Anno XXIII - n.43- 1,50 euro
E ditoriale Il significato di “Unione europea”
A distanza da una settimana esatta dalle stragi compiute a Parigi, emerge un fatto che, al di là dei numeri delle vittime e di quello che verrà deciso durante il G20 di Antalya, merita una riflessione. Lì dove la politica e l’economia hanno parzialmente fallito, lì dove le distanze tra le Nazioni hanno subito una robusta accelerata dopo la crisi del 2008, lì dove il progetto di Unione europea è rimasto tante volte solo sulla carta, la mattanza avvenuta nella Capitale francese ha creato quel senso di vera, sincera e commossa “cittadinanza” allargata e davvero unita: dalla Repubblica di San Marino (oltre alle lettere della politica, anche la disposizione, sino a mercoledì scorso, dell’esposizione in tutte le sedi istituzionali e in tutti gli uffici pubblici delle bandiere del Titano a mezz’asta) all’Italia (impensabile sino a 10 anni fa il gesto del calciatore del Brescia, Morosini, che dopo un gol ha baciato la bandiera francese), passando per tutti gli Stati europei e non. Il tricolore che ha dato una nuova luce ai monumenti più rappresentativi (Porta di Brandeburgo, Colosseo di Roma, eccetera) racconta più di mille parole. L’Europa, piangendo la scomparsa di 130 vittime innocenti, ha scoperto un senso profondo di appartenenza, di vicinanza. Di condivisione del dolore, ma anche di voglia di continuare a vivere, lavorare, divertirsi. E’ l’Europa delle persone e non delle istituzioni, è l’Europa della gente comune, delle famiglie, che una sera di novembre ha dimostrato al mondo intero, forse un po’ a sorpresa, il significato più profondo delle parole “Unione europea”. Alessandro Carli
Direttore Alessandro Carli
Venerdì 20 Novembre 2015
Beni d’impresa, 6 anni dopo c’è la rivalutazione
C ontratti
Artigiani: Le verità dell’UNAS
Dal 2009 non era stata più prevista questa possibilità. La novità più interessante riguarda le partecipazioni, che si possono inserire a pag.3
N orme
Scritture di magazzino anche in PDF
a pag.2
M oto
Sei anni dopo, si ripresenta la possibilità per rivalutare i beni dell’impresa. All’interno dell’assestamento di Bilancio, il provvedimento relativo alle modifiche e variazioni per l’esercizio 2015, infatti, è stato inserito infatti l’articolo 28 che ripercorre in modo sostanzialmente identico quella precedente contenuta nell’articolo 60 della legge numero 168 del 2009 (finanziaria per l’esercizio 2010) apportando delle piccole variazioni relative al calcolo della tassazione separata (innalzata al 2,5 per cento per i beni ammortizzabili esclusi gli immobili) e alla tipologia dei beni rivalutabili. Rientrano infatti, rispetto al 2009, anche le partecipazioni nelle società controllate e collegate costituenti immobilizzazioni. Bartolucci a pag. 7
Hamilton sceglie il Titano
a pag.10
spazio riservato all’indirizzo
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F ocus
Questione di num3ri
Venti di G20 soffiano sull’attualità. Com’era facile intuire, l’incontro dei leader avvenuto il 15 e 16 novembre è stato monopolizzato dalla risposta agli attentati terroristici che hanno sconvolto prima Parigi e poi il mondo intero. E Vladimir Putin, maestro della comunicazione, ha scelto proprio l’ultimo giorno del summit che si è svolto a Antalya per sganciare la “bomba diplomatica”: “L’Isis è finanziato da individui di 40 Paesi, inclusi alcuni membri del G20″. Ma attorno al numero 20 ruotano anche altre notizie. A partire da quella del commercio elettronico tra imprese: secondo l’osservatorio sull’eCommerce B2B, realizzata da Netcomm, la trasformazione digitale vale 20 miliardi di euro. E sempre il tema di digitalizzazione, accogliamo con favore che se nelle micro imprese, quelle fino a nove dipendenti, è ancora relativamente bassa: solo il 61% ha un sito internet, nelle aziende con oltre i 20 addetti la percentuale sale al 97,7%. Venti di esportazione poi spirano gradevolmente sulla Puglia: la Regione ha contribuito a far crescere le esportazioni del 20% nell’arco di un decennio grazie a 300 iniziative in sei anni che hanno coinvolto 5 mila imprese. Dall’ANSA poi una bella notizia: è stato un esercito di 20mila lavoratori quello che per sei mesi ha popolato il sito di Rho-Pero, sede di Expo 2015. Un esercito fatto soprattutto di giovani, molti alle prime o primissime esperienze di lavoro, altri disoccupati in fase di riconversione occupazionale, che ogni giorno - ma anche ogni notte - ha “combattuto” contro la crescente “invasione” di visitatori da tutto il mondo, il moltiplicarsi di file, eventi e manifestazioni. Ma ci sono anche venti contrari: in base ai dati pubblicati recentemente dall’ente pubblico britannico Health and Safety Executive (Hse) tra le donne nella fascia d’età 35-44 anni si registrano picchi di stress con un aumento del 20 per cento in quattro anni.
L eggi e Normative
FIXING - Anno XXIII - n.43 - Venerdì 20 Novembre 2015
Dal 1 gennaio l’obbligo per le imprese con 3,5 milioni di ricavi e 800mila euro di rimanenze
Nuove norme per le scritture ausiliarie di magazzino Si potranno tenere anche su supporto cartaceo non vidimato oppure in un file PDF Scritture ausiliarie di magazzino, si cambia. Dal 1 gennaio 2016, infatti, vige l’obbligo della tenuta delle scritture ausiliarie di magazzino per gli operatori economici esercenti attività d’impresa (soggetti di cui al Titolo II e Titolo III della L. n. 166/2013) per i quali, con riferimento agli esercizi 2013 e 2014, ricorrano le condizioni di cui al comma 2 dell’art.96 della Legge innanzi citata. Le scritture ausiliarie di magazzino, come previsto dalla normativa, sono finalizzate a seguire le variazioni intervenute tra le consistenze negli inventari annuali, secondo criteri sistemici e di norme di corretta contabilità. Devono quindi dare evidenza contabile e riportare le movimentazioni, le variazioni e le giacenze a fine esercizio. ANIS, verificato con le aziende associate il provvedimento, aveva richiesto una proroga dei termini, stante il cambiamento abbastanza complesso a cui dovranno assoggettarsi le imprese. Benché non sia stata concessa la proroga richiesta la norma introduce un’importante novità circa le modalità e i tempi di conservazione della documentazione. Si tratta infatti di una positiva semplificazione che offre un’alternativa: la conservazione su supporto cartaceo non vidimato, oppure la conservazione su supporto informatico. In tal caso entro il 30 settembre dell’anno successivo a cui le stesse si riferiscono devono essere trasmesse su un semplice file in formato pdf tramite apposita funzione che sarà disponibile sul portale della PA. Per quali imprese vige il nuovo obbligo L’obbligo vige per i soggetti esercenti attività d’impresa dal secondo periodo d’imposta successivo a quello in cui si è verificata la seguente duplice condizione: sia stata superata la soglia di € 3.500.000 di ricavi, così come definiti e considerati agli artt. 34 e 51 della Legge n.166/2013; sia stata superata la soglia di € 800.000 di rimanenze, così
come definite agli artt. 36 e 53 della predetta Legge (in questo caso si deve prendere in considerazione le rimanenze finali comprensive dell’imposta sulle importazioni e i ricavi ordinari comprensivi del rigo “rimborso all’esportazione”). L’obbligo di tenuta delle scritture in trattazione decorre a partire dal 2° periodo d’imposta successivo a quello in cui, per la seconda volta, entrambi i limiti sopra richiamati sono stati superati. Di contro, l’obbligo cessa a partire dal 1 o periodo d’imposta successivo a quello in cui, per la 2a volta successiva, l’ammontare dei ricavi o il valore. delle rimanenze risulta inferiore ai limiti previsti dal 2° comma dell’art. 96 della L. n.166/2013. Cosa devono contenere le nuove “scritture” I criteri di base di tenuta e il contenuto minimo delle stesse scritture ausiliarie di magazzino sono così stabiliti: devono essere tenute in forma sistemica, e secondo norme di ordinata contabilità; devono essere tenute mediante annotazioni giornaliere o periodiche, purchè con scadenza non superiore al mese e possono assumere la forma dì libri, schede o simili; la previsione normativa espressa che debbano essere tenute in modo sistemico, esclude che le stesse possano assumere la forma di puro e
semplice giornale di magazzino in cui vengono annotati i movimenti di carico e scarico tenendo conto unicamente del tempo in cui tali movimenti si verificano e quindi indipendentemente dalla natura dei beni movimentati. In sostanza, la contabilità di magazzino deve avvalersi di due strumenti: il giornale di magazzino (è una scrittura cronologica che rileva quotidianamente i movimenti in entrata e in uscita dei beni di magazzino); il mastro di magazzino (è un insieme di scritture sistemiche: è costituito da tante schede quanti sono gli articoli trattati dall’impresa. Su ciascuna scheda si rilevano le esistenze iniziali, i carichi, gli scarichi e le rimanenze finali). Nelle scritture devono essere registate le quantità entrate ed uscite: delle merci destinate alla vendita; dei semilavorati, se distintamente classificati in inventario, esclusi i prodotti in corso di lavorazione; dei prodotti finiti nonché delle materie prime e degli altri beni destinati ad essere in essi fisicamente incorporati; degli imballaggi utilizzati per il confezionamento dei singoli prodotti; delle materie prime tipicamente consumate nella fase produttiva dei servizi; delle materie prime e degli altri beni incorporati durante la lavorazione dei beni del committente. Nelle stesse
