Surrentum - Ottobre 2025

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Giuliana Gargiulo

LA VENDEMMIA A SORRENTO HA UN SAPORE DIVERSO

Ierimattina, fotografando una scena familiare, mi sono tornati alla mente tanti ricordi. Ho scattato delle foto a mio zio e ai miei cugini intenti nella vendemmia.

A Sorrento, la vendemmia ha un sapore diverso: non si raccoglie l’uva tra filari ordinati, ma si guarda in alto, verso il cielo, dove le vigne si arrampicano sui pergolati.

Il giardino sorrentino è un piccolo miracolo verticale, si potrebbe definire “coltivato a strati”.

Alla base, il limoneto, un tempo protetto dalle pagliarelle che custodivano i frutti nei mesi più freddi. Sopra, il pergolato, da cui pendono grappoli d’uva, insieme agli ulivi, che svettano oltre le viti, come sentinelle silenziose.

Per raccogliere l’uva bisognava salire sui pergolati, riempire i panari e calarli giù con una corda.

Noi bambini avevamo il compito di svuotare i secchi e sostituirli con quelli vuoti - il profumo dell’uva matura ci avvolgeva, le dita appiccicose di succo, le ginocchia sporche di terra. Erano gesti semplici, ma pieni di vita. Ci si svegliava presto, e dopo la raccolta si passava alla pigiatura—con i piedi, come si faceva una volta. Poi si puliva tutto, e finalmente ci si sedeva a tavola, stanchi ma felici.

A volte si faceva sera, ma la stanchezza non la sentivamo.

O forse oggi non la ricordo. Ricordo invece il senso di festa, di famiglia, in una giornata che di festa non aveva nulla, eppure lo diventava. Sono ricordi preziosi, che tutt’oggi, fortunatamente, qualcuno tramanda. E che si possono vivere ancora.

Spero di riuscire a trasmettere a mia figlia il valore della terra, il valore del lavoro che si fa con la terra, e tutto ciò che di prezioso essa ci dona.

Perché la terra non è solo fatica: è radice, è legame, è dono. E in quel giardino a strati, c’è tutta la poesia di un mondo che resiste.

IN MOSTRA A VILLA FIORENTINO

CA RIL L NS

A collection of ENRICO SALIERNO

Una collezione di ENRICO SALIERNO
Villa Fiorentino

AUSCHWITZ - BIRKENAU

MOSTRA FOTOGRAFICA DI RAFFAELE FEDERICO

Dal4 ottobre al 9 novembre

Villa Fiorentino diventa luogo di memoria e riflessione, ospitando la mostra fotografica “Auschwitz – Birkenau – per non dimenticare” di Raffaele Federico, medico chirurgo e fotografo sorrentino, da sempre attento osservatore della realtà. L’esposizione, a ingresso gratuito, sarà inaugurata sabato 4 ottobre alle ore 18 e resterà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

La rassegna nasce con un intento chiaro: non permettere che il tempo cancelli la memoria della Shoah.

Attraverso un intenso racconto per immagini, Raffaele Federico accompagna i visitatori nei luoghi dove si è consumato il più grande crimine dell’umanità: Auschwitz e Birkenau.

Le sue fotografie in bianco e nero restituiscono il silenzio assordante di quei luoghi – le baracche vuote, il filo spinato, i binari che conducevano ai campi di sterminio – insieme alle tracce materiali delle vittime: valigie, scarpe, occhiali, capelli. Ogni scatto diventa una ferita aperta, un invito a non dimenticare.

La mostra sarà introdotta da Giovanni Fiorentino, docente di Storia della Fotografia e curatore di numerose rassegne culturali, mentre i cenni storici che accompagnano il percorso espositivo sono affidati al docente Domenico Torre, per offrire ai visitatori un quadro documentato e rigoroso.

«Questo progetto – spiega Raffaele Federico – è nato dalla necessità di testimoniare.

si può restare indifferenti. Fotografarli significa assumersi la responsabilità di portare questa memoria nel presente, soprattutto alle nuove generazioni». Un’iniziativa che, pur avendo radici nella storia di 80 anni fa, dialoga con l’attualità. Le immagini della guerra, delle popolazioni civili sotto le bombe e dei campi profughi che arrivano oggi dalla Striscia di Gaza e da altri scenari di conflitto ci ricordano quanto il male, l’odio

VILLA FIORENTINO - 4 OTTOBRE - 9 NOVEMBRE Gi OvEdì 2 OTTOBRE, all E ORE 18.30, nE l salOnE d E ll’H OTE l Eu RO pa di sORRE n TO, si TERR à la p RE sEnTazi OnE d E l vO lum E cO ll ETT ivO

e la violenza siano purtroppo ancora presenti. La mostra diventa così non solo un omaggio alle vittime dell’Olocausto, ma anche un monito contro l’indifferenza, un invito a coltivare la pace e la convivenza.

Raffaele Federico, noto per la sua fotografia essenziale e sincera, non ricerca effetti speciali: i suoi scatti parlano da soli, nella loro crudezza e nella loro forza evocativa. L’esposizione a Villa Fiorentino rappresenta un’oc-

casione unica per il pubblico della penisola sorrentina di confrontarsi con la memoria storica attraverso l’arte fotografica, in uno spazio che da anni si distingue per la sua programmazione culturale di alto livello. Un appuntamento imperdibile, dunque, per chi desidera fermarsi a riflettere e rinnovare un impegno collettivo: non dimenticare mai.

Raffaele Federico, il medico con l’obiettivo è nato a Sant’Agnello nel 1962, chirurgo all’ospedale di Sorrento, è anche un fotografo appassionato che da oltre quarant’anni racconta il mondo attraverso l’obiettivo.

La sua avventura inizia nel 1982 a Napoli, con la specializzazione in fotografia sportiva e l’ingresso nella “Sezione Audio-Visual of Art” del Centro Culturale Bartolommeo Capasso. Da allora una lunga serie di collettive, mostre personali e riconoscimenti, fino alla pubblicazione di un servizio sul Guerin Sportivo e alla partecipazione a una collettiva in Cina.

Dopo una pausa dovuta agli impegni professionali, nel 2005 riprende la macchina fotografica e inaugura la sua prima personale, Maschere a Venezia. Seguono Passi nella notte, Napoli natte e numerose esposizioni dedicate alle tradizioni popolari e religiose. Amante del reportage in bianco e nero, ha vinto tre concorsi fotografici e nel 2023 ha illustrato il volume I Simboli della Passione e Morte di Gesù. La sua vita dimostra che scienza e arte possono convivere, regalando storie di luce e memoria.

Antonino Siniscalchi

Mediterraneo estate 1558

L’attacco ottomano a Massa Lubrense, sorrento e Ciutadella di Minorca a cura di Enzo Puglia, Ida Mauro e Vincenzo Russo.

L’incontro vedrà come relatore GEnnaRO vaRRialE, docente di Storia Moderna presso l’Università di Granada, che offrirà una lettura critica del libro e del contesto storico in cui si inserisce.

Il volume, edito da Franco Di Mauro Editore per il Centro di Studi e Ricerche “Bartolommeo Capasso” di Sorrento, raccoglie dodici saggi firmati da studiosi italiani e spagnoli, frutto di un lavoro di ricerca condiviso e multidisciplinare.

I contributi ricostruiscono l’estate del 1558, segnata da una serie di attacchi ottomani che devastarono le coste della Penisola sorrentina e di Minorca, analizzando le dinamiche militari, politiche e sociali di un Mediterraneo in guerra.

L’appuntamento si preannuncia di grande interesse per storici, appassionati di vicende locali e per chi voglia comprendere meglio un episodio che ha segnato profondamente la memoria collettiva del territorio.

A PORTATA DI “CLIC”

info@bibliotecastoricasorrentina.it

Due iniziative importanti si affiancano, in questo 2025, per consolidare e rafforzare la presenza di Surrentum, la storica rivista culturale della Penisola sorrentina, nel panorama dell’informazione e della memoria locale. Un duplice percorso che unisce la tradizione alla modernità, l’archivio cartaceo alla fruizione digitale, con l’obiettivo di rendere più accessibile a studiosi, appassionati e semplici curiosi un patrimonio che, per oltre quarantacinque anni, ha raccontato la storia, l’arte, le persone e le trasformazioni del territorio.

La prima iniziativa è la pubblicazione on line, a cura della Biblioteca Storica Sorrentina, dei primi cinque anni della rivista. Si tratta di un progetto che, per la sua natura, va ben oltre la semplice conservazione: la digitalizzazione dei numeri storici di Surrentum permette di sfogliare, consultare e ricercare contenuti direttamente dal proprio computer o smartphone, trasformando il vecchio fascicolo cartaceo in una risorsa viva e disponibile “a portata di clic”. Questo processo di messa in rete richiede tempo, attenzione filologica e competenze tecniche, ma è stato portato avanti con grande entusiasmo dai curatori Gennaro Galano, Liberato Gargiulo e Marco Izzo, che hanno saputo coniugare rispetto per il documento originale e innovazione digitale. Il risultato è un archivio accessibile e gratuito, un vero e proprio scrigno di informazioni che oggi diventa fruibile per le nuove generazioni, per le scuole e per quanti desiderino approfondire il passato della Penisola sorrentina senza le difficoltà di reperi-

re i numeri originali. La possibilità di ricerca testuale all’interno dei fascicoli rappresenta un valore aggiunto: si possono individuare articoli, autori e tematiche con un semplice comando, agevolando il lavoro di storici, giornalisti e appassionati. L’idea della istituzione della Biblioteca Storica Dorrentina nasce circa sei anni fa, da un’intuizione dell’odontoiatra con l’hobby per linformatica Liberato Gargiulo e del presidente dell’Archeoclub Massa Lubrense Stefano Ruocco: riunire, in un unico contenitore, tutto ciò che è stato scritto sulla storia della Penisola Sorrentina.

Da qui l’idea di digitalizzare libri e giornali sparsi in tante Biblioteche, Collezioni Private ed Enti della Penisola Sorrentina, in modo da creare un corpo unico dove studenti, studiosi o semplici appassionati, possano attingere per le loro ricerche.

Preservare la storia significa conservare la memoria delle proprie radici, cosa fondamentale in questo mondo che tende alla globalizzazione, perché è dalla memoria storica che le future generazioni possono attingere per migliorarsi.

Col tempo a Liberato Gargiulo si sono affiancati due giovani appassionati, Marco Izzo, laureando in Ingegneria Aerospaziale e collezionista di tutto ciò che riguarda la Penisola Sorrentina, e il docente Gennaro Galano, archivista e insegnante di lettere, esperto di storia locale, i quali hanno dato nuova linfa all’idea iniziale.

Dalla collaborazione del team della “Biblioteca Storica Sorrentina” e la redazione di “Surrentum” nasce questo nuovo progetto: digitalizzare e rende-

re fruibile sul web lo storico periodico di informazione turistica “Surrentum”. Dal primo ottobre saranno infatti disponibili le prime cinque annate nella sezione Emeroteca della “Biblioteca Storica Sorrentina”. La seconda iniziativa, complementare alla prima, riguarda la realizzazione di una card che raccoglierà tutti i numeri pubblicati nei quarantacinque anni di vita della rivista. Questa card, che sarà presentata ufficialmente il prossimo mese di dicembre, rappresenta un supporto innovativo, pratico e compatto, pensato per chi desidera avere con sé l’intero patrimonio editoriale di Surrentum. Non un semplice gadget, ma uno strumento utile che permetterà di consultare i numeri in formato digitale anche offline, senza necessità di connessione a Internet.

Si tratta di un’idea che proietta la rivista in una dimensione contemporanea, offrendo una soluzione di archiviazione moderna e maneggevole, capace

di garantire la conservazione e la diffusione di un patrimonio altrimenti destinato a restare negli scaffali di poche biblioteche.

Queste due iniziative – la messa on line dei primi cinque anni di pubblicazioni e la card con tutti i numeri – rafforzano la missione culturale di Surrentum: preservare la memoria, diffondere la conoscenza, dare voce alla storia e alla cultura di un territorio unico. Esse rappresentano un ponte tra passato e futuro, tra carta e digitale, tra studiosi e cittadini, assicurando che il lungo lavoro della redazione non resti confinato nel tempo ma continui a parlare, a ispirare e a documentare.

La sfida lanciata oggi è quella di trasformare l’archivio di Surrentum in uno strumento vivo, utile per le nuove ricerche, stimolante per chi vuole conoscere le radici della Penisola sorrentina e occasione di orgoglio per la comunità che l’ha generata e sostenuta.

Biblioteca Storica Sorrentina
Gennaro Galano
Liberato Gargiulo Marco Izzo

IL bELLEVUE SyRENE CELEbRA I SUOI 205 ANNI CON IL MUSEO CORREALE

L’arte incontra l’ospitalità nella cornice senza tempo del Bellevue Syrene, che celebra il suo 205° anniversario con una prestigiosa collaborazione con il Museo Correale di Terranova, tra le istituzioni culturali più importanti del Mezzogiorno. L’iniziativa, presentata nella serata-evento “Opere, miti e musica: il fascino delle Sirene”, conferma la vocazione del Bellevue Syrene a essere non solo un’icona dell’hotellerie, ma anche un punto di riferimento culturale per la città.

