Eterno Auriga - Aprile 2021

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APRILE 2021



Eterno Auriga

Dedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’Umanità VERITÀ

RETTITUDINE

PACE

Vol.: 64 Edizione No. 4 Data della pubblicazione 1° aprile

Aprile

2021

© Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Publications Division Prasanthi Nilayam

AMORE

NON VIOLENZA

“Non considerate di scarso valore le donne. Una casa senza la donna è come una foresta. Quando la donna è presente in casa, è "per riposare". Date il dovuto rispetto alle donne e prendetevi cura dei loro bisogni e comodità. Se una donna piange, in quella casa non rimarranno ricchezza e prosperità. Pertanto, non causate sofferenza a qualsiasi donna.” SOMMARIO 4 7 10 14

La Grandezza dell’Essere Donna Discorso di Bhagavan del 19 aprile 1996 Il Bambino Parikshit e la Profezia Bhagavatha Vahini Come Swami Salvò la mia Vita Dottor Kishan N. Gadhia Installate il Regno di Rama nel vostro Cuore Messaggio di Bhagavan in Occasione dello Sri Rama Navami

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Messaggio di Bhagavan Viaggio Verso la Meta Ultima Vasanthi A. Salyankar Il Servizio Disinteressato Cambia il vostro Destino T.G. Krishnamurthy Il Mio Swami, Mio Assiduo Compagno Sujata Ravindran Menon Non c’è Nulla di Superiore alla Devozione Chinna Katha La Storia del Trayee Brindavan Simboli della Divinità Sivarathri a Prasanthi Nilayam Cronaca

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P A R O L A D E L L ' AVAT A R

LA GRANDEZZA DELL’ESSERE DONNA* LE D ONNE SONO L’I NCARNAZI O NE D E L L ’ A M O R E E D E L L A D E V O Z I O N E

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L MONDO INTERO SIMBOLEGGIA IL principio femminile. Pertanto, il Paese natio è chiamato madrepatria e la terra è chiamata Bhumata (madre terra). Tutti i corpi nascono dalla madre terra. La madre è importante per tutti e i sentimenti materni sono eccelsi, il che assicura il benessere della famiglia, della società e del Paese. L’amore della madre è estremamente sacro Una volta, il saggio Vishvamitra si recò dal re Dasharatha per chiedere il suo aiuto nell’esecuzione di uno Yajna (rito) che doveva officiare e gli disse che i demoni stavano creando ostacoli nell’esecuzione di quel rituale, chiedendogli di proteggerlo inviando i suoi figli Rama e Lakshmana. Aggiunse che aveva il potere di uccidere quei demoni, ma non poteva usarlo poiché, nell’esecuzione del sacro rituale, la violenza era proibita. Dasharatha si rattristò perché Rama e Lakshmana erano giovani e non avevano esperienza di guerra. Vishvamitra disse poi a Dasaratha che Rama e Lakshmana erano veramente divini e pregavano prima la Dea Madre e poi il loro padre. Quando Vishvamitra

* Continua dalla pubblicazione di marzo 2021. 4 Aprile 2021

convinse in tal modo Dasharatha, Rama e Lakshmana seguirono il saggio e offrirono i loro ossequi prima alle loro madri, poi al padre, indi al saggio. Perché questo ordine? Perché è la madre che dà la vita e nutre il bambino con estrema tenerezza. Quando il figlio ha una malattia, rimane sveglia giorno e notte e, quando ha la febbre, essa non tocca cibo. Tale grande amore è tipico solo della madre. Ella si prende cura del bambino con tenerezza e gli dona intenso amore. È un errore ritenere che le donne siano idonee solo a un genere inferiore di lavoro. Nei tempi moderni, sia gli uomini sia le donne vanno a lavorare e guadagnano denaro. Assumono perciò un cuoco, un autista e altri per i lavori domestici. Ma i salari di chi si trova al loro servizio di solito superano il guadagno della moglie. Se la moglie riceve uno stipendio di duemila rupie, quello dei servitori è di tremila. È come mangiare più sottaceti degli altri cibi di un pasto. Quindi, la spesa diventa più del reddito. Se invece la donna restasse a casa, potrebbe occuparsi lei stessa personalmente delle varie faccende domestiche. Recandosi invece a lavorare, arreca disagio a tutta la famiglia. Riflettete molto attentamente su questo punto. Eterno Auriga


La donna di casa cucina il cibo per la famiglia con amore e purezza. Il cibo influenza il processo mentale dell’uomo La Bhagavad Gita considera tre tipi di purezza del cibo: la purezza del cuoco, il processo di preparazione e la purezza dei recipienti. La persona che cucina il cibo non dovrebbe solo avere pulizia esteriore, ma anche purezza di cuore. Allo stesso modo, il recipiente in cui viene cotto il cibo dovrebbe essere pulito. Anche gli ingredienti utilizzati per cucinare devono essere puliti e puri. Le verdure e gli altri cibi utilizzati per cucinare devono essere in buone condizioni. In India, è pertanto un’antica pratica offrire il cibo a Dio cantando la preghiera del cibo: Brahmarpanam Brahma Havir Brahmagnou Brahmanahutam Brahmaiva Thena Ganthavyam Brahma Karma Samadhina. (Brahman è l’atto di offrire così come l’offerta. Egli è il fuoco sacrificale come anche colui che compie il sacrificio. In verità, Brahman è la meta di chi è impegnato nell’atto del sacrificio.) Quando si canta questa preghiera, il cibo si trasforma e diventa prasadam (cibo consacrato). Infatti, così facendo, ogni impurità viene eliminata. Potremmo non sapere quale tipo di recipiente venga utilizzato nella preparazione del cibo, e anche non conoscere i pensieri del cuoco che lo ha cucinato. La purezza del cibo viene così garantita attraverso la preghiera. Ogni giorno, marito e moglie litigano a tavola durante il pranzo. Uno dice di sì, l’altra di no. Qual è il motivo? Una delle ragioni di questa disarmonia è l’impurità del cuoco che si preoccupa più del suo stipendio che del benessere della famiglia. La padrona di casa, invece, cucinerà il cibo con purezza, pensando sempre al benessere della famiglia. Anche presso le famiglie reali, era la regina stessa a servire cibo ai commensali.

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Dio è il vostro vecchio amico: non solo amico, ma vecchio amico. Vecchio è oro. Gli amici terreni hanno un motivo egoistico: vi staranno vicino finché avrete denaro. Questi amici cambiano di momento in momento. Sono amici oggi e domani potrebbero dirvi addio. Dio, invece, è sempre con voi. Egli è in voi, sopra di voi, sotto di voi e tutt’intorno a voi. Quindi, amate Dio, sviluppate devozione per Dio. Questo è lo scopo della vita umana. Se c’è un carico di lavoro aggiuntivo, si possono avere servitori. Tuttavia, la preparazione del cibo e il lavoro domestico dovrebbero essere svolti dalla padrona di casa per garantire la sicurezza e la protezione della famiglia. Se la famiglia è sicura e felice, anche la società lo sarà: se la società è sicura e felice, l’intera nazione sarà sicura e felice. Quindi, la purezza e la felicità dovrebbero partire dal singolo individuo. Ecco una storia per illustrare come il cibo impuro influenzi il processo mentale dell’uomo. Una volta, ad Haridwar, c’era un uomo d’affari che, all’età di 60 anni, perse la moglie. Poiché non c’era nessuno che si prendesse cura della sua famiglia, si sentì molto triste. Egli aveva un impiegato anziano che lavorava nella sua azienda e questi aveva una figlia di 16 anni, orfana di madre. L’uomo d’affari, allora, gli chiese di dargli in sposa sua figlia. L’impiegato era un uomo avido e voleva soldi. Così, celebrò il matrimonio della figlia sedicenne con un uomo di 60 anni. La ragazza era molto triste e piangeva giorno e notte, poiché era senza madre ed era sposata con una persona attempata. Il marito corre dietro ai soldi, mentre la moglie seguirà sempre il Dharma. La ragazza si rese conto che tutto

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questo era successo perché non aveva una madre. L’uomo d’affari, inoltre, rincasava quasi sempre a tarda sera. Un giorno, a causa della solitudine e del dolore, la ragazza decise di porre fine alla sua vita. Poiché quel giorno il marito non sarebbe tornato a casa prima delle 10 di sera, pensò che fosse il momento giusto per suicidarsi, ponendo fine alla sua vita invece che trascorrerla tutta nella disperazione. Quindi, si gettò nel fiume Gange e morì. Il 10° giorno dalla morte della moglie, l’uomo d’affari servì cibo e dolci ai residenti di un ashram a Rishikesh. In questo luogo, c’era un giovane rinunciante che meditava ogni giorno. Normalmente riusciva a farlo bene, ma, quella sera, quando si sedette a meditare, si sentì a disagio perché la sua concentrazione venne disturbata dalla visione mentale di una giovane donna in lacrime. Il rinunciante, quella notte, si sedette di nuovo in meditazione, ma rivide la stessa ragazza. Non riuscì a dormire tutta la notte e cercò di sapere quale errore avesse commesso per non essere stato in grado di meditare. Trascorsa la notte, il giorno successivo egli andò dal suo guru e gli raccontò come fosse stato disturbato nella sua meditazione. Il guru allora disse: “Deve essere a causa dei tuoi cattivi pensieri. Ecco perché hai vissuto una tale esperienza.” Il rinunciante, però, rispose che non ne aveva. Il guru allora meditò per un po’ e gli chiese: “Che cosa hai mangiato ieri?” Il rinunciante rispose che aveva mangiato il cibo che era stato servito nell’ashram da un uomo d’affari. Quando il guru indagò, venne a sapere che il cibo era stato servito come parte del rituale per la morte della giovane moglie dell’uomo d’affari che si era tolta la vita perché non riusciva a sopportare le sofferenze dovute al suo matrimonio con una persona anziana. Il giovane rinunciante, pertanto, era stato disturbato nella sua meditazione perché aveva mangiato del cibo che l’uomo aveva portato nell’ashram. Da allora, il giovane smise di mangiare cibo offerto da altri nelle festività e si accontentò di quanto veniva cucinato e servito 6 Aprile 2021

nell’ashram. Sviluppate devozione per Dio È dunque necessario mangiare cibo puro e consacrato, offrendolo prima a Dio. Dov’è Dio? Dio è dentro di voi. Quando si recita la preghiera con cui si offre il cibo a Dio, Egli risponde dall’interno: “O folle! Io sono presente in te come Vaishvanara (fuoco digestivo).” Dio è presente ovunque in ogni momento. Egli è in voi, sopra di voi, sotto di voi e tutt’intorno a voi. Voi siete Dio; il vostro cuore è l’altare di Dio. L’Amore è la Sua Forma. La beatitudine è il Suo cibo. Parlando di energia, molte persone chiedono a Swami: “Swami! Da dove prendi energia? Mangi così poco!” Io dico loro: “Io non ricevo energia; sono l’Energia! L’energia è una forma della Divinità.” Non considerate le donne come esseri di scarso valore. Una casa senza una donna è come una foresta (forest); quando essa vi è invece presente, si riceve serenità e sostegno (for rest). Offrite il dovuto rispetto alle donne e prendetevi cura dei loro bisogni e comodità. Se una donna piange, in quella casa non ci saranno mai ricchezza e prosperità; non fatela quindi soffrire. La donna è l’incarnazione dell’amore e della devozione. Dal punto di vista spirituale, non esistono differenze tra uomini e donne poiché in loro è presente lo stesso Atma. Entrambi sono creazione di Dio. Dio è il vostro vecchio amico: non solo amico, ma vecchio amico. Vecchio è oro (old is gold). Gli amici terreni hanno un motivo egoistico: vi staranno vicino finché avrete denaro. Questi amici cambiano di momento in momento. Sono amici oggi e domani potrebbero dirvi addio. Dio, invece, è sempre con voi. Egli è in voi, sopra di voi, sotto di voi e tutt’intorno a voi. Quindi, amate Dio, sviluppate devozione per Dio. Questo è lo scopo della vita umana. (Bhagavan termina il Discorso con il bhajan: “Hey Siva Sankara Namaami Sankara…”) – Discorso di Bhagavan tenuto nel Sai Sruthi di Kodaikanal il 19 aprile 1996 Eterno Auriga