scritture possono inoltre essere annotati, anche alla fine del periodo d’imposta, i cali (es. sfridi, perdite fisiche delle merci, ecc.) e le altre variazioni di quantità che determinano scostamenti tra le giacenze fisiche effettive e quelle desumibili dalle scritture di carico e scarico. Devono considerarsi esclusi dall’obbligo di registrazione, quando non si tratti di beni il cui scambio è diretta l’attività dell’impresa, i materiali di consumo non fisicamente incorporati nel prodotto, i materiali per la manutenzione, i materiali per la pulizia, il materiale pubblicitario, la cancelleria. Altresì devono escludersi le registrazioni afferenti i pezzi di ricambio, se non danno luogo a corrispettivi. Modalità e tempi di conservazione Come detto, la novità più interessante e ‘semplificante”, è che diventa possibile tenere le scritture ausiliarie di magazzino sia su supporto informatico, sia su supporto cartaceo non vidimato. Se l’operatore economico si avvale della facoltà di tenere le scritture in trattazione solo su supporto informatico, entro il 30 settembre dell’anno successivo a cui le stesse si riferiscono deve trasmetterle all’Ufficio Tributario su file formato PDF tramite apposita funzione che sarà disponi-
bile a tempo debito sul portale della Pubblica Amministrazione www.pa.sm. Se invece opta per il supporto cartaceo le stesse devono essere stampate entro il 30 settembre dell’anno successivo e tenute a disposizione per gli eventuali controlli e verifiche. L’obbligo di conservazione delle scritture in trattazione è di 5 anni escluso il periodo d’imposta a cui le stesse si riferiscono. Si ricorda infine che l’inosservanza delle disposizioni in materia di tenuta delle scritture ausiliarie di magazzino è sanzionata ai sensi dell’art. 139 comma 1 lettera h) Legge n. 166/2013. Ai fini della determinazione dei limiti per la tenuta delle scritture ausiliarie di magazzino, non si tiene conto delle risultanze di eventuali accertamenti se l’incremento (accertato) non supera di oltre il 15% entrambi i valori dichiarati. La tolleranza del 15%, ai fini dell’individuazione delle fattispecie di omessa tenuta delle scritture ausiliarie di magazzino, si riferisce disgiuntamente sia all’ammontare dei ricavi che a quello delle rimanenze. L’omessa tenuta, la mancata esibizione, il riscontro di irregolarità gravi, numerose e ripetute delle scritture ausiliarie di magazzino consentono di procedere all’accertamento induttivo. Daniele Bartolucci
SEntro cadenze il 1 dicembre occorre realizzare gli interventi di
adeguamento agli impianti a gas nelle proprietà private La Segreteria di Stato con delega ai Rapporti con l’AASS intende ricordare che il prossimo 1° dicembre scadranno i termini di legge della proroga concessa agli utenti (dall’entrata in vigore del “Decreto gas”per mettersi in regola volontariamente) per realizzare le modifiche alle installazioni poste in proprietà privata relative agli interventi di
adeguamento e di prima manutenzione funzionale di cui al Decreto Delegato 30 dicembre 2014 n. 229 “Proroga termini degli interventi di adeguamento e di prima manutenzione funzionale di cui al Decreto Delegato 27 dicembre 2012 n. 155 – Sicurezza degli impianti alimentati a gas naturale da rete di distribuzione”. Gli adeguamenti sono con-
dizione indispensabile per garantire la sicurezza delle persone e delle strutture. Si richiamano gli utenti a provvedere immediatamente a regolarizzare i propri impianti, poichè il pericolo di incidenti e scoppi con gas metano è rilevante e interessa non solo il singolo utilizzatore, ma in generale la collettività. Per mettersi in regola è necessario otte-
nere presso gli uffici AASS il “Modulo del gas” relativo alla apertura del contatore, eseguire le eventuali piccole opere di adeguamento e manutenzione funzionale, condizioni necessarie alla consegna del “Libretto di impianto”. Dal mese prossimo verranno valutate le misure opportune per le situazioni riscontrate al di fuori dei parametri di sicurezza .
L avoro
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di Daniele Bartolucci
Dopo quello che si era verificato nel settore Industria tra ANIS-CSU e OSLA-USL, il mondo dell’Artigianato è in subbuglio dopo la firma di un secondo contratto di settore tra OSLA e USL, che si affianca quindi a quello tra UNAS e CSU, rinnovato da pochi mesi. Il dibattito su quale sia migliore è aperto, ma va ricordato che, fino all’entrata in vigore della nuova legge, che introdurrà il principio della maggiore rappresentantività, in base al principio dell’erga omnes così come stabilito nella legge del 1961, nessun contratto si può autodefinire ‘migliore’ di un altro, ma eventualmente andrebbero evidenziate (ed estrapolate) le migliori condizioni di quelli esistenti per un dato settore. Ed è in questo contesto che la principale preoccupazione di Pio Ugolini, Segretario generale dell’Unione Nazionale Artigiani di San Marino, è quella di fare chiarezza, perché “la confusione non serve a nessuno”. In questi giorni circola una scheda sintetica che mette a confronto i due contratti, tali comparazioni vi sembrano puntuali e veritiere? “Premesso che tale scheda non è stata in nessun modo redatta né confrontata con UNAS e CSU, tanto che alcuni dati riportati appaiono palesemente sbagliati, falsando il confronto stesso, è certamente sintetica e non approfondisce il tema come andrebbe invece fatto. Se si parla di ore contrattuali, ma si omette il valore delle stesse non si fa informazione. Anzi! Si cade nella disinformazione. Se si vogliono confrontare due accordi, si dovrebbe partire da cosa c’è scritto: ad una rapida occhiata anche un profano può subito notare che la prima parte del contratto appena sottoscritto da OSLA e USL è la stessa già in vigore e sottoscritta da UNAS e CSU dal 2012. Specifico che è la parte normativa e quindi essenziale, in quanto si delinea il campo di applicazione ed profilo dell’impresa artigiana, quindi di
“La parte normativa è la stessa che scrivemmo nel 2012: una cover, altro che innovazione”
Ugolini: “Il nostro contratto più conveniente e applicabile” Il Segretario UNAS: “La rappresentatività chiarirà quale avrà efficacia erga omnes” una delle due parti in causa del contratto. Se si prende il nostro contratto del 2012 e lo si pone a fianco di quello firmato oggi da OSLA/USL, si può notare il ‘copia ed incolla’ non solo dei nostri contenuti già in vigore dal 2012, ma anche degli stessi capitoli con cui è stato sequenziato il contratto. Escluse ovviamente le sigle dei firmatari, non c’è alcun elemento nuovo perfino la sommatoria degli aumenti nel quadriennio è sempre del 3,5% -, né tantomeno innovativo. Tanto che mi stupisco delle critiche rivolte al nostro contratto: se hanno copiato un’intera sezione dal nostro, significa che andava bene. Andava talmente bene, aggiungo, che hanno ripetuto anche punteggiature ed alcune piccole imprecisioni o locuzioni elaborate da noi al tempo: fossimo in campo musicale, non sarebbe neanche un plagio, ma una cover o una imitazione canora”. Nella seconda parte, però, emergono alcune differenze. Una, in particolare, sembra essere quella delle ore annuali di ferie. “Su questo punto, come su altri legati al tema della rappresentatività che tratterò più avanti, c’è molta confusione perché è un tema per ferrati addetti ai lavori. In primis bisogna dire che le ore lavorate nell’anno sono le medesime e in virtù di una articolazione diversa e di una differente tariffa oraria il costo del lavoro e le ore lavorate sono assolutamente assimilabili anche con il settore industria. Ci mancherebbe altro che un lavoratore o una
azienda avessero ripercussioni o privilegi con un contratto rispetto ad un altro. Se qualcuno affermasse il contrario sarebbe palesemente nel falso. Cambia per gli aspetti organizzativi, perché un contratto pensato ad hoc produce economie nel rispetto delle parti. Filosofia da sempre seguita da UNAS e da CSU. Una premessa è d’obbligo: tutti i contratti prevedono 26 giorni di ferie e quelli sono. La scelta di UNAS e CSU di mantenere le 40 ore lavorative settimanali distribuite normalmente sui primi 5 giorni della settimana, è il risultato di alcuni ragionamenti specifici per questo settore. Stiamo parlando di imprese artigiane, non di catene di montaggio in cui al cambio turno ogni operaio prosegue lo stesso lavoro del precedente. Dal tempo necessario per l’arrivo o la partenza dal cantiere alle esigenze legate alla stagionalità e ad altri fattori di cui si
San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli alessandro.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm
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deve tenere conto e che chi opera in questo settore conosce molto bene, sia che siano datori di lavoro, sia che siano dipendenti. Nel nostro contratto, in nome della flessibilità, a fronte delle 40 ore suddette, il lavoratore matura 120 ore di riduzione di orario, che l’azienda può utilizzare per ridurre l’orario di lavoro settimanale nei periodi di minore lavoro, per concedere la riduzione d’orario oppure anche retribuirle, ma senza maggiorazioni. Ricordo che le 120 ore di permesso nascono dal fatto che ogni settimana la differenza tra 37,5 ore lavorate e le 40,0 ore degli artigiani creano una differenza di 2,5 ore che moltiplicate per 48 settimane (4 per arrivare a 52 sono di ferie) creano il monte ore della riduzione d’orario. Questa flessibilità porta un vantaggio non solo alle piccolissime imprese in fase di organizzazione del lavoro ed ai dipendenti che possono gestire con l’azienda un plafond maggiore di ore a parità di ore lavorate, ma c’è un vantaggio anche alla collettività, in quanto ha l’ambizione di ridurre il ricorso alla cassaintegrazione”. Quindi non è vero che le imprese che adottano il vostro contratto pagano più ore di ferie ai propri dipendenti? E più permessi e premi? “Il valore del costo per ferie deve essere identico non solo all’interno del settore artigia-
no, ma anche tra artigianato ed industria. Ridicolo pensare che un contratto non sia equilibrato e paghi di più o di meno di un altro, perché sarebbe offensivo o per le imprese o per il dipendente. Il costo, fatto salvo arrotondamenti è uguale per tutti. La dico come battuta, se proprio una convenienza economica c’è è a favore del nostro per circa 8 euro su base annua. Paragonare le ore contrattuali, senza attribuire il valore soggettivo della singola ora, il costo reale per ora lavorata ed il costo annuo del contratto, alimenta solo confusione. Mi faccia fare un inciso sull’ipotetica possibilità inserita nel loro contratto di ridurre l’orario settimanale a 36 ore e 30 minuti evitando di corrispondere gli aumenti di retribuzione previsti quale strumento per contenere l’accesso alla CIG: ma se una ditta è in crisi può addossarsi il costo di ore di lavoro da pagare e non chiedere sostegno alla Cassa Integrazione? Allo stesso modo risultano incomprensibili le 12 ore di formazione professionale: per noi ci sono oltre 1.600 ore l’anno di formazione, ovvero tutte le ore che il dipendente lavora al fianco del proprio datore di lavoro. Chi conosce il mondo dell’artigianato sa che la formazione è quotidiana, perché il datore di lavoro è il primo lavoratore vicino al dipendente, sia che si tratti di
un elettricista, di un imbianchino o di un idraulico” . Il rapporto tra impresa e lavoratori diventa quindi fondamentale. “Il contratto deve regolare tale rapporto e deve ricercare l’equilibrio tra gli interessi e le tutele di entrambe le parti: serve il rispetto economico nei confronti del lavoratore, così come le tutele per l’impresa. Sarebbe oltremodo scorretto per una delle due parti in causa se un contratto squilibrasse tale bilanciamento e sostenere che il proprio contratto è a favore di una parte suona come un’ammissione in tal senso”. A maggior ragione in imprese con in media pochi dipendenti. “La media nazionale del settore è di circa 3 lavoratori. Si tratta quindi di strutture molto semplici, senza grandi apparati sindacali interni, per cui il contratto dovrebbe essere il più chiaro possibile e di facile applicabilità, come è quello firmato da UNAS e CSU, applicato nella quasi totalità delle imprese artigiane”. Così però entriamo nel campo dei numeri e della rappresentatività. Altro terreno di scontro con OSLA. “Sui numeri si fa confusione da sempre, peggiorando la situazione con un linguaggio spesso ancora più ambiguo. Stiamo parlando innanzitutto di un contratto per i lavoratori, quindi dall’altra parte ci dovrebbero essere i datori di lavoro, non imprese a zero dipendenti. E’ in questo senso che i numeri vanno letti: delle circa 500 imprese artigiane, infatti, solo 191 hanno dipendenti e di queste oltre il 90% adotta il contratto sottoscritto da UNAS e CSU. Abbiamo chiesto che l’Ufficio del Lavoro faccia chiarezza, per attribuire a Cesare quel che è di Cesare. Questo non esclude che ci siano altri contratti, ma va chiarito una volta per tutte che solo uno può avere efficacia erga omnes e ovviamente tale efficacia si deve basare sulla reale rappresentatività di chi lo sottoscrive”.
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I mprese
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Marchi e Brevetti: dopo Apple un altro brand globale approda a San Marino
Il volante Ferrari vale doppio: F1 e modellino La casa di Maranello ha depositato i disegni industriali all’USBM Il volante della Ferrari di Formula 1 è un concentrato di tecnologia e design industriale ai livelli più alti nel mondo e come tale va adeguatamente ‘protetto’. Ovviamente, come tutta la tecnologia Ferrari, anche il volante è stato brevettato e il disegno industriale è stato depositato anche a San Marino, all’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi, che l’ha comunicato nel bollettino 5/2015 in cui vengono rendicontate le attività dell’Ufficio in materia di brevetti, marchi e, appunto, disegni industriali. Il nome Ferrari non è l’unico, ma come avvenne con Apple, in questo Bollettino è sicuramente quello più conosciuto e palesa l’importanza di questo Ufficio e l’attività di tutela della proprietà industriale, oggi fondamentale per chi fa impresa nel mondo. In questo caso si tratta del disegno del volante per automobile
P olo del lusso Borletti deposita il marchio “The Market” (dall’immagina si chiarisce che è la vettura di Formula 1), inventato da James Allison Shakespeare (Gran Bretagna). Ma in verità si tratta di un doppio disegno: è infatti nota la passione per la Ferrari a livello planetario anche sul fronte del collezionismo. Per cui esiste una lunga tradizione di modelli in scala che riproducono ogni singolo particolare delle mitiche ‘rosse di Maranello’, dagli pneumatici agli alettoni, fino, appunto, ai volanti. Ed è in questo
senso che la Ferrari Spa, nello stesso momento, ha depositato presso l’Ufficio sammarinese sia il disegno del volante vero, del bolide da Formula 1, sia del volante del ‘giocattolo’, che ha ovviamente le stesse caratteristiche estetiche. Ferrari è un brand a livello globale, il cui valore è stato stimato proprio in questi giorni dalla borsa in oltre 10 miliardi di dollari, ha attività commerciali in tutti i continenti e ha quindi una struttura enorme, che necessita di tutte le
Borletti Group S.A., la società che ha ideato e promosso il nuovo centro commerciale che sorgerà a Rovereta, tutele oggi previste per chi si occupa di produzione industriale, in particolar modo dei propri brevetti. E questo significa farlo anche a San Ma-
si apprende dal Bollettino 5/2015 dell’USBM, ha depositato a metà ottobre la domanda per il marchio “The rino, confermando ciò che da qualche anno sta avvenendo, ovvero che anche i marchi più importanti depositeranno – se non l’hanno già fatto –
Market”, che probabilmente verrà utilizzato per l’attività in oggetto a San Marino. Il deposito del marchio del progetto Luxury Department Store San Marino riprende infatti il nome della società The Market PropCo S.r.l., identificata nella delibera del Congresso di Stato come la società con cui verranno acquisite e cedute le aree oggetto della convenzione, e che si è impegnata a realizzare i nuovi parcheggi sempre in zona Rovereta. brevetti e disegni anche nel registro sammarinese tenuto dall’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi. Daniele Bartolucci
B anche
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di Alessandro Carli
Ben 40 i “regali” per i clienti, in attesa della maxi estrazione finale, che metterà in palio altri 4 premi, un carico di omaggi che si spartiranno i fortunati Titolari di Cartazzurra ed Esercenti della Cassa di Risparmio. E, come in passato, un occhio di riguardo al mondo associazionistico, che potrà beneficiare di un importante contributo per i progetti che, in silenzio, vengono portati avanti da persone volenterose ed impegnate nel sociale. Ancora pochissimi giorni (si parte il 23 novembre e si proseguirà per otto settimane) al taglio del nastro di “Passa in Cassa… Gratis e Parti!!!”, il concorso organizzato e gestito dalla Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino che, come in passato, si rivolge ai clienti e agli esercenti Cartazzurra, un progetto iniziato oltre 20 anni fa, che nel tempo è diventato una “bella” abitudine per i Titolari che utilizzano la card con le sue molteplici funzionalità: transazioni bancarie nazionali ed internazionali, pagamento pedaggi autostradali, tessera sanitaria. Nel periodo del concorso, ogni pagamento effettuato in Repubblica, darà un piccolo ma vero contributo (10 eurocent a “strisciata”) alle associazioni “ApprendiAmo” e “Progetto Sorriso”.