Il progetto nasce dall’adesione all’iniziativa “Adotta un’opera”, grazie alla quale l’hotel sosterrà il restauro della tela “Scena di caccia” del pittore fiammingo David de Koninck (1603-1685), noto per la vivacità cromatica e narrativa delle sue scene. Un gesto che apre la strada a una più intensa collaborazione tra struttura ricettiva e museo, coinvolgendo anche la Soprintendenza e il territorio in un processo condiviso di valorizzazione del patrimonio artistico. Per l’occasione, nella storica Villa

Pompeiana del Bellevue Syrene sono state esposte due opere eccezionali provenienti dal Museo Correale: una lekane a figure rosse con sirene, che nel 2026 sarà esposta al MANN di Napoli per i 2.500 anni dalla fondazione della città, e un pannello in intarsio sorrentino raffigurante Ulisse e le Sirene, capolavoro della tradizione artigiana locale.

“È la prima volta nella storia del Museo Correale che le opere escono dal museo per essere accolte in spazi privati – sottolinea il presidente Gaetano Mauro – un segnale importante di apertura e di collaborazione con il territorio”.

La serata ha visto la partecipazione di Adda Attanasio per la proprietà del Bellevue Syrene, di Fabio Mangone, direttore del Museo Correale e di Luca Di Franco per la Soprintendenza di Napoli.

Il momento culturale è stato arricchito da un raffinato intermezzo musicale della pianista Simonetta Tancredi, che ha eseguito brani di Debussy e Ravel, evocando il mito omerico delle Sirene.

“Il Bellevue Syrene non è solo un hotel, ma anche un luogo di memoria e cultura – spiega Elsa Russo, proprietaria della struttura –. Con questa iniziativa vogliamo condividere con i nostri ospiti la bellezza del patrimonio sorrentino e farli sentire parte di un processo che unisce arte, storia e ospitalità”.

Il direttore del Museo Correale,

Fabio Mangone, evidenzia la naturale affinità tra le due istituzioni: “Un grande albergo e un grande museo condividono la stessa vocazione: offrire bellezza, accoglienza e un’esperienza che arricchisca chi li visita”.

Con questa collaborazione, il Bellevue Syrene riafferma il suo ruolo di luogo di memoria viva e di condivisione culturale, confermando che l’ospitalità può diventare veicolo di conoscenza e custodia del patrimonio artistico di Sorrento.

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Piazza della Vittoria, 5 • 80067 SORRENTO • tel. 081 8781024

LA 44ª SAGRA DELL’UVA

A PRIORA

Il

borgo collinare di Priora si prepara a vestirsi a festa per accogliere la 44ª edizione della tradizionale Sagra dell’Uva, in programma dal 4 al 6 ottobre. L’appuntamento, tra i più attesi dell’autunno sorrentino, unisce enogastronomia, musica e tradizione popolare, offrendo un fine settimana ricco di sapori e divertimento.

Lungo le vie del borgo saranno allestiti numerosi stand gastronomici: spazio ai panini farciti con prodotti tipici, al risotto sfumato con vino locale e all’originale uva grigliata, vera protagonista della manifestazione. Non mancherà l’angolo dedicato alla degustazione dei vini campani, occasione ideale per scoprire etichette del territorio e piccoli produttori che ancora custodiscono antiche tecniche di vinificazione. La sagra rientra nel programma dei festeggiamenti liturgici in onore della Beata Vergine del Rosario presso la chiesa parrocchiale di Sant’Atanasio Vescovo. È una festa che, pur nella sua dimensione popolare, mantiene vivo il legame con la tradizione religiosa, rispettando i valori che l’hanno originata. Qui la comunità di Priora ogni anno rinnova il proprio secolare rapporto con la terra, la coltivazione dell’uva e il sentimento di appartenenza alla parrocchia più antica di Sorrento, la cui fondazione risale al 1005.

Accanto alla gastronomia, ampio spazio sarà riservato all’intrattenimento: musica popolare, esibizioni di cabaret, spettacoli di magia e momenti di anima-

zione per grandi e piccoli. Sarà anche l’occasione per ammirare un’esposizione di attrezzi agricoli d’epoca, memoria di un passato in cui l’agricoltura e le attività marinaresche costituivano il motore economico della penisola, prima dell’avvento del turismo. La Sagra dell’Uva, dunque, non è solo un evento gastronomico, ma un viaggio nel tempo che racconta l’identità di Priora e della sua gente. Una rievocazione che ricorda come, già in epoca romana, il vino di Sorrento – il celebre “Surrentum” – fosse considerato alla pari dei migliori vini campani, come il Falerno, ed esportato in tutto l’Impero.

Oggi, tra filari di vite, agrumeti e uliveti che disegnano i terrazzamenti della collina, Priora continua a essere uno dei polmoni verdi della Costiera. Con la sua sagra, il borgo invita sorrentini e turisti a riscoprire i sapori autentici e la convivialità di una comunità che, anche nel terzo millennio, mantiene intatto il fascino del suo legame con la natura e la spiritualità delle origini.

The 44th grape festival in Priora from october 4th to 6th

The hilltop village of Priora is preparing to dress up for the 44th edition of the traditional Grape Festival, taking place from October 4th to 6th. This event, one of the most anticipated autumn events in Sorrento, combines food and wine, music, and folk tradition, offering a weekend full of flavors and fun.

Numerous food stands will be set up along the village streets: sandwiches filled with traditional products, risotto with local wine, and the original grilled grapes, the true star of the event. There will also be a corner dedicated to tasting Campanian wines, the ideal opportunity to discover local labels and small producers who still preserve ancient winemaking techniques. The festival is part of the liturgical celebrations in honor of the Blessed Virgin of the Rosary at the parish church of Sant’Atanasio Vescovo. It’s a festival that, despite its popular appeal, maintains a strong connection to religious tradition, respecting the values that gave it its origins. Here, the community of Priora annually renews its centuries-old relationship with the land, the cultivation of grapes, and the sense of belonging to Sorrento’s oldest parish, founded in 1005. Alongside the food, ample space will be dedicated to entertainment: folk music, cabaret performances, magic shows, and activities for adults and children. It will also be an opportunity to admire an exhibition of vintage agricultural tools, a reminder of a past when agriculture and maritime activities were the economic driving force of the peninsula, before the advent of tourism.

The Grape Festival, therefore, is not just a gastronomic event, but a journey through time that explores the identity of Priora and its people. A reenactment that recalls how, even in Roman times, Sorrento wine—the famous “Surrentum”—was considered on par with the finest Campanian wines, such as Falerno, and exported throughout the Empire.

Today, amidst rows of vines, citrus groves, and olive groves that line the terraced hillside, Priora continues to be one of the green lungs of the Amalfi Coast. With its festival, the village invites Sorrentines and tourists to rediscover the authentic flavors and conviviality of a community that, even in the third millennium, maintains the charm of its connection to nature and the spirituality of its origins.

FOTO DI FRANCESCA D’ESPOSITO

LE COLLINE DI PRIORA

Daisuoi poggi si spazia su tutto il panorama di Sorrento e della penisola, da Punta Scutolo alla Punta del capo. La Sagra dell’Uva può essere una ragione per una gita salutare su questo colle meraviglioso. Per raggiungere Priora c’è una moderna e panoramica carrozzabile, il Nastro Verde, che inizia al bivio per il Capo di Sorrento, all’altezza dell’Hotel Metropole. Noi vogliamo indicarvi un itinerario più suggestivo, da percorrere a piedi.

Da via degli Aranci si prende la via che porta al moderno complesso dell’Hilton Sorrento Palace. Alla fine della strada c’è la settecentesca Chiesa di S. Antonio con annessa casa di riposo per anziani.

Oltre la detta chiesa inizia una ripida scala costituita da stretti tornanti in pietra viva che si inerpica sul monte. Il percorso è segnato dalla presenza di numerose edicole votive e da sculture della Via Crucis, di moderna fattura.

A metà percorso incontreremo una cappella con un delizioso campanile a tre archi, adagiata su uno sperone di roccia che dal basso contribuisce ad accentuare l’effetto prospettico ed è sommersa da una cascata di verde.

Dopo una breve sosta riprendiamo il nostro cammino e raggiungiamo la contrada Crocevia.

Qui la strada si fa più agevole e proseguendo tra vigneti e uliveti, arriveremo al centro della frazione di Priora. Sulla piazzetta circondata da antiche e rustiche abitazioni, si apre l’antica chiesa di S. Atanasio, vescovo di Sorrento. Dopo aver visitato la chiesa non ci resta che aggirarci per i tipici viottoli dell’abitato per vivere l’atmosfera tipica di un bordo di campagna, ammirare gli scorci dello stupendo panorama che si offre. Per tornare a Sorrento se si è stanchi, c’è il pullman di linea.

Se si vuole ancora camminare c’è un percorso alternativo a quello che abbiamo indicato. Bisogna prendere la strada accanto alla chiesa, una vecchia mulattiera che si snoda attraverso rigogliosi uliveti e aranceti, in una zona incontaminata. Percorrendo questa strada, in pochi minuti saremo in località Capodimonte da dove potremo ammirare ancora il panorama di Sorrento con il borgo di pescatori della Marina Grande in primo piano. Percorrendo il breve tratto della S.S. Sorrentina, arriveremo di nuovo al centro di Sorrento.

The Priora Hills

From here you can see the entire panorama of Sorrento and the peninsula, from Punta Scutolo to Punta del capo. The Grape Festival can be one more reason for a healthy trip to this wonderful hill.

To reach Priora there is a modern and panoramic road, the Nastro Verde, which begins at the crossroads for Capo di Sorrento, at the height of the Hotel Metropole. It is also served by public buses.

We want to show you a suggestive itinerary, to be done on foot.

From Via degli Aranci take the road that leads to the modern complex of the Hilton Sorrento Palace. At the end of the road is the eighteenth-century Church of S. Antonio with an adjoining nursing home for the elderly. Beyond the said church begins a steep staircase consisting of narrow bends in living stone that climbs up the mountain.

The route is marked by the presence of numerous votive shrines and sculptures of the Via Crucis, of modern workmanship.

The natural setting combined with the charm of nature characterized by dry stone walls in limestone, the play of light among the green of the olive trees, makes this place even more suggestive.

Halfway along the route we will come across a chapel with a delightful three-arch bell tower, nestled on a spur of rock that from below helps to accentuate the perspective effect and is submerged by a cascade of greenery. After a short break we resume our journey and reach the Crocevia district with the eighteenth-century church of Santa Maria del Toro. Here the road becomes easier and continuing between vineyards and olive groves, after about ten minutes, we will have arrived at the center of the hamlet of Priora. In the small square surrounded by ancient and rustic houses, the ancient church of S. Atanasio, bishop of Sorrento, opens up. It is a church with two naves: one, the larger one, is covered by a canvas coffer, the other, with an independent entrance, is barrel vaulted and is older. On the altar there is an eighteenth-century canvas depicting the Madonna delle Grazie while on the left side there is the half-length statue of S. Atanasio.

After visiting the church, all that remains is to wander around the typical lanes of the town to experience the typical atmosphere of a countryside edge, admire the glimpses of the wonderful panorama that is offered, experience the generous hospitality of the farmers who will not fail to let you taste a glass of their good wine.

To return to Sorrento if you are tired, there is the bus. If you still want to walk there is an alternative route to the one we have indicated. You have to take the road next to the church, an old mule track that winds through lush olive groves and orange groves, in an uncontaminated area.

Following this road, in a few minutes we will be in Capodimonte where we can still admire the panorama of Sorrento with the fishing village of Marina Grande in the foreground.

Following the short stretch of the S.S. Sorrentina, we will arrive back in the center of Sorrento, at Corso Italia.

Open from May to October, the bar is located on the rooftop terrace of the Grand Hotel La Favorita which boasts a spectacular view of the Bay of Naples and Mount Vesuvius. A ne selection of signature cocktails will accompany your amazing sunset views and during your after dinner live music evenings.

O’ Parrucchiano restaurant is a culinary adventure unlike any other, providing guests with the most fragrant and picturesque experience in Sorrento. Have you ever dreamed about eating under a sky full of lemons?

bUSy DOING NOTHING L’ARTE DI

PIETRO TERZINI

Uninvito a fermarsi, respirare e godere del momento. È questo il senso di “Busy doing nothing”, la nuova installazione artistica di Pietro Terzini ospitata dal Grand Hotel La Favorita di Sorrento, che sceglie di raccontare il lusso attraverso il tempo, non attraverso il possesso. La frase, letteralmente “Occupato a non fare nulla”, è collocata al centro della piscina panoramica dell’hotel, creando un suggestivo contrasto tra l’azzurro dell’acqua, il cielo e il mare della penisola sorrentina.