Bhagavatha Vahini

Capitolo 3 IL BAMBINO PARIKSHIT E LA PROFEZIA

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HIMÈ! “DOVRÀ SUBIRE INFINE un così tragico destino? Sarà questa la ricompensa per tutta la bontà che è in lui? È possibile che anni spesi nel bene abbiano per conseguenza una fine così sfortunata? Si afferma che coloro che muoiono per annegamento, cadendo da un albero o per il morso di un serpente abbiano una vita triste nell’aldilà. Queste, infatti, sono considerate morti infauste. Si dice che coloro che muoiono così diventino fantasmi e debbano soffrire molto. Perché questo fanciullo dovrebbe finire in tal modo? Oh, che cosa orribile, che ingiustizia!” Così si lamentava Yudhishthira, mordendosi le labbra per dominare il suo dolore. I bramini accorsero a consolarlo. “O Maharaja”, dissero. “Non hai motivo di addolorarti in tal modo. Un uomo così grande non incontrerà mai una simile sciagura. No. Nell’oroscopo del bambino, esaminando le posizioni dei pianeti, possiamo chiaramente notare due felici congiunzioni, che indicano Vajra Yoga e Bhakti Yoga (potere e devozione), entrambi potenti e propizi. Pertanto, non appena verrà a conoscenza della maledizione, egli abbandonerà il regno, la moglie e i figli, si ritirerà sulle rive del sacro fiume Bhagirathi (Gange) e si arrenderà al Signore. Il grande saggio Suka, figlio di Vyasa, si recherà da lui e lo inizierà all’Atma Jnana (conoscenza del Sé) attraverso la recitazione delle glorie del Signore Krishna e il canto delle Sue lodi. Così, egli trascorrerà i suoi ultimi giorni sulle sacre rive del Gange ed esalerà il suo ultimo respiro in adorazione del Signore.” Come può un uomo simile affrontare tragedie o calamità? Egli non rinascerà,

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perché, attraverso il Bhakti Yoga (Yoga della devozione), raggiungerà l’unità con il Signore dell’universo, il Purushottama.” Udendo queste parole, Yudhishthira abbandonò ogni tristezza, si rallegrò e disse: “Se è così, questa non è una maledizione; è una grazia straordinaria!” A questo punto, tutti i presenti si alzarono e resero onore ai bramini per la loro erudizione e sapienza, offrirono loro gemme e vesti di seta e il re dispose di rimandarli alle loro dimore. Yudhishthira e i suoi fratelli si trasferirono nei loro palazzi, dopo aver passato molte ore a parlare degli avvenimenti della giornata e delle paure felicemente rimosse. Erano pieni di gioia per la svolta che avevano preso le predizioni. Il fanciullo cresceva nelle stanze dei bimbi, come la luna nella metà chiara del mese. Poiché era nato per essere erede del grande impero, dopo un susseguirsi di terribili avvenimenti, tutti lo amavano e lo proteggevano come la pupilla dei loro occhi, come il loro stesso respiro. Draupadi, che era rimasta affranta per la perdita dei suoi figli (gli Upapandava), Subhadra, che aveva subito una perdita insanabile con la morte di Abhimanyu, e i fratelli Pandava, temendo che la terribile ira di Aswatthama e la sua freccia scagliata contro il figlio postumo di Abhimanyu, mentre era ancora nel grembo di Uttara, avrebbe potuto fare il peggio e distruggere per sempre la dinastia dei Pandava, si sentivano sollevati ed esultanti nel vedere il neonato. Essi erano immensamente felici e trascorrevano i giorni in adorazione dell’adorabile bimbetto, che andavano a prendere dal gineceo, ogni volta che sentivano il desiderio di vederlo e di tenerlo tra le braccia. Il bambino era anche Aprile 2021 7


molto intelligente e sembrava osservare i lineamenti di tutti quelli che lo coccolavano o gli andavano vicino, fissando i loro volti a lungo amorevolmente. Tutti erano sorpresi di quello strano comportamento. Ogni persona che gli si avvicinava veniva sottoposta a questo esame approfondito dal bambino che sembrava determinato a rintracciare qualcuno o qualcosa nel mondo in cui era venuto alla luce. Alcuni dicevano: “Purtroppo, sta cercando suo padre, Abhimanyu.” Altri affermavano: “No, no, il bambino sta cercando il Signore Krishna.” Altri ancora asserivano che sembrava stesse cercando di scoprire qualche Luce Divina. Restava il fatto che il bambino esaminava tutti, alla ricerca di qualche tratto o segno a lui noti, per riconoscere una forma che già aveva nella mente. “Pariksha” era la parola usata da tutti per quella ricerca in cui il piccolo era impegnato; infatti, ancor prima che la cerimonia del nome avesse luogo, tutti, sia a palazzo sia fuori, cominciarono a chiamare il bambino Parikshit, “colui che è impegnato in Pariksha” (la ricerca). Così, quel nome, Parikshit, gli rimase. Dal re al contadino, dallo studioso al villano, dal monarca all’uomo della strada, tutti lo chiamavano Parikshit o si riferivano a lui in tal modo. La fama del bambino cresceva di giorno in giorno ed era sulla bocca di tutti. Un fausto giorno, Yudhishthira chiamò alla sua presenza il sacerdote di corte, affinché stabilisse il momento propizio per la cerimonia di imposizione del nome al piccolo principe. Il sacerdote convocò il suo gruppo di studiosi e astrologi i quali, dopo aver studiato le congiunzioni dei corpi celesti, individuarono un giorno che tutti concordarono propizio per l’evento e stabilirono anche a che ora dovesse esattamente svolgersi l’imposizione del nome. Gli inviti a partecipare alla cerimonia furono inviati ai governanti del Paese, a studiosi e Pandit, nonché a eminenti cittadini. Il re inviò i suoi messaggeri per invitare saggi e personalità di grande ricchezza spirituale. Arjuna andò dal Signore Krishna e Lo pregò con reverenza 8 Aprile 2021

di elargire in quell’occasione la Sua grazia al bambino, e ottenne di portare Krishna con sé a corte. Quando Sri Krishna arrivò, i saggi, i bramini, i re, i governatori e i cittadini si prepararono tutti a riceverLo con rispettoso omaggio. I fratelli Pandava, magnificamente vestiti, Lo aspettavano all’ingresso principale del palazzo per offrirGli il benvenuto. Quando il cocchio del Signore fu in vista, rullarono i tamburi, le trombe squillarono un possente saluto, e gioiosi evviva si levarono da ogni gola. Yudhishthira si avvicinò al cocchio, abbracciò il Signore non appena scese e, tenendoLo per mano, Lo condusse nel palazzo, dove un alto trono era stato appositamente preparato per Lui. Dopo che il Signore si fu seduto, tutti gli altri occuparono i loro posti secondo il proprio rango e posizione. Sahadeva si recò negli appartamenti interni e il bambino fu portato su un vassoio d’oro, splendente come il sole, reso più attraente da magnifici gioielli. I sacerdoti recitavano i mantra, invocando la benedizione degli Dei affinché il bambino avesse salute e felicità. Sahadeva adagiò il bambino al centro della sala del trono. Ancelle e paggi andarono in lunghe file verso il luogo dove si trovava il principe, recando vassoi d’oro pieni di profumi e fiori, sete e broccati. Dietro i tendaggi, disposti per l’occasione, le regine Rukmini, Draupadi, Subhadra e Uttara si compiacevano della festosa scena, osservando lo sgambettare del bambino. Sahadeva poi lo prese e lo depose su un letto di fiori nel padiglione eretto appositamente per la cerimonia del nome, ma il bimbo cominciò a camminare gattoni baldanzosamente, nonostante le ammonizioni delle ancelle. A quanto pare, voleva andare in qualche posto particolare! Gli sforzi di Sahadeva per fermarlo si rivelarono inutili. Yudhishthira, che osservava i suoi movimenti con interesse, disse con un sorriso: “Sahadeva, non ostacolarlo. Lascialo andare e vediamo che cosa fa.” Sahadeva lasciò la presa, permettendo al bambino di muoversi dove voleva. Si preoccupò solamente di Eterno Auriga


tenerlo sempre d’occhio per evitare che cadesse o si facesse male, seguendolo vigile a ogni passo. Il bambino, ottenuta la libertà di movimento, corse diritto verso il luogo in cui era seduto il Signore Krishna, come se fosse una vecchia conoscenza che era ansioso di rincontrare. Afferrò i piedi di Krishna e Lo implorò con lo sguardo di prenderlo in grembo e coccolarlo. Il Signore vide il suo desiderio e fece una sonora risata. Quindi, si chinò per sollevarlo e prenderlo in grembo. Seduto sulle sue ginocchia, il principino fissava il volto del Signore senza nemmeno battere le palpebre, senza voltare mai la testa, né distogliere lo sguardo, senza toccare nulla con le mani, rimanendo in perfetto silenzio. Egli sedeva immobile e Lo fissava. Tutti erano sbalorditi da questo comportamento, così insolito per un bambino. Anche Krishna condivise la sensazione che pervadeva la sala, e rivolgendosi a Yudhishthira disse: “Quando mi era stato detto che questo bambino fissava chiunque gli si trovasse davanti e ne studiava i lineamenti, non volli crederci; pensavo fosse una nuova spiegazione data dai sacerdoti per descrivere i gesti e i giochi dei bambini. Ora vedo, però, che è davvero strano: questo bimbetto ha cominciato a esaminare anche Me! Adesso lo metterò alla prova.” Il Signore cercò quindi di distogliere l’attenzione del bambino da Sé ponendogli davanti una serie di giocattoli e nascondendosi alla sua vista. Si aspettava che il piccolo Lo dimenticasse presto, ma la sua attenzione non era attratta da nessun oggetto. I suoi occhi erano fissi inesorabilmente sul Signore, e cercava Lui e nessun altro. Cercava inoltre di spostarsi verso il luogo in cui pensava si trovasse Krishna. Quando i tentativi di distogliere l’attenzione del bambino da Sé si dimostrarono inutili, Krishna dichiarò: “Questo non è un bimbo qualsiasi: egli ha superato la Mia prova. Quindi, il nome Parikshit è il più adatto a lui; lo sta già mettendo in pratica!”

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A questo punto, i Pandit recitarono versi sacri per invocare le benedizioni sul piccolo. I bramini recitarono alcuni passi dei Veda, il suono delle trombe lacerò l’aria, e le donne cantarono inni augurali. Il precettore di famiglia intinse un gioiello con nove gemme in una coppa d’oro colma di miele e scrisse il nome del bambino sulla sua lingua. Il nome fu pure scritto con chicchi di riso sparsi su un piatto d’oro, e il riso gli fu poi versato sulla testa come augurio di prosperità e felicità. Così, la cerimonia del nome fu celebrata in grande stile. Al momento del congedo, gli uomini e le donne che erano presenti ricevettero doni come si addiceva al loro rango. Tutti parlavano ammirati del modo meraviglioso in cui il bambino aveva cercato di essere tenuto in grembo dal Signore, e molti lodavano la salda fede che il bimbo aveva già conseguito. Yudhishthira, stupito del singolare comportamento del principino, si avvicinò a Vyasa, il grande saggio, per sapere da lui il motivo di quella insolita ricerca e conoscere le conseguenze di quell’atteggiamento. Vyasa disse: “Yudhishthira! Quando il bambino era nel grembo materno, e la freccia mortale che Aswatthama aveva lanciato per distruggerlo lo stava raggiungendo, il Signore Krishna entrò dove si trovava il feto, lo mise al sicuro e lo salvò dalla distruzione. Questo bambino, perciò, era ansioso di conoscere chi lo aveva salvato sin da quando si trovava nel grembo materno. Iniziò a esaminare chiunque per scoprire se avesse la stessa radiosità che aveva visto mentre era ancora nello stato fetale. Oggi ha ammirato quella Forma Divina in tutto il Suo splendore ed è quindi andato diritto verso di Lui per pregarLo di prenderlo sulle ginocchia. Ecco la spiegazione dello strano comportamento che sei curioso di conoscere.” Sentendo le parole di Vyasa, Yudhishthira versò lacrime di gioia e gratitudine. Sopraffatto dalla felicità per l’inesauribile grazia del Signore, Gli rese un riverente omaggio.

