LA PIAZZA DI GIOVINAZZO AGOSTO 2012

Page 32

Art. 29) Non avranno diritto al pane quei poveri i quali non presentarono la fede del confessore per l’eseguita confessione, almeno tre giorni prima che si divida il pane. I detti biglietti debbono essere rifatti due volte l’anno e propriamente nel tempo del precetto pasquale e nel mese dei morti. Si consegneranno al direttore, il quale unito agli amministratori assegnerà il pane a secondo del bisogno e della condizione di chi presenta tale fede. Il nome sarà poi registrato nell’elenco generale dei poveri. Le orfane, le nubili, le vedove saranno preferite ai pubblici mendicanti. Le famiglie povere debbono presentare tante fedi di confessione per quante sono le persone che le compongono di età non inferiore a 15 anni.

direzione del Ministro Generale dei P.P. Minori ed avendo per Centro Internazionale il nostro Collegio di S. Antonio. Nella speranza che vorrà darmi chiarimenti in proposito La riverisco dichiarandomi di S. V. rev.ma devotissimo servo. F.to f. Adriano Diani dei Minori – Direttore. Roma 30 settembre 1911». La corrispondenza epistolare fra i due proseguì ed anche se siamo in possesso delle sole lettere ricevute dall’arciprete Piscitelli, possiamo dedurre che gli fu chiarito che come Direttore della “Pia Unione di S. Antonio” doveva sottostare solo alle direttive dello stesso Generale dei Frati Minori. Ma ciò non dovè essere soluzione a lui gradita tanto che di suo pugno, ad inchiostro rosso, in testa allo Statuto è annotato: «Chiariti gli equivoci e presa la direzione spirituale della sua chiesa, dopo i fatti del luglio ed agosto 1911 non è tenuto conto di questo statuto per l’amministrazione del Centro e dell’Opera del Pane, tanto per tenere alta la dignità dell’arciprete, che non deve avere che il controllo del Vescovo e quindi per non costituire precedenti più o meno lesivi dei suoi diritti. 26 giugno 1912 F.to Gaetano Piscitelli». Non sappiamo quale seguito ebbe la vicenda. Altro documento allegato allo stesso fascicolo è del 1920 ed in esso si fa menzione della statua della quale non conosciamo la precisa collocazione nella chiesetta. Nel 1920 è certo che venne allocata in una nicchia infatti in quell’anno l’arciprete e per lui il Vescovo, chiedeva alla Sacra Congregazione del Concilio di «poter vendere parte dell’oro votivo della chiesa di S. Andrea Apostolo per il valore di circa lire mille, per riparare i danni di un incendio avvenuto nella chiesa stessa e chiudere in una nicchia decorosa la statua di S. Antonio che fu danneggiata».

Art. 30) Un giorno prima della divisione del pane il direttore dividerà i biglietti di esso pane nella chiesa del Centro Diocesano a tutti coloro che si trovano in regola col presente statuto. Questi biglietti porteranno l’impressione del timbro del ripetuto “Centro” il numero d’ordine e la data. Eseguita la divisione del pane, i biglietti non presentati in tempo non avranno più valore. ALCUNE INCOMPRENSIONI Nei primi anni di vita, al fine di consentire la divulgazione di questo culto l’arciprete-parroco della Cattedrale don Francesco Rucci, rettore de iure della chiesetta di S. Andrea, delegò il giovane sacerdote Michele Amoia alla direzione della Pia unione di S. Antonio. Non abbiano finora ritrovato documenti circa la vita di questo sodalizio ma solo delle attestazioni dello stesso arciprete Rucci, che testimoniano un prolifero lavoro del canonico Amoia. Nel 1908 divenne arciprete il sacerdote Gaetano Piscitelli; qualcosa non dovè andare per il verso giusto se il Generale dei Frati minori gli scriveva: «Rev.mo signore Alla sua pregiatissima in data 28 sett. u.s. ho l’onore di rispondere che il Centro di Giovinazzo è eretto canonicamente nella chiesa che erroneamente fu detta della Purificazione e fu dichiarato Direttore della Pia Unione di S. Antonio il Rettore pro tempore della medesima, quindi i suoi dubbi non hanno luogo. La presenza dei molto rev. padri Cappuccini fu notata anche all’atto della concezione come risulta da un documento che possiedo in archivio in data 17 giugno 1897 e se la facoltà fu concessa al rettore della suddetta chiesa e non ai Padri Cappuccini, fu perché il convento di questi «distava da cotesta città poco meno d’un chilometro» e perché al tempo dell’erezione «essi non avevano mai tenuto alcun culto pel Taumaturgo», mentre nella chiesa così detta della Purificazione «si possedeva una statua del Santo e da circa cinquant’anni si celebrava una messa in ciascun martedì e con gran pompa si faceva la tredicina in preparamento alla festa». Così il documento in parola. Nella sua sullodata mi dice che «ai Padri Cappuccini è riservato il diritto di erigere e tenere il centro Diocesano». Desidererei sapere chi ha concesso loro questo diritto, non possedendo in proposito nessun documento in cui si accenni a questa facoltà loro concessa; facoltà che è di spettanza di questa Direzione Generale esclusivamente, essendo la Pia Unione sotto la

IL CULTO PROSEGUE ALTROVE Forse perché questa statua, attorno alla quale era nata la Pia Unione nella chiesa di S. Andrea, è in pietra e quindi non trasportabile in processione, il culto del Santo non fu poi mantenuto tanto vivo in quella chiesetta; infatti negli atti della Visita Pastorale del 1938 non si fa alcuna menzione di questa Pia Unione ed un documento datato 6 maggio 1939 invece approvava che presso la chiesa del Crocifisso si tenesse la festa di Sant’Antonio con processione per mare e per terra. Le modalità della festa sono le stesse di oggi anche se l’allora Guardiano del convento dei Cappuccini, padre Carmine da Barletta, assicurava alla Curia Vescovile di Giovinazzo che «La processione non si fermerà per le batterie … per le spese della festa a mare e per terra non girerà nessuna Commissione per raccogliere fondi». È quindi da supporsi che i questuanti che oggi girano a raccogliere fondi lo facciano per un puro spirito di umiliante penitenza.

DIEGO DE CEGLIA 32


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.