Eterno Auriga - Maggio 2021

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MAGGIO 2021



Eterno Auriga Dedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’Umanità VERITÀ

RETTITUDINE

PACE

AMORE

NON VIOLENZA

Vol.: 64 Edizione No. 5 Data di pubblicazione1° maggio

Maggio

2021

© Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Settore Pubblicazioni Prasanthi Nilayam Pubblicato sul Sito Web del Movimento Srì Sathya Sai d’Italia

“Oggi, l’uomo nota soltanto i difetti degli altri. Che tipo di persone siete se osservate sempre i difetti altrui? Le persone dovrebbero invece vedere e correggere i propri difetti e avere pensieri buoni; soltanto così farebbero azioni positive e diverrebbero persone buone.” SOMMARIO b4

Rinoscete il Supremo Significato dell’Amore Discorso di Bhagavan del 12 aprile 1996

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Il Rito Sacrificale

Bhagavatha Vahini

12 Suggestivi Momenti con il Divino Maestro Rani Subramanian 17 20

Le Mie Esperienze con Bhagavan Sri Sathya Sai Baba Dottoressa Goteti Saraswati I Genitori Devono Inculcare le Virtù nei Figli con l’Esempio Messaggio di Bhagavan nella Giornata di Easwaramma

24 Messaggio di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba 26 Come Potrò Mai RipagarLo… Lakshminarayana Kote

30 La Festività di Ugadi e il Nuovo Anno Tamil a Prasanthi Nilayam Cronaca 32 Notizie dai Centri Sai

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P A R O L A D E L L ' AVAT A R

RICONOSCETE IL SUPREMO SIGNIFICATO DELL’AMORE A F F R A N C AT E V I D A I D E S I D E R I E S I AT E L I B E R I Incarnazioni dell’Amore!

I

N QUESTO MONDO COSTITUITO DEI tre guna, cioè Sattva, Rajas e Tamas, l’uomo prova felicità e dolore. Guadagnatevi la grazia di Dio e sperimentate la vera felicità

L’uomo è immerso nell’attaccamento, a causa del quale non può sperimentare la vera felicità. Se si libera dell’attaccamento può sperimentarla. L’attaccamento alimenta le qualità malvagie dell’ego e della possessività; chi è pieno di ego non riscuote l’amore degli altri. È quindi necessario che l’attaccamento venga rigettato. “Chi è privo di attaccamento è caro a tutti.”

Pertanto, gradualmente mondani.

bisogna ridurre gli attaccamenti

Oltre all’attaccamento, l’essere umano deve controllare l’ira che è causa di dolore. “Chi conquista l’ira si libera del dolore.”

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Finché si è vittima dell’ira, non si può avere pace e felicità. Pertanto, per ottenerle bisogna liberarsi di questo nemico interiore. Un uomo arrabbiato è nemico di tutta l’umanità. Il controllo dell’ira è il primo requisito necessario a chi si accinge a compiere il viaggio spirituale. Chi è vittima dell’ira non avrà successo in alcuna impresa, commetterà dei peccati, sarà ridicolizzato da tutti, sarà abbandonato dalla sua gente e perderà ogni ricchezza e rispetto. La sua ira lo completamente.

rovinerà

“L’uomo raggiunge la serenità quando vince i desideri.”

La vita è un lungo viaggio e i desideri sono i bagagli che portate. “Meno bagaglio, più comodità: ciò rende il viaggio un piacere.”

Perciò bisogna rendere facile il viaggio riducendo il peso dei desideri. Occorre Eterno Auriga


discriminare tra ciò che è necessario e ciò che non lo è, abbandonando l’inutile e riducendo così il peso.

L’equanimità conduce l’uomo sul sentiero spirituale La vita umana è un oceano fatto delle onde del piacere e del dolore. Le persone sono contente quando i loro desideri sono soddisfatti e, in caso contrario, scontente. Nella vita, il piacere e il dolore sono inseparabili. “Il piacere è un intervallo tra due dolori.”

Non si può godere di felicità senza sperimentare l’opposto. L’uomo non può gustare la felicità senza la sofferenza e il dolore. Il piacere e il dolore sono le due facce della stessa medaglia o i due cotiledoni (foglie embrionali) dello stesso seme; in effetti la sofferenza acuisce la felicità che la segue. Nel mondo, il piacere e il dolore, il profitto e la perdita sono indissolubilmente legati. Bisogna mantenere l’equanimità nei due casi e tenere presente che le difficoltà sono delle opportunità di trasformazione; in questo modo, si può avanzare sulla via della spiritualità e meritare la grazia di Dio. La vera felicità si può sperimentare solamente tramite la grazia di Dio, ma l’uomo è incapace di ottenerla perché non controlla i pensieri, le parole e le azioni. Non vedete il male: vedete il bene.

Non ascoltate il male: ascoltate il bene.

Non parlate del male: parlate di ciò che è buono. Non pensate male: pensate bene. Questa è la via che porta a Dio.

Acquisite una visione sacra

Oggi, l’uomo nota soltanto i difetti degli altri. Che tipo di persone siete se osservate sempre i difetti altrui? Le persone dovrebbero invece vedere e correggere i propri difetti e avere pensieri buoni; soltanto così farebbero azioni positive e diverrebbero persone buone.

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L’uomo deve quindi acquisire la visione sacra. Ecco una storia che illustra l’argomento.

Un giorno, Krishna chiamò Duryodhana e Dharmaraja e chiese loro di fare uno studio sulle persone del regno. Egli chiese a Duryodhana di scoprire quante persone buone esistessero nel Paese e a Dharmaraja quante fossero quelle cattive. Duryodhana andò in giro e riferì di non aver trovato alcuna persona buona; disse che, se c’era una persona buona, quella era lui stesso. Dharmaraja disse a Krishna di non aver trovato alcun essere umano cattivo nel loro regno dharmico; soltanto in se stesso aveva trovato della cattiveria. Dharmaraja aveva la visione sacra, ragion per cui tutti gli apparivano buoni, mentre Duryodhana aveva sentimenti malvagi e tutti gli apparivano cattivi. Tutto dipende dal modo di vedere dell’osservatore: se si guarda il mondo con una mente buona, tutto appare buono. L’universo intero è creazione di Dio, è manifestazione del Divino. “Natura” è un altro nome della creazione, per cui la Natura ha origine divina. I cinque elementi di base che costituiscono la Natura sono presenti anche in tutti gli esseri viventi. Quindi, la stessa Divinità è immanente in tutti. Se si comprende questa verità, non ci sarà spazio per ira, odio e invidia. Le forme nell’universo sono miriadi, ma sono fondamentalmente una perché l’Atma è presente in tutte; l’essere umano deve quindi comprendere l’unità che è alla base dell’apparente diversità. La comunione con il Divino è vero yoga

Riconoscete il significato supremo dell’Amore e sviluppate amore per Dio. L’amore per Dio è vera devozione e la comunione con il Divino è vero yoga. Le altre pratiche yogiche sono soltanto esercizi fisici. L’amore che emana dal cuore e trascende la mente è vero amore. L’uomo deve volgere la visione all’interno, esercitare il controllo sulla mente e limitare i desideri; con il controllo della Maggio 2021 5


mente e dei sensi e con un limite ai desideri si può raggiungere la vera felicità. Bisogna comprendere che la vita è una società a responsabilità limitata. Al fine di rimanere sani e al sicuro, si devono osservare dei limiti e controllare i sensi. Parlare poco è una virtù encomiabile

L’organo che, più degli altri, necessita di controllo è la lingua. Essa compie due funzioni: gusta e parla. Gli occhi, le orecchie, il naso e la pelle compiono una sola funzione, mentre la lingua ne svolge due. Gli antichi saggi indiani praticavano il silenzio per una varietà di ragioni; osservando il silenzio, si risparmia energia, si migliora la memoria e si ottiene il potere divino. Limitare le parole e astenersi dal pettegolare e dal denigrare sono virtù encomiabili. Più parlate più errori potete commettere. Non ferite mai alcuno con parole aspre, e praticate “Aiuta Sempre, Non Fare Mai del Male”. L’essere umano dovrebbe imparare a fare un uso corretto della lingua. “Non vedete il male, vedete il bene” è il comandamento per gli occhi. Keechaka (un personaggio del Mahabharata) perse la moglie quando guardò con concupiscenza Draupadi. Nessuno darà mai il nome di Keechaka al figlio, perché egli si fece una cattiva reputazione guardando con malizia. Allo stesso modo, non si dovrebbero ascoltare cose malvagie. Kaikeyi è l’esempio di una donna di buone intenzioni che si lasciò avvelenare la mente dai consigli malvagi della sua ancella Manthara; questi portarono alla morte di suo marito, il re Dasaratha, e al risentimento del figlio Bharata. Kaikeyi e Manthara ottennero, per questo, una cattiva reputazione. Eliminate l’ignoranza per vedere la vostra Divinità Nel Mahabharata, la storia di Duryodhana illustra il modo in cui i pensieri malvagi influenzano una persona e la portano alla rovina. 6 Maggio 2021

Nel mondo, il piacere e il dolore, il profitto e la perdita sono indissolubilmente legati. Bisogna mantenere l’equanimità nei due casi e tenere presente che le difficoltà sono delle opportunità di trasformazione; in questo modo, si può avanzare sulla via della spiritualità e meritare la grazia di Dio. La vera felicità si può sperimentare solamente tramite la grazia di Dio, ma l’uomo è incapace di ottenerla perché non controlla i pensieri, le parole e le azioni. Egli concepì sempre dei progetti malvagi contro i Pandava. Quale fu il risultato finale dei suoi disegni nefandi? Fu che distrusse se stesso e tutta la sua stirpe. Il re demone Ravana andò incontro allo stesso destino perché, a dispetto del suo sapere, non abbandonò mai le azioni e i pensieri malvagi. Qual è l’utilità di tutta la vostra conoscenza se non la mettete in pratica? Nell’epica indiana ci sono numerosi esempi che illustrano come l’essere umano dovrebbe seguire la via della rettitudine e della verità, raggiungendo così la meta della vita. Qual è questa meta? La meta è l’autorealizzazione che si ottiene attraverso tre fasi: la fiducia in sé, la soddisfazione di sé e il sacrificio di sé. Qual è la causa dell’inquietudine delle persone? È l’assenza di fiducia in sé; la fiducia in sé è il fondamento dell’edificio della vita umana, la soddisfazione di sé ne costituisce i muri, il sacrificio di sé è il tetto e l’autorealizzazione è la vita stessa. L’uomo dovrebbe chiedersi: “Chi sono io?” Se dite: “Questo è il mio corpo, questa è la mia mente, questi sono i miei sensi, ecc.”, allora voi chi siete? Voi siete i padroni del corpo, della mente, dei sensi e dell’intelletto. L’uomo dovrebbe sapere di essere la Coscienza

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Cosmica Onnipervadente; questa è la sua realtà. Egli dovrebbe usare l’intelligenza intuitiva (Buddhi) per sperimentare la sua identità con il Divino, o Brahman. Che cosa significa “Brahman è la Coscienza Suprema” (Prajnanam Brahma)? Significa “Consapevolezza Piena e Costante”. La piena consapevolezza è la natura di Brahma. L’ignoranza, dunque, non è la natura dell’uomo, essendo egli un aspetto di Brahma. Brahma è coperto dall’ignoranza come il fuoco è coperto dalla cenere; se si soffia via la cenere dell’ignoranza, il fuoco di Brahma si rivela. Il fuoco della Divinità splende sempre

negli esseri umani, ma essi lo coprono con la cenere del desiderio e dell’ignoranza.

Ecco un’altra spiegazione: supponiamo che molti uccelli posati su un albero sporchino il terreno con le loro deiezioni. Come potete scacciarli? Se cantate i bhajan e battete le mani, essi voleranno via. Anche la nostra vita è come un albero su cui molti uccelli, sotto forma di desideri, si sono raggruppati e inquinano il nostro cuore. Per liberarvi dei desideri, cantate Rama, Krishna e Govinda.

- Discorso di Bhagavan tenuto nel Sai Sruthi a Kodaikanal il 12 aprile 1996

Da alcuni anni, vi offro consigli e indicazioni sul servizio, ma non sono soddisfatto di come li mettete in pratica. Il vostro scopo dovrebbe essere di compiacerMi, di soddisfarMi, di seguire le Mie indicazioni. Come Mia missione, sono venuto con alcuni compiti. Anch'io ho dei voti da adempiere! Essi sono stati menzionati anche nella Bhagavad Gita. Io devo stabilire la supremazia del Dharma; devo caricarMi dello Yoga Kshema (fardello del benessere) di coloro che sono immersi nei pensieri di Me solo. Quindi, il modo migliore per compiacerMi è vederMi in tutti gli esseri e servirli proprio come vorreste servire Me. Questa è la miglior forma di adorazione che Mi raggiungerà.

– Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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Bhagavatha Vahini

Capitolo 4 IL RITO SACRIFICALE

L

A CERIMONIA DI ASSEGNAZIONE del Nome (Namakaranam) al Principe diede grande gioia ai sudditi dello Stato, ai residenti del palazzo e ai membri della famiglia reale, ma Yudhishthira, il maggiore dei fratelli Pandava, pensava che si dovesse fare qualcosa di più perché non era completamente soddisfatto della gioiosa cerimonia appena svoltasi. La sera stessa convocò in assemblea tutti gli anziani, i dotti, i Pandit, i vassalli e i capi della comunità. Pregò poi il Signore Krishna di presiedere l’assemblea per conferire così gioia a tutti. Vi parteciparono anche i saggi Vyasa e Kripa. Entrando nella sala, Yudhishthira rimase immobile in silenzio per alcuni secondi prima di prostrarsi ai piedi del Signore Krishna e del Saggio Vyasa. Quindi, rivolgendosi ai governatori, ai dotti e ai capi, disse: “Sono riuscito a sconfiggere i nemici grazie al vostro aiuto, alla vostra collaborazione e al vostro incoraggiamento, oltre che alle benedizioni del Signore, che è qui presente, e dei saggi e santi che Lo hanno collocato nel loro cuore. Per mezzo di questa vittoria abbiamo riconquistato il regno che avevamo perduto. Inoltre, attraverso tali benedizioni, la luce della speranza che la nostra dinastia possa continuare si è riaccesa nei nostri cuori. La dinastia dei Pandava continuerà con il principe a cui oggi il Signore ha dato il nome di Parikshit. Sebbene tutto ciò mi dia immensa gioia, devo dirvi che sono sopraffatto dal dolore se osservo la scena da un’altra prospettiva. Uccidendo parenti e amici ho commesso innumerevoli peccati e sento di dover espiare

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questa colpa, altrimenti non potrà esserci felicità per me, per la mia dinastia e per il mio popolo. Pertanto, desidero cogliere questa opportunità per chiedervi consiglio su tale questione. Molti di voi hanno conosciuto la Realtà e conseguito la conoscenza dell’Assoluto (Brahma Jnana); anche il grande Saggio Vyasa è qui presente. Gradirei quindi che mi suggeriste un rito di espiazione, attraverso il quale io possa liberarmi dell’enorme quantità di peccati che ho accumulato come risultato di questa guerra.”

Dopo che Yudhishthira ebbe terminato di esporre il suo problema con grande umiltà e contrizione, il Signore Krishna disse: “Yudhishthira, tu sei noto come Dharmaraja (re del Dharma) e quindi dovresti conoscere il Dharma (rettitudine). Tu conosci la complessità del Dharma, della moralità, della giustizia e della retta condotta, perciò sono sorpreso che ti senta afflitto dal dolore per questa guerra e questa vittoria. Non sai che uno Kshatriya (guerriero) non commette peccato se uccide un nemico armato, sceso sul campo di battaglia per uccidere? Qualunque ferita, dolore o perdita inflitta a nemici armati durante la lotta sul campo di battaglia è esente da peccato. È Dharma di uno Kshatriya impugnare la spada e combattere sino alla fine, incurante della propria sorte, con l’unico intento di salvare il suo Paese. Hai semplicemente osservato il tuo Dharma. Come può un’azione (Karma) in linea col Dharma essere peccaminosa? Non è corretto dubitare di ciò e lasciare spazio alla disperazione. Il peccato non può toccarti, circondarti o preoccuparti. Perché, invece di esultare per la cerimonia dell’imposizione

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del nome al piccolo principe, fantastichi su calamità immaginarie e cerchi di rimediare a peccati che non hai commesso? Sta’ tranquillo e sii felice.”

A quel punto, anche il Saggio Vyasa si alzò dal suo seggio e si rivolse al re dicendogli: “In guerra le azioni peccaminose e riprovevoli sono inevitabili; esse non dovrebbero essere motivo di afflizione. L’obiettivo primario della battaglia dovrebbe essere la protezione del Dharma dai suoi nemici. Se questo è l’intento con cui si combatte, i combattenti sono esenti da peccato. Una ferita infetta deve essere incisa col coltello, il cui uso in chirurgia non è peccaminoso. Un medico che, conoscendo la chirurgia, non la utilizza per salvare il malato, incorre nel peccato. Similmente, se un guerriero (Kshatriya) sa che il nemico è ingiusto, crudele, violento e vizioso e rimane impassibile perché è riluttante a usare la spada, incorre nel peccato. Dharmaraja, tu parli sotto effetto dell’illusione. Posso comprendere se altri meno saggi di te siano afflitti da questi dubbi, ma mi chiedo come tu possa essere tormentato da questa paura del peccato.

Ciononostante, se neppure le nostre parole ti convincono, ci sarebbe un altro rimedio per eliminare del tutto la paura. In passato, alcuni re vi ricorsero al termine di una guerra per cancellare gli effetti del peccato. È il rito dell’Aswamedha, il Sacrificio del Cavallo. Se lo desideri, puoi tranquillamente celebrare questo rito come cerimonia espiatoria. Ma, credimi, tu sei comunque innocente. Ti ho dato questo suggerimento soltanto perché vedo che la tua fede vacilla.” Detto ciò, Vyasa tornò al suo seggio. Tutti gli anziani, i dotti e i governanti si alzarono come un sol uomo e accolsero il prezioso suggerimento di Vyasa con un applauso e dimostrarono il loro apprezzamento gridando: “Jai! Jai!” (Evviva! Evviva!). Si sentivano esclamazioni come: “Oh! È proprio

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di buon auspicio”, “È davvero significativo!” Lo sforzo da parte di Dharmaraja di liberarsi dalle conseguenze peccaminose della guerra era stato molto apprezzato. Tuttavia, Dharmaraja era ancora afflitto e timoroso, e i suoi occhi erano bagnati di lacrime.

Si rivolse allora all’assemblea invocandone la compassione: “Per quanto voi affermiate la mia innocenza, io non ne sono convinto. Per qualche ragione la mia mente non accetta il vostro ragionamento. I governanti che si sono purificati per mezzo del Sacrificio del Cavallo avevano preso parte a guerre ordinarie. I miei peccati sono tre volte peggiori dei loro, poiché: 1. ho ucciso parenti e amici;

2. ho ucciso anziani venerabili come Bhisma e Drona; 3. ho ucciso molti uomini di stirpe reale.

Ahimé, che destino! Che azioni mostruose sono state le mie!

Nessun altro regnante può aver commesso così tante iniquità. Dovrei celebrare non uno, ma tre Aswamedha Yajna per espiare tutti i miei peccati. Solo allora avrò pace e la mia dinastia sarà felice e protetta. Solo allora sarà opportuno e meritevole amministrare il mio regno. Prego Vyasa e gli altri anziani e i saggi di accettare queste condizioni.”

Mentre parlava, le lacrime rigavano le guance di Yudhishthira, le sue labbra tremavano per il dispiacere e il suo corpo era piegato dal rimorso. Nel vedere questo, il cuore di tutti i saggi fu mosso a pietà. I sudditi provarono compassione e persino Vyasa e Vaasudeva si commossero. Molti Pandit versarono lacrime senza neppure accorgersene: l’assemblea era attonita. Tutti compresero all’istante quanto fosse tenero il cuore di Dharmaraja. Anche i suoi fratelli, Bhima, Arjuna, Nakula e Sahadeva, stavano in piedi a mani giunte in umile reverenza, aspettando che il Signore, che presiedeva l’assemblea, pronunciasse parole di conforto. Maggio 2021 9


Poi venne approvato all’unanimità il triplice Aswamedha Yajna per dare sollievo all’angoscia di Dharmaraja. Uno dei saggi espresse il parere dell’intera assemblea dicendo: “Non ostacoleremo il tuo desiderio; lo accettiamo incondizionatamente. Celebreremo gli Yajna attenendoci rigorosamente alle indicazioni delle Sacre Scritture (Sastra) sino ai riti finali, poiché desideriamo la tua pace mentale più di ogni altra cosa. Siamo pronti a fare di tutto per darti soddisfazione.” Tale dichiarazione fu acclamata da tutta l’assemblea. In risposta a quanto udito, Dharmaraja esclamò: “Sono davvero fortunato! Sono davvero fortunato!” e ringraziò calorosamente per la collaborazione promessagli. Si diresse poi verso Krishna e Vyasa e si prostrò ai loro piedi. Stringendo i piedi di Krishna, lo implorò con queste parole: “O Madhusudana! Hai ascoltato la mia preghiera? Hai assistito al mio dolore? Ti prego di concedermi l’onore della Tua divina presenza al prossimo Yajna in modo da assicurarmene i frutti, liberandomi dal peso del peccato.”

Krishna sorrise, lo fece rialzare e gli disse: “Dharmaraja! Sicuramente ascolterò la tua preghiera, ma ti sei caricato sulle spalle il peso di una catena montuosa. Questo Yajna non è cosa da poco e inoltre il celebrante è il famoso re Dharmaraja! Ciò implica che sia celebrato in modo adeguato al tuo rango e io so che tu non possiedi i mezzi per un’iniziativa così costosa. I re ricavano denaro solo dai loro sudditi e spremerli per finanziare uno Yajna non è certo desiderabile. Per simili riti sacri bisogna utilizzare solo denaro guadagnato in modo onesto, altrimenti ne deriverà un danno invece che un beneficio. Neppure i tuoi vassalli possono venirti in aiuto, poiché anch’essi sono stati tremendamente impoveriti dalla recente guerra. È evidente che essi non hanno risorse. Consapevole di tutto questo, come hai potuto pensare di celebrare tre Yajna di seguito? Mi

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chiedo dove tu possa trovare tanta audacia, nonostante le condizioni avverse. Per giunta, lo hai già annunciato pubblicamente in questa vasta e illustre assemblea. Avresti dovuto parlarmene prima; almeno avremmo potuto escogitare qualche soluzione. Comunque, non è troppo tardi. Prenderemo una decisione dopo un’ulteriore discussione. Non importa se ciò causerà qualche ritardo.”

Dharmaraja ascoltò le parole del Signore e poi rise di cuore. “Signore, Tu stai recitando una commedia con me, lo so. Non ho mai preso una sola decisione senza prima discuterne, né mi sono mai preoccupato del denaro o dei mezzi di sostentamento. Dal momento che abbiamo Te come nostro guardiano e la Tua inesauribile Grazia, perché mai dovrei preoccuparmi di qualcosa? Avendo nel mio giardino il Kalpataru (l’albero dei desideri) perché dovrei preoccuparmi di andare a cercare radici e tuberi? Il Signore onnipotente, che in tutti questi terribili anni ci ha protetto come le palpebre proteggono gli occhi, non ci abbandonerà in un simile frangente.

Per Te che puoi spazzare via un’enorme montagna come se fosse polvere, questo sassolino non rappresenta certo un problema. Tu sei il mio Tesoro e il mio Tesoriere. Sei il mio stesso respiro. Qualunque cosa Tu possa dire, io non esiterò. Tutta la mia forza e la mia ricchezza, sei Tu, Tu soltanto. Pongo ai Tuoi Piedi tutti i miei fardelli, incluso quello di governare lo Stato e il nuovo onere dei tre Yajna. Puoi fare ciò che vuoi: puoi sostenere le mie parole o ignorarle e annullare gli Yajna. Non me ne importa: io sarò felice in ogni caso, qualsiasi cosa Tu faccia. È la Tua Volontà, non la mia.” Ovviamente non serve rivolgere una preghiera speciale al Signore che risiede nel cuore. Egli si intenerì, aiutò Dharmaraja a rialzarsi e disse. “No, ho scherzato per mettere

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alla prova la tua fede e la tua devozione. Volevo dimostrare ai tuoi sudditi quanto è forte la tua fede in Me. Non devi preoccuparti di nulla; il tuo desiderio sarà esaudito. Se seguirai le Mie istruzioni potrai procurarti facilmente il denaro necessario a celebrare gli Yajna senza assillare i vassalli e spremere i sudditi.”

Dharmaraja gioì a queste parole e disse: “Signore, onoreremo i Tuoi comandi.” Allora Krishna rispose: “Ascolta: in tempi passati, un re di nome Maruth celebrò uno Yajna che nessuno finora è stato in grado di eguagliare. La sala in cui si celebrò lo Yajna e ogni oggetto utilizzato erano d’oro. Ai sacerdoti officianti furono donati lingotti d’oro e furono offerte immagini di mucche d’oro invece di mucche vere, nonché piatti d’oro al posto dei terreni! I Brahmini (sacerdoti officianti), non potendo portare a casa tutti quei doni, presero solo ciò che riuscirono a sollevare e trasportare,

gettando via il resto. Quei pezzi d’oro sono ora disponibili in grande quantità per i tuoi Yajna: puoi quindi andare a prenderli.”