Cassa di Risparmio, torna anche quest’anno “Passa in Cassa... Gratis e Parti”
Una “bella abitudine” che fa bene al territorio Il concorso parte il 23 novembre e sino al 27 gennaio si vince
“Natale è un periodo dell’anno in cui ci ricordiamo di essere parte di un mondo di persone – spiega il Direttore Luca Simoni –. La Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, attraverso questa iniziativa restituisce al territorio la fiducia che i
clienti, in oltre 130 anni di storia, ci hanno confermato. L’idea del concorso è nata all’interno del nostro Ufficio Marketing, che ha saputo abbinare con saggezza e grande lungimiranza i premi dedicati ai clienti e agli esercenti con un contributo concreto
SIl contributo olidarietà andrà a due associazioni che si occupano dei più piccoli Quest’anno il contributo di 10 eurocent a transazione verrà devoluto a due associazioni della Repubblica di San Marino che, in modo diverso ma molto importante, si occupano dell’infanzia e delle problematiche legate all’universo dei bambini. Sono due Associazioni forse lontane dalla luce dei riflettori, che svolgono un servizio - anzi, una serie di servizi - di straordonaria profondità. Le andiamo a conoscere, spiegando anche il loro campo di attività. ApprendiAmo L’Associazione ApprendiAmo è nata nel settembre 2013 allo scopo di offrire servizi e interventi mirati a migliorare la qualità della vita delle persone con Difficoltà e Disturbi Specifici dell’Apprendimento. L’Associazione tenta di por-
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si come ponte tra le strutture e Istituti presenti sul territorio che si occupano di tale condizione, al fine di integrare i servizi presenti e di fornire ulteriore supporto ai ragazzi con DSA, alle loro famiglie e agli Istituti Scolastici. L’Associazione ApprendiAmo e l’UOC Servizio Minori dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, in collaborazione con la Scuola dell’Infanzia, propongono, durante l’anno scolastico da poco iniziato (2015-2016), un progetto rivolto a tutti i bambini in età prescolare, orientato al riconoscimento e all’identificazione di soggetti a elevato rischio di Disturbi Specifici dell’Appredimento e con l’auspicabile obiettivo di poter così offrire un percorso di apprendimento più sereno (www.apprendiamo.weebly.com).
Progetto Sorriso Il Progetto Sorriso è ufficialmente partito nel 2000 e offre sostegno all’infanzia abbandonata o senza alcun riferimento familiare. Con il contributo del concorso di Cassa di Risparmio, l’Associazione si impegnerà a sostenere la struttura Crèche di Betlemme, orfanotrofio gestito dalle suore Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, che ospita bambini abbandonati sino all’età di 6 anni. L’aiuto, grazie al costante e profuso impegno di volontariato all’interno dell’Associazione, si concretizza nell’importante progetto di adozioni a distanza e di iniziative di solidarietà atte a supportare attività educative, culturali e sociali svolte nella struttura nonché di iniziative umanitarie realizzate in Terra Santa. a cura della Red. ec.
da destinare alle associazioni. E’ una combinazione che funziona e che piace. Le linee dell’edizione 2015-2016 del concorso vogliono rimarcare importanti concetti come l’incentivo ai consumi interni, attraverso il circuito Cartazzurra, utilizzabile esclu-
sivamente all’interno della Repubblica di San Marino e la solidarietà verso due importanti realtà del territorio”. Anche se il Direttore della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino non lo dice esplicitamente, l’obiettivo è quello di crescere, sia nei volumi che nelle transazioni come in tutte le edizioni di questo concorso. Le potenzialità ci sono tutte: una timida ripresa dell’economia locale (e italiana, che storicamente traina anche quella del Titano, ndr), ma soprattutto il numero dei titolari di Cartazzurra e degli esercizi convenzionati, sempre maggiori. Poiché si può vincere esclusivamente grazie agli acquisti effettuati a San Marino, l’invito che Cassa di Risparmio rivolge tra le righe è molto chiaro: dare un supporto, una spinta, un sostegno concreto all’economia del territorio.
Come partecipare Il concorso inizia il 23 novembre 2015 e proseguirà sino al 17 gennaio 2016. Per otto settimane, il mercoledì, verranno estratti i movimenti di spesa effettuati (nel corso della settimana precedente) dai clienti in possesso di Cartazzurra. Tra questi verranno sorteggiati i nomi dei quattro vincitori. Attenzione però allo scontrino: potranno “giocarsi” i premi solo chi ha effettuato gli acquisti con Cartazzurra utilizzando l’omonimo circuito. Per sapere se si sta partecipando all’estrazione, sarà sufficiente controllare lo scontrino che dovrà riportare la dicitura “Acquisto Cartazzurra”. Per i Titolari, in palio ogni settimana uno o tre anni di conto corrente gratuito e una carta ricaricabile omaggio, mentre per gli Esercenti estratti è previsto un anno di conto corrente gratuito e la gratuità del noleggio POS. In attesa, chiaramente, dell’estrazione finale: per tutti e quattro i vincitori (tre clienti e un esercente) un premio che di certo farà illuminare gli occhi: un buono viaggio del valore di 1.000 euro. Tutte le informazioni, sui premi settimanali a favore di Titolari Cartazzurra ed Esercenti e sui maxi premi finali, sono consultabili nel Regolamento del concorso pubblicato su www.carisp.sm/ConcorsoCartazzurra.
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FIXING - Anno XXIII - n.43 - Venerdì 20 Novembre 2015
Ente Cassa di Faetano, Banca di San Marino e Leasing Sammarinese
La “nuova vita” colorata dei Castelli del Titano Apre il 28 novembre “Gianluigi Toccafondo. Visioni di San Marino” Bella e unica, la vita degli artisti con la A maiuscola, che fanno spesso un minuto passo indietro per lasciare la scena alla propria poetica: al fruitore rimangono negli occhi “quelle” immagini, quei tocchi di pennello (o di lapis), che lasciano senza fiato, oppure spalancano voragini candide di curiosità, bellezza, ricerca del senso. Non può essere di certo passato inosservato allo sguardo dei più attenti, quel fil rouge che attraversa lo spot pubblicitario della Sambuca Molinari e che prosegue sulle copertine (e sulle intro) dei prodotti (libri e film) dell’azienda Fandango: colori che si allungano, si muovono – esatto: non stanno mai fermi, quasi avessero una vita propria -, inventano forme geometriche solo apparentemente “sghembe” che, in fieri, poi ritornano all’unità delle linee e delle tonalità, oppure ricreano un’altra vita, nuove prospettive, ulteriori emozioni. E’ un incanto, una “trappola” benevola, in cui cadono, con un sorriso, grandi e piccini: nasi e braccia, colli lunghissimi che si immergono nei colori per rinascere, come un’Araba Fenice (però artistica e non classicamente mitologica), simili e cambiati. Impossibile rimanere indifferenti davanti alle opere di Gianluigi Toccafondo, pittore, illustratore e cineasta sammarinese, uno dei rappresentanti più cristallini di quella generazione di pittori prestati all’animazione che sta caratterizzando la scena italiana. Ente Cassa di Faetano, Banca di San Marino e Leasing Sammarinese hanno unito le forze per permettere anche ai cittadini del Titano di poter ammirare le sue opere: per tre weekend di seguito (28 e 29 novembre, 5 e 6 dicembre, 12 e 13 dicembre sempre dalle 15 alle 19) Villa Manzoni aprirà le porte a “Gianluigi Toccafondo. Visioni di San Marino”, una mostra che mette al centro il Titano e che si snoda attraverso una serie suggestive raffigurazioni dei
suoi nove Castelli. “Il celebre artista, chiamato a realizzare l’opera originale per la copertina del settimo volume del progetto ‘Storia dei Castelli della Repubblica di San Marino’ – spiega l’Ente Cassa di Faetano -, non solo ha realizzato diversi disegni originali per Serravalle (il Castello oggetto di studio di quest’anno, ndr), ma ha voluto ritrarre tutti i Castelli di San Marino, restituendoci un ciclo di vedute suggestivo e prezioso, nel quale immagini storiche vengono riportate a nuova vita, e scatti più recenti entrano in una dimensione sognante e narrativa”. La tecnica I suoi quadri e disegni “in movimento” sono frutto di una tecnica mista: prima l’immagine viene fotografata su un video o su un monitor, poi ingrandita e distorta con la fotocopiatrice, infine essa diventa supporto per la realizzazione pittorica. Gianluigi Toccafondo dà così corpo a un concetto d’arte multimediale, dove con uno stile e una tecnica raffinata, le forme diventano oggetti fluttuanti, avvolgenti, in un contesto dalle valenze surreali e allo stesso tempo oniriche. Le parole dell’artista Un progetto che ha entusiasmato lo stesso Gianluigi Toccafondo. “Quando mi è stato proposto di realizzare i disegni per il progetto ‘Storia dei Castelli della Repubblica di San Marino’ e in particolare per il Castello di Serravalle - ha scritto in una missiva -, inizialmente pensavo di rielaborare gli stemmi; ero rimasto molto affascinato dai colori e dagli elementi popolari come il lupo, la torre rossa, l’albero, la penna… Ma una volta ricevuta dall’Ente Cassa di Faetano la documentazione con leggende, storie e foto di primo Novecento come l’olmo in mezzo alla piazza di Montegiardino con i contadini attorno e sopra l’albero, la folla brulicante del