Pietro Terzini, classe 1990 e laureato in architettura, è tra i nomi più originali della scena artistica contemporanea. Con il suo linguaggio diretto e ironico, capace di fondere arte, moda e cultura pop, ha conquistato una community digitale internazionale e ha collaborato con marchi come Tiffany, Stella McCartney, Moncler e Palm Angels. Le sue frasi, diventate vere e proprie icone, hanno la forza di raccontare lo spirito del nostro tempo con semplicità e profondità.

“Abbiamo scelto Pietro Terzini –sottolineano Mario e Giuseppe Manniello, proprietari del Grand Hotel La Favorita – perché riesce a comunicare concetti profondi con leggerezza e ironia. La frase selezionata esprime esattamente il mood del nostro hotel: un invito a lasciarsi andare, a dimenticare la frenesia quotidiana e a vivere il dolce far niente”.

La scritta è visibile non solo a chi soggiorna in hotel, ma anche agli ospiti esterni che frequentano il Bellavista Cocktail Bar, il rooftop della struttura che domina il centro storico di Sorrento e offre una vista unica sulla cupola maiolicata della chiesa e sul golfo. Qui è possibile gustare un aperitivo al tramonto, un cocktail dopocena o una cena romantica sotto le stelle. Durante l’estate, la terrazza si anima con dj set e musica dal vivo, trasformando l’esperienza in un incontro tra design, convivialità e intrattenimento.

“Per me – spiega Pietro Terzini –è un onore avere la mia installazione in un luogo così simbolico dell’ospitalità italiana. ‘Busy doing nothing’ è un messaggio semplice, ma in realtà profondo: ci ricorda che il vero lusso oggi è concedersi il tempo di non fare nulla, di stare bene con se stessi”. Il progetto, realizzato con il contributo dell’architetto Stefano Scarpati, conferma la volontà del Grand Hotel La Favorita di essere non solo un punto di riferimento per il turismo di qualità, ma anche un promotore di cultura visiva e innovazione.Con questa nuova iniziativa, la struttura della famiglia Manniello ribadisce la sua identità: non solo un hotel, ma un luogo in cui arte, design e lifestyle si incontrano per offrire agli ospiti un’esperienza unica, sospesa tra mare, cielo e bellezza mediterranea.

ALLA LIbRERIA TASSO DI SORRENTO IL LIbRO DI VITTORIO DEL TUfO “IL fIUME SCOMPARSO”

egua l’acqua». L’esortazione del geologo cieco Carlo Siniparoli, figura che ha la forza di un Tiresia moderno, è la chiave d’accesso a Il fiume scomparso, il nuovo romanzo di Vittorio Del Tufo (Castelvecchi, 306 pagine, 20 euro), presentato alla Libreria Tasso di Sorrento. È il consiglio che guida il cronista Liam Boschi nel suo viaggio dentro una Napoli misteriosa, segnata da crolli, voragini, omicidi, mentre la città si prepara al G20. Come ha scritto Generoso Picone, se nell’inchiesta giornalistica si segue il denaro per scoprire i colpevoli, qui bisogna seguire l’acqua. L’acqua che scorre nel ventre di Napoli, che riaffiora con la pioggia incessante, che è insieme memoria e minaccia. Del Tufo ne fa il motore narrativo di un thriller che va ol-

tre il giallo tradizionale: una storia che diventa anche racconto civile, indagine sulle ferite della città e sulle sue contraddizioni. La struttura del romanzo è volutamente non lineare. Dalla Napoli del 2016 battuta da piogge apocalittiche, si torna agli anni Ottanta del progetto del Centro Direzionale, al rione Luzzatti e ai grattacieli di Kenzo Tange; si scivola poi al 1343 del maremoto raccontato da Petrarca e ai giorni della Seconda guerra mondiale. Il tempo diventa uno strumento per restituire profondità al mistero e per mostrare che il presente non è mai separato dal passato. Napoli emerge come protagonista assoluta: città reale e insieme mitica, attraversata dal fiume leggendario Sebeto, che diventa simbolo di un’anima sotterranea sempre viva. Liam e la

studiosa Viola Rinaldi si muovono tra indagini storiche ed enigmi esoterici, sulle tracce di un disegno criminoso orchestrato dallo “Squalo” Adriano Pulci Doria, incarnazione del malaffare borghese che supera la camorra.

Vittorio Del Tufo, vicedirettore de Il Mattino, intreccia rigore documentario e fantasia narrativa, offrendo al lettore un romanzo che è allo stesso tempo avvincente e meditativo. Invita a guardare Napoli oltre i luoghi comuni, a riconoscerne la fragilità e il potenziale, a interrogarsi sul legame tra memoria e futuro.Il fiume scomparso non è solo un giallo: è un viaggio nel sottosuolo della città e nella sua coscienza. Un invito a “seguire l’acqua” per ritrovare le radici di una comunità e affrontare, con consapevolezza, le sfide di un presente instabile.

Tutte le informazioni sul sito ufficiale dell’evento www.giornatedicinema.com

Le Giornate Professionali di Cinema (www.giornatedicinema.com) sono organizzate da ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) in collaborazione con l’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive e Digitali).

Sono il più esclusivo appuntamento dell’industria cinematografica italiana: momento di incontro, aggiornamento professionale, promozione e internazionalizzazione della cultura cinematografica.

convention e anteprime

Durante le Giornate, le aziende e gli operatori del settore presentano le novità delle loro line up a cominciare dai film di prossima uscita nei listini delle case di distribuzione, illustrati nelle seguitissime convention

con trailer, anteprime, anticipazioni e la partecipazione di registi, autori e attori.

panel e convegni

In occasione delle Giornate

Professionali di Cinema vengono organizzati incontri con professionisti del settore, istituzioni e organismi internazionali dell’industria, rappresentanti dei principali player del settore. Nelle passate edizioni, numerosi sono stati gli incontri organizzati per i partecipanti, affrontando tutti i vari aspetti chiave che interessano l’esercizio cinematografico.

proiezioni per le scuole

Nel programma delle Giornate Professionali viene dato risalto al coinvolgimento dei giovani e delle scuole attraverso proiezioni di film e l’organizzazione di masterclass per gli studenti. Alla presenza di autori, cast e rappresentanti dell’industria vengono organizzati Q&A e dibattiti sul

film.

Eventi per la città Proiezioni ed eventi come l’annuale premiazione dei Biglietti d’oro e delle Chiavi d’oro, con i riconoscimenti ai film di maggior incasso e alle aziende, sale cinematografiche e artisti che hanno ottenuto i maggiori successi durante la stagione.

Tradeshow

La manifestazione è anche Trade e offre a numerose aziende l’opportunità di presentare, nella sezione espositiva Tradeshow, nuovi prodotti, tecnologie e servizi indirizzati alle sale cinematografiche e alle industrie del settore.

comunicazione e promozione dell’evento

Le Giornate Professionali di Cinema vengono ogni anno presentante ufficialmente alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e

al Ciné di Riccione (Giornate estive di cinema). Presenza sui Social Media con aggiornamenti costanti.

la tecnologia dell’evento Un evento tecnologicamente all’avanguardia, con una sala proiezione altamente digitalizzata, proiezione 4K laser su schermo centrale di metri 12×5, video-wall verticali di metri 6×3, laterali di metri 12×2, telecamere di ogni tipo, palco digitale per oratori.

i numeri

Prendono parte ogni anno alle Giornate Professionali circa 2.000 professionisti dell’industria cinematografica. Produzione, distribuzione, esercizio, film festival, film commission, stampa, settore tecnico ed artistico, pubblicità e marketing, industrie tecniche, istituti cinematografici, agenzie casting e press agent, associazioni culturali.

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The Professional Cinema Days

(www.giornatedicinema.com) are organized by ANEC (National Association of Cinema Operators) in collaboration with ANICA (National Association of Film, Audiovisual and Digital Industries). They are the most exclusive event in the Italian film industry: a time for meeting, professional development, promotion, and internationalization of film culture.

Conventions and Previews:

During the Days, companies and industry professionals present their latest lineups, starting with upcoming films from distribution companies, showcased at highly-attended conventions with trailers, previews, and previews, featuring directors, writers, and actors.

Panels and Conferences:

During the Professional Cinema Days, meetings are organized with industry professionals, institutions, and international industry organizations, and representatives of the sector’s key players. In past editions, numerous meetings have been organized for participants, addressing all the various key aspects affecting film exhibition.

Screenings for Schools:

The Professional Days program emphasizes the involvement of young people and schools through film screenings and masterclasses for students. Q&As and discussions on the film are organized in the presence of authors, cast, and industry representatives.

City Events:

Screenings and events such as the annual Golden Tickets and Golden Keys awards ceremony, with recognition for the highest-grossing films and the companies, cinemas, and artists who achieved the greatest success during the season.

Tradeshow:

The event is also a Trade event, offering numerous companies the opportunity to present, in the Tradeshow exhibition section, new products, technologies, and services aimed at movie theaters and the industry.

Event Communication and Promotion:

The Professional Cinema Days are officially presented every year at the Venice International Film Festival and at the Ciné in Riccione (Summer Cinema Days). Social Media presence with constant updates.

Event Technology:

A technologically cutting-edge event, with a highly digitalized screening room, 4K laser projection on a 12x5 meter central screen, 6x3 meter vertical video walls, 12x2 meter side video walls, all types of cameras, and a digital stage for speakers.

Numbers:

Approximately 2,000 film industry professionals take part in the Professional Cinema Days every year. Production, distribution, exhibition, film festivals, film commissions, press, technical and artistic sectors, advertising and marketing, technical industries, film institutes, casting agencies and press agents, cultural associations.

All information on the official event website www.giornatedicinema.com

LA LETTERA AUTOGRA fA DI b ARTOLO LONGO

Nelmese del Rosario - il 19 ottobre 2025 - avverrà la canonizzazione di Bartolo Longo (Latiano 1841 – Pompei 1926), fondatore del Santuario di Pompei e considerato uno degli esempi più potenti di conversione nella storia cristiana: la giovinezza del Longo fu complessa e travagliata, al punto da segnare profondamente il suo percorso spirituale e umano. Intorno ai vent’anni una forte crisi interiore lo condusse ad entrare in contatto con ambienti anticlericali, molto diffusi nella Napoli post-unitaria, avvicinandolo al satanismo: secondo i suoi stessi racconti, successivamente confermati dalla sua biografia, arrivò persino a frequentare sedute spiritiche e ad essere ordinato “sacerdote di Satana”. Fu solo grazie all’incontro con Peppino (Giuseppe) Radente, un domenicano vecchio amico di famiglia, che iniziò il suo cammino di conversione. Radente aiutò il

giovane Bartolo ad uscire dalla spirale oscura e depressiva in cui era precipitato e a riscoprire la fede cristiana. Dopo la sua conversione, avvenuta intorno ai 25 anni, Bartolo Longo compì una vera e propria rivoluzione spirituale e personale, divenendo terziario domenicano ad apostolo della divulgazione del Rosario. Fu a Valle di Pompei, dove si era trasferito, che ebbe chiara la sua missione: la costituzione di una “pia società” intitolata al Santo Rosario, da realizzarsi proprio in quella valle abbandonata. Lentamente, con le offerte dei fedeli, avviò la costruzione del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, poi consacrato nel 1891. Il santuario divenne centro di pellegrinaggi e la devozione dei fedeli fu amplificata da un prodigioso quadro della Madonna del Rosario che Bartolo aveva ricevuto un dono da una suora: una immagine miracolosa, destinata a divenire nel tempo icona

veneratissima in tutto il mondo cattolico. Bartolo Longo non si limitò all’evangelizzazione, ma promosse anche una vera opera di “carità attiva”, molto avanti per i tempi, che si tradusse in aiuti concreti per orfani, per figli di carcerati e addirittura per prostitute. Ed è esattamente questo che si evince dalla commovente lettera autografa di Bartolo Longo, datata 12 febbraio 1895 e recentemente rinvenuta da Andrea Fienga tra i fondi dell’archivio del Museo Correale: la lettera fu scritta in risposta ad una istanza dell’allora sindaco del Municipio di Sorrento Luigi De Maio che, in occasione dei festeggiamenti cittadini per il terzo centenario dalla morte di Torquato Tasso, chiedeva al Longo di concorrere alle spese per le celebrazioni. Ebbene il Longo, non tradendo mai la sua nobile missione caritatevole verso gli ultimi, risponde al sindaco di non poter “distogliere dal loro scopo le offerte mandate

per il compimento dell’edificazione del Santuario o giunte in soccorso delle orfanelle, ovvero ai figli dei carcerati”. Ma Bartolo Longo fa di più: ribadendo che “è per la loro educazione e sussistenza che specialmente io vado cercando l’obolo dei benefattori”, rilancia al sindaco un’idea straordinariamente coerente con la sua vocazione caritatevole: da direttore del giornale Valle di Pompei, con una tiratura di ottantacinquemila copie distribuite in Italia e fuori, propone al sindaco di divulgare la notizia delle celebrazioni tassiane sul suo giornale in cambio di “promuovere in quella moltitudine l’attuazione di un soccorso per i figli dei carcerati”. E chiosa scrivendo “l’allegrezza del giorno verrebbe coronata da un opera di alta beneficenza”. In occasione della canonizzazione di Bartolo Longo, domenica 19 ottobre, la lettera autografa sarà eccezionalmente esposta al Museo Correale.

