Eterno Auriga - Maggio 2021

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M E S S A G G I O D I B H A G AVA N N E L G I O R N O D I E A S WA R A M M A

I GENITORI DEVONO INCULCARE LE VIRTÙ NEI FIGLI CON L’ESEMPIO C‘è un dono più grande di quello del cibo? C’è una deità più grande dei genitori? C’è una moralità più elevata del promuovere il benessere comune? C’è una rettitudine più eccelsa della compassione? C’è un profitto superiore alla compagnia dei buoni? C’è una disabilità peggiore dell’inimicizia? C’è sulla terra una morte peggiore dell’infamia? C’è qualcosa di più prezioso della fama imperitura? C’è qualcosa che sostenga più del ricordo del Signore? C’è un Paradiso più alto della gioia interiore? (Poesia Telugu)

L’ESISTENZA UMANA PRIVA DELLA GRAZIA DI DIO NON HA ALCUN VALORE Incarnazioni del Divino Atma!

A

ffinché i bambini diventino persone di buon carattere, e aderenti al retto agire, i genitori, per primi, devono avere un buon carattere e comportarsi in modo esemplare. Adi Sankaracharya, il grande maestro, era figlio di due persone molto virtuose e nobili nel comportamento. Il merito della fama di Ramkrshna Paramahamsa e di Swami Vivekananda va ai loro genitori. Molti grandi uomini ottennero fama e rinomanza positiva seguendo le orme dei genitori. Una lezione che Gandhi apprese da ragazzo

Gandhi, che era una persona comune, ottenne grandezza e fama mondiali grazie alle lezioni di comportamento corretto impartite dalla madre. Ella osservava il voto di non assumere cibo finché il cuculo non avesse

20 Maggio 2021

cantato al mattino. Un giorno la donna attese a lungo di udire quel canto; Gandhi, ancora ragazzo, imitò quel verso, rientrò in casa e disse alla madre che il cuculo aveva cantato, ragion per cui ella poteva mangiare. La madre capì il suo trucco e lo schiaffeggiò dicendo: “Sei un ragazzo cattivo! Che peccato avrò mai commesso per avere un figlio come te?” Ella era amareggiata del fatto che un ragazzo simile fosse nato da lei. Il suo dolore toccò il cuore di Gandhi che promise a se stesso che non avrebbe mentito mai più. Da bambino, egli era molto pauroso e confidò queste sue paure a Rambha, la domestica, che gli disse: “Caro bambino, recita sempre il Nome di Rama e le paure svaniranno.” Da allora, Gandhi recitò sempre il Nome di Rama e portò fino al momento del trapasso questa abitudine presa da piccolo.

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