DOSSIER
25 Il mercatino di Brugine fu istituito sul modello del Portobello di Londra: ogni prima domenica del mese in media sono circa 300 gli espositori che da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, propongono e vendono gli oggetti più disparati.
ARTE, NATURA E BUONI AFFARI PROSSIMAMENTE A VILLA ROBERTI
PASSATA L'EMERGENZA LO STORICO MERCATINO, ATTIVO DAL 1977 OGNI PRIMA DOMENICA DEL MESE, TORNERA' AD ESSERE L'APPUNTAMENTO DA NON PERDERE PER GLI APPASSIONATI
N
on appena l'emergenza sarà archiviata il complesso di Villa Roberti a Brugine tonerà ad ospitare lo storico mercato dell'usato. Ogni prima domenica del mese, il complesso di Villa Roberti a Brugine ospita il mercato dell’usato e dell’antico. Un appuntamento che dal 1977, anno in cui fu istituito, è punto di incontro tra espositori e visitatori a caccia di affari in un contesto architettonico che è uno dei capolavori del Risorgimento veneto. Il mercatino fu istituito sul modello del Portobello di Londra e in media sono circa 300 gli espositori che da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, propongono e vendono gli oggetti più disparati riconducibili all’antiquariato e al modernariato: ad esempio libri, gioielli, orologi, cartoline, vetri, ceramiche, manufatti in stoffa e pizzi solo per citarne i principali. Il mercatino esprime la filosofia e la cultura del riciclo e del commercio sostenibile e rispettoso dell’ambiente. È caratterizzato da due diverse anime che convivono in una formula di successo: da un lato i portici della barchessa ospitano gli oggetti più prestigiosi e ricercati venduti da commercianti di professione, dall’altro i prati ospitano vivaci banchetti e ritrovi di amici e di persone del posto che tra le altre cose, portano con loro oggetti usati da scambiare o da vendere per portarne avanti il valore e l’utilità, rifiutando la cultura del consumismo sfrenato. Il mercatino è reso peculiare dal luogo in cui si svolge. La
progettazione e la costruzione di Villa Roberti fu commissionata a metà del 1500 da Girolamo Roberti all’architetto Andrea da Valle, famoso per essersi poi occupato della Basilica di Santa Giustina e del Duomo di Padova, oltre che di Villa dei Vescovi di Luvigliano. La villa fu edificata in circa 10 anni, sopra le rovine del Castello Macaruffo, di cui sono rimaste fino ai giorni nostri la torre medioevale e il pozzo che si trovano davanti alla barchessa del complesso attuale. La torre è stata restaurata ed oggi si mostra in tutta la sua originaria bellezza oltre ad ospitare un appartamento dove è possibile prenotare il pernottamento. La barchessa era pre esistente alla villa, in quanto risale alla fine del ‘400 e testimonia la tradizione rurale del complesso e il legame con il territorio e la campagna: il suo portico si sviluppa su 8 archi che poggiano sulle colonne di sostegno che riportano lo stemma della famiglia Roberti. Gli interni della villa sono impreziositi dagli affreschi realizzati da Giambattista Zelotti e Paolo Veronesi che all’epoca della loro opera erano poco più che ventenni: in particolare il loro lavoro è testimoniato dal Salone degli Affreschi dove trovano posto scene mitologiche ispirate alle “Metamorfosi” del poeta latino Ovidio. Oltre le mura che delimitano il complesso, si estende il parco della villa che comprende un giardino impreziosito dai colori di diverse tipologie di rose.