Dharmaraja aveva dei dubbi a riguardo e disse: “Signore, tali oggetti sono di proprietà di coloro ai quali furono donati; come posso usarli senza il loro permesso?” Krishna rispose: “Li hanno gettati via pienamente consapevoli di ciò che stavano facendo e di ciò che stavano buttando. Oggi non sono più vivi e i loro discendenti non sanno nulla dell’esistenza di questo tesoro. Ora il tesoro è sottoterra. Ricorda che tutti i tesori sepolti che non hanno un padrone appartengono a colui che regna sulla terra in cui si trovano. Se il re vuole prenderne possesso, nessuno ha il diritto di obiettare. Affrettati a recuperare quel tesoro e inizia i preparativi per gli Yajna.” Così ordinò il Signore Krishna.

Comprendete la Mia Realtà Le persone possono essere molto vicine (fisicamente) all’Avatar (Incarnazione Divina), ma vivono la vita inconsapevoli della loro fortuna. Esse esagerano il ruolo dei miracoli, che sono banali se paragonati alla Mia gloria e maestà, come irrilevante è una zanzara per grandezza e forza rispetto all’elefante su cui si posa. Pertanto, quando parlate di questi “miracoli”, dentro di Me rido per pietà, dato che permettete così facilmente a voi stessi di perdere la preziosa consapevolezza della Mia Realtà. Il Mio potere è incommensurabile. La Mia Verità è inspiegabile, insondabile. Sto annunciando questo di Me perché ne è sorta la necessità, ma quello che sto facendo ora è solo il dono di un “biglietto da visita”! Lasciate che vi dica che le solenni dichiarazioni della Verità da parte degli Avatar furono fatte in modo così chiaro e inconfondibile solo da Krishna. Nonostante ciò che dichiarava, noterete nella vita dello Stesso Krishna che, in alcune occasioni, Egli fu sconfitto nei Suoi sforzi e tentativi. Dovete però anche notare che quelle sconfitte facevano parte della recita che aveva pianificato e che Egli Stesso aveva diretto. – Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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Suggestivi Momenti con il Divino Maestro Rani Subramanian

E

BBI LA MIA PRIMA CHIAMATA divina nel 1950. A quel tempo, ero a Nagpur (l’allora capitale del Madhya Pradesh, nell’India centrale) ed ebbi l’opportunità di sentire parlare di Swami. Fu Kamala Sarathi, una signora devota, per me come una sorella, che per prima mi parlò di Swami. Quando ella era a Delhi, sentì parlare di Swami da una persona che le insegnava musica. Questa persona era un cantante classico che si esibiva a Prasanthi, e le disse che doveva andare a vedere Baba. Così, Kamala Sarathi andò da Swami per la prima volta, e tornò molto colpita dalla Sua Presenza. Tutto di Puttaparthi la commosse moltissimo e mi scrisse queste parole: “La prossima volta che andrò, devi venire perché ti manca davvero qualcosa! È un’anima molto grande! Si ritiene sia Bhagavan (Dio).” A quel tempo, non avevamo la convinzione che fosse Dio. Oh! Che Indimenticabile Odissea Sebbene le avessi detto che l’avrei accompagnata nella sua seconda visita, non potei farlo a causa di obblighi domestici. Poi riuscii ad andare con lei nel 1950. In quel viaggio portai con me i miei due figli, un maschio e una femmina. Il treno si fermò nella piccola stazione di Penukonda per appena due minuti, e dovetti letteralmente gettare i bagagli in fretta fuori dal treno. Poi, per andare alla fermata della corriera, trovammo un carro trainato da cavalli, non un carro trainato da buoi. Quel giorno ci fu un guasto alla corriera: doveva partire per Bukkapatnam (a quei tempi il villaggio più vicino a Puttaparthi), ma era in riparazione. L’autista disse: “Amma, stiamo cercando

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di ripararlo e, finché non lo sarà, non possiamo muoverci; non sappiamo a che ora possiamo partire.” Perciò, aspettammo per ore e finalmente salimmo sulla corriera. Eravamo circa 10 o 12, oltre a Kamala Sarathi, i suoi due maestri di musica e c’erano anche i figli di mia sorella. Quando arrivammo a Bukkapatanam, erano quasi le 23. Poi, da lì dovemmo prendere un carro trainato da buoi per arrivare a Puttaparthi, perché a quei tempi quello era l’unico mezzo di trasporto disponibile. In realtà, però, dovemmo camminare, perché i carri trainati dai buoi trasportavano principalmente bagagli e bambini molto piccoli. I conduttori dissero: “Per quanto possibile, chiediamo cortesemente a tutti gli adulti di andare a piedi e noi trasporteremo i bambini, perché non possono camminare per due ore!” Non c’erano nemmeno altri carri trainati da buoi, perché era troppo tardi! Era buio pesto e non c’era strada, ma delle mulattiere, piene di dossi e pietre, che permettevano solo il passaggio di un carro.

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Per me, fu un’esperienza singolare dato che, in precedenza, non ero mai stata in un posto del genere! In ogni caso stavamo bene e arrivammo all’una di notte. Accolti dal Signore In quell’oscurità, improvvisamente vedemmo qualcuno: era Baba! Come sapeva che eravamo arrivati? Venne avanti con una grande e lunga torcia che fece lampeggiare nella nostra direzione. C’era una grande porta inferriata, non una porta di legno, che Egli aprì, e fece lampeggiare la luce per vedere chi fosse arrivato. Si avvicinò poi a mia sorella maggiore, Kamala Sarathi, e le domandò: “Avete mangiato qualcosa? Posso offrirvi qualcosa, ma sarà solo un po’ di riso appiattito (riso che viene sbollentato prima di appiattirlo in modo che possa essere consumato con pochissima o nessuna cottura - ndt) e Channa (ceci). Non posso darvi di più. Se volote dell’acqua, posso darvene un po’. Che cosa volete?” Mia sorella rispose: “Swami, non Ti preoccupare, abbiamo tutto; siamo a posto così.” Egli rispose: “Se state bene così, allora adesso dormite e ci vediamo domani mattina”, e se ne andò. La mattina dopo entrammo e ci sistemammo. C’era un grande capannone, destinato ai devoti. Alla fine del capannone c’era il sacrario di Swami dove veniva tenuta la Sua sedia. C’era l’abitudine di mettere una tenda nel mezzo, come un tramezzo, e lo stesso posto serviva anche come altare di Swami. Era lì che Egli arrivava e si sedeva per i Bhajan. Al termine, veniva tirato il sipario. Eravamo tutti nello stesso capannone, e la stanza di Swami era un piccolo luogo recintato nel cortile, dove c’era un pozzo. Poi, Swami venne dove eravamo noi. In quei giorni, entrava e usciva da quel capannone numerose volte. Arrivava in qualsiasi momento: alle 9, alle 10, alle 12, alle 14 o in qualsiasi altro orario e andava in giro a parlare in modo molto informale con tutti. Non era richiesta alcuna disciplina. Si poteva farGli qualunque domanda in qualsiasi

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momento. Era sempre disponibile! Così, Egli arrivò la mattina verso le 8-8,30 e chiese: “Siete tutti ben sistemati?” Disse anche che c’era una sala d’attesa e che avremmo potuto mettere il nostro letto e i bagagli in una piccola zona lì vicino. C’erano a malapena 20-30 devoti; quindi non c’era affatto folla. A quel tempo, Prasanthi Nilayam non era ancora stata costruita. L’Imperscrutabile Abitante Interiore La mattina, quando Swami arrivò, parlò con entrambe le mie sorelle. Poi mi guardò, si voltò e se ne andò senza chiedermi nulla. Il giorno successivo venne e fece la stessa cosa: parlò con loro, mi guardò, ma non mi disse niente. Poi, credo che fosse il terzo giorno, mia sorella maggiore era dispiaciuta per me e mi disse: “Lo vediamo, parla con noi due, ma non con te; ci sentiamo tristi per questo. Oggi chiederò a Swami perché si sta comportando così!” Perciò, quando Egli arrivò, chiese: “Swami, perché ignori l’altra mia sorella? Non hai nemmeno chiesto chi sia! Perché stai facendo questo?” Egli rispose: “Ho delle ragioni. Conosco i suoi sentimenti e pensieri. Non è a suo agio qui, in questo ambiente o con la Mia Forma. Ella pensa: ‘I Suoi capelli, la Sua veste! Non ho mai visto nessuno così!’ Si sente un po’ strana. Quindi, le sto dando tempo. Non la sto ignorando, ma le do tempo di trovare l’equilibrio e di sentirsi a casa. Tutto è così strano per lei; non riesce a capire ed è molto confusa. Quindi, in questa fase, non posso dirle niente.” Sentii che mi stava concedendo la Sua Kripa (grazia) per aiutarmi a rasserenarmi! Egli può darti quelle buone vibrazioni per calmare la mente, poiché è ovunque. Dentro e fuori, c’è solo Lui! A quel punto, Swami cambiò atteggiamento, e pochi giorni dopo mi chiamò a colloquio. Così, mi chiese da dove venissi e altri dettagli, e alla fine domandò: “Qual è il tuo programma?” Risposi: “Swami, ho il permesso di restare qui solo dieci giorni. I miei suoceri mi hanno

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dato il permesso solo per dieci giorni. Poi, devo tornare perché non sanno nulla di dove sono andata o chi sto incontrando! Saranno molto preoccupati per me; quindi, non posso prolungare il mio soggiorno.” Swami disse: “Rimani qui per almeno un mese o anche più! Ti dirò quando andare.” Risposi: “Ma Swami, dovrò informarli. Non sanno niente! Come li informerò?” Disse: “Provvederò all’invio di un telegramma; dammi l’indirizzo e non preoccuparti di nulla. Lo spedirò per te.” Allora affermai: “Va bene, Swami.” Quello che sto cercando di trasmettere ora è che, a quel tempo, non capivo tutto questo perché non ero aperta a una vita spirituale! La vita spirituale è diversa dalla vita mondana. Allo stesso modo, anche il comportamento spirituale è agli antipodi del comportamento mondano. Egli mi stava preparando a quello stato di accettazione. Ricevetti subito il messaggio: “Se vuoi seguirMi, devi attenerti al modo in cui voglio che tu Mi segua. Non puoi dire: ‘Swami, rimarrò solo per 10 giorni!’ Non puoi prendere decisioni!” Rese tutto molto chiaro e, ora, ho avuto diverse esperienze, e sono convinta che, una volta che si comincia a seguirLo, sarà un percorso arduo, perché ci sarà opposizione. Ma se Lo si vuole, si deve essere preparati a tutto questo. Quindi accettai, e allora cominciò a parlare con me e tutto andò a posto. Nessun Progresso senza Dolore A quei tempi, dovevamo andare sulle colline per fare le abluzioni mattutine. Non c’erano bagni, le zanzare pungevano, ma non c’erano ventilatori. Potevano accadere cose di ogni genere; ad esempio, la pioggia poteva bagnare tutte le nostre cose, ma dovevamo mantenere la calma. Se ci si lamenta, non si ottiene merito, solo demerito. L’accettazione è merito! Questo lo comprendemmo molto chiaramente. Quindi, fu un momento molto difficile e Baba ci fece assaggiare tutto questo per mettere alla prova la nostra devozione!