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COME SWAMI SALVÒ LA MIA VITA Dottor Kishan N. Gadhia

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UELLA CHE SEGUE È UNA BREVE storia di come, nel 1960, entrai a contatto diretto per la prima volta con Sai Baba, e dei molti miracoli personali ed esperienze che ho avuto negli ultimi cinquant'anni. Sentii parlare di Bhagavan per la prima volta alla fine degli anni ’50 da

mio cugino, dottor D.J. Gadhia. Dopo le sue esperienze personali nel corso di molti anni, egli era convinto che Bhagavan non fosse altro che la reincarnazione di Shirdi Sai Baba, che visse fra il XIX e l’inizio del XX secolo nel nord dell’India. Shirdi Sai Baba era nato come Sri Sathya Sai Baba, con il compito precipuo di realizzare la trasformazione personale degli esseri umani attraverso l’amore e il servizio disinteressato. Tutto questo sembrava davvero molto bello, ma i miei genitori e il resto della famiglia in quei primi giorni continuarono a pregare, come fanno normalmente gli indù, Rama, Krishna e Shiva. Fu solo quando ebbi un’esperienza diretta e personale con Bhagavan che Ne compresi pienamente la vera divinità. Il Primo Incontro con la Divinità

Durante il mio periodo come studente di Medicina a Jamnagar nel 1957, mi recai in pellegrinaggio con un piccolo gruppo di amici in vari templi nel sud dell’India. Una delle destinazioni doveva essere Puttaparthi, un piccolo villaggio di appena qualche migliaio di abitanti, e dimora del nostro amato Bhagavan. Visitammo numerosi templi e centri di ritiro spirituale, tra cui l’Ashram di Sri Aurobindo a Pondicherry (Puducherry). In quel periodo, però, per una ragione o per l’altra, non riuscimmo ad arrivare a Puttaparthi. Forse i tempi non erano maturi per 10 Aprile 2021

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vedere il Divino faccia a faccia. Tuttavia, nel 1960 giunse finalmente il momento in cui, con alcuni compagni studenti di Medicina, andai a Puttaparthi per la prima volta. Cinquantacinque anni fa, non c’erano alloggi per i visitatori. Non c’erano ricoveri nemmeno per stendere un letto per la notte. A quei tempi, Prasanthi Nilayam era un Ashram molto piccolo, con solo un semplice Mandir disadorno come struttura principale. Il professor Kasturi, ardente devoto di Bhagavan, ci consigliò gentilmente di approntare un letto di fortuna sotto un albero di fronte al Mandir, in modo da poter riposare la notte dopo il lungo viaggio da Jamnagar, una piccola città nello Stato del Gujarat. Così facemmo, e al mattino dovemmo camminare fino al fiume Chitravathi, a circa un chilometro di distanza, per le abluzioni quotidiane. Prima di continuare la descrizione del mio primo incontro con Bhagavan, vi racconterò un piccolo episodio accorsomi a Jamnagar alcune settimane prima. Mio cugino, dottor D.J. Gadhia, era venuto a trovarmi a Jamnagar dopo la sua visita a Bhagavan a Puttaparthi. A Jamnagar, mi portò in una gioielleria per comprare un piccolo contenitore d'argento in cui avremmo tenuto la Vibhuti. Dopo essere arrivati a casa, prese della Vibhuti che gli era stata data da Bhagavan, in modo da poter riempire il contenitore d’argento che aveva appena acquistato per me. Quando io aprii il contenitore, con nostro grande stupore, scoprimmo che era già pieno di profumata Vibhuti! Mio cugino capì subito che questo era uno dei miracoli di Bhagavan, ma la mia mente dubbiosa mi diceva che doveva esserci un’altra spiegazione più “razionale” per questo. Pensai che il negoziante fosse probabilmente un devoto di Bhagavan e che avesse riempito il contenitore prima di incartarlo. Così, il giorno dopo, andai dal negoziante, il quale mi assicurò di non aver nemmeno mai sentito il nome Sri Sathya Sai Baba. Tuttavia, la mia Eterno Auriga

mente non era convinta che questa potesse essere stata opera di Bhagavan. Tornando al mio primo incontro con Lui, il professor Kasturi venne da me e dai miei compagni studenti di Medicina e ci informò che Sai Baba ci avrebbe concesso un’udienza e che saremmo dovuti procedere nella stanza dei colloqui. Quando vi entrammo, Swami cominciò subito a chiamare ogni studente per nome e a nominare il paese da cui ognuno di essi proveniva. Nessuno di noi aveva menzionato in precedenza questi dettagli ad alcuno. Questa fu una vera emozione per tutti noi. Swami, poi, prese ad arrotolarsi le maniche della veste e ad agitare la mano destra con un movimento rotatorio. Non appena iniziò a far questo, cominciò a fluire dalle sue dita della Vibhuti, che Egli distribuì a tutte le persone del mio gruppo, tranne che a me! Dissi allora a Swami che a me non l’aveva data, ma Egli si voltò e disse di averlo già fatto mettendola in un contenitore d’argento a Jamnagar! A questo punto ero senza parole. Poi Baba chiese: “Hai bisogno di ulteriori prove”? Risposi subito di non averne bisogno e di essere pienamente convinto che Egli fosse Dio incarnato. Mia Madre ha un Attacco di Cuore

Durante l’udienza, Swami mi chiamò da solo in una stanza più piccola all’interno della stanza delle “interview”. Quando entrammo, disse: “Tua madre ha appena avuto un infarto in Uganda e ora si trova in un ospedale di Kampala. Non occorre allarmarsi. Mi prenderò Io cura di lei.” Iniziò quindi a muovere la mano con un gestro rotatorio, materializzò della Vibhuti e me la diede con la precisa indicazione di inviarla a mia madre in Uganda. Dopo aver raggiunto Bombay (Mumbai), telefonai a mio padre in Uganda per chiedere informazioni sulla salute della mamma. Egli rimase sorpreso che io sapessi già dell’attacco cardiaco di mia madre. Gli raccontai allora che cosa era accaduto nella stanza dei colloqui e Aprile 2021 11


gli dissi che la Vibhuti materializzata sarebbe stata inviata immediatamente per posta. Dasara 1963

Ho avuto la grande fortuna di essere stato a Puttaparthi, in occasione della festività di Dasara del 1963, per assistere a uno dei momenti veramente grandi, quando cioè Swami eseguì il Vibhuti Abhishekam (l’aspersione della sacra cenere) della statua di Shirdi Sai Baba. Ricordo che ero seduto in quarta fila, e, quando Swami completò l’Abhishekam, tutti noi seduti nelle prime file eravamo completamente ricoperti di cenere sacra. Fu davvero una grande benedizione divina essere stati testimoni di questo evento. Ritorno in Uganda

Mi laureai in Medicina nel 1966 e, dopo la cerimonia di laurea, andai a Puttaparthi. Ero seduto nelle file del Darshan di fronte al Mandir, e Swami si avvicinò e mi chiese: “Stai tornando in Uganda?” Risposi affermativamente. Egli poi materializzò il Suo biglietto da visita, con impressa la Sua immagine, il nome e l’indirizzo. Quando mi dette questo biglietto, mi disse di tenerlo sempre in tasca e non nella stanza della Puja. Così partii per l’Uganda. Mi sposai con Tarla nel 1967 e decisi di aprire uno studio medico nella cittadina di Masaka, a circa 80 km dalla capitale Kampala. Sebbene fossi molto lontano fisicamente da Swami, sentivo che Egli era sempre con me a Masaka. Swami Visita l’Uganda

Nel 1968, Swami fece il Suo unico viaggio all’estero in Africa orientale, visitando l’Uganda e per un breve periodo il Kenia. Rimase in Uganda complessivamente per quattordici giorni, e io andavo per avere il Suo Darshan nei fine settimana quando non visitavo i pazienti. Un giorno concesse un colloquio a tutti i medici locali. Chiamò un mio zio (il padre del dottor D.J. Gadhia) e lo informò che

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avrebbe fatto visita alla residenza di Gadhia a Kampala, aggiungendo: “Puoi chiamare tutti i tuoi famigliari e dir loro di essere presenti a casa tua quando verrò Io.” Restammo tutti sbalorditi nell’udire queste parole e con grande felicità facemmo tutti i preparativi necessari per la grande occasione, quando il Divino sarebbe venuto nella nostra casa nella Sua forma fisica. Swami arrivò e tutta la famiglia Gadhia era presente ed euforica per la presenza dell’ospite speciale, che concesse a tutti il Padanamaskar. Successivamente disse: “È giunto il vostro momento di lasciare questo Paese, di andarvene.” Consigliò a tutti coloro che erano di etnia indiana di abbandonare l’Uganda. Restammo tutti scioccati da queste parole, poiché la maggior parte di noi era nata in Uganda e, a tutti gli effetti, questo era il nostro Paese. Dove saremmo andati e, in ogni caso, quale Paese ci avrebbe accettato? Detti tuttavia ascolto al Suo consiglio, vendemmo la mia proprietà e depositai il ricavato in una banca londinese. In Uganda, nel 1972, ci fu un colpo di stato militare e il generale Idi Amin Dada prese il controllo del Paese e avvertì tutti i non africani di andarsene entro novanta giorni; in caso contrario avrebbero dovuto affrontare gravi conseguenze, compresa la morte. Fortunatamente, Swami ci aveva avvertiti con largo anticipo, e io provvidi a organizzarmi per lasciare l’Uganda non appena possibile e partire per il Regno Unito. Faccia a Faccia con la Morte

Stavo andando in macchina da Masaka a Kampala per chiedere anche ai miei genitori di fare immediatamente i preparativi per lasciare l’Uganda. Lungo la strada, mi imbattei in un posto di blocco militare. Uno degli ufficiali mi chiese se avessi delle armi in macchina e lo scopo del mio viaggio a Kampala. Detti le risposte appropriate e gli chiesi di lasciarmi

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passare, ma egli non lo fece. Mi disse invece di scendere dalla macchina e mi puntò una pistola al petto. Poi mi ingiunse di fermarmi sul ciglio della strada, vicino ad alcuni cespugli. In quel preciso istante, un africano alla guida di un taxi, che mi conosceva, fermò la sua macchina e supplicò l’ufficiale di lasciarmi andare, ma inutilmente. L’ufficiale minacciò persino il tassista di sparargli se non se ne fosse andato. Non sorprende che questi ripartisse in fretta e furia. A quel punto mi sentii completamente impotente, pensando che la fine della mia vita fosse vicina. Il militare, puntandomi la pistola al petto, mi chiese quale fosse il mio ultimo desiderio. Lo supplicai allora di lasciarmi libero, in modo che potessi tornare dalla mia famiglia a Masaka. Rifiutò categoricamente, ma mi offrì una sigaretta. Gli dissi che non fumavo, così egli aggiunse: “Prega per l’ultima volta; ti concederò due minuti.” Misi la mano in tasca e presi il biglietto da visita di Swami. Ricordai che Egli mi aveva detto di portarlo sempre con me e di non lasciarlo nella stanza della Puja. Molto spaventato, iniziai a pregare Swami tenendo il biglietto sulla testa e sul petto. L’ufficiale mi disse poi che il tempo per le preghiere era finito, ma che, prima di spararmi, era curioso di sapere chi stessi pregando. Gli mostrai il biglietto da visita su cui era scritto: “Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, Puttaparthi, Penukonda Taluka, Distretto di Anantapur”. C’era anche la Sua immagine. Quando l’ufficiale lo ebbe guardato, sorprendentemente me lo restituì dicendo: “Vai.” Qualcosa gli aveva impedito di spararmi.

