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Suggestivi Momenti con il Divino Maestro Rani Subramanian

Suggestivi Momenti con il Divino Maestro

Rani Subramanian

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EBBI LA MIA PRIMA CHIAMATA divina nel 1950. A quel tempo, ero a Nagpur (l’allora capitale del Madhya Pradesh, nell’India centrale) ed ebbi l’opportunità di sentire parlare di Swami. Fu Kamala Sarathi, una signora devota, per me come una sorella, che per prima mi parlò di Swami. Quando ella era a Delhi, sentì parlare di Swami da una persona che le insegnava musica. Questa persona era un cantante classico che si esibiva a Prasanthi, e le disse che doveva andare a vedere Baba. Così, Kamala Sarathi andò da Swami per la prima volta, e tornò molto colpita dalla Sua Presenza. Tutto di Puttaparthi la commosse moltissimo e mi scrisse queste parole: “La prossima volta che andrò, devi venire perché ti manca davvero qualcosa! È un’anima molto grande! Si ritiene sia Bhagavan (Dio).” A quel tempo, non avevamo la convinzione che fosse Dio.

Oh! Che Indimenticabile Odissea

Sebbene le avessi detto che l’avrei accompagnata nella sua seconda visita, non potei farlo a causa di obblighi domestici. Poi riuscii ad andare con lei nel 1950. In quel viaggio portai con me i miei due figli, un maschio e una femmina. Il treno si fermò nella piccola stazione di Penukonda per appena due minuti, e dovetti letteralmente gettare i bagagli in fretta fuori dal treno. Poi, per andare alla fermata della corriera, trovammo un carro trainato da cavalli, non un carro trainato da buoi. Quel giorno ci fu un guasto alla corriera: doveva partire per Bukkapatnam (a quei tempi il villaggio più vicino a Puttaparthi), ma era in riparazione.

L’autista disse: “Amma, stiamo cercando di ripararlo e, finché non lo sarà, non possiamo muoverci; non sappiamo a che ora possiamo partire.” Perciò, aspettammo per ore e finalmente salimmo sulla corriera. Eravamo circa 10 o 12, oltre a Kamala Sarathi, i suoi due maestri di musica e c’erano anche i figli di mia sorella. Quando arrivammo a Bukkapatanam, erano quasi le 23. Poi, da lì dovemmo prendere un carro trainato da buoi per arrivare a Puttaparthi, perché a quei tempi quello era l’unico mezzo di trasporto disponibile. In realtà, però, dovemmo camminare, perché i carri trainati dai buoi trasportavano principalmente bagagli e bambini molto piccoli. I conduttori dissero: “Per quanto possibile, chiediamo cortesemente a tutti gli adulti di andare a piedi e noi trasporteremo i bambini, perché non possono camminare per due ore!” Non c’erano nemmeno altri carri trainati da buoi, perché era troppo tardi!

Era buio pesto e non c’era strada, ma delle mulattiere, piene di dossi e pietre, che permettevano solo il passaggio di un carro.

Per me, fu un’esperienza singolare dato che, in precedenza, non ero mai stata in un posto del genere! In ogni caso stavamo bene e arrivammo all’una di notte.