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Se si è devoti, si possono sopportare disagi e qualunque inconveniente senza mugugni! Inoltre, ci rendemmo conto che era un Maestro difficile, ma molto grande, adatto a pochissime persone disposte ad affrontare qualunque cosa Egli dica! Inoltre, ha detto che non dovremmo cercare di capirLo. Per quanto mi riguarda, trovo che la comprensione arrivi quando si è umili. Il nostro intelletto non serve a niente! Come possiamo capire Bhagavan? Per comprendere il Divino, la grazia deve venire da Lui! E quella grazia arriva quando “eseguiamo”, cioè conduciamo la nostra vita secondo la Sua guida. La Spiritualità è un Viaggio interiore In quei giorni, Egli entrava e usciva dalle nostre stanze e si sedeva, mangiava e giocava con noi; era una relazione molto stretta. Così, un giorno disse: “Voi leggete tanti libri!” Noi chiedemmo: “Allora, Swami, che cosa dovremmo leggere? Vogliamo anche istruirci perché non sappiamo molto sulla vita spirituale. Abbiamo pensato che tutto questo leggere sarebbe stato d’aiuto.” Allora Egli disse: “Leggete le vite dei santi: riceverete il messaggio. Tutto quello che leggete non serve! Vi procurerà solo pesantezza alla testa. Conoscerete tutte le cose intellettuali, piene di conoscenza advaitica (non dualistica). Non c’è bisogno di tutto questo: basta leggere le vite dei santi. Essi l’hanno ottenuta (la non dualità, hanno intrapreso la via spirituale e l’hanno realizzata. L’intero pellegrinaggio è dentro; non potete cercarlo fuori, non è affatto disponibile fuori. Lasciate perdere il fuori! È un viaggio interiore.” Poi, dandoci ulteriori indicazioni, continuò: “Quando avete dei dubbi, sedetevi in silenzio e pregate così: ‘Swami, non capisco; per favore, rivelami il significato di questo e dimmi che cosa devo fare ora.’ ChiedeteMi aiuto, ma sedetevi e contattateMI attraverso la preghiera.” A me ha detto: “Rani Maa, se mai hai qualche problema, devi pregare, ma pregare sinceramente; pregare con fervore e

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non superficialmente. Siediti ed entra in uno stato di calma, entra nel profondo di te stessa e prega. Ti mostrerò la Mia onnipresenza.” Una volta entrò nella nostra stanza a Prasanthi Nilayam. In quei giorni, veniva a parlarci nella nostra camera! Non dovevamo entrare in nessuna stanza dei colloqui, e anche noi potevamo andare nella Sua ogni volta che volevamo. Aveva dato il permesso ad alcuni devoti di salire al piano superiore nella Sua stanza, e noi eravamo tra loro. Anche se avevo questo privilegio, non volevo approfittare indebitamente di questa preziosa opportunità e correre nella Sua stanza ogni volta che avevo un dubbio, perché Egli veniva anche nella nostra e così avremmo potuto farGli domande. Ho un’altra sorella che è una Brahmacharini (nubile dedita alla vita ascetica), che non si era sposata perché cercava Dio; era la nostra quarta sorella. Io e lei eravamo nella nostra stanza, e Swami vi entrò, ci guardò e disse: “Non siete ancora convinte che io sia Dio, giusto? Avete dei dubbi sulla Mia Divinità, non è vero?” Ci fece una domanda diretta. Restammo zitte e Lo guardammo soltanto, il che significava “Sì!” Non potevamo dirGlielo apertamente. Egli sa tutto: perché avremmo dovuto? Poi disse: “È naturale! Non c’è niente di innaturale. Come potete credere a qualcuno che arriva e dice: ‘Io sono Dio!?’ Non c’è nulla di sbagliato; è del tutto naturale!” Dovete Verificare la Mia Onnipresenza Pensammo che potesse non piacerGli, ma Egli disse che era del tutto naturale! Quindi, eravamo felici di noi stesse per essere state, in un certo senso, perdonate per i nostri dubbi. Poi aggiunse: “Ma c’è una cosa che dovete fare per rimuovere i dubbi. Non potete sempre vivere con il dubbio; quindi verificate! Se Io sono Dio, devo mostrare onnipresenza; nessun altro può essere onnipresente: solo Dio può esserlo!” I comuni guru non possono guidarci come fa Baba con noi. Egli aveva detto: “Dovete verificare la Mia onnipresenza”,

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aggiungendo: “Dovete farlo! Non c’è altro modo! Solo allora i vostri dubbi svaniranno.” Come potevamo appurare la Sua onnipresenza a Puttaparthi? Egli era già lì! Aveva poi detto: “Quando tornate alle vostre rispettive dimore, verificate lì se sono onnipresente! Dovete farlo per il vostro bene.” Questo, di per sé, dimostra che grande Guru sia! Non aveva detto: “Ho affermato che sono Dio; perché dovreste avere dei dubbi? Perché non ci credete?” Invece, le parole erano state: “È naturale! Tutti abbiamo dei dubbi; ma questi, nella vita, possono essere rimossi dai vostri stessi sforzi.” Una volta mi disse: “Rani Maa, se hai la Mia grazia, è perché hai vissuto quella vita!” Essa non può essere ancora perfetta. Vedete, quando si arriva su questo sentiero con Baba, non significa che si diventerà perfetti dall’oggi al domani! Abbiamo molti difetti, molte imperfezioni, che dobbiamo trascendere in qualità di esseri umani. La vita spirituale, infatti, è completamente diversa da quella a cui eravamo abituati; tutta la nostra esistenza deve essere riorientata, riorganizzata: è un grande compito. I nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni, tutto deve essere spiritualizzato. Non è facile, perché ci siamo formati delle abitudini nel corso di molte nascite. Pensare in un modo, parlare in un altro: ciò non in una sola nascita! Viviamo come esseri umani da molte vite e ora improvvisamente dobbiamo vivere una vita divina! Che Cosa Significa Condurre una Vita Spirituale Che cos’è la vita spirituale? È una vita divina in cui ci si connette sempre con la Sorgente! Ciò significa pensare, parlare e agire a livello di Divinità. Questo è ciò che Baba ci disse: “Dovete verificare la Mia Onnipresenza”, aggiungendo: “Vi siete guadagnati la Mia grazia solo perché avete lavorato con il vostro Sé; non però che l’abbiate raggiunto. Iniziate istruendovi, ma dovete superare un esame

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molto impegnativo: il Dottorato di Ricerca, l’ultimo.” Questo, per me, potrebbe richiedere molte nascite, ma non posso arrendermi. Anche se sono arrivata almeno fino al 10° livello, sono passata dal 1° al 10°! Ecco perché Baba disse: “Occupatevi di un solo passo per volta! Perché volete sapere ‘dove andrò?’ o ‘quanto lontano arriverò in questa nascita?’ È tutto sbagliato!” Ci disse personalmente: “Non guardate avanti! Occupatevi di un solo passo per volta in avanti!” Possiamo essere collerici o avidi, oppure non molto cordiali, o molto egoisti; qualunque difetto possiamo avere - ognuno ne ha uno diverso, potrebbe essere qualsiasi cosa Baba vuole che siamo altruisti. Egli ha detto: “Questa dovrebbe essere la vostra priorità: dovreste sempre mettere l’altra persona al primo posto. Dovete dimenticare voi stessi: questa è la realizzazione finale!” Qual è il punto massimo nella realizzazione del Sé? Dimenticare se stessi! Noi vogliamo sempre questo e quello solo per noi stessi, per questo corpo! Ciò è proibito nel sentiero spirituale; dovete dimenticare voi stessi. Prima di tutto vedete Dio in voi stessi; dovete essere convinti che Egli risieda in voi. Non potete vedere Dio in tutti finché non Lo vedete prima nel vostro Guru e, in secondo luogo, nel vostro Sé, come Abitante Interiore! “Verificare” il Signore Quindi, Swami disse: “Andate e verificate.” E io ho verificato. Mio marito era un medico e quindi, quando in famiglia c’era una malattia, potevo chiamare i medici ogni volta che volevo. Un giorno, mentre mio marito era in viaggio (dovette andare in giro per tutto il Madhya Pradesh), mio figlio si ammalò gravemente ed ebbe la febbre a 39-40 gradi per cinque giorni! Un medico venne a visitarlo, e dapprima pensò si trattasse di malaria, poi disse che era influenza; non riusciva a trovare la causa precisa. Quindi, continuò a curarlo, ma mio figlio non rispondeva a nessuna medicina! Poi, il 4° giorno, venne a dirmi: “L’ho curato per malaria, 16 Maggio 2021

poi per influenza, e infine per dengue (malattia trasmessa da puntura di zanzara – ndt), e gli ho somministrato dei farmaci, ma, poiché non risponde ai trattamenti, tutto ciò non funziona. Quindi, sospetto che potrebbe trattarsi di tifo. Per ottenere una diagnosi corretta, dobbiamo fare un esame del sangue. Domani sera verrò a prelevarglielo e, se il test lo confermerà, inizierò la cura.” Mio figlio aveva forse 5 o 6 anni e la febbre non scendeva affatto! Cominciò a delirare, era in stato confusionale, non riusciva a riconoscere le persone, non capiva che cosa avvenisse attorno a sé e diceva un mucchio di cose senza senso! Non riconosceva neppure me, sua madre; mi fissava solo, scappava dal letto e farfugliava! Non riuscivo a capire perché facesse così, non lo sapevo; pensavo che avesse una specie di febbre cerebrale o qualcosa di simile! Cercavo di metterlo a letto, ma lui voleva scappare! Ero preoccupata e mi chiedevo che cosa gli fosse successo. Poi, all’improvviso, mi vennero in mente le parole di Baba: “Ti avevo detto di verificare la Mia onnipresenza! Ora è venuto il momento! Va’ a pregarMI.” Non avevo affatto sentito una Voce o qualcosa del genere: quelle parole mi erano semplicemente venute alla mente. Dissi alla cameriera di gestire la situazione in qualche modo e di prendersi cura del bambino, e io sarei andata a pregare. Quindi, mi recai nella stanza della preghiera. Erano le 9 e parlai con Swami: “Swami, hai detto di verificare la Tua onnipresenza. Oggi ne ho bisogno perché questo bambino si comporta in modo molto strano. Non riesco a capire che cosa stia succedendo. Voglio il Tuo aiuto! Per favore, vieni e fai qualcosa. Se davvero vuoi salvarlo, devi soddisfare tre mie condizioni. Quando tornerò da lui, deve essere profondamente addormentato; non deve scappare né dire ogni sorta di cose! Allora saprò che sei onnipresente. Quando mi alzerò la mattina e gli controllerò la temperatura, dovrà essere normale: esattamente 36,5 gradi. continua a pagina 19...

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LE MIE ESPERIENZE CON BHAGAVAN SRI SATHYA SAI BABA* Dottoressa Goteti Saraswati

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OPO ESSERE TORNATA DAL VIAGGIO a Badrinath con Bhagavan, non mi recai a Puttaparthi per partecipare alle celebrazioni del Suo Compleanno, ma ci andai per Sivarathri del 1962. Non appena decisi di andare, anche molte persone di Amalapuram lo fecero, dicendo: “La signora, non ci andrebbe senza motivo; andiamo a vedere." Dopo il ritorno da Sivarathri, noi devote locali, in quattro o cinque, ci sedemmo assieme e pensammo di tenere un Saptaham. Che cos'è un Saptaham? Come doveva essere fatto? Dovevano esserci canti sacri particolari o solo Bhajan? Nei villaggi, Saptaham significa che cantano i Bhajan utilizzando anche i cimbali. Tutto questo non lo sapevo, ma pensai che forse si dovesse fare così. Quindi, decidemmo di condurre un Saptaham. Pensammo anche di chiamare Swami come se Egli fosse a nostra disposizione! Questo è ciò che pensammo. Come sarebbe arrivato Swami? Quali sarebbero state le cose necessarie? Non pensavamo a niente di tutto questo, ma solo di chiamare Swami. Scrivemmo una lettera e la consegnammo a Sri Bhadram perché Gliela inviasse. Il contenuto era: “Swami, qui stiamo facendo un Saptaham. Per favore, vieni. Facci sapere che cosa dovremmo fare.” Swami inviò immediatamente una risposta: “Se fate un Saptaham ad Amalapuram, solo quelli del luogo lo vedranno. Quindi, conducete invece il Saptaham a Puttaparthi.” Ma come farlo? Sri Bhadram andava su e giù con dei messaggi tra Swami e me riguardo a che cosa si doveva fare, in che modo e così via. Mi disse: “Amma, sembra che Swami farà uno Yajna.” Come fare uno Yajna? Non sapevo niente. Sri Kamavadhani era appena arrivato per unirsi

a noi. Lo incontrammo ed egli prese accordi. Ho tutta la corrispondenza con me. Dato che Swami aveva chiesto che il Saptaham venisse fatto a Puttaparthi, lo avremmo celebrato lì. Quale nome avremmo dovuto dargli? Sai Ram Saptaham? Sathya Sai Saptaham? Quando lo chiedemmo a Swami, Egli rispose: “No, chiamatelo Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna.” Egli scrisse e rispose con questo nome. Chi è questo Veda Purusha? E Jnana? Per me, tutto ciò era arabo. Di che cosa si trattava? E quel nome così lungo da sembrare uno scioglilingua? Che tipo di Saptaham era mai questo? Tuttavia, era ciò che aveva detto Swami. Il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna Da quel momento, avviammo tutti i preparativi per il Saptaham, come, ad esempio,

* Continua dalla pubblicazione di febbraio 2021.