At the Correale Museum, a precious testimony to a foretold sainthood:

BarTolo longo’s auTograPheD leTTer

During the month of the Rosary—October 19, 2025—the canonization of Bartolo Longo (Latiano 1841 – Pompeii 1926), founder of the Shrine of Pompeii and considered one of the most powerful examples of conversion in Christian history, will take place. Longo’s youth was complex and troubled, so much so that it profoundly affected his spiritual and human journey. In his twenties, a profound inner crisis led him into contact with anticlerical circles, widespread in post-unification Naples, drawing him to Satanism. According to his own accounts, later confirmed by his biography, he even attended séances and was ordained a “priest of Satan.”

It was only through an encounter with Peppino (Giuseppe) Radente, a Dominican friar and longtime family friend, that his journey of conversion began. Radente helped the young Bartolo escape the dark and depressive spiral into which he had fallen and rediscover the Christian faith. After his conversion, which occurred around the age of 25, Bartolo Longo underwent a true spiritual and personal revolution, becoming a Dominican tertiary and an apostle for the spread of the Rosary. It was in Valle di Pompei, where he had moved, that his mission became clear: the establishment of a “pious society” dedicated to the Holy Rosary, to be established in that very abandoned valley. Slowly, with the offerings of the faithful, he began construction of the Sanctuary of the Blessed Virgin of the Rosary of Pompeii, later consecrated in 1891. The sanctuary became

a center of pilgrimage, and the devotion of the faithful was amplified by a prodigious painting of Our Lady of the Rosary that Bartolo had received as a gift from a nun: a miraculous image, destined over time to become a venerated icon throughout the Catholic world. Bartolo Longo did not limit himself to evangelization; he also promoted a true work of “active charity,” far ahead of his time, which translated into concrete assistance for orphans, children of prisoners, and even prostitutes.

This is precisely what is evident from Bartolo Longo’s moving handwritten letter, dated February 12, 1895, recently discovered by Andrea Fienga in the archives of the Correale Museum. The letter was written in response to a request from Luigi De Maio, then mayor of Sorrento, who, on the occasion of the city’s celebrations for the third centenary of Torquato Tasso’s death, asked Longo to contribute to the expenses of the celebrations. Longo, never betraying his noble mission of charity toward the needy, responded to the mayor that he could not “divert from their purpose the offerings sent for the completion of the construction of the Sanctuary or sent to help orphans, or the children of prisoners.”

But Bartolo Longo goes further: reiterating that “it is for their education and subsistence that I especially seek the offerings of benefactors,” he proposes to the mayor an idea extraordinarily consistent with his charitable calling: as editor of the Valle di Pompei newspaper, with a circulation of eighty-five thousand copies distributed in Italy and abroad, he proposes to the mayor to spread news of the Tasso celebrations in his newspaper in exchange for “promoting among that multitude the implementation of relief for the children of prisoners.” And he concludes by writing, “the joy of the day would be crowned by a work of great charity.”

On the occasion of Bartolo Longo’s canonization, on Sunday, October 19th, the autographed letter will be exceptionally displayed at the Correale Museum.

La bicicletta di Mario Russo

Labicicletta di Mario Russo l’ultimo viaggio l’ha fatto - a pedali ormai fermi - il 5 gennaio 2022. Sospinta dalla forza dell’amicizia, accompagnata da un corteo di persone a lui vicine, la bici - partita dalla casa di Mario a Corso Italia - è arrivata alla sua ultima destinazione: il Museo Correale di Terranova, là dove il Prof. aveva curato e diretto - per oltre vent’anni - con amore e dedizione, la Biblioteca e la Sezione Archeologica. La mitica bici - per chi ha avuto la fortuna di conoscere Mario - impersonificava, in qualche modo, il suo possessore. Per un fortuito caso del destino recava impressa sul telaio la marca “Athena”. Ma chi ben conosceva Mario in quel nome non identificava un marchio ma, automaticamente, lo associava al nome della “sua” Dea. Il Prof. infatti aveva eletto Athena, dea greca della saggezza, tante volte rappresentata sotto forma di civetta, a suo nume tutelare. Proprio Athena, raccontava, lo aveva “guidato” alla sensazionale scoperta dell’Athenaion a Punta Campanella. Vedere Mario in sella alla sua bici, restituiva il grande senso di libertà che lo identificava e la forza di quell’anticonformismo che gli era appartenuto per tutta la vita; la lentezza del suo avanzare rivelava le sue attitudini di osservatore attento. La sua bici profumava di mare, di sole e di terra di scavo: su quella inseparabile compagna di avventure pedalava un uomo sensibile e colto che saggiamente, però, aveva conservato dentro sé l’entusiasmo di un bambino scanzonato, a tratti - irresistibilmente irriverente. Ma anche il colore bianco della bici, ci diceva tanto di lui: bianco è il colore della purezza. Perché Mario, l’indimenticato Prof. Mario Russo, era e resta, per chi lo ha conosciuto, un uomo puro e libero.

CENTRO STORICO DI SORRENTO

Via Parsano

Via degli Aranci

Via Sersale - Corso Italia

Via Pietà

Via Luigi de Maio

Piazza S. Antonino

Via S. Francesco

Piazza F. Saverio Gargiulo

Via Vittorio Veneto

Via Tasso - Via S. Nicola

Via 2° Traversa Fuoro

Via Fuoro - Via S. Cesareo

Piazza Tasso - Corso Italia

le antiche mura

Delle cinta difensiva greca rimane la murazione esistente sotto il piano stradale della Porta Parsano Nuova, visibile in prossimità della Porta stessa.

Un altro rudere di dimensioni molto limitate, della murazione greca, oltre la Porta della Marina Grande, è il piccolo tratto della cortina occidentale, in località via Sopra le Mura. La città romana si sovrappose all’insediamento greco osservandone la pianta urbana e la stessa cinta muraria a grossi blocchi isodomici. Queste mura, rimasero a difesa di Sorrento durante tutta l’epoca medioevale. Il rifacimento di esse iniziò nel 1551, e fu completato soltanto nel 1561 dopo la tragica invasione dei Turchi.

Oggi la cinta di mura di Parsano è stata restaurata ed è visitabile tutti i giorni.

chiesa dei servi di maria

In stile barocco, fu completata nel XVIII secolo. Sede della Congregazione dei Servi di Maria, conserva all’interno una statua lignea del Cristo Morto, di autore ignoto, che nel giorno del Venerdì Santo viene portato in processione dai confratelli, incappucciati in nero.

cattedrale

In stile romanico, risale al XV secolo; dello stesso periodo è il portale laterale (1474), in moda rina-scimentale. La chiesa ospita tra l’altro tele di artisti della scuola napoletana del ‘700, un trono arcivescovile in marmi scelti (1573) ed un coro ligneo intarsiato opera di artigiani sorrentini dei primi del ‘900. Opere, sempre realizzate con la tecnica dell’intarsio, si possono ammirare all’interno come i quadri della Via Crucis o i tamburi dell’entrata principale e di quella laterale, opere recenti di giovani maestri intarsiatori.

campanile del duomo Episcopio

Di questo campanile è notevole la parte basamentale di età romanica, costruita forse intorno al secolo XI con tronchi di colonne di varie specie con capitelli ora classici ora bizantini, con basamenti di statue e con ogni sorta di frammenti marmorei. Nelle due arcate fortemente rialzate e nelle colonne disposte sugli spigoli si rileva il suo chiaro accento bizantino. Questa costruzione ha anche interesse per la storia urbanistica della città poichè i brevi spazi ad archi rialzati e la attigua volta su via Pietà, all’ingresso dell’episcopio, servirono per lungo tempo alle pubbliche riunioni prima che esse si svolgessero nell’interno del castello. La parte superiore del campanile fu se non edificato, assai probabilmente ridotta nell’attuale forma, intorno al XVI sec.

casa quattrocentesca

Come unica e curiosa testimonianza locale derivante dall’influsso dei maestri toscani operanti in Napoli nella seconda metà del quattrocento, appartiene il palazzetto e la loggia in vivo Calantariaro con capitelli che ritroviamo in una scala napoletana in Via S. Arcangelo a Baiano, e quelli della cappella Pontano con la sola variante della foglia disposta in senso inverso.

palazzo correale (secolo XIV)

La facciata di questo palazzo mostra pregevoli bifore archiacute in tufo scuro, di varia forma e disegni, con archetti e rosono lobati. Ha un bellissimo finestrone con ogiva a sovrassesto che insiste su corti piedritti polistili sostenuti da mensolette e cimati da capitelli gotici a foglie d’acanto; nella chiave dell’arco è scolpita l’arme gentilizia. Il portale è quello caratteristico napoletano ad arco depresso con sagome durazzesco-catalane, che fu usato dalla fine del trecento a tutto il quattrocento.

palazzo veniero (secolo XIII)

Questo edificio, recentemente restaurato, è opera di eccezionale rarità e pregio poichè rappresenta un documento di quel gusto tardo bizantino ed arabo in una stesura forse unica per organica continuità compositiva. Le grandi finestre ad arco, tre per ogni piano, sono contornate da ampie fasce in tufo giallo e grigio; due più sottili fasce sottolinean, a guisa di marcapiano, i due ordini di finestre, e rotonde formelle, come piccoli rosoni, recanti al centro patere di maioliche, si alterano alle aperture con un contorno in lieve risalto sul fondo di intonaco. L’ornato dell’intarsio tufaceo svolge una successione di losanghe ad eccezione della finestra centrale il cui fregio segue un motivo a zig-zag.

casa correale in Piazza Tasso. Sulla piazza principale, anticamente chiamata largo del Castello, e precisamente nell’angolo in cui ha inizio via Pietà, si affaccia un altro palazzo della famiglia Correale. L’iscrizione sul cartiglio marmoreo del portale ha la data del 1768, ma si sa però che già nel XV secolo trovavasi lì una casa della stessa famiglia che venne poi totalmente trasformata dal rifacimento settecentesco.

santuario della madonna del carmine

Ricostruita alla fine del ‘500 su una precedente e antica chiesa dedicata ai S. Martiri Sorrentini, la Chiesa è ad una sola navata. Sullo sfondo c’è l’antica immagine della Madonna, copia della Vergine Bruna di Napoli.

Si possono ammirare quadri di buona fattura di artisti del ‘600 e del ‘700 nonchè due artistici reliquiari in legno intarsiato del 1600.

sedile di porta (secolo XVI)

Nell’angolo che via S. Cesareo forma con Piazza Tasso, nel posto dove attualmente ha sede il circolo Sorrentino, trovavasi un secondo sedile, detto di Porta, perchè in origine eretto presso la porta maggiore della città nello spazio allora denominato Largo del Castello.

Dopo l’abolizione dei sedili fu ridotto prima a carcere poi a corpo di guardia per la milizia urbana e infine a luogo di convegno del circolo Sorrentino.

Basilica di s. antonino

L’origine è riconducibile all’XI secolo, anche se già verso il IX secolo, esisteva in quel luogo un oratorio dedicato a S. Antonino. La chiesa presenta diversi elementi di spoglio, come i fusti delle colonne provenienti probabilmente, per la loro particolare uniformità, dal portico di una delle molte ville romane presenti nella zona.

Nella cripta, rifatta nel settecento, si osservano numerosi quadretti di ex voto, soprattutto di marinai.

Interessante è il presepe del settecento, della scuola di Sammartino, e il portale meridionale di forme bizantino-romaniche, risalente al X secolo.

chiesa della Grazie

La chiesa cinquecentesca con l’annesso monastero di clausura di monache domenicane, fu donata dalla nobile sorrentina Bernardina Donnorso alla fine del ‘500.

La chiesa è ad una navata e conserva pregevoli opere di pittori meridionali operanti tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘700 come S. Buono, N. Malinconico, P. Caracciolo e B. Corenzio

chiesa e chiostro s. Francesco

L’origine del monastero risale alla prima metà dell’VIII sec. L’architettura del chiostro presenta archi incrociati di tufo su due lati del portico espressione stilistica del tardo trecento, sostituiti sugli altri due lati da archi tondi su pilastri ottagonali.