Nel 2004, mentre mi trovavo nell’Ashram di Whitefield, Swami un giorno mi chiamò e mi chiese di narrare la storia di cui sopra agli studenti che erano presenti nella residenza di Swami, il Trayee. Dopo il mio racconto, disse agli studenti che, quando l’ufficiale aveva preso in mano il biglietto da visita,

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aveva visto l’immagine di Swami su di esso e aveva immediatamente cambiato idea sul fatto di uccidermi. Swami confermò di aver fatto completamente cambiare idea all’ufficiale che mi aveva lasciato andare. Ora, ecco il seguito più interessante dell’episodio sopra descritto. Swami disse che, dopo aver visto la Sua immagine sul biglietto da visita, l’ufficiale aveva trovato una foto di Swami da tenere per sé. Il militare teneva quella foto nella sua casa in Uganda e meditava su di essa. Swami aggiunse che, un giorno, mentre stava meditando, l’ufficiale udì una sonora risata che lo fece restare a bocca aperta, dato che non c’era nessun altro in casa. Swami rivelò che la risata era proprio la Sua, e continuò: “Sono uscito dalla foto e ho ordinato all’ufficiale di venire a Puttaparthi per ricevere delle benedizioni.” Disse anche all’uomo di smettere di essere crudele e violento, e sorprese tutti riferendo che l’ufficiale era andato a Puttaparthi per ricevere le benedizioni e che era stato chiamato per un colloquio, durante il quale Swami gli aveva donato una veste come pegno del Suo amore. Non fui a conoscenza di questo episodio fin quando Baba, quel giorno, non ne parlò. Ne rimasi davvero sconcertato. Swami aggiunse anche di aver cambiato il militare da “Vali a Valmiki” (da scimmia a grande saggio). In Conclusione

Swami, negli ultimi cinquant’anni, ha compiuto molti miracoli per me e la mia famiglia. L’elenco comprende la soluzione di problemi personali, medici e finanziari. Tutti i miei famigliari hanno piena fede e fiducia in Swami, ed Egli, a Sua volta, ha sempre riversato su tutti noi le Sue benedizioni e il Suo amore. – L’autore, medico, è da oltre cinquant’anni un ardente devoto di Bhagavan

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M E S S A G G I O D I B H A G AVA N I N O C C A S I O N E D E L L O S R I R A M A N AVA M I

INSTALLATE IL REGNO DI RAMA NEL VOSTRO CUORE Che cosa possono fare gli effetti malvagi dell’Era di Kali a un uomo il cui cuore è pieno di compassione, la cui parola è soffusa di verità e il cui corpo è dedicato al servizio degli altri? (Verso Sanscrito)

S E G U I T E S E M P R E I N O B I L I I D E A L I S TA B I L I T I D A R A M A Incarnazioni dell’Amore Divino! NA MENTE TRANQUILLA, UN parlare pieno di verità e un corpo dedito al servizio: chi possiede queste tre qualità è descritto come l’incarnazione della triplice purezza. Una tale persona è la più nobile di tutti gli esseri umani. Tulsidas ha proclamato che la vita umana è redenta quando ogni talento e ogni momento vengono utilizzati dall’umanità per realizzare il Divino. Tutto, nell’universo, è simile a Dio perché è manifestazione del Divino. Le Scritture, riguardo a questa manifestazione divina, dichiarano “Sarvam Khalvidam Brahma” (in verità, tutto questo è Brahma). Quindi, chiunque adori il

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Signore Supremo dovrebbe adorare anche Prakriti (la Natura). Dovrebbe amare la Natura e adorarla. Essa non è diversa dal Paramatma (Sé Supremo). La Natura è l’effetto e Dio è la causa ed è l’espressione di questa relazione tra causa ed effetto. La bontà è sinonimo di Dio. Quindi, è solo contemplando le qualità di Dio che l’esistenza umana trova compimento. Il corpo di un essere umano che non pensa in questo modo è solo un pezzo di argilla. Le parole, le azioni, i pensieri di Dio sono sempre puri, altruistici e infinitamente preziosi. La verità di ciò è illustrata da un episodio del Ramayana.

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Teatrali atti di Dio per dimostrare la Sua onnipresenza Una volta, passeggiando con il saggio Vishvamitra, Rama si sedette su una pietra nell’Ashram di Gautama. In quel preciso momento, una donna emerse dalla pietra. Tuttavia, Rama non si sentì orgoglioso che, con un semplice tocco dei Suoi Piedi, la pietra si fosse trasformata in una donna. Al contrario, si sentì triste per il fatto che i Suoi piedi avessero toccato la moglie di un grande saggio, facendogli quindi commettere un’azione sbagliata. Questo dimostra che Dio dimora nella mente dei saggi. Egli s’abbandona ad atti teatrali come questi per dimostrare la Sua onnipresenza nell’universo e per insegnare al mondo la grandezza della Natura. Un altro episodio rivela un ulteriore aspetto del Divino. Per tutte le potenti azioni compiute da Hanuman e il grande aiuto da lui reso, Rama gli chiese: “Hanuman! Quale ricompensa posso darti? A parte esprimerti la Mia gratitudine, non posso darti una ricompensa adeguata. L’unico modo in cui posso dimostrarti gratitudine è che ogni volta che pensi a Me, in qualsiasi momento della tua vita, io apparirò davanti a te.” Rama stava mostrando gratitudine ad Hanuman in questo modo. Ciò indica che il dovere principale dell’uomo è essere grato per tutta la vita alla persona che gli ha permesso un buon risultato. L’uomo deve realizzare la sua divinità e guardare tutta la Natura dal punto di vista divino. Egli, invece, guarda tutto solo dal punto di vista mondano. Il corpo è di fatto deperibile, ma è anche il mezzo per realizzare la verità imperitura. Ciò significa che ogni parola dovrebbe riguardare il Divino, ogni azione essere santa, ogni pensiero vertere su Dio. Questo è l’appello che Thyagaraja fece alla sua mente: “O mente, pensa sempre a Sri Rama.” Thyagaraja cantava continuamente il Nome di Rama e le Sue glorie. Questo è un esempio per il mondo. Rama, ideale esempio di rettitudine Eterno Auriga

Rama è l’esempio supremo di come le persone dovrebbero comportarsi nel mondo, di come un Paese dovrebbe essere governato, di come l’integrità e la moralità degli esseri umani dovrebbero essere protette. Azioni nobili, qualità ideali e pensieri sacri sono le basi fondamentali del carattere. Rama è l’incarnazione stessa di questi tre attributi. Ciò significa che ogni essere umano dovrebbe coltivare pensieri sacri, compiere azioni rette e sviluppare buone qualità. Rama ha dimostrato con le Sue parole, pensieri e azioni come si può vivere una vita del genere. Egli seguiva l’antica ingiunzione: “Dite la Verità. Praticate la Rettitudine.” Rifuggendo dalle parole dure, Rama rallegrava tutti con le Sue dolci parole. Egli contrastava le parole aspre degli altri con la compostezza, la pazienza, la dolcezza e il sorriso. Non si intromise mai negli affari altrui, non prestò mai attenzione ai loro difetti, non si abbandonò mai alla derisione e non causò mai alcun dolore agli altri per il modo in cui parlava loro. È essenziale che tutti seguano l’esempio di Rama, coltivino le Sue molte nobili qualità e compiano azioni rette. Le persone dovrebbero alimentare pensieri sacri. Non ritirare la parola data L’uomo è un’immagine del Divino. Il Signore ha dichiarato nella Gita: “Il mio Spirito è lo Spirito che dimora in tutti gli esseri.” Dio è l’Abitante Interiore di tutti gli esseri. Oggi, nella ricerca del potere, gli uomini sono pronti a commettere qualsiasi tipo di crimine e a infliggere qualunque danno ad altri pur di raggiungere i loro fini. Rama, al contrario, rinunciò al regno e scelse di affrontare le prove della vita nella foresta per onorare la promessa fatta da Suo padre. Dimostrò al mondo che non si dovrebbe mai rimangiarsi la parola data. Rinunciò al trono e divenne un abitante della foresta. Nella vita, non sono le comodità e gli agi a essere importanti. L’importanza suprema della Verità era ciò che Rama voleva offrire al mondo. Non si dovrebbe mai venir meno al proprio impegno, anche a costo della Aprile 2021 15


vita. Oggi, tuttavia, gli uomini ritrattano le loro parole da un momento all’altro e, a ogni piè sospinto, si abbandonano alla menzogna. Le promesse vengono dimenticate. Come può il principio di Rama prosperare in un ambiente simile? Il principio di Rama è lontano da un’atmosfera del genere. Dio sarà vicino solo a quelle persone i cui pensieri, ideali e azioni sono in accordo con quelli di Rama. Rama era di parola, mentre l’uomo è esattamente il contrario. Ci si potrebbe chiedere: “Data la situazione, com’è possibile dire che c’è la divinità negli esseri umani?” Non lo è assolutamente! In tali esseri umani, c’è l’animalità o la natura demoniaca. Qualunque Sadhana (pratica spirituale) si possa eseguire o per quanto si reciti il Nome del Signore, Dio non giudicherà in base a questi criteri. Che trasformazione c’è nel proprio cuore? Se non c’è la trasformazione del cuore, a che servono le pratiche spirituali? La Divinità è insita nel santuario del corpo L’uomo non è una semplice creatura di carne e ossa: è l’incarnazione dell’Atma. Solo quando riconoscerà questa verità gli sarà palese la vera spiritualità. Concentrandosi tutto il tempo sul corpo fisico come unica realtà, il tempo viene sprecato in pratiche esteriori. Il corpo dovrebbe essere considerato come il tempio di Dio. Considerarlo diversamente è un segno di stoltezza. Solo colui che riconosce che la Divinità dimora nel santuario del suo corpo è un vero essere umano. Le Scritture dichiarano: “Nel tempio del corpo umano abita il Sé individuale che è l’Eterno Sé.” A tal proposito, si può notare che anche gli studiosi e le persone intelligenti tendono a far confusione su questo argomento. Le persone che affrontano infinite difficoltà per acquisire posizioni, potere o reputazione non si preoccupano di dedicare, anche una piccola parte dello sforzo che compiamo, per guadagnare la grazia di Dio. La lezione insegnata dalla storia di Rama è diversa. Tulsidas disse: “Rama! Sono impotente, povero 16 Aprile 2021

e zoppo.” Perché disse di essere zoppo? Aveva mani e gambe, testa e altre membra. Tuttavia, dichiarò di essere zoppo. Qual è il significato profondo di questo? “A che serve avere le mani quando non sono in grado di servirTi, o Rama? A che serve avere gli occhi quando non riesco a vederTi? Dunque, sono veramente cieco.” Tulsidas dichiarò che le membra che non vengono usate al servizio del Signore sono sprecate. Anche Purandaradasa cantò nello stesso modo: “Ahimè, anche se sono dotati di occhi, gli esseri umani non vedono la forma gloriosa di Dio! Anche se hanno orecchi, non ascoltano i canti di lode al Signore.” Gli uomini usano i loro occhi per guardare le attrazioni del mondo e non la forma fulgida di Dio. Finché l’uomo è affascinato da Prakriti (il mondo fenomenico), non può comprendere il Divino. Anche le persone più eminenti sono soggette a questa debolezza. Questo è il segno della potente influenza dell’Era di Kali. Il Regno di Rama è il Dharma Per cominciare, comprendete che cos’è il Regno di Rama. È il regno della moralità, della verità e delle virtù. Regno (Rajya) di Rama significa ‘ciò che genera felicità’ (Ramayati). Non dovrebbe esserci malevolenza nei confronti di nessuno. Nessuno dovrebbe essere danneggiato. Questo è il Regno di Rama. Quando tali sentimenti sorgono tra le persone, questo Regno verrà alla luce spontaneamente. È con tali sentimenti che Tulsidas magnificò Rama. Il suo Ramayana è soffuso della sua profonda esperienza devozionale. Egli esclamò: “Rama! Io non possiedo capacità di alcun genere, non ho praticato alcun tipo di yoga, nessun metodo di meditazione, né possiedo dei beni. Ho solo una cosa, e cioè il mio amore. Ti amo per amore dell’amore.” Pratiche spirituali di vario genere, inclusi japa, yoga e simili, non vi porteranno alla realizzazione di Dio. Non suggerisco di interrompere questi esercizi: le attività devozionali sono migliori di molti altri passatempi inutili. Ma, se volete avvicinarvi Eterno Auriga