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quali sacerdoti dovevano essere chiamati, e così via. Pensammo che la nostra Konaseema fosse Karma Bhumi (terra del karma), Thyaga Bhumi (terra del sacrificio), Veda Bhumi (terra dei Veda). Questa regione intorno al Godavari si chiama Konaseema. Da qui, scegliemmo i Pandit e scrivemmo a Swami. Egli rispose: “Non limitatevi a Konaseema. Dal momento che questo viene fatto per la prima volta, tutti saranno ansiosi di vederlo. Quindi, avvertiremo tutti.” Furono pertanto chiamati Kuppa Bairaga Sastry del distretto del Krishna e molti altri Pandit Vedici. Ci procurammo tutte le provviste e scrivemmo a Swami: “Ghee per l’offerta nel fuoco sacrificale e stuoie di erba Darbha per far sedere i Pandit; porteremo tutto questo.” Swami scrisse: “Sì, qualunque cosa sia facile da portare, portatela.” Per questo Saptaha Jnana Yajna, dovettero essere fatti molti preparativi. Swami dava istruzioni sul da farsi e come, e chi doveva essere chiamato. Disse: “Bhadram sta facendo le cose come si trattasse di uno spettacolo di strada! Non ha esperienza!” Swami era solito scrivere tante cose. Viaggio a Puttaparthi Dovemmo prendere tutto il materiale e attraversare il fiume Godavari. C’era ancora tempo prima che iniziasse lo Yajna. Presi tutte le cose e volevo partire una settimana o dieci giorni prima. Tutto fu preparato e messo su una barca per la traversata del Godavari. Ma il fiume era in piena. Non riuscimmo ad attraversarlo a Rajahmundry (Rajamahendravaram) e dovemmo andare in un altro posto. Quando era tutto pronto, arrivò la polizia che disse: “Il Godavari è in piena, signora, non possiamo permettervi di attraversarlo. I barchini non possono attraversarlo. Per favore, tornate indietro.” Che cosa potevamo fare a quel punto? Nelle vicinanze, c'era un altro villaggio. Mandai a dire al mio paziente, Sri Sathyanarayana, in quel villaggio: “Verrò a casa vostra domani, la mattina presto. Siate pronti.” Il nostro viaggio doveva svolgersi sul Godavari. Strade non 18 Maggio 2021

ce n’erano. La mattina dopo partimmo e non ricordo se portai con me Sri Bhadram o mia sorella. Ancora una volta, caricammo tutto su una barca. Dato che sono un medico, indossai lo stetoscopio e portai il mio kit, dicendo: “Ho un paziente in quel villaggio; devo andare.” Bene, così partimmo, arrivammo in quel villaggio e bevemmo del caffè. Lì, non c'era nessuno a fermarci. Attraversammo il Godavari e arrivammo in un'altra città con tutti i bagagli. Da lì, prendemmo un autobus per andare a Rajamahendravaram dove avevamo prenotato il trasporto merci e partimmo in treno. Il giorno successivo, quando giungemmo a Dharmavaram, i bagagli non erano arrivati. Lì, una persona mi disse che stavano viaggiando su un altro treno. Li avremmo ricevuti il pomeriggio successivo. Quel giorno restammo alla stazione di Dharmavaram e, quando arrivarono, ritirammo i bagagli. A Dharmavaram, noleggiammo un veicolo e andammo a Puttaparthi. Se dobbiamo parlare di quello Yajna, dovrebbero farlo coloro che vi hanno assistito. L’area dove si trovava il Veda Pathasala, Swami l’aveva fatta livellare. Vi furono eretti grandi capannoni, e c’era un palco per tutti i Pandit. Furono anche realizzati bracieri per il fuoco sacrificale. Swami fece tutto secondo le Scritture. Il primo giorno, si svolse una processione perché Swami potesse andarci, ed Egli partì dalla Sua stanza. Tale processione fu simile a quelle che si svolgono in paradiso, nell’Indraloka o nel Vaikuntha. Swami indossava una veste gialla. Venivano gettati fiori da entrambi i lati e c’era una banda musicale tradizionale. Quando entrò, tutti rimasero ipnotizzati. Swami andò dai sacerdoti assieme ai bramini che portavano recipienti pieni di latte. Erano tra 30 e 40. VedendoLo, credetemi, tutti quei sacerdoti si alzarono subito e iniziarono a cantare insieme inni vedici. Fu davvero emozionante. Swami era circondato da tutti loro che cantavano i Veda. “In che mondo, siamo?” ci chiedevamo. Swami li benedisse tutti, concesse loro il Eterno Auriga


Padanamaskar e disse: "Poverini! Vi siete accollati un sacco di problemi per venire qui per la prima volta. Bevete questo latte!” In seguito, lo Yajna si tenne ogni anno. Rimasi ...continua da pagina 16

Non accetterò nemmeno 37°! La temperatura di solito sale di nuovo nel pomeriggio. Quindi, quando gliela misurerò nel pomeriggio e la sera, dovrà essere sempre 36,5. Il bambino dovrà essere assolutamente normale in tutti i sensi! Allora saprò che Tu lo hai aiutato.” Swami ci aveva detto che, per contattarLo, si deve fare Japa e cantare il Suo Nome. Egli è Hridayavasi (l’Abitante Interiore) e ascolta non solo me, ma anche tutti gli altri, perché è dentro tutti. Quindi, il messaggio Lo raggiungerà. Avevo un Mantra e cominciai a recitarlo mentre ero seduta nella stanza della preghiera. Poi mi alzai, tornai in camera da letto, e trovai mio figlio profondamente addormentato! Allora chiesi alla cameriera: “Quando si è addormentato?” Ella rispose: “Amma, pochi minuti dopo che lei se n’è andata.” E dopo che anch’io sono andata via, non si è alzato; era profondamente addormentato! La mattina, inoltre, si è alzato molto normalmente: non c’era più quel farfugliare. Mi ha riconosciuto come ha sempre fatto. Gli ho misurato la temperatura nel pomeriggio e la sera: era 36,5! Di che altro avevo bisogno? La Ferma Risposta di Dio A quel tempo, Swami era a Venkatagiri, con il Maharaja del luogo e altri, e stava parlando con loro alle 9 in punto. Durante la festa dello Sri Rama Navami, Egli stava con il re e Kumara Raja (il figlio del re). Il Maharaja era solito portare Swami in macchina a Venkatagiri. Era un grande devoto del Signore Rama e per lui Baba era la divinità preferita. Quindi, in quel momento, mentre alle 9 in punto io pregavo, Swami stava parlando con il Maharaja di Venkatagiri, ed entrò in trance! Si afflosciò, e i presenti non riuscivano a capire Eterno Auriga

lì a prestare servizio per due o tre mesi, da Dasara al giorno del Compleanno. - L’autrice, di professione ginecologa, è stata devota di Bhagavan per oltre cinque decenni che cosa fosse successo. Kumara Raja pensò che Swami fosse improvvisamente caduto a causa di uno svenimento. Quando si riprese, Gli chiesero: “Swami, che cosa è successo?” Avevano sentito parlare di trance, ma fino allora non vi avevano mai assistito. Quindi Gli domandarono: “Eri in trance? Sei andato da qualche parte?” Swami lo confermò. Allora Gli chiesero: “Che cos’è successo? Perché sei dovuto andare in trance?” Swami rispose: “Una Mia devota, Rani Maa, era in grossi guai.” Riferì loro il mio nome! Disse: “Suo marito è in viaggio; lui non c’è, lei è sola con i suoi due figli. Suo figlio delirava per la febbre alta, e lei era molto preoccupata e turbata. Così Mi ha pregato: “Swami, vieni e mostrami la Tua onnipresenza!” Perciò, sono andato a salvare il bimbo che adesso sta bene.” Il Maharaja di Venkatagiri disse con gioia: “Oh, molto bene!” Ma Kumara Raja, il figlio del Maharaja, proseguì: “Swami, la prossima volta che verrà questa Rani Maa, voglio vederla. E voglio anche vedere il bambino che hai salvato. Me li mostrerai?” Il Maharaja non aveva chiesto tutto questo perché aveva accettato Swami totalmente, ma il giovane Raja voleva delle prove. Swami rispose: “Non preoccuparti, ella viene qui ogni sei mesi.” (Continua ...) Per gentile concessione dello Sri Sathya Sai Media Centre – L’autrice, fervida devota per quasi sessant’anni, arrivò da Bhagavan Baba già agli inizi del 1950. Bhagavan la chiamava “Rani Maa”. La sua vita è stata uno scrigno di tesori di straordinarie esperienze della Divinità di Swami.

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M E S S A G G I O D I B H A G AVA N N E L G I O R N O D I E A S WA R A M M A

I GENITORI DEVONO INCULCARE LE VIRTÙ NEI FIGLI CON L’ESEMPIO C‘è un dono più grande di quello del cibo? C’è una deità più grande dei genitori? C’è una moralità più elevata del promuovere il benessere comune? C’è una rettitudine più eccelsa della compassione? C’è un profitto superiore alla compagnia dei buoni? C’è una disabilità peggiore dell’inimicizia? C’è sulla terra una morte peggiore dell’infamia? C’è qualcosa di più prezioso della fama imperitura? C’è qualcosa che sostenga più del ricordo del Signore? C’è un Paradiso più alto della gioia interiore? (Poesia Telugu)

L’ESISTENZA UMANA PRIVA DELLA GRAZIA DI DIO NON HA ALCUN VALORE Incarnazioni del Divino Atma!

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ffinché i bambini diventino persone di buon carattere, e aderenti al retto agire, i genitori, per primi, devono avere un buon carattere e comportarsi in modo esemplare. Adi Sankaracharya, il grande maestro, era figlio di due persone molto virtuose e nobili nel comportamento. Il merito della fama di Ramkrshna Paramahamsa e di Swami Vivekananda va ai loro genitori. Molti grandi uomini ottennero fama e rinomanza positiva seguendo le orme dei genitori. Una lezione che Gandhi apprese da ragazzo

Gandhi, che era una persona comune, ottenne grandezza e fama mondiali grazie alle lezioni di comportamento corretto impartite dalla madre. Ella osservava il voto di non assumere cibo finché il cuculo non avesse

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cantato al mattino. Un giorno la donna attese a lungo di udire quel canto; Gandhi, ancora ragazzo, imitò quel verso, rientrò in casa e disse alla madre che il cuculo aveva cantato, ragion per cui ella poteva mangiare. La madre capì il suo trucco e lo schiaffeggiò dicendo: “Sei un ragazzo cattivo! Che peccato avrò mai commesso per avere un figlio come te?” Ella era amareggiata del fatto che un ragazzo simile fosse nato da lei. Il suo dolore toccò il cuore di Gandhi che promise a se stesso che non avrebbe mentito mai più. Da bambino, egli era molto pauroso e confidò queste sue paure a Rambha, la domestica, che gli disse: “Caro bambino, recita sempre il Nome di Rama e le paure svaniranno.” Da allora, Gandhi recitò sempre il Nome di Rama e portò fino al momento del trapasso questa abitudine presa da piccolo.

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E non è tutto: con la recitazione del Nome di Rama, egli fu capace di ottenere la libertà del Paese con metodi non violenti. Il merito della sua vita pura e virtuosa va principalmente ai genitori.

Oggi i genitori stessi mancano di buone qualità Oggigiorno, sfortunatamente, per colpa dei genitori che non hanno purezza di carattere né qualità evolute e non vivono disciplinatamente, le abitudini malvagie e corrotte stanno crescendo in tutto il mondo. Se i genitori si alzano al mattino insultandosi reciprocamente, i figli cominciano la giornata picchiandosi. A causa degli effetti malefici dell’Era di Kali, i genitori tendono a essere litigiosi. I padri si comportano come Hiranyakasipu. Bharat assiste al diffondersi della disonestà e delle abitudini malvagie per colpa di genitori simili. Qualunque forza si possegga, senza la forza del Divino siamo deboli. Che cosa accadde a quella persona coraggiosa che era Karna? Egli aveva possanza fisica, abilità intellettuali e istruzione notevole, ma mancava dell’appoggio divino e andò incontro a una fine pietosa. Soltanto colui che armonizza il corpo, la mente e l’Atma è realmente un uomo. Una vita basata sul corpo e i sensi è un’esistenza animale. Chi è dominato completamente dai pensieri e dalle fantasie della mente è un demone; chi ignora i richiami del corpo e della mente e risponde alla chiamata dello Spirito è divino. Le possibilità animali, demoniache e divine sono immanenti nella condizione umana; quindi, colui che dà importanza soltanto al corpo e segue le tendenze dei sensi è paragonabile a un animale. In un certo senso, l’animale può essere considerato superiore a una persona simile perché ha “una stagione

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e una ragione” per il suo comportamento, ma chi ha forma umana e cerca soltanto i piaceri sensori è peggiore di un animale. Il carattere è più importante della ricchezza

I genitori sono responsabili della condotta buona o cattiva dei figli. Sono loro a guidarli ai livelli più alti o a essere causa della loro caduta verso le profondità maggiori. Oggi, i genitori sono interessati soltanto alla prosperità materiale dei figli e non si preoccupano del loro benessere morale e spirituale. Quando nasce un bambino, i genitori desiderano che venga educato, mandato all’estero e incoraggiato a guadagnare quanto più denaro possibile con qualunque mezzo. Questo è tutto ciò che essi insegnano ai figli. Oggi, le persone guadagnano il denaro in moltissimi modi, dal mendicare al latrocinio, ma l’importante non è la ricchezza: fondamentale è il carattere. I genitori non insegnano ai figli a coltivare le buone qualità, non li correggono quando vanno fuori strada, ne perdonano gli errori e ne incoraggiano spesso abitudini riprovevoli. Il portano su strade sbagliate come accadde a Duryodhana a causa del padre Dhritharashtra. È per colpa Maggio 2021 21


di genitori di questo tipo che i giovani di oggi prendono strade sbagliate. Dhritharashtra non era cieco soltanto fisicamente: mancava anche degli occhi della saggezza. Era cieco del tutto. I genitori odierni tendono a essere ugualmente ciechi: non correggono gli errori dei figli né li castigano. I genitori hanno il diritto di ammonirli e correggerli.