Da notare infine, la presenza di vari elementi di spoglio, provenienti da templi pagani, come le tre colonne di angolo riusate funzionalmente. Accanto al convento è situata la chiesa di S. Francesco, che risale al XVI secolo. All’interno si può ammirare, nella prima delle tre cappelle di destra, una statua in legno, raffigurante il santo con il Cristo crocefisso, donata dalla famiglia Vulcano nel XVII secolo.

casa del Tasso

A destra del tratto di strada, che da piazza F.S. Gargiulo porta alla piazza della Vittoria, si trova l’ingresso dell’Imperial Tramontano, che incorpora due camere, avanzo della casa in cui nel 1544 nacque Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata.

chiesa e monastero di san paolo

La chiesa è annessa all’antico monastero delle monache benedettine risalente al nono secolo e ora sede di un Istituto scolastico. È costituita da una navata con volta a botte e lunette ed è ricca di decorazioni, stucchi e tele del settecento. Da notare il pavimento in maiolica su fondo di cotto, il piccolo campanile belvedere e la cupola maiolicata.

chiesa del Rosario

già dei SS. Felice e Baccolo Comunemente conosciuta come del SS. Rosario, sorse, probabilmente sotto l’impero di Costantino Magno (310), sui testi di un antico tempio pagano chiamato Pantheon e, fu cattedrale di Sorrento dal XII al XV secolo.

casa di cornelia Tasso

Al numero 11 di via S. Nicola, si trova la casa Fasulo, già Sersale (notevole il portale a bugnato e del balconcino) nella quale abitò Cornelia Tasso, sorella di Torquato e moglie di Marzio Sersale e che continuò a dimorarvi anche da vedova, coi figli Antonino e Alessandro. Nel luglio 1577 Torquato, fuggito dal castello di Ferrara, s’imbarcò a Gaeta e qui si presentò in veste di messaggero del poeta, e poi si rivelò. Partì per Roma. Nell’atrio, volta affrescata con stemmi e trofei militari e iscrizioni del 1615 che ricordano il Poeta.

chiesa ss. annunziata

L’origine di questa chiesa è antichissima: ma si ignora la data della sua fondazione. Fu probabilmente edificata sui ruderi del tempio dedicato alla dea Cibele. Dal 1391 in tale chiesa (acui era annesso un monastero) officiavano i Padri Agostiniani della Congregazione di S. Giovanni a Carbonara di Napoli. Nel 1811 la chiesa fu concessa a loro richiesta ai compatroni delle Cappelle, purchè si accollassero tutte le spese di mantenimento i quali aloro volta nel 1854 l’assegnarono definitivamente alla Congrega laica di S. Monica.

sedile dominova

Unica testimonianza rimasta in Campania degli antichi sedili nobiliari, risale al sec. XVI.

In forma quadrilatera, con due arcate ad angolo in piperno, che lasciano scoprire l’intero della cupola e i muri di fondo con affreschi del settecento. I pilastri e le arcate posistili, con i loro capitelli, sono di gusto arcaicizzante. La cupola seicentesca è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde.

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La Sirena di Sorrento

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SORRENTO

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Carmela Celentano

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HISTORICAL CENTRE

. Via Parsano

Via degli Aranci

Via Sersale - Corso Italia

Via Pietà

Via Luigi de Maio

Piazza S. Antonino

Via S. Francesco

Piazza F. Saverio Gargiulo

Via Vittorio Veneto

Via Tasso - Via S. Nicola

Via 2° Traversa Fuoro

Via Fuoro - Via S. Cesareo

Piazza Tasso - Corso Italia

The old walls

The only part of the Greek defensive wall still remaining is under the road at the Porta Parsano Nuova (new Parsano Gate) and can be viewed close to the same door. Another ruin of the Greek wall other than that of the Marina Grande Gate and very limited in size is the small tract (just over three metres) of the western end located in via Sopra Le Mura. The Roman town was built over the Greek one following the same urban plan with walls of large isodomic blocks. These walls stood to defend Sorrento through the Middle Ages. Rebuilding began in 1551 and was only completed in 1561 after the tragic Turkish invasion. From 2010 the walls of Parsano has been restored and it’s possible to visit everyday.

Church of the Servants of Mary

In Baroque style this church was completed in the XVIII century. The site of the congregation of the servants of Maria, it conserves inside a wooden statue of the dead Christ, by an unknown sculptor which is carried during the Good Friday procession by confratemity members in black robes and hoods.

Cathedral

In Romanic style it dates to the XVth century; the side door is from the same period (1474) and in Renaissance style. Amongst other things the church houses paintings by artists from the Neapolitan school of the 1700s, an archibishops throne in fine marbles (1573) and a wooden marquetry work of Sorrentine craftsmen of the beginning of the 19th century. Works of art always made by using the marquetry technique can be admired in the interior, such as the pictures of the stations of the Cross or the wooden panels of the main and side entrance. These are all works of recent young masters of marquetry art.

Cathedral Belltower Bishop’s Palace

Noteworthy is the belltower’s base from the Romanic era probably built around the VIth century with various types of trunks of columns, alternating classic and Byzantine capitals with a base of statues and every type of marble fragments. In the two highly raised arches and on the columns placed at the corners its clearly Byzantine accent can be noted. This construction is important to the town’s urban history since the small spaces under the raised arches and adjoining bend onto Via Pietà at the beginning of the Bishop’s Palace were used for years for public gatherings before these were held inside the castle. The upper part of the tower was either rebuilt or at least greatly reduced to its present size around the XVth century.

Fifteenth Century House

The only curious examples of local architecture deriving from the influx of Tuscan experts working in Naples in the second half of the 1400s are the small building with lodge in Vico Galantarario, the capitals which can be found in a Neapolitan staircase in Via S. Arcangelo a Baiano and those of the Pontano Chapel with the only variation of leaf placed inside out.

Correale Palace (XIVth century)

The facade of this building exhibits valuable acute-arched mullioned windows in dark tufo in various shapes and designs, with small arches and lobed rosewindows. There is a beautiful large window with an overhanging pointed arch which rests on polystyle piers upheld by corbers and crowned by Gothic capitals of acanthus leaves, in the keystone of the arch the coatof-arms is incised. The portal is characteristically Neapolitan -a depressed arch with Durazzesque Catalan patterns and was used from the end of the 1300s all through the 1400s.

Veniero Palace (XIIIth century)

Th is building is of exceptional rarity and worth as it represents the late Byzantine and Arab taste uniquelly drafted in compositive organic continuity. The three large arched windows on each floor are surrounded by wide fillet in grey and yellow tufo, two narrower fillet, used ad floor markers underline the two rows of windows and round tiles, like small rosewindows with majolica paterae in the centre alternate at the apertures with a slightly raised contour at the base of theplaster. The inlaid tufo decoration develops a succession of lozenges with the exception of the central window whose frieze follows a zig-zag motif.

The Correale House in the Tasso Square

In the main square, once called largo of the castle, exactly at the corner where Via Pietà begins another Correale Palace is located. The inscription on the portal’s marble scroll ornament bears the date 1768 but it is known that as early as the XVth century a house belonging to this family stood here and was later totally transformed by the 17th century reconstruction.

Sanctuary of Carmine

(St. Mary of Carmelo)

Reconstructed at the end of the 15th century, on the remains of a previous ancient Church dedicated to the sacred sorrentine Martyrs, the Church of Carmine has only a single nave. At the far end there is an ancient impression of Mary, the Madonna, which is a copy of the Drk skinned Virgin of the Church dedicated to the same Saint in Naples. Once can admire paintings of good quality of artists of the 16th and 17th centuries, as well as two artistic gilded wooden bone containers of Saints which date back to the 16th century.

Porta Seat (XVIth century)

In the corner which Via S. Cesareo forms with the Tasso Square where the Sorrentine club is now located there once stood a second Seat called Porta because it was originally built near the city’s main gate in the area then called Largo del Castello. After the abolition of the seats it was first turned into a prison and then a guard-house for the urban militia and finally a meeting place for the Sorrentine club.

Basilica of St. Antonino

Its origin dates to the XIth century although there was already an oratory dedicated to St. Antonino here in the IXth century. The church presents various elements of plunder such as the column shafts which for their particular uniformity probably come from the portico of one of the many Roman villas present in the area. In the crypt, rebuilt in the 1700s, numerous exvoto paintings, mainly of sailors can be observed. Of interest are the XVIIIth century Crib from the Sammartino school and the southern portail in Byzantine-Romanic form dating to the IXth century.

The Church of St. Mary of the Miracles (S. Maria delle Grazie)

The fifteenth century Church which includes a convent of a closed order of Dominican Nuns, was founded by the nobile sorrentine Lady Berardina Donnorso at the end of the 15th century. The church has a single nave and treasures esteemed works of southern italian painters who painted in the period between the end of the 15th and beginning of the 17th centuries, such as S. Buono, M. Malinconico, P. Caracciolo and B. Corenzio.

Church and Cloister of St. Francis

The monastery’s origin dates to the first half of the VIIIth century. The cloister’s architecture presents crossed arches in tufo on two sides of the portico, expressing the style of the late 1300s and substituted on the other two sides by round arches on octagonal pilasters. Various elements of pillage are present as in the three corner columns reutilized functionally after being taken from pagan temples. Next to the convent is the church of St. Francis which dates to the XVIth century. Inside, in the first of the three chapels on the right a wooden statue depicting the saint with Christ on the cross can be admired. It was donated by the Vulcano family in the XVIIth century.

House of Tasso

On the right of the road which from the F. S. Gargiulo Square leads to the Vittoria Square is the entrance to the Imperial Tramontano which incorporates two rooms left from the house where Torquato Tasso, author of Jerusalem Liberated, was born in 1544.

Church and Monastery of St. Paul

The church is attached to the old monastery of Benedectine nuns of St. Paul dating to IXcentury. It consist of one aisle with circular vault and lunettes and is enriched by paintings and a maiolica floor over brickwork.

Also noteworthy is the small belvedere belltower and the cupola in maiolica.

Church of the Rosary, formetly of Saint Felice and Baccolo

Commonly referred to as the St. Rosary it was probably built under the empire of Constantine the Great (310) over the remains of an old pagan temple called pantheon. It was Sorrento’s cathedral from the XIIth to the XVth century.

House of Cornelia Tasso

At number 11 Via S. Nicola is the Fasulo House, once the Sersale House (noteworthy the ashlar-work portico and pretty little balcony).

Cornelia Tasso, Torquato’s sister and Marzio Sersale’s wife lived here, and continued to after she was widowed with her sons Antonino and Alessandro.

In July 1577 Torquato escaped from the castle of Ferrara and embarked at Gaeta to present himself here disguised as the poet’s messenger later revealing his true identity. He stayed with his sister until December, then left for Rome. In the entrance hall is a vault decorated with stems, military trophies and inscriptions from 1615 in memory of the poet.

Church of Annunciation

The origin of this church is antique althiugh the date of its foundation is not known. It was probably built on the remains of the temple dedicated to the godess Cybele. From 1391 in this church (which was adjoined to a monastery) the Agostinian fathers of the congregation of St John in Carbonara from Naples officiated.

The church was conceded by their request in 1811 to the co-patrons of the Chapels on condition that they took on all maintenance expenses.

They, in turn, granted definitely to the lay congregation of St Monica in 1854.

Dominova Seat

This the only remaining testimony in Campania of the old noble seats and dates to the WXIth century.

It has a quadrilateral form with two corner arches in piperno (lava) permitting the view of the interior of the cupola and the end walls with 18th century frescoes.

The pilasters and polystyle arches with their capotals are in archaic style.

The 17th century cupola is formed by green and yellow majolica roof-tiles.

LE SCENE DI VITA qUOTIDIANA DEL

Imobili

POPOLO NAPOLETANO

e gli oggetti intarsiati sorrentini si caratterizzano nel vasto panorama della tarsia italiana dell’Ottocento non solo per la progettualità ma soprattutto per il tema decorativo. Nella produzione sorrentina la decorazione intarsiata si affida quasi sempre alla riproduzione delle varie scene di vita quotidiana del popolo napoletano. E’ un tema che si è sviluppato nei primi anni dell’ottocento sulla base della forte richiesta del mercato turistico. I viaggiatori del Gran Tour, nel corso del loro soggiorno sorrentino, erano molto interessati ad acquistare e portare a casa mobili e oggetti che potessero attraverso il decoro diventare, indipendentemente dall’aspetto funzionale, strumenti della memoria. I personaggi e le scene di costume tipiche del costume napoletano, che sotto l’aspetto ambientale avevano accompagnato la vita quotidiana dei viaggiatori nel corso del loro soggiorno, sono tradotte dagli artigiani sorrentini in silhouette intarsiate. A volte gli stessi soggetti sono intarsiati con dettagli e caratteristiche diverse. Il tutto è legato alle diverse fonti utilizzate dagli intarsiatori sorrentini. Le incisioni ottocentesche sul costume napoletano, firmate da Gatti e Dura, Cucciniello e Bianchi, da Bartolomeo Pinelli, da Vianelli ed altri, sono state in vario modo riprese dai maestri intarsiatori sorrentini. Nei mobili ed oggetti firmati da Michele Grandville, padre fondatore della tarsia sorrentina insieme a Luigi Gargiulo, le varie scene riproducono le incisioni del Gatti e Dura. Le scene, intarsiate in legni naturali, sono costituite da piccole figure completamente diverse da quelle che decorano la produzione di Luigi Gargiulo. Le incisioni che hanno fatto da supporto ispiratore alla produzione intarsiata di Gargiulo sono tratte dagli album del romano Bartolomeo Pinelli. In questo caso le sagome dei vari personaggi, che animano la scena, sono più slanciate e tradotte spesso in legni colorati. In

questo vasto panorama decorativo alcune scene sono più ricorrenti. Tra queste il Calesse di Resina, la carrozza piena di personaggi in viaggio da Napoli a Resina. Nell’incisione firmata da Palizzi, pubblicata nel volume di Francesco de Bourchard “Usi e Costumi di Napoli e Contorni descritti e dipinti”, nel gruppo dei viaggiatori è presente anche un curato con ampio cappello, personaggio assente in altre riproduzioni della stessa scena. E’ un macrocosmo di scene intarsiate su fondo di lamine in pero ebanizzato che arricchiscono le superfici piane e curve delle varie opere. Le scene sono spesso delimitate da cornici in mosaico, nelle quali si alternano il gruppo che danza la tarantella, la famiglia di pescatori, il venditore di cocomeri, i mangia maccheroni, il carretto trainato dai buoi, il venditore di franfellicchi.