mercato di Borgo Maggiore, il trenino che arriva dal mare, i bambini attorno alla fonte di Acquaviva, mi sono appassionato alla vita reale delle varie municipalità. Ho chiesto maggiore documentazione all’architetto Leo Morganti, che mi ha fornito libri di vecchie cartoline e documentazione sulle trasformazioni di San Marino e i suoi Castelli. Ho cominciato a lavorare fotocopiando, ingrandendo, manipolando quel materiale fotografico a cui aggiungevo un lupo nei boschi di Domagnano, l’atterraggio dell’aviatore triestino nel 1913 sul pianoro di Fiorentino, elementi magici come il granchio di fiume nell’acqua di Gorgascura a Chiesanuova, ho fatto rivivere il trenino che arriva dal mare e attraversa il castello rosso di Serravalle… La leggenda rappresentata diventa reale e la realtà disegnata diventa leggenda”. Il risultato? Basta aspettare ancora qualche giorno... Intanto è già disponibile su sito www.sanmarinoweb.com lo spot di lancio della mostra. Alessandro Carli
F inanze
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di Daniele Bartolucci
Sei anni dopo l’ultimo provvedimento, si ripresenta la possibilità per rivalutare i beni dell’impresa. All’interno dell’assestamento di Bilancio, il provvedimento relativo alle modifiche e variazioni per l’esercizio 2015, è stato inserito infatti l’art. 28 che ripercorre in modo sostanzialmente identico quella precedente contenuta nell’art. 60 della legge n. 168/2009 (finanziaria per l’esercizio 2010) apportando delle piccole variazioni relative alla tipologia dei beni rivalutabili e al calcolo della tassazione separata. A chi si riferisce l’art. 28 “Rivalutazione dei beni dell’impresa” della Legge 3 novembre 2015 n. 160? Esso prevede la possibilità per “le società di ogni genere, gli enti svolgenti attività d’impresa tenu-
Non si deve comunque superare il valore corrente di mercato ti alla redazione del bilancio, nonché gli operatori economici persone fisiche” di rivalutare i beni strumentali di proprietà iscritti nel registro dei beni ammortizzabili e/o inventari alla data del 31 dicembre 2014 da effettuarsi entro il 31 dicembre 2015 (quindi c’è poco più di un mese di tempo), nonché le partecipazioni in società controllate e collegate costituenti immobilizzazioni. Va specificato che la rivalutazione delle partecipazioni è una novità rispetto a quella del 2009, con un fine evidentemente e principalmente di natura civilistica, in quanto dal punto di vista fiscale tali beni in caso di plusvalenza generano componenti esenti o parzialmente esenti se rientrano nei requisiti previsti dalla normativa fiscale. Il legislatore ha ricordato quindi che la rivalutazione
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Imposta con aliquote a scaglioni. Novità rispetto al 2009: rientrano anche le partecipazioni
Beni strumentali: 6 anni dopo ritorna la rivalutazione La possibilità, inserita nell’assestamento di Bilancio, va sfruttata entro la fine dell’anno deve riguardare tutti i beni appartenenti alla stessa categoria omogenea, non deve superare i valori correnti di mercato ed è consentita anche alle persone giuridiche partecipanti ad operazioni di fusione, trasformazione e scissione aziendale. Gli amministratori ed i sindaci, se nominati, devono indicare e motivare in nota integrativa i criteri seguiti nella rivalutazione e attestare sotto la loro responsabilità, salvo che non intervenga idonea perizia giurati di stima da parte di un professionista sammarinese, che i valori indicati non eccedono i limiti di cui al punto precedente. La delibera di rivalutazione e le annesse relazioni devono essere allegate alla copia del bilancio riguardante l’esercizio in cui è avvenuta la rivalutazione, da depositarsi presso la Cancelleria del Tribunale. I saldi attivi di rivalutazione al netto dell’imposta sostitutiva confluiscono in un’apposita riserva del netto da utilizzarsi per la copertura delle perdite oppure per aumentare il capitale sociale. Ma quanto si pagherà e quanto, in teoria, è vantaggioso per le imprese che eventualmente decideranno di accedere a questa possibilità? L’imposta da corrispondere segue una logica abbastanza particolare, lasciando aperta la porta a casi limite in cui una maggiore rivalutazione sconta la medesima imposta dell’importo massimo dello scaglione precedente. Se si pensa ad esempio agli immobili, che probabilmente rappresentano il caso
più comune, ed ai beni non ammortizzabili (terreni e partecipazioni), le aliquote sono le seguenti: fino ad una rivalutazione di 2,5 milioni di euro, la tassazione separata sarà calcolata con aliquota del 5%; aliquota del 4%, con un minimo di 125.000 euro se il saldo attivo è ricompreso fra i 2,5 e i 5 milioni di euro; aliquota del 3%, con un minimo di 200.000 euro per saldi attivi di oltre 5 milioni di euro. Per tutti gli altri beni ammortizzabili, invece, l’aliquota è stata fissata al 2,5%: un’ulteriore novità, in quanto la rivalutazione precedente prevedeva solo l’1%. E’ dunque importante, a seconda della categoria dei beni in oggetto, valutare attentamente questa possibilità in base al vantaggio di aderirvi (pagando appunto l’imposta) o meno. Va specificato che i beni immobili oggetto di rivalutazione non possono essere alienati a titolo oneroso entro i 5 anni dalla data di rivalutazione fatta eccezione per le alienazioni durante le procedure concorsuali. In tutti gli altri casi, se l’alienazione avviene prima dei 5 anni, il contribuente è tenuto ad applicare le ordinarie imposte previste dalla L. n. 166/2013 sul valore della rivalutazione, scomputando l’imposta sostitutiva già versata. L’ammontare dell’imposta pagata non è deducibile dal reddito d’impresa e deve essere contabilizzato in diminuzione del fondo di riserva di rivalutazione iscritto in bilancio. Il versamento dell’imposta sostitutiva è dovuto anche dai soggetti che usufruiscono di
esenzioni o riduzioni dell’IGR e deve essere effettuato entro il bimestre successivo a quello in cui si è perfezionata la rivalutazione e non può essere oggetto di compensazione con altri crediti IGR oppure con l’imposta monofase. Il tema è quindi importante per le aziende, e non a caso anche in Italia è stata prevista questa possibilità, tanto che il disegno di legge di stabilità 2016 prevede, nell’ambito della riproposizione di numerose disposizioni agevolative, la rivalutazione dei beni d’impresa, da effettuarsi nel bilancio 2015. E questo a soli due anni (a San Marino, come detto, sei) da quella a suo tempo disciplinata dall’art. 1 commi 140 e seguenti della L. 147/2013 (legge di stabilità 2014). A tal proposito, tale ‘novità’ si limita ad una riapertura dei vecchi termini.
FIncontro inanziaria ANIS-Governo:
Legge di breve prospettiva
L’11 novembre il Governo ha presentato alle parti sociali la Finanziaria. Per il Segretario Generale di ANIS William Vagnini siamo davanti a “una Legge poco incisiva e di breve prospettiva, che non guarda all’ammodernamento e allo sviluppo del Paese”. Manca quindi, secondo ANIS, una ristrutturazione della spesa pubblica che consenta di liberare risorse da destinare a quegli investimenti strategici di cui il Paese ha bisogno. Siamo di fronte a una manovra che non guarda allo sviluppo ma si limita a consolidare lo status quo: forse era auspicabile prima un incontro con le parti sociali.
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di Alessandro Carli
Musica e teatro, ma forse anche altre forme artistiche. Anche pochi giorni ne sapremo di più: il 26 novembre difatti si alzerà il sipario (o meglio, il “ciak” si gira, visto che le esibizioni andranno in onda su San Marino RTV) sulla prima edizione di “Talenti dei Castelli”, lo show “made in Titano” ideato da Banca di San Marino e realizzato “tecnicamente” dalla televisione di Stato, che lo renderà fruibile, oltre che sul territorio, anche in tutta Europa. Piero Piva per il Castello di Acquaviva, Mosè Cervellini per Borgo Maggiore, Giada Borgagni per Chiesanuova, Lorenzo Salvatori, in arte “Irol MC” per San Marino Città, Rosa Della Valle per Faetano, Martina Celli per Serravalle, il duo canoro formato da Anita Simoncini e Simone Giacomini per Montegiardino, il gruppo musicale dei Fire Stones per Domagnano e il duo Bradipoteatar Junior per il Castello di Fiorentino si contenderanno il premio finale, dell’importo di 2 mila euro, al quale, ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione il Presidente di Banca di San Marino, Fausto Mularoni, andranno aggiunti altri “3 mila euro”, che verranno consegnati “al Castello di appartenenza del vincitore per la realizzazione di un’opera pubblica a beneficio di tutta la comunità”. Il Presidente ha poi stretto idealmente la mano a tutti i Capitani di Castello: “Sappiamo l’impegno richiesto dal loro ruolo politico e le energie richieste nello svolgere un compito del genere. Li ringraziamo perché senza il loro lavoro, sarebbe stato difficile scoprire i ‘Talenti dei Castelli’. Banca di San Marino ha preferito concentrarsi e dedicare le proprie attenzioni al Titano. Abbiamo ricevuto molte richieste anche dall’estero ma abbiamo voluto privilegiare il nostro Stato in quanto siamo una banca del territorio. Credo che la sammarinesità sia un valore che debba essere mantenuto vivo”.