Garantite la pace del mondo ottenendo l’Amore di Dio La cosa principale che l’essere umano deve acquisire oggi è l’Amore di Dio che garantisce la pace del mondo, della società e della casa. Grazie all’amore e alla moralità individuali, ci saranno pace e sicurezza nella casa e, grazie al fatto che gli individui meritano l’Amore di Dio, la società garantirà pace e ordine. Se le persone ottengono l’Amore di Dio, il mondo intero gode di pace e felicità. Queste non si ottengono con la ricchezza, con la posizione o il potere che generano soltanto paura e ansia. Oggi, persino le persone molto colte disconoscono questa verità, si atteggiano a devoti, ma seguono l’esempio negativo dei genitori. Non c’è niente di grande nel diventare padre. Nessun padre può rallegrarsi soltanto perché gli nasce un figlio; egli gioirà della sua nascita soltanto quando la gente ne loderà le virtù. Un figlio virtuoso redime se stesso e la famiglia. In verità, soltanto coloro che allevano figli simili possono essere chiamati genitori. Prahlada disse: “Si può chiamare genitore solamente chi dice al figlio: ‘Figliolo, unisciti a Dio.’ Colui che conduce il discepolo a Dio è un vero Guru.” Oggi, gli insegnanti e i genitori di questo tipo sono diventati rari. Tutto ciò che aveva portato fama e grandezza alla nazione nel passato è diventato un rifiuto a causa del declino dei valori morali e del comportamento. Il sistema educativo si è completamente

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deteriorato e non c’è alcun tentativo di promuovere le qualità umane. I sentimenti nobili e divini sono assenti. Comportarsi come animali e non avere devozione verso Dio è totalmente indegno per coloro che si definiscono esseri umani. La responsabilità dei genitori verso i figli

Bisogna fare ogni sforzo possibile per sperimentare la purezza e l’amore divini. Chi ha ottenuto l’amore può fare qualunque cosa; niente è oltre le sue possibilità. Si deve quindi essere meritevoli della grazia di Dio, senza la quale l’essere umano non vale più di un animale. Le persone devono sforzarsi di controllare i sensi, sviluppare buone qualità e vivere in modo esemplare. I genitori sono i responsabili principali dell’educazione dei figli, affinché questi vivano vite ideali; a questo scopo, devono correggere se stessi. Oggi, i genitori di tutto il Paese sono preoccupati per il comportamento dei figli e non sono affatto contenti. Ne lamentano la condotta senza rendersi conto di essere essi stessi da biasimare. I figli avrebbero deviato se fossero stati educati a seguire la strada giusta? I figli viziati in molti modi si sentono autorizzati ad andare in giro come cani randagi; come si possono rieducare giovani simili? È impossibile. Quando la ricchezza cresce, l’arroganza aumenta e la moralità declina. Si dovrebbe capire che l’esistenza umana, priva dell’amore per Dio ,non ha alcun valore. Un uccello come Jatayu meritò la grazia di Dio. Una donna vecchia e semplice come Sabari ottenne l’Amore di Dio, ma gli esseri umani di oggi, a dispetto della loro istruzione e conoscenza scientifica, non fanno alcun tentativo per meritare quell’Amore. A che serve questa istruzione o scienza? La vera scienza deve servire a promuovere il progresso della

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nazione, ma oggi, in nome della scienza, il mondo viene distrutto.

La vittoria si può ottenere soltanto in forza della grazia di Dio Gli studenti dovrebbero ricordare che questo Paese era noto nel passato per la sua gente veritiera e onesta. Krishna disse ad Arjuna di considerare Dio e il Dharma massimamente importanti. I Pandava poterono infine godere di ogni prosperità e felicità grazie alla loro rettitudine e alla fede incrollabile in Dio. L’amore per Dio permise loro di sopportare con forza d’animo tutte le difficoltà e gli ostacoli. Quale fu il destino dei Kaurava che ignorarono Dio? Neppure uno dei cento figli di Dhritharashtra sopravvisse a dispetto di tutte le risorse che avevano e dei comandanti valorosi che erano con loro: Dio non era dalla loro parte. La vera vittoria si può ottenere soltanto per mezzo della grazia di Dio. Studenti!

Sforzatevi di assicurarvi l’Amore di Dio. Oggi, l’amore è abusato per soddisfare i sensi con risultati deplorevoli. (Swami riferisce il dialogo tra Yajnavalkya e sua moglie Maitreyi sull’attaccamento alle cose del mondo ed evidenzia come Maitreyi fosse pronta ad abbandonare le proprietà come il saggio marito).

Oggi, coppie simili sono rare e sono quelle che generano dei figli virtuosi; soltanto i giovani virtuosi possono procurare un buon nome alla nazione. A che serve un figlio che non usa le mani per fare azioni buone, che non usa la lingua per pronunciare il Nome del Signore e non tiene in gran conto la verità e la compassione? Questa triplice purezza rende sublime la vita umana. Gli studenti dovrebbero dedicare la loro vita al servizio degli altri. Coltivate l’amore e ricordate le grandi madri

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del passato che dettero al mondo gli Avatar di era in era. Qual è il profondo significato di celebrare oggi il giorno della Madre? Questa celebrazione ci ricorda che le donne devono diventare grandi madri simili. I padri devono comportarsi in modo esemplare; se essi non danno l’esempio corretto, i figli devono avere il coraggio di correggerli, ma, sfortunatamente, oggi non ci sono né genitori né figli esemplari.

Madre Easwaramma fu depositaria di nobili desideri Quando la grandezza di Sai cominciò a spargersi nel mondo, un giorno ella venne da Me e disse: “Swami, io soffro nel vedere i bambini piccoli del villaggio camminare fino a Bukkapatnam per andare a scuola. Per favore, costruisci una piccola scuola.” Aderendo al suo desiderio, Io la costruii. Dopo un po’ di tempo, ella volle anche che fosse eretto un piccolo ospedale, dicendo che non poteva vedere le madri affannarsi per portare i figli a Bukkapatnam per essere curati. Di conseguenza, feci costruire l’ospedale. Oggi, la piccola scuola che Io istituii è diventata una grande università e il piccolo ospedale è diventato un Ospedale di Alta Specializzazione. Queste grandi opere sono state possibili grazie al Satya Sankalpa (desiderio nobile) di Madre Easwaramma e al Nitya Sankalpa (Volontà Divina) di Sai. Madre Easwaramma desiderò per ultima cosa che fosse fornita acqua potabile al villaggio. Ella fece notare che le donne dovevano fare molta fatica per attingere l’acqua dai pozzi profondi che erano ormai quasi asciutti. Allora, Io fornii immediatamente l’acqua potabile al villaggio. Ora con il Progetto Sri Sathya Sai per l’Acqua Potabile, ho fornito acqua a tutto il distretto di Anantapur.

- Estratto dai Discorsi di Bhagavan tenuti in occasione del Giorno di Easwaramma Maggio 2021 23


24 Maggio 2021

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Bhagawan Sri Sathya Sai Baba

TELE. NO. 33 BRINDAVAN WHITEFIELD

TELE. NO. 30 PRASANTHI NILAYAM P.O. ANANTHAPUR DT.

Mio caro! Per chi vuole arrendersi totalmente al Signore, ciò che è in primo luogo necessario è la perfetta consapevolezza di essere assolutamente al sicuro sotto la grazia protettrice del Signore Supremo. Questa consapevolezza non potrà mai abbandonarci se pratichiamo costantemente e con sincerità il ricordo del Suo Nome. Il ricordo stesso è Darshan. La ripetizione del Nome di Dio deve portare a dedicarGli tutte le azioni. Se consideri che quelle attività vengono svolte in nome e per amore del Signore, questo ricordo sarà tuo anche quando sarai intellettualmente e fisicamente attivo in tutti i percorsi della vita. Durante i momenti di riposo non mancare di mantenere i pensieri impegnati nella contemplazione di Dio e, allo stesso tempo, medita sulla verità in base a cui tutti i tuoi poteri fisici e mentali traggono origine e ispirazione dall'energia cosmica del Divino. Ti benedico Baba Eterno Auriga

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Forum degli Ex Studenti

Come Potrò Mai RipagarLo... Lakshminarayana Kote

E

RO L’UNICO STUDENTE CHE indossava gli orecchini quando, nel 1976, entrai nel College di Swami a Whitefield. Bhagavan mi chiamò affettuosamente “Kammalwala” e ha continuato a chiamarmi con questo stesso nome finché, nel 1990, non mi disse di tornare a casa, per assumermi le responsabilità familiari, quando mio padre si ammalò gravemente. La Stretta Vicinanza di Swami come Suo Studente Quando entrai nell’ostello, il totale degli studenti era di appena di centoventi unità. L’edificio dell’ostello che vediamo oggi, a quel tempo era come un delizioso piccolo serbatoio d’acqua. In quaranta ragazzi alloggiavamo in un dormitorio dietro il Kalyana Mandapam. Il resto degli studenti era ospitato in un garage trasformato in ostello vicino al cancello principale. A quei tempi, Brindavan era piena di alberi. Le strutture erano minime, ma non ne sentimmo mai il disagio perché, allora, Swami trascorreva molto del Suo tempo con noi. Veniva al nostro dormitorio in qualsiasi momento: la mattina alle 5,30 dopo la Suprabhatam, all’ora di colazione alle 7,30 o in qualsiasi altro momento della giornata. Spesso sbirciava nelle aule durante le ore di lezione. Quando andava al Sai Ram Shed (il grande albero allora presente nell’ashram di Whitefield – ndt) per dare il Darshan ai devoti, invariabilmente veniva all’ostello, vi trascorreva alcuni minuti e chiedeva informazioni sulla salute degli studenti e i loro progressi scolastici. Dato che il College era adiacente al Mandir, ogni volta

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che eravamo liberi dalle lezioni, correvamo al bungalow e “rubavamo” un Darshan o due! Spesso Swami parlava di qualche episodio delle Scritture e per noi il tempo si fermava finché Egli non ci ricordava che dovevamo tornare in tempo per le lezioni! Una volta ogni tanto, Swami pranzava con noi all’ostello e, in tali occasioni, serviva personalmente dolci a ciascuno singolarmente. In quei giorni fu avviata una nuova consuetudine in base alla quale due ragazzi dell’ostello avrebbero portato tutti i giorni la colazione, il pranzo, la merenda e la cena al Mandir. Swami ci offrì in tal modo tante opportunità di interagire con Lui. Infatti, in quelle occasioni, ci parlava personalmente e ci faceva sedere e mangiare alla Sua presenza, riempiendo i nostri piatti e il nostro cuore. Ci parlava dei nostri genitori e di altri membri della famiglia e si informava sui nostri studi. Nel vecchio bungalow c’era una “stanza protetta”. Swami si sedeva lì ogni giorno per almeno un’ora ed era in quel luogo che avevamo la fortunata opportunità di fare Pada Seva. Bhagavan era solito trascorrere del tempo con gli studenti scherzando, narrando storie con i valori e correggendo la nostra condotta (“i ragazzi dovrebbero avere una postura diritta”; “dovreste stare fermi; non continuare a cambiare posizione ogni momento. Il corpo è come una pentola e la mente è come l’acqua nella pentola; se la pentola viene scossa, viene scosso anche il contenuto.”) Sottolineava la necessità di avere una costante devozione per Dio e di essere disciplinati nella routine quotidiana. Faceva costantemente rivivere pagine del Ramayana, del Mahabharata, della