Decoration in Sorrento Inlaid Wood:

scenes from the Daily life of the neapolitan People

Sorrento inlaid furniture and objects stand out among the vast panorama of 19th-century Italian inlaid woodwork not only for their design but above all for their decorative theme. In Sorrento, inlaid decoration almost always features various scenes from the daily life of the Neapolitan people.

This theme developed in the early 19th century, driven by strong demand from the tourist market. During their stay in Sorrento, travelers on the Grand Tour were keen to purchase and bring home furniture and objects that, through decoration, could become, beyond their functional purpose, instruments of remembrance.

Characters and scenes typical of Neapolitan costume, which, from an environmental perspective, had accompanied the travelers’ daily life during their stay, are translated by Sorrento artisans into inlaid silhouettes. Sometimes the same subjects are inlaid with different details and characteristics. This is all linked to the different sources used by Sorrento inlaid woodworkers. The 19th-century engravings on Neapolitan costume, signed by Gatti and Dura, Cucciniello and Bianchi, Bartolomeo Pinelli, Vianelli, and others, were adapted in various ways by master inlayers from Sorrento. In the furniture and objects designed by Michele Grandville, the founding father of Sorrento marquetry along with Luigi Gargiulo, the various scenes reproduce Gatti and Dura’s engravings. The scenes, inlaid in natural wood, consist of small figures completely different from those decorating Luigi Gargiulo’s work. The engravings that inspired Gargiulo’s inlay work are drawn from the albums of the Roman artist Bartolomeo Pinelli. In this case, the silhouettes of the various characters that animate the scene are more slender and often translated into colored wood. Within this vast decorative panorama, some scenes are more recurrent. Among these are the Calesse di Resina, the carriage filled with characters traveling from Naples to Resina. In the engraving signed by Palizzi, published in Francesco de Bourchard’s volume “Usi e Costumi di Napoli e Contorniscritti e dipinti,” the group of travelers also features a curate with a large hat, a figure absent in other reproductions of the same scene. It is a macrocosm of scenes inlaid on a background of ebonized pear wood plates, enriching the flat and curved surfaces of the various works. The scenes are often bordered by mosaic frames, alternating with the group dancing the tarantella, the family of fishermen, the watermelon vendor, the macaroni eaters, the ox-drawn cart, and the franfellicchi vendor.

Alessandro

A NEW MODEL OF MUSEUM FOR THE DECORATIVE ARTS

The building that houses the Museobottega stands on via S. Nicola, the historical part of the town, and is part of an ancient urban nucleus.

Its eighteenth century structure is typical of a provincial townhouse with more consequential pretensions.

The Museobottega is a polyfunctional structure designed to requalify those sectors of the decorative arts which have not only a past worthy of being recorded but also a productivity which needs to be sustained and helped to renew its contents.

In the structure the cataloguing and display of the historical production serves as the introduction to a more ample programme going beyond the conservation of our heritage. There is a need for training programmes in the specific sectors of craft activity, and an autonomous production based on the techniques and materials which represent the best in the tradition of each craft.

THE MUSEOBOTTEGA OF THE TARSIALIGNEA

THE HISTORICAL COLLECTION

is introduced by the exhibition of objects and furniture produced in the nineteenth century wich focuses on the technical and decorative characteristics of the various intarsia workshops then active in Italy.

This is designed to give to the visitor a better understanding of the specific features of the craft as it was practised in Sorrento. The exhibition of local ware is preceded by an extensive selection of paintings, prints and photographs of the setting for this local craft. Different sections in the Museobottega illustrate the evolution of production techniques, the materials used, the decorative motifs and the details of design which characterise the local production in inlaid wood.

After recognising the part played by the local School of Art in training successive generations of craftsmen, the exhibition terminates with the work of local master craftsmen produced during the nineteenth century.

RESEARCH AND PRODUCTION

The principal objective of the Museobottega is to ensure continuity for the tradition of intarsia work in Sorrento by commissioning and marketing products reflecting a cultural renaissance in the craft. It is many years since the artisan represented a composite figure uniting manual skills with design acumen, once the secret of his success.

The only way to contrast the impoverishment of the various sectors of the arts and crafts seems to be to accompany the artisan with a person well versed in the culture of the craft, able to offer assistance in the conceptual phase of production. The production of the “Alessandro Fiorentino Collection” is the tangible result of such collaboration. Intarsia work has always been considered a decorative addition to the item to which it was applied, whereas here production has been based on a new equilibrium in which the finished product is a univocal expression of formal structure.

In an age in which computeri sation has invaded all sectors of production, traditional skills have had to meet a severe challenge: some have disappeared, many have modified their systems of production, and precious few have remained faithful to traditional techniques. The modern production of intarsia work undertaken by the “Alessandro Fiorentino Collection” has swum against the tide by reaffirming the manual skills and traditional techniques of intarsia work. The collection has concentrated on two distinct sectors: the more traditional one of commonplace objects, directed to the merchandising in museum, and that of interior architecture. It made its dêbut at the International Design Center in New York in 1988, during the AIA Convention. The projects of Alessandro Fiorentino have been realised with the collaboration of local craftsmen and the conceptual contribution of his three sons, all qualified architects: Luigi, Paolo and Fabio.

Enjoy and relax

Enjoy the authentic British atmosphere in our cosy pub. Enjoy delicious fish and chips and the traditional English breakfast, accompained by a selection of beers. Follow your favourite sports on our TV screens, immersed in a vibrant atmosphere with background music. Relax in our pleasant garden bar during the nice days. An unforgettable experience awaits you!

For my good friends at the English Inn. Watercolor painting by Professor Jeff Johnston of Alfred State College, Alfred NY Coordinator of Architecture Study abroad at Sant’Anna Institute Sorrento.

LA ZUCCA, LANTERNA D’AUTUNNO

Ottobre porta con sé i colori caldi dell’autunno e i mercati che si riempiono di zucche: grandi, tonde, arancioni, dalla scorza dura e dalla polpa dolce. Frutto della terra generosa, la zucca è da sempre simbolo di abbondanza, di passaggio di stagione e di mistero. Nei nostri orti e giardini, come nei racconti popolari e nelle fiabe, accompagna i giorni che scivolano verso l’inverno. La fiaba di Cenerentola ha reso immortale la sua immagine: da semplice frutto del campo a carrozza elegante, capace di portare la fanciulla al ballo. Non è un caso che sia proprio la zucca a trasformarsi: la sua forma tondeggiante, già simile a un cocchio, ha stimolato la fantasia di generazioni di narratori. Ma la zucca vive anche nelle atmosfere gotiche del cinema contemporaneo, come nei film di Tim Burton, dove appare come lanterna sospesa tra incanto e paura. Si tratta di immagini che richiamano la Jack O’ Lantern di Halloween, tradizione di origine irlandese, oggi diffusa ovunque, in cui si intaglia una zucca e la si svuota per illuminarla con una candela nella notte dei morti, cosicché la luce tremolante può tenere lontani gli spiriti maligni e, insieme, fa fare festa. Accanto alle immagini fiabesche e cinematografiche, la zucca è entrata profondamente nel linguaggio quotidiano. Dire che qualcuno “ha sale in zucca” significa che ha buon senso: per i latini il “sale” evocava intelligenza e spirito, e posto dentro una zucca apparentemente vuota diventa metafora perfetta. Al contrario, il dialetto napoletano dice “tiene ’a capa ’e cocozza” per indicare una persona priva di idee, leggera e inconsistente come una zucca svuotata.

Proprio una zucca vuota è al cen-

tro di una storiella riportata da Gaetano Amalfi nelle sue “Tradizioni ed usi nella Penisola Sorrentina” (1890), in cui si racconta di un parroco che, per contare i giorni dalla Quaresima alla Pasqua, aveva riempito una zucca di semi, togliendone uno ogni giorno. Un nipotino, per burlarlo, ne aggiunse un pugno: così il parroco, scuotendo la zucca, credette che la festa fosse ancora lontana e lo annunciò ai fedeli. Da qui il detto ironico: “Comme cocozza canta (o ’ntrona) chist’anno nun pigliammo Pasca”, usato per indicare un’attesa che sembra non finire mai. Accanto a leggende e facezie, la zucca resta soprattutto cibo, infatti appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, regina delle tavole d’autunno, e si presta a mille ricette: dalla semplice pasta e cocozza della tradizione contadina meridionale, alle zuppe cremose settentrionali che scaldano le sere fredde, fino ai ripieni, alle marmellate e agli gnocchi. È un ingrediente che unisce dolcezza e sostanza, capace di evocare ricordi familiari e sapori genuini. Ma non va dimenticato un altro uso antico: la zucca essiccata e svuotata serviva come borraccia o recipiente, nonché come strumento musicale nelle feste popolari. Un oggetto multifunzionale, capace di trasformarsi secondo i bisogni e la fantasia.

The Pumpkin, autumns lantern

Così, tra cucina, proverbi, fiabe e tradizioni, la zucca rimane la vera lanterna d’autunno. Illumina le notti di festa, porta calore nelle case e arricchisce l’immaginario collettivo. Ogni volta che la posiamo sulla tavola o la vediamo brillare con un volto intagliato, celebriamo la forza della natura che, anche nel suo tempo di declino, sa donarci abbondanza, colori e storie da raccontare.

October brings with it the warm colors of autumn and markets filled with pumpkins: large, round, orange, with a tough rind and sweet flesh. Fruit of the generous earth, the pumpkin has always been a symbol of abundance, the transition of seasons, and mystery. In our vegetable gardens and gardens, as in folk tales and fairy tales, it accompanies the days slipping into winter. The tale of Cinderella has immortalized its image: from a simple fruit of the field to an elegant carriage, capable of carrying the maiden to the ball. It’s no coincidence that it is the pumpkin that transforms: its rounded shape, already resembling a chariot, has stimulated the imagination of generations of storytellers. But the pumpkin also lives in the gothic atmospheres of contemporary cinema, as in Tim Burton’s films, where it appears as a lantern suspended between enchantment and fear. These images recall the Halloween Jack O’Lantern, a tradition of Irish origins now widespread, in which a pumpkin is carved and hollowed out to be lit with a candle on All Souls’ Night. The flickering light wards off evil spirits and sparks celebration. Alongside fairytale and cinematic images, the pumpkin has become deeply embedded in everyday language. Saying someone “has salt in his pumpkin” means he has common sense: for the Latins, “salt” evoked intelligence and wit, and placed inside a seemingly empty pumpkin, it becomes the perfect metaphor. Conversely, the Neapolitan dialect says “tiene ‘a capa ‘e cocozza” (he has a head of corn) to indicate a person devoid of ideas, light and insubstantial like a hollowed-out pumpkin. A hollow pumpkin is at the center of a story told by Gaetano Amalfi in his “Traditions and Uses in the Sorrento Peninsula” (1890), which tells of a parish priest who, to count the days from Lent to Easter, filled a pumpkin with seeds, removing one each day. A grandson, to tease him, added a handful: so the priest, shaking the pumpkin, believed the holiday was still a long way off and announced it to the faithful. Hence the ironic saying: “Comme cocozza sings (or ‘ntrona) chist’anno nun pigliammo Easter,” used to indicate a wait that seems never-ending. Aside from legends and jokes, pumpkin remains, above all, food. It belongs to the Cucurbitaceae family, the queen of autumn tables, and lends itself to a thousand recipes: from the simple pasta and cocozza of southern peasant tradition, to creamy northern soups that warm cold evenings, to fillings, jams, and gnocchi. It is an ingredient that combines sweetness and substance, capable of evoking family memories and authentic flavors. But another ancient use should not be forgotten: the dried and hollowed-out pumpkin served as a water bottle or container, as well as a musical instrument at folk festivals. A multifunctional object, capable of transforming according to needs and imagination.

Thus, among cuisine, proverbs, fairy tales, and traditions, the pumpkin remains the true lantern of autumn. It illuminates festive nights, brings warmth to homes, and enriches the collective imagination. Every time we place it on the table or see it shine with a carved face, we celebrate the strength of nature which, even in its time of decline, can give us abundance, colors and stories to tell.

