




















Giovanni Gugg
Giovanni Gugg
C’èun filo invisibile che unisce la folla in festa a Napoli nel mese di maggio del 2025 con quella che danzava nelle stesse sere primaverili del 2023, del 1990 e del 1987.
È un filo teso tra la terra e il cielo, tra la gioia e il dolore, tra il riscatto e la ferita. Il Napoli ha vinto il suo quarto scudetto, all’ultima giornata, con un solo punto di vantaggio sull’Inter. Un niente che vale tutto: un soffio, un respiro trattenuto per mesi e poi esploso in un boato collettivo che ha attraversato le piazze e i vicoli, da Piazza del Plebiscito fino alle periferie, dallo scalone monumentale del Duomo di Amalfi a piazza Tasso a Sorrento. È stato come Capodanno, sì — anzi, come Capodanno più Carnevale: una festa dionisiaca, un’eruzione festosa di corpi, suoni, colori e bandiere.
A Napoli il calcio non è sport: è lingua, appartenenza, destino. È una forma di religione civile, fatta di sofferenza e fede, di culto e miracoli, di santi laici e maledizioni tramandate. E ogni scudetto è un evento epocale, ma anche un rito di passaggio, una riconferma del diritto a esistere nel grande racconto nazionale, da cui il Sud è stato troppo spesso escluso, irriso, marginalizzato.
La vittoria del campionato 2024/2025 è diversa dalle al-
tre. Non solo perché arriva con il fiatone, sul filo del rasoio, ma perché cade in un tempo storico particolare: un tempo di sfiducia verso le istituzioni, di scandali brucianti, di disuguaglianze crescenti, di disincanto verso la politica. E allora il calcio — soprattutto questo calcio, questa squadra, questo simbolo — diventa ancora una volta uno specchio rovesciato della realtà. Dove la speranza si gioca ogni domenica, e il riscatto, seppur momentaneo, è possibile. In questo senso, lo scudetto ricorda ai napoletani chi sono, da dove vengono, e cosa possono ancora sognare.
Non è un caso se i caroselli per strada non sembrano una semplice festa, ma un rito collettivo. Motorini come cavalli in processione, fumogeni come incenso, i clacson come campane a festa. E quella folla senza centro né perimetro, che urla e danza e si abbraccia, ha qualcosa di profondamente arcaico. Come se l’anima popolare della città, compressa da anni di umiliazioni e difficoltà, trovasse improvvisamente voce e corpo.
Vincere, qui, ha un altro significato: non è solo battere gli avversari, ma è dire che ci siamo anche noi, con la nostra storia, la nostra bellezza e le nostre contraddizioni. È rivendicare un posto nel mondo, e ricordare a tutti
— al Nord, all’Europa, al mondo — che il Sud non è soltanto ferite e dipendenze, ma anche forza, immaginazione e talento.
Inoltre, lo scudetto a Napoli è un colloquio ininterrotto tra i vivi e i morti.
Perché ogni festa è anche memoria: di chi non c’è più, ma aveva amato questa maglia; di un padre che guardava le partite in
bianco e nero; di uno zio incollato alla radiolina, di un amico partito, di un’infanzia spesa a giocare con un pallone sgonfio. Il Napoli campione d’Italia è il segno che il sogno può ancora vincere sulla rassegnazione.
E se anche tutto il resto resta difficile, almeno per una notte — queste notti di maggio — la gioia è totale, viscerale, liberatoria.
EUna collezione di ENRICO SALIERNO
nrico Salierno was born and raised in the historic center of Sorrento; in the sixties he moved to the United States, like many cabinet makers and Sorrento inlayers, to trade what at the time was our main typical product: the inlay work.
Boxes, carts, paintings, gaming tables, etc. enriched by the inlay, artistic expression belonging to our classical culture and tradition, also accompanied by carillons, were exhibited in many American houses.
With his work, Enrico was lucky like many of his fellow citizens.
Almost every year he returned to Sorrento together with his wife, for the pleasure of entertaining with old friends and relatives and to prepare, with his former colleagues, the shipping of furniture and objects to his work-shop in Los Angeles.
At the beginning of 2000, on achieving his working life, Enrico wanted to testify, in a tangible way, the attachment to his roots. For this reason, he decided to give to Sorrento artisans and to his city, a part of his heritage that most bound him to the world from which he came: a very rare collection of “music boxes”.
The collection, made up of musical mechanisms mounted on furniture, is partly the work of our craftsmen, but there are also some creations which are not from Sorrento. Enrico relied on his lifelong friend Mario Cimmino to complete his will.
After his death, it was possible, also thanks to his wife and the collaboration between the Municipality of Sorrento and the Union of Sorrento Inlaying Artisans, the transport of the works given from Los Angeles to Sorrento, through an extremely complex bureaucratic procedure.
Enrico had asked for a permanent place where the carillons could be kept and exhibited to the public: where if not at Villa Fiorentino?
The Sorrento Foundation is pleased to hold these works, real masterpieces, in the space dedicated to the Salierno Collection on the upper floors of the rooms dedicated to
“Enr I co Sal IErno, an artIS an of Sorr E nto”.
A Villa Fiorentino Venerdì 13 Giugno 2025 alle 20:00, la presentazione del libro “la tUa VIta seNza te – Il sOGNO che tI cambIa l’esIsteNza“, romanzo di Giacomo Giuliano.
GIACOMO GIULIANO – autore e creativo originario di Piano di Sorrento – unisce Diritto, Cultura e passione per la scrittura.
Dopo una carriera tra Giurisprudenza, apparizioni in TV e Pubblica Amministrazione, si dedica alla scrittura, alla musica e al teatro, firmando opere originali e progetti multimediali. Tra comicità, poesia e impegno civile, racconta l’umanità con stile brillante e profondo.
A Villa Fiorentino mercoledì 18 Giugno 2025 alle 19:00, la presentazione del libro “lI aN e e m arcellO – UN IN f IN tO am O re“, romanzo di Tommaso Maria Ferri.
FERRI, avvocato di professione e scrittore, è altresì Presidente della Fondazione “Rachelina Ambrosini“, che da oltre trent’anni si impegna in progetti umanitari di carità e conversione in Italia e all’estero, lavorando in sinergia con associazioni concretamente impegnate sui territori di riferimento.
ÈNicoletta Gargiulo, già Miglior Sommelier d’Italia e oggi restaurant manager del ristorante stellato O me o il mare di Gragnano, a ricevere il titolo di Maître dell’anno con l’assegnazione del prestigioso Premio Aldo Guida. Il riconoscimento le è stato conferito nel corso della serata clou della quarta edizione del SorrentoGnocchiDay, tenutasi il 30 aprile presso l’Aqua Pool Lounge dell’Hotel Mediterraneo.
A premiarla, con un’opera del maestro Marco Ferrigno, sono stati Annamaria Lauritano e Oreste Pezzella dell’azienda WorkLine, insieme al vincitore dello scorso anno, Eduardo Buonocore del Laqua Countryside di Vico Equense. La serata, condotta con eleganza da Veronica Maya, ha visto la partecipazione di 13 chef stellati impegnati nella reinterpretazione del piatto simbolo della tradizione sorrentino-
partenopea: gli gnocchi.
Dalla versione “quasi alla sorrentina” di Fabrizio Mellino del Quattro Passi di Nerano, ripiena di agnello Lauticada e spuma di mozzarella, agli gnocchi di zucca con cuore liquido di caprino firmati da Ernesto Iaccarino e Mimmo De Gregorio, ogni proposta è stata un omaggio all’innovazione senza tradire le radici.
Notevoli anche le creazioni di Pasquale Palamaro (Indaco di Ischia), Ciro Sicignano (Lorelei), Vincenzo Guarino (La Corte degli Dei) e Michele Spadaro (Pashà di Conversano), quest’ultimo protagonista del gemellaggio con la Puglia assieme a Enzo Politelli dell’Ostaria Pignatelli.
L’evento ha celebrato anche la manualità della tradizione: le “live session” di orecchiette e gnocchi curate da Renza De Cesare (da Cisternino) e dalla famiglia Di Stefano di Mamma che Pasta hanno incantato il
pubblico, accompagnate dalle gustose montanare dei maestri pizzaioli Damiano ed Espedito. Non è mancata l’eccellenza dolciaria, con la Pastiera da passeggio di Sal De Riso, il Caffè Sorrentino di Michele Di Leva e il Ricordo di un dolce viaggio pugliese di Eustachio Sapone.
La cena di gala, firmata dallo chef Eugenio Cuomo del Terrazza Vittoria, ha suggellato la fratellanza gastronomica tra Campania e Puglia.
E l’edizione 2025 del Sorrento -
GnocchiDay continua per tutto maggio con “Gnocchi in Tour”, che vedrà le interpretazioni dei ristoratori della Penisola sorrentina protagoniste di nuove degustazioni.
Tra gli sponsor tecnici: Salvatore Martusciello, San Gregorio, Casa Setaro, Castello Tricerchi, Liquori Bonheur, Aiello e Emmanuel sound.
Un evento che celebra gusto, talento e tradizione, in un connubio perfetto di arte e cucina.
www.festavico.com
Dal9 all’11 giugno, Vico Equense celebra la cucina come esperienza di emozione e solidarietà.
La Costiera Sorrentina si trasformerà in un palcoscenico d’eccellenza per la XXII edizione di Festa a Vico, la kermesse ideata dallo chef Gennaro Esposito che, da oltre vent’anni, unisce grandi nomi della cucina a un pubblico sempre più ampio, in nome della condivisione, del gusto e della solidarietà.
Un evento che si svolge nell’incantevole cornice di Vico Equense e la Marina di Seiano, tra cene di gala, degustazioni, momenti di riflessione, balli, musica, e naturalmente... cucina. Più di 300 chef italiani e internazionali, 50.000 presenze attese, oltre 100 eccellenze enogastronomiche e un intero paese che si fa ristorante a cielo aperto.
Il tema di quest’anno? “È tempo di”.
Un invito a rallentare, ad assaporare, a condividere. A vivere la bellezza autentica della Costiera, fatta di materie prime straordinarie, convivialità ritrovata, storie da ascoltare, profumi che parlano di mare e di terra, e piatti che raccontano la memoria e il futuro della cucina italiana. “È tempo di emozione e condivisione” – dice lo chef Esposito – “una festa nata tra amici che oggi racconta l’evoluzione della cucina italiana e celebra il valore dei nostri territori”.
Tra le novità di quest’anno il Premio “Sostanza”, in collaborazione con Forbes, dedicato ad artigiani e piccoli produttori di tutta Italia.
Bites of Italy, la cena di lunedì 9 giugno sarà organizzata anche quest’anno in collaborazione con La Cucina Italiana per promuovere la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità, con un menù realizzato da chef di tutto il mondo che ne racconteranno la loro visione. Come ogni anno, l’intero incasso sarà devoluto a sostegno di importanti realtà benefiche.