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Bhagavata e delle Upanishad, e ci rendevamo conto della ricchezza di lezioni che tali opere contengono per l’uomo moderno. Le metafore di Swami sono sempre state tratte dai tempi contemporanei e, come tali, avevano un senso per noi. È sempre stato molto affascinante ascoltarLo. Egli era molto severo per quanto riguarda la disciplina, e non scendeva a compromessi quando si trattava di simili questioni. All’inizio, c’era un garbato richiamo alla mente, seguito da un severo monito, in pubblico, se motivato. Se la condotta dello studente non migliorava, Bhagavan prendeva le distanze da lui. Se ancora non si fosse mostrato all’altezza della situazione, chiedeva al Direttore di rimandare lo studente dai suoi genitori. Ma ogni sincero tentativo di migliorare era incoraggiato e le relazioni si rimettevano in carreggiata. In questo modo, in tutte la nostra vita, Swami ha interpretato il ruolo di una Madre amorevole e di un Padre severo. L’Opportunità di Cantare alla Presenza di Swami Fu mentre svolgevo il mio II PUC (Corso Preuniversitario) che ebbi la possibilità di cantare in pubblico durante i Bhajan alla presenza divina. Successivamente, Swami ci incoraggiò a tenere molti programmi nell’Auditorium Poornachandra. Qualunque cosa io sia in grado di cantare, è interamente dovuta alla Sua grazia e alle Sue benedizioni. Formò un gruppo musicale di studenti e ci dette la grandiosa possibilità di cantare “Sai Katha”, la storia della vita di Bhagavan, attraverso la musica. I testi furono scritti da Sri Adinarayana Rao, e Sri Rajeshwara Rao compose la musica. Bhagavan portò tutti noi - il gruppo musicale - a Chennai per la registrazione del “Sai Katha”, e presenziò Egli Stesso con noi nello Studio HMV durante la registrazione! Fu un po’ prima di andare a Chennai che Swami Stesso mi tolse gli orecchini e mi disse di indossare i pantaloni invece di un dhoti. Questo fu il modo in cui Swami riversò le Sue premure e attenzioni su ciascuno di noi. Egli Eterno Auriga

era sempre stato interessato ad ascoltare il “Rama Katha”. Ogni volta che veniva un ospite, ci chiedeva di cantarlo. Allora, Hirok Changkakoti e io eravamo quelli benedetti da questa opportunità. Non sappiamo davvero quante volte l’abbiamo cantato. Nel 1985, quando facevamo il Grama Seva, Bhagavan andò in villaggi come Ammagondapalem e Kammavaripalli. In un tempio, ci fu la posa delle statue di Rama, Sita, Lakshmana e Hanuman. Anche in quell’occasione ci fece cantare il Rama Katha. Ancora oggi, quando eseguiamo un programma musicale ogni 1° gennaio, ne includiamo una parte. I ragazzi che cantavano ebbero grandi possibilità da parte di Bhagavan. Essendo esperti, Egli dava istruzioni minime. Ci portava nella stanza dei colloqui o nella stanza verde dell’Auditorium Poornachandra e ci faceva provare le canzoni. Ci insegnava come eseguirle, specialmente le sfumature e le variazioni di ogni verso. A Brindavan, ci portava a casa di Smt. Ratanlal. Anch’essa, come una zia affettuosa, ci dava latte con curcuma e burro chiarificato, che faceva molto bene alla gola. Ci sono state occasioni in cui Swami saliva fino al 2° piano dell’ostello di Brindavan e supervisionava le nostre sessioni di pratica. Ci diceva di cantare con voce fluida e piena, ma di non scuotere la testa e di non fare strane espressioni mentre cantavano. Uno dei nostri fratelli era un cantante di grande talento con una voce spesso paragonata a quella del leggendario Ghantasala. Tuttavia, quando era immerso nel canto, il suo volto assumeva un’espressione distorta, innaturale. Durante una di queste sessioni, Bhagavan escogitò un rimedio malizioso e mi bisbigliò di procurarmi uno specchio. Quando iniziò a cantare e si perse nella profondità della canzone, Bhagavan Stesso gli mise lo specchio davanti al viso e così corresse questa sua tendenza. Swami ha sempre sottolineato che si dovrebbe dare importanza a Bhava (sentimento), Raga (melodia) e Tala (ritmo). Molte volte ci portava

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Bhagavan prese anche mio fratello Subbappayya nel Suo gregge. È stato lì, con Lui, per circa 20 anni. Ho avuto numerose opportunità di osservare Radhakrishna al lavoro. Radhakrishna era il mio tutor anziano e guidava l’auto di Swami. Era una persona molto semplice, un buon amico e una guida. Fin dall’inizio, mi ha guidato su come comportarmi alla presenza di Swami, e Swami mi mandava sempre con lui a Parthi o a Whitefield se c’era del lavoro da fare. Il modo in cui era solito occuparsi delle L’autore canta durante un programma musicale. necessità quotidiane di Swami fu a fare un picnic. Le macchine abbandonavano per me di grande ispirazione. la strada, entravano in un posto simile a una Momenti Preziosi Trascorsi con Swami foresta con molta vegetazione e ci divertivamo Fu durante il mio terzo anno del corso di davvero. Swami ci fece mangiare con la gioia laurea che il vecchio bungalow di Bhagavan nel cuore, cantare i Bhajan, e ci chiedeva di venne demolito. Al suo posto doveva essere suonare strumenti musicali mentre Egli Stesso costruito il Trayee Brindavan. Prima della suonava il Talam (cimbali a mano fatti di due demolizione, ad alcuni di noi venne affidata tipi diversi di lega - ndt). Era così meraviglioso la responsabilità di spostare tutte le cose dal essere nel Sannidhi (alla Presenza) di Swami bungalow. In una sola seduta, dalle 5 alle che dimenticavo persino la mia casa. Nei 20, lo svuotammo. Swami fu molto contento miei 15 anni di permanenza vicino Lui, sono di tutti noi e apprezzò il nostro duro lavoro. tornato a casa solo quattro volte. Nel gennaio Quando il Trayee Brindavan era in fase di del 1978, Egli Stesso mi portò con Sé ad Alike costruzione, Swami soggiornava al “Devi e Chokkady. Sono sempre in debito con mia Nivas”, la casa della Rajmata (regina madre) madre Savithriamma e mio padre, il defunto di Nawanagar, vicino al College. Quando Sri Kote Parameshwarayya, per avermi non Egli si trasferì a casa della Rajmata, io ebbi solo messo al mondo, ma per avermi anche l’opportunità di respirare la stessa aria che indirizzato sulla via del Divino e incoraggiato a respirava Swami, e mangiare e dormire nella desiderare ardentemente la vicinanza divina. Sua residenza. Ebbi anche l’opportunità d’oro Fin dall’infanzia, mio padre mi portava a di mangiare seduto a tavola con Lui. Potrò Parthi. Ogni volta Swami ci chiamava per un mai esprimerGli la mia gratitudine per tutto colloquio ed Egli Stesso mi disse di entrare questo? Molte volte mi portava con la Sua nel Suo College. Mentre ero studente, Egli macchina da Parthi a Brindavan. Mi portò due non solo si prendeva cura della mia istruzione, volte a Ooty e una volta a Kodaikanal. Quanto ma anche delle mie necessità quotidiane. Mi è misericordioso e amorevole Bhagavan! Per dava anche la paghetta di cui avevo bisogno. la mia specializzazione, andai a Prasanthi Mio padre mi consegnò completamente a Nilayam. Swami allora mi disse di restare Bhagavan e non si preoccupò mai per me nell’ostello degli studenti. Una volta, durante perché sapeva che ero nelle mani più sicure. l’esame finale di M.A. (laurea di secondo 28 Maggio 2021

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grado, specie in discipline umanistiche), non riuscii a completare la revisione delle partiture. Così, presi un tè al limone e rimasi sveglio tutta la notte cercando di completarla al più presto. Durante l’esame, ebbi la nausea e mi sentii male. Quando andai al Darshan del pomeriggio, Swami venne direttamente da me e mi domandò perché avevo studiato tutta la notte. “Dovresti essere rilassato prima dell’esame! Non stare mai in tensione. È stato grazie alle Mie benedizioni che hai potuto terminare l’esame!” – disse. Un giorno, Swami (il Magnifico Rettore) mi chiamò e mi chiese se conoscessi qualche poesia scritta dall’allora Vicerettore, professor V.K. Gokak. Risposi di no. Swami Stesso scelse le poesie scritte dal professor Gokak e da Smt. Sharada Gokak, e ce le dette per metterle in musica con la giusta tonalità. Questo avvenne in preparazione al 75° compleanno del Vicerettore! Swami ascoltò tutte le canzoni nella stanza dei colloqui, corresse la tonalità e la musica, dette un tocco finale e ci fece presentare un programma musicale. L’Opportunità di Cantare alla Presenza di Swami Durante le celebrazioni per il 60° Compleanno di Bhagavan, gli studenti furono benedetti dall’opportunità di tenere un programma all’Hill View Stadium. Mi chiese di cantare “Radhika Krishna Radhika” per il programma pomeridiano del Jhula (dondolo). Se ne interessò personalmente e mi insegnò ogni verso della canzone facendomelo ripetere dopo di Lui, soffermandosi su ogni sfumatura. Ogni ragazzo del gruppo non dimenticherà mai i preziosi momenti trascorsi con Swami durante quei giorni. Effusione di Grazia Divina Dopo le celebrazioni per il 60° Compleanno, ad aprile, Swami mi portò a Ooty. Quando Eterno Auriga

tornammo da lì, mi ritrovai per così dire in una “cella frigorifera” o in “laboratorio”! Improvvisamente smise di parlarmi. Il Preside mi chiamò e mi disse che dovevo iscrivermi alla Scuola Centrale per insegnare. Non sono mai stato troppo appassionato di insegnamento, e risposi al Preside che non potevo farlo finché Swami non me lo avesse detto direttamente. Swami mi mandò un professore anziano che mi disse che quello era il Suo desiderio; così, per cinque anni, insegnai storia agli studenti delle classi X, XI e XII. Bhagavan mi tenne in “cella frigorifera” per tre anni; quei tre anni mi sembrarono un’eternità. Personalmente, fu un periodo difficile, ma mi insegnò come effettivamente stavo senza Swami. Se Egli è lì con te, sei un eroe, altrimenti sei un grande zero. Dopo quel periodo di ‘magra’, Swami mi portò a Kodaikanal per un mese, e fu di nuovo un periodo gioioso. Egli mi permise di offrirGli

L’autore offre l’Arati a Bhagavan.

l’Arati dopo i Bhajan. Le cose erano tornate alla normalità e compresi il vero significato del detto spesso ricordato da Swami: “Il piacere è un intervallo tra due dolori.” continua a pagina 31... Maggio 2021 29


LA FESTIVITÀ DI UGADI E IL NUOVO ANNO TAMIL A PRASANTHI NILAYAM

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EVOZIONE E FESTOSITÀ HANNO contrassegnato la celebrazione della santa ricorrenza di Ugadi a Prasanthi Nilayam. La sede della celebrazione era il Sai Kulwant Hall, decorato con gusto per il gioioso evento. Il programma del 13 aprile 2021, giorno di Ugadi, è iniziato alle 8 con il consueto canto dei Veda da parte del Prasanthi Mandir Veda Group.

estremamente importante per la vita dell'uomo. “L'uomo - aggiunge Bhagavan - dovrebbe acquisire questa conoscenza e diffonderla, e svolgere il proprio dovere con le capacità e forza migliori, concentrando la mente su Dio.” Ammonisce poi tutti a non sprecare il proprio tempo in attività oziose.

I devoti dell’Andhra Pradesh conducono i Bhajan. Panchanga Sravanam nel Sai Kulwant Hall.

È seguito il tradizionale rituale del Panchanga Sravanam, condotto da un noto studioso vedico, il dottor K.T.V. Raghavan. Soffermandosi sulle previsioni del nuovo anno chiamato “Plava”, il dotto studioso ha esortato gli ascoltatori a seguire i valori di Sathya, Dharma, Santhi, Prema e Ahimsa nella vita e redimere la loro nascita umana. Sono seguiti i Bhajan, terminati con l’Arati.

Il programma pomeridiano è iniziato alle 17 con il consueto canto dei Veda da parte del Prasanthi Mandir Veda Group. Ha fatto seguito un illuminante Discorso di Bhagavan, proiettato sullo schermo LED. Nel Suo Discorso, Bhagavan sottolinea che, di tutti i tipi di conoscenza, la conoscenza spirituale è 30 Maggio 2021

Bhagavan conclude il Discorso con il Bhajan “Narayana Bhaja Narayan, Narayana Bhaja Narayan, Narayan”. I Bhajan che sono seguiti sono stati guidati dai devoti dell'Andhra Pradesh. L’Arati a Bhagavan ha segnato la conclusione del programma. Il giorno del Capodanno Tamil, 14 aprile 2021, il programma è iniziato alle 8 con il consueto canto dei Veda del Prasanthi Mandir Veda Group, a cui hanno fatto seguito i Bhajan guidati dal Gruppo Bhajan dello Stato del Tamil Nadu. La sessione mattutina nel Sai Kulwant Hall si è conclusa alle 9,30 con l'Arati. Il pomeriggio, il programma è iniziato alle 17 con i sacri canti vedici eseguiti dal Prasanthi Mandir Veda Group.