BeTWeen CuIsIne anD legenDs

Gennaro Galano (sito web “La Grotta di Giano”

Nell’ottobre del 1656, dopo oltre quattro mesi di paura e indicibili sofferenze, lutti e dolori atroci, i sorrentini poterono tirare un sospiro di sollievo. La peste, dopo aver mietuto dei sopravvissuti.

Già nel giugno di quel fatidico ’56, alle prime avvisaglie, la Penisola Sorrentina si dotò di alcuni lazzaretti, tra cui uno alla Scrajo a Vico Equense e uno al

Mezzogiorno, tanto che, nel bel mezzo della “bufera pestilenziale”, don Giovan Battista de Scala, parroco di Sant’Agnello, lasciò una breve relazione, aggiunta al registro dei defunti della sua parrocchia.

“Alli appestati- come annotava don Giovan Battista – uscivano nelli corpi bolle, bobboni, carbonghi, angonaglie et altre sorti di morbo contagioso […] et li confessori andavano confessando […] in lontananza morale, cioè stavano un poco lontani dalli appestati”.

I morti, a centinaia, riempirono le fosse comuni, ricavate lontano dai centri abitati e, dinanzi all’aggressività del morbo, nulla poteva, se non le preghiere, le litanie, le processioni (tra cui quelle, tanto attese, organizzate in onore di Sant’Antonino) e…”un bicchiere di acquavite con trementina”, da mandare giù, dopo aver punto i bubboni, ogni mattina. Insomma, la peste mise a nudo, tragicamente, le debolezze umane, tanto nel corpo quanto nello spirito. Ancora nel 1687, lavorando alla

mente, la tragedia vissuta dai sorrentini. L’enorme tela “peste del 1656 a Sorrento”, posta sulla parete sinistra dell’abside, è un richiamo forte alla forza descrittiva di Micco Spadaro; gli appestati, pallidi di morte, sono ammassati nel lazzaretto al “Borgo”, mentre al centro, in primo piano, un teatino “comunica” un morente. In alto, quasi a planare sulla scena, appare Sant’Antonino, quasi sovrapposto alla sua statua tufo che, sino agli anni ’30 dell’800, sormontava la porta del Piano.

Il vegliardo, disceso dal cielo, travolge il maligno e, in un certo senso, sconfigge la peste. Epilogo scontato, ma non troppo, visto che, dopo 4, terribili mesi, la peste del 1656 aveva devastato mezza Europa.

La tela di Giacomo del Po, dal titolo, “La Peste a Sorrento”, è visibile nella Basilica di Sant’Antonino Abate, a Sorrento. Risale al 1687 e fa parte di un ciclo composto anche da una altra tela, sempre opera di del Po: “L’assedio di Sorrento per mano di Giovanni Grillo nel 1648”.

II EDIZIONE DEL PREMIO PAOLA ZANCANI MONTUORO

Grande successo per la II edizione del Premio Internazionale “Paola Zancani Montuoro” e del Premio “Caterina Cicirelli”, dedicati al mondo dell’archeologia e della ricerca. Nel corso dell’evento, tenuto nella meravigliosa cornice della tenuta “Il Pizzo” di Sant’Agnello, sono state premiate due donne che si sono distinte per il loro operato: la Prof.ssa Claude Albore Livadie e la Dott.ssa Aurora Raimondi Cominesi. Il Segretario del Comitato Scientifico, Fabrizio Vistoli, già Segretario esecutivo della Società Magna Grecia, ha presentato l’edizione 2025 e ha tenuto un’accurata relazione, accompagnata da proiezioni di immagini inedite, su Paola Zancani Montuoro, l’illustre archeologa a cui il Premio è intitolato e che proprio alla tenuta “Il Pizzo” di Sant’Agnello stabilì la sua dimora. Per l’edizione 2025, il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a Claude Albore Livadie, presentata da Massimo Cultraro, Professore di Preistoria e Archeologia Egea dell’Università di Palermo e dirigente di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. A consegnare il premio, la duchessa Irene Imperiali, meravigliosa padrona di casa e nipote di Paola Zancani Montuoro che, insieme a tutti i familiari della studiosa, ha con entusiasmo aperto le porte della residenza storica “Il Pizzo” per ospitare l’evento.

Il Premio “Caterina Cicirelli”, intitolato alla memoria della cittadina di Sant’Agnello, funzionaria archeologa del Parco Archeologico di Pompei e studiosa specialista del territorio vesuviano e peninsulare, è stato invece assegnato quest’anno ad Aurora Raimondi Cominesi, presentata da Domenico Esposito, membro dell’istituto di Archeologia Classica della Freie Universität di Berlino.

A consegnare il premio, Giuseppe Scarpati, Funzionario del Parco Archeologico di Pompei, insignito dello stesso riconoscimento nella prima edizione.

La famiglia Cicirelli, presente con commozione alla cerimonia di premiazione nella persona del fratello Enrico, ha annunciato, inoltre, la volontà di sostenere le finalità del Premio con una donazione ventennale da destinare totalmente a giovani ricercatori, per sostenere idee, progetti e pubblicazioni.

Alle studiose premiate è stata consegnata una metopa realizzata dall’artista Alessandro Ottone, raffigurante le danzatrici dell’Heraion del Sele, una delle grandi scoperte archeologiche di Paola Zancani Montuoro e Umberto Zanotti Bianco.

CLAUDE ALBORE LIVADIE etruscologa di formazione, Direttrice emerita del CNR francese, collaboratrice e amica di Georges Vallet e di Paola Zancani Montuoro, dai primi anni Ottanta del Novecento, su impulso di Ettore Lepore, ha dedicato la sua attività scientifica allo studio della Preistoria della Campania, contribuendo in maniera determinante alla conoscenza delle più antiche facies culturali della regione tramite scoperte archeologiche di grandissimo rilievo quali quelle di Nola Croce del Papa e di Longola di Poggiomarino, nonché, tra le tante, quelle di Palma Campania, di Ariano Irpino e della Trinità di Piano di Sorrento. Suo grande merito, inoltre, è che i risultati di tutte le complesse campagne di scavo da lei dirette, con rigoroso approccio scientifico interdisciplinare, sono sempre state pubblicate in maniera ineccepibile e rese fruibili a tutti, sia agli studiosi che ai non addetti ai lavori, rivelando, accanto ad una profonda competenza e passione per il mondo antico, una concezione dell’archeologia al servizio dell’interesse pubblico, strumento di conoscenza, tutela e valorizzazione territoriale.

AURORA RAIMONDI COMINESI studiosa dell’Antico, laureata all’Università di Pisa, con un dottorato conseguito presso la Radboud Universiteit di Nimega (NL) sotto la guida di Eric Moormann, Olivier Hekster e Lien Foubert, ha maturato notevoli esperienze internazionali nell’ambito della “gestione” delle collezioni antiquarie del Museo Nazionale delle Antichità di Leida e del Jean Paul Getty Museum di Los Angeles. Di recente nominata Conservatrice archeologa del Museo di Santa Giulia e del Parco Archeologico di Brescia romana, operosa e dedita agli studi classici e museologici con impegno e passione, da storica dell’Arte Antica ha prodotto fondamentali lavori sull’architettura, sulle pitture murali e sugli arredi delle dimore imperiali romane tra l’età giulio-claudia e quella flavia. In quest’ambito di ricerca notevole può dirsi il suo contributo alla conoscenza delle ville del territorio stabiano, in particolare con pubblicazioni sull’apparato decorativo di Villa Arianna, che proseguono con autorevolezza il filone di studi nel quale si è distinta durante la sua carriera Caterina Cicirelli, insigne studiosa delle ville vesuviane.

Azzurra Filosa

SALUTI E bACI DA SORRENTO NELLE CARTOLINE POSTALI L’IMMAGINE DI UN’ EPOCA

“Viaggio splendido, salute ottima, l’umore gaio ritorna perché amo dimenticare tutto. Baci affettuosi. Ettore”, è il breve messaggio scritto nell’angusto spazio di una cartolina postale, spedita da Sorrento, nei primi anni del Novecento da un viaggiatore dall’umore un po’ giù che qui intende estraniarsi dal mondo per dimenticare le sue pene d’amore. In quegli anni quando la penisola sorrentina si definiva Stazione di Cura e soggiorno il messaggio riflette la prerogativa del territorio.

“L’aere è sì sereno, sì temperato sì salutifero, sì vitale, che gli uomini che senza provar altro cielo ci vivono sono quasi immortali” aveva scritto Bernardo Tasso a proposito della salubrità del sito. Non solo l’aria pura, giovevole per le affezioni polmonari bensì il clima e la tranquillità capaci di curare gli sbalzi di umore o le più profonde melanconie.

La prima apparizione delle cartoline illustrate è del 1872 ideate per propagandare presso i turisti

le bellezze naturali della Svizzera; tuttavia sarà nel 1891 che la fotografia ne farà esplodere l’uso in tutta Europa. Durante la Belle Epoque i soggetti furono numerosi ed elegantissimi, a partire dai fiori decorati con nastri colorati, cuori e fedi nuziali, puttini, delicati arabeschi con fanciulle sognanti e, naturalmente, le immagini dei paesaggi e delle città più amate dai viaggiatori. Il repertorio delle cartoline sorrentine è vastissimo e di qualità eccelsa, prodotte per soddisfare le richieste di un turismo di alta classe.

La Sorrento di inizio Novecento rivaleggiava per il suo prestigio con i maggiori centri di villeggiatura internazionali. Fiore all’occhiello erano i grandi alberghi già attivi nell’800: la Cocumella, l’Imperial Tramontano, l’hotel Syrene, il Grand Hotel Excelsior Vittoria ospitavano il meglio della nobiltà e dell’alta borghesia europea. Sulla loro scia una schiara di artisti e letterati diffondevano il nome di Sorrento nel

Antonino De Angelis

mondo. La stampa seriale delle cartoline sostituì la più colta e raffinata produzione pittorica degli artisti, sicché il romantico “ricordo di Sorrento”, rappresentato dai disegni acquarellati che i viaggiatori compravano e portavano con se ben sistemati sul fondo della valigia, fu sostituito dalle cartoline illustrate che a cura delle poste italiane recavano agli amici lontani i “saluti da Sorrento”. I paesaggi raffigurati sul cartoncino rettangolare quelli dipinti mille volte dagli artisti romantici italiani e stranieri. Le vedute da Capodimonte, con la costiera e il promontorio di Scutari sullo sfondo, sono le stesse dipinte tante volte da Giacinto Gigante o da Anton Pitloo; quelle delle marine e del costone tufaceo sono le stesse dipinte da Silvester Schedrin, Karl Goutzlof e tanti altri. Molte sono le cartoline di gusto romantico, tratte da acquarelli di artisti specializzati che rappresentano motivi architettonici e archeologici. La serie prodotta dalla “The Lace House” del sorrentino Silvio Salvatore Gargiulo mostra le vetrine dei grandi negozi ricche dei preziosi ricami e seterie sorrentine. Fra le più ambite per qualità e bellezza sono quelle degli editori napoletani Richard e Ragozzino così come quelle realizzate con le immagini dei fotografi locali Enrico ed Emilio De Luca. Cercando negli espositori dei negozi si scoprono spesso cartoline incompiute dove fra gli arabeschi decorativi si trova un piccolo spazio bianco in cui è lo stesso mittente a disegnare o dipingere il soggetto che più gli piace, ciò personalizza il messaggio e gratifica il destinatario (Vds. foto Saluti). Ma Sorrento ha qualcosa in più che rimanda ai suoi costumi e alle sue tradizioni: la tarantella. Tutti i grandi alberghi della costiera hanno un loro corpo di ballo che tutte le

sere intrattiene i clienti a cui fanno omaggio, dopo lo spettacolo, di una ‘cartolina ricordo’: “Se si nata a Napoli Capri Surriento/ Ca tarantella putimmo cantà/ Coi tamburrielli co le castagnelle coi zucculilli/ avimmo a ballà/ La tarantella la surrentina/ Tuppete tuppete tuppete tà”.

Sfogliare un album di cartoline è un’esperienza unica, sono cimeli che ci restituiscono la sensazione di un tempo lontano nei quali sono nascosti i pensieri, spesso segreti, di persone che hanno affidato a quel cartoncino i propri sogni, le gioie, le ansie, i dolori, qualche volta con frasi d’intesa, altre volte con aforismi e versi d’amore.

Avere la cartolina fra le mani significa toccare qualcosa di “suo” scritto dalla sua mano con la sua calligrafia da cui si percepisce la sua personalità e il suo stato d’animo.

Con l’avvento del XXI secolo l’uso della cartolina è passato di moda. E’ stata sostituita dai più moderni strumenti di comunicazione coi quali con un solo clik si annulla lo spazio e il tempo, togliendo così il piacere dell’attesa e la percezione della “lontananza”.