Lungo
Corso Italia, nei pressi della Cattedrale, si può ammirare un palazzotto di colore rosso, davvero unico nel suo genere, abbellito da particolari fregi dipinti di ispirazione neoclassica. Ebbene, varcando il portone d’ingresso, il visitatore resterebbe a bocca aperta: nell’androne, maestoso e al tempo stesso ricco di luce, si possono ammirare diversi affreschi, tutti ispirati alle vicende biografiche e letterarie del poeta Torquato Tasso. Fu Silvio Salvatore Gargiulo, in arte Saltovar, a far dipingere queste scene, volendo vivere immerso tra cimeli tassiani. Tra queste scene, ricche di pathos e colore, soffermiamoci su quella più enigmatica, raffigurante, in primo piano, un misterioso personaggio appena sbarcato a Sorrento, alla Marina Piccola. Tra scaricatori e marinai, tutti indaffarati, quest’uomo, vestito da pastore, tiene il centro della scena e sembra avviarsi, sicuro di sé, verso le scale che conducevano all’antica porta di Sant’Antonino. Ebbene, siamo nel luglio del 1577 e questo
uomo, sotto mentite spoglie, è Torquato Tasso, appena giunto a Sorrento dopo la precipitosa, repentina fuga da Ferrara. Giunto nei pressi della Chiesa di Sant’Antonino, Torquato si fece indicare, con molta probabilità, il palazzo dei Sersale, in quella che oggi si chiama via San Nicola. Cercava l’amata sorella Cornelia, vedova da oltre due anni del nobiluomo Marzio Sersale. Giunto al palazzo, vestito da pastore, Torquato celò la sua identità e si fece annunciare alla padrona di casa come un messaggero del fratello. Con questo stratagemma, mise in atto una vera e propria messinscena, a tratti persino crudele. Diede alla donna, in ansia, alcune lettere che descrivevano il grave stato in cui versava Torquato, in serio pericolo di vita. Cornelia, leggendo quelle terribili missive, scoppiò in lacrime e a quel punto, sicuro dell’amore della sorella, Torquato gettò la maschera e si fece riconoscere. La gioia fu tanta, perché, in quel momento, l’amore dei due fratelli vinse ogni cosa, pren-
dendo il sopravvento. Per oltre cinque mesi, sino al novembre del 1577, Torquato trascorse a Sorrento un’esistenza priva di ansie e paure, forse la parentesi più serena della sua vita. Visse gli affetti familiari e, soprattutto, si sentì al centro delle attenzioni della sorella Cornelia e dei nipoti Antonino e Alessandro. Specie il primo, già grandicello, trascorreva con lo zio intere giornate. Poi, a novembre, nonostante fosse malato, Torquato Tasso prese la via del ritorno, chiamato dalla principessa Ele-
onora d’Este. Si chiudeva, in questo modo, la fase più serena della vita del Tasso e Sorrento, con la sua quiete e la sua bellezza, sarebbe rimasta per sempre stampata nella sua mente e nel suo cuore.
Questo breve approfondimento, dedicato all’affresco raffigurante “il ritorno di Torquato Tasso a Sorrento”, è un modo per ricordare la morte del poeta della “Gerusalemme Liberata”, avvenuta a Roma, nel Convento di Sant’Onofrio, il 25 aprile del 1895.
Riaperto
ufficialmente l’accesso da corso Italia del parco conosciuto come “Agruminato”, restituendo alla comunità e ai visitatori l’intera area verde nel cuore della città. Completati i lavori di manutenzione straordinaria, la cerimonia di inaugurazione ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’amministrazione comunale, del consiglio, delle forze dell’ordine e della società incaricata della gestione del verde pubblico.
Dopo le aperture degli ingressi da via Rota e piazza centrale, resi accessibili anche a persone con mobilità ridotta, ora l’intero ettaro di parco è finalmente fruibile. Il pubblico può accedervi dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18. All’interno sono stati installati pannelli informativi bilingue, che raccontano la storia della coltura agrumicola locale, curiosità botaniche e aspetti della tradizione agricola. Finora sono state piantate 62 nuove piante e il parco ospita oggi oltre 800 esemplari tra limoni e aranci, in prevalenza della varietà locale. Una sezione è dedicata a specie meno comuni, come lime, clementine, limone caviale, pompelmi, mandarini e bergamotto. L’amministrazione ha annunciato che, conclusa la prima fase di interventi sugli agrumi, si sta ponendo attenzione anche alle essenze floreali tipiche dei giardini storici. È in programma l’organizzazione di giornate aperte con laboratori pratici rivolti a studenti, cittadini e turisti, per
trasmettere le tecniche agronomiche tradizionali del territorio.
Tra le nuove attrazioni, una suggestiva “Passeggiata delle rose” lungo uno dei confini del parco, arricchita da un pergolato coperto e abbellito da circa 70 varietà di rose.
Questo giardino è molto più di uno spazio verde: è un simbolo storico e culturale della tradizione agricola locale.
Tra la fine del Settecento e l’Ottocento, l’agrumicoltura si diffuse intensamente nella zona, diventando una delle attività economiche principali. A metà Ottocento, i frutti venivano già esportati oltreoceano. I pergolati, costruiti con pali di legno e fibre vegetali, proteggevano le coltivazioni dal freddo e caratterizzano ancora oggi il paesaggio agrario.
Miracolosamente salvato dalla cementificazione del secolo scorso, il fondo si estende su circa 11.000 metri quadrati. Dopo essere stato proprietà di soggetti privati, è oggi un bene pubblico e dal Duemila è aperto alla cittadinanza.
Le varietà locali di limoni, in particolare quelle coltivate sulle colline e nella piana, sono apprezzate per la qualità del succo, l’aroma intenso e la forma ellittica. I fiori, noti come zagare, sono simboli di purezza e amore e trovano impiego anche in ambito ornamentale, cosmetico e culinario.
Il parco ospita inoltre una ricca biodiversità. Tra gli insetti più preziosi ci sono le api, fondamentali per l’impollinazione,
ma anche parassiti come la cocciniglia, che può danneggiare le piante. Il giardino rappresenta un ecosistema delicato, in equilibrio tra coltivazione e natura. Con la riapertura completa
dell’Agruminato, la città restituisce ai suoi abitanti e ai visitatori un luogo che unisce storia, natura e cultura, testimone di un’identità agricola che continua a vivere nel tempo.
dalla Redazione
The access from Corso Italia to the park known as “Agruminato” has officially reopened, giving the entire green area in the heart of the city back to the community and visitors. After completing the extraordinary maintenance work, the inauguration ceremony was attended by representatives of the municipal administration, the council, the police force and the company responsible for managing public greenery.
After the opening of the entrances from Via Rota and the central square, also made accessible to people with reduced mobility, the entire hectare of park is now finally accessible. The public can access it from Tuesday to Sunday, from 10 am to 6 pm. Bilingual information panels have been installed inside, which tell the story of local citrus cultivation, botanical curiosities and aspects of the agricultural tradition.
So far, 62 new plants have been planted and the park is now home to over 800 specimens of lemons and oranges, mostly of the local variety. A section is dedicated to less common species, such as limes, clementines, caviar lemons, grapefruits, mandarins and bergamots.
The administration has announced that, having concluded the first phase of interventions on citrus fruits, attention is also being paid to the floral essences typical of historic gardens. The organization of open days with practical workshops aimed at students, citizens and tourists is planned, to transmit the traditional agronomic techniques of the area.
Among the new attractions, a suggestive “Rose Walk” along one of the borders of the park, enriched by a covered pergola and embel-
lished with about 70 varieties of roses. This garden is much more than a green space: it is a historical and cultural symbol of the local agricultural tradition. Between the end of the eighteenth century and the nineteenth century, citrus growing spread intensely in the area, becoming one of the main economic activities. By the midnineteenth century, the fruits were already being exported overseas. The pergolas, built with wooden poles and plant fibers, protected the crops from the cold and still characterize the agricultural landscape today.
Miraculously saved from the cementing of the last century, the land extends over approximately 11,000 square meters. After having been owned by private individuals, it is now a public asset and has been open to the public since 2000.
The local varieties of lemons, especially those grown on the hills and in the plain, are appreciated for the quality of the juice, the intense aroma and the elliptical shape. The flowers, known as zagare, are symbols of purity and love and are also used in the ornamental, cosmetic and culinary fields.
The park is also home to a rich biodiversity. Among the most precious insects are bees, essential for pollination, but also parasites such as the cochineal, which can damage the plants. The garden represents a delicate ecosystem, in balance between cultivation and nature.
With the complete reopening of the Agruminato, the city gives back to its inhabitants and visitors a place that combines history, nature and culture, witness to an agricultural identity that continues to live over time.
Open from May to October, the bar is located on the rooftop terrace of the Grand Hotel La Favorita which boasts a spectacular view of the Bay of Naples and Mount Vesuvius. A ne selection of signature cocktails will accompany your amazing sunset views and during your after dinner live music evenings.
Have you ever dreamed about eating under a sky full of lemons?
O’ Parrucchiano restaurant is a culinary adventure unlike any other, providing guests with the most fragrant and picturesque experience in Sorrento.
7 MAGGIO - MISSIONE DUBROVNIK
Presso il Crijević-Pucić Palace di Dubrovnik, sede della Dubrovnik Symphony Orchestra, si è tenuta la cerimonia istituzionale della firma di un primo protocollo di cooperazione tra la S.C.S. Società dei Concerti di Sorrento e la Dubrovnik Symphony Orchestra (che festeggia quest’anno 100 anni di attività), rappresentati rispettivamente dai maestri Paolo Scibilia e Slobodan Begic, che prevede attività di interscambio musicale, durante il quinquennio 2025-2030, ed in particolare l’istituzione e realizzazione del “Sorrento-Dubrovnik Celebration Concert Day”, previsto ogni anno nei rispettivi Festivals internazionali delle Città di Sorrento e Dubrovnik. Iniziativa atta a rappresentare l’identità e patrimonio musicale, di ogni stile ed epoca, delle due Città consorelle, oltre che delle loro rispettive nazioni.
La cerimonia di sottoscrizione rientra nell’ambito del protocollo di gemellaggio tra le Città di
I maestr I paOlO scIbIlIa e slObO da N be GI c
Sorrento e quella di Dubrovnik. Presenti le rappresentanze politiche delle due Città gemellate. A seguire, c’è stato l’incontro al dalla Redazione
Palazzo Municipale di Dubrovnik dove la delegazione di Sorrento è stata accolta dal sindaco Mato Frankovic.
Così era denominata una delle antiche strade di collegamento tra Sorrento e Massa Lubrense prima della costruzione delle nuove strade provinciali. Era un itinerario che seguiva un andatura comoda e lineare, toccava tutti i piccoli borghi sparsi sulle colline e permetteva di muoversi, agilmente, con animali e carretti per il trasporto di prodotti della terra. Attualmente, questa fitta rete di viabilità minore, è ancora esistente e, con una mappa adeguata o una buona guida locale, si possono scoprire luoghi che regalano belle sensazioni.
Seguendo itinerari storici o religiosi si possono scoprire antiche tracce architettoniche, immersi nel profumo di zagare, nei sapori e nel paesaggio che incantarono i primi visitatori stranieri del 1700.
E poi i valloni con i mulini, i vecchi frantoi a pietra,i limoneti e gli oliveti a terrazzamento, i bottai ed i cellai nelle masserie, gli agglomerati di case ben organizzate per la produzione agricola e per la vita comune.
L’itinerario scelto si snoda dalla collina di Capodimonte fino a Priora per poi proseguire verso Montecorbo e Massa Lubrense.
Il punto di partenza è in via Capodimonte con la strada che si inerpica verso la collina subito dopo la città di Sorrento e dove il lastricato di basalto riporta all’antica costruzione del tracciato. Giunti all’altezza di Priora inizia il collegamento storico che procede, senza evidenti
pendenze o difficoltà, fino alla collina di Montecorbo.
I passaggi attraverso oliveti, agrumeti e zone coltivate, delimitate da muri di tufo, pietre calcaree o pietre di Massa (tufo giallo), segnano il percorso fino alla zona massese di S.Francesco.
Da qui si raggiunge il centro di Massa Lubrense attraversando via Maldacea, una interessante strada con antichi portali e tracce storiche.