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dell'uomo sono opera dell’uomo stesso. Quando, nella vita, egli compie buone azioni, prova felicità e, quando compie azioni malvagie, prova dolore. “Quindi, la felicità e il dolore sono nelle mani dell'uomo”, sottolinea Bhagavan. “L'uomo non dovrebbe mai ferire nessuno, possedere equanimità e compiere azioni meritorie”, afferma in conclusione Bhagavan e termina il Discorso con il Bhajan “Hari Bhajan Bina Sukha Santhi Nahin”. Sono I Bhajan condotti dal Gruppo Bhajan dello Stato del Tamil Nadu. poi intervenuti i cantanti del Gruppo Alle 17,30, i devoti sono stati benedetti Bhajan dello Stato del Tamil Nadu, con un Discorso Divino di Bhagavan, in cui che hanno guidato i Bhajan terminati con Egli afferma che la felicità e il dolore nella vita l’Arati alle 18,30. ...continua da pagina 29

Mio padre era malato di cuore. Swami gli aveva donato un braccialetto e gli aveva consigliato di non preoccuparsi per la sua salute. Gli aveva anche dato uno Shiva Linga per i devoti di Chokkady. Dopo il Corso Estivo del 1990, un giorno Swami mi chiamò e mi disse di andare a Chokkady, mio paese natale, e di continuare il lavoro che mio padre stava facendo perché non stava bene. Creò della Vibhuti e me la dette, dicendomi di continuare a venire a Prasanthi Nilayam. Lo Sri Sathya Sai Vidyakendra, a Chokkady, venne avviato nel 1988 con la visita di Bhagavan. Divenni il corrispondente della scuola. Noi devoti di Chokkady avemmo l’opportunità di presentare un programma Yakshagana nell’Auditorium Poornachandra alla presenza divina. Swami fu molto contento e ci inondò del Suo amore donando a tutti noi pantaloni e camicie. La scuola da lui benedetta è una Scuola Residenziale in Lingua Inglese dal 1° livello al 10°. Abbiamo 600 studenti da tutto il Karnataka. Anche qui, nel nostro Vidya Kendra, a Chokkady, quali

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che siano i problemi che dobbiamo affrontare, si risolve tutto facilmente attraverso la Sua grazia. Possiamo sempre sentire la Sua presenza a ogni passo che facciamo. Gli sono veramente grato per avermi dato l’opportunità, anche oggi, di cantare davanti a Lui durante le sessioni di Bhajan. Swami dice sempre che non possiamo ripagare il nostro debito verso Dio e i nostri genitori, e qualunque cosa con cui mi abbia benedetto non è che una testimonianza del mio eterno debito verso di Lui. Per tutto quello che Swami mi ha fatto, io, con umiltà, voglio fare qualsiasi servizio di cui sia capace. Le parole non potranno mai trasmettere a sufficienza ciò che il Suo amore significa per me. Gli sarò sempre debitore e prego che mi tenga sempre impegnato a servirlo ai Suoi Piedi di Loto. – L’autore è un talentuoso cantante di Bhajan del Prasanthi Mandir che è stato molto vicino a Bhagavan come studente e cantante. Ha portato a termine nel 1985 il suo M.A. presso il College di Bhagavan Maggio 2021 31


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AUSTRALIA

L 21 NOVEMBRE 2020, IN occasione del 95° Compleanno di Sri Sathya Sai Baba, 25 volontari del Centro Sri Sathya Sai di Strathfield hanno interrato 950 piante, arbusti e alberi ad Hudson Park, con l’aiuto del Consiglio di Strathfield. In un comunicato ufficiale, il Consiglio di Strathfield si è complimentato con la SSSIO affermando: “I volontari Sathya Sai, da oltre 30 anni, lavorano con il Consiglio per proteggere e migliorare il nostro ambiente locale. Il 21 novembre, 25 volontari hanno messo a dimora, in maniera Kit per il parto, atti a prevenire decessi durante la nascita. assemblato i kit da distribuire alle donne che sbalorditiva, 950 piante all’Hudson Park, per celebrare il 95° Compleanno di partoriscono nei Paesi sottosviluppati di tutto Sri Sathya Sai Baba. Queste piantumazioni il mondo. Questa iniziativa fa parte delle porteranno una miriade di benefìci per la salute attività di servizio regionale degli ultimi tre ambientale e urbana, tra cui la conservazione anni, in collaborazione con KIT International della biodiversità locale, il miglioramento (ex Birthing Kit Australia). Oltre a questo, i della qualità dell’aria, la mitigazione dei Giovani Adulti della Regione Occidentale del cambiamenti climatici, la ritenzione delle Nuovo Galles del Sud, in collaborazione con acque piovane, il raffreddamento urbano e la il Samaritan’s Purse, un ente di beneficenza vivibilità.” È possibile accedere alla versione senza scopo di lucro, hanno raccolto 72 ufficiale del Consiglio di Strathfield su: https:// scatole di scarpe riempiendole di giocattoli, www.strathfield.nsw.gov.au/sathya-sai-and- articoli per l’igiene, materiale scolastico e divertenti regali. Gli articoli, durante il Natale strathfield-councils-super-planting/ I volontari della SSSIO della Regione 2020, sono stati inviati per la distribuzione del Nuovo Galles del Sud (NSW) hanno ai bambini di Cambogia, Figi, Papua Nuova commemorato il 95° anno dell’Avvento di Guinea e Filippine. Bhagavan Sri Sathya Sai Baba con molti eventi. La celebrazione è iniziata con i volontari della SSSIO della Regione del Nuovo Galles del Sud che hanno praticato il “Tetto ai Desideri” per 95 giorni, utilizzando i risparmi per acquistare 2800 kit per il parto che aiutano a prevenire decessi e infezioni durante l’evento. Il 5 dicembre, 90 volontari hanno

32 Maggio 2021

MESSICO Dal 7 settembre al 3 novembre 2020, è stato organizzato il progetto “Semillas de Amor” (Semi d’Amore) come offerta d’amore a Bhagavan Sri Sathya Sai Baba per commemorare il Suo 95° Compleanno. Nell’ambito del progetto, dieci Coordinatori

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SSSIO, che, precedentemente, avevano ricevuto formazione per la cura delle piante, hanno installato orti urbani nelle loro case. Questo progetto è stato ideato per sviluppare tra i partecipanti i valori umani, come la pazienza, la tolleranza, il sacrificio e l’amore. Il progetto ha messo in luce l’apprezzamento per gli ortaggi coltivati biologicamente, il consumo di cibo privo di sostanze chimiche, il riciclare e l’importanza di “riutilizzare e ridurre” nella protezione dell’ambiente. L’iniziativa ha anche promosso l’integrazione familiare, la riduzione dell’impatto ecologico e, soprattutto, Il riconoscimento della presenza di Dio nella Natura e il rafforzamento del rapporto tra Dio e l’uomo attraverso la Natura.

pieni di lacrime di gioia e hanno espresso gratitudine per l’opportunità. Un gruppo di Kiev ha incontrato i migranti e discusso dei pericoli della dipendenza con 12 adolescenti. I bambini hanno ricevuto dolci e prodotti per l’igiene personale.

ABU DHABI

Il 5 e il 6 dicembre 2020, i volontari della SSSIO hanno distribuito 126 ceste al Camel Camp, situato in un remoto deserto vicino ad Abu Dhabi.

UCRAINA

Negli ultimi cinque anni, i volontari della SSSIO hanno distribuito, due volte l’anno, a Pavlograd, pacchi di cibo ai bisognosi. A metà novembre del 2020, essi hanno portato gioia e sollievo alle famiglie bisognose consegnando pacchi di cereali, pasta, olio di girasole, caviale di zucca, tè e altri generi alimentari. I volontari sono stati grati per l’opportunità di servire le loro comunità e felici di servire gli anziani che sono spesso soli e con difficoltà finanziarie.

RUSSIA E PAESI LIMITROFI

Nel novembre del 2020 si sono tenuti incontri pubblici in Russia, Ucraina, Bielorussia e Kirghizistan. A questi eventi di impegno sociale pubblico, hanno partecipato circa 350 persone da 22 città, inclusi 165 nuovi arrivati che hanno appreso gli insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba e le attività della SSSIO. In Russia, i partecipanti hanno anche ricevuto informazioni sull’educazione integrale per i giovani. In molti eventi sono state cantate canzoni spirituali e gli oratori ospiti hanno parlato al pubblico.

I rappresentanti del gruppo di Kharkov, in Ucraina, sono stati invitati all’Indian Reiki Centre per un circolo di studio. Dopo una sessione di due ore, molti avevano gli occhi

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Servizio ai bisognosi ad Abu Dhabi. Queste ceste contenevano prodotti per l’igiene come kit da barba, pettine per capelli, collutorio, gel doccia, spazzolino da denti, dentifricio, crema e shampoo. Inoltre, le ceste contenevano confezioni di zucchero, tè e caffè. Il giorno successivo, i volontari hanno distribuito riso, olio e lenticchie a 80 persone. Il giorno di Natale, i membri della SSSIO hanno fornito riso, farina di frumento, olio e lenticchie a 250 famiglie bisognose. Inoltre, i membri della SSSIO hanno acquistato generi di drogheria per una famiglia il cui capofamiglia aveva perso il lavoro.

CAMERUN

Tra la fine di dicembre 2020 e l’inizio di gennaio 2021, i volontari della SSSIO del Camerun hanno distribuito, in tutto il Paese, oltre 750 pacchi di cibo e provviste a orfani, profughi, malati di lebbra, bambini ciechi e

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Distribuzione di cibo ai bisognosi in Camerun. disabili, persone che vivono in baraccopoli e persone bisognose.

KAZAKISTAN

In dicembre 2020, con l’allentamento delle norme sulla quarantena legate alla pandemia, i volontari della SSSIO in Kazakistan hanno ripreso a servire le famiglie a basso reddito in quattro città. Nel Kazakistan Sudorientale, 60 persone hanno ricevuto cibo caldo assieme a mascherine, guanti e indumenti. A 11 famiglie numerose sono state fornite confezioni contenenti olio vegetale, cereali, verdura, frutta, dolciumi e prodotti per l’igiene come detersivo e dentifricio.

SUDAFRICA

La SSSIO del Sudafrica ha progettato una sfida ecologica nazionale chiamata progetto “Mattone Ecologico” e ha invitato tutte e 13 le regioni a partecipare. Ogni regione ha ricevuto istruzioni specifiche per creare mattoni ecologici riempiendo bottiglie di plastica da due litri con articoli non biodegradabili come plastica e polistirolo, di peso compreso tra 400 e 500 grammi. I volontari della SSSIO, in collaborazione con il team nazionale di GoGreen, hanno scelto di creare un cartellone

34 Maggio 2021

relativo al messaggio divino di Sri Sathya Sai Baba, “AmaTutti - Servi Tutti”, utilizzando mattoni ecologici. Hanno così costruito un cartellone lungo 18 m. utilizzando 586 mattoni ecologici e 294 kg. di plastica presso la Scuola Sri Sathya Sai di Chatsworth, Durban, come offerta d’amore per il 95° Compleanno di Swami. Inoltre, è stato costruito un muro di cemento alto 3,6 m che è stato decorato con le immagini di Baba. I volontari hanno completato il progetto tra il 24 ottobre e il 22 novembre 2020. Questo impegno ha sensibilizzato sulla protezione dell’ambiente e sul prendere decisioni ecologicamente responsabili come la riduzione dell’uso della plastica. I partecipanti si sono anche impegnati a ridurre il consumo di cibi confezionati e a praticare il “Tetto ai Desideri”. Questo progetto ha aperto la strada a future attività ecocompatibili utilizzando mattoni ecologici, come la costruzione di recinzione per aiuole da giardino, muri da giardino e scarpiere nelle scuole e nei Centri Sri Sathya Sai in Sudafrica.

USA

L’8 settembre 2020, un piccolo incendio scoppiato ad Ashland, in Oregon, si è trasformato nell’inarrestabile Alameda Fire, che ha bruciato per circa dieci miglia lungo la Bear Creek Greenway. Sono state distrutte migliaia di strutture e attività commerciali, e tre persone sono tragicamente morte nel disastro. I volontari della SSSIO-USA Pacific Northwest Region sono entrati in azione e hanno acquistato torce elettriche, prolunghe e kit per l’igiene, e li hanno spediti al Grants Pass Sri Sathya Sai Centre, che ha consegnato i rifornimenti ai centri di soccorso di Ashland, Talent, Phoenix e Medford. Molte persone, che hanno perso la casa negli incendi, erano anziani e residenti di case mobili nei parcheggi per roulotte. Tali persone sono state estremamente grate per i rifornimenti, avendo perso quasi tutto nell’incendio. – Organizzazione Internazionale Sri Sathya Sai Eterno Auriga


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Data di pubblicazione 1° maggio 2021

Raggiungete Dio attraverso l’Amore Dio è l’Incarnazione dell’Amore. L’Amore è la Sua natura. Il Suo Amore pervade l’universo. Questo Amore è presente in tutti. Proprio come Dio manifesta il Suo Amore nel mondo, tutti dovrebbero manifestare il proprio amore. Prema (l’Amore) è stato descritto come al di là della parola e della mente. Si dice che sia Anirvachaneeyam (indescrivibile). Questo amore non può essere ottenuto tramite l’erudizione, la ricchezza o i poteri fisici. Dio, che è l’Incarnazione dell’Amore, può essere raggiunto solo attraverso l’Amore, proprio come il fulgido sole può essere visto solo attraverso la sua stessa luce. – Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

E d i z i o n e I t a l i a n a d e l S a n a t h a n a S a r a t h i 36 Maggio 2021

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