Uscita N 61

Page 5

Campo de’ fiori necessario stabilire se si dice “romano o romanesco”. Ci sono due filosofie di pensiero. Comunque sia è un insieme di tante espressioni prese nei secoli dai vari popoli che si sono avvicendati a Roma, e che man mano si sono modificate: basta vedere le diversità tra il Belli e il Trilussa. Quello che però è rimasto immutata è l’immediatezza della battuta sagace, l’ironia. Peccato che molti oggi lo rappresentano sul palcoscenico come un dialetto volgare “coatto”, sporcando quel modo di parafrasare tipico del vero romano. Nel 1990 finalmente nasce il Suo rapporto con lo storico Teatro Rossini, esercitando il ruolo di Direttore Artistico ne recitando anche accanto

Anita Durante e Alfiero Alfieri ad Anita Durante, vedova dell’attore scomparso. Quando nel 1990, incontrai dopo tanti anni la signora Anita fu per me una gioia immensa. Lei aveva sempre avuto fiducia nelle mie capacità ed io ne ero andato sempre fiero. Certo tutto potevo immaginare, ma recitare al suo fianco ricoprendo il ruolo del mio Grande Maestro era veramente uno di quei sogni che uno tiene nel cassetto! Non le nascondo che la sera della Prima di “Caro Venanzio te scrivo questa mia” , con cui abbiamo aperto la prima stagione teatrale io e Anita, il cuore non stava più al suo posto, tanto batteva forte. Ho passato due anni meravigliosi

con Anita divertendoci insieme al pubblico, lasciandoci andare a raffiche di battute a braccio che poi sono quelle che al pubblico piacciono tanto. Peccato!!! Come tutte le cose belle è finita troppo presto e tristemente con la morte di Anita. Il MARCHESE DEL GRILLO, IL MALATO IMMAGINARIO, DON DESIDERIO, CARO VENANZIO… tutte riletture di testi famosissimi in cui Lei riesce a far Suoi i personaggi stessi… Qual’e’ il segreto per far vivere e sorridere testi scritti da altri? Il segreto? Sta nel riuscire a modellare il personaggio a tal punto di diventare un tutt’uno con il tuo io: come se le due anime si fondessero insieme. Ad un certo punto della sua grande carriera decise di lasciare L’Italia. Perché? Qual’e’ il rapporto con i nostri connazionali all’estero ? E cosa si aspettano da un grande artista italiano ma soprattutto romano come Lei? L’esperienza vissuta in Australia mi ha arricchito moltissimo. Senza esagerare sono stato accolto come un Re, anzi, visto che “so’ romano” come un Imperatore. Dopo due mesi che ero lì conoscevo più italiani io di chi ci vive da 30 anni. Si è creato subito un rapporto meraviglioso: il 5 dicembre del 2006 rappresentai la prima commedia al Town Hall di Fremental, stracolmo oltre gli strapuntini. Ho toccato con mano quanto desiderio ci sia nei nostri connazionali all’estero di conservare le tradizioni. Mi sembra ancora di sentire lo spettatore che dalla galleria mi gridò: “grazie Alfiero, ci hai portato un pezzo d’Italia”. Sono trascorsi due anni, ma è rimasto un forte rapporto che continuo a coltivare con i miei amici australiani. Sperano in un mio ritorno a breve. Chissà…po esse…..!!!! Nel 2009 sono cinquant’anni di at-

5

tività, come è cambiata Roma intorno a Lei? Ed i Romani? Nun me ricordi che so’ cinquant’anni che recito, senno me ricordo pure che so’ vecchio”. In tutti questi anni ho avuto modo di palpare il cambiamento del pubblico romano, ma una cosa è rimasta uguale: l’affetto che mi ha sempre dimostrato ed il grande desiderio di sorridere. Non le nascondo che è stato il mio meraviglioso pubblico che mi ha dato la forza di continuare. Roma, la mia Roma è proprio cambiata, dicono che dobbiamo essere contenti. Mah!!!! Io non la riconosco più e la preferivo come prima. I romani, quelli veraci, nun so’ cambiati: so’ sempre scherzosi, sornioni e para….venti Si stanno perdendo tutte le nostre tradizioni popolari: cosa possiamo fare per salvarle? Roma, Caput mundi! Oggi è diventata una metropoli, ma sta perdendo di vista le proprie tradizioni. Io ho dedicato tutta la mia carriera a salvaguardare la tradizione popolare, ma da solo mi sento tanto Don Chiscotte contro i mulini a vento. Più volte ho chiesto agli amministratori di turno di creare un polo della Romanità dove tener vive tutte le espressioni popolari: il Teatro, la Canzone, la Poesia……. “Nun me s’è mai filato nessuno. Ce vo’ provà llei?” Un’estate che la vedrà di nuovo protagonista : Er Malato Immaginario in scena in alcuni tra i posti più belli di Roma e del Lazio: riuscirà a salvare il romanesco e i veri romani dall’ estinzione? E’ una bella sfida, ma non demordo. E come si dice prima di andare in scena: “chi ce vo’ male se la pija nder .... ”. Sandro Alessi


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.