Il consiglio è quello di concedersi una pausa rigenerante con un fresco gelato e non dimenticare di visitare la chiesa principale con il suo pavimento in maiolica e la collezione dei dipinti di tutti i vescovi che si sono succeduti nell’episcopio massese dal 1200 in poi.
La strada del ritorno inizia nella parte alta della piazza principale, nei pressi dell’antico palazzo Vespoli e procede verso le zone della Arorella e San Montano dove esiste ancora un antico frantoio a pietra ed anche la struttura dell’antica cappella dedicata al santo, ora trasformata in una abitazione privata.
Si deve percorrere un breve tratto sulla provinciale e si risale per una scala in pietra calcarea per procedere verso Vigliano e poi al rivo Spartimiento, che separa il comune di Massa Lubrense da quello di Sorrento, per giungere, infine, alla zona del Capo di Sorrento.
Qui si può decidere se scendere a visitare i ruderi della villa romana detta della Regina Giovanna oppure proseguire verso
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Sorrento. Il percorso di ritorno è breve e si raggiunge la città arrivando in via Nastro Verde per poi scendere di nuovo verso la zona di Capodimonte. Scoprire questi tracciati ed essere consapevoli di tutte le difficoltà di spostamento e di trasporto da superare per vivere in Penisola fa anche apprezzare di più questo luogo che, nonostante l’isolamento dal resto del territorio napoletano (la Penisola Sorrentina era considerata la quarta isola del golfo di Napoli, non avendo vie di collegamento con la piana Vesuviana fino
alla costruzione della strada di Scutolo a metà del 1800), è sempre stato scelto dalle grandi civiltà, dai Greci ai Romani fino ai Francesi e agli Spagnoli, per soggiornarvi o per sfruttare la favorevole posizione di difesa al Regno di Napoli.
Questo itinerario regala un insieme di conoscenza, sensazioni e bel paesaggio per scoprire un territorio che ancora concede al viaggiatore la giusta ispirazione per scegliere la Penisola Sorrentina per un soggiorno interessante e completo e consigliarla a tutti per visitarla.
Sorrento - Via San Renato, 17
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cel 3339977738 tel 0813622004
Soit was called one of the ancient roads connecting Sorrento and Massa Lubrense before the construction of new provincial roads. It was an itinerary that followed a comfortable and linear walk, touched all the small villages scattered on the hills and allowed to move, easily, with animals and carts for the transport of products of the earth. This road is actually a reality, and with a map or a good local guide, you can discover places that give beautiful sensations.
Following historical or religious itineraries you can discover ancient architectural traces, immersed in the scent of orange blos-
first foreign visitors of 1700’s. And then the valleys with the mills, the old stone mills, the lemon groves and the terraced olive groves, coopers and cells in farms, agglomerations of houses well organized for agricultural production and for common life.
The chosen itinerary winds from the Capodimonte hill up to Priora and then towards Montecorbo and Massa Lubrense.
The starting point is in via Capodimonte with the road that climbs towards the hill just after the city of Sorrento and where the basalt paving is held to the old construction of the track. At the height of Priora begins the histo-
to the hill of Montecorbo. The passages through olive groves, citrus groves and cultivated areas, bounded by walls of tufa, calcareous stones or Massa stones (yellow tuff), mark the path up to the area of S. Francesco.
From here you reach the center of Massa Lubrense through via Maldacea, a very interesting road with ancient portals and historical traces. The advice is to allow yourself a refreshing break with a fresh ice cream and do not forget to visit the main church with its majolica floor and the collection of paintings by all the bishops who have succeeded each other in the episcopium from 1200’s onwards. The return road begins at the top of the main square, near the ancient Vespoli Palace and proceeds towards the areas of Arorella and San Montano where there is still an ancient sto-
ne mill and also the structure of the ancient chapel dedicated to the saint, now transformed into a private home. You have to cover a short stretch on the provincial road and climb up a limestone staircase to proceed towards Vigliano and then to the Spartimiento stream, which separates the municipality of Massa Lubrense from that of Sorrento, to finally reach the Capo di Sorrento area. . Here you can decide whether to go down to visit the ruins of the Roman villa called Queen Giovanna or continue towards Sorrento. The return journey is short and you reach the city arriving in via Nastro Verde and then descend again towards the area of Capodimonte.
Discovering these tracks and being aware of all the difficulties of travel and transportation to be overcome in order to live in the Peninsula also makes you appreciate more this place, despite the isolation from the rest of the Neapolitan territory (the Sorrento Peninsula was considered the fourth island of the Gulf of Naples, having no connection with the Vesuvian plain up to the construction of the Scutolo road in the mid-1800’s), has always been chosen by the great civilizations, from the Greeks to the Romans to the French and the Spanish, to stay there or to exploit the favorable position of defense to the Kingdom of Naples.
This itinerary offers a combination of knowledge, sensations and beautiful landscape to discover a territory that still gives the traveler the right inspiration to choose the Sorrento Peninsula for an interesting and complete stay and to recommend it to everyone to visit it.
Enjoy the authentic British atmosphere in our cosy pub. Enjoy delicious fish and chips and the traditional English breakfast, accompained by a selection of beers.
Follow your favourite sports on our TV screens, immersed in a vibrant atmosphere with background music. Relax in our pleasant garden bar during the nice days. An unforgettable experience awaits you!
Continua ad affascinare la narrazione del Museo Correale che ha recentemente inaugurato la “Sala del Gioco e della Musica”. In questa sala del Piano blu, sono state raccolte tutte quelle opere, in collezione Correale, che rappresentano due attività da sempre indispensabili per gli esseri viventi: il gioco e la musica che è - essa stessa - gioco. L’esposizione raccoglie opere d’arte pittoriche e decorative che spaziano dal IV sec. a.C. fino al XIX secolo e che recano impressa nella materia - sia essa pietra, tela, legno, bronzo - l’eterna connessione tra l’essere umano e il più piacevole dei passatempi. L’oggetto più antico è certamente una “lekanis” con coperchio a figure rosse, di bottega campana e databile alla seconda metà del IV sec. a.C. La coppa - utilizzata probabilmente come recipiente per preparare e servire alimenti o per contenere e conservare spezie, cosmetici, giocattoli, filati - presenta sul coperchio l’immagine di due sirene dai capelli raccolti e il corpo metà di donna con i seni scoperti e metà d’uccello: l’una è rappresentata nell’atto di suonare la cetra, l’altra un doppio flauto. Pregiata anche la piccola “Erma di Pan”, di Età Claudia: Pan nella mitologia classica viene identificato come protettore della pastorizia e, come tale, fi il cultore della musica.
Tra le opere esposte trova posto anche il raro dipinto per il gioco del “Biribisso”, opera di Francesco Celebrano: la tavola dipinta, rappresenta un gioco antichissimo, che già dal XIV
secolo appassionava un vasto pubblico di ogni classe sociale, non risparmiando nemmeno le corti reali. La ragione della grande passione per questo gioco è facilmente intuibile: il Biribisso era un gioco d’azzardo, che consentiva enormi vincite: il giocatore collocava la puntata sopra una o più delle 70 caselle numerate o figurate in cui era divisa la tavola da gioco. Il banco estraeva da un sacchetto un numero dei 70 o una figura: il numero estratto vinceva 64 volte la puntata, tutti gli altri perdevano o pagavano il banco! Le cronache dell’epoca raccontano come i giocatori impegnassero interi patrimoni: per queste ragioni, il gioco del Biribisso finì per essere proibito. Accanto al Biribisso sono esposte anche una coppia di rare coppette dai lunghi manici, realizzate in ebano e avorio ed utilizzate - probabilmente - per raccogliere le ricche “puntate” dei giocatori.
Altro notevole oggetto esposto in sala, è il pianoforte storico, ovvero il “Fortepiano” (donazione Abbondandolo). Costruito interamente in legno e senza rinforzi metallici nella struttura, presenta caratteristiche timbriche e sonore molto diverse dai moderni pianoforti: considerato il precursore del pianoforte moderno, fu messo a punto a Firenze attorno al 1700 da Bartolomeo Cristofori, geniale artigiano padovano al servizio del Principe Ferdinando de’ Medici, e fu lo strumento prediletto da Haydn, Mozart, Beethoven.
Alla produzione dello scultore
Giovan Battista Amendola appartiene la scultura in bronzo di squisita fattura raffigurante il “Maestro di Violino” (o suonatore girovago): l’opera eccelle per la straordinaria attenzione alla resa dei particolari, come l’involucro contenente il prezioso strumento di lavoro, tenuto ben stretto sotto il braccio dell’infreddolito viandante.
Suscita stupore anche la collezione di preziosi orologi da muro, dalle raffinate fatture italiane, inglesi, francesi e tedesche e databili tra il XVII e il XIX secolo. Questi orologi, realizzati con materiali pregiati e dotati di ingegnosi meccanismi ancora
perfettamente funzionanti, con i loro rintocchi scandiscono il trascorrere delle ore, incantando i visitatori del Museo.
Tra i più ammirati è sicuramente l’orologio francese del XVIII sec. realizzato in madreperla e bronzo dorato ed impreziosito da statuine in porcellana di Meissen. Il quadrante è firmato
Jean Battista Baillon, orologiaio alla corte di Francia dal 1751 al 1772, mentre il carillon è opera di Antoine Foullet: ben undici sono le suonerie custodite all’interno della scatola sonora, che ci restituisce, da un tempo ormai molto lontano, il fascino di brevi melodie.
The narrative of the Correale Museum, which recently inaugurated the “Gaming and Music Room”, continues to fascinate. In this room on the Blue Floor, all those works in the Correale collection have been gathered together that represent two activities that have always been indispensable for living beings: playing and music, which is - itself - playing. The exhibition brings together pictorial and decorative works of art that range from the 4th century BC to the 19th century and that bear imprinted in the material - be it stone, canvas, wood, bronze - the eternal connection between the human being and the most pleasant of pastimes.
The oldest object is certainly a “lekanis” with a red-figure lid, from a Campania workshop and dating back to the second half of the 4th century BC. The cup - probably used as a container for preparing and serving food or for containing and storing spices, cosmetics, toys, yarn - features on the lid the image of two sirens with gathered hair and half a woman’s body with exposed breasts and half a bird’s body: one is depicted in the act of playing the lyre, the other a double flute. Also valuable is the small “Herma di Pan”, from the Claudian Age: Pan in classical mythology is identified as the protector of shepherds and, as such, the lover of music. Among the works on display is also the rare painting for the game of “Biribisso”, by Francesco Celebrano: the painted panel represents a very ancient game, which since the 14th century has fascinated a vast audience of all
social classes, not even sparing the royal courts. The reason for the great passion for this game is easy to understand: Biribisso was a game of chance, which allowed for huge winnings: the player placed the bet on one or more of the 70 numbered or figured boxes into which the game board was divided. The banker drew a number of the 70 or a figure from a bag: the number drawn won 64 times the bet, all the others lost or paid the bank! The chronicles of the time tell how the players wagered entire fortunes: for these reasons, the game of Biribisso ended up being prohibited. Next to the Biribisso, there is also a pair of rare cups with long handles, made of ebony and ivory and used - probably - to collect the rich “bets” of the players.
Another notable object exhibited in the room is the historic piano, or “Fortepiano” (Abbondandolo donation). Built entirely of wood and without metal reinforcements in the structure, it has very different timbre and sound characteristics from modern pianos: considered the precursor of the modern piano, it was developed in Florence around 1700 by Bartolomeo Cristofori, a brilliant craftsman from Padua in the service of Prince Ferdinando de’ Medici, and was the instrument favored by Haydn, Mozart, Beethoven.