a Dio e sperimentarLo, dovete trasformare il cuore. Quel che seminate raccoglierete. Seminate i semi dell’amore e ne raccoglierete i frutti. Seminate il seme dell’immortalità e raccoglierete i frutti dell’immortalità. Oggi volete frutta dolce, ma seminate semi velenosi. Questa è un’azione sconsiderata. Alcune persone dicono di essere troppo deboli per scalare le vette spirituali, ma avete la forza di commettere peccati e compiere azioni sbagliate. La forza richiesta per azioni buone o cattive è la stessa. Di fatto, è più difficile commettere peccato che essere buoni e meritevoli. Pronunciare una menzogna è difficile. Dire la verità è facile. Dire la verità non richiede alcuno sforzo, mentre dichiarare vero ciò che non lo è, richiede una notevole ingegnosità. Pronunciare una menzogna è quindi più difficile. Allo stesso modo, imbrogliare è più difficile che essere onesti. Molti devoti dicono a Swami di essere coinvolti nelle spire del Samsara (vita familiare e terrena) e non sono in grado di staccarsene. Ma qual è la verità? Siete voi ad aggrapparvi al Samsara o è il Samsara che vi tiene nella sua morsa? Il Samsara ha forse mani per trattenervi? Siete voi ad avere le mani e ad aggrapparvi alla vita mondana. Il Samsara non vi trattiene. È un paradosso per voi dire che esso vi tiene nella sua stretta quando la verità è diversa. È l’attaccamento eccessivo a esser la causa dei problemi dell’uomo. Fate tutto come un atto di offerta al Divino. Senza fede in Dio l’uomo cessa di essere umano. La deviazione della mente nelle riunioni religiose I devoti che presenziano ai Bhajan rivolgono il loro sguardo da una parte e dall’altra senza concentrarsi sui canti. Se non sono interessati ai Bhajan, perché dovrebbero venire? Una volta, a un raduno di studiosi e adoratori, Ramakrishna Paramahamsa schiaffeggiò Rani Rasmani (la regina Rasmani). Tutte le persone rimasero sbalordite

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dall’azione di Ramakrishna. La Rani Rasmani si sentì umiliata. Ramakrishna spiegò di aver sentito che ella pensava ai suoi affari di corte mentre era seduta al raduno religioso. Questo era estremamente riprovevole e quindi egli l’aveva schiaffeggiata. È altrettanto riprovevole che i devoti stiano ai Bhajan e dirottino i loro pensieri su questioni mondane. Stando in buona compagnia, come si possono intrattenere cattivi pensieri? La gente parla del Satsang. Che cos’è il Satsang? Non è una semplice riunione di dieci devoti. “Sat” si riferisce a ciò che esiste in tutti e tre i periodi di tempo: passato, presente e futuro. Il termine si applica al Divino. Satsang, quindi, significa ‘associazione con il Divino’. Dio si compiace solo dei sentimenti profondi Ogni parola ha un significato profondo e sacro, ma alla gente comune non piacciono queste interpretazioni e gradiscono ciò che è banale e gradevole per le orecchie. Non voglio compiacere le persone in questo modo. La verità deve essere insegnata. Un giorno o l’altro, le persone lo capiranno. Per il momento, i detti mondani possono piacere alle persone, ma spiritualmente non hanno alcun valore. Dio si compiace dei sentimenti profondi e non dello spettacolo esteriore. La maggior parte delle persone, però, è interessata solo all’esteriorità e non si preoccupa dei sentimenti profondi. Se rompete il ramo di un albero e lo piantate nella sabbia, esso diventerà forse un albero? Deve essere piantato nel terreno dove può creare le radici. Allo stesso modo, i sentimenti devono sorgere nel cuore e radicarsi profondamente in esso; allora i frutti appariranno nel mondo esterno. Pertanto, coltivate i sentimenti all’interno e godetevi il frutto fuori. Tali saggi insegnamenti furono impartiti al popolo durante il regno di Bharata e Rama. Quando parliamo di stabilire il Regno di Rama, non bisogna pensare che ciò riguardi solo continua a pagina 22... Aprile 2021 17


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Prasanthi Nilayam

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Mio caro! Hai fame spirituale? La fame spirituale è il senso ultimo di ogni attività nella vita. L’insoddisfazione e l’irrequietezza che rimangono anche dopo aver soddisfatto tutte le necessità dell’esistenza, mostra che tutti, consciamente o inconsciamente, soffrono di fame spirituale che non si placa finché non si realizza lo spirito interiore. Senza questo divino malcontento non c’è vero progresso. La pace nel mondo è possibile quando tutte le persone del pianeta si svegliano ai fatti che governano la vita universale e quando, tra gli abitanti del mondo, c’è un sentimento di bontà, amore e unità da cuore a cuore. Ti benedico Sri Sathya Sai Baba

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VIAGGIO VERSO L'ULTIMA META Vasanthi A. Salyankar

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HAGAVAN SRI SATHYA SAI BABA entrò nella mia vita nel 1958 quando, durante una visita a Mangalore (Mangaluru), a casa dei miei genitori vidi la Sua foto sul nostro altare. Non vedevo l’ora di conoscere questa nuova persona con un’insolita corona di capelli. In seguito, mia madre mi diede il libro Sathyam Sivam Sundaram. Dopo un’attenta lettura, sentii in me un nuovo impulso devozionale e desiderai ardentemente incontrare Baba. Poi, subito dopo, a Bombay (Mumbai), un giorno incontrai un’amica del college che mi portò in un luogo dove si stava formando della Vibhuti copiosa e profumata sulle foto di Baba e persino sul muro dietro l’altare. Il mio desiderio di incontrarLo si intensificò e feci alcuni tentativi per raggiungerLo. I miei sforzi dettero frutto solo nel novembre 1967, quando arrivammo a Puttaparthi. Bhagavan Baba ci benedisse con un’udienza. Gli dissi che, una volta al mese, facevamo Bhajan comunitari e che io tenevo anche delle lezioni nella nostra casa a Mumbai per un gruppo di figli di alcuni amici e dei vicini. Dissi anche che mi piaceva stare in mezzo a loro e cercavo di trasmettere, attraverso storie e Bhajan, l’importanza di una vita basata sui valori. I bambini amavano le lezioni e le frequentavano regolarmente, partecipando attivamente a tutti gli argomenti e alle attività. Baba era molto felice e disse che le Sue benedizioni erano a disposizione di tutti noi e che avrei dovuto continuare le attività. Poi chiese amorevolmente di tornare a Puttaparthi. Nati in una famiglia in cui i genitori erano aspiranti spirituali e in grado di creare in casa un clima e un ambiente favorevoli per noi, giovani e teneri bimbetti, durante i primi anni

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formativi, la nostra vita ha avuto come regola la disciplina. Sotto la cura e la guida della mia cara madre, che era una Vidwan (erudita) e insegnante spirituale in Kannada in una scuola di Mangaluru, e mio padre, noto musicista, abbiamo condotto una vita incentrata su Dio con l’intera famiglia di diciotto membri che, al tramonto, pregavano assieme. Mia madre ha sempre creduto che una famiglia che prega assieme rimane unita. Pioggia di Grazia Divina Sposata in una famiglia religiosa, le mie aspirazioni spirituali sono state mantenute con mia totale soddisfazione. Avendo conosciuto Baba attraverso i Suoi miracoli e gli insegnamenti divini, io e mio marito iniziammo a vivere la nostra vita con il Suo Nome Divino sulla lingua e la Sua grandezza nel cuore, e ricevemmo la grande benedizione di sperimentarNe Darshan, Sparshan e Sambhashan (visione, tocco e conversazione). L’amorevole Dio vivente era tutto per noi. Il punto di svolta nella mia vita arrivò poco dopo, quando Swami mi benedisse con il servizio del programma per bambini di costruzione del carattere. Egli spiegava come realizzare la fioritura a trecentosessanta gradi del bambino attraverso valori morali come Sathya, Dharma, Santhi, Prema e Ahimsa e io Lo ascoltavo con attenzione e accettavo con umiltà il comando divino. Ma – pensavo - potevo io, uno zero, assumermi una responsabilità così grande? Questo pensiero era dovuto alla mia ignoranza; era il mio ego che svolgeva la sua parte. Ero sbalordita, ma presto sopravvenne la consapevolezza allorché Baba riversò su di me la Sua grazia divina. Mi resi conto di quanto mi sbagliassi pensando di essere io ad agire. Vergognandomi, e con umile Eterno Auriga


sottomissione, feci la mia preghiera al compassionevole Signore: “Swami, sei Tu che operi attraverso di me.” Egli allora mi benedisse profusamente. In un attimo, mi sentii leggera e briosa, fluttuando nell’amore di Sai. Egli mi ispirò e guidò a continuare a fare il mio Seva nell’Educazione Spirituale dei bambini, che sono i futuri capi del nostro Paese, Bharat. Ora, fate attenzione al cambiamento che avvenne in me mentre venivo trasformata da Amma a Bal Vikas L’autrice con gli studenti Bal Vikas che hanno messo in Amma (così mi chiamava Baba). scena, a Prasanthi Nilayam, la commedia “Kanakadasa” Trasformazione tramite il Seva alla Divina Presenza di Bhagavan. La devozione fu da me riscoperta e che ne derivano. Questa è una manifestazione approfondita attraverso questo Seva. Dovevo d’amore, che offriamo perché ci dà felicità mettere in pratica ciò che predicavo ai teneri e soddisfazione. Terzo, ho imparato ad bimbi. Iniziò così la mia personale Sadhana arrendermi alla sua Divina Volontà. Con un (pratica spirituale), Sravanam, Mananam tale atteggiamento di dedizione, il mio prestigio e Nididhyasanam (ascolto, riflessione e personale non esiste più. Qualunque cosa la contemplazione). Sto ancora lottando, poiché vita mi dia, l’accetto considerandola Prasadam sono nella fase di trasformazione della mia di Bhagavan. Qualunque cosa debba personalità interiore. Nel corso degli anni, mio essere fatta, la faccio senza attaccamento marito, i miei figli e mia madre mi hanno aiutata o avversione. Devo essere una semplice e incoraggiata nella mia ricerca, offrendomi testimone dell’attività e considerare tutto come piena collaborazione. una fase passeggera. Ho imparato delle lezioni anche dai bambini Bhagavan Baba dice: “Perché temere Bal Vikas. Stare in mezzo a loro è edificante: quando Io sono qui? PortateMi i vostri dolori il loro amore è così puro, e i loro desideri talmente innocenti! Essi sono vicinissimi a Dio. I bambini, amando Dio, cercano solo l’unione con la loro fonte. La prima lezione che ho imparato è stata: sii come un bambino, puro e innocente, privo di tutto ciò che è indesiderabile, il che significava Thyaga, ovvero rinuncia a pensieri e desideri riprovevoli che conducono ad azioni negative e sbagliate, e rinuncia ai legami. La seconda lezione che ho imparato è stata di dedicare tutte le mie capacità, abilità e doni al Paramatma che me li ha conferiti: essi L’autrice riceve congratulazioni al Convegno Panindiano sono solo Suoi. Quindi, è giusto che della Mahila Vibhag a Prasanthi Nilayam il 25 settembre io Gli dedichi tutte le azioni e i frutti 2016. Eterno Auriga