Accolti dal Signore

In quell’oscurità, improvvisamente vedemmo qualcuno: era Baba! Come sapeva che eravamo arrivati? Venne avanti con una grande e lunga torcia che fece lampeggiare nella nostra direzione. C’era una grande porta inferriata, non una porta di legno, che Egli aprì, e fece lampeggiare la luce per vedere chi fosse arrivato. Si avvicinò poi a mia sorella maggiore, Kamala Sarathi, e le domandò: “Avete mangiato qualcosa? Posso offrirvi qualcosa, ma sarà solo un po’ di riso appiattito (riso che viene sbollentato prima di appiattirlo in modo che possa essere consumato con pochissima o nessuna cottura - ndt) e Channa (ceci). Non posso darvi di più. Se volote dell’acqua, posso darvene un po’. Che cosa volete?” Mia sorella rispose: “Swami, non Ti preoccupare, abbiamo tutto; siamo a posto così.” Egli rispose: “Se state bene così, allora adesso dormite e ci vediamo domani mattina”, e se ne andò. La mattina dopo entrammo e ci sistemammo. C’era un grande capannone, destinato ai devoti. Alla fine del capannone c’era il sacrario di Swami dove veniva tenuta la Sua sedia. C’era l’abitudine di mettere una tenda nel mezzo, come un tramezzo, e lo stesso posto serviva anche come altare di Swami. Era lì che Egli arrivava e si sedeva per i Bhajan. Al termine, veniva tirato il sipario. Eravamo tutti nello stesso capannone, e la stanza di Swami era un piccolo luogo recintato nel cortile, dove c’era un pozzo. Poi, Swami venne dove eravamo noi. In quei giorni, entrava e usciva da quel capannone numerose volte. Arrivava in qualsiasi momento: alle 9, alle 10, alle 12, alle 14 o in qualsiasi altro orario e andava in giro a parlare in modo molto informale con tutti. Non era richiesta alcuna disciplina. Si poteva farGli qualunque domanda in qualsiasi momento. Era sempre disponibile!

Così, Egli arrivò la mattina verso le 8-8,30 e chiese: “Siete tutti ben sistemati?” Disse anche che c’era una sala d’attesa e che avremmo potuto mettere il nostro letto e i bagagli in una piccola zona lì vicino. C’erano a malapena 20-30 devoti; quindi non c’era affatto folla. A quel tempo, Prasanthi Nilayam non era ancora stata costruita.

L’Imperscrutabile Abitante Interiore

La mattina, quando Swami arrivò, parlò con entrambe le mie sorelle. Poi mi guardò, si voltò e se ne andò senza chiedermi nulla. Il giorno successivo venne e fece la stessa cosa: parlò con loro, mi guardò, ma non mi disse niente. Poi, credo che fosse il terzo giorno, mia sorella maggiore era dispiaciuta per me e mi disse: “Lo vediamo, parla con noi due, ma non con te; ci sentiamo tristi per questo. Oggi chiederò a Swami perché si sta comportando così!” Perciò, quando Egli arrivò, chiese: “Swami, perché ignori l’altra mia sorella? Non hai nemmeno chiesto chi sia! Perché stai facendo questo?” Egli rispose: “Ho delle ragioni. Conosco i suoi sentimenti e pensieri. Non è a suo agio qui, in questo ambiente o con la Mia Forma. Ella pensa: ‘I Suoi capelli, la Sua veste! Non ho mai visto nessuno così!’ Si sente un po’ strana. Quindi, le sto dando tempo. Non la sto ignorando, ma le do tempo di trovare l’equilibrio e di sentirsi a casa. Tutto è così strano per lei; non riesce a capire ed è molto confusa. Quindi, in questa fase, non posso dirle niente.” Sentii che mi stava concedendo la Sua Kripa (grazia) per aiutarmi a rasserenarmi! Egli può darti quelle buone vibrazioni per calmare la mente, poiché è ovunque. Dentro e fuori, c’è solo Lui! A quel punto, Swami cambiò atteggiamento, e pochi giorni dopo mi chiamò a colloquio. Così, mi chiese da dove venissi e altri dettagli, e alla fine domandò: “Qual è il tuo programma?” Risposi: “Swami, ho il permesso di restare qui solo dieci giorni. I miei suoceri mi hanno

dato il permesso solo per dieci giorni. Poi, devo tornare perché non sanno nulla di dove sono andata o chi sto incontrando! Saranno molto preoccupati per me; quindi, non posso prolungare il mio soggiorno.” Swami disse: “Rimani qui per almeno un mese o anche più! Ti dirò quando andare.” Risposi: “Ma Swami, dovrò informarli. Non sanno niente! Come li informerò?” Disse: “Provvederò all’invio di un telegramma; dammi l’indirizzo e non preoccuparti di nulla. Lo spedirò per te.” Allora affermai: “Va bene, Swami.”