The exquisitely crafted bronze sculpture depicting the “Violin Master” (or wandering player) belongs to the production of the sculptor Giovan Battista Amendola: the work excels for the extraordinary attention to detail, such as
the case containing the precious work instrument, held tightly under the arm of the cold traveler.
The collection of precious wall clocks, with refined Italian, English, French and German workmanship and dating between the 17th and 19th centuries, is also astonishing. These clocks, made with precious materials and equipped with ingenious mechanisms that still work perfectly, mark the passing of the hours with their chimes, enchanting the visitors to the Museum. Among the most admired is certainly the 18th century French clock made of mother-of-pearl and gilded bronze and embellished with Meissen porcelain figurines. The dial is signed Jean Battista Baillon, clockmaker at the French court from 1751 to 1772, while the carillon is the work of Antoine Foullet: there are eleven ringtones kept inside the sound box, which brings back to us, from a time now very far away, the charm of short melodies.
Nella chiesa benedettina di San Paolo a Sorrento, è attivo da alcuni anni il progetto “ORA ET LAbORA”. Questa è un’iniziativa nata per soddisfare il desiderio di molti visitatori del nostro paese, i quali manifestano la loro volontà di osservare direttamente materiali, attrezzi e fasi lavorative necessarie per realizzare un prodotto intarsiato.
L’idea accolta con successo, consente anche di ammirare una mostra permanente di opere originali di tarsia, le quali dimostrano come ancora oggi sia possibile realizzare lavori all’altezza della nostra famosa tradizione.
In the Benedictine church of San Paolo in Sorrento, the project “Ora et LabOra” has been active for some years. This is an initiative born to satisfy the desire of many visitors to our country, who express their desire to directly observe materials, tools and work phases necessary to create an inlaid product. The idea, welcomed with success, also allows you to admire a permanent exhibition of original works of inlay, which demonstrate how even today it is possible to create works worthy of our famous tradition.
Via Parsano
Via degli Aranci
Via Sersale - Corso Italia
Via Pietà
Via Luigi de Maio
Piazza S. Antonino
Via S. Francesco
Piazza F. Saverio Gargiulo
Via Vittorio Veneto
Via Tasso - Via S. Nicola
Via 2° Traversa Fuoro
Via Fuoro - Via S. Cesareo
Piazza Tasso - Corso Italia
le antiche mura
Delle cinta difensiva greca rimane la murazione esistente sotto il piano stradale della Porta Parsano Nuova, visibile in prossimità della Porta stessa.
Un altro rudere di dimensioni molto limitate, della murazione greca, oltre la Porta della Marina Grande, è il piccolo tratto della cortina occidentale, in località via Sopra le Mura. La città romana si sovrappose all’insediamento greco osservandone la pianta urbana e la stessa cinta muraria a grossi blocchi isodomici. Queste mura, rimasero a difesa di Sorrento durante tutta l’epoca medioevale. Il rifacimento di esse iniziò nel 1551, e fu completato soltanto nel 1561 dopo la tragica invasione dei Turchi. Oggi la cinta di mura di Parsano è stata restaurata ed è visitabile tutti i giorni.
chiesa dei servi di maria
In stile barocco, fu completata nel XVIII secolo. Sede della Congregazione dei Servi di Maria, conserva all’interno una statua lignea del Cristo Morto, di autore ignoto, che nel giorno del Venerdì Santo viene portato in processione dai confratelli, incappucciati in nero.
cattedrale
In stile romanico, risale al XV secolo; dello stesso periodo è il portale laterale (1474), in moda rina-scimentale. La chiesa ospita tra l’altro tele di artisti della scuola napoletana del ‘700, un trono arcivescovile in marmi scelti (1573) ed un coro ligneo intarsiato opera di artigiani sorrentini dei primi del ‘900. Opere, sempre realizzate con la tecnica dell’intarsio, si possono ammirare all’interno come i quadri della Via Crucis o i tamburi dell’entrata principale e di quella laterale, opere recenti di giovani maestri intarsiatori.
campanile del duomo episcopio
Di questo campanile è notevole la parte basamentale di età romanica, costruita forse intorno al secolo XI con tronchi di colonne di varie specie con capitelli ora classici ora bizantini, con basamenti di statue e con ogni sorta di frammenti marmorei. Nelle due arcate fortemente rialzate e nelle colonne disposte sugli spigoli si rileva il suo chiaro accento bizantino. Questa costruzione ha anche interesse per la storia urbanistica della città poichè i brevi spazi ad archi rialzati e la attigua volta su via Pietà, all’ingresso dell’episcopio, servirono per lungo tempo alle pubbliche riunioni prima che esse si svolgessero nell’interno del castello. La parte superiore del campanile fu se non edificato, assai probabilmente ridotta nell’attuale forma, intorno al XVI sec.
casa quattrocentesca
Come unica e curiosa testimonianza locale derivante dall’influsso dei maestri toscani operanti in Napoli nella seconda metà del quattrocento, appartiene il palazzetto e la loggia in vivo Calantariaro con capitelli che ritroviamo in una scala napoletana in Via S. Arcangelo a Baiano, e quelli della cappella Pontano con la sola variante della foglia disposta in senso inverso.
palazzo correale (secolo XIV)
La facciata di questo palazzo mostra pregevoli bifore archiacute in tufo scuro, di varia forma e disegni, con archetti e rosono lobati. Ha un bellissimo finestrone con ogiva a sovrassesto che insiste su corti piedritti polistili sostenuti da mensolette e cimati da capitelli gotici a foglie d’acanto; nella chiave dell’arco è scolpita l’arme gentilizia. Il portale è quello caratteristico napoletano ad arco depresso con sagome durazzesco-catalane, che fu usato dalla fine del trecento a tutto il quattrocento.
palazzo Veniero (secolo XIII)
Questo edificio, recentemente restaurato, è opera di eccezionale rarità e pregio poichè rappresenta un documento di quel gusto tardo bizantino ed arabo in una stesura forse unica per organica continuità compositiva. Le grandi finestre ad arco, tre per ogni piano, sono contornate da ampie fasce in tufo giallo e grigio; due più sottili fasce sottolinean, a guisa di marcapiano, i due ordini di finestre, e rotonde formelle, come piccoli rosoni, recanti al centro patere di maioliche, si alterano alle aperture con un contorno in lieve risalto sul fondo di intonaco. L’ornato dell’intarsio tufaceo svolge una successione di losanghe ad eccezione della finestra centrale il cui fregio segue un motivo a zig-zag.
Nell’angolo che via S. Cesareo forma con Piazza Tasso, nel posto dove attualmente ha sede il circolo Sorrentino, trovavasi un secondo sedile, detto di Porta, perchè in origine eretto presso la porta maggiore della città nello spazio allora denominato Largo del Castello. Dopo l’abolizione dei sedili fu ridotto prima a carcere poi a corpo di guardia per la milizia urbana e infine a luogo di convegno del circolo Sorrentino.
basilica di s. antonino
L’origine è riconducibile all’XI secolo, anche se già verso il IX secolo, esisteva in quel luogo un oratorio dedicato a S. Antonino. La chiesa presenta diversi elementi di spoglio, come i fusti delle colonne provenienti probabilmente, per la loro particolare uniformità, dal portico di una delle molte ville romane presenti nella zona.
Nella cripta, rifatta nel settecento, si osservano numerosi quadretti di ex voto, soprattutto di marinai.
Interessante è il presepe del settecento, della scuola di Sammartino, e il portale meridionale di forme bizantino-romaniche, risalente al X secolo.
chiesa della Grazie
La chiesa cinquecentesca con l’annesso monastero di clausura di monache domenicane, fu donata dalla nobile sorrentina Bernardina Donnorso alla fine del ‘500.
La chiesa è ad una navata e conserva pregevoli opere di pittori meridionali operanti tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘700 come S. Buono, N. Malinconico, P. Caracciolo e B. Corenzio
chiesa e chiostro s. francesco
L’origine del monastero risale alla prima metà dell’VIII sec. L’architettura del chiostro presenta archi incrociati di tufo su due lati del portico espressione stilistica del tardo trecento, sostituiti sugli altri due lati da archi tondi su pilastri ottagonali.
Da notare infine, la presenza di vari elementi di spoglio, provenienti da templi pagani, come le tre colonne di angolo riusate funzionalmente. Accanto al convento è situata la chiesa di S. Francesco, che risale al XVI secolo. All’interno si può ammirare, nella prima delle tre cappelle di destra, una statua in legno, raffigurante il santo con il Cristo crocefisso, donata dalla famiglia Vulcano nel XVII secolo.
casa del tasso
A destra del tratto di strada, che da piazza F.S. Gargiulo porta alla piazza della Vittoria, si trova l’ingresso dell’Imperial Tramontano, che incorpora due camere, avanzo della casa in cui nel 1544 nacque Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata.
di cotto, il piccolo campanile belvedere e la cupola maiolicata.
chiesa del rosario
già dei SS. Felice e Baccolo Comunemente conosciuta come del SS. Rosario, sorse, probabilmente sotto l’impero di Costantino Magno (310), sui testi di un antico tempio pagano chiamato Pantheon e, fu cattedrale di Sorrento dal XII al XV secolo.
casa di cornelia tasso
Al numero 11 di via S. Nicola, si trova la casa Fasulo, già Sersale (notevole il portale a bugnato e del balconcino) nella quale abitò Cornelia Tasso, sorella di Torquato e moglie di Marzio Sersale e che continuò a dimorarvi anche da vedova, coi figli Antonino e Alessandro. Nel luglio 1577 Torquato, fuggito dal castello di Ferrara, s’imbarcò a Gaeta e qui si presentò in veste di messaggero del poeta, e poi si rivelò. Partì per Roma. Nell’atrio, volta affrescata con stemmi e trofei militari e iscrizioni del 1615 che ricordano il Poeta.
chiesa ss. annunziata
L’origine di questa chiesa è antichissima: ma si ignora la data della sua fondazione. Fu probabilmente edificata sui ruderi del tempio dedicato alla dea Cibele. Dal 1391 in tale chiesa (acui era annesso un monastero) officiavano i Padri Agostiniani della Congregazione di S. Giovanni a Carbonara di Napoli. Nel 1811 la chiesa fu concessa a loro richiesta ai compatroni delle Cappelle, purchè si accollassero tutte le spese di mantenimento i quali aloro volta nel 1854 l’assegnarono definitivamente alla Congrega laica di S. Monica.
sedile dominova
Unica testimonianza rimasta in Campania degli antichi sedili nobiliari, risale al sec. XVI.
In forma quadrilatera, con due arcate ad angolo in piperno, che lasciano scoprire l’intero della cupola e i muri di fondo con affreschi del settecento. I pilastri e le arcate posistili, con i loro capitelli, sono di gusto arcaicizzante. La cupola seicentesca è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde.
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The only part of the Greek defensive wall still remaining is under the road at the Porta Parsano Nuova (new Parsano Gate) and can be viewed close to the same door. Another ruin of the Greek wall other than that of the Marina Grande Gate and very limited in size is the small tract (just over three metres) of the western end located in via Sopra Le Mura. The Roman town was built over the Greek one following the same urban plan with walls of large isodomic blocks. These walls stood to defend Sorrento through the Middle Ages. Rebuilding began in 1551 and was only completed in 1561 after the tragic Turkish invasion. From 2010 the walls of Parsano has been restored and it’s possible to visit everyday.
church of the Servants of Mary
In Baroque style this church was completed in the XVIII century. The site of the congregation of the servants of Maria, it conserves inside a wooden statue of the dead Christ, by an unknown sculptor which is carried during the Good Friday procession by confratemity members in black robes and hoods.
