

58 Rota Suites 0818782904 C/12

46 Tirrenia 0818781336 E/5

18 Tramontano 0818782588 C/7

26 Vesuvio 0818782645 D/1

➔ Villa Garden 0818781387

49 Villa Maria 0818781966 F/5

H Vue d’Or 0818073153

50 Zi’ Teresa 0818784619 C/12

ALBERGHI HHH

80 Au Relais Rivoli 0813654089 D/8

29 Britannia 0818782706 D/2

Q Dania 0818073572

52 Del Corso 0818071016 D/8

32 Del Mare 0818783310 D/4 33 Eden 0818781151 D/9

75 Florida 0818783844 A/15 36 Girasole 0818073082 B/15 37 Il Faro 0818781390 C/8 H Il Nido 0818782766

La Badia 0818781154 D/3

La Meridiana 0818073535 C/11

La Pergola 0818782626 A/15 39 Leone 0818782829 F/8 H Le

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.