Quello che sto cercando di trasmettere ora è che, a quel tempo, non capivo tutto questo perché non ero aperta a una vita spirituale! La vita spirituale è diversa dalla vita mondana. Allo stesso modo, anche il comportamento spirituale è agli antipodi del comportamento mondano. Egli mi stava preparando a quello stato di accettazione. Ricevetti subito il messaggio: “Se vuoi seguirMi, devi attenerti al modo in cui voglio che tu Mi segua. Non puoi dire: ‘Swami, rimarrò solo per 10 giorni!’ Non puoi prendere decisioni!” Rese tutto molto chiaro e, ora, ho avuto diverse esperienze, e sono convinta che, una volta che si comincia a seguirLo, sarà un percorso arduo, perché ci sarà opposizione. Ma se Lo si vuole, si deve essere preparati a tutto questo. Quindi accettai, e allora cominciò a parlare con me e tutto andò a posto.

Nessun Progresso senza Dolore

A quei tempi, dovevamo andare sulle colline per fare le abluzioni mattutine. Non c’erano bagni, le zanzare pungevano, ma non c’erano ventilatori. Potevano accadere cose di ogni genere; ad esempio, la pioggia poteva bagnare tutte le nostre cose, ma dovevamo mantenere la calma. Se ci si lamenta, non si ottiene merito, solo demerito. L’accettazione è merito! Questo lo comprendemmo molto chiaramente. Quindi, fu un momento molto difficile e Baba ci fece assaggiare tutto questo per mettere alla prova la nostra devozione! Se si è devoti, si possono sopportare disagi e qualunque inconveniente senza mugugni! Inoltre, ci rendemmo conto che era un Maestro difficile, ma molto grande, adatto a pochissime persone disposte ad affrontare qualunque cosa Egli dica! Inoltre, ha detto che non dovremmo cercare di capirLo. Per quanto mi riguarda, trovo che la comprensione arrivi quando si è umili. Il nostro intelletto non serve a niente! Come possiamo capire Bhagavan? Per comprendere il Divino, la grazia deve venire da Lui! E quella grazia arriva quando “eseguiamo”, cioè conduciamo la nostra vita secondo la Sua guida.

La Spiritualità è un Viaggio interiore

In quei giorni, Egli entrava e usciva dalle nostre stanze e si sedeva, mangiava e giocava con noi; era una relazione molto stretta. Così, un giorno disse: “Voi leggete tanti libri!” Noi chiedemmo: “Allora, Swami, che cosa dovremmo leggere? Vogliamo anche istruirci perché non sappiamo molto sulla vita spirituale. Abbiamo pensato che tutto questo leggere sarebbe stato d’aiuto.” Allora Egli disse: “Leggete le vite dei santi: riceverete il messaggio. Tutto quello che leggete non serve! Vi procurerà solo pesantezza alla testa. Conoscerete tutte le cose intellettuali, piene di conoscenza advaitica (non dualistica). Non c’è bisogno di tutto questo: basta leggere le vite dei santi. Essi l’hanno ottenuta (la non dualità, hanno intrapreso la via spirituale e l’hanno realizzata. L’intero pellegrinaggio è dentro; non potete cercarlo fuori, non è affatto disponibile fuori. Lasciate perdere il fuori! È un viaggio interiore.” Poi, dandoci ulteriori indicazioni, continuò: “Quando avete dei dubbi, sedetevi in silenzio e pregate così: ‘Swami, non capisco; per favore, rivelami il significato di questo e dimmi che cosa devo fare ora.’ ChiedeteMi aiuto, ma sedetevi e contattateMI attraverso la preghiera.” A me ha detto: “Rani Maa, se mai hai qualche problema, devi pregare, ma pregare sinceramente; pregare con fervore e

non superficialmente. Siediti ed entra in uno stato di calma, entra nel profondo di te stessa e prega. Ti mostrerò la Mia onnipresenza.”