In Romanic style it dates to the XVth century; the side door is from the same period (1474) and in Renaissance style. Amongst other things the church houses paintings by artists from the Neapolitan school of the 1700s, an archibishops throne in fine marbles (1573) and a wooden marquetry work of Sorrentine craftsmen of the beginning of the 19th century. Works of art always made by using the marquetry technique can be admired in the interior, such as the pictures of the stations of the Cross or the wooden panels of the main and side entrance. These are all works of recent young masters of marquetry art.
Noteworthy is the belltower’s base from the Romanic era probably built around the VIth century with various types of trunks of columns, alternating classic and Byzantine capitals with a base of statues and every type of marble fragments. In the two highly raised arches and on the columns placed at the corners its clearly Byzantine accent can be noted. This construction is important to the town’s urban history since the small spaces under the raised arches and adjoining bend onto Via Pietà at the beginning of the Bishop’s Palace were used for years for public gatherings before these were held inside the castle. The upper part of the tower was either rebuilt or at least greatly reduced to its present size around the XVth century.
(St. Mary of Carmelo)
The only curious examples of local architecture deriving from the influx of Tuscan experts working in Naples in the second half of the 1400s are the small building with lodge in Vico Galantarario, the capitals which can be found in a Neapolitan staircase in Via S. Arcangelo a Baiano and those of the Pontano Chapel with the only variation of leaf placed inside out.
correale Palace (XIVth century)
The facade of this building exhibits valuable acute-arched mullioned windows in dark tufo in various shapes and designs, with small arches and lobed rosewindows. There is a beautiful large window with an overhanging pointed arch which rests on polystyle piers upheld by corbers and crowned by Gothic capitals of acanthus leaves, in the keystone of the arch the coatof-arms is incised. The portal is characteristically Neapolitan -a depressed arch with Durazzesque Catalan patterns and was used from the end of the 1300s all through the 1400s.
Veniero Palace (XIIIth century)
Th is building is of exceptional rarity and worth as it represents the late Byzantine and Arab taste uniquelly drafted in compositive organic continuity. The three large arched windows on each floor are surrounded by wide fillet in grey and yellow tufo, two narrower fillet, used ad floor markers underline the two rows of windows and round tiles, like small rosewindows with majolica paterae in the centre alternate at the apertures with a slightly raised contour at the base of theplaster. The inlaid tufo decoration develops a succession of lozenges with the exception of the central window whose frieze follows a zig-zag motif.
the correale House in the Tasso Square
In the main square, once called largo of the castle, exactly at the corner where Via Pietà begins another Correale Palace is located. The inscription on the portal’s marble scroll ornament bears the date 1768 but it is known that as early as the XVth century a house belonging to this family stood here and was later totally transformed by the 17th century reconstruction.
Reconstructed at the end of the 15th century, on the remains of a previous ancient Church dedicated to the sacred sorrentine Martyrs, the Church of Carmine has only a single nave. At the far end there is an ancient impression of Mary, the Madonna, which is a copy of the Drk skinned Virgin of the Church dedicated to the same Saint in Naples. Once can admire paintings of good quality of artists of the 16th and 17th centuries, as well as two artistic gilded wooden bone containers of Saints which date back to the 16th century.
Porta Seat (XVIth century)
In the corner which Via S. Cesareo forms with the Tasso Square where the Sorrentine club is now located there once stood a second Seat called Porta because it was originally built near the city’s main gate in the area then called Largo del Castello. After the abolition of the seats it was first turned into a prison and then a guard-house for the urban militia and finally a meeting place for the Sorrentine club.
Basilica of St. antonino
Its origin dates to the XIth century although there was already an oratory dedicated to St. Antonino here in the IXth century. The church presents various elements of plunder such as the column shafts which for their particular uniformity probably come from the portico of one of the many Roman villas present in the area. In the crypt, rebuilt in the 1700s, numerous exvoto paintings, mainly of sailors can be observed. Of interest are the XVIIIth century Crib from the Sammartino school and the southern portail in Byzantine-Romanic form dating to the IXth century.
the church of St. Mary of the Miracles (S. Maria delle Grazie)
The fifteenth century Church which includes a convent of a closed order of Dominican Nuns, was founded by the nobile sorrentine Lady Berardina Donnorso at the end of the 15th century. The church has a single nave and treasures esteemed works of southern italian painters who painted in the period between the end of the 15th and beginning of the 17th centuries, such as S. Buono, M. Malinconico, P. Caracciolo and B. Corenzio.
church and cloister of St. francis
The monastery’s origin dates to the first half of the VIIIth century. The cloister’s architecture presents crossed arches in tufo on two sides of the portico, expressing the style of the late 1300s and substituted on the other two sides by round arches on octagonal pilasters. Various elements of pillage are present as in the three corner columns reutilized functionally after being taken from pagan temples. Next to the convent is the church of St. Francis which dates to the XVIth century. Inside, in the first of the three chapels on the right a wooden statue depicting the saint with Christ on the cross can be admired. It was donated by the Vulcano family in the XVIIth century.
House of tasso
On the right of the road which from the F. S. Gargiulo Square leads to the Vittoria Square is the entrance to the Imperial Tramontano which incorporates two rooms left from the house where Torquato Tasso, author of Jerusalem Liberated, was born
church and Monastery of St. Paul
The church is attached to the old monastery of Benedectine nuns of St. Paul dating to IXcentury. It consist of one aisle with circular vault and lunettes and is enriched by paintings and a maiolica floor over brickwork.
Also noteworthy is the small belvedere belltower and the cupola in maiolica.
church of the rosary, formetly of Saint Felice and Baccolo
Commonly referred to as the St. Rosary it was probably built under the empire of Constantine the Great (310) over the remains of an old pagan temple called pantheon. It was Sorrento’s cathedral from the XIIth to the XVth century.
House of cornelia tasso
At number 11 Via S. Nicola is the Fasulo House, once the Sersale House (noteworthy the ashlar-work portico and pretty little balcony).
Cornelia Tasso, Torquato’s sister and Marzio Sersale’s wife lived here, and continued to after she was widowed with her sons Antonino and Alessandro.
In July 1577 Torquato escaped from the castle of Ferrara and embarked at Gaeta to present himself here disguised as the poet’s messenger later revealing his true identity. He stayed with his sister until December, then left for Rome. In the entrance hall is a vault decorated with stems, military trophies and inscriptions from 1615 in memory of the poet.
The origin of this church is antique althiugh the date of its foundation is not known. It was probably built on the remains of the temple dedicated to the godess Cybele. From 1391 in this church (which was adjoined to a monastery) the Agostinian fathers of the congregation of St John in Carbonara from Naples officiated.
The church was conceded by their request in 1811 to the co-patrons of the Chapels on condition that they took on all maintenance expenses.
They, in turn, granted definitely to the lay congregation of St Monica in 1854.
This the only remaining testimony in Campania of the old noble seats and dates to the WXIth century.
It has a quadrilateral form with two corner arches in piperno (lava) permitting the view of the interior of the cupola and the end walls with 18th century frescoes.
The pilasters and polystyle arches with their capotals are in archaic style.
The 17th century cupola is formed by green and yellow majolica roof-tiles.
Trale opere esposte nel Museobottega della Tarsialignea, oltre alle collezioni di mobili intarsiati sorrentini e di quadri e stampe della Sorrento del Grand Tour, esistono altre opere dell’Ottocento che, pur non essendo di manifattura locale, arricchiscono il percorso espositivo del museo.
Mi riferisco tra l’altro alle quattro statue in terracotta, di manifattura toscana, che sono esposte nell’androne d’ingresso del Palazzo Pomarici Santomasi, sede del museo.
Le statue rappresentano quattro bambine che, vestite secondo l’alternarsi delle stagioni mentre reggono i frutti stagionali, dall’uva alle spighe di gra-
no, sono poste su altrettanti piedistalli in terracotta arricchiti sui quattro fronti da rilievi di ispirazione raffaellesca.
Le statue, acquistate negli anni Ottanta del secolo scorso presso un antiquario di Firenze, nel corso degli anni hanno presentato lungo le superfici una serie di lesioni capillari, causate probabilmente dall’esposizione all’aperto e dall’inquinamento degli agenti atmosferici.
Sui volti e lungo gli abiti le lesioni hanno provocato il progressivo sfaldamento superficiale di molti tratti del modellato.
Di fronte al progredire di tale processo, nonostante che le statue fossero state trasferite al coperto, la Direzione del Mu-
seobottega della Tarsialignea chiese ad Alfonso Iaccarino, Presidente fino allo corso anno della Fondazione Sorrento un contributo per il restauro delle quattro statue. Accordato il contributo le statue furono affidate per il restauro al Professore Aurelio Talpa di Torre Annunziata. Il restauro ha impegnato diversi mesi durante i quali le statue sono state preventivamente immerse in una vasca di silicato di etile per il consolidamento della terracotta. Una volta asciugate si è intervenuto sulle statue con un bisturi per eliminare le vecchie stuccature e le parti ammalorate.
A questo punto con argilla a crudo impastata con la colla sono state effettuate le ricostruzioni delle parti mancanti. L’ultimo intervento è stato la rifinitura delle superfici delle
Alessandro Fiorentino
statue con uno strato di cera naturale.
Le quattro statue, riacquistata l’aspetto originale, sono ritornate ad arricchire il percorso museale.
Questo articolo intende essere anche un ringraziamento ad Alfonso Iaccarino per la sensibilità dimostrata nell’accogliere la richiesta del contributo necessario per il restauro delle quattro statue.
Il Museobottega della Tarsialignea, istituzione aperta su iniziativa privata, si augura, dopo questo primo intervento, di poter ricevere in futuro donazioni ed altri contributi per la manutenzione e la salvaguardia dei manufatti artistici che nel Museo documentano la storia di Sorrento nell’Ottocento e che come tali sono patrimonio culturale dell’intera Città.
Camminare con mia madre tra Termini e Santa Maria la Neve, sulle colline alte di Massa Lubrense, è ancora oggi uno dei piaceri più semplici e profondi che conosca. In quei paesaggi familiari, dove Capri appare all’orizzonte come un’isola sospesa nel tempo, i nostri passi si intrecciano ai sentieri di pietra, tra orti curati con pazienza e muretti a secco pieni di storie.
Non serve parlare molto: basta un gesto, uno sguardo. Lì, tra i margini assolati dei campi, incontriamo spesso la borragine, coi suoi fiori blu che ci sembrano ogni volta un saluto gentile. Mia madre si china ancora oggi a raccoglierne qualche foglia tenera – “queste vanno bene per le frittelle” – e io la osservo, come si osservano i gesti che danno senso alle giornate. In quei momenti, la borragine non è solo una pianta: è una testimone silenziosa del paesaggio culturale, una compagna di cammino, parte viva del territorio e della nostra relazione, amica di chiacchiere, soste, risate leggere, in equilibrio tra la terra e il mare. La borragine (Borago officinalis) è una pianta spontanea e rustica, comunissima in Penisola Sorrentina. Fiorisce da aprile a agosto, offrendo ciuffi di petali blu-violacei che attraggono le api, tanto da essere considerata pianta mellifera. La sua diffusione è ampia, ma spesso passa inosservata o viene confusa con altre erbe. Eppure è lì, presenza discreta e generosa, pronta ad accompagnare chi ancora sa guardare. Predilige luoghi marginali: i bordi dei campi e delle strade, gli incolti, i muri a secco.