B anche
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Il talent show è ideato da Banca di San Marino e realizzato tecnicamente da San Marino RTV
Talenti dei Castelli, una corona per giovani e grandi artisti I nomi dei protagonisti, il “come votarli”, senza dimenticare la Tombola di Natale
Prima di proseguire con le parole degli altri protagonisti, rassicuriamo i lettori: la tradizionale tombola natalizia di Banca di San Marino non è sparita, anzi: da quest’anno si fa accompagnare dal programma “Talenti dei Castelli”. “Come servizio pubblico radiotelevisivo della Repubblica – ha affermato il Direttore Generale di San Marino RTV Carlo Romeo - consideriamo questa iniziativa di cui siamo partner, molto importante. Il mondo sta cambiando e le nuove generazioni sono sempre più pronte a diventarne protagoniste. Dobbiamo impegnarci tutti per creare spazi, occasioni, scenari per coloro che lo meritano realmente per l’impegno, lo studio, il merito indiscusso che con spesso anni di lavoro sono riusciti a ottenere. La popolarità di poche ore, spesso raggiunta con poco in
tv, dura altrettanto poco nel tempo. La qualità, quella vera che nasce dalla fatica dell’impegno quotidiano, invece resta comunque e comunque alla distanza vince sempre”. Il Direttore Generale di Banca di San Marino, Emanuele Cesarini, si è invece soffermato sulla “genesi” del talent: “La tombola è diventata un appuntamento ben radicato e accolto sempre con grande entusiasmo, ma ci sembrava che mancasse ‘qualcosa’, qualcosa di più dinamico. L’idea dei ‘Talenti dei Castelli’ è nata quest’estate ed è stata ‘pensata’ da Luca Cicchetti, Direttore Commerciale di BSM, e da Diego De Simone. A luglio è stata portata all’interno del Consiglio di Amministrazione, che l’ha promossa. Crediamo che sia un format che possa funzionare, come ci dimostrano i dati italiani ed europei”.
Come votare Il primo appuntamento è per giovedì 26 novembre, quando su San Marino RTV, alle 20, si potranno scoprire i nove finalisti, vedere le esibizioni e co-
minciare a votare il concorrente preferito. Ogni giovedì si esibiranno tre concorrenti: la finale è prevista per il 24 dicembre. Sarà possibile votare sulla pagina Facebook della
Banca di San Marino, su WhatsApp e nelle filiali della Banca di San Marino seguendo le indicazioni contenute nella lettera della Tombola di Natale. Il voto popolare peserà moltissimo per decretare il vincitore, esattamente il 60%. Sarà curioso scoprire a quale artista andranno la maggior parte dei voti popolari. Considerando l’età dei concorrenti, molto variegata, i favoriti sembrano i più giovani, capaci di scatenare i social network, ma non sono escluse sorprese. Il restante 40% del voto verrà stabilito dalla giuria televisiva in diretta il giorno prima di Natale. Per incentivare le votazioni Banca di San Marino metterà in palio anche un ulteriore premio del valore complessivo di mille euro. Dieci persone si aggiudicheranno un riconoscimento del valore di 100 euro ciascuno in carte prepagate.
I mprese
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L’imprenditrice sammarinese è andata “a scuola” dalla wedding planner Karen Tran
Mara Verbena, il matrimonio è una grande decorazione “Arredi e fiori su misura per accompagnare e realizzare i sogni delle nuove coppie” Quasi a fine cena, in attesa del dolce, oppure davanti a un tramonto mozzafiato. All’improvviso quella speranza tenuta nascosta nel cuore e nella mente, diventa realtà: lui si inginocchia (siamo tradizionalisti), il suo volto si fa più disteso, pieno di luce. Gli occhi negli occhi, l’aria si ferma d’incanto: “Mi vuoi sposare?”. Ora che vi ha chiesto la mano e l’anello brilla al dito, manca solamente un tassello: l’organizzazione del matrimonio. Le possibilità sono diverse: o come si è sempre fatto sino a qualche anno fa, cioè che ci si organizza con l’amica del cuore, la mamma e la zia, oppure ci si fa aiutare da chi ha esperienza e conoscenza sulle decorazioni e gli allestimenti. Perché, in realtà, un matrimonio è una grande festa di colori, fiori, eleganza e buon cibo. Già, ma come scegliere? Ancora una volta il web diventa una confusa miniera di informazioni. Tutti i naviganti della Rete si sono scaricati perlomeno 400 foto e anche 345 nomi. Troppi. A questo punto serve aiuto. Mara Verbena, grazie alle sue composizioni floreali, è arrivata sui set dei film hollywoodiani, sugli schermi delle grandi televisioni e organizza ogni anno “Florea”, l’unica kermesse sammari-
nese dedicata al mondo e alla cultura di verde e natura. Sul Titano per un mazzo di fiori o un’allestimento per terrazzo e giardino, ci si rivolge al suo atelier verde, “Fior di Verbena”. Mara è anche “wedding planner”, la persona in grado di seguire il momento più bello più nella vita delle persone: il matrimonio. Lo fa in ogni suo particolare, dalle composizioni e gli arredi floreali durante la cerimonia di nozze, sino all’organizzazione degli inviti e del pranzo. Mara difatti, oltre alla trentennale esperienza, ha
Z oom Natale e oggettistica, sino al 29/11 sconto del 15% I numeri non mentono: in occasione del corso sulle decorazioni natalizie organizzato da Mara Verbena a Lesignano lo scorso fine settimana hanno partecipato ben 120 iscritti, quasi a voler testimoniare l’attenzione che hanno le persone per le festività di fine anno. Per quel “particolare” decorativo in più, Fior di Verbena – ma solo sino al 29
novembre – ha in sconto al 15% una serie di novità natalizie: idee regalo (per gli amici, i propri cari ma anche, perché no, per se stessi) dalla più economica a quella più ricercata e esclusiva. Oggettistica, fiori e piante, per dare quel tocco di unicità e bellezza alla casa. E a tutte le persone che la abitano.
aggiunto al proprio curriculum la “mrs. wedding” statunitense Karen Tran, una delle event designer, florist e stylist più famose e affermate al mondo. Recentemente ha seguito la sua scuola e ha anche collaborato con la “guru” statunitense. “Il suo ultimo seminario – racconta l’imprenditrice sammarinese dei fiori – si è tenuto all’inizio di novembre nello splendido scenario di Ravello. La fama di Karen Tran è frutto della sua passione e del suo talento nel creare composizioni floreali raffinate e in Italia cerca location d’élite per i suoi clienti speciali”. E Mara non ha esitato a presentarle la nostra Repubblica come luogo speciale per un matrimonio da sogno... Le sue creazioni sono apprezzate per la loro maestosa eleganza. “Ogni coppia ha i propri sogni – prosegue – e noi siamo in grado di accompagnarli sia nelle idee più semplici che in quelle più imponenti, sempre al giusto prezzo. Lo stile si riconosce anche nei gesti più piccoli, nelle attenzioni ai particolari. Da anni seguo manifestazioni, eventi e feste. E’ stato quindi del tutto naturale mettere queste esperienze a disposizione di chi vuole or-
ganizzare una cerimonia bella, indimenticabile ma spesso complicata da orga-
nizzare come appunto il matrimonio”. Alessandro Carli
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F ocus
“BiBip fiori” Consegna velocissima
E nel mondo verde di Fior di Verbena fanno irruzione anche i modi di comunicare più innovativi e allo stesso tempo “comuni”. È arrivata difatti una App di Fior di Verbena si scarica gratuitamente e permette di avere tutte le novità che Fior di Verbena offre, come per esempio il servizio BiBip Fiori, un sistema che vi permetterà, attraverso WhatsApp, di vedere i fiori che verranno per voi consegnati o poter scegliere comodamente da casa vostra. Naturalmente, non mancano anche proposte più tradizionali. Tra tutte, ricordiamo gli sconti dell’anteprima Natale che ogni cliente può trovare da “Fior di Verbena”: il 15% in meno sino al 29 novembre su tante idee per i regali, le decorazioni della casa e, chiaramente, dell’albero di Natale. Le persone che scaricheranno la App e si presenteranno in negozio riceveranno un fiorito omaggio. Perché, come dice Mara Verbena, “i fiori fanno bene al cuore. Anche e soprattutto a Natale”.