Una volta entrò nella nostra stanza a Prasanthi Nilayam. In quei giorni, veniva a parlarci nella nostra camera! Non dovevamo entrare in nessuna stanza dei colloqui, e anche noi potevamo andare nella Sua ogni volta che volevamo. Aveva dato il permesso ad alcuni devoti di salire al piano superiore nella Sua stanza, e noi eravamo tra loro. Anche se avevo questo privilegio, non volevo approfittare indebitamente di questa preziosa opportunità e correre nella Sua stanza ogni volta che avevo un dubbio, perché Egli veniva anche nella nostra e così avremmo potuto farGli domande. Ho un’altra sorella che è una Brahmacharini (nubile dedita alla vita ascetica), che non si era sposata perché cercava Dio; era la nostra quarta sorella. Io e lei eravamo nella nostra stanza, e Swami vi entrò, ci guardò e disse: “Non siete ancora convinte che io sia Dio, giusto? Avete dei dubbi sulla Mia Divinità, non è vero?” Ci fece una domanda diretta. Restammo zitte e Lo guardammo soltanto, il che significava “Sì!” Non potevamo dirGlielo apertamente. Egli sa tutto: perché avremmo dovuto? Poi disse: “È naturale! Non c’è niente di innaturale. Come potete credere a qualcuno che arriva e dice: ‘Io sono Dio!?’ Non c’è nulla di sbagliato; è del tutto naturale!”

Dovete Verificare la Mia Onnipresenza

Pensammo che potesse non piacerGli, ma Egli disse che era del tutto naturale! Quindi, eravamo felici di noi stesse per essere state, in un certo senso, perdonate per i nostri dubbi. Poi aggiunse: “Ma c’è una cosa che dovete fare per rimuovere i dubbi. Non potete sempre vivere con il dubbio; quindi verificate! Se Io sono Dio, devo mostrare onnipresenza; nessun altro può essere onnipresente: solo Dio può esserlo!” I comuni guru non possono guidarci come fa Baba con noi. Egli aveva detto: “Dovete verificare la Mia onnipresenza”, aggiungendo: “Dovete farlo! Non c’è altro modo! Solo allora i vostri dubbi svaniranno.” Come potevamo appurare la Sua onnipresenza a Puttaparthi? Egli era già lì! Aveva poi detto: “Quando tornate alle vostre rispettive dimore, verificate lì se sono onnipresente! Dovete farlo per il vostro bene.”

Questo, di per sé, dimostra che grande Guru sia! Non aveva detto: “Ho affermato che sono Dio; perché dovreste avere dei dubbi? Perché non ci credete?” Invece, le parole erano state: “È naturale! Tutti abbiamo dei dubbi; ma questi, nella vita, possono essere rimossi dai vostri stessi sforzi.” Una volta mi disse: “Rani Maa, se hai la Mia grazia, è perché hai vissuto quella vita!” Essa non può essere ancora perfetta. Vedete, quando si arriva su questo sentiero con Baba, non significa che si diventerà perfetti dall’oggi al domani! Abbiamo molti difetti, molte imperfezioni, che dobbiamo trascendere in qualità di esseri umani. La vita spirituale, infatti, è completamente diversa da quella a cui eravamo abituati; tutta la nostra esistenza deve essere riorientata, riorganizzata: è un grande compito. I nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni, tutto deve essere spiritualizzato. Non è facile, perché ci siamo formati delle abitudini nel corso di molte nascite. Pensare in un modo, parlare in un altro: ciò non in una sola nascita! Viviamo come esseri umani da molte vite e ora improvvisamente dobbiamo vivere una vita divina!

Che Cosa Significa Condurre una Vita Spirituale

Che cos’è la vita spirituale? È una vita divina in cui ci si connette sempre con la Sorgente! Ciò significa pensare, parlare e agire a livello di Divinità. Questo è ciò che Baba ci disse: “Dovete verificare la Mia Onnipresenza”, aggiungendo: “Vi siete guadagnati la Mia grazia solo perché avete lavorato con il vostro Sé; non però che l’abbiate raggiunto. Iniziate istruendovi, ma dovete superare un esame

molto impegnativo: il Dottorato di Ricerca, l’ultimo.” Questo, per me, potrebbe richiedere molte nascite, ma non posso arrendermi. Anche se sono arrivata almeno fino al 10° livello, sono passata dal 1° al 10°! Ecco perché Baba disse: “Occupatevi di un solo passo per volta! Perché volete sapere ‘dove andrò?’ o ‘quanto lontano arriverò in questa nascita?’ È tutto sbagliato!” Ci disse personalmente: “Non guardate avanti! Occupatevi di un solo passo per volta in avanti!”