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e le pene, le preoccupazioni e le ansie e prendete da Me gioia e pace, coraggio e fiducia. DateMi qualcosa che sia pulito e profumato con il profumo della virtù e dell’innocenza, e lavato nelle lacrime del pentimento. Installate il Signore nel cuore e offrite i frutti delle vostre azioni e i fiori dei vostri intimi pensieri e sentimenti. Prendete da Me Prema, e imparate Sarva Sambhavana, la capacità di vedere tutto come mosso e motivato dall’Unico Paramatma.” Bhagavan Baba mi assicurò che si sarebbe preso cura delle mie responsabilità ed è così che è avvenuto. Nella vita dei nostri familiari, abbiamo innumerevoli esperienze dei miracoli di Baba nel guarire malattie e nelle premure dimostrateci. Egli ci guida, custodisce e protegge. È Dio, l’Avatar ...continua da pagina 17

Bharat (l’India). Il mondo intero ha bisogno dell’avvento del Regno di Rama. Ciò significa che i governanti dovrebbero avere tre qualità. Esse sono: Satpravartana (retta condotta), Sadhalochana (buoni consigli), Sadguna (buone qualità). Dovrebbe esserci una combinazione di tutti e tre. Oggigiorno, i buoni consigli sono una rarità. Per quanto riguarda le buone qualità, non ne parliamo neppure. Le persone che hanno una grande anima, che impersonano l’armonia di pensiero, parola e azione, dovrebbero occupare i luoghi del potere. Non dovrebbe esserci posto per i malvagi che pensano una cosa, ne dicono un’altra e agiscono in modo diverso. I devoti dovrebbero riempire la loro mente di pensieri sacri. Almeno,

del Kali Yuga. Non ho parole per esprimere la mia gratitudine a Baba per aver determinato la trasformazione in me. Lo ha fatto attraverso la terapia e il trattamento “Bangaru” (fatto di tenerezza, amore e compassione) per curare la profonda malattia della mente. Solo per Sua grazia, sono stata in grado di resistere a tutte le prove. Desidero ardentemente rinascere ripetutamente senza altro desiderio che servire il Poornavatar Bhagavan Baba, il mio amato Signore. – L’autrice è l’ex Coordinatrice della Mahila Vibhag, l’Ala Femminile dell’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Maharashtra.

d’ora in poi, bandite tutti i cattivi pensieri e rivolgete la mente a Dio. Installate il Regno di Rama nel cuore; quando ciò accadrà, il mondo sperimenterà quel Regno. Riempite la mente degli ideali di Sri Rama e cercate di metterli in pratica il più possibile. Questo non vi costerà nulla. Non dovete eseguire alcuna Asana o andare nella foresta per esercitarvi. Rimanete a casa, occupatevi dei vostri doveri, purificate il cuore. – Estratto dal Discorso di Bhagavan, tenuto nel Sai Ramesh Krishan Hall, Brindavan, Bengaluru, il 9 aprile 1995, in occasione dello Sri Rama Navami

I diplomi universitari, senza equanimità mentale e controllo dei sensi, non sono che svantaggi, ulteriori fardelli che si devono gettare, prima di diventare liberi e felici. Se cercate di soddisfare desideri bassi, perché venite qui? Venite solo se cercate di guadagnare la grazia. Voi andate in ospedale solo quando avete deciso di prendere il farmaco prescritto dal medico e seguite il regime che vi è stato indicato. Quindi, obbedite alle istruzioni che vi do, qualunque cosa gli altri possano dire o per quanto esse possano sembrare difficili. Voi non siete venuti a Prasanthi Nilayam per compiacere gli altri; siete venuti per compiacere Me.

– Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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Il Servizio Disinteressato Cambia il Vostro Destino T.G. Krishnamurthy

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RA IL 29 LUGLIO 1990. PARTITO da Bangalore (Bengaluru), viaggiavo in macchina con mia moglie e un mio amico. Stavo guidando, mia moglie era seduta alla mia sinistra e l’amico sul sedile posteriore. L'auto si stava avvicinando a Chikkaballapur. Circa 7 km prima, vidi un bufalo attraversare la strada e frenai immediatamente. Il bufalo era salvo e scappò. La nostra macchina, invece, capottò facendo quattro giri su se stessa, poi atterrò sulle ruote. C'era un fossato profondo sei metri su entrambi i lati della stretta carreggiata. In quel momento non c'era assolutamente traffico né davanti né dietro alla macchina. Il tetto dell'auto era stato spazzato via e potevo vedere il cielo dal suo interno. Chiesi a mia moglie di controllare se avesse qualche frattura, e la risposta fu che stava bene. Controllai il mio amico e anche lui stava bene. La mia clavicola destra si era rotta; di conseguenza, non ero nemmeno in grado di sollevare la mano destra. Sebbene il serbatoio fosse pieno di carburante, l'auto non era esplosa. In qualche modo, essa ripartì. La guidai lentamente come fosse un carro trainato da buoi e raggiunsi Chikkaballapur. Poi contattai telefonicamente i miei familiari a Bengaluru. A quei tempi non c'erano i cellulari. Quando essi videro l'auto, pensarono che nessuno avrebbe potuto sopravvivere, dato che essa aveva capottato quattro volte. Per fare un controllo, ci portarono da un medico a Bengaluru che ci consigliò di fare una TAC. Ciò non mi interessava come non interessava a mia moglie, e anche il mio amico non era propenso a farla. Che viviamo o moriamo, a decidere è la Sua Volontà, non la nostra. Non volevamo preoccuparci del corpo. Facendo queste considerazioni, tornammo a Chennai

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e da lì inviai un telegramma a Swami, ove Lo informavo: “Swami, ho avuto un incidente e quindi non sono potuto venire. Arriverò al più presto e avrò il Tuo Darshan.” I medici mi fasciarono la ferita e dissero che sarebbe guarita in 21 giorni. Dopo tre settimane, mi recai a Puttaparthi. Il capitano Oberoi era allora responsabile dell'aeroporto Sri Sathya Sai di Puttaparthi. In precedenza, era stato Direttore Generale delle Indian Airlines di Chennai, poi divenne un devoto e rimase a Puttaparthi. Era mio amico e, nel momento in cui arrivai lì, mi vide e mi chiese: "Ciao TGK, come stai dopo l'incidente?” “Quale incidente?” - gli chiesi sorpreso! “Ehi, lunedì 29 luglio, alle 10,48, la tua auto ha capottato quattro volte e si è danneggiata...” Spiegò tutto ciò dettagliatamente. Mi chiesi come facesse a sapere tutte queste cose perché non l'avevo detto a nessuno. Anche a Swami non avevo riferito alcun dettaglio tranne che avevo avuto un incidente. Aprile 2021 23


Dopo un po’ che mi interrogava, gli domandai come facesse a conoscere così tanti particolari. Allora, spiegò: “Swami è uscito alle 10,49 di quel giorno e mi ha chiamato. Poi mi ha chiesto: ‘Sai di Krishnamurthy, il tuo amico?’ Sì, Swami”, risposi. Swami continuò: “Quel ‘bufalo’ ha visto un altro bufalo per strada e ha frenato. Quel bufalo se n'è andato, ma questo ‘bufalo’ ha fatto una capriola in macchina. Ho dovuto fermare il traffico davanti e dietro all’auto e Mi sono anche assicurato che essa atterrasse sulle quattro ruote. Altrimenti l'auto sarebbe esplosa perché il serbatoio era pieno di carburante. Bufalo! Bufalo! Non sa guidare la macchina!” Mi spaventai un po’ e più tardi andai a sedermi in veranda. Quando Swami uscì, mi guardò e alzò le sopracciglia chiedendo: “Come stai?” Gli mostrai lentamente la clavicola che era un po’ gonfia. Il giorno successivo, Swami sarebbe andato a Brindavan. Mi disse: “Vieni anche tu.” Andai a Brindavan. C’erano circa 450 devoti giapponesi che erano stati sistemati nel salone. La mattina del giorno successivo, dopo il Darshan, Swami andò lì per tenere il Suo Discorso Divino. Voleva che parlassi anch’io. In generale, nei miei discorsi, cito una strofa del Bhagavatam, che loda e glorifica il Signore. Quando iniziai così, con una preghiera, Swami disse: “Dimentica tutto questo. Parla dell'incidente d'auto.” Spiegai allora nel dettaglio l'incidente, e dissi: “Swami mi ha salvato la vita, altrimenti sarei morto.” Immediatamente, Swami intervenne: “No! No! No! Non ti ho salvato la vita.” Gli domandai: “Swami, come può essere? Chi ci crederà quando dici di non averci salvato la vita?” Swami continuò: “Pensi che stia dicendo una bugia? Non ti ho salvato. Ti sto dicendo la verità.” A quel punto Gli chiesi di rivelare in quale altro modo ero stato salvato. Egli disse: “Vieni a Puttaparthi da tanti anni e stai facendo Seva, non solo a Puttaparthi, ma

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anche a casa tua. Ogni volta che le persone ti ringraziano per il tuo Seva, lo ignori e dici loro: “Vi prego di ringraziare il Signore, non me. Tutta questa gratitudine viene così a Me, invece che a te, perché chiedi sempre loro di ringraziare il Signore. Quindi, essi Mi stavano tutti ringraziando indirettamente e Io ho accumulato in Me i risultati di tutte le tue buone azioni. Quell'accumulo continua ad aumentare mentre continui a dire loro di ringraziare il Signore. Significa che hai aperto un Conto Spirituale nella mia Banca Spirituale, dove il patrimonio non è altro che il risultato delle tue buone azioni. Ad esempio, se l’incidente di quel giorno ti costa circa cinquecentomila rupie e tu hai accumulato un milione di rupie nel tuo conto, il saldo ti salva automaticamente. Sono solo un custode dei risultati delle tue buone azioni. Non ti ho salvato Io, ma sono stati i risultati delle tue buone azioni ad averlo fatto. Questo è lo scopo del servizio, di cui ti ho parlato dall'inizio. Si deve fare Seva con amore, con tanta umiltà e senza ego. Quelle cose verranno a Me. Il Seva è lo scopo stesso dell’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva. C'è una differenza tra Seva e servizio. Nel caso del servizio, ti aspetti qualcosa in cambio dopo l'atto, mentre, nel Seva dai solo, e non ti aspetti nulla in cambio. Da questo, capisci come il Seva cambi il tuo destino a condizione che tu faccia buone azioni e ne offra i risultati a Dio.” Swami mi disse anche: “Se non fossi venuto da Me, non avresti fatto queste buone azioni. Se tu non avessi fatto buone azioni, saresti morto quel giorno dell'incidente. Pertanto, la morte è tornata indietro senza ucciderti grazie alle tue buone azioni. Quindi, tienilo a mente.” Questo è ciò che Swami mi disse davanti a tutti i devoti giapponesi. L'autore è l’ex Presidente dell'Organizzazione Sri Sathya Sai Seva dello Stato del Tamil Nadu

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Forum degli Ex Studenti

Il Mio Swami, Mio Assiduo Compagno

V

Sujata Ravindran Menon

ORREI NARRARE UN FANTASTICO episodio della mia vita che dimostra che le preghiere autentiche e sincere sono sempre esaudite dal nostro amato Swami. La mia famiglia è devota di Swami da tre generazioni e mia madre è stata una delle prime insegnanti Bal Vikas della città di Mumbai. Nel 1978 fui selezionata dallo Stato del Maharashtra per il Corso Estivo di Cultura e Spiritualità Indiane, che si tenne presso Brindavan a Bangalore (Bengaluru). L’evento mi influenzò talmente tanto che ero determinata a frequentare il corso di laurea solo nel College di Swami ad Anantapur. Al mio ritorno a Mumbai, ritirai il certificato di trasferimento dal mio college e andai per l’ammissione ad Anantapur assieme ai miei genitori. Avevo fiducia che Swami avrebbe ascoltato le mie preghiere e mi avrebbe dato un posto nel Suo Istituto. Amate la Mia Incertezza