Attesa e lontananza evocata, con la voce di Gilda Mignonette, in una canzone di cento anni fa: “M’è arrivata stammatina/ ‘Na cartulina:/ È ‘na veduta ‘e Napule/ Che m’ha mannato mammema./…Che gioja, che delizia!/ Surriento quant’è fina!/ Comm’è bello ‘o Vesuvio/ ‘Nfaccia a ‘sta cartulina!/ ….Napule/Aggio scritto pe’ tte chesta canzona/ E p’‘o ricordo ‘e mammema/ Aggio chiagnuto lacreme ‘e passione.” Oggi tutto questo non c’è più, mancano le lacrime, manca la passione, tutto è immediato, tutto è presente, non fa differenza se l’invio del messaggio è verso l’altra parte del mondo o verso la nostra dirimpettaia.

Il Teatro Tasso di Sorrento presenta la nuova stagione teatrale 2025-2026, dal titolo evocativo

TR a ci ElO E ma RE

Vivi una stagione di emozioni senza limiti

Un cartellone ricco di appuntamenti che porta sul palcoscenico grandi nomi del teatro e dello spettacolo italiano, alternando prosa, musica, comicità e drammaturgia contemporanea.

i l p ROGRamma

7 NOVEMBRE 2025

Ti ho sposato per ignoranza con Gianfranco Gallo

14 NOVEMBRE 2025

Qualcosa è andato storto con Carlo Buccirosso

27-28 NOVEMBRE 2025 il sindaco pescatore con Ettore Bassi

13 DICEMBRE 2025 cantami d’amore con Edoardo Prati

16 GENNAIO 2026

Buonasera a tutti con Peppe Barra

25 GENNAIO 2026 non so piangere a comando con Giulia Vecchio

12 FEBBRAIO 2026 le pornoprecarie quelle di OnlyFals di e con Maria Bolignano

24 FEBBRAIO 2026

Jucature con Antonio Milo e Adriano Falivene

14 MARZO 2026

vacanza coi fiocchi con Gino Rivieccio e Nathalie Caldonazzo

21 MARZO 2026 cartrastraccia con Pino Strabioli e Sabrina Knaflitz

Noleggio biancheria - Lavanderia industriale

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Tour Sorrento

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sORREnTO - capRi 07.15 (feriale) - 08,00 - 08.45 - 9.55 - 10,45 - 11,20 11,55 - 12,55 - 13,35 - 13,50 - 14,45 15,50 - 16,50 - 17,50 - 18,20 capRi - sORREnTO 08.00 (feriale) - 08,45 - 09.25 - 10,30 - 11.20 - 12,55 15,15 - 15,20 - 16,10 - 16.20 - 16,35 - 16,55 - 17,25 - 18,30 - 19,00

sORREnTO/napOli 8,15 - 10,00 - 12,00 - 14,00 - 16,25 napOli/sORREnTO 09,00 -11,00 -13,00 - 15,05 - 17,15 sORREnTO/pROcida/iscHia 09,10 - 15,50 iscHia/pROcida/sORREnTO 10,00 -17,25 sORREnTO - pOsiTanO - amalFi 09.15 - 10,30 - 12,05 - 14,30 - 14,55 amalFi - pOsiTanO - sORREnTO 11,55 - 16,40

vElOcE

numERi uTili

USEFULL NUMBERS

caRaBiniERi

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Sorrento 0818073111

pOlizia - pOlicE

Pronto Intervento 113

Sorrento 0818075311

- 14,40 - 16,35S - 19,25

capRi - sORREnTO

07,00 - 07,35S - 08,40 - 09,15S

12,05S - 13,35 - 15,55S - 17,40S 18,40 S= SNAV navE

pOmpiERi 0818711222

EmERGEnza mEdica 118

GuaRdia mEdica

Sorrento/Meta 0815331111 viGili Sorrento 0818074433 S. Agnello 0815332205 TaXi Sorrento 0818782204 S. Agnello 0818781428 Piano 0818786363 S. Agata 0818780509

SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 21 settembre 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.

SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 21 settembre 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.

sORRE n TO - a mal Fi

06:30F - 07:45 F - 08:30 H - 08:30 F - 09:00 H - 9:15 F - 09:30 G - 10:00 F - 10:00 H - 10:15 F - 10:30 G 11:00 G - 11:30 G - 11:45 H - 11:50 F - 12:30 F - 12:45 F - 12:45 H - 12:55 F - 13:30 G - 14:00 G - 14:55 F 15:30 F - 15:35 F - 15:45 H - 16:00 H - 16:15 F - 16:45 F - 17:00 F - 17:10 H - 17:45 F - 18:10 F - 18:10 H 18:30 F - 19:00 G - 19:15 H - 19:50 F

am al F i- sORRE n TO

06:20 G - 07:15 F - 08:05 G - 08:45 F - 09:30 H - 09:45 F - 10:45 S - 11:00 F - 11:00 H - 11:30 G - 11:45 F 12:15 G - 13:00 G - 13:30 F - 13:45 F - 14:05 F - 14:05 H - 14:30 F - 14:45 H - 15:00 F - 15:30 G - 16:00 G 16:30 F - 17:00 F - 17:00 H - 17:30 F - 17:45 H - 18:00 G - 18:30 F - 19:00 G - 19:30 F - 20:00 H - 20:15 F 21:00 H - 21:30 F

sORRE n TO - pR i OR a- s. aG aTa - TOR ca

06:40 F - 07:50 H . 08:05 F - 08:30 F - 09:00 H - 09:00 G - 09:30 G - 10:00 H - 10:15 F - 10:30 F - 11:30 G 11:45 - F - 12:15 F - 13:00 S - 13:15 G - 14:00 F - 14:00 G - 15:35 F - 15:30 F - 15:45 H - 16:20 G - 17:00 F 18:00 F - 18:10 H - 18:45 F - 19:00 G - 19:15 F - 19:45 G - 20:05 H - 21:15 G - 22:00 G TO R ca - s. aG aTa- pR i OR a- sORRE n TO

06:00 F - 06:45 F - 07:10 F - 07:15 S - 08:10 F - 08:45 G - 9:15 F - 10:00 G - - 10:55 F - 12:00 G - 12:20 F 12:30 H - 13:00 F - 14:05 F - 15:00 H - 15:35 G - 17:05 F

sORRE n TO -m assa lu BREns E- s. aG aTa - TOR ca 05:50 F - 07:25 F - 08:05 F - 9:00 F - 09:30 F - 10:10 G - 11:00 F - 12:15 G - 13:15 H - 13:15 F - 13:30 F 14:00 H - 14:00 F - 15:00 G - 16:15 F - 16:15 H - 17:10 F - 17:30 H - 18:00 F - 18:15 H - 18:45 H - 19:15 F 19:45 H - 20:15 F - 20:40 F - 21:15 G - 21:40 F - 22:20 F - 22:30 H - 23:00 F TOR ca - s. aG aTa- m assa lu BREns E - sORRE n TO 05:15 F - 06:05 F - 07:00 G - 07:00 S - 07:35 G - 08:30 F - 09:10 G - 10:25 F - 11:10 G - 12:15 F - 12:30 F 12,55 G - 13:15 G - 13,55 F - 14:25 G - 14:40 F - 15:25 F - 16:15 G - 17:00 H - 17:05 F - 17,55 F - 18:00 G 18:10 H 19:20 G - 19,55 F - 20:20 G - 21:20 F

sORRE n TO - maR ina d E l c an TO nE 7:50 F - 7:50 H - 9:00 F - 9,30H - 10:30 F - 11:30

maR ina d E l c an TO nE - sORRE n TO 6:45 F - 9:00 G - 10:20

CONTATTI FARMACIE DI SORRENTO

FaRmacia RussO (D-11) Via degli Aranci Tel. 0818772310

FaRmacia alFani (E-7) Corso Italia - Tel. 0818781226

FaRmacia FaRFalla (D-8) Piazza Tasso -Tel. 0818781349

FaRmacia canalE (E-7) Corso Italia - Tel. 0818781174

B us s ORRE n TO - nap O li

DA SoRREnTo (stazione) 22,30 - 23,15 - 23,45 - 0,20 - 1,35 2,25 - 4,15 - 4,50 - 5,40

DA nApoLI (piazza garibaldi - Hotel Terminus) 23,02 - 23,49

pERiOdicO di inFORmaziOnE TuRisTica

Aut. Trib. NA n. 3104 del 15.04.’82

Editrice surrentum Viale Montariello, 8 - Sorrento www.surrentum.com redazione@surrentum.net

direttore Responsabile Antonino Siniscalchi - antoninosiniscalchi@gmail.com in Redazione Luisa Fiorentino e Mariano Russo

progetto grafico Daniela Martinelli

Web producer Mauro Siniscalchi

stampa Effegi srl - Via Bosco Catena, 5 - Portici

Hanno collaborato: Laura Cuomo, Antonino De Angelis, Francesca D’Esposito, Azzurra Filosa, Alessandro Fiorentino, Gennaro Galano, Giovanni Gugg, ANEC, Fondazione Sorrento in copertina

LA RACCOLTA DELL’UVA A SORRENTO

foto Francesca D’Esposito pubblicità e informazioni

Tel. 334 838 5151 mariano@surrentum.net

STAMPATE 6.500 COPIE

Le collaborazioni alla rivista sono completamente a titolo gratuito

pIAzz A TASS o dalle 10 alle 13 (chiuso il lunedì)

STA zI on E C IRCUmvESU v IA nA aperto tutti i giorni tranne i martedì orario 10 - 13

SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 21 settembre 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.

sede di sorrento via l. de maio, 35 80067 sORREnTO Tel. 081/8074033 www.sorrentotourism.com aGEnzia REGiOnalE campania TuRismO

Orari di apertura 9/16 lunedi - venerdi. 9/14 sabato 9/13 domenica

Opening Hours 9am - 4pm mon. - friday 09.00 - 2pm saturday 09.00 - 1pm sunday

cHiavi d’ORO c/o Chiostro di San Francesco - SORRENTO www.campaniafelix.org

alBERGHi HHHHHl

06 Bellevue Syrene 0818781024 D/6

01 Excelsior Vittoria 0818777111 C/9

alBERGHi HHHHH

02 Ambasciatori 0818782025 B/12

09 Ara Maris 0818781681 D/9

05 Bel Air 0818071622 C/3

81 Cocumella 0818782933 A/15

34 La Favorita 0818782031 D/7

➔ La Pace 0818074775

57 Lorelei Londres 08119022620 B/11

81 Mediterraneo 0818781352 A/15

22 Parco Principi 0818784644 A/14

25 Royal 0818073434 C/10

alBERGHi HHHH

27 Admiral 0818781076 C/4

➔ Alpha 0818782033

03 Aminta 0818781821 F/3

04 Antiche Mura 0818073523 E/9

51 Astoria 0818074030 D/8

28 Ascot 0818783032 E/5

66 Atlantic Palace 0818782688 D/1

07 Bristol 0818784522 D/4

08 Capodimonte 0818784555 E/4

30 Capri 0818781251 D/11

72 Caravel 0818782955 A/16

10 Central 0818781646 C/14

11 Cesare Augusto 0818782700 E/9

➔ Club 0818781127

12 Conca Park 0818071621 F/6

13 Continental 0818072608 D/6

➔ Corallo 0818073355

➔ Crawford 0818071772

73 Cristina 0818783562 C/16

14 De La Ville 0818782144 C/11

61 Elios B.que Hotel 0818074834 C/2

➔ Eliseo Park’s 0818781843

15 Europa Palace 0818074898 C/10

16 Flora 0818782520 C/13

74 Gran Paradiso 0818073700 D/16

35 Gardenia 0818772365 C/14

17 Hilton 0818784141 G/7

77 Isabella 0810108238 A/15

19 Johanna Park 0818072472 G/3

55 La Minervetta 0818774455 D/4

78 La Residenza 0818774698 A/15

Q La Solara B. W. 0815338000

56 La Tonnarella 0818781153 C/3

71 Majestic Palace 0818072050 A/16

20 Michelangelo 0818784844 D/11

41 Minerva 0818781011 C/3

21 Miramare 0818072524 C/3

79 Palazzo Guardati 0818785567 D/8

70 Parco del Sole 0818073633 C/17

42 Plaza 0818782831 E/9

23 President 0818782262 F/5

➔ Prestige 0815330470

43 Regina 0818782162 D/6

24 Riviera 0818072011 B/12

58 Rota Suites 0818782904 C/12

46 Tirrenia 0818781336 E/5

18 Tramontano 0818782588 C/7

26 Vesuvio 0818782645 D/1

➔ Villa Garden 0818781387

49 Villa Maria 0818781966 F/5

H Vue d’Or 0818073153

50 Zi’ Teresa 0818784619 C/12

22 SO’ Lifestyle Hotel 0818774698 A/14

alBERGHi HHH

80 Au Relais Rivoli 0813654089 D/8

29 Britannia 0818782706 D/2

Q Dania 0818073572

52 Del Corso 0818071016 D/8

32 Del Mare 0818783310 D/4

33 Eden 0818781151 D/9

75 Florida 0818783844 A/15

36 Girasole 0818073082 B/15

37 Il Faro 0818781390 C/8

H Il Nido 0818782766 54 La Badia 0818781154 D/3 38 La Meridiana 0818073535 C/11

76 La Pergola 0818782626

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