Possiamo essere collerici o avidi, oppure non molto cordiali, o molto egoisti; qualunque difetto possiamo avere - ognuno ne ha uno diverso, potrebbe essere qualsiasi cosa - Baba vuole che siamo altruisti. Egli ha detto: “Questa dovrebbe essere la vostra priorità: dovreste sempre mettere l’altra persona al primo posto. Dovete dimenticare voi stessi: questa è la realizzazione finale!” Qual è il punto massimo nella realizzazione del Sé? Dimenticare se stessi! Noi vogliamo sempre questo e quello solo per noi stessi, per questo corpo! Ciò è proibito nel sentiero spirituale; dovete dimenticare voi stessi. Prima di tutto vedete Dio in voi stessi; dovete essere convinti che Egli risieda in voi. Non potete vedere Dio in tutti finché non Lo vedete prima nel vostro Guru e, in secondo luogo, nel vostro Sé, come Abitante Interiore!

“Verificare” il Signore

Quindi, Swami disse: “Andate e verificate.” E io ho verificato. Mio marito era un medico e quindi, quando in famiglia c’era una malattia, potevo chiamare i medici ogni volta che volevo. Un giorno, mentre mio marito era in viaggio (dovette andare in giro per tutto il Madhya Pradesh), mio figlio si ammalò gravemente ed ebbe la febbre a 39-40 gradi per cinque giorni! Un medico venne a visitarlo, e dapprima pensò si trattasse di malaria, poi disse che era influenza; non riusciva a trovare la causa precisa. Quindi, continuò a curarlo, ma mio figlio non rispondeva a nessuna medicina! Poi, il 4° giorno, venne a dirmi: “L’ho curato per malaria, poi per influenza, e infine per dengue (malattia trasmessa da puntura di zanzara – ndt), e gli ho somministrato dei farmaci, ma, poiché non risponde ai trattamenti, tutto ciò non funziona. Quindi, sospetto che potrebbe trattarsi di tifo. Per ottenere una diagnosi corretta, dobbiamo fare un esame del sangue. Domani sera verrò a prelevarglielo e, se il test lo confermerà, inizierò la cura.” Mio figlio aveva forse 5 o 6 anni e la febbre non scendeva affatto! Cominciò a delirare, era in stato confusionale, non riusciva a riconoscere le persone, non capiva che cosa avvenisse attorno a sé e diceva un mucchio di cose senza senso! Non riconosceva neppure me, sua madre; mi fissava solo, scappava dal letto e farfugliava! Non riuscivo a capire perché facesse così, non lo sapevo; pensavo che avesse una specie di febbre cerebrale o qualcosa di simile! Cercavo di metterlo a letto, ma lui voleva scappare! Ero preoccupata e mi chiedevo che cosa gli fosse successo. Poi, all’improvviso, mi vennero in mente le parole di Baba: “Ti avevo detto di verificare la Mia onnipresenza! Ora è venuto il momento! Va’ a pregarMI.” Non avevo affatto sentito una Voce o qualcosa del genere: quelle parole mi erano semplicemente venute alla mente. Dissi alla cameriera di gestire la situazione in qualche modo e di prendersi cura del bambino, e io sarei andata a pregare. Quindi, mi recai nella stanza della preghiera. Erano le 9 e parlai con Swami: “Swami, hai detto di verificare la Tua onnipresenza. Oggi ne ho bisogno perché questo bambino si comporta in modo molto strano. Non riesco a capire che cosa stia succedendo. Voglio il Tuo aiuto! Per favore, vieni e fai qualcosa. Se davvero vuoi salvarlo, devi soddisfare tre mie condizioni. Quando tornerò da lui, deve essere profondamente addormentato; non deve scappare né dire ogni sorta di cose! Allora saprò che sei onnipresente. Quando mi alzerò la mattina e gli controllerò la temperatura, dovrà essere normale: esattamente 36,5 gradi. continua a pagina 19...