E come tutte le “piante della so -
glia”, racconta una resistenza silenziosa, un modo di abitare i confini con grazia. È una pianta della memoria: cresce lì dove le storie passano, si fermano, restano.
Dal punto di vista botanico, si tratta di una specie annuale con fusti pelosi e foglie ovali ricoperte di peluria ruvida. È proprio questa consistenza a richiamare l’attenzione dei raccoglitori esperti, che sanno distinguerla anche al tatto, soprattutto in primavera, quando le foglie giovani sono più tenere e adatte all’uso culinario. In cucina, infatti, è apprezzata da sempre, sia in ricette contadine – minestre, ripieni, torte rustiche – sia in nuove preparazioni che ne esaltano il valore simbolico e territoriale, come la parmigiana di borragine, oggi proposta da apprezzati chef locali. In erboristeria popolare è usata per le sue proprietà depurative, diuretiche e antinfiammatorie; e non è raro che qualcuno ne infonda i fiori in una tisana “per ritrovare un po’ di serenità”.
Se oggi rischia di essere dimenticata, travolta dall’erba sintetica dei supermercati, essa continua a sopravvivere negli orti familiari e nei ricordi di chi la coglieva insieme ai nonni. A volte penso che siano proprio piante come questa a custodire la nostra capacità di meravigliarci, perché insegnano a vedere la bellezza nelle cose semplici, nei gesti ripetuti, nei silenzi pieni.
E allora, grazie mamma, per avermi insegnato a guardare il mondo con occhi gentili, anche solo passando accanto a un fiore di borragine.
Walking with my mother between Termini and Santa Maria la Neve, on the high hills of Massa Lubrense, is still one of the simplest and most profound pleasures I know. In those familiar landscapes, where Capri appears on the horizon like an island suspended in time, our steps intertwine with stone paths, between patiently tended vegetable gardens and dry stone walls full of stories. There is no need to talk much: a gesture, a look is enough.
There, among the sunny edges of the fields, we often encounter borage, with its blue flowers that each time seem like a kind greeting. My mother still bends down to pick a few tender leaves – “these are good for pancakes” – and I observe her, as one observes the gestures that give meaning to the days. In those moments, borage is not just a plant: it is a silent witness of the cultural landscape, a walking companion, a living part of the territory and of our relationship, a friend of chats, pauses, light laughter, in balance between the land and the sea. Borage (Borago officinalis) is a spontaneous and rustic plant, very common in the Sorrento Peninsula. It blooms from April to August, offering tufts of blue-violet petals that attract bees, so much so that it is considered a honey plant. It is widespread, but often goes unnoticed or is confused with other herbs.
Yet it is there, a discreet and generous presence, ready to accompany those who still know how to look. It prefers marginal places: the edges of fields and roads, uncultivated land, dry stone walls. And like all “threshold plants”, it tells of a silent resistance, a way of inhabiting borders with grace. It is a plant of memory: it grows where stories pass, stop, remain.
From a botanical point of view, it is an annual species with hairy stems and oval leaves covered with rough hair. It is precisely this consistency that attracts the attention of expert collectors, who can distinguish it even by touch, especially in spring, when the young leaves are more tender and suitable for culinary use. In the kitchen, in fact, it has always been appreciated, both in peasant recipes - soups, fillings, rustic pies - and in new preparations that enhance its symbolic and territorial value, such as borage parmigiana, today proposed by appreciated local chefs. In popular herbal medicine it is used for its purifying, diuretic and anti-inflammatory properties; and it is not uncommon for someone to infuse its flowers in a herbal tea “to find a bit of serenity”. If today it risks being forgotten, overwhelmed by the synthetic grass of supermarkets, it continues to survive in family gardens and in the memories of those who picked it with their grandparents. Sometimes I think that it is precisely plants like this that guard our ability to be amazed, because they teach us to see beauty in simple things, in repeated gestures, in full silences.
And so, thank you, Mom, for teaching me to look at the world with kind eyes, even just by passing by a borage flower.
dI paOlO e mImmO de GreGOrIO
Le foglie raccolte nell’Orto Ghezi e cucinate nell’Osteria Lo Stuzzichino a Sant’Agata sui due Golfi
per 4 persone
procedimento
Pulire le foglie di borragine, lavarle con cura e asciugarle con un canovaccio. Preparare in una ciotola la pastella con la farina, le uova, l’acqua frizzante, sale e pepe, quindi immergervi una foglia di borragine per volta e friggere in olio a temperatura media. Portare il forno a 180°.
Poggiare le foglie fritte su una teglia da forno e farcire con fette di fiordilatte ed una spolverata di formaggio grattugiato. Infornare per circa 10 minuti e servire ben caldo.
8 foglie di borragine, 150 g farina, 5 uova intere
10 cl acqua gassata, qb pepe e sale, 100 g formaggio grattugiato
400 g fiordilatte massese, 500 ml olio
All’inizio del Novecento il servizio postale fra Castellammare di Stabia e la penisola sorrentina era affidato a tale Tummasino ’e Giuliana il quale con il suo carrozzone trainato da tre cavalli provvedeva a consegnare nei vari uffici i plichi della posta e i pacchi da recapitare ai privati e ai commercianti della zona. Arrivava verso mezzogiorno nell’ufficio di Raffaele Casola situato nel mercato del Vallazzano a Piano di Sorrento per poi proseguiva verso Sorrento. Nel primo pomeriggio ritirava la corrispondenza in partenza e faceva ritorno alla stazione delle ferrovie dello Stato della Città stabiese. La romantica corriera resterà in servizio fino al 1907 allorché il più comodo tranvai collegherà finalmente in maniera più comoda ed efficiente i paesi della costiera. Sorrento, in quei primi anni del secolo, richiamava nei mesi estivi un numero sempre crescente di villeggianti sia negli alberghi che nelle case private. Intanto il piccolo locale destinato alle “Poste Regie” era sempre più insufficiente tanto che i sorrentini chiesero con forza all’onorevole Giuseppe Zanardelli, in occasione di una sua visita a Sorrento, di prodigarsi per dare alla Città un ufficio postale degno del suo nome. Fu in quella circostanza, il 15 settembre del 1902, che il sindaco Tramontano volle rendergli omaggio con “Torna a Surriento”, una nuova canzone che i fratelli De Curtis avevano da poco composta e che all’avveduto
albergatore parve adatta per ringraziare il capo del governo che a tanto si era graziosamente impegnato.
Nei primi decenni del Novecento, al pari di Sorrento, è Sant’Agata ad interessare i primi flussi dei turisti che allora si chiamavano villeggianti. Se lungo la costiera l’attrattore furono i bagni di mare, sulla sommità collinare fu la frescura ad attirare gli eleganti clienti nelle tranquille pensioni familiari e lungo i sentieri, con piacevoli passeggiate, verso l’eremo del Deserto e verso i boschi delle Tore. Meta di escursioni Sant’Agata sui Due Golfi era raggiungibile da Sorrento, a piedi o a dorso di mulo, attraverso l’impervio sentiero del “Cierco d’o’ mpiso” o in carrozza lungo la rotabile per Massalubrense. Anche qui la carrozza a cavalli sarà presto sostituita da un più moderno mezzo di trasporto, un torpedone capace di trasportare per-
sone ed assolvere al servizio postale; sarà una corriera di legno “fatta in casa”. La sua storia l’ha raccontata cinquanta anni fa il vecchio Torquato Di Maio. Egli è ancora un ragazzo quando suo padre Salvatore lo avvia al mestiere presso la sua falegnameria nella bottega di via Fuorimura, sopra il vallone dei Mulini. In principio imparò a squagliare la colla di pesce, poi a tirare di raspa e infine provetto artigiano. Nella grande bottega, nei primi anni del Novecento ebbe l’incarico per la costruzione di un curioso pezzo di falegnameria, un “mobile” nel vero senso della parola, una corriera di legno da montare su un telaio di un vecchio camion destinata al servizio postale e al trasporto dei passeggeri sulla linea Sorrento – MassaSant’Agata.
Quel piccolo torpedone, rifinito e lucidato somiglia più a un armadio semovente piuttosto che a un mezzo di trasporto. Realizzato interamente in legno, tagliato e assemblato a regola d’arte con chiodi e inca-
Antonino De Angelis
stri a coda di rondine. Malgrado qualche intarsio sulle spalliere le panche sono durissime e scomode. Il motore, raccolto in un cofano davanti al manubrio, è opera del giovane meccanico Torquato Galasso congegnato nell’officina di mastro Aniello Gargiulo, quello della Ghiacciera di Sant’Agnello.
Le eleganti tendine azzurrine montate ai finestrini sono di puro cotone, ricamate con punto a croce dalla moglie dello stesso falegname. Gli operai impiegheranno circa tre mesi per completare il capolavoro e consegnarlo ai compiaciuti committenti.
È una bella mattinata di luglio quando una quindicina di persone, accuratamente selezionate fra quelle più importanti di Sorrento, prendono posto sugli scranni e partono per la corsa inaugurale. Ancora prima di giungere al Capo, nella curva del Miramare, un forte rumore, seguito da uno scossane fanno sobbalzare gli impettiti viaggiatori. Un colpo di acceleratore ha sbiellato un pistone e l’elegante automezzo si è bloccato. Dopo una rapida ricognizione e qualche inutile tentativo per riparare l’avaria un commesso parte subito per Castellammare per prelevare il pezzo da sostituire. Lentamente passano le ore, i viaggiatori sono agitati. Finalmente dopo un’ attesa estenuante il pezzo arriva, i viaggiatori a questo punto sono inviperiti. È il tardo pomeriggio quando il meccanico completa il suo lavoro. È ormai il tramonto quando quel trabiccolo di lusso, ansimando, giunge a Sant’Agata. I Viaggiatori sono rassegnati……e stanchi.
Dopo il successo dello scorso anno, torna l’attesissimo appuntamento con La Tavola dei 300, evento ideato e organizzato dall’Associazione Ristoratori Lubrensi con il patrocinio del Comune di Massa Lubrense.
La manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, si svolgerà il 18 e 19 giugno, ma avrà un’anteprima tutta da vivere nel weekend del 14 e 15 giugno, con tour guidati e trekking tra i borghi, i limoneti e gli uliveti del territorio.
La kermesse nasce come progetto di marketing territoriale per valorizzare i 18 borghi del comune attraverso l’enogastronomia, le tradizioni e il paesaggio.
Sabato 14 e domenica 15 giugno, con la collaborazione di By Tourist, si terranno percorsi esperienziali da Massa Centro verso Termini, San Francesco e Schiazzano, con visite a limoneti storici, degustazioni di limoncello e confetture, e focus sulle cultivar di ulivo locali grazie al contributo del brand Le Colline Lubrensi. Immancabile la tappa all’agriturismo Il Convento e al Giardino di Vigliano, dove tra mare e natura si potranno gustare piatti tipici in location incantevoli.
Mercoledì 18 giugno la serata street food nella frazione di Monticchio.
Durante l’evento saranno premiate due eccellenze della ristorazione locale: il Relais Blu e la Taverna del Capitano. “Un ringraziamento simboli-
co a famiglie che rappresentano l’identità gastronomica di Massa Lubrense” – spiega Francesco Gargiulo, presidente dell’Associazione Ristoratori Lubrensi.
Giovedì 19 giugno, il cuore pulsante della festa sarà Massa Centro: lungo la strada principale del borgo, davanti al Municipio, si terrà la spettacolare cena de La Tavola dei 300.
Tra i momenti più attesi, l’esibizione live della cantante Monica Sarnelli, testimonial dell’evento, che con la sua voce darà il via alla grande festa sotto le stelle.