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I mprese & Sistema Paese
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Ad Eicma di Milano anche il nuovo “gioiellino” tre cilindri 800 cc euro 4
MV Agusta, la Brutale non si rifà solo il trucco Paolo Bianchi (CRC): “Progettata a San Marino, è una moto nuova” di Alessandro Carli
Non porti “fuori strada” il nome: la nuova MV Agusta Brutale è molto diversa dal “vecchio” modello. La B3 800 cc., progettata all’interno del Centro Ricerche Castiglioni della Repubblica di San Marino e in “vetrina” ad Eicma di Milano sino al 22 novembre, è una “nuova” motocicletta che è stata, come spiega Paolo Bianchi, responsabile del CRC, “completamente riprogettata”. In attesa della 675 cc., Paolo Bianchi racconta la “nascita” della 800. “Si tratta del primo veicolo Euro 4 omologato secondo le direttive in vigore”. Per farla rientrare nei parametri previsti dalla Legge, in Centro Ricerche Castiglioni hanno lavorato su molti particolari, come ad esempio la modifica delle dimensioni del catalizzatore, l’aumento delle dimensioni del silenziatore e il sistema di filtraggio dei vapori della benzina. “La nuova Brutale 800 – prosegue – è nuova anche come telaio. Nuove sono anche le geometrie dello sterzo, l’avantreno e la distribuzione dei pesi”. Il carattere della moto, evidenzia il responsabile del
SDallepecial one quattro alle due ruote: il Dragster
800 RR personalizzata da Lewis Hamilton
Come detto MV Agusta è a Eicma 2015. A Milano Fiera la casa di Schiranna è presente con la B3 800 cc, con la Stradale, con la Turismo Veloce e con una piccola, unica perla: la Brutale 800 Dragster RR personalizzata voluta dal campione del mondo della Formula Uno Lewis Hamilton, grande appassionato delle moto MV Agusta. “Abbiamo inviato all’entourage del pilota inglese della Mercedes alcuni Centro Ricerche Castiglioni, “è stato addolcito. E’ più faci-
bozzetti – racconta Paolo Bianchi -. Lewis Hamilton poi, di suo pugno, ci ha lavorato, personalizzandola con una serie di particolari: il colore, il numero con cui corre, la sella e le sue iniziali”. La “special one” Dragster inoltre ha i cerchioni rossi, differenti pedane, nuove protezioni per il carter motore, il numero 44 con cui corre in F1 e il muso stilizzato della “tigre”, anch’esso, in pieno stile LH, in rosso.
le da guidare, anche se i cavalli non mancano: siamo at-
torno ai 110/112”. Nella “carta di identità” della Brutale 800
STretage all’estero per giovani sammarinesi le destinazioni previste: Vienna, Roma e Bruxelles I requisiti, le scadenze e i contatti per fare domanda La Segreteria di Stato agli Affari Esteri informa che nel periodo gennaio/aprile 2016 verranno attivati stage non retribuiti rivolti a giovani sammarinesi presso alcune Missioni Permanenti di San Marino all’estero. I tirocini hanno l’obiettivo di offrire una conoscenza diretta delle attività svolte dalle Missioni sammarinesi nelle sedi internazionali e delle attività delle Organizzazioni Internazionali stesse. Nello specifico si tratta di un tirocinio presso la sede di Vienna (Ambasciata e
Missione Permanente presso l’ONU, l’OSCE, il CTBTO e l’AIEA), uno presso la sede di Ginevra (Missione Permanente presso l’ONU e le altre Organizzazioni internazionali in Svizzera), uno presso la sede di Roma (Ambasciata e Missione Permanente presso la FAO) e uno presso la sede di Bruxelles (Ambasciata e Missione presso l’Unione Europea). I requisiti richiesti sono i seguenti: - cittadinanza sammarinese; - buona conoscenza della lingua inglese e, per le sedi
di Ginevra e Bruxelles, della lingua francese; - laurea o iscrizione a un corso universitario (a partire dal III anno), preferibilmente in giurisprudenza, economia, scienze politiche o scienze diplomatiche; - conoscenza delle Organizzazioni Internazionali e, per la sede di Bruxelles, dei meccanismi di funzionamento dell’Unione Europea; - conoscenza dei principali strumenti informatici. Gli interessati potranno inviare la propria candidatura via email all’indirizzo dipar-
timentoaffariesteri@pa.sm entro il 15 dicembre 2015. Alla domanda dovranno essere allegati il curriculum vitae et studiorum, una lettera motivazionale e l’indicazione della sede o delle sedi per le quali si presenta la candidatura. La valutazione delle candidature avverrà tramite l’esame del curriculum, delle motivazioni e, se necessario, di un colloquio, che potrà avvenire anche a distanza. Per ulteriori informazioni rivolgersi al Dipartimento Affari Esteri (tel. 0549 88 21 56 - 882225).
cc. la casa di Varese, alla voce “prestazioni”, scrive: “velocità max 237 km/h”. Le novità però non si fermano qui: è stato ridisegnato il cruscotto, il codino posteriore, le ruote e il porta targa posteriore. Le maniglie per il passeggero poi possono essere impostate su due posizioni differenti. Un restyling che ha richiesto un bel po’ di tempo. “Per realizzarla – chiarisce Paolo Bianchi – ci sono voluti dai 18 ai 20 mesi di lavoro. La nuova B3 è stata pensata, progettata e realizzata su Titano”, eccezion fatta per il motore, la messa a punto e le mappature elettroniche, perfezionate a Varese. Per un anno che si sta chiudendo (“Per MV Agusta il 2015 è stato un buon anno”, commenta il responsabile del Centro Ricerche Castiglioni) uno nuovo si sta per aprire: “Il 2016 sarà un anno impegnativo e pieno di progetti in progress: dalla Brutale 3 cilindri 675 cc. alla F4, passando per la F3, che verrà anch’essa messa a norma Euro 4”. Per non fargli perdere un po’ di potenza, si dovrà lavorare sui filtri e sull’aspirazione.
Le caratteristiche della B3 800 cc Ma vediamo cosa nasconde sotto i vestiti (tre difatti sono le colorazioni: bianco ice perlato, rosso/argento opaco, nero metallizzato opaco) la B3 800 cc., una “signorina” da circa 175/180 kg. Tre cilindri, 4 tempi e 12 valvole, cambio elettronico m(MV EAS 2.0 (Electronically Assisted Shift up & down), frizione multidisco in bagno d’olio a comando idraulico con dispositivo meccanico antisaltellamento. Lunga poco più di due metri (2.045 millimetri), interasse un metro e 40 cm., l’altezza della sella da terra è di 83 centimetri, il serbatoio carburante ha una capacità di 16,5 litri. La sospensione anteriore è una Marzocchi oleodinamica a steli rovesciati mentre quella posteriore è un monoammortizzatore Sachs. Brembo le pinze dei freni: l’anteriore è una radiale a quattro pistoncini, la posteriore a due pistoncini. Infine i cerchi, entrambi in lega di alluminio. La nuova B3 è già in produzione e arriverà nelle concessionarie a inizio 2016.
FIncontri atca cittadini e
rappresentanti USA Le Segreterie di Stato per gli Affari Esteri e per le Finanze della Repubblica di San Marino informano che il giorno 23 novembre p.v. una delegazione americana composta dai rappresentanti del Consolato americano di Firenze e del Federal Benefit Unit dell’Ambasciata americana in Roma, sarà a San Marino per incontrare i cittadini statunitensi
per incontri individuali nei seguenti orari: dalle ore 9 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 17:00, presso la Casa del Castello di Borgo Maggiore, Piazza Mercatale n. 21, Borgo Maggiore.
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Il sequestro preventivo è ormai uno degli strumenti ‘protagonisti’ nelle aule dei Tribunali, sia in Italia che a San Marino. E’ vero che i due ordinamenti prevedono l’utilizzo di questo strumento in maniera differente, ma esistono comunque molte attinenze, senza dimenticare che molti procedimenti vedono coinvolti o italiani e ditte italiane a San Marino, o viceversa. Motivo per cui il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rimini, Giovanna Ollà, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati e Notai di San Marino, Maria Selva, il Tribunale di Rimini, il Presidente dell’AIGA di Rimini, Avvocato Andrea Annibali, e il vicepresidente Avvocato Christian Guidi, hanno ideato un percorso comune per approfondire la materia e individuarne anche le criticità. Il convegno svoltosi a Rimini all’inizio dell’estate, punto di partenza di questo percorso, ha visto partecipare oltre ai due Presidenti citati, in qualità di relatori: la Dott.ssa Fiorella Casadei, Giudice delle Indagini preliminari del Tribunale di Rimini, il Prof. Piero Gualtieri, Professore ordinario di Diritto processuale penale e Avvocato del Foro di Rimini, l’Avvocato Maurizio Simoncini, Presidente Camera Penale di San Marino. Il “fumus delicti” nel sequestro in Italia Esiste una molteplicità di sequestri preventivi, ciascuno con proprie peculiari caratteristiche (impeditivo; finalizzato alla confisca, facoltativa o obbligatoria, per equivalente; di stabilimenti di interesse nazionale; nei confronti di enti e società), con conseguenti problematiche (di carattere generale o riferito alla singola tipologia, in materia di individuazione del giudice competente, di esecuzione della misura e di amministrazione dei beni ad essa assoggettati, di tutela dei terzi in buona fede, di garanzie difensive anche in tema di gravami e di confisca senza condanna). Il Prof. Giualtieri ha soffermato l’attenzione su uno dei punti più incerti e delicati, rappresentato dal corretto inquadramento del fumus delicti. Dal punto di vista sistematico, ha spiegato, il sequestro preventivo è stato collocato fra le misure cautelari reali e reso del tutto indipendente dal sequestro probatorio, ad ulteriore dimostrazione della consapevolezza del legislatore della sua potenzialità afflittiva su diritti fondamentali della persona costituzionalmente garantiti, non dissimile da quella dei provvedimenti di coercizione perso-
L eggi e Normative
Dal convegno riminese le relazioni del Prof. Gualtieri e dell’Avv. Simoncini