Subimmo un grosso choc quando la preside ci disse, a bruciapelo, che potevamo tornare indietro, dato che le ammissioni erano terminate. Ero davvero molto turbata, in quanto avevo già preso il certificato di trasferimento all’Università di Mumbai. Completamente delusa, andai a Puttaparthi per il vedere Swami assieme ai miei genitori. Nelle file del Darshan, mia madre informò Swami che non ero stata ammessa. Egli rispose in tamil: “Andate là e incontrate Amma.” Mia madre Gli disse che eravamo già stati al College e che mi era stata negata l’ammissione, al che Eterno Auriga

Bhagavan rispose: “Santhosham Amma... Santhosham” (sii felice madre... sii felice). Mia madre era molto scontenta e io ero totalmente abbattuta! Fu una vera prova di fede... e la mia mente scimmiesca iniziò a fare i suoi scherzi. Nel frattempo, dopo il Darshan, vedemmo la preside, la signora Jayamma, e la signora Pushpa che stavano per entrare nella stanza Aprile 2021 25


dei colloqui. All’improvviso ci fu un forte acquazzone e si misero a correre alla rinfusa. Mia madre e io ci riparammo sotto un grande albero vicino alla sabbia del Mandir. Anche la preside si riparò sotto lo stesso albero. Vedendoci, ci informò che ero stata selezionata da Bhagavan Stesso per l’ammissione, aggiungendo di andare al College il giorno seguente. Ero davvero al settimo cielo e mia madre recitò alcune preghiere ad alta voce, ringraziando Swami profusamente. Il giorno successivo, ci recammo ad Anantapur e fummo accolte regalmente dalla preside e da altri docenti. La preside mi lasciò persino la possibilità di scegliere la camera all’ostello! Per grazia di Bhagavan, fui in grado di varcare i sacri portali del College di Anantapur, senza alcun esame scritto e orale. Un’esperienza del genere cambia la vita e dimostra che, se si ripone completa fede in Swami, Egli ci proteggerà e ci guiderà in tutti i modi. Compresi allora il profondo significato delle Sue parole: “Amate la Mia incertezza”! Salvatore in Tempi di Crisi

Swami ci ha spesso ricordato che è sempre con noi, in noi, intorno a noi, sopra di noi, sotto di noi e che ci protegge, proprio come le palpebre proteggono gli occhi. A tal proposito, vorrei narrare un incredibile episodio che mise ampiamente in luce la compassione dell’Amato Sai e la Sua assicurazione ai devoti che Egli è il vero “Apadbandhava” (salvatore in tempi di crisi). Questo episodio accadde nel 1980, quando studiavo per il Corso di Laurea in Economia e Commercio al College di Anantapur. In uno dei semestri, mi ero ammalata e, su suggerimento della direttrice, decisi di tornare a casa mia a Mumbai per sottopormi alle cure. Dato che era tempo di vacanze e il viaggio fu deciso all’improvviso, non era disponibile alcuna prenotazione ferroviaria. Una studentessa che stava andando a Guntakal mi disse che

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suo padre mi avrebbe aiutata a ottenere un biglietto. Raggiunta la stazione di Guntakal, ella si dimenticò della questione e se ne andò con i suoi genitori! Venni lasciata in quella stazione alle 8 di sera, senza biglietto e con bagagli pesanti cui provvedere da sola. Stavo molto male e questo mi lasciava fisicamente e mentalmente svuotata. Il treno per Mumbai era già arrivato in stazione. Rivolsi una fervente preghiera all’amato Signore Sai… ed ecco che, dal nulla, apparve davanti a me un vecchio musulmano. Prese con fare sicuro i miei bagagli e mi disse di seguirlo. Per qualche ragione, non provai alcun dubbio o diffidenza. L’uomo mise i bagagli in uno scompartimento riservato, tirò fuori un biglietto dalla tasca e me lo dette. Quando gli chiesi quanto denaro avrei dovuto pagare, disse che me lo avrebbe preso più tardi e uscì dallo scompartimento mentre il treno stava per partire. Poi si avvicinò al finestrino e mi disse tre volte: “Ricorda, il mio nome è Kadhar.” I suoi occhi erano straordinari e luminosi! Mentre guardavo fuori, “Kadhar” (che significa Onnipotente in arabo) scomparve semplicemente nel nulla!! Ero davvero sbalordita e mi resi conto che era stato il nostro caro Swami ad aver assunto il ruolo di un povero facchino ferroviario per salvarmi da questa situazione precaria. Arrivò il controllore, esaminò il biglietto e me ne confermò la validità. Questo “miracolo” mostra che Bhagavan Sri Sathya Sai Baba andrà in qualsiasi luogo per risolvere una situazione e fornire sicurezza e soccorso ai Suoi devoti. La fede è vedere l’invisibile, credere nell’incredibile e sperimentare l’impossibile. Tali episodi cementano in noi una fede incrollabile in Swami e ci aiutano a realizzare la Sua Onnipresenza, Onniscienza e Onnipotenza. - L’autrice è una ex studentessa del College Femminile Sri Sathya Sai di Anantapur

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Chinna Katha

Non c’è nulla di Superiore alla Devozione

U

NA VOLTA DUE FRATELLI, Jnanadeva e Bhaktideva, stavano viaggiando insieme. Dopo aver camminato per un po’ di tempo, entrambi avevano sete. Bhaktideva disse a Jnanadeva: “Fratello, ho sete, ma non riesco a trovare acqua da nessuna parte nelle vicinanze.” Jnanadeva rispose: “Vediamo se da queste parti c'è un pozzo.” Dopo aver camminato per un po’, essi trovarono un vecchio pozzo che aveva un po’ d’acqua sul fondo. Immediatamente, Jnanadeva assunse la forma di un uccello, entrò nel pozzo, bevve dell’acqua e ne uscì. Jnanadeva aveva la capacità di assumere qualsiasi forma. Advaita Darshanam Jnanam (l'esperienza del non dualismo è saggezza). Poiché non vedeva alcuna differenza tra una forma e l'altra, poteva assumerne una qualsiasi. Bhaktideva, invece, non aveva il potere di cambiare la sua forma, e quindi non poteva entrare nel pozzo a bere l’acqua. Pertanto, si sedette lì e iniziò a contemplare Dio con amore. Mentre stava facendo ciò, l’acqua cominciò a traboccare dal pozzo.

Quando sentì qualcosa di freddo toccargli i piedi, aprì gli occhi e scoprì che l'acqua era salita per placare la sua sete. Jnanadeva

La forza della devozione è eccelsa.

dovette cambiare la sua forma, mentre non ci fu bisogno che Bhaktideva lo facesse. Mentre rivolgeva il suo amore a Dio, qualunque cosa volesse accorreva verso di lui. Non c’è niente di superiore alla devozione.

Il Signore può avere due o duecento impegni solenni; questa è la Sua Volontà. Ma il Bhakta deve avere un solo impegno solenne: salvarsi, il voto dell’abbandono totale, ovvero di Saranagati. Se avete piena fede nella Divinità di ogni essere, l'atteggiamento di abbandono si stabilirà automaticamente in voi. Non trattate gli altri come Nara (umani): trattateli come Narayana, il Signore Stesso. Voi non alleviate l'angoscia di quell'altra persona, ma offrite adorazione al Signore in quella forma, in quel corpo.

– Bhagavan Sri Sathya Sai Baba Eterno Auriga

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10 MAY 2021

17 MAY 2021

TO BE ANNOUNCED

ADMISSIONS ELIGIBILITY UNDERGRADUATE PROGRAMMES § Candidates should have completed 10 + 2 years of schooling and scored a minimum of 55% marks in General English, and a minimum of 60% marks (aggregate) in all subjects combined. POSTGRADUATE & PROFESSIONAL PROGRAMMES § At the Bachelor’s degree, candidates should have scored a minimum of 50% marks in General English, and a minimum of 60% marks (aggregate) in all subjects combined. NOTE All programmes have additional requirements apart from the ones listed above. For complete details of Eligibility Criteria for each programme, kindly visit the Admissions section of sssihl.edu.in

UNDERGRADUATE B.A. B.Com. (Hons.) B.Sc. (Hons.) in Mathematics* / Physics / Chemistry B.Sc. (Hons.) in Biosciences* / Chemistry B.Sc. in Food & Nutritional Sciences

POSTGRADUATE M.A. in English Language & Literature M.Sc. in Mathematics M.Sc. in Biosciences M.Sc. in Food & Nutritional Sciences

UNDERGRADUATE B.A. / B.A. (Hons.) in Economics* B.Com. (Hons.) B.B.A. B.Sc. (Hons.) in Computer Science† B.Sc. (Hons.) in Mathematics* / Physics* / Chemistry* B.Sc. (Hons.) in Biosciences* / Chemistry* B.Sc. (Hons.) in Mathematics* / Economics* / Statistics B.Sc. (Hons.) in Mathematics* / Computer Science / Statistics Diploma in Music Bachelor of Performing Arts (Music)

POSTGRADUATE M.A. in Economics M.Sc. in Mathematics M.Sc. in Chemistry M.Sc. in Physics M.Sc. in Biosciences

PROFESSIONAL M.B.A. M.Tech. in Computer Science M.Tech. in Optoelectronics & Communications * leading to integrated postgraduate programmes in respective subjects †

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Simboli della Divinità

LA STORIA DEL TRAYEE BRINDAVAN Bishu Prusty

C

’È UN BELLISSIMO SEGRETO SUL resa dei conti arrivò quando, nell’estate del “Trayee Brindavan”, la dimora di 1983, Swami gli affidò il compito di demolire il Bhagavan a Bengaluru. Tutto ciò che ‘Vecchio Bungalow’. Sri Vimalanathan svolse riguarda questa architettura è un multiplo di 9. il suo compito con il massimo rispetto per ogni Al primo piano dell’edificio ci sono 9 stanze, centimetro di quello spazio sacro. La struttura l’atrio interno misura circa 18 piedi (circa venne smantellata mattone su mattone, e 6 metri), i fiori di loto sulla parte superiore il lavoro fu eseguito con grande scrupolo. sono 18, e anche il diametro di questa sacra Ogni mattone venne tolto singolarmente e struttura è di circa 18 metri. Bhagavan ha furono tutti impilati ordinatamente. Mentre la donato questa sacra casa all’umanità il 26 demolizione andava avanti, Sri Vimalanathan aprile 1984. Prima di questo, nello stesso punto inviava rapporti grafici dei lavori a Bhagavan si trovava un edificio del periodo britannico che si trovava a Puttaparthi. che era comunemente chiamato ‘Vecchio Swami era molto ansioso di vedere queste Bungalow’. Swami iniziò a soggiornare qui rappresentazioni grafiche al punto che, in dall’inizio del 1964. Da allora, la Raj Mata un’occasione, anche prima che la moglie di (regina madre) di Nawanagar, ardente devota di Bhagavan, Lo supplicò per avere il permesso di costruire una nuova dimora. Le sue insistenti preghiere continuarono negli anni ’60, ’70 e nei primi anni ’80. Infine, nel 1983, Bhagavan accolse la sua richiesta e affidò la responsabilità di demolire il vecchio bungalow a un ingegnere, Sri Vimalanathan. Desideroso di servire Swami, nel 1969 questi non esitò a lasciare il suo lavoro presso una rinomata azienda, quando aveva solo 26 anni, per dedicare la vita alla missione di Bhagavan. Il Trayee Brindavan durante la costruzione. Tuttavia, Swami non gli permise di farlo. Le sue incessanti preghiere per 10 Sri Vimalanathan arrivasse a Puttaparthi con lunghi anni furono esaudite nel 1980, quando tale carteggio, Sri Kutumba Rao, Segretario Bhagavan gli permise di lasciare il suo lavoro. dell’Ashram, era in attesa di accoglierla e ritirare Tuttavia, non gli dette alcun incarico. Per tre questi grafici, anche se Sri Vimalanathan non anni rimase nell’Ashram, smanioso di avere aveva informato nessuno della sua visita. Per un’opportunità di servire. Il momento della lui, fare questi rapporti non fu facile poiché in

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quei giorni, per avere una fotocopia, doveva viaggiare per circa 60 chilometri fino alla città di Bengaluru, ma egli voleva fare il meglio per Bhagavan e Swami ricompensò davvero magnificamente la sua sincerità. Una volta che il terreno fu di nuovo sgombro, Bhagavan coinvolse Sri Vimalanathan anche nella costruzione della nuova casa ed egli lavorò assieme ad altri ingegneri senior del Trust. “Ho imparato molto durante questo periodo”, ricorda Sri Vimalanathan, narrando alcuni episodi significativi.