Oltre 60 ristoratori locali parteciperanno, con il supporto di numerosi sponsor e partner d’eccellenza del settore enogastronomico e turistico.
La direzione tecnica è affidata a David Aiello.
Anche quest’anno non mancherà il momento dedicato alla solidarietà: i fondi raccolti saranno destinati al progetto “I Bambini prima di tutto” dell’associazione “Noi Genitori di Tutti” Onlus, attiva nella Terra dei Fuochi a supporto delle famiglie colpite da patologie legate all’inquinamento ambientale. “La Tavola dei 300” non è solo una celebrazione del gusto, ma un’occasione per riscoprire le radici, promuovere il territorio e sostenere una causa di grande valore umano.
Info e prenotazioni: www.latavoladei300.com info@latavoladei300.com
Il24 aprile scorso rappresenta una data memorabile per Antonio Gnoni, giovane talento italiano del Liceo Scientifico “Gaetano Salvemini” di Sorrento, originario di Massa Lubrense. Attualmente studente presso la Notre Dame High School di Elmira, nello Stato di New York, Antonio Gnoni è stato ufficialmente ammesso alla Lourdes Chapter della National Honor Society (NHS), una delle organizzazioni studentesche più antiche e selettive degli Stati Uniti. Fondata nel 1921, la NHS seleziona studenti che si distinguono per Scholarship (eccellenza accademica), Leadership, Service (impegno civico) e Character (integrità morale). L’ammissione a questa prestigiosa istituzione non solo testimonia l’elevata preparazione scolastica, ma rappresenta anche un riconoscimento del potenziale umano e civico di chi ne entra a far parte.
Tra i suoi ex membri annovera figure di spicco come Barack Obama, Jeff Bezos, James Watson e Nancy Pelosi.
L’ingresso di Antonio Gnoni nella National Honor Society è il coronamento di un percorso di studio rigoroso e di un impegno costante, sia in Italia sia negli Stati Uniti. Dopo aver ottenuto risultati eccellenti negli ultimi anni del Liceo Salvemini, ha proseguito con altrettanta determinazione il suo anno di studio oltreoceano, distinguendosi in un ambiente scolastico internazionale e competitivo.
Antonio Gnoni coltiva da sempre una profonda passione per la tecnologia, in particolare per l’intelligenza artificiale, trasmessa fin da piccolo dal padre Claudio. Allo stesso tempo, condivide con la madre Maria Giovanna Cacace l’interesse per l’economia e la finanza. Questa duplice ispirazione ha dato vita a un sogno ambizioso: coniugare innovazione tecnologica e visione economica per costruire un futuro professionale fondato su competenza e responsabilità. La vocazione internazionale e l’interesse per il bene comune erano già emersi chiaramente nell’aprile 2024, quando Antonio Gnoni fu selezionato dall’Associazione Diplomatici per rappresentare l’Italia alla conferenza Change the World Model United Nations (CWMUN) presso il Palazzo di Vetro dell’ONU. In quell’occasione, si è distinto come relatore ufficiale per preparazione, padronanza della lingua inglese e spirito di coo-
perazione. Spinto da una grande curiosità culturale e dal desiderio di mettersi alla prova, Antonio Gnoni ha scelto l’esperienza americana per ampliare i propri orizzonti. Il suo entusiasmo per un contesto dove merito e integrità vengono premiati gli ha permesso di inserirsi con maturità e successo in un ambiente scolastico dinamico e multicul-
turale. L’ingresso nella National Honor Society rappresenta molto più di un riconoscimento: è un segnale concreto del potenziale di Antonio di diventare un leader etico e innovativo. Con determinazione, umiltà e passione, sta tracciando un percorso di eccellenza che rende orgogliosa la sua famiglia, la sua scuola, la sua terra d’origine.
LaRomeo Sorrento-Folgore Massa scrive la storia del volley italiano conquistando, al termine di una stagione perfetta, la promozione in Serie A2. Battuto il Belluno Volley per 3-1 in Gara 5 delle finali playoff di Serie A3 Credem Banca (26-24, 2125, 25-14, 26-24), coronando un’annata da sogno con un triplete irripetibile: Coppa Italia, Supercoppa e, infine, l’agognata promozione. Il 2024-2025 passerà agli annali come la stagione della consacrazione per la squadra del presidente Fabrizio Ruggiero, guidata dal coach Nicola Esposito, capace di imporsi con autorevolezza su ogni fronte.
Nella gara decisiva, oltre alle prestazioni individuali, a brillare è stato l’assetto di squadra, perfettamente orchestrato dalla regia della coppia di palleggiatori Tulone-Becchio, superiori alla controparte veneta Ferrato-Guizzardi. Il mix di giovani talenti e veterani, unito a una preparazione meticolosa, ha reso la Romeo Sorrento la squadra da battere sin dalla prima giornata. Un cammino esemplare: 34 partite giocate, 28 vinte, 91 set vinti e solo 34 persi. Numeri che raccontano un dominio mai in discussione. Il primo segnale forte era arrivato già a gennaio con la Coppa Italia A3: finale vinta per 3-0 contro San Donà dopo aver eliminato proprio Belluno nella loro Longarone. Poi la Supercoppa, vinta al PalaVesuvio contro lo stesso San Donà (ancora 3-0), a confermare la leadership tecnica e mentale. Il cammino nei playoff è stato degno di un copione cinematografico
Gl I st U de NtI del lIce O s alV emINI d I sOrre NtO IN pr I ma l INea per la pre VeNz ION e: al VIa la campaGN a d I se NsIbIlI zzazION e s U lla Vacc IN az ION e cONtr O l’hp V cO me pre VeNz ION e del t UmO re all’U ter O.
Gli allievi del Liceo Scientifico “Gaetano Salvemini” si sono fatti promotori di un’importante iniziativa di prevenzione sanitaria, lanciando una campagna di sensibilizzazione rivolta ai loro coetanei sull’importanza della vaccinazione contro il Papilloma Virus Umano (HPV), principale causa del tumore del collo dell’utero e di altre forme tumorali correlate. Si tratta quindi di una campagna del tipo “peer to peer”, che parte da ragazzi adolescenti per sensibilizzare altri adolescenti, cosa che rende più probabile che la campagna colga nel segno, in quanto non viene percepita dai ragazzi come calata dall’alto. L’idea è nata nel corso dell’ultima Assemblea d’Istituto, durante la quale sono intervenuti, su invito dei ragazzi, il Presidente del Consiglio d’Istituto del Liceo, il farmacista Francesco Palagiano, e il ginecologo Massimo Faralla. I due esperti hanno fornito informazioni chiare, dettagliate e comprensibili per i ragazzi sull’importanza della vaccinazione anti HPV, sottolineando come essa rappresenti uno strumento efficace di prevenzione di varie forme di tumore, disponibile gratuitamente fino al compimento dei 18 anni. L’Assemblea è stata arricchita dalla partecipazione straordinaria di Adriana Savarese, giovanissima attrice sorrentina e protagonista di una recente fiction di successo andata in onda su Rai1, ”BELCANTO”, che l’ha vista protagonista accanto a Vittoria Puccini, ed è stata a lungo intervistata dagli studenti. contattate l’ambulatorio vaccinale dell’asl al numero 0815331418, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 12 alle 13, e prenotate la vaccinazione, che solitamente si tiene il giovedì pomeriggio.
Ilracconto, “Petrus Romanus, L’Ultimo Conclave”, è una storia che mescola realtà e fantasia, storia e leggenda, fede e amore. Si basa sulla celebre profezia di Malachia, un vescovo irlandese vissuto nel XII secolo che avrebbe profetizzato in 112 brevi motti in latino l’ascesa di tutti i Papi (e alcuni antipapi) a partire da Celestino II (1143) fino ai nostri giorni, dove si prevede la venuta di un certo Petrus Romanus, l’ultimo Papa, la cui elezione porterebbe alla distruzione di una città dai sette colli, che molti hanno individuato, ovviamente, essere Roma. Questi motti, che si susseguono in ordine numerico l’uno dopo l’altro, non presentano date, ma solo assonanze con i vari Pontefici. E il motto 112, ovvero l’ultimo motto che prevede l’ultimo Papa, sarebbe associato proprio all’elezione di questo imminente conclave.
Partendo da queste considerazioni, ho scritto una instant story storia che parte proprio dai giorni nostri, collegando passato e presente in un susseguirsi di eventi ricchi di personaggi storici e situazioni realmente accadute. Infatti seppur molti protagonisti della vicenda sono di fantasia, essi si muovono in contesti e situazioni che richiamano in maniera molto fedele le epoche in cui sono vissuti. Il racconto si snoda intrecciando tre epoche differenti: oggi, maggio 2025, settembre 1978 e maggio 1296.
petrUs rOmaNUs l’Ultimo conclave di Luigi Pane
Formato Kindle 0,99 € disponibile su amazon
l’INtellIGeNza artIfIcIale sI fa lIbrO
Disponibile alla Libreria Tasso
“Educare l’intelligenza artificiale a parlare” di Marcello Coppola. La recensione dell’AI.
Presso la storica Libreria Tasso in piazza Lauro a Sorrento, è disponibile in esclusiva il libro “Educare l’intelligenza artificiale a parlare” di Marcello Coppola, un’opera che esplora il rapporto tra uomo e macchina, linguaggio e coscienza digitale.
Il testo, frutto di un lavoro di ri-
flessione e ricerca, affronta in maniera accessibile ma rigorosa i grandi interrogativi del nostro tempo: può un’intelligenza artificiale davvero “parlare”?
E, soprattutto, chi le insegna a farlo?
La pubblicazione arriva in un momento storico in cui il dibattito sull’intelligenza artificiale è più vivo che mai.
Ogni giorno, nuovi strumenti digitali ridefiniscono il nostro modo di comunicare, apprendere, creare.
Eppure, nel vortice di innovazioni, spesso si dimentica un punto fondamentale: la parola, anche quando pronunciata da una macchina, è figlia della cultura, del contesto, dell’intenzione umana. Da qui nasce l’esigenza di “educare” l’intelligenza artificiale, ovvero guidarla verso un uso consapevole, etico e culturalmente radicato del linguaggio.
Per questa ragione, la scelta di proporre il libro esclusivamente alla Libreria Tasso non è casuale, ma profondamente simbolica. “Non bisogna dimenticare da dove si viene, quali sono le nostre radici e quale è la nostra comunità” – spiega l’autore. “È un atto di riconoscenza verso il territorio che mi ha formato e
descrizione urbanistica: è una dichiarazione d’amore per la propria terra. Con sguardo affettuoso e rigoroso, l’autore accompagna il lettore lungo le vie del suo paese natale, raccogliendo storie, volti, memorie e atmosfere che rischiano di svanire nel tempo.
Il volume si apre con una prefazione che sottolinea l’intento principale del lavoro: dare voce ai luoghi, lasciando che le strade raccontino la vita di una comunità, le sue trasformazioni, le sue radici.
Ogni capitolo del libro è dedicato a una zona o a una strada di Sant’Agnello — da Piazza Matteotti ai Colli di Fontanelle, dal rione Maiano alla zona del Pizzo — e attraverso descrizioni, aneddoti e fotografie, si compone un mosaico vivido e partecipato del territorio.
che continua a ispirare il mio lavoro. È da qui che parte ogni mia parola, anche quando si rivolge al futuro.”
La Libreria Tasso, da sempre punto di riferimento culturale per Sorrento e la penisola, accoglie questo progetto con entusiasmo, offrendo il volume con uno sconto speciale, proprio per sottolineare il legame tra cultura, comunità e innovazione. Non è solo un libro, è un’occasione per riflettere insieme sul mondo che stiamo costruendo.