Sequestro preventivo: utilizzo e criticità L’analisi dell’istituto, che è previsto sia in Italia che a San Marino nale: tanto che deve essere disposto unicamente dal giudice con decreto motivato. Costanti orientamenti di legittimità e la stessa corte costituzionale (sentenza 17-2-1994, n. 48) hanno tuttavia negato tale assimilazione, escludendo per lunghi anni che per l’applicazione della misura fosse necessaria la ricorrenza di gravi indizi di reità ed affermando che la verifica del giudice non potesse investire la concreta fondatezza dell’accusa, ma dovesse limitarsi “all’astratta possibilità di sussumere il fatto attribuito ad un soggetto in una determinata ipotesi di reato”. Si è così appiattito il ruolo di garanzia dello stesso giudice, ristretto alla semplice constatazione di tale astratta asserzione senza la verifica del collegamento con la realtà processuale, con una sostanziale rinuncia al potere-dovere d’espletare il controllo di legalità, ha spiegato il Prof. Gualtieri. Questi indirizzi hanno portato a sottolineare come in talune applicazioni giurisprudenziali, il sequestro preventivo sembrasse diventato una fattispecie cautelare a fumus presunto, ove il pubblico ministero si limita ad allegare la commissione di un reato e il destinatario della misura è chiamato a fornire la probatio diabolica della insussistenza dell’illecito penale. Per Gualtieri la situazione è poi peggiorata con la sempre più ampia introduzione nell’ordinamento italiano (sollecitato dagli organismi internazionali) del sequestro finalizzato alla “confisca per equivalente”, che ha ad oggetto beni che non hanno alcun rapporto con la pericolosità individuale del reo e neppure alcun nesso di pertinenza con il singolo reato: l’obbligatorietà della misura e l’elisione del rapporto di pertinenza tra il bene e la cosa, hanno reso molto labili i presupposti per l’adozione di questo tipo di sequestro preventivo e lasciano conseguentemente ampi spazi discrezionali nella motivazione del provvedimento applicativo. Tali elementi sono ancor più evanescenti nel-
le ipotesi disciplinate dall’art. 12 sexies d.l. 306/1992, ove, alla irrilevanza del rapporto di pertinenza, si aggiunge la presunzione di illegittimo accumulo dei beni, a qualsiasi titolo, in valore sproporzionato al proprio reddito dichiarato ai fini della relativa imposta o alla propria attività economica. Questa regolamentazione farebbe dunque sorgere seri profili di legittimità costituzionale dell’istituto, poiché risulta gravemente alterato l’equilibrio tra difesa sociale e garantismo. Recentemente, ha però avvertito il Prof. Gualtieri, si sta assistendo al consolidamento di indirizzi per cui ai fini dell’emissione del sequestro preventivo il giudice deve valutare la sussistenza del fumus delicti in concreto, indicando nella motivazione in modo puntuale e coerente gli elementi in base ai quali desumere l’integrazione del reato configurato, tenendo conto sia degli elementi forniti dall’accusa, sia delle argomentazioni difensive. Ad avviso del prof. Piero Gualtieri le conclusioni sarebbero sconfortanti: per lunghi anni gli orientamenti giurisprudenziali, infatti, sono stati caratterizzati da una quasi totale rinuncia ad una penetrante valutazione dei presupposti di applicabilità della misura, rimessa alle scelte del Pm., e vanificando così nella sostanza la giurisdizionalizzazione della procedura, con sconcertanti automatismi applicativi in una materia che involge interessi protetti dalla Costituzione e dalla CEDU. Solo recentemente i giudici di legittimità stanno scoprendo che al centro di ogni processo penale e dei suoi particolari istituti, quali le misure cautelari reali, vi è sempre una vicenda umana e che pertanto non è possibile prescindere da una approfondita disamina della (eventuale) condotta illecita del soggetto indagato, che è preliminare all’accertamento della pericolosità della cosa di cui si vuole impedire l’utilizzazione. E questa esigenza dovrebbe ancor più valere in materia di sequestro finaliz-
zato alla confisca per equivalente, specie nella forma di cui all’art. 12 sexies, ove è stato reciso qualunque nesso di pertinenza tra il reato e la cosa sottoposta alla misura ablativa ed è quindi del tutto evaporato il presupposto principale posto a fondamento delle decisioni del giudice delle leggi di rispondenza alla costituzione dell’istituto. L’auspico del Prof. Gualtieri è che la giurisprudenza rafforzi e completi il percorso di omologazione tra i presupposti delle misure cautelari personali e reali, attraverso le interpretazioni rispettose dei principi fissati dalla Costituzione e dalla CEDU, poiché un intervento adeguatore del legislatore appare improbabile alla luce degli ultimi indirizzi normativi di avvicinamento al sequestro di prevenzione di quello finalizzato alla confisca per equivalente, così come non sembra possibile riporre fiducia in un nuovo esame dei delineati profili da parte della Corte Costituzionale. San Marino: preventivo e per equivalente Sul versante sammarinese, “la legge n.100 del 2013”, ha spiegato l’Avvocato Maurizio Simoncini, “segna un inasprimento profondo e per molti versi drastico, sia di ordine sostanziale che procedurale, nel percorso di allineamento agli standard internazionali di contrasto al riciclaggio e al terrorismo internazionale, intrapreso significativamente dal 2008. Si è introdotta la figura criminosa dell’autoriciclaggio, attraverso l’eliminazione del vincolo di terzietà tra autore del reato presupposto ed autore del reato proprio; si è ampliata la portata della confisca (nuova stesura dell’art.147 c.p.), in particolare (commi 4, 5 e 6 ) con riguardo ai beni fittiziamente detenuti da terzi, al profitto/prezzo/prodotto del reato se in capo a terzo consapevole della provenienza illecita, e ancora a beni passati in proprietà a persona estranea al reato o per diritto successorio limitatamente a quelli in
disponibilità dell’erede; si sono rimodulati, anche se per larga parte già presenti con precedente normativa del 2010 (D.L. N.134), gli istituti cautelari del sequestro preventivo, a titolo di acquisizione probatoria o per equivalente in vista di confisca (artt.58 bis e ter c.p.p., anche se, peraltro, la confisca per equivalente era già stata introdotta nell’ordinamento sammarinese con l’art. 5 della legge della legge 26 febbraio 2004 n. 28)”. In sostanza, spiega Simoncini, “possiamo ritenere che la misura cautelare del sequestro preventivo, pur nell’obiettivo primario di preservare i beni oggetto di eventuale confisca nelle more intermedie del giudizio, anticipi gli effetti della confisca vera e propria delle cose per le quali questa è prevista, senza fare differenza che queste cose siano equivalenti, trasformate, convertite o commiste rispetto a quelle che servirono a commettere il reato o ne rappresentino il prezzo, il prodotto o il profitto. Allorchè viene disposto il sequestro dei beni, il giudice, in astratto, esercita un potere tipicamente riconosciutogli dalla legge, senza che nessun pregiudizio irreparabile derivi alla parte assoggettata alla misura”. Fra i presidi a garanzia dell’equa applicazione in concreto della misura conservativa, “deve trovare ingresso il principio di adeguatezza e di proporzionalità che lega le cose rappresentanti il “controvalore” del reato al patrimonio assoggettato a vincolo cautelare, attraverso una ponderazione scrupolosa”. Nel caso di sequestro preventivo per equivalente, “si può dire che la natura della misura, venendo a mancare il nesso di pertinenzialità col fatto di reato, supera la nozione di pericolosità intrinseca che giustifica la privazione statuale, per presentarsi come espressione essenzialmente sanzionatoria, con funzione afflittiva preventiva (quasi una pre-condanna). Di qui il limite di subordinazione al principio di irretroattività, nella sua applicazione, rispetto alla con-
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dotta, dato che, in diversa ipotesi, si porrebbe in contrasto sia con i principi costituzionali che con l’art.7 della CEDU, per i quali non può essere inflitta una “pena” (sanzione) più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso. Recentissimamente, in sede di reclamo dinanzi al Giudice per la IIIa istanza penale, sono state sollevate e rigettate, perché manifestamente infondate, eccezioni di legittimità costituzionale riguardanti: l’art. 58 ter nella parte in cui non prevede che la prevista misura cautelare reale debba essere disposta con modalità che consentano all’indagato il diritto a procurarsi mezzi di sussistenza e quindi di svolgere il proprio lavoro; l’art. 58 ter del codice di rito e l’art. 147 del codice sostanziale, in punto di ingiustificata applicazione retroattiva di norme penali. Al di là dell’esito di tali peculiari fattispecie, sarebbe comunque auspicabile un controllo superiore di rispondenza dell’impianto normativo ai principi costituzionali e ai trattati internazionali, proprio per l’enorme incidenza e per gli effetti concreti che questo è capace di generare. Daniele Bartolucci
A IGA
In arrivo la rivista Rimini-Rsm
La Sezione territoriale di Rimini dell’Associazione Italiana dei Giovani Avvocati (AIGA) ha avviato da tempo un dialogo tra tutte le associazioni di avvocati sia del proprio Foro di appartenenza sia limitrofe. In questa prospettiva sono già stati organizzati diversi convegni ed è stata fortemente voluta la partecipazione della Camera Penale e dell’Ordine degli Avvocati e Notai di San Marino per la costituzione della rivista giuridica “Foro Malatestiano”, il cui primo numero dovrebbe vedere la pubblicazione a fine anno o al più tardi agli inizi del 2016. Essa affronterà le questioni di diritto più attuali, sempre contigue al territorio “Malatestiano”, con l’ambizione di pubblicare anche sentenze, testi normativi e commenti di diritto sammarinese. Il primo numero conterrà la versione estesa degli interventi del congresso sulle misure cautelari sia del Prof. Gualtieri, sia dell’Avv. Simoncini.