“Una sera, Swami arrivò all’improvviso sul luogo di lavoro e fece il giro dei locali. Prima di andarsene, mi disse dolcemente: ‘Non sprecare nulla. Usa tutto il calcestruzzo. Domani sarà inutilizzabile.’ Non capivo a che cosa si riferisse. Più tardi, quando andai a informarmi presso il capomastro, questi confessò di aver nascosto un po’ di calcestruzzo perché voleva finire il lavoro della giornata. Dal momento che tale materiale non avrebbe potuto essere utilizzato il giorno successivo, sarebbe stata una perdita. Swami ha sempre sottolineato che non dovremmo sprecare il denaro dei devoti. L’attenzione di Bhagavan per ogni minimo dettaglio fu per noi un fatto rivelatore. Ad esempio, quando stavamo dipingendo il muro del fossato del Trayee Brindavan, Swami suggerì che dovevamo scavare a 20-30 centimetri di profondità nel terreno e dipingere anche quella superficie perché, durante il monsone, la terra scavata sarebbe stata probabilmente spazzata via e quella parte di muro, allora, sarebbe stata brutta da vedere. Anche se Egli ci guidava fisicamente per ogni cosa, la Sua mano invisibile ci proteggeva in ogni momento. Quando stavamo costruendo le stanze del secondo piano, purtroppo un giovane operaio cadde dalle impalcature, da un’altezza di circa 4 metri. Una volta toccato Eterno Auriga

il suolo, restò immobile e tutti noi tememmo il peggio. In qualche modo lo mettemmo in una macchina e lo portammo immediatamente allo Sri Sathya Sai General Hospital. Dopo 2-3 ore tornò dall’ospedale come se non gli fosse accaduto nulla! La mattina dopo, Swami ci inviò Vibhuti e Prasadam con il messaggio: ‘Dite loro di stare attenti.’ I casi come questi sono molti. Una volta finiti gli esterni e passati agli interni, le lezioni di Bhagavan furono, a dir poco, estremamente commoventi. Innanzitutto, volevamo sapere quale stanza al secondo piano sarebbe stata la Sua camera da letto. Quindi realizzammo un modellino 2D in cui potevano essere spostati le varie parti del secondo piano. Volevamo che Bhagavan ci dicesse dove avrebbe voluto fosse la Sua stanza. Egli, però, era così entusiasta di come funzionava quel modellino che continuò a giocarci, facendo ruotare ogni pezzo come un bambino gioioso, ma non ci rivelò mai ciò

Baba esce dal Trayee Brindavan.

che volevamo sapere. Alla fine, la Raj Mata intervenne e portò un contenitore pieno di accessori costosi per il bagno e la camera da letto di Swami: ugelli e rubinetti placcati in oro, una sofisticata vasca idromassaggio, un box doccia e così via. Swami respinse categoricamente tutto questo dicendo: ‘Perché la vasca da bagno? Che cosa ci si mette dentro! Perché dei rubinetti d’oro? Aprile 2021 31


‘Sathyam’, ‘Sivam’, ‘Sundaram’ e così via. Ma la dimora di Swami a Mumbai venne battezzata ‘Sathyadeep’, la Sua casa a Hyderabad ‘Sivam’ e il Suo tempio a Chennai ‘Sundaram’. Alla fine, Bhagavan dichiarò: “Questo nuovo tempio si chiamerà Trayee!” Trayee indica infatti la confluenza di ‘Sathyam’, ‘Sivam’ e ‘Sundaram’, poiché questo edificio ha il fascino del petalo di loto di Sathyam, il Trayeeswara Linga vi viene adorato quotidianamente come Sivam, e, proprio come Sundaram, non è solo affascinante da guardare, ma vibra anche di altruismo e sacrificio. Trayee indica anche i (tre) Veda: Rig, Yajur e Sama. È anche uno dei Nomi della Divina Madre come descritto nel Lalita Sahasranamam. Pertanto, questa è la dimora di Colui che è la fonte di tutta la conoscenza, tutta la saggezza, tutto il potere, tutta la bellezza e tutta la gloria.

Bhagavan all’esterno del portone riccamente decorato del Trayee.

L’acqua che esce da un rubinetto dorato è forse diversa!’ Con grande sconcerto della Raj Mata, Bhagavan Baba scelse un lavabo tradizionale e un normale rubinetto in nichel cromo.

La Raj Mata, tuttavia, non si arrese: voleva mettere una grande letto per Bhagavan. Di nuovo, Swami la fermò e chiese: “Hai visto il Mio corpo? Perché dovrebbe servirMi un letto così grande!?” Non voleva nemmeno un condizionatore d’aria. Dovemmo rassegnarci a un ventilatore normale e un semplice tavolo per la Sua stanza. In verità, vedemmo in azione ciò che Swami intende quando dice: ‘La Ma vita è il Mio messaggio.’ Ci fece venire le lacrime agli occhi e ci insegnò come dovremmo vivere.” Quando arrivò il momento dell’inaugurazione, Bhagavan prese in considerazione vari nomi: 32 Aprile 2021

Quando Bhagavan inaugurò questo edificio tagliando il nastro e scoprendo la targa con la scritta “Trayee Brindavan”, un gruppo di giornalisti Gli chiese un messaggio per l’occasione. Swami sorrise dolcemente e disse: “La vostra gioia è la Mia gioia”, e ricordò loro come l’edificio fosse il risultato dell’opera d’amore e devozione di tanti dediti devoti che avevano lavorato in silenzio e diligentemente come le scimmie dell’esercito di Rama.

Quel giorno, fu distribuito cibo a migliaia di persone e vestiti agli anziani e ai disabili. Il pomeriggio del 26 aprile 1984 fu caratterizzato da un’emozionante musica devozionale. Mentre fioriva la dimora di loto del Signore, fiorivano anche centinaia di cuori. Durante questo mese si celebra il suo anniversario e il Trayee Brindavan continua a connettere, trasformare e sublimare le vite dei ricercatori spirituali. Per guardare il video “Prasanthi Chronicle”, basato sul Trayee Brindavan, visitate il canale YouTube - Sri Sathya Sai Official - https://www.youtube.com/ watch?v=zHnKgA9xXIQ

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SIVARATHRI A PRASANTHI NILAYAM

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Cronaca ROFONDO FERVORE DEVOZIONALE ha contrassegnato la celebrazione della santa festa di Sivarathri a Prasanthi Nilayam. Il primo programma delle celebrazioni è stata la presentazione di musica devozionale “Siva Aradhana”, iniziata alle 8,20 dell’11 marzo 2021.

La processione cerimoniale nel Sai Kulwant Hall.

palanchino di Bhagavan sono stati portati dal Bhajan Mandir al Sai Kulwant Hall tra la musica del Nadaswaram, Canti Vedici e Bhajan.

La presentazione di musica devozionale “Siva Aradhana” da parte del Prasanthi Bhajan Group.

Presentato dal Prasanthi Bhajan Group, il programma comprendeva Stotra (versi) e canti devozionali che propiziavano il Signore Siva e Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Alcune delle composizioni eseguite in questo programma includevano gli Stotra: Bilvashtakam, Lingashtakam, Sivashtakam e i brani devozionali “Subah Subah Le Sivaka Naam” (cantate il Nome di Siva), “Sai Mahadeva”, “Om Namah Sivaya”, “Devadi Deva Sada Siva “(Siva, Dio degli dei). La toccante esibizione di questi brani, la cui melodia e musica hanno incantato tutti, ha dato un magnifico inizio alle celebrazioni di Sivarathri a Prasanthi Nilayam. Sono seguiti i Bhajan, terminati con l’Arati. Il programma di Sivarathri del pomeriggio è iniziato alle 16,20 con la processione cerimoniale, in cui il Sayeeswara Linga e il Eterno Auriga

Dopo che il Linga è stato posto su una piattaforma decorata, appositamente allestita per questo evento di fronte al Samadhi di Bhagavan, i sacerdoti, accompagnati da sacri Mantra Vedici, hanno avviato i lavori dell’Abhishekam del Sayeeswara Linga.

L’Abhishekam del Sayeeswara Linga nel Sai Kulwant Hall.

L’elaborata cerimonia comprendeva l’Abhishekam del Linga con 18 elementi, alcuni dei quali erano: curd, miele, latte, zucchero, Aprile 2021 33


Vibhuti ecc. Mentre i sacerdoti eseguivano il rito con questi elementi, un commento in inglese e in telugu ne spiegava il significato. Dopo il completamento dell’Abhishekam, il Linga è stato splendidamente decorato e gli è stato offerto l’Arati. Ha fatto seguito la recitazione dell’Ashtottarashata Namavali di Bhagavan (i 108 Nomi di Bhagavan). La cerimonia dell’Abhishekam si è conclusa con l’offerta della Puja e dell’Arati al Linga e a Bhagavan. In seguito, è stata aspersa sui devoti nel Sai Kulwant Hall l’acqua sacra dell’Abhishekam, dopodiché i devoti sono stati benedetti con un Discorso Divino di Bhagavan, in cui Egli si sofferma sul significato di Sivarathri e sottolinea la necessità di vera devozione. Facendo l’esempio dell’uccello Chataka, che beve l’acqua solo direttamente dalla nuvola, Bhagavan ha esortato i devoti a sviluppare

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vera devozione e amore per Dio. Ha quindi concluso il Suo Discorso con il Bhajan “Hey Siva Sankara Namami Sankara Siva Sankara Shambho”. Questo Bhajan di Bhagavan ha contrassegnato l’inizio dei Bhajan di Sivarathri che hanno risuonato nel salone dalle 18 alle 20. Un numero considerevole di devoti ha preso parte ai Bhajan, osservando le norme di distanziamento sociale. Al termine dei Bhajan, i devoti hanno avuto il Darshan del Samadhi di Bhagavan. I Bhajan di Sivarathri della mattina del 12 marzo 2021 sono iniziati alle 4,30 e si sono conclusi alle 6 con i due Bhajan “Siva Siva Siva Shambho, Hara Hara Hara Shambho” e “Hey Giridhara Gopala”, cantati dall’aurea voce di Bhagavan. Dopo la conclusione dei Bhajan di Sivarathri, è stato servito a tutti i devoti il Prasadam di riso al tamarindo e riso dolce.

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CELEBRAZIONI DI SAVARATHRI A PRASANTHI NIALYAM LINGABHISHEKAM

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Data della pubblicazione 1° aprile 2021

Manifestate il Divino Latente Il Bhakta che sostiene di essere sincero deve esercitare una vigilanza costante e praticare la disciplina di essere sempre alla Presenza Divina. Dio, che ora è latente nella vostra coscienza, deve essere identificato e fatto emergere in modo che ogni vostro atto rifletta lo Splendore Divino.

Vyakta

significa

manifesto:

l'individuo è chiamato Vyakti, in sanscrito, perché deve manifestare il Divino latente. – Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

E d i z i o n e I t a l i a n a d e l S a n a t h a n a S a r a t h i 36 Aprile 2021

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