L’iniziativa mira anche a valorizzare il ruolo delle librerie indipendenti come luoghi di pensiero, confronto e diffusione del sapere. In un’epoca dominata dall’online e dalla velocità, la scelta di puntare sul contatto diretto con il lettore, sull’incontro fisico e sul racconto condiviso, rappresenta un gesto controcorrente, ma profondamente necessario.
Il libro “Educare l’intelligenza artificiale a parlare” non è solo una guida tecnica o un saggio divulgativo: è un invito a tornare a porci domande fondamentali su chi siamo, cosa vogliamo diventare e quale linguaggio vogliamo affidare al futuro.
E, come ogni buon viaggio, parte da casa.
un tempo, alle feste religiose e alle trasformazioni urbanistiche che hanno interessato il paese nel corso dei decenni.
Il tono è intimo, quasi confidenziale, come se l’autore stesse passeggiando davvero al fianco del lettore, indicandogli un angolo nascosto o raccontando un episodio curioso.
Non è un caso che il titolo stesso suggerisca l’atto del “passeggiare”: un invito a riscoprire, con lentezza e attenzione, ciò che spesso si dà per scontato.
Un libro che è al tempo stesso guida, racconto e album dei ricordi. Passeggiando per le Strade di Sant’Agnello di Franco Gargiulo (Nicola Longobardi Editore) è molto più di una semplice
La forza del libro sta proprio nella sua capacità di restituire l’identità di Sant’Agnello, attraverso una narrazione che alterna il rigore della documentazione storica alla spontaneità del racconto orale.
Non mancano i riferimenti ai personaggi locali, alle attività di
L’opera di Gargiulo assume così un valore doppio: da un lato è una risorsa preziosa per gli appassionati di storia locale e per le nuove generazioni che vogliono conoscere le proprie origini; dall’altro è un atto di conservazione della memoria collettiva, in un’epoca in cui il rischio dell’oblio è sempre dietro l’angolo.
In definitiva, Passeggiando per le Strade di Sant’Agnello è un libro che fa bene al cuore e alla mente.
Un omaggio sentito a un paese e alla sua gente, che trova nella parola scritta il mezzo per continuare a vivere nel tempo.
sOrreNtO - caprI 07.15 (feriale) - 08,05 - 08,30 - 08.45 - 09,20 - 09.55 10,20 - 10,45 - 11,55 - 12,55 - 13,20 - 13,35 13,50 - 14,45 - 15,50 - 16,05 - 16,50 - 17,50 caprI - sOrreNtO 08.00 (feriale) - 08,50 - 09.25 - 10,30 - 11.20 -11,40 12,20 - 12,55 - 15,05 - 15,20 - 16,20 - 16.35 16,55 - 17,25 - 18,05 - 18,30 - 19,00
sOrreNtO/NapOlI 8,15 - 10,00 - 12,00 - 14,00 - 16,25
18,45 (venerdì, sabato e festivi - dal 15/6 al 15/9)
NapOlI/sOrreNtO 09,00 (da lunedì a venerdì) -11,00 -13 - 15,05 - 17,15 19,30 (venerdì, sabato e festivi - dal 15/6 al 15/9)
NaVe
faSt fErrY caremar - sNaV
sOrreNtO - caprI
07,45 - 08,20S - 09,25 -11,20S
14,05S - 14,40 - 16,35S - 19,25
caprI - sOrreNtO
07,00 - 07,35S - 08,40 - 09,15S
12,05S - 13,35 - 15,55S - 17,40S 18,40
S= SNAV
NUmerI UtIlI
USEfUll nUMBErS carabINIerI
Pronto Intervento 112
Sorrento 0818073111
pOlIzIa - pOlIce
Pronto Intervento 113
Sorrento 0818075311
pOmpIerI 0818711222
emerGeNza medIca 118
GUardIa medIca
Sorrento/Meta 0815331111
INfermIerI prOfessIONalI
Cappiello Mario 3397788388
VIGIlI Sorrento 0818074433
S. Agnello 0815332205
taXI Sorrento 0818782204
S. Agnello 0818781428 Piano 0818786363
S. Agata 0818780509 aerOpOrtO 848888777 pOrtO - harbOUr
Ufficio Marittimo 0818073071 Soccorso in mare 1530 ferrOVIe - raIlWaYs
147888088 pOst OffIce Sorrento 0818781495 S.
NlG - Tel. 0818071812 bookingsorrento@nlg.it ticket online www.nlg.it sOrreNtO - caprI 08,30 - 09,00 - 09,40 - 11,10 - 14,35 - 16,10
- sOrreNtO 09.10 - 10,25 - 13,55 - 15,30 - 16,05 - 17,45 sOrreNtO/NapOlI 07,20 - 17,00 NapOlI/sOrreNtO 10,00 - 18,25
sOrreNtO - pOsItaNO 09,00 - 09,30 - 11,00 - 12,25 - 15,15 - 16,10 pOsItaNO - sOrreNtO 09,15 - 10,33 - 14,10 - 16,24 - 17,45
sOrreNtO/amalfI 09,00 - 09,30 - 11,00 - 12,25 - 15,15 - 16,10 amalfI/sOrreNtO 08,54 - 10,53 - 13,40 - 15,45 - 17,02
sOrreNtO - salerNO 16,10 salerNO - sOrreNtO 08,25
SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 23 maggio 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.
SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 23 maggio 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.
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06:30 F - 07:45 S - 08:30 H - 08:30 F - 09,00H - 09:15 F - 09:30 g - 10:00 F - 10,00H - - 10:30 G - 11:00G 11:30 G - 11,45H - 11.45F - 12:30 F - 12,45H - 12.55F - 13:30 G - 14:00 G - 14:55 F - 15:35 F - 15:345H 16.00H - 16:15 F - 16,45F - 17:00 F - 17,10H - 17.45F - 18:10 H - 18:10F- 18.30F - 19:00 G - 19.15H - 19,50F
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CONTATTI FARMACIE DI SORRENTO
farmacIa rUssO (D-11) Via degli Aranci Tel. 0818772310
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farmacIa caNale (E-7) Corso Italia - Tel. 0818781174
DA SORREnTO (stazione) 22,30 - 23,15 - 23,45 - 0,20 - 1,35 2,25 - 4,15 - 4,50 - 5,40 DA nApOLI (piazza
perIOdIcO dI INfOrmazIONe tUrIstIca Aut. Trib. NA n. 3104 del 15.04.’82
editrice surrentum Viale Montariello, 8 - Sorrento www.surrentum.com redazione@surrentum.net
direttore responsabile Antonino Siniscalchi - antoninosiniscalchi@gmail.com
In redazione Luisa Fiorentino e Mariano Russo
progetto grafico Daniela Martinelli
Web producer Mauro Siniscalchi
stampa Effegi srl - Via Bosco Catena, 5 - Portici
hanno collaborato: Nino Aversa, Antonino De Angelis, Alessandro Fiorentino, Giovanni Galano, Giovanni Gugg, Filippo Merola, Luigi Pane, Fondazione Sorrento
In copertina LA FESTA AZZURRA A SORRENTO
foto di Annamaria Vinaccia
pubblicità e Informazioni tel. 334 838 5151 mariano@surrentum.net
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Le collaborazioni alla rivista sono completamente a titolo gratuito
V ILLA F IORE n TI nO aperto tutti i giorni orario 10 - 13 e 16 - 19,00
pIAzz A TASSO da lunedì a sabato orario 10 - 15
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aperto tutti i giorni tranne i martedì orario 10 - 15
SURRENTUM insieme agli orari che sono comunicati direttamente dalle compagnie di trasporto e aggiornati al 23 maggio 2025 pubblica anche il loro recapito telefonico a cui si prega fare riferimento per assicurarsi che non vi siano state, nel frattempo, variazioni agli orari.
sede di sorrento Via l. de maio, 35 80067 sOrreNtO tel. 081/8074033 www.sorrentotourism.com aGeNzIa reGIONale campaNIa tUrIsmO
Orari di apertura 9/16 lunedi - venerdi. 9/14 sabato 9/13 domenica
Opening Hours
9am - 4pm mon. - friday 09.00 - 2pm saturday 09.00 - 1pm sunday
chIaVI d’OrO c/o Chiostro di San Francesco - SORRENTO www.campaniafelix.org
alberGhI HHHHHl
06 Bellevue Syrene 0818781024 D/6
01 Excelsior Vittoria 0818777111 C/9
alberGhI HHHHH
02 Ambasciatori 0818782025 B/12
09 Ara Maris 0818781681 D/9
05 Bel Air 0818071622 C/3
81 Cocumella 0818782933 A/15
34 La Favorita 0818782031 D/7
➔ La Pace 0818074775
57 Lorelei Londres 08119022620 B/11
81 Mediterraneo 0818781352 A/15
22 Parco Principi 0818784644 A/14
25 Royal 0818073434 C/10
alberGhI HHHH
27 Admiral 0818781076 C/4
➔ Alpha 0818782033
03 Aminta 0818781821 F/3
04 Antiche Mura 0818073523 E/9
51 Astoria 0818074030 D/8
28 Ascot 0818783032 E/5
66 Atlantic Palace 0818782688 D/1
07 Bristol 0818784522 D/4
08 Capodimonte 0818784555 E/4
30 Capri 0818781251 D/11
72 Caravel 0818782955 A/16
10 Central 0818781646 C/14
11 Cesare Augusto 0818782700 E/9
➔ Club 0818781127
12 Conca Park 0818071621 F/6
13 Continental 0818072608 D/6
➔ Corallo 0818073355
➔ Crawford 0818071772
73 Cristina 0818783562 C/16
14 De La Ville 0818782144 C/11
61 Elios B.que Hotel 0818074834 C/2
➔ Eliseo Park’s 0818781843
15 Europa Palace 0818074898 C/10
16 Flora 0818782520 C/13
74 Gran Paradiso 0818073700 D/16
35 Gardenia 0818772365 C/14
17 Hilton 0818784141 G/7
77 Isabella 0810108238 A/15
19 Johanna Park 0818072472 G/3
55 La Minervetta 0818774455 D/4
78 La Residenza 0818774698 A/15
Q La Solara B. W. 0815338000
56 La Tonnarella 0818781153 C/3
71 Majestic Palace 0818072050 A/16
20 Michelangelo 0818784844 D/11
41 Minerva 0818781011 C/3
21 Miramare 0818072524 C/3
79 Palazzo Guardati 0818785567 D/8
70 Parco del Sole 0818073633 C/17
42 Plaza 0818782831 E/9
23 President 0818782262 F/5
➔ Prestige 0815330470
43 Regina 0818782162 D/6
24 Riviera 0818072011 B/12
58 Rota Suites 0818782904 C/12
46 Tirrenia 0818781336 E/5
18 Tramontano 0818782588 C/7
26 Vesuvio 0818782645 D/1
➔ Villa Garden 0818781387
49 Villa Maria 0818781966 F/5
H Vue d’Or 0818073153
50 Zi’ Teresa 0818784619 C/12
alberGhI HHH
80 Au Relais Rivoli 0813654089 D/8
29 Britannia 0818782706 D/2
Q Dania 0818073572
52 Del Corso 0818071016 D/8
32 Del Mare 0818783310 D/4
33 Eden 0818781151 D/9
75 Florida 0818783844 A/15
36 Girasole 0818073082 B/15
37 Il Faro 0818781390 C/8
H Il Nido 0818782766 54 La Badia 0818781154 D/3
38 La Meridiana 0818073535 C/11 76 La Pergola 0818782626 A/15
39 Leone 0818782829